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1 COMUNE DI MARTIGNANO (Provincia di Lecce) PIANO URBANISTICO GENERALE DOCUMENTO PROGRAMMATICO PRELIMINARE BOZZA

COMUNE DI MARTIGNANO (Provincia di Lecce) · 2011-06-22 · (PUG)”, l’adozione da parte della Provincia di Lecc e del Piano Territoriale di Coordinamento, nonché le mutate condizioni

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COMUNE DI MARTIGNANO

(Provincia di Lecce)

PIANO URBANISTICO GENERALE

DOCUMENTO PROGRAMMATICO

PRELIMINARE

BOZZA

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LA COSTRUZIONE DEL NUOVO P.U.G.

1. IL SISTEMA DELLE CONOSCENZE

1.1 Il sistema territoriale di area vasta:

- Aspetti geomorfologico e idrografia

- Aspetti vegetazionale e dell’uso del suolo

- Sistema insediativo e infrastrutture per la mobilità

- Le reti tecnologiche

Rete idrica

Rete gas naturale

Rete elettrica

Depurazione

Discarica

- Dotazioni territoriali e forme di sovracomunalità

- Le indicazioni della pianificazione sovraordinata

- Piano di Assetto Idrogeologico (PAI)

- Piano di Tutela delle Acque

- Piano Regionale Attività Estrattive (PRAE)

- Piano Urbanistico Territoriale per il Paesaggio (PUTT)

- Piano Regionale dei Trasporti (PRT)

- Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)

- Piano di traffico della viabilità extraurbana della provincia di Lecce

- Piano strategico di area vasta

1.2 Il sistema territoriale locale:

- Sistema geomorfologico e idrografia

Inquadramento geologico generale

Vulnerabilità del territorio

- Individuazione degli ATD del PUTT/P

- Indicazioni del PAI

- Indicazione del Piano Regionale delle Attività Estrattive

- Norme tecniche generali del PRAE

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- Piano di tutela delle acque

1.3 Aspetti naturalistici

1.4 Risorse del territorio rurale

- Forme insediative del territorio rurale

1.5 Risorse del sistema insediativo

- Evoluzione del sistema insediativo

- Note sull’edificazione del territorio comunale

Il centro urbano e periurbano

Gli standard urbanistici

Le aree produttive

1.6 Risorse infrastrutturali

- Sistema della mobilità

- Reti tecnologiche

1.7 Risorse e caratteri del paesaggio

1.8 Aspetti socio-economici

- Dinamica della popolazione residente

- Attività culturali e turistico ricettive

- Agricoltura e attività artigianali e commerciali

- Servizi sociali

1.9 Bilancio della pianificazione vigente

2. I QUADRI INTERPRETATIVI

2.1 Invarianti strutturali del territorio e del pae saggio

- Invarianti relative alla integrità fisica del ter ritorio e alla salvaguardia dei beni

ambientali

- Invarianti relative ai valori paesistico-ambientali, storico-culturali e socio-

economici

- Invarianti relative all’efficienza e qualità dell’armatura infrastrutturale di area

vasta

2.2 Contesti territoriali

- I contesti rurali

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- I contesti urbani

3. PROBLEMI E QUESTIONI EMERGENTI

3.1 Problemi relativi alle invarianti strutturali d el territorio e del paesaggio

3.2 Problemi relativi ai contesti territoriali

4. GLI OBIETTIVI PROGETTUALI E GLI INDIRIZZI PER IL PUG

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LA COSTRUZIONE DEL NUOVO P.U.G.

Il Comune di Martignano ha avviato il processo di formazione del nuovo PUG e con

deliberazione di G.C. n. 41 del 18/06/2008 ha approvato, insieme al Documento di

Scoping, l’Atto di Indirizzo finalizzato a fornire le linee guida per la redazione dello

strumento urbanistico generale.

ATTO DI INDIRIZZO

Premessa

Il Comune di Martignano è attualmente dotato di un Piano Regolatore Generale,

approvato definitivamente con delibera Giunta Regionale n. 39 del 11/02/2003 e con un

impianto normativo tecnico che risente della legislazione urbanistica regionale vigente

nel periodo della sua formazione e delle condizioni socio economiche del territorio

riferibili sempre a tale periodo.

Le innovazioni legislative (L.R. 20/01), l’approvazione di pianificazione di area vasta

(PUTT/P; PAI; PRIE) e del DRAG, limitatamente agli “Indirizzi, criteri e orientamenti

per la formazione, il dimensionamento e il contenuto dei Piani Urbanistici Generali

(PUG)”, l’adozione da parte della Provincia di Lecce del Piano Territoriale di

Coordinamento, nonché le mutate condizioni socio-economiche del territorio, hanno

determinato la necessità, anche per il Comune di Martignano di dotarsi di un nuovo

strumento urbanistico generale (PUG).

La nuova legge urbanistica regionale, che ha previsto come strumento di pianificazione

comunale il Piano Urbanistico Generale (PUG), diverso dal PRG sia “nella

impostazione concettuale e metodologica, sia nei contenuti, e negli effetti

programmatori e conformativi” e il Documento Regionale di Assetto Generale”

(DRAG) – Indirizzi, Criteri ed Orientamenti per laformazione, il dimensionamento ed i

contenuti del Pug – costituiscono i riferimenti tecnico normativi per la elaborazione del

PUG.

Il DRAG, in coerenza con i principi della partecipazione e della copianificazione,

espressi dalla Legge Regionale 20/01, nella parte II “Le fasi preliminari” definisce i

modi per l’avvio del procedimento “pe l’elaborazione e l’approvazione del nuovo

PUG”, attraverso un Atto di Indirizzo della Giunta Comunale in cui:

- siano delineati gli obiettivi espressione della volontà politica dell’Amministrazione

che hanno determinato la decisione di avviare il PUG;

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- sia delineato, in coerenza con l’art. 2 lettera a) e c), della Legge regionale 20/01 il

programma partecipativo e concertativi che accompagnerà la formazione del PUG;

- sia definita la dotazione strumentale con cui si intende portare a compimento e gestire

il PUG, in termini di risorse umane e tecnologiche, indicando le risorse finanziare

utilizzabili.

A questo scopo viene indicato ai Comuni la possibilità di dotarsi:

- di un Ufficio del Piano ovvero una struttura tecnica appositamente dedicata non solo

alla formazione del Piano, ma all’intera attività di pianificazione, alla sua attuazione e

gestione anche in riferimento ai programmi e progetti di trasformazione rilevanti dal

punto di vista urbanistico, necessariamente dotata di disponibilità finanziaria solida ed

incrementale, articolata in spesa corrente e di investimento, le cui entità e

professionalità dovranno essere ragionevolmente connesse con il programma di lavoro;

- un Sistema Informativo Territoriale da coordinare con quello Regionale in corso di

allestimento e provinciale o da costruire in sinergia con esso mediante la stipula di

appositi Protocolli di Intesa.

IL NUOVO STRUMENTO DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE

La nuova Legge Regionale Urbanistica 20/01 ha definito il Piano Urbanistico Generale

(PUG) come lo strumento di pianificazione urbanistica comunale e successivamente il

DRAG ne ha fornito gli elementi per le fasi di formazione e i criteri per definire i

contenuti e le previsioni.

Le innovazioni introdotte nella pianificazione comunale richiedono di utilizzare un

nuovo metodo radicalmente diverso da quello dei tradizionali Piani Regolatori

rilevatisi inadatti a fornire tempestive e adeguate risposte alle istanze economiche e

sociali.

Il PUG oggi deve perseguire obiettivi di qualità del territorio promovendo un sistema di

pianificazione urbanistica fondato sulla costruzione di sensibilità e consapevolezze

riguardo ai valori del territorio e delle risorse ambientali, paesaggistiche e insediative

che lo compongono.

Pertanto il procedimento di elaborazione del PUG, sin dalle sue fasi di avvio,

costituisce un momento di crescita civile e culturale della comunità locale, di

conoscenza e riappropriazione della propria identità, di individuazione delle strategie

di sviluppo condivise e sostenibili; rappresenta inoltre l’occasione per dare un senso

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tangibile al concetto di “urbanistica partecipata” e al “governo del territorio”, nonché

per una più efficace cooperazione tra i diversi livelli e soggetti isttuzionali e per una

concreta programmazione degli interventi.

Infatti, nella formazione del PUG, la L.R. 20/01 prevede che il Consiglio Comunale

adotti, su proposta della Giunta, un Documento Programmatico Preliminare (DPP)

contenente in forma adeguata gli obiettivi e criteri di impostazione del PUG. Il DPP

viene pubblicato e sottoposto alla presentazione di osservazioni (art. 11 commi 2 e 3

della L.R. 20/01) rappresentando “una innovativa forma di anticipazione della

consultazione pubblica su un prodotto ancora programmatico e preliminare alla

formulazione definitiva del PUG”.

La nuova normativa si pone pertanto lo scopo di attuare il governo del territorio

secondo i seguenti principi:

- coerenza con le pianificazioni sopraordinate regionali e provinciali.

Va rilevato che allo stato il DRAG ha solo i contenuti di cui al punto b) dell’art. 4 della

L.R. n. 20/01, che il PTCP adottato dalla Provincia di Lecce risulta Piano di indirizzo

privo di valore cogente.

Il PUG effettuerà la verifica delle previsioni di tutela del P.U.T.T./P ai sensi dell’art.

5.05 delle N.T.A., precisando le perimetrazioni degli Ambiti Territoriali Estesi e Distinti

sulla cartografia disponibile.

- sostenibilità ambientale.

La qualità ambientale è assunto come riferimento nel governo del territorio, in modo da

regolare il consumo delle risorse naturali a disposizione, assicurandone per quanto

possibile, la ricostituzione.

- cooperazione - concertazione

Principio necessario a garantire alla pianificazione percorsi decisionali più semplici,

rappresentativi e coerenti con l’insieme delle scelte territoriali, di specifiche

competenza di ciascun livello e soggetto istituzionale.

- efficacia

Forme e modalità che favoriscono la fattibilità e la gestione delle previsioni

pianificatorie.

- Perequazione urbanistica.

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Perequazione urbanistica che persegue l’equa distribuzione, tra i proprietari degli

immobili interessati dagli interventi, dei diritti edificatori riconosciuti dalla

pianificazione urbanistica e dagli oneri derivanti dalla realizzazione delle dotazioni

territoriali.

- Articolazione in previsioni strutturali e programmatiche:

Assegnando ai contenuti “strutturali” il valore di quadro delle scelte di lungo periodo,

ed ai contenuti “programmatici” una dimensione capace di adattarsi ai mutamenti

della domanda sociale, delle opportunità di investimenti, dei vincoli di mercato.

OBIETTIVI

Gli obiettivi che l’Amministrazione Comunale intende perseguire con il nuovo

strumento urbanistico risultano determinati dalla necessità di soddisfare i fabbisogni

espressi dalla popolazione nei vari settori inerenti la pianificazione a scala urbana e si

baseranno sul criterio della sostenibilità ambientale e sul concetto di territorio da

intendersi come risorsa da preservare e valorizzare.

Il PUG dovrà salvaguardare i valori storici, storico – testimoniali presenti nel

territorio al fine di rafforzare l’identità storico – culturale del paese e del suo territorio,

consolidando il suo carattere storico e identificativo.

Il Piano dovrà perseguire obiettivi di qualità ambientale valutando le modificazioni

indotte sul tessuto urbano e sui contesti paesaggistici e ambientali dalle previsioni

urbanistiche.

A tale scopo è prevista quale procedura parallela alla formazione del PUG, la

procedura di Verifica Ambientale Strategica (VAS) tesa a produrre un “Rapporto

Ambientale” in cui sono valutate le componenti ambientali coinvolte dai processi di

sviluppo ed il quadro complessivo di sostenibilità.

Nella formazione del Piano, tramite la partecipazione dei cittadini, va superata la

concezione della pianificazione intesa come processo di mera espansione, ma invece

come occasione di conoscenza e valorizzazione delle risorse e, quindi, come condizione

per la crescita sociale. La visione strategica che sarà delineata dal PUG deve, in

sostanza, fare riferimento esplicito alla valorizzazione e riqualificazione dell’esistente e

alla tutela dell’ambiente naturale in un processo di “sviluppo sostenibile” che prenda

in considerazione le legittime attese dei cittadini.

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La qualità del territorio costituisce, infatti, valore di riferimento non solo per il

benessere collettivo, ma anche per lo sviluppo economico, richiedendo valutazioni che

comprendono, in un insieme inscindibile, gli aspetti di efficienza e di economicità delle

previsioni di sviluppo, di equilibrio nell’utilizzo del suolo e delle aree agricole, nella

conservazione del patrimonio culturale e dei caratteri identificativi dei luoghi.

In coerenza con quanto sopra riportato, con il nuovo strumento urbanistico si dovrà

perseguire la tutela della qualità ambientale e storico paesaggistica del territorio, il

miglioramento della qualità dell’ambiente e del vivere urbano e opportunità di sviluppo

attraverso:

- Individuazione degli elementi storico-culturali, paesistico-ambientali del territorio al

fine di valorizzare e salvaguardare i beni culturali e paesaggistici diffusi, garantendone

la conservazione;

- Norme che consentano maggiore flessibilità e maggiore specificità in riferimento a

possibili aperture verso le future opportunità anche con l’applicazione della

perequazione urbanistica;

- Previsione di norme tali da consentire la riqualificazione e valorizzazione del tessuto

edilizio storico esistente;

- Miglioramento del sistema infrastrutturale disponibile ridefinendo il ruolo della

viabilità primaria e nel contempo favorendo una rete di percorsi ciclo-pedonabili;

- Potenziamento degli spazi per l’aggregazione sociale e la partecipazione alla vita

cittadina;

- Sviluppo del sistema produttivo in riferimento alle infrastrutture viarie già esistenti

che rappresentano uno dei punti strategici dello sviluppo del territorio;

- Potenziamento del ruolo di Martignano nell’ambito dell’Area Vasta, dei Comuni della

Grecìa, dei comuni a corona del capoluogo, al fine di connotarsi come un centro

dinamico capace di produrre beni e servizi;

- Individuazione dei fattori che determinano l’attrattività del territorio valorizzandone

le vocazioni ed i caratteri identificativi;

- Previsione di strumenti in grado di attrarre e favorire la presenza di flussi turistici, di

operatori economici e culturali.

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L’Amministrazione Comunale di Martignano assumendo tali obiettivi intende nel

contempo che gli stessi potranno essere ulteriormente definiti ed integrati nel corso di

formazione del PUG, sulla base dei contributi che la comunità apporterà.

PROGRAMMA PARTECIPATIVO E CONCERTATIVO

L’Amministrazione Comunale intende valorizzare il ruolo fondamentale attribuito dal

DRAG alla “partecipazione civica” nell’ambito dei processi di pianificazione e

progettazione urbana in quanto consapevole che tale pratica comporti una effettiva

trasformazione della cultura amministrativa e capace di innescare maggiore

coinvolgimento e partecipazione attiva nelle azioni della politica pubblica.

A questo fine si intende promuovere un programma partecipativo che possa

“accompagnare” l’intero processo, e non sia limitato alla semplice costruzione del

consenso offrendo alla comunità di Martignano non solo le possibilità di partecipazione

previste dalla L.R. 20/01 e dal DRAG, ma anche ulteriori opportunità di confronto,

adeguatamente pubblicizzate, sulle varie problematiche della vita cittadina.

La progettazione partecipata offre per questo molteplici vantaggi:

- il miglioramento dei contenuti del progetto che spesso, attraverso il confronto con la

cittadinanza, può diventare più funzionale ed efficace;

- la trasformazione dei conflitti in risorsa, aumentando la comunicazione tra gruppi

sociali;

- la crescita civile e il rafforzarsi del senso di appartenenza della comunità coinvolta;

- la crescita della sensibilità dei cittadini per gli equilibri ambientali dei luoghi in cui

vivono;

- l’apprendimento collettivo delle prassi per il risparmio dell’uso delle risorse naturali

(suolo, acqua, energia).

Gli incontri, che si svolgeranno per fasce di età e per specifiche tematiche, avranno tra

i principali obiettivi l’ascolto dei bisogni e delle aspirazioni della comunità locale per

fare emergere le realtà più significative e dovrebbero fornire ulteriori elementi in grado

di arricchire e circostanziare le conoscenze diffuse sul territorio per la condivisione

delle ipotesi interpretative e progettuali.

Nella prima fase di elaborazione del Documento Programmatico Preliminare sono

previsti incontri tematici con la cittadinanza, con le associazioni, le categorie

professionali e gli operatori economici dei diversi settori produttivi, finalizzati a far

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conoscere i bisogni e le aspettative, alla costruzione del sistema delle conoscenza, a

condividere ed integrare gli obiettivi ed i contenuti progettuali del DPP stesso.

Nella seconda fase, in cui sulla base degli obiettivi del DPP si procederà alla

costruzione del PUG, saranno attivati incontri con la cittadinanza per l’eventuale

completamento del sistema delle conoscenze e l’affinamento dei quadri interpretativi

anche a seguito delle osservazioni al DPP, ai sensi dell’art. 11 della L.R. 20/01, alla

valutazione e verifica degli obiettivi e alla condivisione dei contenuti progettuali.

In considerazione delle tematiche da esaminare, gli incontri verranno definiti

coerentemente nel corso delle procedure di formazione sia del PUG che della VAS

cercando di coinvolgere tutti i soggetti interessati.

A seguito della pubblicazione e diffusione del presente Atto di Indirizzo

l’Amministrazione darà avvio, alla fase della Cooperazione Interistituzionale e

Co-pianificazione, sottoscrivendo protocolli di Intesa con la Regione Puglia e la

Provincia di Lecce. Tali protocolli prevederanno il supporto al processo di costruzione

del Piano per condividerne il programma di formazione e soprattutto per sperimentare

il processo di formazione di un Sistema Informativo Territoriale. Nella fase di

cooperazione e co-pianificazione saranno interessati tutti i soggetti e gli Enti che

interagiscono con il sistema territoriale martignanese.

L’UFFICIO DEL PIANO E LA DOTAZIONE STRUMENTALE

In conformità con la normativa regionale è costituito l’Ufficio del Piano.

L’Ufficio del Piano costituisce la struttura tecnica appositamente dedicata non solo alla

formazione del PUG, ma all’intera attività di pianificazione, attuazione, gestione; sarà

dotata di disponibilità finanziaria solida ed incrementale, nonché di professionalità e

programma di tempi e lavori.

L’Ufficio del Piano provvederà, inoltre, a costituire la struttura tecnica per la

procedura di Verifica Ambientale Strategica (VAS).

La fase preliminare del processo progettuale è rappresentata dall’acquisizione di un

sistema informativo, capace di visualizzare un quadro conoscitivo di riferimento, al

momento di disponibile.

Il SIT è un supporto fondamentale di estrema utilità nella fase di gestione del Piano e

per la costruzione del quadro delle conoscenze che si articolerà nel modo più

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funzionale e coerente con le peculiarità del territorio di Martignano e per la

descrizione del sistema territoriale.

La costruzione dei quadri conoscitivi dovrà poi portare all’individuazione di invarianti

strutturali di natura storico-culturale, paesistico-ambientale ed infrastrutturale, e alla

identificazione dei differenti contesti territoriali urbani e rurali presenti sul territorio

da inserire nel contesto strutturale del PUG.

Secondo quanto indicato dal DRAG, il DPP rappresenta un documento di prima

definizione degli obiettivi progettuali del PUG che, per quanto preliminare, deve essere

basato su un sistema di conoscenze e su quadri interpretativi non sommari, costruiti in

modo condiviso.

La L.R. 20/01 prevede che il Consiglio Comunale adotti, su proposta della Giunta, un

Documento Programmatico Preliminare (DPP), che viene pubblicato e sottoposto alla

presentazione di osservazioni; si tratta di una innovativa forma di anticipazione della

consultazione pubblica su un prodotto ancora “programmatico” e “preliminare” alla

formulazione definitiva del PUG, contenente “obiettivi e criteri di impostazione”.

Pertanto deve contenere in forma preliminare e quindi aperta a ulteriori approfondimenti

e integrazioni da svolgersi nella fase di elaborazione del PUG, il sistema delle

conoscenze e i quadri interpretativi integrati del territorio e delle sue tendenze di

trasformazione.

Per la costruzione del sistema delle conoscenze si prevede un’analisi delle risorse

naturali sia su scala di area vasta che comunale.

Il sistema delle conoscenze dovrebbe pertanto comprendere:

- una preliminare ricognizione del sistema territoriale di area vasta e intercomunale, con

particolare riferimento ai sistemi ambientale e della mobilità e infrastrutture di

trasporto, e del relativo quadro pianificatorio, programmatorio e progettuale vigente e in

itinere;

- una prima ricognizione del sistema territoriale locale e delle sue risorse ambientali,

paesaggistiche, rurali, insediative, infrastrutturali, del loro stato e dei relativi rischi e

opportunità, anche in relazione a processi e tendenze che interessano sistemi territoriali

più ampi che possono influenzare le trasformazioni locali;

- una ricognizione preliminare degli aspetti socioeconomici, da cui emergano da un lato

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le tendenze in atto e i relativi problemi, dall’altro le potenzialità e le prospettive di

sviluppo locale;

- un primo bilancio urbanistico della pianificazione vigente a livello comunale.

Per quanto riguarda i quadri interpretativi, essi dovranno essere costruiti a partire dal

quadro conoscitivo e costituiti da descrizioni integrate dei caratteri dominanti dei

luoghi, delle relazioni tra le risorse individuate e delle relative tendenze di

trasformazione.

I quadri interpretativi derivano da una ricomposizione integrata delle ricognizioni delle

risorse effettuate nella fase di costruzione del quadro conoscitivo, nonché da una

interpretazione critica dello stato di fatto del territorio e delle sue tendenze di

trasformazione. Una loro prima definizione, anche in questa fase del Documento

Programmatico Preliminare, sarà determinante ai fini del riconoscimento dei caratteri

dominanti e delle problematicità del territorio, cui ancorare gli obiettivi e criteri

progettuali del PUG.

I quadri interpretativi, nel cogliere la realtà territoriale delle interazioni che legano

risorse e tendenze, potranno giungere a:

- l’individuazione delle “invarianti strutturali” intese come quei significativi

patrimoniali del territorio sotto il profilo storico-culturale, paesistico-ambientale e

infrastrutturale, che attraversano i contesti territoriali e che in alcuni casi possono anche

coincidere con essi, caratterizzati dalla stabilità e dalla non negoziabilità dei valori nel

medio-lungo termine;

- l’articolazione del territorio comunale in “contesti territoriali”, intesi come parti del

territorio connotate da uno o più specifici caratteri dominanti sotto il profilo ambientale,

paesistico, storico-culturale, insediativo, infrastrutturale, ed altrettanto specifiche e

significative relazioni e tendenze evolutive che le interessano.

Dopo l’adozione del DPP il Comune convoca una seconda conferenza di

copianificazione alla quale invita la Regione, la Provincia, i comuni confinanti, gli Enti

che dovranno esprimere un parere secondo le norme nazionali e regionali in vigore e

ogni altro Ente i cui programmi possano incidere sulla pianificazione comunale nonché

gli altri soggetti motivatamente interessati.

Dopo l’adozione del DPP, raccolte le osservazioni di cui all’art 11 della L.R. 20/2001,

la costruzione del PUG dovrà comportare:

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- il completamento del sistema delle conoscenze e l’affinamento dei quadri interpretativi

costruiti nel DPP e la loro integrazione anche a seguito delle osservazioni e di ulteriori

momenti di partecipazione;

- le articolazioni dei contenuti progettuali in “previsioni strutturali” e “previsioni

programmatiche” ai sensi dell’art. 9 della L.R. 20/2001 in stretta relazione con le

conoscenze acquisite e i quadri interpretativi elaborati;

- il completamento del Rapporto Ambientale.

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1. IL SISTEMA DELLE CONOSCENZE

MARTIGNANO

Martignano, situata nella parte centro-settentrionale della provincia di Lecce, a pochi

chilometri dal Mare Adriatico (15 km da Torre dell'Orso, nel comune di Melendugno,

che costituisce la località costiera più vicina), è adagiata a 90 metri sul livello del mare

su una modesta altura (la Serra di Martignano) ricoperta da secolari piante di ulivo e

dalla vegetazione sempreverde della macchia mediterranea.

Le origini del toponimo di Martignano sono incerte. L'ipotesi più accreditata è quella

legata alla parola bizantina martus in riferimento all'appellativo dato al paese di

testimone di fede, quando i monaci basiliani vi stabilirono sul territorio un importante e

frequentato luogo di culto. Le altre ipotesi rimandano ad un'origine latina e in

particolare al nome Martinius con l'aggiunta del suffisso -anum o al nome della martora

Martes. Quest'ultima ipotesi, nonostante sia stata adottata nel Cinquecento a stemma

civico, è ritenuta fantasiosa.

Il suo territorio, la cui superficie di soli 6,35 km² lo pone fra i comuni con la più ridotta

estensione territoriale del Salento, raggiunge circa i 60 m s.l.m. di altezza minima e i

101 m s.l.m. di altezza massima. Il territorio amministrativo di Martignano rientra nella

Tav. Martano scala 1:25000, Foglio 214 della Carta d’Italia dell’I.G.M..

Il comune di Martignano confina a nord con il comune di Caprarica di Lecce, a est con

il comune di Calimera, a sud con i comuni di Calimera e Zollino, a ovest con il comune

di Sternatia.

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Il territorio del comune di Martignano nella provincia di Lecce

Il comune di Martignano risulta inserito nel sistema territoriale salentino, nel senso più

ampio, in posizione decentrata. Infatti l’analisi del suo inquadramento territoriale

riferita al rilievo dello stato di fatto del sistema infrastrutturale viario, evidenzia una

perifericità del comune rispetto ai grandi assi di comunicazione provinciale.

Il suo inquadramento territoriale si può individuare nella programmazione degli

interventi in rapporto ai comuni limitrofi e nelle interrelazioni funzionali di dimensione

comprensoriale legate soprattutto ai servizi e dal punto di vista storico culturale e delle

tradizioni della Grecìa Salentina.

1.1 Il sistema territoriale di area vasta:

- Aspetti geomorfologico e idrografia

Geologia e Geomorfologia

L’area culturale della Grecìa Salentina, è geologicamente costituita da una impalcatura

calcarea, affiorante localmente in lunghe dorsali, dette Serre Salentine, separate fra loro

da zone relativamente depresse, aventi direzione NNW-SSE.

L’origine delle Serre Salentine è da collegarsi ai grandi eventi tettonici che

interessarono a più riprese il Salento fra il Cretaceo e l’inizio del Pleistocene.

Le spinte tettoniche determinarono il sollevamento delle aree corrispondenti alle attuali

serre, ed il contemporaneo abbassamento delle aree adiacenti, nelle quali andarono ad

accumularsi i depositi marini più recenti.

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Il basamento calcareo della regione si é quindi formato nel mare, in un periodo di circa

cento milioni di anni, da processi di sedimentazione marina, attraverso varie fasi di

emersione e immersione e affiorando definitivamente circa due milioni di anni fa.

E’ durante il Cretaceo (100 milioni di anni fa) che la sedimentazione marina ha

costruito la platea calcarea che costituisce l’ossatura della regione pugliese.

Durante il Miocene (50 milioni di anni fa) la fascia adriatica fra Lecce, Otranto, Tricase

e Nardò veniva in gran parte sommersa e fra le isole affioranti venivano a depositarsi

sedimenti costituiti da calcareniti marnose organogene giallastre che oggi distinguiamo

col nome di “Pietra Leccese”.

Dal Pliocene al Quaternario il Salento subì, localmente ed in maniera discontinua, altri

fenomeni di emersione e immersione marina durante i quali i materiali, erosi dalla parte

emersa, andavano a depositarsi nella parte sommersa.

Nel periodo che precedette l’attuale sollevamento il Salento si presentava come un

arcipelago, fatto di scogli e di piccole isole di calcare, corrispondenti in genere ai picchi

più alti delle attuali Serre Salentine; sul fondo di questo arcipelago si depositarono i tufi

calcarei e, nelle zone più profonde, le formazioni argillose, costituite dal materiale più

fine.

Su queste formazioni, durante le fasi finali dell’emersione, si andarono depositando

sabbie e nuovi tufi.

La Grecía Salentina, orograficamente, é costituita da un modesto altipiano con un

piccolo avvallamento centrale, che separa i comuni di Sternatia, Soleto e Corigliano

d’Otranto da quelli di Zollino e Martignano; ai bordi orientali della Serra che passa per

Martignano e Martano troviamo l’abitato di Calimera, mentre a sud della stessa i centri

di Castrignano dei Greci e Melpignano.

I comuni di Soleto, Zollino, Martignano e Corigliano giacciono sopra i banchi calcarei

più antichi, quelli del Cretaceo, in genere fratturati e ricoperti di terra rossa e sono in

posizione più elevata rispetto agli altri.

I comuni di Martano, Castrignano e Melpignano si trovano sopra i depositi calcarei del

Miocene costituenti la “Pietra Leccese”.

Sternatia è situata ai piedi della collina che porta a Soleto e Corigliano, così come

Calimera, ai piedi di un’altra serra, poggia su sabbioni calcarei tufacei.

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L’area della Grecìa Salentina é in una posizione relativamente elevata rispetto al mare e

riposa direttamente sulle serie litologiche più antiche, calcari compatti o pietra leccese.

Da queste peculiarità naturali deriva la comune assenza di acque superficiali e la

presenza sul territorio di manufatti per ovviare a tale penuria, come cisterne e pozzelle,

nonché le modalità di sfruttamento del suolo.

Altra caratteristica dell’area é l’abbondanza di materiale lapideo pregiato, come la pietra

leccese o quella di Soleto, che hanno dato vita ad industrie fiorenti e rinomate.

Idrogeologia

L’approvvigionamento idrico é un problema comune a tutto il Salento, ma

particolarmente sentito nelle aree in cui prevalgono gli affioramenti calcarei più antichi

come la Grecía Salentina.

Tali affioramenti presentano in genere fratture normali ai piani di stratificazione,

determinate dal corrugamento e dalle sollecitazioni ricevute durante i fenomeni di

innalzamento ed abbassamento, e sono perciò considerati permeabili alle acque. Così

queste ultime danno vita a fenomeni carsici che determinano voragini, inghiottitoi,

doline, tipici delle regioni calcaree.

I calcari mesozoici sono quindi rocce molto permeabili a causa della grande quantità di

fessure e contengono le acque dolci di falda, sostenute dalle acque marine in quanto più

leggere e meno ricche di sali.

Il solo comune di Calimera vanta la presenza di più zone e falde acquifere sovrapposte,

profonde e superficiali, nel suo territorio.

A tal proposito Cosimo De Giorgi, nella sua opera “Descrizione fisica, geologica ed

idrogeologica della Provincia di Lecce” segnalava per Calimera: 38 pozzi ai piedi della

Serra di Martignano (profondi dai 5 ai 7 metri), 23 pozzi (profondi dai 25 ai 27 m.) e a

nord - est dell’abitato e a sud - ovest altri 15 pozzi (profondi dai 15 ai 25 metri).

Nell’ambito dei sedimenti terziari e quaternari del territorio che da Calimera degrada

verso l’Adriatico, é presente una falda acquifera di tipo freatico che imbeve le parti

calcaree e sabbiose di tali sedimenti. Tuttavia, questi ultimi sono in maggior parte

impermeabili alla base, per la presenza di una rilevante componente marnosa. Siamo in

presenza della cosiddetta “Falda delle Fontanelle” che circola fra i terreni a struttura

calcareo-arenacea, localmente detti tufi.

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Questi terreni occupano un’estesa fascia adriatica che va da S. Cataldo ad Otranto,

nonché un grosso bacino interno che comprende i territori di Lizzanello, Vernole,

Caprarica e Castrì.

Il complesso acquifero sotterraneo trae alimentazione dalle acque piovane che vengono

assorbite dal terreno su tutto il bacino prevalentemente nei mesi autunnali e invernali.

L’alta permeabilità dei terreni costituenti la Grecía Salentina, che assorbono la maggior

parte delle precipitazioni piovose, determina l’assenza di corsi d’acqua superficiali.

Le acque vanno ad alimentare la falda profonda che nel territorio si colloca dai 74 m. di

Sternatia ai 98 di Martignano.

Elemento comune al territorio é quindi la scarsità d’acqua e la sua difficoltà di

estrazione ed utilizzo. Lo spirito di adattamento di queste ingegnose popolazioni ha però

prevalso, stabilendo con l’ambiente un rapporto sostenibile: vennero costruite le cisterne

per la raccolta delle acque piovane, le pozzelle in depressioni naturali e, nelle

campagne, forme di sfruttamento del suolo compatibili con l’esigenza di massimizzare

l’utilità dell’acqua.

- Aspetti vegetazionale e dell’uso del suolo

Aspetti Ambientali dell’Area Vasta

Inquadramento generale

L’Area vasta presa in considerazione per contestualizzare il territorio di Martignano

comprende il territorio della cosiddetta “Grecìa Salentina”, area che si colloca

nell’ambito della sub-regione del Tavoliere di Lecce.

Comprende i territori comunali di Martignano, Calimera, Sternatia, Soleto, Zollino,

Martano, Carpignano Salentino, castrignano dei Greci, Melpignano, Corigliano

d’Otranto e Cutrofiano.

Si tratta di aree a fortissima valenza agricola, antropizzate da tempi remoti che

presentano una naturalità residua solo su limitatissime superfici.

La coltura arborea dominante è quella dell’olivo, omogeneamente distribuita in tutte le

aree comunali considerate, in subordine compare la vite, maggiormente rappresentata

nel territorio di Cutrofiano, mentre per quanto riguarda i seminativi dominano le colture

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cerealicole ed in seconda istanza sono presenti colture orticole negli ambiti più fertili e

irrigui.

Caratterizzazione Biotica

Vegetazione

E’ molto difficile interpretare la vegetazione naturale della penisola salentina senza

prendere in considerazione una serie di fattori che hanno agito e che agiscono su

quest’area della Puglia meridionale.

Da una prima superficiale analisi si potrebbe pensare ad una situazione vegetazionale in

perfetto equilibrio, sviluppatasi indisturbata nel corso dei secoli. In realtà l’ambiente

vegetale risulta essere molto fragile e profondamente influenzato dalle attività

antropiche come il pascolamento intensivo, oggi in forte regressione, l’agricoltura

itinerante, gli incendi, lo smacchia mento sistematico, che hanno fortemente impoverito

e in alcuni casi totalmente distrutto la vegetazione naturale originaria.

La regione salentina è dal punto di vista floristico abbastanza isolata dal resto della

nostra penisola, ciò a causa di una serie di fattori ecologici che costituiscono una vera e

propria barriera, separandola così dal resto della Puglia.

Fitogeograficamente il Tavoliere salentino è molto vicino alla penisola Balcanica e alle

isole dell’Egeo per alcuni dei suoi aspetti vegetazionali più significativi, i quali sono

testimonianza di un’antica unione al continente Egeico meridionale, che risalirebbe fine

del Miocene secondo l’ipotesi di Francini.

La successiva disgiunzione e, quindi, un isolamento millenario delle stazioni relitte di

specie rimaste nella penisola salentina, ha trasformato queste ultime, modificandole

rispetto ai taxa originari, in endemiti pugliesi o salentini.

Le entità vegetali orientali che maggiormente documentano questo collegamento

pontico sono Quercus coccifera s.l. (in Salento Quercus calliprinos Webb o Quercus

coccifera L. subsp. calliprinos (Webb) Corti); Quercus trojana Webb (diffusa nella

penisola balcanica, che ha il proprio areale diviso in due dal canale di Otranto, pertanto

definita da D’AMATO (1949) come specie paleoegeica meridionale transjonica); Quercus

macrolepis Kotschy (= Q. aegilops L. var. macrolepis Kotschy, è un altro elemento

italo-balcanico, con un maestoso esemplare presente a Corigliano d’Otranto. Phlomis

fruticosa L., entità xerofila dotata di una notevole potenzialità di espansione, si è diffusa

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in tutta la penisola salentina conquistando terreni rocciosi; Thymus capitatus (L.)

Hoffmgg. et Link., specie importante nella ricostituzione della vegetazione arbustiva.

Accanto a queste specie paleoegeiche meridionali, che mettono in evidenza come la

Puglia abbia rappresentato, e lo sia tutt’oggi, il punto di confluenza della flora

mediterranea occidentale ed orientale, se ne sono conservate altre il cui areale attuale è

anfiadriatico.

Un’attenta analisi dei resti vegetazionali presenti nei territori in esame fa subito pensare

ad una vegetazione originaria abbastanza diversa da quella attuale. Se, difatti, nel corso

del tempo, non fosse intervenuto l’uomo, tale territorio può essere immaginato come

una regione ricca di tipiche macchie-foreste mediterranee inquadrabili nella classe

Quercetea ilicis Br.-Bl. 1947. A tal proposito l’Atlante del Rizzi-Zannoni del 1808

mostra un Salento ancora interessato dall’estensione di ampie foreste, specialmente

lungo la fascia adriatica.

La vegetazione climacica originaria, quindi, si pensa fosse caratterizzata da un Oleo-

Ceratonion, prossimo ad un Oleo-Lentiscetum, nelle zone vicine al mare e più

termoxerofile, e, nelle aree interne e più mesofile, da un Ciclamino-Quercetum ilicis,

ricco, però, nelle radure di elementi dell’Oleo-Ceratonion.

Con la distruzione del Quercion ilicis , alcune specie caratteristiche dell’Oleo-

Ceratonion si sono particolarmente diffuse, determinando così la formazione di un

Oleo-Ceratonion di espansione, il quale da un lato si avvicina ad un Oleo-Lentiscetum

degradato, dall’altro ricorda fisionomicamente il Thymion capitati del Medio Oriente,

senza identificarsi però con questo.

Conoscenze della flora e vegetazione

Il Tavoliere Salentino o Tavoliere di Lecce, nell’area della Grecìa Salentina, è costituito

da un’area pianeggiante corrispondente alla parte centrale della Penisola Salentina. Si

tratta di un’area ad elevato sviluppo agricolo con oliveti, vigneti e seminativi, nella

quale sono presenti solo piccoli e isolati boschi, talvolta degradati e di limitata

estensione, caratterizzati dal leccio, relitti dell’antica copertura forestale che interessava

la zona. Esempi interessanti sono rappresentati dalle leccete di Calimera nell’area dei

cosiddetti “Boschi di Calimera”; il Bosco Le Chiuse di Cutrofiano, mentre le pinete

sporadicamente presenti come quella interessante di Carpignano nell’area di Santa

Marina di Stigliano, sono di origine antropica. A tratti il substrato roccioso affiorante ha

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consentito la sopravvivenza di importanti nuclei di macchia mediterranea ed in

particolare di formazioni a Quercus calliprinos che talvolta costituiscono interessanti

cenosi.

In quest’area non sono infrequenti le garighe a Thymus capitatus che rappresentano una

forma di ricostituzione della vegetazione su suoli poco evoluti o degradati o su litosuoli.

Stato delle conoscenze vegetazionali

Vegetazione boschiva

Le leccete rappresentano la tipologia boschiva maggiormente diffusa in passato

nell’Area Vasta in considerazione. In un recente lavoro di revisione le leccete del

Salento vengono inquadrate nell’associazione Cyclamino hederifolii-Quercetum ilicis e

nella subassociazione myrtetosum communis che inquadra le leccete del Salento.

La vegetazione a quercia spinosa (Quercus calliprinos) si distingue in due principali

tipi strutturali di cui uno di macchia bassa riferibile all’associazione Arbuto unedi-

Quercetum calliprini ed uno tipicamente forestale inquadrato invece nell’associazione

Hedero helicis-Quercetum calliprini .

Vegetazione camefitica di gariga

La vegetazione camefitica viene inquadrata nelle classi Rosmarinetea officinalis e Cisto

cretici-Micromerietea julianae. La prima raggruppa le garighe calcicole che si

sviluppano nei territori biogeografici del Mediterraneo occidentale e centrale mentre la

seconda ha prevalente distribuzione orientale. Nell’ambito della classe Rosmarinetea

officinalis è presente l’associazione Rosmarino officinalis-Thymetum capitati che

inquadra le garighe basse sviluppantesi su substrati calcarei, marnosi e silicei.

Vegetazione arbustiva di macchia

Nell’ambito delle indagini finalizzate allo studio fitosociologico della vegetazione

arbustiva di macchia e di mantello, le conoscenze attuali non possono ritenersi complete

soprattutto per quanto concerne le formazioni arbustive di sostituzione dei boschi.

La vegetazione di macchia è costituita prevalentemente da arbusti termofili viene

riferita all’alleanza Oleo-Ceratonion dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia. In alcune

località dell’area considerata, è segnalata a tratti la presenza dell’associazione

Calicotomo-Myrtetum indicata come stadio di degradazione della lecceta ed inquadrata

nell’alleanza Quercion ilicis .

Vegetazione igrofila

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In alcune aree umide temporanee, cioè che si allagano in autunno-inverno e si

prosciugano d’estate sono presenti i cosiddetti “stagni temporanei mediterranei”,

habitat di limitata superficie ma di grande valore sotto il profilo della biodiversità

perché ospitano una rarissima flora effimera tipica di questi ambienti. Nei corsi d’acqua

di origine artificiale si riscontra a volte la presenza di comunità vegetali appartenenti

alla classe Potametea pectinati, in particolare sono state segnalate le associazioni

Potametum colorati, Potametum lucentis , Potametum pectinati.

Ai bordi degli stessi canali si sviluppano alcune associazioni di elofite che vanno a

costituire delle fasce che si distribuiscono in funzione della profondità dell’acqua. La

tipica vegetazione a tifa è stata attribuita alle associazioni Typhetum angustifoliae, la più

igrofila, e Typhetum latifoliae. Comune è l’associazione Phragmitetum australis che si

insedia nelle aree con acque poco profonde.

Schema sintassonomico della vegetazione

Quercetea ilicis Br.-Bl. 1947

Pistacio lentisci-Rhamnetalia alaterni Rivas-Martinez 1975

Oleo-Ceratonion Br.-Bl. 1936 em. Rivas-Martinez 1975

Asparago acutifolii-Juniperetum macrocarpae (Molinier 1955) O. de Bolós 1962

Oleo-Lentiscetum Mol. 1951

Calycotomo-Myrtetum Guinochet 1944

Quercetalia ilicis Br.-Bl. (1931) 1936 em. Rivas-Martinez 1975

Quercion ilicis Br.-Bl. (1931) 1936 em. Rivas-Martinez 1975

Ciclamino-Quercetum ilicis subass. myrtetosum Biondi, Casavecchia, Guerra, Medagli,

Beccarisi e Zuccarello, 2005

cenosi a Quercus calliprinos Webb

Rosmarinetea officinalis Rivas-Martinez, Diaz, Prieto, Loidi et Penas 1991

Cisto-Ericetalia Horvatic 1958

Cisto-Ericion Horvatic 1958

Rosmarino-Thymetum capitati Furnari 1965

Serie della vegetazione

Le serie di vegetazione riconosciute nell’area vasta sono:

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Serie adriatico-occidentale, climatofila, calcicola, termomediterranea subumida della

quercia spinosa.

(Hedero helicis-Querco calliprini Σ )

Distribuzione : aree interne della Penisola Salentina

Fisionomia, struttura e caratterizzazione floristica dello stadio maturo: boschi maturi, in

qualche caso ad alto fusto, puri o misti con leccio. Nello strato arbustivo notevole è la

presenza di specie sclerofille sempreverdi quali Pistacia lentiscus, Rhamnus alaternus,

Lonicera implexa, Phillyrea media etc. Strato erbaceo povero con presenza di elementi

stenomediterranei quali Stipa bromoides, Allium subhirsutum, Carex distachya.

Caratterizzazione litomorfologica e climatica: la serie si sviluppa sui calcari compatti a

frattura irregolare (Calcari di Melissano) del piano bioclimatico termomediterraneo sub

umido.

Stadi della serie: la tappa matura della serie è rappresentata dal bosco dell’associazione

Hedero helicis-Quercetum calliprini. Lo stadio che prelude al bosco è rappresentato da

macchie dense ed intricate di sclerofille sempreverdi dominate dalla quercia spinosa con

numerose specie dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia e dell’alleanza Oleo-Ceratonion

riferibili all’associazione Arbuto-Quercetum calliprini. Gli altri stadi della serie non

sono attualmente conosciuti.

Serie della penisola salentina, climatofila, basifila, termomediterranea subumida

inferiore-secco superiore del leccio

(Cyclamino hederifolii-Querco ilicis Σ myrtetosum communis)

Distribuzione: gran parte della penisola salentina.

Fisionomia, struttura e caratterizzazione floristica dello stadio maturo: leccete dense e

ben strutturate con abbondante alloro (Laurus nobilis) nello strato arboreo e mirto

(Myrtus communis) in quello arbustivo che caratterizzano la subassociazione

myrtetosum communis, e che dimostrano una maggiore oceanicità dovuta alla

condizione climatica più umida. Nello strato arbustivo si rinvengono, oltre al mirto,

Hedera helix, Asparagus acutifolius, Rubia peregrina var. longifolia, Pistacia lentiscus,

Smilax aspera, Ruscus aculeatus, Phillyrea media, Rhamnus alaternus, Rosa

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sempervirens etc. Lo strato erbaceo è molto povero con scarsa presenza di Carex

hallerana, C. distachya e Brachypodium sylvaticum.

Caratterizzazione litomorfologica e climatica: l’associazione si sviluppa principalmente

su substrati prevalentemente calacarenitici ed è presente anche su sabbie, nel piano

bioclimatico termomediterraneo subumido.

Formazioni forestali di origine antropica: pinete a pino d’Aleppo e macchie a Acacia sp.

pl.

Formazioni forestali di origine antropica: rimboschimenti di eucalipto e di pino

d’Aleppo.

Specie vegetali di interesse conservazionistico

specie delle liste rosse

Lista Rossa

Nazionale

Lista Rossa

Regionale

Isoetes histrix X

Ophioglossum lusitanicum X

Allium atroviolaceum X

Berteroa obliqua X

Cytinus ruber X

Ophrys holoserica subsp. candica X

Ophrys holoserica subsp. parvimaculata X

Sistema Insediativo e Infrastrutture per la Mobilità

Il Comune di Martignano risulta inserito nel sistema territoriale salentino nel senso più

ampio in posizione decentrata. Infatti l’analisi del suo inquadramento territoriale riferita

al rilievo dello stato di fatto del sistema infrastrutturale viario, evidenzia una perifericità

del comune rispetto ai grandi assi di comunicazione provinciali. La situazione

infrastrutturale viaria territoriale risulta nel complesso sufficiente alle esigenze socio-

economiche del territorio, anche per il potenziamento della strada provinciale Lecce-

Otranto già realizzato dall’Amministrazione Provinciale. La rete principale della

viabilità non attraversa il territorio comunale di Martignano ed il collegamento più

vicino, nel comune di Sternatia, è quello con la strada a scorrimento veloce Lecce-

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Maglie che dista circa 3 km. dal centro. L’unica arteria che attraversa il territorio

comunale di Martignano è la provinciale Lecce-Otranto, ultimamente potenziata che

rappresenta un utile collegamento con il capoluogo e con Otranto promuovendo così lo

sviluppo dei centri attraversati. Per quanto riguarda i trasporti e i collegamenti ferroviari

il Comune di Martignano è praticamente escluso in quanto non è attraversato dalla linea

ferroviaria che nel Salento è gestita dalla società Ferrovie del Sud-Est. La stazione

ferroviaria di Lecce permette i collegamenti nazionali ed internazionali.

La comunità di Martignano non utilizza i collegamenti ferroviari “locali”, anche perché

la stazione più vicina è quella di Sternatia che dista circa 3 Km.

Il sistema insediativo in cui territorialmente è inserito Martignano è costituito

prevalentemente dai centri della Grecìa Salentina nonché dal piccolo centro di Caprarica

di Lecce. La caratterizzazione territoriale più forte è rappresentata dalla Grecìa

Salentina.

La Grecìa Salentina è costituita da un insieme di centri urbani caratterizzata da un

patrimonio culturale linguistico omogeneo di ascendenza sicuramente greca che

comprende i comuni di Calimera, Castrignano dei Greci, Corigliano d’Otranto,

Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia, Zollino che nel 2001 hanno

costituito l’unione dei Comuni cui di recente si sono aggiunti Cutrofiano e Carpignano

Salentino. Martignano ha sempre rappresentato un punto di forza soprattutto dal punto

di vista culturale dell’area grìca, pur essendo il comune più piccolo sia

demograficamente che territorialmente e di scarsa dotazione infrastrutturale.

La morfologia degli insediamenti della Grecìa Salentina così come tutti i centri del

Salento si è sviluppata in maniera compatta lungo gli assi viari storici con elementi

significativi rappresentati dalle case a corte e dalle “pozzelle” costituite da una serie di

pozzi ubicati nella parte più depressa dell’abitato, per la raccolta delle acque da cui la

popolazione attingeva per gli usi domestici.

Lungo la viabilità di collegamento intercomunale Lecce-Otranto S.P. n. 28 si stanno

sviluppando in particolare nel comune di Caprarica di Lecce e di Martignano,

insediamenti produttivi di dimensioni medio-piccole. In particolare la realizzazione

della strada di collegamento tra la zona produttiva del comune di Martignano con quella

di Calimera evidenzia la tendenza a un collegamento sempre più forte dal punto di vista

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infrastrutturale finalizzato ad una integrazione fra i due insediamenti produttivi per

migliorare l’offerta ed ottimizzare i servizi.

Reti Tecnologiche

Rete idrica

Il Salento è alimentato da due adduttori principali: il “sifone leccese”, proveniente dal

Sele, e l’acquedotto del Pertusillo. A questi due acquedotti si aggiungono 94 pozzi

dell’AQP per il prelievo delle acque di falda.

Rete gas naturale

Il territorio è servito da una serie di condotte che costituiscono la direttrice in direzione

di Maglie della rete della SNAM che da Brindisi attraversa il Salento. Da tale direttrice

si diramano delle condotte per trasportare il gas dalle zone di produzione alle zone di

consumo e per allacciare le utenze ubicate al di fuori dei nuclei abitati. La condotta a

servizio del territorio di Martignano si sviluppa nel territorio di Sternatia.

Rete elettrica

La rete elettrica territoriale è costituita da un tracciato aereo di linea di alta tensione in

direzione est-ovest e da un tracciato della linea di media tensione. Non risultano

programmi di potenziamento e messa in efficienza della rete in Salento essendo già

stato completato nel 2002 l’impianto di rilevanza strategica di interconnessione Italia-

Grecia.

Depurazione

Su buona parte del territorio provinciale sono stati realizzati impianti di depurazione.

Martignano usufruisce dell’impianto ubicato nel territorio del comune di Melendugno.

Discarica

Nel territorio di Martignano non è presente alcuna discarica; il comune di Martignano

per lo smaltimento dei R.S.U. fa parte del Bacino Lecce 1 che utilizza il sistema

impiantistico ubicato nel comune di Cavallino.

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Dotazioni Territoriali e Forme di Sovracomunalità

Il territorio di riferimento del comune di Martignano, caratterizzato dai centri la cui

distanza varia da 1 km. (Calimera) a 10 km., dista dal capoluogo 15 km.

La popolazione di Martignano fa riferimento per i servizi ospedalieri a Galatina e

soprattutto a Lecce; per le scuole superiori a Martano e a Lecce; per l’amministrazione

della Giustizia al Tribunale di Lecce compresa la sezione distaccata di Galatina.

Nel territorio in esame sono presenti nei comuni di Martano e Calimera servizi socio-

assistenziali e nel comune di Calimera cine-teatro, museo di storia naturale, impianto

natatorio e guardia medica.

La ricognizione del sistema territoriale di area vasta è completata dalle forme di

aggregazione dei comuni per la gestione di servizi e di progetti in comune. La più

importante aggregazione è rappresentata dall’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina

che si è costituita nel 2001 e comprende i comuni di Calimera, Castrignano dei Greci,

Corigliano d’Otranto, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia, Zollino cui,

di recente, si sono aggiunti Cutrofiano e Carpignano Salentino, con funzioni

prevalentemente mirate alla gestione dei servizi comunali in forma associata, alla

promozione della cultura locale e al marketing territoriale.

Il Piano Sociale di Zona comprende i comuni di Calimera, Caprarica di Lecce,

Carpignano Salentino, Castrì di Lecce, Martano, Martignano, Melendugno, Sternatia,

Vernola e Zollino che ha come obiettivo la realizzazione di un sistema integrato di

interventi e servizi sociali.

Infine il comune di Martignano aderisce al Consorzio dei comuni che organizzano “La

Notte della Taranta”, evento culturale di richiamo internazionale.

Le Indicazioni della Pianificazione Sovraordinata

Gli strumenti di pianificazione regionali che interessano il territorio di Martignano ai

fini della redazione del PUG sono:

- Piano di Assetto Idrogeologico (PAI)

- Progetto di piani di tutela delle acque

- Piano Regionale Attività Estrattive (PRAE)

- Piano Urbanistico Territoriale per il Paesaggio (PUTT)

- Piano Regionale dei Trasporti (PRT)

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- Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)

- Piano di traffico della viabilità extraurbana della provincia di Lecce (PTVE)

- Piano strategico di Area Vasta di Lecce 2020

Piano di Assetto Idrogeologico (PAI)

Il PAI costituisce Piano Stralcio del Piano di Bacino per l’Assetto Idrogeologico, ai

sensi dell’art. 17 comma 6 ter della legge n. 183 del 18/05/1989, ha valore di piano

territoriale di settore ed è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo

mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate

alla conservazione, alla difesa a alla valorizzazione del suolo ricadente nel territorio di

competenza dell’Autorità di Bacino della Puglia.

In relazione alle condizioni idrauliche, alla tutela dell’ambiente e alla prevenzione di

presumibili effetti dannosi prodotti da interventi antropici, così come risultanti dallo

stato delle conoscenze, le Norme Tecniche del PAI distinguono e disciplinano gli

interventi in riferimento alla presenza di:

- Alveo fluviale in modellamento attivo ed aree golenali (art. 6 delle NTA);

- Aree ad alta pericolosità idraulica – AP (art. 7 delle NTA);

- Area a media pericolosità idraulica – AM (art. 8 delle NTA);

- Area a bassa pericolosità idraulica – BM (art. 9 delle NTA);

- Fasce di pertinenza fluviali (art. 10 delle NTA).

Nel comune di Martignano il PAI non individua aree a rischio idrogeologico.

Nei comuni limitrofi è presente una limitata area ad alto rischio idraulico ubicata al

margine orientale dell’abitato di Caprarica lungo la strada congiungente Calimera. A

nord dello stesso abitato di Caprarica viene infine segnalata un’area modesta ad alta

pericolosità idraulica.

I caratteri di permeabilità dell’acquifero carbonatico mesozoico dovuti, come detto, allo

stato di fratturazione e al grado di incarsimento della roccia, possono venire

rappresentati dalle portate specifiche, ossia dai valori di portata emungibile

corrispondenti ad un metro di effettiva depressione del livello del pozzo. La portata

specifica rappresenta in definitiva la capacità della formazione litologica costituente

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l’acquifero e relativamente alla porzione interessata dal pozzo in esame, a farsi

attraversare da un flusso idrico sotterraneo; in altri termini a portate specifiche elevate

corrispondono caratteri di permeabilità dell’acquifero alti e viceversa.

La zona in esame, parte di una delle migliori zone idrogeologiche del Salento per

quanto concerne la possibilità di utilizzazione delle acque del sottosuolo, è

caratterizzata da portate specifiche elevate, dell'ordine delle svariate decine di l/s/m

nella porzione nord occidentale; da portate specifiche più contenute (30-50 1/s.m.) o

basse (pochi 1/s.m.) nella fascia costiera e nella porzione sud-orientale.

La distribuzione dei caratteri di permeabilità, anche se desunti per la parte più

sommitale dell'acquifero nella quale sono attestate le perforazioni, ha un riscontro

nell'andamento delle isopieze le quali, oltre a definire la direzione generale del moto

della falda mette anche chiaramente in evidenza le direttrici principali del deflusso

idrico sotterraneo: queste ultime generalmente si sviluppano nelle porzioni di acquifero

caratterizzate da un maggior grado di permeabilità, mentre in corrispondenza delle

porzioni di acquifero a più basso grado di permeabilità sono per lo più presenti

spartiacque idrologici.

L'andamento delle isopieze mostra altresì come sino mediamente a 2 km di distanza

dalla linea di costa i carichi idraulici risultino ancora elevati, dell’ordine di 1 m s.l.m.,

dall’esame della morfologia della superficie piezometrica si rileva inoltre come il

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deflusso idrico sotterraneo nell’area in esame si realizzi sotto cadenti idrauliche medie

dell’ordine dello 0.3-0.4 % con valori minimi dello 0.1 % e massimi dello 0.5 %; ciò è

anche conseguenza dell’ampia eterogeneità di permeabilità dell’acquifero.

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Piano di Tutela delle Acque (PTA)

Il Piano di Tutela delle Acque è uno strumento di pianificazione in materia di acque

introdotto dal D. Lgs. 152/2006 finalizzato alla tutela delle acque dall’inquinamento.

Gli obiettivi che si propone sono quelli di proteggere e preservare lo stato qualitativo e

quantitativo dei corpi idrici al fine di:

- prevenire e ridurre l’inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati;

- conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguare protezioni di quelle

destinate a particolari usi;

- perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche con priorità per quelle

potabili;

- mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici nonché la capacità di

sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate.

Per quanto concerne infine la zonizzazione della vulnerabilità integrata dal fattore “P”

riportata dal Piano Tutela delle Acque, le Carte tematiche lì prodotte confermano

ancora una volta quanto sopra già illustrato e cioè che il territorio amministrativo di

Martignano ricade per gran parte in aree a vulnerabilità alta mentre la fascia che

interessa la faglia diretta corrente a NNW-SSE a oriente dell’abitato viene considerata a

vulnerabilità elevata (vedi carta “Vulnerabilità degli acquiferi” sotto riportata).

Piano di Tutela delle Acque (PTA) è individuato dalla Parte Terza, Sezione II del

D.Lgs. 152/2006 recante norme in materia di tutela delle acque dall’inquinamento,

come strumento prioritario per il raggiungimento e il mantenimento degli obiettivi di

qualità ambientale per i corpi idrici significativi superficiali e sotterranei e degli

obiettivi di qualità per specifica destinazione, nonché della tutela qualitativa e

quantitativa del sistema idrico.

Piano Regionale Attività Estrattive (PRAE)

Il PRAE persegue i seguenti obiettivi (art. 1 del Titolo I delle NTA):

- individuare nell’ambito del territorio pugliese, tenuto conto dei vincoli esistenti e delle

necessarie esigenze di tutela ambientale, le zone suscettibili di preminente attività

estrattiva;

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- valutare i fabbisogni, per ogni singola classe di materiali, del mercato regionale,

nazionale ed estero nel medio e nel lungo periodo e programmare nell’arco di un

decennio lo sviluppo del settore secondo esigenze di sviluppo tecnologico, economico e

produttivo;

- disporre norme per l’apertura dell’esercizio delle cave;

- individuare nell’ambito del territorio zone abbisognevoli di intensa attività di recupero

ambientale e le aree da utilizzare a discarica dei residui di cave.

Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio (PUTT/P)

Il Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio (PUTT/P) è stato approvato

definitivamente con DGR n. 1748 del 15/12/2000 pubblicata sul BURP n. 6

dell’11/01/2001. Il PUTT/P disciplina i processi di trasformazione fisica e l’uso del

territorio allo scopo di: tutelarne l’identità storica e culturale, rendere compatibili la

qualità del paesaggio, delle sue componenti strutturanti, e il suo uso sociale,

promuovere la salvaguardia e valorizzazione delle risorse territoriali.

Il Piano si articola con riferimento a elementi rappresentativi dei caratteri strutturanti la

forma del territorio e dei suoi contenuti paesistici e storico culturali al fine di verificare

la compatibilità delle trasformazioni proposte in:

- sistema delle aree omogenee per l’assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico;

- sistema delle aree omogenee per la copertura botanico/vegetazionale e colturale e del

contesto faunistico attuale e potenziale che queste determinano;

- sistema delle aree omogenee per i caratteri della stratificazione storica

dell’organizzazione insediativa;

- individuazione e classificazione degli ordinamenti vincolistici vigenti;

- individuazione e classificazione delle componenti paesistiche costitutive della struttura

territoriale con riguardo alla specificità del contesto regionale, e ordinate in riferimento

ai precedenti sottosistemi;

- la definizione e regolamentazione degli interventi e opere aventi carattere di rilevante

trasformazione territoriale interessanti una o più aree di cui ai precedenti sottosistemi.

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Nell’elaborato allegato, Carta del Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il

Paesaggio (PUTT/P), sono riportati gli ambiti territoriali estesi con riferimento al livello

dei valori paesaggistici:

- valore rilevante (“B”), laddove sussistano condizioni di compresenza di più beni

costitutivi con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti;

- valore distinguibile (“C”), laddove sussistano condizioni di compresenza di un bene

costitutivo con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti;

- valore relativo (“D”), laddove non sussistendo la presenza di un bene costitutivo,

sussista la presenza di vincoli (diffusi) che ne individui una significatività;

- valore normale (“E”), laddove non è direttamente dichiarabile un valore paesaggistico.

Nella stesso elaborato sono riportati gli ambiti territoriali distinti, in particolare nell’area

intercomunale di riferimento. Il PUTT/P segnala i seguenti ATD:

- ambiti a vincolo paesaggistico ex Legge 1497/1939;

- aree a vincolo idrogeologico;

- componenti geo-morfo-idrogeologiche;

- componenti botanico-vegetazionali (boschi e macchie) e aree protette (zone

faunistiche);

- vincoli e segnalazioni archeologiche e architettoniche;

- paesaggio agrario di interesse storico culturale.

Nel comune di Martignano sono presenti ATE di valore “C” (l’intero territorio

comunale) mentre sono presenti ATD relativi alle componenti geo-morfologiche. Tali

ambiti distinti sono stati specificatamente individuati ed analizzati in riferimento allo

stato di fatto attuale al fine di proporre una modifica.

Componenti geo-morfo-idrogeologiche;

La parte di territorio comprendente quello amministrativo di Martignano ne

rappresenta l’ambiente ideale condizionato come è da una serie di formazioni

carbonatiche che ben si prestano all’instaurarsi di fenomeni di dissoluzioni di tipo

carsico restituendo forme epigee caratteristiche quali doline e inghiottitoi (vore).

Alle forme del paesaggio descritte vanno aggiunte infatti le manifestazioni più

appariscenti del carsismo e più condizionanti le parti di territorio interessate e cioè le

doline. Frequenti e numerose, alcune aventi raggi anche di qualche centinaio di metri,

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sono sparse un po’ dovunque nel Salento, isolate o a costituire veri e propri campi di

doline. L’abitato di Martignano, come gran parte del suo territorio amministrativo,

occupa un pianoro a doline.

La loro origine è legata alla presenza di fenditure o fratture presenti nel corpo

sedimentario là dove questi elementi costituiscono naturale recapito delle meteoriche.

L’azione erosiva delle acque che periodicamente raggiungono questi punti di

drenaggio verticale da più direzioni rispetto alla loro ubicazione, induce ad un

rimodellamento delle aree tutto intorno le quali morfologicamente tendono ad

assumere la conformazione di depresse rispetto a quelle limitrofe.

In generale, le forme che interessano le rocce cretaceo-eoceniche hanno diametri e

profondità superiori rispetto a quelle formatesi nelle calcareniti più recenti; le prime

inoltre mostrano in più punti gli effetti di successivi rimodellamenti erosivi sia di tipo

carsico che marino, risultando livellate in corrispondenza dei ripiani e “smussate” in

corrispondenza dei gradini.

Nel territorio di Martignano le doline osservate sono ovunque, colmate e interessate

dalla presenza di terre rosse argillose le quali, come detto, rappresentano in parte il

residuo insolubile degli stessi calcari e in parte sono lì trasportate dall’azione

meccanica delle acque corrivanti sulla superficie topografica per cui in più luoghi sono

miste a materiale detritico grossolano.

L’evolversi del fenomeno carsico qui è stato favorito anche da fattori morfologici

trattandosi di aree subpianeggianti per le quali le direzioni e le velocità di deflusso

delle meteoriche è ancor più variabile e temporaneo all’interno di bacini imbriferi di

delimitazione quasi ovunque incerta. In questo ambiente è risultato favorevole lo

sviluppo di più forme carsiche a costituire campi più o meno estesi di doline.

La presenza di più forme carsiche in limitate porzioni di territorio a costituire campi di

doline o, come nel nostro caso un pianoro a doline, oltre che interessare superfici

subpianeggianti dotate di scarsa circolazione delle meteoriche corrivanti sul piano

campagna, sono osservabili, più in generale nel Salento, principalmente in

corrispondenza delle zone di raccordo poste ai piedi dei modesti rilievi. In virtù delle

condizioni più favorevoli lì esistenti quali la presenza di rocce carbonatiche, la

maggiore concentrazione di acque meteoriche provenienti dai modesti rilievi adiacenti,

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la frequenza di discontinuità strutturali quali faglie e fratture, concorrono a costituire

forme carsiche riferite preferenzialmente a inghiottitoi, voragini e cavità.

Piano Regionale dei Trasporto (PRT)

In tale piano le linee di intervento individuate nel settore del trasporto sono relative ai

trasporti: stradale, ferroviario, marittimo, aereo, intermodalità dei passeggeri e delle

merci, ai servizi minimi. Inoltre è prevista la realizzazione di una rete per la mobilità

ciclabile. La provincia di Lecce è interessata da due itinerari ciclabile in particolare

l’itinerario 6 (via Adriatica) che da Lecce passa per i comuni di Lizzanello, Surbo,

Cavallino, S. Donato di Lecce, Martignano, Calimera, Melendugno e Vernole,

interessando così parte dell’area territoriale in esame.

Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)

Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Lecce è stato adottato con

DCP n. 39 del 15 giugno 2007 e approvato con deliberazione del CP n. 75 del 24

ottobre 2008. Le principali indicazioni del PTCP relative all’area di riferimento sono

riportate nelle tavole riferite al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.

L’ipotesi di organizzazione territoriale che il PTCP si propone è quella di considerare il

Salento come parco da rendere più moderno ed efficiente mediante la realizzazione di

nuove infrastrutture e un nuovo modello di sviluppo. Per la costruzione del Salento

come parco il PTCP articola gli obiettivi del piano stesso in:

- miglioramento del benessere e dei redditi individuali e collettivi;

- crescita della produzione e dell’occupazione nel rispetto delle naturalità;

- miglioramento della mobilità e dell’accessibilità;

- diversa articolazione dei modi dell’abitare nelle situazioni di concentrazione e

dispersione;

- tutela e il recupero dei centri antichi e del patrimonio culturale diffuso;

- sviluppo di un turismo compatibile;

attraverso quattro insiemi di politiche. Tali politiche sono così definite:

- politiche del welfare;

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- politiche della mobilità;

- politiche della valorizzazione;

- politiche insediative.

Per politiche del welfare intende una serie di azioni intese ad aumentare il benessere

individuale e collettivo delle popolazioni locali che riguardano i temi:

- della salubrità (regimazione delle acque superficiali, percolazione delle acque negli

acquiferi, processo di salinizzazione delle falde, depurazione e recupero delle acque

reflue);

- della sicurezza conservazione e diffusione della naturalità (tramite espansione contigua

a quelle di concentrazione della naturalità, infiltrazioni tramite forme allungate che

generano corridoi ecologici come i versanti delle serre e i canali idrografici o

percolazione nei paesaggi) – nel comune di Martignano e Martano sono segnalati ambiti

di infiltrazione di naturalità (versante delle serre);

- della prevenzione dai rischi;

- delle energie rinnovabili (trasformare il Salento da consumatore a

produttore/esportatore di energia facendo ricorso a tecnologie innovative che utilizzano

fonti di energia rinnovabili);

- delle infrastrutture sociali (evitare la formazione di nuovi poli accentranti e di grandi

dimensioni a favore di infrastrutture sociali di media dimensione uniformemente

distribuite sul territorio).

Per politiche della mobilità il PTCP individua un insieme di azioni tese ad aumentare

l’accessibilità ad una serie diffusa di destinazioni interne ed esterne al Salento e di

conseguenza ad aumentare l’efficienza, il confort e la sicurezza dei movimenti materiali

all’interno del Salento e verso l’esterno.

Per politiche della valorizzazione vengono proposte azioni tese a migliorare ed

aumentare i redditi della popolazione, a distribuirli in maniera egualitaria ed aumentare i

livelli di occupazione.

Un ruolo decisivo per la valorizzazione dello spazio rurale viene dato dal PTCP allo

sviluppo delle attività agricole e in particolare a viticoltura, colture olearie, orticoltura e

floricoltura in serra. Nel comune di Martignano sono riconoscibili aree coltivate ad

oliveto.

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Lo sviluppo locale inteso come produzione industriale si realizza tramite aree produttive

attrezzate e infrastrutture della mobilità ed energetiche e relative alla raccolta e al

trattamento delle acque reflue e dei rifiuti.

Il PTCP prevede un insieme di politiche per il tempo libero tali da aumentare e

migliorare la fruibilità e l’abitabilità del Salento non solo da parte delle popolazioni

provenienti da fuori del Salento ma anche della popolazione salentina stessa.

In tale contesto sono da evidenziare gli “strati del parco” (muri a secco, pagghiare,

masserie, ecc.) presenti a Martignano e nei comuni limitrofi nonché le “stanze del

parco”, cioè parti del territorio fortemente connotate da caratteri comuni, radicate nel

territorio o nella cultura, una delle quali coincide con la Grecìa Salentina.

Le politiche insediative proposte dal PTCP riguardano un insieme di azioni finalizzate

alla costruzione di un territorio funzionale, un ambiente e uno spazio abitabile nel quale

sia possibile governare i processi di concentrazione e dispersione. Il PTCP individua nel

territorio comunale di Martignano per le aree della concentrazione: il centro antico e le

aree pianificate; per le aree della dispersione due ambiti in prossimità dei centri a sud

dell’abitato. Il PTCP non riporta aree di potenziale espansione della dispersione

insediativa.

Piano di traffico della viabilità extraurbana della provincia di Lecce (PTVE)

I principali obiettivi del PTVE sono l’adeguamento della principale rete infrastrutturale

della Provincia di Lecce e più specificatamente:

- la definizione di una gerarchia della rete stradale basata sul ruolo specifico di ogni

itinerario, e attuata con coerenza e continuità dei tracciati, sulla base dei flussi di

mobilità rilevati;

- l'aderenza della rete agli insediamenti, pena l’inefficacia del tracciato al fine di

decongestionare i centri urbani;

- la definizione degli itinerari in aderenza, per quanto possibile, ai tracciati storici, lungo

i quali si concentrano con maggiore consistenza le attività;

- la permeabilità dei tracciati in modo da garantire l’effettiva connessione di tutti gli

insediamenti, senza però venir meno al necessario controllo degli accessi;

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- la protezione del percorso e controllo degli accessi, al fine di evitare inutili soluzioni

di continuità del tracciato, derivate dalla promiscuità e continuità degli accessi;

- l' efficacia dei percorsi in termini di acquisizione di flusso;

- la possibilità di ampliamento dei tracciati in considerazione delle potenzialità

prevedibili per gli itinerari.

Il PTVE procede alla classificazione delle strade secondo il codice della strada. Nel

territorio in esame identifica come: strade principali extraurbane ed urbane di categoria

B la strada statale 16 Lecce-Maglie. Tutte le altre strade rientrano nella categoria strade

locali in ambito extraurbano di cat. F1 – F2.

Per perfezionare e garantire le relazioni all’interno delle aree urbane il PTVE prevede

degli itinerari di progetto che si aggiungono alle direttrici esistenti. Pur non interessando

il territorio comunale, lo stesso compreso tra il primo itinerario “Cintura dell’area

urbana leccese” che dalla marina di Lecce (Casalabate) giunge alle marine di

Melendugno (Torre dell’Orso) passando per il comune di Caprarica di Lecce confinante

con Martignano, e il quarto itinerario “Istmica alta” che da Gallipoli giunge ad Otranto

attraversando il comune di Martano.

Piano strategico Area Vasta di Lecce 2020

Ai fini della programmazione 2007-2013 il comune di Martignano è inserito nel piano

strategico “Area Vasta di Lecce”. Gli obiettivi generali del piano strategico sono i

seguenti:

- competitività e innovazione;

- qualità dei territori;

- società dell’informazione ed economia della conoscenza.

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IL SISTEMA TERRITORIALE LOCALE

1.2 Il sistema territoriale locale:

Sistema geomorfologico e idrografia

Inquadramento geologico generale

Vulnerabilità del territorio

Sistema geomorfologico

Nell’area comprendente il territorio amministrativo di Martignano i risultati ottenuti dai

rilevamenti geologici e dalle ricostruzioni stratigrafiche hanno permesso di distinguere

tre distinte unità litostratigrafiche, dalla più antica alla più recente:

Calcari di Melissano (Cretaceo)

Pietra leccese (Miocene Inferiore – Miocene Superiore)

Calcareniti di Gravina (Pleistocene Inferiore)

Terreni residuali (terre rosse) (Recenti-Attuali)

Calcari di Melissano. Questa unità affiora estesamente per gran parte del territorio

esaminato. Lo stesso abitato di Martignano giace per quasi tutta la sua estensione

(escluso il bordo occidentale) su terreni calcarei e calcareo-dolomitici parte della

potente formazione carbonatica preneogenica la quale costituisce il basamento rigido

dell'intera regione. Questa formazione carbonatica si presenta in più luoghi stratificata

ed interessata da fratture riempite di materiale argilloso rossastro.

Sulla base degli elementi litologici e paleontologici, nonché su basi bibliografiche,

l’ambiente deposizionale si può considerare di piattaforma interna, di mare sottile, con

episodici periodi di emersione. La successione descritta viene attribuita all’intervallo

Turoniano – Senoniano.

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Pietra leccese. Nella sua espressione generale la Pietra leccese è una biomicrite giallo-

paglierino a prevalenti organismi planctonici e con bentonici indicativi della parte più

profonda della zona neritica esterna. Talora alla base è presente una breccia, talaltra il

contatto con unità precedenti è marcato da una spalmatura fosfatica o comunque un

esile livello fosforitico.

Calcareniti e biocalcareniti bianco-giallastre (Pleistocene inferiore) L’unità delle

Calcareniti di Gravina affiora al bordo nord-orientale e sud-occidentale dell’area di

nostro interesse. Al di sopra della formazione delle calcareniti mioceniche infatti, si

rinviene, in trasgressione con discordanza angolare la formazione delle Calcareniti di

Gravina riferita in letteratura al Pliocene medio e Pleistocene inferiore. La superficie di

trasgressione ha un andamento irregolare e corrisponde ad una superficie di erosione

subaerea successivamente rielaborata dall’azione di abrasione del mare in fase

trasgressiva.

Presunto andamento della faglia diretta (che materializza un gradino morfologico nel tratto meridionale) che pone a contatto sedimenti cretacei (calcari) con altri plio-pleistocenici (calcareniti)

calcari

calcareniti

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Il contatto localmente è quasi ovunque marcato da un conglomerato i cui ciottoli

calcarei e dolomitici sono compresi in una matrice calcarenitica: a luoghi il contatto è

segnato da orizzonti di terre rosse residuali di spessore decimetrico e centimetrino.

Questi depositi sono costituiti da calcareniti e biocalcareniti di colore bianco-giallastro

in banchi a giacitura massiccia con irregolari cenni di stratificazione.

L’età della formazione viene segnalata da più autori la presenza di A. islandica (Linneo)

indicativa quindi proprio di un’età pleistocenica inferiore.

Sulla base di numerosi sondaggi geognostici eseguiti nella zona, la potenza di questi

sedimenti varia sensibilmente da pochi metri sino ad una quarantina di metri.

Terreni residuali (terre rosse). Condizionano in modo irregolare e con spessori variabili

la superficie topografica del territorio amministrativo di Martignano. Ė proprio la loro

presenza a condizionare o meno le attività legate all’agricoltura e l’utilizzo dei terreni

stessi per le pratiche agricole. Gli affioramenti dei calcari cretacei condizionano infatti

gran parte del territorio limitando, in corrispondenza, lo sfruttamento agricolo a poche

culture quali uliveti e sporadici frutteti e in questo caratterizzando un paesaggio carsico

già più volte ricordato quale propria peculiarità.

Di contro però in corrispondenza di depressioni anche poco significative, in genere

riconducibili a modeste sinclinali (vedi la carta della morfologia là dove a occidente

dell’abitato viene segnalata una ampia sinclinale) e ancor più frequenti in

corrispondenza di doline carsiche non più attive e regolarizzate e parzialmente colmate

proprio da terreni residuali rossastri, questi depositi condizionano la superficie

topografica sia per la loro continuità che per i loro spessori (eluvium : materiale eluviale

–residuale-, ovvero frammenti di roccia disgregata dagli agenti atmosferici che sono

rimasti in posto o sono rotolati per distanze modeste).

Condizionamento che incide non solo sulla possibilità di un uso del suolo, in

agricoltura, più differenziato (aree a seminativi e seminativi arborati: vedi carta dell’uso

del suolo) ma proprio perché residenti in aree depresse, aree cioè costituenti naturale

recapito delle meteoriche corrivanti sul piano campagna, ricevono i maggiori apporti di

acqua in un contesto di territorio arido anche se, proprio per questo, sono soggetti a

temporanei allagamenti in concomitanza a piogge intense e di breve durata.

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Se i risvolti sulla economia legata all’agricoltura la presenza di coperture di terreni

residuali, i quali vanno a costituire il suolo, sono positivi non lo stesso si può dire là

dove le terre rosse hanno colmato antiche doline carsiche ubicate all’interno del centro

abitato di Martignano. Qui la loro presenza non più funzione di un possibile

sfruttamento di tipo agricolo, crea non poche problematiche legate proprio all’utilizzo di

quelle aree destinate ad opere complemento del tessuto urbano per cui viene evidenziata

la scarsa capacità ad accogliere carichi in elevato rivenienti dalla imposizione di

costruzioni quali edifici o anche assi stradali e quant’altro.

Dal punto di vista dell’assortimento granulometrico di questi depositi siamo in presenza

di limi sabbiosi e argillosi rossastri e brunastri la cui genesi è verosimilmente legata alla

dissoluzione dei calcari per cui rappresentano il residuo insolubile della frazione non

carbonatica di questi sedimenti.

L’idrografia superficiale

È assente una idrografia superficiale a carattere permanente; i deboli solchi erosivi

dovuti alla corrivazione superficiale delle acque meteoriche sono mal distinguibili in

campagna se non con l'ausilio di osservazioni allo stereoscopio di foto aeree.

I deflussi superficiali, ovunque a carattere temporaneo concorrono quindi a costituire reticoli

scarsamente o punto gerarchizzati; le acque meteoriche corrivano, infatti, sul piano

campagna per brevi tratti confluendo nelle numerose aree depresse le quali possono

incanalare direttamente le stesse verso gli ambienti di esistenza della falda profonda là

dove insistono in corrispondenza condotti carsici.

In più luoghi questi condotti sono ostruiti sul piano campagna da coperture continue di

terreni residuali rossastri così come avviene proprio per le aree di nostro interesse dove

sono osservabili doline il cui fondo piatto è regolarizzato proprio da coperture continue

di terre rosse.

La presenza del gradino morfologico corrispondente al fianco della

Serra di Martignano condiziona il verso di deflusso delle acque meteoriche che qui

tendono rapidamente a sversarsi verso le aree orientali poste a quote meno elevate e

costituenti un ampio penepiano altimetricamente impostato intorno ai 57m s.l.m.m.

La velocità di deflusso è poi regolamentata dalle pendenze di questa parte di territorio:

modesta e quasi inesistente per tutto il rialzo subpianeggiante i cui valori non superiori

all’ 1% testimoniano di una circolazione idrica superficiale inesistente per cui le

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meteoriche qui ricadenti tendono a stagnare più che defluire in ciò favorite anche dagli

ostacoli frapposti dalle opere antropiche largamente presenti (muretti a secco, assi viari,

abitazione ecc.) queste ultime hanno di fatto modificato il naturale regime preesistente

con recapiti finali delle acque nelle doline (pur largamente presenti sul pianoro) oggi

occluse e non più funzionanti da drenaggio delle meteoriche (vedi l’allegata Carta delle

pendenze).

Ovviamente in corrispondenza dei gradini morfologici là dove cioè si registrano pendenze del

terreno anche superiori al 25% la corrivazione assume carattere torrentizio e le acque

raggiungono rapidamente le aree poste a quote inferiori in corrispondenza delle quali locali

coperture continue di terreni residuali, ovvero presenza in affioramento di depositi scarsamente

permeabili, concorrono a delimitare aree depresse soggette a continui anche se temporanei

allagamenti. È quanto avviene proprio ai piedi della Serra di Martignano in una stretta fascia di

terreno che borda il piede della stessa Serra immediatamente a ridosso dell’abitato di Calimera.

Aree depresse soggette a temporanei ristagni delle meteoriche qui ricadenti sono osservabili

anche sul pianoro la cui configurazione e ubicazione risponde proprio alle modeste asperità che

agiscono da linee di spartiacque per limitate aree.

La più significativa tra queste aree, debolmente depressa e limitata da modesti gradini

morfologici, è osservabile a occidente dell’abitato di Martignano in corrispondenza della strada

allacciante con la Statale 16.

Immediatamente a ovest-sud/ovest dell’abitato di Martignano. Depressione alluvionale sulla quale, parzialmente, è stato impostato un asse viario

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Il paesaggio carsico a Martignano

Il territorio amministrativo di Martignano rappresenta un tipico esempio di paesaggio carsico.

Sterile e pietroso, condizionato da una nuda roccia cariata, scolpita dall’erosione superficiale che

ha conformato modesti solchi con centimetriche coperture di terreno residuale rossastro (residuo

insolubile dei calcari) e deboli depressioni in più luoghi colmate dagli stessi terreni. Queste

ultime, abilmente sfruttate in agricoltura, rappresentano localmente le cosiddette cupe, aree cioè

coltivabili e costituenti la porzione più redditizia in un contesto di appezzamenti di campi solcati,

scarsamente utilizzabili (li cuti) e con rada vegetazione rappresentata quasi esclusivamente da

secolari alberi di ulivo.

Un paesaggio quindi modellato dalle acque meteoriche (ma più in generale dagli agenti esogeni)

che qui corrivano per brevi tratti senza costituire reticoli permanenti, e, come già sopra

anticipato, in un susseguirsi di modesti bacini idrografici, dalle linee di spartiacque quasi

ovunque incerte e generalmente rappresentate dall’incontro di due lievi contropendenze;

all’interno di questi bacini le acque meteoriche incidenti tendono più o meno rapidamente a

raggiungere i punti più depressi là dove sono in più luoghi presenti fenditure e cavità che

convogliano le acque nel sottosuolo.

Di contro là dove i fondi delle depressioni e le fenditure e le cavità sono mascherate da coperture

di terreni argilloso-limosi, in gran parte trasportati dalle stesse acque, o costituenti la porzione

insolubile dei calcari lì affioranti (terre rosse), il drenaggio verticale ne viene impedito e in

corrispondenza possono costituirsi aree di ristagno temporaneo delle acque stesse.

Martignano. Paesaggio carsico, pietroso, condizionato da una nuda roccia cariata, scolpita dall’erosione superficiale che ha conformato modesti solchi e deboli depressioni in più luoghi colmate da terreni residuali rossastri

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Martignano. Paesaggio carsico

Queste peculiarità delle forme di un territorio tipicamente carsico, sono più evidenti ed

esasperate proprio in corrispondenza dell’affioramento delle rocce del complesso carbonatico

cretaceo (che qui condizionano gran parte della superficie topografica) le quali oltre ad essere dei

carbonati pressoché puri, risultano possedere buone caratteristiche meccaniche ma intensamente

interessate da uno fitto stato di fratturazione in corrispondenza del quale le acque modellano le

aperture, ampliandole.

Le ottime resistenze meccaniche consentono invece il permanere di cigli, creste aguzze di solchi

a costituire campi carreggiati o spuntoni modesti di roccia, variamente arrotondati e scolpiti

dall’azione erosiva, in un ambiente morfologicamente subpianeggiante.

Poiché condizione fondamentale affinché si instauri il fenomeno carsico è l’affioramento di

rocce solubili, la parte di territorio comprendente quello amministrativo di Martignano ne

rappresenta l’ambiente ideale condizionato come è da una serie di formazioni carbonatiche che

ben si prestano all’instaurarsi di fenomeni di dissoluzioni di tipo carsico restituendo forme

epigee caratteristiche quali doline e inghiottitoi (vore).

Alle forme del paesaggio descritte vanno aggiunte infatti le manifestazioni più appariscenti del

carsismo e più condizionanti le parti di territorio interessate e cioè le doline. Frequenti e

numerose, alcune aventi raggi anche di qualche centinaio di metri, sono sparse un po’ dovunque

nel Salento, isolate o a costituire veri e propri campi di doline.

L’abitato di Martignano, come gran parte del suo territorio amministrativo, occupa un pianoro a

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doline.

La loro origine è legata alla presenza di fenditure o fratture presenti nel corpo sedimentario là

dove questi elementi costituiscono naturale recapito delle meteoriche. L’azione erosiva delle

acque che periodicamente raggiungono questi punti di drenaggio verticale da più direzioni

rispetto alla loro ubicazione, induce ad un rimodellamento delle aree tutto intorno le quali

morfologicamente tendono ad assumere la conformazione di depresse rispetto a quelle limitrofe.

Nel territorio di Martignano le doline osservate sono ovunque, colmate e interessate dalla

presenza di terre rosse argillose le quali, come detto, rappresentano in parte il residuo insolubile

degli stessi calcari e in parte sono lì trasportate dall’azione meccanica delle acque corrivanti sulla

superficie topografica per cui in più luoghi sono miste a materiale detritico grossolano.

L’evolversi del fenomeno carsico qui è stato favorito anche da fattori morfologici trattandosi di

aree subpianeggianti per le quali le direzioni e le velocità di deflusso delle meteoriche è ancor

più variabile e temporaneo all’interno di bacini imbriferi di delimitazione quasi ovunque incerta.

In questo ambiente è risultato favorevole lo sviluppo di più forme carsiche a costituire campi più

o meno estesi di doline.

Individuazione degli ATD del PUTT/P

Nel comune di Martignano sono presenti ATE di valore “C” (l’intero territorio comunale) mentre

sono presenti ATD relativi alle componenti geo-morfologiche. Tali ambiti distinti sono stati

specificatamente individuati ed analizzati in riferimento allo stato di fatto attuale al fine di

proporre una modifica.

In particolare sono stati analizzati in dettaglio l’ATD relativo al sistema assetto geologico,

geomorfologico e idrogeologico. E’ stata eseguita la verifica del sottosistema geomorfologico

relativo ai cigli di scarpata, le doline e le piane alluvionali per verificarne la sussistenza e la

conseguente variazione della perimetrazione di tali ambiti. La definizione di quanto sopra è bene

evidenziata nella descrizione del sistema geomorfologico precedentemente riportata ed

esplicitato nelle tavole allegate.

In merito agli ATD relativi al sistema delle componenti storico culturali, si riconferma

l’inserimento della località delle “pozzelle”, già sottoposta a vincolo, nell’elenco di segnalazioni

archeologiche e architettoniche allegato alle NTA del PUTT/P: tipo bene VA. – vincolo

architettonico.

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Questi singolari depositi di acque piovane che non hanno alcun rapporto con la falda freatica

profonda sono denominate pozzelle, chiamate anche "freata" (dal greco, pozzo) , in grico "ta

freata" ( i pozzi), e sono delle cisterne alimentate esclusivamente dalle acque di precipitazione.

Per quanto riguarda la tecnica costruttiva, una descrizione dettagliata la fornisce il De Giorgi

(1872) " Se in un terreno costituito da strati relativamente permeabili, si pratica uno scavo e le

pareti si circondano di muratura composta di pietre filtranti e il fondo si copre di argilla o bitume

o altre sostanze impermeabili, allora le acque piovane si verranno a raccogliere e depositare negli

strati inferiori e dureranno un tempo abbastanza lungo. Nel caso delle pozzelle lo strato

permeabile è costituito dalla rozza muratura e dalle marne ferrruginose, lo strato impermeabile è

formato dalle argille. Ho voluto osservare da vicino codeste costruzioni in quelle pozzelle nelle

quali l'acqua raggiungeva un livello relativamente inferiore. Le volte sono costituite di pietre

informi di leccese bastardo e di calcare compatto disposte le une sulle altre senza cemento a mo'

delle pareti dei muri che delimitano e circondano i fondi rustici, e così dalla base fino alla bocca

del pozzo"( De Giorgi, 1872).

In effetti il sistema costruttivo si basa proprio sul principio delle costruzioni trulli-formi in pietra

a secco. Una volta scavate delle buche profonde da tre a sei metri,generalmente sul fondo di

doline parzialmente colmate da depositi colluviali, si procedeva a rivestire le pareti con pietrame

informe disposto a cerchi concentrici che man mano si restringono verso l'alto tanto da formare

una falsa cupola o una campana. Sull'ultimo cerchio si poggiava un blocco parallelepipedo con

foro centrale di circa 30- 40 cm di diametro (Costantini, 1988). Le pozzelle non sono certo dei

monumenti, ma il loro significato culturale sta nella loro relazione con gli insediamenti umani.

Probabilmente la stessa pozzella poteva appartenere ad una o più famiglie, se era di proprietà

privata, ma generalmente si trattava di strutture pubbliche realizzate dall'amministrazione

comunale (Costantini,1988).

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Foto delle pozzelle di Martignano oggi (sopra) e prima dell’intervento di restauro (sotto: da La grecità bizantina e suoi riflessi geografici” B.Spano)

Sezione di una pozzella -tratto da un manosritto inedito di C. De Giorgi. Bibl.Prov. Lecce - Disegno di C. De Giorgi

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Indicazioni del PAI

Nel comune di Martignano il PAI non individua aree a pericolosità idraulica.

L'analisi puntuale del territorio comunale ha evidenziato l’assenza di aree inondabili ad alta

probabilità di inondazione dovuta anche alla realizzazione nell’ambito urbano di un efficiente

sistema di regimentazione delle pluviali che confluiscono in un recapito finale adeguato al Piano

Direttore.

Indicazione del Piano Regionale delle Attività Estrattive

Nell’ambito territoriale di Martignano il PRAE è presente un solo bacino di estrazione (Cava

Garrisi – riportata nella documentazione del PRAE come cava attiva).

Piano di Tutela delle Acque

Il Piano Direttore, che rappresenta uno stralcio del Piano di Tutela, delinea gli indirizzi per lo

sviluppo delle azioni da intraprendere nel settore fognario e depurativo nonché per l’attuazione

delle altre iniziative e interventi, finalizzati ad assicurare la migliore tutela igienico-sanitaria ed

ambientale.

In particolare nell’ambito territoriale di Martignano, gli artt. delle NTA applicabili sono in

riferimento alle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo

umano, eventualmente individuate. Nel contesto territoriale qui in esame non sono presenti falde

acquifere superficiali a regime stagionale per cui l’unica falda presente è quella profonda ospitata

nella potente formazione carbonatica preneogenica. Pur presentando il livello piezometrico

mediamente a circa 90 metri di profondità dal piano campagna, si ritiene che lo stato di

“vulnerabilità” di questa falda è elevato per cui andranno presi in esame tutti gli accorgimenti

necessari e consistenti in:

1. divieto di utilizzo di fitofarmaci in agricoltura;

2. divieto di rilasci sul piano campagna di qualsivoglia fonte inquinante;

3. l’impossibilità di impiantare discariche sia per RSU che per inerti o altro senza prevedere

idonee e rigorose impermeabilizzazioni tali da isolare per l’immediato e per il futuro i

rilasci con l’ambiente esistente.

Le discariche di acque reflue urbane ed industriali per circa la metà degli insediamenti urbani

utilizzano la rete cittadina convogliandoli nel depuratore intercomunale ubicato in Melendugno,

mentre per i restanti insediamenti compresi quelli nella zona PIP, è in corso di realizzazione un

impianto di sollevamento idoneo a coprire tutte le utenze del territorio urbano ed artigianale.

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Per limitate zone residenziali e per gli insediamenti in edifici isolati gli scarichi dovranno

rispettare la disciplina vigente relativa agli scarichi.

In riferimento alle acque di dilavamento e acque di prima pioggia, nell’ambito urbano è stato

realizzato un efficiente sistema di regimentazione delle pluviali che tramite condotte specifiche

confluisce in un recapito finale adeguato al Piano Direttore.

Nel territorio comunale in assenza di rete di fogna bianca, laddove sono presenti insediamenti

produttivi e commerciali provvisti di zone impermeabili su cui transitano e sostano mezzi di

trasporto e su cui si possono produrre e movimentare sostanze pericolose così come definite

dalla normativa vigente, i proprietari dovranno provvedere al trattamento e allo smaltimento di

acque meteoriche che dilavano tali piazzali. Le acque trattate possono essere smaltite sul suolo

mediante spandimento superficiale oppure negli strati anidri del sottosuolo tramite pozzi anidri a

seconda dei caratteri geologici e disponibilità areale. Sono da incentivare tutte quelle iniziative

che consentono il riutilizzo ai fini non domestici di tali acque nel rispetto delle norme igienico-

sanitarie previste dalle vigenti leggi.

1.3 Aspetti naturalistici

Il territorio comunale di Martignano mostra una presenza prevalente di colture agricole. Tali

colture sono rappresentate prevalentemente da oliveti e seminativi, mentre molto rari sono i

vigneti. A sua volta i seminativi sono rappresentati principalmente da colture cerealicole non

irrigue e, in minor misura, da colture orticole irrigue. Gli oliveti sono ubicati su suoli con

ridotto spessore, spesso pietrosi o con roccia affiorante. I seminativi, invece, su suoli più fertili

e profondi. Molti seminativi risultano attualmente incolti. Tali seminativi risultano ubicati in

genere in prossimità di aree olivetate ed il loro abbandono, anche se temporaneo, è dovuto alla

scarsa fertilità dei suoli poco profondi o con rocciosità affiorante. Lungo la strada per Calimera

è presente un piccolo nucleo di rimboschimento di pino d’Aleppo (Pinus halepensis).

Nel territorio considerato vi è, inoltre, una grossa cava destinata alla estrazione di calcarenite.

Solo in limitate aree è presente una vegetazione spontanea relitta rappresentata da vegetazione

erbacea di tipo substeppico che è sopravvissuta su superfici a substrato roccioso affiorante e

pertanto più difficilmente utilizzabile a scopi agricoli.

In generale si assiste ad una elevata parcellizzazione delle proprietà e, pertanto, scarse sono le

aziende agricole con ampia superficie di terreno. Ciò denota un prevalente utilizzo di tipo

familiare delle piccole proprietà.

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Aspetti Fitoclimatici

E’ logico interpretare la distribuzione della vegetazione spontanea di un dato territorio in

funzione del clima esistente. Questo vale, ovviamente, anche per il territorio di Martignano.

Pertanto, nell’impossibilità di conoscere le specifiche connessioni che legano la relazione

clima-distribuzione e crescita delle piante, è più attendibile, ai fini dell’interpretazione dei tipi

di vegetazione, riferirsi ai bilanci idrici sulla base dei fenomeni di perdita di acqua per

evaporazione dal livello del suolo e per traspirazione dalle piante.

Per evapotraspirazione potenziale (PE) si intende la perdita di acqua che avrebbe luogo sotto

forma di vapore da una superficie di suolo coperta da una bassa vegetazione e continuamente

sovvenzionata di acqua.

L’evapotraspirazione reale (AE) è la perdita di acqua, sotto forma di vapore, da una superficie

di suolo coperta da bassa vegetazione, sotto condizioni climatiche naturali.

L’evapotraspirazione reale nel Salento è dunque inferiore all’evapotraspirazione potenziale in

quanto la scarsità di piogge durante l’estate è insufficiente a soddisfare la crescita delle piante.

Se si considera che il clima può essere visto in termini di disponibilità idrica e calore, questo

può essere espresso dall’evapotraspirazione in quanto la quantità di calore utilizzata dagli

ecosistemi può essere calcolata in equivalente di acqua perduta dal suolo per evaporazione e

dalle piante per traspirazione. L’evapotraspirazione reale è altrettanto significativa anche se non

permette di correlare la perdita effettiva di acqua dal suolo al reale tasso di traspirazione ed al

tipo di apparato radicale delle specie presenti nell’area. L’evapotraspirazione reale può essere

utilizzata quale misura della produttività delle piante se si tiene conto che il tasso di

traspirazione fogliare è direttamente legato al tasso di fotosintesi netta e quindi può

rappresentare uno dei metodi indiretti di stima delle capacità produttive di una data regione. Per

il calcolo dell’evapotraspirazione potenziale ci si avvale del metodo di Thornthwaite (1948)

perché stabilisce una correlazione tra la temperatura media del mese e l’evapotraspirazione

potenziale, fornendo valori esatti di quest’ultima sulla base di poche misure degli elementi del

clima.

I valori di evapotraspirazione potenziale secondo Thornthwaite rispondono ad un giusto ordine

di grandezza in quelle aree in cui si ha una grave e lunga “crisi idrica” in estate come accade per

il Salento e per le aree mediterranee in genere. Lo schema di Thornthwaite presuppone che

l’acqua del suolo sia più o meno disponibile al di sopra del punto di avvizzimento permanente e

che la quantità di acqua prelevata dalle piante sia proporzionale alla quantità presente al suolo.

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La determinazione dell’evapotraspirazione in una regione soggetta a lunghi periodi di aridità è

importante perché ci consente di calcolare il bilancio idrico una volta nota l’evapotraspirazione

potenziale e le precipitazioni medie mensili per l’intero anno idrologico.

Tutto il settore nord-orientale del Salento compreso tra il limite della provincia di Brindisi fino

a sud di Lecce è caratterizzato da boscaglie di leccio (Quercus ilex) che si rinvengono in aree in

cui i valori della PE sono compresi tra 820 mm e 860 mm e le precipitazioni superiori a 600

mm annui. In questo contesto territoriale la ricarica delle riserve è precoce (tra settembre e

novembre) con un avvio dell’utilizzazione dell’acqua intorno all’ultima decade di marzo.

Questo precoce e brusco innalzamento termico e l’attenuazione dei valori della PE in giugno,

luglio ed agosto sono forse i fattori del clima più significativi nella determinazione dei caratteri

salienti della vegetazione adriatica del Salento.

Tali fattori determinano condizioni idonee all’instaurarsi della lecceta, in contrapposizione ad

altre aree salentine, come ad esempio a sud di Otranto, dove per contro l’utilizzo delle riserve

ha luogo in maggio ed i valori di PE dall’aprile al settembre sono sempre più elevati rispetto

all’area del Tavoliere di Lecce. Le fitocenosi riscontrabili nei dintorni di Otranto e fra Otranto e

Leuca sono rappresentate in gran parte da formazioni a quercia spinosa (Quercus calliprinos). Il

leccio, infatti, in questo contesto territoriale tende a rifugiarsi in stazioni con falda freatica

superficiale o in depressioni del terreno con substrato profondo.

La dipendenza del leccio dal sovvenzionamento idrico da parte del suolo sta ad indicare

l’esigenza di questa specie a disporre di acqua edafica nel periodo in cui è massima l’attività

vegetativa coincidente all’incirca con le prime due decadi di maggio, periodo in cui il tasso di

evapotraspirazione reale è molto elevato. La utilizzazione delle riserve, che di norma va da

aprile a maggio, è molto drastica nel territorio di Otranto rispetto a quello intorno a Lecce.

Quercus calliprinos sopporta molto bene brusche variazioni delle riserve idriche del suolo,

mente Quercus ilex ha bisogno di un più lungo sovvenzionamento idrico. Il leccio è specie che

richiede per l’avvio dell’attività vegetativa una temperatura media dell’area sufficientemente

alta (intorno ai 15° C) e questo spiega la sua rarefazione in quelle aree in cui l’innalzamento

termico è tardivo e repentino. Il leccio infatti non può disporre di quantità di acqua sufficienti a

soddisfare il tasso di traspirazione imposto dalle giovani foglie ancora indifferenziate. Pertanto

nel territorio di Martignano siano in corrispondenza di un’area di transizione fra l’area in cui

ricade l’optimum per l’affermarsi del leccio e l’area ottimale per la diffusione della quercia

spinosa. In detto territorio le due potenzialità coesistono intersecandosi a mosaico, favorendo la

diffusione del leccio su suoli più profondi e fertili e la quercia spinosa su substrati poco

profondi o con roccia calcarea affiorante.

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Vegetazione Potenziale

Il concetto di "vegetazione naturale potenziale attuale" formulato dal Comitato per la

Conservazione della Natura e delle Riserve Naturali del Consiglio d'Europa è così enunciato:

"per vegetazione naturale potenziale” si intende la vegetazione che si verrebbe a costituire in un

determinato territorio, a partire da condizioni attuali di flora e di fauna, se l'azione esercitata

dall'uomo sul manto vegetale venisse a cessare e fino a quando il clima attuale non si modifichi

di molto”. Più precisamente c'è da fare una sottile distinzione fra la vegetazione che si ritiene

essere stata presente nei tempi passati, e quindi potenzialmente presente anche oggi, se non

fossero intervenute influenze e modificazioni antropiche, e la vegetazione che pensiamo

potrebbe formarsi da oggi in seguito alla cessazione delle cause di disturbo. In entrambi i casi si

è portati a pensare, sotto il profilo teorico, a due situazioni similari, ma probabilmente non fra

loro del tutto identiche. L’analisi dei resti della vegetazione spontanea presenti nel territorio

oggetto di indagine, in accordo con i dati fitoclimatici precedentemente illustrati, ci indica che

la vegetazione della zona è rappresentata da aspetti di pseudosteppa che fanno parte di una fase

iniziale di vegetazione che appartiene potenzialmente ad una fase di transizione fra i domini

della quercia spinosa (Quercus calliprinos) il cui stadio maturo è rappresentato

dall’associazione Arbuto-Quercetum calliprini Brullo, Minissale e Spampinato 1985 e quelli

del leccio il cui stadio maturo è rappresentato dall’associazione Ciclamino-Quercetum ilicis

subassociazione mirtetosum Biondi, Casavecchia, Medagli, Beccarisi & Zuccarello 2005.

Pertanto si può concludere che l'area oggetto di indagine rientra in un ambito territoriale

fitoclimatico di transizione fra l’optimum per l’affermarsi della serie vegetazionale della

macchia-boscaglia sempreverde della quercia spinosa e quella del leccio. Pertanto le formazioni

di vegetazione erbacea a pseudosteppa riscontrabili nel sito sono riconducibili dinamicamente a

queste formazioni sempreverdi, nel senso che ne costituiscono aspetti più o meno fortemente

involuti che rappresentano le fasi iniziali e pioniere delle serie.

Vegetazione Reale Spontanea

Vegetazione di pseudosteppa

Nel territorio in questione sono presenti due nuclei di vegetazione erbacea di tipo substeppico,

uno sul gradino geomorfologico che separa il territorio di Martignano con Calimera e l’altro al

limite col territorio amministrativo di Caprarica. La pseudosteppa è diffusa su suoli con

affioramento roccioso. Si tratta di una vegetazione di tipo secondario, che rappresenta una

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forma di sostituzione della vegetazione preesistente, eliminata dalle attività antropiche ed in

particolare dal fuoco ricorrente.

Si tratta di pseudosteppe molto degradate dal fuoco ricorrente che si sviluppano nelle tasche di

terra del substrato roccioso affiorante. Tali pseudosteppe risultano fisionomicamente

caratterizzate da una copertura rada e discontinua proprio a causa degli affioramenti rocciosi

diffusi. Le specie strutturanti sono costituite principalmente da scilla marittima (Urginea

maritima) e barboncino mediterraneo (Hyparrhenia hirta).

Altre specie erbacee riscontrate sono:

Anemone hortensis L., Arisarum vulgare Targ.-Tozz., Asphodelus microcarpus Viv ., Bellis

sylvestris Cyr., Brachypodium ramosum (L.) R. et S, Cachrys sicula L, Calamintha nepeta (L.)

Savi, Carlina corymbosa L., Catapodium rigidum (L.) Hubbard, Dactylis hispanica Roth.,

Eryngium campestre L., Foeniculum vulgare Miller ,Lagurus ovatus L., Micromeria graeca (L.)

Bentham, Oryzopsis miliacea (L.) Asch. et Schweinf., Osyris alba L., Phlomis fruticosa L.,

Plantago serraria L., Ranunculus bullatus L., Reichardia picroides (L.) Roth., Salvia

verbenaca L., Serapias vomeracea (Burm.) Briq., Verbascum sinuatum L.

La vegetazione substeppica identifica l’habitat prioritario “percorsi substeppici di graminacee e

piante annue dei Thero-Brachypodietea” In questo caso si tratta di un habitat degradato che se

non sottoposto ad incendi periodici è destinato ad una naturale ricostituzione e pertanto si

propone una sua tutela e conservazione.

In base alle indicazioni della Direttiva 92/43 sotto la dizione “Percorsi substeppici di

graminacee e piante annue (Thero-Brachypodietea)” sono state riunite sia le formazioni vegetali

di sole terofite che le praterie perenni ricche di specie annuali.

Le cenosi vegetali che rientrano secondo la Direttiva Habitat in questo tipo di habitat prioritario

sono delle comunità erbacee pioniere che formano prati xerici, a ricoprimento più o meno

discontinuo su substrati generalmente ricchi in basi, diffuse soprattutto nella parte occidentale

del Bacino Mediterraneo.

Dal punto di vista fitosociologico tale habitat prioritario si inquadra nella classe Lygeo-Stypetea

Br.-Bl. ex Bolos 1950, che comprende tutte quelle cenosi erbacee caratterizzate dalla presenza

di graminee perenni “profondamente radicanti” che si sviluppano su suoli generalmente poco

profondi, in cui la componente terofitica è presente solo nei primi stadi dinamici.

Sono delle formazioni vegetali ben distribuite in tutto il bacino mediterraneo, anche se

sembrano avere il loro optimum ecologico nella regione occidentale mediterranea.

I percorsi substeppici con graminacee e specie annue si possono ritrovare su vaste aree della

penisola italiana, in particolare nell’Italia meridionale e nelle isole. Difficilmente, però tali

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cenosi erbacee danno luogo a coperture estese, soprattutto nel caso delle comunità

essenzialmente di terofite.

Queste cenosi vegetali, come detto, hanno generalmente un’origine secondaria: in seguito alla

distruzione della foresta mediterranea per incendio o taglio del bosco, attraverso gli stadi

intermedi di macchia e gariga, si giunge a formazioni erbacee a carattere xerico più o meno

ricche in terofite. E’ comunque ipotizzabile per queste vegetazioni substeppiche una loro

possibile evoluzione e trasformazione in stadi maggiormente complessi come nel caso della

gariga e della macchia mediterranea.

Elenco delle specie della pseudosteppa:

Aegilops geniculata Roth. (Gramineae) Alkanna tinctoria (L.) Tausch. (Fam. Borraginaceae) Anemone hortensis L. (Fam. Ranunculaceae) Anthoxanthum odoratum L. (Fam. Gramineae) Arisarum vulgare Targ. E Tozz. (Fam. Araceae) Asphodelus fistulosus L. (Fam. Liliaceae) Asphodelus microcarpus Viv. (Fam. Liliaceae) Avena barbata L. (Fam. Gramineae) Bellis sylvestris Cyr. (Fam. Compositae) Brachypodium ramosum (L.) R. et S (Fam. Gramineae) Bromus molliformis L. (Fam. Gramineae) Cachrys sicula L. (Fam. Umbelliferae) Calamintha nepeta (L.) Bentham (Fam. Labiatae) Carlina corymbosa L. (Fam. Compositae) Carthamus lanatus L. (Fam. Compositae) Catapodium rigidum (L.) Hubbard (Fam. Gramineae) Chondrilla juncea L. (Fam. Compositae) Crepis rubra L. (Fam. Compositae) Cychorium intybus L. (Fam. Compositae) Dactylis hispanica Roth. (Fam. Gramineae) Dasypyrum villosum (L.) Borbas (Fam. Gramineae) Echium plantagineum L. (Fam. Plantaginaceae) Foeniculum vulgare L. subsp. piperitum (Fam. Umbelliferae) Hordeum bulbosum L. (Fam. Gramineae) Hypericum triquetrifolium Turra (Fam. Hypericaceae) Hypochoeris achyrophorus L. (Fam. Compositae) Lagurus ovatus L. (Fam. Gramineae) Leopoldia comosa L. (Fam. Liliaceae) Malva sylvestris L. (Fam. Malvaceae) Mercurialis annua L. (Fam. Euphorbiaceae) Micromeria graeca (L.) Bentham (Fam. Labiatae) Nigella arvensis L. (Fam. Ranunculaceae) Odontites lutea L. (Fam. Scrophulariaceae) Olea sylvestris Brot. (Fam. Oleaceae) Origanum heracleoticum L. (Fam. Labiatae) Ornithogalum gussonei L. (Fam. Liliaceae) Phlomis fruticosa L. (Fam. Labiatae) Picris echioides L. (Fam. Compositae) Plantago serraria L. (Fam. Plantaginaceae)

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Poa bulbosa L. (Fam. Gramineae) Plantago psyllium L. (Fam. Plantaginaceae) Psoralea bituminosa L. (Fam. Leguminose) Ranunculus bullatus L. (Fam. Ranunculaceae) Reichardia picroides Roth. (Fam. Compositae) Rumex lapatifolium L. (Fam. Polygonaceae) Salvia verbenaca L. (Fam. Labiatae) Scabiosa marittima L. (Fam. Dipsacaceae) Scilla autumnalis L. (Fam. Liliaceae) Sideritis romana L. (Fam. Labiatae) Solanum nigrum L. (Fam. Solanaceae) Sonchus oleraceus L. (Fam. Compositae) Stachys germanica L. (Fam. Labiatae) Trifolium angustifolium L. (Fam. Leguminosae) Trifolium stellatum L. (Fam. Leguminosae) Urginea maritima (L.) Baker (Fam. Liliaceae) Verbascum sinuatum L. (Fam. Scrophulariaceae) Verbena officinalis L. (Fam. Verbenaceae)

Vegetazione erbacea degli incolti

Nel territorio considerato l’attività agricola risulta indubbiamente prevalente. Molte aree a

seminativo vengono tenute a riposo per più anni prima di rientrare in produzione sulla base

delle esigenze dei singoli proprietari. Pertanto nel lasso di tempo in cui i seminativi sono a

riposo risultano caratterizzati da una vegetazione erbacea di tipo infestante e ruderale con specie

annuali e biennali, mentre le specie erbacee perenni si riscontrano esclusivamente su superfici a

riposo da lungo tempo.

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La vegetazione ruderale e sinantropica rinvenibile nel territorio considerato è inquadrabile

nella Classe Lygeo-Stipetea Riv. Mart. 1977 nel caso di incolti abbandonati da lungo

tempo che comprende vegetazioni costituite da cespugli di Inula viscosa ed Oryzopsis

miliacea e nella classe Stellarietea mediae R. Tx 1950 nel caso di incolti di uno o pochi

anni che comprende essenzialmente specie ad habitus terofitico su suoli nitrificati da

attività antropozoogene.

Elenco delle specie riscontrate nella vegetazione ruderale e sinantropica

Agropyron repens L. (Fam. Gramineae) Ajuga chamaepytis Screber (Fam. Labiatae) Amaranthus retroflexus L. (Fam. Amarantheceae) Amaranthus albus L. (Fam. Amaranthaceae) Anthemis arvensis L. (Fam. Compositae) Arisarum vulgare Targ. E Tozz. (Fam. Araceae) Aster squamatus Hieron (Fam. Compositae) Ballota nigra L. (Labiatae) Borago officinalis L. (Fam. Borraginaceae) Calamintha nepeta (L.) Bentham (Fam. Labiatae) Calendula arvensis L. (Fam. Compositae) Carlina corymbosa L. (Fam. Compositae) Carthamus lanatus L. (Fam. Compositae) Cerastium glomeratum Thuill. (Fam. Caryophyllaceae) Cerinthe major L. (Fam. Scrophulariaceae) Chenopodium album L. (Fam. Chenopodiaceae) Chondrilla juncea L. (Fam. Compositae) Cirsium arvense L. (Fam. Compositae) Convolvulus arvensis L. (Fam. Convolvulaceae) Conyza canadensis Cronq. (Fam. Compositae) Conyza bonariensis Cronq. (Fam. Compositae) Chysanthemum segetum L. (Fam. Compositae) Cychorium intybus L. (Fam. Compositae) Cynodon dactylon Pers. (Fam. Gramineae) Dactylis hispanica Roth. (Fam. Gramineae) Cyperus rotundus L. (Fam. Cyperaceae) Delphinium halteratum L. (Fam. Ranunculaceae) Diplotaxis muralis DC. (Fam. Labiatae) Diplotaxis erucoides DC. (Fam. Labiatae) Echinochloa crus-galli L. (Fam. Gramineae) Echium plantagineum L. (Fam. Plantaginaceae) Eragrostis megastachya L. (Fam. Gramineae) Eryngium campestre L. (Fam. Umbelliferae) Euphorbia prostrata L. (Fam. Euphorbiaceae) Euphorbia helioscopia L. (Fam. Euphorbiaceae) Foeniculum vulgare L. subsp. piperitum (Fam. Umbelliferae) Heliotropium europaeum L. (Fam. Borraginaceae) Hypericum triquetrifolium Turra (Fam. Hypericaceae) Inula graveolens Ait. (Fam. Compositae)

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Inula viscosa Ait. (Fam. Compositae) Lagurus ovatus L. (Fam. Gramineae) Lamium amplexicaule L. (Fam. Labiatae) Lathyrus ochrus L. (Fam. Leguminosae) Leopoldia comosa L. (Fam. Liliaceae) Lupsia galactites L. (Fam. Compositae) Malva sylvestris L. (Fam. Malvaceae) Marrubium vulgare L. (Fam. Labiatae) Mentha pulegium L. (Fam. Labiatae) Mercurialis annua L. (Fam. Euphorbiaceae) Nigella arvensis L. (Fam. Ranunculaceae) Orobanche crenata L. (Fam. Orobanchaceae) Picris echioides L. (Fam. Compositae) Picris hieracioides L. (Fam. Compositae) Plantago serraria L. (Fam. Plantaginaceae) Plantago psyllium L. (Fam. Plantaginaceae) Poa bulbosa L. (Fam. Gramineae) Polygonum aviculare L. (Fam. Polygonaceae) Portulaca oleracea L. (Fam. Portulacaceae) Raphanus raphanistrum L. (Fam. Cruciferae) Reichardia picroides Roth. (Fam. Compositae) Rubus ulmifolius Schott (Fam. Rosaceae) Rumex crispus L. (Fam. Polygonaceae) Scabiosa marittima L. (Fam. Dipsacaceae) Setaria verticillata L. (Fam. Gramineae) Sideritis romana L. (Fam. Labiatae) Silene vulgaris (L.) Garke subsp. angustifolia (Fam. Caryophyllaceae) Solanum nigrum L. (Fam. Solanaceae) Sonchus oleraceus L. (Fam. Compositae) Sorghum halepense L. (Fam. Gramineae) Stellaria media L. (Fam. Caryophyllaceae) Tragopogon porrifolius L. (Fam. Compositae) Trifolium nigrescens L. (Fam. Leguminose) Verbascum blattaria L. (Fam. Scrophulariaceae) Verbascum sinuatum L. (Fam. Scrophulariaceae) Verbena officinalis L. (Fam. Verbenaceae) Vicia sativa L. (Fam. Leguminosae)

1.4 Risorse del territorio rurale

Il territorio di Martignano rappresenta un tipico esempio di paesaggio carsico, sterile e pietroso,

condizionato da una nuda roccia cariata. Tale caratteristica ha influito sulla non particolare

vocazione del territorio all’agricoltura.

Un’analisi storica pur se limitata agli ultimi trenta anni, consente di comprendere i mutamenti

che hanno interessato l’agricoltura nel territorio comunale.

Negli anno ottanta la superficie agraria di circa 560 ettari di cui il 20% improduttiva, era

interessata per il 40% da uliveti, per il 40% a seminativo di cui il 10% da coltivazioni a tabacco e

per il 25% a grano, oltre appezzamenti coltivati ad ortaggi (5%).

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Dal censimento dell’Agricoltura del 2000, il seminativo occupa il 36% della superficie agraria

utilizzata, le coltivazioni legnose circa il 63%, prati e pascoli una percentuale inferiore all’1%,

oltre un 13% ad altra superficie (circa l’1% a colture boschive).

La tavola dell’”uso del suolo” riporta l’attuale uso del territorio. Da quanto sopra emerge, pur

considerando la scarsa vocazione agricola del territorio comunale e la frammentazione degli

appezzamenti, l’evoluzione che ha subito l’agricoltura anche con conseguenti risvolti sul

paesaggio. Un primo elemento fondamentale anche per quello che ha rappresentato l’economia

del paese è la scomparsa della coltura del tabacco che da sempre è risultata quella più redditizia

per la comunità. Inoltre dallo studio socio-economico appresso riportato si riscontra il processo

di abbandono delle colture: fenomeno ormai generalmente diffuso. Non si registrano interventi

relativi all’impianto di nuove colture più redditizie, mentre si registra un aumento delle superfici

coltivate ad uliveto, pur essendo oggi attività poco redditizia.

Una prospettiva di sviluppo del territorio agricolo deve essere rivolta a tutelare e promuovere le

attività agricole tradizionali in una prospettiva economica legata all’agriturismo, ad azioni rivolte

all’ampliamento delle zone boscate, incentivare coltivazioni biologiche e di erbe officinali, senza

comunque intaccare il sistema dei seminativi. Gli interventi comunque devono essere finanziati

alla conservazione e miglioramento paesaggistico del territorio mediante la conservazione delle

strutture realizzate con pietrame a secco che da sempre hanno caratterizzato il paesaggio agricolo

di Martignano. Infine non devono essere trascurate le Misure che possono interessare il territorio

comunale previste dal PSR 2007-2013 della Regione Puglia.

Recentemente si nota che il territorio agricolo in generale, ed anche il territorio di Martignano, è

interessato dall’installazione di fonti energetiche alternative. Nonostante gli indubbi vantaggi che

la produzione di energia cosiddetta pulita producono, è opportuno che la realizzazione di tali

impianti non comportino alterazioni del contesto su cui vengono installati con ricadute più o

meno grosse sul paesaggio.

Forme insediative del territorio rurale

Nel territorio rurale di Martignano non vi sono presenze significative di insediamenti. Le tracce

più evidenti riguardano soprattutto la delimitazione dei campi con muri a secco, data anche la

particolare caratteristica geologica con rocce affioranti e un numero modesto delle tipiche

costruzioni rurali a secco destinate al deposito degli attrezzi, come riparo per gli uomini e per gli

animali alle quali spesso era annesso anche un forno. Per la particolare conformazione del

territorio non sono presenti importanti masserie, legate a vasti territori agricoli, che pure nel

Salento costituiscono un elemento caratterizzante il paesaggio agrario.

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Non si segnalano particolari forme insediative contemporanee nel territorio rurale eccetto alcuni

piccoli nuclei a confine delle zone residenziali. Pur se limitata la presenza di questi piccoli

nuclei, occorre individuare azioni per frenare la diffusione di queste forme insediative in quanto

rappresentano una delle manifestazioni che più contribuiscono a compromettere la tutela del

paesaggio.

1.5 Risorse del sistema insediativo

Evoluzione del sistema insediativo

L’evoluzione del sistema insediativo è stata ricostruita tramite le cartografie di seguito riportate.

Preliminarmente occorre precisare che i dati di seguito riportati dovranno essere integrati dalla

comunità di Martignano nei prossimi incontri per poi nella stesura definitiva del DPP, con

l’aggiunta appunto di elementi di conoscenza specifici, descrivere la “storia” quanto più aderente

alla realtà e nel contempo fondamentale al riconoscimento e al rinnovamento della identità

locale.

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Nel 1806 l’insediamento risulta

collegato con Calimera dalla strada che

attraversa le Serre e con Sternatia da un

tracciato secondario che attraversa il

Colle di Fodera per poi collegarsi

all’asse viario che conduceva a Lecce.

Non si rilevano all’interno dell’abitato

particolari assi viari mentre è delimitata

una parte dell’abitato stesso di difficile

identificazione.

Martignano nel 1806

Nel 1825 il territorio urbano appare già

dotato di una modesta rete viaria e

collegato da una fitta rete extraurbana

con i territori contermini. Si può

individuare l’attuale via Roma che

insieme a via Chiesa hanno costituito gli

assi principali intorno ai quali si è

sviluppato il centro urbano.

Della rete extraurbana continuano a far

parte le strade di collegamento con

Calimera e Sternatia che si presentano

meglio definite.

Martignano nel 1825

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Nel 1874 la rete viaria di collegamento

intercomunale presenta il nuovo tracciato per

Calimera con la caratteristica strada con

tornanti che attraversa le Serre e il nuovo

tratto di collegamento con la strada che

conduce al capoluogo. La configurazione di

tale rete viaria rimane pressochè immutata

fino ai giorni nostri. Nel centro urbano si

notano in maniera più evidente le strade

cosiddette storiche: le già indicate via Roma e

via Chiesa oltre alle vie per le ‘Pozzelle’ e

per il ‘Convento’.

Martignano nel 1874 dal Foglio 214 Carta d’Italia

“Martano”

Nel 1947 attorno al nucleo storico l’abitato si

espande nella zona cosiddetta “Puli” secondo uno

schema geometrico regolare, oltre a modeste

aggiunte all’abitato esistente.

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Martignano nel 1947 dal Foglio 14 della Carta d’Italia “Martano”

L’insediamento al 1977 si espande in maniera diffusa intorno

all’abitato rilevato nella carta del 1947. La rete viaria ad

ovest dell’abitato si amplia a servizio dei nuovo interventi

edilizi tra cui quello di edilizia economica.

Martignano nel 1977 dal Foglio 512 della Carta d’Italia “Lecce”

Martignano nel 1998 da aerofotogrammetrico Il centro urbano subisce la trasformazione più importante con demolizione dell’isolato

prospiciente la Chiesa matrice e la successiva realizzazione di Piazza della Repubblica. A

seguito del nuovo strumento urbanistico generale e della formazione dei piani urbanistici

esecutivi il paese subisce un’espansione nelle varie zone residenziali e in particolare verso

ovest (zona PEEP).

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Evoluzione ed espansione del centro abitato di Martignano

Nel 2008 il territorio è interessato da interventi di infrastrutturazione mediante la realizzazione

della circonvallazione sud che consente di evitare il traffico soprattutto pesante dal centro urbano,

nonché di collegare la zona PIP, in fase di avanzata attuazione, con la rete viaria intercomunale.

L’espansione residenziale, oltre a puntuali aggiunte in tutte le direzioni, interessa soprattutto le

zone a ovest e a sud-est.

Note sull’edificazione del territorio comunale

Il centro urbano e periurbano

Poiché il territorio comunale non risulta attraversato da un’importante strada intercomunale, né

risulta dotato di opere infrastrutturali importanti, il suo sviluppo si è caratterizzato nel tempo

mediante aggiunte intorno al vecchio nucleo, cioè non è individuabile una direzione

preferenziale. Solo ultimamente si nota una tendenza di espansione più marcata in direzione

ovest dovuta probabilmente alla ricerca di zone più aperte e di buona accessibilità.

Non sono presenti fenomeni di insediamenti periurbani, ad eccezione di modesti interventi

puntuali, così come anche per gli interventi destinati ad attività produttive, mentre le attività

artigianali sono presenti nel centro urbano. Negli ultimi anni le attività produttive hanno trovato

la loro collocazione nella zona PIP già sufficientemente urbanizzata.

Nella parte più antica del paese la tipologia prevalente è quella costituita da cortine edificate

lungo le direttrici storiche, dove ancora si nota la presenza di alcune case a corte. Altra

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caratteristica è che tutte le abitazioni sono dotate di ampi giardini nella parte retrostante e

generalmente le costruzioni non superano i due piani. Il centro storico, quasi interamente abitato,

che ha visto nell’ultimo periodo l’insediamento di attività legate alla residenzialità esterna, è

costituito da edifici prevalentemente in buone condizioni abitative anche se hanno subito

interventi che hanno alterato le loro importanti caratteristiche cotruttive e tipologiche.

La tipologia delle cortine edificate è anche presente nella zona a nord est di successiva

espansione (zona “Puli”), facilmente individuabili in quanto mostrano tutte elementi

architettonici similari (lesene, cornici, ecc.). La tipologia costruttiva più diffusa è quella con

muratura portante; nel centro storico si conservano ancora degli edifici con copertura a volta,

così come nella zona “Puli”.

Nelle nuove zone residenziali di espansione, ad eccezione della zona PEEP, gli interventi edilizi

assumono sempre più ampia dimensione e forme tipologiche spesso di fabbricati isolati.

La trasformazione più importante subita dal territorio comunale, come già detto, è rappresentata

dalla Piazza della Repubblica in adiacenza alla Chiesa Matrice, che è il luogo centrale

dell’abitato e funge da zona di incontro per la popolazione, sia per la presenza di attività

commerciali che per un efficiente centro per anziani. Su tale spazio si svolgono le manifestazioni

culturali, ricreative e pubbliche nonché zona di arrivo del Carnevale della Grecìa Salentina, una

delle prime e più importanti manifestazioni dell’area ellenofona.

Nell’ultimo periodo altro punto importante di aggregazione, soprattutto giovanile, è

rappresentato dal giardino retrostante Palazzo Palmieri che, così come la villa comunale, viene

utilizzato soprattutto nella stagione estiva.

Palazzo Palmieri punto di riferimento anche per tutta l’area della Grecìa Salentina, per le

manifestazioni culturali, insieme alla piazza antistante dove sono ubicate la Cappella di San

Giovanni e la Biblioteca del Mediterraneo, costituisce ormai una zona identitaria di Martignano.

Oltre agli edifici già menzionati (Chiesa Matrice, palazzo marchesale, Cappella di San Giovanni

e Biblioteca del Mediterraneo) sono anche di rilevante valore storico l’ex Convento con annessa

Chiesa di San Francesco, le Cappelle del “Mantovano” e della “Conella” e le Pozzelle.

Legati all’attività economica più importante di Martignano del secolo scorso, la coltivazione e

lavorazione del tabacco, sono presenti due tabacchifici, uno nel centro urbano, che può essere

considerato come un manufatto di archeologia urbana, e un altro realizzato sulle Serre, che

rappresentano i simboli più importanti dell’attività produttiva del paese.

Tutte le attrezzature di interesse pubblico (Municipio, Scuole) sono inserite nel tessuto urbano in

posizione quasi centrale e facilmente accessibili.

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Nella periferia nord ma facilmente raggiungibili da ogni luogo del paese, sono stati realizzati

efficienti impianti sportivi costituiti da campo da calcio con impianto di illuminazione, palestra

polifunzionale, campi da tennis e calcetto. Tali impianti oltre ad essere utilizzati dai residenti,

sono anche spesso punto di riferimento per lo svolgimento di attività agonistiche da parte di non

residenti.

Gli standard urbanistici

Il D.M. n. 1444 del 2.4.1968 prevede per i comuni con popolazione inferiore ai 10.000 abitanti

una quantità minima di spazio per gli standard pari a 12 mq. per abitante di cui mq. 4 per

attrezzature scolastiche, mq. 3,50 per aree e spazi pubblici attrezzati a parco per il gioco e per lo

sport, mq. 2 per attrezzature civili e di interesse comune e mq. 2,50 per parcheggi. Si riportano le

superfici delle aree a standard così come rilevate dalla cartografia.

- Le aree per l’istruzione sono risultate pari a mq. 7.550 così distribuiti:

Scuola materna mq. 1.750

Scuola elementare mq. 2.500

Scuola media mq. 3.300

Da cui 7.750 / 1775 (residenti all’anno 2009) = 4,25 mq./ab. > 4,00 mq./ab.

- Le aree per attrezzature di interesse comune pari a mq. 5.872 così distribuiti:

Chiesa matrice mq. 840

Biblioteca mq. 350

Municipio mq. 1.550

Centro anziani mq. 2.132

Palazzo Palmieri mq. 1.000

Da cui 5.872 / 1775 (residenti all’anno 2009) = 3,30 mq./ab. > 2,00 mq./ab.

- Le aree per verde pubblico sono risultate pari a mq. 34.899 così distribuiti:

Parco Pozzelle mq. 2.450

Villa Comunale mq. 3.000

Spazio verde via Can. Bray mq. 1.000

Parco Palmieri mq. 1.800

Campo sportivo comunale mq. 26.649

Da cui 34.899 / 1775 (residenti all’anno 2009) = 19,66 mq./ab. > 3,50 mq./ab.

- Le aree a parcheggio coprono già abbondantemente lo standard richiesto.

Confrontando tali quantità con i valori previsti dal DM 1444/68 risulta che i valori previsti sono

tutti rispettati in funzione della popolazione residente. Occorre tener presente che alle superfici

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delle aree a standard sopra indicate vanno aggiunte quelle previste nei comparti nonché quelle

indicate nel PRG e non ancora attuate.

La distribuzione e la ubicazione delle aree a standard non evidenziano particolari criticità; i

plessi scolastici sono facilmente raggiungibili e i percorsi non evidenziano problemi legati alla

sicurezza.

Le aree produttive

Il territorio comunale di Martignano è dotato di un’area per gli insediamenti produttivi prevista

già dalla variante del P.d.F. che è stata successivamente interessata da un piano urbanistico

esecutivo (PIP). Tale area è ubicata a sud-est del territorio a confine con la S.P. n. 28 ed è

facilmente accessibile tramite la circonvallazione sud. Un ultimo intervento infrastrutturale

consente il collegamento con la zona produttiva del confinante comune di Calimera. L’area è

dotata di opere di urbanizzazione primaria e secondaria pur con la rete di fognatura nera non

ancora in esercizio in attesa del realizzando impianto di sollevamento. E’ sprovvista di rete per le

acque pluviali di cui si propone la realizzazione mediante un sistema di accumulo per un

riutilizzo ad uso industriale, nel rispetto della normativa vigente in materia.

Si segnalano infine l’area produttiva D0 occupata dall’ex tabacchificio ubicato sulla via per

Calimera e l’area produttiva (Marmeria Bianco) approvata secondo le procedure ex art. 5 DPR

447/98.

1.6 Risorse infrastrutturali

Sistema della mobilità

Come già riportato nel sistema della mobilità territoriale dell’area vasta presa in considerazione,

il comune di Martignano non è accessibile direttamente dalla viabilità statale, in quanto per il

collegamento a tale rete esiste la strada provinciale n. 30, mentre è attraversata dalla strada

provinciale n. 28 a poche centinaia di metri dall’abitato.

Nell’ambito urbano la rete viaria si sviluppa in maniera efficiente e tramite la realizzazione delle

due circonvallazioni il traffico veicolare pesante non attraversa il centro cittadino, contribuendo

così al miglioramento della qualità della vita. Oltre a questi due assi importanti, di cui quello a

sud consente il collegamento della zona artigianale sia con la strada provinciale n. 30 che

confluisce sulla strada statale, sia con la strada provinciale n. 28, via Roma rappresenta l’asse

portante di tutta la rete cittadina. Infatti su tale strada confluiscono la storica via Chiesa e buona

parte della viabilità interna, delimita Piazza della Repubblica e su di essa prospetta il Municipio.

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Tutte le aree sono ben collegate tra di loro e con il centro cittadino. Inoltre sul territorio

comunale esistono ancora i tracciati storici antichi tra cui si segnala la strada che conduceva alle

pozzelle per poi continuare verso Calimera, la vecchia strada per Sternatia su cui è ubicata (nel

territorio di Sternatia) il fabbricato denominato ‘Masseria Chicco Rizzo’ che rappresentava una

stazione di posta, oltre a una fitta rete di strade rurali.

Dall’attuale programma della Provincia non emergono interventi che interessano il territorio

comunale, né tanto meno nel Piano Strategico di Area Vasta.

In definitiva si individua come obiettivo di miglioramento del sistema della mobilità da inserire

nei programmi intercomunali è l’allargamento della sezione stradale del tratto della strada

provinciale n. 30 compreso tra l’incrocio con la circonvallazione sud e la rampa di accesso alla

statale n. 16. L’ubicazione del cimitero all’esterno del centro abitato con l’accesso dalla sempre

più trafficata via per Calimera (via Roma), e la tradizione locale di frequente visita ai defunti,

richiede la previsione di un percorso pedonale adeguato collegato a una nuova zona a

parcheggio.

Reti tecnologiche

In merito alle reti tecnologiche si rimanda a quanto riportato nel relativo capitolo riferito al

sistema territoriale. Le reti tecnologiche presenti sul territorio sono riportate nelle allegati

elaborati tecnici. Generalmente le reti presenti soddisfano i fabbisogni delle residenze eccetto per

quelle ubicate lungo alcuni tratti periferici.

1.7 Risorse e caratteri del paesaggio

Così come riporta il DRAG, la Convenzione europea del paesaggio (Firenze 2000, all’art. 5)

riconosce il paesaggio quale parte essenziale dell’ambiente di vita delle popolazioni e

fondamento della loro identità e richiede di integrare il paesaggio nelle politiche di

pianificazione del territorio, urbanistiche e in quelle a carattere culturale, ambientale, agricolo,

sociale ed economico. In questo contesto anche il PUG può costituire un mezzo utile a definire,

in modo condiviso, le direttive e le regole per un’attenzione al paesaggio nella progettazione e

nella realizzazione degli interventi di trasformazione del territorio. Pertanto il PUG mirerà alla

qualificazione paesaggistica del territorio comunale sia conservando, riqualificando e

valorizzando i caratteri naturali e antropici, sia prevedendo nelle trasformazioni rilevanti del

suolo azioni quanto meno d’impatto sul paesaggio stesso. Per il territorio comunale il paesaggio

agrario rappresenta la risorsa identitaria del territorio stesso. Per conoscere e interpretare il

paesaggio di Martignano il DPP predispone i quadri conoscitivi che consistono nella lettura del

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territorio e nella definizione delle invarianti strutturali a cui è affidato il compito di preservare il

territorio attraverso la conservazione dei valori esistenti, la riqualificazione delle situazioni di

degrado e la previsione di interventi compatibili con il paesaggio stesso. La ricognizione delle

risorse paesaggistiche ritorna nell’ambito della costruzione del sistema delle conoscenze nella

individuazione dei caratteri delle risorse insediative e nella definizione dei contesti rurali e

urbani.

Sulla base degli elementi rilevati sono stati individuati i seguenti paesaggi:

1. il paesaggio della Serra;

2. il paesaggio agricolo;

3. il paesaggio urbano

là dove si differenzia il paesaggio della Serra caratterizzato dal calcare affiorante e da

vegetazione erbacea di tipo sub steppico testimonianza dell’uso del suolo intensivo legato al

pascolo attività tipica del passato.

Il paesaggio agricolo presenta coperture di terreni residuali continue e di spessori variabili anche

intorno alla metrata idonei ad impianti di seminativo ovvero culture orticole.

Non si segnalano particolari elementi detrattori del paesaggio in un contesto poco appetibile

anche dal punto di vista dell’abusivismo edilizio.

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1.8 ASPETTI SOCIO ECONOMICI

Dinamica della Popolazione Residente

Per l’analisi della dinamica demografica sono stati utilizzati i dati dei censimenti ISTAT (1971 –

1981 -1991 – 2001) e quelli anagrafici comunali riportati nelle tabelle appresso indicate. La

tabella n. 1 riporta la popolazione residente in base ai censimenti 1971 – 2001 e quella relativa

all’anno 2009 fornita dalle rilevazioni comunali. L’esame dei dati evidenzia nel periodo

compreso tra il 1971 e il 1991 un graduale incremento della popolazione, mentre fra il 1991 e il

2001 si registra un decremento e tra il 2001 e il 2009 si registra una situazione piuttosto

stazionaria.

Tabella n. 1 – Popolazione residente

POPOLAZIONE RESIDENTE AI CENSIMENTI

1961 1971 1981 1991 2001 2009

MASCHI 862 873 899 918 867 883

DONNE 815 837 900 928 903 892

TOTALE 1677 1710 1799 1846 1770 1775

ASSOLUTA + 89 - - - - -

VARIAZIONE 1951-1961

% + 5,60 - - - - -

MEDIA ANN. 8,9 - - - - -

ASSOLUTA + 33 - - - -

VARIAZIONE 1961-1971

% + 1,97 - - - -

MEDIA ANN. + 3,3 - - - -

ASSOLUTA - + 89 - - -

VARIAZIONE 1971-1981

% - + 5,20 - - -

MEDIA ANN. - + 8,9 - - -

ASSOLUTA - - + 47 - -

VARIAZIONE 1981-1991

% - - + 2,61 - -

MEDIA ANN. - - + 4,7 - -

ASSOLUTA - - - - 76 -

VARIAZIONE 1991-2001

% - - - - 4,11 -

MEDIA ANN. - - - - 7,6 -

ASSOLUTA - - - - + 5

VARIAZIONE 2001-2009

% - - - - + 0,28

MEDIA ANN. - - - - + 0,5

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74

Se si confrontano i dati di Martignano con quelli della provincia di Lecce e della regione Puglia,

si osserva che la dinamica della popolazione residente a Martignano è in linea sia con

l’andamento provinciale che con quello regionale, anche se la contrazione demografica regionale

nell’ultimo periodo è più contenuta.

Tabella n. 2 – Popolazione residente a Martignano, nella provincia di Lecce e nella regione

Puglia negli anni 1971, 1981, 1991, 2001.

Martignano Provincia di Lecce Regione Puglia

n. residenti densità per

kmq

n. residenti densità per

kmq

n. residenti densità per

kmq

1971 1710 269,29 696503 252,41 3582787 185,09

1981 1799 283,31 762017 276,15 3871617 200,01

1991 1846 290,71 803977 291,36 4031885 208,29

2001 1770 278,74 787825 285,51 4020707 207,71

Nel 2001 sono residenti a Martignano 1770 persone di cui 867 maschi e 903 femmine; l’ISTAT

suddivide il territorio di Martignano in centro capoluogo con 1754 residenti e in case sparse con

16 residenti; le famiglie residenti sono 629 di cui 624 nel centro capoluogo e 5 nelle case sparse.

Il numero di immobili registrati sono pari a 802 edifici (797 nel centro e 5 nelle case sparse) a

cui corrispondono 752 abitazioni (747 nel centro e 5 nelle case sparse). (vedi Tabella n. 3)

Tabella n. 3 - Popolazioni e immobili per località abitate

centro capoluogo case sparse totale Comune

altitudine

pop

ola

zio

ne

maschi 859 8 867

femmine 895 8 903

totale popolazione 1754 16 1770

famiglie 624 5 629

im

mo

bili

edifici 797 5 802

abitazioni 747 5 752

Fonte: dati ISTAT – 14° Censimento generale della popolazione, 2001

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75

Tabella n. 4 - A

nn

o

Nat

i

Mo

rti

Sal

do

nat

ura

le

Iscr

itti

Can

cella

ti

Sal

do

mig

rato

rio

Po

po

lazi

on

e

mas

chi

Po

po

lazi

on

e

fem

min

e

Po

po

lazi

on

e

tota

le

Fam

/co

nv/

med

2002

13 23 -10 28 18 +10 865 905 1770

2003

15 25 -10 40 27 +13 868 908 1773 637 /1

/2,8

2004 17 18 - 1 23 21 + 2 869 905

(6 in

conv.)

1774 637 /1

/2,8

2005 12 18 - 6 41 25 +16 871 913

(6 in

conv.)

1784 652 /1

/2,7

2006 16 19 - 3 30 34 - 4 871 906

(5 in

conv.)

1777 659 /1

/2,7

2007 20 6 +14 37 29 + 8 880 919

(2 in

conv.)

1799 676 /1

/2,7

2008

15 17 - 2 40 49 - 9 889 899 1788 638 /0

/2,6

2009

(30.11)

7 24 -17 43 40 + 3 880 894 1774

Fonte: dati ISTAT – 14° Censimento generale della popolazione, 2001

Dall’analisi dei dati dal 2002 al 2009 riportati nella tabella n. 4 si evidenzia un andamento

variabile ma contenuto della popolazione, con la crescita maggiore di 22 unità nel 2007 e un

numero medio di componenti per famiglia pressocchè invariato.

Il movimento naturale registra un saldo lievemente negativo tranne che nell’anno 2007 mentre il

saldo migratorio risulta sempre positivo con un picco nell’anno 2005, eccetto nell’anno 2008 con

un saldo negativo pari a -9 unità.

L’analisi della popolazione residente aggregata per classi di età è riportata nella tabella n. 5

evidenzia nel periodo esaminato un incremento pressoché costante delle classi di età più

avanzata ed in particolare quella oltre i 65 anni.

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76

Tabella n. 5 -

Martignano Provincia di Lecce

maschi femmine totale % sul

totale

della

pop.

maschi femmine totale % sul totale

della

popolazione

< 5 40 29 69 4 18849 17794 36643 4,65

5 - 9 44 48 92 5 20908 20059 40967 5,20

10 – 14 48 46 94 5 23035 21758 44793 5,69

15 – 19 58 46 104 6 24991 24142 49133 6,24

20 – 24 62 47 109 6 28988 28835 57823 7,34

25 – 29 67 65 132 8 29358 30445 59803 7,59

30 – 34 64 63 127 7 28030 30013 58043 7,37

35 – 39 65 72 137 8 27863 30436 58299 7,40

40 – 44 46 51 97 5 24500 27345 51845 6,58

45 – 49 52 54 106 6 23428 25980 49408 6,27

50 - 54 56 58 114 7 25091 27446 52537 6,67

55 – 59 51 45 96 6 21287 23277 44564 5,66

60 – 64 51 50 101 6 20936 24338 45274 5,75

65 - 69 48 44 92 5 18888 22747 41635 5,28

70 – 74 51 58 109 6 17154 22175 39329 4,99

75 - 79 31 65 96 5 11618 17000 28618 3,63

80 – 84 20 36 56 3 5478 9595 15073 1,91

85 e più 13 26 39 2 4445 9593 14038 1,78

totale 867 903 1770 100 374847 412978 787825 100,00

di cui

minorenni 77358 73612 150970 19,16

Fonte: dati ISTAT – 14° Censimento generale della popolazione, 2001

Dalla suddivisione della popolazione residente in classi di età si evince che sul totale della

popolazione residente la classe maggiormente popolosa è quella dai 35 ai 39 anni di età (8%),

che si discosta leggermente dalla media provinciale che vede la maggiore percentuale dei

residenti tra i 25 e i 29 anni. Sia i dati comunali che quelli provinciali evidenziano una

percentuale di bambini con età inferiore a 5 anni che non supera il 5% del totale e di anziani con

più di 85 anni che non supera il 2% del totale della popolazione.

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77

Tabella n. 6 – Popolazione residente in famiglia per numero di componenti

Martignano Provincia di Lecce

popolazione

residente

% sul totale popolazione

residente

% sul totale

un componente 127 7,20 54696 6,96

2 componenti 334 18,94 135078 17,19

3 componenti 354 20,08 168816 21,48

4 componenti 612 34,71 266584 33,92

5 componenti 285 16,16 122745 15,62

6 o più componenti 51 2,89 37912 4,82

totale 1763 785831

Fonte: dati ISTAT – 14° Censimento generale della popolazione, 2001

Tabella n. 7 - FAMIGLIE RESIDENTI PER AMPIEZZA

N. COMPONENTI 1961 1971 1981 1991 2001 2009

MF % MF % MF % MF % MF % MF %

1. In coabit. Non coabit. TOTALE

49

9,80

20

64

84

3,50

11,10

14,60

1

121

122

0,10

19,10

19,20

==

127

127

20,19

20,19

2.

108 3,40 135 23,40 165 26,00 167 26,55

3.

109 8,30 132 23,00 123 19,30 118 18,76

4.

125 38,10 122 21,80 146 23,00 153 24,33

5.

64 36,70 77 13,40 59 9,30 57 9,06

6.

35 7,00 17 3,00 10 1,60

6 o più persone

7 1,11

7.

7 1,40 3 0,50 == ==

8 e più Fam. Comp.

4

34

0,80

==

5

47

0,90

==

10

82

1,60

==

TOT. FAMIGLIE TOT COMPONENTI

473

1672

100,00

501

1705

100,00

575

1793

100,00

635

1842

100,00

629

100,00

1763

Numero medio comp. Famiglia

3,53 3,40 3,12 2,90 2,80

Dalla tabella n. 7 relativa alle famiglie residenti per ampiezza, risulta che il numero medio di

componenti per famiglia nel 2001 è pari a 2,80 con un lieve decremento rispetto al ventennio

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78

precedente; le famiglie con 3 e 4 componenti costituiscono il 43,05% del totale mentre la

famiglia media risulta essere quella con 2 componenti (26,55% del totale).

I dati comunali sono sostanzialmente in linea con quelli provinciali.

Dai dati ISTAT del Censimento generale della popolazione del 2001 a Martignano sono residenti

n. 2 stranieri (2 femmine) provenienti dall’Europa rispetto al dato provinciale di 5085 (2273

maschi e 2812 femmine).

Tabella n. 8 - Popolazione residente con più di 6 anni per grado di istruzione

1971 1981 1991 2001

MF % MF % MF % MF %

LAUREA 12 0,80 18 1,10 44 2,50 78 4,60

DIPLOMA SCUOLA SEC. SUP.

52 3,40 118 7,20 222 12,80 336 19,80

DIPLOMA SCUOLA SEC. INF.

126 8,30 360 18,50 472 27,20 468 27,70

LICENZA DI SCUOLA ELEMEN.

576 38,10 631 38,20 574 33,10 511 30,20

ALFABETI 555 36,70 435 26,70 350 20,20 249 14,70

ANALFABETI 192 12,70 142 8,60 72 4,20 51 3,00

ALTRI TITOLI SPECIFICI

TOTALI

1518

100,00

1650

100,00

1734

100,00

1693

100,00

La tabella relativa alla popolazione residente per grado di istruzione dimostra come nel periodo

di tempo considerato sia aumentato il grado di istruzione, infatti si è ridotto notevolmente il

numero degli analfabeti che sono passati dal 12,70% del 1971 al 3% del 2001. La popolazione in

possesso di licenza elementare nel 1971 rappresentava il 38%, nel 2001 si è ridotta al 30% a

vantaggio della scuola media inferiore (8,30% nel 1971 contro il 27,70% nel 2001) e di diploma

di scuola superiore (3,40% nel 1971 al 19,80% del 2001) e di laurea che rappresentano il 4,60%

della popolazione nel 2001 contro lo 0,80 del 1971.

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79

Tabella n. 9 – Occupati per classe di età

Martignano Provincia di Lecce

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

15 - 19 4 1 5 1584 1350 2934

20 - 29 62 23 85 26811 17801 44612

30 - 54 227 95 322 96266 54891 151157

55 e più 38 10 48 19222 7379 26601

totale 331 129 460 143883 81421 225304

tot. Residenti dai 15

anni in poi

735 780 1515 312055 353367 665422

% occupati 45,03% 16,53% 30,36% 46,11% 23,04% 33,86%

Fonte: dati ISTAT – 14° Censimento generale della popolazione, 2001

Tabella n. 10 – Popolazione attiva e non attiva

1971 1981 1991 2001

N. % N. % N. % N. %

In condizione

professionale:

OCCUPATI

DISOCCUPATI

TOTALE

708

551

60

611

99,90

0,10

100,00

464

96

560

83,00

17,00

100,00

460

292

752

61,17

38,83

100,00

In cerca di 1^ occupazione

31 2,42 75 4,16 135 7,31 110 7,26

Tot. Pop. Attiva (1)

739 58,00 686 38,00 695 38,00

(2)

570 37,62

Pop. non attiva (1)

538 42,00 1113 62,00 1151 62,00

(2)

945 62,38

TOTALE 1277 100,00 1799 100,00 1846 100,00 1515 100,00

Fonte: dati ISTAT – 14° Censimento generale della popolazione, 2001

(1) Popolazione residente da 14 anni in poi (2) Popolazione residente da 15 anni in poi

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80

I dati sull’occupazione evidenziano che il 30,36% della popolazione con più di 15 anni è

occupata, di cui il 70% ha tra i 30 e i 54 anni. Degli occupati 331 sono maschi e 129 femmine; i

dati sono sostanzialmente in linea con quelli provinciali ad eccezione di quelli relativi alle

femmine che a Martignano risulta di circa il 50% inferiore al dato provinciale.

Tabella n. 11 – Occupati, in cerca di occupazione e non occupati

Martignano Provincia di Lecce

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

occ

upat

i/in

ce

rva

di

occ

upaz

ion

e

occupati 331 129 460 143883 81421 225304

in cerca di

occupazione

54 56 110 29537 31423 60960

totale 385 185 570 173420 112844 286264

non

occup

ati

studenti 57 85 142 28053 33030 61083

casalinghe 1 92 93 239 82454 82693

ritirati dal lavoro 227 283 510 68522 70192 138714

in altra condizione 65 135 200 41821 54847 96668

totale 350 595 945 138635 466511 379158

TOTALE

GENERALE

735 780 1515 312055 579055 665422

Fonte: dati ISTAT – 14° Censimento generale della popolazione, 2001

A Martignano 110 persone ( pari a circa il 7% della popolazione con più di 15 anni) sono in

cerca di occupazione, mentre tra i non occupati circa il 15% sono studenti, circa il 10% sono

casalinghe, circa il 54% ritirati dal lavoro ed il restante 21% in altra condizione non specificata

(vedi Tabella n. 11).

Tabella n. 12 – Occupati per attività economica

Agricoltura Industria Altre attività Totale

15 - 19 0 2 3 5

20 - 29 3 25 57 85

30 - 54 29 99 194 322

55 e più 9 15 24 48

totale 41 141 278 460

% occupati

per attività

8,91% 30,65% 60,44% 100,00%

Fonte: dati ISTAT – 14° Censimento generale della popolazione, 2001

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81

Tabella n. 13 – Occupati per posizione professionale

Maschi Femmine Totale

imprenditore e libero

professionista

28 6 34

lavoratore in proprio 48 15 63

socio di cooperativa 2 1 3

coadiuvante famigliare 2 5 7

dipendente o il altra

posizione subordinata

251 102 353

TOTALE 331 129 460

Fonte: dati ISTAT – 14° Censimento generale della popolazione, 2001

Tabella n. 14 – Tasso di disoccupazione, di disoccupazione giovanile e di occupazione

Martignano Provincia di Lecce Regione Puglia Italia

maschi femm. totale maschi femm. totale maschi femm. totale maschi femm. totale

tasso di

disoccupazione

14,03 30,27 19,30 17,0 27,9 21,3 15,7 27,9 20,1 9,4 14,8 11,6

tasso di disocc.

giovanile

29,27 53,33 35,71 42,8 50,7 46,3 42,09 55,8 47,9 29,99 37,4 33,3

tasso di

occupazione

45,03 16,54 30,36 46,1 23,0 33,9 49,28 21,8 35,0 54,82 32,0 42,9

Fonte: dati ISTAT – 14° Censimento generale della popolazione, 2001

Il tasso di disoccupazione di Martignano è inferiore di due punti rispetto a quello provinciale e

quasi uguale al dato regionale, mentre è superiore al dato nazionale, soprattutto per il dato

riferito alla disoccupazione femminile.

Il tasso di disoccupazione giovanile è decisamente inferiore al dato regionale e a quello

provinciale e lievemente superiore al dato nazionale.

Il tasso di occupazione è inferiore sia al dato provinciale, regionale e in maniera particolare al

dato nazionale.

Dall’analisi di tutti questi indicatori si può dunque dedurre che a Martignano ci sono meno

occupati rispetto al dato provinciale e regionale, ma anche meno persone in cerca di lavoro.

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82

Tabella n. 15 - Popolazione residente attiva per ramo di attivita’ economica

1971 1981 1991 2001

MF % MF % MF % MF %

AGRICOLTURA 442 62,42 286 46,81 160 28,57 41 8,91

INDUSTRIA Tot. 1 / 5 1. A Combust. 1. B El. Gas. Acqua TOTALE 2. Estrattivi 3. Lav. Metallici 4. Al. Tess. Leg. 5. Costruzioni

175

2

(2+3+4) 173

24,71

148

1 3

4

7 30 22 85

24,22

0,17 0,49

0,66

1,14 4,91 3,60

13,91

172

28

28

5

69 70

30,71

5,00

5,00

0,89

12,32 12,50

141

30,65

COMMERCIO 6. A Pub. Eser. 6. B Riparaz. TOTALE / 6

23

23

3,24

41 6

47

6,71 0,98

7,69

5 46

51

0,89 8,22

9,11

64

13,91

TRASP. / Conn. / 7 8 1,14 16 2,62 10 1,79 10 2,17

CREDITO. ASS. 8. A Credito 8. B Servizi TOTALE / 8

21

21

2,96

3

3

0,49

0,49

3 9

12

0,53 1,61

2,14

18

3,91

PUBBL. AMMIN. 9. A Pubb. Amm. 9. B Servizi TOTALE / 9

39

39

5,55

53 58

111

8,68 9,49

18,17

120 35

155

21,43 6,25

27,68

ALTRE ATTIVITA’ 186 40,43

TOTALI

708 100 611 100 560 100 460 100

Fonte: dati ISTAT – 14° Censimento generale della popolazione, 2001

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83

TABELLA N. 16 - Popolazione residente attiva per ramo e posizione professionale

1971 1981 1991 2001

MF % MF % MF % MF %

AGRICOLTURA

Impr. / Lib. Prof.

Lav. In proprio

Coadiutore

Dirig. e impieg.

Lav. dipendente

442

-

29

3

-

410

62,42

-

4,09

0,42

-

57,91

286

-

89

2

2

193

46,80

-

14,56

0,33

0,33

31,58

160

-

12

-

-

148

28,57

-

2,14

-

-

26,43

41

5

4

1

*1

30

8,91

1,08

0,87

0,22

0,22

6,52

INDUSTRIA

Impr. / Lib. Prof.

Lav. In proprio

Coadiutore

Dirig. e impieg.

Lav. dipendente

175

2

20

-

4

149

24,71

0,28

2,82

-

0,56

21,05

148

4

24

-

4

116

24,22

0,65

3,92

-

0,65

19,00

172

9

33

1

12

177

30,71

1,61

5,89

0,18

2,14

20,89

141

13

18

3

*1

106

30,65

2,83

3,91

0,65

0,22

23,04

ALTRE ATTIVITA’

Impr. / Lib. Prof.

Lav. In proprio

Coadiutore

Dirig. e impieg.

Lav. dipendente

91

3

22

2

50

14

12,85

0,42

3,10

0,28

7,07

1,98

177

4

37

5

71

60

28,96

0,65

6,06

0,81

11,62

9,82

228

8

43

3

96

78

40,72

1,43

1,68

0,54

17,14

13,93

278

16

41

3

*1

217

60,43

3,48

8,91

0,65

0,22

47,17

TOTALE

Impr. / Lib. Prof.

Lav. In proprio

Coadiutore

Dirig. e impieg.

Lav. dipendente

708

5

71

5

54

573

100,00

0,71

10,03

0,71

7,62

80,93

611

8

150

7

77

369

100,00

1,31

24,55

1,15

12,60

60,39

560

17

88

4

108

343

100,00

3,04

15,71

0,71

19,29

61,25

460

34

63

7

*3

353

100,00

7,39

13,70

1,52

0,65

76,74

Fonte: dati ISTAT – 14° Censimento generale della popolazione, 2001

* Socio di cooperativa

Tabella n. 17 – Edifici totali per tipologia di utilizzo

n. edifici % edifici sul totale

utilizzati 697 86,91

non utilizzati 105 13,09

totale 802 100,00

Fonte: dati ISTAT – 14° Censimento generale della popolazione, 2001

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84

TABELLA N. 18 - Abitazioni occupate e non occupate

1971 1981 1991 2001

N. % N. % N. % N. %

ABITAZ. OCCUPATE n. Stanze Tot. N. medio st/abit.ni Sup. compl. mq. Sup. media per ab.ne N. Famiglie N. Componenti N. medio occ./ab.ne N. medio occ./st.

483

1916

4,00

39822

82,50

501

1705

3,53

0,89

91

91

541

2289

4,40

54379

100,50

574

1790

3,30

0,80

89

90

634

2868

5,52

68890

108,70

635

1842

2,90

0,64

92

94

629

3043

4,00

74452

118,37

629

1763

84

86

AB. NON OCCUPATE N. Stanze N. medio st./ab.ne

48

184

3,80

9

9

66

253

3,80

11

10

54

195

8

6

120

492

4,84

16

14

ABIT. IN TOTALE N. Stanze N. medio st./ab.ne

531

2100

4,00

100

100

607

2642

4,40

100

100

688

3063

4,40

100

100

749

3535

100

100

Fonte: dati ISTAT – 14° Censimento generale della popolazione, 2001

TABELLA N. 19 - Abitazioni occupate e non occupate

n. abitazioni % abitazioni sul

totale

di cui solo con

angolo cottura e/o

cucinino

abitazioni occupate da

persone residenti

629 83,64 136

abitazioni occupate da

persone non residenti

3 0,40 0

abitazioni vuote 120 15,96 29

totale 752 100,00 165

Fonte: dati ISTAT – 14° Censimento generale della popolazione, 2001

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85

TABELLA N. 20 – Abitazioni occupate per epoca di costruzione

1981 1991 2001

N. % N. % N. %

EPOCA IGNOTA E PRIMA DEL 1919 AB.NI STANZE

47

177

9

7

51

199

8

7

95 13

1919 – 1945 AB.NI STANZE

143

566

26

24

109

429

17

15

153

20

1946 – 1960 AB.NI STANZE

141

620

26

26

167

726

26

25

163

22

1961 – 1971 AB.NI STANZE

119

556

22

23

145

675

23

24

1962 – 1971 AB.NI STANZE

112

15

1972 – 1981 AB.NI STANZE

91

470

17

20

119

622

19

22

107

14

1982 – 1986 AB.NI STANZE

25

126

4

4

Dopo il 1986 AB.NI STANZE

18

91

3

3

1982 – 1991 AB.NI STANZE

82

11

Dopo il 1991 AB.NI STANZE

40

5

TOTALI AB.NI STANZE

541

2389

100

100

634

2868

100

100

752

100

Fonte: dati ISTAT – 14° Censimento generale della popolazione, 2001

TABELLA N. 21 – Edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione n. edifici % edifici sul totale

prima del 1919 79 12,01

dal 1919 al 1945 140 21,28

dal 1945 al 1961 136 20,67

dal 1962 al 1971 102 15,50

dal 1972 al 1981 95 14,44

dal 1982 al 1991 68 10,33

dopo il 1991 38 5,77

totale 658 100,00

Fonte: dati ISTAT – 14° Censimento generale della popolazione, 2001

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86

TABELLA N. 22 - Abitazioni occupate per titolo di godimento

1971 1981 1991 2001

N. % N. % N. % N. %

PROPRIETA’ N. Ab.ni N. Stanze N. Famiglie N. Occup.

464

1874

432

1503

87

438

1993

470

1485

81

559

2556

560

1632

88

557

2737

1573

89

AFFITTO N. Ab.ni N. Stanze N. Famiglie N. Occup.

41

145

42

127

8

46

171

46

143

9

34

141

34

103

5

28

121

85

4

ALTRO TITOLO N. Ab.ni N. Stanze N. Famiglie N. Occup.

26

81

27

75

5

57

225

58

162

10

41

171

41

107

7

44

185

105

7

TOT. Ab.ni 531 100 541 100 634 100 629 100

Fonte: dati ISTAT – 14° Censimento generale della popolazione, 2001

Tabella n. 23 – Abitazioni occupate da residenti per titolo di godimento

n. abitazioni % abitazioni sul totale

proprietà 557 88,55

affitto 28 4,45

altro titolo 44 7,00

totale 629 100,00

Fonte: dati ISTAT – 14° Censimento generale della popolazione, 2001

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87

TABELLA N. 24 - Abitazioni occupate per numero di stanze

NUMERO STANZE 1981 1991

DIFFER. 1991-1981

2001 DIFFER.

2001-1991 N. % N. % N. %

1. N.RO ABITAZIONI N.RO FAMIGLIE N.RO COMPONENTI

1

1

3

0,2

0,2

0,2

2

2

2

0,3

0,3

0,3

+ 1

+ 1

+ 1

-

-

-

-

-

-

- 2

- 2

- 2 2. N.RO ABITAZIONI N.RO FAMIGLIE N.RO COMPONENTI

22

22

42

4,1

3,8

2,3

42

42

65

6,6

6,6

3,5

+ 20

+ 20

+ 23

19

19

29

3,0

3,0

1,6

- 23

- 23

- 36 3. N.RO ABITAZIONI N.RO FAMIGLIE N.RO COMPONENTI

128

131

326

22,7

23,0

18,2

105

105

236

16,5

16,5

12,8

- 23

- 26

- 100

73

73

147

11,6

11,6

8,3

- 32

- 32

- 89 4. N.RO ABITAZIONI N.RO FAMIGLIE N.RO COMPONENTI

165

171

574

30,1

30,0

32,0

175

175

474

27,6

27,6

26,1

+ 10

+ 4

- 100

181

181

506

28,8

28,8

28,7

+ 6

+ 6

+ 32 5. N.RO ABITAZIONI N.RO FAMIGLIE N.RO COMPONENTI

139

149

520

26,0

26,0

29,1

166

166

572

26,0

31,3

23,0

+ 27

+ 17

+ 55

189

189

543

30,0

30,0

30,8

+ 23

+ 23

- 29 6 E PIU’. N.RO ABIT./STANZE N.RO FAMIGLIE N.RO COMPONENTI

86/605

100

325

15,9

17,0

18,2

144/937

145

490

23,0

23,0

26,6

+ 58 / + 332

+ 45

+ 165

167

167

538

25,6

25,6

30,5

+ 23

+ 22

+ 48

TOTALI N.RO ABITAZIONI N.RO FAMIGLIE N.RO COMPONENTI

541

574

1790

100

100

100

634

635

1842

100

100

100

+ 93

+ 61

+ 52

629

629

1763

100

100

100

- 5

- 6

- 79

Fonte: dati ISTAT – 14° Censimento generale della popolazione, 2001

Tabella n. 25 – Abitazioni occupate da residenti per disponibilità di servizi

n. abitazioni % abitazioni sul totale

dispone di acqua potabile 629 83,64

di cui da acquedotto 617 82,05

di cui da pozzo 11 1,46

di cui da altra fonte 7 0,93

dispone di impianto di riscaldamento

598 79,52

dispone di acqua calda 620 82,45

totale abitazioni occupate da residenti

629

Fonte: dati ISTAT – 14° Censimento generale della popolazione, 2001

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88

Dai dati del Censimento Generale della Popolazione del 2001 si registra la presenza a

Martignano di 800 edifici di cui 697 utilizzati (circa l’87%) e 105 non utilizzati. A tali edifici

corrispondono 752 abitazioni, di cui 629 occupate da persone residenti, 3 da persone non

residenti e 120 vuote. Tra le abitazioni soltanto 165 dispongono di angolo cottura e/o cucinino.

In riferimento alle diverse epoche di costruzione risulta che prima del 1961 sono stati realizzati

oltre la metà (54% circa) degli edifici oggi presenti sul territorio comunale, mentre dopo l’anno

1991 sono stati realizzati soltanto il 5,77% degli edifici. Tra le abitazioni occupate dai residenti

l’88,55% sono case di proprietà, il 4,45% in affitto e il restante 7% sono occupate con altro titolo

di godimento. Tra le abitazioni occupate l’83,64% dispone di acqua potabile, il 79,52% di

impianto di riscaldamento e l’82,45% di acqua calda.

Attivita’ culturali e turistico ricettive

All’interno di tali attività il Comune di Martignano sin dal lontano 1990 ha intrapreso attività di

cooperazione internazionale con il Libano e più precisamente con la cittadina di Kafar Matta. In

tale contesto il Comune di Martignano, insieme ad altri Enti operanti nel campo della

cooperazione, ha realizzato un centro sociale, un frantoio, una struttura sportiva.

Le principali iniziative sul territorio sono organizzate dall’Associazione Culturale Salento Griko

che, in collaborazione con il Comune di Martignano ha ideato e creato il Parco Turistico

Culturale Palmieri. Le iniziative del Parco Culturale intendono contribuire allo sviluppo dell’area

mediante la valorizzazione e il rafforzamento dei diversi prodotti e attività già esistenti,

promuovendo l’offerta turistica nel quadro della conservazione, recupero e valorizzazione

dell’ambiente naturale, linguistico e culturale dell’area. Altra finalità non meno importante è

quella formativa e professionale. Comunque l’obiettivo generale del Parco Turistico Culturale

Palmieri è la valorizzazione del potenziale naturale, artistico, culturale, linguistico e umano che

caratterizza il territorio della Grecìa Salentina e del Salento. All’interno di tale progetto sono

organizzati spettacoli musicali, cinematografici e teatrali, presentazioni di libri, ecc.

Sul territorio opera anche l’Associazione Turistica Pro Loco “A. Martano” che, come da statuto,

opera nel campo della valorizzazione del territorio stesso, nonché nella organizzazione di eventi

quali la “Sagra della salsiccia e dell’insalata grika” nel primo fine settimana di luglio.

Il Carnevale di Martignano, oggi Carnevale della Grecìa Salentina, costituisce uno degli

appuntamenti più importanti della Grecìa Salentina. Questa manifestazione che inizia l’ultima

domenica di Carnevale si conclude il martedì successivo con la “Morte te lu Paulinu”,

manifestazione che nasce sulla scia delle feste medievali di “inversione” dei ruoli sociali quando

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89

ai contadini era concesso dire tutto ciò che pensavano dei loro padroni, e delle feste romane

denominate “pasquinate” quando la statua di Pasquino veniva portata in processione e vi si

affiggevano sopra biglietti di invettiva contro i potenti e i religiosi.

Il Comune di Martignano fa parte dell’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina, ente che nasce

nel 2001 tra i Comuni della provincia di Lecce di Calimera, Castrignano dei Greci, Corigliano

d’Otranto, Martignano, Martano, Melpignano, Soleto, Sternatia, Zollino; all’Unione hanno

aderito nel 2005 Carpignano Salentino e nel 2007 Cutrofiano.

Diverse sono le iniziative organizzate per promuovere il patrimonio e la cultura di questo

territorio che coinvolgono la lingua tradizionale, il griko, la storia, le tradizioni, la musica e la

danza tradizionale (come la Notte della Taranta), l’arte, la natura e l’ambiente, l’artigianato e la

gastronomia.

I dati forniti dall’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina evidenziano che nel 2009 la

presenza nel territorio di Martignano della seguente capacità ricettiva costituita da n. 4 B&B e n.

1 case e appartamenti vacanza, che rappresenta appena il 5% dell’offerta totale dell’ Unione dei

Comuni della Grecìa Salentina.

I dati riportati nella relazione del “Parco Turistico Culturale G. Palmieri” di Martignano del

dicembre 2009 sulla ricettività turistica a Martignano rilevano nel corso dei mesi da aprile a

ottobre 2009, 253 arrivi e 1216 presenze con una permanenza media di 4,8 giorni. Il dato è

particolarmente significativo considerato che la metà delle strutture censite è nata nel 2009 a

ridosso dei mesi estivi. “Il target degli ospiti di Martignano e della Grecìa Salentina vede

persone con alto grado di scolarizzazione con prevalenti interessi nel campo della cultura e

dell’arte che amano abbinare la fruizione del patrimonio ambientale della costa (spiagge, ecc.)

a percorsi culturali, gastronomici, vicini al concetto di turismo sostenibile dove la dimensione

umana prevale su quella della ‘formula commerciale’. L’utenza appare equamente divisa per

sesso. La percentuale degli stranieri è in linea con il dato del Salento, ovvero circa il 6% dei

turisti.”

L’analisi della dinamica dei flussi turistici della provincia di Lecce conferma l’esistenza di un

fenomeno in crescita nel medio periodo. La tendenza risulta infatti nettamente in rialzo con le

presenze che da 1.900.000 circa del 1997 passano a oltre 3.000.000 nel 2005. Si tratta

principalmente di un turismo di tipo stagionale poiché circa il 70% degli arrivi e delle presenze

turistiche sono concentrati nei mesi di giugno, luglio e agosto.

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90

Tabella n. 26 – Tipo di esercizio ricettivo Provincia di Lecce n. esercizi posti letto* camere** Alberghiero

Alberghi 5 stelle e 5 stelle lusso 6 557 239 Alberghi 4 stelle 52 6.741 3.344 Alberghi 3 stelle 112 9.239 4.366 Alberghi 2 stelle 29 714 405 Alberghi 1 stella 10 223 130 Residenze turistico alberghiere 29 5.195 2.385 Totale 238 22.679 10.869

Extra alberghieri

Campeggi 4 stelle 5 11.025 3.313 Campeggi 3 stelle 14 11.376 3.965 Campeggi 2 stelle 2 440 185 Campeggi 1 stella 4 380 90 Villaggi turistici 4 stelle 1 190 64 Villaggi turistici 3 stelle 1 80 20 Alloggi Agro-Turistici 81 3.184 829 Ostelli per la gioventù 1 22 9 Case ed appartamenti per vacanze 104 9.271 4.103 Affittacamere 57 591 182 Case per ferie 8 546 252 Bed&Breakfast 915 6.496 3.006 Totale

1.193 43.601 16.118

TOTALE 1.431 66.280 26.987 Fonte : Camera di Commercio di Lecce – Osservatorio turistico provinciale di Lecce, 31.08.2008 * Per campeggi e villaggi trattasi di capacità ricettiva ** Per campeggi e villaggi trattasi di piazzole

Tabella n. 27 – Esercizi ricettivi per tipo di alloggio

Martignano Grecìa Salentina

albergo 0 6

agriturismo 0 7

Bed & Breakfast 4 82

accoglienza in strutture religiose 0 2

affittacamere 0 1

case e appartamenti vacanze 1 2

camping 0 0

totale 5 100

Fonte: http:/www.greciasalentina.org., 2009

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91

Agricoltura e Attivita’ Industriali, Artigianali e Commerciali

Di seguito si riportano i dati relativi alle aziende agricole e la superficie agricola utilizzata. (Tabella n. 28). TABELLA N. 28 – Aziende agricole, Superficie agricola utilizzata e Superficie agricola totale Martignano Provincia di Lecce

n. ettari n. ettari

aziende 227 78672

Superficie agricola

utilizzata (SAU)

490,96 153284,20

SAU media aziendale 2,16 1,94

Superficie agricola totale

(SAT)

562,29 163438,3

SAT media aziendale 2,48 2,08

Fonte: dati ISTAT – 5° Censimento generale dell’agricoltura, 2000

Le tabelle seguenti analizzano la superficie agricola utilizzata per tipo di coltura. TABELLA N. 29 – Superficie aziendale secondo l’utilizzazione dei terreni Martignano Provincia di Lecce

ettari %SAU %SAT ettari %SAU %SAT

Sup

erfic

ie a

gric

ola

utili

zzat

a

(SA

U)

Seminativi* 178,18 36,29% 52433,24 34,43%

Coltivazioni

legnose

agrarie

311,58 63,47% 96599,37 63,43%

Prati

permanenti

e pascoli

1,20 0,24% 3251,59 2,14%

Totale 490,96 87,31% 152284,20 93,18%

Colture boschive** 4,80 0,86% 2520,97 1,54%

Altra superficie 66,53 11,83% 8633,14 5,28%

Sup. Agricola Totale

(SAT)

562,29 163438,31

Fonte: dati ISTAT – 5° Censimento generale dell’agricoltura, 2000

* Compresi gli orti famigliari ** Somma di boschi e arboricoltura da legno

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TABELLA N. 30 – Aziende con seminativi e relativa superficie per le principali coltivazioni Martignano Provincia di Lecce

n. ettari % della sup.

coltivata

n. ettari % della sup.

coltivata Cereali aziende

87 16113

superficie coltivata

103,21 83,31% 27854,55 81,07%

Co

ltiva

zio

ni

ort

ico

le

aziende

85 12147

superficie coltivata

20,67 16,69% 4537,57 13,21%

Co

ltiva

zio

ni

fora

gg

iere

av

vice

nd

ate aziende

0 678

superficie coltivata

0 0% 1967,88 5,72%

Totale 123,88 34360,00

Fonte: dati ISTAT – 5° Censimento generale dell’agricoltura, 2000

TABELLA N. 31 – Aziende con coltivazioni legnose agrarie e relativa superficie per le principali coltivazioni Martignano Provincia di Lecce

n. ettari % della sup.

coltivata

n. ettari % della sup.

coltivata Vite aziende

1 14909

superficie coltivata

5,00 1,61% 10346,41 10,75%

Olivo aziende

219 68017

superficie coltivata

304,81 97,83% 84317,44 87,60%

Agrumi

aziende

10 2514

superficie coltivata

1,35 0,43% 870,16 0,91%

Fruttiferi

aziende

6 2629

superficie coltivata

0,42 0,13% 716,05 0,74%

Totale 311,58 96250,06

Fonte: dati ISTAT – 5° Censimento generale dell’agricoltura, 2000

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93

TABELLA N. 32 – Imprese attive per sezione attività economica

Martignano Provincia di Lecce

n. % sul totale n. % sul totale

agricoltura, caccia e silvicoltura

25 21,74% 10771 17,06%

pesca, piscicoltura e servizi connessi

0 0% 233 0,37%

estrazione di minerali 0 0% 72 0,12% attività manifatturiere 18 15,65% 8028 12,72% produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua

0 0% 20 0,03%

costruzioni 24 20,89% 9384 14,87% commercio ingrosso e dettaglio e rip. beni personali e per la casa

32 27,82% 21277 33,71%

alberghi e ristoranti 5 4,35% 3309 5,24% trasporti, magazzinaggio e comunicazione

0 0% 1243 1,97%

intermediazione monetaria e finanziaria

1 0,87% 1151 1,82%

attività immobiliare, noleggio, informatica e ricerca

3 2,60% 3508 5,56%

istruzione 0 0% 246 0,39% sanità e altri servizi 1 0,87% 335 0,53% altri servizi pubblici, sociali e personali

6 5,21% 3101 4,91%

imprese non classificate 0 0% 440 0,70% Totale 115 63118

Fonte: Camera di Commercio - relative all’anno 2008

Nel territorio comunale il maggior numero di imprese attive sono quelle relative al commercio in

generale, seguite dall’agricoltura e dalle costruzioni e dalle attività manifatturiere.

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TABELLA N. 33 – Addetti alle unità locali delle imprese per sezione di attività economica

Martignano

unità locali

1991

unità locali

2001

addetti 1991 addetti 2001

agricoltura, caccia e silvicoltura 0 1 0 8 pesca, piscicoltura e servizi connessi

0 0 0 0

estrazione di minerali 2 1 13 10 attività manifatturiere 13 13 57 29 produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua

0 0 0 0

costruzioni 21 22 65 97 commercio ingrosso e dettaglio e rip. beni personali e per la casa

28 29 34 39

alberghi e ristoranti 4 5 8 8 trasporti, magazzinaggio e comunicazione

2 1 5 3

intermediazione monetaria e finanziaria

3 1 4 2

attività immobiliare, noleggio, informatica e ricerca

4 10 6 11

istruzione 0 0 0 0 sanità e altri servizi 3 6 3 6 altri servizi pubblici, sociali e personali

7 3 9 4

Totale 87 92 204 217

Fonte: ISTAT

TABELLA N. 34 – Consistenza del commercio al dettaglio in sede fissa

n. % sul totale

Settore alimentare e misto 13 41 %

Settore non alimentare beni persona 6 19 %

Settore non alimentare altri beni 1 3 %

Settore non alimentare beni a basso impatto ambientale 1 3 %

Edicole 1 3 %

Bar 7 22 %

Ristorazione 2 6 %

Impianto di distribuzione carburanti 1 3 %

Totale 32 100 %

Fonte: Dati comunali

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Per quel che riguarda il commercio al dettaglio e il commercio in sede fissa la quota più

significativa è rappresentata dalla vendita di prodotti alimentari e misti ( 13 su 32 di cui tre

frutta, cinque articoli da forno, due macellerie, una pescheria e soltanto due negozi alimentari).

Servizi sociali

Il Piano Sociale di Zona - ambito di Martano - che raggruppa i comuni di Calimera, Caprarica di

Lecce, Carpignano Salentino, Castrì di Lecce, Martano, Melendugno, Sternatia, Vernole e

Zollino indica l’offerta di servizi pubblici e privati presenti nel territorio dei suddetti comuni. Nel

territorio comunale sono da segnalare alcune significative realtà che operano nell’ambito

dell’associazionismo: l’associazione Karol che offre un servizio per le persone relativamente alla

prevenzione e cura di malattie cardiache e ginecologiche; la Fratres e il Centro Sociale

Polivalente per Anziani di proprietà comunale finalizzato a soddisfare la domanda e i bisogni di

relazione della popolazione anziana con servizi di tipo ricreativo e culturale.

1.9 BILANCIO DELLA PIANIFICAZIONE VIGENTE

Gli strumenti urbanistici presi in considerazione per stilare il bilancio urbanistico sono i seguenti:

1) Piano Regolatore Generale;

2) Piani Particolareggiati Zone C;

3) Piano di Zona P.E.E.P.;

4) P.I.P.;

5) Piano Quadro;

6) Variante per opere pubbliche;

7) Interventi di edificazione di attività produttive approvati ai sensi dell’articolo 5 del DPR

447/98 e s.m.i.

La verifica dello stato di attuazione dei citati strumenti urbanistici è basata sulla individuazione

delle previsione realizzate e non realizzate. La comparazione tra lo stato attuale e le previsioni

degli strumenti urbanistici è stata effettuata sovrapponendo gli elaborati dei piani e

l’aerofotogrammetria aggiornata al 2008.

Centro urbano

La sovrapposizione della zonizzazione del PRG sull’aerofotogrammetria ci consente di

individuare quali zone non sono state ancora attuate. Si evince in particolare che le zone di

espansione residenziale dotate di piano particolareggiato risultano in parte non ancora realizzate.

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Anche alcuni tratti stradali per il completamento della rete viaria prevista nelle maglie non sono

stati ancora attuati. Mediante un calcolo sommario risultano ancora non interessate da

costruzioni circa il 30% delle superfici tipizzate Zona B12 di estensione pari a mq. 15.000, al

netto delle strade, a cui corrisponde una potenzialità edificatoria di mc. 60.000; a queste si

aggiunge il 73% circa delle Zone C, di superficie pari a mq. 63.000 a cui corrisponde una

potenzialità edificatoria di mc. 182.700, oltre ad alcune limitate aree classificate Zone B11.

La zona C2 (PEEP) risulta attuata per oltre il 70 %, compresa la viabilità e le aree a servizi.

L’offerta residua riveniente dalla strumentazione vigente, trascurando le zone B11 di poca

rilevanza, è pari a circa 245.000 mc. a cui si propone di assegnare oltre alla destinazione

residenziale, anche quella per attività compatibili con la residenza (commercio, turismo, strutture

assistenziali e terziarie, ecc.).

Territorio extraurbano

Per il territorio extraurbano la verifica dello stato di attuazione si è concentrata sull’area

artigianale (zona PIP) prevista dal PRG e sugli interventi ammessi ai sensi dell’art. 5 del DPR

447/98 e s.m.i.

La zona D per gli insediamenti artigianali è localizzata ad est del centro abitato e ad esso

collegata con una strada che confluisce sulla circonvallazione che nella parte terminale delimita

la zona PIP.

La zona PIP confina con la strada provinciale Caprarica - Martano.

Dall’esame dello stato dei luoghi risulta realizzata il 50% dell’area destinata ai lotti; la rete

stradale risulta invece quasi completamente realizzata.

Per quanto concerne gli interventi ammessi dall’art. 5 del DPR 447/98 e s.m.i. nella tavola è

riportato l’unico intervento riguardante un ampliamento di un laboratorio di lavorazione di

marmi sulla strada provinciale Caprarica – Martano.

Tra le attrezzature pubbliche previste nel P.R.G. vigente risultano realizzate la circonvallazione

sud, la circonvallazione nord ed è in corso di realizzazione l’impianto di sollevamento delle rete

di fognatura nera.

Inoltre risultano ancora non realizzate le attrezzature previste nelle Zone F dei comparti di Zona

C.

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2. I QUADRI INTERPRETATIVI E I PROBLEMI E LE QUESTIONI EMERGENTI

Il DRAG – “Indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione, il dimensionamento e il contenuto

dei Piani Urbanistici Generali (P.U.G.)”, chiede che nel processo di pianificazione vengano

esplicitate le valutazioni sullo stato delle risorse locali attraverso i “Quadri Interpretativi”. Questi

sono “costruiti a partire dal sistema delle conoscenze e costituiti da descrizioni integrate dei

caratteri dominanti dei luoghi, delle relazioni tra le risorse individuate e delle relative tendenze di

trasformazione. I quadri interpretativi, quindi, derivano da una ricomposizione integrata delle

ricognizioni delle risorse effettuate nella fase di costruzione del quadro conoscitivo, nonché da

una interpretazione critica della stato di fatto del territorio e delle sue tendenze di

trasformazione”.

Il DRAG indica che i quadri interpretativi, nel cogliere la realtà territoriale nelle interazioni che

legano risorse e tendenze potranno giungere a:

1 – l’individuazione delle invarianti strutturali:

• risorse ambientali la cui trasformazione metterebbe a repentaglio la sicurezza dei

territori e delle popolazioni che li abitano;

• beni che derivano da qualità intrinseche del paesaggio-ambiente e del suo

patrimonio culturale che è interesse collettivo tutelare (ad esempio gli elementi

strutturanti il territorio definiti dal PUTT/P, centri antichi, ecc.;

• l’armatura infrastrutturale del territorio di interesse sovralocale.

2 – l’articolazione del territorio comunale in contesti territoriali:

• urbani;

• rurali.

2.1 Le invarianti strutturali del territorio e del paesaggio

Le invarianti strutturali riguardano generalmente gli elementi storico-culturali, paesistico-

ambientali e infrastrutturali che assicurano rispettivamente l’integrità fisica e l’identità culturale

del territorio e l’efficienza e la qualità ecologica e funzionale dell’insediamento. Nel D.P.P. sono

rappresentati gli aspetti materiali caratteristici del territorio che nel caso del comune di

Martignano non costituiscono tutti gli elementi rappresentativi della sua identità. Infatti sono

presenti altri elementi immateriali costituiti dalla cultura e dalla lingua grica che sono senza

dubbio gli elementi identitari della comunità e che pertanto dovrebbero rappresentare altrettante

invarianti strutturali, ovvero patrimoni di valore collettivo meritevoli di essere conservati e posti

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alla base delle prospettive di sviluppo. Il P.U.G. potendo intervenire solo o prevalentemente sul

territorio e sulle sue componenti intende che la individuazione delle invarianti strutturali debba

considerare le testimonianze materiali di valori immateriali della cultura e della identità locale.

Su quest’ultima considerazione ci si attende dalla partecipazione pubblica utili suggerimenti.

Invarianti relative alla integrità fisica del territorio e alla salvaguardia dei beni ambientali

Tali invarianti interessano gli aspetti fondanti dei caratteri ambientali del territorio intesi in senso

ecologico, relativi quindi alla sua integrità fisica, alla salvaguardia dei cicli naturali, alla qualità

dell’ambiente rispetto ai possibili fattori di pressione antropica e ai rischi dovuti agli agenti

inquinanti. Gli elementi che definiscono questi aspetti che in prevalenza sono già oggetto di

tutela anche da parte di specifici piani sovraordinati finalizzati alla tutela dell’ambiente sono stati

risconosciuti e localizzati nel territorio comunale.

Invarianti del sistema naturalistico-ambientale

Idrogeomorfologia e aree sensibili

Orli morfologici: si tratta dei cigli di scarpata, ovvero gli orli superiori di un versante con

significato morfologico secondo la definizione del PUTT. Quelli indicati negli elaborati grafici

sono derivati dal PUTT/P integrati dai rilievi diretti e dalla ricognizione in sito effettuata a scala

di maggior dettaglio e dallo studio geologico.

Versanti acclivi: si tratta di aree delimitate da un ciglio di scarpata e da un pianoro così come

definiti dal PUTT. Per le particolari condizioni orografiche del territorio di Martignano si sono

ritenuti significativi con pendenza compresa tra 3% e 6% che definiscono i profili della serra, dal

pianoro all’orlo morfologico; pertanto i versanti sono definiti a partire dalla carta delle pendenze,

derivata dal DTM provinciale nonché nell’ambito dello studio geologico.

Falda tutelata: la cosiddetta falda profonda è stata derivata dal PTA nel quale viene indicata

come area di salvaguardia delle acque sotterranee destinate al consumo umano – zone di

protezione idrogeologica speciali di tipo B.

Aree a pericolosità idraulica: nel territorio comunale non sono indicate nel PAI aree a

pericolosità idraulica e lo studio idrogeologico conferma tale indicazione.

Doline: le doline indicate nell’elaborato cartografico sono derivate del PUTT/P integrati dai

rilievi diretti e dalla ricognizione in sito effettuata a scala di maggior dettaglio e dallo studio

geologico il quale ha messo in evidenza che tutte le doline segnalate dal PUTT/P risultano

inattive, ostruite e colmate da terreni residuali rossastri così da costituire aree debolmente

depresse.

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Vegetazione naturale

Aree a vegetazione naturale: sono censite sulla base di foto interpretazioni e sopralluoghi in sito

tre nuclei di pseudo steppa individuati nella carta dell’uso del suolo.

Boschi: sono censiti sulla base di foto interpretazioni e sopralluoghi in sito e sono costituiti da un

bosco di origine antropica misto di latifoglie e conifere.

La carta dell’uso del suolo evidenzia un territorio comunale con scarsissima valenza

naturalistica. Gli unici elementi che presentano una naturalità residua sono tre piccoli nuclei di

vegetazione substeppica e l’oliveto presente sulla Serra a sesto irregolare e su rocciosità

affiorante.

Pertanto si ritiene che queste due tipologie debbano essere incluse nelle invarianti di tipo

ambientale del PUG.

I nuclei di pseudo steppa sono giunti fino ad oggi senza essere definitivamente cancellati

dall’attività agricola per il motivo di essere presenti su superfici a rocciosità elevata che non

consentono agevole aratura.

Si tratta di una vegetazione di tipo secondario, che rappresenta, cioè, una forma di sostituzione

della vegetazione preesistente di tipo arboreo/arbustivo, eliminata dalle attività antropiche ed in

particolare dal fuoco ricorrente.

Si tratta di pseudosteppe che si sviluppano nelle tasche di terra del substrato roccioso affiorante

dove si raccoglie terreno vegetale e dove il passaggio del fuoco è meno ricorrente poiché

ostacolato dalla rocciosità del suolo. Tali pseudosteppe risultano fisionomicamente

caratterizzate da una copertura rada e discontinua proprio a causa degli affioramenti rocciosi

diffusi.

Le specie erbacee riscontrate sono:

Anemone hortensis L., Arisarum vulgare Targ.-Tozz., Asphodelus microcarpus Viv ., Bellis

sylvestris Cyr., Brachypodium ramosum (L.) R. et S, Cachrys sicula L, Calamintha nepeta (L.)

Savi, Carlina corymbosa L., Catapodium rigidum (L.) Hubbard, Dactylis hispanica Roth.,

Eryngium campestre L., Foeniculum vulgare Miller ,Lagurus ovatus L., Micromeria graeca (L.)

Bentham, Oryzopsis miliacea (L.) Asch. et Schweinf., Osyris alba L., Phlomis fruticosa L.,

Plantago serraria L., Ranunculus bullatus L., Reichardia picroides (L.) Roth., Salvia

verbenaca L., Serapias vomeracea (Burm.) Briq., Urginea maritima (L.) Baker., Verbascum

sinuatum L.

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Questa vegetazione substeppica identifica l’habitat prioritario “percorsi substeppici di

graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea”

In base alle indicazioni della Direttiva 92/43 sotto la dizione “Percorsi substeppici di

graminacee e piante annue (Thero-Brachypodietea)” sono state riunite sia le formazioni vegetali

di sole terofite che le praterie perenni ricche di specie annuali.

Le cenosi vegetali che rientrano secondo la Direttiva Habitat in questo tipo di habitat prioritario

sono delle comunità erbacee pioniere che formano prati xerici, a ricoprimento più o meno

discontinuo su substrati generalmente ricchi in basi, diffuse soprattutto nella parte occidentale

del Bacino Mediterraneo.

Queste cenosi vegetali, come detto, hanno generalmente un’origine secondaria: in seguito alla

distruzione della foresta mediterranea per incendio o taglio, attraverso gli stadi intermedi di

macchia e gariga, si giunge a formazioni erbacee a carattere xerico più o meno ricche in terofite.

E’ comunque ipotizzabile per queste vegetazioni substeppiche una loro possibile evoluzione e

trasformazione in stadi maggiormente complessi come nel caso della gariga e della macchia

mediterranea.

E’ importante che tali superfici con vegetazione sub steppica vengano lasciate integre, nel senso

che non subiscano fenomeni di spietramento o sbancamento con mezzi meccanici, poiché in tal

caso verrebbe distrutta anche la vegetazione presente.

L’oliveto della Serra è costituito da un impianto a sesto irregolare, caratterizzato da olivi di

differente età, anche se pochi possono essere considerati secolari. Nell’insieme rappresenta

un’unità paesaggistica di rilievo, poiché comprende anche muri a secco, edifici a secco ed

esemplari sparsi di alberi ed arbusti spontanei.

Anche in questo caso va assolutamente impedito lo spietramento delle superfici e le

trasformazioni fondiarie in genere e tendere verso una agricoltura di qualità attraverso la

coltivazione biologica.

Invarianti relative ai valori paesistico-ambientale, storico-culturali e socio-economici

Tali invarianti riguardano le strutture, i segni e le testimonianze che rendono riconoscibile il

territorio e lo qualificano in senso culturale.

Si segnala un’area della Serra caratterizzata da oliveto secolare ad impianto irregolare su area

con calcare affiorante e con modesti appezzamenti di terreno rossastro.

Di notevole interesse risultano le numerose costruzioni a secco censite e riportate nelle carte

tematiche allegate, testimonianza di intenso uso del suolo finalizzato specie alla ovinicoltura in

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periodi storici non molto lontani durante i quali modeste risorse provenienti dall’attività della

pastorizia potevano soddisfare le ancor più modeste esigenze delle famiglie.

Invarianti del territorio rurale e delle relative forme insediative

Assetti rurali consolidati

Ambiti di pregio dei versanti della serra: all’interno dei versanti acclivi sono caratterizzati

dall’evidente orlo morfologico, da pendenze generalmente superiori al 2% e dal prevalere di

uliveti di antico impianto.

Uliveti di antico impianto a trame irregolari: gli uliveti costituiscono elementi distintivi del

paesaggio agrario di cui si è accertata l’esistenza tramite foto interpretazioni e sopralluoghi in

sito.

Manufatti della storia agraria

Non sono presenti manufatti significativi ad eccezione di due masserie denominate Plazze e

Palombari; una terza (Pasca) risulta inglobata nel centro urbano.

Elementi storici di attrezzamento del territorio

Muri a secco, pagghiare e furni: si tratta delle numerose opere di attrezzamento rurale storico che

costituiscono elementi fondamentali per il riconoscimento del paesaggio.

Pozzelle: sono infrastrutture storiche per la captazione delle acque meteoriche depositate in

alcune doline; le pozzelle sono ubicate a est dell’abitato e in prossimità dello stesso.

Tracciati viari storici: evidenziati nelle cartine storiche allegate, tra cui quello più importante che

collegava Otranto con Gallipoli, attraversando da est ad ovest il territorio comunale.

Invarianti del sistema insediativo

Insediamento urbano

Centro storico: si identifica con il nucleo che si sviluppa intorno all’odierna piazza Palmieri ed è

rappresentato da un isolato a maglia irregolare e dalla cortina di edifici che si sviluppano lungo

le vie storiche oggi denominate San Nicola, Chiesa e Mazzini.

Elementi di rilevante valore per la memoria e l’identità della città

Monumenti: Palazzo Palmieri con frantoio ipogeo, edifici religiosi, nucleo storico.

Attrezzature di interesse collettivo: Biblioteca del Mediterraneo.

Edifici e impianti: Tabacchificio, “Turrinu”.

Spazi verdi di pregio: area boschiva denominata “Pirulia”.

Invarianti relative all’efficienza e qualità dell’armatura infrastrutturale di area vasta

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Nel territorio di Martignano non sono presenti attrezzature e nodi di rilevante interesse di

carattere sovralocale, pertanto le invarianti strutturali sono costituite dalle reti che consentono di

servire e alimentare il territorio e metterlo in comunicazione con l’area vasta, in particolare sono

le infrastrutture di maggior rilevanza per la mobilità, gli impianti necessari per garantire

l’utilizzo delle risorse e la qualità igienico sanitaria e l’efficienza degli insediamenti.

Invarianti del sistema della mobilità e delle reti tecnologiche

Rete viaria

Viabilità di connessione territoriale: è la viabilità di collegamento territoriale costituita dalla

strada provinciale n. 28 Lecce – Otranto che attraversa il territorio quasi a confine dell’abitato e a

confine con la zona P.I.P.; dalla strada provinciale n. 30 Martignano – Sternatia che da

Martignano passando per il territorio di Sternatia raggiunge dopo circa un chilometro la strada

statale n. 16, arteria principale del Salento; la strada provinciale 360 che si innesta sulla S.P. n.

30 Martignano – Sternatia, raggiunge la zona P.I.P., incrocia la strada provinciale Lecce –

Otranto per poi proseguite verso la zona artigianale del comune di Calimera.

Aree per captazione delle risorse idriche: pozzo AQP n. 11 il piano campagna, posto a quota di

74,71 m sul livello medio marino è condizionato dall’affioramento di calcareniti marnose a grana

fine (Pietra leccese). Questi depositi semi permeabili e a luoghi impermeabili, localmente potenti

una decina di metri costituiscono valido schermo agli acquiferi profondi.

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Rete dell’acquedotto

Reti elettriche

Rete gas naturale

2.2 I CONTESTI TERRITORIALI

I contesti territoriali sono intesi come parti del territorio connotate da uno o più specifici caratteri

dominanti sotto il profilo ambientale, paesistico, storico-culturale, insediativo, infrastrutturale e

da altrettante specifiche e significative relazioni e tendenze che le interessano. Occorre

evidenziare che i contesti territoriali non corrispondono alle zone territoriali omogenee di cui al

D.M. 1444/68, essendo questo ultime identificate esclusivamente in base alla funzione e al grado

di completamento. Le articolazioni del territorio comunale in contesti territoriali ha come

obiettivo quello di far riconoscere, a partire dalla ricognizione delle risorse territoriali, le

differenze e le specificità delle parti, o ambiti o, appunto contesti in cui il territorio è articolato

ciò con la finalità di orientare e articolare le politiche urbanistiche in modo sensibile e

differenziato in funzione dei caratteri individuati per ciascun contesto, per ciascuna

problematicità, sfuggendo così a discipline disbrigative e indifferenziate, causa spesso di

trasformazioni banali e estranee ai luoghi. I contesti pertanto sono categorie interpretative

basate sulla considerazione simultanea delle relazioni e delle regole che organizzano un ambito

caratterizzato in modo tendenzialmente omogeneo. Il DPP considera il paesaggio come

indicatore della qualità dello sviluppo territoriale e urbano e il paesaggio di qualità come

fondamentale risorsa per lo sviluppo. Per questo il DPP assume il paesaggio come categoria

sintetica di lettura – interpretazione del territorio e al contempo, come categoria di

proposta/progetto per il medesimo territorio. Ciò sulla base di una concezione del paesaggio

che si fonda sull’approccio percettivo e considera il paesaggio come linguaggio del territorio.

Nel caso di Martignano i contesti sono articolazione dei paesaggi che costituiscono il linguaggio

del territorio, la cui individuazione, già a partire dal DPP ha lo scopo di caratterizzare gli spazi

territoriali delle trasformazioni che esso stesso delinea e che il PUG definirà e disciplinerà. Sulla

base dell’osservazione comparata degli aspetti geomorfologico, vegetazionale, della evoluzione

del sistema insediativo e degli assetti colturali all’interno di ciascun paesaggio, il rilievo dello

stato di salute del territorio, la individuazione delle invarianti strutturali e la considerazione degli

elementi costitutivi i limiti di ciascun paesaggio, rilevati sempre in quanto limiti fisici, spesso

dotati di un proprio spessore, quasi a costituire fasce di transizione tra un paesaggio e l’altro, ha

consentito di individuare 8 contesti rurali e 6 contesti urbani da articolare nel suo interno.

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I contesti rurali

Contesti rurali: parti del territorio ove i caratteri dominanti sono quelli paesistico-ambientali o

produttivi, anch’essi articolati in base a considerazioni integrate di tipo ambientale,

paesaggistico, produttivo/colturale e/o insediativo.

Contesto del paesaggio della serra

1A – Contesto rurale della serra a prevalente valore ambientale e paesaggistico;

1B – Contesto rurale del versante sud della serra con valore ambientale e paesaggistico;

1C – Contesto rurale misto con attività produttive;

Contesto del paesaggio periurbano

2A - Contesto rurale periurbano.

Contesto del paesaggio a nord-ovest

3A - Contesto rurale a prevalente funzione agricola.

3B – Contesto rurale di valore paesaggistico-ambientale.

Contesto del paesaggio a sud-ovest

4A - Contesto rurale a prevalente funzione agricola, di transizione tra uliveto e seminativo.

I contesti urbani

Porzioni del territorio ove dominano gli insediamenti articolati in base a considerazioni integrate

sulle caratteristiche fisiche e funzionali delle risorse insediative classificate nell’ambito del

sistema delle conoscenze, sul grado di compiutezza e il valore storico-culturale

dell’insediamento, sulle tendenze di trasformazioni e le relative problematiche.

L’articolazione dello spazio urbano in contesti è stata articolata in funzione dei caratteri e dei

valori rilevati, del gradi di consolidamento e delle tendenze di trasformazione individuate.

I contesti urbani sono articolati in:

Contesto urbano storico: si identifica con il nucleo che si sviluppa intorno all’odierna piazza

Palmieri ed è rappresentato da un isolato a maglia irregolare e dalla cortina di edifici che si

snodano lungo le vie storiche oggi denominate San Nicola, Chiesa e Mazzini. Il contesto si

caratterizza per la presenza di alcune case a corte e dei più importanti edifici storici del

territorio. Il contesto presenta un grado di compromissione che in alcuni casi ha alterato le

facciate degli edifici e la struttura di alcune corti. Nell’insieme tale contesto evidenzia uno stato

di abbandono a macchia di leopardo.

Contesto urbano di interesse storico: nell’ambito di questo contesto urbano sono inserite le

importanti testimonianze storico architettoniche sulla via Chiesa e sulla via Mazzini nonché le

corti secentesche sulla via O. Greco.

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Contesto urbano consolidato a impianto irregolare: si identifica con le zone di completamento

edilizio intorno al nucleo antico.

Contesto urbano consolidato a impianto regolare: si identifica con le zone di completamento

edilizio a nord-est del centro abitato.

Contesto urbano in via di consolidamento per completamento su impianto pianificato: si

identifica con le zone periferiche di espansione edilizia.

Contesto urbano attività industriali e artigianali: si identifica con la zona P.I.P. approvata.

3. PROBLEMI E QUESTIONI EMERGENTI

Il quadro conoscitivo e il bilancio urbanistico precedentemente analizzati consentono di valutare

lo stato del territorio in riferimento alle diverse componenti che lo costituiscono. In relazione a

ciascuna componente strutturale del territorio, così come articolate in invarianti strutturali e

contesti territoriali, saranno evidenziati i principali problemi, degradi, criticità e rischi nonché

risorse ed opportunità per ricercare soluzioni.

3.1 Problemi relativi alle invarianti strutturali d el territorio e del paesaggio

I problemi segnalati riguardano solo gli aspetti per i quali gli elementi e i sistemi sono

considerati “invarianti strutturali”, già tutelate o meritevoli di tutela e valorizzazione, e sono

riferiti alle questioni che mettono a rischio la loro esistenza e riproducibilità, nonché agli ostacoli

che non ne consentono una adeguata valorizzazione in quanto risorse strategiche, ovvero

caratteri strutturanti e fondanti dell’identità locale.

Problemi delle Invarianti relative alla integrità fisica del territorio e alla salvaguardia dei beni

ambientali

Il territorio di Martignano presenta un significativo patrimonio naturale, riconducibile soprattutto

alla struttura tettonica e geomofologica del territorio (la serra) e alla presenza della risorsa acqua

(la falda profonda). Tali invarianti risultano minacciate da problemi di origine naturale e da

problemi di origine antropica. Mentre quelli di origine naturale possono essere tutt’al più mitigati

laddove non ci si debba limitare ad una presa d’atto, quelli di origine antropica possono essere

gradualmente e definitivamente risolti.

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Problemi di origine naturale relativi alla geomorfologia e alla instabilità dei suoli

In un contesto territoriale laddove cigli di scarpata, doline e manifestazioni carsiche più o meno

diffuse restituivano superfici del suolo variamente modulate attualmente principalmente a causa

degli agenti esogeni e dell’attività umana, la gran parte di queste peculiarità morfologiche sono

scomparse per cui i modesti gradini sono sostituiti da superfici di raccordo di aree a quote

differenti, le doline colmate il tutto a comporre un paesaggio certamente più monotono ma in

pratica più fruibile da parte dell’attività e dell’uso da parte dell’uomo.

Problemi di origine antropica relativi alla idrogeologia e vulnerabilità degli acquiferi

Quanto sopra premesso al fine di valutare il grado di vulnerabilità degli acquiferi presenti nel

sottosuolo della parte di territorio in esame si precisa subito che, riferendoci alla Carta

Geolitologica e della permeabilità sotto riportata, si evince che gran parte delle arre presentano

in affioramento sedimenti carbonatici, potenti migliaia di metri, intensamente fratturati e

carsificati. Depositi ad elevato grado di permeabilità per fratturazione e carsismo per cui la

corrispondente vulnerabilità degli acquiferi è elevata, trattandosi di zone ad alto rischio in

corrispondenza delle quali è necessario attivare studi specifici ed approfonditi per programmare

un corretto utilizzo dei suoli. Queste debbono essere considerate, per linee generali, ad esempio,

zone non idonee ad accogliere stoccaggi più o meno protetti di rifiuti o/e reflui come discariche,

impianti per il trattamento dei rifiuti ecc. In corrispondenza di queste aree è necessario anche

programmare diversificando e, se è il caso, modificando le coltivazioni agrarie in relazione alla

tossicità dei diversi prodotti chimici lì utilizzati.

A rischio meno elevato risultano le aree condizionate in superficie dall’affioramento di depositi

miocenici e plio-pleistocenici in corrispondenza delle quali le falde risultano anche parzialmente

protette dalla presenza di terreni impermeabili o a scarsa permeabilità per porosità. La

vulnerabilità risulta medio-bassa e il rischio idrogeologico varia in ragione della consistenza dei

terreni di protezione e della loro efficacia e che si instaurino processi di autodepurazione per

filtrazione ed assorbimento durante la percolazione.

Discorso a parte per le aree interessate dalla intersezione di lineazioni di origine tettonica in

corrispondenza delle quali il grado di vulnerabilità risulta, ovviamente, elevato considerando

queste fratture vie preferenziali per la circolazione idrica sotterranea.

Le considerazioni sopra riportate sono pienamente confermate dalle carte tematiche restituite dal

PTCP della Regione Puglia (vedi carta “Vulnerabilità degli acquiferi” sotto riportata) le quali

indicano il grado di vulnerabilità in ragione degli affioramenti geolitologici presenti sul piano

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campagna per cui là dove sono osservabili coperture mioceniche e plio-pleistoceniche avremo

una vulnerabilità media mentre sarà alta in corrispondenza degli affioramenti delle rocce

carbonati- che preneogeniche.

Problemi di origine naturale e antropica legati alla vegetazione spontanea

Nel territorio sono presenti due nuclei di vegetazione erbacea di tipo substeppico, uno sul

gradino geomorfologico che separa il territorio di Martignano con Calimera e l’altro al limite

col territorio amministrativo di Caprarica. La pseudosteppa è diffusa su suoli con affioramento

roccioso. Si tratta di una vegetazione di tipo secondario, che rappresenta una forma di

sostituzione della vegetazione preesistente, eliminata dalle attività antropiche ed in particolare

dal fuoco ricorrente.

Si tratta di pseudosteppe molto degradate dal fuoco ricorrente che si sviluppano nelle tasche di

terra del substrato roccioso affiorante. Tali pseudosteppe risultano fisionomicamente

caratterizzate da una copertura rada e discontinua proprio a causa degli affioramenti rocciosi

diffusi. Le specie strutturanti sono costituite principalmente da scilla marittima (Urginea

maritima) e barboncino mediterraneo (Hyparrhenia hirta).

Problemi dovuti alla presenza di agenti inquinanti

Sulla base dei dati disponibili forniti dai soggetti competenti (ARPA, provincia di Lecce, PRQA)

non risulta la presenza sul territorio di fonti inquinanti, nè i dati sui rilevamenti della qualità

dell’aria delle centraline più vicine a Martignano forniscono dati allarmanti.

Problemi delle invarianti relative ai valori paesistico-ambientali, storico-culturali e

socioeconomici

Problemi relativi al territorio agricolo

Indubbiamente uno dei problemi del sistema rurale di Martignano è rappresentato

dall’abbandono della coltura del tabacco, che negli anni passati costituiva non solo un valore

economico ma un’identificazione del territorio agricolo, e dalla parziale riconversione ad altre

colture con un’ampia area di incolto. Comunque la tutela e la conservazione delle pratiche

agricole che caratterizzano il sistema rurale di Martignano devono rappresentare un punto di

forza del valore paesistico ambientale oltre che economico.

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Problemi relativi all’uso produttivo del suolo: le cave

Nel territorio comunale è presente in località “Serrite” un'unica cava di estensione pari a circa 6

ettari per la coltivazione di calcare. Si pone il problema, a coltivazione estinta,

dell’individuazione di opere di ripristino e di rinaturalizzazione oppure di interventi per attività

produttive, eventualmente anche con finalità pubbliche, legate alla tutela e alla valorizzazione

del territorio.

Problemi relativi alle forme insediative storiche

L’intero patrimonio relativo all’attrezzamento del patrimonio rurale (muretti a secco, furni,

pagghiare, ecc.) è da considerarsi a rischio a causa del degrado, della fatiscenza e della

scomparsa dovuta all’abbandono e alla assenza di manutenzione del territorio agricolo e delle

stesse colture, e in minima parte per la realizzazione di opere estranee al contesto rurale

(piazzali, impianti produttivi, recinzioni, case per abitazione).

In molti casi, anche quando questi elementi vengono conservati o recuperati, tale recupero spesso

compromette la leggibilità del sistema di relazioni che ciascun elemento aveva con il suo

contesto o viene eseguito con tecniche non coerenti con la tradizione locale.

Infine le strade storiche rurali risultano scarsamente valorizzate. Per evitare l’abbandono in parte

già in atto di tali strade si propone una loro ristrutturazione tale da utilizzarle come percorsi di

trekking, con l’obiettivo anche di riappropriazione del paesaggio agrario da parte della comunità.

Problemi relativi all’insediamento urbano

Non solo il nucleo antico, ma l’intera città storica necessita di una tutela efficace, per preservarla

da trasformazioni, spesso già in atto, che ne pregiudicano le qualità architettoniche e storico-

testimoniali.

All'interno del nucleo antico è particolarmente impellente la questione relativa alla presenza di

patrimonio edilizio residenziale privato sottoutilizzato e in degrado, fenomeno di lungo periodo,

cui si va sovrapponendo, più di recente, l’acquisto e la ristrutturazione per usi turistici di

immobili del centro storico. Questo fenomeno, se da un lato contribuisce a frenare il degrado e a

incrementare la ricettività turistica diffusa, dall’altro sottrae il patrimonio alla residenzialità

stabile, sopratutto quella delle fasce più deboli. Inoltre, il recupero spesso avviene con modalità

non coerenti con l’impianto tipologico e con le architetture locali, anche a causa dell’assenza di

una disciplina specifica che regolamenti le trasformazioni.

Problematica tipica della città storica e consolidata è la trasformazione del modello insediativo

basato sull’“isolato salentino” un isolato compatto, edificato a cortina, con grandi spazi interni

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adibiti a ortali o a giardini, trasformazione basata sulla edificazione in profondità nel lotto e la

perdita dei rapporti spaziali della città storica. E’ quindi necessaria una nuova disciplina che non

snaturi l’impianto tipo morfologico della città consolidata.

Problemi relativi agli elementi rilevanti per la memoria e l’identità della città

Non sono presenti elementi rilevanti per la memoria e l’identità della città. Si segnala l’ex

tabacchificio in via Roma quale edificio di archeologia industriale presente nel tessuto urbano.

Problemi relativi al rapporto fondativo fra spazio urbano e rurale

La fine della coltura del tabacco, una volta prevalente nel territorio di Martignano, ormai limitato

all’attività produttiva dell’ulivo, ha interrotto il legame esistente tra spazio urbano e spazio

rurale. E’ evidente che tale rapporto andrebbe stimolato in maniera tale da valorizzare le

caratteristiche fisiche, paesistiche, ambientali e storiche del territorio.

Problemi delle invarianti relative all’efficienza e qualità del sistema infrastutturale di interesse

sovralocale

Problemi relativi alla rete viaria

La grande viabilità costituita dalla SS. 16 consente una idonea accessibilità al territorio di

Martignano, mediante un innesto sulla S.P. n. 30 posto a circa due chilometri dall’abitato e in

territorio del confinante Comune di Sternatia. Un ulteriore ingresso al centro abitato è

rappresentato dalla S.P. n. 28 Caprarica – Martano che attraversa il territorio comunale. Tale

infrastruttura, che negli ultimi anni è stata interessata da un importante intervento di

adeguamento con l’allargamento della sede carrabile, consente tramite un primo incrocio con la

S.P. n. 30 che attraversa le Serre di Martignano, un accesso quasi diretto all’abitato di

Martignano; un secondo incrocio con rotatoria è quello con la S.P. 360 che congiunge le Zone

Industriali di Martignano e Calimera. I problemi relativi alla rete viaria consistono nel rendere

più adeguata alle nuove richieste di traffico e di sicurezza, mediante l’allargamento della

carreggiata, il tratto di strada che dalla S.S. 16 conduce all’abitato e alla Zona Industriale tramite

la S.P. 360.

Inoltre la viabilità infrastrutturale esterna non è dotata di adeguati impianti per lo smaltimento

delle acque di prima pioggia e di dilavamento e non presenta particolari elementi dequalificanti

del paesaggio rurale.

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E’ auspicabile il miglioramento degli incroci con la viabilità rurale al fine di ridurne la

pericolosità.

Occorre infine sottolineare l’assenza di una rete di mobilità ‘dolce’, ovvero di una rete

ciclopedonale in grado di costituire una alternativa alla carrabilità che possa anche essere

strumento di fruizione e di valorizzazione del paesaggio.

Problemi relativi alle reti tecnologiche e impianti

In generale i problemi delle reti tecnologiche e impianti sono relativi ai continui controlli a cui

gli stessi devono essere sottoposti per prevenire tutte le possibili fonti di inquinamento

dell’ambiente in generale. Tali controlli dovrebbero essere estesi alla qualità della falda nonché

alle linee elettriche aeree e ai ripetitori.

3.2 PROBLEMI RELATIVI AI CONTESTI TERRITORIALI

Nei contesti territoriali individuati i problemi derivano sia dalle sofferenze delle singole risorse

che dagli effetti cumulativi derivanti dalla compresenza di più risorse in stato di degrado o in

conflitto tra di loro.

Di seguito sono riportati i principali problemi presi in considerazione in ciascun contesto

territoriale individuato:

Contesti del paesaggio della serra

CR-1A: contesto rurale della serra a prevalente valore ambientale e paesaggistico

Il contesto, a nord della serra, è caratterizzato da un paesaggio agrario di uliveti e di

delimitazioni dei terreni costituite da muri di pietra calcarea informe locale a secco. Quest’area è

priva di insediamenti sia residenziali che produttivi, non vi è presenza di vegetazione naturale e

tutti i terreni sono coltivati in maniera tradizionale ad uliveto.

Problemi relativi a risorse del sistema ambientale in riferimento a:

• idrogeomorfologia e aree sensibili: non si segnalano problematiche particolari se non atti di

tipo conservativo mirati alla valorizzazione e alla conservazione delle risorse paesaggistiche;

Problemi relativi ai caratteri e alla valorizzazione delle risorse paesaggistiche:

• gli elementi costitutivi il paesaggio di questo contesto non necessitano di interventi di

valorizzazione ambientale e paesaggistica se non quelli relativi alla conservazione dell’attuale

coltura predominante e delle caratteristiche costruzioni a secco.

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CR-1B: contesto rurale del versante sud della serra con valore ambientale e paesaggistico

Il contesto, a sud della serra, delimitato dalle Strade Provinciali n. 28 e n. 30 e dal confine con il

comune di Calimera, è caratterizzato da un paesaggio agrario di uliveti e di delimitazioni dei

terreni costituite da muri di pietra calcarea informe locale a secco. Quest’area è priva di

insediamenti sia residenziali che produttivi, non vi è presenza di vegetazione naturale e tutti i

terreni sono coltivati in maniera tradizionale ad uliveto. Si differenzia dal precedente contesto

per l’andamento orografico che rapidamente scende verso il territorio di Calimera con un

dislivello del 5% circa. Il contesto è caratterizzato, nella parte che confina con Calimera a nord,

da case rurali e sparse, nonché dalla presenza della Cappella del Mantovano, recentemente

restaurata.

Problemi relativi a risorse del sistema ambientale in riferimento a:

• idrogeomorfologia e aree sensibili: non si segnalano problematiche particolari;

Problemi relativi ai caratteri e alla valorizzazione delle risorse paesaggistiche:

• gli elementi costitutivi il paesaggio di questo contesto non necessitano di interventi di

valorizzazione ambientale e paesaggistica se non quelli relativi alla conservazione dell’attuale

coltura predominante e delle caratteristiche costruzioni a secco.

CR-1C: contesto rurale misto con attività produttive

Il contesto rappresenta la parte più antropizzata della serra, caratterizzato dalla presenza

significativa della S.P. n. 30, di attività produttive, quali l’ex tabacchificio, il laboratorio per la

lavorazione del marmo e la cava, che pure hanno rappresentato una rilevante fonte di reddito

negli anni passati, di impianti infrastrutturali e tecnologici.

Problemi relativi a risorse del sistema ambientale in riferimento a :

• idrogeomorfologia e aree sensibili: non si segnalano problematiche particolari;

Problemi relativi ai caratteri e alla valorizzazione delle risorse paesaggistiche:

• la presenza di attività produttive induce a prevedere interventi finalizzati alla valorizzazione

ambientale e paesaggistica compatibili con le attività stesse.

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Contesto del paesaggio ad est

2A - Contesto rurale periurbano.

Il contesto rappresenta l’anello a ridosso dell’abitato; è attraversato da due significativi tracciati

viari, la S.P. 30 e la S.P. 28. È caratterizzato dalla presenza a sud dell’insediamento produttivo

pianificato, la cui accessibilità è garantita dalla S.P. 360. A nord comprende gli impianti sportivi

e l’area cimiteriale con la relativa fascia di rispetto.

Problemi relativi a risorse del sistema ambientale in riferimento a:

• idrogeomorfologia e aree sensibili: non si segnalano problematiche particolari;

• vegetazione naturale: aree incolte soggette a degrado;

Problemi relativi alle risorse del sistema rurale e delle relative forma insediative in riferimento a:

• territorio agricolo: residualità degli assetti colturali; scomparsa delle colture tradizionali;

Problemi relativi alle risorse del sistema insediativo:

• margini degli insediamenti: margini degli insediamenti produttivi pianificati non

sufficientemente qualificati ambientalmente e paesaggisticamente;

Problemi relativi ai caratteri e alla valorizzazione delle risorse paesaggistiche:

• presenza di suoli in abbandono soggetti ad usi impropri.

Contesto del paesaggio a nord-ovest

3A - Contesto rurale a prevalente funzione agricola.

Il contesto rappresenta la parte del territorio dal punto di vista morfologico variabile con un

territorio molto frazionato e coltivato prevalentemente ad uliveto con ampie zone in stato di

abbandono.

Problemi relativi a risorse del sistema ambientale in riferimento a :

• idrogeomorfologia e aree sensibili: non si segnalano problematiche particolari

Problemi relativi alle risorse del sistema rurale e delle relative forma insediative in riferimento a:

• territorio agricolo: abbandono delle colture tradizionali; elementi con valore storico – culturale

e testimoniale;

Problemi relativi ai caratteri e alla valorizzazione delle risorse paesaggistiche:

• detrattori del paesaggio: non significativi;

• componenti naturalistiche e antropizzate non valorizzate: tutti gli elementi costitutivi il

paesaggio di questo contesto necessitano di interventi di valorizzazione ambientale e

paesaggistica.

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3B - Contesto rurale di valore paesaggistico-ambientale.

Contesto a nord del territorio comunale caratterizzato da vegetazione di pseudo steppa.

Non si segnalano particolari problemi di natura idrogeologica a naturalistica e l’area è meritevole

di salvaguardia in quanto rientra negli habitat della Direttiva 92/43/CEE.

Contesto del paesaggio a sud-ovest

4A - Contesto rurale a prevalente funzione agricola, di transizione tra uliveto e seminativo.

Il contesto non presenta elementi particolari di valenza paesaggistica ed il territorio risulta

prevalentemente di transizione tra l’uliveto e il seminativo. Risulta molto frazionato. Scarsa la

presenza di interventi insediativi.

Problemi relativi alle risorse del sistema rurale e delle relative forma insediative in riferimento a:

• territorio agricolo: abbandono delle colture tradizionali; elementi con valore storico – culturale

e testimoniale;

Problemi relativi ai caratteri e alla valorizzazione delle risorse paesaggistiche:

• detrattori del paesaggio: non significativi;

• componenti naturalistiche e antropizzate non valorizzate: tutti gli elementi costitutivi il

paesaggio di questo contesto necessitano di interventi di valorizzazione ambientale e

paesaggistica.

Contesti urbani

Contesto urbano storico: non si segnalano particolari problemi legati alla valorizzazione degli

spazi pubblici mentre sono opportune azioni per il recupero del patrimonio storico privato.

L’unica criticità è rappresentata dalla posizione dell’Ufficio Postale situato sulla piazza Palmieri

per la carenza di aree a parcheggio. Il contesto è dotato di tutte le reti tecnologiche.

Contesto urbano di interesse storico: non si segnalano particolari problemi legati alla

valorizzazione degli spazi pubblici mentre sono opportune azioni per il recupero del patrimonio

storico privato. Il contesto è dotato di tutte le reti tecnologiche. Il contesto rappresenta una ideale

prosecuzione del contesto urbano storico.

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Contesto urbano consolidato a impianto irregolare: non si segnalano particolari esigenze o

criticità. Il contesto è dotato di tutte le reti tecnologiche.

Contesto urbano consolidato a impianto regolare: necessita di una nuova disciplina per le

trasformazioni. Non si segnalano particolari esigenze o criticità. Il contesto è dotato di tutte le

reti tecnologiche.

Contesto urbano in via di consolidamento per completamento su impianto pianificato: non si

segnalano particolari esigenze o criticità se non l’assenza di alcuni tratti della rete di fognatura

bianca e il completamento delle altre reti tecnologiche.

Contesto urbano attività industriali e artigianali: si identifica con la zona P.I.P. approvata. Il

contesto è dotato di tutte le reti tecnologiche ad eccezione della rete di fognatura bianca.

4. GLI OBIETTIVI PROGETTUALI E GLI INDIRIZZI PER IL PUG

Per delineare gli obiettivi progettuali del D.P.P. occorre fare riferimento:

- all’atto di indirizzo deliberato dalla G.C., con il quale si è dato avvio al processo di formazione

del P.U.G.;

- al Sistema delle Conoscenze e ai Quadri Interpretativi descritti nella presente bozza del D.P.P.,

costruiti secondo la metodologia del DRAG;

- i risultati che perverranno dall’attività di partecipazione della comunità alla produzione delle

conoscenze e alla individuazione delle problematiche da affrontare.

Nell’atto di indirizzo sono stati individuati i seguenti principi generali di riferimento per il nuovo

processo di pianificazione:

- la tutela e la valorizzazione ambientale e paesaggistica;

- miglioramento della qualità dell’ambiente e del vivere urbano;

- il miglioramento delle infrastrutture e la creazione di opportunità di sviluppo.

La costruzione del sistema delle conoscenze e la conseguente definizione dei quadri

interpretativi hanno consentito di individuare le componenti strutturali del territorio – le

invarianti strutturali e i contesti territoriali con la descrizione dei relativi aspetti e problematicità

da definire e completare mediante il coinvolgimento della comunità locale.

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Una prima idea in merito allo sviluppo da porre come base del D.P.P. scaturisce dalla

consapevolezza che le risorse e le potenzialità che identificano il territorio di Martignano

debbono essere ulteriormente valorizzate e rafforzate all’interno di un processo di qualificazione

complessiva e diffusa dell’assetto urbano e territoriale e del paesaggio.

Sono state individuate un insieme di risorse e potenzialità diffuse sul territorio (beni

architettonici, paesaggistici e culturali) che vanno conservate e valorizzate evitando, per

esempio, una edificazione incontrollata nello spazio rurale e promuovendo azioni al fine di

ridurre l’abbandono e il degrado del territorio agricolo.

Come si evince dalla bozza del D.P.P. in esame sono individuati tre sistemi, il sistema

naturalistico ambientale, il sistema del patrimonio culturale e il sistema dell’armatura

infrastrutturale, e due territori, quello rurale e quello urbano a loro volta articolati in contesti.

Gli obiettivi per i sistemi e per i territori.

Gli obiettivi sono orientati sia alla soluzione dei problemi riscontrati, sia alla valorizzazione delle

risorse e delle opportunità individuate e come tali esprimono le intenzioni e le proposte di futuro

assetto, organizzazione e funzionamento del territorio nonché le strategie per la loro

realizzazione. Gli obiettivi sono definiti in coerenza e approfondimento delle indicazioni

contenute negli strumenti di programmazione e pianificazione d’area vasta.

Gli obiettivi sono articolati in riferimento alle invarianti strutturali del sistema naturalistico-

ambientale, del sistema del patrimonio culturale e del sistema delle infrastrutture e delle reti

tecnologiche del territorio rurale e di quello urbano.

Sistema naturalistico-ambientale

L’obiettivo strategico si articola per il territorio di Martignano in:

- tutelare gli elementi morfologici del territorio;

- tutelare la risorsa acqua;

- conservare l’assetto dei versanti della serra in quanto invarianti ambientali di carattere

geomorfologico, naturalistico, paesaggistico;

- conservare la naturalità e ripristinarla dove possibile;

- promuovere la formazione di nuove aree verdi pubbliche;

- migliorare la possibilità concreta di fruizione del patrimonio ambientale e naturalistico.

Sistema del patrimonio culturale e paesaggistico

Gli obiettivi consistono nel:

- conservare e valorizzare l’identità di Martignano che trova espressione nel suo paesaggio rurale

e nelle sue peculiarità culturali;

- conservare e valorizzare i segni storici della antropizzazione nel territorio rurale;

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- tutelare e valorizzare il patrimonio urbano diffuso;

- incentivare azioni per la promozione turistica del territorio.

Sistema delle infrastrutture e delle reti tecnologiche

Gli obiettivi consistono nel:

- migliorare l’accessibilità alla statale n. 16 in maniera tale che si integri con il paesaggio al fine

di avere collegamenti più sicuri con l’asse principale della rete viaria provinciale;

- migliorare e potenziare il sistema delle reti tecnologiche.

Territorio rurale / Contesto rurale.

Gli obiettivi per lo spazio rurale sono i seguenti:

- valorizzare la funzione culturale dell’agricoltura nel campo della formazione e consumo dei

prodotti naturali e tipici, del turismo in ambiente rurale, ecc.;

- promuovere la conservazione della biodiversità naturale e colturale;

- promuovere nuovi fattori di competitività attraverso l’integrazione con altri settori

dell’economia locale;

- qualificare il territorio rurale in termini paesaggistici;

- consolidamento e trasformazione delle attività produttive esistenti nel ‘contesto rurale misto

con attività produttive’.

Territorio urbano / Contesti urbani.

Gli obiettivi per lo spazio urbano sono i seguenti:

- conservazione e valorizzazione del centro storico, anche attraverso un sistema di illuminazione

(luce bianca) in modo da differenziarlo dal resto dell’abitato e consentire una lettura adeguata

degli edifici;

- tutelare le caratteristiche architettoniche e paesaggistiche dell’insediamento urbano anche

attraverso la formazione di un Piano del Colore;

- assicurare la vivibilità;

- promuovere la realizzazione di servizi e attività culturali, produttive e assistenziali di livello

sovracomunale in modo da accrescere l’attrazione nell’ambito provinciale del territorio di

Martignano;

- rendere più efficiente l’insediamento nel suo insieme in termini di accessibilità e di dotazione

di servizi;

- dotare di accessibilità pedonale con una funzionale area a parcheggi l’area cimiteriale che

necessita pure di ampliamento.

Page 117: COMUNE DI MARTIGNANO (Provincia di Lecce) · 2011-06-22 · (PUG)”, l’adozione da parte della Provincia di Lecc e del Piano Territoriale di Coordinamento, nonché le mutate condizioni

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Gli obiettivi di qualificazione del paesaggio

- Incrementare gli spazi e i percorsi di percezione e fruizione paesaggistico-ambientale del

territorio;

- promuovere la qualificazione paesaggistica delle trasformazioni insediative e infrastrutturali.

Le azioni strategiche

Oltre ad alcuni cenni già indicati in merito alle azioni strategiche possibili per la salvaguardia e

la valorizzazione dei sistemi e dei contesti, si rinvia per una puntuale individuazione da

esplicitare nella stesura definitiva del D.P.P. sulla base dei risultati delle attività di

partecipazione della comunità alla produzione delle conoscenze e alla individuazione delle

problematiche da affrontare.