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STUD_SUPP_AMB_INTERV_2_CODRONG 1 COMUNE DI CODRONGIANOS (SS) STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE SISTEMAZIONI IDRAULICHE-FORESTALI RETICOLO IDROGRAFICO ALTA VALLE DEL MASCARI 2° INTERVENTO Febbraio 2011 1 – PREMESSA Le opere previste nel progetto sono volte, nel rispetto di un ambiente suggestivo naturale, a minimizzare l’effetto delle piene del rio Murrone, in agro di Codrongianos, corso d’acqua che da vita al rio Mascari, affluente del rio Mannu di Portotorres. L'area, nella quale il progetto prevede di intervenire, non è inserita nel Piano Straordinario per le aree a rischio idrogeologico predisposto dalla Regione Sardegna ai sensi dell'art. 1/bis del D.L. 180/98, convertito con legge n° 267/98, ma è stato già finanziato un 1° intervento con la misura 1.3 “Difesa del suolo” del POR 2000-2006, a seguito di progetto nel sett. 2002. Il presente progetto prevede la esecuzione delle opere di rinalveamento e delle opere connesse al rinalveamento lungo l’asta del rio Murrone, corrente nel territorio comunale di Codrongianos, nel tratto a valle di quello già sistemato. Si tratta, essenzialmente, di opere già previste nel progetto appaltato nel 2003, ma poi non eseguite per la necessità (poi materializzata nella perizia in corso d’opera), di eseguire numerosi attraversamenti). In altre parole, questo 2° intervento prevede opere simili a quelle eseguite nel tratto già realizzato, con: - rinalveamento per adeguamento della sezione idraulica a quella capace di smaltire la piena con tempo di ritorno di 200 anni; - sistemazioni spondali con tecniche di ingegneria naturalistica (verde ripario autoctono); - demolizione di un ponticello (per eliminare una criticità idraulica); - esecuzione di 2 nuovi attraversamenti e di 2 passerelle; - piccoli lavori vari completivi (recinzioni, ecc.). Nella presente relazione si esporranno gli elementi necessari alla verifica di compatibilità ambientale delle opere proposte. Si fa presente che il progetto non rientra in nessuna categoria della vincolistica territoriale, ove si eccettui che si opererà nella fascia di rispetto di un corso d’acqua tutelato dalla legge n° 431/85, ora D. Lgs. n° 42/2004 e s.m.i. Al progetto hanno collaborato, per le parti di loro competenza: - il Dott. Agr. Paolo Ninniri, agronomo, - il Dott. Geol. Marco Madau, geologo.

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1

COMUNE DI CODRONGIANOS (SS)

STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE

SISTEMAZIONI IDRAULICHE-FORESTALI RETICOLO IDROGRAFICO

ALTA VALLE DEL MASCARI 2° INTERVENTO

Febbraio 2011

1 – PREMESSA

Le opere previste nel progetto sono volte, nel rispetto di un ambiente suggestivo naturale, a minimizzare l’effetto delle piene del rio Murrone, in agro di Codrongianos, corso d’acqua che da vita al rio Mascari, affluente del rio Mannu di Portotorres.

L'area, nella quale il progetto prevede di intervenire, non è inserita nel Piano Straordinario per le aree a rischio idrogeologico predisposto dalla Regione Sardegna ai sensi dell'art. 1/bis del D.L. 180/98, convertito con legge n° 267/98, ma è stato già finanziato un 1° intervento con la misura 1.3 “Difesa del suolo” del POR 2000-2006, a seguito di progetto nel sett. 2002.

Il presente progetto prevede la esecuzione delle opere di rinalveamento e delle opere connesse al rinalveamento lungo l’asta del rio Murrone, corrente nel territorio comunale di Codrongianos, nel tratto a valle di quello già sistemato.

Si tratta, essenzialmente, di opere già previste nel progetto appaltato nel 2003, ma poi non eseguite per la necessità (poi materializzata nella perizia in corso d’opera), di eseguire numerosi attraversamenti).

In altre parole, questo 2° intervento prevede opere simili a quelle eseguite nel tratto già realizzato, con:

- rinalveamento per adeguamento della sezione idraulica a quella capace di smaltire la piena con tempo di ritorno di 200 anni;

- sistemazioni spondali con tecniche di ingegneria naturalistica (verde ripario autoctono);

- demolizione di un ponticello (per eliminare una criticità idraulica);

- esecuzione di 2 nuovi attraversamenti e di 2 passerelle;

- piccoli lavori vari completivi (recinzioni, ecc.).

Nella presente relazione si esporranno gli elementi necessari alla verifica di compatibilità

ambientale delle opere proposte. Si fa presente che il progetto non rientra in nessuna categoria della vincolistica

territoriale, ove si eccettui che si opererà nella fascia di rispetto di un corso d’acqua tutelato dalla legge n° 431/85, ora D. Lgs. n° 42/2004 e s.m.i.

Al progetto hanno collaborato, per le parti di loro competenza:

- il Dott. Agr. Paolo Ninniri, agronomo, - il Dott. Geol. Marco Madau, geologo.

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2 - CARATTERISTICHE GENERALI DEL PROGETTO

Il progetto prevede la sistemazione idraulica del tratto finale del rio Murrone corrente nel territorio di Codrongianos, attraverso un sistema di interventi strutturali e non strutturali. In particolare essi sono:

Interventi strutturali: si tratta di una risagomatura generale della sezione alveata al fine di

consentire il passaggio, senza esondazione, delle portate di piena previste dal calcolo idraulico. La configurazione altimetrica non viene sostanzialmente alterata ma, al contrario, si prevede di diminuire le attuali pendenze mediante soglie di stabilizzazione, definite in funzione delle capacità erosive della corrente. La larghezza della sezione di progetto, nonché l'andamento planimetrico del percorso fluviale, rispettano il più possibile l'attuale configurazione. L'analisi dell'alveo mostra chiaramente la presenza di alcuni processi erosivi in atto nelle sponde e, in particolare, in prossimità dei manufatti esistenti. Il progetto propone di stabilizzare le sponde mediante diffusa copertura con astoni e talee di salice, cioè con un sistema di intervento secondo la tecnica dell’Ingegneria Naturalistica, come consigliato in tutti i documenti regionali.

Interventi non strutturali. Come misure non strutturali, necessarie ad una completa efficacia

dell’intervento, si prevedono:

la piantumazione riparia lungo la fascia fluviale e nelle aree contermini con essenze autoctone (Quercus ilex soprattutto), lavori che saranno eseguiti a cura del Comune con separati fondi;

la predisposizione ed attuazione di un programma di manutenzione stagionale dell’alveo consistente nel controllo dell’integrità delle sponde, delle escavazioni irregolari o profonde, localizzate specialmente in corrispondenza dei manufatti (salti, ponti);

la periodica rimozione del materiale solido depositato; il decespugliamento programmato della vegetazione di rinverdimento delle sponde.

In particolare, si tenga presente:

a) dimensioni del progetto: le opere si estendono lungo l'asta fluviale ed interessano una fascia della larghezza media di 13 ml; gli interventi strutturali in alveo risultano a raso rispetto al piano di campagna e delle sponde per cui non sono evidenti volumetrie fuori terra, salvo lievi rilevati arginali solo in alcune zone. Il bilancio complessivo dei movimenti di terra ( scavi e riporti) è a favore degli scavi. Le terre in esubero saranno smaltite nell’ambito delle ricariche e livellamenti nei terreni della limitrofa zona industriale;

b) non vi è produzione di rifiuti;

c) non vi è apertura di cave di prestito; d) non vi è apertura di discariche; e) l'inquinamento e i disturbi ambientali sono limitati esclusivamente e temporaneamente alle attività di cantiere, peraltro conformi alle normative sulla sicurezza, e di durata limitata; si tratterà in particolare, di limitato inquinamento acustico dovuto alle macchine di movimento terra e ai mezzi di trasporto, in aree aperte lontano dalle abitazioni dei paesi;

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g) non vi è rischio di incidenti, in quanto le attività lavorative verranno svolte nel rispetto delle norme di sicurezza. h) Impatto sul patrimonio naturale e storico. Le opere previste non altereranno sostanzialmente l'ambito naturale nel quale si inseriscono; in particolare, l'alveo fluviale ripercorre quasi fedelmente l'attuale assetto naturale sia planimetricamente che altimetricamente; nelle sponde viene oltremodo favorita la ricrescita vegetativa delle specie autoctone anche con inserzioni artificiali durante i lavori; l'ambiente fluviale fino al confine comunale viene mantenuto immutato. Le aree contermini non vedono modificata la loro destinazione d'uso né la caratteristica ambientale. Non vi sono emergenze storiche nelle vicinanze. Le aree circostanti la chiesa di N.S. di Saccargia non vengono interessate dalle opere, essendo ad oltre 1 km a monte dell’intervento.

3 - UBICAZIONE DEL PROGETTO

La sensibilità ambientale delle zone geografiche che possono essere danneggiate dal pro-getto è costituita sostanzialmente dalle aree demaniali del rio in oggetto.

4 - CARATTERISTICHE DELL’IMPATTO POTENZIALE

Si ritiene che l'impatto potenziale delle opere sia del tutto trascurabile e limitato temporalmente alla fase di realizzazione delle opere e che, al contrario, possa sortire un effetto migliorativo rispetto all'attuale situazione del territorio. Il raggiungimento della configurazione finale, legato sostanzialmente alla crescita vegetativa delle specie arboree che verranno inserite nel contesto, è stimato dell'ordine di qualche ciclo stagionale in relazione alle condizioni climatiche presenti.

L’esempio delle opere realizzate con il 1° lotto dei lavori mostra che quanto già eseguito ha creato una situazione ambientale migliore di quella presente antecedentemente ai lavori.

5 – L’INGEGNERIA NATURALISTICA

L’ingegneria naturalistica consiste in un insieme di tecniche costruttive utilizzabili per la sistemazione idraulica in integrazione e/o alternativa alle normali tecniche dell’ingegneria civile. La differenza sostanziale risiede nell’introduzione di un nuovo obiettivo e nell’utilizzo di materiale vegetale vivo come principale elemento strutturale.

La vegetazione forestale spondale rappresenta uno dei fattori di equilibrio del sistema fluviale, la radicazione di ancoraggio e fittonante stabilizza gli strati argillosi o limosi altrimenti trasportati dalla corrente, mentre la radicazione superficiale e nutritizia trattiene lo strato di terra vegetale, che, in caso contrario, sarebbe rapidamente dilavato, proteggendolo dall’erosione. Inoltre, se la vegetazione ripariale è ricca di specie autoctone, essa rappresenta un impatto potenziale ecologico, che contribuisce in modo determinante all’intero equilibrio naturale del territorio, con particolare riferimento alla risorsa idrica.

La fondamentale differenza rispetto alle cosiddette “opere in grigio” risiede proprio nella attitudine dei vegetali a svolgere, parzialmente o integralmente, il lavoro altrimenti affidato a strutture in muratura, in legname o inerti: le resistenze – a flessione, torsione, sradicamento, inghiaiamento, erosione, dilavamento – sono, quindi, affidate alle radici, al fusto e alla chioma di piante erbacee, arbustive e arboree, e l’insieme di queste caratteristiche determina la scelta delle specie secondo il punto di vista bio-tecnico.

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Le ormai numerose e consolidate esperienze estere, attuate prevalentemente nel Nord e Centro Europa e gli esempi italiani, hanno dimostrato come in molti casi è possibile perseguire, efficacemente e contemporaneamente, entrambi gli obiettivi idraulico e paessaggistico-ambientale e che si possono raggiungere risultati tecnici talvolta superiori alle tecniche tradizionali. Difesa idraulica a minimo impatto ambientale – Nel caso di interventi di sistemazione

dei corsi d’acqua, si possono utilizzare opere di difesa realizzate con elementi vivi. Miglioramento ambientale – L’intervento tende a migliorare decisamente una situazione

di degrado ambientale: adottando sistemazioni di bioingegneria si può affermare che si realizza una rivitalizzazione.

Ripristino ambientale – Quando invece ci sia la possibilità di ripristinare le

caratteristiche naturali del corpo idrico, per un’opera o situazione di degrado, si può parlare di rinaturalizzazione. Questa può essere perseguita, in maniera efficace e con tecniche di ingegneria naturalistica.

Creazione di biotopi – Un quarto caso di applicazione dell’ingegneria naturalistica

consiste nella creazione ex novo di biotopi naturali, importanti per la conservazione di ecosistemi rari o per la vita di certe specie vegetali e animali, anche ove non originarie; è il caso dei biotopi umidi.

Appare evidente, nel presente progetto, la preoccupazione di un corretto approccio ecologico alle problematiche presenti. Il progetto, dopo le propedeutiche analisi sulle componenti vegetali e animali, ha preso in esame le possibilità di una coerente azione di riduzione del rischio idraulico. L’elemento “acqua” è stato valutato come tema fondamentale di un vero e proprio CORRIDOIO ECOLOGICO che, in futura sinergia con quanto previsto per le aree fluviali del Mascari e del rio Mannu di Portotorres, colleghi l’area metropolitana di SS – Alghero – P.Torres con l’interno, lungo la valle che porta a Saccargia. Si fa presente che, dai dati raccolti, è stato evidenziato che una parte della valle è stata soggetta ad allagamento con una frequenza superiore ai 5 anni. La crescita del territorio urbanizzato e impermeabilizzato della Z.I. ha portato a criticità nel corso d’acqua prima presenti con minor frequenza. 5 BIS – SCOPO DEL PROGETTO Lo scopo principale del progetto è quello di adeguare la sezione idraulica dell’alveo (in alcuni tratti assai poco inciso) ed eliminare la possibilità di esondazioni. Tutto ciò – come detto – in continuità con quanto eseguito nel 1° lotto dei lavori. Lo scrivente progettista è socio da diversi anni dell’AIPIN (Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica) e ha seguito diversi lavori similari.

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6 - CRITERI GENERALI PROGETTUALI Gli interventi che, secondo la legislazione in fase di definitivo assestamento, verranno obbligatoriamente sottoposti alle procedure di V.I.A. (valutazione di impatto ambientale) saranno solo quelli che, per la loro consistenza, caratteristiche e complessità, avranno un "impatto" rilevante sull'ambiente. Nel nostro caso, stante la limitata importanza delle opere, la VIA non è obbligatoria, ma si è - comunque - proceduto all'inventario delle componenti ambientali che può comprendere: - suolo e sottosuolo, - acque, individuazione degli elementi a rischio, - paesaggio naturale e storico, - insediamenti esistenti (la zona industriale di Paddrigia), - fattori economici e sociali, - varie ed eventuali. Tra le azioni derivanti dalla costruzione delle nuove opere vi possono essere: - scavi di rinalveamento, rinterri arginali; - smaltimento di acque meteoriche e di onda di piena; - occupazione di terreni laterali all’attuale alveo. Tra i possibili impatti, vi possono essere: - turbamenti del paesaggio in aree visibili per chi percorre la statale Saccargia - Olbia, nelle 2 direzioni. Dall’esame del terreno, anche alla luce di quanto eseguito con il 1° lotto, si evince l’assoluta non visibilità delle opere previste (stanno sotto il piano di campagna naturale). Lo studio delle possibili alternative può portare a (si veda il successivo paragrafo 28): - modifica della tipologia delle opere di sistemazione del corso d’acqua; - realizzazione di vasche di laminazione. Tra le misure di attenuazione, si potrà ricorrere a: - utilizzo diffuso delle tecniche dell’Ingegneria Naturalistica; - utilizzo di materiali "locali" (per il rivestimento dei muri andatori dei 2 ponticelli). Quanto sopra detto costituisce, in sintesi, una base ampia e approfondita su cui basare la partecipazione e la decisione; inoltre, il progettista è stato obbligato, fin dall'inizio, a misurarsi

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con i problemi complessi e molteplici dell'ambiente e a considerare soluzioni alternative all'idea di partenza. Ciò ha portato ad un progetto pensato in termini più ampi, meno controverso e forse anche meno costoso. Il reticolo idrografico dell’alta valle del Mascari si diversifica in: rio di Montes, rio Murrone (corrente in territorio comunale di Codrongianos e Cargeghe), rio di S. Pietro o dei Mulini (corrente solo in territorio di Cargeghe).

I bacini di questi 3 corsi d’acqua sono relativamente estesi (si veda la relazione idrologica – idraulica) e spesso, nelle aree più basse, si sono verificate delle piene con esondazione dei rii. Tutte le opere previste sono volte, nell’ambito di un progetto sistematico, a porre rimedio a fenomeni e accadimenti che, potenzialmente, possono portare danni notevoli a uomini e case. Le opere qui sono previste esclusivamente sul rio Murrone. Nella relazione generale del progetto sono richiamate le notizie della piena del 1961 del rio Mascari, che fece notevoli danni soprattutto a valle del territorio di Codrongianos. Il presente progetto prevede il ripristino di condizioni di sicurezza con: - interventi definibili di sola manutenzione quali:

a) rimozione dei sedimenti accumulati negli anni, b) taglio selettivo della vegetazione sviluppatasi in alcuni tratti dell’alveo;

- interventi di messa in sicurezza:

a) realizzazione di sezioni d’alveo maggiori di quelle attuali; b) rifacimento dei manufatti di attraversamento aventi sezioni non adeguate.

Le ipotesi di canali scolmatori e/o di vasche di laminazione non sono risultate percorribili a

causa degli elevati costi, delle difficoltà orografiche presenti e della gestione non programmabile (si veda il paragrafo 28).

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7 - ELABORATI PREVISTI In linea presuntiva, si elencano di seguito gli studi e gli allegati che si sono redatti: - dossier relativo alle questioni inerenti l'opera in esame (ipotesi di scelta dei materiali, accostamenti all'urbanizzato, aree di pericolosità); - stralcio dello strumento urbanistico vigente (P.U.C. di Codrongianos); - carta dei caratteri costitutivi del paesaggio e dei vincoli (rilievo topografico); - interferenze ed ostacoli (linee elettriche aeree, tubolari); - fruizione visiva del paesaggio; - verifiche tecniche delle opere previste (profili longitudinali e trasversali); - campi di impatto dell'opera e soluzioni alternative; - opere "al contorno"; - impatti puntuali e accorgimenti per il contenimento degli effetti; - tipologie degli impatti e misure di contenimento; - relazione complessiva; - descrizione ed elementi progettuali delle opere di cantiere con indicazione del piano di rimessa in pristino ad opere compiute; - studio di supporto agronomico – forestale con individuazione delle specie arboree presenti nelle fasce fluviali (a cura del Dott. Paolo Ninniri); - studio di supporto geologico-geotecnico a cura del Dott. Geol. Marco Madau; - analisi dei beni paesaggistici e identitari (si veda anche l’allegata relazione paesaggistica).

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8 – STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE La predisposizione della relazione di compatibilità ambientale può seguire diverse metodologie anche sulla base degli ormai numerosi studi effettuati. Nel caso di un'opera come questa, la situazione permette di definire in modo sufficientemente certo il livello di approfondimento dello studio d'impatto, sia pur alle prese con il problema della sincronicità con lo studio economico e d'ingegneria. Lo studio è stato mirato essenzialmente a: a - prevedere gli impatti diretti del progetto; b - prevedere la sequenza effetti-impatti in ordine alla modifica del quadro paesaggistico come conseguenza della realizzazione dell'opera; c - definire la gamma degli obiettivi e dei vincoli di natura ambientale; d - individuare le "aree sensibili" dove cioè è stato necessario svolgere studi di impatto di maggiore dettaglio, comunque e dove si è svolta un'esplicita progettazione ambientale esecutiva; e - individuare la gamma di strumenti e delle accortezze per ridurre i "conflitti" potenziali tra il progetto in oggetto con gli strumenti urbanistici. Ciò in quanto indispensabile sia alle elaborazioni specifiche che alla definizione della metodologia più coerente per una progettazione ecosostenibile.

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9 - ANALISI Si è articolata in due fasi distinte: a - descrizione dello stato di fatto dell'area oggetto dell'intervento; b - analisi del processo modificato ipotizzabile nell'area a seguito dell'inserimento dell'opera. Passando dalla fase di screening del processo di valutazione dell'impatto ambientale all'inserimento delle varie ipotesi d'intervento, si è potuta analizzare una grande quantità d'ipote-si in tempi relativamente brevi. 10 – ANALISI CLIMATICA Clima temperato caldo umido con una stagione caldo arida ed una stagione piovosa più o meno fredda. Il regime pluviometrico è di tipo I.A.P.E. con un massimo invernale che si raggiunge dopo abbondanti precipitazioni autunnali. Come emerge dalla tab. 1 in cui sono riportati i valori delle precipitazioni mensili ed annuali registrati dalla sezione pluviometrica di Cargeghe per il periodo 1921-70, la piovosità media è pari a 739 mm/anno:

Tab. 1 – Serie storica 1921 – 1970 dei dati pluviometrici della stazione di Cargeghe

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Tot mm 86 85 70 56 46 20 4 9 48 83 110 122 739

Tab. 2 – Serie storica 1951 – 1975 dei dati termometrici (media)

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Media totale

9,1 9,3 11,3 14 17 21,4 24 24,4 21,9 17,7 13,5 10 16,1

La temperatura media annua ha un valore di 16,10 °C, i valori medi più elevati si registrano in agosto (24,4° C) e luglio (24° C); il mese più freddo è gennaio con 9,1° C. Il periodo caldo-arido è contenuto sia come livello che come periodo, inoltre nei giorni normali la combinazione acqua energia è soddisfacente. Secondo dati statistici provenienti da altri studi (con l’esame dei valori delle vicine stazioni pluviometriche di Ploaghe, Ardara e Osilo), la piovosità media annua è di 737,7 mm/anno.

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11 - COMPONENTE ANTROPICA Aspetti morfologici ed idrogeologici Il rilievo morfologico e idrogeologico non ha evidenziato tipologie di potenziale dissesto che interessino le opere previste in progetto. Il suolo e la vegetazione Il terreno naturale si è formato sotto l'influenza di fattori pedogenetici naturali e ospita eventualmente una vegetazione composta da più specie in associazione e in equilibrio con l'ambiente (vegetazione climax). Il terreno agrario invece ospita normalmente le piante agrarie e la sua composizione e stratigrafia viene continuamente modificata a causa delle lavorazioni, concimazioni e altre operazioni colturali. Nel caso in oggetto l'attività agricola e zootecnica ha connotati estensivi. Questo, accompagnato dalla composizione prevalentemente detritica del terreno, rende il suolo della zona in oggetto dotato di caratteristiche non dissimili da quello naturale. La presenza di edifici nella zona circostante è limitata ad alcuni piccoli fabbricati ad uso deposito attrezzi isolati e, nell'ambito dell’unica azienda presente di maggiore ampiezza, ad un gruppo di fabbricati costituenti il centro aziendale, comprendenti stalle, fienili, sale mungitura e residenza di custodia (presente in un sol caso, a debita distanza dall’alveo). Data la relativa vicinanza dei due centri abitati di Codrongianos e Cargeghe, non risulta necessaria la stabile residenza degli operatori agricoli sui fondi circostanti l'area di intervento, per cui la totalità dei fabbricati della zona hanno funzione connessa solo con le operazioni colturali o con l'allevamento.

Si rimanda alla relazione tecnico-agronomica del Dott. Paolo Ninniri.

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12 – ANALISI VEGETAZIONALE La zona ricade nella fascia altitudinale il cui fitoclima è da ascriversi fra quelli con Biocora del tipo Mediterraneo Sempreverde. Tale zona presenta tutti i connotati di un territorio di pianura ad uso agricolo, infatti i loro effetti hanno determinato sul paesaggio la quasi scomparsa delle componenti vegetazionali tipiche di questi paesaggi: la prateria, il bosco e la zona umida. La prateria è stata sostituita dalle coltivazioni agricole in quasi tutto il territorio, per cui le associazioni spontanee di piante erbacee sono state sostituite da coperture vegetali molto uniformi, anche con la sola monocoltura. La componente boschiva appartenente a questo climax è ormai ridotta a pochi esemplari ed è confinata nelle colline a sud della chiesa di Saccargia e nell’area di S. Andrea (a sud della ferrovia), gli elementi “verticali” rimasti nel paesaggio sono relegati nei poderi (alberi da frutta od ulivi) o nelle delimitazione tra una proprietà e l’altra (frangivento). Da una lettura complessiva dell’organizzazione agricola emergono la presenza di colture specializzate intensive (vite, ulivo, frutteto ed orto) ed estensive (seminativi in asciutto e pascoli) e la presenza, nel tratto interessato di una sola azienda agraria di ampiezza medio-piccola). L’analisi vegetazionale effettuata ha fatto emergere che i suoli coltivati presentano una alta vocazione agricola, adatta alle colture specializzate, infatti il suolo viene utilizzato nel seguente modo:

Seminativi asciutti

Pascoli: trattasi di pascoli saltuari cioè di seminativi abbandonati;

Olivicoltura (sulla altura in dx idraulica a metà percorso);

Viticoltura: quasi assente;

Bosco (in aree lontane dalla valletta): la formazione forestale in collina è composta principalmente da Quercus Pubescens, pianta eliofila a foglia caduca con portamento maestoso e di notevoli dimensioni, questa essenza forestale ha una elevata capacità pollonifera e si presta bene ad essere ceduata, diffusa dall’uomo principalmente per integrare la dieta del bestiame utilizzando il fogliame e le ghiande.

Macchia Mediterranea: è un insieme di individui formato da alberelli ed arbusti

che assumono un andamento che varia dal prostrato sino a raggiungere due tre metri di altezza fittamente appressati. I costituenti più importanti sono: ginestra, lentischi, mandorli, olivastri, filliree, perastri, fichi d’india, asparagi spinosi, rovi, ecc..

Il censimento eseguito ha rilevato le seguenti essenze arboree di maggiore interesse, peraltro presenti in rarissimi esemplari: Pioppo Bianco (Populus alba), Pino Marittimo (Pinus pinaster), Cipresso (Cuprussus semprevirens), Mandorlo (Prunus amygdalus), Olmo (Ulmus), Salice Bianco (Salix alba).

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13 - IL PROGETTO Le note che seguono vogliono essere una sintesi dello studio degli impatti diretti e indiretti che l'opera avrà sul territorio aperto. Tale studio si articola in alcune fasi, fondamentalmente: un riconoscimento della situazione attuale e delle sue peculiarità; una verifica delle compatibilità tra l'opera e la pianificazione esistente ed in fieri; una analisi delle modificazioni che l'opera apporterà nella struttura del territorio. E' certamente notevole l'interazione opera-ambiente socio-economico con particolare attenzione ai conflitti con la programmazione territoriale e urbanistica dell'area. Il progetto (vedi relazione generale) si pone, sostanzialmente, come 2° intervento, intorno al quale si dovrebbero coagulare le ulteriori iniziative che l’Amm/ne Comunale dovrebbe concretizzare nel campo della protezione del territorio. Si sottolinea: - panorama verso l’altopiano effusivo di Coloru (verso nord); - relazione diretta con la zona industriale di Codrongianos (reg. Paddrigia). Il progetto ha come valenza strategica il completamento dei lavori di regimazione del rio Murrone. Tale attività, unita a quella dell’avvenuto recupero ambientale della cava posta di fronte alla basilica di N.S. di Saccargia (con finanziamento dell’Ass. Difesa dell’Ambiente), consente di ultimare un programma di eliminazione dei detrattori ambientali presenti nel territorio. Il rapporto costo-benefici appare assai elevato dal momento che si opera su una valle percorsa dalla frequentatissima statale SS – Olbia e in presenza di un monumento di assoluta importanza regionale: la chiesa romanica di Saccargia, definita come la più bella di tutta la Sardegna. Il progetto prevede solo un intervento in un corso d’acqua non regimato per il raggiungimento delle condizioni di sicurezza nella valle considerata. Un piano di manutenzione (redatto anche sulla base di quanto previsto dal D.P.R. 14.04.1993) prevederà gli interventi manutentori da effettuarsi negli anni successivi ai lavori con il risarcimento del verde ripario e le cure colturali. L’attenzione agli aspetti ambientali è evidenziata anche dall’obbligo di C.S.A. di occuparsi delle cure colturali per i 6 (sei) mesi successivi alla data di ultimazione dei lavori.

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14 - OPERE PREVISTE Le opere previste sono tutte di basso impatto ambientale. Per ciò che riguarda il settore delle operazioni preliminari, le opere previste possono essere così sintetizzate: - azioni preliminari (decespugliamenti); - opere di presidio idraulico alla viabilità esistente (un piccolo tubolare sotto la S.V. di Murrone); - ricariche parziali di piste di servizio (vecchia strada vicinale esistente di Murrone). Per ciò che riguarda il settore relativo all’asta fluviale del rio Murrone, le opere previste possono essere così sintetizzate: - pulizia alveo con allargamento della sezione idraulica; - soglie di equilibrio (capaci di adempiere a più funzioni quali la riduzione della velocità dell’acqua, dissipare l’energia della corrente, ecc.); - sistemazioni spondali con verde ripario mediante sistemi di ingegneria naturalistica (copertura diffusa); - sistemazione delle opere di attraversamento in sostituzione di quelle esistenti che hanno sezione idraulica inadeguata. 14 BIS - LOCALIZZAZIONE Dimensioni del progetto Come si evince dagli elaborati grafici, la larghezza del rinalveamento è di 6,00 ml a fondo alveo, non dissimile da quella del tratto già eseguito. La lunghezza dell’intervento è di ml 1976. Il volume di scavo per il rinalveamento è di mc 21.924,23. La superficie territoriale impegnata tra lunghezza complessiva e larghezza di fondo alveo e scarpe inclinate (circa 13 ml) è in totale di 25.688 mq. Utilizzazione del territorio Il territorio limitrofo al corso d’acqua è totalmente agricolo in dx idraulico, mentre in sin dalla sez. 140 fino alla fine il rio confina con la Z.I. di Paddrigia. La zona è una zona a densità demografica assai vicina allo 0. Gli standards di qualità ambientale fissati dalla legislazione comunitaria non sono certamente superati. Non vi sono produzioni agricole di particolare qualità e tipicità di cui all’art. 21 del D. Lgs. n° 228/2001.

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15 - UTILIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI Vengono riportati di seguito gli elementi generali delle risorse naturali coinvolte dall’intervento. Suolo L’impatto del progetto sulla risorsa suolo va riferito alla superficie impegnata dalle opere che verrà alienato rispetto alla funzione originaria. La superficie occupata dall’alveo e dalle sponde è pari a 25.688 mq (13x1976). Questa superficie verrà alienata dalla sua destinazione attuale, che è di terreno agricolo (in generale non coltivato), per essere destinata ad opere idrauliche. L’impiego di questa porzione di suolo è totale e non mitigabile. Si tratta di porzioni di suolo poco significative per la conduzione aziendale peraltro poste in aree inondabili. Vegetazione La vegetazione interessata dall’intervento è rappresentata solo da graminacee coltivate e dalla rada vegetazione presente in alveo. La parte più qualificante per l’intervento è rappresentata dalla vegetazione interessata dall’intervento in alveo. Questa è rappresentata in gran parte da un canneto e fitti rovi. Sono presenti pochi alberi all’interno dell’alveo (ontani, pioppi, salici). La lunghezza dell’intervento di rinalveamento è di 1976 metri, per una estensione di circa 25.688 mq sui quali la vegetazione verrà quasi interamente asportata. Si tratta di un impatto non reversibile. Si tratta, comunque, di vegetazione di poco pregio e già estesa lungo tutto il corso del rio Murrone, vegetazione che la successiva copertura diffusa contribuirà a far rinascere rapidamente, come testimoniata dai risultati del 1° lotto. Fauna Nessuna delle specie presenti (ma una parte dell’area dalla sez. 140 alla sez. 217 è ormai a margine di una zona industriale) risentirà in maniera negativa dei lavori; per la nidificazione, gli uccelli si sposteranno di poche centinaia di metri, dove è presente un ecosistema simile, per ritornare non appena si riformerà un minimo di copertura vegetale, prevista in tempi brevissimi subito dopo gli scavi. Acqua L’interazione del progetto con la risorsa acqua è ampiamente descritta nella relazione idraulica allegata. La pulizia ed il rinalveamento del tratto interessato del rio Murrone consente di limitare gli effetti della corrente ma non interferisce con la risorsa acqua se non per la semplice regimazione della corrente in questo tratto.

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Paesaggio Le opere di rinalveamento avranno un modesto impatto sul paesaggio, valutabile anche nelle simulazioni allegate. I lavori si svolgeranno in un territorio che localmente è privo di particolare interesse storico o ambientale, mentre ad oltre 1 km di distanza sorge la chiesa di N.S. di Saccargia. I beni archeologici (nuraghe Su Crabione, nuraghe S. Andrea) sono lontani mentre (si veda la relazione paesaggistica) del nuraghe Murrone non vi sono tracce sul terreno. Produzione di rifiuti La produzione di rifiuti è riferibile principalmente alla fase di cantiere. Durante le operazioni di cantiere saranno prodotti i rifiuti caratteristici dell’attività di ingegneria civile costituiti principalmente dal materiale di scavo, dai residui del materiale di costruzione, residui di imballaggi, ecc. Tutto il materiale proveniente dagli scavi, proveniente sia dagli strati superficiali che da quelli sottostanti, sarà accantonato e riutilizzato in loco per i necessari interventi di realizzazione dei rinterri laterali, scarpate, ecc. I restanti materiali, derivanti da residui di materiali di costruzione e simili, saranno raccolti e conferiti a discarica autorizzata in modo da ripristinare lo stato ambientale precedente all’insediamento del cantiere. Inquinamento e disturbi ambientali Vanno previsti i due distinti momenti in cui vengono generati gli effetti inquinanti, ovvero le attività di cantiere e l’utilizzo ordinario delle opere. I possibili effetti negativi legati all’attività di cantiere sono da riferire principalmente alla produzione di polveri e ai possibili danni sulle aree agricole circostanti; questi dovranno comunque essere analizzati e descritti nell’ambito della valutazione del rischio all’interno del piano di sicurezza, che esaminerà anche in dettaglio le misure da adottare per la loro minimizzazione. Saranno adottati tutti gli accorgimenti per limitare l’emissione di inquinanti (bagnatura delle piste, selezione granulometrica dei materiali di riporto, utilizzo di aggreganti naturali per le piste provvisorie). Per quanto riguarda l’utilizzo ordinario sono, ovviamente, da considerare fonte di inquinamento e disturbi ambientali solo il traffico che vi sarà in occasione delle periodiche opere di manutenzione (si stima ogni 2 anni) per la pulizia dell’alveo. Rischio di incidenti Sono da prendere in considerazione solo gli incidenti che si possono verificare nel corso dell’esecuzione dell’opera. La realizzazione delle opere comporta i normali rischi connessi con l’attività di cantiere. La prevenzione di questi rischi è legata al rispetto delle norme e prescrizioni contenute nel piano di sicurezza che sarà allegato al progetto esecutivo ed a cui saranno tenuti ad attenersi gli addetti ai lavori.

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Impatto sul patrimonio naturale La destinazione d’uso dell’insieme del territorio è definita in modo abbastanza univoco. In gran parte si tratta di territorio agricolo con prevalenza di foraggere, mentre a valle in sin. Idraulica è presente la Z.I. di Paddrigia. L’opera prevista non va a modificare il tessuto fondiario e l’assetto agricolo (si veda la relazione paesaggistica). Per quanto sopra riportato si può affermare che le opere previste non incidono su patrimoni naturali e storici di particolare interesse.

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16 – UBICAZIONE DEL PROGETTO Zone costiere Il progetto non si pone in relazione con il sistema costiero della Nurra in quanto dista oltre 40 km dalla linea di costa e a 70 kg dalla Corsica. Zone montuose o forestali Non risultano impatti e relazioni con il sistema montano o forestale della Sardegna, le cui aree significative sono lontanissime. Zone a forte densità demografica La zona di intervento è priva di fabbricati residenziali. Paesaggi importanti dal punto di vista storico, culturale e archeologico L’intervento non incide su paesaggi particolarmente significativi dal punto di vista storico o culturale, si tratta di un area di fondovalle utilizzata per coltivazioni agricole. L’area storica di Saccargia è molto più a monte dell’intervento. Il nuraghe Murrone, segnalato nel PPR, è completamente distrutto e, peraltro, la sua area di riferimento è lontana dall’alveo del rio Murrone e non interessata dai lavori. Aree demaniali dei fiumi, dei torrenti, dei laghi e delle acque pubbliche Il settore comprende parti significative di acque pubbliche con le quali il progetto si rapporta in quanto prevede opere di regimazione. Le opere previste non modificano la disponibilità o la qualità della risorsa acqua, ma si limitano a regimarne il flusso in modo da garantire delle condizioni ottimali di deflusso anche in caso di piena. Effetti dell’opera sulle limitrofe aree naturali protette Il progetto non ricade nell’ambito di alcun S.I.C. e non si pone in relazione con alcuna area protetta. Gli effetti dei lavori sono da ritenersi localizzati al ristretto ambito territoriale dell’intervento, non è prevista la realizzazione di sistemi di trattamento dei reflui o di smaltimento di rifiuti che possano andare ad incidere sulle aree limitrofe.

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17 – CARATTERISTICHE DELL’IMPATTO AMBIENTALE Portata dell’impatto (area geografica e densità della popolazione interessata) La portata dell’impatto risulta nel complesso limitata e riferita al solo intorno territoriale. Infatti, gli impatti potenzialmente realizzabili, descritti nelle sezioni precedenti, possono produrre effetti apprezzabili esclusivamente su un’area ben definita, estremamente prossima al rio. In particolare, come detto, la densità abitativa attuale dell’area di progetto risulta praticamente prossima a zero. Gli impatti sulla popolazione sono da ritenersi positivi in quanto verrà agevolata la transitabilità di una strada vicinale e si elimineranno i danni ai terreni provocati dalle ricorrenti piene (a cadenza annuale) del rio. Natura transfrontaliera dell’impatto L’area di intervento è ubicata a oltre 70 km dalla Corsica e non è ragionevolmente prevedibile la possibilità di creare con l’intervento alcun problema a carico del sistema di frontiera. Ordine di grandezza e complessità dell’impatto L’ordine di grandezza degli impatti complessivamente non può essere considerato rilevante, particolarmente nel caso in cui siano messe in atto le previste misure di mitigazione degli stessi. Eventuali danni di un certo rilievo possono derivare unicamente dalla mancata previsione nella fase di progetto esecutivo del piano di sicurezza del cantiere, e nella fase di realizzazione, degli opportuni accorgimenti necessari alla riduzione dei potenziali effetti negativi derivanti dall’intervento. Se si eccettuano i limitati consumi di suolo e gli interventi sulla vegetazione, gli impatti riscontrabili non presentano elementi di particolare complessità, e appunto perciò possono essere ovviati con misure operative adeguate. Dalla analisi allegata si evince che l’impatto più rilevante è a carico del paesaggio e a seguire sulla vegetazione e sul suolo. Probabilità di impatto Le probabilità di impatto sui diversi componenti dell’ambiente sono riassunte nella tabella 1 allegata. Dalla sintesi riportata in tabella viene evidenziato che le componenti più soggette ad alte probabilità di impatto sono il paesaggio, il suolo e la vegetazione. La creazione degli impatti reversibili può realizzarsi con probabilità differenti a seconda delle caratteristiche peculiari della realizzazione dell’opera e della tipologia di cantiere. Durata, frequenza e reversibilità dell’impatto Gli impatti legati alla modificazione del paesaggio, alla sottrazione di suolo non sono reversibili e producono un effetto immediato e duraturo; sono per lo più mitigabili quelli legati alle modificazioni della vegetazione presente. Sono infine completamente reversibili gli impatti derivanti da produzione di rifiuti e inquinamento, che potranno produrre effetti derivanti dalla

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presenza di mezzi in attività o in movimento durante e dopo il termine della realizzazione delle opere. Anche gli incidenti potranno essere minimizzati grazie all’attuazione di adeguate misure di prevenzione. 18 – ANALISI DELL’IMPATTO SULLE SINGOLE COMPONENTI (atmosfera, acqua, suolo e sottosuolo, vegetazione, flora, fauna ed ecosistemi, patrimonio culturale e paesaggio, assetto demografico e sociale) Metodo La valutazione degli impatti viene sviluppata attraverso un modello di analisi attraverso matrici. Questo modello si basa sulla definizione di una serie di attività relative al progetto in esame che vanno a costituire le generatrici e una serie di componenti ambientali che ricevono l’impatto generato. I risultati ottenuti attraverso l’impiego di modelli matriciali a tre livelli di correlazione con sommatoria dei valori di influenza pari a 10 vengono rappresentati in forma tabellare. Il piano di lavoro è stato sviluppato seguendo i seguenti punti:

- studio ambientale generale; - individuazione delle componenti ambientali; - individuazione dei fattori ambientali; - stima dei fattori con attribuzione delle magnitudo; - valutazione delle influenze di ogni fattore su ciascuna componente; - valutazione degli impatti elementari.

Componenti: Atmosfera Descrizione L’aria costituisce l’involucro gassoso che circonda la terra e che permette la respirazione e gli scambi vitali negli organismi. Ne consegue che il suo inquinamento può comportare effetti fortemente indesiderati sulla salute umana e sulla vita nella biosfera in generale Caratterizzazione La caratterizzazione della componente prende in considerazione le seguenti caratteristiche indotte dalla realizzazione del progetto:

- le nuove emissioni prodotte dall’intervento in progetto; - la localizzazione ed il dimensionamento delle altre fonti di emissione esistenti nella

zona. Il progetto comporterà l’emissione di polveri dovute ai movimenti di terra nella fase di cantiere, la fase di operatività della struttura non comporterà aumenti del carico di veicoli per cui non comporterà l’aumento di emissioni nell’aria. Nella zona, se si fa eccezione per alcune attività di cava, peraltro piuttosto distanti (oltre 5 km), non sono presenti altre forme di

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emissione di inquinamenti o polveri. Misure di mitigazione

- durante la fase dei lavori si utilizzeranno tutte le tecniche adatte a diminuire le emissioni di polveri (bagnatura delle piste e dei siti, razionalizzazione degli scavi, sospensione dei lavori in condizioni di vento forte etc.).

Acque di superficie Descrizione Comprendono il reticolo delle acque superficiali e le acque di scarico. Caratterizzazione La caratterizzazione della componente prende in considerazione le seguenti caratteristiche indotte dalla realizzazione del progetto:

- la gestione e la qualità delle acque; - la possibilità di alterazioni del ciclo delle acque.

Gli interventi previsti, pulizia e rinalveamento di un tratto del rio Murrone, sono finalizzati a regimare il flusso di piena in quest’area. I lavori previsti non interferiscono con la qualità e la disponibilità della risorsa acqua. Misure di mitigazione

- Allo scopo di prevenire forme di inquinamento dovute a perdite di carburanti o altri inquinanti durante la fase di cantiere sarà attivato un programma di monitoraggio settimanale.

Acque sotterranee Descrizione Comprendono tutte le acque presenti nel sottosuolo. Caratterizzazione La caratterizzazione della componente prende in considerazione le seguenti caratteristiche indotte dalla realizzazione del progetto:

- inquinamenti di falda causati dal progetto; - alterazioni di falda.

L’opera prevista non comporta l’emissione di inquinanti o reflui in grado di alterare il biochimismo delle acque sotterranee. Non sono previste captazioni di acque sotterranee e le opere di regimazione delle acque previste in progetto non comportano alterazioni al ciclo delle acque e quindi anche al dinamismo di falda. Misure di mitigazione Nessuna.

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Suolo e sottosuolo Descrizione Comprende sia gli orizzonti più superficiali che il substrato pedogenetico. Caratterizzazione La caratterizzazione della componente prende in considerazione le seguenti caratteristiche indotte dalla realizzazione del progetto:

- eventuali fenomeni erosivi causati dal progetto; - danni causati all’ecosistema dalla occupazione di suolo.

Il progetto è concepito in modo da evitare che l’intervento inneschi fenomeni erosivi ed è strutturato in maniera tale da prevenirli per le soluzioni e le tecnologie adottate. Le conseguenze della sottrazione di suolo sono piuttosto limitate in quanto incidono su di una area agricola sottraendo una zona marginale per le colture e di estensione limitata. Le aree prossime alle attuali rive sono, in genere, incolte per la mancanza di regimazione del rio. Misure di mitigazione Allo scopo di prevenire e limitare i fenomeni di erosione degli argini in seguito al rinalveamento è prevista la compattazione dei rilevati in più strati ed il successivo inerbimento naturale. Habitat, vegetazione e flora Descrizione Insieme degli habitat e degli organismi vegetali che abitano il sito. Caratterizzazione La caratterizzazione della componente prende in considerazione le seguenti caratteristiche indotte dalla realizzazione del progetto:

- eventuali effetti negativi causati dal progetto su habitat e su specie importanti e sensibili presenti in sito;

- mutamento di equilibri ecologici. Il complesso habitat/vegetazione del sito è ampiamente descritto nella relazione. Gli effetti negativi prodotti dall’intervento si concretizzano nella asportazione della vegetazione che ricade nella larghezza da inalveare. Per la tipologia della vegetazione interessata non si ritiene esistano mutamenti sostanziali agli equilibri ecologici. L’intervento non insiste su aree naturali di particolare pregio o su habitat protetti. La vegetazione coinvolta è quantitativamente e qualitativamente poco significativa. Il canneto si riformerà entro pochi anni e l’inerbimento naturale accompagnato dalla copertura diffusa delle sponde sarà quasi contemporaneo alla formazione dei nuovi argini. Misure di mitigazione

- inerbimento naturale degli argini inalveati; - copertura diffusa sponde con astoni di talee.

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Fauna Descrizione Insieme degli organismi animali che abitano il sito Caratterizzazione La caratterizzazione della componente prende in considerazione le seguenti caratteristiche indotte dalla realizzazione del progetto;

- eventuali effetti negativi causati dal progetto su specie importanti e sensibili presenti in sito;

- mutamento di equilibri ecologici. Gli effetti negativi prodotti dall’intervento sono connessi in parte alla asportazione della vegetazione ed in parte alla presenza dell’uomo. Questi effetti sono minimi in quanto la zona interessata non presenta caratteristiche tali da essere considerata di interesse faunistico, essendo ormai in buona parte a confine con un’area industriale. Misure di mitigazione Le recinzioni continue saranno realizzate in modo da permettere il passaggio dei piccoli mammiferi. Patrimonio culturale e paesaggio Descrizione Comprende il mantenimento o quanto meno l’evoluzione di assetti paesaggistici pregiati Caratterizzazione La caratterizzazione della componente prende in considerazione le seguenti caratteristiche indotte dalla realizzazione del progetto:

- eventuali fenomeni di alterazione del paesaggio causati dal progetto; - eventuali danni causati al patrimonio culturale.

L’intervento previsto produce una scarsissima modificazione sul paesaggio causata dall’allargamento dell’alveo. Non risultano emergenze di tipo storico o archeologico, ne il progetto si inserisce su paesaggi costruiti di rilevanza sociale o storica. Misure di mitigazione

- la tipologia delle opere di rinalveamento rende inutili interventi di mitigazione visiva, nella scelta del tipo di ponticello si è scelto quello con minore impatto visivo, restando “basso” rispetto all’alveo e con 3 fornici che danno l’idea di un piccolo ponte con 2 archi, peraltro con rivestimento dei muri andatori in cls con pietra locale.

Assetto territoriale Descrizione Considera la conformità del progetto allo sviluppo economico e sociale del Comune.

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Caratterizzazione La caratterizzazione della componente prende in considerazione le seguenti caratteristiche indotte dalla realizzazione del progetto:

- eventuali fenomeni di nuovo traffico stradale (del tutto da escludere); - eventuali devianze dalle previsioni degli sviluppi territoriali previsti dal P.U.C.

I volumi di traffico (solo agricolo sui 2 attraversamenti) non subiscono modifiche di sorta, il progetto non prevede modifiche al P.U.C. Misure di mitigazione - nessuna. Assetto socioeconomico Descrizione Considera la ricaduta del progetto sul territorio in termini occupazionali e sociali. Caratterizzazione La caratterizzazione della componente prende in considerazione le seguenti caratteristiche indotte dalla realizzazione del progetto:

- eventuali incrementi di occupazione; - eventuali ricadute sul tessuto sociale.

Il progetto produrrà un incremento della occupazione solo nella fase di cantiere, per la fase di gestione è sufficiente il personale che si occupa della manutenzione idraulica dei corsi d’acqua che interessano più comuni. La ricaduta sul tessuto sociale è direttamente collegata alla riduzione del rischio piena nella valletta. Peraltro, più a valle, in territorio di Cargeghe, il rio Murrone viene superato con un ponte in pietra dalla ferrovia Chilivani – Sassari. Misure di mitigazione

- non necessarie. Assetto igienico e sanitario Descrizione Considera la conformità del progetto alle normative igieniche e sanitarie. Caratterizzazione La caratterizzazione della componente prende in considerazione le seguenti caratteristiche indotte dalla realizzazione del progetto:

- gestione dei reflui prodotti; - osservanza delle normative.

I rifiuti solidi prodotti durante la fase di cantiere verranno conferiti a discarica autorizzata. Nella realizzazione delle opere saranno osservate tutte le normative per la sicurezza

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degli operai. Misure di mitigazione Nessuna Lista dei fattori influenti

- emissioni di polvere; - emissione di odori; - venti dominanti; - modifiche del regime superficiale; - modifiche al regime di falda; - modifiche chimico biologiche delle acque superficiali e sotterranee; - modifiche alla morfologia ed al paesaggio; - alterazioni della superficie topografica; - caratteristiche geotecniche del suolo; - caratteristiche pedologiche dell’area; - distanza dai centri abitati; - sistema viario; - rumori; - pressione antropica.

Emissioni di polveri E’ legata alla fase di cantiere in relazione ai movimenti terra ed ai trasporti, vista la granulometria e le misure di mitigazione previste, bagnatura dei siti e interruzione degli scavi in caso di vento forte, viene prevista la seguente magnitudo: INTENSITA’ = 3 Emissione di odori L’emissione di odori nell’ambiente potrà avvenire solo attraverso i gas di scarico delle macchine operatrici durante la fase di cantiere. INTENSITA’ = 2 Venti dominanti Il dato relativo ai venti dominanti, maestrale e ponente, è utile nella correlazione con la produzione di polveri nella fase di cantiere, per i già citati dati sulla granulometria e sulle misure di mitigazione la magnitudo prevista è: INTENSITA’ = 2

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Modifiche del regime superficiale Questo intervento modificherà la regimazione del rio Murrone in una zona piuttosto limitata (circa 1/3 dell’intera asta fluviale). Sostanzialmente l’intervento non causa alterazioni nella quantità e nella qualità delle acque. INTENSITA’ = 2 Modifiche al regime di falda L’intervento comporta trascurabili modifiche alla velocità di infiltrazione in un intorno molto ridotto, non sono previsti interventi che si pongano in relazione con il sistema idrico sotterraneo. INTENSITA’ = 1 Modifiche chimico biologiche delle acque superficiali e sotterranee L’intervento comporta minimi rischi di inquinamento in fase di cantiere del tutto trascurabili. INTENSITA’ = 1 Modifiche alla morfologia ed al paesaggio Questa variabile ha un certo peso sulla valutazione globale in quanto l’intervento dell’uomo con una opera come questa produce una traccia sul paesaggio. INTENSITA’ = 3 Alterazioni della superficie topografica Lo schema progettuale prevede che il rinalveamento segua per quanto possibile il tracciato esistente minimizzando le alterazioni della superficie topografica. INTENSITA’ = 2 Caratteristiche geotecniche del suolo I siti nei quali si intende realizzare il progetto non presentano particolari zone di dissesto. I carichi che saranno trasmessi dalle strutture dei 2 ponticelli sul terreno sono di modesta entità così come quelli dei mezzi di cantiere (0.6 kg/cmq). Non sono, quindi, prevedibili comportamenti irregolari del sottosuolo ne si prevede di causare fenomeni erosivi. INTENSITA’ = 2

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Caratteristiche pedologiche L’intervento comporta una modificazione delle caratteristiche pedologiche nella zona in cui verranno eseguiti i rinalveamenti. E’ previsto un consumo di suolo pari alla superficie occupata dal nuovo sistema alveo – scarpate. INTENSITA’ = 2 Distanza dai centri abitati Le opere verranno eseguite nell’agro di Codrongianos in aree senza abitazioni. Il sito di progetto è praticamente disabitato se si eccettua un fabbricato. L’interferenza dell’intervento sulla popolazione residente risulta pertanto praticamente trascurabile. INTENSITA’ = 1 Pressione antropica Anche in questo caso non sono previste variazioni rispetto alla situazione attuale. INTENSITA’ = 1.

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Influenza ponderale dei fattori sulle componenti ambientali Il calcolo degli impatti elementari sarà operato con i seguenti valori di influenza: A = forte B = moderata C = lieve O = nulla E le seguenti correlazioni A = 2 B = 2 C Componenti

fattori Atmosfera Acque di

superficie Acque sotterr.

Suolo e sottosuolo

Habitat e Flora

Fauna Patr. cult. e paes.

Assetto territoriale

Assetto socioecon.

Assetto sanitario

Emiss. Polveri

B C O C C C O O O C

Emiss. Odori

B O O O O B C O O B

Venti B O O O C O O O O B Mod. regime superficiale

C B B B B O O O O C

Mod. regime di falda

O C B B C O O O O C

Mod. chimico biol. Acque

C C C C O O O O O C

Morfologia e paesaggio

O O O B C C A B C O

Topografia O O O B C O C O O O Caratt. Geotecniche

O O C C C O O O O O

Caratt. Pedologiche

C C C C O C O O O O

Dist. Centri abitati

C O O O O O C O C C

Pressione antropica

C O C C C B C C C C

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Tabella I

IMPATTO

TIPOLOGIA DELL’IMPATTO

ORDINE DI GRANDEZZA E COMPLESSITA’

PROBABILITA’

REVERSIBILITA’

FREQUENZA E DURATA

MISURE DI MITIGAZIONE

Consumo di suolo (sottrazione

di suolo)

Uso di risorse naturali / impatto

sul paesaggio naturale

Medio / bassa Media Non reversibile Immediato / duraturo – sino

ad eventuale smantellamento

dell’opera

Limitazione dell’area occupata

Asportazione di vegetazione

Uso di risorse naturali / impatto

sul paesaggio

Medio / bassa Bassa Reversibile Immediato / duraturo – sino

ad eventuale smantellamento

dell’opera

Inerbimento naturale sugli

argini

Modificazione del sistema idrografico

Uso di risorse naturali

Basso – medio/bassa

Bassa Reversibile Immediato / duraturo – sino ad attuazione

degli interventi di mitigazione

Riattivazione della continuità idrografica con

adeguati interventi idraulici

Produzione di rifiuti

Produzione di rifiuti

Basso / bassa Bassa Reversibile Continuo durante la fase di

realizzazione dell’opera

Invio a discarica dei rifiuti

Produzione di polveri

Inquinamento e disturbi ambientali

Basso / bassa Bassa Reversibile Continuo durante la fase di

realizzazione dell’opera

Misure di prevenzione, da prevedere nel piano per la sicurezza del

cantiere Inquinamento

acustico Inquinamento e

disturbi ambientali Basso / bassa Medio-bassa Mediamente

reversibile Continuo durante

la fase di realizzazione

dell’opera

Misure di prevenzione, da prevedere nel piano per la sicurezza del

cantiere Inquinamento da

scarichi di automezzi

Inquinamento e disturbi ambientali

Medio-basso / media

Medio-bassa Mediamente reversibile

Continuo durante la fase di

realizzazione dell’opera

Misure di prevenzione, da prevedere nel piano per la sicurezza del

cantiere Incidenti Rischio di incidenti Medio / medio-

bassa bassa Non reversibile Immediato /

continuo sino ad attuazione degli

interventi di protezione

Misure di prevenzione, da prevedere nel piano per la sicurezza del

cantiere

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19 – PARAMETRI DI LETTURA DELLE CARATTERISTICHE PAESAGGISTICHE I parametri di lettura delle qualità e delle criticità paesaggistiche hanno riguardato: - le diversità: il riconoscimento dei caratteri peculiari dell’areale della valle del rio Murrone e delle zone (lontane da quelle dell’intervento) limitrofe alla basilica di Saccargia. Questo sistema è oggetto di interventi di tutela e salvaguardato dalle norme del P.U.C. e viene ad essere interessato dagli interventi di questo progetto secondo regole già approvate.

- L’integrità: l’area gode di un sistema virtuoso di permanenza di tutti i caratteri distintivi naturali, degli elementi simbolici, delle secolari e inalterate relazioni funzionali, visive e spaziali tra gli elementi costitutivi di questo paesaggio.

- La qualità visiva: la sistemazione idraulica prevista non è visibile dalle arterie

circostanti, come è stato verificato puntualmente in situ.

- Il degrado: non vi sono segnali di degrado del territorio che gli abitanti proteggono - consapevoli dell’importanza dei suoi valori testimoniali, ambientali e agricoli.

Le attività della zona industriale sono – al momento – invasive, dal momento che vi è un

discreto numero di cantieri edili aperti con movimenti di materie non completati. La sistemazione del rio nel tratto antistante tale zona (da sez. 140 alla fine) non potrà che

comportare un miglioramento eliminando anche i piccoli detrattori ambientali presenti (mucchi di detriti, ecc.).

20 – PARAMETRI DI LETTURA DEL RISCHIO PAESAGGISTICO, ANTROPICO E AMBIENTALE I parametri di lettura del rischio paesaggistico, antropico e ambientale hanno riguardato:

- Sensibilità: come capacità del luogo di accogliere i cambiamenti senza perdita o diminuzione dei caratteri connottativi della qualità complessiva del territorio.

- Capacità di assorbimento visuale: quale attitudine ad assorbire visivamente le

modificazioni, senza sostanziale diminuzione della qualità del paesaggio.

- Adozione di accorgimenti di primaria importanza per la conservazione della naturalità del rio: quale necessità di operare a scavi di rinalveamento avvenuti per le connesse opere di rinverdimento con specie autoctone provenienti da ecotipi locali, con utilizzo funzionale del verde e non per mero mascheramento.

- Impiego di specie e cultivar locali con esclusione di specie esotiche al fine di evitare

problemi di contaminazione genetica.

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21 – VERIFICA DELLA POTENZIALE INCIDENZA DELL’INTERVENTO Riportiamo i tipi di modificazioni che possono incidere con maggiore rilevanza:

- Modificazioni alla morfologia: per movimenti di terra o modifiche all’asse del rio (nel nostro caso del tutto modeste);

- Modificazione della compagine vegetale: per abbattimento di alberi, sradicamento

piante, ecc. (nel nostro caso è previsto il taglio selettivo della vegetazione, peraltro già quasi del tutto assente per gran parte del tratto in oggetto);

- Modificazione dello skyline naturale: non viene minimamente toccato alcun elemento di

paesaggio;

- Modificazioni dell’equilibrio idrogeologico: non vi sono particolari movimenti di materie oltre quelli dovuti al rinalveamento, l’assetto idraulico resta inalterato, anzi si ritiene che le opere previste, oltre che mitigare il rischio idraulico, comportino una situazione ambientale del tutto migliore di quella attuale, caratterizzata da situazioni disomogenee, da mancanza di manutenzione, ecc.

22 – OPERE DI COMPENSAZIONE Alla luce delle opere previste non si ritiene necessario alcun tipo di opere di compensazione, considerato che nel progetto è già prevista la sistemazione spondale unicamente con tecniche a verde di Ingegneria Naturalistica, così come suggerito dal PPR e da tutti i documenti regionali, in particolare dalle pubblicazioni del progetto “Sardegna Sostenibile”, finanziato dalla UE, con il POR Sardegna 2000-2006. 23 – VALUTAZIONE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI, DEI MATERIALI DA UTILIZZARE E DEI PROCESSI DA ATTIVARE Il progetto usa un limitato numero di risorse, relative a:

- impiego di pietre locali per il rivestimento dei muri andatori dei 2 ponticelli da ricostruire.

Le risorse energetiche necessarie sono, quindi, modeste. L’inquinamento acustico sarà limitato al periodo di cantiere aperto e relativo, comunque, a

zone non abitate.

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24 – PRESCRIZIONI DI C.S.A. Gli interventi in alveo non comportano modifiche irreversibili delle caratteristiche morfologiche dell’alveo, né l’artificializzazione delle sponde, o l’irrigidimento dell’asta fluviale. Nel C.S.A. sono state indicate le seguenti prescrizioni:

1. al fine di garantire la massima tutela di suolo, sottosuolo, acque superficiali e sotterranee lo stoccaggio dei materiali, la manutenzione e il deposito dei mezzi d’opera dovranno avvenire nell’area di cantiere e stoccaggio, indicata nel Piano di Sicurezza, che dovrà essere opportunamente attrezzata per evitare la contaminazione delle componenti ambientali citate che potrebbe derivare da sversamenti accidentali di oli e carburante e dispersione di altri potenziali contaminanti;

2. tutte le opere dovranno essere realizzate in periodi di magra del corso d’acqua e

concentrate nel più breve arco temporale possibile, prevedendo la sospensione dei lavori nelle fasi critiche di riproduzione e di sviluppo della fauna acquatica (erpetofauna e ittiofauna), nonché dell’avifauna vulnerabile potenzialmente presente nel sito d’intervento;

3. dovranno essere impiegate macchine movimento terra ed operatrici gommate, evitando,

quando possibile, il ricorso a mezzi meccanici invasivi;

4. tutti i rifiuti prodotti/rinvenuti durante l’esecuzione delle opere dovranno essere smaltiti in conformità alle leggi vigenti in materia, privilegiandone il riutilizzo;

5. durante i lavori, dovrà essere garantito il regolare deflusso della portata del corso

d’acqua, al fine di ridurre al minimo gli impatti sulla vegetazione ripariale e sulla fauna acquatica nel tratto vallivo dello stesso;

6. dovranno essere preservati tutti gli esemplari di Salix sp. Pl., nonchè gli esemplari

arborei e arborescenti presenti di specie autoctone (es. Ulmus sp., Alnus sp., Populus sp., Olea europaea) meritevoli di conservazione per dimensioni e portamento; gli esemplari di specie esotiche, presenti lungo il tratto da sistemare, dovranno essere rimossi e sostituiti con l’impianto di specie coerenti con il contesto di vegetazione locale;

7. per l’integrazione del mantenimento della naturalità prevista in progetto le specie

arbustive autoctone presenti in alveo di magra, di cui si rende necessario l’espianto per l’esecuzione dei lavori di riprofilatura, dovranno essere riutilizzati come materiale di propagazione, per mezzo di talee, ovvero espiantati con adeguato pane di terra e trapiantati in aree idonee lungo le sponde riprofilate;

8. per tutta la durata degli interventi, la D.L. dovrà avvalersi del supporto di un esperto in

discipline naturalistiche, con competenze specialistiche in botanica ed ecologia, al fine di:

- evitare/mitigare eventuali impatti non previsti in fase progettuale, con particolare

riguardo verso la fauna acquatica e la vegetazione ripariale; - verificare la coerenza delle specie messe a dimora con l’habitat ripariale e la vegetazione

potenziale del sito, nonché la corretta esecuzione delle opere di Ingegneria Naturalistica; - provvedere, in caso di rinvenimento di specie faunistiche oggetto di tutela (Convenzione

di Berna; DIR CEE 43/92; L.R. 23/98) alle opportune azioni di allontanamento, custodia

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temporanea e reinserimento delle stesse, in conformità alle leggi vigenti e di concerto con gli enti competenti;

- predisporre una relazione tecnica descrittiva, corredata di documentazione fotografica, attestante l’attuazione delle misure di mitigazione previste in progetto e delle prescrizioni sopra elencate, che dovrà essere inviata, entro un mese dal termine dei lavori, ai Servizi S.A.V.I. e all’Ispettorato Ripartimentale del C.F.V.A. di Sassari;

9. Alla conclusione dei lavori, le aree di cantiere e le piste temporanee dovranno essere immediatamente liberate da qualunque accumulo di materiale, ripristinandone l’originario assetto vegetazionale e la funzionalità pedo – agronomica;

10. Le opere relative alle cure colturali saranno eseguite da idoneo personale specializzato

sotto l’alta sorveglianza di un esperto agronomo.

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25 – PROGRAMMA DI ATTUAZIONE – TERRE IN ESUBERO Il programma di attuazione prevede una durata dei lavori di 6 (sei) mesi, oltre il successivo periodo per le cure colturali delle sistemazioni spondali con tecniche di Ingegneria Naturalistica. L’accantieramento non dovrebbe presentare particolari problematiche in quanto, nell’ambito delle diverse lottizzazioni della zona industriale di Paddrigia, esistono ampie superfici (fasce di rispetto) non edificate e cedute all’Amm/ne Comunale, nelle quali potranno trovare spazio gli impianti di cantiere (baracca materiale, container climatizzato per spogliatoi e mensa, locale con wc chimico). Le opere di scavo avverranno lungo l’attuale alveo, che si presenta con situazioni diversificate ma, in genere, è poco inciso e le acque tendono ad invadere i terreni limitrofi. Lo scavo, con il successivo rinterro laterale, ha le dimensioni indicate nel computo metrico, mentre le terre in esubero non rappresentano un problema dal momento che – attualmente – nella suddetta area industriale sono in corso programmi edilizi che prevedono livellamenti e messa in quota di piazzali per aree logistiche di particolare rilevanza. Le terre in esubero, nel rispetto della vigente normativa ambientale, potranno essere stese in tali aree secondo programmi approvati dalla stessa Amm/ne Comunale. A lavori eseguiti, fermo restando le successive cure colturali per la copertura diffusa delle sponde del rio, l’appaltatore sarà obbligato al completo smantellamento di quanto eseguito nelle aree di cantiere e la perfetta riconduzione allo stato precedente ai lavori di tutte le superfici diverse da quelle del rio Murrone.

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26 – ASPETTI NATURALISTICI L’area interessata dall’intervento è situata nella Sardegna nord-occidentale in un ambito che non presenta caratteristiche naturalistiche di rilievo. Infatti, in questo contesto territoriale non è presente alcun sito proposto come Sito di Interesse Comunitario (SIC) dalla Regione Sardegna, nell’ambito dell’attuazione della direttiva comunitaria n. 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali della flora e della fauna selvatiche. In particolare, nel nostro ambito sono presenti due unità ecosistemiche sottodescritte che principalmente risentiranno, in modo diverso, delle opere:

- Unità ecosistemica fluviale, rappresentata in primo luogo dal Fiume Mascari e dai suoi affluenti (Rio Murrone) che presentano ancora un’elevata naturalità, con presenza di ambiti ripari strutturati e di interesse, di una fauna ittica poco rappresentata e con popolazioni di Anfibi appartenenti a specie di valore naturalistico tra cui Rospo smeraldino Bufo virdis e Raganella sarda Ilyla arborea sarda.

- Unità ecosistemica delle colline con formazioni arbustive di transizione, localizzata per

lo più in prossimità dell’altopiano di Su Coloru.

In quest’ultimo ambito la comunità ornitica rappresenta l’elemento naturalistico di maggior rilievo con specie di elevato interesse. Tra quelle che meritano maggiore attenzione va segnalata senz’altro la presenza di nidificazioni della Pernice sarda Alectoris barbara.

L’intervento interessa solo un piccolo tratto (meno di 2 km) del rio Murrone; pertanto i previsti impatti durante la fase di cantiere non porteranno ad interferenze irreversibili. Potenziali effetti dell’intervento L’analisi degli effetti “attesi” a seguito della realizzazione dell’intervento è stata effettuata con riferimento alle azioni desumibili dagli elaborati progettuali attualmente disponibili. Tali azioni possono infatti interferire sia con l’assetto fisico che con quello biologico dall’area di studio: gli interventi temporanei, come per esempio l’installazione del cantiere e realizzazione di piste di cantiere provocano asportazione del suolo e della relativa vegetazione su di una certa superficie. Nella seguente tabella vengono esplicitate le azioni relative alle fasi di realizzazione dell’opera, evidenziandone le attività corrispondenti che, in diversa misura, possono essere generatrici di impatti.

Attività generatrici di impatto FASE DI REALIZZAZIONE

Occupazione temporanea di suolo Taglio di vegetazione Generazione di traffico veicolare Aumento delle polveri Movimenti di terra Installazione di una baracca di cantiere Depositi di materiali Allontanamento dei materiali di risulta in esubero Realizzazione viabilità esterna recinzioni

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Le maggiori interferenze saranno sicuramente prodotte dalle operazioni di cantierizzazione (movimenti di terra, i percorsi stradali per il movimento dei mezzi pesanti da e per il cantiere, l’inquinamento da idrocarburi, olii, ecc.). Infatti, per l’area d’intervento, per quanto già servita da una viabilità esistente, sarà necessario adeguare per poche centinaia di metri le piste di cantiere. Nella seguente tabella vengono esplicitate le azioni relative alle fasi di esercizio dell’intervento, evidenziandone le attività corrispondenti che, in diversa misura, possono essere generatrici di impatti.

Attività generatrici di impatto FASE DI ESERCIZIO

Interruzione temporanea della continuità biologica del corso d’acqua

Gli impatti indotti dagli sbarramenti temporanei durante il corso dei lavori possono essere notevolmente deleteri nel caso che tali opere impediscano le migrazioni, le funzioni riproduttive oltre che trofiche. Pertanto, gli scavi di rinalveamento dovranno essere condotti garantendo la continuità biologica del rio Murrone. Paesaggio Gli interventi in oggetto sono ubicati nella Sardegna Nord-occidentale nella regione della valle del Mascari, a valle della basilica di N.S. di Saccargia. Un elemento di connotazione paesaggistica dell’areale allo studio è rappresentato dalle emergenze di valore storico-archeologico. In particolare l’intera area presenta una densità di reperti, e resti in genere, sul territorio attestata sui valori medi presenti nel territorio regionale. La valutazione degli impatti è stata condotta distinguendo gli effetti del previsto intervento:

- sulle caratteristiche intrinseche del territorio e degli elementi (naturali ed antropici) che su di esso concorrono più significativamente, nell’areale allo studio, a caratterizzare il paesaggio;

- sugli scenari percettivi interferiti dal proposto intervento.

Sinteticamente, il percorso metodologico adottato può essere riassunto secondo il seguente schema operativo: A) Caratterizzazione paesaggistica del territorio interessato

- Ricognizione degli strumenti di pianificazione territoriale e paesaggistica; - Ricognizione degli eventuali regimi di vincolo paesaggistico; - Sopralluoghi e ricognizioni fotografiche da utilizzare per la caratterizzazione degli

elementi sul territorio; - Valutazione degli impatti.

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B) Scenari percettivi

- Identificazione del bacino visuale delle opere di rinalveamento; - Caratterizzazione dei gruppi omogenei di percettori identificabili all’interno del bacino

visuale; - Valutazione degli impatti.

A conclusione del procedimento metodologico sopra esposto e quindi attraverso le indagini, ricognizioni e sopralluoghi, si possono formulare le seguenti considerazioni:

- gli impatti sulla caratterizzazione paesaggistica del territorio risultano totalmente trascurabili, anche durante la fase di cantierizzazione. La superficie delle aree di cantiere e di piste per il transito dei mezzi d’opera, è minima e reversibile.

- gli effetti sulle caratteristiche fisiche del paesaggio sono da aspettarsi a medio termine

via via che l’ecosistema fluviale esistente si riequilibrerà, con le murate condizioni geometriche dell’alveo;

- per quanto riguarda l’intrusione visuale dei rinalveamenti non si prevedono impatti

significativi in quanto le opere sono poste al di sotto dell’attuale piano di campagna. Alcune porzioni del territorio ricadente nell’area di studio si trovano in ambito sottoposto a tutela ambientale o ricadono negli elenchi dei beni sottoposti a vincolo paesaggistico, ai sensi della Legge 1497/1939 e della L. 431/1985 oggi sostituite dal D.Lgs 42/204 (“Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”). Nell’ambito di studio si rinviene solo la tipologia di area vincolata: - ai sensi dell’art. 142 lett. C, D.Lgs. 42/2004: „i fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775 e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna” (Rio Murrone interessato dagli interventi). Il territorio non è interessato da aree sottoposte a vincolo idrogeologico di cui al R.D. n. 3267 del 1923. Secondo l’art. 1 del Regio Decreto sono infatti “sottoposti a vincolo per scopi idrogeologici i terreni di qualsiasi natura e destinazione che, per effetto di forme di utilizzazione contrastanti con le norma di cui agli art. 7, 8 e 9 possono con danno pubblico subire denudazioni, perdere la stabilità o turbare il regime delle acque”. Salute pubblica Non si registrano rischi collegati a incidenti di carattere rilevante, in quanto non sono presenti lavorazioni che comportino l’uso di apparecchiature ad elevata pressione o temperatura, né lo stoccaggio e l’utilizzo di sostanze pericolose o tossiche in elevata quantità. Nelle attività di cantiere, saranno ovviamente adottate tutte le vigenti disposizioni in materia di sicurezza dei lavoratori e di sicurezza stradale, soprattutto in corrispondenza dei cantieri stradali e delle immissioni dei mezzi d’opera nel reticolo viario pubblico. Per quanto riguarda i disturbi arrecati alla popolazione durante i periodi di lavorazione (sollevamento di polveri, immissioni di gas di scarico, inquinamento acustico, ecc.) si sottolinea che l’intervento dista alcuni chilometri dal centro abitato più vicino rappresentato da Codrongianos.

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27 - MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI L’articolo 21 del D.P.R. n° 554/99 (e l’art. 20 del nuovo D.P.R. n° 207/2010) introduce, nel quadro normativo dei lavori pubblici, la prescrizione dell’individuazione di misure di compensazione ambientale. In riferimento allo studio di prefattibilità ambientale, elaborato obbligatorio facente parte del progetto preliminare, il comma 1, lettera d) richiede infatti: “La determinazione delle misure di compensazione ambientale e degli eventuali interventi di ripristino, riqualificazione e miglioramento ambientale e paesaggistico”, con la stima dei relativi costi da inserire nei piani finanziari dei lavori”. L’obbligo di individuare misure di compensazione ambientale è prescritto ancora in fase di progettazione definitiva, senza variazioni concettuali di rilievo, laddove si richiede (articolo 29, comma 2 D.P.R. 554, poi art. 27 D.P.R. 207) la determinazione di “misure atte a ridurre o compensare gli effetti dell’intervento sull’ambiente e sulla salute e a riqualificare e migliorare la qualità ambientale, ecc.”. Il concetto e l’obbligo delle misure di compensazione – da prevedersi a priori per ogni opera pubblica – costituiscono di fatto una novità, imposta dal Regolamento e non presente nella legge quadro, che toccava solo in modo tangenziale la materia con un semplice “riferimento ai profili ambientali”, senza imporre peraltro obblighi particolari. Per individuare una corretta prassi operativa è necessario comprendere l’approccio metodologico verosimilmente adottato dall’estensore della norma. L’impatto ambientale può essere sinteticamente definito come la modifica del sistema di relazioni che costituisce l’ambiente a causa dell’incontro tra un agente esterno (nel nostro caso l’intervento progettato) e uno o più componenti dell’ambiente stesso, che ne risulta così modificato. Lo studio richiesto dal Regolamento (in particolare al comma 1, lettera b) dell’articolo 21), è composto sostanzialmente dall’individuazione, analisi e valutazione di quanto sopra descritto. A fronte di un’analisi che evidenzia – a causa dell’intervento previsto – una riduzione di valore dell’ambiente, il progettista è chiamato a prevedere misure di ripristino, di mitigazione. Le misure di ripristino evidentemente sono quegli interventi tesi a ricostituire le caratteristiche e qualità ambientali decadute a causa della cantierizzazione dell’opera. Ad esempio, il completo ripristino della vegetazione autoctona e del manto erboso distrutti per consentire la realizzazione della viabilità e delle aree di cantiere e per gli scavi necessari alla realizzazione delle opere. Le misure di mitigazione sono gli interventi tecnici – direttamente connessi all’intervento – atti a ridurre quanto più possibile l’impatto generato dallo stesso; ad esempio nel caso esposto saranno opere di ricostituzione della vegetazione lungo le sponde del rio Murrone dopo lo scavo di rinalveamento. Nella fase preliminare vengono compiute le scelte strategiche, essendo posto come fine dell’intervento non l’eccellenza in assoluto, ma la “capacità di soddisfare le esigenze espresse o implicite della committenza”. Ne consegue l’importanza di definire in questa fase le misure di compensazione ambientale, congiuntamente e conseguentemente agli studi di prefattibilità ambientale e alle altre problematiche di progettazione, in allineamento con gli “obiettivi generali da perseguire e delle strategie per raggiungerli” (articolo 15) definiti dal responsabile di procedimento. La presenza e l’individuazione delle “misure” viene anche a incidere sulla scelta motivata dell’area di intervento (o sulla sua estensione). All’articolo 19, comma 1, lettera b) del Regolamento è infatti richiesto di illustrare le ragioni della “soluzione prescelta sotto il profilo

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localizzativo e funzionale”. Uno dei requisiti ricorrenti è relativo all’obbligatorietà della presenza delle “misure” in ogni progetto di opera pubblica, anche manutentoria o di ridotta entità. Al riguardo ricordiamo che già la legge Merloni, all’articolo 16, comma 2) aveva opportunamente posto in capo al responsabile di procedimento la possibilità di modificare le prescrizioni relative agli elaborati di progetto, anche in relazione alla tipologia e dimensione dell’intervento. Ricordiamo ancora, per quanto ciò possa apparire pleonastico, che le “misure” si rendono necessarie allorquando l’impatto o gli impatti determinino una valutazione negativa. E’ implicito che un impatto positivo non esige alcuna forma di compensazione, e che eventuali opere accessorie possono essere catalogate sempre come “misure” ma questa volta di miglioramento ambientale. Altro quesito è se – di fatto – le prescrizioni di cui agli articoli 21 e 29 del Regolamento possano essere intese come un’estensione della Via alla generalità delle opere pubbliche. Due aspetti sono particolarmente meritevoli di interesse.

a) La procedura di Via/studio di impatto ambientale (con le modifiche successivamente introdotte dalla normativa) è richiesta per le progettazioni di una serie di interventi diversi con caratteristiche tali da fare presumere un forte impatto ambientale negativo, con la conseguente necessità di adeguate compensazioni. La logica che sottende al Regolamento è invece che ogni intervento (indipendentemente dalla tipologia e dimensione) comporti un impatto ambientale e possa esigere la presenza in progetto delle misure di compensazione ambientale.

b) La Via/studio di impatto ambientale è compilata, a volte, da soggetti diversi dai

progettisti dell’opera; si innesta quindi al fine del miglioramento del progetto un rapporto dialettico tra soggetti diversi e autonomi, con un meccanismo di progressivi esami e successive rettifiche, correzioni e integrazioni degli elaborati intermedi. L’approvazione avviene con l’emanazione del decreto di compatibilità ambientale da parte di un terzo soggetto di massima autorevolezza (l’Assessorato dell’Ambiente, di concerto con i Beni culturali e ambientali). Tale iter è fortemente garantista dei diritti del cittadino fruitore dell’ambiente “impattato” dall’intervento.

L’impostazione del Regolamento prevede invece, peraltro per progetti di entità diversa

da quelli sottoposti a Via, la coincidenza del soggetto valutatore con il redattore del progetto (tutti gli elaborati interessati sono elencati tra quelli facenti parte del progetto, prima preliminare e poi definitivo); in generale tutta l’attività di analisi, progetto, verifica, formale approvazione ricade su soggetti che operano per conto del medesimo ente. Tale meccanismo dovrebbe consentire già dalla fase preliminare il concepimento di progetti “compensati” sotto l’aspetto ambientale, evitando impegnativi adeguamenti tardivi.

Va sottolineato che il principio stesso di mitigazione (o riduzione), implica che l’impatto negativo sull’ambiente non possa essere annullato, ma solo mitigato (ridotto) da queste misure, la cui adozione lascerà pur sempre spazio a un impatto residuo (nonostante il rispetto della vigente normativa tecnica). Determinate categorie di impatto sono emotivamente ritenute ineliminabili: tra queste quelle legate al consumo del suolo.

La presenza, normalmente inevitabile di un impatto residuo, porta ad affermare – in conclusione – la necessità delle misure di compensazione ambientale.

E’ evidente che, allorquando ci si riferisce all’ambiente, non si intendono le sole caratteristiche più strettamente naturalistiche, bensì un complesso sistema di relazioni, valutate estensivamente, che interessano anche aspetti economici, sociologici, di igiene ambientale, e altri. Ne consegue che quantomeno a livello teorico le misure di

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compensazione possono configurarsi nelle forme più diverse, dalla realizzazione di interventi di riqualificazione su immobili o aree diversi, anche nella realizzazione di pubblici servizi (non configuratisi come opere) purché aventi benefici ambientali tali da compensare l’impatto residuo determinato dall’intervento principale. Non sono esclusi da questo elenco i finanziamenti per benefici non omogenei all’impatto che si intende compensare.

Da quanto esposto risulta difficile immaginare che come prassi le “misure” possano essere altro che opere.

Ha difatti funzione basilare la garanzia (espressa dall’ente che promuove la realizzazione dell’intervento) atta ad assicurare che la realizzazione dell’opera non possa avvenire senza che siano eseguiti i lavori individuati come misure di compensazione ambientale. Il fatto che l’opera e le relative “misure” siano parte di un unico appalto (da realizzarsi su aree di cui è accertata la disponibilità all’atto della consegna dei lavori) rappresenta la maggiore assicurazione che l’amministrazione può esibire al cittadino, soggetto terzo ma di fatto anche quello più colpito dall’impatto dell’opera.

Nel nostro caso, come già evidenziato, le opere di rinalveamento garantiscono già in fase di costruzione, la mitigazione dell’impatto ambientale, il verde ripario nasce contestualizzato e non come un successivo mascheramento.

Tutto l’intervento nasce nell’ottica della ecosostenibilità.

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28 – ALTERNATIVE DI PROGETTO (OPZIONI POSSIBILI) Le possibili alternative prese in esame sono state: - opzione zero: non procedere ad alcun rinalveamento; - opzione uno: limitarsi al rinalveamento solo nel tratto parallelo alla Z.I. di Paddrigia; - opzione due: sviluppare il rinalveamento secondo l’attuale progetto; - opzione tre: individuare altri percorsi (canali scolmatori o vasche di laminazione). Opzione zero (non redigere il progetto e non procedere ad alcun lavoro) Non si darebbe alcuna attuazione al programma di difesa del suolo definito necessario e obiettivo strategico dell’A.C., che intende eliminare il ricorrente rischio di piene nella valle. Opzione uno (limitare l’intervento al solo tratto più a monte Limitare la lunghezza del rinalveamento significherebbe perdere molta della efficacia dell’intervento e non poter dare risposte a tutti gli utenti, bensì solo ad una parte di essi, con evidenti conseguenze sociali e politiche. In sostanza non si raggiungerebbe lo scopo dell’iniziativa, sconfessando anche in parte gli obiettivi dell’Amm/ne Comunale. Opzione due Sviluppare integralmente il rinalveamento sull’intera lunghezza dell’asta possibile porterebbe a risolvere una situazione del rio, che così non avrebbe più bisogno di altri interventi. Opzione tre (aree diverse di intervento) Individuare percorsi lineari diversi dall’attuale alveo è praticamente impossibile per la natura dei terreni e la relativa dimensione della valletta. La possibilità di realizzare vasche di laminazione è anch’essa da escludere sia per il maggior impatto ambientale rispetto al semplice rinalveamento, sia per la prevedibile difficoltà di gestione della stessa in caso di emergenza per la mancanza di un servizio idraulico comunale o provinciale.

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29 - QUADRO PROGETTUALE In base all'art. 4 del D.P.C.M. del 27/12/1988, si descrive il quadro progettuale dell'opera: - le aree occupate temporaneamente durante la fase di costruzione sono limitate alla semplice organizzazione di un cantiere di un'opera di medie dimensioni economiche; - l'insieme dei condizionamenti e dei vincoli di cui si è dovuto tener conto ed in particolare:

a) norme di attuazione del P.U.C. vigente, b) condizionamenti indotti dalla natura dei luoghi e da particolari esigenze di carattere

ambientale, c) presenze di criticità (sezione inadeguata, ecc.).

30 - NORMATIVA DI RIFERIMENTO - D. Leg. n° 42/2004 e s.m.i. (T.U. sulla tutela dei beni ambientali e culturali). - Delibera G.R. 23.04.2008, n° 24/23. - Circolare esplicativa sulle innovazioni introdotte in materia di valutazione di impatto

ambientale con l’art. 17, L.R. n° 17/2000. - Guida e Vademecum per la Pubblica Amm/ne – Sostenibilità Ambientale in Sardegna –

Programma Galapagos – 2008. - CeDoc (Centro documentazione sui bacini idrografici) – http:/cedoc.infogis.it 31 - CONCLUSIONI Ci sembra da queste brevi note, che non hanno l'ambizione di essere esaustive, di aver dato un quadro della situazione. Nel merito della progettazione vera e propria, si rimanda alle tavole grafiche e alla documentazione fotografica. Si è voluto - come si evince anche dalla attenta lettura della relazione allegata al progetto - progettare nel rispetto dell'ambiente. La presente sintetica relazione sulla compatibilità ambientale delle opere in progetto si è sviluppata secondo le attuali tecniche in uso. Sono stati trattati i diversi aspetti (componente paesaggistica, antropica e ambientale), poi sintetizzati in un unico quadro di osservazione. In definitiva, le caratteristiche morfologiche, idrogeologiche, paesaggistiche e agricole delle aree interessate risultano idonee alle opere in progetto.

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I N D I C E 1 – PREMESSA PAG. 1 2 – CARATTERISTICHE GENERALI DEL PROGETTO PAG. 2 3 – UBICAZIONE DEL PROGETTO PAG. 3 4 – CARATTERISTICHE DELL’IMPATTO POTENZIALE PAG. 3 5 – L’INGEGNERIA NATURALISTICA PAG. 3 5 BIS – SCOPO DEL PROGETTO PAG. 4 6 – CRITERI GENERALI PROGETTUALI PAG. 5 7 – ELABORATI PREVISTI PAG. 7 8 – STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE PAG. 8 9 – ANALISI PAG. 9 10 – ANALISI CLIMATICA PAG. 9 11 – COMPONENTE ANTROPICA PAG. 10 12 – ANALISI VEGETAZIONALE PAG. 11 13 – IL PROGETTO PAG. 12 14 – OPERE PREVISTE PAG. 13 14 BIS – LOCALIZZAZIONE PAG. 13 15 – UTILIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI PAG. 14 16 – UBICAZIONE DEL PROGETTO PAG. 17 17 – CARATTERISTICHE DELL’IMPATTO AMBIENTALE PAG. 18 18 – ANALISI DELL’IMPATTO SULLE SINGOLE COMPONENTI PAG. 19 19 – PARAMETRI DI LETTURA DELLE CARATTERISTICHE PAESAGG. PAG. 29 20 – PARAMETRI DI LETTURA DEL RISCHIO PAESAGGISTICO, ANTROPICO E AMBIENTALE PAG. 29 21 – VERIFICA DELLA POTENZIALE INCIDENZA DELL’INTERVENTO PAG. 30 22 – OPERE DI COMPENSAZIONE PAG. 30 23 – VALUTAZIONE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI, DEI MATERIALI DA UTILIZZARE E DEI PROCESSI DA ATTIVARE PAG. 30 24 – PRESCRIZIONI DI C.S.A. PAG. 31 25 – PROGRAMMA DI ATTUAZIONE – TERRE IN ESUBERO PAG. 33 26 – ASPETTI NATURALISTICI PAG. 34 27 – MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI PAG. 37 28 – ALTERNATIVE DI PROGETTO (OPZIONI POSSIBILI) PAG. 40 29 – QUADRO PROGETTUALE PAG. 41 30 – NORMATIVA DI RIFERIMENTO PAG. 41 31 – CONCLUSIONI PAG. 41