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t t icino N° 40, primavera 2014 Colori

Colori - pronatura-ti.ch · al freddo/scuro e al chiaro/caldo, in sintesi quindi al nero e al bianco. Ove si aggiunge un terzo termine, questo è il rosso; seguono il verde e il giallo,

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tticinoN° 40, primavera 2014

Colori

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2 EDITORIALE

Coloriamo?

IndiceSimbolismo dei colori 3Luce, vista e colori 4Dimmi di che colore sei… 5Ambasciatore dei prati colorati 8La genziana blu e la ballerina gialla 10La ricerca del bello 12Campi estivi 14Attività giovanili 15

ImpressumBollettino trimestrale della SezioneTicino di Pro Natura. Viene allegatoalla Rivista nazionale di Pro Natura.Editrice:Pro Natura TicinoViale Stazione 10, c.p. 23176500 BellinzonaTel.: 091 835 57 67Fax: 091 835 57 66E-mail: [email protected]: 65-787107-0Internet: www.pronatura-ti.chRedattrice responsabile:Martina SpinelliCommissione redazionale:Christian Bernasconi, FiorenzoDadò, Marzia Mattei-Roesli, AndreaPersico, Sara Rossi, Baldassare Sco-lari, Martina Spinelli, Luca Vetterli.Produzione e stampa:Schlaefli & Maurer AG, InterlakenTiratura:3500Foto:Andrea Persico se non indicato altri-menti.In copertina:Quadro di Eric Alibert «Tétras lyre,calligraphie au point rouge».

Martina Spinelli, redattrice responsabile della

rivista (foto Pro Natura).

Per i pittori e gli artisti sono come pa-role; alcuni li scelgono con cura mentrealtri li lasciano scorrere istintivamentesulla tela. Ai bambini piacciono inveceper modificare la realtà creando prin-cipi azzurri, elefanti rosa e zebre apois. E sono molto utili per esprimereil nostro stato d’animo perché si puòessere bianchi di paura, rossi di vergo-gna o verdi d’invidia.Insomma, viviamo in un mondo colo-rato: parliamo, mangiamo, ci espri-miamo sempre a colori. Incredibilecome questo metta in risalto la rela-zione tra mondo interiore ed esteriore.Un’interazione continua che condi-ziona le nostre scelte e la nostra vita,dove corpo e anima fan da tramite trapercezione interna ed esterna. E tu? Di che colore ti sei vestito oggi?

Martina Spinelli

Fin dal mattino davanti all’armadio citroviamo confrontati a una scelta dicolori.Mi vesto di nero o voglio colore? Cosasi abbina meglio al mio umore: giallo,rosso o mi ci vuole del verde? Megliotonalità armoniose o un contrasto chesciocca? C’è chi fa queste scelte incon-sciamente e chi invece ci riflette atten-tamente. E se non è per la scelta di unvestito, lo è per la scelta di un fruttooppure di un fiore. Uva bianca o uvarossa? Rosa rossa o rosa gialla?I colori ci attorniano e sono pieni disignificato. Ne siamo influenzati e liusiamo per influenzare ma anche perdisegnare, curare e comunicare. Lo sabene chi lavora nel campo del marke-ting e della pubblicità che ne usa e neabusa a fini commerciali. Colori cheattirano la nostra attenzione, quelli cherallegrano e altri che tranquillizzano.

NovitàDa qualche mese a questa parte Pro Natura Ticino ha una nuova e colorataNewsletter. Se vuoi essere aggiornato mensilmente sulle nostre attività per giovanie per famiglie o sul programma del Centro Lucomagno, iscriviti!www.pronatura-ti.ch/newsletter

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CONOSCERE 3

Simbolismo dei colori

Che colore preferisci? Quale risonanzarisveglia in te?

Valutazione col sentimentoI colori, presi singolarmente o nellaloro comunanza, tingono spontanea-mente il nostro mondo emotivo: al paridella musica li possiamo valutare piùche col pensiero, con il sentimento,uno strumento meraviglioso che at-tende d’essere rivalorizzato. La nostrareazione ai colori, a prima vista assaipersonale, dipende da un contesto cul-turale e di codici. Ad uno sguardo piùprofondo, questa reazione rivela peròun fondamento archetipico, quasi fi-siologico, legato all’esperienza imme-moriale dei colori dell’ambiente natu-rale.

Risonanze simbolicheI colori comunicano in modo diretto,tutto tinto d’una simbologia naturale.Basti pensare alla danza nuziale degliuccelli e ai fiori. Queste fondamentasimboliche ci sono particolarmente ac-cessibili per il tramite dei colori. Il sim-bolo, inteso come immagine che rap-presenta ben più della sua parvenza,si esprime spontaneamente attraversouna carica emotiva, come ad esempiolo fa l’oro, ed è dotato di vita propria.Differisce pertanto da un semplice se-gno o segnale (ad esempio stradale)di cui si conosce l’intero significato,ma va sondato nei suoi risvolti nascostie vitali.I riquadri delle pagine che seguono in-tendono tracciare la valenza simbolicadi colori fondamentali, in parte tra diloro ridondanti: isolare un colore edestrarne il significato simbolico è peròunilaterale come descrivere una specieanimale astraendo dal suo ambiente.Un singolo colore non assume un si-gnificato univoco ma colora un campodi opposti, di qualità positive e nega-tive, ove spesso quelle negative rap-

presentano un eccesso o una perver-sione di quelle positive, rivelando cosìimplicitamente un significato da sco-prire e un progetto da realizzare.

Nero-bianco-rosso: triade fondamentaleStranamente le lingue conoscono pochitermini, quelle europee una decina, perdefinire i colori di base. Le lingue chene conoscono due soltanto li riservanoal freddo/scuro e al chiaro/caldo, insintesi quindi al nero e al bianco. Ovesi aggiunge un terzo termine, questo èil rosso; seguono il verde e il giallo, esolo dopo il blu. Questa sequenza sug-gerisce una sorta di gerarchia archeti-pica che lo studio simbolico dei colorisembra confermare.Nero e bianco non sono percepiti comecolori ma simbolizzano tanto l’assenzaquanto la somma di colori, quindil’unità e la molteplicità. Essi rispec-chiano quindi al contempo l’origineindifferenziata di un processo e il suocompimento nella totalità.La prima luce che dalle tenebre si spri-giona all’alba è rossa. In tutte le culturela trilogia dinamica nero-bianco-rosso,o tenebre-luce-vita, è fondamentalecome lo mostra l’alchimia col suo per-corso spirituale: nell’opera al nerol’adepto analizza i suoi difetti, in quellaal bianco li supera, in quella al rossorealizza la sua natura profonda.

Scuola olistica dei coloriConsiderare un colore significa quindiugualmente dialogare col fondo unita-rio che raccoglie tutti i colori, una mo-dalità nota ai pittori quando vivificanoun colore col suo complementare – unavia verso la saggezza della totalità. Lameditazione sulle qualità e gli effettidei colori diviene così un insegna-mento dove natura interiore ed este-riore si rafforzano vicendevolmente.

Brigitte Egger

Danza e alternanza di colori caratterizzano la natura, le nostre abita-zioni, i nostri abiti e coinvolgono i nostri sentimenti: qual è la tramasimbolica che vi soggiace?

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4 CONOSCERE

Di onde e arcobalenoPer capire cosa sia un colore bisognacapire cos’è la luce. Questa forma dienergia ha dato filo da torcere ai fisicisin dall’inizio del 1900 quando si sco-prì che paradossalmente poteva esseresia un’onda (elettromagnetica) che unaparticella (il fotone): un dualismo ini-zialmente difficile da capire e accet-tare.Le onde, siano esse marine o elettro-magnetiche si descrivono per la lorolunghezza o la loro frequenza. La lucevisibile è una parte dello spettro elet-tromagnetico con lunghezze d’ondaspecifiche per ogni colore tra circa 400a 700 nanometri (1 nm ≈ 1 miliarde-simo di metro). Queste onde hannoabbastanza energia per creare reazionichimiche ma non troppa per crearedanni come fanno gli ultravioletti (UV).

La visione dei coloriPerché vi sia un colore c’è bisogno diuna superficie che lo emette o riflettee di un organo capace di captare laluce e stimolare il sistema nervoso. Innatura vi sono diversi tipi di organisensibili alla luce: occhi con retina, ti-pici dei vertebrati, occhi composti (diinsetti e crostacei) e ocelli (da quellisemplici degli insetti a quelli molto ef-ficaci dei ragni salticidi). Questi vari«occhi» differiscono per efficacia, qua-lità dell’immagine e tipo di percezionedella luce ma funzionano tutti in modoanalogo: i raggi di luce colpiscono ipigmenti fotosensibili che innescanocosì la trasmissione del segnale al si-stema nervoso che lo interpreta e rea-gisce di conseguenza.Ogni pigmento è sensibile solo a de-terminate lunghezze d’onda e quindisolo a determinati colori. Nell’uomove ne sono di tre tipi: sensibili al rosso,al verde e al blu, permettono di distin-guere i colori dell’arcobaleno. Negli in-

setti sono solitamente due soltanto:sensibili al blu/ultravioletto e algiallo/verde. Solo certi insetti sannodistinguere bene i colori: api, bombi emolte farfalle diurne hanno come noitre pigmenti ma il loro spettro (UV,blu/violetto, giallo) non permette lorodi vedere il rosso.

O rosso o ultraviolettoLa sensibilità degli insetti agli ultra-violetti fornisce loro informazioni a noiprecluse. Uomo e insetti non vedonoquindi il mondo con gli stessi colori.Alcuni fiori per noi gialli sono per loro«porpora-ape» mentre i prati verdi, cheriflettono anche gli UV, agli insetti ap-paiono grigi.Gli insetti non vedono però il rosso,sfoggiato spesso da chi desidera attiraremammiferi o uccelli (i frutti sono spessorossi). Un fiore rosso apparirà quindinero/grigio agli insetti. Il papavero ri-flette però anche gli ultravioletti: che sivoglia far notare proprio da tutti?

APe

In alto: occhi composti della libellula Cordule-

gaster boltonii; sotto un ragno con i suoi otto

ocelli.

Un mondo senza esseri dotati di vista sarebbe incolore. Il colore è in-fatti un prodotto dell’elaborazione dell’occhio e del sistema nervoso eper questo una creazione «artificiale», emergente. Ma cosa sono esat-tamente i colori? Vediamo tutti allo stesso modo?

Luce, vista e colori

Il simbolismo del nero …Esso emana dall’esperienza dellanotte, della caverna e della terra.In termini positivi il nero simbolizzail caos primigenio gravido d’ogni po-tenziale, la gestazione trasformatrice,i misteri dell’amore e dell’iniziazionee con essi la promessa di rinnova-mento, processi che favoriscono pa-zienza e umiltà. Abiti neri proteg-gono ed evocano rigore, solennità eautorità, ma pure rifiuto e protesta.In termini negativi il nero simbolizzamorte e lutto, tristezza e depressione,ma anche incoscienza e disorienta-mento, se non tirannia totalitaria,terrore, distruzione e il male in ge-nere.

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CONOSCERE 5

Un doppio arcobaleno in una valle sperduta

della Patagonia cilena.

I primi colori: per necessitàNel mondo vivente i colori sono quasionnipresenti. Se tornassimo con lamente al tempo dei primi organismi in-contreremmo sicuramente dei batteri: iloro colori dipendono tutt’oggi dalla pre-senza di particolari sostanze destinatealla trasformazione energetica come pigmenti fotosintetici e enzimi del metabolismo sulforiduttore. Sarà statoil verde-azzurro il colore dei primi esseriviventi o il rosso-bruno? O entrambi?In seguito l’evoluzione ha portato i vi-venti a produrre sempre più sostanzecolorate che col tempo assunsero fun-zioni sempre più diversificate.

Esplosioni di coloriUna delle principali esplosioni dell’uti-lizzo dei colori si è sicuramente avutadopo l’apparizione dei primi organismipluricellulari dotati di organi sensibili

ai colori già nei mari primordiali,quando la vita sulla terraferma nonera ancora realtà. Grazie agli occhi, gliesseri viventi marini si sono sbizzarritiper adottare comportamenti che, grazieai colori, li facevano sopravvivere e ri-produrre con maggior successo. Mi-metismo, criptismo, livree nuziali sgar-gianti o colori di avvertimento: tuttetattiche antichissime ma talmente effi-caci da essere usate ancor oggi. E nonsolo in natura! Anche l’uomo copiaqueste strategie spacciandole a voltecome grandi novità …

Prima gli insettiCon la conquista della terraferma (circa400 milioni di anni fa) il regno animaleha «prodotto» gli insetti che si sonodiffusi ovunque e restano ancor oggi icolonizzatori più efficaci del mondoterrestre e aereo.

Dimmi di che colore sei…Colori per necessità, colori per scelta. Colori per attirare, colori per re-spingere, sgargianti o mimetici … Quelle dei colori sono storie fantasti-che di comunicazione: relazioni nate in milioni di anni di coevoluzionetra i vari esseri viventi. Vi proponiamo di tornare indietro nel tempo eripercorrere l’evoluzione da un punto di vista … colorato.

… e del biancoIl simbolismo del bianco sorge dal-l’esperienza del giorno e della luce,delle nuvole e della neve, e, su scalapiù umana, del latte.In termini positivi il bianco suggeri-sce purezza e innocenza, evoluzioneverso una nuova fase e rinascita;esprime trasfigurazione, saggezza,gioia, e immortalità; presuppone di-sponibilità, sottomissione o distacco:è il colore dell’iniziato e ancor oggi loveste il personale di cura o di labora-torio.In termini negativi il bianco è fred-dezza, morte, lutto, silenzio, annien-tamento, sterilità, ossia ognimancanza di sentimento o d’emo-zione. E’ il colore dei fantasmi.

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6 CONOSCERE

La Drosera rotundifolia è una pianta carnivora

delle nostre torbiere. Il colore rosso delle fo-

glie non attira gli insetti, che non lo vedono,

ma è dovuto a un pigmento che protegge i

peli ghiandolosi della pianta dalla luce del

sole.

Gli insetti, numerossissimi, fanno unampio uso dei colori e in questo camposono dei maestri.I crisomelidi, ad esempio, sono co -leotteri che sfoggiano livree molto vi-stose. Nel loro caso non si tratta peròdi pigmenti ma di un fenomeno parti-colare, l’iridescenza, che determina lacolorazione metallizzata che li con-traddistingue. La superficie del lorocorpo riflette la luce e la colorazionerisultante cambia a seconda dell’an-golo d’osservazione. Molti di questi co-leotteri sono tossici e hanno interessea farsi riconoscere da potenziali pre-datori che imparano presto e volentieria scartarli dalla loro dieta.

Chi è il più bello del reame?I simpatici pennuti, apparsi sulla terracirca 150 milioni di anni fa, hanno dasubito fatto grande uso dei colori. Datenui e discreti per chi cerca di na-scondersi da eventuali predatori a sgar-gianti e sfarzosi nel piumaggio dei ma-schi di molte specie.Molti colori quali i gialli e gli arancionidipendono da pigmenti del gruppo deicarotenoidi che gli animali ottengonotramite l’alimentazione: un individuoabile nella ricerca di cibo avrà quindiuna colorazione più intensa e attraentee sarà una miglior garanzia per la riu-scita della covata rispetto ad un com-pagno spennacchiato e scolorito.

Arrivano le piante a fiore«Solo» circa 130 milioni di anni fa ap-parvero le prime piante a fiore. Fu l’ini-zio di una nuova era per i colori checominciarono a diffondersi in varimodi anche nel mondo vegetale, chefino a quel momento, verde escluso,non ne aveva fatto grande uso.Questa espansione va ricercata nel-l’evoluzione che le piante hanno subìtograzie alla strettissima relazione in-staurata con gli insetti, divenuti i loroprincipali fecondatori.Un esempio tra i tanti è il non ti scor-dar di me (Myosotis): delle piccole ap-pendici nel fiore formano una coron-cina centrale gialla quando il fiore èpronto per essere impollinato – ed èquindi ricco di nettare – mentre dopola fecondazione questo semaforo ve-getale diventa bianco e quindi non piùattrattivo per l’impollinatore (vedi fotop. 12).Agli insetti impollinatori, sensibili agliUV, le piante offrono una speciale se-gnaletica. Nei fiori vi sono linee cheriflettono gli UV e indicano all’insettoil centro dove si trova il nettare. Inmolti fiori queste linee sono visibilianche all’occhio umano perché oltreagli UV riflettono altri colori (ad esem-pio nelle violette). Manomettendo arti-ficialmente la direzione di queste lineegli insetti perdono inutilmente tempocercando il nettare in punti sbagliati.Anche con altri animali si sono svi-

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CONOSCERE 7

luppate sinergie, ad esempio con gliuccelli, molto sensibili al rosso: perquesto molte bacche che attendono diessere disperse dai pennuti sono diquesto colore da loro facilmente repe-ribile.

CoevoluzioneMilioni di anni di coevoluzione hannocondotto all’apparizione di insetti epiante con un legame strettissimo.Bombi e api, con una colorazione ge-neralmente giallo-nera che indica «at-tenzione pungo», hanno sviluppato or-gani appositi per succhiare nettare eraccogliere il polline e una sensibilitàa luci e colori per riconoscere facil-mente i fiori «giusti».Le farfalle, la cui colorazione delle alisfrutta sia l’iridescenza che la presenzadi pigmenti colorati, hanno «inventato»la spirotromba, una «super-cannuccia»per fiori con corolla a forma di tubo.La vista affianca l’olfatto nella ricercadel cibo: il colore permette una loca-lizzazione molto precisa, anche in as-senza di vento favorevole.

Mimetismo, criptismo e bluffDa sempre il numero delle prede èmolto maggiore del numero dei preda-tori e un corpo vistosamente coloratonon è sempre un buon investimento.In alcune specie di locuste come nelSphingonotus caerulans le ali sonomolto colorate (celeste) ma soloquando sono spiegate. Appena atter-rato questo insetto degli ambienti sab-biosi e secchi torna «invisibile» mentrel’inseguitore continua a cercare un ani-male... colorato.

Il criptismo consiste nell’avere colorie disegni che permettono di confon-dersi con l’ambiente ed è utilizzato daprede e... predatori.Perché non somigliare invece ad unanimale pericoloso? I ditteri sonomolto bravi in questo: il Bombylius(foto p. 12) sembra un piccolo bombomentre i sirfidi mimano la colorazionegiallo-nera di api e vespe; entrambisono però inoffensivi.

Colori che proteggonoMolti pigmenti sono sintetizzati dallecellule per il loro effetto protettivocome nei peli delle foglie di Drosera(foto p. 8). I pigmenti carotenoidi (dalgiallo al rosso) schermano contro leradiazioni ultraviolette che altrimentidanneggierebbero rapidamente gli en-zimi cellulari: il polline e molte sporedi funghi sono quindi gialli, non perbellezza ma per convenienza.

E il futuro?I colori manterranno sicuramente unruolo di primo piano anche in futuroma la coevoluzione tra gli esseri viventideve far fronte a nuove sfide. La dimi-nuzione della biodiversità, l’aumentodi barriere che impediscono sposta-menti ed incontri o ancora l’intensifi-cazione dell’uso del territorio (ancheagricolo) sono tutti freni alla creativitàdella natura. Essere consapevoli dellanostra responsabilità è un buon puntodi partenza ma bisogna anche agireper evitare di bloccare tutti gli spazi diquesta meravigliosa scacchiera che èla natura.

APe

Il simbolismo del rossoEsso si nutre dell’esperienza primordiale del sangue e del fuoco.Il rosso è simbolo fondamentale dinamico della vita: il rosso scuro richiama ilpolo femminile del mistero della nascita della vita e dell’amore, il rosso chiaroil polo maschile, che reclama l’azione e lo sviluppo dello spirito. Amore e spiritoquali scintille di vita sono spesso assimilate al fuoco, ossia alla sua capacitàtrasformatrice fondamentale.Se ammaestrato, il rosso della passione, del desiderio e delle emozioni istintiveconduce al rosso della maturità e dell’intelligenza del cuore, del coraggio e dellavolontà (ad esempio politico, sportivo), al rosso della nobiltà e del prestigio, dellagiustizia e del potere. Non ammaestrato, il rosso dell’aggressione degenera facil-mente in collera, violenza diabolica, furore guerriero, rivoluzione distruttrice. Laconsapevolezza di questi rischi fa del rosso un segnale d’allarme e di stop.

Sopra: Crocothemis erythraea sfoggia un

abito interamente rosso. Non sono chiare le

ragioni di questa colorazione. Sotto: un petti-

rosso, uccello molto territoriale il cui petto

dice ai concorrenti: «Fermo, qui ci sono io!».

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8 CONOSCERE

Ambasciatore dei prati colorati

Il protagonistaIl grillo campestre rappresenta lanota dominante dei concerti che s’in-nalzano dai nostri prati colorati e ilsuo canto è tra i pochi a produrre unsuono puro. Un richiamo a quattrosillabe, che a differenza di cavallettee locuste, è emesso sempre alla stessalunghezza d’onda, producendo cosìuna nota pura che va a comporrel’amata colonna sonora di prima-vera.I musicisti sono i maschi che si esibi-scono per tenere lontani i rivali e at-tirarsi i favori delle femmine, mentrequest’ultime passeggiano tra i filid’erba ascoltando i diversi preten-denti e valutando la loro virtù inbase alle capacità canore. Così unbuon musicista sarà anche un buonconquistatore.Per saperne di più:www.pronatura.ch/animale-dell-anno

Con il tepore delle giornate primaverilitornano anche i concerti nei prati co-lorati. Il grillo campestre (Gryllus cam-pestris), animale dell’anno 2014, è trai grandi protagonisti di questi cori econ il suo canto annuncia il ritornodella bella stagione.Scegliendolo, Pro Natura gli affida ilruolo di ambasciatore di prati e pascoli,biodiversi e colorati. Un habitat sempremeno diffuso in Svizzera, vittima del-l’agricoltura intensiva e dell’inarresta-bile cementificazione. Chi meglio di luipuò ricordare a gran voce l’importanzadi salvaguardare questi delicati ambientiche sono la sua casa e quella di moltealtre specie animali e vegetali.

Un’allegra famigliaIl grillo campestre fa parte dell’ordinedegli ortotteri, un gruppo d’insetti vi-vaci che ama cantare e saltare tracampi e pendii soleggiati. Questi ani-maletti, per il loro comportamento paz-

zerello e per l’allegria che infonde illoro canto, sono simbolo di gaiezza ebizzarria. Lo confermano le espressionipopolari «essere allegro come un grillo»o «avere grilli per la testa».In Svizzera vivono ben 110 specie diortotteri e con i loro sgargianti colori,gli allegri canti e le impressionantiacrobazie animano prati, pascoli e pen-dii sassosi. Si tratta di un gruppo tantobiodiverso quanto in pericolo. Quasi il40% delle specie è considerato minac-ciato e la causa principale è la scom-parsa dei loro habitat naturali. La mag-gior parte è legata a prati e pascoli,ma ci sono anche coloro che preferi-scono saltellare nelle cave di pietra,quelli che amano i banchi di ghiaia al-luvionale ai bordi dei fiumi e chi addi-rittura vive nelle grotte o nelle cantine.

Musicisti professionistiGli ortotteri sono rinomati soprattuttoper il loro repertorio musicale e sva-

Pro Natura elegge ad animale dell’anno 2014 il grillo campestre, un in-stancabile musicista che anima i nostri prati fioriti.

In primavera il grillo è ancora immaturo e

compie la sua ultima muta che gli donerà fi-

nalmente le elitre che userà per cantare.

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CONOSCERE 9

Il simbolismo del verdeEsso getta le sue radici nell’espe-rienza di vita vegetativa, dal germo-gliare delle piante alla decompo-sizione.In termini positivi, il verde significavita e crescita, speranza nella conti-nuità della vita e del rinnovamentoe pertanto salvezza e guarigione, senon immortalità. Il verde rassicura ecalma e porta alla clemenza e allacarità. Riflette la conoscenza attra-verso la contemplazione e la mistica(è il colore dell’Islam) e conduce allosviluppo personale.In termini negativi richiama la giun-gla soffocante, la fissità e l’ossessionedel concreto, come pure il verde del-l’immaturità. L’aspetto della putre-scenza può farne un segno maleficodi malattia e veleno.

riate sono le tecniche che hanno ela-borato per produrre i loro canti terri-toriali e i richiami d’amore. I più, tracui il grillo campestre, sfregano le alil’una contro l’altra mentre altri si aiu-tano con le zampe che vengono pas-sate come un archetto di violino suibordi delle ali rigide. C’è poi chi si èingegnato e annuncia la sua presenzaschioccando le mandibole o tamburel-lando le zampe posteriori sulle fogliedegli alberi. Ognuno ha una sua tec-nica e un suo repertorio, così gli espertidall’udito fine, per riconoscerli, nondevono fare altro che drizzare le orec-chie e passeggiare tra i campi.

Più prati per tuttiLa passione del grillo per i pendii so-leggiati è condivisa anche dall’uomo edalle sue società immobiliari e così pa-recchi habitat ideali spariscono sottocase e palazzi. In pianura, prati e pa-scoli sono sotto pressione dall’inces-sante cementificazione e dall’agricol-tura intensiva che con il suo concimeabbondante perturba l’equilibrio natu-rale di questi ambienti. Mentre ad alta

quota il problema è un altro: l’abban-dono dell’agricoltura di montagna chelascia i pascoli in balia della riconqui-sta dei boschi. Così l’animale dell’anno2014, pur essendo una specie comunee diffusa in tutta la Svizzera, perde isuoi spazi vitali a vista d’occhio, ri-schiando seriamente di estinguersi lo-calmente.E non è il solo perché negli stessi prativivono anche uccelli, micromammiferi,farfalle, ortotteri e moltissimi altri in-setti come pure la metà delle specievegetali presenti in Svizzera, tra cui lerare orchidee.Pro Natura ha eletto il grillo campestreanimale dell’anno 2014 per attirare l’at-tenzione sulla delicata situazione incui si trovano questi preziosi ambientibiodiversi e con la campagna «Flowerpower – quando l’amore si fa fiore»s’impegna affinché i prati colorati ge-stiti in modo estensivo tornino a pro-sperare sul nostro territorio… perchéche primavera sarebbe senza colori esenza il canto del grillo campestre?

Martina Spinelli

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10 A QUATTR’OCCHI CON

Appena spiego a Eric l’intento di dedi-care la nostra rivista ai colori, mi ac-corgo che l’argomento è il suo panequotidiano e subito si apre la discus-sione sulla percezione del colore. Essaingloba il punto di vista storico e scien-tifico per arrivare poi a quello perso-nale del pittore naturalista. «Quandodipingo sono sempre molto sensibile

Mi ritengo più artigiano che arti-sta, perché l’artigiano fa del suo

lavoro il suo onore e ha unaforma di onestà intellettuale su

ciò che mostra.

ai colori, in particolare al loro dialogo.Ritengo che in natura vi sia spesso unagrande coerenza, ma non è semprecosì e come pittore devo preoccuparmidi trasmettere questa serenità dei colorio al contrario la loro violenza. In que-

sto senso l’uso dei colori è sempre unabella avventura e una ricerca per capirecome essi mi aiuteranno a raggiungereil mio scopo.»Quando gli chiedo di spiegare il rap-porto che intercorre tra colore ed emo-zione lui ci invita prima di tutto a con-siderare la realtà. «Parto dall’idea chela realtà ci sfugge, perché è molto sog-gettiva. Il colore che vedo e percepiscoio è diverso da quello percepito daglialtri e di conseguenza anche le emo-zioni saranno legate al soggetto e alsuo mondo.» Per Eric «il pittore, piùche il colore deve ricercare la luce. Ilcolore partecipa alla bellezza e alla ric-chezza del mondo, ma ha bisognodella luce per rivelarsi». Il discorso di-venta quasi filosofico: «una cosa esistesolo quando la percepiamo o continuaad esistere anche quando non vienerilevata?»

Eric Alibert nel suo atelier (foto: Christian

Bernasconi, Pro Natura).

Sotto: «Capriolo» (inchiostro su foglio giappo-

nese). Pagina destra: «Ballerina gialla» (ac-

quarello).

Eric Alibert, pittore francese di fama internazionale e autore di nume-rosi dipinti, incisioni e sculture sulla natura guiderà dal 22 al 28 set-tembre 2014, uno stage di acquarello al Centro Pro Natura Lucomagno.L’abbiamo incontrato nel suo atelier ginevrino per scoprire il mondo deicolori attraverso i suoi occhi.

La genziana blu e la ballerina gialla

Stage di acquarello al CentroPro Natura LucomagnoDal 22 al 28 settembre 2014, Eric Ali-bert sarà ad Acquacalda e terrà uncorso in francese e inglese. Lo stageè composto da escursioni, pratica dipittura e conferenze legate all’arte eal territorio. Posti limitati.Per informazioni sulla metodologia:www.eric-alibert.com/courses.phpPer informazioni sul corso:www.pronatura-lucomagno.ch

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A QUATTR’OCCHI CON 11

Parco Nazionale? «Si tratta di un qua-dro a me caro che ho dipinto quandoin realtà stavo osservando un merloacquaiolo lungo il fiume. A un trattouna ballerina gialla si è posata su unaroccia in un universo di tonalità scure,di un blu quasi grigio. Lei era il solopunto giallo di quell’ambiente piutto-sto scuro. C’era quindi un interessantecontrasto di colori, visto che il giallo eil blu sono quasi opposti sul cerchiocromatico. Ogni pittore utilizza la re-altà per affrontare qualcosa di perso-nale e non a caso ho dipinto la balle-rina in un momento difficile della miavita: ho voluto usare l’animale comemetafora della fragilità della vita. Laballerina del dipinto è fragile, piccola,fa parte del paesaggio, ma al contempo

Quando dipingo sono sempremolto sensibile ai colori, in parti-

colare al loro dialogo.

ne è dominata. Ho inoltre sfruttato lacomplementarietà dei colori per sotto-lineare ancor di più questo contrastotra la vita e l’ambiente circostante.»«Quando lavoro su un patrimonio na-turale come nel caso del Parco nazio-nale svizzero», continua l’artista, «di-pingo quadri illustrativi e quadriespressivi; per me non c’è contrastotra rappresentazione ed espressione.Mi ritengo più artigiano che artista,perché l’artigiano fa del suo lavoro ilsuo onore e ha una forma di onestàintellettuale su ciò che mostra. Quandoconsegno un’opera che illustra un pa-trimonio naturale, apprezzo veramentequando qualcuno mi complimenta di-cendomi che «ritrova» il parco o ilpaese dipinto perché ciò vuol dire chesono riuscito a eclissarmi trasmettendol’identità del luogo naturale.»

Grazie Eric per l’intervista! Christian Bernasconi

L’artista ci svela come per lui il colore,proprio per la difficoltà di rappresen-tarne alcune tonalità, sia «una meta-fora della complessità del mondo». Ilmondo dei colori è bello e ricco maanche molto difficile da trasportare sutela come l’intraducibile blu delle gen-ziane: «si tratta di un colore molto pro-fondo, assolutamente incredibilequando il fiore è nella sua massima

Il colore partecipa alla bellezza ealla ricchezza del mondo, ma habisogno della luce per rivelarsi.

fioritura ma anche difficilissimo darappresentare.»Nel gioco di luci, ci dice, «mi piacemolto il bianco e nero: è una tecnicache permette di mostrare come la luceinteragisce coi colori attraverso un’in-finità di grigi. Soulages, il grande pit-tore francese astratto, parla di neroluce. È bellissimo, perché nel nero ri-trovi con lui tutta una paletta di colori,metaforicamente, tutto l’arcobaleno!»Alla domanda se esiste un colore concui preferisce lavorare risponde che«dipende dal soggetto e dal suo statod’animo al momento dell’incontro, per-ché evidentemente siamo tutti attrattidai colori anche in funzione dei nostri

Ogni pittore utilizza la realtà peraffrontare qualcosa di personalee non a caso ho dipinto la balle-rina in un momento diffcile dellamia vita: ho voluto usare l’ani-

male come metafora della fragilità della vita.

stati d’animo. Ci sono colori che possonocomunque essere percepiti in modo piùintenso come il giallo del botton d’orooppure il giallo cadmio» ci spiega Eric,confessando «di esserne attirato a talpunto dal volerlo quasi mangiare».E cosa ci dice l’artista del magnificodipinto della ballerina gialla ritratta al

Simbolismo del giallo Esso è irraggiato dall’esperienzadella luce e del sole, della luna e dellestelle e del loro quotidiano ritorno.Così il giallo, col suo carattere espan-sivo, illustra le inclinazioni della co-scienza.In termini positivi, il giallo-oro sim-bolizza l’anelito verso pienezza ebeatitudine, ispirazione e reden-zione, maturità e raccolto concreto.Segnala la potenza delle divinità, deidignitari e la perfezione.In termini negativi il giallo stridente,solforoso o alterato, denuncia le per-versioni della coscienza, quali orgo-glio, gelosia, perfidia, menzogna,viltà e adulterio; esso cela l’acceca-mento della follia o della magia emarca gli stigmatizzati (stella giallaimposta agli Ebrei). Color d’urina,bile e pus, il giallo rivela malattia oavvelenamento.

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12 CONOSCERE

A studiare certe cose vien proprio daamare l’essere umano. Leggere la suastoria, a volte fa arrabbiare, ma altreriempie di stupore e di ammirazione.Per esempio, è bello scoprire come, findai suoi inizi, l’uomo è stato capace ditrovare tutto ciò che gli serviva per ab-bellire le cose della sua vita.

Colori della naturaIl colore è il principe della decorazione.Ma come si fa a colorare la propriacasa? Gli oggetti quotidiani? I propricapelli o la propria pelle? Usando e tra-sformando ciò che si ha a disposizione:vegetali, animali, minerali, che bisognascoprire e poi intuirne le potenzialità.Ecco alcuni esempi di elementi dellanatura che sono serviti e talvolta an-cora servono per creare artificialmentei colori: il fiordaliso pestato, il carbone,un composto di ferro e cianuro che dàl’azzurro di prussia, la polvere di lapis -lazzuli a cui si fa subire un processodi raffinazione, le ossa di cervo calci-nate (per fare un certo tipo di bianco),il marmo di Carrara, il guscio del-l’uovo, i gusci delle ostriche, l’orina dimucca (giallo indiano), il legno rossodel verzino che bollito con ranno e al-lume di rocca macinato e mescolato afreddo con la calce viva dà un tipo dirosa, il liquido delle seppie, il parassitamessicano detto cocciniglia che unavolta scoperto dai conquistatori, persecoli e ̀ stato considerato il ‘rosso per-fetto’ e fu importato in Europa dove losi vendeva a peso d’oro.

Commercio dei pigmentiNel corso della storia umana i pigmenticolorati si sono evoluti e diversificatiseguendo di pari passo le scoperte na-turalistiche, quelle geografiche e quelle

legate alla chimica. È molto influentel’economia e la posizione di un Paese:per esempio, la pittura veneziana delRinascimento deve il suo successo an-che alla disponibilità di pigmenti arri-vati da Oriente, mentre un secolo dopoi porti più ricchi diventano quelli diOlanda e Spagna e i pittori fiamminghie spagnoli si fanno promotori di nuovetecniche artistiche anche grazie alle sco-perte del blu oltremare, della suddettacocciniglia e così via, giunte dal Nuovomondo. Questo per dire che il modo didipingere, dal Paleolitico all’arte con-temporanea, è determinato anche daicolori che i pittori hanno avuto a di-sposizione nelle diverse epoche.

Pigmenti ancestraliSecondo alcuni scienziati risale a 300 mila anni fa la testimonianzadell’uso deliberato di pigmenti da partedell’uomo. Nelle caverne Twin Riversalla confluenza di due fiumi in Zam-bia, gli scavi archeologici hanno sve-lato mucchietti di pigmenti conservatiin una nicchia riparata usata come ma-gazzino. I più facili da trovare erano ipigmenti di colore rosso e ocra a basedi ossidi del ferro che è tra gli elementipiù abbondanti in natura (dalle cretesenesi alla sabbia ricca di ematite deldeserto subsahariano). Un altro pig-mento usato dai tempi più antichi è ilnero del carbone, disponibile pressoogni focolare. La tecnica di applica-zione faceva uso certamente di grassoanimale, sia per disperdere il pigmentosia per farlo aderire alle pareti, che poipreferirà albume e tuorlo e dal Me-dioevo olio di papavero, noce e soprat-tutto di lino.La comparsa del colore bianco è legataalla nascita della pastorizia e alla pratica

Sopra: un Bombylius assomiglia ad un bombo

ma è un inoffensivo parente delle mosche. Sta

impollinando un cipollaccio (Muscari racemo-

sum). Sotto: fiori di non ti scordar di me (Myo-

sotis): corona gialla significa «nettare!»,

bianca «sono fecondato».

Pagina destra: toro raffigurato sulla Porta di

Ishtar (Pergamon Museum di Berlino), all’en-

trata di Babilonia. Rappresenta il Dio Adad,

Dio degli elementi atmosferici. (Foto: Josep

Renalias, Wikimedia Commons.)

Da sempre l’uomo decora pelle, tessuti, case, templi, oltre che oggettie strumenti di uso quotidiano. Per agire sulle cose al fine di abbellirle,spesso si ha bisogno di un colore. E come ottenerne sempre di nuovi,variegati e brillanti, proprio come è in grado di offrire la natura? La ri-sposta è contenuta nella domanda: è lei, la natura, che dà all’uomo lapossibilità di colorare i suoi oggetti, grazie a minerali, vegetali e ani-mali.

La ricerca del bello

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CONOSCERE 13

di addomesticare gli animali: durante ilneolitico (10 mila–5 mila anni a.C.) fala sua apparizione questo colore, car-bonato di calcio ottenuto da ossa di ani-mali domestici calcinate, cioè fatte es-siccare riscaldandole ad alta temperatu-ra. In epoche posteriori caratterizzateda estesa comunicazione e commerci,si inizieranno a usare minerali rari, piùdifficilmente accessibili ed espressionedi un’arte mineraria più avanzata.

Dall’alchimia alla chimicaGli Egizi portarono invece le loro co-noscenze alchemiche, che consenti-vano loro di sintetizzare nuovi com-posti non esistenti in natura.L’ottenimento dei metalli dai loro mi-nerali-madre (per reazione con il car-bone) era basato sull’uso di forni, al-l’inizio elementari e via via piùcomplessi. I viaggi degli europei ag-giunsero invece scoperte e scambi conle tecniche cinesi, indiane, americane.Dalla seconda metà del Settecento, na-

sce infine la chimica moderna cheporta oggi a non usare quasi più i co-lori naturali (un’eccezione vicino acasa nostra: la tintura della lana dellaValle Verzasca). È un po’ la storia dellemedicine, prima unicamente presedalla ‘farmacia della natura’, oraspesso sintetizzate in laboratorio. Untempo, infatti, lo speziale vendevafiori, radici, erbe mediche e allo stessotempo riforniva tintori e pittori con ipreparati per ottenere i pigmenti. Chiha letto La ragazza con l’orecchino diperla si ricorderà di questa servetta delDiciassettesimo secolo che va a com-prare sambuco contro il raffreddore enero d’avorio per il suo padrone, il pit-tore Johannes Vermeer; una ragazzaintelligente e sensibile, che vived’amore per i colori, per la luce che liesalta o li addolcisce e per quel pestellocon cui lei stessa può preparare la ma-teria prima dell’arte.

Sara Rossi

Simbolismo del bluEsso s’ispira dall’esperienza del vastocielo diurno e delle distese d’acqua.Il blu dipinge lo spirito nei suoiaspetti ricettivi e introversi.In termini positivi, il blu simbolizzad’un lato la profondità illimitatadella trascendenza visionaria e libe-ratrice, il sogno e l’immaterialità,l’eternità e la continuità; evoca pace,soddisfazione, protezione, fiducia, fe-deltà e guarigione come pure distaccoe compassione. Dall’altra simbolizzaintelletto e ragione, ordine e autoritàe genera un senso d’appartenenza edi comunità (bandiera dell’ONU)prestandosi così alle uniformi (Navyo blue jeans).In termini negativi il blu caratterizzale ombre dello spirito, come il freddoglaciale, l’astrazione inumana, lamelancolia (blues), la carenza ca-strante, l’ebbrezza, la magia e l’os-sessione.

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Campi estivi

La vita sui monti

Sulle creste delle valli d’orSe cammini come un camoscio o unacamoscia non puoi certo farti sfuggirequesta opportunità di scorrazzare trala Valle Leventina e la Valle di Blenio.Potrai trotterellare sulle creste ed i sen-tieri di queste belle vallate per raggiun-gerne alcune cime, visitare cristallinilaghetti e abbeverarti a fresche sor-genti. Per il cibo sarete in capanna:l’erba la lasciamo ai camosci veri :-)

Data: dal 4 al 8 agosto 2014.Luogo: Capanna Piandioss e Pradör.Età: da 10 a 17 anni.Prezzo: 330.–Un’uscita di prova sarà organizzata entro inizio giugno.

Tutti in avanscoperta!Come teneri coniglietti che escono perla prima volta dalla loro sicura e caldatana, accompagnati da mamma e papàconiglio, incontreremo chi si nascondedietro ogni ciuffo d’erba, dentro ognibuco o sulla cima di ogni albero. Oc-correrà avere orecchie ben ritte, occhiben aperti e una folta e calda pellicciaper…

Data: dal 14 al 19 luglio 2014.Luogo: Capanna Pradör, Carì.Età: da 7 a 11 anni.Partecipanti: massimo 15.Prezzo: 320.–Una serata informativa sarà organiz-zata a fine maggio/inizio giugno.

Come viveva il giovane pastore suimonti in estate? Scoprilo durante que-sto speciale campo a stretto contattocon la natura alpina! Assieme costrui-remo un arco performante, gusteremosaporitissime piante selvatiche, e ac-cenderemo il fuoco senza nessun og-getto moderno. Saremo anche in com-pagnia di tanti vivaci animali…

Data: dal 7 al 12 luglio 2014.Luogo: Scinghiöra, Val Lavizzara.Età: da 10 a 14 anni.Partecipanti: massimo 15.Prezzo: 330.–Una serata informativa sarà organiz-zata a fine maggio/inizio giugno.

14 ZERO SEDICI

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Come partecipare ai campi?Per richiedere l’iscrizione ad uncampo basta riempire il formularioche trovate nelle pagine attività sulnostro sito internet:www.pronatura-ti.ch/campiRiceverete una conferma sulla dispo-nibilità dei posti e il formulario det-tagliato per l’iscrizione definitiva.Tra fine maggio ed inizio giugno ver-ranno organizzate delle serate infor-mative per bimbi e genitori durantele quali saranno presenti i monitori.Per altre informazioni sulle nostre at-tività visitate il nostro sito.

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Attività giovanili

Come iscriversi alle uscite?Visitate il nostro sito:www.pronatura-ti.ch/giovanidove potete iscrivervi online, oppurespedite una cartolina postale firmatadai genitori indicando nome, indi-rizzo, telefono, e-mail, data di na-scita e allergie a: Pro Natura Giovani,CP. 2317, 6501 Bellinzona, possibil-mente tre settimane prima dell’atti-vità.Attenzione: l’assicurazione è a caricodei partecipanti. Posti limitati.Agli iscritti sarà data conferma e ver-ranno fornite indicazioni sui luoghi,gli orari e il materiale da prendere.

Per le famiglie: la notte delle raneInsieme a un esperto, adulti e bambini potranno scoprire questi frontalieri tra acqua e terra. Visiteremo i loro ambienti,ascolteremo le loro serenate e conosceremo meglio questi scivolosi animaletti.Rane, rospi, tritoni e salamandre sono un gruppo molto minacciato a causa della scomparsa dei loro ambienti vitali. Pro Natura li sostiene con la campagna «Più posti, per rane e rospi».Sopraceneri: venerdì 16 maggio 2014.Luogo e durata: Piano d’Arbigo, Losone, dalle 20.30.Sottoceneri: sabato 17 maggio 2014.Luogo e durata: Figino, dalle 20.30.Equipaggiamento: buone scarpe o stivali, abiti caldi, K-way e tè caldo.Attività gratuita.Iscrizioni e informazioni: www.pronatura-ti.ch/uscite

ZERO SEDICI 15

Bancarella al mercatoPresso la nostra bancarella trovereteun gioco dell’oca gigante che vi faràscoprire molti trucchetti per rendere ilvostro giardino un luogo più ospitaleper piante e animaletti selvatici. Inoltrevenderemo piante e semi di piante in-digeni con l’obiettivo di rendere i nostrigiardini luoghi più ospitali per le far-falle.

Data: sabato 12 aprile 2014.Luogo e durata: Mercato di Bellin-zona, dalle 9 alle 12.

I vagabondi del Piano di MagadinoIn alcune zone il Piano di Magadinosembra sparire sotto catrame e ce-mento... in realtà vi sono ancora nu-merosi angoli naturali molto belli e ric-chi di biodiversità. Passeggiando lungofiume e canali scopriremo diversi am-bienti naturali e andremo alla ricercadei loro abitanti.

Data: sabato 5 aprile 2014.Luogo e durata: Piano di Magadino,tutto il giorno.Partecipanti: da 4 a 6 anni. I genitorinon possono partecipare!Prezzo: 10.–

La dura vita degli animali contro correnteImmagina di essere un animale acqua-tico. Un avannotto, un efemerottero oun tricottero... non sai cosa sono? Al-lora facciamo così: vieni all’uscita perscoprirlo e noi ti spieghiamo ancheperchè la loro vita è oggi così difficilea causa dell’uomo e cosa puoi fare permigliorare questa situazione. Prontoper la spedizione?

Data: sabato 10 maggio 2014.Luogo e durata: zona golenale dellaLeggiuna tra Biasca e Malvaglia. Tuttala giornata.Partecipanti: da 8 a 14 anni, massimo20 partecipanti.Equipaggiamento: buone scarpe o sti-vali, abiti caldi, K-way e un buon pic-nic.Prezzo: 10.–

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«Si tratta di un omaggio alla tradizione orientale,

dove il corpo dell’animale è da considerare

come un ideogramma. Durante il corteggiamento

i fagiani compiono spesso delle evoluzioni in aria

e, complice la luce del mattino e la stanchezza,

le forme non sono sempre ben definite.»

Fagiano di monte di Eric Alibert (vedi p. 10), in nero,

bianco e rosso: la triade fondamentale dei colori.