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Dott.Arch. Pivetti Pierdavide - Dott.Arch. Slossel Susanna - contrà Lodi n.27 - 36100 Vicenza - tel.0444/543041 E-MAIL [email protected] APPROVATO CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N. 7463 IN DATA 14 DICEMBRE 1987 E PUBBLICATO NEL B.U.R. N. 7 DEL 5.2.1988 1^ VARIANTE APPROVATA CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N. 6955 IN DATA 6 DICEMBRE 1991 E PUBBLICATA NEL B.U.R. N.12 DEL 4.2.1992 2^ VARIANTE APPROVATA CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N. 523 IN DATA 15 FEBBRAIO 1993 E PUBBLICATA NEL B.U.R. N. 23 DEL 19.03.1993 3^ VARIANTE APPROVATA CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N. 4615 IN DATA 12 OTTOBRE 1993 E PUBBLICATA NEL B.U.R. N.99 DEL 23.11.1993 4^VARIANTE APPROVATA CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N.3513 IN DATA 14.06.1995 E PUBBLICATA NEL B.U.R. N.110 DEL 12.12.1995 5^ E 6^ VARIANTE PARZIALE APPROVATA CON DELIBERA DI GIUNTA REG. N.2798 IN DATA 05.08.1997 E PUBBLICATA NEL B.U.R. N. 71 DEL 02.09.1997 7^ VARIANTE PARZIALE AI SENSI DEL COMMA 4 ART. 50 L.R. 21/98 APPROVATA CON DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 23 DEL 01.06.1999 8^ VARIANTE PARZIALE AI SENSI DEL COMMA 9 ART. 50 L.R. 21/98 APPROVATA CON DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 24 DEL 01.06.1999 E PARERE FAVOREVOLE DELLA REGIONE VENETO N. 4501/30156 DEL 26.08.1999 9^ VARIANTE TECNICA AI SENSI DEL COMMA 4 ART. 50 L.R. 21/98 APPROVATA CON DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 17 DEL 19.04.2000 10^ VARIANTE PARZIALE AI SENSI DEL COMMA 4 ART. 50 L.R. 21/98 APPROVATA CON DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 18 DEL 19.04.2000 11^ VARIANTE PARZIALE AI SENSI DEL COMMA 9 ART. 50 L.R. 21/98 APPROVATA CON DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 45 DEL 11.12.2000 12^ VARIANTE PARZIALE AI SENSI DEL COMMA 4 ART. 50 L.R. 21/98 APPROVATA CON DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 5 DEL 20.02.2000 13^ VARIANTE PARZIALE APPROVATA CON DELIBERA DI GRV N° 2590 DEL 13.09.2005 14^ VARIANTE PARZIALE APPROVATA AI SENSI DELL’ART.46 L.R. 61/85 CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N° 1777 DEL 12.06.2007 E APPROVATA IN VIA DEFINITIVA CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N° 1826 DEL 01.07.2008 15^ VARIANTE PARZIALE APPROVATA CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N° 2837 DEL 12.09.2006 16^ VARIANTE PARZIALE AI SENSI DEL COMMA 4 DELL’ART. 50 DELLA L.R. N° 61/85 APPROVATA CON DELIBERA DI C. C. N. 24 DEL 22.04.2006 17^ VARIANTE PARZIALE APPROVATA CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N° 2838 DEL 12.09.2006 18^ VARIANTE PARZIALE APPROVATA CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N° 2839 DEL 12.09.2006 19 VARIANTE PARZIALE APPROVATA CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N° 2850 DEL 07.10.2008 20 VARIANTE PARZIALE AL PRG APPROVATA CON DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N° 57 DEL 30.09.2006 21 VARIANTE PARZIALE AL PRG APPROVATA CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N° 2658 DEL 07.08.2006 22 VARIANTE TECNICA AL PRG APPROVATA CON DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N° 33 DEL 28.09.2006 23 VARIANTE PARZIALE AI SENSI DEL COMMA 4 DELL'ART. 50 DELLA L.R. N° 61/85 APPROVATA CON DELIBERA DI CONS. COM. N. 06 DEL 01.02.2008 COMUNE DI SANTORSO P.R.G. VIGENTE ott. 2008 2008 NORME DI ATTUAZIONE I Progettisti: Dott. Arch. Pierdavide Pivetti - Dott. Arch. Susanna Slossel Il Sindaco Il Segretario

COMUNE DI SANTORSO · Dott.Arch. Pivetti Pierdavide - Dott.Arch. Slossel Susanna - contrà Lodi n.27 - 36100 Vicenza - tel.0444/543041 E-MAIL [email protected] APPROVATO CON

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Dott.Arch. Pivetti Pierdavide - Dott.Arch. Slossel Susanna - contrà Lodi n.27 - 36100 Vicenza - tel.0444/543041 E-MAIL [email protected]

APPROVATO CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N. 7463 IN DATA 14 DICEMBRE 1987 E PUBBLICATO NEL B.U.R. N. 7 DEL 5.2.1988

1^ VARIANTE APPROVATA CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N. 6955 IN DATA 6 DICEMBRE 1991 E PUBBLICATA NEL B.U.R. N.12 DEL 4.2.1992

2^ VARIANTE APPROVATA CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N. 523 IN DATA 15 FEBBRAIO 1993 E PUBBLICATA NEL B.U.R. N. 23 DEL 19.03.1993

3^ VARIANTE APPROVATA CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N. 4615 IN DATA 12 OTTOBRE 1993 E PUBBLICATA NEL B.U.R. N.99 DEL 23.11.1993

4^VARIANTE APPROVATA CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N.3513 IN DATA 14.06.1995 E PUBBLICATA NEL B.U.R. N.110 DEL 12.12.1995

5^ E 6^ VARIANTE PARZIALE APPROVATA CON DELIBERA DI GIUNTA REG. N.2798 IN DATA 05.08.1997 E PUBBLICATA NEL B.U.R. N. 71 DEL 02.09.1997

7^ VARIANTE PARZIALE AI SENSI DEL COMMA 4 ART. 50 L.R. 21/98 APPROVATA CON DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 23 DEL 01.06.1999

8^ VARIANTE PARZIALE AI SENSI DEL COMMA 9 ART. 50 L.R. 21/98 APPROVATA CON DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 24 DEL 01.06.1999 E

PARERE FAVOREVOLE DELLA REGIONE VENETO N. 4501/30156 DEL 26.08.1999

9^ VARIANTE TECNICA AI SENSI DEL COMMA 4 ART. 50 L.R. 21/98 APPROVATA CON DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 17 DEL 19.04.2000

10^ VARIANTE PARZIALE AI SENSI DEL COMMA 4 ART. 50 L.R. 21/98 APPROVATA CON DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 18 DEL 19.04.2000

11^ VARIANTE PARZIALE AI SENSI DEL COMMA 9 ART. 50 L.R. 21/98 APPROVATA CON DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 45 DEL 11.12.2000

12^ VARIANTE PARZIALE AI SENSI DEL COMMA 4 ART. 50 L.R. 21/98 APPROVATA CON DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 5 DEL 20.02.2000

13^ VARIANTE PARZIALE APPROVATA CON DELIBERA DI GRV N° 2590 DEL 13.09.2005

14^ VARIANTE PARZIALE APPROVATA AI SENSI DELL’ART.46 L.R. 61/85 CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N° 1777 DEL 12.06.2007 E APPROVATA IN

VIA DEFINITIVA CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N° 1826 DEL 01.07.2008

15^ VARIANTE PARZIALE APPROVATA CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N° 2837 DEL 12.09.2006

16^ VARIANTE PARZIALE AI SENSI DEL COMMA 4 DELL’ART. 50 DELLA L.R. N° 61/85 APPROVATA CON DELIBERA DI C. C. N. 24 DEL 22.04.2006

17^ VARIANTE PARZIALE APPROVATA CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N° 2838 DEL 12.09.2006

18^ VARIANTE PARZIALE APPROVATA CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N° 2839 DEL 12.09.2006

19 VARIANTE PARZIALE APPROVATA CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N° 2850 DEL 07.10.2008

20 VARIANTE PARZIALE AL PRG APPROVATA CON DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N° 57 DEL 30.09.2006

21 VARIANTE PARZIALE AL PRG APPROVATA CON DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N° 2658 DEL 07.08.2006

22 VARIANTE TECNICA AL PRG APPROVATA CON DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N° 33 DEL 28.09.2006

23 VARIANTE PARZIALE AI SENSI DEL COMMA 4 DELL'ART. 50 DELLA L.R. N° 61/85 APPROVATA CON DELIBERA DI CONS. COM. N. 06 DEL 01.02.2008

COMUNE DI SANTORSO

P.R.G. VIGENTE ott. 2008

2008

NORME DI ATTUAZIONE

I Progettisti: Dott. Arch. Pierdavide Pivetti - Dott. Arch. Susanna Slossel

Il Sindaco

Il Segretario

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TITOLO I

DISPOSIZIONI GENERALI

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CAPO I

DESCRIZIONE DEL P.R.G.

Art. 1 - Applicazione del P.R.G. 1. Il Piano Regolatore Generale, successivamente chiamato P.R.G. si applica a tutto il territorio comunale secondo le prescrizioni di cui alle presenti norme e le indicazioni delle tavole di progetto. 2. Le attività comportanti trasformazione urbanistica ed edilizia sono soggette alle leggi vigenti, alla disciplina delle presenti norme e, per quanto non in contrasto con esse, alle disposizioni del regolamento edilizio e degli altri regolamenti comunali. ART. 2 - Elaborati del P.R.G. Gli elaborati di P.R.G. sono quelli approvati dalla Giunta Regionale del Veneto. Le prescrizioni alla scala 1:500 e successive hanno in caso di discordanza, prevalenza su quelle a scala maggiore.

CAPO II

STRUMENTI DI ATTUAZIONE

Art. 3 - Modalità di attuazione del P.R.G. 1. Il P.R.G. si attua per mezzo di interventi urbanistici preventivi (I.U.P.) e interventi edilizi diretti (I.E.D.), secondo le modalità previste nella presente normativa. Art. 4 - Intervento Urbanistico Preventivo (I.U.P.) 1. L'intervento urbanistico preventivo (I.U.P.) si applica obbligatoriamente soltanto nelle zone del territorio comunale indicate nelle tavole e dalle norme di P.R.G. e richiede una progettazione urbanistica intermedia fra il P.R.G. e l'intervento edilizio diretto. L'intervento urbanistico preventivo può essere attuato dal Comune o dai privati alle condizioni di cui ai successivi articoli 6-7-8. 2. La delimitazione dell'ambito territoriale dell'intervento urbanistico preventivo (I.U.P.) è deliberata in conformità a quanto previsto al punto 1. dell'art. 10. Art. 5 - Intervento Edilizio Diretto (I.E.D.) 1. In tutte le zone del territorio comunale, dove non sia prescritto l'intervento urbanistico preventivo (I.U.P.), il P.R.G. si attua per intervento edilizio diretto (I.E.D.).

CAPO III

MODALITÀ DELL'INTERVENTO URBANISTICO PREVENTIVO

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Art. 6 - Piani Particolareggiati (P.P.) 1. I Piani Particolareggiati devono indicare: a) i contenuti previsti dall'art. 12 della legge regionale 27.6.1985 n. 61; b) le quote di opere di urbanizzazione afferenti agli eventuali ambiti territoriali dei Comparti previsti dal P.P.; Art. 7 - Piani di Lottizzazione (P.L.) 1. La delimitazione dell'ambito territoriale dei singoli piani di lottizzazione è deliberata in conformità a quanto visto al punto 1) dell'art. 10. 2. I P.L. sono formati da tutti gli elaborati cartografici di progetto necessari, in rapporto alle loro dimensioni, tra quelli previsti all'art. 12 della legge regionale 27.6.1985 n. 61, nonché dall'elenco catastale delle proprietà e dalla convenzione di cui all'art. 63 di detta Legge Regionale. Art. 8 - Convenzioni nei piani di Lottizzazione (P.L.) 1. Le convenzioni che regolano l'attuazione dei P.L. tra il Comune e i privati sono redatte secondo lo schema predisposto dal Comune. 2. Lo schema di convenzione deve avere i contenuti di cui all'art. 63 della L.R. 61/85.

CAPO IV

MODALITÀ DELL'INTERVENTO EDILIZIO DIRETTO (I.E.D.)

Art. 9 –Permesso di costruire 1. Nei casi in cui non ricorra l'obbligo dell'I.U.P. il Responsabile dell’Ufficio Tecnico autorizza, mediante permesso di costruire, l'intervento edilizio diretto.

CCAAPPOO VV

GESTIONE DEL P.R.G.

Art. 10 - Ambiti Territoriali di Intervento. 1. La delimitazione dell'ambito territoriale dei singoli interventi urbanistici preventivi (I.U.P.) e i termini per l'eventuale costituzione del Consorzio e la presentazione del progetto sono deliberati o variati con provvedimento del Consiglio Comunale. 2. Gli ambiti territoriali di intervento possono comprendere aree a diversa destinazione di zona; in tal caso gli I.U.P. possono prevedere variazioni di perimetro e trasposizioni di zona, purchè nel rispetto della capienza massima consentita. Art. 11 - Zone di Recupero (Z.R.)

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1. Con provvedimento del Consiglio Comunale vengono individuate le zone di recupero (Z.R.), ai sensi dell'art. 27 della legge n. 457/1978; nell'ambito di tali zone, possono essere individuati gli immobili, i complessi edilizi, gli isolati e le aree per le quali il rilascio del permesso di costruire è subordinato alla formazione dei piani di recupero di iniziativa pubblica (P.R.i.pu.) o privata (P.R.i.pr.).

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TITOLO II

ZONIZZAZIONE

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CAPO I

COORDINAMENTO URBANISTICO

Art. 12 - Classificazione del Territorio Comunale in zone Urbanistiche 1. Zone per attrezzature pubbliche a servizio della residenza (SP)

a) Zone esistenti per l'istruzione (SP/1), d'interesse collettivo (SP/2), per attrezzature religiose (SP/3); b) Zone di progetto per l'istruzione (SP/1); c) Zone di progetto per attrezzature d'interesse collettivo (SP/2); d) Zone di progetto per attrezzature religiose (SP/3); e) Zone a verde naturale e attrezzato (SP/4); f) Zone per parcheggi pubblici (SP/5).

2. Zone per attrezzature pubbliche a livello generale ed extra comunale (F): a) Zone esistenti, d'interesse collettivo (F/1), per attrezzature religiose (F/2), per impianti tecnologici e servizi speciali (F/3); b) Zone di progetto per attrezzature di interesse collettivo (F/1); c) Zone di progetto per attrezzature religiose (F/2); d) Zone di progetto per gli impianti tecnologici e servizi speciali (F/3); e) Zone a verde pubblico attrezzato (F/4); f) Zone per attrezzature sportive (F/5); g) Zone cimiteriali (F/6).

3. Zone per insediamenti residenziali (R) a) Zone residenziali e miste di valore storico ambientale ; b)Zone residenziali e miste esistenti; c) Zone residenziali e miste di espansione sottoposte a Piano di Lottizzazione convenzionato. d) Zone a verde privato.

4. Zone produttive a) Zone artigianali e industriali:

Zone artigianali e industriali esistenti e di completamento; Zone artigianali e industriali di espansione;

b) Zone commerciali ed annonarie (CA): Zone commerciali ed annonarie esistenti e di completamento; Zone commerciali ed annonarie di espansione;

c) Zone agroindustriali.

5. Zone agricole (E) a) Zone agricole (E/2), art. 11 L.R. 24/85; b) Zone agricole (E/3), art. 11 L.R. 24/85; c) Zone agricole (E/4), Centri Rurali, art. 11 L.R. 24/85;

6. Zone per la mobilità a) Zone per la viabilità (S).

7. Zone soggette a Piani Esecutivi a) Piani Particolareggiati (P.P.).

8. Vincoli (V) a) Vincolo cimiteriale; b) Vincolo tecnologico (V/ ); c) Vincolo paesaggistico (V/ );

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d) Vincolo archeologico; e) Vincolo di rispetto dei corsi d'acqua; f) Zone di protezione e sviluppo controllato.

CAPO II

PARAMETRI URBANISTICI

Art. 13 - Indici Urbanistici 1. Gli indici di fabbricabilità territoriali si applicano in caso di I.U.P.; gli indici di fabbricabilità fondiaria si applicano in caso di I.E.D. 2. Superficie territoriale (St) Per superficie territoriale deve intendersi un'area a destinazione omogenea di zona sulla quale il P.R.G. si attua a mezzo di I.U.P., comprensiva delle aree per l'urbanizzazione primaria e di quelle per l'urbanizzazione secondaria. La St è misurata al netto delle zone destinate alla viabilità del P.R.G. e al lordo delle strade eventualmente esistenti o che saranno previste internamente all'area. 3. Superficie fondiaria (Sf) Per superficie fondiaria deve intendersi un'area a destinazione omogenea di zona, sulla quale il P.R.G. si attua a mezzo I.E.D., relativa al lotto edificabile. La Sf è misurata al netto delle zone destinate alla viabilità dal P.R.G. e delle strade eventualmente esistenti o che saranno previste internamente all'area, destinate al pubblico transito, nonchè di tutti gli spazi esistenti e previsti. 4. Indice di fabbricabilità territoriale (It) Per indice di fabbricabilità territoriale deve intendersi il volume massimo, espresso in mc., costruibile per ogni mq. di superficie territoriale St. 5. Indice di fabbricabilità fondiaria (If) Per indice di fabbricabilità fondiaria deve intendersi il volume massimo, espresso in mc., costruibile per ogni mq. di superficie fondiaria Sf. 6. Gli indici sopra riportati possono essere generali, comprensivi cioè di tutte le destinazioni di uso ammesse nella zona, oppure parziali, relativi a singole destinazioni d'uso. 7. Gli indici riportati nella presente normativa sono sempre indici massimi; gli indici minimi, che non vengono riportati, non possono essere inferiori al 75% degli indici massimi, salvo che per le zone di tipo produttivo di cui al Capo VII. Art. 14 - Indici Edilizi 1. "Superficie coperta: è la protezione sul piano orizzontale di tutte le parti edificate fuori terra; non concorrono alla formazione della superficie coperta gli aggetti senza sovrastanti corpi con sbalzo fino a ml.1.50 (di cui cm 10 di idoneo parapetto) e le scale aperte e i portici se pubblici o di uso pubblico"; 2. "Altezza del fabbricato: è la differenza tra la quota media del terreno e la quota dell'intradosso del soffitto dell'ultimo piano praticabile; qualora il soffitto dell'ultimo piano praticabile non sia orizzontale, l'altezza è riferita al punto medio del suo intradosso"; 3. "Volume del fabbricato: è il volume del solido emergente dal terreno esistente prima delle opere (se non sono previsti sconvolgimenti volumetrici di progetto del terreno) o dalla quota del terreno prevista dal progetto se inferiore a

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quella esistente (solido emergente dal terreno a lavori ultimati). Ai fini del calcolo del volume anche se parzialmente deve essere considerato tutto ciò che è realizzabile fuori terra; Sono esclusi dal calcolo del volume: 1. stralciato; 2. le logge per la parte rientrante che non eccede ml. 1,40; 3. i volumi tecnici; 4. i portici di qualunque altezza o profondità (pubblici o di uso pubblico) ed i portici privati fino ad un massimo del

20% della superficie coperta computabile ai fini urbanistici compresi però i corpi con sbalzo fino a ml 1,50; 5. gli abbaini nella misura di uno ogni mq. 40 di falda; 6. i gazebi, le pompeiane, i pergolati; 7. gli arredi da giardino e per il gioco dei bambini (casette prefabbricate in legno) della superficie massima di mq.

4,00 lordi e altezza massima di ml. 1,80, costruiti con caratteristiche di precarietà, direttamente sul terreno, senza basi in cemento, e alle distanze previste dal Codice Civile

8. le nuove serre a servizio di edifici residenziali se inferiori al 10% del volume urbanistico del fabbricato cui sono collegate.

I volumi tecnici, ai fini dell'esclusione del calcolo della volumetria ammissibile, sono i volumi strettamente necessari a contenere ed a consentire l'accesso di quelle parti di impianti tecnici (idrico, termico, elevatorio, televisivo, di parafulmine, di ventilazione, ecc.) che non possono per esigenze tecniche di funzionalità degli impianti stessi, trovare luogo entro il corpo dell'edificio realizzabile nei limiti imposti dalle norme urbanistiche. Sono da considerare "volumi tecnici" il volume del tetto, se non è abitabile o praticabile, i serbatoi idrici, l'extracorsa degli ascensori, i vasi d'espansione dell'impianto del termosifone, le canne fumarie e di ventilazione, il vano scala al di sopra delle linee di gronda, ecc. In ogni caso la sistemazione dei volumi tecnici non deve costituire pregiudizio per la validità dell'insieme architettonico. 4. Il calcolo degli indici edilizi relativi agli edifici esistenti va eseguito secondo le prescrizioni del presente articolo. Art. 15 - Utilizzazione degli Indici 1. Le aree che sono servite per il calcolo degli indici urbanistici in base alle prescrizioni di P.R.G., costituiscono le aree di pertinenza territoriale e fondiaria dell'intervento. 2. Un'area di pertinenza si definisce satura quando gli edifici costruiti hanno utilizzato il massimo dei volumi edificabili consentito dai rispettivi indici. 3. Le aree di pertinenza territoriali e fondiarie relative agli edifici esistenti o realizzati secondo le norme del Piano Regolatore non potranno mai essere ulteriormente conteggiate ai fini dell'utilizzo degli indici di edificabilità se non per raggiungere l'edificabilità massima consentita, nel caso di utilizzazione parziale della volumetria. 4. Negli elaborati richiesti dagli strumenti attuativi dovrà sempre ed obbligatoriamente figurare la individuazione planimetrica esatta delle aree di pertinenza distinte in territoriali e fondiarie con l'elenco dei relativi estratti di mappa e dati catastali delle proprietà, a dimostrazione del calcolo degli indici, distinguendo le aree sature da quelle non sature. 5. Presso l'Ufficio Tecnico Comunale è conservata una copia delle mappe catastali vigenti, che viene aggiornata a cura di detto ufficio, sulla base delle costruzioni realizzate; su di esse devono essere indicate le aree di pertinenza, vincolate ai sensi del punto 3. del presente articolo. Art. 16 - Distanze 1. Distanze minime tra fabbricati (Df) In tutte le zone, salvo particolari disposizioni di zona e nel caso di strumenti attuativi con previsioni planivolumetriche, è prescritta la distanza minima tra pareti finestrate, o parti di pareti finestrate e pareti di edifici antistanti, pari

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all'altezza del fabbricato più alto con un minimo assoluto di ml. 10; nelle ZTO di tipo C la norma si applica anche quando una sola parete sia finestrata, qualora gli edifici si fronteggino per uno sviluppo superiore a ml 12,00. La distanza minima può essere ridotta a mt. 0,00 se trattasi di pareti non finestrate. Se esistono nelle proprietà limitrofe edifici costruiti anteriormente alla data di adozione del P.R.G. con distanze dai confini inferiori a quelle previste dal successivo punto 3), le nuove costruzioni debbono rispettare egualmente le distanze tra i fabbricati, salvo il caso di strumento attuativo con previsioni planivolumetriche. La distanza dai confini potrà essere inferiore qualora sia rispettata la distanza minima tra fabbricati, previo accordo con i proprietari confinanti registrato o trascritto; tale vincolo può essere sostituito con una semplice scrittura privata (ossia senza registrazione e trascrizione dell’atto) solamente nel caso di sopraelevazioni di un edificio esistente per un massimo di 1 metro purché siano rispettate le seguenti condizioni: - la sopraelevazione disti minimo 1,50 m dai confini; - la parete a confine sia già finestrata (allo stato attuale); - la sopraelevazione non preveda nuove finestrature e non permetta lo spostamento di quelle esistenti. 2. Distanze minime tra fabbricati fra i quali siano interposte strade (Ds) Salve specifiche disposizioni di zona, le distanze minime tra fabbricati fra i quali siano interposte strade destinate al traffico dei veicoli, con l'esclusione della viabilità a fondo cieco al servizio dei singoli edifici o di insediamenti, debbono corrispondere alla larghezza della sede stradale maggiorata di: ml. 5,00 per lato, per strade di larghezza inferiore a ml. 7,00; ml. 7,50 per lato, per strade di larghezza compresa fra ml. 7,00 e ml. 15,00; ml. 10,00 per lato, per strade di larghezza superiore a ml. 15. per la strada statale ml. 10,00 per lato con esclusione delle zone rurali per le quali è prescritto un minimo per lato di

ml. 30,00. Qualora le distanze fra fabbricati, come sopra computate, risultino inferiori all'altezza del fabbricato più alto, le distanze stesse sono maggiorate fino a raggiungere la misura corrispondente all'altezza stessa. Nelle zone esistenti e di completamento è facoltà dell'Amministrazione Comunale permettere l'allineamento dei nuovi fabbricati con gli edifici esistenti, purchè ciò non contrasti con esigenze di scorrevolezza o miglioramento della viabilità. Ove non sussistano problemi di allineamento, per strade vicinali od a fondo cieco deve essere prevista una distanza minima assoluta, di ml. 5 dal ciglio della strada. 3. Distanze minime dei fabbricati dai confini di proprietà (Dc) Salvo specifiche disposizioni di zona, per tutte le nuove costruzioni la distanza minima dal confine di proprietà deve essere pari alla metà dell'altezza dei fabbricati prospicienti i confini stessi con un minimo di ml. 5,00. E ammessa la costruzione a confine di proprietà, se sul confine preesiste una parete o parti di parete non finestrata, oppure in base a presentazione di un progetto unitario per i fabbricati da realizzare in aderenza. 4. Modalità di calcolo

a) Le distanze si misurano dalla superficie esterna dei muri o di qualsiasi avancorpo, a sbalzo chiuso, compresi i porticati.

b) Per distanza dal confine s'intende quella minima tra la superficie coperta del fabbricato e il confine stesso. c) Per distanza fra corpi di fabbrica che si fronteggiano si intende la minore fra quelle risultanti dalla proiezione

ortogonale sulle varie fronti di ognuno dei due fabbricati sull'altro, misurata secondo quanto specificato al punto 4a.

5. E ammesso comunque l'arretramento dei singoli piani di un edificio per rispettare le distanze prescritte che vanno quindi misurate con riferimento all'altezza delle diverse fronti (anche sfalsate) dell'edificio stesso. 6. Sono ammesse distanze inferiori a quelle indicate nei precedenti punti 1,2,3, nel caso di intervento urbanistico preventivo con previsioni planivolumetriche. Le finestre dei locali abitativi devono disporre sempre di un adeguato affaccio (veduta) e di corrette condizioni di aeroilluminazione naturale. Per i casi in cui non viene garantita una distanza tra pareti di edifici che si fronteggiano pari ad almeno 10 m, ovvero pari almeno all’altezza del fabbricato più alto, va comunque previsto il rispetto dei seguenti requisiti minimi: . distanza non inferiore a 6 m tra ciascuna finestra di locali abitativi e la parete fronteggiante,

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. l’altezza massima delle pareti che si fronteggiano non superiore a 1,5 volte la distanza fra le pareti opposte

. l’area delimitata dalle pareti che si fronteggiano, detratta la proiezione di ballatoi o altri aggetti, non inferiore a 1/5 della somma delle superfici delle pareti che la delimitano.

Art. 17 - Dotazione di spazi pubblici nelle zone soggette a I.U.P. 1. Le dotazioni minime di spazi pubblici da ricavarsi nelle zone soggette ad I.U.P., sono le seguenti:

I.U.P. per insediamenti residenziali: la superficie non può essere inferiore ai rapporti di dimensionamento, di cui al 2 comma dell'art. 3 del D.M.LL.PP. 2 aprile 1968; n. 1444, con le modifiche di cui all'art. 25 della legge regionale 27 giugno 1985, n. 61, art. 10 L.R.09/1986 e s. m. i.; vedi inoltre artt. 31-32 della L.R. 11/2004. Ad ogni abitante corrisponde un volume di 150 mc. I.U.P. per insediamenti di carattere industriale e artigianale: la superficie da destinare non può essere inferiore: a) nelle zone di espansione, al 10% per opere di urbanizzazione primaria e al 10% per opere di urbanizzazione secondaria; b) nelle zone di completamento, al 5% per opere di urbanizzazione primaria e al 5% per opere di urbanizzazione secondaria. I.U.P. per insediamenti di carattere commerciale e direzionale: la superficie da destinare non può essere inferiore: a) nelle zone di espansione, a 1 mq./mq. di superficie lorda di pavimento; b) nelle zone di completamento, a 0,8 mq./mq. di superficie lorda di pavimento. I.U.P. per insediamenti misti: la dotazione di spazi pubblici dovrà rispettare i limiti di cui ai punti precedenti, in relazione alle quote-parti delle diverse destinazioni.

2. Le aree per spazi pubblici destinati all'urbanizzazione secondaria possono essere monetizzate. Art. 18 - Parcheggi 1. A completamento di quanto indicato al precedente art. 17 per i parcheggi pubblici, resta obbligatorio in tutte le nuove costruzioni e demolizioni con ricostruzione, cambi d’uso e ristrutturazione, predisporre parcheggi privati ai sensi della L.n. 122 del 21/3/89 e della legge 765/1967, in particolare:

a) per fabbricati residenziali, un posto auto per appartamento; b) per fabbricati artigianali, industriali, magazzini e simili: mq. 10,00 ogni mq. 100,00 Sf;(Superficie di

pavimento) c) per fabbricati comprendenti spazi commerciali con superficie di vendita maggiore di mq. 400,00: mq. 50,00

ogni mq. 100,00 di superficie di vendita; d) per fabbricati comprendenti spazi commerciali con superficie di vendita inferiore a mq. 400,00: mq. 10,00 ogni

mq. 100,00 di superficie di vendita; e) per fabbricati alberghieri, sanitari e simili: un posto auto ogni 2 camere.

2. Nelle aree suddette non è comunque consentito computare la sede stradale, neppure nel caso di strade private. 3. Le aree destinate ai parcheggi privati - interne od esterne, coperte o scoperte - devono essere vincolate all'uso di parcheggio con apposita indicazione negli atti relativi alle destinazioni d'uso e con costituzione di vincolo e/o di servitù a richiesta del Comune, con atto da trascrivere nei Registri della proprietà immobiliare. 4. I parcheggi di cui al punto 1, del presente articolo dovranno sempre prevedere posti a seconda delle destinazioni per: autovetture (minimo m. 5,00 x 2,50); motorette, motociclette, biciclette (minimo m. 2,00 x 1,00); autocarri (minimo m. 10,00 x 3,00). Nei parcheggi relativi a fabbricati artigianali, industriali, magazzini e simili, i posti autocarro dovranno essere accoppiati in modo da consentire la sosta di autotreni.

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TIPOLOGIE D'INTERVENTO

Art. 19 - Interventi Urbanistici 1. Recupero Riguarda le zone edificate e non edificate di valore storico ed ambientale, di cui il P.R.G. prevede la salvaguardia fisico-morfologica, relativa all'aspetto architettonico ed ambientale, e la salvaguardia funzionale, relativa alle destinazioni d'uso. 2. Completamento Riguarda le zone esistenti o in via di completamento che non presentano aspetti particolari da conservare nè dimostrano la esigenza di una radicale trasformazione statico-igienica. 3. Espansione (E) Comprendono le zone destinate a nuovi complessi insediativi. 4. Piani Particolareggiati (P.P.) Riguardano le zone considerate strategiche per la riorganizzazione e lo sviluppo dell'insediamento urbano, dove è obbligatoria la formazione di P.P. Art. 20 - Interventi Edilizi 1. Gli interventi edilizi previsti dal P.R.G. sono i seguenti:

a) manutenzione ordinaria (M.O.); b) manutenzione straordinaria (M.S.); c) restauro e risanamento conservativo (R.S.); d) ristrutturazione edilizia (R.T.E.); e) ampliamento (A); f) demolizione (D); g) nuova costruzione (N.C.).

2. Manutenzione ordinaria (M.O.) Riguarda le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti. Gli interventi di manutenzione ordinaria sono ammessi per tutti gli edifici esistenti. 3. Manutenzione straordinaria (M.S.) Riguarda le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonchè per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni d'uso. 4. Restauro e risanamento conservativo (R.S.) Gli interventi di R.S. sono rivolti a conservare l'organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell'organismo stesso, ne consentono destinazioni d'uso con essi compatibili. Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell'edificio, l'inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell'uso, l'eliminazione degli elementi estranei all'organismo edilizio. 5. Ristrutturazione edilizia (R.T.E.) Gli interventi R.T.E., parziali o globali sono rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente.

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Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell'edificio, l'eliminazione, la modifica e l'inserimento di nuovi elementi ed impianti. 6. Ampliamento (A) L'intervento di ampliamento consiste nella costruzione di volume edilizio che modifica, in aumento, il volume dell'edificio esistente. 7. Demolizione (D) Gli interventi di demolizione (D) consistono nella demolizione, parziale o totale, del fabbricato esistente. 8. Nuova costruzione (N.C.) Riguarda gli interventi di costruzione di nuovi fabbricati.

CCAAPPOO IIVV

DESTINAZIONI D'USO

Art. 21 - Destinazioni d'uso 1. La destinazione d'uso dei suoli e degli edifici, nonchè di parte dei medesimi, deve essere indicata nei piani di I.U.P. e nei progetti di I.E.D. e deve rispettare tutte le prescrizioni delle presenti norme. Art. 22 - Distribuzione delle destinazioni d'uso nell'ambito delle zone funzionali 1. L'utilizzazione funzionale delle diverse zone viene regolata attraverso la definizione di:

a) destinazioni prevalenti; b) destinazioni secondarie.

2. All'interno delle diverse zone urbanistiche, la quota parte relativa alle diverse destinazioni è determinata dalla Tabella n. 1, dove, con riferimento alle zone funzionali la destinazione prevalente è quella sottolineata. 3. La distribuzione delle destinazioni d'uso nelle zone soggette a I.U.P. è regolata dalla seguente tabella n. 1. Tabella n. 1 Zone Residenza (R) % Attività commercia

li e direzionali (CD) % Attività artigianali e industriali (AI) %

Attività commercia li annonarie (CA) %

Residenziali min. 50 max. 50 max. 50 * Commerciali e annonarie max. 30 max. 30 max. 30 * min. 70 Artigianali industriali max. 10 max. 30 min. 70 max. 30 * Solamente attività artigianali La percentuale minima (min.) e massima (max.) si riferisce alle superfici utili di calpestio da verificare globalmente all'interno degli I.U.P. previsti. 4. Distribuzione delle destinazioni d'uso nelle zone soggette a I.E.D. La percentuale minima (min.) e massima (max.) si riferisce alle superfici utili di calpestio da verificare puntualmente con riferimento al singolo permesso di costruire, senza distinzione se vani accessori o vani utili.

CCAAPPOO VV

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ZONE DESTINATE AD USO PUBBLICO E DI INTERESSE GENERALE

Art. 23 - Zone per attrezzature pubbliche a servizio della residenza 1. Comprendono le aree destinate alle attrezzature e ai servizi pubblici.. Il P.R.G. si attua per I.E.D. In tali zone si osservano le seguenti prescrizioni. 2. Zone esistenti per l'istruzione, interesse collettivo, per attrezzature religiose. Sono destinate all'istruzione prescolastica e scolastica, alle attività di interesse collettivo, e per attrezzature religiose.Il P.R.G. si attua applicando i seguenti indici: If = indice di fabbricabilità fondiaria = 2,5 mc./mq. Vengono in ogni caso confermate le attrezzature esistenti, per le quali è concesso un ampliamento massimo del 20% del volume esistente, anche se vengono superati gli indici di cui sopra. 3. Zone di progetto per l'istruzione. Sono destinate all'istruzione prescolastica e scolastica dell'obbligo. E' ammessa la costruzione di attrezzature culturali, sportive e ricreative connesse agli edifici scolastici, nonchè di abitazioni per il personale di custodia e sorveglianza, comprese nel fabbricato principale destinato alla specifica attrezzatura.Il P.R.G. si attua applicando i seguenti indici: If = indice di fabbricabilità fondiaria = 2,50 mc/mq. H = altezza massima = 12,50 ml. Parcheggi = 0,20 superficie di calpestio. 4. Zone di progetto per attrezzature di interesse collettivo. Sono destinate alle seguenti attrezzature: partecipative, assistenziali, amministrative, culturali, sociali, associative, sanitarie, ricreative. Il P.R.G. si attua applicando i seguenti indici: If = indice di fabbricabilità fondiaria = 3,00 mc/mq. Parcheggi = 0,40 superficie di calpestio. 5. Zone di progetto per attrezzature religiose. Sono destinate esclusivamente alle attrezzature religiose. Il P.R.G. si attua applicando i seguenti indici: Uf = indice di fabbricabilità fondiaria = 3,00 mc/mq. h = altezza massima = 12,50 ml., ad esclusione dei campanili e chiese Parcheggi = 0,20 superficie di calpestio. 6. Zone a verde naturale e attrezzato. Sono destinate a parchi naturali e ad aree attrezzate per il gioco dei bambini e dei ragazzi e per il riposo degli adulti. Possono essere realizzate unicamente costruzioni ad uso chioschi per ristoro, tettoie aperte, servizi igienici, attrezzi per il gioco dei bambini (con esclusione di attrezzature o campi sportivi). Qualsiasi costruzione si rendesse necessaria per impianti tecnici o tecnologici, dovrà essere prevista interrata, se possibile per la natura del sottosuolo e opportunamente ambientata (cespugli, alberature). E ammessa l'utilizzazione a servizio del parco pubblico degli edifici attualmente esistenti sulle aree, purchè essi siano previsti ed opportunamente inseriti nel progetto esecutivo dell'intera area, e non interrompano la continuità dell'area stessa. Il P.R.G. si attua applicando i seguenti indici: If = indice di fabbricabilità fondiaria = 0,02 mc/mq. 7. Zone per parcheggi pubblici. Sono destinate all'attuazione di parcheggi pubblici realizzati direttamente dalla pubblica amministrazione. I parcheggi pubblici saranno realizzati a livello stradale. Nei parcheggi a livello stradale saranno messe a dimora piante di alto fusto. Art. 24 - Zone per attrezzature pubbliche a livello generale e extra-comunale (F) Comprendono le aree destinate alle attrezzature e ai servizi pubblici a livello extra-comunale. Il P.R.G. si attua per I.E.D. In tali zone si applicano le seguenti prescrizioni: a. Zone esistenti, d'interesse collettivo, per attrezzature religiose, per impianti tecnologici e servizi speciali. Il P.R.G. si attua applicando i seguenti indici:

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Uf = indice di fabbricabilità fondiaria = 2,50 mc/mq. Vengono in ogni caso confermate le attrezzature esistenti, per le quali è concesso un ampliamento massimo del 20% del volume esistente, anche se vengono superati gli indici di cui sopra. b. Zone di progetto per attrezzature di interesse collettivo. Sono destinate alle seguenti attrezzature: amministrative, culturali, sociali, associative, ricreative. Il P.R.G. si attua applicando i seguenti indici: If = indice di fabbricabilità fondiaria = 3,00 mc/mq. H massima = 15,00 ml. Parcheggi = 0,50 superficie di calpestio. c. Zone di progetto per attrezzature religiose (f/2). Sono destinate ad ospitare le collettività religiose e i servizi privati gestiti da religiosi e dalle Parrocchie. Il P.R.G. si attua applicando i seguenti indici: If = indice di fabbricabilità fondiaria = 3,00 mc/mq. H massima = 12,50 ml. Parcheggi = 0,20 superficie di calpestio. d. Zone di progetto per impianti tecnologici e per servizi speciali. Sono destinate alla costruzione di edifici ed attrezzature per impianti tecnologici di necessità pubblica per servizi comunali o di altri enti pubblici (SIP - ENEL - magazzini Comunali, ecc.). Il P.R.G. si attua applicando i seguenti indici: If = indice di fabbricabilità fondiaria = 3,00 mc/mq. H massima = 12,50 ml. (escluse ciminiere, antenne, ecc.). Parcheggi = 0,10 superficie di calpestio. d bis. Zone di progetto per attrezzature sanitarie ed ospedaliere Sono destinate ad ospedali, cliniche e unità sanitarie territoriali, compresi i servizi generali e le attività commerciali di supporto. Il P.R.G. si attua applicando i seguenti indici: If = indice di fabbricabilità fondiaria = 3,00 mc/mq. H massima = 20 ml. N° massimo dei piani fuori terra = 4 Parcheggi = 0,65 superficie di calpestio. Percentuali massime delle diverse destinazioni d’uso previste: sanitaria e servizi generali di supporto 95%, attività commerciali di supporto 5%. d ter. Zone di progetto per attrezzature sanitarie ed ospedaliere – prescrizioni particolari Il parametro relativo al N° massimo di piani fuori terra prevale su quello dell’H massima. Si prescrive lo studio di soluzioni atte a fornire un servizio di trasporto pubblico funzionante per gli utenti, in particolare dagli attuali Ospedali di Schio e di Thiene. Si prescrive di studiare opportunamente la contestualizzazione dell’ospedale con l’ambiente circostante, studiando e realizzando una sistemazione ambientale legata al contesto agricolo dell’intorno. Si sottolinea l’importanza di mantenere e preservare il cono visuale delle montagne retrostanti del Monte Summano, e pertanto che l’orientamento prevalente dell’edificato sia quello nord/sud. Dovrà essere posta particolare attenzione alla definizione delle soluzioni formali e architettoniche nonché dovrà essere posto particolare rilievo alla scelta dei materiali ed alle colorazioni al fine di favorire un corretto inserimento delle strutture nell’ambiente circostante e mitigarne, per quanto possibile, l’impatto visivo. Inoltre si prescrive la messa a dimora, lungo la viabilità e lungo i confini di filari di alberature autoctone, caratteristiche della zona, d’alto fusto per mascherare e mitigare le aree. Inoltre, tutti gli spazi liberi, non occupati da strade, pertanto: area di manovra o parcheggi, devono essere mantenuti a verde, con la messa a dimora in particolare per le aree a parcheggio, di alberature ad alto fusto, come per il punto precedente. La pavimentazione delle aree libere scoperte destinate a standard, parcheggi, strade (con esclusione delle direttrici principali), dovrà essere il più possibile permeabile, per permettere l’assorbimento nel terreno delle acque meteoriche, con la sola esclusione delle rampe di accesso a locali interrati previsti.

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Nella sistemazione delle aree esterne, dovranno essere privilegiate e consentite esclusivamente recinzioni trasparenti (reti, grigliati metallici) e/o siepi verdi per un’altezza massima non superiore a quanto prevede la normativa specifica del Comune e in conformità al Codice Civile. Poiché le recinzioni costituiscono un elemento visibile particolarmente importante ai fini della riqualificazione delle zone e aree, le soluzioni proposte in fase esecutiva dovranno ricercare l’omogeneità tipologica e cromatica. Prescrizione in merito alla valutazione di incidenza ambientale del sito SIC/ZPS IT3210040 “Monti Lessini-Pasubio-Piccole Dolomiti Vicentine”: - Sia eseguito il controllo per quanto attiene anche lo smaltimento rifiuti, la raccolta e lo smaltimento delle acque

reflue e di scorrimento superficiale, nonché l’emissione di fumi in atmosfera, come regolati dalla normativa in vigore, per non provocare possibili inquinamenti al sito protetto;

- Sia programmato un sistema di monitoraggio, dopo la realizzazione degli interventi ed eseguito periodicamente, in modo da tenere sotto controllo tutte le emissioni (fumi, rumori, gas, illuminazione, acque reflue, ecc.) affinchè le stesse rimangano entro i limiti di legge.

e. Zone a verde pubblico attrezzato Sono destinate a parchi naturali ed attrezzati a livello urbano e sovracomunale. Possono essere realizzate unicamente costruzioni ad uso chioschi per ristoro, tettoie aperte, servizi igienici, attrezzi per il gioco dei bambini (con esclusione di attrezzature o campi sportivi). Il P.R.G. si attua applicando i seguenti indici: If = indice di fabbricabilità fondiaria = 0,02 mc/mq. f. Zone per attrezzature sportive Sono destinate ad impianti sportivi coperti e scoperti immersi nel verde. Il P.R.G. si attua applicando i seguenti indici: If = indice di fabbricabilità fondiaria per impianti coperti = 1,00 mc/mq. Parcheggi = 0,10 della superficie destinata agli impianti. g. Zone cimiteriali Sono destinate alle attrezzature cimiteriali. Di esse non fanno parte le relative zone di rispetto, che sono indicate nelle tavole di piano per l'applicazione dei prescritti vincoli di inedificabilità. Nei nuovi cimiteri o negli ampliamenti si applicano i seguenti indici: Parcheggi = 0,10 Sf.

CCAAPPOO VVII

ZONE PER INSEDIAMENTI RESIDENZIALI

Art. 25 - Destinazioni d'uso nelle zone per insediamenti residenziali 1. Nelle zone prevalentemente residenziali le destinazioni di cui all'art. 22 sono le seguenti:

a) destinazione prevalente: residenza b) destinazioni secondarie: uffici pubblici e privati, commercio al dettaglio, associazioni politiche, sindacali,

culturali e religiose, ristoranti, bar, locali per il ritrovo e lo svago, alberghi e pensioni, artigianato compatibile con la residenza, garages, distributori di carburante secondo la normativa vigente, sono da escludersi tutte le attività insalubri di 1^ classe e quelle rumorose di 2^ classe del D.M.S. in corso ai sensi dell'art. 26 TULLSS.

2. Le quote percentuali delle diverse destinazioni sono stabilite dalla tabella 1 del precedente art. 22 per le varie zone funzionali.

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3. Per i sottotetti esistenti alla data del 31.12.1998, è ammesso il recupero a fini abitativi, purché l’altezza utile media sia di m 2,40 per i locali adibiti ad abitazione e m 2,20 per i locali adibiti a servizi, quali corridoi, disimpegni, ripostigli e bagni. L’altezza utile media sarà calcolata dividendo il volume utile della parte del sottotetto la cui altezza superi m 1,80 per la relativa superficie utile. Gli interventi edilizi per il recupero a fini abitativi dei sottotetti devono avvenire senza alcuna modificazione delle altezze di colmo e di gronda nonché delle linee di pendenza delle falde. Tali interventi sono classificati come ristrutturazione edilizia ai sensi dell’art. 3 lettera d) del DPR n° 380 del 06.06.2001 e s.m.i.. Art. 26 - Zone residenziali e miste di valore storico/ambientale - Zone Significative Sono le parti del territorio interessate da agglomerati che rivestono carattere storico, artistico e di particolare pregio ambientale o da porzione di essi, comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi. Riguardano i nuclei antichi dei centri abitati, di cui alla L.R. 11/2004, art. 40. In queste zone il P.R.G. si attua per I.E.D. e ogni intervento è subordinato al pieno rispetto di quanto indicato nelle singole schede B e nelle tavole della zona A, in attuazione della specifica normativa relativa alle aree significative di: TIMONCHIO - VILLA BENINCÀ - CAMPASSI - TRENTINI - PIERELLA - SANTORSO - GRIMOLA - MURELLO - RIO - POZZATI - LESINA - FURLANI – ROGGE, in particolare per quanto normato nei singoli gradi di protezione assegnati ad ogni unità minima d’intervento. L’intervento edilizio deve riferirsi ad un progetto unitario dell’intera unità minima d’intervento o a più unità minime d’intervento riunite in un complesso architettonico, senza aumento del volume esistente (tranne per i casi indicati al successivo art. 28) e del numero dei piani e nel rispetto delle distanze stabilite dal Codice Civile ed essere realizzabile in modo coerente, con gli edifici di valore culturale; a tal fine il Comune può imporre l’uso di materiali, finiture e modalità di intervento coerenti con il carattere degli immobili di maggior valore culturale. Le unità minime d’intervento, come perimetrate nelle tavole di piano, possono essere variate nel loro perimetro e consistenza previa una analisi filologica, giudicata esaustiva, dall’Amministrazione Comunale. Valgono in assenza di specificazioni planivolumetriche le norme previste dagli art. 22 e 25. Le tavole 1:1000 di progetto del P.R.G. indicano per ogni parte del territorio significativa agli effetti della composizione urbanistica ed edilizia gli interventi ammessi sulle aree, urbanizzate e non, sugli edifici, sulle infrastrutture e attrezzature, attraverso simbologie alle quali corrispondono modalità, tipi, caratteri espressi nei vari paragrafi e negli articoli specifici. Art. 27 - Interventi sull'esistente edificato Gli interventi sul patrimonio edilizio esistente, per gli edifici con specifica numerazione, con riferimento al grado di protezione indicato, saranno i seguenti: Grado 0 - TUTTI GLI INTERVENTI: Sono permessi tutti gli interventi previsti dall'art. 20, con le modalità dell’art.26,

la demolizione e la ricostruzione dovrà avvenire sul medesimo sedime, e il volume sarà pari a quello esistente alla data di adozione del Piano Regolatore Generale.

Grado 1 - RESTAURO FILOLOGICO: Sono consentite tutte le operazioni edilizio-architettoniche necessarie alla

rivalutazione dell'edificato, in funzione delle attuali esigenze, ma nel rispetto della "lettura" delle forme, funzioni, sistemi originari. Le ipotesi progettuali emergeranno dallo studio accurato dell'esistente, dei testi e delle iconografie, dei caratteri storico-ambientali, non escludendo la possibilità di interpretazioni con materiali e forme attuali a compimento di parti mancanti o degradate.

Grado 2 - RISANAMENTO CONSERVATIVO: Sono consentite tutte le operazioni di ripristino necessarie al

mantenimento dell'immobile, con eliminazione delle superfetazioni e la conservazione dell'impianto e dei caratteri peculiari esistenti, nonché dei materiali e delle tecnologie costruttive originarie.

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Grado 3 - RESTAURO PROPOSITIVO: Sono consentite tutte le operazioni di cui agli interventi precedenti, con la ulteriore possibilità di interpretare le nuove esigenze o diverse destinazioni d'uso in modo globale, con ridisegno di parti interne ed esterne all'edificio e le eventuali aggiunte volumetriche necessarie alla ricomposizione funzionale dello stesso. Gli interventi, preceduti da ampia e completa documentazione sulla storia, lo stato di fatto, e i riferimenti culturali della proposta, dovranno risultare ispirati alla massima valorizzazione e rivalutazione del bene originario, con le nuove parti e le sostituzioni in meditato rapporto con le preesistenze interessate e con quelle limitrofe.

Grado 4 -RISTRUTTURAZIONE PARZIALE TIPO A: Sono consentite tutte le operazioni tese al mantenimento e alla

protezione degli elementi esterni e del loro rapporto con l'ambiente circostante, con possibilità di nuovo impianto compatibile. E ammesso il riutilizzo delle parti di sottotetto con la creazione di abbaini di tipo tradizionale, se indispensabili.

Grado 5 - RISTRUTTURAZIONE PARZIALE TIPO B: Sono consentite tutte le operazioni atte a mantenere parte

degli elementi principali interni ed esterni, con modifica parziale dell'impianto, dei fori, degli elementi costitutivi, in modo da adeguare l'edificio alle preesistenze ambientali oltrechè alle diverse necessità d'uso e agli eventuali cambiamenti di destinazione. Sono ammessi i riutilizzi dei sottotetti, con la creazione degli indispensabili abbaini di cui al grado 4, e delle superfetazioni o aggiunte tramite un organico complessivo ridisegno planivolumetrico.

Grado 6 - RISTRUTTURAZIONE GLOBALE: Sono consentiti tutti gli interventi necessari a trasformare gli

organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo in tutto o in parte diverso dal precedente. Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell'edificio, la eliminazione, la modifica e l'inserimento di nuovi elementi ed impianti.

Grado 7 - DEMOLIZIONE E RICOSTRUZIONE: Sono consentiti tutti gli interventi necessari per adeguare il nuovo

complesso alle destinazioni d'uso, alle prescrizioni di zona e all'inserimento nel tessuto urbanistico circostante. E ammesso il recupero dei volumi anche precari, secondo conteggio preliminare ai sensi del presente regolamento e limitatamente alle necessità di creazione di elementi igienici e di servizio.

Grado 8 - DEMOLIZIONE SENZA RICOSTRUZIONE: Sono consentiti gli interventi necessari ad eliminare le

strutture esistenti con adeguamento delle aree alle destinazioni di P.R.G. Art. 27 bis – Disposizioni relative al decoro e all’arredo urbano nelle ZTO di tipo A L’installazione di targhe, pannelli, cartelli e l’effettuazione di qualsiasi forma pubblicitaria è sottoposta a preventiva autorizzazione. Negli edifici con grado d’intervento 1/2/3/4 le insegne dovranno essere collocate solamente all’interno dei fori esistenti o negli elementi di contorni eventualmente presenti, devono essere realizzate in ferro battuto, vetro, ottone, legno, bronzo, rame; le targhe devono essere di legno o pietra o metallo. Nessuna forma di pubblicità può essere posta sulla testata dei portici e dei sottoportici. Sono vietate su tutti gli edifici le insegne a bandiera aggettanti. L’esposizione di striscioni o altri mezzi similari attraversanti strade o piazze deve essere effettuata ad una altezza non inferiore a mt. 4,50 dal piano viabile. Art. 28 - Disposizioni particolari Sugli edifici con numero zero sono ammessi tutti gli interventi. Su tutti gli altri sono sempre ammessi interventi di manutenzione ordinaria. La manutenzione straordinaria è pure ammessa, previa autorizzazione, per tutti gli edifici con esclusione di quelli per cui è prevista la demolizione senza ricostruzione.

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Su tutti gli edifici con grado di protezione 5-6-7 e 0 è ammesso un ampliamento pari al 20% del volume esistente con I.E.D. per soli scopi familiari comprovati e vincolati per almeno cinque anni senza sottrarre da tale percentuale il sottotetto non agibile, garantendo uno spazio libero, di profondità non inferiore a 6 m, antistante le finestre di locali abitativi, e nel rispetto delle norme del Codice Civile, con obbligo di recupero esteso ad un ambito urbanisticamente funzionale, che può essere l’intero complesso edilizio o addirittura l’insieme degli edifici di una intera corte , ove non sia in contrasto con le destinazioni d'uso di P.R.G.; tale ampliamento va recuperato prioritariamente, ove possibile, nel riutilizzo a fini abitativi degli annessi rustici e nelle prescrizioni planivolumetriche riportate nelle tavole di progetto, a condizione che siano rispettate le distanze dagli allevamenti zootecnici. E' comunque consentito su tutti gli edifici esistenti il recupero a fini abitativi di volumi destinati all'uso agricolo. Per quanto attiene ai nuovi edifici sono riportate nelle tavole di progetto gli elementi parametrici atti a definirli quali le sagome, per le quali è consentito uno spostamento max del 10% in senso planimetrico laddove è indicata la superficie del sedime e in senso volumetrico laddove è indicato l’alzato con le relative altezze. Art. 29 - Elementi lineari e puntuali significati Sono elementi di particolare pregio ambientale e culturale quali le antiche recinzioni in muratura, anche di rilevante altezza, gli archi, viottoli e capitelli votivi. Tali elementi sono specificatamente individuati nelle tavole del P.R.G. e devono essere conservati nella loro originale conformazione; sono ammessi solo interventi di manutenzione e quelli diretti a riportarli alle loro originarie e tipiche caratteristiche. In casi di necessità per i capitelli è pure consentito lo spostamento. Art. 30 - Caratteri specifici degli interventi Nell'applicazione delle norme generali di zona dovranno essere rispettate le indicazioni espresse nelle tavole in scala 1: 500 e successive, relative ai seguenti caratteri dell'edificazione: a) ALLINEAMENTI: prescrizione di adeguare gli interventi alle linee determinate delle preesistenze e dei grafici di

progetto. b) PASSAGGI COPERTI: elementi pubblici, di uso pubblico o privati, da determinarsi contestualmente alla

progettazione degli edifici principali, con funzioni e forme atte a consentire il passaggio tra spazi delimitati da edificazione continua.

c) SAGOME LIMITE NUOVI EDIFICI: limite agli ingombri massimi ammessi per lo sviluppo delle superfici coperte dei nuovi edifici e degli ampliamenti è consentito uno spostamento max del 10 % della superficie.

d) PERCORSI PEDONALI E A SCALINATA: tali percorsi sono indicativi di tracciati tra punti significativi dell'insediamento urbano; dovranno essere risolti dalle nuove progettazioni private e pubbliche, tenendo presente la possibilità di eseguirli nel tempo e con dimensione e materiali adeguati al tipo di insediamento.

Art. 31 - Zone residenziali e miste esistenti C 1. Destinazioni d'uso Valgono le norme previste dagli artt. 22 e 25. Negli interventi edilizi vanno mantenute le destinazioni d'uso produttive di tipo artigianale purchè compatibili con il carattere prevalentemente residenziale della zona: in questo caso il P.R.G. si attua applicando gli indici e le norme previste per le zone artigianali di completamento. Nel caso di trasferimento delle attività esistenti insediate in edifici non residenziali è ammesso l'utilizzo dell'area con destinazione residenziale, con le seguenti prescrizioni:

a) gli interventi sono soggetti a I.U.P. secondo le norme dell'art. 17; b) vanno applicati gli indici e le norme della zona residenziale nella quale è inserita l'area.

2. Tipologie d'intervento In queste zone il P.R.G. si attua per I.E.D. Sono permessi tutti gli interventi previsti dall'art. 20, nel rispetto degli indici di zona. Nel caso di ristrutturazione edilizia di edifici esistenti con indice superiore a quello di zona è

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consentito il mantenimento del volume esistente. E comunque ammesso l'ampliamento del volume preesistente all'approvazione del PRG fino ad un max di 30 mc per alloggio con esclusione degli edifici con più di tre alloggi.

3. Parametri urbanistici In queste zone si applicano i seguenti indici: a)zone residenziali e miste esistenti (C1)

Indice di fabbricabilità fondiaria If = 1,50 mc/mq. Altezza massima H = 12 ml.

b) zone residenziali e miste esistenti (C2) Indice di fabbricabilità fondiaria If = 1,00 mc/mq. Altezza massima H = 9 ml.

Le zone C1 - C2 - sono da considerarsi ai sensi dell'art. 24 della L.R. 61/85 sottozone C1. Le zone a verde privato sono zone , ancora libere, ma situate all'interno di centri edificati e di fatto intercluse da edifici residenziali, in esse non sono attualmente consentite nuove costruzioni.

Art. 32 - Zone residenziali e miste di espansione (C1e) sottoposte a Piano di Lottizzazione Convenzionato 1. Destinazione d'uso

Valgono le norme previste dagli artt. 22 e 25. 2. Tipologia d'intervento

In queste zone il P.R.G. si attua attraverso I.U.P. 3. Parametri urbanistici

In queste zone si applicano i seguenti indici: Indice di fabbricabilità territoriale It = 1,00 mc/mq; Altezza massima H =9,00ml.

Le zone C1e sono da considerarsi ai sensi dell'art. 24 della L.R. 61/85 sottozone C2.

Prescrizioni particolari impartite con la delibera di approvazione della GRV n° 2838 del 12.09.2006 Si prescrive che le aree che vengono riclassificate ,o meglio reinserite nelle varie ZTO, rientrino ognuna nella specifica programmazione. Il tracciato concordato con al Provincia , dovrà raccordarsi correttamente con l’innesto come definito con la stessa e potrà subire piccoli spostamenti. Si dovranno comunque rispettare tutte le norme edilizio-urbanistiche, commerciali, ambientali, igienico-sanitarie vigenti. In merito alla valutazione di incidenza ambientale del progetto rispetto al Sito di Importanza Comunitaria SIC/ZPS IT3210040 “ Monti Lessini-Pasubio-Piccole Dolomiti Vicentine”, si prescrive quanto segue:

• Sia eseguito il controllo per quanto attiene anche lo smaltimento rifiuti, la raccolta e lo smaltimento delle acque reflue e di scorrimento superficiale, nonché l’emissione di fumi in atmosfera, come regolati dalla normativa in vigore, per non provocare possibili inquinamenti al sito protetto;

• Sia programmato un sistema di monitoraggio, dopo la realizzazione degli interventi ed eseguito periodicamente, in modo da tenere sotto controllo tutte le emissioni ( fumi,rumori,gas. Illuminazione, acque reflue, ecc…) affinchè le stesse rimangano entro i limiti di legge.

Art. 32 bis - Zona B1

La disciplina di tali zone a destinazione mista é definita dalle apposite schede di cui alle Tavole 36, 37, 38, 39, 40, 41, 42 e 43.

CAPO VII

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ZONE PRODUTTIVE

Art. 33 - Zone Artigianali e Industriali 1. Destinazioni d'uso Nelle zone artigianali e industriali le destinazioni di cui all'art. 22 sono le seguenti:

Destinazioni prevalenti: Attività artigianali ed industriali; laboratori di ricerche e di analisi; magazzini, depositi, silos, rimesse connesse all'attività produttiva; Destinazioni secondarie: magazzini, depositi, commercio all'ingrosso; uffici pubblici e privati, questi ultimi solo se connessi con l'attività artigianale e industriale; residenza: è ammessa l'edificazione per ogni lotto di una abitazione con volume max di mc. 500 per il titolare o il personale addetto alla sorveglianza e alla manutenzione degli impianti; bar e attività di commercio al minuto .

Le quote percentuali delle diverse destinazioni sono stabilite dalla tab. 1 del precedente art. 22 per le varie zone funzionali; 2. Tipologie d'intervento

a) Zone artigianali ed industriali esistenti di completamento Il P.R.G. si attua mediante I.E.D. per le zone di espansione con piano attuativo;

3. Parametri urbanistici per le zone di completamento e di espansione:

a)Zone artigianali ed industriali superficie coperta massima Sc = 60% della superficie del lotto altezza massima H = 15 ml. con esclusione dei volumi tecnici.

4. Il rilascio del permesso di costruire è subordinato alla realizzazione di servizi interni (spogliatoi, docce, W.C.,

pronto soccorso, sale ristoro e riunioni e simili), per una quota minima pari a quella prevista dalla legislazione igienico-sanitaria del lavoro.

5. Tra i volumi tecnici sono compresi:

a) i manufatti edilizi speciali, destinati ad ospitare gli impianti tecnologici annessi agli edifici produttivi (torri per ascensori, silos, camini, ecc.); in questo caso i volumi tecnici non vanno conteggiati.

Art. 34 - Zone commerciali e annonarie 1. Destinazioni d'uso

a) Nelle zone commerciali ed annonarie le destinazioni di cui all'art. 22 sono le seguenti: Destinazioni prevalenti: attività commerciali a forte fabbisogno di superficie di vendita; attività commerciali all'ingrosso; impianti stoccaggio merci, magazzini, deposito automezzi; mostre commerciali; sale da esposizioni e convegni; uffici connessi alle attività commerciali e annonarie; attività di manutenzione e la lavorazione dei prodotti, connesse alle attività commerciali e di stoccaggio; alberghi, ristoranti e bar. Destinazioni secondarie: negozi ed uffici, pubblici e privati; infrastrutture a servizio del traffico (officine, garages, distributori, ecc.); attività artigianali;

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residenza: è ammessa l'edificazione per ogni lotto di una abitazione con un volume max di mc. 500, per il titolare dell'attività o il personale addetto alla sorveglianza e alla manutenzione degli impianti.

Le quote percentuali delle diverse destinazioni sono stabilite dalla Tab. 1 del precedente art. 22 per le varie zone funzionali. Negli interventi edilizi vanno comunque mantenute le destinazioni d'uso produttive di tipo artigianale o piccolo industriale esistenti. 2. Tipologie d'intervento

a) Zone commerciali - annonarie esistenti e di completamento Il P.R.G. si attua mediante I.E.D.

b) Zone commerciali - annonarie di espansione Il P.R.G. si attua mediante I.U.P.

3. Parametri urbanistici

a) Zone commerciali e annonarie esistenti e di completamento e di espansione indice di fabbricabilità fondiaria = 2,50 mc/mq. superficie coperta massima Sc = 50% della superficie del lotto altezza massima H = 12 ml. con un massimo di 3 piani fuori terra con esclusione dei volumi tecnici.

4. Il rilascio del permesso di costruire è subordinato: alla realizzazione di servizi interni (spogliatoi, docce, W.C. pronto soccorso, sale ristoro e riunioni e simili) per la quota pari a quella prevista dalle legislazioni igienico-sanitarie e del lavoro.

5. Tra i volumi tecnici sono compresi:

a) i manufatti edilizi speciali, destinati ad ospitare gli impianti tecnologici annessi agli edifici produttivi (torri per ascensori, silos, camini, ecc.); in questo caso i volumi tecnici non vanno conteggiati.

Art. 35 - Zone Agroindustriali 1. In queste zone sono consentite le attività specifiche degli impianti agroindustriali secondo le norme ed i limiti previsti dal Titolo V, art. 43 e seguenti, e art. 48, comma 7 ter (come aggiunto dalla L.R. n° 18/2006), della L.R. 11/2004 e Atti di Indirizzo di cui all’art. 50, lett. D della legge stessa, approvati con DGR n° 3178 del 08.10.2004 e con le seguenti prescrizioni.

Il P.R.G. si attua mediante I.U.P.: Dc = distanza dai confini = 10 ml. Df = distanza dai fabbricati di altra proprietà = 10 ml. Ds = distanza dalle strade = 20 ml. Sc = superficie coperta massima = 50% della superficie del lotto.

2. E ammessa l'edificazione per ogni lotto di una abitazione con volume massimo di 600 mc. per il titolare dell'attività

o/e il personale addetto alla sorveglianza e alla manutenzione degli impianti.

CCAAPPOO VVIIIIII

ZONE AGRICOLE

Art. 36 - Destinazioni d'uso nelle zone agricole 1. In queste zone si possono insediare esclusivamente i seguenti edifici ed attrezzature, secondo le norme previste dai successivi articoli 37-38-39.

a) Per le aziende agricole abitazioni per la conduzione del fondo;

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annessi rustici: silos, depositi, ricoveri per macchine agricole a diretto uso dell'azienda, serbatoi idrici, costruzioni per la prima trasformazione e conservazione dei prodotti agricoli; edifici per allevamenti aziendali (stalle, porcilaie, scuderie, ricoveri in genere). Sono considerati allevamenti aziendali tutti quelli che per il loro approvvigionamento utilizzano per almeno il 25% i prodotti dell'azienda agricola.

b) Allevamenti zootecnici di tipo industriale Sono considerati allevamenti industriali tutti quelli che necessitano di locali e strutture tali da superare i limiti previsti dal precedente punto a) per gli allevamenti aziendali e che per il loro funzionamento non necessitano, quale condizione fondamentale, della annessione o contiguità al fondo da cui derivano le materie primarie atte allo svolgimento dell'attività.

2. In queste zone il P.R.G. si attua per intervento edilizio diretto. Al loro interno valgono le norme previste dalla legge regionale n. 24/1985, e successive modificazioni con le ulteriori prescrizioni degli articoli seguenti. Per le aziende agricole, ai fini del raggiungimento della superficie minima di intervento, secondo le norme previste dal Titolo V, art. 43 e seguenti, e art. 48, comma 7 ter (come aggiunto dalla L.R. n° 18/2006), della L.R. 11/2004 e Atti di Indirizzo di cui all’art. 50, lett. D della legge stessa, approvati con DGR n° 3178 del 08.10.2004 potranno essere conteggiate anche le aree che il Piano Regolatore Generale classifica di rispetto dei corsi d'acqua, di rispetto stradale e di rispetto cimiteriale. In queste zone gli imprenditori agricoli, che intendano produrre e destinare alla vendita piante e loro parti ed esercitarne il commercio, possono installare serre, sia mobili che fisse, volte esclusivamente alla protezione e copertura delle colture, senza obbligo di permesso di costruire ed autorizzazione edilizia, purché muniti dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività di cui alla L.R. 19/99 e nel rispetto dei limiti di cui ai commi 9, 10 e 11 dell’art. 6 della L.R. 24/85 e s.m.i., tuttavia quando sono presenti anche impianti di climatizzazione dovrà essere documentato il rispetto dei vigenti limiti per il rumore ambientale allegando valutazione di impatto acustico redatta da tecnico competente. Art. 37 - Zone Agricole E 2 di cui al Titolo V, art. 43 e seguenti, e art. 48, comma 7 ter (come aggiunto dalla L.R. n° 18/2006), della L.R. 11/2004 e Atti di Indirizzo di cui all’art. 50, lett. D della legge stessa, approvati con DGR n° 3178 del 08.10.2004 1. Riguardano le aree di primaria importanza per la funzione agricola-produttiva. 2. Residenza Gli interventi consentiti sono quelli previsti dal Titolo V, art. 43 e seguenti, e art. 48, comma 7 ter (come aggiunto dalla L.R. n° 18/2006), della L.R. 11/2004 e Atti di Indirizzo di cui all’art. 50, lett. D della legge stessa, approvati con DGR n° 3178 del 08.10.2004 3. Annessi rustici e allevamenti aziendali E ammessa la costruzione di annessi rustici e allevamenti aziendali secondo le norme ed i limiti previsti dall’articolo 1 comma 8 lettera b) della legge regionale 27 dicembre 2002, n. 35, così come modificato dall'articolo 12, comma 5, della legge regionale 1 agosto 2003, n. 16, invece nei fondi di proprietà di non coltivatori diretti tali costruzioni sono ammesse solo nella misura del 2% del rapporto di copertura tra la superficie lorda di pavimento, comprensiva dell’esistente e la superficie del fondo rustico dello stesso, con le seguenti distanze:

a) Per gli annessi rustici: distanza dai confini di proprietà Dc = 5,00 ml. distanza dai fabbricati di terzi Df = 10,00 ml. distanza dalle strade Ds = quanto previsto dal D.M. 1/4/68 n.1404.

b) Per gli allevamenti aziendali: distanza dai confini di proprietà ml. 15,00 distanza dagli edifici residenziali di terzi ml.30,00 distanza dagli edifici residenziali di proprietà ml. 8,00 che possono essere ridotti a ml. 3,00 se tra residenza e stalla è interposto un corpo o comunque un volume non adibito né a residenza né a ricovero animali distanza dalle strade ml. 15,00.

Sono fatte salve eventuali disposizioni in materia sanitaria più restrittive emanate dall'U.L.S.S. competente per territorio.

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4. allevamenti zootecnici di tipo industriale E ammessa la costruzione di edifici per allevamenti zootecnici di tipo industriale solo se collegati ad aziende agricole esistenti, secondo le norme ed i limiti previsti dall'art. 6 della Legge Regionale 24/1985, e con le seguenti prescrizioni:

Dc = distanza dai confini di proprietà = 50 ml. Df = distanza dagli edifici residenziali di proprietà = 10 ml. Ds = distanza dalle strade = 50 ml.

Sono fatte salve eventuali disposizioni in materia sanitaria più restrittive emanate dall'U.L.S.S. competente per territorio. Art 38 - Zone Agricole E 3 di cui al Titolo V, art. 43 e seguenti, e art. 48, comma 7 ter (come aggiunto dalla L.R. n° 18/2006), della L.R. 11/2004 e Atti di Indirizzo di cui all’art. 50, lett. D della legge stessa, approvati con DGR n° 3178 del 08.10.2004 "Riguardano le aree che, caratterizzate da un elevato frazionamento fondiario, sono contemporaneamente utilizzabili per scopi agricolo-produttivi e residenziali. In queste zone si applicano le norme previste per le zone agricole (E3), secondo quanto previsto dalla L.R. 24/85" Altezza massima degli edifici H = 9 m. Art. 39 - Zone Agricole E 4 /A- 1. Riguardano le aree che, caratterizzate dalla presenza di preesistenze insediative, sono utilizzabili per l'organizzazione di centri rurali. 2. L'attività edilizia in queste zone è normata da apposite tavole di piano 13.4 (schede B); i nuovi edifici sono identificati planivolumetricamente e dovranno integrarsi alle preesistenze, oltre che per la forma, i tipi e materiali, attraverso il razionale uso degli spazi comuni. Art. 40 - Zone Agricole E4/B - con obbligo di strumento urbanistico attuativo 1. Nelle zone classificate E4 l'edificazione sarà regolata da un piano attuativo di iniziativa pubblica o privata. Sono ammessi interventi di recupero e valorizzazione del patrimonio edilizio esistente, eventuali espansioni o nuove costruzioni. 2. Nelle zone E4 si dovranno osservare i seguenti parametri: a) residenza: indice territoriale max. 0,35 mq/mq; b) l'altezza degli edifici non potrà essere superiore a ml. 9,0; dovrà adeguarsi a eventuali allineamenti planimetrici o altimetrici imposti dall'Amministrazione Comunale; c) la distanza dai confini non potrà essere inferiore a m 5,0; nel caso di preesistenza e nel rispetto di particolari allineamenti, é consentita la costruzione in aderenza; d) la distanza dalle strade non potrà essere inferiore a m 5,0 salvo particolari allineamenti; art. 41- nuclei rurali di cui all'art. 10 l.r. 24/85 l'attività edilizia in queste zone è normata da apposite tavole di piano 13.4; i nuovi edifici sono identificati planivolumetricamente e dovranno integrarsi alle preesistenze, oltre che per la forma, i tipi e materiali, attraverso il razionale uso degli spazi comuni. Art. 41 bis - Annessi rustici non più funzionali alla conduzione del fondo.

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La variazione di destinazione d'uso sarà subordinata alla stipula da parte del concessionario di una convenzione d'uso con l'Amministrazione comunale ove si determinino le prescrizioni tecniche, le modalità, gli standards urbanistici e gli oneri degli interventi previsti. In particolare essa dovrà prevedere il vincolo permanente di inedificabilità di nuovi annessi rustici sul fondo di pertinenza. In ogni caso, ciascun edificio rurale non più funzionale alla conduzione dei fondi agricoli è oggetto di apposita scheda di normativa dalla quale sono desumibili le prescrizioni puntuali che lo riguardano. In assenza di specifica scheda normativa di riferimento non è consentita per gli annessi rustici alcuna variazione della destinazione d’uso se non entro i limiti degli indici urbanistici delle zone ove gli stessi ricadono, ovvero per gli ampliamenti di cui agli artt. 3 e segg. della L.R. 24/85. Vedi inoltre la L.R. 11/2004. Non è assentibile la demolizione e ricostruzione. L’eventuale possibilità di inserimento di attività connesse con l’attività agricola risulta ammissibile con l’esclusione di destinazioni quali l’industria, l’artigianato se non quello di servizio. Previa apposita schedatura, potrà essere assentibile ricavare un singolo alloggio fino al raggiungimento della volumetria massima di mc. 600,00. Non è assentibile l’ampliamento volumetrico degli edifici non più funzionali alla conduzione del fondo, in quanto gli ampliamenti degli stessi sono normati dalla L.R. 24/85, di conseguenza, secondo i disposti della citata Legge, non è consentita nemmeno la traslazione dei volumi, se non nel rispetto di quanto citato dall’art. 7, 3° comma della L.R. 24/85. L’eventuale proposta di recupero dei manufatti precari, è da considerarsi ammissibile, solo nel caso che gli stessi siano stati regolarmente assentiti. Con la riconversione degli annessi rustici non più funzionali, di cui all’art. 4 della L.R. 24/85, dalla data di adozione della variante n° 14 (29.03.2004), viene vietata la possibilità di costruire nuovi annessi rustici nell’area di pertinenza del fabbricato oggetto di variante e nel fondo di riferimento. Nella definizione delle schede dei fabbricati rurali non più funzionali alla conduzione del fondo va tenuto conto della valutazione del Dipartimento di Prevenzione Servizio igiene e sanità pubblica ai sensi dell’ art. 230 del TULLSS. Art. 42 - Area rurale di particolare pregio ambientale Sono aree inserite in un ambito territoriale dove il paesaggio agrario assume particolare pregio ambientale, in esse sono vietati quegli interventi che comportino una alterazione della morfologia del terreno e delle colture agricole e che siano in contrasto con le normali attività e insediamenti agricoli. Sono fatte salve le normali attività agricole e sono consentiti gli interventi di cui agli artt. 4,6 limitatamente agli annessi rustici e 7 della L.R. n. 24 del 5/3/85. Il rapporto di copertura degli annessi rustici non potrà superare il 2% del fondo. Vedi inoltre la L.R. 11/2004. Art. 42 bis - Area rurale di tipo montano di particolare pregio ambientale Sono aree inserite in un ambito territoriale dove il paesaggio agrario montano assume particolare pregio ambientale, in esse sono vietati quegli interventi che comportino una alterazione della morfologia del terreno e delle colture agricole e che siano in contrasto con le normali attività. Sono fatte salve le normali attività agricole tipiche della zona E2 ma é vietata ogni tipo di costruzione, se non pubbliche a tutela e conservazione delle caratteristiche naturali del sito.

CCAAPPOO IIXX

ZONE PER LA MOBILITÀ

Art. 43 - Zone per la viabilità 1. Sono destinate alla conservazione, alla protezione, all'ampliamento e alla creazione di spazi per il traffico pedonale e veicolare, e indicano la sola sede viaria. La rete di distribuzione secondaria, interna, pedonabile e ciclabile, segnata nel P.R.G. è indicativa; essa può essere modificata in sede di pianificazione attuativa o in sede di progettazione esecutiva, senza che ciò costituisca variante al P.R.G. Nelle zone di rispetto stradale potranno realizzarsi. oltre alle opere stradali, impianti di arredo urbano, canalizzazioni di infrastrutture tecnologiche (acquedotti, elettrodotti, gasdotti, ecc.) aree di parcheggio e stazioni di servizio per rifornimento carburanti.

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2. Le aree comprese nelle zone di rispetto stradale sono computabili agli effetti della edificabilità nei lotti adiacenti utilizzabili per la collocazione degli standard, secondo le modalità dell'art. 25 della L.R. 61/85 e art. 10 L.R. 9/1986 secondo gli indici degli stessi, esse sono altresì con esclusione di una fascia di 7 mt. sul lato del ciglio strada. Art. 43 bis.- Percorsi pedonali e piste ciclabili Nelle tavole di progetto il P.R.G. individua i percorsi pedonali e le piste ciclabili che consentono una migliore accessibilità alle attrezzature pubbliche ed ai poli di attrazione urbana. Percorsi ricavati sull'argine di torrenti o rogge inutilizzati, o all'interno di aree verdi: - accesso riservato ai pedoni e ai ciclisti; - larghezza minima della carreggiata: 2,50 mt.; - pavimentazione: formelle o grigliato cementizio, trachite, asfalto, macadam; Percorsi sovrapposti alla viabilità esistente. - Accesso riservato ai pedoni ed ai ciclisti oltre che ai mezzi motorizzati dei frontisti. - Larghezza minima della carreggiata: come quella esistente con un minimo di mt. 2. - Pavimentazione: blocchi di pietra locale o porfido, trachite, asfalto, acciottolato. La superficie non utilizzata per il transito andrà sistemata a verde, con prato piantumato e appositi spazi per la sosta con panchine. Art. 44 - Asse viario da riorganizzare spazialmente Si tratta del percorso di collegamento interno tra le varie parti urbane del sistema insediativo esistente che con la riorganizzazione degli spazi pubblici e dell'arredo urbano che su di esso insistono possa consentire l'unificazione delle varie parti del contesto insediativo e potrà essere attuato tramite i SUA adiacenti come opera di urbanizzazione.

CCAAPPOO XX

ZONE SOGGETTE A PIANI ESECUTIVI

Art. 45 - Piani Particolareggiati (P.P.) 1. In queste zone è obbligatoria la formazione di Piani Particolareggiati (P.P.) con le modalità di cui all'art. 12 della L.R. 27.6.85 n. 61; per ogni P.P. il P.R.G. determina i contenuti e le prescrizioni con riferimento ai seguenti parametri:

a) Indice di fabbricabilità territoriale (It) valore massimo; b) Percentuale massima di cubatura da destinare a destinazioni d'uso commerciali, direzionali - artigianali.

La superficie destinata ad opere di urbanizzazione è parificata a quella delle zone produttive nelle proporzioni delle singole destinazioni d'uso, tale superficie può essere distribuita anche in più piani. 2. Per ciascun Piano Particolareggiato (P.P.) i parametri sono i seguenti: PP 1 (Mulini)

It = 1,70 % = 70

L’area è soggetta a strumento urbanistico unitario con rilascio di un singolo permesso di costruire che comprenda l’esecuzione della demolizione totale dei fabbricati presenti all’interno del PP1 e degli edifici della stessa proprietà adiacenti alla ex chiesa e la realizzazione di tutte le opere di urbanizzazione primaria prevista dal Piano. La zona viene suddivisa in 6 lotti come da planimetria allegata.

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I lotti n° 1, 2, 3, 4, dovranno prevedere edifici esclusivamente residenziali con altezza massima di mt. 6,00 ed indice fondiario non superiore a 1,2 mc/mq.. Tali fabbricati dovranno essere di forma regolare con coperture a falde inclinate e rivestite in coppi. Il lotto n° 5 dovrà essere destinato esclusivamente ad attività commerciale e direzionale, con altezza massima mt. 4,5 ed un volume massimo di mc. 1.600. Il lotto n° 6 potrà essere destinato interamente a residenziale o, in alternativa, a destinazione commerciale e/o direzionale per un massimo del 50% del volume. Il volume massimo edificabile per tale lotto è di mc. 10.000 e l’altezza massima è fissata in mt. 12,00. L’assetto planivolumetrico è puramente indicativo e sarà competenza del Collegio dei Consulenti o Commissione Edilizia esprimere un parere anche sotto l’aspetto dell’ornato tenendo altresì in evidenza la presenza della roggia che costituisce un elemento morfologico che contraddistingue l’area. A fianco della chiesetta dovrà essere previsto un accesso pedonale e ciclabile di collegamento con via Volti di Sopra. Prescrizioni particolari impartite con delibera di approvazione della GRV n°2837 del 12.09.2006 Si prescrive che gli standard urbanistici a verde e parcheggi andranno sempre e comunque reperiti. Gli stessi dovranno essere dimensionati in funzione dell’indice e delle destinazioni d’uso previste.

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Si prescrive che il P.P. dovrà tenere in debito conto al corretto inserimento dell’intorno, dei nuovi edifici previsti, sia per le altezze che per gli indici di edificabilità, in particolare con il Centro Storico che risulta di pregio. Per quanto riguarda l’edificio n° 6, si prescrive che gli standard siano ricavati secondo le effettive destinazioni d’uso previste, non solo sull’attuattivo del P.P., ma anche sul permesso a Costruire o Dia che verranno rilasciati. Si dovrà rispettare la normativa di cui alla L.15/2005 sul commercio e collegata delibera. Si dovranno comunque rispettare tutte le norma edilizio-urbanistiche, commerciali, ambientali, igienico-sanitarie vigenti. In merito alla valutazione di incidenza ambientale del progetto rispetto al Sito di Importanza Comunitaria SIC/ZPS IT3210040 “ Monti Lessini-Pasubio-Piccole Dolomiti Vicentine”, si prescrive quanto segue:

• Sia eseguito il controllo per quanto attiene anche lo smaltimento rifiuti, la raccolta e lo smaltimento delle acque reflue e di scorrimento superficiale, nonché l’emissione di fumi in atmosfera, come regolati dalla normativa in vigore, per non provocare possibili inquinamenti al sito protetto;

• Sia programmato un sistema di monitoraggio, dopo la realizzazione degli interventi ed eseguito periodicamente, in modo da tenere sotto controllo tutte le emissioni ( fumi,rumori,gas. Illuminazione, acque reflue, ecc…) affinchè le stesse rimangano entro i limiti di legge.

PP 2 (Rio)

It = 1,50 % = 30

PP 3 (Omes)

It = 3,00 % = 30

PP 4 (Via Marconi)

It = 2,00 % = 30

PP 5 (Opere Pie)

L'area é destinata alla istruzione e formazione per i disabili nel settore florovivaistico: é consentita la costruzione di serre fisse con strutture murarie fuori terra per la produzione e vendita di prodotti florovivaistici, aule per le attività di formazione e didattiche, locali di servizio (mensa, spogliatoi, uffici, spazi per la vendita della produzione, ecc.) e unità residenziali speciali per anziani disabili. It = 0,1 compreso l’esistente % = 50

PP6 (Masena) L’area è destinata ad uso residenziale (C2 ai sensi della L.R. 61/85) con edifici bi-monofamiliari a due piani, comprende un’area a verde pubblico di circa mq. 11.650 pari al 48% dell’area complessiva di circa mq 24.169. It = 0,5 % = 0 H. max = 6 mt

3. "Piani esecutivi vigenti: per i Piani di Lottizzazione vigenti sono confermate le previsioni di zona, gli indici urbanistici e edilizi, le distanze e ogni altra norma in essi contenuta, come da loro relative approvazioni e ogni successiva modificazione da parte della Giunta Regionale del Veneto. Per il Piano per l'Edilizia Economica e Popolare (P.E.E.P.) valgono le norme e le previsioni in esso contenute come da approvazione della Giunta Regionale del Veneto e successive modifiche ed integrazioni.". Art. 45 bis – Progetti unitari convenzionati Sono aree appositamente perimetrate di interesse pubblico/privato, la cui attuazione è regolata da apposita convenzione tra il privato e l’Amministrazione Comunale, nel rispetto delle norme di PRG. Per l’adozione della normativa per l’attuazione dei progetti unitari convenzionati è da acquisire preventivamente la valutazione del Dipartimento di Prevenzione Servizio igiene e sanità pubblica ai sensi dell’ art. 230 del TULLSS.

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CCAAPPOO XXII

ZONE VINCOLATE

Art. 46 - Vincoli 1. Nelle tavole di P.R.G. sono riportati i perimetri delle aree sottoposte a particolari vincoli di edificazione, derivanti dall'applicazione delle leggi vigenti. 2. Vincolo cimiteriale All'interno del perimetro di vincolo cimiteriale sono consentite soltanto le colture agricole, la realizzazione di parcheggi e strade di accesso al servizio del cimitero, parchi e verde naturale. 3. Vincolo tecnologico All'interno del perimetro di vincolo tecnologico sono consentite soltanto colture agricole, la realizzazione di parcheggi e strade di accesso, parchi a verde naturale ed attrezzato. 4. Vincolo paesaggistico Si riferisce ad aree vincolate ai sensi dell’art.136 D. Lgs. 42/2004, di cui vanno rispettate le prescrizioni. 5. Vincolo archeologico All'interno del perimetro di vincolo archeologico sono consentite soltanto colture agricole, la realizzazione di parcheggi e strade di accesso, parchi a verde naturale e attrezzato. Sono fatte salve eventuali prescrizioni più ristrettive indicate dagli uffici competenti (Soprintendenza). 6. Vincolo di rispetto dei corsi d'acqua Sono quelle destinate al rispetto dei fiumi, dei torrenti e dei corsi d'acqua iscritti negli elenchi di cui al testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11.12.1933, n. 1775, compreso quanto disposto con provvedimento del Consiglio regionale 28/6/1994, n. 940, Tale vincolo non si applica all'interno delle zone insediative previste dal P.R.G.e gia dotate delle opere di urbanizzazione, in tali zone la distanza minima di rispetto a partire dal ciglio fluviale è di mt. 10,00, la fascia di rispetto del torrente Timonchio è di m. 15. Salvo diverse indicazioni del P.R.G. non è consentita alcuna edificazione in tali aree, che sono destinate a verde o a coltura agricola. 7. Zone di protezione e sviluppo controllato, sono zone di particolare pregio ambientale di tipo montano, per la presenza di particolari essenze arboree, di flora protetta, di aspetti naturalistici da conservare, in tali aree sono consentite i soli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici, anche rurali, esistenti. 8. Vincolo monumentale Si riferisce agli edifici vincolati ai sensi dell’art.10 D. Lgs. 42/2004, di cui vanno rispettate le prescrizioni. 9. Vincolo forestale idrogeologico Si riferisce alle aree vincolate ai sensi del R.D.L. n. 3267/1923 e della Legge Regionale n. 52/1978, in tali aree ogni taglio di pianta o movimento di terra può avvenire solo dopo autorizzazione della Competente Autorità Forestale. 10. Vincolo ai fini della difesa del suolo e del relativo sistema idrogeologico Sono aree gravemente compromesse e alterate ai fini della difesa del suolo, in esse sono riscontrabili pericolosi dissesti, movimenti franosi in atto e un diffuso dissesto idrogeologico, in tali aree sono consentite solo quelle attività atte al riordino dei materiali franati, alla successiva bonifica idraulica e a una adeguata risistemazione forestale. 11. Vincolo ai fini della difesa del suolo per la presenza di risorgive

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In tali aree è espressamente vietato ogni tipo di insediamento e costruzione. In tali zone dovranno essere espressamente vietate le attività insane in contrasto con la DCI 4.2.1977 prevista dalla L.R. 319/76.

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TITOLO III

DISPOSIZIONI PARTICOLARI

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CCAAPPOO II

ATTIVITÀ A SERVIZIO DEL TRAFFICO

Art. 47 - Stazioni di servizio per la distribuzione del carburante 1) Le attrezzature di cui al presente articolo riguardano gli impianti per la distribuzione dei carburanti con i relativi depositi, le pensiline e le piccole costruzioni di servizio per la vendita di autoaccessori o per l'insediamento degli esercizi commerciali indicati al successivo punto 6 e gli impianti di lavaggio dei veicoli. La costruzione di tali attrezzature è ammessa a titolo precario nelle fasce di rispetto stradali, ferma restando la facoltà del Comune, di indicare eventuali diverse localizzazioni e di prescrivere l'adozione di particolari soluzioni tipologiche e l'impiego di materiali tradizionali al fine di facilitare l'inserimento del manufatto nell’ambiente circostante. 2) Tipologie minime di impianto Gli impianti stradali di distribuzione di carburanti vengono distinti in chioschi, stazioni di rifornimento e stazioni di servizio, a seconda che dispongano dei seguenti requisiti minimi: a - per il chiosco: -la presenza di almeno due colonnine a semplice o doppia erogazione oppure una colonnina a multipla erogazione con idoneo spazio (da computarsi nell'area di pertinenza dell'impianto al di fuori della sede stradale) per l'effettuazione del rifornimento in relazione alla semplice o multipla erogazione delle colonnine stesse; -La presenza di un punto aria e di un punto acqua; -La presenza di una pensilina a copertura delle sole colonnine; -La presenza di un locale per addetti, dotato di servizio igienico; b - per la stazione di rifornimento: -La presenza di almeno tre colonnine a semplice o doppia erogazione oppure due colonnine a multipla erogazione con idoneo spazio per l'effettuazione del rifornimento (da computarsi nell'area di pertinenza dell'impianto al di fuori della sede stradale) in relazione alla semplice o multipla erogazione delle colonnine stesse; -La presenza di un punto aria e di un punto acqua; -La presenza di una pensilina per offrire riparo durante l'effettuazione del rifomimento; -La presenza di un locale per addetti con annesso spogliatoio, servizi igienici distinti per gli stessi e per gli automobilisti con possibilità di apertura di negozi, bar, edicole. c - per la stazione di servizio: -La presenza di almeno quattro colonnine a semplice o doppia erogazione oppure due colonnine a multipla erogazione con idoneo spazio per l'effettuazione del rifornimento (da computarsi nell'area di pertinenza dell'impianto al di fuori della sede stradale) in relazione alla semplice o multipla erogazione delle colonnine stesse -La presenza di un punto aria e di un punto acqua; -La presenza di una pensilina per offrire riparo durante l'effettuazione del rifornimento; -La presenza di una superficie coperta nella misura di 30 mq. per locali destinati agli addetti con relativo spogliatoio, servizi igienici, distinti per gli stessi e per gli automobilisti, magazzino, deposito per olio lubrificante, lavaggio e/o grassaggio e/o gommista e/o elettrauto e/o officina riparazioni con possibilità di apertura di negozi, bar, edicole. 3) Ubicazione degli impianti: L'insediamento di tali impianti e le relative attrezzature non sono consentiti nelle seguenti zone: A - F, e comunque nelle aree soggette ai vincoli di cui alle leggi 1089/39 e 1497/39 e nelle loro immediate adiacenze. Tali impianti inoltre devono essere collocati ad una distanza non inferiore a 50 m. dalle abitazioni, al fine di minimizzare il disturbo causato dall'evaporazione del carburante, dai gas di scarico e dal rumore, in modo particolare quando l'impianto sia munito di autolavaggio, sono comunque fatte salve maggiori distanze imposte da norme di legge in materia di tutela ambientale o di sicurezza. 4) Superficie minima del lotto ed indici edilizi I nuovi impianti dovranno avere una superficie minima non inferiore a quella risultante dalla seguente tabella, secondo la Z.T.O. di appartenenza. Nel calcolo della superficie non vanno compresi gli accessi dell'impianto e relative corsie di accelerazione e decelerazione e gli spazi liberi e a parcheggio degli eventuali esercizi commerciali connessi all'impianto.

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TIPO Dl IMPIANTO Zone C1 C2 ed E4 Zone D Zone E2 E3 Stazione di servizio 1000 mq. 1500 mq. 2500 mq. Stazione di rifornimento 800 mq. 1200 mq. 2000 mq. Chiosco 600 mq. 800 mq. 1000 mq. Il P.R.G. si attua con l.E.D. nel rispetto della superficie coperta massima pari al 25% della superficie fondiaria, non concorrono nel computo della superficie coperta le sole pensiline a protezione degli impianti di erogazione e di riparo durante l'effettuazione del rifornimento. 5) Tutela della salute e dell'ambiente L'impianto deve essere organizzato in modo tale da evitare intralcio al traffico e dovranno essere previste le corsie di decelerazione ed accelerazione. Ogni struttura ed apparecchiatura, infissa nel suolo, deve trovarsi ad una distanza non inferiore a m. 5,00 dal limite estemo del marciapiede o, in sua assenza, dal ciglio stradale ed all'intemo dell'impianto dovrà esserci uno spazio costantemente libero sufficiente per almeno 7 - 8 autovetture in attesa del rifomimento. Per minimizzare la dispersione del carburante nell'ambiente le pistole di distribuzione devono essere dotate di sistema di aspirazione, cosi come previsto dall'attuale normativa mentre le cisterne di stoccaggio devono essere del tipo a doppia camicia, con sistema di controllo a gas inerte (Azoto). I piazzali devono essere impermeabilizzati in modo tale da evitare la dispersione delle acque di dilavamento da collegare alla fognatura o da raccogliere in vasche stagne. Le aree destinate ai nuovi impianti devono essere dotate di collegamento fognario o di adeguate vasche stagne di raccolta delle acque reflue, anche provenienti dagli autolavaggi. I distributori G.P.L. e metano sono ammessi esclusivamente nelle zone produttive "D" e nelle fasce di rispetto stradale esterne al perimetro del centro edificato e comunque nel rispetto delle norme vigenti. Per le attrezzature realizzate anteriormente alla data di adozione del P.R.G. e che siano in contrasto con le presenti norme e qualora non sia possibile ricondurle al rispetto delle stesse, sono consentite le sole opere di manutenzione intese a garantire la sicurezza degli impianti. 6) Attività commerciali annesse Sono consentiti, nei limiti del rapporto di copertura massimo per gli edifici di cui al punto precedente, la compresenza di piccoli esercizi commerciali rivolti principalmente ai veicoli (negozi di accessori e ricambi per autoveicoli, lavaggi auto, e simili) ed eventualmente edicole, bar, ristoranti e simili. Dette attività sono consentite sia in impianti nuovi che esistenti a condizione che sia rispettata la superficie minima di cui al punto precedente anche per gli impianti esistenti. Le attività commerciali autorizzate all'interno degli impianti stradali di distribuzione di carburanti devono essere collocate il più possibile lontano dagli erogatori, e comunque rigorosamente al di fuori della fascia di rispetto stradale. Tali attività dovranno comunque disporre in aggiunta alla superficie minima di cui al precedente punto 4, della corrispondente superficie a parcheggio nella misura minima di 200 mq., oltre a 100 mq. di area scoperta disponibile e devono essere organizzate in modo tale da non interferire con il livello di sicurezza e di funzionalità dell'impianto. Qualora le attività commerciali da insediare complessivamente, superassero il limite di mq. 200 di superficie lorda di pavimento dovrà comunque essere garantita una quantità di parcheggio pari alla superficie lorda di pavimento stessa. Art. 48 - Depositi di olii minerali e di G.P.L. 1. I depositi di olii minerali e di G.P.L. ad uso domestico e per riscaldamento sono ammessi in tutte le zone funzionali, ad eccezione degli spazi pubblici per servizi della residenza, e delle zone vincolate. 2. I depositi di olii minerali ad uso industriale sono consentiti nelle zone artigianali e industriali, purchè compresi ed integrati in complessi produttivi. 3. I depositi di olii minerali ad uso commerciale sono ammessi:

a) nelle zone artigianali ed industriali senza limitazioni di qualità volumetriche di prodotto, in cisterne o serbatoi fuori terra o interrati;

b) nelle zone residenziali con presenza di attività artigianali per una cubatura massima di prodotto di 200.000 mc. ed esclusivamente in cisterne o serbatoi interrati;

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c) nelle zone residenziali e produttive ed in tutte le altre zone funzionali ove è consentita la installazione di distributori di carburante ai sensi delle presenti norme, purchè compresi ed integrati nella stazione di servizio, per una cubatura massima complessiva di prodotto di mc. 50, nel caso di vendita al dettaglio in fusti o lattine.

4. I depositi di G.P.L. ad uso domestico per il commercio al dettaglio di bombole sono ammessi nelle zone residenziali e produttive per una cubatura massima complessiva di prodotto di mc. 50. 5. Per tutti i depositi di olii minerali e di G.P.L. esistenti alla data di adozione del P.R.G. in contrasto con le disposizioni delle presenti norme, sono ammesse soltanto le opere di manutenzione esclusivamente intese a garantire la sicurezza degli impianti relativi. 6. E fatta salva in ogni caso la normativa di legge vigente. Art. 49 - Attrezzature destinate ad autorimesse e ad officine per la riparazione ed il lavaggio degli autoveicoli 1. Le attrezzature destinate ad autorimesse e ad officine per la riparazione e il lavaggio degli autoveicoli sono assimilate alle attività produttive, industriali ed artigianali, e sono pertanto consentite in tutte le zone che ammettono tali attività entro i limiti prescritti per ciascuna zona. 2. I distributori di benzina annessi alle attrezzature di cui sopra devono comunque rispettare le prescrizioni specifiche di cui all'art. 47. Art. 49bis – Zona speciale per rimessaggio camper e roulottes Si tratta di un’area privata speciale di uso pubblico e di interesse comune con destinazione d’uso a rimessaggio di camper e roulottes, in essa è prevista anche una attività con servizio pubblico di “camper service”secondo un progetto conforme alle esigenze comunali normato da apposita convenzione. Non è consentita alcuna volumetria; le aree dovranno essere totalmente permeabili e alberate con alberature d’alto fusto autoctone. Accesso unico arretrato dal filo stradale di ml 5.00 minimo.

CCAAPPOO IIII

EDIFICI ESISTENTI

Art. 50 - Edifici in contrasto con le destinazioni del P.R.G. 1. I fabbricati esistenti in contrasto con le destinazioni del P.R.G., purchè rispondenti alla normativa in vigore alla data della loro costruzione, non sono soggetti ad alcuna procedura coattiva, fino al momento della realizzazione delle previsioni di P.R.G. Sono autorizzati i soli lavori di ordinaria e straordinaria manutenzione ai sensi dell'art. 20 delle presenti norme. 2. In caso di richiesta di altri interventi edilizi ai sensi dell'art. 20 questi saranno soggetti alle norme e prescrizioni del P.R.G. Art. 51 - Edifici esistenti in zone soggette a I.U.P. 1. Per gli edifici esistenti in zone assoggettate a I.U.P., purchè non in contrasto con la destinazione di zona, sono ammessi gli interventi di manutenzione ordinaria (M.O.) e straordinaria (M.S.), ristrutturazione edilizia (RTE). Interventi diversi dai precedenti sono possibili solamente in seguito all'I.U.P.

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Art. 52 - Edifici Produttivi Esistenti 1. Vengono confermati gli edifici produttivi (artigianali, industriali, commerciali) esistenti nelle zone rurali e di rispetto stradale. 2. Negli edifici classificati come manufatti di archeologia industriale sono consentiti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e ristrutturazione che dovranno in ogni caso salvaguardare le strutture originarie del fabbricato (sagoma, elementi architettonici tipici). 3. E’ fatto salvo quanto approvato ai sensi della L.R. 11/1987, con D.G.R. 3513 del 14.06.1995, relativamente alle attività produttive, in zona impropria. Prescrizioni particolari impartite con la delibera di approvazione della GRV n° 2839 del 12.09.2006 per le attività identificate nelle tavole di Piano con il simbolo ■ . Dati tecnici Via Dei Tretti Traslazione di due porzioni di area classificata produttiva riaccorpandole sul lato sud dello stesso lotto. Tale modifica non comporta alcun aumento di superficie produttiva ma rende più funzionale il lotto ai fini edificatori. Via Rio di Sopra. Traslazione di porzione di area classificata produttiva riaccorpandola sul lato sud ed est del lotto principale. Tale modifica non comporta alcun aumento di superficie produttiva ma rende più funzionale ai fini edificatori il lotto. Via IV Novembre Ampliamento di un’area pari a mq. 1.993,00 che passa da ZTO E2 a ZTO D1c. Attualmente tale area ha una superficie di mq. 10.632 e con l’ampliamento proposto la superficie passerà a mq. 12.625,00. Prescrizioni: Dovranno essere sempre rispettati gli standard di legge ed in particolare:

. L’organizzazione generale delle aree sia per quanto riguarda la viabilità, la localizzazione delle aree a servizi e degli interventi di nuova edificazione dovrà rispettare la normativa vigente. Al riguardo degli accessi esistenti, al servizio dell’attività, dovranno preferibilmente essere accorpati oppure se del caso sia prevista una nuova viabilità, eliminati, per una maggiore sicurezza stradale.

. Particolare attenzione dovrà essere posta alle definizioni delle soluzioni architettoniche e formali nonché alla scelta dei materiali ed alle colorazioni al fine di favorire un coretto inserimento delle nuove strutture nell’ambiente circostante e mitigarne, per quanto possibile, l’impatto visivo.

. Dovranno essere consentite esclusivamente recinzioni trasparenti ( reti, grigliati metallici) e/o siepi verdi per una altezza massima consentita dalle attuali Norme. L’eventuale zoccolo in muratura non potrà comunque superare i 50 cm.. Poiché le recinzioni costituiscono un elemento visibile particolarmente importante ai fini della riqualificazione dell’area, le soluzioni proposte in fase esecutiva dovranno ricercare l’omogeneità tipologica e cromatica.

. Si ritiene corretto al fine di tutelare il pregevole paesaggio circostante di notevole interesse paesaggistico e ambientale, prescrivere, per tutte le aree a standard a verde, la messa a dimora, lungo la viabilità e lungo i confini, di un filare di alberature autoctone, caratteristiche della zona, d’alto fusto, atto a mascherare e mitigare le aree.

. Inoltre, tutti gli spazi liberi, non occupati da strade, pertanto: area di manovra o parcheggi, ed il piazzale di carico e scarico merci della attività interessata, devono essere mantenuti a verde, ed il terreno deve essere il più possibile permeabile, con il concorso di essenze arboree ed arbustive tipiche della zona nel rispetto delle indicazioni e delle essenze.

4. Attività produttiva fuori zona – Art. 30 L.R. n° 61/85 Attività produttiva da confermare n° 1 Dati tecnici L’attività artigianale/industriale della scheda n° 1 allegata al PRG ha attualmente una superficie di pertinenza di mq. 2.833,00 e superficie coperta di 700,00. Si ammette l’ampliamento della superficie coperta per mq. 560, per raggiungere una superficie totale di mq. 1260,00. Il rapporto sup. coperta totale/sup.fondiaria è pari al 44,5%. Il rapporto sup.ampliamento/sup.esistente è pari all’80%. Devono essere destinati mq. 325,00 ad area a verde e mq. 330 a destinazione parcheggio. Pertanto le superfici destinate a standard risultano essere superiori al 10% della superficie dell’area di pertinenza. Prescrizioni In sede di rilascio del permesso di Costruire dovranno essere ricavati, individuati e realizzati gli standard in modo adeguato al loro effettivo utilizzo. L’ampliamento ammesso dovrà tenere in debito conto le tipologie esistenti,cioè il risultato finale dovrà essere non solo funzionale per l’attività, ma dovrà inserirsi armoniosamente con l’esistente edificato e con il paesaggio ed ambienti circostanti. Si prescrive inoltre che

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. Va precisato che con l’art. 30 , è fatto divieto di trasferimento, nel senso di non ammettere nuovi volumi autonomi fuori zona per trasferirvi attività ubicate in altri siti: se l’attività si trasferisce può ben essere ubicata in zona a ciò predestinata.

. Particolare attenzione dovrà essere posta alle definizioni delle soluzioni architettoniche e formali nonché alla scelta dei materiali ed alle colorazioni al fine di favorire un coretto inserimento delle nuove strutture nell’ambiente circostante e mitigarne, per quanto possibile, l’impatto visivo.

. Dovranno essere consentite esclusivamente recinzioni trasparenti ( reti, grigliati metallici) e/o siepi verdi per una altezza massima consentita dalle attuali Norme. L’eventuale zoccolo in muratura non potrà comunque superare i 50 cm.. Poiché le recinzioni costituiscono un elemento visibile particolarmente importante ai fini della riqualificazione dell’area, le soluzioni proposte in fase esecutiva dovranno ricercare l’omogeneità tipologica e cromatica.

. Si ritiene corretto al fine di tutelare il pregevole paesaggio circostante di notevole interesse paesaggistico e ambientale, prescrivere, per tutte le aree a standard a verde, la messa a dimora, lungo la viabilità e lungo i confini, di un filare di alberature autoctone, caratteristiche della zona, d’alto fusto, atto a mascherare e mitigare le aree.

. Inoltre, tutti gli spazi liberi, non occupati da strade, pertanto: area di manovra o parcheggi, ed il piazzale di carico e scarico merci della attività interessata, devono essere mantenuti a verde, ed il terreno deve essere il più possibile permeabile, con il concorso di essenze arboree ed arbustive tipiche della zona nel rispetto delle indicazioni e delle essenze.

Si dovranno comunque rispettare tutte le norma edilizio-urbanistiche, commerciali, ambientali, igienico-sanitarie vigenti. In merito alla valutazione di incidenza ambientale del progetto rispetto al Sito di Importanza Comunitaria SIC/ZPS IT3210040 “ Monti Lessini-Pasubio-Piccole Dolomiti Vicentine”, si prescrive quanto segue: . Sia eseguito il controllo per quanto attiene anche lo smaltimento rifiuti, la raccolta e lo smaltimento delle acque

reflue e di scorrimento superficiale, nonché l’emissione di fumi in atmosfera, come regolati dalla normativa in vigore, per non provocare possibili inquinamenti al sito protetto;

. Sia programmato un sistema di monitoraggio, dopo la realizzazione degli interventi ed eseguito periodicamente, in modo da tenere sotto controllo tutte le emissioni ( fumi,rumori,gas. Illuminazione, acque reflue, ecc…) affinchè le stesse rimangano entro i limiti di legge.

Art. 53 - Edifici esistenti in zone per la viabilità, vincolo tecnologico e di rispetto dei corsi d'acqua Per gli edifici esistenti, ubicati nelle zone per la viabilità, e di rispetto dei corsi d'acqua, sono consentiti gli interventi previsti dall'art. 7 della legge regionale n. 24/1985. Art. 53 bis – Deroghe a favore delle persone handicappate gravi Per gli edifici esistenti alla data del 4 aprile 2003, ricompresi nelle zone territoriali omogenee di tipo B, C ed E di cui al DM 2/4/1968 n.1444, sono consentiti, anche in deroga agli indici di zona previsti dagli strumenti urbanistici vigenti, per una sola volta, interventi di ampliamento della volumetria nella misura massima di 120 mc, realizzati in aderenza agli edifici esistenti limitatamente ad un singolo intervento per nucleo familiare, al fine di dotarli degli spazi e delle strutture adeguati alle esigenze abitative delle persone handicappate gravi ivi residenti. Le disposizioni per l’applicazione del presente articolo sono definite ai sensi della legge regionale 4 aprile 2003 n.7.

CCAAPPOO IIIIII

VARIE

Art. 54 - Costruzioni accessorie 1. In tutti i fabbricati i locali accessori, quali autorimesse, magazzini, lavanderie, legnaie, ecc., devono far parte del fabbricato principale ed essere armonicamente composti con esso, sia nella forma, sia nei materiali.

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2. Per i fabbricati esistenti, alla data di approvazione del P.R.G. iniziale (14 dicembre 1987), sono ammessi locali accessori quali autorimesse, magazzini, lavanderie, legnaie, ecc., nella misura massima di mq. 50 lordi per ogni alloggio, staccati dal fabbricato principale, qualora ne sia dimostrata la necessità e l'impossibilità di realizzarli all'interno o a ridosso del fabbricato stesso. L'altezza massima media all'intradosso del solaio delle costruzioni accessorie non può superare i ml. 2,50. Tali volumi accessori non saranno presi in considerazione ai fini dei distacchi tra corpi di fabbrica, essi potranno essere costruiti a confine con pareti non finestrate, in eccezione all'indice di fabbricabilità, infatti per quanto attiene ai rapporti tra questi volumi e quelli dei lotti confinanti, compresa la possibilità o meno di aprire vedute, vale esclusivamente quanto normato dal Codice Civile, sono comunque escluse da tale norma le zone A per le quali sono specificamente indicati i volumi ammessi e la loro ubicazione. 3. pergolati e pompeiane: sono strutture aperte in legno o metallo che devono essere realizzate con travetti paralleli o perpendicolari fra loro, tali da lasciare uno spazio libero di almeno 50 cm tra un elemento e l’altro, prive di fondazioni, posate su terreno o su eventuale piattaforma pavimentata. Devono essere aperte su tutti i lati (ad eccezione di quello ove, eventualmente, si trova appoggiata all’edificio), prive di copertura (trasparente o opaca) di dimensioni contenute e funzionalmente collegata all’edificio principale. Devono rispettare la distanza di m. 3 dalle pareti finestrate di altre proprietà e di m. 5,00 dalle strade, non concorrono a formare superficie coperta e volume a condizione che soddisfino i seguenti requisiti: - siano collocate a non meno di m 1,50 dai confini;

- abbiano una struttura costituita da elementi portanti verticali e travi orizzontali; 4. gazebo: è una struttura aperta in legno o metallo con copertura il tela, completamente aperta sui quattro lati, non concorre a formare superficie coperta e volume a condizione che: - sia di altezza non superiore a mt. 3,00; - sia collocata a non meno di mt. 1,50 dal confine. 5- casette prefabbricate in legno: gli arredi da giardino e per il gioco dei bambini della superficie massima di mq. 6,00 lordi e altezza massima di ml. 1,80, costruiti con caratteristiche di precarietà, direttamente sul terreno, senza basi in cemento, e alle distanze previste dal Codice Civile, non sono soggette ad alcuna autorizzazione. Le costruzioni per il ricovero di animali domestici (cani,…) devono essere collocate in posizione il più possibile defilata dalle proprietà di terzi, nonché protette in modo da favorire il benessere degli animali e prevenire la molestia nei confronti del vicinato. 6- tende da sole: l’installazione di tende da sole non necessita di richiesta di permesso di cosruire/autorizzazione edilizia e/o DIA , pur tuttavia dovrà rispettare quanto previsto dal Codice Civile relativamente ai diritti di terzi, formale permesso di costruire dovrà essere richiesta nelle zone sottoposte a vincolo o subordinate al parere di altri Enti o che vengano ad occupare suoli pubblici. Art. 55 - Costruzioni interrate 1. Non sono ammesse costruzioni interrate o seminterrate, se non pertinenti ad edifici principali fuori terra; la destinazione d'uso dovrà in ogni caso essere accessoria a quella del fabbricato principale. 2. La superficie della parte interrata o semiterrata, con l'estradosso del solaio ricoperto di terreno vegetale emergente rispetto al piano campagna originario per non più di cm. 50, potrà estendersi anche fuori dal perimetro edificato per non oltre il 50% della superficie rimanente del lotto edificabile e dovrà essere coperta con una soletta che consenta la formazione di un tappeto erboso per tutta l'estensione della parte interrata o semiterrata. Non devono in ogni caso essere occupate le fasce di rispetto stradale indicate nella cartografia di Piano e comunque in tali zone i volumi interrati rispettano le stesse distanze previste per gli edifici fuori terra. I volumi interrati e relative rampe di accesso devono rispettare una distanza da qualsiasi tipo di strada pari all’altezza dello scavo necessario alla loro formazione. 3. E' ammesso il recupero di volume fuori terra che altrimenti non sarebbe possibile realizzare interrato, stante la documentata presenza di ritrovamenti archeologici giudicati significativi dalla Soprintendenza e da Questa tutelati con

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propria segnalazione , nella misura del volume risultante dal prodotto delle superfici del sedime dell’edificio al piano terra per un’altezza di ml. 2,70. Art. 56 - Attività ricettive e di ristoro, per lo svago e il tempo libero 1. I nuovi edifici per attività ricettive e di ristoro, per lo svago ed il tempo libero sono ammessi nell'osservanza delle norme di zona, e con previsione di parcheggi di cui all'art. 18. Non si applicano le prescrizioni della tabella dell'art. 22. 2. Per gli edifici esistenti alla data di adozione del presente P.R.G., destinati ad attività ricettive e di ristoro, per lo svago ed il tempo libero, è confermata la destinazione in atto. Sono consentiti tutti gli interventi di cui all'art. 20 nel rispetto delle norme di zona. Ai fini del calcolo della dotazione degli spazi pubblici dell'art. 17 le attività di cui al presente articolo sono assimilabili ad insediamenti di carattere industriale. Art. 57 - Impianti sportivi privati 1. E consentita la costruzione di impianti sportivi privati, ad esclusivo servizio della residenza o di attività produttive, che non rivestano carattere commerciale. Nel caso di edifici residenziali esistenti nelle zone rurali gli impianti devono essere ricavati nell'area di pertinenza dell'abitazione. Devono essere rispettate le distanze previste dalle singole zone. La costruzione è subordinata al rilascio di permesso di costruire non oneroso. Art. 58 - Coperture Mobili 1. Le coperture mobili (palloni pressostatici, pensiline e tettoie metalliche e simili) destinate a proteggere le attrezzature destinate allo svago, allo sport e alla ricreazione, sono ammesse dietro rilascio di permesso di costruire, nel rispetto delle norme di zona previste dal P.R.G. 2. Il permesso di costruire non è oneroso se gli impianti sono pubblici, o di uso pubblico (e quindi convenzionati con il Comune) o a servizio di residenze private o impianti produttivi privati che non rivestono carattere commerciale; è onerosa se riferita ad impianti a carattere commerciale (bar, trattoria, ristoranti). Art. 58bis - Prescrizioni particolari impartite con DGRV n° 1777 del 12.06.2007 e DGRV n° 1826 del 01.07.2008 per le aree identificate nelle tavole di Piano con il simbolo (Per DGRV n° 1777 del 12.06.2007) e (Per DGRV n° 1826 del 01.07.2008) (Per DGRV n° 2850 del 07.10.2008) In merito al rispetto del Sito di Importanza Comunitaria SIC/ZPS IT3210040 “ Monti Lessini-Pasubio-Piccole Dolomiti Vicentine”, si prescrive quanto segue: . Sia eseguito il controllo per quanto attiene lo smaltimento dei rifiuti, la raccolta e lo smaltimento delle acque

reflue, nonché l’emissione di fumi in atmosfera, come regolati dalla normativa in vigore, per non provocare possibili inquinamenti al sito protetto.

. Durante i lavori siano messe in atto tutte le misure che possono evitare gli inquinamenti da parte di olii, carburanti e sostanza tossiche in genere e tutte le precauzioni che possano, comunque ridurre gli effetti di eventuali versamenti accidentali”.

Gli interventi in oggetto devono sottostare alle seguenti disposizioni sotto il profilo idraulico: . Laddove risulti possibile, sia fatto obbligo di realizzare pozzi disperdenti adeguati, in termini di dimensioni e

quantità, che facciano confluire nella falda superficiale le acque meteoriche; . All’interno di ogni singola zona e/o lotto edificatorio, siano realizzate idonee e conformi aree verdi depresse per la

raccolta delle acque meteoriche; . Allo scopo di smaltire per dispersione le acque meteoriche provenienti dalla realizzazione di nuovi fabbricati, tutte

le nuove aree pavimentate dovranno essere realizzate con un pacchetto filtrante soprelevato rispetto al piano campagna;

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. In particolari casi, dove non sia possibile realizzare sistemi di smaltimento in pozzi disperdenti, dovranno essere previste adeguate zone verdi,opportunamente sistemate e sagomate, idonee all’utilizzo come bacini di laminazione delle acque pluviali provenienti da particolari eventi meteorici.

Prescrizioni generali per interventi in ZTO A o aree limitrofe: . Per gli edifici e tutti i manufatti storici, all’interno del C.S. o comunque individuati nelle restanti zone “contrade”,

siano fatti salvi senza eccezioni tutti gli elementi originari di pregio e verificate le condizioni per il mantenimento a vista dei paramenti esterni. La progettazione delle zone di nuova formazione, e/o di completamento, limitrofe ai centri storici, dovrà prevedere viabilità, servizi e sedimi in sintonia con il tessuto originario. La presente prescrizione va applicata anche alle altre zone E limitrofe alle ZTO A interessate.

. Per tutti gli edifici di nuova edificazione e/o ampliamento, ancorché limitrofi alle ZTO A, al fine di rendere in alcuni casi più decorose le zone interessate, è fatto comunque obbligo di eliminare, là dove possibile, le superfetazioni esistenti, quali terrazzi esterni, tettoie non legittime o legittimate, nonché adeguare le coperture, ecc….

. Sempre per gli interventi limitrofi alle ZTO A, è fatto obbligo di utilizzare materiali tipici/tradizionali, come pure le tipologie e le fonometrie che dovranno rispettare la storicità della zona, nonché le coperture in coppi a due falde. Sono vietate tettoie sporgenti dalla sagoma dell’edificio, andranno invece privilegiate logge rientranti.

. Non sono ammissibili interventi su edifici, tettoie e quant’altro che non siano legittimi o legittimati. Pertanto interventi che non abbiano tali requisiti andranno stralciati e dovrà essere applicata la vigente normativa, nazionale e regionale in materia di abusi edilizi.

. Si precisa e prescrive che per gli eventuali edifici vincolati ex L. 1089/39, con decreto di vincolo, rispetto al grado di intervento assegnato prevale quanto previsto dal decreto di vincolo stesso. Sia per i suddetti edifici che relativamente a quelli vincolati ai sensi del combinato disposto degli articoli 1, 4, 11 dell’ex l. 1089/39 e degli articoli 26 e 27 del R.D. 363/13 (trasfusi prima nel D. Lgs. 490/99 e poi nel D. Lgs. 42/04), dovrà essere acquisito il preventivo nulla osta della competente Soprintendenza.

. Per tutte le modifiche riguardanti l’edificazione in zone A dovrà essere posta particolare attenzione alla definizione delle soluzioni formali tipologiche e architettoniche nonché dovrà essere posto particolare rilievo alla scelta dei materiali ed alle colorazioni al fine di favorire un corretto inserimento delle esistenti e nuove strutture nel Centro Storico e nell’ambiente circostante e mitigarne, per quanto possibile, l’impatto visivo.

. Per quanto riguarda le recinzioni, le soluzioni proposte in sede esecutiva dovranno ricercare l’omogeneità tipologica e cromatica rispetto alle tipologie degli edifici di vecchio impianto presenti nei Centri Storici. Pertanto si prescrive che le recinzioni fronte strada, muretti, accessi e quant’altro, dovranno essere eseguite con materiali locali.

Prescrizioni generali per interventi in ZTO C . Per tutte le modifiche riguardanti l’edificazione in zone residenziali dovrà essere posta particolare attenzione alla

definizione delle soluzioni formali tipologiche e architettoniche nonché dovrà essere posto particolare rilievo alla scelta dei materiali ed alle colorazioni al fine di favorire un corretto inserimento delle esistenti e nuove strutture nel Centro Storico e nell’ambiente circostante e mitigarne, per quanto possibile, l’impatto visivo. Inoltre si ritiene corretto, al fine di tutelare il pregevole paesaggio di notevole interesse paesaggistico e ambientale, prescrivere la messa a dimora lungo i confini delle aree oggetto di modifica, di alberature autoctone, caratteristiche della zona, d’alto fusto, atte a mascherare e mitigare le aree.

. Tutti gli spazi liberi non occupati da strade, pertanto: aree di manovra o parcheggi, devono essere mantenuti a verde ed il terreno deve essere il più possibile permeabile, con il concorso di essenze arboree ed arbustive tipiche della zona nel rispetto delle indicazioni e delle essenze.

. Nel caso di sistemazione delle aree esterne sul fronte stradale dovranno essere privilegiate e consentite esclusivamente recinzioni trasparenti (reti, grigliati metallici) e/o siepi verdi per un‘altezza massima non superiore a quanto prevede la normativa specifica predisposta. In fase esecutiva le recinzioni devono ricercare l’omogeneità tipologica e cromatica. sia rispetto alle tipologie degli edifici che soprattutto alla vicinanza dei Centri Storici o nuclei storici. Pertanto, si prescrive che le recinzioni fronte strada, muretti, accessi e quant’altro, dovranno essere eseguite con materiali locali.

. Gli standard di PUA, destinati a parcheggio, andranno posizionati lungo strada, al di fuori delle nuove unità, e non concentrati in grandi aree. Per le aree destinate a Verde Pubblico invece, si prescrive che andranno concentrate, al fine di ricavare una sola area di facile manutenzione e di effettivo utilizzo da parte della cittadinanza.

Prescrizioni generali per interventi in ZTO D . Particolare attenzione deve essere posta alla definizione delle soluzioni architettoniche e formali nonché alla scelta

dei materiali e alle colorazioni. . Sono consentite esclusivamente recinzioni trasparenti (reti, grigliati metallici) e/o siepi verdi per ‘altezza prevista

dal Regolamento Edilizio vigente. In fase esecutiva le recinzioni devono ricercare l’omogeneità tipologica e cromatica.

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. Tutti gli spazi liberi, non occupati da strade, pertanto: area di manovra o parcheggi, ed il piazzale di carico e scarico merci delle attività interessate, devono essere mantenuti a verde, ed il terreno deve essere il più possibile permeabile, con il concorso di essenze arboree ed arbustive tipiche della zona nel rispetto delle indicazioni e delle essenze.

Prescrizioni generali per interventi in ZTO E Va applicato quanto disposto dal Titolo V, art. 43 e seguenti, e dall’art. 48, comma 7ter (come aggiunto dalla L.R. n° 18/2006), dalla L.R. n° 11/2004 e dagli Atti di Indirizzo di cui all’art. 50, lett. d) della legge stessa, approvati con DGR n° 3178 del 08.10.2004, nonché dalla normativa regionale vigente al momento del rilascio del titolo abilitativi agli interventi. Prescrizioni puntuali per interventi da DGRV n° 1777 del 12.06.2007

12 – Si prescrive che esternamente vengano ricavati degli standard a parcheggio pubblici o di uso pubblico. 22 – Si prescrive che la progettazione avvenga in concertazione con l’Ente titolare della strada. 34 – Si prescrive che esternamente vengano ricavati degli standard a parcheggio pubblici o di uso pubblico. 40 – Si prescrive l’applicazione delle prescrizioni esposte per tutte le zone A. 41 – Si prescrive l’applicazione delle prescrizioni esposte per tutte le zone A. 42 – Si prescrive che, oltre alla rettifica della viabilità, vengano ricavati degli standard a parcheggio da cedere al

comune, o da gravare di servitù di uso pubblico. 53 – Si prescrive che potrà essere ricavato un unico accesso carraio, sia in entrata che in uscita, arretrato dalla

recinzione di un minimo di ml. 5,00. Dovrà comunque essere richiesto il parere da parte dell’Ente titolare della strada. 62 – Si prescrive che la progettazione e i materiali da utilizzarsi siano consoni alla zona e rispettosi del vicino Centro

Storico. 66 – Si prende atto del parere regionale che, individuando l’area in un contesto di zone C1 e C2, di fatto ne prevede

destinazione d’uso come da art. 22 delle NTA del Prg. o.2 – Si prescrive, secondo quanto esposto per le ZTO A, che la tipologia e i materiali si inseriscano in modo

architettonicamente corretto e rispettoso del Centro Storico. o.31 – Si prescrive che vi sia un unico accesso carraio concordato con l’Ente titolare della strada, per l’entrata al

parcheggio di cui alla 53, l’edificio esistente e l’ampliamento. o.36 – Si prescrive che comunque vengano rispettate le tipologie e la storicità dell’edificio nel suo complesso e non

frazionato. o.42 – Si prescrive che non venga consentita alcuna volumetria, le aree dovranno essere totalmente permeabili a

alberate con alberature d’alto fusto autoctone. Accesso unico arretrato dal filo stradale di ml. 5,00 minimo. o.43 – Si prescrive di applicare le norme relativi agli edifici non più funzionali alla conduzione del fondo (art. 41bis

delle presenti norme). Prescrizioni puntuali per interventi da DGRV n° 1826 del 01.07.2008

7 Si prescrive l’applicazione delle prescrizioni esposte per tutte le zone A Si prescrive che, al posto delle due copertura sfalsate, sia realizzata una unica copertura, sempre a due falde. La parete fronte strada potrà essere tamponata con materiale simile all’edificio principale, realizzando nel caso due forometrie simmetriche.

8 Si prescrive che la tipologia sia la più semplice possibile e che rispecchi l’effettiva valenza degli edifici storici contermini. Inoltre si prescrive che la pianta del fabbricato sia a forma di “L”, e che la parte più bassa abbia sempre due piani fuori terra ma che il primo sia mansardato, al fine di diversificare l’intervento. Materiali e forometrie dovranno essere quelle classiche tipiche della zona, dovranno essere ricavati degli standard a parcheggio esterni, nella misura di un posto auto ogni unità abitativa, oltre a quelli previsti dalla L.122/89.

15 Si prescrive che la sagoma sia a forma rettangolare, similare a quelle storiche esistenti. La tipologia dovrà essere quella classica tipica della zona, come i materiali e le forometrie. Potrà essere ammessa una sfalsatura della copertura, dove la porzione più bassa potrà avere la copertura mansardata. Inoltre, la pilastratura posta al primo piano, tra le diverse forometrie, dovrà avere una certa consistenza e corposità, similare a quella ora prevista d’angolo.

17 Si prescrive che la muratura sia eseguiti con sassi e mattoni, similare ad alcuni edifici contermini. Si prescrive inoltre che, per ridurre l’impatto dell’intervento, l’edificio dovrà essere il più basso possibile. Vale comunque quanto esposto nelle premesse al riguardo dei distacchi ecc….

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25 Si prescrive che la tettoia indicata nella planimetria con il n. 1 vada demolita. Potrà essere ammesso il cambio d’uso come richiesto mantenendo invariata la superficie, secondo quanto esposto ai punti n.18, 19, 20 e 21 del Parere n. 264 del 09.05.2007. Potrà essere ammessa la ricomposizione della copertura della porzione di fabbricato ora destinata a porcilaia, ricavando una falda unica, mantenendo invariata l’altezza minima ora esistente.

27 o.40 Si condivide la proposta, considerato che il Comune ha definito l’area come PP6, conferendole la classificazione di ZTO C2 ai sensi della L.R. 61/85, con gli stessi indici stereometrici proposti dal Comune . Inoltre, si invita il Comune a prevedere che i fabbricati abbiano tipologia più semplice possibile, forma rettangolare o ad elle “L”, e siano posizionati ortogonalmente alla viabilità. Si prescrive che le falde siano a timpano, perpendicolari alla viabilità prevista, al fine di non occludere totalmente la visuale e l’accesso all’area destinata a verde pubblico retrostante.

30 Si prescrive, per un miglior inserimento del manufatto nel contesto storico , che il fabbricato abbia un’unica falda e che abbia sporgenza massima di cm. 50 rispetto alla pilastratura esterna.

38 o.35 Al riguardo della tipologia, a forma di “L” aperta, si prescrive che la “L” sia più chiusa possibile, che la copertura verso ovest, sempre a due falde, sia rovesciata rispetto a quella proposta, meglio se a un piano più il mansardato. La porzione verso est, dovrà avere caratteristiche classiche, trovandosi l’intervento in ZTO A. Per ultimo, le forometrie dovranno avere anch’esse dimensioni tipiche del C.S.

63 Si prescrive che l’edificato sia unico, in linea senza alcun sfalsamento. Andrà rispettato quanto previsto nelle premesse relativamente ai distacchi previsti sia dalle norme sanitarie che dal Codice Civile.

67 Si potrà condividere la possibilità di ampliamento, secondo la sagoma, a forma di “L”, che viene indicata nella cartografia. La copertura dovrà essere in coppi. Per le altezze, per la porzione in estensione dell’esistente, potranno essere previsti massimo due piani fuori terra, con copertura sempre a due falde. La porzione di chiusura verso nord, dovrà avere, data la conformazione del terreno, massimo due piani, conformemente all’andamento naturale del terreno. I corpi ora classificati come “O” andranno demoliti contestualmente all’intervento di ampliamento previsto. Dovranno essere utilizzati materiali tipici tradizionali. Le forometrie dovranno avere anch’esse dimensioni tipiche del C.S. Prima del rilascio del Permesso a costruire, dovrà essere acquisito il parere, della competente Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici. Il percorso ora esistente, dovrà essere mantenuto e comunque sistemato, con mura in sassi ecc…..

o.5 Si prescrive che il fabbricato dovrà avere due falde di copertura. Il Permesso a Costruire dovrà subordinare l’intervento alla demolizione delle superfetazioni esistenti.

o.27 Si prescrive di applicare le prescrizioni relative all’utilizzo dei materiali, delle tipologie e delle forometrie richiamate in generale per le altre precedenti modifiche.

o.37 Si prescrive che il nuovo garage dovrà avere la stessa sagoma e altezza dell’esistente. Valgono sempre le prescrizioni generali espresse per le altre precedenti modifiche.

o.38 Si ribadiscono sempre le prescrizioni generali relative a tipologie, rispetto del Codice Civile ecc….

o.39 Si ribadiscono sempre le prescrizioni generali relative a tipologie, rispetto del Codice Civile ecc….

o.41 Si ribadiscono sempre le prescrizioni generali relative a tipologie, rispetto del Codice Civile ecc…. Si prescrive che l’edificio schedato con il n. 8, in sede di permesso a costruire, andrà demolito contestualmente all’intervento di nuova costruzione.

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o.55 Si ribadiscono sempre le prescrizioni generali relative a tipologie, materiali e forometrie. L’intervento dovrà essere subordinato a PUA convenzionato, nel quale andrà inserita anche la strada di accesso. Si prescrive che non vengano realizzate le sfalsature tra gli edifici, privilegiando pertanto forme geometriche semplici (rettangolo). Lo sfalsamento delle falde, indicato nella planimetria, andrà escluso, privilegiando l’uniformità delle copertura tra i vari blocchi.

o.59 Fermo restando il rispetto dei distacchi dai fabbricati ecc….,e richiamando quanto in premessa citato per l’edificazione in ZTO A, relativamente alla nuova cubatura di mc. 600, si prescrive che le tipologie dovranno essere quelle classiche tipiche della ZTO A, entro la quale viene prevista l’edificazione, pertanto realizzando il fabbricato con soluzioni progettuali diverse da quelle proposte. Prescrizioni puntuali per interventi da DGRV n° 2850 del 07.10.2008

o.3 E’ possibile realizzare tipologie costruttive “a schiera” a condizione che la tipologia del fabbricato sia semplice priva di riseghe e con non più di 3 unità a schiera.

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TITOLO IV

TUTELA DELL'AMBIENTE

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CCAAPPOO II

TUTELA DELL'AMBIENTE

Art. 59 - Tutela dell'ambiente 1. Gli strumenti urbanistici che riguardano il restauro conservativo, il risanamento, la ristrutturazione o qualsiasi altra trasformazione di zone già edificate, devono comprendere elaborati dai quali risultino evidenti:

a) i materiali previsti per ogni tipo di lavorazione sia strutturale, sia di rifinitura; b) le tecniche di lavorazione dei suddetti materiali; c) le tinteggiature; d) le zoccolature, gli stipiti, e architravi di aperture, gli altri eventuali elementi di arredo; e) gli infissi, le chiusure, ecc.; f) le ringhiere, le recinzioni, ecc.; g) le targhe, le tabelle, le insegne, l'illuminazione, ecc.

2. Accanto agli elementi progettuali elencati al precedente punto 1 dovranno essere forniti elementi di rilievo della situazione attuale e comunque una chiara e completa documentazione fotografica. Art. 60 - Tutela dei beni culturali ed ambientali nelle zone agricole 1. L'individuazione delle borgate rurali, delle contrade montane, costituisce adempimento dell'obbligo previsto dal penultimo comma dell'art. 10 della L.R. 24/1985, relativa all'individuazione delle aggregazioni edilizie, edifici e manufatti rurali di antica origine. Per tali aree è stata predisposta una normativa specifica per ogni edificio esistente, le destinazioni d'uso esistenti e quelle che possono essere variate, i nuovi volumi sono indicati planivolumetricamente, tutte le costruzioni sono regolamentate da una "guida e norma per gli interventi nelle aree rurali", che si richiama qui integralmente, atta a definire le essenziali caratteristiche tipologiche, costruttive e formali, della edificazione in zona agricola. Art. 61 - Disciplina degli impianti vegetali 1. Le aree libere previste in qualsiasi richiesta di autorizzazione o di permesso di costruire devono essere sistemate a verde ed alberate; la proposta di sistemazione deve far parte integrante della richiesta e deve essere accompagnata dal rilievo planimetrico delle alberature esistenti con l'indicazione di quelle di cui si chiede eventualmente l'abbattimento o delle corrispondenti sostituzioni. 2. Qualsiasi intervento che modifichi la situazione autorizzata per le aree libere, deve essere oggetto di nuova autorizzazione. 3. Compete ai proprietari la permanente manutenzione delle aree alberate e verdi. la sostituzione degli esemplari vetusti o abbattuti da calamità atmosferiche, la cura degli esemplari malati, ecc., secondo metodi e tecniche indicati dall'Amministrazione Comunale. Art. 62 - Discariche 1. L'Amministrazione Comunale predispone una o più aree dove è autorizzato lo scarico dei materiali solidi di risulta da scavi, demolizioni, ecc. Nelle pubbliche discariche è vietato scaricare rifiuti solidi rientranti nelle categorie obbligatoriamente raccolte dal servizio di Nettezza Urbana. 2. L'area delle pubbliche discariche deve essere cintata e contraddistinta da cartelli.

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L'ingresso e lo scarico sono consentiti solo in punti predisposti in modo da ottenere l'automatico e razionale disporsi dei materiali secondo il piano di scarico al successivo punto 5. 3. L'area delle pubbliche discariche può essere comunale o privata: in questo secondo caso la discarica può essere aperta per decisione del Comune o su richiesta del proprietario. In caso di decisione del Comune sarà presa in modo da predisporre mediante la discarica il terreno alla realizzazione di opere previste dagli strumenti urbanistici. 4. L'apertura di una discarica - sia di iniziativa comunale che su richiesta di privati - è sottoposta a concessione deliberata dal Consiglio Comunale, sentito il parere delle Autorità competenti. 5. La domanda di apertura di una discarica deve essere accompagnata da un Piano di scarico comprendente almeno gli elaborati e le indicazioni seguenti:

a) planimetria e sezioni in numero sufficiente e in scala adeguata - comunque non inferiore a 1:200 - completa di curve di livello, relative alla stato del terreno prima della discarica e di discarica completata, con indicazione del volume di scarico di singoli settori, qualora il riempimento della discarica sia appunto previsto per settori;

b) fotografie in numero sufficiente per la completa ricognizione dell'area; c) relazione sullo stato idrogeologico del sottosuolo completa del necessario numero di carotaggi e sullo stato delle

acque superficiali o incanalate; d) relazione sui modi e i tempi di funzionamento della discarica, comprensiva di eventuali disposizioni particolari

per accesso, ripianamento, sicurezza, ecc.; e) progetto di sistemazione finale del terreno nel rispetto delle prescrizioni degli strumenti urbanistici, completo

della messa in essere di humus vegetale, di cotica erbosa, di piantumazioni o di quanto altro necessario per garantire la rapida ricostruzione di una situazione geologicamente stabilizzata utilizzando piante erbacee, arbustive, ed eventualmente arboree locali;

f) relazione delle spese necessarie per la suddetta sistemazione finale e piano finanziario; g) è fatta salva la normativa di legge vigente.

CAPO II

TUTELA IGIENICO SANITARIA DELLA POPOLAZIONE DALL’ESPOSIZIONE A RADIAZIONI NON IONIZZANTI GENERATE DA STAZIONI RADIO BASE

Art. 63 - Concessione di installazione e modifica L’installazione e la modifica delle stazioni radio base per la telefonia cellulare sono soggette al rilascio di apposita concessione e possono essere installate e laddove installate possono essere mantenute in esercizio solo a condizione che il valore di campo elettromagnetico risultante, valutato come somma quadratica del valore di campo elettromagnetico di fondo preesistente e quello dovuto alla specifica stazione radio base nelle condizioni di massimo carico di esercizio e di massima espansione prevista, non superi i limiti stabiliti dall’art. 3 del D. M. 381/98 ed i valori di cautela di cui all’art. 4 del medesimo D.M. in corrispondenza di edifici adibiti a permanenze non inferiori a 4 ore. In particolare, come disposto dall’allegato B del D.M. 381/98 e dal protocollo di valutazione dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV) prot. n. 5503 del 13/05/1999, saranno necessarie le misure dell’intensità dei campi elettromagnetici ogni volta che i calcoli facciano prevedere valori di campo elettrico o magnetico che superano metà dei limiti e dei valori di cautela suddetti. Art. 64 - Divieti di installazione Le stazioni radio base per la telefonia cellulare, previa soddisfazione dei valori del precedente articolo, possono essere installate ad una distanza non inferiore ai 150 mt da ogni edificio, anche rurale, oltre che da servizi ed attrezzature sia pubblici che privati, la distanza minima va misurata tra la struttura che supporta l’antenna e la base degli edifici

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viciniori, sia l’antenna che i volumi delle relative apparecchiature sono da assimilarsi, solamente ai fini delle distanze, ai volumi edilizi. Art. 65 - Documenti allegati alla domanda di concessione Le istanze per l’installazione di impianti radio base per telefonia cellulare debbono essere corredate dai seguenti documenti e atti: a) Domanda di concessione e stampato ARPAV per i dati anagrafici e tecnici. b) Valutazione preventiva dell’intensità del campo elettromagnetico generato dalla stazione radio base in condizione

di massima espansione entro un raggio di 150 mt e 200 mt rispettivamente per GSM e per GSM+TACS se entro un raggio di 350 mt dal punto in cui verrà installata la stazione radio base non esistono altre stazioni radio base o impianti radiotelevisivi o ponti radio di potenza superiore a 7 watt.

c) Valutazione dell’intensità del campo elettromagnetico totale ottenuto come somma quadratica delle intensità del campo elettromagnetico di progetto e di quello esistente se entro un raggio di 350 mt dal punto in cui verrà installata la stazione radio base o impianti radiotelevisivi o ponti radio di potenza superiore a 7 watt. Questa valutazione dovrà essere effettuata, per tutti gli impianti interessati, in condizione di massima espansione, con le stesse modalità descritte nel protocollo di valutazione ARPAV ed entro un raggio di 150 mt e 200 mt rispettivamente per GSM e per GSM+TACS attorno alla nuova installazione. Presupponendo cioé uno scambio di informazioni tecniche tra gestori, il dichiarante dovrà inviare una richiesta di dati tecnici agli altri gestori e per conoscenza anche all’ARPAV.

d) Titolo di proprietà o altro titolo equipollente in relazione al suolo o all’immobile sul quale si propone l’installazione.

e) Parere preventivo dell’ARPAV, che, se fosse negativo, comporterebbe l’automatico diniego alla domanda di concessione.

f) Nominativo del responsabile della stazione radio base per eventuali comunicazioni. g) Impegno, reso con atto unilaterale d’obbligo registrato e trascritto, a spostare l’impianto e i relativi supporti

strutturali, a propria cura e spese, qualora il Piano di localizzazione comunale previsto dalla L.R. n. 29/93 e successive modifiche ed integrazioni dovesse prevedere una diversa dislocazione dell’impianto medesimo.

Art. 66 - Impianti esistenti Gli impianti esistenti alla data di approvazione del presente articolo dovranno, entro 60 giorni dalla stessa, adeguarsi a quanto normato dagli artt. 63/64/65 delle presenti norme, presentando i documenti previsti, e nel caso di superamento dei limiti di emissione essi dovranno rientrare pena i provvedimenti di divieto di utilizzo dell’impianto per il tempo necessario per le azioni di risanamento come da D.G.R. del 29/12/1998 n. 5268.

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TITOLO V

DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI

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CCAAPPOO II

DISPOSIZIONI TRANSITORIE

Art. 67 - Vincoli di inedificabilità derivanti da licenze e concessioni edilizie già rilasciate 1. I vincoli di inedificabilità, derivanti da licenze o concessioni edilizie già rilasciate, relativi alle zone agricole, rimangono confermati secondo quanto previsto dall'art. 8 della legge regionale n. 24/1985, salvo che il P.R.G. non preveda una diversa destinazione per dette zone.

CCAAPPOO IIII

DISPOSIZIONI FINALI

Art. 68 - Deroghe 1. Il Sindaco, previa deliberazione del Consiglio Comunale, ha facoltà di derogare dalle prescrizioni del P.R.G., limitatamente ai casi di edifici o di impianti pubblici o di interesse pubblico, ai sensi dell'art. 80 della legge regionale 27.6.1985 n. 61. 2. Il Sindaco, previa deliberazione favorevole del Consiglio Comunale che esprime il proprio parere anche relativamente alla effettiva e dimostrata necessità del richiedente, sulla base di quanto previsto dalla legge n. 13 del 9.1.1989, ha facoltà di derogare dalle prescrizioni di Piano Regolatore Generale per ampliamenti fino a 80 mc., di unità immobiliari residenziali private al fine di migliorare la fruibilità degli edifici stessi da parte di persone handicappate purché tali opere non comportino la modifica delle destinazioni di zona. Tale ampliamento non deve essere in contrasto con la tutela di eventuali particolari valenze artistico-monumentali o caratteristiche storico-ambientali originarie di edifici esistenti. Art. 69 - Altezze interne Nel caso di interventi su edifici esistenti, le altezze interpiano possono essere mantenute anche se inferiori a quelle minime previste, al fine di conservare la originaria forometria e la distribuzione dei volumi, fatte salve eventuali prescrizioni di carattere igienico-sanitario. Art. 70 - Abrogazione P.D.F. (stralciato) Art. 71 - Abrogazione norme del regolamento edilizio 1. In caso di contrasto tra Norme Tecniche di Attuazione e Regolamento Edilizio, prevalgono le Norme Tecniche di Attuazione.

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INDICE

TITOLO I DISPOSIZIONI GENERALI

CAPO I DESCRIZIONE DEL P.R.G. Art. 1 - Applicazione del P.R.G. pag. 3 Art. 2 - Elaborati del P.R.G. pag. 3 CAPO II STRUMENTI DI ATTUAZIONE Art. 3 - Modalità di attuazione del P.R.G. pag. 3 Art. 4 - Intervento Urbanistico Preventivo (I.U.P.) pag. 3 Art. 5 - Intervento Edilizio Diretto (I.E.D.) pag. 3 CAPO III MODALITÀ DELL'INTERVENTO URBANISTICO PREVENTIVO Art. 6 - Piani Particolareggiati (P.P.) pag. 4 Art. 7 - Piani di Lottizzazione (P.L.) pag. 4 Art. 8 - Convenzioni nei piani di Lottizzazione pag. 4 CAPO IV MODALITÀ DELL'INTERVENTO EDILIZIO DIRETTO (I.E.D.) Art. 9 - Permesso di costruire pag. 4 CAPO V GESTIONE DEL P.R.G. Art. 10 - Ambiti Territoriali di Intervento pag. 4 Art. 11 - Zone di Recupero (Z.R.) pag. 4

TITOLO II ZONIZZAZIONE

CAPO I COORDINAMENTO URBANISTICO Art. 12 - Classificazione del Territorio Comunale in zone Urbanistiche pag. 7 CAPO II PARAMETRI URBANISTICI Art. 13 - Indici Urbanistici pag. 8 Art. 14 - Indici Edilizi pag. 8 Art. 15 - Utilizzazione degli Indici pag. 9 Art. 16 - Distanze pag. 9 Art. 17 - Dotazione di spazi pubblici nelle zone soggette a I.U.P. pag. 11 Art. 18 - Parcheggi pag. 11

CAPO III TIPOLOGIE D'INTERVENTO Art. 19 - Interventi Urbanistici pag. 12 Art. 20 - Interventi Edilizi pag. 12 CAPO IV DESTINAZIONI D'USO

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Art. 21 - Destinazioni d'uso pag. 13 Art. 22 - Distribuzione delle destinazioni di uso nell'ambito delle zone funzionali pag. 13 CAPO V ZONE DESTINATE AD USO PUBBLICO E DI INTERESSE GENERALE Art. 23 - Zone per attrezzature pubbliche a servizio della residenza pag. 14 Art. 24 - Zone per attrezzature pubbliche a livello generale e extra-comunale (F) pag. 14 CAPO VI ZONE PER INSEDIAMENTI RESIDENZIALI Art. 25 - Destinazioni d'uso nelle zone per insediamenti residenziali pag. 16 Art. 26 - Zone residenziali e miste di valore storico ambientale - Zone Significative pag. 17 Art. 27 - Interventi sull'esistente edificato pag. 17 Art. 27 bis - Disposizioni relative al decoro e all’arredo urbano nelle ZTO di tipo A pag. 18 Art. 28 - Disposizioni particolari pag. 18 Art. 29 - Elementi lineari e puntuali significati pag. 19 Art. 30 - Caratteri specifici degli interventi pag. 19 Art. 31 - Zone residenziali e miste esistenti C pag. 19 Art. 32 - Zone residenziali e miste di espansione (C1e) sottoposte a Piano di Lottizzazione

Convenzionato pag. 20 Art. 32 bis - Zona B1 pag 20 CAPO VII ZONE PRODUTTIVE Art. 33 - Zone artigianali e Industriali pag. 21 Art. 34 - Zone commerciali e annonarie pag. 21 Art. 35 - Zone Agroindustriali pag. 22 CAPO VIII ZONE AGRICOLE Art. 36 - Destinazioni d'uso nelle zone agricole pag. 23 Art. 37 - Zone Agricole E 2 di cui all'art. 11 L.R. 24/85 pag. 23 Art. 38 - Zone Agricole E 3 di cui all'art. 11 L.R. 24/85 pag. 24 Art. 39 - Zone Agricole E 4 /A pag. 24 Art. 40 - Zone Agricole E 4 /B con obbligo di strumento urbanistico attuativo pag. 24 Art. 41 - Nuclei rurali di cui all’art. 10 L.R. 24/85 pag. 24 Art. 41 bis - Annessi rustici non più funzionali alla conduzione del fondo pag. 24 Art. 42 - Area rurale di particolare pregio ambientale pag. 25 Art. 42 bis - Area rurale di tipo montano di particolare pregio ambientale pag. 25 CAPO IX ZONE PER LA MOBILITÀ Art. 43 - Zone per la viabilità pag. 25 Art. 43 bis - Percorsi pedonali e piste ciclabili pag. 26 Art. 44 - Asse viario da riorganizzare spazialmente pag. 26 CAPO X ZONE SOGGETTE A PIANI ESECUTIVI Art. 45 - Piani Particolareggiati (P.P.) pag. 26 Art. 45 bis - Progetti unitari convenzionati pag. 28 CAPO XI ZONE VINCOLATE Art. 46 - Vincoli pag. 29

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TITOLO III DISPOSIZIONI PARTICOLARI CAPO I ATTIVITÀ A SERVIZIO DEL TRAFFICO Art. 47 - Stazioni di servizio per la distribuzione del carburante pag. 32 Art. 48 - Depositi di olii minerali e di G.P.L. pag. 33 Art. 49 - Attrezzature destinate ad autorimesse e ad officine per la riparazione ed il lavaggio degli autoveicoli pag. 34 Art. 49bis – Zona speciale per rimessaggio camper e roulottes pag. 34 CAPO II EDIFICI ESISTENTI

Art. 50 - Edifici in contrasto con le destinazioni del P.R.G. pag. 34 Art. 51 - Edifici esistenti in zone soggette a I.U.P. pag. 34 Art. 52 - Edifici Produttivi Esistenti pag. 35 Art. 53 - Edifici esistenti in zone per la viabilità, vincolo tecnologico e di rispetto dei corsi

d'acqua pag. 36 Art. 53 bis - Deroghe a favore delle persone handicappate gravi pag. 36 CAPO III VARIE Art. 54 - Costruzioni accessorie pag. 36 Art. 55 - Costruzioni interrate pag. 37 Art. 56 - Attività ricettive e di ristoro, per lo svago e il tempo libero pag. 38 Art. 57 - Impianti sportivi privati pag. 38 Art. 58 - Coperture Mobili pag. 38 Art. 58bis - Prescrizioni particolari impartite con DGRV n° 1777 del 12.06.2007 e DGRV n° 1826 del 01.07.2008 per le aree identificate nelle tavole di Piano con il simbolo (Per DGRV n° 1777 del 12.06.2007) e (Per DGRV n° 1826 del 01.07.2008) (Per DGRV n° 2850 del 07.10.2008) pag. 38

TITOLO IV TUTELA DELL'AMBIENTE CAPO I TUTELA DELL'AMBIENTE Art. 59 - Tutela dell'ambiente pag. 44 Art. 60 - Tutela dei beni culturali ed ambientali nelle zone agricole pag. 44 Art. 61 - Disciplina degli impianti vegetali pag. 44 Art. 62 - Discariche pag. 44 CAPO II TUTELA IGIENICO SANITARIA DELLA POPOLAZIONE DALL’ESPOSIZIONE A RADIAZIONI NON IONIZZANTI GENERATE DA STAZIONI RADIO BASE Art. 63 – Concessione di installazione e modifica pag. 45 Art. 64 – Divieti di installazione pag. 45 Art. 65 – Documenti allegati alla domanda di concessione pag. 46 Art. 66 – Impianti esistenti pag. 46

TITOLO V DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI CAPO I DISPOSIZIONI TRANSITORIE Art. 67 - Vincoli di inedificabilità derivanti da licenze e concessioni edilizie già rilasciate pag. 46

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CAPO II DISPOSIZIONI FINALI Art. 68 - Deroghe pag. 48 Art. 69 - Altezze interne pag. 48 Art. 70 - Abrogazione P.D.F. pag. 48 Art. 71 - Abrogazione norme del regolamento edilizio pag. 48 ALLEGATO ALLE NORME DI ATTUAZIONE 14^ Variante Parziale: Parere Azienda ULSS n° 9642.7.01 del 26.03.2004 pag. 53

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ALLEGATO ALLE NORME DI ATTUAZIONE

14^ Variante Parziale: Parere Azienda ULSS n° 9642.7.01 del 26.03.2004

(per le aree identificate nelle tavole di Piano con il simbolo (Per DGRV n° 1777 del 12.06.2007) e (Per DGRV n° 1826 del 01.07.2008))

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