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N. 5 06 08 SPORT Due discipline “dure” rugby e boxe CINEMA Giffoni Film Festival APPUNTAMENTI Il primo incontro con i suoi genitori SÌ, VIAGGIARE GEOGRAFICAMENTE, INTELLETTUALMENTE, SENTIMENTALMENTE O COME SI VUOLE, MA VIAGGIARE SÌ, VIAGGIARE

CINEMA APPUNTAMENTI SÌ, VIAGGIARE - …/r20521/IG-Magazine... · Infatti, Lucio Battisti, del quale fra qualche mese ricorre il decennale della scom- ... Dunque, "si, viaggiare"

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N. 50608

SPORTDue discipline “dure” rugby e boxe

CINEMAGiffoni Film Festival

APPUNTAMENTIIl primo incontro con i suoi genitori SÌ, VIAGGIARE

GEOGRAFICAMENTE, INTELLETTUALMENTE, SENTIMENTALMENTE O COME SI VUOLE, MA VIAGGIARE

SÌ, VIAGGIARE

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numero 5 - giugno 2008

Editore:

Direttore responsabile:Mauro Carabelli

Redazione:Jessica Achermann, Ilaria Antonicelli,

Elena Barbieri, Sara Belinghieri, Marco Bonaglia, Giovanni Brena, Vilmos Cattaneo, Stefano Crespi,

Stefano Croci, Valentina Fioravazzi,Emanuele Gemme, Julian Hoxhai,

Giorgio Macchi, Vittoria Meloni, Sara Sarik,Genesis Quinonez, Craig Pugnetti,

Elisabetta Ranco, Carlo Porrini,Claudia Zanarella

Fotografie: Lorenzo Martinelli, Tommaso Piatti,

Craig Pugnetti, Giangiacomo Rossetti

Hanno partecipato:Valeria Brignani,

Kanthavel Pasupathipillai

Hanno collaborato: gli InformaGiovani dei Comuni di Varese,

Saronno, Ispra, Marchirolo-Cugliate Fabiasco, Sesto Calende e l'Isis E. Stein di Gavirate

conMarzia Albieri, Elena Emilitri, Enzo Scudieri

Andrea Tarabbia, Chiara Caresani

Coordinamento:Provincia di Varese

Coordinamento InformaGiovaniDonatella Ballerini

Giorgio Benzoni

Grafica:Stefania Magni - Provincia di Varese

Stampa:Emmevigrafica - Varese

Registrazione del Tribunale di Varese n. 923 del 4 dicembre 2007

SOMMARIOEDITORIALESì, viaggiare! 3

VIAGGIIn solitaria in Sud America 4

CONCORSOOn the Road 5

VIAGGINew York for the IG Magazine 6

INIZIATIVEI Saloni delle Vacanze IG 8

MUSICAIntervista a Davide Toffolo 9A.A.A. Musicisti cercasi 10Saronno musica 12Muto ma con il Jazz 13

CINEMATre giovani al Giffoni 14

RAGAZZA ALLA PARITre ore che cambiano la vita 16

SOLIDARIETÀLast minute market 17

SPORTQuesto è il rugby 18Boxe... 20

SCUOLAMaturità: prima e dopo 22

SOCIALEA pranzo dai suoi... 24

VOLONTARIATOIl volontariato non è un reato 26

OROSCOPOL’oroscopo del matto 27

TESTCube 28Sei un creativo? 29

PATENTELa categoria del nuovo patentato 30

CULTURAMilano A. Brandelli - 2a parte 31Se vuoi contattarci scrivi una mail a:

[email protected]

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EDITORIALE

L a mia generazione ha avuto il privilegio di sognare e "viaggiare" avendonella testa, tra l'altro, parole e armonie di un grande autore ed interpretenella storia della musica leggera italiana.

Infatti, Lucio Battisti, del quale fra qualche mese ricorre il decennale della scom-parsa, ci ha fatto aderire ai piccoli avvenimenti della vita quotidiana con più diun brivido nella schiena, pugni in tasca, scuotimenti d'animo. Dicevo "viaggiare", metafora della vita da affrontare con coraggio ma gentilmen-te e dolcemente - come recita il testo di una sua famosissima canzone - è un po' ilmotivo dominante di questo numero del Magazine. Sarà un caso, ma il tema del viaggiare caratterizza anche il concorso fotografico"On the Road" realizzato dal Coordinamento Provinciale InformaGiovani. Il titoloè preso in prestito dal diario di viaggio del mitico Jack Kerouac, padre della beatgeneration. Un vissuto che ti scorre nelle vene, vagabondando lungo sentieri estre-mi, con prosa spontanea, onirica, ascetica. Come mai, oggi come allora, ritorna prepotente l'emozione del viaggio? In que-sto numero cosa spinge Tommaso ad avventurarsi da solo in Sud America, attra-verso il deserto cileno, lungo tortuose strade andine della Bolivia, nella Patagoniapiù profonda per poi "annusare il profumo primaverile di Buenos Aires"? PerchèMarco, "nel parcheggio della sua vita" adagiata nell'hinterland varesino hanostalgia delle altezze sconsiderate di New York? Come mai, tre ore di treno, daLucerna a Varese, stanno cambiando la vita di Jessica? Non vorrei buttarla sulla globalizzazione e la mondializzazione che tolgono con-fini e identità da riscoprire, come un'Itaca rimossa, attraverso l'esperienza delnomadismo. Ma insisterei sull'impulso a viaggiare, da sempre irrefrenabile, comeparte della natura umana, passione che divora e arricchisce allo stesso tempo,come il desiderio della felicità. Si viaggiava 50, 100, 1.000 anni fa probabilmen-te come ci si avventura oggi spinti dalla voglia di liberare un istinto imprigionatonelle profondità dell'animo. Fondamento dell'inesauribile ricerca di senso, proba-bilmente il significato della vita è contenuto in questo scorrere con passione versouna meta che si sposta sempre più in là. Insomma, la bellezza dell'esistenza simostra più nello slancio creativo che nella certezza ideologica. Caos e logos sicompletano abbracciandosi in una divina avventura. Dunque, "si, viaggiare" geograficamente, intellettualmente o come si vuole ma"con un ritmo fluente di vita nel cuore" per non seppellire sentimentalmente lanostra esistenza in un armadio o banalmente recitarla in un teatrino conformista. Viaggiare "per essere", con tutti i rischi che il mare aperto e profondo dell'ignotocomporta. "Perché - come direbbe Oscar Wilde - c'è solo una cosa peggiore delviaggiare, ed è il non viaggiare affatto".

Rubo solo poche righe per salutare tutti i giovani lettori!Sono (Alessandro Fagioli) il nuovo assessoreprovinciale al lavoro ed alle politiche giovani-li e tra le prime proposte che mi sono trovatoa valutare c'è questo Magazine… mi è sem-brato un buon prodotto, alla portata deiragazzi, che vede le "mani in pasta" da partedi diversi "Under 20" e soprattutto è "un'oc-casione" per dare voce e spazio ai giovanidella provincia.Per questi (e tanti altri) motivi ho pensato chevale sicuramente la pena di continuare l’av-ventura della pubblicazione di questo giorna-lino e conto anche sulle proposte che arrive-ranno da parte vostra - giovani lettori - perrendere in futuro queste pagine ancora piùinteressanti, stimolanti, magari anche graf-fianti e forse divertenti, insomma adeguateed arricchenti per chi le legge.Uno stile, quello del confronto, che cercherò diseguire anche per le altre attività che verran-no sviluppate nell'ambito delle politiche gio-vanili, delega che mi è affidata, ovviamenteper costruire "politiche" che siano davvero peri giovani.Mi fermo qui e … buona lettura a tutti.

Alessandro FagioliAssessore Provinciale

Lavoro e Politiche Giovanili

di Mauro Carabelli

Sì, VIAGGIARE!Sì, VIAGGIARE!

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T ommaso Piatti è un giovane appassionato di viaggi. In occasionedel Salone delle Vacanze che si è tenuto a Marchirolo il 24-25maggio 2008, ha allestito una mostra fotografica del suo viaggio

in solitaria in Sud America. In questa intervista ci racconta la sua espe-rienza.

Tommaso, perché hai deciso di intraprendere questo viaggio?Il motivo principale è stata la curiosità di vedere un posto nuovo ed alcontempo lontano. Avevo appena terminato gli studi e volevo qualcosache segnasse un solco tra passato e futuro. Ho pensato al Cile, il paesepiù lungo del mondo, un solco lungo tutto il Sud America. Degli amici cierano stati pochi anni prima e mi avevano messo un tarlo nelle orec-chie... avevo poi voglia di starmene un po' da solo, lasciarmi la norma-lità alle spalle per poter pensare un po' al "futuro".

Come l'hai organizzato?La parte più difficile è stata prenotare l'aereo (aahahahaahah) scherzo!Mi sono comprato una "Loonleyplanet", poi ho contattato un po' di genteche organizza viaggi-vacanze in quelle zone. Per ultimo ho compratouna mappa: è proprio la mappa geografica che permette la migliorvisuale globale del territorio. Poi è arrivato il momento di preparare ilbagaglio: questa ammetto che è la parte più impegnativa! Doveva star-ci tutto il necessario per 3 mesi: vestiti, libri, qualche medicina, un dia-rio, coltellino, occhiali... e così via… tutto in uno zaino da tenere inspalla! Avrei affrontato climi rigidi e climi torridi. Ho portato un solopaio di scarponcini, ideali ovunque, e dei sandali.

Raccontaci brevemente cosa hai vissuto, cosa hai visto e cosa hai provato.Ho vissuto un'esperienza forte. Gli elementi costanti sono stati la natu-ra, il viaggiare e la gente. A turno questi tre elementi ritornavano e spa-rivano. Grandi emozioni, talvolta condivise con compagni di strada, tal-volta invece solo da me stesso. Non mi sono mai sentito solo, e proprioa questo riguardo il dono più grande che ho portato a casa è stato deter-minato dal mio viaggiare solo. Ho attraversato il deserto cileno, le tor-tuose strade andine della Bolivia e ho camminato nella Patagonia piùprofonda. Infine sono andato ad annusare il profumo primaverile diBuenos Aires, la città più bella che abbia visto. Ammetto che ci sono stati

anche momenti difficili, pochi, ma ce ne sono stati. Per esempio il peg-giore è stato trascorrere una notte in dogana da solo, sulle Ande, bloc-cato dai militari invidiosi.

Pensi che chiunque possa farlo?Chiunque non credo. Ma molti sì. Ogni viaggio credo che sia già là fuoriche ci aspetta. Si tratta solo di partire. Anzi, organizzarsi e partire.Bisogna essere dotati di un po' di spirito di avventura, desiderio di sco-prire cose nuove e avere il valore dell'essenzialità. Non credo nel viag-gio casuale. Il viaggio inizia molto prima di quando si mette lo zaino inspalla e solo se è un viaggio pensato può durare a lungo. Anche unavolta tornati alla base. Questa intervista per me è un po' un prosegui-mento del viaggio, sembra quasi di camminare ancora.

Consigli per chi volesse intraprendere un viaggio simile?Il consiglio più importante che mi sento di dare è quello di partire dasoli: non per essere eremiti erranti ma per riuscire a creare più legamipossibili lungo la strada. Viaggiando da soli poi si alza di molto il "livel-lo della guardia" e difficilmente ci si mette nei guai. Andare lontano nonè più pericoloso, tutto dipende da come ci si comporta, esattamentecome qui. Il Sud America, essendo stato colonizzato dagli europei poiben si presta a questo tipo di viaggio. Il linguaggio simile aiuta molto lanascita dei rapporti sociali.

Deve essere stata davvero un'esperienza indimenticabile. Ci hai fattovenire voglia di lasciare tutto e partire…Sì, viaggiare è la più grossa ricchezza che possiamo permetterci: parti-re, viaggiare e comunque poi tornare. Solo una volta chiuso il cerchio,infatti, si può ricominciare a sognare una nuova meta. Grazie Tommaso.

IN SOLITARIAIN SUDAMERICAIntervista a Tommaso, viaggiatore alternativo

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a cura della Redazione di Marchirolo e Cugliate FabiascoVIAGGI

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Ed "Eccoci (ancora) qua!" per riprendere il tema delprimo concorso fotografico InformaGiovani… Anchequest'anno il Coordinamento IG della Provincia di

Varese vuole stuzzicare la creatività dei giovani, tra i 15 edi 26 anni, sul tema del viaggio. Viaggio nello spazio, neltempo e nell'anima!Hai tempo fino al 3 ottobre 2008 per prendere la tua mac-china fotografica ed inviare le tue foto al CoordinamentoProvinciale InformaGiovani oppure per consegnarle ad unodei Servizi InformaGiovani sparsi in provincia di Varese.Allora che cosa aspetti? Vai sulla pagina web dell'IG(www.provincia.va.it/sociali.htm), scarica il regolamentocompleto ed il modulo di iscrizione, scatta le tue foto e man-daci tutto!Ah, già! Stavamo quasi dimenticando la parte dei premi…Visto che parliamo di viaggi e che le vacanze (ed anche ilNatale) si avvicinano quest'anno i premi saranno dei buoniacquisto per viaggi in aereo o in treno o ancora per mate-riale informatico, multimediale o fotografico.Guarda nel box per scoprirli!

PER ALTRE INFORMAZIONI visita la pagina web

del Coordinamento IGwww.provincia.va.it/sociali.htm

oppure manda una mail [email protected]

oppure telefonaci (0332 252 557 - 677)

ON THE ROAD

PREMI

Categoria Junior Categoria Senior

1° buono da Euro 1.300 buono da Euro 1.300

2° buono da Euro 700 buono da Euro 700

3° buono da Euro 500 buono da Euro 500

4° buono da Euro 200 buono da Euro 200

5° buono da Euro 150 buono da Euro 150

6° buono da Euro 150 buono da Euro 150 5

a cura del Coordinamento IGC O N C O R S O

Giovani in viaggio, nello spazio, nel tempo, nell'anima…

Giovani in viaggio, nello spazio, nel tempo, nell'anima…"Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati.Dove andiamo? Non lo so ma dobbiamo andare."

(Jack Kerouac - "On the road")

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L'uomo non è solo un animale sociale, per dirla comeAristotele. Credo che possa essere catalogatoanche come animale viaggiatore. Quando può

lasciare il proprio luogo natio un sorriso gli spunta in viso,si libera del lavoro opprimente, indossa un cappellino, unmarsupio più zainetto e, veloce, si avvia verso la scoper-ta del nuovo. I luoghi visti poi li cataloga in raccolte dimille foto colorate, souvenir, cianfrusaglie che ingombre-ranno la sua casa negli anni successivi al viaggio.

Nella mia cameretta tengo, dal luglio scorso, la coronadella statua della libertà. Una copia del New York Timesfa bella mostra in una cornice, proprio al di sopra delletto. Due foto, entrambe scattate dal punto più altodell'Empire State Building, raccontano a loro modo lavista dell'Hudson attraversato dalle barche al tramonto.

Dall'alto New York si riconosce per la statua della libertàe l'acqua del fiume Hudson che la attraversa, splendente.Al JFK Airport il traffico aereo è notevole, capita spesso didover attendere in cielo, il cuore in gola, le ali che dise-gnano cerchi tra le nubi. La prima immagine della cittàconsiste in un agglomerato d'acciaio, metallico, compostoda cime disuguali e vetrate lucenti, statico, gigantescoall'orizzonte. Più ci si avvicina e si delineano i contornigrigi, cresce l'impressione di trovarsi al centro del mondo.La Grande Mela, parte della Storia non solo statunitense,ma del pianeta intero, è lì a farsi osservare. Non è timi-da, lo scoprirai addentrandoti nel suo cuore d'asfalto.

Dall'aeroporto fino al centro attraversi quartieri singolari,in apparenza poveri. Il traffico scorre regolare, anche sequi, diversamente rispetto alle altre freeways degli States,i limiti di velocità spesso non sono rispettati. New York giànella "periferia" corre, ha fretta, si agita spasmodicamen-te. Intanto si è fatta sera: il tramonto dà vita alle miliardidi luci artificiali che si diffondono, in un nanosecondo,lungo l'intero arco della città e s'impossessano delle vitedei newyorkesi, rendendoli schiavi dell'illuminazione.

Quando arrivi a Manhattan respiri l'aria della globalizza-zione, del progresso e dell'energia degli uomini. Se conattenzione però scruti i volti della gente, puoi percepire le

di Marco Bonaglia

NEW YORK FOR THE IG MAGAZINE

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V I A G G I

loro emozioni e capire che non sempre appaiono felici.Anzi. 8 milioni di persone abitano il centro della città esalgono a 21 milioni se consideriamo l'area metropolita-na. In Italia, per farvi un'idea, un numero così elevatopotremmo ottenerlo unendo una decina di regioni. Dicerto in mezzo a quel brulichio incessante si scovanoesempi di eccentricità, accettazione del diverso, fratellan-za. Questo mi ha colpito più di tutto di New York. Più deltraffico infernale, i negozi affollati, le panchine dei parchipresi d'assalto, gli atleti improvvisati che percorrono lestrade interne al Central Park con i roller-blades ai piedi,la straordinaria altezza dei grattacieli, i musei dissemina-ti lungo il Museum Miles o seminascosti tra le streets, lapoesia di un vecchio edificio dirimpetto a un fast food.Sono gli occhi della gente, simili a una tavolozza di colo-

re sulla quale la scelta è molto ampia, quasi infinita, checatturano il turista venuto dal vecchio continente. Lo sedu-cono, fanno in modo che non lasci mai New York, neppu-re per un secondo, anche dopo l'atterraggio a Malpensa,Londra o Madrid. Sono gli abitanti che costruiscono lacittà, non il contrario. E sono i newyorkesi ad eternizzarele torri gemelle, i taxi gialli, Times Square, l'Empire StateBuilding. Mai viceversa.

New York è un esempio lampante di società poliedrica,globalizzata, moderna. Una volta entrati in quella realtàrisulta quasi impossibile uscirne, almeno con il pensiero.A casa, in Europa, le prime "nuove" impressioni dellanostra abitazione, del paese, dei trasporti, trasmettonodelusioni. Al posto dei grattacieli spuntano funghi attacca-ti al terreno, piatti. In cambio delle strade immense percor-riamo, in macchine di modeste dimensioni, sentieri dicampagna. Non esistono paragoni. Le due culture sonoprofondamente distanti, forse più di un oceano.Scendendo dalla vettura che mi aveva riaccompagnato aTradate, nel parcheggio della mia via, ero rimasto scioc-cato. L'istinto, o meglio l'abitudine alle altezze sconside-rate, mi avevano portato a superare i tetti delle case, conlo sguardo teso al cielo, in quel caso, vuoto. Non riesco a sopravvivere senza New York. Se quando miincontrate vi supero con il mento inclinato verso l'alto nonpreoccupatevi, non sono né maleducato né pazzo.

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di Elisabetta Ranco

I SALONI delle VACANZE IG

S iete stanchi delle solite vacanze con i genitori? Ora potetedecidere la vostra vacanza ideale insieme ai vostri amicianche se non siete maggiorenni... Puoi trovare tutte le infor-

mazioni presso i Saloni delle Vacanze - eventi organizzati ad hoc- oppure informarti presso uno degli oltre venti servizi IG aperti neiComuni della provincia di Varese. Per saperne di più, questa volta, abbiamo intervistato Maria LuisaPagani, responsabile del Salone delle Vacanze di Saronno.

COM'E' NATA L'IDEA DEL SALONE VACANZE?L'idea di un "Salone delle Vacanze" mi è venuta 16 anni fa percoinvolgere tutti quei ragazzi che chiedevano all'InformaGiovaniun posto dove trascorrere le vacanze.

QUALI SONO LE PROPOSTE ADATTE AI GIOVANI?Le proposte fornite nel "Salone delle Vacanze" sono rivolte ad ognipersona che vorrebbe organizzare autonomamente le vacanze inostello oppure in campeggio. Per i minorenni vengono predisposteescursioni naturalistiche e campi ecologici con l'accompagnamen-to di guide. Inoltre i giovani dispongono della facoltà di prenotareuna camera (in alberghi, residence, etc…) oppure possono sceglie-re di fare campeggio all'aperto. Per i ragazzi amanti dello sport lascelta è ancora più elevata: dagli sport estremi come il rafting e l'al-pinismo si passa a quelli marittimi come la vela e la canoa. Sonoinclusi anche viaggi per l'estero.

QUANTO POSSONO DURARE LE VACANZE, ANCHE ALL'ESTERO?Prima di tutto bisogna distinguere, per i loro limiti di durata, levacanze studio dalle vacanze lavoro. Le vacanze studio, sia inItalia che all'estero, coprono un arco di tempo che va da un sologiorno fino a un anno. Per di più vi possono aderire anche gli ado-lescenti. Viceversa, quelle di lavoro non possono superare i 15giorni e sono rivolte esclusivamente ai maggiorenni che, al termi-ne della prestazione, percepiranno un compenso.

LE ESPERIENZE ALL'ESTERO DANNO QUALCHE VANTAGGIO IN TERMINI SCOLASTICI?Se si va in una scuola o si frequenta uno stage linguistico, al termi-ne delle lezioni i ragazzi riceveranno un certificato valido ancheper i crediti scolastici. Agli amanti del volontariato consiglio di pro-vare l'esperienza in un Paese straniero, in quanto permette loro diacquisire nuove conoscenze e di fare amicizia con adolescenti divarie parti del mondo.

In numerosi InformaGiovani della provincia si sono tenuti

questa primaverai Saloni delle Vacanze,

appuntamenti ad hoc per"prepararsi"

ad una stagione di viaggi e vacanze

Dedichiamo questo spazio

al Salone di Saronno, il più "storico"

tra quelli proposti

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I N I Z I AT I V E

"AGENDE DI VIAGGIO"In questo numero abbiamo dato spazio a racconti di viaggi, ora,se vuoi, anche tu puoi raccontarci la tua vacanza o il tuo tourinviandoci una mail a [email protected], magari anchecon qualche foto… Hai tempo sino al 10 ottobre 2008! ... e ricordati di indicare i tuoirecapiti.Tra i racconti pervenuti ne sceglieremo almeno uno, che sarà pub-blicato sul prossimo numero di IG Magazine.Per informazioni contattaci allo 0332/252.557 o 677

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Lo abbiamo incontrato in occasione

della Tavola Rotonda organizzata da

Notturno Giovani, sul tema “L’arte nei

percorsi di crescita giovanili” lo scorso

28 novembre. A intervistarlo Julian, il batterista dei

Kapolinea, che è nato più o meno quando Davide ha

imbracciato per la prima volta una chitarra. Due musici-

sti di diverse generazioni a confronto. Tutte due prove-

nienti dalla provincia (rispettivamente Varese e

Pordenone) e con i cuori che battono a tempo di punk

rock.

Quando hai capito di essere “Homo Artistico”?

Diffido dalla parola. E’ troppo spesso legato al concetto

di tecnica, di talento…

Io credo che essere un artista sia un’attitudine. Un modo

di porsi in condizione d’ascolto per quello che si ha

attorno, la volontà di capirlo. Da poco tempo mi sono

reso conto che questo significa avere un “ruolo” e che è

una condizione esistenziale.

Come è cambiato il panorama musicale? Come

è stato iniziare per te e come vedi la situazione

dei giovani musicisti di oggi?

Ho cominciato a suonare in una realtà provinciale

degli anni ’80. In un clima di forte conflitto con la realtà

cittadina e il nucleo punk. Per fortuna avevamo un luogo

fisico libero, il Tekila, uno spazio autogestito che ho fre-

quentato dai 13 ai 20 anni. Questi luoghi servono

ai giovani per stimolare la creatività. Quello era

un periodo duro, segnato dal consumo di droghe pesan-

ti. I miei amici ed io ci siamo sempre tenuti lontani da

quel tipo di vita. Non abbiamo mai indirizzato il nostro

vissuto verso lo sballo, ma verso la creatività. C’è

tutto questo dietro al concetto di essere naif, cioè quel-

l’essere un po’ provinciale, ma pulito. La realtà provin-

ciale ci ha permesso tempi più lunghi di elaborazione.

C’era una sorta d’ingenuità molto diversa dall’oggi che

è pieno di stimoli e spunti. Io vedo nella situazione

attuale una sorta di laboratorio “permanente” dove il

confronto con gli altri, soprattutto chi proviene dall’e-

stero, permetta di conoscere storie sempre diverse.

Come mai hai deciso di cantare in italiano?

Sono molto legato alla lingua italiana. Cantare in ita-

liano è anche una sfida. Bisogna costantemente con-

frontarsi con una vocalità particolare e con una tradi-

zione.

Quando e come ti sentirai realizzato nella

tua vita?Dopo i 30 anni ho cominciato a divertirmi sul serio.

Mi sento realizzato nel momento in cui faccio ciò

che amo. Spero di avere continui “innamoramenti”

in tal senso.

Se volessi lasciare un messaggio, quale

sarebbe?Non credere mai a quello che ti dicono gli altri.

Ognuno ha la sua storia. Ognuno può scoprire la

propria via.

Intervista a

DAVIDE TOFFOLONATO IL

17 GENNAIO 1965

A PORDENONE.

E’ IL CANTANTE DEI

TRE ALLEGRI

RAGAZZI MORTI

(10 album all’attivo)

9

MUSICAa cura della Redazione di Varese

E’ un fumettista.

Tra le sue opere “Il Re Bianco”

e “Anatomia di un’adolescenza”

del 2005 più la serie

“Fandango” e molto altro.

E’ a capo dell’etichetta

discografica “La Tempesta”.

Non esistono foto.

Identificabile per la famosa

maschera a teschio

da lui disegnata (GNU Free Documentation License)

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1) PERCHÉ AVETE SCELTO QUESTO NOME PER IL GRUPPO?

Sono sempre interessanti le storie che si nascondono dietroai nomi delle band. Roberto dei Kapolinea ci racconta cheprovano a casa di un membro del gruppo. Per arrivarcidevono prendere il pullman e scendere al capolinea della"E". E' da questo che deriva il nome. La "K" è un chiaroriferimento alla contro-cultura punk. I Toxic Tuna hanno

scelto il nome del pesce con tre occhi dei Simpson. Le muta-zioni genetiche, causate dalle radiazioni nucleari della centra-le del Signor Burns, per esprimere l'originalità del loro soundfrutto di infinite contaminazioni. I Fiore di Luna hanno puntatosu un'immagine poetica e irreale. Un fiore sulla luna è qualco-sa che non esiste eppure comunica un senso di bellezza edelicatezza. Ai Nerd Follia piaceva l'effetto di accostare laparola "nerd" (lo sfigato con quel lampo di genialità) e "fol-lia". Stefano ci confessa che in fondo loro stessi sono dei nerd,ma anche un po' pazzi. Gli A Letter For Sally, hanno scelto ilnome per la musicalità, per la bellezza del suono e perché,per una strana coincidenza, tutti i membri del gruppo hannoavuto a che fare col nome "Sally" nella loro vita. I Juliet'sCrying quando si sono incontrati sonavano punk, il nome èun omaggio ad una canzone dei Green Day, il loro gruppopreferito di allora. Il cantante dei Deskarados, dopo un viag-gio in Sud America, ha scelto il corrispondente argentinodella parola "spacciati".

2) COME VI SIETE INCONTRATI?I banchi di scuola sembrano il luogo d'incontroideale per la nascita delle band. L'amiciziarimane comunque l'elemento fondamentale che

unisce il "nucleo" dei gruppi. Le forma-zioni spesso si arricchiscono con ele-

menti esterni tramite annunci su giorna-li, fanzine e internet.

3) COSA TI HA SPINTO A FAR PARTE DI UN GRUPPO?

Si fa parte di un gruppo fonda-mentalmente per la voglia didivertirsi, per l'amore per la musi-ca, per passare un po' di tempo con

gli amici. I Toxic Tuna suonavanoper divertirsi, stanchi di fare cover,

hanno deciso di puntare su uno stileproprio, componendo pezzi inediti. Per

loro far parte di una band vuol dire avere la pos-sibilità di esprimersi e di creare qualcosa dal nulla. Perle Crazy Dreams, suonare vuol dire sognare. Il lorosogno è di ottenere fama, potere, soldi e fans.

4) COS'È PER TE LA MUSICA?Domanda difficile. Impossibile rispondere per un musicista

a cura della Redazione di Varese

N ei primi numeri di IG Magazine si èlanciata l'iniziativa di un censimentodelle band della città e provincia di

Varese. I numerosi coupon chesono stati inviati hannomesso in luce una "scena"inaspettatamente viva e dina-mica. Ma era solo la puntadell'iceberg! Basti pensare alnumero di demo che per un'altrainiziativa (concorso "VA sulpalco 2008") sono stati rice-vuti dalla Tube Records. Lescrivanie di Dario eGiuseppe erano som-merse da CD amato-riali, chiavette Usbcon file MP3 e schededi presentazione.Abbiamo così pensatodi intervistare alcunidei gruppi che hannopassato la selezione ealtri che "ruotano" intornoal mondo InformaGiovani.

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MUSICA

GRUPPIINTERVISTATI

A Letter For SallyCrazy Dreams

Deskarados

Fiore di Luna Juliet's Crying

Nerd Follia Kapolinea Toxic Tuna

A.A.A. MUSICISTICERCASI

LE DOMANDE

Band del varesotto: tante e affiatate. Un censimento per far parte della grande famiglia

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che considera la musica la propria anima (Crazy Dreams)o il 100% della vita, qualcosa di cui non si può fare a meno(Juliet's Crying). Ai Nerd Follia non basterebbe una giorna-ta intera per rispondere a questa domanda. Per Daniele deiFiori di Luna la musica è vita, è sangue, è tutto ciò che nonè brutto. Per i Deskarados, è l'espressione dei propri senti-menti. Per i Kapolinea è divertimento, comunicazione elibertà. Il tema dell'espressione e della comunicazione è unleit motiv. Per i Toxic Tuna, per esempio, la musica rappre-senta un linguaggio universale. E' una cura per la mente eper il corpo. Ma al di là della "filosofia", per i nostri musi-cisti, è soprattutto qualcosa di concreto che implica un impe-gno effettivo in fatto di tempo (bisogna provare, studiare,esercitarsi) e a volte di soldi (gli A Letter For Sally si sonoautoprodotti l'album di esordio), e perché no, la possibilitàdi una professione futura.

5) QUALI SONO I GRUPPI CHE MAGGIORMENTEVI HANNO INFLUENZATO?

Anche con questa domanda abbiamo messo in crisi i porta-voce della band. Nessuno voleva prendersi la responsabili-tà di fare i "nomi". "Ognuno ascolta generi differenti,abbiamo gusti eterogenei, non me la sento di parlare anome del gruppo" ci dice Piero degli A Letter For Sally.Se volessimo però dipingere un quadro generale, ciò che èemerso, è che le band vengono influenzate dai musicisti"storici" del genere che suonano. Abbiamo quindi lo skadelle origini e Bob Marley per i Deskarados. Il Punk '77 peri Kapolinea. Molti dei gruppi che abbiamo intervistatovedono nel punk "nostrano" il punto di origine poi, col pas-sare del tempo, l'evolversi dei gusti, la familiarità con glistrumenti e la maggiore capacità "tecnica" permettonomaggiori sperimentazioni.

NOME DEL GRUPPO

Numero componenti

Genere

Tre righe di presentazione

Suona: Cover Pezzi propri

Ha suonato in (locali, feste, rassegne, etc...)

Demo: SI NO

E-mail del responsabile del gruppo

Sito internet

PROSEGUE ILCENSIMENTO delle BANDmettetevi in contatto con

NOI!Compila il tagliando e spediscilo in busta chiusa a:Coordinamento Provinciale InformaGiovani Via Valverde, 2 - 21100 Vareseoppure scrivi a: [email protected] maggiori informazioni: www.provincia.va.it/sociali.htm

Dichiarazione di avvenuta informazione circa il Trattamento dei Dati(informativa ex art. 13 D.lgs. 196/2003). Secondo la normativa indica-ta, tale trattamento sarà improntato ai principi di correttezza, liceitàe trasparenza e di tutela della riservatezza. I dati forniti saranno uti-lizzati esclusivamente per l’invio via posta elettronica delle informa-zioni del Coordinamento InformaGiovani e saranno insariti in un data-base del Settore Lavoro e Sociale. Il titolare della conservazione deidati,cui eventualmente far capo per esercitare i diritti, ai sensi del-l’art. 7 del D.lgs 196/2003, è la Provincia di Varese - Piazza Libertà 1- nella persona del Presidente della Provincia.

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MUSICAdi Emanuele Gemme

E’il 9 giugno la data che sancisce ufficialmente l’iniziodell’estate per noi ragazzi. La chiusura dell’annoscolastico coincide con un senso di libertà tutto stu-

dentesco: per un po’ si accantonano i libri e si aprono final-mente le danze. Non c’è momento migliore per far risuona-re le prime schitarrate sui palchi che la cittadina saronneseoffrirà per tutta la durata dei mesi caldi. Si comincia con la “FESTA DELLE SCUOLE”, che si terràproprio a partire dal pomeriggio del 9 giugno, presso ilcortile della biblioteca. Un’occasione per esibirsi “in fami-glia”: infatti, si concentreranno sul palco giovani band for-mate dagli studenti. Sarà l’opportunità giusta per scatenar-si e divertirsi sulle note dei propri compagni. Per la seratasono previste le performance di band ospiti come le “Testedi Cocco”, che serviranno un appetitoso piatto a base diska. A seguire sarà il turno delle “Cattive Abitudini”, grup-po rock conosciuto a livello nazionale. Il Comune di Saronno riproporrà per il mese di luglio la“NOTTE BIANCA” con la possibilità di fare shoppingin notturna, ed ascoltare qualunque genere di musica. In

ogni angolo, spunteranno palchi e gruppi emergenti cheanimeranno la cittadina fino a tarda ora. L’estate all’insegna del ritmo si concluderà con l’attesis-simo “FESTORIA” in programma da ormai 14 anni peril mese di settembre presso la piazza del mercato. Lamanifestazione nasce in ricordo di quattro ragazzi scom-parsi prematuramente nel 1994 e ne celebra la loromemoria. Non si tratta della classica “festa della birra”ma di una festa organizzata da volontari, che si incari-cano di rendere visibili le esperienze e le realtà cultura-li del territorio; per questo ogni anno appare innovativoe mai scontato. Il “Festoria”, che nelle precedenti edizio-ni ha ospitato anche gruppi del calibro dei “Punkreas”,ormai accompagna l’Amaretto per rinnovare la fama diSaronno e cerca, non senza successo, di trasportare lavita delle grandi città nella nostra piccola “città degliangeli”. Tante le occasioni per favorire la musica emergente, maanche per ammirare le esibizioni di artisti già affermati.Buon divertimento!

SARONNO MUSICA

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Per chi ama la musica e il cinema d’essai, l’estate saronnese offri-rà una programmazione speciale: nel mese di luglio, nel cortiledella Biblioteca civica saranno proiettate alcune pellicole dei

primi del Novecento musicate dal vivo dal gruppo jazz Camera convista. Abbiamo incontrato il contrabbassista del gruppo, EnricoMonaco, e ci siamo fatti raccontare il progetto.

Ciao Enrico, per cominciare mi sembra giusto chiederti di spiegarci in cosa consiste questo progetto.Il progetto consiste nel voler sonorizzare dei film muti. Utilizzo il ter-mine SONORIZZARE perché voglio da subito distinguerlo dal concettodi colonna sonora. La sonorizzazione, infatti, viene fatta sul momen-to e non è pensata a priori con l’unico scopo di accompagnamentomusicale del film. Nel nostro caso non abbiamo degli spartiti ma è ilfilm stesso, con il susseguirsi delle immagini, a costituire lo spartitomusicale a cui fare riferimento.

Quindi tutte le vostre esibizioni si basano solosull’improvvisazione?Ovviamente tutto cambia a seconda dei film scelti. In linea di massi-ma comunque abbiamo un canovaccio dove ci sono i temi per le sceneprincipali e poi, attraverso la musica jazz si riesce a dare spazioall’improvvisazione. Noi cerchiamo di trasmettere attraverso lamusica le sensazioni e le emozioni che in quel momento citrasmette il film. L’improvvisazione musicale risulta in que-sto ambito la soluzione ideale, naturale e più spontaneaper legare le immagini e la storia, integrandosi alle situa-zioni, ai personaggi e ai vari sentimenti presenti nel film.

E perché avete scelto proprio la musica jazz?In realtà non si tratta di vera e propria musicajazz. Il jazz è solo la nostra impostazione musi-cale perché ci permette di avere un’ampiagamma di strumenti a disposizione e perché risul-ta un linguaggio musicale molto vario. Ma poi,attraverso l’uso di diversi oggetti, cerchia-mo di riprodurre altri tipi di suoni sfrut-tando completamente tutte le sonoritàdegli strumenti ricercando così nuove

sensazioni musicali. Come esempio ricordo che in un film per evocare lascena del passaggio di un gruppo di topi il batterista aveva versato sulsuo strumento dei tappi.

Come ci spieghi invece la scelta dei film muti?Il film muto, nella sua forma priva di dialoghi, fornisce la possibilitàdi commentare le immagini con la musica ed è perciò il più adatto adessere sonorizzato e, nascendo senza una colonna sonora propria,lascia a noi musicisti la completa libertà e la possibilità di suonaresulla base delle emozioni che, al momento della visione, ci suggeriscela storia. La vera sfida è sonorizzare film senza trama poiché siamoproprio noi che dobbiamo cercare di rendere più facile la comprensio-ne del film rendendo la trama esplicita con i suoni.

Curiosa è anche la scelta di mettervi a suonare davanti al film proiettato. C’è una spiegazione anche per questo?Certo. Chi assiste alla proiezione ha modo di cogliere e avvertiremaggiormente le sfumature della storia grazie all’apporto in contem-poranea dei suoni che accompagnano il film. Ma noi non vogliamoessere solo accompagnatori musicali. Vogliamo mostrarci come spet-tatori del film che esprimono le emozioni attraverso la musica. Il pub-blico deve vedere che anche noi guardiamo il film come loro ed è pro-prio in quei momenti che nascono le nostre melodie, melodie attualiche commentano film di molti anni fa. È questa la profondità. Lo spa-zio di tempo che intercorre tra la pellicola e la musica che accompa-gna la visione della stessa. Anche a distanza di pochi anni le melodieche abbiamo scelto per sonorizzare alcuni film cambiano come cam-

bia tutto ciò che ci circonda. Ciò che rimane sono solo le immagi-ni del film fissate sullo schermo.

di Vittoria Meloni

MUTO MA CON IL JAZZMUSICA

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“Camera con vista” musica dal vivo & film muti dei primi del ‘900

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Stazione Centrale, Milano, 10 luglio 2007, ore 11 dimattina circa. Seduto su una panchina suonavo lachitarra strimpellando quattro accordi insieme ai

miei due compagni di viaggio, Giacomo e Ruggero, nel-l'attesa dell'arrivo del nostro accompagnatore, personella ricerca dei bagagli lasciati sul treno da SestoCalende.

Poco dopo ci siamo ritrovati stipati su un Eurostar perSalerno. Destinazione: Giffoni, un piccolo paesello tra lecolline del salernitano di cui conoscevamo praticamentesolo il nome, dove si tiene annualmente un omonimo festi-val del cinema del quale ragazzi provenienti da tutto ilmondo ne compongono la giuria. Il viaggio è stato piuttosto lungo; una sosta veloce aBologna, Roma, Napoli e poi l'arrivo in stazione aSalerno.

Ad attenderci un pullman che ci ha portato a Giffoni e dalì siamo stati smistati alle famiglie che ci avrebbero ospi-tato per questi intensi dieci giorni. Tutti e tre noi alloggia-vamo a Salerno, distante circa tre quarti d'ora di pullmanda Giffoni; alcuni ragazzi più fortunati, molto pochi perla verità, sono stati accasati a Giffoni e avevano quindiil privilegio di potersi svegliare un'ora dopo di noi. Il Festival si teneva nel centro della cittadina e le attività,per lo più proiezioni di film e dibattiti, erano concentratein due grosse sale cinematografiche.

All'esterno un grande prato a gradoni costituiva la nostra"area ricreativa" in quanto lì passavamo il tempo libero,generalmente sdraiati per terra a recuperare il sonnoperso la notte precedente. Dall'altra parte del complessoc'era un grosso palco dove si tenevano le serate nellequali si alternavano su un palco celebri attori e registi,prima di lasciare il posto ad alcuni dei grandi nomi

CINEMA

Il Giffoni 2007 raccontato dai giovani giurati della delegazione di Sesto Calende

TRE GIOVANI AL a cura della Redazione di Sesto Calende

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della musica italiana (ma non solo) come Cristicchi, gliZero Assoluto, Carmen Consoli, Ziggie Marley e moltialtri. Per quanto riguarda il festival vero e proprio, cioèla competizione tra film e cortometraggi provenienti datutto il mondo, erano stati scelti dall'organizzazionecirca quindici pellicole da proporre a noi giudici, men-tre una sezione separata era stata destinata ai corto-metraggi. Alla visione di ogni film seguiva un dibattitoal quale partecipavano sempre almeno un attore o ilregista dello stesso.

Tra i nomi più famosi ci sono stati: Danny De Vito, AbelFerrara, Gillian Anderson. L'assegnazione della vitto-ria è stata data mediante voto della giuria sia per lacategoria film che per i cortometraggi; il film che hariscosso il maggiore successo è stato l'americano"Keith" diretto da Todd Kessler con Jessie McCartneycome protagonista.

Sabato 21 luglio, preso il treno per il ritorno, abbiamodovuto salutare tutti i ragazzi che avevamo conosciutoe con i quali erano nate profonde amicizie; questaforse, anche se la nostalgia di casa si sentiva un po',è stata la parte più difficile, perché, con questi, aveva-mo condiviso praticamente tutto per dieci giorni.Sicuramente è stata un'esperienza fantastica e ci haaiutato a crescere in tutti i sensi; l'unico rammarico èquello di non poter partecipare di nuovo al festival(infatti è concesso partecipare solo una volta).Consiglio a tutti di pensarci per l'anno prossimo perchéè un'occasione imperdibile di vivere una vacanza"diversa" ma certamente indimenticabile.

Per avere informazioni sul festival: www.giffoniff.it

Le foto che accompagnano questo articolo sono state realizzate da Giangiacomo Rossetti. Anche lui (insieme a Giovanni Brena e a Ruggero Vultaggio) ha partecipato in qualità di giurato a Giffoni 2007 nella delegazione inviata dal Comune di Sesto Calende. Il suo reportage fotografico, oggetto di una mostra molto apprezzata, rappresenta il festival visto attraverso gli occhi dei suoi protagonisti: i giovani.

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Ciao mi chiamo Jessica e vengo dalla Svizzera tedesca, orasono la '"ragazza alla pari" in una famiglia italiana, aVarese. Sono qui da tre mesi e rimarrò fino a giugno, 7

mesi in tutto, e mi piace molto. Vorrei raccontarvi della mia esperien-za all'estero e perché ho deciso di essere una ragazza alla pari. Dopoaver terminato gli studi superiori e aver superato la maturità, nonavevo voglia di andare direttamente all'università, avrei voluto faredelle esperienze, senza continuare a studiare a casa. Volevo vederee vivere qualcosa di diverso. Cosi ho iniziato a riflettere su cosaavrei potuto fare, l'idea di viaggiare e incontrare persone nuovemi piaceva molto, cosi dato che a casa mia avevo fatto la baby-sitter per molti anni per tre famiglie, ho pensato che sarebbe statointeressante fare la ragazza alla pari per qualche mese. La mialingua madre è il tedesco, ma dopo la scuola parlavo fluentemen-te anche l'inglese e il francese, cosi, avendo frequentato un corsofacoltativo di italiano durante l'ultimo anno di scuola, ho deciso divenire in Italia anche per migliorare la mia conoscenza della lin-gua e della cultura del paese confinante a sud con il mio. Dovetesapere poi che l'italiano è anche una delle lingue nazionali sviz-zere, e una buona conoscenza di esso può rappresentare un van-taggio nel mio paese.

Sono di Lucerna, che è a sole tre ore di treno dalla mia "nuova" famiglia a termine. Solo tre ore pensi? Non ti puoi immaginare come possa cambiare lavita quotidiana anche con una distanza cosi piccola. Non sono sem-pre le grandi cose a fare la differenza. Tutto cambia a partire dallecose piccole ordinarie. Iniziamo dal mattino: da noi si mangia paneintegrale con burro e marmellata e si beve il latte, nella miafamiglia qui, facciamo colazione con thé e biscotti. Quasi tuttele mattine mi prendo cura del bimbo piccolo e spesso andiamoal mercato, dove si vedono tantissime cose, e a me sembra sem-pre che ci sia un'atmosfera speciale. Due volte a settimana vadoa scuola a Varese in treno, ho imparato che è meglio prenderesempre un treno prima perché sono sempre in ritardo. Che sor-presa vedendo le gelaterie aperte già a febbraio! Sarebbe incredi-bile da me. Fino alla fine di marzo davvero nessuno a Lucerna havoglia di mangiar del gelato perché fa sempre molto freddo, infat-ti, per me questi mesi in Italia, da dicembre a marzo, non sono vera-

mente invernali. Mi sembrabellissimo che qui ci sia il soleanche nel periodo freddo e cheraramente ci sia nebbia fittacome nel mio paese.

Come si può diventare una ragazza alla pari?La maggior parte delle candidate trova una famiglia grazie ad un'a-genzia specializzata nella mediazione tra famiglie e ragazze.All'inizio ti fanno compilare diversi questionari per comprendere ituoi interessi, e grazie a quelli, l'agenzia seleziona le famiglie piùadatte a te. L'agenzia poi ti offre supporto anche durante il tuo sog-giorno e nel caso peggiore trova una nuova famiglia per te se non titrovassi bene in quella prescelta. Inoltre, attraverso l'agenzia puoiavere una lista delle altre ragazze alla pari nei tuoi dintorni.Naturalmente a fronte di tanti vantaggi, bisogna sapere che le agen-zie richiedono circa 300 euro per la mediazione. Tuttavia questa nonè l'unica via percorribile per vivere questa esperienza, infatti, suinternet si trovano molti siti finalizzati all'incontro tra famiglie eragazzi. Io vi posso rimandare alla pagina www.aupair-world.chma ne esistono molte altre. Una volta inserita una tua foto e compi-lati una serie di moduli, puoi vedere tutte le famiglie disponibili e poicontattarle via mail. Lo svantaggio di internet è che non si sa mai setutti i dati che si trovano riguardo le famiglie siano veritieri, perciòvi raccomando di andare a trovare la famiglia per conoscerla meglio,prima di prendere accordi.

TRE ORE CHE CAMBIANO LA VITA

Volevo vedere e vivere qualcosa di nuovo. In tre ore la mia vita ha iniziato a cambiare

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RAGAZZA ALLA PARIdi Jessica Achermann

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SOLIDARIETA’

Si fa un gran parlare dei rifiuti, di inceneritori e di rac-colta differenziata, ma spesso ci si dimentica che ilproblema dell’immondizia sorge perché siamo noi a

produrla. Certamente crearla è inevitabile ma, di frequente, nel bido-ne finiscono prodotti che possono essere ancora utilizzabilie che quindi costituiscono uno spreco.Quello che una famiglia spreca non è niente se paragona-to alla quantità di alimenti ancora perfettamente commesti-bili che ogni giorno un qualunque supermercato destina adessere distrutta.

È sufficiente infatti che la confezione non sia più perfetta-mente integra per rendere il prodotto meno appetibile ecausarne la rimozione dagli scaffali. Così una mole immen-sa di cibo viene distrutta senza che i clienti nemmeno se neaccorgano: un ipermercato manda al macero in un soloanno in media 130 tonnellate di merce ancora destinabilial consumo umano o animale.Nel 2000 sono partiti da questa costatazione alcuni studen-ti della facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, chenella loro tesi di laurea hanno proposto il modello del LastMinute Market.Un’idea ambiziosa e di successo, visto che negli otto annipassati dalla sua nascita ha goduto di visibilità sempremaggiore e che si sta via via espandendo, non solo inItalia, ma anche all’estero.

Il progetto si basa sulla collaborazione con gli Ipermercati,che al mattino raccolgono in magazzino i prodotti non piùadatti alla vendita perché vicini alla scadenza, ammaccatio semplicemente fuori stagione.

Alle otto un addetto dell’associazione Last Minute Market sireca nel magazzino ed effettua i controlli sanitari: gli ali-menti che rispettano gli standard più alti (circa il70%) vengono raccolti per uso umano, mentre ilrestante 30% viene destinato agli animali. Latticinie carne vengono trattati con particolare attenzione, pergarantire la sicurezza dei consumatori ed assieme a frutta

e verdura costituiscono il punto forte di questa realtà: lenumerosissime raccolte che vengono periodicamente effet-tuate, infatti, sono costituite normalmente da scatolame. La raccolta giornaliera e la velocissima catena distributivadel “mercato dell’ultimo minuto”, invece, permettono dioffrire alle associazioni anche prodotti freschi. Già alleundici tutto ciò che può essere recuperato è pronto e deveessere rapidamente raccolto dai volontari delle associazio-ni che usufruiscono del servizio. Si tratta di mense peri poveri, associazioni che aiutano famiglie nume-rose, parrocchie, case famiglia, comunità, centrifaunistici. Il sistema è talmente efficiente che spesso le strutture riceven-ti donano a loro volta i prodotti meno deperibili ai senzatet-to o a famiglie in difficoltà.Credo che a questo punto sorgano alcune domande… Chi ci guadagna realmente in questa immensa macchinaorganizzativa? La risposta è molto semplice. Tutti, dall’iper-mercato al cittadino.L’ipermercato, oltre a poter scaricare l’Iva della mercedonata, ha un forte ritorno in immagine; diminuiscono icosti di stoccaggio degli invenduti e quelli per lo smaltimen-to dei rifiuti. L’attività del Last Minute Market non influisceinoltre sulle vendite dell’ipermercato: i consumatori chebeneficiano del progetto, infatti, non andrebbero mai acomprare negli iperstore. L’associazione opera quindi in un“non mercato”, soddisfacendo una “non domanda”. Gli ultimi a godere dei vantaggi dell’iniziativa sono anchele istituzioni pubbliche, che possono risparmiare sommenotevoli non dovendo più sostenere completamente i costi distrutture dispendiose e che vedono diminuito il disagiosociale.Il modello non si addice solo agli alimenti, ma è stato appli-cato anche alle sementi, ai libri, alle eccedenze agricole e,negli ultimi tempi, anche ai farmaci.

Sara Belingheri

Se vuoi saperne di più visita il sito internet: http://www.lastminutemarket.org

LAST MINUTE MARKET:SOLIDARIETÀ… ALL’ULTIMO MINUTODalla Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna un progetto per trasformare gli scarti dei prodotti alimentari in una risorsa benefica

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di Sara Belingheri

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SPORT

Q uesto magnifico sport è nato inInghilterra e nessuno delle discipli-ne inglesi incarna i valori di corret-

tezza e rispetto per gli avversari quanto lapalla ovale. E’ senza dubbio uno sportduro, ma la sua diffusione sta aumentan-do sempre di più.

Il campo è leggermente più piccolo di quello usato peril calcio, e l’obiettivo principale delle squadre è avan-zare... avanzare fino alla meta. Molte sono le regole,le più importanti, che lo differenziano dalla sua varian-te americana (il football), sono che si può passare lapalla solo indietro e che, il contatto tra i giocatori, èrigidamente disciplinato dal regolamento. E’ opinionediffusa che sia uno sport violento e per bruti, ma comedisse Oscar Wilde «Il calcio è uno sport da gentiluomi-ni fatto da bestie, mentre il rugby è uno sport da bestiefatto da gentiluomini...» ed è indubbio che il numero diinfortuni nel rugby sia assai minore che nel calcio.La realtà rugbistica più vicina a noi è arroccata aGiubiano, sede del A.S.D. Rugby Varese.Il club nasce nel 1976 e dopo svariati anni di dura fati-ca è arrivata a giocare in Serie B con la prima squa-dra e in serie C con la seconda. Sono presenti anchele squadre giovanili, ottimo modo per assaporare ilvero rugby in tenera età. Si parte dai piccoli “DiavoliRossi” fino alla promettente Under 19 che ha domina-to imbattuta la stagione 2007/2008.Per chi volesse cimentarsi e provare l’ebbrezza di que-sto magnifico sport, le porte del campo Levi sono sem-pre aperte!

QUESTO È IL RUGBY!

QUESTO È IL RUGBY!

FANGO, MUSCOLI, DISCIPLINA E DIVERTIMENTO...

di Giorgio Macchi

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Alla scoperta di uno sport duro ma pulito e in forte crescita. Intervista a Simone Banfi, capitano U19

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INTERVISTA A SIMONE BANFI CAPITANO U19

Come hai iniziato a giocare a rugby?Ho iniziato a giocare a rugby quando ero molto piccolo,ero in prima elementare!La voglia mi è venuta specialmente guardando mio fratellomaggiore, che già giocava.

E’ vero che è uno sport di grande disciplina? Raccontaci la tua esperienza.E’ uno sport di contatto fisico, ma soprattutto, è uno sportdi testa e astuzia.Senza dubbio una componente essenziale è il rispetto perl’avversario, tutto ciò che succede in campo resta lì. Dopola partita si va tutti a fare il terzo tempo insieme!

Com’è l’ambiente in squadra?L’ambiente è molto positivo. Ma come in ogni posto biso-gna integrarsi, e se ci si riesce, ci si diverte molto!

Quali sono secondo te le paure di chi inizia a giocare a rugby?La più ovvia... il contatto con chi è molto più forte! Ma spes-so la gente non sa che esistono regole ferree per il contat-to e che le possibilità di farsi male sono veramente poche!

Il futuro del rugby... seconde te crescerà o rimarrà uno sport di nicchia?E’ sicuramente uno sport in crescita, ma la mia paura piùgrande è che diventi come il calcio e che, per i soldi, sivadano a perdere i valori che lo rendono unico.

Consigli per chi vuole iniziare a giocare?Il mio consiglio è di venire al campo e provare, senza pro-blemi! Io ho cominciato e non posso immaginare la mia vitasenza il rugby!

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D: Ci può fare un breve cenno storico sulla nascita della boxe?R: La boxe (dall'inglese boxing) detto anche pugilato, è uno deglisport più antichi che si conoscono. Il pugilato infatti è già presente neigraffiti preistorici e nelle leggende della civiltà mesopotamica ed egi-zia, ma si diffonde maggiormente solo quando nel 688 a.C. i Greci lointrodussero nelle Olimpiadi. Successivamente i Romani lo utilizzaro-no come spettacolo per il circo, violento e sanguinoso perché veniva-no utilizzati addirittura guantoni ricoperti da borchie di piombo.Con il passare degli anni e con il diffondersi della pratica della boxe

Non ho mai considerato la boxe uno sport, piuttostoun gioco violento per persone violente, che prova-no soddisfazioni nel provocare dolore e, sembre-

rebbe anche, nel riceverlo.Inaccettabile, quindi, sia da un punto di vista morale, siada un punto di vista fisico e volendo anche da un punto divista economico: i profitti ottenibili, pur elevati che siano,non possono giustificare una così totale mancanza di rispet-to e sensibilità nei confronti di altre persone e di se stessi.Inutile dire che alla richiesta di stesura di questo artico-lo, ero propenso al rifiuto. Ma dopo un'analisi delle mie conoscenze, pensieri econvinzioni, sono arrivato a pormi alcune domande:"Della boxe, conosco veramente tutto?", "Ne conoscoogni verità?", "Le mie idee sono verità o uno schermoche mi priva della conoscenza delle reali peculiarità diquesto gioco?", "E' corretto definirlo gioco, ossia, pertutti i boxeur è un gioco?" Per trovare risposta ai suddetti quesiti, ho creduto chel'intervista a Raffaele Esposito, personalmente coinvoltoin questa realtà secondo tutte le sue sfaccettature (dilet-tante, professionista, insegnante, docente formatore,consigliere tecnico e amatore) fosse una notevoleopportunità.

SPORT

Boxe...INTERVISTA a Raffaele Esposito Consigliere Tecnico Comitato Regionale Lombardia Federazione Pugilistica Italiana e Docente Formatore dei Formatori

DALLA VOCE DIRETTA DI UNO DEGLI INTERVISTATORI…

di Stefano Crespi, Carlo Porrini e Claudia Zanarella

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non solo a fini sportivi, iniziarono a ruotare attorno a que-sta realtà notevoli interessi economici, fatti di rilevantiscommesse ed ingenti premi in denaro.Per questi motivi, verso la fine del 1800, venne scritto il"codice della boxe scientifica", che contiene sostanzial-mente le regole principali della boxe moderna, e stabilìle prime regole precise, riferibili principalmente a:- uso obbligatorio dei guantoni;- round: divisione in più riprese dell'incontro;- knock-out: il pugile perdeva

se non si riprendeva dai colpi ricevuti entro 10 secondi il pugile avversario doveva aspettare il comando dell'arbitro per riprendere a colpire;

- divisione dei pugili in categorie di peso (leggeri, medi, massimi).

La boxe, conosciuta anche come “nobilearte”, non è quindi solo uno sport dacombattimento, ma anche uno sport nelquale si esternano il coraggio e l'in-telligenza di un uomo e si impa-ra a capire e a conoscere glialtri.

D: In che periodo della sua vita si avvicina a questa disciplina e perché, considerando che si tratta di uno sport in cui bisogna dare e prendere "botte"?R: Mi sono avvicinato alla boxe nel 1980 iniziando come dilettantequasi per caso quando, molto giovane, mi trovavo ancora al miopaese d'origine, Torre Annunziata.Per quanto riguarda "le botte", in realtà sono solo un falso mito, sot-tolineato dai media per attirare l'attenzione degli spettatori.Vista e vissuta dall'interno, la boxe è considerabile uno sport che tra-sforma la violenza in energia positiva, trasmessa secondo preciseregole che permettono la socializzazione tra atleti e aiutano, al difuori della palestra, nella vita quotidiana, a rapportarsi positivamen-te con gli altri.La passione poi mi ha portato a diventare prima insegnante e ora pre-sidente della Pugilistica Ispra.

D: Che cosa ha rappresentato la boxe nella sua storia da ragazzo e cosa rappresenta oggi nella sua storia di uomo?R: La boxe mi ha permesso di disciplinarmi, osservando tutta unaserie di regole che permettono il rispetto degli atleti e degli inse-gnanti nella palestra e di tutte le altre persone al di fuori di essa.

D: Come nasce la boxe ad Ispra?R: La "PUGILISTICA ISPRA" nasce nel 1998 per una scommessa traalcuni amici, supportata dal mio entusiasmo. Nel corso degli anni ilpiccolo gruppo iniziale si è accresciuto raggiungendo notevoli risultatia livello regionale ed inter-regionale.

D: Non si rischia di insegnare tecniche di combattimento che possano essere utilizzate per produrre violenza fine a se stessa?R: No!!!! La violenza, come dicevo, è tutto quello che i media utiliz-zano per vincere economicamente sul pubblico.Il pugilato è il contrario della violenza, poiché insegna ai pugili a

essere uomini e a convinvere pacificamente con gli altri (bastipensare all'abbraccio che i pugili si scambiano al terminedegli incontri).

D: Che rapporto c'è tra la figura del pugile e il suo attuale impiego

come Capo della Polizia Municipale?R: In Italia sono molti i casi di insegnanti di boxe

che appartengano al Corpo di Polizia di Stato,alla Polizia Locale, all'Arma dei Carabinieri.Infatti, come le forze dell'ordine hanno il com-pito di reprimere la violenza dei cittadini cosìgli insegnanti di boxe devono formare i nuovipugili alla pratica della boxe come tecnica

sportiva e manifestazione di energia positiva.Il pugilato infatti è uno sport e, come tale, deve

essere praticato per pura passione e divertimento.

Con tono critico ma con pensiero aperto all'ascolto, e quindi alpossibile mutamento, ho intrapreso questa intervista, che mi hamostrato la boxe diversamente da come lo fanno i programmisportivi della televisione. Mentre i media inneggiano l'azione violenta fine a stessa, il san-gue e la brutalità, la persona di Raffaele Esposito sottolinea l'in-segnamento al rispetto delle regole, degli altri pugili, e di tutti glialtri uomini. Parla del pugilato come uno sport atto alla negazio-ne e alla repressione della violenza.Posso dire che questo lavoro mi ha insegnato come la boxe abbiaalla base sensibili ideali di pace e fraternità, e professi il rispettodi se stessi e degli altri uomini.Sono comunque tutt'ora convinto che il pugilato sia uno sport vio-lento, e credo che il rispetto per gli altri si possa insegnare anchecon metodi diversi.

Stefano

Noi pensiamo che la boxe sia un vero e proprio sport. Si tratta di unadisciplina con delle regole che, se rispettate, non portano alla violen-za, bensì a una forma di sfogo alternativa. L'importante è che le per-sone che praticano questo sport non utilizzino gli insegnamenti e letecniche appresi durante l'attività nei momenti di vita quotidiana.

Giulia, Marta e Valerio

I COMMENTI POST INTERVISTA:

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MATURITA’: PRIMA E DOPO LA TEMPESTA

…E LA NUOVA● Ritorna la commissione mista e un presidente esterno per commissione.

● Ritornano gli scrutini di ammissione: non si può essere ammessi agli esami se si hanno debiti formativi.E, a partire dall’anno scolastico 2008 / 2009:

● I crediti formativi al massimo daranno 25 punti.

● Il punteggio per l’orale sarà al massimo di 30 punti.

COSA È CAMBIATO CON LA NUOVA MATURITÀ:

SCUOLA a cura della Redazione di Varese

Se ne occupano tutti i tiggì. Il web impazzisce.Previsioni, proiezioni, statistiche e giri discommesse. L’Italia, tutta, trattiene il respiro

perché c’è chi ne è coinvolto direttamente, c’è chici è passato e culla ancora un ricordo dolce-amaro e ci sono i genitori, che vedono i loro figliconsumati dall’ansia, chiusi per giorni e giorninelle loro camerette. Non stiamo parlando di una qualsiasi emergenzasociale e neanche del disagio giovanile. Peggio.Questo articolo è sull’esame di maturità.Abbiamo incontrato gli studenti maturandi/ maturati nel 2007 durante la Festa delle Scuoledello scorso 4 giugno. Sono stati intervistati primae dopo il fantomatico e temutissimo esame.

LA VECCHIA…● La commissione d’esame era totalmente interna,

a parte un solo presidente esterno per istituto.● L’ammissione all’esame di maturità era automatica alla fine del 5° anno.● I crediti formativi potevano dare allo studente fino a 20 punti.● L’orale valeva al massimo 35 punti.

Opinioni a confronto tra maturandi / maturati nel 2007

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Sono discordi i commentidei ragazzi alle prese

con la nuova maturità.Qualcuno ne parla davveromale - forse anche per la preoc-cupazione - altri dicono che èfinalmente “una vera maturità”.Tutti vorrebbero che non fossecapitata loro: “Non è né lanuova maturità, né la vecchia”,dice Annalisa dell’artistico,“siamo un po’ delle cavie”.Spaventa soprattutto la parte ester-na della commissione, visto che disolito i professori che ti conosconosono più buoni e più obbiettivi.Quando poi in mano agli esterni fini-scono le materie principali e questoviene comunicato all’ultimo momen-to, la tensione non può che salire.

Tra le prove ognuno sa già quale saràper lui la più pericolosa: per Fabio delclassico è il latino, per Flavia e Annalisadell’artistico è la terza prova, perFrancesco dello scientifico è matemati-ca… Luca dell’Ipsia ha paura dell’oraleperché crede di non sapere niente…

In generale si oscilla tra la voglia di stu-diare e fare un buon esame e quella diinfischiarsene e godersi in anticipo levacanze, ma la notte prima degli esamila passeranno quasi tutti a dormire tran-quilli (e a ripassare). La voglia di farfesta viene tenuta per dopo: c’è chifesteggerà con una birra, chi con unasera fuori o una grigliata con gli amici,chi con un viaggio e chi addirittura siprepara a due mesi di notti pazze.

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È andata bene a detta di tutti, siadi chi ha preso 98 o 100, sia dichi si è dovuto accontentare di un60 o un 62.

Fabrizio dello scientifico ci ha spiega-to la differenza tra 60 e 61: “60 tibuttano fuori, 61 almeno ci hai messodel tuo!”.

La prova più difficile? Matematicaper molti dello scientifico, poiché sibasava sul programma del quartoanno. Qualcuno è scontento di averfatto un pessimo orale; quasi tutti glialtri hanno trovato le più grosse diffi-coltà nella terza prova.

Nonostante i grandi programmi per

i festeggiamenti ci si è limita-ti a una sera tra compagni diclasse, magari uscendo inqualche locale. (Un ragazzodei geometri aveva promessodi invitare i redattori dell’IGMagazine a “un festone a casasua”… Stiamo ancora aspettan-do l’invito!)

Solo un ragazzo dell’odontotecni-co non ha festeggiato nonostanteil 76, caso unico.

Si riesce a copiare alla maturità? Ea far copiare? Chi ha preso da 90in su dice che è impossibile, ma cisono anche risposte diverse...

“E’ impossibile, non succederà” (Fabio, Classico)

“Mi sparo!” (Thomas, Geometri)

“Tanto non lo prende…” (Andrea, Geometri, riferendosi a Thomas.)

“Mi metto a correre nuda per strada” (Flavia, Artistico).

“Immolo 18 buoi a qualche divinità perduta” (Fabrizio, Scientifico).

Alla domanda: “Si copia alla maturità?” Tutti gli intervistati hanno risposto: “Speriamo!”.

Passano gli esami e IG Magazine richiama i ragazzi per sapere com’è andata.

ABBIAMO CHIESTO

AI NOSTRI INTERVISTATI

DI IMMAGINARE

DI PRENDERE 100;

ECCO QUALCHE RISPOSTA:

...E DOPO

PRIMA...

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A PRANZO DAI SUOI…a cura della Redazione di Varese

SOCIALE

I l primo incontro coi genitori del/della tuo/acompagno/a può rivelarsi uno scoglio difficileda superare per una serie interminabile di

motivi. La volontà di far bella figura può essereuna cattiva consigliera e l'affanno da "prestazio-ne" rischia di far commettere danni irreparabili.Cerchiamo di stilare una lista delleprincipali cose che è meglio nonfare o non dire durante ilprimo approccio con isuoi "vecchi".

Come svangarselain modo dolce e senza fare figuracce

UOMINI

1 Prima di varcare la soglia di casarichiedete alla vostra morosa un corsoaccelerato su tutto ciò che riguardai suoi genitori. Il rischio di commettere gaffesè dietro l'angolo, in questo caso dietro la porta.

2 Evitare di esprimere "giudizi di valore" sull'ar-redamento. Generalmente quello che piace alla mamma,non è gradito al papà e viceversa. In questi casi tenere un

basso profilo è strategico.

3 Evitare accuratamente diusare il bagno, sempre e comun-que. Ogni più piccola traccia organi-ca lasciata in quel luogo raccontamolto di voi. Se proprio il bisogno èimpellente e non potete evitare diandarci, assicuratevi prima che siadisponibile uno spazzolone e che cisia nel vostro raggio d'azione cartaigienica in abbondanza e spray pro-

fumato.

4 Se il vino servito a tavola è statoscelto o, peggio, fatto in casa dall'ap-

passionato genitore, avrà necessariamen-te un gusto fruttato, sarà barricato, profu-mato e, più in generale tutti gli aggettivi

che terminano in "ato".

5 Dopo aver mangiato le lasagneevitare di esclamare: "Sonoquasi buone come quelle che famia madre!".

6 Evitare di parlare di calcioo di politica come argomento

per iniziare il discorso, potrestiinfilarti in un ginepraio spinoso e non

sapere più come uscirne.

7 A tavola, durante la chiacchie-rata post-pasto, evitare

battute di spirito:potrebbero creare silenziimbarazzanti, sguardi per-

plessi e stupiti. Il suggerimentoè parlare solo se interrogati.

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DONNE

1 Evitare scollature e minigonneinguinali. Adottare un look sobrio:dolcevita, gonna sotto il ginocchio opantalone largo a vita alta andrannopiù che bene. Se non hai questi capi opta per unburqa. 2 Mangiare qualsiasi pietanza vostra suoceraabbia preparato per voi. Dimenticate la dieta per ungiorno e non osate rifiutare i piatti propinati perché"fanno ingrassare". Tutto ciò, anche se la teglia dipeperoni ripieni trasuda olio da ogni dove.3 Per fare colpo sulla futura suocera, fare apprez-zamenti sull'ottima cucina, esaltare le doti dellacuoca e indagare sui segreti per ottenere una pepero-nata così buona. Dimostrerà che anche voi in cucina vela cavate e la rassicurerete: in futuro il figlio non mori-rà di fame!4 Mostrare interesse per il tipo di prodotti usatiper avere una casa così splendida e splendente:farà di voi una casalinga nata. 5 Evitare commenti sull'aspetto gradevole eben curato della mamma del tuo lui o di comeporti bene i suoi anni. La tinta pseudo naturale dei suoicapelli potrebbe tradirti e indurti a commettere gaffes.6 Non accennare a ex fidanzati, esperienze pre-cedenti, matrimoni alle spalle, divorzi, varie ed even-tuali. Non hai mai conosciuto ragazzi prima del figlio.7 Mentire spudoratamente sui voti scolasticianche se sei ancora scottata dal 4 in latino preso lamattina stessa. Dire di voler continuare a studiare maper interesse personale: non disdegneresti una carrierada "Desperate housewife".8 Non dire che adori i bambini: potreb-bero pensare che sei già al quarto mesedi gravidanza. Diciamo che ti piaccio-no i bambini e che credi nei valo-ri del matrimonio.9 Evitare di bere alcolici e fumaresigarette in presenza dei suoi. Se proprionon resisti alla tentazione di fumare unasigaretta prima del pranzo per sciogliere latensione, cambia vestiti, munisciti dimentine e spray per l'alito.

TORTA QUATTRO QUARTI AL CIOCCOLATO

Ingredienti per 6 persone 150 g di farina150 g di zucchero150 g di burro3 uova50 g di cacaouna bustina di lievitoun pizzico di sale

Per la tegliaBurro e farina

PREPARAZIONEFate sciogliere il burro a bagnomaria e separate ituorli dagli albumi. Montate i tuorli con lo zuccherofino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.Unite il burro e amalgamate con cura. Incorporatevipoco per volta la farina e il cacao e infine il sale e illievito. Montate gli albumi a neve e uniteli gradata-mente al composto, mescolando dal basso verso l'al-to con delicatezza. Ungete uno stampo, spolverizza-telo di farina e versatevi il composto ottenuto.Sbattetelo leggermente sul tavolo per eliminareeventuali bolle d'aria e cuocete per 35-40 minuti inforno preriscaldato a 200 °C. Sfornate la torta elasciate raffreddare prima di servire.

Dopo aver seguito passo passo questo elenco di suggeri-menti, pieno come un uovo per esserti ingozzato di pepe-roni, per non dire di no perché è maleducazione, rosso egonfio per l'allergia al vino che non hai potuto rifiutare, irri-tato per le diverse idee calcistiche e politiche e dopo averrecitato il ruolo di perfetta casalinga e donna da sposareanche se ti si addice poco, avvicinandoti all'uscita di casae ringraziando i genitori di tutto, esclamerai: "Non vedol'ora di trascorrere un'altra serata come questa!".Una buona regola da non dimenticare è che non è "cari-no" presentarsi a casa dei suoi a mani vuote.Scartando l'ipotesi del mazzo di fiori mezzo appassitocomprato all'ultimo momento al supermercato, consigliamovivamente di sorprendere i quasi-suoceri e gli eventuali fratellinipestiferi e spioni, preparando un dolce con le proprie mani.

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Capire il volontariato incontrando chi lo fa sul serio

D urante l’anno scolastico 2007-2008 è stato promossoun percorso formativo sul tema del volontariato dal tito-lo “Volare alto… tenendo i piedi per terra”.

Il progetto è stato sostenuto dalle maggiori organizzazioni divolontariato di Sesto Calende ed ha coinvolto le classi quartedegli Istituti Superiori Carlo Alberto Dalla Chiesa eMericianum.L’iniziativa si è suddivisa in due fasi principali: nella prima, diformazione, si è riflettuto su cosa significa fare volontariato e suquali opportunità offre la nostra zona. Tale fase si è conclusacon l’esperienza sul campo al centro disabili “Noi Con Voi” edalla Scuola di Italiano “Cittadini del Mondo”. Nella secondafase di progettazione, abbiamo organizzato l’evento finale disensibilizzazione rivolto a tutti gli studenti delle classi quarte,che si è tenuto il 10 aprile 2008. Durante la mattinata, tutte leclassi hanno avuto l’occasione di ascoltare la preziosa testimo-nianza di volontari provenienti da note associazioni di volon-tariato che operano a livello locale ed internazionale. In questa fase di lavoro rientra anche la realizzazione di uncortometraggio in cui è presentata, come fosse un telegiorna-le, un’indagine sulle associazioni del territorio, con interviste

ai volontari e spunti d’azione per i giovani. È stata un’esperienza nuova e divertente!Molte, in generale, sono state le emozioni e le sensazioni pro-vate durante tutto il percorso. Inoltre, grazie alla guida eall’aiuto delle due educatrici, abbiamo aperto gli occhi sunuove opportunità all’interno del volontariato.Importanti sono state le diverse esperienze dirette che hannocontribuito, in modo o in un altro, a far crescere i ragazzi coin-volti ed a far capir loro quale strada, all’interno di questo vastomondo, sia la più adatta ad ognuno.

LE FOTO: per sensibilizzare gli studenti ai temi del volontaria-to i ragazzi di Volare alto hanno tappezzato di messaggi la scuo-la con cartelli, bigliettini, scritte alla lavagna, lanciando cosìdomande e provocazioni che sono state poi approfondite nell’e-vento finale. Nel corso della mattinata finale uno degli incontripiù apprezzati è stata una dimostrazione operativa di soccorsocondotta dal Corpo Volontari Ambulanze.

di Elena Barbieri e i ragazzi di Volare AltoVOLONTARIATO

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ARIETERaccogli quello che hai seminato. Se nelcielo di nascita hai l'ascendente in un ulte-riore segno di fuoco, si concretizza veloce-mente e inaspettatamente un progettoparticolarmente ambito. Molto dipendedalla tua capacità ricettiva di essere nelluogo e nell'ora destinati che ti appari-ranno in modo inequivocabilmente chiarocome in un déjà-vu.

TOROI transiti planetari ti sono amici soffian-doti nelle vene dei polsi quella sicurezzache potrebbe trasformarsi in impetuosi-tà. Ricorda però che il successo estremosi può capovolgere nel suo opposto.All'imbrunire siediti, riponi la katana eguarda silenzioso attraverso i rossori deltramonto. Entrando nella pace della sera,saprai se all'indomani potrai avanzare oindietreggiare.

GEMELLISei stato folgorato da una verità semplicee suprema: un profumato abbraccio donamolta più dolcezza di tanti dorati piedi-stalli. Allora lasciati andare perché saràun bel viaggio tra la passione e la cono-scenza senza inutili prudenze e astrazio-ni. Se hai nel cielo di nascita un segnod'acqua la tua sferzante intelligenza saràindissolubilmente intrecciata ai battiti del"suo" cuore.

CANCRO Interiormente viscerale fino all'estremeconseguenze fisiche e mentali. Stai assor-bendo troppo. Peccato quel Giove repres-so che impedisce di sfogarti aprendoti anuovi orizzonti. Accontentati allora diquello che hai. Impregna del tuo spiritogli spazi che occupi abitualmente affinchédiventino cerchi magici e protettivi. Cercaalleati tra gli amici sinceri. Poi ritorna agovernare.

LEONEPredestinato al successo. Ma non esagera-re, non sei il Mahdi. Ogni culmine procedeverso un riequilibrio e la forza rigeneran-te del giorno declina lentamente ma ineso-rabilmente nell'introversa forza dellanotte. Dunque, raccogli umilmente per l'au-tunno legna da ardere per onorare imomenti di transito. Assicurerai così il ritor-no ciclico della tua naturale grandezza.

VERGINEEsci da un periodo eccessivamente contrat-to. Del resto, non si può sfuggire dallecaratteristiche parsimoniose del segno.Dunque, tutto quello che era necessarioponderare, misurare, prevedere si è tra-sformato in un esteso ed articolato campodi battaglia. Ma il destino organizza lecose in modo più semplice delle nostre piùsofisticate teorie. Mollati e lasciati sempli-cemente desiderare. Hai già vinto.

BILANCIAL'eccessiva sicurezza avrebbe potuto fartiuscire clamorosamente di strada. Per for-tuna, sei capace di controbilanciare pertempo gli eccessi. E' un anno così, un pocofaticoso in cui risanare la propria dimen-sione spirituale e soprattutto quella fisicasegnata dagli eccessi ma inalterata nelfascino di fondo! La realtà delle cose nonè sempre come la si pensa. Dunque, un beltaglio alle paranoie.

SCORPIONEStai camminando sull'affilata lama dellatentazione, reprimendoti. A volte, glislanci angelici verso il cielo hanno bisognodi inferni lavici da cui spiccare il volo. Comedirebbe Dostoevskij la santità non consiste

nel non aver mai sbagliato. Forse è neces-sario attraversare anche il peccato. Osa,senza lasciarti prendere troppo la mano!C'è tempo per bilanci e pentimenti.

SAGITTARIOUrano catalizza il cambiamento. Ma èun'evoluzione caratterizzata dalla presen-za coatta di Saturno, l'inflessibile mae-stro. Hai cercato troppo lontano risposteche avevi sotto gli occhi. Cerca di riallac-ciare rapporti tralasciati con una certainsofferenza intellettuale. Modifica il tuoorientamento recuperando con umiltàShakespeare: "vi sono più cose fra cielo eterra di quante ne possa sognare tutta lanostra filosofia" (Amleto, Atto primo).

CAPRICORNOL'ingresso favorevolissimo di Giove fafinalmente esplodere tutto il tuo potenzia-le in ogni campo. Avrai la tua rivincitalasciandoti alle spalle qualche umiliazionedi troppo. Ottime prospettive per il lavorograzie al tuo fiuto. Saturno, pianeta delsegno, è sicuramente favorevole in virtùdi un'ottima partnership con Giove. Ilprimo, prudente per natura, si lascia tutta-via coinvolgere dalla prodigalità delsecondo senza farti perdere il senso dellamisura.

ACQUARIOLa poca stabilità sul piano sentimentaleviene compensata da un netto migliora-mento nella sfera della vita professiona-le. Ricordati, il libero arbitrio non può maimodificare radicalmente l'impronta ance-strale attraverso la quale si manifesta latua originalità. Non forzare sentimental-mente. Infatti, grazie a una discretainfluenza di Venere, si ripresenterannospontaneamente situazioni e persone chepensavi perdute per sempre.

PESCIIl dualismo tra Saturno e Urano assomigliaa ciò che impone il sesto arcano maggioredei Tarocchi "L'innamorato" : la necessità discegliere sotto la spinta della passione. Seitentato ad abbandonare la vecchia (ma ras-sicurante) strada per qualcosa che ti attraefortemente. In questo momento sei sostan-zialmente puro di cuore. Quindi, esplora ilcambiamento in atto e sciogli gli ormeggi!Comunque dovessero andare le cose, nesarà valsa la pena.

27* Il Matto o Folle, 22° arcano maggiore dei Tarocchi. Rappresenta lo zero (o il nulla) attraverso il quale si manifestano le forme dell'essere

L'OROSCOPODEL MATTO*E S T A T E / A U T U N N O 2 0 0 8

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IL DESERTOImmagina una landa deserta...Basta un orizzonte infinito...Tanta sabbia e cielo...

IL CUBONel deserto c'è un cubo...Osservalo. Descrivilo.Quanto è grande?Dove si trova?Di cosa è fatto?

LA SCALANel deserto, oltre al cubo c'è una scala...Qual è la sua forma, quanto è grande?Dov'è? Di cosa è fatta?

IL CAVALLONel deserto c'è anche un cavallo...Descrivilo.Di che cavallo si tratta? Quanto è grande? Di che colore è?In che posizione si trova rispetto alla scala e al cubo?Cosa sta facendo?

LA TEMPESTADa qualche parte nel deserto stainfuriando una tempesta...In che zona è? Che tipo di tempesta è? Che effetti produce sul cubo, sulla scala e sul cavallo?

I FIORIAlla fine, nel deserto troviamo dei fiori...Quanti sono? Di che tipo? Quali sono i loro colori?In che relazione stanno con il cubo, la scala, il cavallo e la tempesta?SOLUZIONI:

Tu sei il cubo, la scala rappresenta i tuoi amici, il cavallo è la personache ami, la tempesta rappresenta le difficoltà della vitaed i fiori sono i bambini.

Per scoprire come interpretare la tua "visione" scrivi una mail a [email protected] con oggetto "cubo-ig5".

a cura della Redazione di VareseTEST

CUBE

Il cubo o "The Cube" è un gioco d'immagina-zione, ma non solo, è anche qualcosa dipiù... non si sa da dove venga e chi l'abbiainventato. Alcuni sostengono che sia un antico passa-tempo Sufi, altri che esista da secoli e ricom-paia dove ve n'è il bisogno.Certo è che attraverso il gioco potrai scopri-re qualcosa di nuovo sulla tua personalità esul tuo rapporto con il mondo.Basta che ora ti rilassi, e visualizzi le imma-gini descritte sotto. Alla fine del percorso potrai guardare cosarappresentano i simboli che ti è stato chiestodi visualizzare e potrai, forse, capire qualco-sa in più su di te... ricorda, così come neisogni, tu sei la persona che più è in grado dicapire il proprio inconscio ed i suoi simboli,non hai bisogno di lauree o di libri ma solodi guardarti nel profondo...

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SEI UN CREATIVO? Ti sei mai chiesto se c'è un artista in te o se semplicemente sai guardare le cose anche attraversodiversi punti di vista? Scoprilo attraverso questo test, farlo è semplicissimo. Assegnati un punto per ogni risposta positiva,(zero per ogni risposta negativa) controlla poi qual è il tuo profilo che dipenderà dalla somma di tuttele risposte positive.

1. SE HAI TOTALIZZATO TRA 0 E 10 PUNTI:

Non si può certo dire che tu sia molto creati-vo, probabilmente sei una persona logica erazionale, estremamente seria e affidabilecon i piedi ben piantati "in terra" e questo èun bene. Il rischio è quello che, talvolta, tusia un po' troppo conformista e che ti facciacondizionare molto dagli altri. Potresti prova-re a ritagliarti un piccolo spazio di "libertà" inquello che fai sperimentando soluzioni o cosediverse dal solito, potresti essere stupito da testesso!

2. SE HAI TOTALIZZATO TRA I 10 E I 20 PUNTI:

La creatività fa sicuramente parte della tuavita, anche se non è la tua caratteristica pre-dominante, potresti pensare di sfruttare que-sta tua dote per dedicarti a qualche hobbyparticolare o per portare un po' di "originali-tà" in quello che normalmente fai e capire seanche in te c'è un potenziale artista…

3. SE HAI TOTALIZZATO DA 20 A 30 PUNTI:

Complimenti, sei decisamente un creativo!Possiedi una buona dose di immaginazione,di intuito e curiosità inoltre hai un ottimo rap-porto con le tue emozioni e con quelle deglialtri. Se già non lo fai potresti pensare didedicarti ad una qualche attività artistica(suonare uno strumento, disegnare, scrivere,recitare, fotografare) o anche solo dar sfogoalla tua creatività vestendoti in modo partico-lare o cucinando nuove ricette. Se ancora nonhai deciso che studi intraprendere o che lavo-ro fare tieni in considerazione questa tuadote.potresti sfruttarla al meglio anche inuna futura professione! 29

1. Suona il telefono, ti è mai capitato di sapere già chi fosse prima di rispondere?

2. Ti è mai capitato di osservare persone sconosciute(in metropolitana, per la strada, dal dentista...) e fantasticare su chi siano, cosa facciano, da dove vengano ecc.?

3. Ti è mai capitato di piangere per un film, un libro, un'opera d'arte?

4. Ti capita mai di "sognare ad occhi aperti" mentre dovresti fare altro?

5. Ti sei mai chiesto come sarebbe vivere in un secolo diverso?

6. Hai mai sognato qualcosa che poi è accaduto nella realtà?

7. Sei mancino?

8. Ti piace visitare posti nuovi?

9. Hai mai pensato ad una persona che non sentivi da tempo per poi ricevere una mail, un sms da lui/lei o incontrarla?

10. Ti è capitato di perdere il controllo?

11. Hai mai provato a rintracciare i tuoi antenati?

12. Detesti la routine?

13. Ti è mai capitato un deja vu?

14. Dici sempre alle persone che ami quello che provi?

15. Ti piace indossare vestiti strani?

16. Odori e suoni ti evocano spesso ricordi?

17. Hai mai tradotto un testo, una versione o fatto un compito di matematica in modo completamente diverso dai tuoi compagni ma arrivando allo stesso risultato?

18. Non ti imbarazza piangere in pubblico?

19. Ti è mai capitato di non fidarti di una persona del tutto inspiegabilmente?

20. Ti piace essere indipendente?

21. Hai senso del colore e buon gusto nel vestirti?

22. Hai un hobby insolito?

23. Ti piace essere massaggiato o fare massaggi?

24. Ti piacciono le persone "strane" ed anticonvenzionali?

25. Vedendo per la prima volta una casa hai mai avuto l'impressione che fosse "giusta" o felice?

26. Ti diverte risolvere problemi?

27. Ti piace mangiare o cucinare cibi strani?

28. Riesci a ricordare qual è l'ultima volta che

hai riso sino a farti venire il mal di pancia?

29. Ti piacerebbe disegnare i tuoi vestiti?

30. Ti piacerebbe presentare un programma televisivo?

TESTa cura della Redazione di Varese

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PATENTE

Cari colleghi, ragazzi e ragazze dell'ultimo e penultimo anno delle supe-riori, siamo in molti a far parte della categoria dei neopatentati. Noncredo ci possano additare come un pericolo per il traffico, spesso siamoancora freschi di "studi" e rispettiamo le regole della strada. Piuttosto dob-biamo abituarci alla svelta ai “nemici giurati degli automobilisti in erba”:nonnini concentrati al volante, mamme con figlioletti e pedoni. Ma se permigliaia di neopatentati la vita con il proprio mezzo trascorre come unapiacevole convivenza di sorprese, per molti che attendono di iscriversi allescuole guida della nostra provincia l'attesa appare meno rosea del previ-sto. Infatti, dal primo luglio 2008 entreranno in vigore delle nuove limi-tazioni, che interesseranno solo i ragazzi patentati da quella data in poi. Conosciamole insieme:■ dal 1 luglio chi prenderà la patente B non potrà guidare per un announ’auto con una potenza specifica (riferita alla tara) superiore ai 50 kWper tonnellata;■ i neopatentati non potranno superare i 100 km/h in autostrada (90sulle strade extraurbane) per tre anni;■ i neopatentati per tre anni, in caso di sanzione, perdono il doppiodei punti della patente e in caso di gravi infrazioni saranno passibili diuna sospensione della patente da 3 a 6 mesi.

Certo, l'inasprimento delle pene e la maggiore attenzione al rispettodella velocità potranno garantire più sicurezza. Ma il punto della poten-za specifica sarà efficace? Andando a indagare on-line e sfogliando i quotidiani, si scopre chemolte autovetture di piccole dimensioni non potranno più essere utiliz-zate dai neopatentati, mentre altre, di alcune tonnellate più pesanti epiù potenti, invece sì. Tra quella vietate figurano la Citroen C1, la ToyotaAygo, la Chevrolet Matiz, Fiat 500 e Smart Fortwo. Consentita la guidadi colossi come la Mitsubishi Pajero, Nissan Patrol, Land Rover Defendere Fiat Ulysse. Risulta spontaneo chiedersi: ma l'obiettivo non era quello di limitare aineopatentati l'approccio a macchine potenti e ingombranti? Bel proble-ma, difficilmente risolvibile se non ci saranno interventi. Per coloro che siano ancora in tempo non resta altro che sbrigare la fac-cenda patente il prima possibile, mentre i nati dopo il 1 luglio dovrannoaccettare senza riserve le condizioni stabilite dalla legge italiana. Anchese per solo un anno, gireranno con mezzi meno potenti, facendosi leossa e imparando a gestire le curve a minor velocità. Certamente il suono di un paio di chiavi che tintinnano liete, quello nonperderà mai il proprio fascino.

di Marco Bonaglia

Un diciassettenne che si avvicina al prossimo complean-no, spinto dall'invidia e dall'impazienza, da anni diattesa snervante, desidera solo una cosa: la patente.

Si prepara all'esame con attenzione, cerca di carpire ognisegreto della guida dai parcheggi del babbo, in autostradaconsiglia i sorpassi da eseguire. Arriva al giorno dell'esametremante, osserva il touch screen della motorizzazione comese fosse un alieno, controlla diecimila volte la propria schedae poi esce dalla stanza incrociando le dita. Mentre i risultativengono esposti non guarda il foglio, ma i volti degli altriragazzi. Fino a quando si decide, con il groppo in gola siavvicina alla lista di nomi e scopre che è passato. Sì, ora anche lui è un neopatentato. Anche lui può mostrarecon orgoglio un paio di chiavi, che siano della macchina deigenitori, del fratello, dello zio, della domestica. L'importante ègiochicchiarci baldanzoso e sorridere, stimolando gli amici achiedere: “Hai la patente?”. La risposta non può che esserequesta, dopo aver fatto brillare la dentatura: “Cerrrrto, alprimo colpo... ti dò un passaggio?”. L'occhiolino è consiglia-bile in caso di interlocutore femminile.

LA CATEGORIA DEL NUOVO PATENTATO:SOGNI E LIMITI

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MILANO A. BRANDELLI….continua la storia….

CULTURAdi Marilisa Menegatti

E cco qua il seguito del brano tratto da"Milano A. Brandelli" (autoreAndrea Ferrari - Eclissi editrice 2007)

proposto sul precedente numero di IGMagazine, che è stato scritto per noi daMarilisa Menegatti.

...Continuò a correre imperterrito, le gambe nonreggevano più e la milza sembrava stesse peresplodere.Arrivò alla grossa chiesa ansimante dalla fatica egirò a sinistra, verso l'ingresso del parco.Non poteva credere di essere arrivato finalmente.La telefonata era stata chiara."Alle 16 al parco delle Basiliche, puntuale altrimen-ti non ci sarà più niente da fare". Nient'altro.Continuò a correre, doveva farcela...mancava unminuto e non sapeva dove cazzo sarebbe dovutoandare.Erano le 16.01 quando si bloccò sul posto. Non c'era nessuno, era troppo tardi.Ad un tratto alle sue spalle una voce lo chiamò. Si voltò di scatto e finalmente la vide.Erano passati quattro anni dall'ultima volta e nessu-no sapeva che fine avesse fatto. Fino a due oreprima tutti pensavano, compreso lui, che se ne fosseandata. Qualcuno addirittura vociferava che fossestata rapita, ma era la solita stronzata di paese."Sei arrivato finalmente!" disse lei."L-Laura.... ma che..." balbettò lui. Aveva il fiatocorto e il petto gli esplodeva dalla stanchezza, nonriusciva a tirar fuori una frase sensata, nè un suono,solo respiri affannati e lacrime che si mischiavanoalla pioggia e al sudore."Te l'ho detto che sarei tornata per poco", continuòLaura."Se mi vuoi, seguimi, altrimenti non mi vedrai più!Vieni con me?" chiese lei."Ma qui ho la mia vita....e poi...", era troppo stan-co per riuscire a respirare."Deciditi... hai fatto quattro anni a cercarmi, lo so,tra mail e telefonate. Ora ti sto dicendo di venirecon me!".Silenzio totale. I due si guardarono.

La pioggia continuò a cadere incessantemente esempre di più, mentre il parco si faceva sempre piùbuio.Lei si avvicinò a lui e lo baciò."Addio! E' stato bello rivederti, non ti dimenticheròmai!" gli sussurrò all'orecchio.Lui rimase immobile. Fisso nel vuoto, come inebeti-to, ma non la raggiunse, nè la cercò più.Tornò a casa e gli aprì sua sorella Marzia."Ma che diavolo ti è successo???" gli chiese.Alberto era in stato confusionale."Ho visto Laura" disse sconvolto.Pallido, non respirava, fissava solo il vuoto, masapeva che aveva fatto la scelta giusta.Dopotutto lei non aveva mai risposto alle sue chia-mate, nè alle mail. Era sparita dalla sua vita all'improvviso per andar-sene con il suo migliore amico."L'hai lasciata andare non è vero?" domandòMarzia. Lui annuì."Hai fatto bene. Dopotuttola tua vita è qui ormai. Nonsi torna mai indietro e la pic-cola Lisa ne avrebbe soffer-to molto. Poi è stata lei adandarsene.""Tanto sapevo che non eratornata per restare" disselui.Si alzò dal divano e con lelacrime agli occhi, si dires-se verso la piccola stanzaal piano di sopra e si avvi-cinò al lettino.Una bimba di quattro annistava dormendo intensa-mente.Lui vide il sorrisino sullelabbra di quel dolceangioletto e si tranquillizzò.Si avvicinò a sua figlia e la baciò sulla fronte."Non ti lascerò mai piccola!" sussurrò.Così si allontanò dalla stanza e andò a farsi unadoccia.

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Lunedì 22 settembre CERIMONIA INAUGURALE

Martedì 23 settembre PROVA A CRONOMETRO UNDER 23

Mercoledì 24 settembre PROVA A CRONOMETRO ÉLITE DONNE

Giovedì 25 settembre PROVA A CRONOMETRO ÉLITE UOMINI

Venerdì 26 settembre PROVA IN LINEA UNDER 23

Sabato 27 settembre PROVA IN LINEA ÉLITE DONNE

Domenica 28 settembre PROVA IN LINEA ÉLITE UOMINI ww

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