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BOLLETTINO TRIMESTRALE - 3° TRIMESTRE 2016 - N° 3 TARIFFA REGIME LIBERO: “Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Anno XCIX - Genova” città dei ragaZZi

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BOLLETTINO TRIMESTRALE - 3° TRIMESTRE 2016 - N° 3 TARIFFA REGIME LIBERO: “Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Anno XCIX - Gen ova”

città dei ragazzi

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Lettera del Direttoredell’Opera Don Bosco

Congresso Eucaristico Nazionale

Terremoto ad Amatrice

Estate Ragazzi 2016Un’esperienza indimenticabile

Chi parte e chi arriva

GMG in PoloniaUn’esperienza unica

CFP campo di lavoro

ScuoleIl primo giorno

Dalla scuola alla comunitàI latino americani 2005/2016

Fe y Alegríaalla festa della fratellanza

Missione EgittoStefano all’Oratorio del Cairo

Misericordia e VitaPresentazione al Ducale

sommario

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TERZOTRIMESTRE - N° 3LUGLIO-SETTEMBRE 2016

L’Eco di Don BoscoBollettino trimestraleOpera Salesiana - SampierdarenaSped. in abb. postale 70%Anno XCIX - Genova

Direzione e amministrazione:Istituto Don BoscoVia C. Rolando, 1516151 Genova-Sampierdarenatel. 010 640 26 01

C.C.P. 28142164Autorizzazione Tribunale di Genovan. 327 del 16-2-1955

Redazione:Alberto RinaldiniStefano CartechiniSilvano AudanoCommissione Comunicazione dell’OperaDirettore responsabile:Alberto RinaldiniStampa: arti grafiche bicidi - genovatel. 010 83 52 143

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III

Quella del 2016 è stata un’e-state che non dimenticheremo

facilmente. Avvenimenti tristi e gioiosi hanno punteggiato que-sti mesi estivi dell’Anno Santo della Misericordia. “Misericor-diosa” non è stata certamente la terra che ha scatenato il ter-ribile terremoto del Centro Italia con i suoi 295 morti, 380 feritinella notte del 23/24 agosto. Il tempo della nostra storia è statosconvolto dal diverso tempo della natura del sottosuolo. Il di-sastro di tale scontro è dovuto al ritardo umano nella sua ca-pacità di “costruire” case che reggano i sussulti del tempo del-la terra. In attesa della possibile convivenza dei due tempi,piangiamo i nostri morti e adoperiamoci a “ricostruire” quelleterre splendide dell’Appennino dell’Italia centrale… sull’esem-pio del Giappone e della California.Anche nel tempo della storia l’uomo non è capace di smetterel’abito della violenza e indossare quello della non violenza. Laviolenza è all’opera nel mondo e porta morte a milioni di perso-ne. È la violenza dell’Isis, è la violenza della guerra in Siria chedura da cinque anni e coinvolge ormai tutte le grandi potenzedella terra, è la violenza della situazine libica, è la violenza diun capitalsmo senza freni… L’ effetto del prevalere della vio-lenza è il dramma dei profughi che cercano di entrare in Euro-pa, ma incontrano muri o filo spinato o il rischio di naufragarenel Mediterraneo; è la morte e sofferenza delle popolazioni ci-vili; è il lento ma inesorabile arricchirsi di pochi e dell’impove-rirsi di molti. La non violenza invece è il fondamento di una con-vivenza pacifica e solidale.La calda estate 2016, del giubileo della Misericordia, è segna-ta pure da momenti felici: dalla GMG di Cracovia e dalle Olim-piadi di Rio. Giovani che in nome di Gesù Cristo vogliono unmondo “nuovo” e uomini e donne che, nello spirto olimpico, vo-gliono deposte le armi.Il meeting di Rimini riassume questo “sguardo nuovo” dell’uo-mo non violento: Tu sei un bene per me. Il manifesto del Mee-ting recita: “La storia del XX secolo, con le guerre mondiali, ri-corda a noi tutti il tentativo di differenti e contrapposteideologie di eliminarsi a vicenda, di eliminare l’altro: la memo-ria ci riporta ad atroci sofferenze e milioni di morti, ma ancheche ad un certo punto fu possibile percepire l’altro - fino aqualche giorno prima il nemico da combattere - nella sua di-versità, come una risorsa, un bene: fu esattamente in quel mo-mento storico che nacque l’Europa. Senza una esperienza dipositività, in grado di abbracciare tutto e tutti, non è possibileinfatti ripartire”. Quest’ esperienza positiva è agevolata dal giu-bileo della Misericordia: un crescere insieme che scopre nelvolto dell’altro un “bene per me”. Se armonizziamo i tempi delprofondo della terra con il nostro tempo, la terra perde il “vol-to di matrigna”; se vediamo nell’altro “un bene per noi” cado-no dalle nostre mani le armi. Avremmo un’economia solidaleche crea benessere per tutti. Il meglio del cuore umano pren-debbe il timone del mondo avviato alla pace. Un segnale vienedal coinvolgimento di tutto il Paese per dare una mano ai fra-telli di Amatrice e degli altri centri colpiti dal sisma… C’eranoanche gli immigrati ad aiutare gli italiani in difficoltà come cisono immigrati tra le vittime del terremoto. Nel dolore una luceche non dovrebbe più essere spenta né dal tempo della terra,né dalla miopia dell’egoismo che porta alla guerra e alla so-praffazione… luce che illumina il mondo e vive nella presenzatra noi in Gesù - Eucarestia. Alberto Rinaldini

Per modificare, aggiungere o togliere un indirizzocomunica al n. 010 64 02 616 o a [email protected]

Estate bellae terribile

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direttore del don bosco

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che aspettavano di entrare: “Erano mamme. Ma non sivergognavano: la loro carne era lìdentro. E queste donne soffrivanonon solo la vergogna di essere lì –‘Ma guarda quella! Cosa avrà fattoil figlio?’ – ma anche soffrivano lepiù brutte umiliazioni nelleperquisizioni che venivano fatteloro prima di entrare. Ma eranomadri e andavano a trovare lapropria carne. Così Maria, era lì,col Figlio, con quella sofferenzatanto grande”. Gesù – afferma il Papa – hapromesso di non lasciarci orfani esulla Croce ci dona sua Madrecome nostra Madre: “Noi cristianiabbiamo una Madre, la stessa diGesù; abbiamo un Padre, lo stessodi Gesù. Non siamo orfani! E Lei cipartorisce in quel momento con

Il giorno 15 settembre, memoriadella Beata Vergine MariaAddolorata, Papa Francesco nella

sua omelia, durante la santa messaa Santa Marta così si è espresso:

“In un ‘mondo che soffre la crisi diuna grande orfanezza’, noi abbiamouna Madre che ci accompagna e cidifende. Il Vangelo del giorno ciporta sul Calvario. Tutti i discepolisono fuggiti, tranne Giovanni ealcune donne. Ai piedi della Crocec’è Maria, la Madre di Gesù: tutti laguardavano dicendo: “Quella è lamadre di questo delinquente!Quella è la madre di questosovversivo!”: “E Maria sentivaqueste cose. Soffriva umiliazioniterribili. E anche sentiva i grandi,alcuni sacerdoti, che lei rispettava,perché erano sacerdoti: ‘Ma Tu chesei tanto bravo, scendi! Scendi!’.Con suo Figlio, nudo, lì. E Mariaaveva una sofferenza tanto grande,ma non se ne è andata. Nonrinnegò il Figlio! Era la sua carne”.Papa Francesco ricorda quando aBuenos Aires si recava nellecarceri a visitare i detenuti evedeva sempre una fila di donne

l’eco di don bosco numero tre 2016

tanto dolore: è davvero unmartirio. Col cuore trafitto, accettadi partorire tutti noi in quelmomento di dolore. E da quelmomento Lei diventa la nostraMadre, da quel momento Lei ènostra Madre, quella che si prendecura di noi e non si vergogna dinoi: ci difende”.I mistici russi dei primi secoli –ricorda Francesco - consigliavano dirifugiarsi sotto il manto della Madredi Dio nel momento delleturbolenze spirituali: “Lì non puòentrare il diavolo. Perché Lei èMadre e come Madre difende. Poil’Occidente ha preso questoconsiglio e ha fatto la primaantifona mariana ‘Sub tuumpraesidium’ – ‘Sotto il tuo mantello,sotto la tua custodia, oh Madre!’. Lìsiamo sicuri”. “In un mondo che possiamochiamare ‘orfano’, in questo mondoche soffre la crisi di una grandeorfanezza, forse il nostro aiuto èdire ‘Guarda a tua Madre!’. Neabbiamo una che ci difende, ciinsegna, ci accompagna; che non sivergogna dei nostri peccati. Non sivergogna, perché lei è Madre. Chelo Spirito Santo, questo amico,questo compagno di strada, questoParaclito avvocato che il Signore ciha inviato, ci faccia capire questomistero tanto grande dellamaternità di Maria”.

abbiamo tutti un Padre e una madre in cieloMi hanno tanto colpito questeriflessioni di Papa Francesco e mi

Nessuno è orfano suquesta terra

20162017

Ponti diFraternità

missionarisalesiani concomunità

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3l’eco di don bosco numero tre 2016

hanno rimandato all’esperienzaeducativa di San Giovanni Bosco.Anche lui aveva un unico desiderio:far sentire che i giovani hanno unPadre e una Madre in cielo,nessuno è solo e nessuno è orfano. Ecco il grande compito che ha lanostra comunità del Don Bosco diSampierdarena: aiutare i giovani asentire questa paternità ematernità. Tutte le proposteeducative del Don Bosco diSampierdarena dovrebbero averequesto unico scopo.Le mille attività dell’Oratorio, dellaParrocchia, della Scuola, dellaFormazione Professionale, dellaComunità latinos sono tuttepensate perché i giovani del DonBosco si sentano a Casa e faccianoesperienza di paternità, di maternitàe di fraternità. Lo è stato per itantissimi ragazzi che hanno vissutol’Estate Ragazzi, per i ragazzi deicampi scuola di Torriglia e quelliispettoriali, per i ragazzi del Campodi lavoro fatto qui a Sampierdarena,per i giovani che sono partiti in

Missione in Egitto. Questaesperienza di fraternità ci hannoraccontato i giovani che sono tornatidalle Giornate Mondiali dellaGioventù di Cracovia.

ricominciare Ricominciare un nuovo annosapendo con chiarezza la meta daraggiungere ci aiuta ad essereattenti alla rotta da seguire. Siamochiamati tutti, giovani e adulti, acostruire ponti di fraternità perpoter essere tutti Don Bosco oggiche ricorda ai ragazzi: “Vi vogliofelici nel tempo e nell’eternità”. Tuttisappiamo che l’autentica esperienzadi felicità si vive tra noi quando cisentiamo amati, quando cisentiamo importanti per qualcuno equesto stimola in noi energie chenon pensavamo di avere.

Progetto educativo dell’oPeraDopo due anni in cui abbiamocercato di costruire la ComunitàEducativa Pastorale e il ProgettoEducativo per tutta l’Opera è arrivato

direttore del don bosco

il tempo della concretizzazione. Perquesto chiediamo aiuto a tutti coloroche amano don Bosco a collaborareper questo progetto ambizioso ecarismatico: fare del Don Bosco diSampierdarena una Casa cheAccoglie dove si vive l’esperienzadella fraternità.

chi Parte e chi arrivaQuesto numero dell’Eco, cheracconta l’estate, è per noil’occasione per ringraziare tutticoloro che si sono spesi per il donBosco di Genova e che ora sonotrasferiti in altre case. Grazie a donMassimiliano Civinini che è statochiamato a prestare il suo servizioalla nuova missione di Olbia. Grazieancora al nostro Parroco donMario Carattino che andrà aVallecrosia. Grazie perché ci avetedato testimonianza di un amorefedele a Gesù e a don Bosco.Diamo il benvenuto a don CarloZucchelli, a don PierdanteGiordano e al giovane salesianoDavide Riccitelli che hannoricevuto come obbedienza dilavorare a favore dei giovani diSampierdarena.Chiediamo tutti insieme alla Madreceleste di accompagnarci in questonuovo anno educativo-pastorale eci indichi lei la via d’amore per nonfar sentire nessun giovane orfano.Buon anno educativo- pastoralea tutti voi.

Don Maurizio

delegazione del congresso

i giovani del CFP

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congresso

4l’eco di don bosco numero tre 2016

Abordo di una motovodetta della Capitaneria di Porto che nelle scor-se settimane è stata impegnata nelle missioni di salvataggio dei pro-fughi, arriva al porto Antico l'Ostia sacra al centro dell'adorazione

che è il culmine della giornata odierna del Congresso Eucaristico nazio-nale in corso a Genova. Migliaia di fedeli hanno affollato via San Lorenzoper raggiungere il porto antico,dove l'arrivo viene salutato da sirene e get-ti d'acqua. Ad accompagnare la motovedetta, 12 pescherecci a simboleg-giare i 12 apostoli. Alla cerimonia partecipa anche il presidente della Re-gione Giovanni Toti.

"Un grande, bellissimo e importante evento di spiritualità e di fede, cherafforza le nostre tradizioni e le nostre origini cristiane e merita assolutaattenzione da parte delle istituzioni cittadine, regionali e spero anche na-zionali - ha commentato Toti, è un evento che movimenta la città, ulterio-re aspetto positivo perchè tutto quello che fa di Genova una città centra-le del Mediterraneo è da vedere con assoluto interesse".

Dopo l'adorazione, la processione eucaristica arriverà nella cattedrale diSan Lorenzo passando per la porta santa, con la cassa del Santissimoportata a mano da una delegazione di lavoratori genovesi .

"Nell’ora in cui si spegne ilgiorno, in tutte le nostreDiocesi ha inizio il XXVI

Congresso EucaristicoNazionale. Ora solenne questa,

gravida di commozione e digrazia: stretti nel vincolodell’unica fede, Pastori e

Comunità elevano a Gesù-Eucaristia una sinfonia di

cuori, una corale preghiera dilode. Vorremmo che l’Italia siaccorgesse che sta accadendo

qualcosa nel suo grembo,qualcosa di vero e di bello chela riguarda da vicino. Il nostropensiero corre al Santo PadreFrancesco: Egli è con noi con

quell’affetto caldo e paterno chetutto il mondo conosce e

ricambia. Lo ringrazio per avervoluto nominare me come suo

Inviato Speciale per questomomento tanto significativo. ALui rinnoviamo il nostro affetto

filiale e la nostra prontacomunione”. 

(dall’Omelia del Cardinale)

15 settembreapertura del congresso eucaristico nazionale

arrivo dell’ostia sacradal Porto antico

17 settembre

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5l’eco di don bosco numero tre 2016

congresso

18 settembrele parole del card. bagnasco a chiusura del congresso eucaristico

Cari Amici,la forza del Pane eucaristico cicongeda da Genova con un precisomandato missionario, in linea con iltema che abbiamo voluto per ilnostro Congresso e da cui discendeuno stile di vita per noi e per lenostre comunità: “L’Eucaristia,sorgente della missione”.In particolare, a voi giovani –facendo nostre le parole che PapaFrancesco vi ha rivolto a Cracovia –noi Pastori ripetiamo: nonscoraggiatevi mai, l’umanità habisogno di voi, di “giovani svegli,desiderosi di rispondere al sogno diDio e a tutte le aspirazioni del cuore”(Veglia GMG). A voi famiglie, che siete Chiesadomestica e scuola accogliente di vitain tutte le sue fasi, giunga la nostravoce di ammirata riconoscenza.Lasciatevi incontrare dal Signore ecustodite la Sua amicizia: una

famiglia che prega non potrà maiessere semplicemente disperata nécadere totalmente in preda alladiscordia.A voi diseredati della vita, daqualunque parte veniate,rinnoviamo la nostra prossimità: ilDio dell’amore ci spinga acamminare insieme, nellapromozione della stessa dignità enella responsabilità di un comunedestino.A voi, persone consacrate, giunga lanostra gratitudine: abbiamo bisognodei vostri voti, che ci dicono che Diobasta a riempire il cuore. E a voiclaustrali, che avete scelto comemondo il perimetro dei vostrimonasteri, chiediamo di essercisentinelle vigilanti nel crepuscolo,anticipatrici dell’aurora.A voi, carissimi sacerdoti e diaconi,che siete in mezzo al nostro popoloogni giorno, confermiamo la nostra

stima e amicizia: vi chiediamoumilmente di non farci mai mancareil vostro affetto. La nostra unità è ilprimo annuncio del Vangelo.Come comunità ecclesiale, vogliamoinfine rivolgerci al nostro amatoPaese, a quanti guardano a questogrande cenacolo con l’attesa di unaparola particolare. Vorremmo dirviche vi siamo sinceramente vicini, checi state a cuore, che ci anima unapiena disponibilità a incontrarvi;insieme con voi ci sentiamopellegrini verso casa. Siamo Pastoridi una Chiesa esperta in umanità: lanostra voce è discreta, ma ora –come una vela al largo, sostenuta dalvento dello Spirito – prende vigore eproclama : “O uomini che ciascoltate: la nostra gioia è grande e sichiama Gesù!”.

(dall’Omelia del Cardinale)

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attualità

6l’eco di don bosco numero tre 2016

«IL TERREMOTO NON UCCIDE. UCCIDONO LE OPERE DELL’UOMO!»

Il vescovo di Rieti Mons. Pompili durante il funerale delle vittime di Amatrice

«Mi hannospezzatocon la

sabbia i denti, mi hasteso nella polvere.Son rimasto lontanodalla pace, hodimenticato ilbenessere». Il branodelle Lamentazionidescrive la distruzionedi Gerusalemme, ma si presta benead evocare la devastazionedi Amatrice e di Accumoli. Sembra dirisentire i sopravvissuti: un rumoreassordante, pietre che precipitanocome pioggia, una marea asfissiantedi polvere. Poi le urla. Quindi il buio».Il brano ispirato prosegue: «Buono è il Signore con chi spera inlui, con l’anima che lo cerca. È beneaspettare in silenzio la salvezza delSignore». Si intuisce che Dio non può essereutilizzato come il caproespiatorio. Al contrario, si invita aguardare in quell'unica direzionecome possibile salvezza. In realtà, ladomanda “Dov’è Dio?” non vaposta dopo, ma va posta prima ecomunque sempre per interpretarela vita e la morte. Come pure, vaevitato di accontentarsi di rispostepatetiche e al limite dellasuperstizione. Come quando siinvoca il destino, la sfortuna, lacoincidenza impressionante dellecircostanze.A dire il vero: il terremoto ha

altrove la sua genesi! Iterremoti esistono daquando esiste la terra el’uomo non era neppureun agglomerato dicellule. I paesaggi chevediamo e che cistupiscono per la lorobellezza sono dovuti allasequenza dei terremoti.

Le montagne si sono originate daquesti eventi e racchiudono in lorol’elemento essenziale per la vitadell’uomo: l’acqua dolce. Senzaterremoti non esisterebbero dunquele montagne e forse neppure l’uomoe le altre forme di vita. Il terremotonon uccide. Uccidono le operedell’uomo!«Venite a me voi tutti che sieteaffaticati e oppressi e io vi ristorerò…sono mite e umile di cuore». Leparole del Maestro sono come unbalsamo sulle ferite fisiche,psicologiche e spirituali di tantissimi.Troppi. Non basteranno giorni, civorranno anni. Sopra a tutto èrichiesta una qualità di cui Gesù si fainterprete: la mitezza. Che è una‘forza’ distante sia dalla muscolareingenuità di chi promette tuttoall’istante, sia dall’inerzia rassegnatadi chi già si volge altrove.

ricostruzione: «non sia sciacallaggio oQuerelle Politica, ma Facciarivivere la bellezza»   La mitezza dice, invece, di un

coinvolgimento tenero e tenace, diun abbraccio forte e discreto, di unimpegno a breve, medio e lungoperiodo. Solo così la ricostruzionenon sarà una ‘querelle politica’ ouna forma di sciacallaggio di varianatura, ma quel che deve: farrivivere una bellezza di cui siamocustodi. Disertare questi luoghisarebbe ucciderli una seconda volta.Abitiamo una terra verde, terra dipastori. Dobbiamo inventarci unaforma nuova di presenza chesalvaguardi la forza amorevole etenace del pastore. Come si ricava da un messaggio informa poetica che mi è giunto oltrealle preghiere: «Di Geremia, il profeta, rimbomba lavoce: ‘Rachele piange i suoi figli erifiuta di essere consolata, perchénon sono più’. Non tiabbandoneremo uomodell’Appennino: l’ombra della tuacasa tornerà a giocare sulla natiaterra. Dell’alba ancor ti stupirai».

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Centinaia di bambini, ragazzi, giovani,salesiani, hanno vissuto un’esperienzaindimenticabile. Dal 13 giugno al 22 lu-

glio abbiamo vissuto 6 settimane di impegno,gioia, sacrifici, preghiera, gite, formazione,laboratori, giochi, musica e tanto divertimen-to. I’Oratorio si è colorato di volti di bambinie giovani gioiosi come voleva Don Bosco. Al-la regia c’era Don Max aiutato da salesiani eda numerosi giovani animatori. L’avventuradell’estate ragazzi l’abbiamo vissuta attra-verso la storia di EDELON e i suoi fantasticiamici in cui si sono avventurati in storie mi-steriose, scontri e lotte per conquistare

la CHIAVE magica per poter entrare nellaPORTA straordinaria che dà accesso al RE-GNO. È la metafora per ogni educatore chedeve trovare nel suo “sacco” per aprire ilcuore dei bambini, dei ragazzi che ci vengo-no affidati. Come diceva il nostro Padre DonBosco: “l’educazione è cosa di cuore ma so-lo Dio ne è il padrone”.In questo anno della misericordia abbiamosperimentato nel servizio ai più piccoli lequalità di un “cuore umile”: vicinanza, deli-catezza, tenerezza, essenzialità. Impegnan-doci giorno dopo giorno abbiamo visto neipiccoli il volto di

un nostro fratello più bisognoso. L’estate ra-gazzi è stata solo un’esperienza… l’Oratoriocontinua… a educare e far crescere i giova-ni. Don Bosco li voleva: BUONI CRISTIANI EONESTI CITTADINI.

Stefano

estate ragazzi

7l’eco di don bosco numero tre 2016

l’estate ragazzi 2016al don boscoun’esperienza indimenticabile

festa oratori cittadini

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chi arriva e...

8l’eco di don bosco numero tre 2016

CARO DON MAX

Ti abbiamo avuto compagno di cordata perquattro anni… sufficienti per ricordare atutti la tua generosità e la vivace operosità

con i giovani. Là dove sorgeva una necessità tuc’eri. Ora Olbia lanciata come non mai verso ilfuturo aveva bisogno di un pilota coraggioso.

Ed ecco i superiori hanno pensato a te. E larisposta dei Salesiani alle richieste dei giovani diquella città sarà efficace, creativa e fantasiosa.Dimentica i momenti negativi che ti hanno fattosoffrire. Porta nel cuore con i giovani l’intera tuacomunità. Sei nella sponda dello stesso mare…solo un po’ più in là. Plus ultra nella grandenavigazione salesiana verso il Porto ove tutto saràcome il cuore desidera.

2016-2017 chi arriva e... il don

Ogni anno in settembre la Comunità delDon Bosco vede salesiani arrivare esalesiani partire. È il nomadismo

salesiano che,a volte, fa soffrire le persone delluogo che devono sempre “ricominciare”. Ma ilnostro nomadismo porta con sé anche vantaggi,che non sempre vediamo immediatamente.Leggiamoli alla luce della Misericordia. In ognicaso se tutti siamo di passaggio, il religiososalesiano sosta in una casa pochi anni… cento epiù case richiedono Salesiani. In questo 2016 da Arezzo arriva il nuovo parroco,don Carlo Zucchetti; da Firenze don PierdanteGiordano che curerà il collegamento conl’Oratorio di Varazze e con l’Opera di GenovaQuarto; da Roma arriva Davide, studentesalesiano tirocinante che opererà con la scuola

Elementare, Media e Oratorio. Vi accogliamo come un dono di Dio, vi auguriamo di trovarvi bene inquesta nostra Comunità e ricordiamo alla gente di Sampierdarena che i Salesiani sono figli di DonBosco e, con lui, innamorati di Gesù Cristo. E don Bosco, segno visibile dell’amore di Dio verso i giovani, non cambia casa!

Don Pierdante,Davide e don Carlo

Don Max e gli oratoriani

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chi parte

IL SALUTODI DONMARIOContinuate adessere generosicon chi habisogno

Cambia il Parroco?Sì è vero! InParrocchia verrà un

nuovo Parroco, Don Carlo Zucchetti.Io andrò a vivere, senza alcun incarico, nella comunità salesiana diVallecrosia (IM) dove, potrò occuparmi del mio stato di salute: il pesoeccessivo e tutte le implicazioni che esso comporta al mio stato psicofisicohanno ostacolato il mio lavoro a servizio della comunità: in questo temposono riuscito a dare solo il 50% di quello che avrei potuto.Occorre essere in piena salute ed in buona forma per svolgere tutti icompiti di un Parroco come la benedizione delle famiglie, la visita aimalati, l’attenzione alle famiglie povere, la visita ai malati in ospedale, lapresenza alle riunioni diocesane e tutto quanto si possa immaginare...Tutto ciò, unito al mio carattere, eccessivamente timido, mi ha portato,talvolta, a chiudermi in me stesso e diventare un poco individualista,tanto da sembrare meno autorevole di quanto si richiederebbe ad unParroco che deve guidare con responsabilità e con saggezza unacomunità. Dopo così poco tempo la comunità si trova di nuovo a vivereun ulteriore cambio di Parroco, ma anche questo dovrebbe viversi comeun momento di crescita e di corresponsabilità.L'unica raccomandazione che vorrei lasciarvi è quella di continuare apensare e ad aiutare i poveri.Continuate a essere generosi con chi ha bisogno, come avete fatto inquesti anni e il Signore continuerà a benedirvi!Saranno proprio ipoveri che avreteaiutato ad aprirvile porte delParadiso.Accogliete ilnuovo Parrococome aveteaccolto me.Pregherò sempreper voi.Grazie di cuore a tutti!

IL GRAZIE CORDIALEDELLA COMUNITÀ ADON MARIOCaro don Mario, Hai sostato varie volte in questacasa tanto cara a don Bosco. Moltiamici ti ricordano giovanesacerdote direttore dell’Oratorio. Letue omelie erano un tessutod’immagini che incantavano igiovani. Poi sei tornato per alcunianni come parroco nella “primaparrocchia” salesiana dellaCongregazione… se ricordiamo chenon era solo affidata ai Salesiani,ma era di proprietà di don Bosco edei suoi figli. Tu ci ricordi i motiviche ti hanno spinto a chiederel’esonero dell’ufficio di parroco. Noivediamo solo il grave problemadella salute… che devi condecisione affrontare con un po’ dipace. Quando il cardinale Bagnascoti insediò come parroco disse a tuttinoi: Don Mario ha un cuoregrande, proporzionato alla suapersona tanto robusta. Nondimenticheremo il tuo “cuore”grande verso tutti, un cuore“misericordioso”. Nella tua memoriaricorda tutti i tuoi ex parrocchiani, ituoi confratelli Salesiani, che ticonfermano il loro affetto. E nondimenticare di passare a salutarci.Ti promettiamo che continueremo aricordarci dei poveri. !

9l’eco di don bosco numero tre 2016

. chi Parte bosco vive il suo annuale rinnovarsi

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GMG

10l’eco di don bosco numero tre 2016

Tra il 25 luglio e il 2 agosto, igiovani del nostro Oratoriosono stati coinvolti in

un'esperienza unica: la GiornataMondiale della Gioventù. Unmilione e mezzo di ragazziprovenienti da tutto il mondo sisono riuniti a Cracovia nel nomedi Gesù per vivere insieme alcunimomenti di grande forzaspirituale. In particolare, i nostrigiovani hanno condiviso lamaggior parte delle proposte congli altri oratori della nostraispettoria e hanno partecipato,con il caratteristico entusiasmo

salesiano, alla festa del SYMmondiale. Tra tutte le iniziative, lapiù impegnativa è stata

sicuramente ilpellegrinaggio verso il"Campus Misericordiae". A rigenerare però tutti ipartecipanti è stata lapresenza di PapaFrancesco, che con lesue parole ha esortatopiù volte i ragazzi a nonessere "giovani-pensionati", ma adattivarsi in comunioneper portare un

contributo in questo mondobisognoso. A conclusione diquesta esperienza il nostroOratorio ha avuto l‘opportunità divisitare i campi diconcentramento di Auschwitz eBirkenau: momento molto forte etoccante.Un'ultima giornata, vissutanell'Oratorio di Udine, ci haofferto la possibilità di rivivere ibei momenti passati insieme econdividere ciò che più hatoccato il cuore di ciascuno.

Picabo e Silvia

gmg in Poloniaun’esperienza unica

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Il campo-lavoro di quest'anno2016 si è svolto presso la casa diGenova- Sampierdarena dal 2 al

10 luglio 2016. Un'esperienza unicadi vita comune tra 16 giovani egiovani salesiani ed animatori. Igiovani provenivano dai CFP diRoma Gerini e del Borgo Ragazzidon Bosco. Attraverso il lavoromanuale e la riflessione sutematiche esistenziali i ragazzihanno assaporato il gusto dellacondivisione e della solidarietà.Infatti, attraverso il loro contributola casa di Sampierdarena aiuteràeconomicamente l'esperienzamissionaria del Cairo in Egitto. Inostri ragazzi, allora, contribuirannocon il loro sacrificio manuale nelregalare un sorriso ai giovaniegiziani. La comunità di Genova haaccolto con gioia i nostri giovani, iquali hanno riconosciuto in gesticoncreti il vero spirito di famiglia

tanto caro a don Bosco. Durante laformazione i giovani hannoriflettuto su temi quali laconoscenza di sé, l'affettività, ilvalore del lavoro, l'importanza diavere regole condivise per viverebene insieme. Molto toccante èstata altresì la visita all'oratorio diVarazze. La ricetta di questi giorni èstata a base di familiarità, sport,preghiera, lavoro e tanta voglia distare insieme per conoscersi e ri-conoscersi come destinatari di unsogno che ancora continua adentusiasmare le giovanigenerazioni: don Bosco vive elavora ancora dal cielo per vedere igiovani di oggi felici nel tempo enell'eternità. Il lavoro può essere lachiave per rendere il nostro mondoun po’ migliore e per lasciarsilavorare internamente dalla fatica edalla cooperazione.

don bosco

11l’eco di don bosco numero tre 2016

camPo lavoro don boscogenova samPierdarena 2016in vista anche di aiutare l’esperienza missionaria del cairo

BENEFATTORILustrissimi Letizia

Carbone AnnunziataObertivarmi Angela

Fiori ClaudioGenova Alessandro

Lupi Alberto e DiegoSilvestri ChiaraIda’ Annunziata

Caraffi EnzoRinaldi AndreaMocchi Alberto

Lugani IdaDe Muro GiovanniTenconi Gianpaolo

Russo PietroBoccaccio Ileana

Cartechini Stefano

17 novembre 2016 ore 17,30

Sala Liguria di Palazzo DucalePresentazione del volume

“MISERICODIA E VITA”Don Pascual Chavez

Successore emerito di don Bosco

Prof. Lorenzo Caselli Docente emerito dell’Università di Genova

Donatella Alfonso giornalista “La Repubblica”

Moderatore

Salvatore Vento

Saranno presenti, con i due curatori del volume, anche altri autori di articoli.

Gita a Varazze

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12l’eco di don bosco numero tre 2016

scuole

Dalla terrazza contemplo la folladi studenti e genitori raccoltidavanti alla statua di Don

Bosco nel cortile dell’Oratorio. Sonoi piccoli della prima elementareaccompagnati dai genitori, i ragazzidella prima media e tutte le altreclassi più stagionate. Le nuove classisalgano accanto al Direttore donMaurizio e scrosciano gli applausi.La stessa calda accoglienza èriservata alle maestre, alleprofessoresse, ai giovani del serviziocivile, a Davide, il giovane salesianoarrivato da Roma. I due pallonilanciati nel cielo indicano la strada

per arrivare in alto nel sapere e nelvivere. L’applauso che accompagnale “due mongolfiere” che siinabissano nell’azzurro sanciscel’accettazione dell’avventurascolastica 2016-2017: abbattere murie costruire ponti di fraternità… Èl’invito rivolto a tutti dal Direttore delDon Bosco.Mentre le varie classi col proprioinsegnante si portano in aula, anch’iolascio il mio posto di osservatore eripenso alle parole di Mons.Bertolone: «Lo studio è la migliore previdenzaper la vecchiaia. La saggezza di

Aristotele è sempre lì, salda neisecoli, a ricordare l’importanzadell’istruzione. Ancor più in questigiorni in cui le scuole riaprono ibattenti. Un nuovo anno scolasticocomincia, col suo carico dientusiasmo e aspettative: si apronoorizzonti, lo spirito gode nellabellezza, il cuore freme nella ricerca,la mente si esalta nella scopertadella verità per acquisire queltesoretto di competenze econoscenze da utilizzare nel lavoroe, soprattutto, nella vita”.

Don Alberto

il Primo giorno di scuola al don boscocostruire ponti di fraternità

2016/17al via

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scuole

13l’eco di don bosco numero tre 2016

Mentre Genova ha gli occhi e il cuore rivolti alCongresso Eucaristico, nei nostri cortili, il 16settembre abbiamo vissuto una bellissima

festa d’inizio anno scolastico per i bambini e ragazzidella scuola primaria e secondaria. Dopo l’abbondantepioggia della giornata precedente, anche il solesembrava felice e sorrideva alto sul Don Bosco. Lastupenda mattinata di sole ha fatto da cornice alleattività ricreative per gli studenti.

Dopo il saluto iniziale da parte di Don Marco con unpensiero su San Domenico Savio, i ragazzi delle mediesi sono divertiti giocando a calcio, pallavolo e basket; ipiù piccoli si sono cimentati in staffette di corsa con esenza palla. Dopo la merenda di metà mattinata, sisono ripresi i giochi fino alle ore 11.30, quando cisiamo diretti verso la nostra Chiesa, per ringraziare ilSignore per la festosa giornata trascorsa e affidare aMaria Santissima questo nuovo anno scolastico. Allacelebrazione eranopresenti anche igiovani del CFP.Lasciamo alle foto laprova della festaarricchita anche dallavisita di unadelegazione delCongressoEucaristico nazionalein visita al DonBosco, luogo della“misericordia” versoi giovani più poveri eabbandonati.

Stefano

Festa d’inizio anno scolastico

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latinos

14l’eco di don bosco numero tre 2016

dalla scuola alla comunitài latino americani 2005-2016

Quando il Don Bosco ha aperto le porteagli immigrati latino americani eravamonel 2005. All’inizio la richiesta di uno

spazio per la scuola a distanza dell’Universitàdi Loja e per la scuola superiore. Difficoltà eincomprensioni con i residenti, ma anchereciproca accoglienza. L’8 dicembre nacque ilgruppo imaculados, un gruppo di latinos egenovesi. Costruirono una squadra di calcio econdivisero tanti valori guidati da treOratoriani. Nacquero poi il Natale insieme,incontri tra giovani latinos e genovesi… Mase i latinos erano in maggioranza arrivaronoanche ragazzi dell’Est Europa, cinesi,nordafricani. Oggi, 10 anni dopo, quel seme èdiventato una pianta enorme: ogni domenicada 5 anni un salesiano latino americanocelebra la S. Messa in castigliano alle ore12… e la chiesa parrocchiale è piena. Nesono personalmente testimone perché aquella Messa mi trovo nel confessionale. Queicanti che sanno di nostalgia o dolce tristezzaascoltati la prima volta nella Chiesa a SantaCaterina… ormai sono familiari. Se il Don

Bosco ha aperto loro le porte e il cuore, essisentono il Don Bosco come casa loro. Equante volte ho visto persone latino americanio del Nord Africa dare una mano ai Salesianiper ordinare le “comune casa”! Lavorogratuito e generoso che ti commuove. Leattività della Comunità dei Latinos sonoinfinite e ben organizzate sotto la guida

trascinante di padre Daniel. Anche la scuolaFe y Alegría, ora Cooperativa socio educativa,ha cambiato volto: è una struttura aperta atutta la Comunità Latina. Riporto qui alcunefoto di iniziative religioso – culturali chedicono la loro vitalità e dinamismo nel DonBosco!

Alberto Rinaldini

Pellegrinaggio a Lourdes

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15l’eco di don bosco numero tre 2016

latinos

la cooPerativasocio educativaFe Y alegría genova alla Festa dellaFratellanza

Sabato 6 Agosto 2016 Genova si è tinta dei coloritipici di tutte le Regioni dell’Ecuador. Per la primavolta sono sfilati carri allegorici del capoluogo

Ligure per commemorare la festa nazionaledell’Indipendenza dell’Ecuador dal dominio spagnolodatata 10 Agosto 1809.A questo coloratissimo evento hanno aderitomoltissime realtà latino americane. Non potevamancare l’impegno da parte di FeY Alegría Genovache, con lasupervisione dellaCoordinatriceAccademica JimenaGaibor, in poco piùdi un mese hacreato il carroallegorico“GALAPAGOS”.Insieme a noi hannopartecipato a variotitolo l’Istituto DonBosco di GenovaSampierdarena, ilComitato Nazionaleper CristoforoColombo, il pittorelatinoamericano VictorHugo Camposano, laScuola di Ballo Tierradel Sol e l’AssociazioneImpronta di Donne.Dopo l’intensissimomese finalmente lasfilata!L’evento si è aperto conil saluto delle autoritàpresenti: l’Ambasciatorein Italia dell’Ecuador, lanuova console di GenovaNarcisa Soria grandepromotrice della sfilata, il Sindaco di Genova MarcoDoria ed Elena Fiorini Assessore alla Legalità e alla

Sicurezza; a seguire hanno sfilato le bandiere deipaesi intervenuti a questo evento e Fe Y AlegríaGenova ha avuto l’onore di essere portabandieradell’Ecuador, l’alunno fresco di diploma JoanQuinapallo si è dimostrato all’altezza del compito ed èstato promosso a simbolo di tutti gli ecuadorianiresidenti nella Regione Liguria.

Sul carro le bellissimestudentesse CarlaCastro e Dorley Santosche con eleganza sisono calate nei panni diMiss Galapagos e MissEcuador; adaccompagnarci durantetutto il tragitto lasimpatica danzaBoobie dei bimbi edelle loro mammeorganizzata dallascuola di ballo Tierradel Sol.Cosa ci lascerà ilcarro allegoricoGalapagos? Tantinuovi amici,un’esperienza di vitae di comunità, disolidarietà e faticache ha cementatoancora di più inognuno di noi l’ideache solo UNITI siVINCE, unacomunità che salavorare insieme,tirandosi su lemaniche senza

paura di sporcarsi lemani per il bene comune. Un’esperienza faticosa,

ma appagante.Per Fe Y Alegría

Prof.ssa Valentina Lusetti

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16l’eco di don bosco numero tre 2016

solidarietà

La nostraIspettoriaICC ha

intrapreso unacollaborazionecon il Medio-Oriente e dal 15luglio al 18 agostoun gruppo divolontari,accompagnati daDon Michelangelo,Don Luca e Stefano, hanno vissutoun’esperienza di servizio per i piùpoveri e bisognosi in Egitto, nellenostre Opere Salesiane al Cairo, aRod El-Farag e a Zaytoun. Fortel’impegno e numerose le difficoltàincontrate in un contesto diverso dalnostro mondo occidentale. Abbiamotrovato una società caotica econtrollata a stampo militare che“limita” in alcuni casi la vita; unacultura musulmana in cui le piccolecomunità cristiane copte-ortodossevivono in minoranza e in alcuni casiuna vera e propria esclusione dallasocietà. Una parte del gruppo si è inserito aRod El-Farag dove ha vissutoun’esperienza di aiuto agli insegnati

locali in classedurante il corso diitaliano per 360ragazzi dai 14 ai16 anni in vistadell’iniziodell’annoscolastico, nelpomeriggio congiochi e attività…Dalle 16 alle 22,l’Estate Ragazzidell’Oratorio, circa100/120 bambiniogni giorno con lanostra tipica

attività fatta digiochi, musica,laboratori, teatro,sport e tanti sorrisie scherzi...L’altra parte delgruppo si è inseritaa Zaytoun, inservizio per ibambini più piccolicon l’Estate

Ragazzi mattutina e nelpomeriggio Oratorio per giovani piùgrandi egiziani e sud-sudanesi. Esatto,sud-sudanesi, perché nel quartiere diZaytoun vive una grande comunità dirifugiati.Non sono mancate le opportunità divisitare la città nella sua parte piùantica, le Piramidi e la Sfinge neldeserto, il Museo egizio, il bazar diKhan al-Khalili, le mosche islamiche diMuhammad Ali-Basha e SayyidnaHusayn. Toccante e molto densa diemozioni la visita alle comunità dellemissionarie di Santa Madre Teresa ealle suore copte-ortodosse nellabaraccopoli del Cairo nei pressi delMonte Muqattam dove i Zabbalinletteralmente “Monnezzari” sioccupano di raccogliere e riciclare (amano) i copiosi flussi di immondiziadella capitale egiziana.Cosa mi porto nel cuore? Tanta vitavissuta e riflessioni profonde sulsenso della vita. Vivere con gli ultimisignifica guardare la vita come laguarda il povero, perché i suoi occhisono diversi dai miei. Il Signore ci hadato il povero come Maestro che ciinsegna l’ESSENZIALITà. Quello cheho vissuto non si può raccontare oscrivere perché lo si vive con ilcuore... e il cuore quando è pieno efelice non scrive, ma vive per gli Altri.

Stefano

missione in egitto

il cuore quando è felice

non scrive, ma vive

per gli altri

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“Il canto del cigno?” Il più bel canto del CentroCulturale sì, ma non l’ultimo. È in cantiere n.20 “Riforma protestante 500 anni dopo”.

Il volumetto fresco di stampa, già in Internet (www.il-tempietto.it) è in attesa di essere presentato al Du-cale giovedì 17 novembre ore 17,30 nella Sala Ligu-ria attigua a quella del Gran Consiglio. Nasce sotto laspinta di due eventi: il giubileo della misericordia e ilCongresso eucaristico nazionale che si è tenuto a Ge-nova in settembre. Il volume nella sua splendida vestetipografica era già pronto a metà luglio. Volevamopresetarlo prima del Congresso eucarstico al Ducalein data 9 settembre. Poi la sovrapposizione di unevento che escluderebbe tante persone interessate, ciha costretti a rinviare la presentazione ad altra data. Inquesta presentazione del volume ai lettori dell’Eco diDon Bosco, ci preme segnalare anzitutto la copertina:un militare porta in braccio con tenerezza la bambinasalvata dal naufragio nel Mediterraneo: è la metaforadella misericordia. La misericordia più o meno espli-citata o vissuta, fa parte della nostra essenza. Si devefare vivere in tutta la vita dell’uomo. Con le parole diEdgar Morin la misericodia è il software dell’altrui-smo cui deve lasciare spazio il software dell’egoismoche sta portando l’umanità alla distruzione. Colta, prima, come forza capace di rivoluzionare ilnostro mondo, la forza della misericordia nel volumeè letta in vari ambiti del vivere quotidiano: dalla poli-tica all’economia, dalla famiglia alla vita cristiana, dal-l’arte alla musica, al diritto. Uno dei vertici del libret-to è l’Eucarestia e la misericordia.

Scrive il cardinale Bagnasco: L’adorazione dell’Eucarestia “è un tuffo visibile nellaverità di ciò che siamo e di ciò che sono gli altri, le co-se, la vita: non padroni arroganti ma figli amati, nonisole indipendenti ma fratelli, non muri ma ponti.Non è forse questo un estremo atto di misericordia?La misericordia infatti è l’amore di Dio che ci liberadall’inganno che a volte siamo noi per noi stessi. SeGesù è il volto della misericordia – come scrive papaFrancesco – l’Eucarestia è il volto di Cristo, e quindisacramento della misericordia di Dio: è la verità diDio – amore nel quale ritorniamo a scoprire il voltodell’umano e del mondo”. I due motivi che hanno fatto nascere il volume: Il giu-bileo della Misericordia e il Congresso Eucaristiconazionale a Genova si richiamano e formano unitàprofonda. Altro vertice è l’articolo con cui si chiude illibro. Un articolo scritto il 24 dicenbre 2015 su Re-pubblica da Eugenio Scalfari, “Misericordia: l’armadi Papa Francesco per la pace nel mondo”.Altro elemento di novità del volume è la sintonia delsistema preventivo di Don Bosco e quanto Papa Fran-cesco in modo “misericordioso” vive e insegna daquando è stato eletto vescovo di Roma. Riassumo lavicinanza con due parole: “amorevolezza” e “tenerez-za” che per il buon padre Don Bosco di fatto coinci-dono. Egli è stato segno visibile dell’amore - tenerezzadi Dio verso i giovani. Per loro studia, lavora, prega,per loro vive. Vuole che essi non solo sappiano di es-sere benvoluti, ma sentano di essere amati.

Alberto Rinaldini

Misericordiae Vita

nr. 1

9

a cura di Alberto Rinaldinie Salvatore Vento

19

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cura di Alberto Rinaldinie Sa vvl atore VeeV nto

Misericordia e vita...il numero più bello della Rivista “Il Tempietto”

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