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Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale 70% DCB Roma cinema & fiction Anno 65 numero 4 agosto-settembre 2013 2,00 Venezia 70 (28 agosto - 7 settembre) I NOSTRI SULLA LAGUNA Antonio Albanese con L’Intrepido di Gianni Amelio guida la carica italiana al Lido Clooney, Bullock e la fantascienza di Gravity aprono la Mostra

Cinecorriere-04 2013

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Speciale mostra del Cinema di Venezia

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Page 1: Cinecorriere-04 2013

Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale 70% DCB Roma

cinema& fictionAnno 65 numero 4 agosto-settembre 2013 2,00 €

Venezia 70 (28 agosto - 7 settembre)

I NOSTRI SULLA LAGUNA

Antonio Albanese con L’Intrepido di Gianni Amelio guida

la carica italiana al Lido

Clooney, Bullock e la fantascienza di Gravityaprono la Mostra

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Rivista illustrata di Cinema e Fictionfondata e diretta da Alberto Crucillà dal 1948

Autorizzazione del registro n. 473 del 31 ottobre 1948

Direttore ResponsabileRenato [email protected]

Direttore EditorialeAndrea [email protected]

VicedirettoreLuigi [email protected]

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sommario

La crisi... aguzza l’ingegno?Tipica frase da bicchieremezzo pieno? No, c’è poco

da essere ottimisti. Però, è una miaconvinzione, ancestralmente sudi-sta, da aspirante intellettuale deglianni ‘70. Noi giovani napoletanidell’avanguardia musicale e cine-matografica di allora ci defini-vamo “I Negri del Vesuvio”proprio per quella sorta di obbligoa lavorare in condizioni perenne-mente precarie, ma anche perchétenuti in disparte dalla cultura ege-mone dell’epoca. La precarietàoggi non riguarda solo il Sud, maè diventata un male endemico pertutti i giovani italiani, soprattuttoper i creativi. E nel cinema più chealtrove. In assenza di budget “in-dispensabilmente milionari” (pro-durre bene, lo sappiamo tutti,costa), il buon cinema va avantiugualmente, con le unghie e con identi. Che facciamo altrimenti, cifermiamo? I nostri autori e registitutt’altro. Ansiosi di poter menarele mani e il proprio talento, cer-cano di conciliare qualità con po-vertà di mezzi. Ci si industria, si

aguzza quel famoso ingegno, lamancanza di fondi pubblici o pri-vati spinge a cercare soluzioni al-ternative, proponendo ideeoriginali, rendendo conciliabiliazione con durata della lavora-zione. È anche con questo metroche sono stati scelti i film in garaa Venezia quest’anno. Soprattuttoquelli italiani. Luigi Aversa in que-sto numero si occupa dei criteri discelta dei film presenti sulla La-guna, oltre a presentare i tanti titoliche animano il Festival. «La duracontemporaneità è il tema domi-nante della Mostra anche se non

mancano i film di genere e le starda tappeto rosso». Lo dice, comeleggerete, il direttore della MostraAlberto Barbera: «Diversi film sisoffermano sull’analisi dei con-flitti sociali e familiari: scomparsadei padri, assenza dei genitori,violenza sui bambini, solitudinedei figli, ecc.». In tempi di crisiglobale, il cinema non poteva nontenerne conto. La cover e l’aper-tura della rivista, questa volta of-ferta online a costo zero a tutti inostri lettori in rete, sono dedicateagli italiani in forze al Lido, vivi eattivi nonostante la crisi e nono-stante le difficoltà che hanno sem-pre incontrato da queste parti.L’ultimo Leone d’Oro 15 anni faproprio ad Amelio, quest’anno inconcorso con L’Intrepido. Prota-gonista un “chapliniano” (parolesue) Albanese. Altro aspetto si-gnificativo: la multinazionalitàdella rassegna, con 33 Paesi rap-presentati nelle varie sezioni datutti i continenti. Con tanta carnaal fuoco, non resta che augurarviBuona lettura!

Renato Marengo

Venezia 70Il cinema italiano è vivo e invade la Laguna 3La Settima arte ai tempi dellacrisi: specchio della realtà 6Il mondo in una sala,nuovi Orizzonti filmici 8I classici restaurati e i documentarili giudicano i giovani 9a cura di Luigi Aversa

Settimana Internazionaledella Critica«Una magica costellazione» di L.A. 10Giornate degli AutoriPellicole che danno la scossa... di L.A. 11

9 771827 195002

3 0 0 0 3CINECORRIERE - ISSN 1827-1952

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cinema& fictionAnno 65 numero 4 agosto-settembre 2013 2,00 €

Venezia 70 (28 agosto - 7 settembre)

I NOSTRI SULLA LAGUNA

Antonio Albanese con L’Intrepido di Gianni Amelio guida

la carica italiana al Lido

Clooney, Bullock e la fantascienza di Gravityaprono la Mostra

Anche la crisi aguzza l’ingegnoA Venezia film italiani in forze

editoriale

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La Mostra Internazionaled’Arte Cinematografica, inprogramma a Venezia dal 28

agosto al 7 settembre, anche que-st’anno presenta ai nastri di partenzaun nutrito numero di produzioni ita-liane (circa 30), spalmate nelle variesezioni della rassegna:Concorso, Fuori Con-corso, Orizzonti, Clas-sici, Settimana dellaCritica eGiornate degliAutori. Come è logicoche sia, del resto, anchese nelle ultime edizioni,le varie giurie non sonostate generose col ci-nema di casa nostra.L’anno passato, per

Venezia 70 Il cinemaitaliano è vivo e invade la Laguna

di Luigi Aversa

Nonostante la crisi, leproduzioni di casa nostra alLido sono tante e di qualità.

Una trentina i titoli inrassegna, con una top

model come madrina (EvaRiccobono) e un presidentedi giuria da Oscar (Bertolucci)

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esempio, il film di Marco BellocchioBella Addormentata era da tutti ac-creditato per la vittoria finale e inveceè rimasto fuori dai riconoscimentimaggiori, con disappunto del registapiacentino. L’ultimo Leone d’orovinto da un film tricolore risale a ben

quindici anni fa eandò a Così ride-vano di Gianni Ame-lio. Prima di allora,per ritrovare un suc-cesso italiano, biso-gna tornare indietrodi un altro decennio:al 1988, quando il mi-glior film fu La leg-genda del santobevitore di Ermanno

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quarantesima edizione. La mia giu-ria, composta tutta di registi, non po-teva che premiare Jean-Luc Godard,a cui tutti noi dovevamo tanto e chenon aveva mai avuto un premio im-portante nella sua vita. Allora ai filmchiedevo sorpresa e piacere. Nonsono molto cambiato...». Non è molto cambiato nemmeno

Gianni Amelio, l’ultimo Leoned’oro italiano, che torna anch’egli inLaguna, ma in concorso, con un pro-dotto sempre di grande spessore.L’unica differenza rispetto al passatoè che questa volta il suo L’Intrepidoè una commedia, con protagonista unAntonio Albanese in grande spol-vero, definito dal regista un attore«con qualità chapliniane, capaci difar convivere il sorriso con la com-mozione più struggente».Gli altri due italiani nella sezione

principale costituiscono entrambi unanovità per la Mostra. Uno, Gian-franco Rosi, perché il suo SacroG.R.A., poetico sguardo sopra e in-torno al Raccordo anulare che cingeRoma, è un documentario, genere

Olmi. Più recenteè sicuramente ilLeone alla car-riera conferito nel2007 a BernardoBertolucci. Unriconoscimentodovuto a uno deinostri grandi ci-neasti di caraturainternazionale,che a dir la verità,per presentare almondo i suoi

film, ha sempre preferito la ribaltadella Croisette a quella del Lido. Perquesta edizione numero 70 del Festi-val di Venezia - il più antico al mondodopo gli Academy Awards, i cuipremi però non vengono assegnati altermine di una rassegna - è propriolui il presidente della giuria, il registapremio Oscar per L’ultimo impera-tore, che torna a presiedere la ker-messe a trent’anni dal primo incarico.«È la mia seconda volta - ha dichia-rato al momento della designazione -nel 1983 la Mostra celebrava la sua

usualmente non inserito in concorso;l’altra, Emma Dante, apprezzata re-gista teatrale d’avanguardia di famainternazionale, perché debutta al ci-nema come attrice e regista con ViaCastellana Bandiera, film tratto dalsuo primo romanzo, scritto nel 2008. «Mi piacerebbe recitare, anche in

un ruolo piccolo, in siciliano, perun’artista come Emma Dante» hadetto a Repubblica qualche giorno faEva Riccobono. Quest’anno però latop model e attrice siciliana si dovràaccontentare (si fa per dire) di apriree chiudere la Mostra di Venezia. È leiinfatti la madrina del Festival, succe-dendo a Kasia Smutniak, padrona dicasa lo scorso anno. La protagonistadel film della Dante è invece AlbaRohrwacher, presente al Lido anchecon un altro prodotto, il mediome-traggio Con il fiato sospeso, l’attesastoria shock degli scienziati contami-nati a Catania. Il film di CostanzaQuatriglio è uno degli eventi fuoriconcorso, al pari di Che strano chia-marsi Federico! Scola raccontaFellini, omaggio al regista della

Una scena di Zoran, il mionipote scemo. Inalto: Sacro G.R.A.Sotto: EmmaDante (a sinistra) e Alba Rohrwacherin Via CastellanaBandiera. Più adestra: AntonioAlbanese e GianniAmelio sul set de L’Intrepido

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Dolce vita in occasione del 20° anni-versario della scomparsa. Gli altri ti-toli fuori concorso sono Summer 82When Zappa Came to Sicily diSalvo Cuccia, Redemption di Mi-guel Gomes e La voce di Berlinguerdi Mario Sesti e Teho Teardo.Cinque, più vari cortometraggi,

sono i film italiani nella sezione Oriz-zonti. Tutti firmati da autori emer-genti o non ancora affermati. ComeEnrico Maria Artale, regista de Ilterzo tempo; Andrea Pallaoro, chepresenta Medeas; Alessandro Ros-setto, che firma Piccola Patria; An-drea Segre, autore de La primaneve; e Uberto Pasolini, in realtà giànoto come produttore di Full Montyche con Still Life è per la secondavolta dietro la macchina da presa.All’interno della sezione Venezia

Classici, come da tradizione, c’è unaselezione dei migliori restauri realiz-zati nel corso dell’ultimo anno. Di-versi i recuperi di importanti pellicoleitaliane: da Paisà (1946) di RobertoRossellini a Le mani sulla città(1963) di Francesco Rosi, che è

anche il film della tradizionale seratadi pre-apertura della manifestazione;da Vaghe stelle dell’Orsa (1965) diLuchino Visconti a Quién sabe?(1966) di Damiano Damiani; fino aPane e cioccolata (1973) di FrancoBrusati e La proprietà non è più unfurto (1973) di Elio Petri. A comple-tamento di questa sezione, c’è poiuna serie di documentari sul cinemae su singoli autori di ieri e di oggi.Anche qui i lavori italiani sono vari:Profezia. L’Africa di Pasolini, a curadi Gianni Borgna ed Enrico Men-duni; Non eravamo solo… ladri dibiciclette. Il Neorealismo, di GianniBozzacchi; Donne nel mito - AnnaMagnani, di Marco Spagnoli; Istin-tobrass, di Massimiliano Zanin;Lino Micciché, mio padre. Una vi-sione del mondo, di Francesco Mic-ciché; e Bertolucci on Bertolucci, diLuca Guadagnino e Walter Fa-sano.Uno in concorso, l’altro fuori con-

corso sono i due italiani della Setti-mana Internazionale della Critica. Ilprimo è Zoran, il mio nipote scemo,

esordio di Matteo Oleotto, una com-media intelligente sui confini “esi-stenziali” (il film è girato e prodottotra il Friuli e la Slovenia) con Giu-seppe Battiston. Il secondo è L’artedella felicità di Alessandro Rak,pellicola d’animazione realizzata aNapoli da un gruppo di lavoro com-posto da giovani disegnatori, fumet-tisti e musicisti.Tre, invece, i titoli tricolori alle

Giornate degli Autori. In competi-zione c’è La mia classe di DanieleGaglianone con Valerio Mastan-drea, ambientato nel quartiere mul-tietnico del Pigneto a Roma. Eventispeciali: Venezia salva di SerenaNono con David Riondino, libera-mente tratto dalla tragedia di SimoneWeil, racconta il tentato sacco di Ve-nezia nel 1618 da parte della Spagna;L’arbitro, opera prima di PaoloZucca, è la cronaca dell’ascesa edella rovina di un “fischietto” cor-rotto interpretato da Stefano Accorsi. Nonostante la crisi e a dispetto di

questa, il cinema italiano è insospet-tatamente vivo. nnn

Qui sopra: ValerioMastandrea nelfilm di DanieleGaglianone La miaclasse. In alto:Stefano Accorsi ne L’arbitroe Anna Balestrieri in Con il fiatosospeso. Più a sinistra,sopra: L’arte dellafelicità diAlessandro Rak;sotto: Che stranochiamarsiFederico! Scolaracconta Fellini

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Lo ha dichiarato in occasionedella conferenza stampa di pre-sentazione della 70. Mostra di

Venezia il direttore Alberto Bar-bera: «Il tema dominante della ras-segna di quest’anno è il rispetto dellarealtà della crisi. Con diversi film chesi soffermano sull’analisi dei conflittisociali e familiari: scomparsa deipadri, assenza dei genitori, violenzasui bambini, solitudine dei figli, ecc.».In tempi di crisi globale, il cinemanon poteva non tenere conto dellacontemporaneità e l’immagine che nederiva non è affatto consolante. «Ma- ha aggiunto Barbera - questo non si-gnifica che in rassegna manchino lepellicole di genere. Ci sono film d’au-

tore che usano il genere per andareal di là di questo. Abbiamo filmd’animazione, di fantascienza, horrore anche qualche commedia. Pocheperché più difficili da fare». Una novità importante, a proposito

di generi, è la presenza, inedita, inconcorso di due documentari. Uno èquello di Gianfranco Rosi (vedi pag.4), l’altro è The Unknown Known:the Life and Times of Donald Rum-sfeld di Errol Morris, l’intervista diun’ora e mezza al Segretario della Di-fesa degli Stati Uniti sotto l’ammini-strazione George W. Bush. Col documentario di Morris i film

Usa in competizione sono ben 6 e ar-rivano a 20 sommando tutti i titolidella Selezione ufficiale. Con uno chespicca su tutti gli altri in quanto adaspettative. Si tratta del fantascienti-fico Gravity, diretto da Alfonso Cua-ron, che apre la manifestazione, fuoriconcorso, la sera del 28 agosto. Unevento in 3D che porta con sé anchela giusta dose di glamour grazie allapresenza nel cast dell’habitué dellaLaguna George Clooney e della bel-

La dura contemporaneità è il temadominante della Mostra di quest’anno. Non mancano i film di genere e le star dared carpet. Apertura sci-fi con Gravity

Venezia 70 Il cinema ai tempi della crisi

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Specchio della realtà

di L. A.

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lissima Sandra Bullock che invecesul Lido non si è mai vista in prece-denza. Sul tappeto rosso antistante ilPalazzo del Cinema sono attesi di-versi altri divi hollywoodiani. Fraquesti Scarlett Johansson, in con-corso con Under the Skin di Jona-than Glazer; Nicolas Cage con Joedi David Gordon Green; JamesFranco, regista di Child of God, dalromanzo di Cormac McCarthy.Grande attesa anche per la presenzadella controversa Lindsay Lohan,protagonista di The Canyons, pelli-cola fuori concorso di Paul Schraderdi cui già si parla per le audaci scenedi sesso. Quest’ultimo è a Veneziaanche come Presidente di giuria dellasezione Orizzonti. Oltre agli eventi targati Cuaron e

Schrader, fuori concorso ci sono altreproduzioni di sicuro interesse. Una diqueste è il biopic polacco Walesa diAndrzej Wajda ed Ewa Brodzka,che presenta nel cast anche MariaRosaria Omaggio. C’è quindi DieAndere Heimat - Chronik einer conil quale Edgar Reitz riprende il rac-

conto della storia della sua patria, laGermania, con una narrazione flu-viale, 225 minuti (!), caratteristica chel’accomuna ad altri film in rassegna:At Berkeley di Frederick Wiseman,244’; Feng Ai di Wang Bing, 220’.Dal Giappone poi arrivano Yurusare-zaru mono, remake nipponico delwestern di Eastwood Gli spietati, fir-mato da Lee Sang-il, e Space PirateCaptain Harlock di Aramaki Shinji,animazione in 3D con protagonista ilpersonaggio della Tv anni ‘80. A proposito di animazione, que-

st’anno il genere è presente anche nelconcorso, con Kaze tachinu, l’ultimocapolavoro di Hayao Miyazaki.È proprio il Giappone il Paese

d’Oriente con più lavori (5) in Laguna.Ma le cinematografie più rappresen-tate, dopo Italia e Usa, sono Francia eRegno Unito, con 11 e 7 fra produzionie coproduzioni, seguite da Germania(5) e Australia (4). In totale le nazioninella Selezione ufficiale sono 33, a con-ferma del grande respiro internazionaleche il Festival più antico del mondodeve necessariamente avere. nnn

Dall’alto, da sinistra, in senso orario: Parkland (USA,

concorso), Wolf Creek2 (Australia, fuori

concorso), Child ofGod,

Philomena (GB,concorso),

Unforgiven, Kazetachinu, Joe.

Nella pagina accanto: Gravity.

In basso: Tracks(Australia, concorso)

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La sezione Orizzonti della Mo-stra del Cinema di Venezia,facente parte della Selezione uf-

ficiale, ospita come noto opere primee seconde (lungo e cortometraggi) inrappresentanza delle nuove correntidel cinema mondiale. Esiste dal 1988,quando alla direzione del Festival

c’era Guglielmo Bira-ghi, e quindi que-st’anno festeggia il 25°anno di vita con la pre-sidenza di giuria di ungrande cineasta, PaulSchrader, e una sele-zione di titoli che spa-ziano realmente in tuttii continenti: dal Nord alSudamerica, dal-l’Africa all’Asia, finoall’Oceania. E natural-mente, in gran numerodall’Europa, continentepiù rappresentato. C’è una presenza eu-

ropea anche nel corto-metraggio sudafricanoMinesh, di Shalin Sir-

kar, coprodotto con Germania e Da-nimarca, Paesi che figurano anchenella selezione dei lungometraggi ri-spettivamente con Wolfskinder diRick Ostermann e We Are the Best!di Lukas Moodysson (realizzato conpartecipazione svedese).All’unico film africano, rispondono

due titoli “oceanici”: il lungometrag-gio australiano Ruin, di Amiel Cour-tin-Wilson e Michael Cody, e ilcorto neozelandese Cold Snapdi LeoWoodhead.Più ampia la presenza asiatica con

Iran (Mahi Va Gorbeh di ShahamMokri) e Giappone (Jigoku de nazewarui di Sono Sion), oltre a India eCina tra i corti. Ma c’è anche un filmche viene da un Paese salito alla ri-balta delle cronache, italiane e inter-nazionali, in questi ultimi mesi, ilKazakhstan, ex Repubblica sovietica

che oggi è uno Stato transcontinentalea cavallo tra Europa e Asia, in lizzaper il premio Orizzonti con Bauyr diSerik Aprymov. Altra nazione inusuale in un festival

del cinema è il Kosovo qui al Lidocon un corto, Ballkoni di LenditaZeqiraj.Dopo l’Italia (5 film), sono la Fran-

cia e gli Stati Uniti ad avere più titoliin competizione fra i lungometraggi,due a testa. Gli Stati Uniti sbarcano inLaguna con l’esordio dietro la mac-china da presa di un’altra rampolladella famiglia Coppola, Gia, nipotedel “Padrino” Francis. Emma Ro-berts, James Franco e Val Kilmersono alcuni degli attori del suo PaloAlto. Il meno famoso Ti West firmainvece The Sacrament.Je m’appelle Hmmm... di Agnès

B. e Eastern Boys di Robin Cam-pillo sono i lavori d’Oltralpe.Chiudono la panoramica mondiale

due film in lingua spagnola: il messi-cano La vida después di David Pa-blos e l’argentino Algunas Chicas diSantiago Palavecino. nnn

Il mondo in una sala

Nella sezione della Mostradedicata alle opere prime e

seconde, in passerella ilmeglio delle tendenze del

grande schermoprovenienti da tutti i

continenti. Fra le novità,anche film dal Kazakhstan

e dal Kosovo

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I nuovi Orizzonti del cinemaIn alto: La vidadespuès. Accantoal titolo: PaulSchrader. A centropagina: We Are theBest. Qui sotto:Jigoku de nazewarui e Palo Alto

di L. A.

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Capolavori del passato e docu-mentari sul cinema: sonoquesti i due percorsi all’in-

terno di Venezia Classici. Con altret-tanti premi, uno al miglior classico,l’altro al miglior documentario. Lasezione ospita per definizione i re-stauri realizzati nel corso dell’ultimoanno da cineteche, istituzioni cultu-rali e produzioni di tutto il mondo, apartire dalla Biennale di Venezia conle collezioni del suo Archivio Storicodelle Arti Contemporanee e dalla Ci-neteca Nazionale, che si è occupatadi molte delle pellicole italiane pre-senti in questo spazio. Oltre ai filmdei nostri grandi del passato, in ras-segna, tra le altre, opere più o menolontane nel tempo di Jean Renoir(L’angelo del male, 1938), AlainResnais (Providence, 1977), NagisaOshima (Furyo, 1983), SatyajitRay (Kapurush, 1965), Emir Kustu-rica (Ti ricordi di Dolly Bell?, 1981),Yasujiro Ozu (Fiori d’equinozio,1958), John Ford (Sfida infernale,1946). C’è anche Il salario dellapaura (1977), diretto dal Leoned’oro alla carriera 2013 William

Friedkin, appositamente restauratodalla Warner Bros, che è anche è ilfilm d’apertura di Venezia Classici (il29 agosto). La novità principale diquest’anno è costituita dalla compo-sizione della Giuria. Sono infatti solostudenti provenienti da diverse uni-versità italiane, esattamente 28 laure-andi in Storia del Cinema indicati daidocenti di 13 Dams e della venezianaCa’ Foscari, ad assegnare i due premi.Che non riguardano quindi soltanto iclassici restaurati, ma anche i docu-mentari sul cinema, tra i quali figu-rano pure A Fuller Life della figliaSamantha Fuller e Nice GirlsDon’t Stay for Breakfast, ritratto diRobert Mitchum ad opera del foto-grafo Bruce Weber. nnn

di L.A.

Ventotto laureandipremiano il miglior film

restaurato e il migliordocumentario sul cinema.

In rassegna da Ford a Ozu

Samantha Fuller.Accanto: Kapurush.

In alto, da sinistra:Sfida infernale, Fiori

d’equinozio, Ilsalario della paura,

Nice Girls Don’tStay for Breakfast

Venezia ClassiciIn giuria solo giovani

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Con quella in programma dal28 agosto al 7 settembre sonoventotto le edizioni della Set-

timana Internazionale della Critica,rassegna parallela alla Mostra. A co-ordinarla una nuova commissione diselezione nominata dal SindacatoNazionale Critici Cinematografici

e coordinata da Fran-cesco Di Pace. Nove ifilm selezionati, settedei quali in concorso,che prenderanno ancheparte, assieme a tutte leopere prime presentatealla Mostra, al PremioLuigi De Laurentiisper un’Opera Prima.«La composizione di

una selezione di filmpuò somigliare a unamagica costellazione -illustra Di Pace - seguardiamo al cielo stel-lato della 28. SIC si rie-sce a individuare undisegno che unisce i 9film. Titoli che sem-

brano rincorrersi attraverso lineegeografiche, tematiche, concettuali odi somiglianza fra i personaggi». Partendo dall’italiano Zoran... (vedi

pag. 5), si può ravvisare un discorsonon banale sui confini esistenziali (ilfilm è girato tra Friuli e Slovenia). La linea che unisce questo film a

Nemico di classe di Rok Bicek è ilterritorio, la Slovenia appunto. In unliceo arriva un insegnante autoritario,che innesca tensioni e conflitti. Il filmtocca così temi come l’educazione ela crescita in un contesto scolastico.Le stesse dinamiche fra compagni

di scuola le ritroviamo in Atertraffendell’artista/performer svedese AnnaOdell. Diviso in due parti, il film rac-conta una riunione di ex compagni discuola che diventa uno psicodramma.Nella seconda parte, la stessa registamette in scena, come un documenta-

rio, il suo tentativo di far vedere il filmai suoi veri compagni di classe. Maqual è la realtà e quale la finzione?I confini tra verità e finzione costi-

tuiscono anche il motivo centrale diShuiyin Jie, della regista cinese Vi-vian Qu. Lo scollamento dalla realtà riguarda

invece le protagoniste del cileno Lasniñas Quispe di Sebastián Sepúl-veda. Isolate su un altopiano, tre so-relle allevano capre, impermeabili aciò che arriva dal mondo reale. Il senso di un luogo viaggia assieme

a uno stile visionario in White Sha-dow di Noaz Deshe, regista apolide,nato a Jaffa ma che vive tra la Germa-nia e gli Usa. Un docufilm sulla per-secuzione degli albini in Africa.L’intolleranza, anche se di carattere

diverso, c’è anche in L’Armée dusalut, opera prima dello scrittore ma-rocchino Abdellah Taïa.Sul filo dell’importanza della cul-

tura L’arte della felicità (v. pag. 5) eLas analfabetas del cileno MoisésSepúlveda, i film che chiudono la«costellazione». nnn

Settimana della Critica

Sono 9 i film della28esima SIC, sezioneparallela alla Mostra: 7 incompetizione, 2 fuoriconcorso. Li unisce un sottilefilo che parte dal senso deiconfini, geografici ed emotivi,all’importanza della cultura checonsente di travalicarli

4 ago/set 201310

«Una magica costellazione»Dall’alto: White Shadow, Las analfabetas. Al centro:Class Enemy. Quisotto: Atertraff. In basso:L’Armée du salut

di L. A.

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Bulgaria (Alienation di MilkoLazarov), Francia (La bellevie di Jean Denizot), Israele

(Bethlehemdi Yuvall Adler), Canada(Gerontophilia di Bruce LaBruce),Marocco (Traitors di Sean Gullette),Stati Uniti (Kill Your Darlings diJohn Krokidas e Lenny Cooke diBenny e Joshua Safdie), Turchia(Koksuz di Denis Akcay Katiksiz),Qatar/Giordania (May in the Summerdi Cherien Dabis), Argentina (La re-construccion di Juan Taratuto),Hong Kong (Rigor mortis di JunoMak), India (Siddharth di RichieMehta), Germania/Lituania (Julia diJ. Jackie Baier), Spagna (Tres bodasde masdi Javier Ruiz Caldera) e, na-turalmente, Italia (v. pag. 5): alle Gior-nate degli Autori - Venice Days, giuntealla decima edizione, il cinema parlala lingua del mondo. Dopo aver visionato 1.128 film, i

selezionatori hanno scelto 9 opereprime, 2 cortometraggi, 16 Paesi, 6 re-giste, 14 registi, più 12 corti realizzatidai ragazzi di “28 Volte Cinema”. Eper la prima volta ci sono anche unapre-apertura e una chiusura: «Inten-

diamo in questo modo racchiuderel’edizione 2013 tra due film in cui lacifra della commedia e dell’ironiasono messe al servizio del cinemad’autore (nel primo caso) e del cinemaper il pubblico (nel secondo)».Nei film proposti ricorrono i temi

del dramma contemporaneo: confu-sione dei sentimenti e dei sessi, scon-tro di culture, senso smarrito dellapaternità, guerre, disagio sociale. Ma iselezionatori hanno soprattutto cercatoun equilibrio di linguaggi, tra popolaree sperimentale, generi e autorialità,provocazione e consenso. Le Giornateconcentrano il senso della propria se-lezione su un cinema che scuote, sve-glia, provoca e fa discutere. nnn

di L.A.

Alle Giornate degli Autori,giunte al decimo anno,

film che scuotono,svegliano, provocano

e fanno discutere. Da tutto il mondo

SiddharthA destra: May in

the Summer. In alto, da sinistra:

Traitors, Tres bodasde mas, Kill Your

Darlings, Alienation,Bethlehem

Cinema che dà la scossa...

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