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Progetto di restauro conservativo dei manufatti …...2019/08/04  · I ruderi oggetto d’intervento - il retro abside della Chiesa di S. Maria Maggiore, la dogana, la casa a schiera

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Progetto di restauro conservativo dei manufatti architettonici di Ninfa _Relazione sugli aspetti strutturali

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Responsabile Unico del Procedimento Arch. Armandina Antobenedetto Progettazione Arch. Elisabetta Ricci Coordinatore della sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione Arch. Pasquale Loffarelli Indagine geognostica e rapporto geologico-tecnico

Geologo dott. Massimo Amodio, Latina

Consulenza scientifica e supervisione del progetto

Prof. ssa Arch. Daniela Esposito, membro del Consiglio della Fondazione R. Caetani, Direttore della Scuola di specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio di Roma

Si ringrazia per il coordinamento per la redazione della “Carta del rischio dell’antica città medioevale” : Archh. D. Esposito - A. Viscogliosi - G. Tarasco - L. Pennacchia - M. G. Putzu, Dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell’ Architettura, Università La Sapienza di Roma, Facoltà di Architettura Valle Giulia

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RELAZIONE SUGLI ASPETTI STRUTTURALI

Premessa

L’obiettivo primario dell’intervento strutturale è la conservazione dei ruderi, che si trovano in uno

stato di degrado avanzato, conseguenza di decenni di cure discontinue. L’ intervento non potrà

non considerare il forte carattere paesaggistico che hanno acquisito i manufatti nei secoli, parte di

un complesso naturalistico unico nel suo genere, e che dovrà quindi essere il più possibile

contenuto nel rispetto dello spirito del luogo e della sua immagine.

Si devono distinguere l’intervento di rifacimento di parte della copertura del Municipio, oggi

adibito ad uffici amministrativi, e gli interventi di restauro e consolidamento strutturale dei ruderi

(vedi all. Tavola 1).

La copertura del Palazzo Comunale La copertura del Palazzo Comunale presenta uno stato avanzato di degrado e richiede un

intervento di sostituzione dell’orditura principale e secondaria del tetto, oltre che un intervento di

impermeabilizzazione e di revisione e sostituzione del manto di copertura antico, laddove

necessario. La copertura è stata suddivisa idealmente in tre parti, poiché presenta caratteristiche

ed esigenze differenti: la copertura A si presenta a due falde, con struttura lignea e tavelloni, e si

trova sopra gli ambienti delle stanze di Lelia Caetani; la copertura B, con struttura lignea e

tavelloni , presenta un’unica falda ed è localizzata sopra l’ufficio dell’amministrazione del Giardino;

la copertura C è in corrispondenza del salone di Roffredo, e richiede esclusivamente un intervento

di revisione del manto di copertura (vedi all. Tavola 2a).

La struttura portante attuale è costituita da travi in castagno inclinate e annegate nella muratura,

travi longitudinali in castagno e travetti trasversali, tavelle in laterizio e coppi. L’asse della

copertura A è decentrato, poiché è stato raccordato con la falda esistente della copertura B, come

è evidente dall’apparecchiatura muraria del prospetto nord-est (vedi all. Tavola 2a).

1 -2 – Ninfa (Lt), foto Palazzo Comunale, struttura portante copertura

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3 – Ninfa (Lt), foto Palazzo Comunale, da nord-est _in evidenza l’intervento per raccordare le due falde

Con il presente progetto si prevede di conservare parte della struttura portante principale e di

sostituire l’orditura primaria e secondaria di travi e travetti in castagno (vedi all. Tavola 2b). Lo

stato di conservazione degli elementi lignei e le specifiche caratteristiche prestazionali, sono stati

individuati e verificati attraverso uno studio diagnostico effettuato da STD_Studio Tecnico

Diagnostico, dall’ Arch. Gerolamo Stagno. Individuati gli elementi portanti da poter conservare e

gli elementi da dover sostituire, è stata formulata la proposta d’intervento. Nello specifico si

prevede la fornitura e posa in opera di travi di legno rettificate senza eccessivo spessore di

alburno, a sezione quadra, ma preferibilmente o rettangolare e qualunque lunghezza. Le travi

dovranno essere di legno di castagno proveniente da boschi del Lazio (Monti Cimini o Vulcano

Laziale) che per il fatto di essere considerato della migliore qualità in Europa, possiede ottime

caratteristiche prestazionali, le quali risulteranno simili a quelle originali. Si prevede inoltre la

sostituzione del sottomanto di copertura attualmente in tavelle, con un tavolato di legno di abete

sottotegola, per ridurre i carichi agenti. Seguirà successiva revisione del manto di copertura di

comprendente la rimozione, la pulizia, il ricollocamento dei coppi e la sostituzione di coppi rotti o

mancanti. Le nuove opere verranno realizzate con legno del tipo castagno, senza apportare

modifiche di forma e strutturali a quanto preesistente e di conseguenza rimarrà inalterata la

distribuzione dei carichi agenti, tramessa in fondazione.

I ruderi

Stato di fatto I ruderi oggetto d’intervento - il retro abside della Chiesa di S. Maria Maggiore, la dogana, la casa

a schiera sono completamente esposti all’azione degli agenti atmosferici e biologici.

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Con ogni probabilità ciò, favorito dalla carenza di manutenzione, ha provocato negli anni una serie

di crolli che hanno interessato principalmente quasi tutte le murature e soprattutto le sommità.

Gli edifici presentano infatti a livello del piano di calpestio i resti di crolli, rimasti ammassati ai

piedi delle strutture conservate.

Le murature sono costituite per lo più da apparecchi in bozze di calcare e tufo, con diverse

apparecchiature alle quali corrispondono le diverse fasi costruttive. Predomina la presenza di tufi,

di qualità differenti, di apparecchio diverso, sia a filari regolari o pseudo orizzontali.

Le malte presentano una notevole quantità di pozzolana, principalmente del tipo rosso e nero,

con una granulometria per lo più media e una consistenza in generale dura, che esemplifica una

buona coesione muraria, laddove i fenomeni di degrado non abbiano consolidato la loro azione e

innescato fenomeni di erosione e disgregazione.

Depositi superficiali e una vigorosa vegetazione infestante, in particolare, hanno ricoperto le

murature superstiti, il cui apparato radicale ha compromesso in alcuni punti la continuità muraria

scatenando o favorendo fenomeni di distacco. Sono altresì presenti una serie di fessurazioni

murarie sintomo di dissesti statici, la cui analisi evidenzia lenti meccanismi in atto. Questi sono

dovuti principalmente alla perdita di alcune porzioni di edificio, che ha compromesso la stabilità

delle strutture residue, orfane delle masse murarie di sostegno e di contrasto necessarie

all’equilibrio.

Nello specifico il quadro fessurativo evidenzia la possibilità di ribaltamento verso l’esterno di

alcune murature. Si può infatti osservare il pericolo di ribaltamento in prossimità del setto

trasversale ammorsato sul retro dell’abside della Chiesa di S. Maria Maggiore, in prossimità del

prospetto laterale della dogana e in corrispondenza dei prospetti della casa a schiera.

La mancanza di coperture e protezioni favorisce, inoltre, l’infiltrazione di acque piovane all’interno

delle strutture semi-dirute con le superfici di rottura esposte, come le creste murarie, le

fratturazioni, le mancanze, i bordi frammentati in generale, che attraverso la percolazione, il

dilavamento, il gelo favoriscono il distacco e la perdita del materiale.

Strategie di progetto La serie di interventi previsti sono finalizzati alla conservazione dei manufatti nello stato di rudere

come il tempo e le vicende storiche li hanno tradotti sino a noi, nel rispetto della loro condizione

di “rudero”, e in considerazione del nuovo ruolo che tali monumenti hanno assunto in qualità di

elementi architettonici legati al paesaggio, con l’assunzione di una nuova e diversa unità formale,

molto vicina al rovinismo inglese.

Prima di procedere al consolidamento statico delle strutture in oggetto dovranno, quindi, essere

svolte una serie di operazioni preliminari che riguardano principalmente: la rimozione dei detriti e

del terreno, con accantonamento dei materiali da costruzione da recuperare per le limitate

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ricostruzioni murarie, avendo cura poi, in fase di cantiere, di proteggere adeguatamente gli

elementi costruttivi riemersi dallo scavo/pulizia; il trattamento locale delle superfici per

neutralizzare gli effetti dannosi degli apparati radicali della vegetazione infestante, che si sono

sviluppati in seno alle masse murarie e che minacciano la stabilità della costruzione.

Gli interventi di consolidamento seguenti mirano invece a risanare la situazione di degrado

precedentemente evidenziata con opere distinguibili ad un’osservazione più attenta e

minimamente invasive; importante viene considerato inoltre il carattere della compatibilità

tecnica e formale degli interventi e la loro durevolezza nel tempo, perseguiti con l’uso di materiali

e tecniche costruttive tradizionali.

Per le ricostruzioni, limitate alla ricostituzione essenziale dal punto di vista statico delle murature,

dei punti di appoggio e delle lacune particolarmente estese, si prevede di riutilizzare il materiale

lapideo che si trova abbondantemente ai piedi delle murature stesse, con l’uso di malta a base di

legante idraulico miscelata con inerti mineralogicamente e cromaticamente simili agli originali,

provenienti da coltivazioni della zona dove è situato il monumento. L'applicazione della malta di

stuccatura verrà eseguita con spatolini metallici e la stilatura sarà puntuale e molto accurata. La

malta verrà applicata se necessario in più strati successivi. Dopo un periodo di tempo sufficiente a

consentire un primo indurimento dello strato finale ma prima del fine presa della malta, si

provvederà alla spazzolatura a secco delle superfici con spazzole di saggina o metalliche al fine di

porre in risalto l'aggregato, la sua dimensione e la sua specifica colorazione. Particolare cura dovrà

essere posta nella individuazione della composizione e colorazione specifica della malta la cui

cromia e granulometria dovrà uniformarsi, una volta applicata ed essiccata, alle diverse sfumature

cromatiche e caratteristiche tessiturali presenti sulla muratura e dovute all'orientamento,

all'esposizione, alla presenza di materiali dannosi e componenti diversi. L'intervento di stilatura

dovrà essere eseguito senza sporcare le superfici lapidee o laterizie dei conci.

Tipologie di intervento e materiali Per la risoluzione delle problematiche strutturali si ritengono necessari, quindi, gli interventi di

seguito indicati.

Interventi preliminari

- Rimozione dei detriti presenti nelle immediate vicinanze, fino al piano di campagna o alle

strutture orizzontali eventualmente superstiti;

- montaggio dei ponteggi per le lavorazioni;

- eliminazione esclusivamente degli arbusti e delle alberature infestanti.

Risarcitura delle lesioni

Sarcitura di grosse lesioni strutturali da 2 a 5 cm di murature ,mediante estrusione in profondità di

malta premiscelata avente capacità espansiva senza potere di spinta e che garantisca il

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riempimento delle cavità senza fenomeni di ritiro in fase idraulica. La malta dovrà essere a base di

leganti idraulici opportunamente addizionati e inerti impalpabili e a presa rapida per ridurre al

minimo la fuoriuscita del materiale e le successive fasi di pulitura.

Consolidamento murario

Iniezioni di consolidamento strutturale di murature con malta premiscelata a base di leganti

idraulici e inerti impalpabili, per il risarcimento di cavità e fessurazioni interne alla muratura:

- esecuzione dei fori di iniezione;

- esecuzione delle pre-iniezioni;

- esecuzione delle perforazioni;

- lavaggio preliminare del muro;

- iniezioni a pressione più o meno elevata.

Restauro e protezione delle creste murarie

Sistemazione del bordo superiore delle murature con bozze e malta idraulica simili agli originali

ma distinguibili, montati a imitazione della cortina e del nucleo murario esistenti, assecondando il

profilo di rottura delle murature, senza regolarizzarlo e con l’accorgimento di conferire alla

sommità la corretta inclinazione per evitare il ristagno delle acque piovane.

Si dovrà procedere con:

- rimozione della vegetazione infestante;

- rimozione della malta disgregata e delle bozze allentate, con pulizia dai frammenti incoerenti e

polvere;

- bagnatura preventiva della zona superiore del muro;

- stesura dello strato protettivo con conglomerato di malta idraulica e disposizione del pietrame

tale da creare una sezione a leggeri spioventi, evitando di conferire un’innaturale regolarità alla

cresta.

Latina, 30-07-2019

il progettista

Arch. Elisabetta Ricci