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1 COMUNE DI PALAZZO SAN GERVASIO REGOLAMENTO EDILIZIO SOMMARIO TITOLO I – DISPOSIZIONI GENERALI ART. 1 – Contenuti, ambito di applicazione e obiettivi generali ART. 2 – Allegati ART. 3 – Soggetti pubblici e privati coinvolti nel processo edilizio ART. 4 – Poteri direttivi e collaborazioni TITOLO II – PRINCIPI DI SOSTENIBILITÀ E OBIETTIVI DI QUALITÀ ART. 5 - Principi di sostenibilità delle trasformazioni urbanistico/edilizie ART. 6 – Definizioni generali di qualità degli insediamenti, dell’architettura e delle condizioni di vita e di lavoro ART. 7 – Specifici obiettivi di qualità ART. 8 – Miglioramento delle condizioni abitative ART. 9 – Miglioramento della qualità edilizia dei materiali ART. 10 – Miglioramento delle condizioni statiche ART. 11 - Miglioramento della funzionalità e sicurezza degli impianti ART. 12 - Miglioramento delle prestazioni energetiche, contenimento dei consumi energetici e sviluppo dell’impiego delle energie alternative ART. 13 – Altri requisiti ed azioni migliorative da porre in essere a tutela di componenti ambientali

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COMUNE DI PALAZZO SAN GERVASIO

REGOLAMENTO EDILIZIO

SOMMARIO

TITOLO I – DISPOSIZIONI GENERALI

ART. 1 – Contenuti, ambito di applicazione e obiettivi generali

ART. 2 – Allegati

ART. 3 – Soggetti pubblici e privati coinvolti nel processo edilizio

ART. 4 – Poteri direttivi e collaborazioni

TITOLO II – PRINCIPI DI SOSTENIBILITÀ E OBIETTIVI DI QUALITÀ

ART. 5 - Principi di sostenibilità delle trasformazioni urbanistico/edilizie

ART. 6 – Definizioni generali di qualità degli insediamenti, dell’architettura e delle

condizioni di vita e di lavoro

ART. 7 – Specifici obiettivi di qualità

ART. 8 – Miglioramento delle condizioni abitative

ART. 9 – Miglioramento della qualità edilizia dei materiali

ART. 10 – Miglioramento delle condizioni statiche

ART. 11 - Miglioramento della funzionalità e sicurezza degli impianti

ART. 12 - Miglioramento delle prestazioni energetiche, contenimento dei consumi

energetici e sviluppo dell’impiego delle energie alternative

ART. 13 – Altri requisiti ed azioni migliorative da porre in essere a tutela di componenti

ambientali

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TITOLO III – DEFINIZIONI, NORME E CRITERI

CAPO I - DEFINIZIONI

ART. 14 – Definizioni tecniche

ART. 15 – Tipologie e caratteri degli interventi

ART. 16 – Interventi urgenti

CAPO II - NORME

ART. 17 – Norme relative alle distanze

ART. 18 – Norme relative alle altezze ed agli aggetti

ART. 19 – Norme relative ai volumi

ART. 20 – Norme relative alle destinazioni d’uso

CAPO III - CRITERI

ART. 21 – Criteri per gli interventi a tutela del paesaggio e del decoro urbano

ART. 22 – Criteri inerenti gli elementi di arredo urbano a carattere privato

ART. 23 – Criteri per la dotazione di parcheggi

ART. 24 – Criteri edilizi per gli interventi in Ambito Extraurbano

ART. 25 – Criteri edilizi per la realizzazione delle pertinenze a corredo dei fabbricati

residenziali

ART. 26 – Criteri per la definizione dell’agibilità – Dichiarazione d’inagibilità

ART. 27 – Criteri relativi ai diritti di partecipazione, informazione e accesso agli atti

ART. 28 – Caratteristiche dei locali e criteri dei locali e criteri per la loro classificazione

ART. 29 – Fruibilità degli edifici e dell’ambiente urbano

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TITOLO IV – VARIE

ART. 30 – Permesso di costruire in deroga

ART. 31 – Tolleranze

ART. 32 – Competenze tecniche e responsabilità

ART. 33 – Commissione Comunale per il Paesaggio

ART. 34 – Aggiornamento ed interpretazioni periodiche

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REGOLAMENTO EDILIZIO – Comune di Palazzo San Gervasio 2011

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TITOLO I TITOLO I TITOLO I TITOLO I DISPOSIZIONI GENERALIDISPOSIZIONI GENERALIDISPOSIZIONI GENERALIDISPOSIZIONI GENERALI

ARTICOLO 1ARTICOLO 1ARTICOLO 1ARTICOLO 1

CCCCONTENUTI, AMBITO D’APPLICAZIONE E OBIETTIVI GENERALIONTENUTI, AMBITO D’APPLICAZIONE E OBIETTIVI GENERALIONTENUTI, AMBITO D’APPLICAZIONE E OBIETTIVI GENERALIONTENUTI, AMBITO D’APPLICAZIONE E OBIETTIVI GENERALI 1. Il presente Regolamento, redatto ai sensi dell’articolo 4 del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, “Testo Unico delle

disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia”, è un atto normativo finalizzato a perseguire obiettivi preminenti in materia edilizia, nel rispetto dei principi di semplificazione amministrativa, di decentramento dei livelli decisionali e di autonomia regolamentare.

2. Il Regolamento Edilizio detta norme e criteri in tema di modalità costruttive, di decoro pubblico, di aspetti

tecnico-estetici, di igiene, comfort, vivibilità e sicurezza (sia degli immobili che delle pertinenze degli stessi), nonché disciplina le ulteriori materie che abbiano attinenza con l’attività edilizia, definendo le tipologie di opere edilizie e le procedure necessarie per realizzarle, compresa la vigilanza.

3. Tutte le disposizioni contenute nel presente Regolamento sono formulate nel rispetto dei principi fissati da

leggi statali e regionali pur nell’autonomia regolamentare comunale, sancita con il Decreto Legislativo n. 267 del 18 agosto 2000.

4. In tutto il territorio comunale gli interventi che comportano una trasformazione edilizia o urbanistica devono

essere realizzati in conformità alle norme di legge ed alle norme degli strumenti urbanistici vigenti, nel rispetto del presente Regolamento Edilizio, che integra per quanto di sua competenza le Norme Tecniche di Attuazione del Regolamento Urbanistico. In presenza di contenuto diverso o non perfettamente coordinato, prevalgono le citate Norme Tecniche di Attuazione del Regolamento Urbanistico.

5. Mantengono inoltre in ogni caso la loro efficacia:

• le normative speciali di settore aventi incidenza sulla disciplina dell’attività edilizia; • le disposizioni relative allo Sportello Unico Attività Produttive (SUAP) ed alle relative norme di

attuazione (in materia di realizzazione, ampliamento, ristrutturazione e riconversione di impianti produttivi).

ARTICOLO 2ARTICOLO 2ARTICOLO 2ARTICOLO 2 ALLEGATIALLEGATIALLEGATIALLEGATI

1. Gli allegati sotto elencati costituiscono parte integrante e sostanziale del presente Regolamento. Tali allegati

disciplinano aspetti specifici e settoriali dell’attività edilizia e regolano aspetti procedurali e metodologici dell’attività dei competenti uffici comunali.

2. Elenco degli Allegati:

� Allegato AAllegato AAllegato AAllegato A - Regolamento comunale per la realizzazione di strutture temporanee a servizio di attività produttive;

� Allegato BAllegato BAllegato BAllegato B - Regolamento comunale per la realizzazione di strutture temporanee non legate alle attività produttive;

� Allegato CAllegato CAllegato CAllegato C - Regolamento comunale per la promozione della bioedilizia e l’uso delle fonti energetiche

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REGOLAMENTO EDILIZIO – Comune di Palazzo San Gervasio 2011

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rinnovabili;

� Allegato DAllegato DAllegato DAllegato D - Regolamento comunale per la monetizzazione degli interventi di cui all’art. 52 delle Norme Tecniche di Attuazione del Regolamento Urbanistico;

� Allegato EAllegato EAllegato EAllegato E - Regolamento comunale di vigilanza sull’attività urbanistica e edilizia; Sanzioni e sanatoria;

� Allegato FAllegato FAllegato FAllegato F - Regolamento comunale contenente la definizione delle tipologie, dei caratteri e dei contenuti degli interventi edilizi diretti non soggetti a titolo abilitativo (attività edilizia libera);

� Allegato GAllegato GAllegato GAllegato G - Regolamento comunale contenente la definizione delle tipologie, dei caratteri e dei contenuti degli interventi edilizi soggetti alle procedure di cui al permesso di costruire, denuncia di inizio attività e SCIA, con relativa esplicitazione delle modalità di redazione e presentazione dei progetti;

� Allegato HAllegato HAllegato HAllegato H - Regolamento comunale comprendente la definizione dei contenuti, dei caratteri e delle modalità di redazione e presentazione degli strumenti urbanistici attuativi

� Allegato IAllegato IAllegato IAllegato I - Regolamento comunale per la esecuzione delle opere di urbanizzazione a scomputo degli oneri di urbanizzazione nel caso di interventi diretti;

� Allegato LAllegato LAllegato LAllegato L - Definizioni Tecniche – Glossario;

� Allegato Allegato Allegato Allegato MMMM – Misure urgenti e straordinarie volte al rilancio dell’economia ed alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente avente destinazioni d’uso non residenziali;

3. Il Comune può integrare il presente Regolamento con ulteriori allegati, sia in relazione all’entrata in vigore di

leggi nazionali e regionali, sia in relazione al variare degli strumenti urbanistici comunali, sia in relazione agli obiettivi della tutela del patrimonio edilizio di valore storico culturale, di tutela dell’ambiente e del paesaggio, di promozione e incentivazione della qualità e salubrità edilizia e di contenimento dei consumi energetici, di fruibilità degli edifici e degli spazi aperti da parte di tutti i cittadini.

ARTICOLO 3ARTICOLO 3ARTICOLO 3ARTICOLO 3

SOGGETTI PUBBLICI E PSOGGETTI PUBBLICI E PSOGGETTI PUBBLICI E PSOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI COINVOLTI NEL PROCESSO EDILIZIORIVATI COINVOLTI NEL PROCESSO EDILIZIORIVATI COINVOLTI NEL PROCESSO EDILIZIORIVATI COINVOLTI NEL PROCESSO EDILIZIO 1. I soggetti che attuano, secondo le indicazioni del presente Regolamento, la trasformazione strutturale e

funzionale del territorio e dell’edificato sono i protagonisti del processo edilizio. 2. Nel processo edilizio, oltre agli esecutori dei lavori, intervengono anche i soggetti esercenti servizi di pubblica

necessità, fra i quali il progettista, i tecnici rilevatori, i direttore dei lavori, i pubblici ufficiali. 3. I soggetti di cui sopra svolgono le competenze loro attribuite dalla legge e dal Regolamento.

ARTICOLO 4ARTICOLO 4ARTICOLO 4ARTICOLO 4 POTERI DIRETTIVIPOTERI DIRETTIVIPOTERI DIRETTIVIPOTERI DIRETTIVI E COLLABORAZIONIE COLLABORAZIONIE COLLABORAZIONIE COLLABORAZIONI

1. Il Comune esercita poteri direttivi e di coordinamento nei confronti dei soggetti di cui all’articolo 3,

promuovendo la collaborazione con altre Pubbliche Amministrazioni competenti nel processo edilizio e garantendone la partecipazione secondo quanto stabilito dalla legge e dal presente Regolamento.

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REGOLAMENTO EDILIZIO – Comune di Palazzo San Gervasio 2011

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TITOLO IITITOLO IITITOLO IITITOLO II PRINCIPI DI SOSTENIBILITÀ E OBIETTIVI DI QUALITÀPRINCIPI DI SOSTENIBILITÀ E OBIETTIVI DI QUALITÀPRINCIPI DI SOSTENIBILITÀ E OBIETTIVI DI QUALITÀPRINCIPI DI SOSTENIBILITÀ E OBIETTIVI DI QUALITÀ

ARTICOLO 5ARTICOLO 5ARTICOLO 5ARTICOLO 5

PRINCIPI DI SOSTENIBIPRINCIPI DI SOSTENIBIPRINCIPI DI SOSTENIBIPRINCIPI DI SOSTENIBILITÀ DELLE TRASFORMAZIONILITÀ DELLE TRASFORMAZIONILITÀ DELLE TRASFORMAZIONILITÀ DELLE TRASFORMAZIONI URBANISTICO/EDILIZIE URBANISTICO/EDILIZIE URBANISTICO/EDILIZIE URBANISTICO/EDILIZIE

1. In coerenza con i principi stabiliti dalla legge regionale n° 23/99 e successive modificazioni ed integrazioni ed

in linea con i contenuti del Regolamento Urbanistico e del Piano Strutturale (per come risulterà definito al termine del suo iter formativo), il presente Regolamento Edilizio si fonda, per le parti aventi carattere descrittivo e indicativo, sul concetto di sostenibilità delle trasformazioni urbanistico/edilizie e sulla rinnovabilità delle risorse essenziali del territorio.

2. Il presente Regolamento ed i suoi Allegati perseguono, altresì, il mantenimento di valori ottimali degli

indicatori sensibili relativamente ad ambiente, valori umani e benessere collettivo. 3. Il presente Regolamento recepisce, così come descritto dettagliatamente nell’allegato “C” :

2 le disposizioni del decreto legislativo 19 agosto 2005, n° 192 e delle successive modifiche introdotte dal decreto legislativo 29 dicembre 2006, n° 311;

2 le diposizioni del decreto legislativo 3 aprile 2006 n° 152 e successive modificazioni ed integrazioni;

2 le norme incentivanti l’edilizia sostenibile, di cui alla Legislazione Regionale in materia (L.R. n. 28/2007 Art.11, L.R. 31/2008; L.R. 27/2009, L.R. 01/2010, L.R. 21/2010, Delibera di Giunta Regionale n. 2260 del 29/12/2010 e succ. mod. ed int.), tenendo conto anche delle pronunce giurisprudenziali in materia, (come ad esempio la Sentenza della Corte Costituzionale n. 67/2011);

ARTICOLO 6ARTICOLO 6ARTICOLO 6ARTICOLO 6

DEFINIZIONI GENERALI DI DEFINIZIONI GENERALI DI DEFINIZIONI GENERALI DI DEFINIZIONI GENERALI DI QUALITÀ DEGLI INSEDIAMENTI, QUALITÀ DEGLI INSEDIAMENTI, QUALITÀ DEGLI INSEDIAMENTI, QUALITÀ DEGLI INSEDIAMENTI, DELL’ARCHITETTURA E DELLE CONDIZDELL’ARCHITETTURA E DELLE CONDIZDELL’ARCHITETTURA E DELLE CONDIZDELL’ARCHITETTURA E DELLE CONDIZIONI DI VITA E DI LAVOROIONI DI VITA E DI LAVOROIONI DI VITA E DI LAVOROIONI DI VITA E DI LAVORO

1. La qualità degli insediamenti urbani e dell’architettura, la tutela del paesaggio, dell’ambiente, del territorio e

delle bellezze naturali, delle testimonianze di valore storico e dell’architettura rurale, la sicurezza delle costruzioni e dei loro abitanti, partecipano ad innalzare il livello della qualità della vita. A tal fine, per la realizzazione degli interventi edilizi, il presente Regolamento recepisce le relative normative (come sopra indicate all’art. 5) ed incentiva l’edilizia sostenibile.

2. Un’architettura di qualità migliora il rapporto dei cittadini con il loro ambiente di vita e può contribuire

efficacemente alla coesione sociale, alla creazione di posti di lavoro, alla promozione del turismo culturale e, più in generale, allo sviluppo economico.

3. L’architettura e l’urbanistica sono prestazioni intellettuali, culturali, artistiche, professionali. Esse

rappresentano, pertanto, un servizio al contempo culturale ed economico. 4. Sulla base di questi principi i soggetti individuati all’art. 3, ciascuno per il proprio ruolo e per la propria

competenza, devono essere consapevoli che dalla loro azione può derivare un innalzamento del livello complessivo della qualità urbana.

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REGOLAMENTO EDILIZIO – Comune di Palazzo San Gervasio 2011

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5. Sulla base dei principi sopra enunciati il presente Regolamento Edilizio individua le modalità tecniche e gli standard minimi di qualità per garantire la migliore condizione di vita nelle unità abitative.

ARTICOLO 7ARTICOLO 7ARTICOLO 7ARTICOLO 7

SPECIFICI OBIETTIVI DI QUALITA’SPECIFICI OBIETTIVI DI QUALITA’SPECIFICI OBIETTIVI DI QUALITA’SPECIFICI OBIETTIVI DI QUALITA’ 1. Il presente Regolamento Edilizio, al fine di perseguire gli indicati specifici obiettivi di qualità, anche attraverso

i suoi Allegati, individua:

a) le modalità tecniche per favorire il recupero del patrimonio edilizio e per il mantenimento delle testimonianze storiche, attraverso la individuazione di raccomandazioni tecniche che si basano sui contenuti del Regolamento Urbanistico;

b) la definizione della individuazione delle categorie d’intervento all’interno della normativa di Regolamento Urbanistico per il Centro Antico;

c) la individuazione di regole costruttive e di processi di tutela tipologica ed evoluzione funzionale;

d) le modalità tecniche per la tutela e la salvaguardia dell’identità storica del verde privato ubicato nei giardini e nei parchi, finalizzate al mantenimento della vegetazione autoctona ed al suo sviluppo e consolidamento;

e) le modalità tecniche per favorire il mantenimento del patrimonio edilizio esistente avente funzione e destinazione agricola, attraverso anche il suo adeguamento funzionale per il sostegno alle attività agricole, nonché per variarne la destinazione nei limiti di quanto stabilito dall’art. 48 delle Norme Tecniche di Attuazione del Regolamento Urbanistico;

ARTICOLO 8ARTICOLO 8ARTICOLO 8ARTICOLO 8

MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI ABITATIVEMIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI ABITATIVEMIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI ABITATIVEMIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI ABITATIVE 1. Le condizioni abitative riguardano la organizzazione funzionale di ogni singola unità immobiliare, gli spazi

minimi necessari, le caratteristiche di affaccio, le condizioni di illuminazione naturale. 2. In conformità con quanto previsto dal Regolamento Urbanistico, al di fuori delle aree disciplinate dalla

specifica normativa per il Centro Antico, la superficie minima utile netta di ogni unità immobiliare residenziale (alloggio) non può essere inferiore a mq. 45.00;

3. Per le unità immobiliari esistenti alla data di adozione del Regolamento Urbanistico (08 febbraio 2011),

legittimate o da legittimarsi, aventi superfici inferiori al minimo previsto dal comma 2, è sempre possibile eseguire interventi di miglioramento delle condizioni abitative, comportanti aumento della superficie utile netta, anche se non viene raggiunta la quantità minima prevista dal precedente comma.

4. La superficie minima utile di ogni unità immobiliare destinata ad Edilizia Residenziale Pubblica non può

essere inferiore a quanto stabilito dalla specifica normativa vigente in materia, dal Regolamento Urbanistico e dagli Strumenti Urbanistici Attuativi.

5. Al fine di agevolare la consultazione dei dati relativi ad ogni singolo immobile, nonché la conoscenza dei suoi

requisiti oggettivi (attivi e passivi), nonché al fine di incentivare il miglioramento della qualità dell’edificato, il Comune potrà istituire apposito Libretto dell’edificio.

6. Il Libretto dell’edificio dovrà contenere le informazioni tecniche necessarie ad un miglior uso e manutenzione

dell’immobile, compresi i disegni tecnici dell’edificio e degli impianti, in modo da rendere più semplice e meno

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REGOLAMENTO EDILIZIO – Comune di Palazzo San Gervasio 2011

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costoso intervenire qualora si rendessero necessarie delle modifiche. 7. Nella progettazione e nella realizzazione degli interventi, dovrà porsi ogni attenzione alla realizzazione di

adeguate intercapedini a protezione dei piani interrati, in corrispondenza di murature contro terra, anche al fine di evitare infiltrazioni di acque dalla soprastante viabilità comunale.

ARTICOLO 9ARTICOLO 9ARTICOLO 9ARTICOLO 9

MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ EDILIZIA DEI MATERIALIMIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ EDILIZIA DEI MATERIALIMIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ EDILIZIA DEI MATERIALIMIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ EDILIZIA DEI MATERIALI 1. Ai sensi e per gli effetti della legislazione vigente in materia di protezione dell’ambiente, per la dismissione della

produzione, del commercio e dell’utilizzazione dell’amianto e dei prodotti che lo contengono, nonché per il controllo sull’inquinamento, è vietato l’impiego di qualsiasi prodotto, oggetto o manufatto contenente amianto.

2. Il presente Regolamento individua come obiettivo prioritario la necessità di rimozione dell’amianto in qualsiasi

edifico e/o struttura edilizia comunque presenti sul territorio comunale. 3. Tramite specifica Delibera di Giunta Comunale (da assumere in collaborazione con ASL e Arpab) vengono

definiti: a) le modalità e gli strumenti necessari ai rilevamenti e alle analisi del rivestimento degli edifici; b) la pianificazione e la programmazione delle attività di rimozione e di fissaggio dell’amianto; c) le procedure da seguire nei diversi processi di rimozione; d) l’eventuale istituzione presso le unità sanitarie locali di un registro nel quale è indicata la localizzazione dell'amianto floccato o in matrice friabile presente negli edifici.

4. In caso di intervento edilizio, i proprietari degli immobili devono comunicare alle unità sanitarie locali i dati

relativi alla presenza dei materiali di cui al presente articolo.

ARTICOLO 10ARTICOLO 10ARTICOLO 10ARTICOLO 10 MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIMIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIMIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIMIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI STATICHEONI STATICHEONI STATICHEONI STATICHE

1. Il territorio del Comune di Palazzo San Gervasio risulta inserito in classe 2 nell’allegato A all’Ordinanza del

Presidente del Consiglio dei Ministri n° 3274 del 20/03/2003 di classificazione sismica dei comuni italiani. Pertanto, risulta obiettivo di miglioramento della qualità statica e della sicurezza da eventi sismici l’adeguamento strutturale negli interventi sul patrimonio edilizio esistente e nella realizzazione delle nuove costruzioni.

2. Le costruzioni, sia pubbliche sia private, debbono essere realizzate in osservanza delle norme tecniche

riguardanti i vari elementi costruttivi, fissate con appositi decreti del Ministro per le Infrastrutture e i Trasporti.

Si rammenta che dette norme definiscono:

• i criteri generali tecnico-costruttivi per la progettazione, esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento;

• i carichi e sovraccarichi e loro combinazioni, anche in funzione del tipo e delle modalità costruttive e della destinazione dell'opera, nonché i criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni; I carichi e sovraccarichi da considerare nelle costruzioni comprendono in genere:

- pesi propri degli elementi costituenti la struttura; - carichi permanenti; - sovraccarichi variabili;

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REGOLAMENTO EDILIZIO – Comune di Palazzo San Gervasio 2011

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- variazioni tecniche e idrometriche; - cedimento di vincoli; - azioni sismiche e dinamiche in genere; - azioni eccezionali;

• le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le precisazioni tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione; i criteri generali e le precisazioni tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo di opere speciali, quali ponti, dighe, serbatoi, tubazioni, torri, costruzioni prefabbricate in genere, acquedotti, fognature;

• la protezione delle costruzioni dagli incendi. 3. Gli edifici possono essere costruiti con le seguenti modalità:

• struttura intelaiata in cemento armato normale o precompresso, acciaio o sistemi combinati dei predetti materiali;

• struttura a pannelli portanti;

• struttura in muratura;

• struttura in legname. 4. Ai fini del presente Regolamento Edilizio si considerano:

• costruzioni in muratura, quelle nelle quali la muratura ha funzione portante;

• strutture a pannelli portanti, quelle formate con l'associazione di pannelli verticali prefabbricati (muri), (pareti) di altezza pari ad un piano e di larghezza superiore ad un metro, resi solidali a strutture orizzontali (solai) prefabbricate o costruite in opera;

• strutture intelaiate, quelle costituite da aste rettilinee o curvilinee, comunque vincolate fra loro.

ARTICOLO 11ARTICOLO 11ARTICOLO 11ARTICOLO 11 MIGLIORAMENTO DELLA FUNZIONALITÀ E SICUREZZA DEGLI IMPIANTIMIGLIORAMENTO DELLA FUNZIONALITÀ E SICUREZZA DEGLI IMPIANTIMIGLIORAMENTO DELLA FUNZIONALITÀ E SICUREZZA DEGLI IMPIANTIMIGLIORAMENTO DELLA FUNZIONALITÀ E SICUREZZA DEGLI IMPIANTI

1. Per assicurare la migliore funzionalità negli edifici privati, negli edifici pubblici e per quanto riguarda gli

impianti a rete, vengono individuati obiettivi prestazionali relativi a:

• Rifornimento idrico;

• Modalità di smaltimento degli scarichi idrici;

• Scarichi in reti fognarie;

• Impianti igienici;

• Impianti di aerazione e di climatizzazione;

• Impianti elettrici, elettronici e radiotelevisivi, impianti di sollevamento, antincendio e di protezione contro le scariche atmosferiche;

• Impianti e centrali termiche, impianti di distribuzione e utilizzazione del gas,

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REGOLAMENTO EDILIZIO – Comune di Palazzo San Gervasio 2011

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• forni, canne fumarie, camini;

• Cabine di trasformazione di energia elettrica;

• Elettrodotti;

• Antenne, parabole ed impianti riceventi della radio, della televisione e della telefonia mobile; Rifornimento idrico. Rifornimento idrico. Rifornimento idrico. Rifornimento idrico.

- Ogni fabbricato deve essere provvisto di acqua potabile in misura proporzionale al numero dei locali abitabili, in modo tale da garantire un regolare rifornimento per ogni famiglia.

- Le attività produttive con scarichi soggetti a depurazione dovranno essere dotate di impianto idrico duale, al fine di riutilizzare le acque depurate provenienti dagli scarichi per soddisfare la richiesta di approvvigionamento idrico non potabile.

Modalità di smaltimentModalità di smaltimentModalità di smaltimentModalità di smaltimento degli scarichi idricio degli scarichi idricio degli scarichi idricio degli scarichi idrici

- Tutti gli scarichi sono disciplinati in funzione del rispetto degli obiettivi di qualità dei corpi idrici e devono comunque rispettare i valori limite di emissione previsti.

- Gli smaltimenti in zone prive di rete fognaria devono essere autorizzati secondo le modalità previste dalla normativa vigente (DLgs 152/06).

- In tutti gli impianti destinati alla depurazione, i liquami trattati devono essere esclusivamente quelli provenienti dall'interno delle abitazioni ed assimilate, con esclusione di immissioni di acque meteoriche.

- Nelle zone non servite da fognature per le acque bianche le acque meteoriche devono essere opportunamente convogliate, regimate e smaltite senza creare pregiudizio alle proprietà confinanti.

Scarichi in reti fognarie. Scarichi in reti fognarie. Scarichi in reti fognarie. Scarichi in reti fognarie.

- Ferma restando la inderogabilità dei valori limite di emissione, gli scarichi di acque industriali che recapitano in reti fognarie sono sottoposti alle norme tecniche, alle prescrizioni regolamentari e ai valori limite adottati dal gestore del servizio idrico integrato e approvati dall’amministrazione pubblica responsabile, in base alle caratteristiche dell’impianto e in modo che sia assicurato il rispetto della disciplina degli scarichi di acque reflue urbane.

- Gli scarichi di acque reflue domestiche che recapitano in reti fognarie sono sempre ammessi purché osservino i regolamenti emanati dal gestore del servizio idrico integrato.

Impianti igienici. Impianti igienici. Impianti igienici. Impianti igienici.

- Ogni alloggio di nuova costruzione, oppure oggetto di ristrutturazione, deve essere dotato di almeno un servizio igienico completo (water, bidet, lavandino, vasca o doccia).

- Tutti i locali destinati ad attività commerciali, artigianali, professionali e a pubblici ritrovi o pubblici esercizi devono essere dotati di almeno un servizio igienico (water e lavandino), opportunamente disimpegnato.

- Tutti gli edifici destinati ad attività produttiva devono essere dotati di un sufficiente numero di servizi igienici, in funzione del numero degli addetti e dell'attività svolta.

- L'accesso ai servizi igienici da locali destinati alla produzione, deposito e vendita di sostanze alimentari o

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REGOLAMENTO EDILIZIO – Comune di Palazzo San Gervasio 2011

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bevande deve avvenire tramite adeguato locale filtro (antibagno).

- Per le nuove costruzioni, e per gli interventi sul patrimonio edilizio esistente che consistano almeno nella ristrutturazione edilizia, devono essere previsti impianti igienici rispondenti alle esigenze del massimo risparmio idrico.

Impianti di aerazione e di climatizzazioneImpianti di aerazione e di climatizzazioneImpianti di aerazione e di climatizzazioneImpianti di aerazione e di climatizzazione

- Gli impianti di aerazione dovranno risultare conformi alle prescrizioni tecniche vigenti in materia di sicurezza e rumore, e dovranno essere compatibili all’inserimento degli stessi negli edifici al fine della salvaguardia degli aspetti legati al decoro.

- Nei nuovi edifici, e nelle ristrutturazioni, tali impianti devono essere indicati in progetto e risultare conformi alla progettazione architettonica e al decoro complessivo dell’edificio. Le unità esterne degli impianti di climatizzazione e/o condizionamento dell’aria devono essere installate adottando tutti gli accorgimenti tecnici necessari a limitare rumori molesti e/o inconvenienti igienico-sanitari al vicinato.

Impianti eleImpianti eleImpianti eleImpianti elettrici, elettronicittrici, elettronicittrici, elettronicittrici, elettronici, , , , radiotradiotradiotradiotelevisivielevisivielevisivielevisivi, impianti di sollevamento, , impianti di sollevamento, , impianti di sollevamento, , impianti di sollevamento, impianti impianti impianti impianti antincendio e di protezione contro antincendio e di protezione contro antincendio e di protezione contro antincendio e di protezione contro le scariche atmosferichele scariche atmosferichele scariche atmosferichele scariche atmosferiche

- Negli interventi di nuova costruzione o di ristrutturazione che comportino un aumento delle unità immobiliari o mutamento anche parziale della destinazione d'uso degli immobili, devono essere garantite la sicurezza degli impianti in oggetto e la salvaguardia e incolumità delle presenze di persone, sia a carattere abitativo che lavorativo.

- La presentazione della richiesta del certificato di abitabilità/agibilità è subordinata alla presenza della certificazione di collaudo degli impianti in oggetto da parte di un tecnico abilitato o alla certificazione dell'installatore secondo le prescrizioni vigenti in materia.

Impianti e centrali termiche, Impianti e centrali termiche, Impianti e centrali termiche, Impianti e centrali termiche, impianti dimpianti dimpianti dimpianti di distribuzione ed utilizzazione del gas, i distribuzione ed utilizzazione del gas, i distribuzione ed utilizzazione del gas, i distribuzione ed utilizzazione del gas, forni, canne fumarie, camini. forni, canne fumarie, camini. forni, canne fumarie, camini. forni, canne fumarie, camini.

- Ai fini della adeguatezza degli impianti in oggetto, oltre all'osservanza delle specifiche norme di settore, è condizione in particolar modo necessaria, per la presentazione della richiesta del certificato di abitabilità/agibilità, che ogni centrale termica, stufa, forno, di qualunque tipo (escluso i forni privi di emissione convogliata), abbia una canna fumaria, opportunamente dimensionata per l'eliminazione dei prodotti di combustione, prolungata fino oltre la copertura del fabbricato di appartenenza e dei fabbricati circostanti esistenti nel raggio di 10 (dieci) metri dalla canna fumaria stessa.

- Quest’ultima dovrà essere realizzata con materiale a norma e nel rispetto delle disposizioni normative e legislative vigenti.

- Nell’impossibilità di prolungare la canna fumaria fino oltre la copertura del fabbricato, potranno essere accettate soluzioni alternative previo parere favorevole dell’Azienda U.S.L.

Cabine di trasformazione di energCabine di trasformazione di energCabine di trasformazione di energCabine di trasformazione di energia elettrica. ia elettrica. ia elettrica. ia elettrica.

- Per garantire in ogni caso adeguati livelli di sicurezza sanitaria, non possono essere previste, né autorizzate, localizzazioni di cabine di trasformazione di energia elettrica all’interno degli edifici.

Elettrodotti. Elettrodotti. Elettrodotti. Elettrodotti.

- Per garantire in ogni caso adeguati livelli di sicurezza sanitaria, le distanze minime inedicate dai proprietari/gestori degli elettrodotti, ai sensi del D.P.C.M. 08/07/2003 e del D.M. 29/05/2008, sono

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inderogabili.

- In attesa del calcolo dell’ampiezza della fascia di rispetto da parte del proprietario/gestore dell’elettrodotto, per gli interventi di ristrutturazione edilizia comportanti l’aggiunta di nuove volumetrie, di ristrutturazione urbanistica e di nuova edificazione, ricadenti ad una distanza inferiore a ml. 50,00 dal filo esterno dell’elettrodotto, il Comune dovrà richiedere al gestore la Distanza di Prima Approssimazione (DPA) dalla linea elettrica coinvolta nel singolo progetto. Nei singoli casi specifici, in cui si verifichi che l’intervento in progetto venga a trovarsi ad una distanza da una linea elettrica inferiore alla DPA, il Comune, o la parte interessata, dovranno chiedere al gestore di eseguire il calcolo esatto della fascia di rispetto lungo le sezioni della linea interessate, al fine di consentire una corretta valutazione della pratica.

- Ai sensi del D.M. 29/05/2008, la metodologia di calcolo sopra definita si applica a tutti gli elettrodotti esistenti o in progetto, con linee interrate o aeree, ad esclusione delle seguenti tipologie:

• linee di classe zero come da D.M. 449/88 (quali linee telefoniche, di segnalazione o comando a distanza);

• linee esercite a frequenze diverse da 50 Hz;

• linee di prima classe come da D.M. 449/88 (quali linee con tensione nominale inferiore a 1 kV e linee in cavo per illuminazione pubblica con tensione nominale inferiore a 5 kV);

• linee in media tensione (20 kV) in cavo cordato ad elica. Antenne, Antenne, Antenne, Antenne, parabole eparabole eparabole eparabole ed impiantid impiantid impiantid impianti riceventi della radio, della televisione e della telefonia mobile. riceventi della radio, della televisione e della telefonia mobile. riceventi della radio, della televisione e della telefonia mobile. riceventi della radio, della televisione e della telefonia mobile.

- Fatte salve indicazioni più restrittive contenute negli atti di governo del territorio vigenti, l’installazione degli impianti della rete della telefonia dovranno essere realizzati in conformità con un “Regolamento d'Insediamento degli Impianti di telefonia Mobile ex art. 8, comma 6, Legge Quadro sulla protezione da campi elettromagnetici" da formare ed approvare da parte dell’Amministrazione Comunale.

- Ai sensi della legislazione sanitaria vigente, il Sindaco, con specifica ordinanza da emettere a tutela della popolazione, può determinare limiti e criteri più restrittivi per la verifica delle installazioni di telecomunicazione.

- Sulla copertura di ogni edificio è ammessa l’istallazione di antenne televisive per ricezioni di tipo terrestre e supporti di parabole per ricezione satellitare; queste ultime devono avere dimensioni ridotte, e devono essere di colore tale da non recare pregiudizio all’estetica dell’edificio e dei luoghi. Sono da escludersi installazioni in facciata, nonché su balconi o terrazzi che non siano ubicati al livello della copertura.

ARTICOLO 12ARTICOLO 12ARTICOLO 12ARTICOLO 12

MIGLIORAMENTO DELLE MIGLIORAMENTO DELLE MIGLIORAMENTO DELLE MIGLIORAMENTO DELLE PRESTAZIONI ENERGETIPRESTAZIONI ENERGETIPRESTAZIONI ENERGETIPRESTAZIONI ENERGETICHE, CONTENIMENTO DECHE, CONTENIMENTO DECHE, CONTENIMENTO DECHE, CONTENIMENTO DEI CONSUMI I CONSUMI I CONSUMI I CONSUMI ENERGETICI E SVILUPENERGETICI E SVILUPENERGETICI E SVILUPENERGETICI E SVILUPPO DELL’IMPIEGO DELLPO DELL’IMPIEGO DELLPO DELL’IMPIEGO DELLPO DELL’IMPIEGO DELLE ENERGIE ALTERNATIVE ENERGIE ALTERNATIVE ENERGIE ALTERNATIVE ENERGIE ALTERNATIVE.E.E.E.

1. Il Comune di Palazzo San Gervasio, attraverso il Regolamento per la promozione della bioedilizia e l’uso delle fonti energetiche rinnovabili (Allegato “C”), in coerenza con i contenuti della vigente legislazione regionale in materia, individua e definisce norme e soluzioni tecnologiche bioclimatiche volte a favorire l’uso razionale dell’energia e l’uso di fonti energetiche rinnovabili, quali le tecnologie fotovoltaica, idroelettrica, eolica e quella derivante da biomasse, con particolare riferimento alla diffusione del sistema solare termico anche per il patrimonio edilizio esistente. A tale scopo esso contiene indicazioni in ordine all’orientamento e alla conformazione degli edifici da realizzare, allo scopo di massimizzare lo sfruttamento della radiazione solare.

2. Lo sviluppo di impianti che favoriscono risparmio energetico o utilizzano nuove forme di energie alternative

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rappresenta obiettivo di miglioramento prestazionale di ogni edificio.

3. Gli edifici pubblici e privati, qualunque sia la loro destinazione d'uso, e gli impianti non di processo ad essi associati, devono essere progettati e realizzati in modo tale da contenere al massimo, in relazione al progresso della tecnica, i consumi di energia termica ed elettrica.

4. Gli impianti di riscaldamento, al servizio di edifici di nuova costruzione, devono essere progettati e realizzati in modo tale da consentire l'adozione di sistemi di termoregolazione e di contabilizzazione del calore per ogni singola unità immobiliare.

5. Negli edifici di proprietà pubblica o adibiti ad uso pubblico è fatto obbligo di soddisfare il fabbisogno energetico degli stessi favorendo il ricorso a fonti rinnovabili di energia o assimilate, salvo impedimenti di natura tecnica, che devono essere opportunamente dimostrati.

6. La progettazione di nuovi edifici pubblici deve prevedere la realizzazione di ogni impianto, opera ed installazione utili alla conservazione, al risparmio e all'uso razionale dell'energia.

7. I consumi di energia termica ed elettrica ammessi per gli edifici sono limitati in relazione alla destinazione d'uso degli edifici stessi, agli impianti di cui sono dotati e alla zona climatica di appartenenza.

ARTICOLO 13ARTICOLO 13ARTICOLO 13ARTICOLO 13

ALTRI ALTRI ALTRI ALTRI REQUISITI E AZIONI MIGLIORATIVE DA PORRE IN ESSERE A TUTELA DI REQUISITI E AZIONI MIGLIORATIVE DA PORRE IN ESSERE A TUTELA DI REQUISITI E AZIONI MIGLIORATIVE DA PORRE IN ESSERE A TUTELA DI REQUISITI E AZIONI MIGLIORATIVE DA PORRE IN ESSERE A TUTELA DI COMPONENTI AMBIENTALICOMPONENTI AMBIENTALICOMPONENTI AMBIENTALICOMPONENTI AMBIENTALI

Requisiti attivi e passivi in materia di Requisiti attivi e passivi in materia di Requisiti attivi e passivi in materia di Requisiti attivi e passivi in materia di inquinamento acusticoinquinamento acusticoinquinamento acusticoinquinamento acustico. . . .

Le istanze di Permesso di Costruire, le Denunce di Inizio Attività, le SCIA, gli altri titoli abilitativi comunque denominati e le richieste di autorizzazione all’esercizio di qualsiasi attività produttiva, potranno, a richiesta del Comune, essere corredate di Documentazione di Previsione di Impatto Acustico e di Valutazione Previsionale del Clima Acustico per tutti i casi previsti ai sensi dell’articolo 8, commi 2, 3 e 4, della legge n° 447/1995 e successive modificazioni ed integrazioni.

Miglioramento dell’utilizzo delle acque per la salvaguardia dellMiglioramento dell’utilizzo delle acque per la salvaguardia dellMiglioramento dell’utilizzo delle acque per la salvaguardia dellMiglioramento dell’utilizzo delle acque per la salvaguardia delleeee fald fald fald falde freate freate freate freaticheicheicheiche. . . .

Al fine di garantire la tutela delle risorse idriche, per gli interventi edilizi di nuova costruzione e per quelli di ristrutturazione urbanistica devono essere previsti interventi di recupero delle acque piovane.

Miglioramento della qualità dell’Miglioramento della qualità dell’Miglioramento della qualità dell’Miglioramento della qualità dell’aria. aria. aria. aria.

Al fine di garantire il miglioramento della qualità dell’aria, è vietata l’emissione di qualsiasi sostanza solida, liquida o gassosa proveniente da impianti che possano produrre inquinamento atmosferico.

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TITOLO III TITOLO III TITOLO III TITOLO III DEFINIZIONIDEFINIZIONIDEFINIZIONIDEFINIZIONI, , , , NORME NORME NORME NORME E E E E CRITERI CRITERI CRITERI CRITERI

CAPO ICAPO ICAPO ICAPO I –––– DEFINIZIONI DEFINIZIONI DEFINIZIONI DEFINIZIONI

ARTICOLO 14ARTICOLO 14ARTICOLO 14ARTICOLO 14

DEFINIZIONI TECNICHEDEFINIZIONI TECNICHEDEFINIZIONI TECNICHEDEFINIZIONI TECNICHE

1. Le definizioni tecniche per l'attuazione degli interventi edilizi ed urbanistici nel territorio di Palazzo San Gervasio sono contenute nell’Allegato “L” (denominato “Definizioni Tecniche – Glossario), al presente Regolamento Edilizio.

ARTICOLO 15ARTICOLO 15ARTICOLO 15ARTICOLO 15

TIPOLOGIE E CARATTERI DEGLI INTERVENTITIPOLOGIE E CARATTERI DEGLI INTERVENTITIPOLOGIE E CARATTERI DEGLI INTERVENTITIPOLOGIE E CARATTERI DEGLI INTERVENTI Per la definizione degli Interventi Edilizi si fa riferimento al Testo Unico per l’Edilizia, D.P.R. 06/06/2001 n°380 e successive modificazioni ed integrazioni, completato con specifiche necessità legate all’attuazione del Regolamento Urbanistico per quanto riguarda gli Interventi nei vari Areali individuati nel Centro Antico, tenendo comunque presente che ulteriori specificazioni sugli interventi possibili nel Centro Antico sono riportate negli articoli delle Norme Tecniche di Attuazione del citato Strumento Urbanistico relativi ai singoli Areali ivi individuati. Pertanto, si mette in evidenza che tutte le eventuali modifiche in materia di definizione degli interventi edilizi, le quali dovessero avere luogo a seguito di emanazione di ulteriore legislazione nazionale e/o regionale, dovranno ritenersi automaticamente recepite nel testo del presente Regolamento Edilizio, permanendo comunque in validità le suindicate specifiche previsioni per gli interventi nei vari Areali del Centro Antico (previsioni che pertanto andranno coordinate , di volta in volta - in sede di loro applicazione al momento della definizione delle pratiche edilizie -, con le eventuali subentrate diverse disposizioni legislative integranti il citato D.P.R. 380/01). Negli interventi di nuova edificazione, e negli interventi di ampliamento di fabbricati preesistenti, è in ogni caso prescritto il rispetto di quanto previsto dall’art. 51 del Regolamento Urbanistico in merito alle percentuali di suolo permeabile. Negli interventi di nuova edificazione è in ogni caso prescritto il rispetto di quanto previsto dall’art. 51 del Regolamento Urbanistico in merito alla piantumazione di essenze arboree ed arbustive. La definizione dei vari Interventi Edilizi è pertanto la seguente:

a)a)a)a) “interventi di manutenzione ordinaria“interventi di manutenzione ordinaria“interventi di manutenzione ordinaria“interventi di manutenzione ordinaria”, sono gli interventi edilizi che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti; il Regolamento Edilizio definisce e precisa gli interventi di manutenzione ordinaria all’interno della specifico allegato “F”, contenente la definizione delle tipologie, dei caratteri e dei contenuti degli interventi edilizi diretti non soggetti a titolo abilitativo (attività edilizia libera);

b)b)b)b) “interventi di manutenzione straordinaria“interventi di manutenzione straordinaria“interventi di manutenzione straordinaria“interventi di manutenzione straordinaria”, sono le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni d’uso; si intendono comunque compresi nella categoria d'intervento della manutenzione straordinaria i seguenti interventi:

• la riapertura di finestre tamponate;

• la riduzione in pristino di aperture incongrue;

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• l'apertura di nuove finestre per l'aerazione dei servizi igienici;

Gli interventi di manutenzione straordinaria non possono comunque comportare incremento del numero di unità immobiliari esistenti all'interno dell'edificio né comportare alterazioni delle strutture orizzontali e verticali e delle caratteristiche architettoniche dell'edificio (quali variazioni nelle facciate o variazioni della geometria preesistente delle coperture);

c)c)c)c) “ interventi di Restauro e di Risanamento Conservativo“ interventi di Restauro e di Risanamento Conservativo“ interventi di Restauro e di Risanamento Conservativo“ interventi di Restauro e di Risanamento Conservativo”, sono gli interventi edilizi rivolti a conservare l’organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, ne consentano destinazioni d’uso con essi compatibili. Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio, l’inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell’uso, l’eliminazione degli elementi estranei all’organismo edilizio; La realizzazione di soppalchi intermedi all’interno dei volumi esistenti rientra tra le opere di restauro e risanamento conservativo, purché la superficie di soppalco sia situata dalla parte opposta delle pareti finestrate, e l’altezza (sia al di sopra che e al di sotto del soppalco), non risulti inferiore a mt. 2,00. In tutti i casi, la superficie del soppalco non potrà essere superiore al 50% della superficie utile complessiva del vano in cui lo stesso risulta ubicato, né potranno in tal modo essere costituite nuove unità immobiliari o concorrere al raggiungimento della superficie minima utile ammissibile per l’alloggio. Per quanto riguarda specificatamente gli interventi nei vari Areali individuati nel Centro Antico, l’intervento di Restauro e di Risanamento Conservativo potrà in particolare rivestire anche il carattere di “ Restauro e Risanamento Conservativo parziale”, concretizzantesi in opere che riguardano la ricostruzione (preceduta o no da demolizione) di parti già esistenti in epoca storica, poi demolite o trasformate, oppure di parti andate in rovina. L’intervento di “Restauro e Risanamento Conservativo parziale”, si articola in due sub-categorie di intervento:

• interventi di “Restauro e Risanamento Conservativo parziale comportanti un ripristino filologico”, quando si basano su una documentazione adeguata del manufatto antico. Il ripristino filologico potrà pertanto riguardare gli edifici per i quali esiste una documentazione sufficiente dell'assetto originario, anche per edifici che siano scomparsi o che risultino in stato di alterazione così avanzato tanto da far configurare l'intervento come una ricostruzione anziché come un restauro.

• interventi di “Restauro e Risanamento Conservativo parziali comportanti un ripristino tipologico”, quando manca una documentazione individuale, ma si può far riferimento al modello costruttivo e distributivo della tipologia di appartenenza. Il ripristino tipologico riguarda gli edifici per i quali non esiste una documentazione individuale sufficiente, ma solo una conoscenza del tipo attraverso immagini parziali. Valgono, in questo caso, come prescrizioni per gli interventi sull’edificio, i caratteri di altri edifici, presenti nello stesso Ambito , appartenenti alla stessa tipologia, ed in cui i caratteri stessi siano ancora riconoscibili nella loro interezza.

d)d)d)d) “ interventi di Ristrutturazione Edilizia”,“ interventi di Ristrutturazione Edilizia”,“ interventi di Ristrutturazione Edilizia”,“ interventi di Ristrutturazione Edilizia”, sono gli interventi rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio, l’eliminazione, la modifica e l’inserimento di nuovi elementi ed impianti. Sono ricompresi fra gli interventi di Ristrutturazione Edilizia tutti quelli che da un lato eccedono i limiti degli

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intervento di Manutenzione Straordinaria e di Restauro e Risanamento Conservativo, e dall'altro non presentano portata tale da essere qualificati come nuova costruzione o ristrutturazione urbanistica. Gli interventi di Ristrutturazione Edilizia devono individuare le aree e spazi di sosta nella misura prevista dalla normativa vigente nel caso in cui si sostanzino in interventi di demolizione e ricostruzione, oppure quando l’intervento prevede aumento delle unità immobiliari oppure modifiche alla destinazione d’uso. In tal caso, è possibile ricorrere alla monetizzazione delle aree, secondo le modalità e le prescrizioni dell’Allegato “D” al presente Regolamento Edilizio. Nell’ambito degli interventi di Ristrutturazione Edilizia sono ricompresi anche quelli consistenti nella demolizione e ricostruzione, con la stessa volumetria e sagoma di quanto preesistente, fatte salve le sole innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica; Per quanto riguarda specificatamente gli interventi nei vari Areali individuati nel Centro Antico, l’intervento di ristrutturazione edilizia potrà:

• nel caso riguardi edifici antichi che hanno subito una precedente ristrutturazione distruttiva ma compatibile, correggere gli effetti di tale precedente intervento, recuperando tutti i caratteri tipologici, formali e strutturali antichi;

• nel caso riguardi edifici antichi che hanno subito una ristrutturazione distruttiva ed incompatibile, oppure edifici integri ma con caratteristiche tipologiche, formali e strutturali incompatibili con gli usi moderni, perseguire il fine di salvaguardare gli elementi antichi superstiti e di introdurre tutte le innovazioni essenziali per prolungare la vita economica dell’immobile, recuperando per quanto possibile i caratteri tipologici, formali e strutturali antichi;

• nel caso riguardi edifici per i quali viene prevista la possibilità di porre in essere una sopraelevazione, salvaguardare tutti gli elementi antichi superstiti nella parte preesistente ad unica elevazione fuori terra, e nel contempo utilizzare, nella sopraelevazione e nella ristrutturazione del piano terra preesistente, tutti i caratteri tipologici, formali e strutturali antichi, nel pieno rispetto di tutte le Norme riguardanti i caratteri formali degli interventi di Ripristino Tipologico.

• nel caso riguardi gli edifici più recenti, alterare i caratteri peculiari dell'edificio, sotto il profilo architettonico, distributivo e strutturale, modificando, se occorre, il numero delle unità immobiliari e la quantità complessiva di superficie utile, nel rispetto della sagoma dell'edificio esistente, comunque al fine di ricondurre l’edificio al possesso dei caratteri formali degli interventi di Ripristino Tipologico. In tale caso, sarà anche possibile alterare la quota d'imposta dei solai e delle coperture all'interno di un'oscillazione di 50 cm.

e)e)e)e) “ interventi di nuova costruzione”, “ interventi di nuova costruzione”, “ interventi di nuova costruzione”, “ interventi di nuova costruzione”, quelli di trasformazione edilizia e urbanistica del territorio non rientranti nelle categorie definite alle lettere precedenti.

Sono comunque da considerarsi tali:

e1)e1)e1)e1) la costruzione di manufatti edilizi fuori terra o interrati, ovvero l’ampliamento di quelli esistenti all’esterno della sagoma esistente, fermo restando, per gli interventi pertinenziali, quanto previsto alla lettera e.6); Per quanto riguarda specificatamente gli interventi nei vari Areali individuati nel Centro Antico, si mette in tutta evidenza che tale intervento potrà consistere unicamente nella sopraelevazione, laddove espressamente prevista, e negli interventi di cui alla specifica normativa posta in essere dall’Amministrazione Comunale in attuazione della Legge Regionale n.25/2009. Tale intervento potrà essere effettuato anche mediante demolizione e ricostruzione, nell’ambito, quindi, di quanto sancito, per tale fattispecie, dalla parte iniziale delle definizione di interventi di nuova costruzione del Testo Unico Edilizia, che così recita:“e)-“interventi di nuova costruzione”, quelli di trasformazione edilizia e urbanistica del territorio non rientranti nelle categorie definite alle

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lettere precedenti.” Nel caso sia prevista la sopraelevazione, l’altezza massima alla gronda, raggiungibile mediante la attuazione dell’intervento, non può superare in nessun caso la media delle due altezze dei fabbricati contermini, con il limite minimo di ml.7.50 e con il limite massimo, comunque invalicabile, di ml.10,00, compatibilmente con il rispetto delle vigenti normative in zona sismica. Nella attuazione degli interventi di cui alla specifica normativa posta in essere dall’Amministrazione Comunale in attuazione della L.R. 25/2009, si dovranno rispettare i relativi specifici limiti di altezze massime raggiungibili. Per entrambi gli interventi (quello di sopraelevazione e quello in attuazione della specifica normativa L.R. 25/2009), la volumetria in aumento non potrà essere posta, rispetto ai fabbricati contermini o frontistanti, ad una distanza inferiore a quella rilevabile in corrispondenza della volumetria preesistente. A tale proposito, si specifica che le previsioni grafiche e normative del Regolamento Urbanistico costituiscono piano attuativo con previsioni planovolumetriche ai sensi dell’ultimo comma dell’art. 9 del Decreto Interministeriale 2 aprile 1968, n.1444.

e.2)e.2)e.2)e.2) gli interventi di Urbanizzazione Primaria e Secondaria, nonché opere di allacciamento ai pubblici servizi, realizzate da Amministrazioni Pubbliche o da soggetti diversi; tali opere sono definite nell’Allegato “L”;

e.3)e.3)e.3)e.3) la realizzazione di infrastrutture e di impianti, anche per pubblici servizi, che comporti la trasformazione in via permanente di suolo inedificato;

e.4) e.4) e.4) e.4) l’installazione di torri e tralicci per impianti radio-ricetrasmittenti e di ripetitori per i servizi di telecomunicazione;

e.5)e.5)e.5)e.5) l’installazione di manufatti leggeri, anche prefabbricati, e di strutture di qualsiasi genere, quali roulottes, campers, case mobili, imbarcazioni, che siano utilizzati come abitazioni, ambienti di lavoro, oppure come depositi, magazzini e simili, e che non siano diretti a soddisfare esigenze meramente temporanee;

e.6)e.6)e.6)e.6) gli interventi pertinenziali che le Norme Tecniche degli Strumenti Urbanistici, in relazione alla zonizzazione e al pregio ambientale e paesaggistico delle aree, qualifichino come interventi di nuova costruzione, ovvero che comportino la realizzazione di un volume superiore al 20% del volume dell’edificio principale;

e.7)e.7)e.7)e.7) la realizzazione di depositi di merci o di materiali, la realizzazione di impianti per attività produttive all’aperto ove comportino l’esecuzione di lavori cui consegua la trasformazione permanente di suolo inedificato;

e.8)e.8)e.8)e.8) sono comunque da considerarsi interventi di trasformazione edilizia anche le seguenti ulteriori tipologie di interventi:

e.8.1) Recinzioni all’interno dell’Ambito Urbano. Nell’Ambito Urbano come definito dal Regolamento Urbanistico le recinzioni possono avere una altezza massima non superiore a mt. 2,00. Altezze maggiori possono essere utilizzate per la costruzione dei pilastri dei cancelli. Le recinzioni e gli eventuali cancelli di accesso devono essere realizzati in forme semplici e conformi alle caratteristiche del circostante contesto urbano. Non devono costituire fonte di pericolo per l’incolumità delle persone né impedimento alla visibilità e alla sicurezza del traffico veicolare. Gli spazi scoperti ad uso condominiale non possono in alcun modo essere suddivisi tramite recinzioni.

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e.8.2) Recinzioni in altre zone. Negli stabilimenti prevalentemente produttivi, e nelle aree artigianali individuate dal Regolamento Urbanistico, è ammessa la costruzione dei muri di cinta secondo i disposti del Codice Civile.

e.8.3) Il superamento delle barriere architettoniche, che comprende gli interventi necessari al superamento delle barriere architettoniche ed all’adeguamento degli immobili per le esigenze dei disabili, anche in aggiunta ai volumi esistenti e in deroga agli indici di fabbricabilità e ai parametri definiti e disciplinati dal Regolamento Urbanistico. e.8.4) Le opere di reinterro e di scavo non connesse all’attività edilizia o alla conduzione dei fondi agricoli e che non riguardino la coltivazione di cave e torbiere. e.8.5) Le demolizioni senza ricostruzioni, consistenti in demolizioni di edifici o di manufatti non preordinate alla ricostruzione o alla nuova edificazione.

f)f)f)f) gli “interventi di Ristrutturazione Urbanisticagli “interventi di Ristrutturazione Urbanisticagli “interventi di Ristrutturazione Urbanisticagli “interventi di Ristrutturazione Urbanistica”, quelli rivolti a sostituire l’esistente tessuto urbanistico-edilizio con altro diverso, mediante un insieme sistematico di interventi edilizi, anche con la modificazione del disegno dei lotti, degli isolati e della rete stradale.

g)g)g)g) Opere di arredo urbanoOpere di arredo urbanoOpere di arredo urbanoOpere di arredo urbano, così come definite nell’Allegato “L”, concorrono, oltre che alla valorizzazione del contesto urbano, anche a favorire la socializzazione e il pieno godimento da parte di tutti i cittadini degli spazi urbani proponendo un giusto rapporto tra verde pubblico e costruzioni.

- I progetti sia pubblici che privati riguardanti le opere di arredo urbano, devono:

• perseguire gli obiettivi di cui al punto precedente;

• contenere le indicazioni dei materiali, che in ogni caso devono essere resistenti all’aggressione degli agenti inquinanti atmosferici;

• non prevedere l’utilizzo di elementi che possano costituire ostacolo per la circolazione veicolare;

- Le suddette opere, e quant'altro di similare come tipologia, non si configurano come interventi edilizi, e potranno essere, eventualmente, oggetto di specifiche linee guide o abaco definiti dal Settore Tecnico e approvati dalla Giunta comunale.

ARTICOLO 16ARTICOLO 16ARTICOLO 16ARTICOLO 16

INTERVENTI URGENTIINTERVENTI URGENTIINTERVENTI URGENTIINTERVENTI URGENTI

1. Oltre alle opere da eseguire tramite Ordinanza del Sindaco per la tutela della pubblica incolumità, potranno essere iniziate senza domanda preventiva opere motivate da carattere di necessità e urgenza.

2. Tali tipologie di opere possono essere pertanto attuate senza preventiva domanda. Entro 72 ore deve però essere data comunicazione scritta al Sindaco, unitamente ad una attestazione, redatta da un tecnico abilitato, che motivi l’urgenza e che descriva la natura dell’intervento; tale attestazione dovrà essere corredata da opportuna documentazione fotografica che dia testimonianza dello stato dei luoghi prima dell’intervento.

3. La suddetta comunicazione e la relativa documentazione, inerenti le opere in questione, devono comunque essere presentate al Sindaco entro 30 giorni dall’inizio degli stessi.

4. Qualora si ometta di adempiere a quanto disposto dai commi 2 e 3 precedenti, le opere realizzate saranno sottoposte alle sanzioni previste dalla normativa edilizia.

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CAPO IICAPO IICAPO IICAPO II ---- NORME NORME NORME NORME

ARTICOLO 17ARTICOLO 17ARTICOLO 17ARTICOLO 17 NORME RELATIVENORME RELATIVENORME RELATIVENORME RELATIVE ALLE DISTANZE ALLE DISTANZE ALLE DISTANZE ALLE DISTANZE

Salvo eventuali specifici riferimenti contenuti nelle Norme Tecniche del Regolamento Urbanistico, le misure delle distanze sono definite dal presente articolo del Regolamento Edilizio.

a) Distanze tra gli edifici nel Centro Antico Per gli Interventi di Restauro e Risanamento Conservativo parziali, per le sopraelevazioni, laddove espressamente previste, e per gli interventi di cui alla specifica normativa posta in essere dall’Amministrazione Comunale in attuazione della Legge Regionale n. 25/2009, le distanze tra gli edifici non possono essere inferiori a quelle intercorrenti tra i volumi edificati preesistenti, se inferiori a 10 metri, computati senza tener conto di costruzioni aggiuntive di epoca recente e prive di valore storico, artistico o ambientale. Tale norma trova applicazione con riferimento anche alle vedute, e non solo alle luci così come definite agli articolo 901 e 902 del Codice civile. Nel Centro Antico gli interventi di ristrutturazione edilizia possono essere realizzati esclusivamente nel rispetto dei dettati del Codice Civile.

b) Distanze tra gli edifici nelle altre zone diverse dal Centro Antico Negli interventi di ristrutturazione che prevedono la demolizione e ricostruzione e negli interventi di nuova edificazione, è prescritta la distanza minima assoluta di metri dieci tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti anche non finestrate. L’obbligo del rispetto della distanza opera tra costruzioni che si fronteggino anche solo in parte; non opera invece quando le costruzioni, pur trovandosi da bande opposte alla linea di confine, non abbiano alcun tratto reciprocamente antistante. Le norme sopra definite trovano applicazione con riferimento anche alle vedute, e non solo alle luci così come definite agli articolo 901 e 902 del Codice Civile. Le norme relative ai distacchi tra gli edifici si applicano anche alle pareti di un medesimo edificio non prospicienti spazi interni (chiostrine, cavedi,etc.), salvo quando i fronti di una stessa costruzione costituiscano rientranze planimetriche la cui profondità non superi un quarto della loro larghezza.

c) Distanze dai confini e dal limite della sede stradale Per quanto riguarda le distanze dai confini e dal limite della sede stradale, così come definita nell’Allegato “L”, è stabilito dagli Strumenti Urbanistici un minimo assoluto anche in rapporto all'altezza massima degli edifici. La distanza minima di una costruzione dal confine di proprietà o dal limite di zona non può essere inferiore a m.5.00. Nel caso di interventi di ampliamento la distanza minima dai confini deve essere pari a metà dell’altezza del fabbricato, o della parte di ampliamento, da realizzare, e comunque non inferiore a ml. 5,00. Sono ammesse costruzioni in aderenza, a confine di proprietà.

d) Deroghe alle distanze La disciplina sulle distanze sopra definita non si applica, in considerazione delle caratteristiche strutturali e funzionali:

• agli sporti ornamentali e decorativi, come pure a quelli funzionali anche a sbalzo che non costituiscono superficie utile lorda o superficie coperta (balconi, pensiline, scale aperte, terrazzi rialzati al piano terreno, ecc.), sempre comunque nel rispetto del limite massimo di ml.1.20 ;

• con riferimento alla sola distanza rispetto alle altre costruzioni poste all’interno del singolo lotto, ai volumi accessori e/o pertinenziali di altezza non superiore a ml. 2,40, in caso di costituzione, per se e

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per i successivi aventi causa, di vincolo di pertinenzialità tra l’unità principale e i volumi accessori e/o pertinenziali;

• agli elementi di arredo urbano;

• ai manufatti per l'alloggiamento dei contatori o dei contenitori per la raccolta differenziata, aventi altezza massima di ml. 2.00;

• ai manufatti per la rete dei percorsi pedonali e ciclabili realizzati su zone pubbliche (sovrappassi e relative rampe, scale mobili, percorsi sopraelevati, ecc.);

• alle strutture pubbliche di arredo urbano (chioschi, gazebo, pensiline di attesa per il servizio di trasporto pubblico, cabine, opere artistiche, ecc.);

• ai manufatti completamente interrati, i quali possono essere realizzati, fatte salve le comuni norme di sicurezza, anche in aderenza ai confini;

• alle pensiline in genere, a servizio di strutture di arredo stradale;

• ai volumi tecnici di nuova costruzione posti sulla copertura di edifici (ascensori e relativi locali macchine), ai vani scala al di sopra della sagoma planivolumetrica, impianti per il trattamento ed il condizionamento dell'aria, impianti per il trattamento ed il deposito delle acque idrosanitarie, serbatoi idrici (a condizione che il ribaltamento del fronte di tali volumi ricada all'interno della superficie coperta del piano su cui appoggia il volume stesso), nonché le canne fumarie e di ventilazione;

• ai volumi tecnici come definiti nell’allegato “L” al presente Regolamento;

• ai muri di cinta fino a ml. 2,00 e, nel caso di stabilimenti prevalentemente produttivi e/o aree artigianali come individuate dal Regolamento Urbanistico, ai muri di cinta aventi fino a ml. 3,00 di altezza;

• alle scale di sicurezza, a condizione che siano aperte, e ai montanti di strutture aperte e non coperte con elementi quali ad esempio pergolati, tende ecc.;

• agli spazi chiusi ricavati nei sottoscala delle rampe esterne; Ferma restando la distanza minima fra edifici prevista dal Codice civile, è consentita la coibentazione termica anche qualora comporti un ispessimento delle pareti esterne e delle coperture degli edifici fino ad un massimo di 25 cm.

ARTICOLO 18ARTICOLO 18ARTICOLO 18ARTICOLO 18

NORME RELATIVE ALLE ALTEZZE ED AGLI AGGETTINORME RELATIVE ALLE ALTEZZE ED AGLI AGGETTINORME RELATIVE ALLE ALTEZZE ED AGLI AGGETTINORME RELATIVE ALLE ALTEZZE ED AGLI AGGETTI (Stesura aggiornata di cui alla Delibera di Consiglio Comunale n. 05 del 16/02/2012)

1. Norme relative alle altezze1. Norme relative alle altezze1. Norme relative alle altezze1. Norme relative alle altezze L'”Altezza della fronte di un edificio”, l’”Altezza media della fronte di un edificio”, l’”Altezza media di un edificio” e l’”Altezza massima di un edificio”, così come definite nell’Allegato “L”, non possono superare i limiti fissati per le singole zone dalla Strumentazione Urbanistica o da particolari norme vigenti, ad eccezione dei singoli volumi tecnici così come pure definiti all’Allegato “L”, purchè siano contenuti nei limiti strettamente indispensabili e costituiscano una soluzione architettonicamente compiuta. Per dimostrate esigenze di isolamento acustico e/o termico, è consentito l’aumento delle altezze derivante dagli incrementi di spessore dei solai interpiano, per tutto lo spessore eccedente quello convenzionale minimo di cm.

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30,00, comunque nella misura massima fissata nell’Allegato “C” al presente Regolamento Edilizio. A tal fine, lo spessore di ogni solaio è dato dalla distanza tra la superficie del soffitto e quella del pavimento soprastante, con esclusione di eventuali pavimenti galleggianti e controsoffittature non facenti corpo con la struttura del solaio stesso. Pertanto, la misurazione delle altezze dovrà essere effettuata considerando al suo interno lo spessore convenzionale minimo dei solai così come sopra determinato in cm. 30.00, e considerando ogni spessore al di sopra di tale limite entro l’aumento per esigenze di isolamento acustico e/o termico, oggetto del presente comma, e quindi comunque nel rispetto di quanto in proposito indicato nell’Allegato “C” al presente Regolamento Edilizio . 2. Norme rel2. Norme rel2. Norme rel2. Norme relative agli aative agli aative agli aative agli aggetti sul fronte degli edifici e dei muri prospicienti suolo pubblico o di uso pubblico ggetti sul fronte degli edifici e dei muri prospicienti suolo pubblico o di uso pubblico ggetti sul fronte degli edifici e dei muri prospicienti suolo pubblico o di uso pubblico ggetti sul fronte degli edifici e dei muri prospicienti suolo pubblico o di uso pubblico

Sul fronte degli edifici e dei muri prospicienti suolo pubblico o di uso pubblico, sono vietati: - a) aggetti superiori a cm.5,00 fino all'altezza di ml. 2.50 dal piano del marciapiede o di ml. 3.00 dal piano stradale o di campagna (qualora non sia presente marciapiede) e aggetti superiori a cm.20.00 fino alla quota consentita per i balconi; - b) porte, gelosie e persiane che si aprono all'esterno ad un'altezza inferiore a ml.2.50 dal piano strada se la strada fornita di marciapiede, ed a ml. 3.00 se la strada ne è priva. I balconi in aggetto e le sporgenze in generale sulle strade pubbliche sono ammessi solamente quando dette strade abbiano una larghezza non inferiore a ml. 6.00. L'aggetto non può trovarsi ad altezza inferiore a ml. 4.00 dal piano di marciapiede o a ml. 4.50 dal piano stradale laddove non esiste il marciapiede.

Tale aggetto non può in nessun caso avere una sporgenza che oltrepassi il sottostante limite che definisce la larghezza del marciapiede. In ogni caso, nella casistica esaminata nel presente punto ( Norme relative agli aggetti sul fronte degli edifici e dei muri prospicienti suolo pubblico o di uso pubblico) l’aggetto non può comunque superare la misura di ml.1.10 dal filo esterno del fabbricato. Nel caso di fabbricati a schiera, al fine di uniformare i prospetti, è consentito, in deroga a quanto sopra esposto e qualora la larghezza stradale sia tale da non precostituire intralcio alla circolazione stradale, realizzare balconi allineati per quanto possibile a quelli adiacenti, comunque con una altezza minima di ml. 3.10 misurata dal piano stradale o dal marciapiede all’estradosso della soletta del balcone. La profondità di tali balconi non potrà in nessun caso essere superiore a quella del balcone di maggiore sporgenza adiacente, e comunque non potrà in nessun caso superare la misura di ml. 1.10 sopra indicata.

Tutte le altezze sopra indicate vanno misurate in corrispondenza del punto più basso del profilo dell'aggetto. In ogni caso, i balconi non debbono sporgere dal filo del fabbricato più del decimo della larghezza della strada o del distacco. I balconi totalmente chiusi (bow-windows) sono ammessi soltanto nelle costruzioni arretrate dal filo stradale o prospettanti su spazi pubblici di larghezza non inferiore a m.12,00, e sono sottoposti alle stesse limitazioni previste per i balconi aperti. Sono vietate, in ogni caso, la costruzione e la conservazione di latrine, camini, stufe, canne fumarie e simili, in posizione sporgente dal muro di prospetto. Nelle nuove costruzioni eseguite a filo stradale, la porzione inferiore delle tubazioni con andamento verticale di condotta della acque piovane, addossate al fronte degli edifici e dei muri oggetto del presente punto 1, dovrà essere, per una altezza non inferiore a ml. 2.00 dal piano di marciapiede, od a ml. 2.50 da piano stradale, nel caso in cui non esista marciapiede, dovrà essere costituita da materiale resistente e dovrà comunque essere collocata in traccia nella muratura, in modo da non costituire in nessun modo aggetto.

3. Norme relative agli a3. Norme relative agli a3. Norme relative agli a3. Norme relative agli aggetti sul fronte degli edifici e dei muri prospicienti suolo privato ggetti sul fronte degli edifici e dei muri prospicienti suolo privato ggetti sul fronte degli edifici e dei muri prospicienti suolo privato ggetti sul fronte degli edifici e dei muri prospicienti suolo privato

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I balconi totalmente chiusi (bow-windows) non sono ammessi ad una distanza inferiore dal confine laterale più vicino di almeno m.3,00. Se la superficie frontale di detti balconi totalmente chiusi supera 1/3 della superficie del fronte, le distanze dal confine dell’edificio vengono computate considerando, in luogo del filo esterno della parete principale di delimitazione dell’edificio stesso, il filo esterno del corpo aggettante.

ARTICOLO 19ARTICOLO 19ARTICOLO 19ARTICOLO 19 NORME RELATIVENORME RELATIVENORME RELATIVENORME RELATIVE AI VOLUMI AI VOLUMI AI VOLUMI AI VOLUMI

1)1)1)1)----Porzioni seminterrate degli edificiPorzioni seminterrate degli edificiPorzioni seminterrate degli edificiPorzioni seminterrate degli edifici Qualora la porzione seminterrata di un edificio abbia caratteristiche di abitabilità oppure caratteristiche tali da consentire la permanenza in continuo di persone, la stessa dovrà essere inserita per intero nel Calcolo di Volumetria (e non soltanto per la sua parte fuori terra determinata così come indicato nell’Allegato “L”), indipendentemente dalla destinazione d’uso che a tale porzione viene attribuita negli elaborati progettuali. 2)2)2)2)----Sottotetti degli edificiSottotetti degli edificiSottotetti degli edificiSottotetti degli edifici Fermo restando quanto previsto al punto “volume dell’edificio” dell’Allegato “L” al presente Regolamento Edilizo, nel caso sia prevista la realizzazione di una copertura o di tratti di copertura con andamento piano, secondo la definizione di “Copertura piana” contenuta nell’Allegato “L” stesso, il volume dovrà essere conteggiato per tutta la superficie interessata dalla copertura o da tratti di copertura con tali caratteristiche, indipendentemente dall’altezza utile interna così come pure definita nell’Allegato “L”. I sottotetti degli edifici non concorrono al calcolo della volumetria qualora rispettino contemporaneamente i seguenti requisiti: -la pendenza delle falde sia ricompresa fra il 30% ed il 35%; -la massima altezza interna sia uguale od inferiore a ml.2,60, corrispondente alla distanza tra la quota di calpestio del solaio piano di sottotetto ed il punto di incontro dei piani inclinati passanti per l’intradosso del solaio di copertura, senza tenere conto di eventuali travi di colmo; E’ consentita la realizzazione di abbaini nella misura massima del 35% della superficie della singola falda, in proiezione orizzontale, in cui gli stessi sono inseriti, e semprechè l’altezza massima utile in loro corrispondenza non superi il limite di ml.2.40 (nel caso siano inseriti in falde di copertura con pendenza unica costante dal colmo alla linea di gronda) ed il limite di ml.1.60 (nel caso siano inseriti in coperture con falde impostate a più quote o con andamento curvilineo). Nel caso in cui l’abbaino presenti una copertura piana così come definita nell’Allegato “L”, dovranno inoltre essere contenuti nella misura massima del 30% dello sviluppo lineare del fronte di edificazione lungo il quale sono inseriti, e nella misura massima del 50% dello sviluppo lineare del fronte laterale interessato dalla loro presenza. Infine lo sviluppo verticale massimo dei singoli elementi delimitanti l’abbaino non deve superare i ml.1.20. Le modalità di calcolo di tali limitazioni concernenti gli abbaini sono esplicitate nello Schema Grafico n.° 8. Non è comunque compreso nel calcolo del volume il rialzamento dell’altezza in gronda ai fini della realizzazione di cordolo strutturale, avente una altezza massima di cm. 40,00, per adeguamento alla normativa antisismica. Nel caso di edifici di nuova costruzione, adibiti ad attività industriali/artigianali o commerciali, non sono computati, ai fini del volume globale dell’edificio, tutti i volumi ricompresi all’interno della struttura di copertura, a partire dalla quota di imposta di quest’ultima e fino all’estradosso della stessa. Per quota di imposta della copertura si intende quella inferiore delle travi e/o delle orditure di campata. Nel caso di medie strutture di vendita non è computato ai fini del volume lo spazio posto al di sopra dell’area di vendita necessario per il passaggio degli impianti, fino ad una altezza massima di ml. 1,50.

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ARTICOLO 20ARTICOLO 20ARTICOLO 20ARTICOLO 20 NORME RELATIVE ALLE DESTINAZIONI D’USONORME RELATIVE ALLE DESTINAZIONI D’USONORME RELATIVE ALLE DESTINAZIONI D’USONORME RELATIVE ALLE DESTINAZIONI D’USO

(Stesura aggiornata di cui alla Delibera di Consiglio Comunale n. 05 del 16/02/2012)

1. Ai fini delle presenti norme , nell’apposito Allegato “L” sono contenute le definizioni di:

- Destinazione d’uso dell’edificio; - Edificio o fabbricato; - Alloggio o appartamento; - Vano; - Stanza o vano utile; - Vano accessorio; - Sottotetto; - Seminterrati; - Interrati;

2. Si verifica mutamento di destinazione d’uso, con esecuzione di lavori o senza esecuzione di opere, con necessità quindi di fabbisogno aggiuntivo di aree a standard, tenendo conto dell’aggravio dei carichi di traffico e di utenza sui sistemi insediativi, ambientali ed infrastrutturali, quando la modifica di destinazione d’uso comporta il passaggio da una all’altra delle seguenti categorie:

a. residenziale; b. commerciale/direzionale/turisticoricettiva; c. produttiva, commerciale all’ingrosso, di servizio e altra.

3. E’ considerata mutamento di destinazione d’uso in residenziale, la esecuzione di opere in tutto o in parte riconducibili a creare unità abitative funzionalmente autonome, complessivamente costituite almeno da: una cucina o angolo cottura, una camera da letto ed un servizio igienico.

4. Nei casi di mutamento di destinazione d’uso in residenziale, tenendo conto dell’aggravio dei carichi di traffico e di utenza sui sistemi insediativi ed infrastrutturali, dovrà essere reperito lo standard minimo nel rispetto del D.M. 1444/68;

5. Ai fini della verifica della dotazione degli standard pubblici, si ha mutamento di destinazione d’uso quando sia variata l’utilizzazione di un’unità immobiliare in modo tale da interessare oltre il 35 per cento della superficie utile dell’unità stessa calcolata come indicato dal DM 10.05.1977 n° 801, o comunque oltre 30 metri quadrati, anche con più interventi successivi.

6. Ai fini di quanto sopra, la dotazione minima di aree a standard per insediamenti Commerciali, Direzionali e Turistico-ricettivi, stabilita dal DM 1444/68, è pari a 80 mq. (metà a parcheggi, escluse le sedi viarie, e metà a verde) ogni 100 mq. di superficie lorda di pavimento del fabbricato. La dotazione minima di standard per insediamenti produttivi, commerciali all’ingrosso e di servizio (strumentali alle attività non autonomamente funzionali) e altri, è pari al 20% della superficie del lotto di pertinenza dell’edificio (destinata metà a parcheggi, escluse le sedi viarie, e metà a verde). Ai fini del presente articolo le destinazioni commerciale all’ingrosso e di servizio alle imprese sono assimilate alla destinazione artigianale. Per quanto concerne le attività commerciali, si precisa che, ai sensi della L.R. n. 23 del 30/09/2008 (“Modifiche ed integrazioni alla L.R. 19/99” etc.), per quanto riguarda gli esercizi commerciali di vicinato non si dà luogo alla necessità di

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dotare le attività di aree a parcheggio. In funzione delle caratteristiche dimensionali del Comune di Palazzo San Gervasio, ai sensi dell’art. 4 della citata L.R. 23/08, la dimensione massima degli esercizi commerciali così caratterizzati che consente di non avere necessità di parcheggi è di mq. 150,00, nel mentre qualora la popolazione dovesse crescere oltre i 10.000,,00 abitanti la citata dimensione massima passerebbe a mq. 250,00.

7. Per gli interventi che prevedono il cambio dall’una all’altra categoria, qualora assentibili, nel calcolo degli standard si dovrà tener conto delle quantità già garantite dalla destinazione attuale del fabbricato.

8. Nei casi in cui sia dimostrata l’impossibilità di raggiungere le quantità minime sopra definite l’Amministrazione comunale potrà comunque autorizzare gli interventi, se previsti, nei casi e con le modalità individuate nel Regolamento Comunale per la monetizzazione delle aree a standards (Allegato “D”)

9. Sono vani accessori, pertinenziali all’alloggio principale, quelli in cui la permanenza delle persone è limitata a ben definite operazioni. Tali vani accessori possono pertanto essere destinati ad ospitare: - ripostigli; - magazzini; - cantine; - depositi; - autorimesse di solo posteggio; - locali per allocazione macchinari; - scale e vani scala; - locali di sgombero;

Sono possibili utilizzi degli stessi locali con altre tipologie di destinazioni d’uso, aventi però caratteristiche analoghe a quelle indicate, e purché tale utilizzo sia chiaramente accessorio ad una unità abitativa vera e propria posta nella elevazione del fabbricato.

10. I piani sottotetto, i piani seminterrati ed i piani interrati degli alloggi residenziali possono essere suddivisi in vani accessori aventi le destinazioni d’uso di cui al comma precedente. In tali piani possono essere inoltre realizzati servizi igienici, corridoi e disimpegni;

11. Il verificarsi delle suddivisioni indicate al comma 10 non costituisce mutamento della destinazione d’uso.

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CAPO III CAPO III CAPO III CAPO III –––– CRITERI CRITERI CRITERI CRITERI

ARTICOLOARTICOLOARTICOLOARTICOLO 21 21 21 21 CRITERI PER GLI INTERVENTI A TUTELA DEL PAESAGGIO CRITERI PER GLI INTERVENTI A TUTELA DEL PAESAGGIO CRITERI PER GLI INTERVENTI A TUTELA DEL PAESAGGIO CRITERI PER GLI INTERVENTI A TUTELA DEL PAESAGGIO

E DEL DECORO URBANOE DEL DECORO URBANOE DEL DECORO URBANOE DEL DECORO URBANO

1. Gli edifici da realizzare in conseguenza di interventi di nuova edificazione e ristrutturazione urbanistica, nonché quelli interessati da interventi di ristrutturazione edilizia, sopraelevazione ed ampliamento, devono inserirsi coerentemente nel contesto ambientale esistente. A tal fine, si deve tener conto di una concordanza di linee compositive, coperture, materiali costruttivi e tinteggiature, ferma restando l’opportunità di richiamarsi, soprattutto nel caso di nuove costruzioni, agli edifici preesistenti tipologicamente più rappresentativi di una modalità costruttiva locale storicamente e culturalmente definita, evitando soluzioni di carattere vernacolare, tipologie eclettiche e, in generale, forme di pura imitazione o gratuita invenzione.

2. Le aree verdi pubbliche e/o di uso pubblico devono essere mantenute in opportuno stato di manutenzione, pulizia e decoro. Compatibilmente con l’estensione e la funzione dell’area, i giardini pubblici e di uso pubblico devono essere resi accessibili e funzionali anche mediante l’installazione di attrezzature e impianti, quali impianto di illuminazione, impianto di irrigazione, panchine, fontanelle, rastrelliere per biciclette, cestini portarifiuti, giochi per bimbi, servizi igienici, spazi riservati per gli animali e altre attrezzature di uso pubblico. Le aree gioco per bimbi dovranno essere possibilmente attrezzate con fontanelle erogatrici di acqua potabile, panchine e rastrelliere per biciclette di ridotte dimensioni, cestini portarifiuti collocati a minore altezza da terra.

3. Nelle aree verdi pubbliche e/o d’uso pubblico è consentito l’abbattimento di individui arborei per ragioni di pubblica incolumità, cattive condizioni fitosanitarie o conclusione del ciclo vitale, o quando l’apparato radicale sia causa di danno grave o dissesti di pavimentazioni o opere murarie, previa istruttoria del Settore Tecnico. Gli alberi abbattuti dovranno essere sostituiti con almeno uguale numero di nuovi individui arborei preferibilmente di specie autoctone o appartenenti alla flora tipica locale, da reimpiantare anche in posizione diversa dall’originale.

4. Gli edifici esistenti e le relative aree di pertinenza devono essere mantenuti, dai proprietari, in adeguate condizioni di decoro urbano a cura e spese della proprietà. I progetti edilizi relativi, agli edifici e ai manufatti in genere, devono corrispondere alle esigenze del decoro edilizio e dell'inserimento ambientale, sia per la forma che per i materiali impiegati. Ogni proprietario deve mantenere il proprio edificio e le relative aree di pertinenza, in ogni loro parte, in buono stato di conservazione, soprattutto per quanto riguarda la stabilità delle strutture e il decoro.

5. Qualora gli edifici e relative aree di pertinenza, per il loro stato di manutenzione, non presentino le condizioni di decoro richieste dall'ambiente urbano o non rispondano alle esigenze di sicurezza, il Comune potrà imporre ai proprietari l'esecuzione delle necessarie opere (rifacimento di intonaci, di rivestimenti, di coperture, di infissi, di recinzioni, di pavimentazioni etc.).

6. Le partiture e gli elementi decorativi delle facciate ed ogni altro elemento di rilievo esistente devono essere conservati. La coloritura monocromatica è ammessa solo per quegli edifici senza alcuna parte di rilievo. Per gli edifici la cui facciata possiede elementi architettonici o decorativi, ancorché contemporanei, considerabili di rilievo, è prescritta la colorazione policroma. Nel caso di interventi edilizi rientranti nelle categorie d'intervento della manutenzione ordinaria, della manutenzione straordinaria, del restauro e risanamento conservativo o della ristrutturazione edilizia che comprendono opere di tinteggiatura di facciate prospicienti vie e piazze pubbliche, spazi pubblici o di uso pubblico o comunque visibili dall'esterno, la Denuncia d'Inizio Attività, o la Comunicazione deve contenere una dichiarazione relativa alla presenza o meno di partiture o elementi decorativi di rilievo. Analogamente per quanto riguarda interventi soggetti al rilascio del Permesso di Costruire,

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alla documentazione deve essere allegata una relazione descrittiva del tecnico progettista dalla quale si evinca il rispetto delle prescrizioni suddette. E’ in ogni caso prescritta la piena osservanza della specifica normativa di cui alla Delibera di Consiglio Comunale n. 57 del 05/11/2009.

7. È vietata l’installazione di condizionatori d’aria, parabole, antenne o altri elementi tecnologici sulle facciate principali degli edifici fronteggianti strade e piazze pubbliche, spazi pubblici o di uso pubblico o comunque sulle facciate visibili dagli stessi spazi pubblici. È vietata, altresì, l’istallazione di lavatoi, contatori, lavatrici o accessori (es. mobili, contenitori ecc.) sui balconi fronteggianti strade e piazze pubbliche, spazi pubblici o di uso pubblico o comunque sulle facciate visibili dagli stessi spazi pubblici. L’installazione degli impianti e degli accessori di cui ai precedenti punti è ammessa sulle facciate laterali o tergali purché non fronteggianti le strade pubbliche.

ARTICOLO ARTICOLO ARTICOLO ARTICOLO 22222222

CRITERI INERENTI GLI ELEMENTI DI ARREDO URBANOCRITERI INERENTI GLI ELEMENTI DI ARREDO URBANOCRITERI INERENTI GLI ELEMENTI DI ARREDO URBANOCRITERI INERENTI GLI ELEMENTI DI ARREDO URBANO A CARATTERE PRIVATO A CARATTERE PRIVATO A CARATTERE PRIVATO A CARATTERE PRIVATO

1. In corrispondenza di servizi pubblici o di attività di somministrazione di bevande e/o alimenti poste all’interno del Centro abitato, e in particolare nei casi di occupazione di suolo pubblico (ovvero di suolo privato gravato di servitù di passaggio pubblico), fatto salvo quanto disciplinato dal “Regolamento comunale per la realizzazione di strutture temporanee non legate alle attività produttive” in allegato sotto la lettera “B” al presente Regolamento Edilizio, sono ammesse strutture di arredo urbano, quali chioschi, edicole e gazebo senza verifica della capacità edificatoria, alle condizioni che dovranno per ogni singolo caso essere dettagliate nel provvedimento autorizzativo, sia relativamente all’ingombro planimetrico che a tutte le altre caratteristiche dei manufatti. Nel rilascio dei provvedimenti autorizzativi si dovrà in ogni caso tenere conto:

-del contesto architettonico ed ambientale (nel senso che nel Centro Antico l’ingombro planimetrico e l’impatto visivo dei manufatti dovrà essere per quanto possibile maggiormente limitato, rispetto a quanto per contro ipotizzabile nelle restanti zone dell’Ambito Urbano di Regolamento Urbanistico);

-del contesto spaziale (nel senso che in un contesto completamente edificato l’ingombro planimetrico e l’impatto visivo dei manufatti dovrà essere per quanto possibile maggiormente limitato, rispetto a quanto per contro ipotizzabile in un contesto in cui siano presenti spazi aperti, come slarghi, piazze etc.);

2. Al fine di tutelare la sicurezza stradale, dette strutture dovranno in ogni caso lasciare libera un’area di ml. 5.00 dagli incroci, salvo prescrizioni più restrittive previste del Codice della Strada. In corrispondenza di intersezioni stradali a raso, alle fasce di rispetto indicate devesi aggiungere l'area di visibilità. Tale area sarà determinata dal Comando Polizia Municipale, sulla base delle caratteristiche della viabilità e su richiesta dell’interessato.

3. I chioschi, le edicole e i gazebo devono comunque rispettare i seguenti requisiti: − la lunghezza in senso longitudinale, non potrà superare la larghezza del fronte dell’esercizio e/o attività; − la lunghezza, in senso perpendicolare, non dovrà essere superiore a ml. 4,50; − il marciapiede interposto dovrà avere una larghezza non inferiore a ml 1,50, e garantire il transito ai pedoni.

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ARTICOLO 23ARTICOLO 23ARTICOLO 23ARTICOLO 23 CRITERI PER LA DOTAZIONE DI PARCHEGGICRITERI PER LA DOTAZIONE DI PARCHEGGICRITERI PER LA DOTAZIONE DI PARCHEGGICRITERI PER LA DOTAZIONE DI PARCHEGGI

(Stesura aggiornata di cui alla Delibera di Consiglio Comunale n. 05 del 16/02/2012)

1. Ai fini della gestione del processo edilizio, i parcheggi previsti dal presente Regolamento Edilizio si suddividono, così come individuato nella apposita voce dell’Allegato “L”, in: -parcheggi pubblici e/o di uso pubblico (P1); -parcheggi ed autorimesse a servizio esclusivo degli edifici (P2);

2. La misura dello standard è espressa in mq. di superficie in rapporto alla volumetria. La relativa superficie è comprensiva sia dello spazio di sosta, sia degli spazi di accesso e manovra. Quale che sia la superficie risultante dall'applicazione del parametro, la dotazione minima è comunque costituita da almeno 1 posto auto (20 mq.) composto dallo spazio di sosta e da quello di accesso e manovra. Le dimensioni minime dei singoli posti auto, esclusi gli spazi di accesso e manovra, non possono in ogni caso risultare inferiori a ml 2,40 per ml 4.80.

3. Il volume delle costruzioni, in rapporto al quale va determinata la superficie da destinare a parcheggi, è quello calcolato a norma del Regolamento Urbanistico vigente e del presente Regolamento Edilizio.

4. Per gli edifici destinati ad attività commerciali, la dotazione di parcheggi dovrà essere determinato nel rispetto della Legge Regionale n. 19/1999 e successive modificazioni ed integrazioni. Si precisa che, ai sensi della L.R. n. 23 del 30/09/2008 (“Modifiche ed integrazioni alla L.R. 19/99” etc.), per quanto riguarda gli esercizi commerciali di vicinato non si dà luogo alla necessità di dotare le attività di aree a parcheggio. In funzione delle caratteristiche dimensionali del Comune di Palazzo San Gervasio, ai sensi dell’art. 4 della citata L.R. 23/08, la dimensione massima degli esercizi commerciali così caratterizzati che consente di non avere necessità di parcheggi è di mq. 150,00, nel mentre qualora la popolazione dovesse crescere oltre i 10.000,,00 abitanti la citata dimensione massima passerebbe a mq. 250,00.

5. Le quantità di aree per parcheggi di tipo P1, la cui presenza va garantita nelle attuazione dei vari interventi, è fissata per le varie zone dalle Norme Tecniche del Regolamento Urbanistico. Tali aree devono in ogni caso essere localizzate sul fronte strada, fuori dalla sede stradale, comunque nelle immediate adiacenze e al diretto servizio dei relativi interventi edificatori. Nel caso di piano attuativo saranno gli elaborati del medesimo a definire graficamente la localizzazione e distribuzione dei parcheggi di tipo P1.

6. I parcheggi e le autorimesse di tipo P2, a servizio dei singoli edifici, sono quelli necessari a soddisfare le esigenze di parcheggio privato, siano essi ricavati al coperto come autorimesse oppure risultino come posti macchina scoperti adiacenti all'edificio.

7. E’ ammessa la monetizzazione nei limiti e secondo le modalità fissate dal Regolamento Urbanistico.

ARTICOLO 24ARTICOLO 24ARTICOLO 24ARTICOLO 24 CRITERI EDILIZI PER GLI INTERVENTI IN CRITERI EDILIZI PER GLI INTERVENTI IN CRITERI EDILIZI PER GLI INTERVENTI IN CRITERI EDILIZI PER GLI INTERVENTI IN

AMBITO EXTRAURBANOAMBITO EXTRAURBANOAMBITO EXTRAURBANOAMBITO EXTRAURBANO

1. Nell’Ambito Extraurbano ogni tipo di attività o di intervento dovrà avvenire avendo cura anche della valorizzazione dei percorsi storici presenti, delle presenze edilizie, dei nuclei di antica formazione e nel massimo rispetto della naturalità e di tutti gli elementi di rilevanza paesistica.

2. Gli interventi edilizi da realizzare nell’Ambito Extraurbano, destinati alla residenza come ad altre funzioni, dovranno essere organicamente articolati, sia in pianta che in alzato, e disposti in modo da adattarsi quanto più possibile all’andamento naturale del terreno ed ai caratteri morfologici del contesto circostante. Non sono

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possibili riporti artificiosi. Sia per il corpo principale che per gli annessi è inoltre consentita la realizzazione di logge e porticati, nonché di tettoie ed altri vani accessori, addossati o incorporati nell’edificio principale, nei limiti di carattere generale previsti dal presente Regolamento Edilizio.

3. Gli interventi edilizi da realizzare nelle zone agricole dovranno prevedere l’impiego di tecnologie a basso impatto energetico ed ecoefficienti, un impianto tipologico e formale articolato su volumi e su sistemi distributivi semplici, con forma ed ubicazione adeguata ai caratteri dei luoghi conformemente alle tradizioni locali.

4. Nel caso di opere ed interventi edilizi su edifici e manufatti che prevedano specificatamente l’aumento di superficie coperta esistente, dovranno essere contestualmente realizzati, nell’ambito degli spazi aperti di pertinenza, specifici interventi di mitigazione ambientale e qualificazione paesaggistica, da esplicitarsi negli elaborati del titolo abilitativo. Tali interventi di mitigazione ambientale e qualificazione paesaggistica, in linea generale, dovranno prevedere quanto segue:

• in sede di progettazione dei corpi di fabbrica dovranno essere ridotte, per quanto possibile, le aree impermeabili (per esempio, concentrando le nuove volumetrie, contenendo la larghezza dei percorsi pedonali contermini, adottando sistemi localizzati di infiltrazione o bioinfiltrazione per lo smaltimento delle acque dei pluviali, ecc…);

• è necessario salvaguardare la parte inedificata, lasciando a verde (superficie drenante naturale) quanto più area possibile, eventualmente vincolando specifici volumi (fossati, trincee, aree concave) alla conservazione o integrazione delle capacità perse di invaso idrico superficiale e profondo;

• ad intervento eseguito, ed a parità di evento di pioggia, l'eventuale rete di smaltimento delle acque piovane deve prevedere valori di portata massima almeno non superiori al quelli stimabili nella situazione ante intervento. Ciò può essere ottenuto, ad esempio, maggiorando la volumetria profonda destinata ad immagazzinare la precipitazione, ed operando in modo che allo scarico un apposita strozzatura idraulica permetta di acquisire la limitazione della portata; in assenza di studi più precisi, il volume complessivo, con la sola esclusione del velo idrico superficiale, non deve essere inferiore a 300 m3/ha. Per ragioni legate alla necessità di pretrattare per decantazione l’acqua di pioggia, il concetto esposto conviene sia applicato anche nei casi ove vengano adottati sistemi di smaltimento in falda;

• se l'intervento coinvolge direttamente uno scolo o canale a valenza pubblica (consorziale, comunale o di competenza del Genio Civile) si dovrà preferibilmente definire la distribuzione planivolumetrica dell'intervento, in modo che le aree a verde siano distribuite e concentrate lungo le sponde del corso d’acqua; questo anche per permettere futuri interventi di mitigazione e la manutenzione del corpo idrico;

• un’area destinata a verde dovrà essere configurata, dal punto di vista planoaltimetrico, in modo da diventare ricettore di parti non trascurabili di precipitazione defluenti per deflusso superficiale lungo le aree impermeabili limitrofe e fungere, nel contempo, da bacino di laminazione del sistema di smaltimento delle acque piovane (quindi è conveniente che tali aree siano collocate ad una quota inferiore rispetto al piano medio delle aree impermeabili circostanti ed essere idraulicamente connesse tramite opportuni collegamenti);

• limitare al massimo, compatibilmente con la tipologia edilizia storicamente attestata in zona, le aree completamente impermeabili ed a forte pendenza come i tetti, favorendo sistemi di copertura meno inclinati e dotati di una certa, anche residua, capacità di invaso;

• nella costruzione di aree di sosta è opportuno che le pavimentazioni destinate allo stallo veicolare siano di tipo drenante, ovvero permeabile, da realizzare su opportuno sottofondo che garantisca l'efficienza

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del drenaggio ed una capacità di invaso (porosità efficace) non inferiore ad una lama d'acqua di 10 cm; la pendenza delle pavimentazioni destinate alla sosta veicolare deve essere sempre inferiore a 1 cm/m;

• nell’ambito di qualsiasi intervento dovrà essere salvaguardato, o ricostituito, qualsiasi collegamento con fossato, gora o scolo esistente (di qualsiasi natura e consistenza);

• scoli e fossati non dovranno subire interclusioni o perdere la funzionalità idraulica;

• eventuali tombamenti, se ammessi, dovranno garantire una luce di passaggio mai inferiore a quella maggiore fra la sezione immediatamente a monte o quella immediatamente a valle del nuovo manufatto;

• dovrà essere favorita la predisposizione di tecniche di stoccaggio temporaneo di acqua meteorica per il riutilizzo successivo a fini di irrigazione;

• nella progettazione delle superfici impermeabili dovranno essere previste basse o trascurabili pendenze di drenaggio superficiale, rendendo inoltre più densa la rete di punti di assorbimento (grigliati, chiusini, canalette di drenaggio);

• negli interventi edilizi o urbanistici in ambito collinare si dovrà sviluppare la progettazione, in modo da garantire il rispetto dei livelli di permeabilità precedenti all’intervento, in modo tale da aumentare i tempi di corrivazione ed aumentare i picchi di piena; in tali casi, quando possibile, è preferibile procedere a modificare il territorio attraverso interventi di ingegneria naturalistica non invasivi e rispettosi dell’assetto idraulico precedente, prevedendo briglie/gabbionate in terra o in legname;

• negli interventi relativi alla costruzione di brevi tratti di viabilità privata, qualora ammessi dal Regolamento Urbanistico, si dovranno prevedere modalità costruttive poco invasive, con una regimazione delle acque rispettosa dei principi esposti ai punti precedenti;

• gli interventi in ambito collinare dovranno essere progettati sempre con l’ottica di migliorare, o comunque non peggiorare, le condizioni di equilibrio statico dei versanti e di stabilità dei suoli;

• qualsiasi intervento dovrà essere progettato in modo che non venga compromessa la possibilità di riduzione o eliminazione delle cause di pericolosità idraulica o di danno potenziale idraulico;

• dovranno essere impiegati dispositivi di accumulo delle acque meteoriche per usi domestici non potabili (impianti tecnologici, giardini, orti, ecc.);

• nella progettazione si dovrà perseguire il raggiungimento del clima acustico idoneo, principalmente attraverso una corretta organizzazione e localizzazione degli usi e degli edifici.

5. In Ambito Extraurbano sono ammesse recinzioni, per le aree di pertinenza dei fabbricati, costituite da pali e rete a maglia sciolta, con sottostante cordolo di sostegno non superiore a mt. 0,30 fuori terra, per una altezza massima complessiva di mt. 2,00, integrate con siepi nelle essenze tradizionali, fatto salvo quanto eventualmente disciplinato dal vigente Codice della Strada e dal relativo Regolamento di attuazione. Le recinzioni in muratura sono ammesse per una altezza massima di cm. 100, fatta eccezione per i pilastri dei cancelli, ad integrazione ed in continuità con quelle esistenti sul fronte strada. Per la recinzione di terreni liberi sono ammesse soltanto recinzioni costituite esclusivamente da pali (ciascuno con modesto getto di fondazione) e rete a maglia sciolta; non sono ammessi cordoli di sostenimento, mentre è possibile l’integrazione con siepi purché realizzate con essenze tradizionali.

6. La sistemazione e il consolidamento dei terreni in pendio dovrà essere realizzata facendo prioritariamente ricorso a tecniche naturalistiche come terre armate o muri grigliati alternati con inserti vegetali, sormontati da scarpate adeguatamente inclinate e piantumate a verde.

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7. Ove necessarie, le opere di sostegno di nuova costruzione debbono essere realizzate con muri in pietrame di altezza contenuta nei limiti strettamente necessari ad assolvere la funzione di sostegno delle scarpate. Nel caso che i muri siano realizzati in cemento, devono essere rivestiti in pietra o in laterizio con relativa copertina, oppure finiti a faccia vista lavata o bocciardata fino a mettere in luce gli inerti del conglomerato, e comunque alternati ad inserti vegetali.

8. In Ambito Extraurbano, le piscine costituiscono pertinenza al fabbricato principale, da attestare tramite atto unilaterale d’obbligo con cui si dovrà stabilire di non alienare separatamente la piscina dall’unità immobiliare cui è a servizio. Le piscine potranno essere realizzate secondo le seguenti prescrizioni:

• dovranno essere costruite all’interno delle aree pertinenziali;

• dovranno essere costruite entro una fascia dal fabbricato principale non superiore a ml. 25,00, misurata dai muri perimetrali;

• lo specchio d’acqua non dovrà essere superiore al 50% della superficie coperta di progetto o esistente e comunque non dovrà essere superiore a mq. 80;

• dovranno rispettare gli allineamenti del tessuto agrario: muri a retta, alberature, filari e sistemazioni in genere. Eventuali schermature e piantumazioni dovranno utilizzare specie tipiche della zona, o comunque paesaggisticamente compatibili.

9. In caso di brevi tracciati stradali di tipo privato, necessari per garantire l’accesso ai fabbricati residenziali, la realizzazione degli stessi dovrà essere eseguita utilizzando preferibilmente tecniche di ingegneria naturalistica nonché attraverso tutte quelle opere in grado di assicurare un corretto inserimento ambientale e la più completa stabilità dei terreni attraversati, nei confronti di frane, smottamenti, cedimenti, senza compromettere lo scolo naturale; Per ogni intervento sulla viabilità esistente si dovranno rispettare le seguenti prescrizioni:

- verifica della presenza ed efficienza delle necessarie opere di regimazione idraulica (attraversamenti, cunette, pendenze);

- dimensionamento delle tombature dei fossi che attraversano le principali viabilità di collina in funzione delle portate massime previste;

- le acque di ruscellamento provenienti dalle incisioni minori dovranno essere incanalate in apposite cunette impermeabili e fatte defluire verso l’impluvio più vicino;

- bonifica delle aree instabili per la presenza di movimenti gravitativi.

Per i nuovi tracciati stradali di progetto vanno rispettate le seguenti prescrizioni:

- redazione di una indagine idrogeologica e geologicotecnica che basi il parere di fattibilità sulla reale stabilità del tracciato stradale e sulla possibilità di smaltimento delle acque intercettate dalla sede viaria;

- redazione di una indagine idrogeologicoidraulica per il dimensionamento delle opere idrauliche da costruire in corrispondenza di ogni canale o impluvio naturale attraversato dal tracciato stradale;

- costruzione, a monte di tutto il tracciato stradale, di una cunetta capace di raccogliere e regimare verso gli attraversamenti tombati più vicini o verso gli impluvi minori presenti, senza causare danni alla sottostante pendice, le acque di ruscellamento provenienti dai versanti sovrastanti;

- costruzione di un numero sufficiente di griglie, caditoie e pozzetti, capaci di raccogliere e regimare le acque intercettate dalla sede stradale;

- contenimento degli scavi e dei riporti con muri in c.a. ben fondati e rivestiti con pietra locale.

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ARTICOLO 25ARTICOLO 25ARTICOLO 25ARTICOLO 25 CRITERI EDILIZI PER LA REALIZZACRITERI EDILIZI PER LA REALIZZACRITERI EDILIZI PER LA REALIZZACRITERI EDILIZI PER LA REALIZZAZIONE DELLE PERTINENZE ZIONE DELLE PERTINENZE ZIONE DELLE PERTINENZE ZIONE DELLE PERTINENZE

A CORREDO DEI FABBRICATI RESIDENZIALIA CORREDO DEI FABBRICATI RESIDENZIALIA CORREDO DEI FABBRICATI RESIDENZIALIA CORREDO DEI FABBRICATI RESIDENZIALI

1. In aggiunta a quanto previsto dagli altri articoli del presente Regolamento Edilizio nonché dagli Allegati allo stesso, di seguito sono individuati i criteri per la realizzazione delle opere pertinenziali ai fabbricati di tipo residenziale.

2. Le recinzioni dovranno essere realizzate in conformità con quanto disposto dall’articolo 15, punti e.8.1 ed e.8.2., del presente Regolamento Edilizio, rispecchiando, se non in contrasto con questo, le caratteristiche delle recinzioni limitrofe per tipologia, forma, dimensioni, materiali, allineamenti, sempre e comunque nel rispetto delle disposizioni del Codice della Strada e con i necessari nulla osta dell’ente proprietario della strada stessa. Le medesime dovranno essere congrue con le rifiniture esterne dell’edificio di cui costituiscono sistemazione.

3. I cancelli posti a chiusura dei passi carrabili dovranno essere arretrati in modo tale da consentire la sosta di un’auto di media grandezza senza che la stessa occupi la sede stradale o in alternativa dovranno essere usati meccanismi di apertura e chiusura meccanizzata.

4. I marciapiedi di rigiro alle abitazioni devono essere realizzati in modo conforme alla tipologia delle rifiniture dell’edificio, adottando quali materiali la pietra e il mattone soprattutto in presenza di facciate con elementi a faccia vista stuccati.

5. Le sistemazioni esterne dovranno essere consone alle caratteristiche tipologiche dell’edificio interessato e al contesto ambientale, evitando marcate ed ingiustificate alterazioni dell’andamento naturale del terreno nonché l’inserimento di manufatti non congrui per dimensioni, tipologie, caratteristiche, uso di materiali ecc..

6. Le piantumazioni da effettuarsi nei suoli di pertinenza degli edifici devono essere costituite da piante autoctone e collocate a seguito di una valutazione agronomico paesaggistica sull’impatto e sviluppo nel tempo della pianta, anche in considerazione della salvaguardia della staticità degli edifici limitrofi.

7. I pergolati dovranno avere struttura di copertura piana, sulla quale potranno essere istallati solo dei cannicciati eventualmente schermati da piante rampicanti Tali manufatti dovranno essere realizzati in legno o in ferro e avere una altezza contenuta fra ml. 2.40 e ml. 2.70.

8. Le piscine, oltre che nell’Ambito Extraurbano di cui all’art. 24 del presente Regolamento Edilizio, potranno essere realizzate all’interno dei centri abitati o nelle aree assoggettate dal Regolamento Urbanistico a Piano attuativo. In tal caso l’atto di governo del territorio dovrà stabilire puntualmente norme per ridurre al minimo gli impatti sul consumo delle risorse, prevedendo metodi alternativi per la fornitura di energia, per il riscaldamento delle acque, per il ricambio delle stesse, ecc.

9. Le piscine dovranno essere completamente interrate, e inserite in posizioni tali da ridurre al minimo i movimenti di terra ed essere collocate nei suoli di pertinenza dell’edificio. Per limitare l’impatto ambientale, tali manufatti dovranno avere il rivestimento della vasca in colori neutri (preferibilmente sabbia), i bordi dovranno essere percorribili e realizzati in materiali tradizionali antiscivolo. Intorno alla vasca potrà essere realizzata una zona pavimentata in materiali tradizionali. Il vano tecnico dovrà essere preferibilmente realizzato completamente interrato, con sola botola di accesso dall’alto a passo d’uomo, le cui dimensioni dovranno essere strettamente necessarie all’installazione degli impianti.

10. All’interno dell’area di pertinenza dei fabbricati, con esclusione di quelli comunque ubicati nel Centro Antico, potranno essere collocati impianti fotovoltaici. Gli stessi dovranno preferibilmente essere situati in aree già compromesse dal punto di vista dell’utilizzo del suolo, utilizzando soluzioni tecniche che comportino il meno possibile l’artificializzazione del territorio.

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ARTICOLO 26ARTICOLO 26ARTICOLO 26ARTICOLO 26 CRITERI PER LA DEFINIZIONE DELL’AGIBILITÀ CRITERI PER LA DEFINIZIONE DELL’AGIBILITÀ CRITERI PER LA DEFINIZIONE DELL’AGIBILITÀ CRITERI PER LA DEFINIZIONE DELL’AGIBILITÀ ----

–––– DICHIARAZIONE D’INAGIBILITÀ DICHIARAZIONE D’INAGIBILITÀ DICHIARAZIONE D’INAGIBILITÀ DICHIARAZIONE D’INAGIBILITÀ ---- 1.1.1.1. Ultimazione dei lavori. Certificato di conformità. Certificato agibilità. InizioUltimazione dei lavori. Certificato di conformità. Certificato agibilità. InizioUltimazione dei lavori. Certificato di conformità. Certificato agibilità. InizioUltimazione dei lavori. Certificato di conformità. Certificato agibilità. Inizio di esercizio di attività produttive di esercizio di attività produttive di esercizio di attività produttive di esercizio di attività produttive.

1.1. Ad ultimazione dei lavori, i professionisti abilitati certificano la conformità dell’opera al progetto contenuto nel titolo abilitativo o nelle varianti ad esso.

1.2. La certificazione di agibilità delle unità immobiliari, di cui all’art. 24 del T.U. D.P.R. 380/01 e s.m.i, è necessaria, oltre che per le nuove costruzioni, anche:

• in conseguenza dell’esecuzione di lavori di ristrutturazione edilizia o di ampliamento e che riguardino parti strutturali degli edifici;

• in conseguenza dell’esecuzione di lavori di restauro o ristrutturazione edilizia o di ampliamento contestuali a mutamento di destinazione d’uso;

• in conseguenza di mutamenti della destinazione d’uso in assenza di opere, quando si determini il passaggio fra l’uno e l’altro dei Regimi d’Uso di cui all’art. 14 delle Norme Tecniche di Attuazione del Regolamento Urbanistico;

1.3. Nei casi previsti dal punto 1.2., una volta ultimati i lavori e certificata la conformità di cui al punto 1.1., ovvero applicate le sanzioni pecuniarie nei casi previsti dalla Tabella di cui all’art. 10 dell’Allegato “E” al presente Regolamento Edilizio, il rilascio del certificato di agibilità dovrà essere effettuato nel rispetto di quanto in merito previsto dall’art. 35 del T.U. (D.P.R. 380/01 e s.m.i.).

1.5 Per l’inizio di esercizio di un’attività produttiva resta fermo quanto previsto dalla legislazione vigente. L’interessato, attraverso il Comune, ovvero attraverso lo sportello unico per le attività produttive (SUAP), può richiedere alle strutture tecniche competenti in materia sanitaria ed ambientale pareri preventivi sugli eventuali lavori edilizi all’avvio dei procedimenti di cui al presente titolo.

1.6. L’agibilità parziale potrà essere certificata esclusivamente nei casi in cui la porzione di fabbricato per la quale viene dichiarata la fine dei lavori sia funzionalmente indipendente anche ai fini della sicurezza e delle eventuali opere di urbanizzazione connesse. L’agibilità dell’opera dovrà comunque essere certificata entro il termine di validità del titolo abilitativo o entro i termini previsti dall’art. 25 del T.U. (D.P.R. 380/01 e s.m.i.).

2222 Dichiarazione di inagibilitàDichiarazione di inagibilitàDichiarazione di inagibilitàDichiarazione di inagibilità.

2.1. In seguito a motivato rapporto del responsabile dell'ASL, il Responsabile del Settore Tecnico può dichiarare inagibile un edificio o parte di esso, per mancanza di requisiti igienici indispensabili ai sensi dell'art. 222 del T.U. delle leggi sanitarie e dell’art. 26 del D.P.R. n. 380/2001, senza pregiudizio dell'azione penale.

2.2. Il Sindaco può ordinare e far eseguire lo sgombero degli edifici e/o dei locali se usati senza il prescritto certificato di agibilità o che siano stati dichiarati inagibili, e procedere contro i proprietari e gli inquilini responsabili o inadempienti.

ARTICOLO ARTICOLO ARTICOLO ARTICOLO 27272727 CRITERI CRITERI CRITERI CRITERI RELATIVI AI DIRITTI DI PARTECIPAZIONE, RELATIVI AI DIRITTI DI PARTECIPAZIONE, RELATIVI AI DIRITTI DI PARTECIPAZIONE, RELATIVI AI DIRITTI DI PARTECIPAZIONE,

DI INFORMAZIONE E DI ACCESSO AGLI ATTIDI INFORMAZIONE E DI ACCESSO AGLI ATTIDI INFORMAZIONE E DI ACCESSO AGLI ATTIDI INFORMAZIONE E DI ACCESSO AGLI ATTI

1. Dell’avvenuto rilascio del Permesso di Costruire e della presentazione delle Denuncie di Inizio Attività di cui all’art. 22 comma 3 del T.U. (D.P.R. 380/01 e s.m.i.) o altro titolo abilitativo equipollente, comunque

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denominato ai sensi delle normativa vigente, viene data notizia al pubblico mediante pubblicazione all’Albo Pretorio e nella sezione “Edilizia” del sito web del Comune, sotto forma di apposito elenco, con le specificazioni del numero di protocollo, del titolare e della località nella quale l’intervento viene realizzato.

2. Per prendere visione, o richiedere copie di atti e documenti relativi a pratiche edilizie, il richiedente deve essere titolare di uno specifico interesse, ai sensi della vigente normativa in materia, per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti (es. confinante, acquirente di immobile con contratto preliminare di compravendita, ecc.).

3. La richiesta di accesso va presentata al Settore Tecnico negli orari di ricevimento oppure via posta o fax; in questi ultimi casi deve essere allegata copia di un documento di identità valido.

4. La presa visione degli atti è gratuita. Per il ritiro di copie è previsto il rimborso del costo di riproduzione, il pagamento dei diritti di segreteria e dell'imposta di bollo (se dovuta), secondo le modalità e le tariffe stabilite dalle norme e dai regolamenti vigenti.

5. Secondo quanto disposto dal D.P.R. 184/2006, se il Settore Tecnico individua soggetti controinteressati, di cui all’art. 22, comma 1, lettera c) della Legge 241/1990, è tenuto a darne comunicazione agli stessi, mediante invio di copia con raccomandata con avviso di ricevimento, o per via telematica per coloro che abbiano consentito tale forma di comunicazione. Entro dieci giorni dalla ricezione di tale comunicazione, i controinteressati possono presentare una motivata opposizione (anche per via telematica), alla richiesta di accesso. Decorso tale termine, la pubblica amministrazione provvede sulla richiesta, accertata la ricezione della comunicazione da parte dei contro interessati.

6. Il rilascio delle copie degli atti e dei documenti, se autorizzata, avviene entro il termine di 30 giorni. La semplice presa visione è invece possibile entro il termine di 10 giorni (tempo necessario per rintracciare e rendere disponibile per la visione la documentazione richiesta).

ARTICOLO 2ARTICOLO 2ARTICOLO 2ARTICOLO 28888

CARATTERISTICHE DEI LOCALI E CRITERI PER CARATTERISTICHE DEI LOCALI E CRITERI PER CARATTERISTICHE DEI LOCALI E CRITERI PER CARATTERISTICHE DEI LOCALI E CRITERI PER LA LORO CLASSIFICAZIONELA LORO CLASSIFICAZIONELA LORO CLASSIFICAZIONELA LORO CLASSIFICAZIONE

1. Ciascun alloggio di nuova costruzione, o derivante dal frazionamento di unità immobiliari esistenti, dovrà essere costituito almeno da un soggiorno, una cucina o angolo cottura, una camera da letto ed un servizio igienico.

2. Ogni cucina deve avere una superficie minima di mq. 9,00, essere dotata di propria finestratura, di griglia di areazione in caso di uso di gas, aspirazione all’esterno dei vapori di cottura per mezzo di idonea canna fumaria, nel rispetto delle norme vigenti, e la parete sulla quale è sviluppato il piano cottura deve essere rivestita da idoneo materiale.

3. Il locale soggiorno deve avere una superficie minima di mq. 14,00; in caso sia presente l’angolo cottura, la superficie minima complessiva non deve essere inferiore a mq. 16,00. Ogni angolo cottura, qualora non sia dotato di finestra propria, deve essere collegato al soggiorno mediante un’apertura priva di infissi, della larghezza minima di ml. 2,00, purché sia comunque verificata la superficie areoilluminante in funzione alla superficie di pavimento complessiva dei vani.

4. Le stanze da letto devono avere una superficie minima di mq. 9,00, se destinate ad ospitare una singola persona, e mq. 14,00 se destinate ad ospitare due persone. Ogni alloggio deve essere dotato di almeno un servizio igienico provvisto di vasca da bagno o doccia, lavabo, bidet, w.c. ed avere le pareti rivestite con materiale impermeabile e lavabile fino ad un’altezza minima di ml. 2,00. Non è ammesso l’accesso diretto da ambienti di soggiorno e cucina.

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5. Tutti i locali di cui al presente articolo e i disimpegni per la distribuzione funzionale dei vani devono comunque rispettare le prescrizioni dettate dal D.M. 236/89, in particolare per quanto riguarda quanto contenuto nel Capo III e IV dello stesso.

6. Tutti i locali devono fruire di illuminazione naturale diretta, adeguata alla destinazione d’uso. Per ciascun locale, l’ampiezza della finestra, misurata convenzionalmente all’interno delle dimensioni del vano di apertura deve essere proporzionata in modo tale che la superficie finestrata apribile non sia inferiore a:

• 1/8 della superficie utile del locale se questo è inferiore a mq. 100;

• 1/10 della superficie utile del locale, con un minimo di mq. 12,5 se la superficie del locale è maggiore di 100 mq.;

7. Per gli uffici e gli studi professionali , tale superficie dovrà essere di 5 mq. per addetto, con una superficie utile minima di mq. 9.00.

8. Per i locali aventi destinazioni d’uso per attività produttive, commerciali e turistico/ricettive, devono essere rispettate le seguenti superfici utili minime:

• spogliatoi: mq. 1,00 per addetto per turno;

• servizio igienico: la superficie in pianta del locale W.C. con lavabo deve essere almeno mq. 2,00; nel caso che il lavabo sia posto nell’antibagno, la superficie del locale W.C. può essere ridotta fino a mq. 1,00;

• il disimpegno con lavabo (antibagno) deve avere superficie minima di mq. 1,00. I servizi igienici e/o docce non devono avere accesso dai locali principali, se non attraverso disimpegno, corridoio o antibagno.

9. Tutti i locali di cui al presente articolo devono comunque rispettare le prescrizioni dettate dal D.M. 236/89, nonché quelle previste da norme generali di carattere igienicosanitario.

ARTICOLO 29ARTICOLO 29ARTICOLO 29ARTICOLO 29

FRUIBILITÀ DEGLI EDIFICI E DELL’AMBIENTE URBANOFRUIBILITÀ DEGLI EDIFICI E DELL’AMBIENTE URBANOFRUIBILITÀ DEGLI EDIFICI E DELL’AMBIENTE URBANOFRUIBILITÀ DEGLI EDIFICI E DELL’AMBIENTE URBANO

1. Gli interventi edilizi devono essere progettati al fine di garantire un’agevole fruibilità degli ambienti edificati come degli spazi esterni di relazione e di servizio da parte di tutti, con specifico interesse per le persone portatrici di disabilità, fisiche, psichiche o sensoriali, anche temporanee.

2. Nell'esecuzione di opere edilizie devono essere osservate le prescrizioni delle norme vigenti in materia di superamento delle barriere architettoniche, e più in particolare:

a. per gli edifici, gli spazi e servizi pubblici e privati aperti al pubblico: art. 82 D.P.R. n° 380 del 6 giugno 2001;

b. per gli altri edifici privati, compresi quelli di edilizia residenziale pubblica, sovvenzionata e agevolata, i relativi spazi di pertinenza ed impianti: art. 77 e seguenti D.P.R. n° 380 del 6 giugno 2001;

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TITOLO IVTITOLO IVTITOLO IVTITOLO IV VARIEVARIEVARIEVARIE

ARTICOLO 30ARTICOLO 30ARTICOLO 30ARTICOLO 30

PERMESSO DI COSTRUIRE IN DEROGAPERMESSO DI COSTRUIRE IN DEROGAPERMESSO DI COSTRUIRE IN DEROGAPERMESSO DI COSTRUIRE IN DEROGA

1. Il Permesso di Costruire può essere rilasciato, previa Deliberazione del Consiglio Comunale, in deroga alle disposizioni della Strumentazione Urbanistica e del presente Regolamento, per interventi pubblici o di interesse pubblico o generale, da realizzarsi anche a cura dei privati, purché gli interventi in questione siano previsti su zone già destinate dalla Strumentazione Urbanistica vigente a funzioni pubbliche, o di interesse pubblico o generale, o dichiarate tali con Deliberazione del Consiglio comunale.

2. La deroga può, inoltre, essere concessa per la realizzazione di interventi urgenti ammessi a finanziamento pubblico, finalizzati alla tutela della salute e dell’igiene pubblica, al recupero di condizioni di agibilità di infrastrutture e di edifici pubblici e privati, nonché alla salvaguardia dell’incolumità pubblica e privata, che si siano resi necessari in conseguenza di calamità naturali o catastrofi, o di eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo, rilevanti ai fini dell’attività di protezione civile.

3. Il Permesso di Costruire in deroga a parametri igienico-sanitari può essere rilasciato esclusivamente previa acquisizione del parere di competenza della ASL;

ARTICARTICARTICARTICOLO 31OLO 31OLO 31OLO 31 TOLLERANZETOLLERANZETOLLERANZETOLLERANZE

1. Nell’esecuzione di opere edilizie di qualsiasi tipo, salvo quanto diversamente imposto da leggi o normative specifiche, sono ammesse tolleranze nella realizzazione della edificazione (rispetto alle misure indicate nel progetto), nella misura massima dell’1% delle dimensioni massime di ingombro dell’edificio, nel rispetto comunque del limite massimo complessivo di cm 20 ottenuto sommando le tolleranze relative a ciascuna delle citate dimensioni.

2. Per le altezze prescritte da norme regolamentari di carattere locale sono ammesse le tolleranze sopra indicate, per le altezze interne dei singoli vani sono ammesse tolleranze fino ad un massimo dell’ 1% (uno per cento) rispetto ai minimi fissati dal D.M. 5 Luglio 1975; Sono inderogabili le disposizioni in materia di distanze minime dai confini e tra fabbricati stabilite dal D.M. 1444/1968. Nel caso di superamento delle tolleranze verrà fatto riferimento ai fini planivolumetrici ed urbanistici alle misure nominali di progetto.

3. Per le parti che risultassero prive di esplicita quotatura sul progetto approvato, sempre che non sia possibile desumere la quota mancante in via analitica, è ammessa una tolleranza di ± cm. 20 rispetto alla lettura rilevata sul supporto cartaceo in scala 1:100, nel rispetto degli allineamenti grafici e della congruenza del disegno.

4. La tolleranza non è ammessa nel caso di edifici vincolati dal D.Lgs. n° 42 del 22.01.2004 ed in edifici soggetti a vincoli inderogabili o quando lo scostamento avviene in violazione di diritti di terzi.

ARTICOLO 32ARTICOLO 32ARTICOLO 32ARTICOLO 32

COMPETENZE TECNICHE E RESPONSABILITÀCOMPETENZE TECNICHE E RESPONSABILITÀCOMPETENZE TECNICHE E RESPONSABILITÀCOMPETENZE TECNICHE E RESPONSABILITÀ

1. La progettazione degli interventi soggetti a Permesso di Costruire o a presentazione di Denuncia di Inizio Attività, SCIA o di qualunque altro titolo abilitativo, implicito od esplicito, comunque denominato in forza della normativa vigente, deve essere firmata da tecnici abilitati in materia: architetti, ingegneri, geometri, dottori

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agronomi, periti, iscritti ai rispettivi Ordini o Albi professionali e ciascuno nell'ambito delle rispettive competenze fissate dalle vigenti disposizioni di legge.

2. Gli interventi di restauro e risanamento conservativo sugli edifici notificati con vincolo monumentale o ad essi assimilati sono di competenza degli iscritti all’Ordine degli Architetti, Conservatori, Paesaggisti e Pianificatori:

3. Il Titolare del Permesso di Costruire, quando previsto dalla legge, insieme alla comunicazione dell'inizio dei lavori, deve notificare all’Ufficio Edilizia Privata il nominativo e la residenza del costruttore nonché quello del Direttore dei Lavori.

4. La Denuncia di Inizio Attività, la SCIA o qualunque altro titolo abilitativo, implicito od esplicito, comunque denominato in forza della normativa vigente, quando previsto dalla legge, devono contenere il nominativo e la residenza del Costruttore nonché quello del Direttore dei Lavori.

5. In ogni caso, dovrà essere altresì trasmesso il DURC dell’Impresa Esecutrice, valido a termini di legge.

5. Il Direttore dei Lavori ed il Costruttore, a loro volta, anche mediante atti separati, devono comunicare al Settore Tecnico l'accettazione dell'incarico prima dell'inizio delle rispettive attività. Ogni variazione successiva deve essere preventivamente comunicata al Settore Tecnico con le modalità di cui al comma precedente.

6. Il Titolare, il Direttore dei Lavori e il Costruttore sono responsabili di ogni inosservanza delle norme generali di legge e di regolamento nonché delle modalità esecutive fissate nel Permesso di Costruire o dichiarate nella Denuncia di Inizio Attività o SCIA od in qualunque altro titolo abilitativo, implicito od esplicito, comunque denominato in forza della normativa vigente

7. Le responsabilità del Titolare del Permesso di Costruire e/o della Denuncia di Inizio Attività e/o della SCIA, o di qualunque altro titolo abilitativo, implicito od esplicito, comunque denominato in forza della normativa vigente, del Proprietario ovvero del Committente, del Costruttore e del Direttore dei Lavori sono quelle previste dalle vigenti leggi ed in particolare dal T.U. (D.P.R. 380/01 e s.m.i.).

AAAARTIRTIRTIRTICOLO 33COLO 33COLO 33COLO 33

COMMISSIONE COMUNALE PER IL PAESAGGIOCOMMISSIONE COMUNALE PER IL PAESAGGIOCOMMISSIONE COMUNALE PER IL PAESAGGIOCOMMISSIONE COMUNALE PER IL PAESAGGIO

1. Ai sensi della legge regionale 50/93 e s.m.i., la Commissione Comunale per il paesaggio accerta e verifica la compatibilità degli interventi con i vincoli posti a tutela del paesaggio.

2. Per l’esercizio della funzione di cui al comma 1, la Commissione Comunale per il paesaggio è composta dai membri, nominati dal Comune secondo le modalità e la composizione fissato dalla suindicata legislazione regionale vigente.

3. La Commissione Comunale per il paesaggio esprime a maggioranza i propri pareri, con la presenza di almeno due membri aggregati.

4. I membri della Commissione Comunale per il paesaggio restano in carica per un periodo di due anni. I membri aggregati possono essere rieletti una sola volta.

5. La deliberazione di nomina degli esperti della Commissione Comunale per il paesaggio è corredata da curricula attestanti il possesso dei requisiti di idoneità di cui alla L.R. 50/93, nonché da eventuale documentazione sugli specifici titoli di esperienza e professionalità nella materia.

6. In seguito all’intesa di cui all’articolo 148, comma 4 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, alle riunioni della Commissione Comunale per il paesaggio partecipano di diritto i rappresentanti delle Soprintendenze competenti per territorio i quali in tale sede esprimono il loro parere.

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REGOLAMENTO EDILIZIO – Comune di Palazzo San Gervasio 2011

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ARTICOLO 3ARTICOLO 3ARTICOLO 3ARTICOLO 34444 AGGIORNAMENTO AGGIORNAMENTO AGGIORNAMENTO AGGIORNAMENTO ED INTERPRETAZIONI PERIODICHEED INTERPRETAZIONI PERIODICHEED INTERPRETAZIONI PERIODICHEED INTERPRETAZIONI PERIODICHE

1. Le disposizioni del presente Regolamento Edilizio sono oggetto di periodico aggiornamento ed interpretazione da parte degli organi comunali, in relazione alle sopravvenute norme di legge di natura sovraordinata ovvero in relazione alla concreta applicazione delle disposizioni stesse.

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ALLEGATO “A” REGOLAMENTO EDILIZIO – Comune di Palazzo San Gervasio 2011

REGOLAMENTO COMUNALEREGOLAMENTO COMUNALEREGOLAMENTO COMUNALEREGOLAMENTO COMUNALE PER LA REALIZZAZIONE DI STRUTTURE TEMPORANEE A PER LA REALIZZAZIONE DI STRUTTURE TEMPORANEE A PER LA REALIZZAZIONE DI STRUTTURE TEMPORANEE A PER LA REALIZZAZIONE DI STRUTTURE TEMPORANEE A

SERVIZIO DI ATTIVITÀ PRODUTTIVESERVIZIO DI ATTIVITÀ PRODUTTIVESERVIZIO DI ATTIVITÀ PRODUTTIVESERVIZIO DI ATTIVITÀ PRODUTTIVE

SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO Art. 1 Oggetto del Regolamento Art.2 Tipologie Art. 3 Rapporto con lo Strumento Urbanistico Art. 4 Atti abilitanti alla realizzazione delle strutture temporanee Art. 5 Procedure Art. 6 Ambito temporale delle autorizzazioni Art. 7 Caratteristiche costruttive Art. 8 Manutenzione e modifica dei manufatti Art. 9 Garanzie Art.10 Sanzioni

Art. 1Art. 1Art. 1Art. 1 (Oggetto del Regolamento)(Oggetto del Regolamento)(Oggetto del Regolamento)(Oggetto del Regolamento)

Il presente Regolamento disciplina la realizzazione di manufatti a carattere temporaneo a servizio delle attività produttive. I manufatti a carattere temporaneo sono rappresentati da quelle strutture assimilabili, per dimensioni e caratteristiche funzionali, a manufatti edilizi, ma destinate ad un uso circoscritto nel tempo al fine di soddisfare esigenze che non abbiano il carattere della continuità, e quindi destinate ad essere rimosse non appena vengano meno gli scopi per i quali le stesse sono realizzate, peraltro con caratteristiche costruttive (materiali utilizzati, sistemi di ancoraggio al suolo etc.) tali da garantirne una facile rimozione. La presente disciplina definisce, al fine di assicurare il corretto assetto urbanistico ed edilizio del territorio, le procedure e i controlli ad esse afferenti, precisa le modalità per la loro realizzazione e le garanzie per la loro rimozione.

Art.2Art.2Art.2Art.2 (Tipologie)(Tipologie)(Tipologie)(Tipologie)

Le strutture temporanee oggetto del presente Regolamento si riferiscono soltanto alle varie tipologie di manufatti di supporto alle attività produttive presenti sul territorio comunale. In via generale si possono ricomprendere fra queste:

- le tettoie appoggiate a terra con pilastri ancorati al suolo mediante sistemi facilmente smontabili; - tettoie con sbalzo superiore a ml. 2,50; - tendoni mobili; - impianti di pesatura dei materiali di lavorazione; - apparecchiature di vario genere; - quant’altro è necessario alle attività produttive;

Art. 3Art. 3Art. 3Art. 3

(Rapporti con lo Strumento Urbanistico)(Rapporti con lo Strumento Urbanistico)(Rapporti con lo Strumento Urbanistico)(Rapporti con lo Strumento Urbanistico)

Il presente Regolamento disciplina le caratteristiche tecniche e le procedure amministrative alle quali devono essere assoggettate le strutture temporanee a servizio delle attività produttive esistenti sul territorio. Tali strutture si ritengono consentite all’interno delle aree per insediamenti produttivi e nelle aree in cui sono presenti Insediamenti diffusi a carattere produttivo, disciplinate rispettivamente dagli artt. 20/43/50 e dagli artt. 25/47/50 delle Norme Tecniche di Attuazione del Regolamento Urbanistico. La realizzazione delle strutture oggetto del presente

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Regolamento è comunque vietata in aree soggette ad inedificabilità assoluta da norme specifiche, nelle aree di proprietà comunale o di altro ente pubblico nonché nelle aree di rispetto assoluto dai corsi d’acqua e in quelle sottoposte a vincolo paesaggistico ai sensi del D.Lgs. 42/2004. Qualora il Regolamento Urbanistico contenga puntuali e specifiche prescrizioni e limitazioni in merito, il presente Regolamento non le modifica e pertanto le stesse sono fatte salve.

Art.4 Art.4 Art.4 Art.4 (Atti abilitanti alla realizzazione di costruzioni temporanee) (Atti abilitanti alla realizzazione di costruzioni temporanee) (Atti abilitanti alla realizzazione di costruzioni temporanee) (Atti abilitanti alla realizzazione di costruzioni temporanee)

La collocazione, nel territorio comunale delle costruzioni temporanee a servizio delle attività produttive, oggetto del presente Regolamento, è subordinata alla preventiva autorizzazione amministrativa da richiedersi da parte dei soggetti interessati, secondo le modalità di cui ai successivi articoli.

Art. 5 Art. 5 Art. 5 Art. 5 (Procedu(Procedu(Procedu(Procedure)re)re)re)

Chiunque intenda realizzare costruzioni temporanee a servizio delle attività produttive, soggette ad autorizzazione amministrativa ai sensi del presente regolamento, deve presentare la documentazione di seguito elencata all’Ufficio Protocollo del Comune di Palazzo San Gervasio:

• istanza in carta legale a firma del richiedente o del proprietario dell’area o in mancanza con l’esibizione del titolo abilitante alla disponibilità dell’area;

• dichiarazione sostitutiva di atto notorio relativa alla titolarità a richiedere l’Autorizzazione; • estratto del Regolamento Urbanistico; • estratto di mappa catastale; • rappresentazione grafica del manufatto a firma di un tecnico abilitato all’esercizio della professione; • relazione tecnica illustrativa che descriva l’utilizzo, i materiali e le tecniche costruttive, con la precisa

giustificazione delle dimensioni del manufatto oggetto di richiesta in relazione all’uso, la localizzazione e le caratteristiche in relazione all’inserimento ambientale;

• documentazione fotografica dei luoghi; • specifico atto di impegno fra l’Amministrazione comunale ed il richiedente, predisposto dal Settore Tecnico e

da sottoscrivere preventivamente al rilascio della autorizzazione amministrativa, a rimuovere, alla scadenza del termine di validità dell’autorizzazione ovvero qualora le condizioni iniziali relative all’istanza vengano meno, il manufatto temporaneo e ricondurre in pristino l’originario precedente stato dei luoghi.

Art.6 Art.6 Art.6 Art.6

(Ambito temporale delle autorizzazioni) (Ambito temporale delle autorizzazioni) (Ambito temporale delle autorizzazioni) (Ambito temporale delle autorizzazioni)

Le costruzioni temporanee sono autorizzate, generalmente, per un periodo non superiore a tre anni, salvo diversa e specifica prescrizione da inserire nell’atto autorizzativo da rilasciare. L'autorizzazione indica in ogni caso il periodo di validità, comprensivo del tempo occorrente alla installazione e alla rimozione delle costruzioni temporanee e alla rimessa in pristino delle aree, nonché eventuali controlli da effettuare periodicamente. Le autorizzazioni posso essere rinnovate, per un unico ulteriore periodo non superiore a quello inizialmente concesso, su richiesta dell’interessato, previa verifica del permanere delle condizioni ritenute necessarie al rilascio. L’autorizzazione è sempre rilasciata con la condizione che, nel momento in cui questa abbia termine, o decada, o comunque vengano a mancare le condizioni per la sua validità e per il mantenimento in essere di quanto autorizzato, il titolare provveda a rimuovere le opere in oggetto ed a ripristinare lo stato dei luoghi. L'autorizzazione è precaria ed è revocabile in qualunque momento l’Amministrazione lo ritenga opportuno, per il verificarsi di situazioni ritenute ostative, derivando pregiudizio a diritti od interessi generali dal permanere del manufatto; per tali sopravvenute esigenze di interesse pubblico, può essere pertanto disposta, anche prima della scadenza del termine di validità dell’autorizzazione, la rimozione anticipata delle costruzioni di cui trattasi. L’autorizzazione decade qualora non permangono le condizioni iniziali che hanno consentito il rilascio ed è

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revocata qualora, da controlli effettuati, risultino difformità nell’uso e nelle caratteristiche del manufatto.

Art. 7 Art. 7 Art. 7 Art. 7 (Caratteristiche costruttive) (Caratteristiche costruttive) (Caratteristiche costruttive) (Caratteristiche costruttive)

Le costruzioni temporanee oggetto del presente Regolamento, comunque devono essere installate in conformità alle normative sovraordinate, alle disposizioni comunali, a quanto previsto dal Codice Civile, alle normative igienico-sanitarie vigenti, al Codice della Strada e relativo Regolamento di applicazione. Tali costruzioni non devono inoltre interessare aree verdi, aiuole, alberature anche singole, aree sia pubbliche che private oggetto di sosta, né creare alcun impedimento al traffico veicolare o pedonale. Nella realizzazione è obbligatorio che siano garantite le seguenti specifiche qualità costruttive:

• devono essere strutture che presentino caratteristiche di effettiva e reale rimovibilità, in materiale leggero, in linea generale di tipo ligneo o metallico;

• nella collocazione e nelle caratteristiche visive del manufatto, deve essere assicurata la maggior attenuazione possibile del loro impatto ambientale e paesaggistico;

• devono avere dimensioni giustificate dal tipo di attività a cui sono destinate; • devono essere ancorate al suolo con modalità tali da essere facilmente removibili e non comportare

modificazioni irreversibili allo stato dei luoghi; • non devono avere dimensioni maggiori degli edifici produttivi esistenti.

Art. 8 Art. 8 Art. 8 Art. 8

(Manutenzione, modifica dei manufatti) (Manutenzione, modifica dei manufatti) (Manutenzione, modifica dei manufatti) (Manutenzione, modifica dei manufatti)

Qualsiasi tipologia di manufatto oggetto del presente Regolamento dovrà essere sottoposto ad opportuna manutenzione, nel rispetto del progetto approvato, al fine del mantenimento delle condizioni di decoro prescritte dal Regolamento Edilizio. La responsabilità penale e civile per eventuali danni arrecati a terzi per la mancata manutenzione dei manufatti resta a carico del titolare. Qualsiasi modifica da apportare ai manufatti disciplinati dal presente Regolamento, relativamente a forma, dimensioni, ubicazione e caratteristiche costruttive, dovrà essere preventivamente denunciato o autorizzato, sulla base di quanto disposto dal presente Regolamento.

Art. 9Art. 9Art. 9Art. 9 (Garanzie)(Garanzie)(Garanzie)(Garanzie)

In relazione alla entità o consistenza delle opere, ai fini del rilascio dell’Autorizzazione, dovrà essere prodotta specifica garanzia finanziaria, polizza assicurativa o fidejussione bancaria, a garanzia dell’esatto adempimento degli obblighi assunti per la rimozione del manufatto e del completo ripristino dell’originario stato dei luoghi. A tal fine dovrà essere presentata una perizia di stima sull’entità e sul costo della rimozione e rimessa in pristino dello stato dei luoghi originario. L’importo della garanzia finanziaria sarà uguale a quello derivante dalla perizia presentata a corredo dell’istanza maggiorato del 30%. Lo svincolo della garanzia finanziaria sarà autorizzato con Determina del Responsabile del Settore Tecnico, su richiesta dell'interessato e previa verifica della avvenuta rimozione del manufatto e del completo ripristino dell’originario stato dei luoghi.

Art. 10Art. 10Art. 10Art. 10 (Sanzioni)(Sanzioni)(Sanzioni)(Sanzioni)

Nel caso di omessa o tardiva richiesta della prescritta autorizzazione, è applicata la sanzione amministrativa di Euro 500,00. Le costruzioni temporanee autorizzate ai sensi del presente Regolamento e non rimosse entro i termini stabiliti nell'atto autorizzativo o dal presente Regolamento, sono considerate opere abusive a tutti gli effetti e soggette al regime sanzionatorio previsto dalla legislazione vigente in materia. In tal caso, il Comune provvederà ad incamerare la garanzia prestata ai fini della esecuzione in danno del soggetto inadempiente.

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ALLEGATO “B” REGOLAMENTO EDILIZIO – Comune di Palazzo San Gervasio 2011

REGOLAMENTO COMUNALEREGOLAMENTO COMUNALEREGOLAMENTO COMUNALEREGOLAMENTO COMUNALE PER LA REALIZZAZIONE DI STRUTTURE TEMPORANEE PER LA REALIZZAZIONE DI STRUTTURE TEMPORANEE PER LA REALIZZAZIONE DI STRUTTURE TEMPORANEE PER LA REALIZZAZIONE DI STRUTTURE TEMPORANEE NON NON NON NON

LEGATE ALLE LEGATE ALLE LEGATE ALLE LEGATE ALLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE.ATTIVITÀ PRODUTTIVE.ATTIVITÀ PRODUTTIVE.ATTIVITÀ PRODUTTIVE.

SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO

Art. 1 Oggetto del Regolamento Art. 2 Disposizioni di carattere generale Art. 3 Atti abilitanti alla realizzazione delle strutture temporanee Art. 4 Ambito temporale delle autorizzazioni Art. 5 Strutture temporanee per attività commerciali, turistiche e di pubblico intrattenimento Art. 6 Strutture temporanee ad uso cantiere

Art. 7 Strutture temporanee ad uso sportivo, ricreativo o a servizio di impianti sportivi e ricreativi esistenti

Art. 8 Strutture temporanee a servizio di manifestazioni Art. 9 Serre stagionali Art.10 Documentazione e garanzie Art.11 Sanzioni Art. 12 Norma transitoria

AAAArt. 1rt. 1rt. 1rt. 1 (Oggetto del Regolamento)(Oggetto del Regolamento)(Oggetto del Regolamento)(Oggetto del Regolamento)

Il presente Allegato al Regolamento Edilizio definisce le caratteristiche delle cosiddette “strutture temporanee” non legate alle attività produttive, nonché le procedure ed i controlli ad esse afferenti. Lo stesso precisa, inoltre, le modalità per la loro realizzazione, gli usi consentiti e le garanzie per la loro rimozione, nel rispetto dei principi posti dal Regolamento Urbanistico, dal Regolamento Edilizio e dalla norme vigenti in materia edilizia e urbanistica. Il Regolamento si applica in tutte le ipotesi in cui la installazione di strutture temporanee e/o precarie non sia già regolamentata da diverse normative e/o regolamenti, comunali o sovra comunali. Sono escluse dall’applicazione della presente disciplina le strutture ricadenti in zone soggette ad inedificabilità assoluta e per assoluta incompatibilità con le caratteristiche morfologiche del territorio, in virtù di disposizioni normative e regolamentari di carattere statale, regionale e comunale.

Art. 2 Art. 2 Art. 2 Art. 2 (Disposizioni di carattere generale) (Disposizioni di carattere generale) (Disposizioni di carattere generale) (Disposizioni di carattere generale)

Il presente Regolamento si applica (nelle zone all’interno del perimetro degli Ambiti Urbano e Periurbano definiti dal Regolamento Urbanistico) alle costruzioni temporanee su aree private, comprese quelle soggette a servitù di pubblico passaggio, ovvero su aree di proprietà di Enti Pubblici e/o del Comune. Ai fini del presente Regolamento le strutture temporanee sono elementi fisicamente assimilabili, per dimensioni e caratteri funzionali, a manufatti edilizi, ma destinati ad un utilizzo circoscritto nel tempo, tale da non determinare comunque una trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio. Le caratteristiche fisiche delle strutture temporanee, i materiali utilizzati, i sistemi di ancoraggio al suolo ecc., devono essere tali da garantirne una facile rimozione. Le strutture temporanee non devono avere alcun tipo di fondazione di natura permanente. Esse possono essere fissate al suolo mediante appositi sistemi di ancoraggio, che non richiedano escavazioni sia durante la posa in opera che durante la rimozione. Esse devono essere mobili o realizzate con elementi rimovibili, comprese le pavimentazioni ed i nuclei destinati a servizi. L’installazione delle strutture precarie deve essere eseguita in conformità alle normative sovraordinate, alle disposizioni comunali, a quanto previsto dal Codice Civile, dal Regolamento di Polizia Municipale, dal Codice della Strada e dal Regolamento Edilizio. Le strutture temporanee, da eseguirsi su aree pubbliche o su aree private soggette a servitù di pubblico passaggio, sono autorizzate secondo le norme regolamentari in materia di occupazione di suolo pubblico, o comunque secondo le

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norme che regolano la concessione a terzi di aree di proprietà pubblica. Le strutture precarie non devono interferire con reti tecniche o elementi di servizio (es. chiusini, griglie, caditoie, idranti, quadri di controllo, misuratori di servizio, segnaletica verticale ed orizzontale, toponomastica, illuminazione ecc.) che ne limitino il funzionamento, l’utilizzo o la manutenzione, se non per i casi esplicitamente ammessi ed assentiti dal competente Settore Tecnico. Al fine di salvaguardare la tutela dei beni storici ed artistici, nonché i caratteri ambientali del territorio, la realizzazione di strutture precarie nel Centri Antico e nelle aree rilevanti dal punto di vista artistico, paesaggistico ed ambientale dovrà essere subordinata alla adozione di particolare cautele in ordine alle dimensioni, alla tipologia, alle caratteristiche costruttive, all’utilizzo di materiale, alle modalità di inserimento nel particolare contesto di intervento, volte a garantire la perfetta compatibilità con i siti in cui ricadono. In ogni caso non potranno essere autorizzate strutture precarie in prossimità di monumenti ed immobili di rilevante importanza artistica e/o paesaggistica o in modo tale da limitare particolari visioni panoramiche. In corrispondenza di intersezioni stradali semaforizzate l’occupazione non deve occultare l’avvistamento delle luci semaforiche e/o del traffico veicolare. In corrispondenza di intersezioni non semaforizzate l’occupazione del suolo deve essere posta all’esterno del triangolo di visibilità, avente il vertice in corrispondenza della congiunzione fra i due lati (formato dai cordoli stessi) di lunghezza pari alla somma delle larghezze di entrambi i marciapiedi. Il terzo lato sarà costituito dal segmento di congiunzione fra i due lati precedentemente individuati. L’area occupata non deve interferire con le fermate di mezzi pubblici. Deve essere assicurata una larghezza libera dell’eventuale percorso pedonale e carrabile non inferiore a mt. 2,00 misurata tra il limite della carreggiata stradale o dell’edificio ed il piano verticale d’ingombro della struttura, al netto di eventuali aggetti. Tale larghezza deve essere libera da ostacoli o da interferenze per tutta la zona di transito e dovrà essere assicurata la continuità di percorsi pedonali e/o ciclabili.

Art. 3 Art. 3 Art. 3 Art. 3 (Atti(Atti(Atti(Atti abilitanti alla realizzazione delle strutture temporanee) abilitanti alla realizzazione delle strutture temporanee) abilitanti alla realizzazione delle strutture temporanee) abilitanti alla realizzazione delle strutture temporanee)

Le strutture temporanee oggetto del presente Regolamento non sono soggette né al rilascio di Permesso di costruire né alla presentazione di Denuncia di inizio attività, ma sono soggette ad autorizzazione amministrativa, rilasciata di norma dal Responsabile del Settore Tecnico, salvo le eccezioni di cui agli articoli successivi, con le modalità fissate nel presente allegato al Regolamento Edilizio. I proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo dei beni soggetti al vincolo ambientale, paesaggistico, monumentale e comunque sottoposti ai vincoli del Codice dei beni culturali e del Paesaggio, hanno l’obbligo di ottenere la preventiva autorizzazione da parte delle competenti Soprintendenze. La medesima autorizzazione deve essere preventivamente ottenuta nel caso di interventi che interessino i beni di proprietà pubblica realizzati da almeno 50 anni e che presentino interesse storico—artistico, anche in assenza di formale dichiarazione di interesse, almeno sino al momento della verifica dell’interesse culturale. I termini per il rilascio delle autorizzazioni temporanee sono gli stessi previsti per il rilascio del Permesso di costruire.

Art. 4 Art. 4 Art. 4 Art. 4 (Ambito temporale delle autorizzazioni) (Ambito temporale delle autorizzazioni) (Ambito temporale delle autorizzazioni) (Ambito temporale delle autorizzazioni)

Le strutture temporanee sono autorizzate per un periodo non superiore a sei mesi continuativi; una nuova autorizzazione relativa al medesimo immobile non può essere rilasciata prima che siano trascorsi sei mesi dalla rimozione della struttura precedentemente autorizzata, con la sola eccezione delle baracche di cantiere che seguono i termini di validità del relativo titolo abilitativo. Nell’autorizzazione è indicato il periodo di validità ed il tempo concesso per l’installazione e la rimozione delle strutture temporanee, nonché per la rimessa in pristino delle aree, di norma non superiore a 15 giorni . Per sopravvenute esigenze di interesse pubblico, può in ogni caso disporsi, anche prima della scadenza del termine di validità dell’autorizzazione, la rimozione anticipata delle strutture di cui si tratta. Qualora l’utilizzazione delle strutture di cui sopra sia destinata a ripetersi con cadenza annuale nello stesso periodo per un tempo determinato, il provvedimento autorizzatorio può avere durata pluriennale e comunque non superiore ad anni cinque, a condizione che le strutture in argomento conservino le medesime caratteristiche costruttive e dimensionali. In tal caso la polizza fidejussoria di cui al successivo articolo 10 ha la medesima validità temporale dell’autorizzazione. La realizzazione di strutture temporanee per periodi superiori a quelli fissati al primo comma è autorizzata esclusivamente nel caso che esse siano destinate a servizio di attività pubblica, seppure gestita da soggetti privati, ovvero a servizio di attività di

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carattere privato ma riconosciuta di interesse pubblico, preceduta da conforme Deliberazione assunta dalla Giunta che dia atto dell’esistenza di tale pubblico interesse.

Art. 5 Art. 5 Art. 5 Art. 5 (Strutture temporanee per attività commerciali, turistiche e di pub(Strutture temporanee per attività commerciali, turistiche e di pub(Strutture temporanee per attività commerciali, turistiche e di pub(Strutture temporanee per attività commerciali, turistiche e di pubblicoblicoblicoblico intrattenimento) intrattenimento) intrattenimento) intrattenimento)

Le norme del presente articolo si applicano a: a) attività commerciali di pubblico esercizio di somministrazione di alimenti e bevande; b) attività di ricezione turistica destinate alla ristorazione e/o alla ricreazione; c) attività di pubblico intrattenimento, ricreative ed associative.

A corredo delle attività e degli interventi sopra descritti possono essere realizzate strutture precarie, aventi una superficie coperta massima pari a quella ove è svolta l’attività, e comunque:

- su suolo privato, fino ad un massimo di mq. 100, in ogni caso non superiore alla superficie di pubblico esercizio esistente (escludendo la superficie per servizi);

- su superfici a terrazzo, o terrazzate, fino ad un max di mq. 80, in ogni caso non superiore alla superficie di pubblico esercizio esistente (escludendo le superfici per servizi);

- su suolo pubblico, pari all’area di concessione amministrativa, già assentita o assentibile, di riferimento, in ogni caso non superiore a mq. 80;

- su suolo privato ad uso pubblico e/o aperto al pubblico, pari all’area di concessione amministrativa già assentita o assentibile di riferimento, in ogni caso non superiore a mq. 60;

In casi particolari, le strutture precarie possono essere abbinate, purché destinate allo svolgimento di attività diverse tra loro.

Qualora la struttura precaria venga utilizzata per attività da svolgersi all’aperto, senza alcun tipo di copertura, potrà essere autorizzata anche per superfici maggiori rispetto a quella prevista dai precedenti punti.

Le strutture temporanee devono avere una altezza media non superiore a metri lineari 3,00, computati come descritto in seguito, ed essere realizzate secondo le seguenti caratteristiche e tipologie:

a) la struttura portante, solo ancorata al suolo, dovrà essere realizzata in acciaio, ferroalluminio verniciato o in legno, o in materiale similare;

b) le coperture dovranno essere realizzate in tela plastificata o legno e/o materiale similare, anche con manto impermeabilizzato;

c) dovranno consentire la regolare raccolta delle acque piovane, nonché la loro canalizzazione e deflusso.

d) Dovranno sempre e comunque consentire l’accesso ai disabili.

La quota di imposta del piano di calpestio delle strutture temporanee non potrà superare la quota di + cm. 20 dal piano di sistemazione esterna, salvo la realizzazione di adeguati accessi per disabili. L’altezza max al colmo non può superare ml. 3,00 misurati all’intradosso del solaio di copertura e comunque dovrà essere garantita un’altezza media di ml. 2,70. Le eventuali porte individuate come vie di esodo devono avere apertura ad anta e dovranno essere dimensionate in ragione della tipologia di attività e dell’affollamento, come previsto dalla vigente normativa. La pavimentazione delle strutture precarie dovrà essere facilmente amovibile e comunque tale che la sua installazione e rimozione non arrechi danni di qualunque genere o tipo alla natura del terreno sottostante. Le strutture precarie di altro genere e natura dovranno essere realizzate con materiale ritenuto compatibile con l’ambiente circostante e con le caratteristiche della zona e del paesaggio. Le zone ove sono ubicate le strutture precarie devono essere dotate di adeguati accessi pedonali, anche al fine di consentire la libera fruizione degli spazi pubblici ed il passaggio dei mezzi di soccorso, nonché presentare accessi per disabili, attrezzati e realizzati secondo le prescrizioni delle vigenti normative, con eliminazione di tutte le barrire architettoniche, in base alle disposizioni di legge. I caso di realizzazioni in Ambito Urbano, le strutture precarie possono ingombrare il tratto di strada carrabile, prospiciente l’esercizio commerciale svolto, nel rispetto delle vigenti norme del Codice

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della Strada e previo parere positivo del Comando polizia Municipale ed, eventualmente, dell’ente proprietario della strada. . La sistemazione esterna dovrà essere realizzata senza apportare alterazioni alla morfologia dei luoghi, evitando in particolare qualsiasi intervento di impermeabilizzazione delle superfici, piantumando ove possibile essenze autoctone ad integrazione di quelle eventualmente presenti. È vietata, in particolare, la costruzione di nuove recinzioni, mentre è possibile, laddove strettamente necessario, delimitare l’area di pertinenza con essenze e cespugliature autoctone.

Art. 6 Art. 6 Art. 6 Art. 6 (Strutture temporanee ad uso(Strutture temporanee ad uso(Strutture temporanee ad uso(Strutture temporanee ad uso cantiere) cantiere) cantiere) cantiere)

L'autorizzazione amministrativa per l'installazione di baracche di cantiere (incluse mense, dormitori ed altre strutture precarie a servizio del cantiere) è subordinata al solo possesso del Permesso di Costruire o alla presentazione della Denuncia di Inizio Attività o SCIA, ed è consentita per il periodo di validità di tali titoli abilitativi. L'installazione di baracche di cantiere per l'esecuzione di opere edilizie che non necessitano di alcun titolo abilitativo è altresì consentita, senza che sia necessaria alcuna autorizzazione, per il tempo strettamente necessario all'esecuzione dei lavori, previa comunicazione al Comune della natura dei lavori da eseguire e dei relativi tempi di esecuzione.

Art. Art. Art. Art. 7 7 7 7 (Strutture temporanee ad uso(Strutture temporanee ad uso(Strutture temporanee ad uso(Strutture temporanee ad uso sportivo, ricreativo osportivo, ricreativo osportivo, ricreativo osportivo, ricreativo o a servizio di a servizio di a servizio di a servizio di

impianti sportivi e ricreativi esistenti) impianti sportivi e ricreativi esistenti) impianti sportivi e ricreativi esistenti) impianti sportivi e ricreativi esistenti) Le strutture temporanee ad uso sportivo e ricreativo possono essere realizzate con le dimensioni, le caratteristiche e le limitazioni definite all’articolo 5 e possono autorizzate esclusivamente nelle zone destinate dal Regolamento Urbanistico allo svolgimento di dette attività.

Art. 8 Art. 8 Art. 8 Art. 8 (Strutture temporanee a servizio di manifestazioni) (Strutture temporanee a servizio di manifestazioni) (Strutture temporanee a servizio di manifestazioni) (Strutture temporanee a servizio di manifestazioni)

É ammessa la realizzazione di strutture temporanee a servizio di manifestazioni (sagre, esposizioni, mostre, fiere, feste, iniziative culturali, sociali, religiose, politiche, sportive). L’autorizzazione è limitata alla durata della manifestazione, che deve essere predefinita e certa. Le strutture temporanee a servizio di manifestazioni di durata inferiore ai sessanta giorni consecutivi non sono soggette ad autorizzazione amministrativa ma a semplice comunicazione, contenente gli elaborati grafici delle strutture da installare, la relazione tecnica sui materiali nonché l’indicazione dei termini di inizio e fine della manifestazione.

Art.9Art.9Art.9Art.9 (Serre stagionali) (Serre stagionali) (Serre stagionali) (Serre stagionali)

Le strutture temporanee destinate a serre, che non siano a servizio di attività agricola, possono essere realizzate solo per il periodo invernale a condizione che siano di dimensioni e tipologie tali da renderne inequivocabile la loro utilizzazione a serra, non siano ancorate stabilmente al suolo, siano destinate a mera protezione delle essenze vegetali e siano realizzate con materiale leggero che consenta il passaggio della luce in ogni sua parte; esse devono essere rimosse al termine del periodo invernale. Non sono soggette ad autorizzazione le serre stagionali destinate al mero ricovero di essenze vegetali, tamponate con materiale completamente trasparente, di dimensioni inferiori a mq. 10 e con altezza massima in colmo inferiore a metri 2, fermo restando il limite massimo dei sei mesi continuativi.

Art. 10Art. 10Art. 10Art. 10 (Documentazione e garanzie)(Documentazione e garanzie)(Documentazione e garanzie)(Documentazione e garanzie)

Chiunque intenda realizzare strutture temporanee soggette ad autorizzazione amministrativa, deve presentare presso il Settore Tecnico, competente al rilascio della stessa, la documentazione sotto elencata:

a) domanda a firma del richiedente l'autorizzazione e del proprietario dell’area, contenente dichiarazione di impegno a rimuovere, alla scadenza del termine di validità dell’autorizzazione, i manufatti temporanei e ricondurre in pristino l’originario stato dei luoghi;

b) planimetria di zona in scala 1:100 o 1:200;

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c) rappresentazione grafica del manufatto in scala 1:50 o 1:100 con indicati le dimensioni planimetriche e altimetriche della struttura, le eventuali parti pubbliche o di uso pubblico interessate, nonché la distanza dalle strade, dai confini e dagli altri fabbricati esistenti nell’intorno per una lunghezza di almeno 15 ml.;

d) documentazione fotografica dei luoghi e) Autocertificazione attestante i requisiti igienico-sanitari in relazione all’attività che vi verrà

svolta nonché di conformità alle norme di sicurezza; f) nulla osta della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici, ove occorrente; g) relazione tecnica in merito alle operazioni da svolgere per la messa in opera e ai materiali

utilizzati; h) perizia di stima sull’entità degli interventi necessari per effettuare le operazioni di cui alla

precedente lettera e sul loro costo; i) polizza fidejussoria, bancaria o assicurativa per l’importo della perizia di cui alla precedente

lettera, o comunque fissata dalla direzione in relazione all’entità o consistenza delle opere, incrementata del 30%, a garanzia dell’esatto adempimento degli obblighi assunti con la dichiarazione di impegno contenuta nell’istanza di cui alla precedente lettera a).

Lo svincolo della fidejussione sarà autorizzato con Determina del Responsabile del Settore Tecnico, su richiesta dell'interessato e previa verifica dell’avvenuta rimozione del manufatto e del completo ripristino dell’originario, precedente stato dei luoghi. In caso che la rimozione della struttura non avvenga entro i termini assegnati, nella conseguente diffida ad adempiere si azionerà la fidejussione prestata ai fini dell’esecuzione in danno del soggetto inadempiente.

Art. 11Art. 11Art. 11Art. 11 (Sanzioni)(Sanzioni)(Sanzioni)(Sanzioni)

In caso di omessa o tardiva richiesta della prescritta autorizzazione è applicata la sanzione amministrativa di €. 500,00. Le costruzioni temporanee autorizzate ai sensi del presente Regolamento e non rimosse entro i termini stabiliti nell'atto autorizzatorio o dal regolamento stesso sono considerate abusive a tutti gli effetti e soggette al regime sanzionatorio previsto dalla vigente legislazione in materia.

Art. 12 Art. 12 Art. 12 Art. 12 (Norma transitoria) (Norma transitoria) (Norma transitoria) (Norma transitoria)

Le disposizioni previste dal presente regolamento si applicano alle costruzioni temporanee esistenti al momento della sua entrata in vigore realizzate in virtù di precedenti Ordinanze Sindacali. Al fine di adeguare progressivamente le strutture temporanee esistenti alla presente normativa è ammesso di mantenere le strutture regolarmente autorizzate fino alla scadenza del termine temporale di autorizzazione.

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ALLEGATO “C” REGOLAMENTO EDILIZIO – Comune di Palazzo San Gervasio 2011

REGOLAMENTO COMUNALEREGOLAMENTO COMUNALEREGOLAMENTO COMUNALEREGOLAMENTO COMUNALE PER LA PROMOZIONE DELLA BIOEDILIZIA E L’USO DELLE PER LA PROMOZIONE DELLA BIOEDILIZIA E L’USO DELLE PER LA PROMOZIONE DELLA BIOEDILIZIA E L’USO DELLE PER LA PROMOZIONE DELLA BIOEDILIZIA E L’USO DELLE FONTI ENERGETICHE RINNOVABILIFONTI ENERGETICHE RINNOVABILIFONTI ENERGETICHE RINNOVABILIFONTI ENERGETICHE RINNOVABILI

SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO

Art. 1 Finalità Art.2 Campo di applicazione Art. 3 Strumenti Art. 4 Definizione Art. 5 Progettazione Art. 6 Requisiti minimi e incentivanti Art. 7 Procedimento Art. 8 Verifiche sulle opere Art. 9 Sanzioni Art.10 Deroghe ai parametri urbanistico/edilizi Art.11 Messa in opera di impianti fotovoltaici e solari termici nel Centro Antico

Art. 1Art. 1Art. 1Art. 1

(Finalità)(Finalità)(Finalità)(Finalità)

Il presente Regolamento individua e definisce norme e soluzioni tecnologiche bioclimatiche volte a favorire l’uso razionale dell’energia e l’uso di fonti energetiche rinnovabili, quali la tecnologia fotovoltaica, idroelettrica, eolica e quella derivante da biomasse, con particolare riferimento alla diffusione del sistema solare termico anche per il patrimonio edilizio esistente. A tale scopo esso contiene indicazioni in ordine all’orientamento e alla conformazione degli edifici da realizzare negli interventi di trasformazione, allo scopo di massimizzare lo sfruttamento della radiazione solare. Gli interventi di trasformazione edilizia devono raggiungere livelli di qualità energetico– ambientale degli spazi scoperti e di quelli edificati, al fine di renderli compatibili con le esigenze antropiche e con l’equilibrio delle risorse ambientali. Esso individua e definisce inoltre, parametri e criteri per gli interventi edilizi relativamente a:

a) le considerazione dei dati climatici locali; b) il controllo dei consumi di energia, del ciclo delle acque, delle emissioni e dei rifiuti; c) l’utilizzo di prodotti ecocompatibili, materiali locali e tecnologie ecoefficienti dal punto

di vista energetico; d) le considerazione degli spazi esterni come parte integrante e non complementare del

progetto degli edifici; e) la previsione di una cantierizzazione ispirata ai principi del risparmio energetico e della

tutela dell’ambiente. La qualità insediativa ed edilizia deve pertanto essere l’obiettivo principale della progettazione, e deve contenere un rinnovato approccio verso uno sviluppo del territorio che consideri:

• la compatibilità ambientale;

• l'ecoefficienza energetica; • il comfort abitativo;

• la salvaguardia della salute dei cittadini

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Art. 2Art. 2Art. 2Art. 2 (Campo di applicazione)(Campo di applicazione)(Campo di applicazione)(Campo di applicazione)

Rientrano nell’ambito di applicazione delle presenti norme gli interventi di iniziativa privata relativi a:

• Pianificazione Attuativa;

• Ristrutturazioni urbanistiche, nuove edificazioni, sopraelevazioni, ampliamenti, demolizione, con o senza fedele ricostruzione;

• Ristrutturazioni edilizie riguardanti l’intero organismo.

Art. 3Art. 3Art. 3Art. 3 (Strumenti)(Strumenti)(Strumenti)(Strumenti)

Le valutazioni dei progetti e la loro rispondenza ai principi della edilizia sostenibile sono effettuate sulla base della vigente legislazione nazionale e regionale di riferimento. In particolare, il raggiungimento degli obiettivi di qualità edilizia e urbanistica e di sostenibilità ambientale, deve attuarsi attraverso un sistema di progettazione e verifica di tipo prestazionale. Le opere edilizie dovranno rispondere a specifici requisiti, secondo parametri oggettivi e misurabili, in base ai quali verranno verificati i livelli di prestazione delle stesse.

Art. 4Art. 4Art. 4Art. 4 (Definizioni)(Definizioni)(Definizioni)(Definizioni)

Ai fini dell’applicazione del presente Regolamento valgono le seguenti definizioni:

- Attestato di certificazione energetica o di rendimento energetico dell'edificio: è il documento redatto nel rispetto delle norme contenute nel presente regolamento, attestante la prestazione energetica ed eventualmente alcuni parametri energetici caratteristici dell'edificio;

- Attestato di qualificazione energetica: è il documento predisposto ed asseverato da un professionista abilitato, non necessariamente estraneo alla proprietà, alla progettazione o alla realizzazione dell’edificio, nel quale sono riportati i fabbisogni di energia primaria di calcolo, la classe di appartenenza dell’edificio, o dell’unità immobiliare, in relazione al sistema di certificazione energetica in vigore, ed corrispondenti valori massimi ammissibili fissati dalla normativa in vigore per il caso specifico o, ove non siano fissati tali limiti, per un identico edificio di nuova costruzione.

Al di fuori di quanto previsto all’articolo 8, comma 2, del D.Lgs. 192/05, l’attestato di qualificazione energetica è facoltativo ed è predisposto a cura dell’interessato al fine di semplificare il successivo rilascio della certificazione energetica.

A tal fine, l’attestato comprende anche l’indicazione di possibili interventi migliorativi delle prestazioni energetiche e la classe di appartenenza dell’edificio, o dell’unità immobiliare, in relazione al sistema di certificazione energetica in vigore, nonché i possibili passaggi di classe a seguito della eventuale realizzazione degli interventi stessi.

L’estensore provvede ad evidenziare opportunamente sul frontespizio del documento, che il medesimo non costituisce attestato di certificazione energetica dell’edificio, nonché, nel sottoscriverlo, qual è od è stato il suo ruolo con riferimento all’edificio medesimo.

- Categoria dell’edificio: è la classificazione in base alla destinazione d’uso definita all’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412.

- Certificazione energetica dell’edificio: è il complesso delle operazioni svolte dai soggetti di cui all’articolo 4, comma 1, lettera c) del decreto legislativo 19 agosto 2005, n° 192, necessarie per il rilascio dell’attestato di certificazione energetica e delle raccomandazioni per il miglioramento della prestazione energetica dell’edificio;

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- Classe energetica: è l’intervallo convenzionale di riferimento all’interno del quale si colloca la prestazione energetica dell’edificio su una scala dei valori utilizzata per rappresentarla. La classe energetica è contrassegnata da una lettera da G ad A, nella direzione di una efficienza energetica crescente. Possono coesistere delle maggiori specificazioni all’interno della stessa classe (a titolo esemplificativo classe A+, A++, ecc.).

- Climatizzazione invernale o estiva: è l’insieme di funzioni atte ad assicurare il benessere degli occupanti mediante il controllo, all’interno degli ambienti, della temperatura e, ove presenti dispositivi idonei, dell’umidità, della portata di rinnovo e della purezza dell’aria.

- Cogenerazione: è la produzione e l'utilizzo simultanei di energia meccanica, o elettrica, e di energia termica a partire dai combustibili primari, nel rispetto di determinati criteri qualitativi di efficienza energetica;

- Condizionamento d'aria: è il sistema costituito da tutti i componenti necessari per il trattamento dell’aria, attraverso il quale la temperatura è controllata o può essere abbassata, eventualmente in combinazione con il controllo della ventilazione, dell’umidità e della purezza dell’aria.

- Diagnosi energetica: è la procedura sistematica volta a fornire una adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o gruppo di edifici, di una attività e/o impianto industriale o di servizi pubblici o privati, ad individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi benefici e riferire in merito ai risultati.

- Edificio: è il sistema costituito dalle strutture edilizie esterne, che delimitano uno spazio di volume definito, dalle strutture interne che ripartiscono detto volume, e da tutti gli impianti e dispositivi tecnologici che si trovano stabilmente al suo interno; la superficie esterna, che delimita un edificio, può confinare con tutti o alcuni di questi elementi: l’ambiente esterno (luce, calore, aria, pioggia, etc.), il suolo, altri edifici; il termine può riferirsi a un intero edificio ovvero a parti di edificio progettate o ristrutturate per essere utilizzate come unità immobiliari a se stanti.

- Edificio di nuova costruzione: è un edificio per il quale la richiesta di Permesso di Costruire, Denuncia di Inizio Attività o SCIA, comunque denominata, sia stata presentata successivamente alla data di entrata in vigore del presente Regolamento.

- Edificio di proprietà pubblica: è un edificio di proprietà dello Stato, della Regione Basilicata, della Provincia di Potenza, del Comune di Palazzo San Gervasio o di altri enti pubblici, anche economici, destinato sia allo svolgimento delle attività dell’ente, sia ad altre attività o usi, compreso quello di abitazione privata.

- Esercizio e manutenzione di un impianto termico: è il complesso di operazioni, che comporta l’assunzione di responsabilità finalizzata alla gestione degli impianti, includente: conduzione, controllo, manutenzione ordinaria e straordinaria, nel rispetto delle norme in materia di sicurezza, di contenimento dei consumi energetici e di salvaguardia ambientale.

- Fabbisogno annuo di energia primaria per la climatizzazione invernale ed estiva: è la quantità di energia primaria globalmente richiesta, nel corso di un anno, per mantenere negli ambienti la temperatura di progetto, in regime di attivazione continuo.

- Fonti energetiche rinnovabili: sono le fonti energetiche rinnovabili non fossili (eolica, solare, geotermica, idraulica, biomasse, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas); in particolare, per biomasse si intende: la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani.

- Generatore di calore o caldaia: è il complesso bruciatorecaldaia che permette di trasferire al fluido termovettore il calore prodotto dalla combustione.

- Gradi giorno di una località: è il parametro convenzionale rappresentativo delle condizioni climatiche

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locali, utilizzato per stimare al meglio il fabbisogno energetico necessario per mantenere gli ambienti ad una temperatura prefissata; l'unità di misura utilizzata è il grado giorno, “GG”.

- Impianto termico di nuova installazione: è un impianto termico installato in un edificio di nuova costruzione o in un edificio o porzione di edificio antecedentemente privo di impianto termico.

- Impianto termico: è un impianto tecnologico destinato alla climatizzazione estiva ed invernale degli ambienti, con o senza produzione di acqua calda per usi igienici e sanitari, o alla sola produzione centralizzata di acqua calda per gli stessi usi, comprendente eventuali sistemi di produzione, distribuzione e utilizzazione del calore, nonché gli organi di regolazione e di controllo; sono compresi negli impianti termici gli impianti individuali di riscaldamento, mentre non sono considerati impianti termici apparecchi quali: stufe, caminetti, apparecchi per il riscaldamento localizzato ad energia radiante, scaldacqua unifamiliari; tali apparecchi, se fissi, sono tuttavia assimilati agli impianti termici, quando la somma delle potenze nominali del focolare degli apparecchi al servizio della singola unità immobiliare è maggiore o uguale a 15 kW.

- Involucro edilizio: è l’insieme delle strutture edilizie esterne che delimitano un edificio.

- Ispezioni su edifici ed impianti: sono gli interventi di controllo tecnico e documentale in sito, svolti da esperti qualificati incaricati dalle autorità pubbliche competenti, mirato a verificare che le opere e gli impianti siano conformi alle norme vigenti e che rispettino le prescrizioni e gli obblighi stabiliti.

- Manutenzione ordinaria dell’impianto termico: sono le operazioni previste nei libretti d’uso e manutenzione degli apparecchi e componenti, che possono essere effettuate in luogo con strumenti ed attrezzature di corredo agli apparecchi e componenti stessi, e che comportino l’impiego di attrezzature e di materiali di consumo d’uso corrente.

- Manutenzione straordinaria dell’impianto termico: è il complesso degli interventi atti a ricondurre il funzionamento dell’impianto a quello previsto dal progetto e/o dalla normativa vigente mediante il ricorso, in tutto o in parte, a mezzi, attrezzature, strumentazioni, riparazioni, ricambi di parti, ripristini, revisione o sostituzione di apparecchi o componenti dell'impianto termico.

- Pompa di calore: è un dispositivo o un impianto che sottrae calore dall’ambiente esterno, o da una sorgente di calore a bassa temperatura, e lo trasferisce all'ambiente a temperatura controllata.

- Ponte termico: è la discontinuità di isolamento termico che si può verificare in corrispondenza agli innesti di elementi strutturali (solai e pareti verticali o pareti verticali tra loro).

- Potenza nominale utile di un sistema di condizionamento d’aria: è la potenza massima specificata e garantita dal costruttore come potenza, che può essere sviluppata al fluido termovettore in regime di funzionamento continuo rispettando i rendimenti utili indicati dal costruttore.

- Potenza termica convenzionale di un generatore di calore: è la potenza termica del focolare diminuita della potenza termica persa al camino in regime di funzionamento continuo; l'unità di misura utilizzata è il “kW”.

- Potenza termica del focolare di un generatore di calore: è il prodotto del potere calorifico inferiore del combustibile impiegato e della portata di combustibile bruciato; l'unità di misura utilizzata è il “kW”.

- Potenza termica utile di un generatore di calore: è la quantità di calore trasferita nell'unità di tempo al fluido termovettore; l'unità di misura utilizzata è il “kW”.

- Prestazione energetica, efficienza energetica ovvero rendimento di un edificio: è la quantità annua di energia effettivamente consumata, o che si prevede possa essere necessaria, per soddisfare i vari bisogni connessi ad un uso standard dell'edificio, compresi la climatizzazione invernale e estiva, la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari, la ventilazione e l'illuminazione; tale quantità viene espressa da uno più descrittori che tengono conto della coibentazione, delle caratteristiche tecniche e d’installazione,

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della progettazione e della posizione dell’edificio in relazione agli aspetti climatici, dell’esposizione al sole e dell’influenza delle strutture adiacenti, dell’esistenza di sistemi di trasformazione propria di energia e degli altri fattori, compreso il clima degli ambienti interni, che influenzano il fabbisogno energetico.

- Proprietario dell’impianto termico: è il soggetto che, in tutto o in parte, è proprietario dell’impianto termico; nel caso di edifici dotati di impianti termici centralizzati amministrati in condominio, e nel caso di soggetti diversi dalle persone fisiche gli obblighi e le responsabilità a carico del proprietario.

- Rendimento di combustione o rendimento termico convenzionale di un generatore di calore: è il rapporto tra la potenza termica convenzionale e la potenza termica del focolare.

- Rendimento globale medio stagionale dell’impianto termico: è il rapporto tra il fabbisogno di energia termica utile per la climatizzazione invernale e l’energia primaria delle fonti energetiche, ivi compresa l’energia elettrica dei dispositivi ausiliari, calcolato con riferimento al periodo annuale di esercizio di cui all’art. 9 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n° 412; ai fini della conversione dell’energia elettrica in energia primaria si considera l'equivalenza: “10 MJ = 1kWhe”.

- Rendimento termico utile di un generatore di calore: è il rapporto tra la potenza termica utile e la potenza termica del focolare.

- Responsabile dell’esercizio e della manutenzione di un impianto termico: è il proprietario, o per esso un terzo, avente i requisiti di cui all’articolo 1, comma 1, lettera o) del d.p.r. 412/1993; nel caso di unità immobiliari dotate di impianti termici individuali la figura dell’occupante, a qualsiasi titolo, dell’unità immobiliare stessa, subentra, per la durata dell'occupazione, alla figura del proprietario, nell’onere di adempiere agli obblighi previsti dalla legge, e nelle connesse responsabilità limitatamente all’esercizio, alla manutenzione dell’impianto termico e alle verifiche periodiche.

- Ristrutturazione di un impianto termico: è un insieme di opere che comportano la modifica sostanziale, sia dei sistemi di produzione, che di distribuzione del calore; rientrano in questa categoria anche la trasformazione di un impianto termico centralizzato in impianti termici individuali, nonché la risistemazione impiantistica nelle singole unità immobiliari, o parti di edificio in caso di installazione di un impianto termico individuale previo distacco dall'impianto termico centralizzato.

- Sostituzione di un generatore di calore: è la rimozione di un vecchio generatore e l’installazione di un altro nuovo, di potenza termica non superiore del 10% alla potenza del generatore sostituito, destinato ad erogare energia termica alle medesime utenze.

- Targa energetica: è l’espressione dell’attestato di certificazione energetica finalizzata all’affissione pubblica sull’edificio a cui si riferisce; la targa è rilasciata dall’organismo pubblico competente, alla cui discrezione e demandata la determinazione di una soglia minima della prestazione energetica dell’edificio, a cui condizionarne il rilascio.

- Trasmittanza termica: è il flusso di calore che passa attraverso una parete per m2 di superficie della parete e

per grado K di differenza, tra la temperatura interna ad un locale e la temperatura esterna o del locale contiguo.

- Valore di riferimento: valore standard di legge o calcolato, da confrontare con una valutazione standardizzata.

- Valori nominali delle potenze e dei rendimenti: sono i valori di potenza massima e di rendimento di un apparecchio specificati e garantiti dal costruttore per il regime di funzionamento continuo.

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Art. 5Art. 5Art. 5Art. 5 (Progettazione)(Progettazione)(Progettazione)(Progettazione)

La progettazione integrata dei nuovi interventi dovrà essere basata essenzialmente sui caratteri locali, ambientali, climatici e storici, dell’area oggetto di trasformazione. Per progettazione integrata si intende l’intero e complesso processo che vede risolte in un unico momento tecnico-ideativo tutte le istanze, da quelle urbanistiche, architettoniche, strutturali, impiantistiche a quelle della sicurezza del cantiere, dello smaltimento dei materiali edili, etc. Al fine di integrare la progettazione degli edifici con i fattori climatici, sfruttando i benefici di quelli favorevoli, e proteggendo le costruzioni da quelli che incidono negativamente sul comfort abitativo e sul risparmio energetico, i progetti devono eseguire le seguenti verifiche:

• calcolo del fabbisogno annuo di energia primaria dell’immobile;

• verifica dell’abbattimento di tale fabbisogno nel periodo invernale attraverso gli apporti gratuiti di energia derivanti dall’irraggiamento solare;

• verifica dell’abbattimento di tale fabbisogno nel periodo estivo attraverso il controllo del soleggiamento e l’adozione dei sistemi di raffrescamento passivo.

La disposizione interna dei locali deve tenere conto della compatibilità tra funzioni dei locali ed orientamento, in riferimento ad illuminazione, calore e ventilazione. Al fine di garantire il rispetto e la valorizzazione delle caratteristiche ambientali locali nella progettazione, si deve tener conto della possibilità di utilizzo di materiali eco e biocompatibili, facendo ricorso prioritariamente a materiali locali e riciclabili. In caso di oggettiva impossibilità ad osservare le verifiche di cui sopra, il professionista incaricato del progetto deve specificare puntualmente le motivazioni e proporre idonee alternative.

Art. 6Art. 6Art. 6Art. 6 (Incentivo volumetrico e relativi requisiti (Incentivo volumetrico e relativi requisiti (Incentivo volumetrico e relativi requisiti (Incentivo volumetrico e relativi requisiti ))))

Al fine di promuovere la realizzazione di complessi insediativi ed interventi edilizi eco-compatibili caratterizzati da standard abitativi atti a migliorare il benessere psicofisico dei residenti, sono conferiti premi di cubatura, ad incremento delle volumetrie consentite, comunque nel rispetto dei limiti di distanze e di altezze indicati dagli strumenti urbanistici vigenti, nell’ordine del 2% delle volumetrie stesse per ciascuna delle tipologie di intervento di seguito specificate:

a) edifici che utilizzano, per la produzione di acqua calda sanitaria e per il riscaldamento a servizio delle relative unità immobiliari, moduli solari termici posti sull’involucro esterno dell’edificio e/o impianti di geotermia a bassa entalpia che assicurino non meno del 50% del fabbisogno di energia termica necessaria, e/o impianti alimentati da biomasse e biogas derivanti da prodotti agricoli, di allevamento e forestali;

b) edifici condominiali che utilizzano moduli fotovoltaici integrati nell’involucro esterno dell’edificio stesso per autorpoduzione in misura non inferiore a 0,4 Kw di potenza nominale dell’impianto per ogni unità immobiliare, e/o impianti alimentati da biomasse e biogas derivanti da prodotti agricoli, di allevamento e forestali;

c) edifici non condominiali che utilizzano impianti fotovoltaici integrati nell’involucro esterno dello stesso edificio la cui potenza nominale complessiva è tale da soddisfare almeno il 70% del proprio fabbisogno di energia elettrica (autoproduzione), e/o impianti alimentati da biomasse e biogas derivanti da prodotti agricoli, di allevamento e forestali;

d) edifici il cui involucro esterno è realizzato con le seguenti tipologie di elementi costruttivi:

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1. pareti esterne costituite da materiali permeabili assorbenti e con elevati indici di conservazione dell’energia, dello spessore complessivo non superiore a 40 cm, con inserto in pannello isolante di materiale in grado comunque di controllare i fenomeni di condensazione, dei ponti termici, delle infiltrazioni e dei ricambi d’aria;

2. solai intermedi e di copertura, dello spessore complessivo (compreso sottofondo, isolante e pavimento) non superiore a 40 cm, con pavimento galleggiante su supporto di materiale isolante;

e) edifici che dispongono di sistemi di captazione, filtro ed accumulo delle acque meteoriche, con relativa rete di adduzione e distribuzione idrica all’interno ed all’esterno degli stessi edifici, quali alimentazione delle cassette di scarico dei WC, delle prese per lavaggio auto e pavimenti, per annaffiatura giardini e per usi tecnologici;

f) edifici che dispongono di aree pertinenziali esterne sistemate a giardino e/o pavimentate con elementi filtranti in misura inferiore al 60% delle stesse superfici.

I volumi tecnici destinati ad impianti energetico-efficienti ed al controllo del ciclo dell’acqua non sono computabili nel volume massimo ammissibile, sempre che gli stessi siano totalmente sottesi al piano campagna, ovvero siano integrati nell’involucro esterno dell’edificio con soluzioni che comunque rispettino i limiti di distanza tra i fabbricati e le altezze massime previste. I suddetti volumi, nel caso di realizzazione in copertura, sono ammissibili e non computabili ai fini volumetrici, ove gli stessi siano integrati nell’involucro esterno dell’edificio, abbiano altezza netta interna non superiore a m 2,30 e si arretrino dal fronte dell’edificio secondo un’inclinata non superiore a 30°. Gli stessi volumi tecnici, qualora siano realizzati fuori terra, non possono superare il 4% del volume ammissibile dell’edificio ai fini urbanistici; qualora siano interrati non possono superare il 15% della superficie netta interna dell’edificio servito, ed il 35% per le vasche. I suddetti volumi sono vincolati alla destinazione d’uso che non può subire variazioni.

Si intendono per volumi tecnici destinati ad impianti energetico-efficienti ed al controllo del ciclo dell’acqua di cui al precedente comma le seguenti cubature:

a) volumi previsti per accogliere sistemi passivi di riscaldamento e/o di raffrescamento e, in genere, gli impianti tecnologici finalizzati al risparmio energetico, la cui specifica finalità deve essere certificata con relazione a firma di tecnico abilitato, in cui deve essere valutato il guadagno energetico, secondo le Norme UNI 10344 e 10349;

b) volumi per il contenimento di boiler di accumulo di acqua calda proveniente da pannelli solari, con relative centrali di comando e pompe di distribuzione;

c) volumi per ventilatori e scambiatori temici e canalizzazioni di aria a bassa velocità per l’applicazione di tecniche di ventilazione dolce meccanizzata associata a pozzi canadesi;

d) volumi per pompe di calore applicate alla termoregolazione e a pozzi geotermici a bassa temperatura;

e) più in generale tutti i volumi necessari per gli accumulatori di energia (elettrica, termica, chimica) autoprodotta;

f) volumi per vasche destinate al recupero e relativi impianti per usi compatibili delle acque meteoriche e delle acque grigie;

g) volumi destinati ad accogliere dispositivi tecnici per ridurre gli sprechi di acqua fornita dall’acquedotto e per sopperire alla temporanee interruzioni nell’erogazione della stessa.

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Art. 7Art. 7Art. 7Art. 7 (Procedimento)(Procedimento)(Procedimento)(Procedimento)

Il raggiungimento degli obiettivi di qualità edilizia ed ambientale prefissati dovrà essere garantito da un procedimento edilizio, che permetta il controllo dell’attività di trasformazione del territorio dalla progettazione, alla esecuzione, al collaudo ed uso degli edifici.

Per accedere agli incentivi, la conformità del progetto a quanto disposto dalle disposizioni richiamate viene certificata dal progettista con apposita relazione illustrativa da allegarsi alla richiesta di Permesso di Costruire o alla Denuncia di Inizio Attività, alla SCIA o a qualsivoglia altro titolo abilitativo, comunque denominato. A tal fine, il presente regolamento stabilisce quali siano gli elaborati di progettazione e verifica, gli adempimenti, gli obblighi e le sanzioni. Il progetto deve garantire:

• l’adeguatezza al contesto ambientale e climatico del sito in cui si interviene;

• il coordinamento tra il progetto architettonico e i progetti degli impianti, del verde, della viabilità ecc.;

• la realizzazione dell’opera secondo i criteri e le tecniche costruttive biocompatibili ed ecoefficienti;

• la verifica dei risultati e la loro permanenza nel tempo. Gli elaborati obbligatori da produrre nel procedimento edilizio, dalla progettazione all’uso del fabbricato, sono pertanto:

a) la relazione illustrativa;

b) l’analisi del sito, propedeutica alla progettazione dei nuovi edifici, contenente tutti i dati relativi all’ambiente in cui si inserisce la costruzione; (fattori fisici, fattori climatici, fattori ambientali);

c) gli elaborati tecnici, sia grafici che di calcolo, atti a dimostrare il soddisfacimento dei requisiti;

d) il programma delle manutenzioni;

e) il manuale d’uso per gli utenti contenente le prestazioni, le verifiche effettuale sulle opere realizzate, i certificati, i collaudi ed il programma di manutenzione e le istruzioni d’uso del fabbricato.

Gli elaborati di cui ai punti a), b), e c) sono presentati con il progetto delle opere al momento della presentazione dell’istanza, gli elaborati di cui ai punti d) ed e) sono presentati al momento della certificazione di abitabilità/agibilità. L’elenco degli elaborati è aggiornabile periodicamente con semplice Determinazione del Responsabile del Settore Tecnico.

Art. 8Art. 8Art. 8Art. 8 (Verifiche sulle opere)(Verifiche sulle opere)(Verifiche sulle opere)(Verifiche sulle opere)

Le verifiche sulla regolarità delle opere eseguite devono essere effettuate principalmente nella fase di certificazione di abitabilità/agibilità degli edifici. A tale scopo, il Direttore dei Lavori deve produrre le certificazioni, i collaudi e le misurazioni necessarie a verificare la rispondenza dell’opera al livello di qualità indicato nel progetto. Le verifiche sulle tecniche costruttive, la posa in opera di materiali, sono eseguite in corso d’opera dal direttore dei lavori al fine di garantire l’efficacia delle verifiche e certificazioni finali. Le verifiche di cui sopra sono riportate nel Manuale d’uso per l’utente. Le verifiche sugli interventi di ecoefficienza degli edifici che hanno determinato l’accesso agli incentivi è disposta dall’Amministrazione Comunale, attraverso i componenti del Settore Tecnico. La mancata rispondenza di quanto previsto nel progetto approvato e/o il mancato deposito dei documenti di cui sopra rende difformi le opere realizzate.

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Art. 9Art. 9Art. 9Art. 9 (Sanzioni)(Sanzioni)(Sanzioni)(Sanzioni)

In caso di mancata rispondenza a quanto previsto nel progetto approvato e/o di mancato deposito dei documenti previsti nel presente Allegato al Regolamento Edilizio, e in generale per tutte le opere realizzate in difformità al progetto approvato per interventi che abbiano ottenuto incentivi, si applicano le sanzioni previste dal T.U. (D.P.R. 380/01) nel caso di edificazione con variazioni essenziali rispetto a quanto autorizzato.

Art. 10Art. 10Art. 10Art. 10 (D(D(D(Deroghe ai parametri urbanisticoeroghe ai parametri urbanisticoeroghe ai parametri urbanisticoeroghe ai parametri urbanistico----edilizi)edilizi)edilizi)edilizi)

Sono esclusi dai computi urbanistici (Superficie Coperta, Volume, Superficie Utile Lorda) le seguenti parti degli edifici destinati ad uso residenziale e terziario (turistico ricettivo, commerciale e direzionale), se espressamente finalizzate all’ottenimento del comfort ambientale e risparmio energetico, attraverso il miglioramento dell’isolamento termico e lo sfruttamento del massimo soleggiamento durante la stagione più fredda:

• Verande e serre solari non riscaldate disposte nei fronti da sudest a sudovest con funzione di captazione solare, che abbiano la superficie esterna, riferita a pareti e copertura, vetrata per almeno il settanta per cento. Il volume delle serre non può superare il 20% del volume riscaldato dell’edificio; deve in ogni caso essere accuratamente previsto l’adattamento delle serre alla stagione più calda mediante schermature, aperture, etc.

• Spazi collettivi interni coperti o racchiusi da vetrate quali corti chiuse, spazi condominiali coperti e climatizzati naturalmente, progettati al fine di migliorare il microclima del complesso edilizio, con incidenza fino ad un massimo del venticinque per cento della superficie coperta dell’edificio.

L’esclusione dei sopra citati volumi dagli indici urbanistici e dai parametri edilizi previsti dal Regolamento Urbanistico, ed in generale, dagli atti del governo del territorio, è subordinata alla certificazione del “Bilancio Energetico”, nella quale si dà atto del guadagno energetico previsto, tenuto conto dell’irraggiamento solare, su tutta la stagione di riscaldamento. Sono esclusi dai computi urbanistici i seguenti extra spessori:

• La parte delle murature esterne, siano esse portanti o tamponature, eccedenti i 30 cm di spessore finito, e comunque fino ad un massimo di ulteriori cm 25.00. Dovranno in ogni modo essere rispettate le distanze minime dai confini di proprietà, dai fabbricati, e dalle strade previste da leggi e regolamenti.

• La porzione superiore e non strutturale dei solai interpiano (evidenziandone la funzione dal punto di vista dell’efficienza termica e/o acustica del progetto), fino ad un massimo di ulteriori cm.15.00.

• La porzione superiore e non strutturale dei solai di copertura, fino ad un massimo di ulteriori cm. 25.00. L’incremento di spessore del pacchetto sarà funzionale alle caratteristiche tecniche della soluzione prescelta.

Le presenti norme si applicano compatibilmente con i caratteri storici ed architettonici degli edifici e dei luoghi. Gli incrementi realizzati in forza del presente Regolamento, non incidendo sui parametri edilizi, non costituiscono modifica alla sagoma e alla consistenza degli edifici, ferma restando la necessità, anche in caso di varianti in corso d’opera, di rispettare le distanze minime dai confini di proprietà, dai fabbricati, e dalle strade previste da leggi e regolamenti.

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Art. 11Art. 11Art. 11Art. 11 (Messa in opera di impianti fotovoltaici(Messa in opera di impianti fotovoltaici(Messa in opera di impianti fotovoltaici(Messa in opera di impianti fotovoltaici e solari termici nel Centro Antico e solari termici nel Centro Antico e solari termici nel Centro Antico e solari termici nel Centro Antico))))

Per gli interventi di messa in opera di impianti fotovoltaici e solari termici sui complessi, sugli edifici e sui manufatti storici posti all’interno del Centro Antico così come perimetrato dal Regolamento Urbanistico, al fine di perseguire gli obiettivi di conservazione e valorizzazione degli aspetti paesaggistici, ambientali, storici ed architettonici, sono stabiliti i seguenti criteri di indirizzo progettuale ed esecutivo: 1)-il posizionamento degli impianti con le relative strutture di sostegno e di servizio deve essere studiato non solo in funzione di un ottimale rendimento dell’impianto, ma anche col minimo ingombro tecnicamente possibile e in armonia con le caratteristiche architettoniche dell’edificio o del contesto e con la sua visibilità dall’intorno; 2)-quando un impianto deve essere installato su una copertura o in un contesto già interessato da analogo impianto, si dovrà perseguire l’unitarietà dell'orientamento e della tipologia dei componenti in armonia con le caratteristiche del sito; Sono comunque da preferire:

• collocazioni nella parte centrale di lastrici solari già protetti da parapetti pieni, o comunque integrate coerentemente con i caratteri e i materiali dell'edificio;

• collocazioni su tetti a falde con impianti che consentano l’alloggiamento delle strutture di servizio all’interno dell’edificio e che prevedano all’esterno i soli pannelli solari configurati in modo analogo a finestre rasofalda, non sporgenti dal filo del manto di copertura;

• collocazioni in facciata su edifici recenti o moderni armonicamente risolte con il disegno della stessa; Sono, invece, da escludere installazioni di impianti che costituiscano particolare impatto visivo o architettonico sulle coperture degli edifici del Centro Antico. Le strutture, le cornici e gli apparati dell'impianto dovranno comunque essere non riflettenti, utilizzando di preferenza materiali e colori tradizionali, in modo che ciò non contrasti con i caratteri dell'edificio o del contesto paesaggistico.

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ALLEGATO “D” REGOLAMENTO EDILIZIO – Comune di Palazzo San Gervasio 2011

REGOLAMENTO COMUNALEREGOLAMENTO COMUNALEREGOLAMENTO COMUNALEREGOLAMENTO COMUNALE PER PER PER PER LA MONETIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI DI CUI LA MONETIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI DI CUI LA MONETIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI DI CUI LA MONETIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI DI CUI ALL’ART. 52 DELLE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DEL REGOLAMENTALL’ART. 52 DELLE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DEL REGOLAMENTALL’ART. 52 DELLE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DEL REGOLAMENTALL’ART. 52 DELLE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DEL REGOLAMENTO O O O

URBANISTICOURBANISTICOURBANISTICOURBANISTICO

SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO Art. 1 Oggetto del Regolamento Art.2 Ambito di applicazione

Art. 3 Criteri per l’accertamento della impossibilità progettuale a realizzare i parcheggi e gli spazi pubblici

Art. 4 Determinazione del prezzo unitario delle aree Art. 5 Modalità per la richiesta di monetizzazione Art. 6 Monetizzazione degli spazi destinati a parcheggi privati Art. 7 Modalità di pagamento Art. 8 Destinazione dei proventi Art. 9 Disposizioni transitorie e finali

Art. 1Art. 1Art. 1Art. 1

(Oggetto del Reg(Oggetto del Reg(Oggetto del Reg(Oggetto del Regolamento)olamento)olamento)olamento) Il presente Regolamento, in riferimento all’art. 52 delle Norme Tecniche di Attuazione del Regolamento Urbanistico, stabilisce criteri, modalità e termini dell’applicazione dell’istituto della monetizzazione in luogo della cessione e/o realizzazione di parcheggi e spazi pubblici o di uso pubblico e parcheggi privati. Il presente Regolamento specifica inoltre modalità e criteri di determinazione, di cessione, di vincolo e/o limitazione d’uso delle aree per spazi pubblici ed opere di urbanizzazione e dei parcheggi privati.

Art. 2Art. 2Art. 2Art. 2 (Ambito di applicazione)(Ambito di applicazione)(Ambito di applicazione)(Ambito di applicazione)

La monetizzazione è possibile nel caso di accertata impossibilità di reperire le aree e gli spazi necessari a garantire il rispetto degli standard urbanistici per parcheggi e spazi pubblici da realizzare ai sensi delle norme e dei regolamenti vigenti in funzione degli interventi previsti. Tale facoltà è prevista esclusivamente nell’ambito di quanto stabilito dal citato art. 52 NTA del RU. Al di fuori dei casi in cui la monetizzazione è espressamente ivi prevista, il richiedente del titolo edilizio può procedere alla stessa qualora la quantità di area da reperire sia non superiore a 250 mq.. La monetizzazione è ammessa per superfici superiori, previa deliberazione della Giunta Comunale, su proposta del Responsabile del Settore Tecnico, in relazione ad interventi edilizi riguardanti edifici esistenti. Esclusivamente all’interno del Centro Antico definito dal Regolamento Urbanistico, nell’accertata impossibilità di reperire le aree necessarie a garantire il rispetto degli standard urbanistici per parcheggi e spazi pubblici da realizzare ai sensi di tale Strumento Urbanistico, sarà possibile in luogo della realizzazione degli stessi spazi la “monetizzazione”.

Art. 3Art. 3Art. 3Art. 3 (Criteri per l’accertamento dell’impo(Criteri per l’accertamento dell’impo(Criteri per l’accertamento dell’impo(Criteri per l’accertamento dell’impossibilità progettuale a ssibilità progettuale a ssibilità progettuale a ssibilità progettuale a

realizzare i parcheggi e gli spazi pubblici)realizzare i parcheggi e gli spazi pubblici)realizzare i parcheggi e gli spazi pubblici)realizzare i parcheggi e gli spazi pubblici) Ai fini del presente Allegato al Regolamento Edilizio, per parcheggio si intende la superficie individuata per la sosta dei veicoli, con l’esclusione della viabilità di accesso e distribuzione. L’area a parcheggio esclude, ad esempio, la superficie relativa ai percorsi pedonali, al verde, alle aiuole spartitraffico e depositi di varia natura, in pratica quindi il parcheggio corrisponde ai soli spazi destinati agli stalli e relativi spazi funzionali alla manovra. Si ha

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impossibilità di realizzazione del parcheggio pubblici, e quindi si è in posesso della facoltà a richiedere la monetizzazione degli stessi da parte dell’Amministrazione Comunale, nei seguenti casi:

• uso dell’area predefinibile come privatistico: parcheggi condominiali, sistemazioni a verde poco visibili da spazi pubblici e accessibili, aree difficilmente attrezzabili e fruibili, ecc.;

• ubicazione delle aree in prossimità, ma non in adiacenza, a spazi destinati o attrezzati a verde o ad impianti pubblici che non possono a questi essere resi complementari o collegabili funzionalmente

• mancanza dello spazio necessario tra edificio e strada pubblica per la formazione dei parcheggi e relativi spazi di manovra;

• insufficienza d’area in riferimento alla dotazione di parcheggi necessari;

• differenza di quota altimetrica superiore a 30 cm tra piano stradale e pertinenza (quest’ultima nella quota di sistemazione definitiva), avendo dimostrato l’impossibilità di raccordo fra le quote;

• distanza tra l’area da destinare a parcheggio e l’edificio inferiore a ml. 2,50 che comporti eliminazione o la modifica di arredi storici (es. marginette, cippi, ecc.) o recinzioni di pregio;

• formazione del parcheggio che renda impossibile la continuità del marciapiede esistente;

• formazione del parcheggio che ostruisca i passi carrai esistenti;

• formazione del parcheggio che ostacoli la permanenza o la previsione di opere o servizi pubblici;

• localizzazione che comporti pericolo al transito (es. prospicienti o prossimi alla curva) in base ai disposti del Codice della strada e del Regolamento di attuazione;

• ubicazione del parcheggio con accesso dalla via pubblica tramite passo privato di proprietà dei frontisti e/o di terzi soggetti non interessati alla realizzazione dell’intervento edilizio;

• esecuzione del parcheggio che necessiti di tombamento di un corso d’acqua pubblica.

La realizzazione dei parcheggi è comunque prioritaria, e nei casi del non raggiungimento dell’intera superficie si possono monetizzare le quantità mancanti. Negli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente, che comportano cambi di destinazione d’uso, con o senza opere, fatta eccezione di quelli implicanti un decremento di standard a parcheggio, qualora sia impossibile dimostrare la dotazione necessaria di parcheggi secondo i parametri previsti dal Regolamento Edilizio e dai suoi allegati, nonché da altre norme e leggi di carattere generale e puntuale, è sempre possibile richiedere la monetizzazione degli standard a parcheggio da parte dell’Amministrazione Comunale.

Art. 4Art. 4Art. 4Art. 4

(Determinazione del prezzo unitario delle aree)(Determinazione del prezzo unitario delle aree)(Determinazione del prezzo unitario delle aree)(Determinazione del prezzo unitario delle aree)

La monetizzazione delle aree di parcheggio o a standard pubblico consiste nel pagamento all’Amministrazione Comunale dell’importo costituito dalla somma del valore dell’area, dell’onere corrispondente al costo di realizzazione dell’opera e delle spese conseguenti, quali frazionamento, spese notarile ecc.. I prezzi unitari a metro quadro da corrispondere per la monetizzazione delle aree per standard non potrà risultare inferiore alla somma del costo di esproprio delle aree e del costo di realizzazione delle opere di urbanizzazione; gli stessi verranno stabiliti con apposita Determina del Responsabile del Settore Tecnico, con aggiornamenti aventi cadenza annuale. L’aggiornamento avverrà sulla base delle variazioni degli indici i ISTAT dei costi delle costruzioni stradali, calcolate dalla data di entrata in vigore del presente regolamento a quella di determinazione dei relativi corrispettivi. Il corrispettivo previsto per la monetizzazione delle aree di cui del presente Regolamento,dovrà essere corrisposto in unica soluzione al momento del ritiro del Permesso di Costruire. La monetizzazione delle aree non esonera dal pagamento né comporta riduzione degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria tabellari eventualmente dovuti all’Amministrazione Comunale.

Art. 5Art. 5Art. 5Art. 5 (Modalità per la richiesta di monetizzazione)(Modalità per la richiesta di monetizzazione)(Modalità per la richiesta di monetizzazione)(Modalità per la richiesta di monetizzazione)

Nei casi di istanza di monetizzazione il Settore Tecnico procede alla monetizzazione dell’area interessata, computandone il valore e comunicandolo all’interessato entro trenta giorni, unitamente ai termini e modalità per il

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pagamento. Le aree monetizzate non concorrono ad aumentare la capacità edificatoria del lotto.

Art. 6Art. 6Art. 6Art. 6 (Monetizzazione degli spazi dest(Monetizzazione degli spazi dest(Monetizzazione degli spazi dest(Monetizzazione degli spazi destinati a parcheggi privati)inati a parcheggi privati)inati a parcheggi privati)inati a parcheggi privati)

All’interno le aree poste internamente al Centro Antico si potrà procedere alla monetizzazione degli spazi destinati a parcheggi privati, nei casi di comprovati motivi di impossibilità al reperimento di posti auto privati nel resede dell’immobile e/o nelle immediate vicinanze, nelle seguenti fattispecie:

a) interventi che comportino almeno uno dei seguenti casi: o ampliamento della S.U.L.; o cambio di destinazione d’uso; o creazione di nuove unità immobiliari;

b) interventi di cambio di destinazione d’uso senza opere;

c) interventi di sopraelevazione e di ampliamento; La realizzazione dei parcheggi privati previsti dalle norme è comunque prioritaria; nei soli casi in cui non si disponga della superficie sufficiente si possono monetizzare le quantità mancanti. I prezzi unitari a metro quadro da corrispondere per la monetizzazione delle aree a parcheggio privato non potrà risultare inferiore alla somma del costo di esproprio delle aree e del costo di realizzazione delle opere di urbanizzazione; gli stessi verranno stabiliti con apposita Determina del Responsabile del Settore Tecnico, con aggiornamenti aventi cadenza annuale.

Art. 7Art. 7Art. 7Art. 7 (Modalità di pagamento)(Modalità di pagamento)(Modalità di pagamento)(Modalità di pagamento)

L’importo della monetizzazione verrà corrisposto con le modalità previste per gli oneri di urbanizzazione al momento del rilascio del Permesso di costruire. Nel caso l’intervento sia soggetto a Denuncia di Inizio Attività o a SCIA, il versamento dell’importo della monetizzazione, dovrà essere effettuato per intero all’atto della presentazione della relativa comunicazione. A dimostrazione dell’avvenuto pagamento, alla comunicazione dovrà essere allegata quietanza di pagamento, nonché prospetto di calcolo della monetizzazione effettuata, soggetto a verifica d’ufficio. A seguito della verifica, l’eventuale conguaglio a favore del Comune dovrà essere effettuato entro 30 giorni dalla notifica della relativa Determina. L’eventuale conguaglio a favore del privato verrà debitamente restituito.

Art. 8Art. 8Art. 8Art. 8 (Destinazione dei proventi)(Destinazione dei proventi)(Destinazione dei proventi)(Destinazione dei proventi)

I proventi della monetizzazione, introitati dall’Amministrazione Comunale in apposito capitolo di Bilancio, saranno destinati esclusivamente all’acquisizione di aree destinate alle attrezzature e opere di urbanizzazione secondaria di interesse generale o destinate a servizi di quartiere, nonché alla realizzazione o riqualificazione di dette opere e servizi e all’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici. I proventi derivanti dalla monetizzazione degli spazi a parcheggi saranno destinati alla realizzazione di parcheggi da parte del comune.

Art. 9Art. 9Art. 9Art. 9 (Disposizioni transitorie e finali)(Disposizioni transitorie e finali)(Disposizioni transitorie e finali)(Disposizioni transitorie e finali)

Il Comune può sempre e comunque rifiutare la monetizzazione nei casi di interventi subordinati alla formazione di un piano attuativo o al convenzionamento, oppure ove verifichi che il richiedente il titolo edilizio dispone di aree in loco idonee ed adeguate al soddisfacimento degli standard urbanistici.

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ALLEGATO “E” REGOLAMENTO EDILIZIO – Comune di Palazzo San Gervasio 2011

REGOLAMENTO COMUNALE REGOLAMENTO COMUNALE REGOLAMENTO COMUNALE REGOLAMENTO COMUNALE DI VIGILANZA SULL’ATTIVITA’ URBANISTICDI VIGILANZA SULL’ATTIVITA’ URBANISTICDI VIGILANZA SULL’ATTIVITA’ URBANISTICDI VIGILANZA SULL’ATTIVITA’ URBANISTICOOOO----EDILIZIA, EDILIZIA, EDILIZIA, EDILIZIA, SANZIONI E SANATORIASANZIONI E SANATORIASANZIONI E SANATORIASANZIONI E SANATORIA

SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO

Art. 1 Oggetto del Regolamento Art.2 Vigilanza sull’attività urbanistico-edilizia Art. 3 Ordinanza di sospensione lavori Art. 4 Termini assegnati nei provvedimenti sanzionatori

Art. 5 Opere eseguite in assenza di Permesso di Costruire, in totale difformità o con variazioni essenziali

Art. 6 Opere eseguite in assenza della Denuncia di Inizio Attività (DIA) e/o di Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA), in totale difformità o con variazioni essenziali

Art. 7 Opere eseguite in parziale difformità Art. 8 Esecuzione d’Ufficio delle demolizioni Art. 9 Permesso di Costruire e attestazione di conformità in sanatoria Art.10 Permesso di Costruire e attestazione di conformità in sanatoria - Sanzioni Art.11 Opere non sanabili Art. 12 Richieste di sanatoria nel Centro Antico

Art. 1Art. 1Art. 1Art. 1 (Oggetto del Regolamento)(Oggetto del Regolamento)(Oggetto del Regolamento)(Oggetto del Regolamento)

Il presente Regolamento disciplina l’attività di vigilanza del Comune in campo urbanisticoedilizio, le sanzioni da applicare in caso di sanatoria di opere abusivamente realizzate e le modalità per ottenere la sanatoria delle stesse.

Art. 2Art. 2Art. 2Art. 2 (Vigilanza sull’attività urbanistico edilizia)(Vigilanza sull’attività urbanistico edilizia)(Vigilanza sull’attività urbanistico edilizia)(Vigilanza sull’attività urbanistico edilizia)

La vigilanza sull'attività urbanistico-edilizia viene esercitata dal Comune di Palazzo San Gervasio, attraverso i propri uffici, per assicurarne la rispondenza alle norme di legge e di regolamento, alle prescrizioni degli strumenti della pianificazione territoriale e degli atti di governo del territorio nonché alle modalità esecutive fissate nel Permesso di Costruire, nella Denuncia di Inizio Attività o altro titolo autorizzativo comunque denominato.

Ai fini sanzionatori si applica la disciplina dettata dalla normativa vigente al momento dell’accertamento.

Il Comune, quando accerta l'inizio di opere eseguite senza titolo su aree assoggettate alle forme di vincolo e tutela di cui alla normativa vigente, provvede alla demolizione ed al ripristino dello stato dei luoghi, previa comunicazione alle amministrazioni competenti, le quali possono eventualmente intervenire, ai fini della demolizione, anche di propria iniziativa.

Ferma rimanendo l'ipotesi prevista dal punto precedente, qualora sia constatata, dai competenti uffici comunali, l'inosservanza delle norme di legge e di regolamento, delle prescrizioni degli strumenti della pianificazione territoriale e degli atti di governo del territorio nonché delle modalità esecutive fissate nel permesso di costruire o nella denuncia di inizio attività o altro titolo autorizzativo comunque denominato, il comune ordina l'immediata sospensione dei lavori, che ha effetto fino all'adozione dei provvedimenti definitivi, da adottare e notificare entro quarantacinque giorni dall'ordine di sospensione dei lavori.

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Art. 3Art. 3Art. 3Art. 3 (Ordinanza di sospensione lavori)(Ordinanza di sospensione lavori)(Ordinanza di sospensione lavori)(Ordinanza di sospensione lavori)

L’ordinanza di sospensione dei lavori da parte del Comune è emanata ai sensi dell'art. 27, comma 3, della D.P.R. 380/01 e non richiede (in quanto atto di diffida/ordinanza sorretto da ragioni di celerità ai sensi dell’art. 7 della L. 241/1990 anche a garanzia del privato) la comunicazione di avvio del procedimento, che comunque è assolta mediante la fissazione di un termine breve di 15 giorni utile ai fini della presentazione di eventuali osservazioni e memorie.

L’ordinanza di sospensione dei lavori può avere ad oggetto (d’ufficio o per effetto di istanza di parte) porzioni di cantiere quando le parti da escludere non abbiano connessioni funzionali con i lavori presunti abusivi ovvero siano conformi a progetto approvato.

Art. 4Art. 4Art. 4Art. 4 (Termini assegnati nei provvedimenti sanzionatori)(Termini assegnati nei provvedimenti sanzionatori)(Termini assegnati nei provvedimenti sanzionatori)(Termini assegnati nei provvedimenti sanzionatori)

L'emissione di provvedimenti sanzionatori di natura ripristinatoria comporta l'assegnazione di un termine espresso per l'adempimento. Tale termine, correlato alla violazione urbanistico/edilizia commessa, deve intendersi come improrogabile ed ha la durata prevista dalla legge per il caso ricorrente.

Su istanza motivata dell’interessato, presentata entro i primi 60 giorni, e mediante provvedimento motivato del Responsabile del Procedimento, potrà essere eccezionalmente concessa una proroga del termine, ove vengano riconosciuti fatti determinanti ovvero cause di forza maggiore ostativi alla demolizione.

In caso di ricorso giurisdizionale, ove l’organo adito accolga l'eventuale istanza di sospensione dell'efficacia del provvedimento ripristinatorio impugnato e successivamente rigetti il ricorso nel merito, il termine decorre ex novo dalla data della pubblicazione della sentenza.

Art. 5Art. 5Art. 5Art. 5 (Opere eseguite in assenza di permesso di costruire, in totale difformità (Opere eseguite in assenza di permesso di costruire, in totale difformità (Opere eseguite in assenza di permesso di costruire, in totale difformità (Opere eseguite in assenza di permesso di costruire, in totale difformità

o con variazioni essenziali)o con variazioni essenziali)o con variazioni essenziali)o con variazioni essenziali) Il Comune, accertata l'esecuzione di opere in assenza di permesso di costruire, in totale difformità dal medesimo ovvero con variazioni essenziali (come definite dalla L.R. 28/91 e s.m.i.), procede ai sensi dell’art. 27 e seguenti del D.P.R. 380/01.

Il provvedimento che ingiunge la demolizione deve contenere l’indicazione dell'area che sarà acquisita in caso d’inottemperanza. Il verbale di accertamento dell'inottemperanza all'ingiunzione a demolire è notificato agli interessati ed è allegato al provvedimento del Responsabile del Settore Tecnico dichiarativo dell'acquisizione gratuita al patrimonio comunale. Lo stesso verbale costituisce titolo per l'immissione nel possesso e per la trascrizione nei registri immobiliari.

Qualora l'acquisizione gratuita al patrimonio comunale risulti motivatamente ineseguibile (per formazione di lotti interclusi, creazione di servitù di passo all'interno di edifici, ecc.), il Comune provvede alla sola demolizione del manufatto abusivo.

Fino alla scadenza del termine ultimo per la irrogazione delle sanzioni di legge, ove ne ricorrano le condizioni, l'avente titolo può ottenere il permesso di costruire in sanatoria, ai sensi e con le procedure previste dal D.P.R. 380/2001.

Art. 6Art. 6Art. 6Art. 6 (Intervent(Intervent(Intervent(Interventi eseguiti in assenza della Denuncia di Inizio Ai eseguiti in assenza della Denuncia di Inizio Ai eseguiti in assenza della Denuncia di Inizio Ai eseguiti in assenza della Denuncia di Inizio Attivitàttivitàttivitàttività (DIA) e/o (DIA) e/o (DIA) e/o (DIA) e/o di Segnalazione Certificata di Segnalazione Certificata di Segnalazione Certificata di Segnalazione Certificata

Inizio AInizio AInizio AInizio Attività (SCIA), ttività (SCIA), ttività (SCIA), ttività (SCIA), in totale difin totale difin totale difin totale difformità o con variazioni essenziali)formità o con variazioni essenziali)formità o con variazioni essenziali)formità o con variazioni essenziali) Le opere soggette al preventivo deposito di Denuncia d’Inizio Attività e/o di Segnalazione Certificata di Inizio

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Attività, secondo quando disposto dal D.P.R. 380/2001, che siano eseguite in assenza delle medesime, in totale difformità da esse o con variazioni essenziali, sono soggette alle sanzioni previste, per il caso ricorrente, dal medesimo Testo Unico DPR 380/01.

Art. Art. Art. Art. 7777 (Opere eseguite in parziale difformità)(Opere eseguite in parziale difformità)(Opere eseguite in parziale difformità)(Opere eseguite in parziale difformità)

Alle opere eseguite in parziale difformità dal Permesso di Costruire si applicano le sanzioni di cui all’art. 34 del DPR 380/2001, ove ammissibile, e degli artt. 36 e 37 del medesimo Testo Unico. Le stesse sanzioni si applicano anche alle opere eseguite in parziale difformità dalla Denuncia di Inizio Attività (DIA) e/o dalla Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA).

Art. 8Art. 8Art. 8Art. 8 (Esecuzione d’ufficio delle demolizioni)(Esecuzione d’ufficio delle demolizioni)(Esecuzione d’ufficio delle demolizioni)(Esecuzione d’ufficio delle demolizioni)

L'esecuzione d'ufficio di quanto disposto nell'ordinanza di demolizione di opere abusive avverrà comunque, in quanto atto dovuto, anche qualora l'immobile o il fondo risultino chiusi ed impresenziati dagli interessati, oppure quest'ultimi siano presenti ed oppongano il loro rifiuto allo svolgimento dei lavori, accedendo ai luoghi coattivamente, con l'ausilio della Forza Pubblica.

Qualora si rinvengano all'interno dell'immobile o del fondo -nonostante l'esplicita avvertenza contenuta nell'ordinanza di demolizione d'ufficio di lasciarli liberi da persone e cose -beni mobili di qualsiasi natura e valore, il personale operante provvederà all'inventario e rimozione di tali beni e al loro deposito presso apposita depositeria.

Qualora gli interessati provvedano alla demolizione delle opere abusive a propria cura e spese successivamente alla notifica dell'ordinanza di esecuzione d'ufficio e omettano di darne comunicazione al Comune almeno 15 giorni prima della data stabilita per l'esecuzione stessa, saranno comunque tenuti al pagamento della somma sostenuta da parte dell’Ente e pari al costo economico del personale e dei mezzi d’opera movimentati per la prima giornata di lavoro.

Resta comunque dovuta ogni altra spesa sostenuta dal Comune ai fini dell’esecuzione in danno, ove il responsabile non abbia comunicato, nei termini di cui al comma precedente, la demolizione delle opere. I costi complessivi sostenuti dal Comune per l'esecuzione d'ufficio delle demolizioni, compresi quelli relativi all’eventuale deposito dei beni mobili rinvenuti, sono a carico ed in solido fra i soggetti responsabili dell'abuso e verranno recuperati, dall’Ufficio Finanziario comunale, mediante attivazione del procedimento di esecuzione di cui al libro terzo del c.p.c. secondo quanto previsto dal Regio Decreto n. 639/1910 e dall’art. 43 del D.P.R. 380/2001 e ai sensi del vigente Regolamento Generale delle entrate comunali.

Ai fini del recupero delle spese per l’esecuzione in danno, per soggetti responsabili devono intendersi anche i proprietari non materiali committenti o esecutori dell’illecito, ove non risulti “in modo inequivocabile la loro completa estraneità al compimento dell’opera abusiva ovvero che gli stessi, essendone venuti a conoscenza, si siano adoperati per impedirlo con gli strumenti offerti loro dall’ordinamento” in seguito alla notifica dell'originaria diffida a demolire e secondo le indicazioni fornite dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 345/91.

Art. Art. Art. Art. 9999 (Permesso di costruire e attestazione di conformità in sanatoria)(Permesso di costruire e attestazione di conformità in sanatoria)(Permesso di costruire e attestazione di conformità in sanatoria)(Permesso di costruire e attestazione di conformità in sanatoria)

Il Permesso di costruire o l’attestazione di conformità in sanatoria sono rilasciati dal Comune ai sensi e con le procedure di cui agli artt. 36 e 37 del Testo unico DPR 380/2001 e producono gli effetti, ai fini penali, previsti dall'art. 36 del medesimo DPR, soltanto se l’intervento realizzato è conforme agli strumenti della pianificazione territoriale, agli atti di governo del territorio ed al Regolamento Edilizio vigenti sia al momento della realizzazione dell’opera che al momento della presentazione della domanda. Il rilascio del Permesso di costruire o dell’attestazione di conformità in sanatoria, nel caso di interventi in corso d’opera, è subordinato alla dimostrazione che le opere già eseguite non sono difformi dalle vigenti disposizioni in

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materia edilizia, al momento della esecuzione ed al momento della presentazione dell’istanza, ancorché la piena conformità possa essere ottenuta solamente attraverso le necessarie opere di completamento, da eseguirsi entro un congruo termine fissato con apposita ordinanza.

Art. 1Art. 1Art. 1Art. 10000 (Permesso di C(Permesso di C(Permesso di C(Permesso di Costruire e attestazione di conformità in sanatoriaostruire e attestazione di conformità in sanatoriaostruire e attestazione di conformità in sanatoriaostruire e attestazione di conformità in sanatoria ---- Sanzioni)Sanzioni)Sanzioni)Sanzioni)

Fermo restando l’obbligo del pagamento del contributo di costruzione nell’ammontare e nella misura prevista dall’art. 36 del DPR 380/01, ravvisata la necessità di stabilire univoci criteri per la determinazione delle sanzioni, determinate tra il valore minimo di €. 516,00 e il valore massimo di €. 5.164,57, che rispondano ai fondamentali presupposti di equità, adeguatezza e semplicità di applicazione, viene adottata la seguente procedura di calcolo riferita ai criteri di valutazione delle opere “abusivamente” realizzate, diversificando le sanzioni da applicare in base al valore dell’opera realizzata da determinare sulla base di una dettagliata perizia estimativa. Tale perizia, a firma di professionista abilitato all’ esercizio della professione, dovrà essere definita sulla base della Tariffa di riferimento dei prezzi per l’esecuzione di opere pubbliche vigente nella Regione Basilicata alla data di presentazione della sanatoria. Per eventuali categorie di lavoro i cui prezzi non siano ivi riportati, i costi verranno definiti sulla base di una stima del progettista. In base al valore documentato dell’intervento si applicano le seguenti sanzioni: Tabella 1 Valore dell’intervento Sanzione Fino a €. 500,00 €. 516,46 da €. 500,01 a €. 2.500,00 €. 1.000,00 da €. 2.500,01 a €. 5.000,00 €. 1.500,00 da €. 5.000,01 a €. 7.500,00 €. 2.000,00 da €. 7.500,01 a €. 10.000,00 €. 2.500,00 da €. 10.000,01 a €. 12.500,00 €. 3.000,00 da €. 12.500,01 a €. 15.000,00 €. 3.500,00 da €. 15.000,01 a €. 17.500,00 €. 4.000,00 da €. 17.500,01 a €. 20.000,00 €. 4.500,00 Oltre €. 20.000,01 €. 5.164,57

In caso di sanatoria parziale (cioè di sanatoria che riguardi alcune opere e non l’intero manufatto), la misura della sanzione è riferita al complesso delle opere previste dall'atto, includendo cioè tutte le opere che sono funzionalmente legate alle opere eseguite in assenza di titolo. La sanzione non si applica invece per quelle opere che, seppur strutturalmente connesse alle opere eseguite in assenza di titolo, non hanno con le stesse uno specifico nesso funzionale.

I contributi previsti per il permesso di costruire in sanatoria o attestazioni di conformità di cui sopra, devono essere corrisposti entro 60 (sessanta) giorni decorrenti dalla data di ricevimento della comunicazione di pagamento. Non è ammessa la rateizzazione degli importi.

Art. 1Art. 1Art. 1Art. 11111 (Opere non sanabili)(Opere non sanabili)(Opere non sanabili)(Opere non sanabili)

Per le opere eseguite in assenza di titolo o in totale difformità da esso, non sanabili con la procedura di cui sopra, si applicano le sanzioni e procedure previste dal Titolo IV del D.P.R. 380/2001.

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Art. 12Art. 12Art. 12Art. 12 (Richieste di sanatoria nel Centro Antico)(Richieste di sanatoria nel Centro Antico)(Richieste di sanatoria nel Centro Antico)(Richieste di sanatoria nel Centro Antico)

(art.12 introdotto con Delibera di Consiglio Comunale n. 05 del 16/02/2012)

In forza della qualificazione di piano attuativo riconosciuta alle previsioni grafiche e normative per il Centro Antico contenute all’interno del Regolamento Urbanistico, si specifica che le stesse possono essere messe a base dell’esame delle istanze di sanatoria per i fabbricati ricompresi in tale zona.

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ALLEGATO “F” REGOLAMENTO EDILIZIO – Comune di Palazzo San Gervasio 2011

REGOLAMENTO COMUNALE CONTENENTE LA DEFINIZIONE DELLE TIPOLOGIE, DEI REGOLAMENTO COMUNALE CONTENENTE LA DEFINIZIONE DELLE TIPOLOGIE, DEI REGOLAMENTO COMUNALE CONTENENTE LA DEFINIZIONE DELLE TIPOLOGIE, DEI REGOLAMENTO COMUNALE CONTENENTE LA DEFINIZIONE DELLE TIPOLOGIE, DEI CARATTERI E DEI CONTENUTI DEGLI INTERVENTI EDILIZI DIRETTI NCARATTERI E DEI CONTENUTI DEGLI INTERVENTI EDILIZI DIRETTI NCARATTERI E DEI CONTENUTI DEGLI INTERVENTI EDILIZI DIRETTI NCARATTERI E DEI CONTENUTI DEGLI INTERVENTI EDILIZI DIRETTI NON SOGGETTI A ON SOGGETTI A ON SOGGETTI A ON SOGGETTI A

TITOLO ABILITATIVO (ATTIVITA’ EDILIZIA LIBERA) TITOLO ABILITATIVO (ATTIVITA’ EDILIZIA LIBERA) TITOLO ABILITATIVO (ATTIVITA’ EDILIZIA LIBERA) TITOLO ABILITATIVO (ATTIVITA’ EDILIZIA LIBERA)

SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO Art. 1 Oggetto del Regolamento Art. 2 Interventi edilizi diretti di carattere generale non soggetti a titolo abilitativo Art. 3 Interventi di manutenzione oridnaria in edifici non destinati ad attivita’ produttive

Art. 4 Installazione e messa in opera di arredi per il godimento e l’uso degli spazi aperti pertinenziali di edifici residenziali, di pubblici esercizi, di attività turistico-ricettiva e di agriturismo non soggetta a titolo abilitativo

Art. 5 Interventi di manutenzione ordinaria in edifici destinati ad attività produttive

Art. 6 Interventi di manutenzione ordinaria in edifici ricadenti in zone vincolate ai sensi del D.Lgs 42/2004

Art. 7 Opere di riqualificazione energetica e sviluppo delle fonti di energia rinnovabile Art. 8 Responsabilità per la esecuzione degli interventi

Art. 1Art. 1Art. 1Art. 1

(Oggetto)(Oggetto)(Oggetto)(Oggetto)

Il presente Allegato al Regolamento Edilizio, in attuazione del Regolamento Urbanistico, stabilisce in dettaglio le tipologie, i caratteri e i contenuti degli interventi edilizi diretti non soggetti a titolo abilitativo (attività edilizia libera), nonché di quelli per i quali è necessaria la sola presentazione di una comunicazione preventiva al Comune. Le definizioni di manutenzione ordinaria contenute nel presente allegato sono valide se non in contrasto con quelle contenute all’interno dei Piani Urbanistici di iniziativa pubblica vigenti ed adottati.

Art. 2Art. 2Art. 2Art. 2 (Interventi edilizi diretti di carattere generale non soggetti a (Interventi edilizi diretti di carattere generale non soggetti a (Interventi edilizi diretti di carattere generale non soggetti a (Interventi edilizi diretti di carattere generale non soggetti a titolo abilitativo)titolo abilitativo)titolo abilitativo)titolo abilitativo)

I seguenti interventi, ancorché attuati per mezzo di opere edilizie, possono essere eseguiti senza titolo abilitativo:

a) interventi di manutenzione ordinaria;

b) interventi volti all’eliminazione di barriere architettoniche che non comportino la realizzazione di rampe o di ascensori esterni, ovvero di manufatti che alterino la sagoma dell’edificio;

c) opere temporanee per attività di ricerca nel sottosuolo che abbiano carattere geognostico o siano eseguite in aree esterne al centro edificato;

Il mutamento delle destinazioni d’uso degli immobili in assenza di opere edilizie è comunque soggetto alla presentazione di denuncia di inizio attività.

Art. 3Art. 3Art. 3Art. 3 (Interventi di manutenzione ordinaria in edifici non destinati (Interventi di manutenzione ordinaria in edifici non destinati (Interventi di manutenzione ordinaria in edifici non destinati (Interventi di manutenzione ordinaria in edifici non destinati

alle attività industriali e artialle attività industriali e artialle attività industriali e artialle attività industriali e artigianali)gianali)gianali)gianali)

Gli interventi di manutenzione ordinaria sono quelli che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti, anche con l’impiego di materiali diversi, purché i predetti materiali risultino compatibili con le norme del Regolamento Edilizio. Caratteristica della manutenzione ordinaria è il mantenimento degli elementi

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di finitura e degli impianti tecnologici, attraverso opere, sostanzialmente, di riparazione dell'esistente. A titolo esemplificativo, e fatte salve definizioni più restrittive contenute nei Piani Urbanistici di iniziativa pubblica vigenti e/o adottati, le opere ammesse riferite ai principali elementi costitutivi degli edifici vengono di seguito elencate:

a) FINITURE ESTERNE Opere di riparazione, di rinnovamento e di sostituzione delle finiture esterne degli edifici purché ne siano conservati i caratteri originari, tra cui:

- la realizzazione della tinteggiatura; - il ripristino degli intonaci e dei rivestimenti delle facciate con materiali aventi le stesse caratteristiche; - la pulitura delle facciate; - la riparazione e la sostituzione degli infissi, dei serramenti, dei portoni, dei cancelli, delle serrande e delle

vetrine (o porte d’ingresso) dei negozi (eventualmente anche utilizzando materiali diversi), senza alterarne le caratteristiche quali sagoma, colori, disegno e dimensioni delle parti apribili e trasparenti;

- la verifica e la sostituzione parziale del manto di copertura e dell’orditura secondaria del tetto, senza alcuna modifica della sagoma, della pendenza e delle caratteristiche della copertura;

- la riparazione e sostituzione delle grondaie, dei pluviali e dei comignoli, anche con materiali diversi; - la riparazione dei balconi, delle terrazze e delle relative ringhiere o parapetti; - l’installazione di grate o serrande; - l’applicazione delle tende da sole e delle zanzariere; - il rifacimento delle pavimentazioni esterne di giardini, cortili, patii e cavedi; - l’installazione di antenne di piccole dimensioni e parabole (diametro inferiore a cm 100); - la realizzazione di recinzioni costituite da soli paletti infissi direttamente al suolo, senza fondazione

continua, con rete metallica di altezza non superiore a ml. 1,80; - la formazione di cavità (piccoli vani, nicchie, ecc.) per l’alloggiamento dei contatori, realizzati a filo parete

fino alla dimensione massima di cm. 100 di larghezza x cm. 200 di altezza e profondità non superiore a cm. 50;

- la riparazione delle recinzioni in muratura. Per i soli interventi di ripristino della tinteggiatura, di intonaci, di rivestimenti e di elementi architettonici e decorativi, nonché di installazione di antenne e parabole, che interessano parti di edifici classificati dal Regolamento Urbanistico come ricadenti nel Centro Antico, deve essere data comunicazione scritta al Comune di Palazzo San Gervasio, prima della loro esecuzione, con la descrizione delle opere da eseguire, dei materiali da impiegare e dei colori. Il Comune si riserva di valutare l’intervento e comunicare eventuali prescrizioni entro 15 giorni dal ricevimento della relativa comunicazione.

b) FINITURE INTERNE Opere di riparazione, di rinnovamento e di sostituzione delle finiture interne degli edifici, tra cui:

- la riparazione ed il rifacimento delle pavimentazioni, compreso l’eventuale rinforzo dei solai anche con putrelle, reti elettrosaldate e massetto in calcestruzzo;

- la riparazione ed il rifacimento degli intonaci, dei rivestimenti e delle tinteggiature; - la riparazione ed il rifacimento degli infissi e dei serramenti, anche con l’inserimento di doppio vetro;

c) TRAMEZZI E APERTURE INTERNE

Opere di rinnovamento e di sostituzione delle partiture interne, tra cui: - l’apertura e la chiusura di vani porta all’interno della stessa unità immobiliare; - piccole opere murarie, come la creazione di nicchie o di muretti all’interno della stessa unità immobiliare,

nonché l’inserimento e lo spostamento di pareti mobili, nel rispetto dei rapporti di superficie e di aeroilluminazione prescritti;

- lo spostamento o la realizzazione di arredi fissi nel rispetto dei rapporti di cui sopra. d) IMPIANTI ED APPARECCHI IGIENICOSANITARI

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Opere di riparazione e di sostituzione degli apparecchi igienico-sanitari, e riparazioni dell’impianto.

e) IMPIANTI TECNOLOGICI E RELATIVE STRUTTURE E VOLUMI Opere necessarie a mantenere in efficienza e ad adeguare gli impianti tecnologici esistenti alle normali esigenze di esercizio.

f) ULTERIORI OPERE IN EDIFICI COMMERCIALI E AGRICOLI

Opere di riparazione, di sostituzione e di adeguamento degli impianti e delle relative reti, non comportanti modifiche dei locali, delle aperture nelle facciate, trasformazione o realizzazione di volumi tecnici, realizzazione di nuova superficie netta di calpestio. Sono ricomprese tra queste:

- le opere di modesta entità per l’attraversamento delle strade interne con tubazioni; - le opere di realizzazione di basamenti o di incastellature per il sostegno o per l’installazione di

apparecchiature all’aperto, di modesta entità, per il miglioramento degli impianti esistenti, purché non comportino la realizzazione di nuova superficie di calpestio.

Art. 4Art. 4Art. 4Art. 4

(Installazione e messa in opera di arredi per il godimento e l’ uso degli spazi aperti(Installazione e messa in opera di arredi per il godimento e l’ uso degli spazi aperti(Installazione e messa in opera di arredi per il godimento e l’ uso degli spazi aperti(Installazione e messa in opera di arredi per il godimento e l’ uso degli spazi aperti,,,, delle corti per delle corti per delle corti per delle corti pertinenziali di tinenziali di tinenziali di tinenziali di edifici residenziali, pubblici esercizi, edifici residenziali, pubblici esercizi, edifici residenziali, pubblici esercizi, edifici residenziali, pubblici esercizi, attività attività attività attività turisticoturisticoturisticoturistico----ricettivericettivericettivericettive e di agriturismo non soggetta a titolo abilitativo) e di agriturismo non soggetta a titolo abilitativo) e di agriturismo non soggetta a titolo abilitativo) e di agriturismo non soggetta a titolo abilitativo)

Per la fruizione degli spazi aperti e delle corti pertinenziali degli edifici, sono ammessi manufatti accessori leggeri e non vincolati al suolo, funzionali agli usi principali, quali gazebo, pergolati e arredi da giardino. Detti manufatti, se realizzati con le caratteristiche costruttive e di ingombro di seguito descritte, non sono conteggiabili in termini di superficie utile lorda, superficie coperta e di volume. La loro realizzazione è quindi da considerasi attività edilizia libera. Si forniscono di seguito alcune definizioni dei manufatti in oggetto.

a) Gazebo. Si definisce gazebo un manufatto costituito da struttura verticale astiforme in metallo (con l’ esclusione dell’ alluminio anodizzato) o legno, con copertura inclinata a colmo centrale in tela, vetro, canniccio, legno o ferro, completamente aperta sui lati ed avente altezza al colmo non superiore a ml. 3,00 e superficie coperta non superiore a mq. 16,00.

La superficie occupata è considerata superficie permeabile, salvo la presenza di sottostanti pavimentazioni o strutture che limitino la permeabilità del suolo.

Non è ammesso più di un gazebo per ciascuna unità immobiliare avente propria porzione di suolo di pertinenza o per ciascun edificio condominiale nel caso di suolo di pertinenza unico.

b) Pergolato o altra struttura ombreggiante. Tali strutture dovranno essere realizzate con elementi verticali e sovrastanti elementi orizzontali, in legno o metallo (con l’ esclusione dell’ alluminio anodizzato), atti a consentire il sostegno del verde rampicante o della copertura ombreggiante che potrà essere esclusivamente in tela. E’ vietato l’ uso di altri tipi di materiale. La superficie coperta non potrà essere superiore a mq. 30. La stessa non è valutata ai fini della prevenzione dal rischio idraulico, salvo la presenza di sottostanti pavimentazioni o strutture che limitino la permeabilità del suolo. Per i pergolati è obbligatoria la piantumazione di rampicanti che siano sostenuti dal pergolato stesso. L’ assenza della previsione, fin dal progetto, di verde rampicante, o la presenza di qualsiasi tipo di copertura, diversa da quella precedentemente descritta, esclude la struttura dalla definizione data e non ne consente l’ autorizzazione. Gli stessi possono essere installati su terrazzi intermedi e a livello del piano attico, a condizione che rispettino le definizioni sopra riportate e comunque non ingombrino oltre il 30 % della loro superficie.

c) Arredi da giardino. Sono definiti arredi da giardino, e come tali non computabili ai fini della superficie coperta e del volume, gli elementi accessori necessari per l’ utilizzazione ed il godimento degli spazi aperti.

Sono compresi in tale definizione:

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- Piccoli forni, anche in muratura, purché di superficie complessiva (compresi gli accessori, quali piani di appoggio, contenitori per legna, etc…) non superiore a mq. 4,00 ed altezza massima, escluso il comignolo, non superiore a ml. 2,50, nel numero massimo di uno per porzione di suolo di pertinenza;

- Piccole serre, nel numero massimo di una per ogni porzione di suolo di pertinenza, purché quest’ultimo abbia una superficie non inferiore a 100 mq. Dette serre dovranno essere realizzate in struttura metallica (con l’ esclusione dell’ alluminio anodizzato) o in legno, chiuse con vetro, metacrilato o plexiglas, appoggiate al suolo e prive di pavimentazione. La superficie della serra non potrà superare i 10,00 mq. e la sua altezza massima non essere superiore a ml. 2,20. Tali strutture potranno essere destinate esclusivamente al ricovero di piante da giardino o a frutta e verdura per autoconsumo. È vietato qualsiasi altro uso, anche parziale.

- Piccoli manufatti in legno destinati al ricovero attrezzi fino ad una superficie massima di mq. 4,00 ed altezza massima al colmo di ml. 2,50.

L’ installazione di detti accessori non deve provocare in alcun modo molestia o danno a terzi. La superficie complessiva occupata da tali manufatti non può eccedere il 10% della superficie libera delle corti o dei giardini di pertinenza. Ai manufatti realizzati in difformità alle disposizioni del presente articolo saranno applicate le sanzioni per opere abusive previste dalla normativa vigente.

Art. Art. Art. Art. 5555 (Interventi di manutenzione ordinaria in edifici destinati ad attività industriali e artigianali)(Interventi di manutenzione ordinaria in edifici destinati ad attività industriali e artigianali)(Interventi di manutenzione ordinaria in edifici destinati ad attività industriali e artigianali)(Interventi di manutenzione ordinaria in edifici destinati ad attività industriali e artigianali)

Ai sensi della Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici n° 1918 del 16 novembre 1977, con riferimento agli impianti industriali possono considerarsi opere di ordinaria manutenzione gli interventi intesi ad assicurare la funzionalità dell'impianto ed il suo adeguamento tecnologico, sempre che tali interventi, in rapporto alle dimensioni dello stabilimento, non ne modifichino le caratteristiche complessive, siano interne al suo perimetro e non incidano sulle sue strutture e sul suo aspetto. Tali opere, inoltre, non debbono:

• compromettere aspetti ambientali e paesaggistici; • comportare aumenti di densità (espressa in termini di addetti); • determinare implicazioni sul territorio in termini di traffico; • richiedere nuove opere di urbanizzazione e, più in generale, di infrastrutturazione; • determinare alcun pregiudizio di natura igienica ovvero effetti inquinanti; • essere, comunque, in contrasto con specifiche norme di Regolamento Edilizio o di attuazione dei Piani

Urbanistici in materia di altezze, distacchi, rapporti tra superficie scoperta e coperta, ecc. Secondo quanto disposto della Circolare sopra indicata, e a mero titolo di esemplificazione, si indicano, di seguito, alcune opere che possono rientrare nella categoria di quelle di ordinaria manutenzione degli impianti industriali: 1. costruzioni che non prevedono e non sono idonee alla presenza di manodopera, realizzate con lo scopo di

proteggere determinati apparecchi o sistemi, quali: • cabine per trasformatori o per interruttori elettrici; • cabine per valvole di intercettazione fluidi, site sopra o sotto il livello di campagna; • cabine per stazioni di trasmissione dati e comandi, per gruppi di riduzione, purché al servizio

dell'impianto; 2. sistemi per la canalizzazione dei fluidi mediante tubazioni, fognature, ecc., realizzati all'interno dello

stabilimento stesso; 3. serbatoi per lo stoccaggio e la movimentazione dei prodotti e relative opere; 4. opere a carattere precario o facilmente amovibili:

• baracche ad elementi componibili, in legno, metallo o conglomerato armato; • ricoveri protetti realizzati con palloni di plastica pressurizzata; • garitte; • chioschi per l'operatore di pese a bilico, per posti telefonici distaccati, per quadri di comando di

apparecchiature non presidiate;

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5. opere relative a lavori eseguiti all'interno di locali chiusi; 6. installazione di pali porta tubi in metallo e conglomerato armato, semplici e composti; 7. passerelle di sostegni in metallo o conglomerato armato per l'attraversamento delle strade interne con

tubazioni di processo e servizi; 8. trincee a cielo aperto, destinate a raccogliere tubazioni di processo e servizi, nonché canalizzazioni fognanti

aperte e relative vasche di trattamento e decantazione; 9. basamenti, incastellature di sostegno e apparecchiature all'aperto per la modifica e il miglioramento di

impianti esistenti; 10. separazione di aree interne allo stabilimento realizzate mediante muretti e rete ovvero in muratura; 11. attrezzature semifisse per carico e scarico da autobotti e ferrocisterne (bracci di scarichi e pensiline) nonché

da navi (bracci sostegno manichette); 12. attrezzature per la movimentazione di materie prime e prodotti alla rinfusa ed in confezione, quali nastri

trasportatori, elevatori a tazze, ecc.; 13. tettoie di protezione dei mezzi meccanici; 14. canne fumarie ed altri sistemi di adduzione e di abbattimento.

Art. 6Art. 6Art. 6Art. 6

(Interventi di manutenzione ordinaria in zone vincolate ai sensi del D.Lgs n.42/2004)(Interventi di manutenzione ordinaria in zone vincolate ai sensi del D.Lgs n.42/2004)(Interventi di manutenzione ordinaria in zone vincolate ai sensi del D.Lgs n.42/2004)(Interventi di manutenzione ordinaria in zone vincolate ai sensi del D.Lgs n.42/2004)

L'intervento di manutenzione ordinaria è attuato liberamente e non è soggetto a titolo abilitativo anche all’interno delle zone vincolate ai sensi del D.Lgs 42 del 22 gennaio 2004. In tali zone, comunque, in caso gli interventi alterino lo stato dei luoghi o l'aspetto esteriore degli edifici è necessaria la preventiva acquisizione dell'autorizzazione prescritta dall'articolo 146, dall'articolo 147 e dall'articolo 159 del D.Lgs 42 del 22 gennaio 2004. In tal senso restano ferme le disposizioni e le competenze previste dal D.Lgs 42 del 22 gennaio 2004.

Art. 7Art. 7Art. 7Art. 7 (Opere di riqualificazione energetica e sviluppo delle fonti di energia rinnovabile)(Opere di riqualificazione energetica e sviluppo delle fonti di energia rinnovabile)(Opere di riqualificazione energetica e sviluppo delle fonti di energia rinnovabile)(Opere di riqualificazione energetica e sviluppo delle fonti di energia rinnovabile)

Ai sensi dell'articolo 11, comma 3, del D.Lgs n° 115/2008, fatto salvo quanto previsto dall’articolo 26, comma 1, della legge 9 gennaio 1991, n° 10 e successive modificazioni, sono considerati interventi di manutenzione ordinaria e dunque non soggetti alla disciplina della DIA ma alla sola presentazione di una comunicazione preventiva al Comune, le opere volte all'incremento dell'efficienza energetica mediante l'installazione di:

• impianti solari termici e fotovoltaici aderenti o integrati nei tetti degli edifici con la stessa inclinazione della falda e che non modificano la sagoma degli edifici stessi;

• singoli generatori eolici con altezza massima di 1,5 m e diametro entro il metro purché abbiano una superficie inferiore a quella del tetto.

Le disposizioni sopra descritte sono valide con eccezione degli immobili ricadenti nell'ambito della disciplina della parte seconda e dell'articolo 136, comma 1, lettere b) e c), del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n° 42, nei casi in cui il rispetto delle prescrizioni implicherebbe una alterazione inaccettabile del loro carattere o aspetto con particolare riferimento ai caratteri storici o artistici. Le disposizioni sopra descritte trovano applicazione fino all'emanazione di apposita normativa regionale che renda operativi i principi di esenzione minima ivi contenuti. Al momento dell’emanazione di tale norma i contenuti della stessa saranno prevalenti rispetto a quanto disposto nel presente articolo. Le deroghe introdotte dall'articolo 11 del D.Lgs 115/2008 non possono, comunque e in ogni caso, applicarsi alle prescrizioni in materia di sicurezza stradale e antisismica.

Art. 8Art. 8Art. 8Art. 8

((((Responsabilità per l’esecuzione degli interventi)Responsabilità per l’esecuzione degli interventi)Responsabilità per l’esecuzione degli interventi)Responsabilità per l’esecuzione degli interventi)

L’esecuzione di interventi edilizi diretti non soggetti a titolo abilitativo avviene sotto la personale responsabilità del proprietario o di chi ha titolo alla loro esecuzione, sia per quanto riguarda la classificazione delle opere stesse come di manutenzione ordinaria, sia per quanto riguarda il rispetto delle disposizioni del presente regolamento,

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nonché delle disposizioni che disciplinano la materia sotto profili specifici quali quelli igienico-sanitario, di prevenzione incendi e di sicurezza, nonché riguardanti i rapporti tra terzi. Qualora opere di manutenzione ordinaria siano previste nell’ambito di altro tipo di intervento, esse seguono le procedure autorizzative dell’intervento principale cui si accompagnano.

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ALLEGATO “G” REGOLAMENTO EDILIZIO – Comune di Palazzo San Gervasio 2011

REGOLAMENTO COMUNALE CONTENENTE LA DEFINIZIONE DELLE TIPOLOGIE, REGOLAMENTO COMUNALE CONTENENTE LA DEFINIZIONE DELLE TIPOLOGIE, REGOLAMENTO COMUNALE CONTENENTE LA DEFINIZIONE DELLE TIPOLOGIE, REGOLAMENTO COMUNALE CONTENENTE LA DEFINIZIONE DELLE TIPOLOGIE, DEI CARATTERI E DEI CONTENUTI DEGLI INTERVENTI EDILIZI SOGGETTI DEI CARATTERI E DEI CONTENUTI DEGLI INTERVENTI EDILIZI SOGGETTI DEI CARATTERI E DEI CONTENUTI DEGLI INTERVENTI EDILIZI SOGGETTI DEI CARATTERI E DEI CONTENUTI DEGLI INTERVENTI EDILIZI SOGGETTI ALLE ALLE ALLE ALLE PROCEDURE DI CUI AL PERMESSO DI COSTRUIRE, DENUNCIA DI INIZIO ATTIVITA’ PROCEDURE DI CUI AL PERMESSO DI COSTRUIRE, DENUNCIA DI INIZIO ATTIVITA’ PROCEDURE DI CUI AL PERMESSO DI COSTRUIRE, DENUNCIA DI INIZIO ATTIVITA’ PROCEDURE DI CUI AL PERMESSO DI COSTRUIRE, DENUNCIA DI INIZIO ATTIVITA’ E SCIA, CON RELATIVA ESPLICITAZIONE DELLE MODALITA’ DI REDAZIONE E E SCIA, CON RELATIVA ESPLICITAZIONE DELLE MODALITA’ DI REDAZIONE E E SCIA, CON RELATIVA ESPLICITAZIONE DELLE MODALITA’ DI REDAZIONE E E SCIA, CON RELATIVA ESPLICITAZIONE DELLE MODALITA’ DI REDAZIONE E

PRESENTAZIONE DEI PROGETTIPRESENTAZIONE DEI PROGETTIPRESENTAZIONE DEI PROGETTIPRESENTAZIONE DEI PROGETTI

SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO

Art. 1 Oggetto del Regolamento Art.2 Disposizioni di carattere generale Art. 3 Elaborati grafici Art. 4 Realzione tecnica, documentazioni specialistiche, documentazione fotografica, etc. Art. 5 Autocertificazione del professionista abilitato Art. 6 Disposizioni, procedure e modalità per il rilascio del Permesso di Costruire Art. 7 Disposizioni relative all’inizio ed alla fine dei lavori relativi al Permesso di Costruire Art. 8 Disposizioni, procedure e modalità per la Denuncia di Inizio Attività – SCIA – CIA etc Art. 9 Disposizioni relative all’inizio ed alla fine dei lavori relativi alla DIA

Art.10 Realizzazione di tettoie al servizio delle residenze e/o di qualsiasi altro immobile all’interno ed all’esterno dell’Ambito Urbano di Regolamento Urbanistico

Art. 11 Modifiche Art. 12 Sanzioni

Art. 1Art. 1Art. 1Art. 1 (Oggetto del Rego(Oggetto del Rego(Oggetto del Rego(Oggetto del Regolamento)lamento)lamento)lamento)

Il presente allegato al Regolamento Edilizio disciplina e definisce in dettaglio i contenuti, i caratteri e le modalità di redazione e presentazione dei progetti, delle procedure e modalità per il rilascio dei conseguenti titoli abilitativi (Permesso di Costruire D.I.A., S.C.I.A., C.I.A. ecc., per l’esecuzione di opere edilizie o il mutamento di destinazione d’uso degli immobili, a seconda della natura ed entità dell’intervento, nonché per le opere non soggette ad alcun titolo abilitativo.

I progetti da allegare ai titoli abilitativi sopra richiamati debbono essere costituiti dai documenti prescritti di seguito, in funzione del tipo di intervento che si intende eseguire. Le disposizioni di cui al presente Allegato sono da considerarsi indicazioni non esaustive. Ai sensi dell'art. 6 della Legge 241/1990, il Responsabile del Procedimento, nell'attività di verifica della completezza, adeguatezza e chiarezza degli elaborati progettuali, grafici, descrittivi e tecnicoeconomici, potrà, motivandolo nella richiesta, variare e specificare la consistenza, anche numerica, e le caratteristiche della documentazione a corredo delle istanze.

Art. 2Art. 2Art. 2Art. 2 (Disposizioni di carattere generale)(Disposizioni di carattere generale)(Disposizioni di carattere generale)(Disposizioni di carattere generale)

Le istanze di Permesso di Costruire, delle DIA, delle SCIA –CIA ovvero di qualunque altra richiesta prevista dalla legge devono essere corredate dal progetto delle opere. La documentazione minima costituente il progetto e le caratteristiche dei singoli elaborati sono precisate nel presente Regolamento; i progetti devono comunque contenere tutte le indicazioni necessarie per valutarne la conformità agli atti di governo del territorio, al Regolamento Edilizio ed alle altre norme in materia di edilizia ed urbanistica. Se l'intervento è soggetto alla corresponsione del contributo di costruzione, il progetto deve inoltre essere corredato dagli elementi necessari per il calcolo dello stesso, nonché, nei casi necessari, dal modello di cui al Decreto ministeriale Lavori pubblici 10 maggio 1977, n. 801 (Determinazione del costo di costruzione di nuovi edifici). Il Mod. 801/77 è da compilare

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tenendo conto che il totale delle superfici richiamate riguarda per intero i fabbricati che insistono sul lotto di pertinenza, sia nel caso di addizioni volumetriche non assimilate alla ristrutturazione edilizia sia nel caso di nuove costruzioni. In modo particolare, per le nuove costruzioni è necessario allegare al prospetto 801/77 i dettagli dei conteggi per unità immobiliari e parti comuni. Per le parti relative alla ristrutturazione edilizia, sostituzione edilizia e ristrutturazione urbanistica, il costo di costruzione è calcolato secondo gli importi stabiliti dall’Ente in relazione al valore reale delle opere da realizzare, determinato sulla base di una dettagliata perizia estimativa a firma di professionista abilitato all’esercizio della professione e redatta in base ai prezzi di mercato vigenti al momento della presentazione della richiesta di Permesso di Costruire o della presentazione della Denuncia di inizio attività, SCIA – CIA ecc….. Quando per l’intervento sia prescritto il rilascio dell’autorizzazione di altre organismi/ Enti e/o ulteriori autorizzazioni, nulla osta o atti di assenso comunque denominati, deve essere prodotto un’ulteriore copia integrale del progetto per ogni ulteriore atto richiesto, ovvero le relative istanze potranno essere inoltrate direttamente dagli interessati. Qualora l’intervento abbia per oggetto il completamento dei lavori, e questi siano riferiti esclusivamente ad opere di finitura, senza modifiche rispetto a quanto già permesso o denunciato, può essere omessa la presentazione degli elaborati grafici relativi, sostituendoli con esauriente relazione tecnico-descrittiva allegata alla Denuncia di Inizio Attività.

Art. 3Art. 3Art. 3Art. 3 (Elaborati grafici)(Elaborati grafici)(Elaborati grafici)(Elaborati grafici)

3.1 Elaborati relativi allo stato attuale. La rappresentazione grafica dello stato attuale deve avvenire, di norma, mediante i seguenti elaborati: − estratto di mappa catastale con individuazione dell’area e/o dell’edificio interessati dall’intervento; − rilievo aerofotogrammetrico, ove esistente, con individuazione dell’area e/o dell’edificio interessati dall’intervento; − estratto del Regolamento Urbanistico, o di altro atto di governo del territorio vigente, con l’indicazione dell’area e/o l’edificio interessato dalle opere; − planimetria in scala 1/200, con indicazione delle quote planimetriche ed altimetriche, sia del lotto interessato che degli spazi pubblici prospicienti, riferite a punti fissi facilmente identificabili e stabili nel tempo (nel caso di nuove costruzioni o di interventi che comportino modifica della sagoma dell’edificio o, comunque, di interventi nei quali assuma rilevanza il rapporto tra l’andamento del terreno e la posizione dei locali interessati dal progetto); − planimetria in scala 1/200, con indicazione dell’area di proprietà, delle strade, dei parcheggi, degli elettrodotti, dei corsi d’acqua e di tutti gli altri elementi che possono condizionare la progettazione ai fini del rispetto di determinate distanze o altezze (altezze edifici adiacenti, pareti finestrate, cigli stradali, corsi d’acqua, servitù pubbliche, ecc.); − planimetria in scala 1/200 delle aree a verde, sia pubbliche che private, con indicazione delle alberature di medio e alto fusto nonché dei parametri necessari alla loro qualificazione. − profili dell’andamento altimetrico dell’edificio rispetto al terreno, alle strade e agli edifici circostanti (nel caso di nuove costruzioni o d’interventi che comportino modifica della sagoma dell’edificio); − piante quotate di tutti i piani nella scala minima 1:100 (1:50 per gli edifici ricompresi all’interno del Centro Antico), con indicazione della destinazione di tutti i vani, compresi quelli accessori, della superficie di ciascun vano abitabile, con verifica del relativo rapporto areo-illuminante; − sezioni quotate nella scala minima 1:100 (1:50 per gli edifici ricompresi all’interno del Centro Antico), in numero e posizione sufficienti a fornire una completa rappresentazione altimetrica dell’edificio o dell’unità immobiliare interessata dal progetto; nel caso di nuove costruzioni o di interventi sul patrimonio edilizio esistente che comportino modifiche della sagoma dell’edificio, le sezioni devono inoltre contenere gli ulteriori elementi atti a rappresentare compiutamente i rapporti altimetrici con le aree scoperte e gli edifici contigui, nonché l’altezza massima in gronda come definita dal Regolamento Edilizio;

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− prospetti nella scala minima 1:100 (1:50 per gli edifici ricompresi all’interno del Centro Antico), con indicazione grafica dei materiali esistenti (in tutti i casi nei quali siano previste modifiche dei prospetti degli edifici esistenti). Relativamente agli edifici allo stato di rudere per i quali la normativa del Regolamento Urbanistico o di altro atto di governo del territorio ammette la ricostruzione parziale o totale, il calcolo planivolumetrico deve fare riferimento a progetti regolarmente approvati dall’Amministrazione Comunale o legittimati da sanatorie edilizie, ovvero, in mancanza, da planimetrie catastali dell’epoca o da cartografia d’impianto del nuovo catasto, o altresì da foto storiche e attuali, dalle quali è possibile risalire in maniera inequivocabile alla consistenza degli stessi. Ove necessario, in funzione della particolarità del progetto o del contesto nel quale si inserisce, dovranno essere prodotti gli ulteriori elaborati necessari ad assicurare la miglior comprensione dello stato dei luoghi, sia di quelli direttamente interessati dal progetto che da quelli comunque interessati dai suoi effetti.

3.2 Elaborati relativi allo stato di progetto La rappresentazione grafica dello stato di progetto deve avvenire, di norma, mediante seguenti elaborati:

− estratto di mappa catastale, con individuazione dell’area e/o dell’edificio interessati dall’intervento (nel caso non sia già presente nello stato attuale); − rilievo aerofotogrammetrico ove esistente con individuazione dell’area e/o dell’edificio interessati dall’intervento (nel caso non sia già presente nello stato attuale); - estratto del Regolamento Urbanistico (scala 1:2.000) o di altro atto di governo del territorio vigente con l’indicazione dell’area e/o dell’edificio interessato dalle opere (nel caso non sia già presente nello stato attuale); − planimetria in scala 1/200 con indicazione delle quote planimetriche ed altimetriche sia del lotto interessato che degli spazi pubblici prospicienti, riferite agli stessi punti fissi utilizzati nella corrispondente rappresentazione dello stato attuale (nel caso di nuove costruzioni o di interventi che comportino modifica della sagoma dell’edificio o, comunque, di interventi nei quali assuma rilevanza il rapporto tra l’andamento del terreno e la posizione dei locali interessati dal progetto); − planimetria in scala 1/200 con indicazione dell’edificio in progetto e dimostrazione del rispetto delle distanze ed altezze dagli elementi che possono condizionare la progettazione già indicati nella corrispondente rappresentazione dello stato attuale; − rappresentazione schematica del terreno, dell’edificio, degli spazi per parcheggi nonché di ogni altro elemento la cui consistenza rilevi ai fini dell’ammissibilità dell’intervento (superficie permeabile, ecc.), scomposti in figure geometriche elementari debitamente quotate; − dimostrazione analitica dei calcoli per la determinazione dei valori e parametri urbanistici ed edilizi previsti dalla vigente disciplina urbanistico-edilizia − planimetria in scala 1/200 delle aree a verde, sia pubbliche che private, con indicazione delle alberature di medio e alto fusto così come previste dal progetto; − profili dell’andamento altimetrico dell’edificio rispetto al terreno, alle strade ed agli edifici circostanti (nel caso di nuove costruzioni o d’interventi che comportino modifica della sagoma dell’edificio); − piante quotate di tutti i piani nella scala minima 1:100 (1:50 per gli edifici ricompresi all’interno di Piani di Recupero di iniziativa pubblica), con indicazione della destinazione di tutti i vani, compresi quelli accessori, nonché delle dimensioni e superficie di ciascun vano o apertura di facciata e verifica del relativo rapporto areo-illuminante; − sezioni quotate nella scala minima 1:100 (1:50 per gli edifici ricompresi all’interno di Piani di Recupero di iniziativa pubblica), in numero e posizione sufficienti a fornire una completa rappresentazione altimetrica dell’edificio e dell’unità immobiliare interessata dal progetto; nel caso di nuove costruzioni o di interventi sul patrimonio edilizio esistente che comportino modifiche della sagoma dell’edificio, le sezioni devono inoltre contenere gli ulteriori elementi atti a rappresentare compiutamente i rapporti altimetrici con le aree scoperte e gli edifici contigui, nonché l’altezza massima in gronda come definita dal Regolamento Edilizio; − prospetti nella scala minima 1:100 (1:50 per gli edifici ricompresi all’interno di Piani di Recupero di iniziativa pubblica), con indicazione dettagliata dei materiali previsti dal progetto (in caso di nuova edificazione e quando

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siano previste modifiche dei prospetti); − progetti delle opere di urbanizzazione primaria, nei casi in cui le medesime siano mancanti o quando si intenda avvalersi della facoltà di esecuzione diretta a scomputo degli oneri di urbanizzazione nei casi previsti dalla normativa vigente; − elaborati atti a dimostrare l’assenza delle condizioni di rischio legati a fenomeni di esondazione o ristagno, in tutti i casi in cui l’intervento ricada in zona soggetta a tutela dal PAI o in area definita tale dalle indagini geologicotecniche redatte a supporto degli atti di governo. Ove necessario, in funzione della particolarità del progetto o del contesto nel quale si inserisce, dovranno essere prodotti gli ulteriori elaborati necessari ad assicurare la miglior comprensione dell’intervento e del suo impatto sull’intorno. 3.3 Elaborati relativi allo stato sovrapposto La rappresentazione grafica dello stato sovrapposto deve essere desunta dal raffronto tra lo stato attuale e lo stato di progetto e redatta utilizzando i convenzionali colori giallo e rosso per indicare rispettivamente demolizioni e nuove costruzioni. Ai fini di una migliore lettura delle modifiche previste dal progetto, gli elaborati dello stato sovrapposto devono essere privi di quotatura; devono invece essere indicate le destinazioni d’uso originarie e di progetto di ogni singolo vano utilizzando il colore giallo per la destinazione originaria ed il colore rosso per quella di progetto.

3.4 Elaborati relativi allo stato intermedio Nel caso di richiesta di varianti non ricomprese tra quelle definite in corso d’opera relative a progetti per i

quali sono in corso lavori in conseguenza del rilascio di un Permesso di Costruire o di una Denuncia di Inizio Attività o di una SCIA, oltre alla rappresentazione grafica dello stato di progetto e dello stato relativo al Permesso di Costruire o della Denuncia di Inizio Attività o della SCIA inerente i lavori in corso, deve essere allegato uno stato attuale dei fabbricati riportante la situazione degli stessi al momento della presentazione della richiesta e, comunque, derivante da un rilievo dello stato di avanzamento dei lavori risalente ad un periodo antecedente alla presentazione della richiesta non superiore a 30 giorni.

Art. 4Art. 4Art. 4Art. 4 (Relazione tecnica, documentazioni spec(Relazione tecnica, documentazioni spec(Relazione tecnica, documentazioni spec(Relazione tecnica, documentazioni specialistiche, documentazione fotografica, ecc.)ialistiche, documentazione fotografica, ecc.)ialistiche, documentazione fotografica, ecc.)ialistiche, documentazione fotografica, ecc.)

Oltre agli elaborati grafici di cui all’art. 3, il progetto deve sempre essere corredato da: 4.1 Versamento dell’importo complessivo previsto per diritti tecnici e diritti di segreteria; 4.2 Relazione tecnico illustrativa contenente: −l’identificazione dell’immobile; −la dimostrazione di conformità dell’intervento al Regolamento Urbanistico, al Regolamento Edilizio ed alle altre norme in materia edilizio-urbanistica vigente e/o adottata; (in caso di DIA: relazione tecnico asseverata ai sensi di legge). −la descrizione degli interventi relativi al progetto; −la descrizione degli impianti tecnologici previsti e delle loro caratteristiche generali; −le principali caratteristiche costruttive dell’opera progettata e delle finiture esterne; −la descrizione delle eventuali opere di sistemazione esterna dell’area; −la dimostrazione della conformità del progetto alla normativa vigente in materia di superamento delle barriere architettoniche; − gli ulteriori elementi idonei ad illustrare il progetto anche per quanto attiene i suoi valori formali e di inserimento nel contesto; −i conteggi planovolumetrici dello stato attuale e dello stato di progetto ove necessari (superficie coperta, permeabile, utile lorda e netta, volume, ecc) effettuati a norma di Regolamento Edilizio; 4.3 Documentazione fotografica generale e di dettaglio dell’immobile, commisurata alla natura e complessità del medesimo; per gli interventi di nuova costruzione, o che comunque comportino modificazioni nel rapporto tra l’edificio e l’intorno, la documentazione fotografica deve essere estesa all’ambiente circostante in modo tale da

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consentire una corretta valutazione del progetto in rapporto al contesto. 4.4 Relazione di carattere geologico e/o geotecnico, nei casi previsti dalla normativa nazionale e/o vigente in materia o da specifiche normative di settore. 4.5a Documentazione di Previsione di Impatto Acustico e di Valutazione Previsionale del Clima Acustico per tutti i casi previsti ai sensi dell’articolo 8, commi 2, 3 e 4, della legge n° 447/1995 e successive modificazioni ed integrazioni. 4.5b Relazione ed elaborati attestanti il rispetto del D.P.C.M. 5/12/1997 in materia di requisiti acustici passivi degli edifici, ove prescritto. 4.6 Relazione tecnica sul rendimento energetico ai sensi dell’articolo 8 del D.Lgs. 192/05 s.m. e i. ove necessaria ai sensi di legge; 4.7 Progetto degli impianti, ai sensi dell’articolo 5 del D.P.R. 37/2008, laddove necessario. 4.8 Modello ISTAT debitamente compilato, nel caso in cui l'intervento preveda incremento di volumetria o di superficie utile - Scheda dei dati da trasmettere all’Agenzia delle Entrate. 9 Qualora l’intervento preveda l’utilizzo di terre e rocce da scavo, ai sensi dell’art. 186 del D.Lgs. 152/2006, deve essere allegata la prescritta dichiarazione del proprietario. 4.10 Titolo di proprietà dell’area oggetto di intervento o dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, resa nelle forme di legge e con allegata la fotocopia di un valido e leggibile documento di identità, attestante che il richiedente il permesso di costruire o il denunciante ha titolo all’esecuzione dell’intervento progettato. Detta dichiarazione deve contenere l’identificazione catastale dell’area ovvero dell’immobile interessato all’intervento ed essere riferita anche agli spazi utili per l’esecuzione degli eventuali interventi obbligatori di urbanizzazione primaria, con riferimento anche ad opere costituenti elemento di collegamento funzionale (stradale, idraulico, anche ai fini della possibilità fisica di scarico delle acque, dei servizi pubblici ecc.) con le reti rispettive esistenti. 4.11 Dichiarazione attestante l’inserimento dell’area e/o fabbricato oggetto di intervento all’interno di quelli ricadenti in area boscata o area assimilata a bosco. 4.12 Autocertificazione a firma del professionista circa la legittimità edilizia dell’attuale stato dei luoghi, citando gli estremi degli atti autorizzativi, amministrativi e/o condono edilizio, o, altrimenti, dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, resa nelle forme di legge e con allegata la fotocopia di documento di identità in corso di validità, a firma del proprietario, o di altre persone aventi relazioni storiche documentate con il fabbricato, attestante l’epoca di costruzione, se antecedente il 1942. 4.13 Nel caso di sanatoria, la dichiarazione della data di ultimazione dei lavori e se gli stessi siano stati eseguiti in difformità o meno da precedenti atti autorizzativi; 4.14. Nel caso di interventi sugli edifici sottoposti a restauro, per quelli notificati ai sensi del Titolo I del D.Lgs. 42/2004 come modificato dal D.Lgs. 63/2008 e smi, per quelli specificatamente tutelati dal Regolamento Urbanistico o da altri atti di governo del territorio, la relazione tecnica deve contenere espliciti riferimenti sulle scelte progettuali in rapporto ai connotati tipologici, formali e costruttivi dell’impianto originario. 4.15 Per i progetti che coinvolgono aspetti inerenti le opere di urbanizzazione primaria e/o secondaria, la relazione tecnica deve descrivere dettagliatamente tutti gli interventi da realizzare, con particolare riferimento a quelli non rappresentabili nelle tavole grafiche di progetto, separandoli dalla descrizione degli interventi prettamente edili. 4.16 Per gli interventi ricadenti nell’area sottoposta a vincolo idrogeologico, dovrà farsi riferimento alla normativa tecnica dell’Autorità di Bacino. 4.17 Nel caso di intervento relativo a viabilità pubblica, deve essere prodotta una relazione che descriva gli interventi relativi alla progettazione delle piattaforme stradali, degli elementi costitutivi, anche marginali ed accessori, che le compongono, ecc. 4.18 Nel caso di interventi sugli edifici esistenti la relazione deve risultare adeguata al livello di importanza dell’intervento e al grado di tutela indicato dal Regolamento Urbanistico e dal Regolamento Edilizio, e deve essere eventualmente corredata da particolari costruttivi, in modo da descrive puntuale le caratteristiche costruttive dell’edificio, nonché le soluzioni tecniche di progetto, ivi compresa l’indicazione della tipologia dei materiali e delle finiture. 4.19 Nel caso di interventi di restauro e risanamento conservativo relativi agli edifici di valore storico, tipologico, artistico e ambientale individuati dal Regolamento Urbanistico, deve essere prodotta una scheda con l’elenco dei

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materiali e delle tecnologie nonché la documentazione prevista dalla normativa tecnica di settore. 4.20 Ogni altro documento o elaborato che il Regolamento Edilizio, o norma ad esso sovraordinata, richieda sia allegato al progetto delle opere.

Art. Art. Art. Art. 5555

(Autocertificazione del professionista abilitato)(Autocertificazione del professionista abilitato)(Autocertificazione del professionista abilitato)(Autocertificazione del professionista abilitato)

Salvo i casi in cui non ricorrano le condizioni descritte di seguito, al progetto dovrà essere allegata un’autocertificazione del tecnico progettista attestante:

− l’avvenuta verifica circa la conformità dell’intervento progettato con la normativa igienico–sanitaria vigente.

− l’avvenuta verifica circa la non necessità del collaudo delle opere strutturali ovvero dell’attestato di avvenuto deposito presso l’Ufficio del Genio Civile competente in quanto l’intervento non interessa parti strutturali.

− l’avvenuta verifica che l’intervento non è soggetto alle disposizioni vigenti in materia di sicurezza antincendio.

− l’avvenuta verifica circa la conformità degli elaborati presentati per l’ottenimento di pareri, autorizzazioni, nulla–osta, o atti comunque denominati e quelli allegati agli atti abilitanti.

Art. Art. Art. Art. 6666 (Disposizioni, procedure e modalità per il rilascio del p(Disposizioni, procedure e modalità per il rilascio del p(Disposizioni, procedure e modalità per il rilascio del p(Disposizioni, procedure e modalità per il rilascio del permesso di costruire)ermesso di costruire)ermesso di costruire)ermesso di costruire)

Sono soggette al rilascio del Permesso di Costruire le trasformazioni urbanistiche ed edilizie nonché gli ulteriori interventi per il quali detto atto abilitante sia espressamente previsto dal Regolamento Edilizo. La procedura per il rilascio del Permesso di Costruire è stabilita dal D.P.R. 380/2001. Dell’avvenuto rilascio dell’atto è data comunicazione al richiedente, avvalendosi eventualmente anche degli strumenti telematici previsti dal D.Lgs. 82/2005, specificando l’entità del contributo di costruzione ove dovuto. Il ritiro dell’atto è subordinato al deposito dell’attestazione di avvenuta corresponsione del contributo medesimo con le modalità previste dalla normativa vigente. Quando le Norme Tecniche di Attuazione del Regolamento Urbanistico assoggettino l’esecuzione delle opere alla stipula di una Convenzione, il rilascio del Permesso di Costruire è subordinato alla stipula della convenzione medesima. Nel Permesso di Costruire sono indicati termini temporali per l’inizio e la fine dei lavori, nel rispetto delle disposizioni di legge. Quando non si tratti di edilizia residenziale e vi sia necessità di valutazioni tecnico discrezionali, prima della presentazione della istanza, il richiedente acquisisce il parere della Azienda USL competente.

Art. Art. Art. Art. 7777 (Disposizioni relative all’inizio e al(Disposizioni relative all’inizio e al(Disposizioni relative all’inizio e al(Disposizioni relative all’inizio e alla fine dei lavori relativi al Permesso di Cla fine dei lavori relativi al Permesso di Cla fine dei lavori relativi al Permesso di Cla fine dei lavori relativi al Permesso di Costruire)ostruire)ostruire)ostruire)

Il Permesso di Costruire decade di diritto qualora il titolare entro il termine di un anno dal rilascio non inizi le opere. La data di effettivo inizio dei lavori deve essere comunicata al Comune, con indicazione del direttore dei lavori e dell’impresa cui si intendono affidare le opere. In caso di inizio delle opere senza la prescritta comunicazione o in caso di comunicazione inviata in ritardo si applica la sanzione prevista dall’articolo 12 del presente Regolamento. La decadenza per mancato inizio dei lavori nel termine prefissato dalla legge è intesa a dare certezza temporale all’attività edificatoria, il termine per l’inizio dei lavori non è suscettibile né di sospensione né di interruzione e non è, pertanto, prorogabile. Con la decadenza viene meno il titolo alla esecuzione delle opere previste e per l’eventuale esecuzione delle stesse dovrà essere richiesto un nuovo Permesso di Costruire. A detta richiesta si applicano le norme generali in materia, ivi compresa la verifica di conformità alla normativa edilizio-urbanistica vigente al momento del rilascio del nuovo Permesso di Costruire. Ove non vi sia stata alcuna variazione delle norme, leggi e regolamenti applicabili all’intervento, il nuovo atto abilitante può essere rilasciato con

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riferimento agli elaborati grafici allegati al Permesso di Costruire decaduto. Qualora i lavori, regolarmente iniziati, non siano ultimati entro il termine di validità del Permesso di Costruire, lo stesso decade di validità per le opere non ancora eseguite. Con la decadenza viene meno il diritto al proseguimento dei lavori per i quali dovrà essere richiesto un nuovo Permesso di Costruire. La data di ultimazione dei lavori deve essere comunicata al Comune entro 15 (quindici) giorni dalla scadenza del termine di validità del Permesso di Costruire. Nel caso in cui entro i 15 giorni dalla scadenza del termine di validità del Permesso di Costruire non venga rimessa al Comune la prescritta comunicazione o in caso di comunicazione inviata successivamente a tale data, ferma restando la sua efficacia, si applica la sanzione prevista dall’articolo 11 del presente Regolamento. Non sono sottoposti alla sanzione i Permessi di Costruire per i quali entro il termine di validità degli stessi venga presentata al Comune una richiesta di variante. Quando non sussistano i presupposti per la concessione della proroga, per il completamento delle opere deve essere presentata una nuova richiesta di Permesso di Costruire con riferimento alla parte non ultimata. Detta richiesta è valutata in base alla normativa urbanistico-edilizia vigente al momento del rilascio del nuovo Permesso di Costruire. E’ possibile realizzare mediante DIA le varianti ai Permessi di Costruire aventi ad oggetto opere ed interventi che risultino conformi alle prescrizioni contenute nel Permesso di Costruire stesso. Ove non vi sia stata alcuna variazione di norme, leggi e regolamenti applicabili all’intervento, il nuovo atto abilitante può essere rilasciato con riferimento agli elaborati grafici allegati al Permesso di Costruire decaduto. Il termine di ultimazione dei lavori, può essere prorogato solo per fatti estranei alla volontà dell’intestatario del titolo abilitante. Sono riconosciute come tali, e danno quindi diritto alla proroga del termine di ultimazione, le seguenti fattispecie: −sequestro penale del cantiere; −provvedimento di sospensione dei lavori; −dichiarazione di fallimento dell’originario intestatario del titolo abilitativo in caso di acquisto del bene dalla curatela del fallimento; −ritrovamenti archeologici cui consegua un blocco dei lavori da parte della competente Soprintendenza; −impedimenti derivanti da eventi naturali eccezionali ed imprevedibili; −situazioni particolari in cui deve essere assicurata la prosecuzione di un servizio contemporaneamente all’esecuzione delle opere e ciò non fosse prevedibile al momento della richiesta del Permesso di costruire; −altri casi analoghi a quelli sopra elencati o che, comunque, il Comune riconosca come equivalenti. Quando ricorra uno dei casi sopra elencati, l’intestatario del titolo abilitativo può presentare apposita istanza di proroga dei termini di decadenza dell’atto abilitante, cui vanno allegati i documenti attestanti la natura del fatto che ha provocato il ritardo, l’estraneità del medesimo fatto rispetto alla volontà del titolare e i termini temporali della proroga. Il titolo abilitativo è inoltre prorogabile, anche non ricorrendo alcuno dei casi di cui ai punti precedenti, quando le opere ancora da eseguire hanno la consistenza quantitativa e qualitativa della manutenzione straordinaria. In tale eventualità i termini temporali di validità del titolo abilitativo non possono essere prorogati oltre dodici mesi dalla originaria scadenza. Contestualmente all’inizio e alla fine dei lavori deve essere comunicato il nominativo dell’impresa, deve essere allegato il DURC in corso di validità in originale o in copia. La mancata presentazione della certificazione di conformità al progetto contenuto nel titolo abilitativo o nelle varianti ad esso o della variante in corso d’opera entro i termini di validità del Permesso di Costruire comporta l’applicazione della sanzione prevista all’articolo 11 del presente Regolamento.

Art. Art. Art. Art. 8888

(Disposizioni, procedure e modalità per la Denuncia di inizio attività(Disposizioni, procedure e modalità per la Denuncia di inizio attività(Disposizioni, procedure e modalità per la Denuncia di inizio attività(Disposizioni, procedure e modalità per la Denuncia di inizio attività –––– SCIA SCIA SCIA SCIA –––– CIA ecc.) CIA ecc.) CIA ecc.) CIA ecc.)

Sono soggetti al deposito di Denuncia di inizio attività (DIA) – SCIA- CIA ecc. gli interventi di cui alla normativa vigente D.P.R. 380/01 e s.m.i., fatta eccezione i casi per i quali sia prescritto il preventivo rilascio del Permesso di Costruire. La procedura per la DIA – SCIA – CIA è disciplinata dal T.U.- D.P.R. 380/2001, integrato dalle ulteriori disposizioni di cui al presente articolo. La DIA- SCIA – CIA ecc. è corredata dal progetto delle opere, costituito dagli elaborati e documenti prescritti dal presente Regolamento per l’intervento ricorrente e da dettagliata relazione asseverata. In caso di richiesta d’integrazioni documentali , queste devono essere presentate entro sessanta giorni dal ricevimento della richiesta. Il mancato deposito dell’integrazione entro tale termine

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temporale equivale a rinuncia alla DIA. Per l’esecuzione delle opere sarà pertanto necessario depositare una nuova D.I.A. completa di tutti gli elaborati richiesti. La DIA, completa di tutti gli elaborati necessari, acquista efficacia decorsi trenta giorni dal suo deposito o dall’acquisizione dell’ultimo degli atti d’assenso, comunque denominati, che risultino necessari per poter eseguire i lavori. Qualora tali atti di assenso siano di competenza di soggetti diversi dal Comune, gli stessi devono essere stati preventivamente acquisiti, essere allegati alla DIA ed espressamente indicati nel modello di presentazione. L’efficacia della SCIA – CIA, o qualunque altro atto d’assenso previsto dalla normativa vigente, segue le regole dettate dal DPR 380/2001 e s.m.i.- Qualora tali atti di assenso competano al Comune, la relativa istanza deve essere depositata contestualmente alla Denuncia di Inizio Attività, unitamente alle ulteriori copie degli elaborati necessari per l’ottenimento degli atti di assenso ricorrenti. Qualora le Norme Tecniche di Attuazione del Regolamento Urbanistico o di altro atto di governo del territorio assoggettino l'esecuzione delle opere alla stipula di una Convenzione, l’efficacia della DIA è inoltre subordinata alla stipula della Convenzione medesima. Il contributo di costruzione, ove dovuto, deve essere corrisposto, con le stesse modalità previste dal precedente articolo. Le DIA soggette al preventivo ottenimento della autorizzazione di cui agli articoli 146 e 159 del D.Lgs. 42/2004, sono soggette a controllo obbligatorio. Sono inoltre controllate, mediante verifica a campione, ulteriori DIA fino a raggiungere almeno il 15% del totale di quelle presentate.

Art. Art. Art. Art. 9999 (Disposizioni relative all’inizio e alla fine dei lavori relat(Disposizioni relative all’inizio e alla fine dei lavori relat(Disposizioni relative all’inizio e alla fine dei lavori relat(Disposizioni relative all’inizio e alla fine dei lavori relativi alla DIA)ivi alla DIA)ivi alla DIA)ivi alla DIA)

Si applicano le medesime disposizioni previste dal precedente art. 8.

Art. 10Art. 10Art. 10Art. 10 (Realizzazione di tettorie al servizio delle residenze e/o di qualsiasi altro immobile all’interno ed all’esterno (Realizzazione di tettorie al servizio delle residenze e/o di qualsiasi altro immobile all’interno ed all’esterno (Realizzazione di tettorie al servizio delle residenze e/o di qualsiasi altro immobile all’interno ed all’esterno (Realizzazione di tettorie al servizio delle residenze e/o di qualsiasi altro immobile all’interno ed all’esterno

dell’Ambito Urbano di Regolamento Urbanistico)dell’Ambito Urbano di Regolamento Urbanistico)dell’Ambito Urbano di Regolamento Urbanistico)dell’Ambito Urbano di Regolamento Urbanistico) (art.10 introdotto con Delibera di Consiglio Comunale n. 05 del 16/02/2012)

I manufatti oggetto del presente articolo, qualora: -siano aperti su almeno tre lati; -presentino una superficie complessiva non superiore a mq. 15,00; -presentino una altezza alla linea di gronda non superiore a ml. 3,00; -siano realizzati con struttura in metallo e/o in legno; -presentino una copertura realizzata con manto di tegole del tipo “portoghese” e/o con “coppi” in argilla; -rispettino tutte le norme dettate ai seguenti capoversi dell’art. 26 delle Norme Tecniche di Attuazione del Regolamento Urbanistico per quanto riguarda gli interventi nel Centro Antico, qualora siano da realizzare in tale zona: -tinteggiatura delle facciate e degli infissi esterni; -gronde e pluviali; -serramenti; -opere in metallo; -elementi di arredo urbano; -terrazzi, comignoli, etc. -rispettino comunque le distanze previste dalla normativa vigente e non siano in contrasto con le norme del Codice Civile; -non siano in contrasto con vincoli paesaggistici e/o ambientali/culturali; non sono soggetti a calcolo di superficie e/o di volume e possono essere realizzati mediante preventiva presentazione al Comune di DIA/SCIA. Resta ferma la disciplina prevista dalla vigente normativa sismica, se ed in quanto applicabile, e quella sul rispetto delle aree verdi e della permeabilità dei suoli prevista dall’art. 51 delle Norme Tecniche di attuazione del

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Regolamento Urbanistico. Qualora i manufatti di cui al presente articolo abbiano caratteristiche dimensionali diverse da quelle sopra elencate, dovranno essere assoggettati alla procedura di rilascio di Permesso di Costruire, previa calcolo della relativa superficie e volume e controllo quindi della loro fattibilità all’interno dei parametri edificatori fissati per le varie zone dalla Strumentazione Urbanistica.

Art. 1Art. 1Art. 1Art. 11111 (Modifiche)(Modifiche)(Modifiche)(Modifiche) (ex art. 10)

Il presente Regolamento Comunale, contenente la definizione dei contenuti, dei caratteri e delle modalità di redazione e presentazione dei progetti nonché delle procedure e delle modalità per il rilascio dei conseguenti titoli abilitativi, redatto in forma di allegato al Regolamento Edilizio comunale ,viene integrato o modificato automaticamente ogni qualvolta il mutare del complesso normativo applicabile alle pratiche edilizie richieda nuovi o diversi elaborati progettuali o ne renda superflui altri. Il presente Regolamento può inoltre essere modificato ogni qualvolta, in base all’esperienza applicativa, ciò appaia necessario o opportuno al fine di semplificare l’azione amministrativa o di fornire più dettagliati riferimenti a cittadini e professionisti. Le modifiche al presente Regolamento, nei limiti di cui ai punti precedenti, non costituiscono modifica al Regolamento Edilizio e possono essere apportate con Determinazione del Responsabile del Settore Tecnico, previo parere favorevole da parte della Giunta comunale.

Art. 1Art. 1Art. 1Art. 12222 (Sanzioni)(Sanzioni)(Sanzioni)(Sanzioni)

(ex art. 11)

Il mancato rispetto dei termini previsti negli atti abilitativi costituisce violazione al Regolamento Edilizio comunale, oltre che alle prescrizioni di carattere generale contenute nei medesimi atti. Pertanto, in caso di mancata rispetto, si applicano le seguenti sanzioni:

Termine violato (DIA, PdiC) Sanzione Mancata apposizione del cartello con tutti i necessari dati sull’intervento €. 200 Mancata comunicazione di inizio lavori nei termini €. 350 Mancata comunicazione di fine lavori nei termini €. 350 Mancata comunicazione conformità opere o presentazione variante in corso d’opera nei termini di validità €. 500 Le sanzioni sopra riportate sono dimezzate nel caso in cui le comunicazioni o le varianti in corso d’opera siano presentate nei trenta giorni successivi al termine previsto. Qualora vengano presentate comunicazioni o pratiche a termini scaduti, dovrà essere allegato quale pagamento della sanzione il bollettino CCP attestante il pagamento dell’importo sopra indicato con la relativa causale. Il Settore Tecnico Comunale, in sede di controlli dei propri archivi , a far data dall’approvazione del presente Regolamento, provvederà ad elevare le sanzioni per tutte le violazioni rilevate. Rimangono ferme tutte le disposizioni previste dalla normativa vigente nazionale e regionale comunque denominata.

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ALLEGATO “H” REGOLAMENTO EDILIZIO – Comune di Palazzo San Gervasio 2011

REGOLAMENTO COMUNALE COMPRENDENTE LA DEFINIZIONE DEI CONTENUTI, REGOLAMENTO COMUNALE COMPRENDENTE LA DEFINIZIONE DEI CONTENUTI, REGOLAMENTO COMUNALE COMPRENDENTE LA DEFINIZIONE DEI CONTENUTI, REGOLAMENTO COMUNALE COMPRENDENTE LA DEFINIZIONE DEI CONTENUTI, DEI CARATTERI E DELLE MODALITA’ DDEI CARATTERI E DELLE MODALITA’ DDEI CARATTERI E DELLE MODALITA’ DDEI CARATTERI E DELLE MODALITA’ DI REDAZIONE E PRESENTAZIONI REDAZIONE E PRESENTAZIONI REDAZIONE E PRESENTAZIONI REDAZIONE E PRESENTAZIONE DEGLE DEGLE DEGLE DEGLI I I I

STRUMENTI URBANISTICISTRUMENTI URBANISTICISTRUMENTI URBANISTICISTRUMENTI URBANISTICI ATTUATIVI ATTUATIVI ATTUATIVI ATTUATIVI

SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO

Art. 1 Oggetto del Regolamento Art.2 Aspetti generali Art. 3 Strumenti Urbanistici Attuativi di iniziativa privata Art. 4 Contenuti degli Strumenti Urbanistici Attuativi di iniziativa privata Art. 5 Indagini Geologico-Tecniche Art. 6 Consorzi per la realizzazione dei Piani Attuativi di iniziativa privata Art. 7 Convenzioni Urbanistiche

Art. 1Art. 1Art. 1Art. 1 (Oggetto(Oggetto(Oggetto(Oggetto del Regolamento del Regolamento del Regolamento del Regolamento))))

Il presente allegato al Regolamento Edilizio stabilisce in dettaglio i contenuti, i caratteri e le modalità di redazione e presentazione degli Strumenti Urbanistici Attuativi.

Art. 2Art. 2Art. 2Art. 2 (Aspetti generali)(Aspetti generali)(Aspetti generali)(Aspetti generali)

Gli Strumenti Urbanistici oggetto del presente Regolamento costituiscono, laddove dallo stesso previsti, strumenti di attuazione della Strumentazione Urbanistica Generale, costituita, per quanto di rispettiva competenza, dal Regolamento Urbanistico e dal Piano Strutturale Comunale. Gli Strumenti Urbanistici Attuativi possono essere di iniziativa pubblica e privata; in questo ultimo caso i proprietari, ai fini della formazione del consorzio, possono avvalersi di quanto disposto dal successivo art. 6 del presente Regolamento. L’atto di approvazione dello Strumento Urbanistico Attuativo individua le leggi di riferimento e gli immobili soggetti ad espropriazione ai sensi delle leggi stesse. Nella formazione degli Strumenti Urbanistici Attuativi il Comune attua la concertazione fra i soggetti pubblici e privati che partecipano all’attuazione di ciascun piano. Gli Strumenti Urbanistici Attuativi sono individuati ed hanno i contenuti e la validità di cui all’Art. 17 della L.R. 23/99 e s.m.i.. Gli stessi sono approvati dal Comune con le modalità citate pure nell’indicato art. 17 L.R. 23/99.

Art. 3Art. 3Art. 3Art. 3 (Strumenti Urbanistici A(Strumenti Urbanistici A(Strumenti Urbanistici A(Strumenti Urbanistici Attuativi di iniziativa ttuativi di iniziativa ttuativi di iniziativa ttuativi di iniziativa privata)privata)privata)privata)

Gli Strumenti Urbanistici Attuativi di iniziativa privata devono essere, obbligatoriamente, estesi a tutta l’area di intervento indicata negli elaborati grafici del Regolamento Urbanistico, e perseguire gli specifici obiettivi stabiliti per le singole aree, al fine di garantire le finalità di coordinamento ed integrazione degli interventi sul territorio comunale. Ai fini del corretto adeguamento alla configurazione reale dei luoghi e/o ai confini catastali di proprietà, la perimetrazione delle previsioni soggette a Strumento Urbanistico Attuativo può subire, in fase di presentazione dello stesso, una variazione in termini di superficie territoriale fino ad un massimo del 10% di quella indicata nella cartografia del Regolamento Urbanistico, tanto in più quanto in meno, senza che ciò comporti variante al Regolamento Urbanistico stesso.

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Nei casi in cui il Regolamento Urbanistico preveda la possibilità di Strumenti Urbanistici Attuativi di iniziativa privata, la perdita di efficacia quinquennale prevista dall’articolo 4 del medesimo Regolamento Urbanistico si verifica allorché entro cinque anni, in aggiunta all’approvazione dello Strumento Urbanistico Attuativo, non sia stata stipulata la relativa convenzione ovvero i proponenti non abbiano formato e trasmesso all’Amministrazione Comunale un valido atto unilaterale d’obbligo a favore del comune.

Art. 4Art. 4Art. 4Art. 4 (Contenuti degli Strumenti Urbanistici Attuativi(Contenuti degli Strumenti Urbanistici Attuativi(Contenuti degli Strumenti Urbanistici Attuativi(Contenuti degli Strumenti Urbanistici Attuativi di iniziativa privata) di iniziativa privata) di iniziativa privata) di iniziativa privata)

Gli Strumenti Urbanistici Attuativi di iniziativa privata devono comprendere, nei modi e con i contenuti in seguito definiti, i seguenti documenti: a) la relazione illustrativa; b) il quadro conoscitivo di riferimento; c) il quadro progettuale, comprendente le Norme Tecniche di Attuazione, l’indicazione delle masse e delle altezze delle costruzioni lungo le strade e piazze, l’identificazione degli edifici destinati a demolizione o ricostruzione ovvero soggetti a restauro o a bonifica edilizia, l’individuazione delle suddivisioni degli isolati in lotti fabbricabili secondo la tipologia indicata nel piano; d) il progetto delle opere di urbanizzazione, comprendente la determinazione degli spazi riservati ad opere o impianti di interesse pubblico e la specificazione della profondità delle zone laterali a opere pubbliche, la cui occupazione sia necessaria per integrare le finalità delle medesime opere e per soddisfare prevedibili esigenze future; e) il dettaglio delle eventuali proprietà da espropriare o da vincolare, mediante l’indicazione dei relativi dati catastali, secondo le procedure e modalità della legislazione statale in materia; f) Le indagini geologico-tecniche necessarie alla acquisizione del parere dell’Ufficio Geologico della Regione Basilicata preventivamente all’Adozione dello Strumento Urbanistico Attuativo; In particolare, gli elaborati (che dovranno essere consegnati in n. 4 copie più una copia in formato digitale), dovranno avere le seguenti caratteristiche: -La relazione illustrativa, da redigere preferibilmente in un elaborato unico in formato A4, dovrà specificare gli obiettivi dello Strumento Urbanistico Attuativo, e comprendere la verifica degli standard urbanistici e l’esposizione storico-descrittiva dell’area e dei fabbricati esistenti. La stessa dovrà essere corredata da analisi socio-economiche che illustrino le finalità, i criteri e le modalità attuative degli interventi previsti e la coerenza con le prescrizioni del Regolamento Urbanistico. -Il quadro conoscitivo di riferimento dovrà comprendere:

-l’analisi storica dell’area oggetto di intervento, comprensiva dell’estratto di mappa catastale, di altre mappe e della cartografia storica di altro genere eventualmente esistente, nonché di eventuale documentazione fotografica non recente; -lo stralcio delle seguenti tavole del Regolamento Urbanistico, con perimetrazione dell'area interessata dall'intervento, comprendente un intorno almeno di ml. 500 e con l'esatta ubicazione dell'area d’intervento e degli immobili interessati:

• Tavole AU-a e AU-s – Quadro Conoscitivo del Sistema Naturalistico/Ambientale- Beni Tutelati per Legge (Art. 146 D.Lgs 490/99) e Assetto Urbanistico;

• Tavole i-G6a e i-G6b – Carta di sintesi della pericolosità e criticità geologica e geomorfologica;

• Tavole AU – Assetto Urbanistico

• Tavola RU1 – Zonizzazione di progetto del Regolamento Urbanistico;

• Tavola RU1dr – Zonizzazione di progetto del Regolamento Urbanistico con sovrapposizione areali PAI; -la cartografia, in scala 1 :500, dello stato di fatto che evidenzi gli spazi, le attrezzature e le infrastrutture a rete pubbliche (acquedotti, gasdotti, elettrodotti, fognature, illuminazione pubblica, ecc.); -il rilievo dell’area d’intervento in scala 1:500 che evidenzi le quote altimetriche riferite ad eventuali capisaldi dell’IGM o catastali e le curve di livello con equidistanza non superiore a ml. 0,50 comprensivo di alcune sezioni esplicative, nonché le essenze arboree;

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-la documentazione attestante la proprietà (dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà – DPR 445/2000) delle aree comprese nel piano attuativo, l’estratto originale di mappa catastale e il certificato catastale delle particelle per le quali viene richiesta l’autorizzazione alla realizzazione dell’intervento (l’elenco descritto nella dichiarazione deve essere comprensivo dell’indicazione del foglio, particella, subalterno, per ciascuna deve essere dichiarata la disponibilità tramite l’indicazione dell’atto di provenienza); -la rappresentazione del perimetro di Piano Attuativo sovrapposto all’estratto di mappa catastale del N.C.E.U. (con indicato foglio e numeri delle particelle), con indicazione della superficie catastale totale, in mq., delle aree interessate dalle opere di urbanizzazione suddivise in aree da cedere e aree d’uso pubblico; -Il quadro progettuale dovrà comprendere: -la planimetria in scala 1:500 (o altra scala adeguata) con individuazione dei comparti e unità minime di

intervento; -la planimetria in scala 1:500 (o altra scala adeguata) quotata dell'intervento che evidenzi gli eventuali edifici

recuperati, le aree destinate a nuova edificazione, quelle destinate a spazi scoperti privati e quelle destinate alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria; il progetto dovrà essere inoltre corredato di tutte le indicazioni utili per la sua comprensione: volumi, destinazioni d’uso, superfici coperte e altezza massimi, distanza tra i vari edifici, tra questi e le strade e i confini);

-i prospetti e le sezioni indicative in scala 1:500 (o altra scala adeguata al tipo di intervento); -il progetto in scala 1:500 (o altra scala adeguata al tipo di intervento) della rete di smaltimento liquami degli

edifici raccordata con la fognatura principale e l’eventuale ubicazione delle cabine per l'energia elettrica con indicazione della rete di distribuzione da studiarsi in collaborazione con l'ENEL;

-l’ubicazione delle eventuali isole ecologiche o dei luoghi di conferimento dei rifiuti; -l’ubicazione e verifica del dimensionamento delle aree permeabili; -le tabelle di verifica per il confronto e controllo (conteggio e verifica in base alle definizioni contenute nelle

Norme Tecniche di Attuazione del Regolamento Urbanistico e di quanto ulteriormente dettagliato nel Regolamento Edilizio) dei parametri urbanistici esistenti e di progetto generali (Superficie Territoriale, Superficie Fondiaria, Superficie a Standard divisa per destinazione d’uso attrezzature collettive, verde, parcheggi e piazze, ecc. e Superficie permeabile) e puntuali divisi per edificio e destinazione d’uso (Volume, Superficie coperta, Rapporto di copertura, Superficie Utile Lorda, Altezza massima);

-gli elaborati grafici dello stato di progetto in scala 1:50, contenenti la situazione vincolistica dell’area (idrogeologico, paesaggistico-ambientale, P.A.I., ecc.), e le indicazioni necessarie al fine di una precisa dimostrazione del rispetto delle distanze dai confini, dalle strade, tra fabbricati, dai corsi d’acqua, dagli elettrodotti, ecc.;

-le Norme Tecniche di Attuazione. -Il progetto delle opere di urbanizzazione, da redigere in conformità con le previsioni del Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (c.d. codice degli appalti), approvato con il decreto legislativo n. 163 del 12 aprile 2006 e successive modificazioni ed integrazioni, dovrà comprendere: Progetto preliminare, composto dai seguenti elaborati:

• Relazione specifica sulle opere di urbanizzazione;

• schemi grafici di progetto;

• elaborato e dichiarazione relativa alla conformità degli spazi pubblici alla normativa riguardante le barriere architettoniche;

Progetto definitivo composto dai seguenti elaborati:

• relazione tecnicoillustrativa;

• schemi grafici di progetto; • calcolo sommario della spesa;

• elaborato e dichiarazione relativa alla conformità degli spazi pubblici alla normativa relativa alle barriere architettoniche;

-Le altre indagini, dichiarazioni, ecc. necessarie ai fini della definizione dell’atto di governo del territorio. Lo Strumento Urbanistico Attuativo dovrà essere inoltre corredato dai seguenti elaborati, nonché delle altre indagini, certificazioni, attestazioni, ecc. di seguito elencate:

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• valutazione previsionale del clima acustico; • dichiarazione del progettista in merito al rispetto della normativa antisismica (conformità del progetto al

D.M. 14/01/2008 “Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni” o in alternativa conformità del progetto al D.M. 16/01/1996 “Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche” con relativo elaborato di verifica dei punti C2, C3 e C4, e se edificio esistente anche del punto C9);

• nel caso in cui l’area di intervento sia interessata dal passaggio di elettrodotti, indagini e rilievo strumentale delle distanze dagli elettrodotti presenti in prossimità dell’area d’intervento e dichiarazione del progettista in merito a tali risultanze ai sensi del DM 29/05/08 “Approvazione delle procedure di misure e valutazione dell’induzione magnetica del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare”;

• legittimità urbanistica dell’attuale stato dei luoghi;

• bozza di Convenzione Urbanistica, compilata secondo lo Schema presente in allegato al Regolamento Urbanistico e bozza di Atto di Cessione Bonaria di suoli all’Amministrazione Comunale, compilata secondo lo Schema presente in allegato al Regolamento Urbanistico;

ArtArtArtArt. 5. 5. 5. 5

(Indagini geologico tecniche)(Indagini geologico tecniche)(Indagini geologico tecniche)(Indagini geologico tecniche)

In ottemperanza alla vigente normativa, in sede di formazione degli Strumenti Urbanistici Attuativi devono essere effettuate indagini ed approfondimenti al quadro conoscitivo atte a verificare la fattibilità delle previsioni dal punto di vista geologico-tecnico. Pertanto, tutti gli Strumenti Urbanistici Attuativi devono essere corredati dalle indagini geologico- tecniche, redatte da un professionista abilitato secondo le modalità e i contenuti previsti nella vreòlativa normativa regionale, costituita dalla L.R. 23/99 e s.m.i. , dal Regolamento di Attuazione di cui alla Delibera di Giunta Regionale n. 512 del 24 marzo 2003 e s.m.i, e dalle correlate Circolari Esplicative Le indagini, parte integrante dell’atto di governo del territorio, devono essere consegnate in n° 4 copie cartacee ed una digitale, in modo tale da consentirne la trasmissione al competente Ufficio Geologico Regionale per l’acquisizione del relativo parere preventivamente all’Adozione.

Art. 6Art. 6Art. 6Art. 6 (Consorz(Consorz(Consorz(Consorzi per la realizzazione degli Strumenti Urbanistici Ai per la realizzazione degli Strumenti Urbanistici Ai per la realizzazione degli Strumenti Urbanistici Ai per la realizzazione degli Strumenti Urbanistici Attuativi di iniziativa privata)ttuativi di iniziativa privata)ttuativi di iniziativa privata)ttuativi di iniziativa privata)

Per la realizzazione degli interventi previsti negli Strumenti Urbanistici Attuativi di iniziativa privata, i proprietari rappresentanti la maggioranza assoluta del valore dei beni calcolata in base all’imponibile catastale, ricompresi nello Strumento, hanno titolo a costituire un consorzio per la presentazione al Comune delle proposte di realizzazione dell’intervento e del conseguente schema di convenzione. Il Comune invita i proprietari non aderenti al consorzio ad attuare le indicazioni del piano mediante l’adesione alla Convenzione, assegnando un temine non inferiore a sessanta giorni. Decorso inutilmente il termine assegnato, il Comune procede a diffidare gli stessi, assegnando un termine non inferiore a trenta giorni. Decorso senza esito tale termine, gli immobili dei proprietari non aderenti al consorzio rientrano tra i beni soggetti ad espropriazione. La procedura sopra descritta deve essere, in ogni caso, completata entro il termine massimo di centottanta giorni.

Art. 7Art. 7Art. 7Art. 7 (Convenzioni)(Convenzioni)(Convenzioni)(Convenzioni)

Le Convenzioni relative agli Strumenti Urbanistici Attuativi devono prevedere la cessione gratuita, entro i termini stabiliti, delle aree necessarie per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria nel rispetto delle quantità minime fissate dal Regolamento Urbanistico. Le medesime convenzioni devono prevedere anche l’assunzione, a carico del proprietario, dell’esecuzione di tutte le opere di urbanizzazione primaria inerenti il piano, anche se il costo per l’esecuzione delle stesse fosse superiore alla quota relativa alla urbanizzazione primaria del contributo fissato dalle tabelle parametriche vigenti nel Comune di

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Palazzo San Gervasio Il valore delle opere eseguite è computato sulla base del prezzario regionale di riferimento per le stazioni appaltanti sul territorio regionale, vigente alla data di espletamento della procedura di affidamento dei lavori. Il valore delle opere eseguite deve essere scomputato dagli oneri concessori relativi alle opere di urbanizzazione primaria. Qualora il valore delle opere eseguite sia inferiore al contributo dovuto, la differenza deve essere versata pro-quota, congiuntamente alla quota dovuta per la urbanizzazione secondaria e per il costo di costruzione, al momento del rilascio o del formarsi dei singoli titoli abilitanti. Nulla è dovuto da parte del Comune in caso in cui il valore delle opere eseguite superi la quota relativa alla urbanizzazione primaria degli oneri concessori. Le procedure per la realizzazione delle opere sono indicate dal D.Lgs. 163/2006 (Codice degli appalti) e successive modificazioni e integrazioni. Le convenzioni devono, pertanto, includere il computo metrico estimativo dei lavori da eseguire, con contestuale indicazione delle specifiche tecniche e delle modalità esecutive delle opere convenzionate, nonché i criteri di stima delle opere eseguite, ai fini dello scomputo dagli oneri di urbanizzazione dovuti. All’interno della Convenzione Urbanistica deve essere prevista anche l’assunzione, a carico del proprietario:

• della quota di oneri relativi alle opere di urbanizzazione secondaria, proporzionali all’entità degli insediamenti, secondo quanto stabilito dalle tabelle parametriche regionali e dai relativi atti del Comune di recepimento delle stesse, ovvero l’esecuzione diretta delle stesse;

• degli oneri di manutenzione di tutti gli spazi pubblici e di uso pubblico, fino alla loro cessione al Comune.

• degli oneri e spese relativi al frazionamento delle aree, necessario alla stipula degli Atti di Cessione Bonaria di suoli all’Amministrazione Comunale ed alla stipula della Convenzione Urbanistica stessa per quanto riguarda le rifusioni proprietarie necessarie a procedere alla assegnazione dei lotti edificatori;

• di tutti gli oneri e spese relativi alla stipula degli Atti di Cessione Bonaria di suoli all’Amministrazione Comunale ed alla stipula della Convenzione Urbanistica stessa;

All’interno della Convenzione Urbanistica devono inoltre essere descritte le fasi di realizzazione dell’intervento ed i tempi relativi, nonché i termini di inizio e di ultimazione delle opere di urbanizzazione e degli edifici. Le convenzioni comprendono, infine, congrue garanzie finanziarie per l’adempimento degli obblighi derivanti dalla stipula e le sanzioni convenzionali a carico dei proprietari per l’inosservanza degli obblighi stabiliti nella Convenzione. In tal senso le garanzie fideiussorie bancarie o assicurative, di primaria compagnia, da prestare al Comune a garanzia del puntuale adempimento degli obblighi derivanti dalle Convenzioni, non potranno essere inferiori al 120% della spesa prevista per le opere da realizzare, tenuto conto delle opere da realizzare e dei tempi necessari per il completamento. Nei casi di inottemperanza delle obbligazioni assunte con la stipula delle Convenzioni, senza giustificato motivo, i soggetti esecutori dovranno corrispondere al Comune una penale non inferiore:

a) ad euro 100,00 (cento/00) per ogni giorno di ritardo dalla mancata ultimazione dei lavori entro i termini fissati nelle Convenzioni;

b) al 100% del valore delle opere dichiarate non collaudabili dal collaudatore.

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ALLEGATO “I” REGOLAMENTO EDILIZIO – Comune di Palazzo San Gervasio 2011

REGOLAMENTO COREGOLAMENTO COREGOLAMENTO COREGOLAMENTO COMUNALE PER LA ESECUZIONEMUNALE PER LA ESECUZIONEMUNALE PER LA ESECUZIONEMUNALE PER LA ESECUZIONE DELLE OPERE DI URBANIZZAZIONE A DELLE OPERE DI URBANIZZAZIONE A DELLE OPERE DI URBANIZZAZIONE A DELLE OPERE DI URBANIZZAZIONE A SCOMPUTO DEGLI ONERI DI URBANIZZAZIONESCOMPUTO DEGLI ONERI DI URBANIZZAZIONESCOMPUTO DEGLI ONERI DI URBANIZZAZIONESCOMPUTO DEGLI ONERI DI URBANIZZAZIONE NEL CASO DI INTERV NEL CASO DI INTERV NEL CASO DI INTERV NEL CASO DI INTERVENTI DIRETTIENTI DIRETTIENTI DIRETTIENTI DIRETTI

SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO

Art. 1 Oggetto del Regolamento Art. 2 Opere di Urbanizzazione Primaria e Secondaria Art. 3 Urbanizzazione delle aree

Art. 4 Qualità degli spazi e delle opere pubbliche da realizzare a scomputo degli oneri di urbanizzazione

Art. 5 Convenzione Art. 6 Procedure per la stipula della Convenzione Art. 7 Responsabile del Procedimento per la fase attuativa - Competenze Art. 8 Acquisizione gratuita delle aree Art. 9 Compatibilità ambientale ed ecoefficienza energetica

Art. 1Art. 1Art. 1Art. 1

(Ogg(Ogg(Ogg(Oggetto del Regolamento)etto del Regolamento)etto del Regolamento)etto del Regolamento)

Il presente Regolamento detta norme e modalità per la cessione delle aree e l’esecuzione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, direttamente connesse agli interventi edilizi ai sensi dell’art. 28 della Legge 17 agosto 1942 n. 1150, dell’art. 33 della L.R. 5 agosto 1992 n. 34, dell’art. 2 legge 109/94 e s.m. e i. e dell’art. 12 del D.P.R. 06.06.2001 n. 380.

Art. 2Art. 2Art. 2Art. 2 (Opere di urbanizzazione primaria e secondaria)(Opere di urbanizzazione primaria e secondaria)(Opere di urbanizzazione primaria e secondaria)(Opere di urbanizzazione primaria e secondaria)

Per opere di urbanizzazione primaria e secondaria si intendono quelle previste dall’art. 4 della legge 29 settembre 1964 n. 847 integrato dall’art. 44 della legge 22 ottobre 1971 n. 865, dall’art. 17 della legge 11 marzo 1988 n. 67, dall’art. 26 della legge 28 febbraio 1990 n. 38 e dall’art. 58 del D. Lgs 5 febbraio 1997 n. 22. In particolare, tali opere sono quelle individuate ai corrispondenti punti dell’Allegato”L” al presente Regolamento Edilizio. Ai fini del presente regolamento vengono considerate esclusivamente le opere di urbanizzazione di pubblica utilità. Non si considerano gli allacciamenti alla rete pubblica, di qualsiasi natura – compresa la viabilità – di esclusivo interesse privato.

Art. 3Art. 3Art. 3Art. 3 (Urbanizzazione delle aree)(Urbanizzazione delle aree)(Urbanizzazione delle aree)(Urbanizzazione delle aree)

Sul presupposto che le opere di urbanizzazione primaria e secondaria debbano essere realizzate dall’Amministrazione Comunale, nonché in relazione alle esigenze di snellimento della complessa procedura amministrativa sfociante nell’emissione dell’atto di Permesso di Costruire o nell’asseverazione della DIA, SCIA, o di qualsivoglia altro titolo abilitativo comunque denominato, ed in relazione all’interesse della collettività di disporre in termini relativamente brevi di opere e di infrastrutture di pubblica utilità, indispensabili per l’organizzazione e la funzionalità urbanistica e sociale delle aree di trasformazione del Regolamento Urbanistico, si stabilisce quanto di seguito riportato. Le opere di urbanizzazione relative alle aree sottoposte ad azioni di trasformazione urbanistica ed edilizia in base al disposto del Regolamento Urbanistico e del Piano Strutturale Comunale, sono indipendenti dal programma triennale delle opere pubbliche formato ai sensi della vigente legislazione in materia.

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Tali opere dovranno essere realizzate a scomputo degli oneri secondo le modalità, i tempi e le priorità fissate in ciascun Strumento Urbanistico Attuativo, nel caso di interventi soggetti a tale procedura, o nei singoli permessi di costruire, DIA, SCIA o di qualsivoglia altro titolo abilitativo comunque denominato, nel caso di intervento non soggetto ad ulteriore approvazione di un atto di governo del territorio. Nella ipotesi di attuazione di un singolo permesso di costruire, DIA, SCIA, o di qualsivoglia altro titolo abilitativo comunque denominato, ciascun soggetto attuatore dovrà operare in un intervallo di tempo che, di norma, non può essere superiore al biennio, comunque in maniera correlata alle edificazioni delle aree ed in modo tale da garantirne la utilizzabilità. È ammessa la possibilità di realizzare le opere di urbanizzazione nel periodo di validità del Permesso di costruire (tre anni), o in un periodo di tempo superiore, solo ed esclusivamente in caso di aree soggette a Strumentazione Urbanistica Attuativa. In tale evenienza, i tempi maggiori devono essere comunque stabiliti all’interno di uno specifico cronoprogramma contenuto nell’atto di governo del territorio. Negli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia, di cui al Regolamento Urbanistico ed al Piano Strutturale Comunale, tutte le opere necessarie all’urbanizzazione primaria delle aree devono essere realizzate a scomputo, anche per importi superiori agli oneri tabellari dovuti per legge per l’urbanizzazione primaria, senza eventuale conguaglio. In caso di realizzazione di interventi riguardanti esclusivamente le opere di urbanizzazione primaria è sempre dovuto l’importo relativo agli oneri di urbanizzazione secondaria, nonché, se previsto, il costo di costruzione. Negli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia, di cui al Regolamento Urbanistico ed al Piano Strutturale Comunale, tutte le opere di urbanizzazione secondaria devono essere realizzate a scomputo, anche per importi superiori agli oneri tabellari dovuti per legge per l’urbanizzazione secondaria senza eventuale conguaglio. In caso di realizzazione di interventi riguardanti esclusivamente le opere di urbanizzazione secondaria è sempre dovuto l’importo relativo agli oneri di urbanizzazione primaria nonché, se previsto, il costo di costruzione. In caso di realizzazione di opere di urbanizzazione sia primaria sia secondaria potrà essere scomputato dal pagamento degli oneri concessori relativi all’urbanizzazione primaria l’importo necessario per l’attuazione delle opere di urbanizzazione primaria e dal pagamento degli oneri concessori relativi all’urbanizzazione secondaria l’importo necessario per l’attuazione delle opere di urbanizzazione secondaria. In caso di opere di urbanizzazione realizzate a scomputo aventi importi inferiori ai singoli oneri tabellari dovuti per legge, è comunque dovuta al Comune la parte restante riferita alle diverse categorie di urbanizzazione (primaria o secondaria). Nulla è dovuto da parte del Comune in caso che il valore delle opere eseguite superi la quota relativa alla urbanizzazione primaria e secondaria degli oneri concessori.

Art. 4Art. 4Art. 4Art. 4 (Qualità degli spazi e degli opere pubbliche da realizzare a(Qualità degli spazi e degli opere pubbliche da realizzare a(Qualità degli spazi e degli opere pubbliche da realizzare a(Qualità degli spazi e degli opere pubbliche da realizzare a scomputo scomputo scomputo scomputo

degli oneri di urbanizzazionedegli oneri di urbanizzazionedegli oneri di urbanizzazionedegli oneri di urbanizzazione))))

Il Comune di Palazzo San Gervasio persegue l’obiettivo della qualità urbana, ambientale, edilizia e di accessibilità. Il fine del raggiungimento della qualità ambientale si concretizza anche una corretta progettazione, realizzazione e gestione delle aree verdi e degli spazi aperti. Pertanto, si delineano di seguito i requisiti minimi da seguire nella progettazione delle piattaforme stradali, degli elementi costitutivi, anche marginali ed accessori, che le compongono, e di alcune soluzioni funzionali ricorrenti. Vengono, inoltre, indicate le principali regole che devono essere seguite nella progettazione degli spazi pubblici in esecuzione degli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia, con particolare riferimento alle aree verdi attrezzate e ai parcheggi. Le quantità e le percentuali previste nel presente articolo sono di carattere generale e riferite all’intero territorio comunale. Le stesse devono essere, di norma, rispettate. Soluzioni progettuali di aree pubbliche realizzate a scomputo degli oneri concessori comportanti differenze rispetto a quanto definito di seguito possono essere approvate dai competenti Uffici comunali o dalla Giunta

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municipale se, in relazione al contesto territoriale in cui si inseriscono, vengono comunque ritenute opportune allo scopo di raggiungere l’obiettivo della qualità urbana, ambientale, edilizia e di accessibilità. Nei progetti relativi alle opere pubbliche da realizzare a scomputo degli oneri concessori, particolare attenzione deve essere posta alla progettazione dei margini delle strade, con l’indicazione delle modalità di realizzazione dei filari alberati, delle barriere vegetali e dei parcheggi a raso. Nella progettazione di brevi tracciati stradali, raccordi o ampliamenti della sede viaria, al fine di ottenere una significativa riduzione del rumore e dell’inquinamento atmosferico, è fatto obbligo della piantumazione di verde e filari alberati, che attenuano gli effetti nocivi del traffico automobilistico. Per la progettazione di intersezioni urbane, extraurbane e semaforizzate deve essere fatto riferimento alle Norme C.N.R. 90/1983, 78/1980 e 150/1992. Le aree per parchi e giardini pubblici non destinate a specifiche funzioni, dovranno essere suddivise, di norma, secondo le seguenti percentuali, in relazione agli usi ed alle sistemazioni:

2 prato per il gioco libero 35%; 2 impianti arborei e arbustivi 25%; 2 servizi coperti 1,5%; 2 servizi scoperti 8,5%; 2 gioco bambini 20%; 2 percorsi e aree di sosta 10%.

In particolare:

a) per gli spazi gioco per bambini dai 3 ai 6 anni è necessario: 2 utilizzare siepi di essenze aromatiche o con fiori, evitando ovviamente specie velenose o con spine, che

saranno mantenute basse, con altezza compresa tra i 40 e i 60 cm., con andamento irregolare; 2 utilizzare alberi di piccola grandezza, alberi da frutto o alberi con portamento pendulo, che saranno

mantenuti con portamento naturale; 2 utilizzare arbusti impiantati a gruppetti o con andamento a filare, per formare labirinti.

b) per gli spazi gioco per ragazzi dai 6 ai15 anni è necessario: 2 utilizzare siepi di vario genere, evitando ovviamente specie velenose o con spine, che saranno mantenute a

circa 1,50 m. di altezza, con andamento regolare ad eccezione delle siepi a confine con altre proprietà o con strade che potranno avere andamento informale;

2 utilizzare alberi di piccola grandezza (olivi, ciliegi, ecc.); nei boschetti possono essere utilizzati anche alberi di grandezze maggiori;

2 utilizzare arbusti impiantati a gruppetti, composti da almeno tre specie diverse.

Art. 5Art. 5Art. 5Art. 5 (Convenzione)(Convenzione)(Convenzione)(Convenzione)

Per la realizzazione degli interventi previsti all’interno delle aree sottoposte ad azioni di trasformazione urbanistica ed edilizia è previsto il rilascio di un permesso di costruire, o la formazione di una DIA e/o SCIA o di qualsivoglia altro titolo abilitativo comunque denominato, , convenzionate. Le caratteristiche tecniche, i tempi di realizzazione e la cessione delle opere vanno definiti nell’ambito della Convenzione che regola i rapporti fra il Comune ed i soggetti attuatori ai sensi della legislazione vigente, che deve essere corredata da apposita fidejussione, ai sensi degli articoli 1944 e 1957 del codice civile, a garanzia delle opere da realizzare, di importo pari a quello delle opere, comprensivo di IVA e di spese di progettazione e oneri per la sicurezza, aumentato del 20%, con previsione di clausole sanzionatorie per le inadempienze. Nelle Convenzioni vanno inoltre previste le procedure relative al rispetto della vigente legislazione antimafia. In relazione agli interventi di realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, con atto del Consiglio Comunale è approvata una convenzione tipo, con la quale sono stabiliti i criteri per l’attuazione e la cessione delle medesime opere nelle aree di trasformazione urbanistica ed edilizia. La convenzione è estesa all’intera partizione spaziale oggetto di intervento e comprende le permute o le cessioni

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immobiliari tra tutti i soggetti aventi titolo, definite sulla base del progetto di dettaglio a fini esecutivi riferito all’intero ambito. Il rilascio o l’efficacia dei titoli abilitativi è subordinata alla sottoscrizione di atti pubblici con i quali sono effettuate le permute o cessioni immobiliari tra i soggetti aventi titolo in applicazione dei criteri perequativi previsti dal Regolamento Urbanistico. La Convenzione deve prevedere la cessione gratuita, entro i termini stabiliti, delle aree necessarie per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria nel rispetto delle quantità minime fissate dal Regolamento Urbanistico. La stessa deve prevedere, inoltre, l’assunzione, a carico del proprietario, dell’esecuzione di tutte le opere di urbanizzazione, anche se il costo per l’esecuzione delle stesse fosse superiore alla quota relativa agli oneri concessori. In assenza di interventi comportanti la realizzazione di opere di urbanizzazione secondaria, la corresponsione degli oneri relativi a tale tipologia di opere è sempre dovuta. Sono comunque a carico dei soggetti attuatori le richieste da rivolgere ai gestori delle reti infrastrutturali (linee elettriche, linee telefoniche, linee gas, reti fognature ecc…) per le necessarie autorizzazioni nonché le spese relative agli allacciamenti e spostamenti dei sottoservizi. Al Responsabile del Procedimento della fase attuativa è affidato il compito dell’alta sorveglianza in corso d’opera e della presa in consegna delle opere a scomputo, che verranno acquisite al patrimonio comunale. In particolare sono a lui demandati i seguenti adempimenti:

2 l’effettuazione dei necessari controlli sui lavori con relazione sul loro stato di attuazione e sull’alta sorveglianza effettuata, secondo quanto previsto dall’art. 8 del D.P.R. 554/1999 e successive modificazioni ed integrazioni, in quanto, trattandosi di interventi assimilabili ad appalti in concessione, la Direzione Lavori è nominata dal soggetto attuatore, previo parere favorevole del Settore Tecnico del Comune di Palazzo San Gervasio, fra i tecnici abilitati iscritti ai rispettivi Albi, con documentata esperienza professionale (curricula) e privi di contenzioso con il Comune;

2 la proposta della nomina del collaudatore in corso d’opera, con onere a carico dei soggetti attuatori e, allo scadere dei sei mesi dall’ultimazione dei lavori, la proposta dell’approvazione delle risultanze di collaudo, congiuntamente all’autorizzazione allo svincolo della fideiussione e alla presa in carico delle opere, nel rispetto e con le garanzie previste dalla legge 554/99 art. 104 e successive modifiche e integrazioni e per un importo non inferiore al 50% del valore delle opere realizzate (polizza di assicurazione indennitaria decennale);

Le procedure per la realizzazione delle opere sono indicate dal D.Lgs. 163/2006 (Codice degli appalti) e successive modificazioni e integrazioni.

Art. 6Art. 6Art. 6Art. 6 (Procedure per la stipula della Convenzione)(Procedure per la stipula della Convenzione)(Procedure per la stipula della Convenzione)(Procedure per la stipula della Convenzione)

Prima della stipula della Convenzione, i soggetti attuatori hanno l’obbligo della presentazione dei progetti esecutivi delle opere di urbanizzazione previste a scomputo, in quattro copie, comprensivi di tutti gli elaborati grafici e del computo metrico estimativo delle opere. Il valore delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria da realizzare oggetto di scomputo è definito sulla base del vigente Prezziario Regionale. Al termine dei lavori dovrà essere consegnata la documentazione che, in merito a tali opere, provi i costi effettivamente sostenuti e documentati dall’impresa esecutrice dei lavori. Il progetto esecutivo presentato va esaminato dal competente Settore Tecnico, per il controllo tecnicoeconomico. Lo stesso, qualora interessi accessi sulla viabilità esistente comunale, nuova viabilità o parcheggi pubblici, deve essere approvato anche dal Comando Polizia Municipale. In ogni caso, prima della stipula della convenzione il progetto esecutivo deve esaminato ed approvato dal Responsabile del Settore Tecnico. Solo successivamente all’acquisizione dei pareri del Settore Tecnico, del Comando Polizia Municipale, e, nei casi previsti, della Giunta Comunale, il Responsabile del Settore Tecnico può

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provvedere alla stipula della convenzione e, successivamente e conseguentemente, al rilascio del relativo Permesso di Costruire od alla conclusione dell’iter di formazione della DIA, SCIA o di qualsivoglia altro titolo abilitativo comunque denominato.

Art. 7Art. 7Art. 7Art. 7 (Responsabile procedimento fase attuativa (Responsabile procedimento fase attuativa (Responsabile procedimento fase attuativa (Responsabile procedimento fase attuativa ---- Competenze)Competenze)Competenze)Competenze)

Il soggetto attuatore ha l’obbligo di realizzare le opere entro i termini previsti dalla Convenzione. Sono a carico dello stesso le richieste da rivolgere ai gestori delle reti infrastrutturali (es. ANAS – ENEL – linee telefoniche – acquedotto ecc.) per eventuali preventivi di spesa e le necessarie autorizzazioni, nonché le relative spese per allacciamenti e spostamenti dei sottoservizi, oltre agli oneri di progettazione, direzione lavori e collaudo, anche in corso d’opera, e quant’altro necessario per consegnare l’opera finita a perfetta regola d’arte. Al Responsabile del Procedimento della fase attuativa è affidato il compito dell’alta sorveglianza in corso d’opera e della presa in consegna delle opere a scomputo, che saranno acquisite al patrimonio comunale. In particolare esso è tenuto a:

a) effettuare i necessari controlli sui lavori con relazione sul loro stato di attuazione e sull’alta sorveglianza effettuata, secondo quanto previsto dall’art. 8 del D.P.R. 554/1999 e successive modificazioni e integrazioni, in quanto, trattandosi di interventi assimilabili ad appalti in concessione, la Direzione Lavori è nominata dal soggetto attuatore, tra i tecnici iscritti agli albi ed ordini professionali, che non abbiano in corso contenziosi con il Comune;

b) provvedere alla proposta di nomina del collaudatore in corso d’opera con onere a carico dei soggetti attuatori e, allo scadere dei sei mesi dall’ultimazione dei lavori, alla proposta di approvazione delle risultanze di collaudo congiuntamente all’autorizzazione allo svincolo della fideiussione ed alla presa in carico delle opere;

Art. 8Art. 8Art. 8Art. 8

(Acquisizione gratuita delle aree)(Acquisizione gratuita delle aree)(Acquisizione gratuita delle aree)(Acquisizione gratuita delle aree)

Compete al Responsabile del Settore Tecnico intervenire agli atti di acquisizione gratuita delle aree sulle quali insistono le opere realizzate e prese in consegna, se e quando necessario. Le aree soggette a cessione gratuita per le quali non è prevista la realizzazione di opere di urbanizzazione da parte dei soggetti attuatori sono cedute gratuitamente prima del rilascio del Permesso di costruire.

Art. 9Art. 9Art. 9Art. 9 (Compatibilità ambientale ed eco(Compatibilità ambientale ed eco(Compatibilità ambientale ed eco(Compatibilità ambientale ed ecoefficienza energetica)efficienza energetica)efficienza energetica)efficienza energetica)

Le opere pubbliche realizzate a scomputo degli oneri concessori devono essere progettate e realizzate secondo criteri di compatibilità ambientale ed ecoefficienza energetica, incentivando il risparmio e l’uso razionale delle risorse primarie, la riduzione dei consumi energetici, l’utilizzo di energie rinnovabili, la salute dei cittadini. Ogni intervento deve garantire un rapporto equilibrato con i caratteri naturali e insediativi dell’ambiente nel quale è inserito. L’intervento deve concorrere al riconoscimento e/o all’incremento del valore del paesaggio (urbano, rurale, industriale). Ogni intervento deve eliminare o ridurre i rischi per la salute, attraverso l’utilizzo di materiali e tecnologie da costruzione che rispondano a requisiti di salubrità ed ecocompatibilità. Ogni intervento deve limitare al massimo l’inquinamento luminoso, migliorando la qualità dell’ambiente e della percezione visiva nella notte, e riducendo, al contempo, i consumi elettrici per l’illuminazione esterna. Per limitare i prelievi di acqua, in ogni intervento si dovrà favorire il recupero delle acque meteoriche ed eventualmente il riutilizzo di quelle reflue. In tal senso, è necessario predisporre accorgimenti atti a ridurre la velocità di scorrimento della quota parte della acque meteoriche eventualmente da allontanare. Ogni intervento deve essere progettato in modo da ridurre gli oneri gestionali e contenere i consumi delle risorse

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per la gestione degli spazi verdi, nonché eliminare gli eventuali effetti negativi per la salute delle persone dovuti alla produzione di allergeni direttamente da parte degli organismi vegetali o dei loro ospiti, mantenendo al tempo stesso elevati standard di benessere ambientale.

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ALLEGATO “L” REGOLAMENTO EDILIZIO – Comune di Palazzo San Gervasio 2011

DEFINIZIONI TECNICHE DEFINIZIONI TECNICHE DEFINIZIONI TECNICHE DEFINIZIONI TECNICHE –––– GLOSSARIO GLOSSARIO GLOSSARIO GLOSSARIO

SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO Art. 1 Oggetto dell’Allegato Art.2 Definizioni

Art.1Art.1Art.1Art.1

(Oggetto dell’Allegato)(Oggetto dell’Allegato)(Oggetto dell’Allegato)(Oggetto dell’Allegato)

Il presente Allegato al Regolamento Edilizio definisce, precisa e dettaglia i termini più ricorrenti all’interno delle Norme Tecniche di Attuazione del Regolamento Urbanistico e del Regolamento Edilizio stesso, al fine di agevolare la redazione dei progetti, la relativa istruttoria degli stessi e l’attuazione degli interventi.

Attraverso le sottoestese definizioni tecniche – glossario, il Comune di Palazzo San Gervasio, introduce, persegue e promuove criteri di trasparenza e uniformità di trattamento dei cittadini su tutto il territorio comunale.

In caso di discordanza tra le definizioni contenute nel presente Allegato e quelle presenti nel Regolamento Urbanistico o in altri atti di governo del territorio vigenti, nonché nel Regolamento Edilizio vero e proprio, tali definizioni prevalgono su quelle contenute nel presente Allegato.

Art.2Art.2Art.2Art.2

((((Definizioni)Definizioni)Definizioni)Definizioni) (Stesura aggiornata delle definizioni di “Superficie coperta” e di “Sottotetti” di cui alla Delibera

di Consiglio Comunale n. 05 del 16/02/2012)

Edificio,Edificio,Edificio,Edificio, costruzione, costruzione, costruzione, costruzione, fabbricato:fabbricato:fabbricato:fabbricato: Si definisce “edificio, costruzione, fabbricato” qualsiasi manufatto, dotato di copertura, isolato da vie o da spazi vuoti, oppure separato da altri manufatti mediante muri che si elevano, senza soluzione di continuità, dalle fondamenta al tetto, e che disponga di uno o più liberi accessi sulla via, o sia dotato di una o più scale autonome. In tutte le altre definizioni del presente articolo verrà comunque usata la dizione “edificio”. ----Edificio esistente Edificio esistente Edificio esistente Edificio esistente Si definisce “edificio esistente” qualsiasi manufatto, dotato di copertura, realizzato entro la data di adozione del Regolamento Urbanistico (9 febbraio 2011), legittimo o da legittimarsi. ----EEEEdificio ai dificio ai dificio ai dificio ai soli soli soli soli fini della determinazione delle fini della determinazione delle fini della determinazione delle fini della determinazione delle distanze dai confini e delle distanze ddistanze dai confini e delle distanze ddistanze dai confini e delle distanze ddistanze dai confini e delle distanze dagli edificiagli edificiagli edificiagli edifici Si definisce "edificio ai soli fini della determinazione delle distanze dai confini e delle distanze dagli edifici” (fatto salvo quanto definito al capoverso “Deroghe alle distanze” contenuto nell’art. 17 del Regolamento Edilizio) qualsiasi manufatto che, indipendentemente dalla durata, dalla inamovibilità e dalla incorporazione al suolo, abbia carattere di consistenza e stabilità. In particolare, ai fini della determinazione delle distanze, costituisce “edificio” anche un singolo qualsiasi manufatto, isolato e/o pertinenziale che, seppure privo di pareti o di copertura, delimiti una determinata porzione di spazio. A tali fini, costituisce pertanto “edificio”, in particolare, anche un manufatto aperto su tre lati.

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A seguito di ciò, al fine di verificare l'osservanza o meno delle distanze, la misura deve essere effettuata assumendo come punto di riferimento la linea esterna della parete ideale posta a chiusura dello spazio esistente tra le strutture portanti più avanzate del manufatto stesso. ----EEEEdifici antistanti difici antistanti difici antistanti difici antistanti Si definiscono “edifici antistanti” due edifici, situati da bande opposte rispetto ad una linea di confine, quando un qualsiasi punto di un lato di ciascuno di essi, proiettato ortogonalmente a tale lato, cade comunque all'interno di un lato dell'altro. L'obbligo del rispetto delle distanze tra edifici vale allorché edifici risultino antistanti in forza della presente definizione. Nel caso di fronti non parallele deve comunque in ogni punto essere rispettata la distanza minima prescritta. ----DDDDistanza tra istanza tra istanza tra istanza tra edifici edifici edifici edifici antistantiantistantiantistantiantistanti Si definisce “distanza tra edifici antistanti” la lunghezza del segmento minimo congiungente il corpo più sporgente di uno degli edifici ed il corpo più sporgente dell'edificio antistante (esclusi, per entrambi gli edifici, gli aggetti delle coperture e degli elementi decorativi, ed in generale tutti gli elementi a sbalzo non tompagnati, in ogni caso fino alla sporgenza massima di ml.1,20). La parte eccedente l’indicato limite di ml. 1.20 va inclusa nel computo della distanza. ----Distanza minima dai confiniDistanza minima dai confiniDistanza minima dai confiniDistanza minima dai confini di proprietà di proprietà di proprietà di proprietà, dal , dal , dal , dal confine del confine del confine del confine del lotto e dalla lotto e dalla lotto e dalla lotto e dalla sede sede sede sede stradastradastradastradalelelele Si definisce distanza minima dai confini, dal confine del lotto e dalla sede stradale la lunghezza del segmento minimo congiungente il corpo più sporgente dell’edificio (esclusi gli aggetti delle coperture e degli elementi decorativi ed in generale tutti gli elementi a sbalzo non tompagnati, in ogni caso fino alla sporgenza massima di ml.1,20 ) e il confine di proprietà, il confine del lotto ed il limite della sede stradale, comprensiva di marciapiede. La parte eccedente l’indicato limite di ml. 1.20 va inclusa nel computo della distanza. ----Linea di terra/Linea di terra/Linea di terra/Linea di terra/linea delle linea delle linea delle linea delle sistemazioni esterne sistemazioni esterne sistemazioni esterne sistemazioni esterne di progettodi progettodi progettodi progetto Si definisce “linea di terra/linea delle sistemazioni esterne di progetto”, quella risultante dalla realizzazione delle previsioni progettuali inerenti l’intervento per quanto riguarda le sistemazioni delle superfici circostanti l’area di sedime dell’edificio. Non sono in alcun modo consentite, salvo diversa specifica determinazione della Strumentazione Urbanistica, sistemazioni che, rispetto alla situazione dei luoghi preesistente all’intervento, risultino da riporti di terreno per una altezza superiore ai metri lineari 1.50, che abbiano uno sviluppo in estensione inferiore a m.5.00 e che comportino un andamento orizzontale per meno di un metro lineare rispetto al fronte dell’edificio (così come esemplificato nello Schema Grafico n.°4). ----Parete esterna di un edificioParete esterna di un edificioParete esterna di un edificioParete esterna di un edificio Si definisce “parete esterna di un edificio” ogni superficie esterna di un edificio avente pendenza superiore al 100%. ----FFFFronte di un edificioronte di un edificioronte di un edificioronte di un edificio Si definisce "fronte di un edificio" la parete esterna di un edificio così come delimitata dalle tompagnature, di qualsivoglia materiale siano costituite, definita (alle estremità inferiore e superiore) rispettivamente dal piano di spiccato risultante dalla linea delle sistemazioni esterne di progetto e dall’intradosso del solaio di copertura. ----Altezza del Altezza del Altezza del Altezza del fronte di un edificio fronte di un edificio fronte di un edificio fronte di un edificio Si definisce “altezza del fronte di un edificio”, la distanza verticale misurata dalla linea delle sistemazioni esterne di progetto alla linea definita: -dall’estradosso del solaio di copertura posto al livello più alto dell’edificio (nel caso di copertura piana); -dal coronamento del parapetto pieno del terrazzo di copertura, o, in mancanza di tale parapetto pieno, dal piano

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di calpestìo di tale terrazzo; -dalla linea di intersezione dell’intradosso del solaio di copertura con il filo esterno delle murature che delimitano l’edificio (nel caso di edifici con copertura a tetto con falde ad unica pendenza, inferiore o pari al 35%, avente andamento continuo dal colmo alla quota di imposta della falda stessa); -dalla linea orizzontale posta in corrispondenza ai due terzi della proiezione, sul piano verticale, della copertura (nel caso di edifici con coperture a tetto con falde aventi pendenza superiore al 35% oppure aventi andamento mistilineo o curvilineo); -dalla linea di intersezione dell’intradosso della falda di copertura posta più in alto con il filo esterno delle murature che delimitano l’edificio (nel caso di copertura a tetto con più falde); L'altezza di una parete in ritiro è misurata dalla linea di terra ideale che si ottiene collegando i due punti nei quali il piano della parete in ritiro incontra il perimetro esterno dell'edificio, in corrispondenza del piano stradale o di sistemazione esterna, o, in mancanza, il piano di raccordo fra le due strade o sistemazioni esterne più vicine. Nell'ipotesi di edifici contigui o terrazzati, l'altezza delle fronti dei singoli corpi di fabbrica, prospicienti i terrazzamenti, sarà misurata dalla linea di intersezione dell’intradosso del solaio di copertura con il filo esterno delle murature che delimitano l’edificio, fino alla linea di terra ideale congiungente i due punti nei quali il piano della parete incontra il perimetro esterno dell'edificio, in corrispondenza del piano stradale o di sistemazione esterna più vicina. Nel calcolo della “altezza del fronte di un edificio” non si tiene conto delle maggiori altezze presenti in corrispondenza di bocche di lupo o di accessi esterni (carrabili e pedonali) al piano seminterrato od al piano interrato, purché gli accessi stessi, realizzati in trincea rispetto alla linea di terra, non siano in numero maggiore di 1 per ogni unità abitativa e non siano ciascuno di larghezza superiore a mt. 3.50. Nel caso in cui siano presenti più accessi del tipo descritto al capoverso precedente, fra l’uno e l’altro di tali accessi dovrà essere interposta una porzione di terreno dell’ampiezza di almeno ml.2.00 (così come esplicitato nello Schema Grafico n.°5); Tali accessi carrabili si troveranno nella sopra esposta condizione di non essere considerati dal punto di vista delle altezze solo se ubicati in posizione ortogonale, o in un ambito di oscillazione rispetto all’ortogonalità che mantenga almeno un angolo di 45° di distanza rispetto al fronte dell’edificio (così come esplicitato nello Schema Grafico n.°6).

----““““Altezza delAltezza delAltezza delAltezza del fronte di un edificio” fronte di un edificio” fronte di un edificio” fronte di un edificio” intesaintesaintesaintesa come “Altezza media del come “Altezza media del come “Altezza media del come “Altezza media del fronte di un edificio” fronte di un edificio” fronte di un edificio” fronte di un edificio” Si definisce “altezza del fronte di un edificio” come “altezza media del fronte di un edificio” quando una od entrambe le due linee indicate come di riferimento per la misurazione dell’altezza del fronte di un edificio (linea delle sistemazioni esterne di progetto e linea superiore) non siano orizzontali o non siano ad andamento costante. Qualora l’andamento di una sola di tali linee (o di entrambe) sia non orizzontale ma con inclinazione costante, l’ “Altezza media del fronte di un edificio” è la semplice altezza misurata in corrispondenza del punto mediano del fronte. Qualora l’andamento di una sola di tali linee (o di entrambe) sia più articolato, l’”altezza media del fronte di un edificio”, individuata con la sigla “Hmf”, si misura applicando la formula

Hmf = Σ (hi x li) / Σli dove hi è l’altezza (media o assoluta) delle singoli porzioni di lunghezza li in cui può essere scomposto il fronte stesso e Σ è la sommatoria dei rispettivi valori. Nel calcolo della “Altezza media del fronte di un edificio” non si tiene conto delle maggiore altezza presente in corrispondenza di bocche di lupo o di accessi esterni (carrabili e pedonali) al piano seminterrato od al piano interrato, purchè gli accessi stessi, realizzati in trincea rispetto alla linea di terra, non siano in numero maggiore di 1 per ogni unità abitativa e non siano ciascuno di larghezza superiore a mt. 3.50. Nel caso in cui siano presenti più accessi del tipo descritto al capoverso precedente, fra l’uno e l’altro di tali accessi dovrà essere interposta una porzione di terreno dell’ampiezza di almeno ml.2.00 (così come esplicitato nello Schema Grafico n.°5);

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Tali accessi carrabili si troveranno nella sopra esposta condizione di non essere considerati dal punto di vista delle altezze solo se ubicati in posizione ortogonale, o in un ambito di oscillazione rispetto all’ortogonalità che mantenga almeno un angolo di 45° di distanza rispetto al fronte dell’edificio (così come esplicitato nello Schema Grafico n.°6).

----Altezza media di un edificioAltezza media di un edificioAltezza media di un edificioAltezza media di un edificio Si definisce “altezza media di un edificio” la media delle altezze dei singoli fronti, misurate come indicato nelle relative definizioni, in funzione delle rispettive caratteristiche.

----Altezza massima di un edificioAltezza massima di un edificioAltezza massima di un edificioAltezza massima di un edificio Si definisce “altezza massima di un edificio”: -la misura massima fra quelle determinate nell’ambito della misurazione dell’altezza di tutto il complesso di fronti dell’edificio, nel caso la linea delle sistemazioni esterne di progetto e quella superiore usate per determinare l’altezza delle singole fronti siano ad andamento orizzontale. -il maggiore fra i singoli valori delle misure di altezza usate per determinare l’”altezza del fronte di un edificio”, intesa come “altezza media del fronte di un edificio”, per tutto il complesso di fronti dell’edificio, considerando però, nel caso in cui sono presenti andamenti della linea di terra e della linea superiore che determinino la necessità di considerare i singoli valori Hi come semplice altezza media del fronte o di una singola porzione di esso, non tale valore medio ma quello in corrispondenza del punto più alto. Nel calcolo della “altezza massima di un edificio” non si tiene conto delle maggiore altezza presente in corrispondenza di bocche di lupo o di accessi esterni (carrabili e pedonali) al piano seminterrato purchè gli accessi stessi, realizzati in trincea rispetto alla linea di terra, non siano in numero maggiore di 1 per ogni unità abitativa e non siano ciascuno di larghezza superiore a mt. 3.50. Nel caso in cui siano presenti più accessi del tipo descritto al capoverso precedente, fra l’uno e l’altro di tali accessi dovrà essere interposta una porzione di terreno dell’ampiezza di almeno ml.2.00 (così come esplicitato nello Schema Grafico n.°5); Tali accessi carrabili si troveranno nella sopra esposta condizione di non essere considerati dal punto di vista delle altezze solo se ubicati in posizione ortogonale, o in un ambito di oscillazione rispetto all’ortogonalità che mantenga almeno un angolo di 45° di distanza rispetto al fronte dell’edificio (così come esplicitato nello Schema Grafico n.°6). ----Superficie Superficie Superficie Superficie lorda lorda lorda lorda di pianodi pianodi pianodi piano Per “Superficie lorda di piano” si intende quella delimitata dal perimetro esterno delle tompagnature delimitanti il piano stesso, compresi:

� i balconi incassati; � le rientranze in cui la profondità (intesa anche come profondità media) sia maggiore di un quarto

dello sviluppo in lunghezza della rientranza stessa; � i patii, i cavedi e le chiostrine così come definiti al relativo punto, denominato “spazi interni agli

edifici”; � i vani scala; � i vani di alloggiamento dell’ascensore;

Sono esclusi dal computo della “Superficie lorda di piano”: � i portici e le logge nei limiti stabiliti ai relativi punti;

I portici e le logge per la quota parte eccedente rispettivamente le percentuali del 50% ed del 30%, così come esplicitato ai relativi punti, dovranno essere inseriti nel computo di volumetria, considerandone il volume geometrico misurato dalla quota di calpestìo all’estradosso del solaio o dei frangisole che ne costituiscono la delimitazione superiore;

Le modalità di determinazione della “Superficie lorda di piano” sono esplicitate nello Schemi Grafici n.°2 e n.°3, relativi rispettivamente al livello edificato a più diretto contatto con le sistemazioni esterne di progetto ed ad un livello superiore;

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----Portico Portico Portico Portico Per “portico” si intende una porzione di edificio aperta su almeno tre lati, coperta da solaio o da frangisole, ed ubicata al livello edificato che si trova a più diretto contatto con le sistemazioni esterne di progetto.

Ai fini dell’inserimento di tale porzione di fabbricato nel computo della volumetria, il volume afferente a tale porzione di fabbricato non sara’ computato qualora tale porzione sarà stata prevista su una superficie non eccedente il cinquanta percento della “Superficie lorda di piano”, così come definita al relativo punto, ubicata a tale livello a più diretto contatto con le sistemazioni esterne di progetto. Nel caso di presenza di seminterrato, tale norma vale per il seminterrato stesso, nel caso che parte di esso sia conformato a portico, ed anche per il portico eventualmente presente in corrispondenza del piano rialzato, nel caso che il calpestio di quest’ultimo si trovi ad una quota non superiore a mt. 1.50 rispetto a quella media delle sistemazioni esterne di progetto.

Nel caso in cui venga superata la misura sopra indicata, nel calcolo di volumetria dovrà essere inserita la parte eccedente.

Le modalità di eventuale inserimento di quota parte del portico nella volumetria da calcolare sono esplicitate nello Schema Grafico n.°2.

----Loggia Loggia Loggia Loggia Per “loggia” si intende una porzione di edificio aperta su almeno due lati, coperta da solaio o da frangisole, ed ubicata ai livelli superiori del fabbricato (quelli cioè non a più diretto contatto con le sistemazioni esterne di progetto). Un elemento a sbalzo, o parte di esso, è da considerarsi “loggia”, e non balcone, quando è coperto superiormente da solaio o da frangisole, e sporge per più di ml.1.20 dal perimetro esterno delle tompagnature o altre strutture (siano esse portanti o di semplice caratterizzazione architettonica) adiacenti.

Ai fini dell’inserimento delle logge nel computo della volumetria, il volume afferente a tale porzione di fabbricato non sarà computato qualora tale porzione di fabbricato, per ciascuno di tali livelli superiori, non sarà stata prevista su una superficie eccedente il trenta percento della “Superficie lorda di piano”, così come definita al relativo punto, ubicata al livello esaminato.

Le modalità di eventuale inserimento di quota parte delle logge nella volumetria da calcolare sono esplicitate nello Schema Grafico n.°3;

----Balcone Balcone Balcone Balcone Per “balcone” si intende una porzione di edificio con le seguenti caratteristiche:

− apertura su almeno due lati; − presenza o meno di copertura costituita da solaio o da frangisole; − ubicazione ai livelli superiori del fabbricato (quelli cioè non a più diretto contatto con le sistemazioni

esterne di progetto); − presenza o meno di sbalzo. Nel caso di presenza di sbalzo, lo stesso deve essere esteso per una misura

minore od uguale a ml.1.20 rispetto al perimetro esterno delle tompagnature o altre strutture (siano esse portanti o di semplice caratterizzazione architettonica)

----Spazi interni agli edificiSpazi interni agli edificiSpazi interni agli edificiSpazi interni agli edifici Per "spazi interni agli edifici" si intendono le aree scoperte circondate da costruzioni per una lunghezza superiore ai 3/4 del perimetro. In particolare, sono definiti i seguenti tipi di spazi interni agli edifici: a) Patio- Si intende per "Patio" lo spazio interno di un edificio ad un solo piano, o all'ultimo piano di un edificio a più piani, con sviluppo delle singole pareti di ambito non inferiore a m.6.00, ed altezza delle stesse non superiore a m.4.00; b) Chiostrina- Si intende per "Chiostrina" uno spazio interno di superficie minima superiore a 1/8 di quella delle pareti circostanti. Tali pareti non devono avere altezza superiore a m.20.00. Ciascuna di tali pareti deve avere uno sviluppo non inferiore a ml.3.00.

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c) Cavedio- Si intende per "Cavedio" uno spazio interno, per la ventilazione dei bagni o locali di servizio ed il passaggio delle canalizzazioni interne, di superficie inferiore a quella minima della chiostrina, ma comunque superiore a 0,65 mq. Sul cavedio non si possono aprire luci o vedute. Tale spazio deve essere percorribile per tutta la sua altezza tramite scala alla marinara, ed avere aerazione naturale.

----Superficie utile netta Superficie utile netta Superficie utile netta Superficie utile netta Si definisce “superficie utile netta” la somma delle superfici di tutti i piani fuori terra di un edificio, espressa in metri quadrati, misurata al netto di tutti gli elementi verticali (murature, vani ascensore, scale, cavedi) e delle superfici accessorie. La “superficie utile netta” viene espressa in metri quadrati e viene individuata con la sigla “Su”. ----Superficie utile aSuperficie utile aSuperficie utile aSuperficie utile accessoria ccessoria ccessoria ccessoria Si definisce “superficie accessoria” la somma di tutte le superfici delle parti degli edifici destinate a servizi accessori, misurate al netto di murature, pilastri, tramezzi, sguinci, vani di porte e finestre, espressa in metri quadrati. Rientrano, in particolare, tra le superfici accessorie: cantine, soffitte non abitabili, locali motore ascensori, cabine idriche, lavatoi comuni, centrali termiche, autorimesse singole e collettive, porticati, logge e balconi, androni di ingresso, e porticati a corredo di edifici condominiali. Non sono computabili ai fini della determinazione della superficie utile accessoria le porzioni di piano aventi altezza utile inferiore a ml.1,40, compresi i soppalchi qualora non raggiungano detta altezza utile minima. La “superficie utile accessoria” viene espressa in metri quadrati e viene individuata con la sigla “Snr”. -Superficie copertaSuperficie copertaSuperficie copertaSuperficie coperta Per “superficie coperta” si intende la proiezione sul piano orizzontale di tutti gli elementi costituenti l’edificio, compresi i corpi e gli elementi a sbalzo, i porticati, le tettoie, le verande e gli sbalzi tompagnati. Sono esclusi dal computo della “Superficie coperta”, se hanno sporgenza (misurata dal filo esterno delle tompagnature o in generale dal filo esterno di strutture, siano esse portanti o di semplice caratterizzazione architettonica) non superiore a ml. 1.20, i balconi aperti. Sono inoltre escluse dal computo della “Superficie coperta”: -i frangisole;

-i cornicioni; -le gronde; -gli sporti a livello della copertura; -le pensiline di ingresso se non superano i 10 mq; -le autorimesse interrate per almeno 2/3 della loro altezza lorda, purchè interamente coperte da uno strato di almeno 30 cm di terra coltivabile a prato ed inserite adeguatamente nella sistemazione delle aree libere; -le vasche all’aperto; -le aie, le concimaie e le serre di coltura, in zona rurale; -i piani di caricamento in zona industriale o mista.

La “Superficie coperta” viene espressa in metri quadrati e viene individuata con la sigla “Sc”. ----SottotettSottotettSottotettSottotettiiii Si definiscono “sottotetti” i locali sovrastanti l'ultimo piano abitabile e sottostanti la copertura degli edifici; ----SeminterratiSeminterratiSeminterratiSeminterrati Si definiscono “seminterrati” i piani la cui superficie laterale si presenta controterra per una percentuale inferiore ai 2/3 della superficie laterale totale.

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----InterratiInterratiInterratiInterrati

Si definiscono “interrati” i piani la cui superficie laterale si presenta controterra per una percentuale superiore ai 2/3 della superficie laterale totale. ----Volumi tecniciVolumi tecniciVolumi tecniciVolumi tecnici Si definiscono volumi tecnici, ai fini del calcolo di volumetria, della altezza degli edifici e della superficie lorda di piano, i volumi strettamente necessari a contenere ed a consentire l’accesso di quelle parti degli impianti tecnici (idrico, termico, di ascensore, televisivo, di parafulmine, di ventilazione etc.) che non possono, per esigenze tecniche di funzionalità degli impianti stessi, trovare luogo entro il corpo dell’edificio. A titolo esemplificativo, sono volumi tecnici quelli strettamente necessari a contenere i serbatoi idrici, l’extracorsa degli ascensori, i vasi di espansione dell’impianto di termosifone, le canne fumarie e di ventilazione, il vano scala per la parte al di sopra delle linee di gronda. Non sono invece volumi tecnici, e vanno pertanto ricompresi nella “Superficie lorda di piano”, i vani scala nella parte al di sotto delle linee di gronda, i locali ospitanti lavatoi, stenditoi, i locali di sgombero e simili.

----volume dell’edificiovolume dell’edificiovolume dell’edificiovolume dell’edificio Si definisce “volume dell’edificio” la somma dei prodotti delle “superfici lorde di piano”, per le relative altezze di piano, computate dal livello di calpestio dello stesso all’estradosso del solaio di soffitto. Dal computo del volume si esclude quello afferente alle parti completamente interrate e quello afferente a volumi tecnici. Per le parti seminterrate, fermo restando in proposito quanto specificatamente disposto all’art. 19 del Regolamento Edilizio ed agli artt. 34, 35, 36, 37, 38 e 40 del Regolamento Urbanistico, il volume si calcola con la formula: V = S x Σ(hi x li)/ Σli dove S è la superficie di piano, hi è l’altezza delle porzioni di facciata di lunghezza li. Hi è computata dalla “linea di terra” fino all’estradosso del solaio di soffitto del seminterrato. Se l’andamento del terreno non è orizzontale hi è l’altezza media fuori terra. Nel calcolo di tali altezze hi non si tiene conto delle maggiore altezza presente in corrispondenza di bocche di lupo o di accessi esterni (carrabili e pedonali) al piano seminterrato purché gli accessi stessi, realizzati in trincea rispetto alla linea di terra, non siano in numero maggiore di 1 per ogni unità abitativa e non siano ciascuno di larghezza superiore a mt. 3.50. Nel caso in cui siano presenti più accessi del tipo descritto al capoverso precedente, fra l’uno e l’altro di tali accessi dovrà essere interposta una porzione di terreno dell’ampiezza di almeno ml.2.00 (così come esplicitato nello Schema Grafico n.°5); Tali accessi carrabili si troveranno nella sopra esposta condizione di non essere considerati dal punto di vista delle altezze solo se ubicati in posizione ortogonale, o in un ambito di oscillazione rispetto all’ortogonalità che mantenga almeno un angolo di 45° di distanza rispetto al fronte dell’edificio (così come esplicitato nello Schema Grafico n.°6). Per il sottotetto, fermo restando in proposito quanto specificatamente disposto all’art. 19 del Regolamento Edilizio, il volume si calcola con la formula:

V = S x Σ(hi x li)/ Σli dove S è la superficie di piano, hi è l’altezza delle porzioni di facciata (limitatamente a quelle verso le quali è diretta la pendenza delle falde di copertura, e quindi con esclusione di quelle con estensione laterale delle murature di quinta) di lunghezza li. In presenza di falde di copertura con pendenza fino ad un massimo del 35%, hi è computata dal piano di calpestìo degli ambienti di sottotetto fino alla linea di intersezione dell’intradosso del solaio di copertura con il filo esterno delle murature che delimitano il sottotetto stesso. In presenza di falde di copertura con pendenza oltre il 35%, oppure nel caso di edifici con falde di coperture aventi andamento mistilineo o curvilineo, hi è computata dal piano di calpestìo degli ambienti di sottotetto fino alla linea orizzontale posta in corrispondenza ai due terzi della proiezione, sul piano verticale, della falda di

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copertura stessa. In ogni caso, hi dovrà essere misurata senza considerare gli spessori coibenti eventualmente sovrapposti al piano di calpestìo stesso. ----UUUUnità immobiliare nità immobiliare nità immobiliare nità immobiliare Si definisce “unità immobiliare” la più elementare aggregazione di vani, ordinariamente coincidente con la partizione catastale (particella e/o subalterno), avente caratteristiche di continuità fisica e di autonomia funzionale alla data di adozione del R.U. (9 febbraio 2011). ----Alloggio Alloggio Alloggio Alloggio Si definisce “alloggio” un insieme di vani ed annessi, o anche un solo vano utile, situati in una costruzione permanente, o in parti separate, ma funzionalmente connesse, di detta costruzione, e destinati ad uso di abitazione per famiglia. L'alloggio deve avere un ingresso sulla strada (direttamente o attraverso un giardino, un cortile, ecc.) o su uno spazio comune all'interno della costruzione (scala, passaggio, ballatoio, ecc.). ----VanoVanoVanoVano Si definisce “vano” lo spazio coperto, delimitato da ogni lato da pareti (in muratura, legno, vetro, ecc.) anche se qualcuna non raggiunga il soffitto; ----Stanza o Stanza o Stanza o Stanza o vano utilevano utilevano utilevano utile Si definisce “stanza o vano utile” un vano ospitante camere da letto, camere da pranzo, studi, soggiorni, soffitte abitabili, camere dei domestici, cucine, altri spazi destinati all'abitazione, che siano individuati da pareti che vadano di norma dal pavimento al soffitto, che abbiano luce ed aria dirette ed un'ampiezza sufficiente a contenere un letto di adulto (almeno 9 metri quadri) ed il cui soffitto si trovi ad una altezza media di almeno metri 2,20 dal pavimento; ----Vano accessorioVano accessorioVano accessorioVano accessorio Si definisce “vano accessorio” un vano compreso nelle abitazioni, destinato a servizi, disimpegni, ecc. (ingressi, anticamere, corridoi, bagni, latrine, ecc.), nonché a piccole cucine che non abbiano i requisiti per essere considerate stanze ----AAAAltezza utile di un localeltezza utile di un localeltezza utile di un localeltezza utile di un locale Si definisce “altezza utile di un locale” la differenza tra la quota del pavimento finito e la quota del soffitto sovrastante; in caso di copertura non piana, si tiene conto della quota media. In caso di solaio in legno con travi e travicelli a vista, l’altezza va misurata sotto il travicello. ----SoppalcoSoppalcoSoppalcoSoppalco Si definisce “soppalco” il locale ricavato dalla suddivisione di ambienti di altezza elevata, mediante la realizzazione di strutture di orizzontamento intermedie aventi almeno un lato aperto sul locale medesimo. Qualora tutta o parte della superficie soprastante o sottostante sia utilizzata per creare uno spazio chiuso, con esclusione del vano scala, il vano così ottenuto è considerato locale a sé stante.

----ParcheggiParcheggiParcheggiParcheggi Ai fini della gestione del processo edilizio i parcheggi previsti dal presente Regolamento Edilizio si suddividono nelle seguenti categorie:

• P1: Parcheggi pubblici e/o d’uso pubblico

• P2: Parcheggi e autorimesse a servizio esclusivo degli edifici.

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I parcheggi pubblici e/o d’uso pubblico P1 sono quelli pubblici necessari a soddisfare esigenze elementari di mobilità e di sosta all'interno del sistema urbano, nonché quelli necessari per rendere organico, efficiente ed efficace il sistema della mobilità e degli spazi di sosta. Le aree relative devono essere realizzate contestualmente alle edificazione spettante ai privati, sia nel caso di intervento edilizio diretto convenzionato, sia nel caso di intervento derivante da pianificazione attuativa , con obbligo di cessione gratuita al Comune delle dette aree una volta realizzate. I parcheggi e le autorimesse P2 a servizio dei singoli edifici sono quelli necessari a soddisfare le esigenze di parcheggio privato, siano essi ricavati al coperto come autorimesse oppure risultino come posti macchina scoperti adiacenti all'edificio.

----Destinazione d’uso Destinazione d’uso Destinazione d’uso Destinazione d’uso dell’ dell’ dell’ dell’ edificio: edificio: edificio: edificio: Si definisce “destinazione d’uso dell’edifico” la funzione, o la pluralità di funzioni, che lo Strumento Urbanistico Generale Comunale consente per ciascuna zona omogenea o ambito territoriale considerato;

----Opere di urbanizzazione primariaOpere di urbanizzazione primariaOpere di urbanizzazione primariaOpere di urbanizzazione primaria Si definiscono “opere di urbanizzazione primaria”:

• strade residenziali piazze, piste pedonali e ciclabili;

• spazi di sosta o parcheggio;

• fognature;

• rete idrica;

• rete di distribuzione dell'energia elettrica, del gas;

• pubblica illuminazione;

• spazi di verde attrezzato;

• cavedi multiservizi e cavidotti per il passaggio di reti di telecomunicazioni;

• antenne ed impianti di telefonia mobile; ----Opere di urbanizzazione secondariaOpere di urbanizzazione secondariaOpere di urbanizzazione secondariaOpere di urbanizzazione secondaria Si definiscono “opere di urbanizzazione secondaria”:

• asili nido e scuole materne;

• scuole dell'obbligo nonché strutture e complessi per l’istruzione superiore dell’obbligo;

• mercati di quartiere; • uffici e delegazioni comunali;

• chiese e altri edifici per religiosi; • impianti sportivi di quartiere;

• aree verdi di quartiere;

• centri sociali e attrezzature culturali sanitarie e residenze per anziani;

• opere, costruzioni e impianti destinati allo smaltimento, al riciclaggio o alla distruzione dei rifiuti urbani, speciali, pericolosi, solidi e liquidi, alla bonifica di aree inquinate;

• strutture con funzioni di centri servizi avanzati alle imprese per l’innovazione e per la società dell’informazione, spazi per incubatori di imprese e laboratori di ricerca, in aree a destinazione produttiva;

• impianti cimiteriali;

• opere di impiantistica sportiva; ----Opere per gli allacciamenti ai pubblici serviziOpere per gli allacciamenti ai pubblici serviziOpere per gli allacciamenti ai pubblici serviziOpere per gli allacciamenti ai pubblici servizi Si definiscono opere per gli allacciamenti ai pubblici servizi:

• i condotti di fognatura, di adduzione idrica ed elettrica, del gas e della telefonia;

• le attrezzature viarie e di collegamento con le zone già urbanizzate.

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----Opere di arredo urbanoOpere di arredo urbanoOpere di arredo urbanoOpere di arredo urbano Si definiscono "opere di arredo urbano":

• espositori; • fittoni o dissuasori;

• lapidi, cippi, elementi scultorei;

• insegne e indicazioni pubblicitarie e loro sostituzioni;

• bacheche e punti informativi;

• tende e tendoni e loro eventuali sostituzioni; • edicole e chioschi;

• panchine e cestini;

• punti vendita automatizzati;

• portabiciclette;

• dispositivi di illuminazione esterni;

• cabine punti telefonici;

• cartelloni pubblicitari;

• cartellonistica stradale;

• segnaletica specialistica e turistica;

• torrette telefoniche per taxi;

• armadi per apparecchiature telefoniche e similari e altri manufatti per impianti tecnologici ( h < 2,00 ml);

• cassette per la posta e buche impostazione;

• apparecchiature informative a rete;

• apparecchi illuminanti (lampioni);

• pensiline per il trasporto pubblico e paline per fermate;

• strutture mobili per il commercio su area pubblica.

----Lotto interclusoLotto interclusoLotto interclusoLotto intercluso Si definisce “lotto intercluso” una porzione di suolo posto in fregio a pubblica viabilità e compreso tra edifici preesistenti posti su almeno due lati.

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ALLEGATO “M” REGOLAMENTO EDILIZIO – Comune di Palazzo San Gervasio 2011

MISURE URGENTI E STRAORDINARIE VOLTE AL RILANCIO DELL’ECONOMIA E ALLA MISURE URGENTI E STRAORDINARIE VOLTE AL RILANCIO DELL’ECONOMIA E ALLA MISURE URGENTI E STRAORDINARIE VOLTE AL RILANCIO DELL’ECONOMIA E ALLA MISURE URGENTI E STRAORDINARIE VOLTE AL RILANCIO DELL’ECONOMIA E ALLA RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTERIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTERIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTERIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE AVENTE D AVENTE D AVENTE D AVENTE DESTINAZIONI ESTINAZIONI ESTINAZIONI ESTINAZIONI

D’USO NON RESIDENZIALID’USO NON RESIDENZIALID’USO NON RESIDENZIALID’USO NON RESIDENZIALI

SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO Art. 1 Oggetto dell’Allegato Art.2

Interventi in deroga per l’edilizia destinata ad attività produttive, sia artigianali che industriali, nonché ad attività del settore terziario e di quello agrituristico

Art.3 Divieti Art.4 Titoli abilitativi Art.5 Oneri di costruzione Art.6 Validità temporale

Art.1Art.1Art.1Art.1

(Oggetto dell’Allegato)(Oggetto dell’Allegato)(Oggetto dell’Allegato)(Oggetto dell’Allegato)

Il Comune di Palazzo San Gervasio, in relazione alla Conferenza Stato-Regione ed Enti Locali del 31 Marzo 2009, in attuazione dell’art. 8, comma 6, della L. 05/06/2003 n° 13, e successivo D-Legge n° 70/2011 convertito con Legge n° 106/2011, promuove misure per il sostegno al settore edilizio attraverso interventi straordinari finalizzati a migliorare la qualità abitativa, ad aumentare la sicurezza del patrimonio edilizio esistente, a favorire il risparmio energetico e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile, a ridurre il consumo dei suoli attraverso il riuso del patrimonio edilizio esistente e al rilancio della economia Locale.

Per quanto riguarda il patrimonio edilizio esistente avente destinazione d’uso residenziale il Regolamento Urbanistico contiene un apposito articolato insieme di previsioni.

Il presente allegato riguarda invece il patrimonio edilizio esistente avente destinazioni d’uso non residenziali.

Art.2Art.2Art.2Art.2 ((((Interventi in deroga per l’edilizia destinata ad attività produttive, sia artigianali che industriali, nonché ad attività Interventi in deroga per l’edilizia destinata ad attività produttive, sia artigianali che industriali, nonché ad attività Interventi in deroga per l’edilizia destinata ad attività produttive, sia artigianali che industriali, nonché ad attività Interventi in deroga per l’edilizia destinata ad attività produttive, sia artigianali che industriali, nonché ad attività

del settore terziario e di quello agrituristicodel settore terziario e di quello agrituristicodel settore terziario e di quello agrituristicodel settore terziario e di quello agrituristico) ) ) )

1. In deroga alle previsioni quantitative dello strumento urbanistico comunale, vigente o adottato, nonchè all’art. 44 della L.R. 11 agosto 1999 n. 23 e succ. mod. ed int. ed ai regolamenti edilizi, per gli insediamenti legittimamente realizzati e/o condonati, nonché per quelli in fase di realizzazione in forza di titolo abilitativo in corso di validità, aventi destinazione d’uso per attività produttive, sia artigianali che industriali, nonché per attività del settore terziario e di quello agrituristico, è consentito realizzare interventi di ampliamento pari al 10 per cento della superficie coperta. Gli standard urbanistici derivanti dall’ampliamento, se non effettivamente reperibili nel lotto edificatorio interessato dall’intervento, possono essere monetizzati;

2. Il Comune può individuare edifici aventi destinazione d’uso per attività produttive, sia artigianali che industriali, nonché per attività del settore terziario e di quello agrituristico, anche allo stato attuale inutilizzati, legittimamente realizzati o condonati, che siano incongrui o deturpanti per il paesaggio o per il contesto ambientale in cui risultano inseriti, per i quali prevedere la delocalizzazione in aree appositamente individuate con delibera di Consiglio Comunale all’interno dei Piani Attuativi vigenti per le Aree destinate ad Attività Produttive, nel rispetto delle destinazioni d’uso e di tutti gli altri parametri urbanistici e normativi ivi vigenti, tramite incentivazione all’intervento mediante attribuzione di cubatura aggiuntiva rispetto a quella preesistente entro il limite del 20% per cento della stessa.

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3. Tutte le possibilità di intervento contenute nel presente articolo sono subordinati al rispetto delle vigenti norme per le costruzioni in zone sismiche e al miglioramento della prestazione energetica dell’edificio ricostruito calcolata secondo gli standard previsti dalla normativa vigente.

4. Si ha miglioramento della prestazione energetica dell’edificio ricostruito quando è assicurata una riduzione, non inferiore al 30 %, del fabbisogno di energia calcolato secondo gli standard della vigente normativa.

Art.3Art.3Art.3Art.3 ((((DivietiDivietiDivietiDivieti) ) ) )

1. Gli interventi di cui all’art. 2 non sono consentiti su immobili che risultino:

a. ubicati all’interno dei centri storici o tessuti di antica formazione, perimetrati negli strumenti urbanistici vigenti, riconducibili alle zone territoriali omogenee “A” del D.M. 1444/1968;

b. realizzati in assenza di titolo abilitativo;

c. ubicati in aree a vincolo di inedificabilità assoluta previste negli strumenti di pianificazione paesaggistica ed urbanistica vigenti alla data di entrata in vigore del presente regolamento;

d. definiti beni culturali ai sensi dell’art. 10 del D.L.vo 42/2004;

e. ricadenti nelle aree indicate all’art. 142 comma 1. lettera a), b), g), m) del D.Lvo n.42/2004;

f. ubicati in ambiti a rischio idrogeologico ed idraulico come riportati nei Piani Stralcio redatti dalle Autorità di Bacino competenti sul territorio regionale;

2. Gli ampliamenti previsti all’art. 2, non sono cumulabili con eventuali bonus urbanistici previsti nel Regolamento Urbanistico, nelle NTA e nel Regolamento Edilizio.

Art.3Art.3Art.3Art.3 ((((Titoli abilitativiTitoli abilitativiTitoli abilitativiTitoli abilitativi))))

1. Il miglioramento della prestazione energetica dell’edificio citato all’art.2 deve essere provato documentalmente da professionista abilitato. Ai fini del presente comma, la prova documentale consiste nel progetto redatto, con riferimento allo stato di fatto dell’edificio e alla normativa vigente .

2. In fase di ultimazione dei lavori è fatto obbligo di allegare l’attestazione di qualificazione energetica ai sensi della normativa vigente;

3. Il Comune, attraverso le strutture tecniche dei propri uffici, disporrà verifiche a campione sugli interventi di miglioramento della prestazione energetica che hanno determinato l’accesso agli ampliamenti previsti dall’art. 2.

4. La mancata rispondenza a quanto previsto nel progetto e ai documenti depositati e asseverati con la DIA rende difformi le opere realizzate. Per le opere realizzate in difformità al progetto asseverato, accertate dagli organi competenti per interventi che abbiano ottenuto incentivi si applicano le sanzioni previste dal D.P.R. 380/2001.

Art.4Art.4Art.4Art.4 ((((Oneri di costruzioneOneri di costruzioneOneri di costruzioneOneri di costruzione))))

1. Per gli interventi di cui all’art. 2 è dovuto il contributo di costruzione.

Art. 5Art. 5Art. 5Art. 5 ((((Validità temporaleValidità temporaleValidità temporaleValidità temporale))))

1. La presente disciplina ha la validità derivante da quella della corrispondente normativa di carattere nazionale o regionale, qualora subentrata.