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CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA 1 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA CHIUSURE VERTICALI Murature - Requisiti generali - Altri requisiti - Resistenza uniforme nella muratura - Carico uniformemente distribuito Murature di tamponamento per edifici a scheletro di cemento armato e d’acciaio - Generalità - Murature di tamponamento con laterizi - Murature di tamponamento con blocchi di calcestruzzo - Murature di tamponamento con materiali vari - Tamponature: - senza intercapedine - con intercapedine Serramenti Ponti termici

CHIUSURE VERTICALI Murature · Ponti termici . CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA 2 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA

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  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    1 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    CHIUSURE VERTICALI

    Murature

    - Requisiti generali

    - Altri requisiti

    - Resistenza uniforme nella muratura

    - Carico uniformemente distribuito

    Murature di tamponamento per edifici a scheletro di cemento

    armato e d’acciaio

    - Generalità

    - Murature di tamponamento con laterizi

    - Murature di tamponamento con blocchi di calcestruzzo

    - Murature di tamponamento con materiali vari

    - Tamponature:

    - senza intercapedine

    - con intercapedine

    Serramenti

    Ponti termici

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    2 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    CHIUSURE VERTICALI

    Sono elementi di fabbrica che hanno lo scopo di delimitare lo spazio in-

    interno, da quello esterno e garantire il comfort ambientale.

    Possono essere:

    - pareti portanti

    - tamponature

    - serramenti esterni

    Si deve ricordare che le murature, che dividono l' ambiente interno

    dall' esterno, devono adempiere alle funzioni di:

    coibenza, afonicità, resistenza all’ azione del vento, imperme-

    abilità e durevolezza.

    Disposizione di mattoni e blocchi nel caso di parete monostrato.

    Pareti portanti di laterizi

    Sono elementi di fabbrica che reggono e trasmetto-

    no i carichi alle fondazioni. Nelle costruzioni con

    ossatura muraria, la resistenza è in funzione delle

    caratteristiche dei preformati e delle malte.

    In base alla loro disposizione possono scaturire:

    - pareti portanti a scatola chiusa

    - a setti paralleli

    - a setti irregolari

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    3 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Esempi di murature.

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    4 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Soluzioni d’ an-

    golo e di incro-

    cio tra murature

    in elementi di

    laterizio.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    5 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Soluzioni d’ angolo e di incrocio tra murature

    in elementi di laterizio.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    6 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Soluzioni d’ angolo e di incrocio tra murature in

    blocchi.

    Muri di tamponamento di laterizio

    Come le murature portanti, anche quelle di

    tamponamento di laterocemento, hanno la

    funzione di delimitare l' ambiente interno

    proteggiendolo dagli agenti atmosferici,

    limitando le dispersioni di calore, isolan-

    dolo dai rumori.

    Caratteristiche:

    - maggiore leggerezza, rispetto al laterizio

    pieno o di pietra;

    - potere isolante termico e acustico;

    - durevolezza;

    - basso costo.

    Le pareti di tamponamento in un edificio con

    scheletro portante, possono essere fine-

    strate come nelle murature tradizionali di

    pietra e/o di mattoni pieni, con gli stessi rap-

    porti proporzionali fra pieni e vuoti.

    Possono essere anche completamente tra-

    sparenti, in funzione delle esigenze funzionali

    e compositive dell’edificio.

    Trattandosi di elementi di fabbrica so-

    stenuti dallo scheletro portante, con-

    sentono maggiori possibilità composi-

    tive.

    Il loro requisito principale rimane la

    “leggerezza”, perché incide economica-

    mente sul dimensionamento dello schele-

    tro portante.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    7 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Per quanto non manchino interes-

    santi esempi di murature di tampo-

    namento nel passato (le antiche co-

    struzioni a scheletro di legno

    nel l ’Alsazia, nel l ’Olanda,

    nell’Inghilterra, in molti paesi

    dell’Europa sett. nelle costruzioni

    coloniali nel Nord America),

    l’introduzione delle murature di

    tamponamento nell’uso costruttivo

    moderno, risale alla fine del XIX

    secolo, con i lavori di August

    Perret, legata al diffondersi delle

    strutture a scheletro indipendente

    in acciaio e c. a..

    Secondo lo scheletro portante e del

    sistema costruttivo più o meno indu-

    strializzato, possono aversi due tipi

    di murature di tamponamento:

    !°-Muri di tamponamento propria-

    mente detti, che realizzano la tam-

    ponatura contenuta nella trama

    spaziale dello scheletro portante

    Esempi di

    m u r a t u r e

    miste in ele-

    menti prefor-

    mati di lateri-

    zio.

    2°- Pannelli di tamponamento pre-

    fabbricati e successivamente montati

    per la chiusura delle maglie strutturali.

    Questi pannelli hanno di solito uno spes-

    sore contenuto, che facilita il loro mon-

    taggio sugli appositi “ancoraggi” predi-

    sposti nello scheletro portante. Sono re-

    alizzati con procedimenti più o meno in-

    dustrializzati e il loro impiego può pre-

    starsi indifferentemente sia in edifici di

    cemento armato di tipo semiartigianale,

    sia nelle moderne costruzioni in acciaio.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    8 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Possono essere costruiti fuori ope-

    ra con materiali pesanti

    (calcestruzzo, laterizi, blocchi pie-

    ni o forati) oppure costruiti fuori

    opera con materiali leggeri

    (calcestruzzi leggeri, areati, alveo-

    lari, di pomice, di argilla espansa

    etc.). Le giunzioni vengono esegui-

    te ad incastro o a battente e sigil-

    lati con mastici elastici.

    Materiali

    I laterizi, sono i primi ad essere

    adoperati per costruire pareti di

    tamponamento perché leggeri,

    coibenti, afonici, durevoli ed e-

    conomici, Una tipica muratura di

    tamponamento, in edifici con sche-

    letro portante in c.a. eseguiti con

    metodi semiartigianali, è la

    “muratura a cassetta”. (vedi

    per es. Il CIS a Cagliari).

    E’ così chiamata una muratura co-

    stituita da una doppia parete di

    Esempi di mu-

    rature miste in

    elementi prefor-

    mati di laterizio.

    mattoni comuni opportunamente collegati trasversalmente, pieni o forati (ad

    una testa o di coltello), delimitante un’intercapedine interna perfettamente

    stagna, e coibente.

    Non raro è pure il caso delle murature in blocchi di calcestruzzo.

    Le murature in laterizio, (escluse le murature a cassetta), perché sono poco

    coibenti e costose, hanno esortato a ricercare nuovi materiali che a parità di

    peso specifico, coibenza, afonicità e durevolezza, fossero però meno onerosi.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    9 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Tra essi vale la pena citare i calcestruzzi di pietra pomice.

    Con tali tipi di calcestruzzi vengono prodotti dei “blocchi” di forma speciale, studiati

    espressamente per assicurare un efficace collegamento degli elementi, una buona im-

    permeabilità e una costruzione della parete rapida ed economica.

    Oppure possono essere eseguite delle “lastre piane” più o meno spesse, interamente

    forate o cellulari, per contenere il peso ed esaltare la coibenza termica.

    Tali pannelli sono usati per creare pareti in cui sia ricavata una camera d' aria.

    È doveroso notare però che in queste murature, che, simili muri “a cassetta”, presenta-

    no un vano interno di notevoli dimensioni, la coibenza termica risulta esigua a causa

    dei moti convettivi dell’ aria contenuta nell' intercapedine.

    Particolare di muratura a cassetta. Le contropa-

    reti sono usate come completamento di pareti

    in elementi di laterizio normale o alleggerito in

    pasta del tipo pieno o semipieno oppure di pa-

    reti realizzate con diversa tecnologia. I due

    strati possono essere resi solidali fra di loro con

    un legante o con ancoraggi per punti.

    A destra la barriera al vapore ( posizionata sem-

    pre sul lato caldo del coibente) è necessaria

    quando all’interno della muratura può formarsi

    della condensa.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    10 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Per aumentare il potere coibente è ne-

    cessario che la camera d' aria sia di tre o

    quattro cm.

    Necessità di natura economica, è la cau-

    sa e il motivo di un' ulteriore ricerca tesa

    e reperire nuovi materiali che possa-

    no sostituire i laterizi forati e i norma-

    li calcestruzzi di cemento.

    Non dovendo le murature di tampona-

    mento adempiere ad alcuna funzione sta-

    tica, si è cercato di utilizzare i sotto-

    prodotti dell’industria

    Particolare di muratura a cassetta. Le ricerche sono state diverse; ma una

    buona parte dei nuovi prodotti è rappre-

    sentata da sostanze porose,

    “calcestruzzi cellulari”, ottenuti artifi-

    cialmente ed aventi sparse nella massa

    una miriade di minutissime bollicine

    d’aria. La loro fabbricazione avviene di

    regola mescolando la malta fluida di

    cemento con delle sostanze che, rea-

    gendo chimicamente col cemento,

    sviluppano dei gas che rimangono

    imprigionati nella massa cementizia,

    frazionandola minutamente.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    11 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Con questi materiali sono fabbricati dei bloc-

    chi e delle lastre con le quali sono costruite

    pareti leggere ed altrettanto economiche.

    - Altri prodotti, invece, utilizzano i casca-

    mi della lavorazione del legno: trucioli,

    paglia, segatura, etc., utilizzando la leg-

    gerezza e l’ isolamento termico. .

    La lavorazione di questi materiali lignei ri-

    chiede preventivi trattamenti al fine di ren-

    derli non putrescibili ed incombustibili, poi,

    ridotti in pasta e mescolati con boiacca di ce-

    mento magnesiaco ed altre sostanze. Particolare di muratura a cassetta.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    12 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Questi prodotti successivamente vengono compressi in spe-

    ciali forme a pressione elevata. Trasformati in lastre di va-

    rio spessore, vengono impiegati per la costruzione di pannel-

    li prefabbricati, con una tecnica di lavorazione simile a quella

    dei legnami in genere.

    Possono, infatti, essere segati, chiodati e incollati con

    mastici cementizi con estrema facilità.

    Anche il “sughero”, ridotto in granuli e trattato con op-

    portuni leganti a base di catrame, sottoposto a forti

    pressioni entro speciali stampi, può essere trasformato

    in blocchi o lastre, molto utili per determinate applica-

    zioni.

    Oltre ai materiali descritti, utilizzabili tutti più o meno bene

    per la costruzione di murature di tamponamento di edifici a

    scheletro indipendente, ve ne sono tanti altri, sia nel cam-

    po dei cementi cellulari che in quello di origine vegetale

    pure largamente noti e diffusi in Italia e all’estero.

    Particolare di muratura a cas-

    setta.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    13 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Abaco delle soluzioni più comuni

    Le tamponature non assolvono funzioni statiche, ma solo assicurare il comfort dell' utente.

    Per adempiere a tale funzione sono state elaborate numerose soluzioni, e le più comuni sono:

    Murature senza intercapedine.

    Caratteristica principale offerta da questa soluzione è il suo isolamento termico, che

    aumenta, in genere, con lo spessore del muro. È necessario notare che la costruzione in

    Particolare di muratura multistrato

    con due fodere uguali da 12 cm e

    coibente interposto.

    Correzione del ponte termico in occasio-

    ne del nodo tra muratura a cassetta e

    solaio

    muratura per il suo tipo di struttura non è omogenea.

    Per l’elevata conduttività termica della malta, sarebbe più

    conveniente la muratura in sola pietra di quella in laterizi.

    Per ridurre questo inconveniente, si usano malte con basse

    conduttività. Occorre distinguere tra:

    - Parete intonacata nei due lati: vengono utilizzati materia-

    li con basso peso specifico e malta prevalentemente di calce.

    Un espediente utile per migliorare il potere coibente di tali

    murature è l' uso di una finitura composta di un intonaco di

    fondo, con funzione di isolante termico, a base di inerti

    leggeri come il polistirolo espanso, e di un intonaco su-

    periore idrorepellente.

    - Parete con rivestimento termico esterno: intonacata con

    rete porta intonaco.

    Se l’intonaco è isolante, viene realizzato un primo strato spes-

    so con inerti isolanti e successivamente uno strato sottile di

    finitura.

    - Parete con rivestimento interno: viene utilizzato so-

    prattutto in casi di risana-

    mento di vecchie costru-

    zioni vincolate per la conser-

    vazione dei prospetti che

    hanno un valore storico/

    estetico.

    Gli ambienti si riscaldano più

    in fretta, perché le pareti ral-

    lentano la trasmissione del

    calore e non disperdono e-

    nergia termica al termine del

    riscaldamento.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    14 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    A destra:

    Esempio di cappotto interno

    e soluzioni per la protezione

    A sinistra:

    Esempio di cappotto ester-

    no composto da:

    1 Supporto

    2 strato adesivo

    3 Pannello isolante

    4 Fissaggio meccanico

    5 adesivo

    6 Rete porta intonaco

    7 intonaco di spessore

    2 cm circa che può

    essere già colorato.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    15 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    -Isolamento con facciata esterna aerata:

    Una protezione durevole contro gli agenti atmosferici si ottiene rivestendo con pannelli di

    vario genere, le pareti che risultano aerate tra rivestimento ed involucro. Normalmente, lo

    spessore d’aria è minimo di 25-30 mm.-

    - Parete con muratura faccia a vista: per motivi di sicurezza e protezione dalla pioggia,

    la muratura deve avere almeno due file di elementi unite da uno strato continuo di malta

    (2 cm)

    - Isolamento termico applicato al lato interno: Durante l’inserimento dell’isolamento

    Muratura priva di intercapedine. termico sul lato interno, posso-

    no sorgere alcuni problemi:

    - tra la muratura e il mate-

    riale termico può svilupparsi

    una quantità elevata di con-

    densa;

    - durante la posa del solaio

    e delle pareti interne adiacenti

    possono crearsi ponti termici.

    L’isolamento termico interno

    non garantisce ottimi risultati.

    Sul lato inferiore del solaio deve

    essere applicato uno strato iso-

    lante con uno spessore minimo

    di 20 mm.

    Stratigrafia di una chiusura verticale isolata

    all' esterno; Uno strato di materiale coiben-

    te, uniforme e continuo viene posato a con-

    tatto con la parete esterna e rifinito con tra-

    dizionali materiali da rivestimento.

    Murature con intercapedine

    Per la protezione dall’umidità, è

    particolarmente adatta la realizza-

    zione della muratura con intercape-

    dine d’aria, ossia uno spazio vuoto

    fra i due involucri, e l’impiego di

    materiali isolanti. Secondo le nor-

    me, la distanza tra gli elementi

    dell’involucro non deve essere mag-

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    16 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    giore di 120 mm e inferiore ai 30 mm. Se lo spazio centra-

    le viene completamente riempito con materiale isolante,

    questo deve essere resistente all’acqua e idrorepellente.

    Stratigrafia di una chiusu-

    ra verticale isolata all'

    esterno.

    Il sistema viene realizzato

    con componenti prefab-

    bricati, costituiti da uno

    strato isolante e una fini-

    tura esterna di materiale

    metallico o di minerale o

    di materiale organico. Od

    anche con altri materiali

    da rivestimento o intona-

    co sottile posto in opera

    su isolante.

    Evoluzione delle pareti.

    Tale evoluzione ha interessato l'involucro degli edifici, andando a

    definire una divisione dell’insieme di prestazioni che le murature

    tradizionali assolvevano nel loro corpo. Le funzioni portanti e di

    tamponamento, le prime affidate alla maglia puntiforme dei pilastri

    e le seconde a tamponamenti termoisolanti e fonoassorbenti di mag-

    gior leggerezza, oggi sono separate nella maggior parte delle realiz-

    zazioni, sulla base di un criterio di specializzazione degli elementi

    tecnici che investe l’intero complesso tecnologico dell'edificio e ne

    cambia le logiche stesse di concezione progettuale.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    17 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Protezione di punti singolari

    nel caso di ricorso a isola-

    mento a cappotto esterno. A sinistra:

    Profilo di partenza alla base in lega leg-

    gera perforata per il contenimento dello

    strato isolante.

    Il profilo di partenza va posizionato sot-

    to la prima soletta interessata

    dall’isolamento; nel caso di partenza a

    terra si lascia 1 cm circa dal piano di

    calpestio, previo isolamento tra chiusu-

    ra orizzontale e verticale.

    N.B.: solu-

    zione non

    c o r r e t t a

    per non

    continuità

    del coiben-

    te

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    18 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Le norme Uni

    Questa impostazione è stata ripresa anche dalle norme UNI (UNI

    0051) che ordinano l'organismo architettonico in 8 classi di unità

    tecnologiche (struttura portante, chiusura - in cui è ricompreso an-

    che, alla voce partizioni verticali, l'involucro" -, partizione interna,

    partizione esterna, impianto di fornitura servizi, impianto di sicu-

    rezza, attrezzatura interna, attrezzatura esterna), indicando (UNI

    8290) nelle chiusure "l'insieme delle unità tecnologiche e degli ele-

    menti tecnici del sistema edilizio aventi funzione di separare e di

    conformare gli spazi interni del sistema rispetto l'esterno".

    Quest’ultima definizione non può essere considerata esaustiva e

    non rende l’idea della complessità funzionale di questo specifico

    subsistema, ridotto al ruolo di semplice confine spaziale interno/

    esterno. Sul tema risultano essere più precisi i dettati delle norme

    UNI 8369 e UNI 7959 che indicano le 'chiusure verticali" quale

    "classe di elementi tecnici con funzioni principali di regolare il pas-

    Esempio di parete ventilata con orditura il legno e paramento esterno in lamine

    lapidee o lignee.

    saggio di energia tra gli spazi interni e gli spazi esterni dell'organi-

    smo edilizio" e la cui scelta deve essere mirata " (...) a mantenere la

    temperatura della superficie interna il più possibile vicina a quella

    dell'ambiente interno nella varie situazioni di clima esterno e di cli-

    ma interno previste, limitando al minimo l'apporto energetico degli

    impianti di climatizzazione (riscaldamento, raffreddamen-

    to, ventilazione) e controllando i fenomeni di condensa

    possibili".

    Principalmente nella interazione - esterno/assetto distribu-

    tivo interno -, nel loro reciproco relazionarsi, si vengono a

    determinare le condizioni ambientali degli spazi abitativi e

    quindi la loro maggiore o minore rispondenza alle esigenze

    dell'utenza.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    19 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Da ciò deriva che l'involucro degli organismi edilizi, luogo di separazione e di

    contatto fra l’interno e l’esterno, assume una funzione fondamentale nel con-

    seguimento della qualità abitativa.

    La sua definizione progettuale non può essere disgiunta dalla contemporanea

    valutazione degli aspetti tipologico spaziali. Un'impostazione progettuale con-

    trapposta rispetto a quella di anni, anche recenti, in cui un atteggiamento in-

    differente nei confronti del problema della limitatezza delle risorse, ha indotto

    i progettisti ad affidare a una dotazione impiantistica di sempre maggiore

    complessità, e di conseguenza di crescente operosità di gestione, il manteni-

    mento delle condizioni di comfort nell'abitazione. Con tale criterio si è attribui-

    A destra:

    Esempio di parete ventila-

    ta con doppia orditura li-

    gnea.

    A sinistra:

    esploso assonometrico di

    parete ventilata composta

    da Supporto (1), Staffe

    metalliche di ancoraggio

    (2), Pannello isolante (3),

    Fissaggio meccanico del

    pannello coibente(4), Stra-

    to di ventilazione median-

    te profili metallici verticali

    aria libera (5), Paramento

    esterno staccato dal pan-

    nello isolante(6).

    to ai sistemi di facciata un'unica valenza espres-

    sivo-formale.

    Al contrario, essi devono garantire le seguenti

    prestazioni: resistenza meccanica, coibenza ter-

    mica, isolamento acustico ai rumori aerei, per-

    meabilità all'aria, tenuta all'acqua, resistenza al

    vento, resistenza agli urti, durabilità, controllo

    delle tolleranze, resistenza al fuoco. In conse-

    guenza di ciò le facciate continue di prima gene-

    razione hanno ben presto lasciato il posto a solu-

    zioni più articolate, in grado di assolvere il nuovo

    ruolo di elemento essenziale della risposta passi-

    va dell'edificio alle condizioni ambientali esterne,

    che a esse veniva richiesto.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    20 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Le pareti ventilate

    Le pareti ventilate sono nate in seguito alla

    ricerca di un costante miglioramento delle

    prestazioni delle "chiusure verticali".

    Esse rappresentano un sistema parete che,

    per la stessa successione degli strati che lo

    compongono esalta la risposta dell'organi-

    smo edilizio alle variazioni climatiche ed at-

    mosferiche.

    Dall'esterno verso l'interno sono riconosci-

    bili diversi strati funzionali che definiscono

    le diverse funzioni cui assolve una facciata

    ventilata:

    - Strato di protezione e rivestimento ad

    elementi discontinui: rappresenta lo strato

    più esterno della parete ed assolve princi-

    palmente alle funzioni di protezione dagli

    agenti atmosferici, oltre ad avere un ruolo

    determinante nella caratterizzazione esteti-

    ca dei manufatti. Le scelte progettuali sui

    materiali da impiegare (laterizi, rivestimenti

    lapidei, ceramici, metallici, ... ) sono dettate

    da valutazioni sul grado di durabilità, in re-

    lazione alla particolare applicazione previ-

    La facciata ventilata è quel sistema carat-

    terizzato dalla presenza di una intercape-

    dine tra il rivestimento esterno e la parete,

    che interrompe la continuità della parete e

    tale che sia possibile attivare un effetto

    camino, naturale e/o artificialmente con-

    trollato, al fine di migliorare le prestazioni

    termo energetiche del “sistema parete”.

    L a v e n t i l a z i o n e a l l ’ i n t e r n o

    dell’intercapedine è determinata dalle con-

    dizioni atmosferiche stagionali o giornalie-

    sta e ai conseguenti possibili fenomeni

    di degrado indotti dal dilavamento su-

    perficiale, dal soleggiamento diretto,

    nonché dall'azione di neve, gelo e di e-

    rosione eolica. Il ricorso a elementi di-

    scontinui di discrete dimensioni (lastre,

    pannelli con mattoni faccia a vista mon-

    tati all'interno di una struttura in accia-

    io, ... ) risponde poi a esigenze di razio-

    nalizzazione delle operazioni di traspor-

    to e di montaggio in cantiere (riduzione

    dei punti di ancoraggio), con l'elimina-

    zione in particolare delle fasi "umide" e

    la loro sostituzione con tecniche di as-

    semblaggio a secco.

    MURATURA

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    21 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    - Strato di collegamento: è costituto da un sistema di elementi aventi la

    funzione di assicurare la connessione stabile fra lo strato di rivestimento

    esterno, che dal punto di vista statico risulta "portato", e la struttura por-

    tante del fabbricato. Di solito è composto da elementi di ancoraggio puntua-

    le (zanche, tasselli, bussole, molle di accoppiamento, clips.... in vista o a

    scomparsa) in acciaio inossidabile, allo scopo di evitare il rischio del degra-

    do per corrosione, eventualmente fissati a sottostrutture in profili metallici

    (a loro volta agganciate alla parete mediante staffe e tasselli ad espansione

    in acciaio inox nel caso si operi su supporti compatti, tipo cemento armato o

    mattoni o a iniezione - per supporti alveolari quali mattoni forati, blocchi di

    argilla espansa e simili). La connessione lastra/elemento di ancoraggio

    può avvenire poi mediante scanalature sui bordi della lastra, oppure fresa-

    ture sul retro, quando non - come ricordato - per mezzo di clips diretta-

    mente in vista. E’ sempre buona regola garantire la possibilità di dilatazio-

    ne relativa fra i diversi componenti del sistema, lasciando minimi giochi

    (per esempio fra le clips e le parti superiori delle lastre), così come predi-

    sporre un cordone di sigillante siliconico o poliuretanico monocomponente

    sull'interfaccia lastra-profilo, con la doppia funzione di eliminare ogni possi-

    In fig. Esempio di parete ventilata studiata da Renzo piano per la sede del CIS—Cagliari.

    Tra i materiali impiegati per le pareti ventilate vi sono l’alluminio,il legno, i materiali lapidei

    naturali, rinforzati o agglomerati, i materiali ceramici, l’intonaco idraulico di forte spessore su

    armature di lamiera stirata e protetto da intonaco plastico, le doghe di calcestruzzo.

    I pannelli che costituiscono il rivestimento hanno ridotta auto portanza e pressoché assente

    rigidezza ai carichi orizzontali e pertanto devono essere di altezza ridotta ad uno o due inter-

    piani.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    22 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    bile vibrazione delle lastre e di mantenerle in posizione anche in

    caso di rottura.

    Nel caso si utilizzi una sottostruttura in profili metallici verticali,

    questi hanno mediamente una lunghezza che va da un marcapiano

    all'altro e sono sostenuti da un numero di staffe strettamente cor-

    relato ai carichi dinamici del vento cui la facciata sarà chiamata a

    rispondere.

    - Strato di ventilazione: contribuisce al controllo delle caratte-

    ristiche igrotermiche della parete per mezzo di ricambi d'aria na-

    turali. Per effetto della differenza di temperatura tra esterno e in-

    terno, si innesca infatti un moto convetivo dell'aria (effetto camino)

    nell'intercapedine, dal basso verso l'alto, che permette di mantene-

    re il sottostante strato isolante sempre asciutto, eliminando even-

    tuali effetti di penetrazioni idriche accidentali. Nella stagione fred-

    da, inoltre, tale moto convettivo consente di smaltire la produzione

    Soluzione studiata da Renzo Piano

    per l’ ampliamento dell’ IRCAM.

    L’intelaiatura dei pannelli non deve

    risentire delle eventuali sollecitazioni

    della struttura portante.

    I sistemi di ancoraggio sono a mon-

    taggio meccanico su struttura ausi-

    liaria, denominata sottostruttura,

    connessa al supporto edilizio retro-

    stante, che è in grado di superare le

    irregolarità di fuori piombo e planari-

    tà del supporto.

    di vapore acqueo degli ambienti interni e, quindi, di evitare fenomeni di condensa interstiziale,

    mentre in regime estivo, lo stesso meccanismo di aerazione riduce le quantità di calore dovute

    all'irraggiamento solare che interesserebbero la parete in sua assenza. Di norma alla base

    dell'intercapedine viene posta una griglia che permette il passaggio dell'aria e, nel contempo,

    impedisce l'intrusione di piccoli animali. Parimenti in sommità viene collocata una scossalina

    opportunamente sagomata per far fuoriuscire l'aria, ma evitare l'ingresso di acqua.

    - Strato coibente: la risposta ambientale delle pareti ventilate è migliorata dalla presenza di

    uno strato isolante che permette di coibentare "a cappotto" l'edificio oggetto di intervento (che

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    23 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    può essere un manufatto di nuova edificazio-

    ne, oppure un fabbricato esistente) con eli-

    minazione totale dei ponti termici, ovvero

    dei canali preferenziali di flussi del calore

    tra l'ambiente interno e quello esterno.

    - Strato di supporto: ha il compito di sop-

    portare i carichi, propri e accidentali del

    pacchetto funzionale della facciata, compre-

    si il peso degli altri componenti del sistema

    "parete ventilata" e gli effetti del carico di-

    namico del vento (pressioni e depressioni)

    sulla facciata. Ovviamente la sua natura va-

    ria di caso in caso, a seconda del tipo di edi-

    ficio e del sistema costruttivo adottato.

    Conclusioni

    Le soluzioni a parete ventilata sono uno

    dei tanti dispositivi per migliorare la ri-

    sposta energetica dell'edificio, quindi

    rientrano nel novero delle applicazioni care

    alla architettura bioclimatica e ai cultori di

    un'edilizia ecosostenibile.

    A dimostrazione della validità universale di

    un simile "pacchetto" di chiusura, indipen-

    La sottostruttura deve garantire il posizionamento au-

    tonomo degli elementi (staffe, morsetti ecc.) ai quali

    saranno collegate le lastre di rivestimento; non vi è

    quindi necessità di completamenti e integrazioni ad

    umido. La sottostruttura è costituita da montanti e/o

    traversi, ed è analoga a quella prevista per la posa di

    pannelli di facciata prefabbricati ). La scelta del siste-

    ma di ancoraggio dipende dalla geometria della faccia-

    ta e dal tipo di suppporto edilizio. La sottostruttura de-

    ve essere calcolata in relazione alle sollecitazioni previ-

    ste (vento) e alle deformazioni ammesse.

    dentemente dai singoli materiali costitutivi,

    sono in fase di studio anche sistemi di parete

    ventilata in cui lo strato di protezione e rive-

    stimento è composto da essenze rampicanti

    caducifogle aggrappate a un'intelaiatura li-

    gnea lievemente staccata dallo strato di sup-

    porto.

    La schermatura estiva delle foglie, durante

    l'inverno, una volta che esse siano cadute,

    consente di sfruttare i contributi solari posi-

    tivi, con variabilità di effetti e di prestazioni

    pienamente funzionali alle diverse condizioni

    climatiche dell'anno.

    Nodo tra Chiusure verticali ed

    orizzontali

    Nodo parete - fondazione

    In passato la fondazione spesso

    sporgeva rispetto alla muratura ed

    era realizzata principalmente in

    pietra naturale molto resistente.

    In epoca moderna, l’arretramento

    della fondazione impedisce la for-

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    24 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Fissaggio del para-

    mento esterno in

    una muratura con

    intercapedine.

    Esempio di caviglia chimica. È un sistema adatto a intervenire su edi-

    fici esistenti e comunque ogni qualvolta gli ancoraggi delle lastre non

    richiedano importanti regolazioni dei punti di vincolo.

    Il sistema non innesca nella struttura tensioni significative.

    L’ancoraggio chimico prevede il riempimento del foro eseguito sulla

    muratura a conci o sul calcestruzzo, con una miscela di resine epossi-

    diche e materiale inerte entro la quale rimane fissata una barra filet-

    tata o boccola.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    25 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    mazione, sulla sporgenza, di depositi e di

    infiltrazioni d’acqua.

    Nodo parete - solaio

    Le varianti derivano dall’intenzionalità del

    progettista di continuare la muratura da-

    vanti al solaio oppure di lasciare questo in

    vista.

    In tale correlazione non è possibile trascu-

    rare alcuni fenomeni, come deformazioni,

    crepe e ponti termici.

    Nodo parete - aperture

    Qualsiasi sistema di ancoraggio previsto deve garantire un’adeguata resistenza meccanica per sop-

    portare il peso proprio e del rivestimento. Deve resistere alla corrosione e consentire le necessarie

    regolazioni in fase di montaggio; devono essere evitate incompatibilità termiche, chimiche o elettri-

    che con i materiali costituenti gli strati sottostanti. L’ancoraggio della lastra avviene mediante zanche

    metalliche e malta o staffe e profili adeguatamente ancorati al supporto che lasciano la lastra indi-

    pendente dalla parete retrostante.

    Le dimensioni e lo sviluppo delle aperture hanno influenza sulla parete esterna.

    Le diverse correlazioni dipendono dai tipi di muratura. È importante la posizione

    della finestra nello spessore della parete ai fini compositivi e termici, per sfruttare

    l’effetto schermante di uno spessore murario.

    Nodo parete - copertura

    Quest’unione è di estrema importanza sia per la protezione della parete che per

    l’immagine dell’edificio.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    26 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Durante la posa in opera deve essere verificata la corretta esecuzione dei giunti, il loro allineamento, la complanarità, se prevista, degli elementi che costitui-

    scono il rivestimento.

    Il sistema di rivestimento e di ancoraggio deve assicurare un buon comportamento termico, la tenuta all’acqua e non deve essere fonte di rumore a causa di

    pioggia o vento.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    27 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Le soluzioni sono essenzialmente due:

    - cornicione: la muratura arriva fino alla parte

    terminale superiore e il tetto si trova posteriormente

    o appare con il suo strato di copertura esterna;

    - falda: il tetto sporge portando il canale di gron-

    da all’esterno della muratura.

    Serramenti

    Il serramento esterno è considerato parte integrante

    delle chiusure verticali. Può assolvere le funzioni di

    garantire la sicurezza, mettere in comunicazione vi-

    sivamente l’interno con l’esterno, illuminare e aera-

    re.

    Possono essere individuati i seguenti elementi costi-

    tutivi:

    - collegamenti con gli elementi murari

    - telaio fisso

    - telaio mobile

    - ferramenta di chiusura e sostegno

    - complementi (gocciolatoio, davanzale, ecc.).

    Per consentire un buon isolamento termico, acustico

    e idrico del serramento grande cura deve essere ri-

    Esempio di raccordo

    tra telaio strutturale,

    solaio e chiusura verti-

    cale a cassetta.

    posta nel rapporto fra telaio fisso e telaio mobile,

    nella scelta dei vetri, nell’uso delle guarnizioni, nel

    rapporto fra vetro e telaio.

    Ponti termici

    Un isolamento termico progettato ed eseguito bene

    è alla base delle prestazioni energetiche di una

    struttura edilizia. Il “ponte termico” è una disconti-

    nuità nel comportamento termico dell'edificio, cau-

    sata dall'uso di materiali con diverse caratteristiche

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    28 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Esempio di raccordo tra solaio e

    chiusura verticale in muratura por-

    tante monostrato, e raccordo tra

    solaio in latero cemento e parete in

    muratura portante composta da

    due strati.

    Esempio di

    raccordo tra

    c o p e r t u r a

    praticabile e

    muratura in

    blocchi di

    laterizio (a),

    e raccordo

    tra copertura

    non pratica-

    bile e parete

    in elementi

    di argilla

    espansa.

    Nelle pareti doppie solo una è

    considerata portante essendo

    connotata da un più elevato spes-

    sore ovvero da una minora defor-

    mabilità.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    29 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    termiche (i materiali più densi, ad esempio, conducono il calore

    meglio di quelli porosi), dalle caratteristiche geometriche della

    struttura o da interruzioni nello strato isolante.

    Le conseguenze della presenza di ponti termici non sono dele-

    terie solo dal punto di vista energetico o del comfort ambienta-

    le: in loro prossimità, infatti, la temperatura superficiale inter-

    na è minore che nelle restanti parti dell’involucro, e può facil-

    mente scendere al di sotto della temperatura del punto di ru-

    giada: si verifica così la formazione di condensa superficiale,

    Esempio di raccordo tra

    telaio strutturale, solaio

    e chiusura verticale a

    cassetta. Notare il rac-

    cordo dello strato coi-

    bente.

    Da notare che al di so-

    pra del solaio non è indi-

    cata la barriera al vapo-

    re.

    con relativa proliferazione di muffe, e conseguenti danni alla

    superficie (fessure nell'intonaco, sfarinamenti ecc.).

    Si distinguono in genere due tipologie principali di ponte ter-

    mico:

    i ponti termici geometrici, legati allla configurazione dei diver-

    si componenti,

    I ponti termici costruttivi, dovuti al tipo di materiale utilizzato.

    Nella maggior parte dei casi, però, la formazione di un ponte

    termico è dovuta a più fattori concomitanti.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    30 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Esempio di raccordo

    tra telaio strutturale,

    solaio e chiusura

    verticale a cassetta.

    Indicata in rosso una

    soluzione poco cor-

    retta. Perché?

    Esempio di rac-

    cordo nel caso

    di ricorso a pan-

    nelli prefabbri-

    cati.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    31 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Sezione verticale di

    parete ventilata. Nota-

    re il raccordo con le

    chiusure orizzontali.

    Raccordo tra parete composta di rivestimento in marmo, malta, rasatura di

    intonaco 5 mm, isolante termico 95 mm, sigillante, pannello di compensato 25

    mm, isolante termico 50 mm, camera d’ aria 55 mm pannello di compensato

    25 mm, barriera al vapore, intonaco tinteggiato, e copertura composta da

    membrana elastopla-

    stomerica, pannello

    isolante 125 mm in

    poliuretano e dotato di

    pannello in compensa-

    to di 20 mm, barriera

    al vapore e lamiera

    grecata spessa 42

    mm.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    32 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Il serramento esterno è conside-

    rato parte integrante delle chiu-

    sure verticali. Può assolvere le

    funzioni di garantire la sicurez-

    za, mettere in comunicazione

    visivamente l’interno con

    l’esterno, illuminare e aerare.

    Esempi di tipologie di serramen-

    to e sezione verticale del nodo

    serramento - chiusura verticale.

    Notare l’ assenza di cappotto

    esterno.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    33 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    I ponti termici geometrici si hanno in corrispondenza di angoli, rien-

    tranze, elementi aggettanti e simili. In presenza di uno spigolo, la su-

    perficie esterna è superiore alla corrispondente superficie interna, e

    pertanto la dispersione termica verso l' esterno è maggiore.

    I ponti termici costruttivi si manifestano invece nei punti in cui mate-

    riali ad alta conducibilità termica penetrano in un elemento strutturale

    esterno con migliori caratteristiche isolanti. Un caso “classico” sono gli

    elementi strutturali in calcestruzzo inseriti in una parete di mattoni fo-

    rati, che alla termografia a infrarossi disegnano una ben visibile griglia

    di dispersioni termiche sulla facciata degli edifici.

    Altro esempio eclatante i balconi sporgenti in calcestruzzo e altre

    strutture a sbalzo non disaccoppiate termicamente: veri e propri calori-

    feri che irradiano calore all'esterno.

    Altri ponti termici, dovuti a carenze nell'isolamento, si verificano tipica-

    mente nei serramenti, nei cassonetti delle tapparelle, nelle nicchie per

    Spesso i

    ponti termi-

    ci, dovuti a

    c a r e n z e

    ne l l ' i so la -

    mento, si

    ve r i f i cano

    presso i ser-

    ramenti, nei

    cassonett i

    delle tappa-

    relle, negli

    incavi per

    c a l o r i f e r i

    ricavati nel-

    le pareti

    perimetrali.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    34 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    radiatori ricavate nelle pareti perimetrali.

    È pertanto doveroso evitare che l' opera sia esposta ai

    nocivi effetti causati dal crearsi di ponti termici. Per ot-

    tenere tale obbiettivo è necessario che sia preservata e

    mantenuta la continuità dello strato coibente.

    Da tale norma pertanto consegue che è opportuno collo-

    Esempi di raccordo tra serramenti e chiu-

    sura verticale.

    Occorre evitare che l' opera sia esposta

    ai nocivi effetti causati dal crearsi di ponti

    termici, tra cui formazione di condensa,

    con relativa proliferazione di muffe, oltre

    a danni alla superficie causati dalle fre-

    quenti escursioni termiche dell' elemen-

    to. Per evitare tale fenomeno è necessa-

    rio che sia preservata e mantenuta la

    continuità del manto coibente.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    35 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Esempi di raccordo tra serramenti e chiusure verticali.

    Occorre notare che il materiale isolante utilizzato per la realizzazione tanto

    delle murature a cappotto quanto delle murature ventilate, ovvero poliureta-

    no, polistirolo espanso, fibre minerali, fibre di vetro, sughero, vetro cellulare

    deve essere inalterabile, permeabile al vapore, non infiammabile, non idrofi-

    lo.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    36 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Particolari di serramento ligneo.

    Esempi di nodi ed articolazioni tra ante e telai

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    37 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    care il coibente all' esterno, ovvero che

    si reputa necessario ricorrere a chiusure

    verticali a cappotto esterno, o a casset-

    ta, poiché tali soluzioni non solo evitano

    cesure nello strato isolante, concorrendo

    ad assicurare il comfort dell' utente e

    consentendo di sanare in modo agevole

    ed efficace alcuni punti critici come i no-

    di tra chiusure verticali ed orizzontali,

    ma pure, separando la muratura e le

    membra dello scheletro portante dall'

    esterno, le preservano da fenomeni di

    usura e logorio dovuti a condensa, com-

    parsa di muffe ed escursione termica.

    Riassumendo, le cautele da osservare

    per evitare ponti termici sono:

    - impostare architettonicamente l'e-

    dificio in modo compatto (con un rappor-

    to superficie/volume il più possibile ri-

    dotto);

    - tenere conto degli spessori aggiun-

    tivi dovuti all'isolamento;

    - curare la continuità dell'isolamento

    Correzione di un ponte termico; soluzione ordina-

    ria, accurata e molto accurata; si presuppone l'

    uso di pannelli coibenti rigidi in fibre di legno lega-

    te con cemento Portland.

    Il ponte termico in oggetto riguarda il caso del

    pilastro inserito nella parete. Il al punto più critico

    è situato in corrispondenza della superficie del

    pilastro. Se la larghezza del pilastro è maggiore di

    30 cm e la sua profondità maggiore di 26 cm le

    variazioni dei risultati sono minime. La stratigrafia

    termico;

    - evitare per quanto possibile ele-

    menti strutturali che costituiscono un

    ponte termico “doppio”, ad esempio i pi-

    lastri negli angoli;

    - coibentare gli elementi a sbalzo o,

    meglio, disaccoppiarli termicamente;

    - utilizzare serramenti adeguati e in-

    stallarli correttamente.

    Per gli edifici esistenti gli interventi va-

    riano di caso in caso; in linea di massima

    della parete è in accordo con la trasmittanza limite imposta dal Decreto Legislativo n. 311 per le varie

    zone climatiche. La correzione accurata, CA e molto accurata, CMA da effettuarsi in zone climatiche con

    clima particolarmente rigido, restituiscono valori di temperatura simili e pertanto la scelta del tipo di cor-

    rezione è esclusivamente dettata da motivi tecnologici e di facilità di posa in opera.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    38 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    è necessario:

    - eseguire un esame termografico per individuare i punti di dispersione;

    - valutare l'installazione di un isolamento esterno continuo “a cappotto”, integrato

    con la facciata (facciate ventilate);

    - isolare le strutture a sbalzo;

    - isolare i pavimenti sovrastanti cantine, garage o pilotis;

    - sostituire i serramenti (utilizzando dei nuovi infissi con telaio “a taglio termico” e

    vetrocamera con gas inerte);

    - isolare i cassonetti delle tapparelle e i vani dei caloriferi.

    Nei casi in cui si voglia lasciare la trama statica in vista, i ponti termici devono essere

    corretti ai sensi della vigente normativa sul risparmio energetico (Legge 9 gennaio

    Ponte termico in occasione pilastro d’ angolo; correzione

    ordinaria (1), correzione accurata (2), molto accurata

    (3). La stratigrafia della parete è in accordo con la tra-

    smittanza limite imposta dal Decreto Legislativo n. 311

    per le varie zone climatiche. Se il pilastro ha una dimen-

    sione maggiore o rientra verso l’interno il valore di tem-

    peratura aumenta, per tanto il caso considerato è da

    ritenersi cautelativo. Il punto critico di un pilastro

    d’angolo è situato nella zona finale del percorso più bre-

    ve scarsamente isolato. La correzione accurata, CA pre-

    vede che lo strato di isolamento sia continuo rispetto a

    quello di parete. La correzione molto accurata CMA com-

    porta isolare tutto il pilastro.

    2 3

    1

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    39 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    1991, n. 10, Decreto Legislati-

    vo 19 agosto 2005, n. 192 e

    Decreto Legislativo 29 dicem-

    bre 2006, n. 311), ad esempio,

    utilizzando come cassero a

    perdere di contenimento del

    getto pannelli coibenti (ad e-

    sempio pannelli Celenit costi-

    tuito da lana di legno di abete,

    mineralizzata e legata con ce-

    mento Portland ad alta resi-

    stenza) che rimarranno legati

    in modo permanente al getto

    stesso.

    In questo modo si bilanciano

    le proprietà isolanti della mu-

    ratura e delle parti in calce-

    struzzo.

    Con pannelli multistrato

    (Celenit P3, Celenit G3, Cele-

    nit E3) si consiglia l’impiego di

    ancore in plastica o metalliche

    che rimarranno inglobate nel

    getto.

    Soluzione ordinaria del ponte termico

    solaio - chiusura verticale.

    Il ponte termico in oggetto riguarda il

    nodo tra il solaio e la parete. Il punto

    critico considerato nella sezione è

    tendenzialmente l’attacco inferiore

    del solaio con la parete e la sua criti-

    cità o meno dipende dalla stratigrafia

    della parete. La stratigrafia della pa-

    rete è in accordo con la trasmittanza

    limite imposta dal Decreto Legislativo

    n. 311 per le varie zone climatiche. La

    correzione del ponte termico con uno

    spessore di almeno 20 mm di Celenit

    N assicura un ridotto rischio di con-

    densazione superficiale.

    S i app l i ch erà q u in d i

    l’intonaco armato con rete in

    fibra di vetro.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    40 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Correzione ordinaria (1), soluzione

    accurata (2) e soluzione molto ac-

    curata (3), per la risoluzione di pon-

    te termico nel caso dei solai a sbal-

    zo (elementi aggettanti).La corre-

    zione del ponte termico orizzontale

    ha una lunghezza minima di 50 cm

    a partire dalla fine della trave di

    bordo.

    La stratigrafia della parete e del

    solaio sono in accordo con la tra-

    smittanza limite imposta dal Decre-

    to Legislativo n. 311 per le varie

    zone climatiche.

    Nelle zone climatiche con clima rigi-

    do (Te = -5 °C) è opportuno correg-

    gere accuratamente, CA, il ponte

    termico allungando il percorso della

    dispersione o rendendo lo strato

    d’isolamento continuo, inserendo

    alla base della parete un pannello

    Celenit N da 20 mm.

    1 2 3

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    41 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Ponte termico parete-

    contro terra di locale-

    non riscaldato solu-

    zione non corretta (1)

    e soluzione ordinaria

    (2).

    Il ponte termico in

    oggetto riguarda il

    caso del nodo tra pa-

    rete contro terra e

    solaio su locale non

    riscaldato.

    La stratigrafia della

    parete è in accordo

    con la trasmittanza

    limite imposta dal

    1 2

    Decreto Legislativo n. 311

    per le varie zone climatiche.

    All’intradosso del solaio vie-

    ne applicato un pannello

    Celenit N da 75 mm. Nel

    punto critico vi sono valori

    di temperature superficiale

    ridotti che comportano rischi

    di condensa. Occorre notare

    che è opportuno prevedere

    un elemento di dreno tra

    muro e terreno.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    42 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Ponte termico parete contro terra di locale non

    riscaldato, Correzione accurata.

    Nel punto critico vi sono valori di temperature

    superficiale ridotti che comportano rischi di

    condensa.

    È necessario effettuare la correzione del ponte

    termico inserendo del materiale isolante Cele-

    nit tra il terreno e la struttura portante come

    cassero a perdere.

    Per correggere il ponte termico accuratamente

    è necessario posizionare del CELENIT N da 20

    mm sotto la parete per dare continuità allo

    strato isolante .

    In zone climatiche particolarmente rigide nei

    mesi invernali (Te = -5 °C) è necessario impie-

    gare spessori di 75 mm di CELENIT N, oppure

    con 50 mm di altri prodotti; una correzione più

    accurata del ponte termico dando continuità allo

    strato di isolamento termico permette di evitare

    il rischio di condensa con 20 mm di CELENIT N .

    In una zona climatica mediamente fredda (Te =

    0 °C) è necessario intervenire con almeno 25

    mm di prodotto CELENIT N.

    In una zona climatica con Te = 5 °C, è consiglia-

    bile la correzione per evitare rischio di condensa

    superficiale.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    43 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    te termico con

    almeno 50 mm di

    CELENIT N. In

    una zona climati-

    ca mediamente

    fredda è neces-

    sario intervenire

    con almeno 20

    mm di CELENIT

    N. In una zona

    climatica mite la

    correzione è ne-

    cessaria per evi-

    tare rischio di

    condensa super-

    ficiale.

    Ponte termico del nodo copertura piana - parete Non corretto (1),

    ed esempio di soluzione ordinaria (2)

    Il ponte termico in oggetto riguarda il caso del nodo tra copertura

    piana e parete. La stratigrafia della parete è in accordo con la tra-

    smittanza limite imposta dal Decreto Legislativo n. 311.

    All’estradosso della copertura viene applicato un pannello Celenit N

    da 75 mm. L’intervento di correzione deve riguardare la parte della

    struttura interessata dal maggior flusso termico dispersivo. La cor-

    rezione può fermarsi contro la parete ma è più efficace se effettua-

    ta come in figura 2. In zone climatiche connotate da temperature

    rigide nei mesi invernali (Te = -5 °C) è necessario correggere il pon-

    2

    1

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    44 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Il ponte termico in oggetto riguarda il

    caso dell’attacco serramento-parete in

    laterizio. In assenza di correzione del

    ponte termico il punto critico è situato

    nell’attacco serramento-parete in lateri-

    zio.La correzione avviene con interposi-

    zione di materiale CELENIT N 20 tra il

    serramento e la parete.

    La correzione è necessaria nelle località

    con condizioni climatiche invernali parti-

    colarmente rigide; in seguito alla corre-

    zione, per la quale è sufficiente l’impiego

    di pannelli CELENIT N dello spessore di

    20 mm, il punto critico diventa la superfi-

    cie del serramento.

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    45 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Nodo tra solaio in EPS parete in Climablock e sbalzo sostenuto da elemento

    “mensolino”.

    I ponti termici costruttivi si manifestano invece nei punti in cui materiali ad alta

    conducibilità termica penetrano in un elemento strutturale esterno con migliori

    caratteristiche isolanti.

    Un caso “classico” sono gli elementi strutturali in calcestruzzo inseriti in

    una parete di mattoni forati, che alla termografia a infrarossi disegnano

    una ben visibile griglia di dispersioni termiche sulla facciata degli edifici.

    Altro esempio eclatante i balconi sporgenti in calcestruzzo e altre strut-

    ture a sbalzo non disaccoppiate termicamente:

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    46 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Nodo tra solaio Bausta parete in Climablock e

    sbalzo sostenuto da elemento “mensolino”.

    Il mensolino consentendo di preservare la conti-

    nuità del manto coibente, concorre a contenere il

    pericolo di ponti termici, assicurando il comfort

    dell' utente, ed evitando il degrado rapido della

    struttura.

    Nella figura in alto, l’elemento a sbalzo è nel me-

    desimo piano di inflessione rispetto al solaio, men-

    tre nella figura sottostante, si incastra ortogonal-

    mente ad essa .

  • CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA

    47 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA

    Nodo tra solaio Bausta parete in laterizio e sbalzo sostenuto da

    elemento “mensolino”. Il mensolino deve essere posto in opera con

    una contro freccia tale da annullare la freccia data dai carichi per-

    manenti.

    Come evitare i ponti termici?

    Alcuni veloci suggerimenti

    per gli edifici nuovi:

    -impostare l'edificio in modo

    compatto (con un rapporto

    superficie/volume il più possi-

    bile ridotto);

    - tenere conto degli spessori

    aggiuntivi dell'isolamento;

    - curare la continuità dell'iso-

    lamento termico;

    - evitare per quanto possibile

    elementi strutturali che costi-

    tuiscono un ponte termico

    “doppio”, ad esempio i pila-

    stri negli angoli;

    - coibentare gli elementi a

    sbalzo o, meglio, disaccop-

    piarli termicamente;

    - utilizzare e installare corret-

    tamente gli infissi;

    In caso di edifici esistenti oc-

    corre:

    - eseguire un esame termo-

    grafico per individuare i punti

    di dispersione;

    - valutare l'installazione di un

    isolamento esterno continuo

    “a cappotto”, integrato con la

    facciata (facciate ventilate);

    - isolare le strutture a sbalzo;

    - isolare i pavimenti sovrastanti

    cantine, garage o pilotis;

    - sostituire i serramenti (evitare

    i serramenti in alluminio, se non

    del tipo “a taglio termico”), e

    utilizzare elementi vetrati a

    vetrocamera;

    - isolare i cassonetti delle tappa-

    relle e i vani dei caloriferi.