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COMUNE DI SAN MARTINO BUON ALBERGOProvincia di Verona
PATLR 23 Aprile 2004 n. 11
STUDIO AGRONOMICO AMBIENTALE RELAZIONE
2010
GRUPPO DI PROGETTAZIONE:
Progettista Urbanista
Arch. Valentino Gomitolo
Regione Veneto Direzione Urbanistica
Studio geologico e compatibilità idraulica
Dott. Pietro Zangheri
Indagine agronomica
Dott.ssa Bruna Basso
VAS
Dott.ssa Paola Modena
Quadro conoscitivo
ABITAT Sistemi Informativi Territoriali
----------------------------------------------------------------
Il Segretario Comunale
Il Sindaco
Indagine Agronomica
Dott. Agr. Bruna Basso
-------------------------------------------------------------
--------------------------------------------------------------
Comune di San Martino Buon Albergo (VR) – PAT
Relazione agronomica
Studio Tecnico Zangheri & Basso – Via Tripoli, 2- 35141 Padova 2
INDICE 1 CALCOLO DELLA SAU COMUNALE ....................................................................... 4
1.1 FASI DI LAVORO - METODOLOGIA ............................................................................... 4
1.2 CALCOLO S.A.U. - DGR N. 3650 DEL 25/11/2008....................................................... 5
1.2.1 Premessa ............................................................................................................ 5
1.2.2 Considerazioni ................................................................................................... 5
2 S.A.U. TRASFORMABILE: TIPOLOGIE COLTURALI .......................................... 7
3 CARTA DELL'USO DEL SUOLO DEL TERRITORIO COMUNALE....................... 10
3.1 SHAPE FILE: C0506031_COPSUOLOAGRICOLO ......................................................... 10
4 CARTA DELLA SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA DEL TERRITORIO
COMUNALE ........................................................................................................................... 13
4.1 SHAPE FILE: C1016151_SAU.................................................................................... 13
4.2 IL QUANTITATIVO DI S.A.U. TRASFORMABILE NEL DECENNIO................................... 16
4.3 CALCOLO DELLA S.A.U. TRASFORMABILE ................................................................ 17
5 CONFRONTO CON I DATI ISTAT ANNO 2000...................................................... 18
6 SAU COMUNALE: MODALITÀ DI CALCOLO ED ELABORAZIONE DATI PAT 2007 – DGR N. 3178 DEL 2004.................................................................................... 20
7 LE PROBLEMATICHE DELLA BONIFICA IDRAULICA.................................... 24
7.1 SHAPE FILE: B0304011_AGRICDEB (AREE SOGGETTE A FREQUENTI E PERSISTENTI
ALLAGAMENTI)...................................................................................................................... 27
8 CARTA DEGLI ELEMENTI PRODUTTIVI STRUTTURALI............................... 28
8.1 SHAPE FILE: C01016161_STRUTPRODUTTIVE ........................................................... 28
9 LE INVARIANTI DI NATURA AGRICOLO PRODUTTIVA ................................ 29
9.1 FILE B0205011_AGRICOLOA.................................................................................... 29
9.2 LE AREE SOGGETTE A TUTELA NEL SETTORE AGRO-ALIMENTARE .............................. 29
9.3 PESCA DI VERONA IGP.............................................................................................. 31
10 LE INVARIANTI DI NATURA AMBIENTALE................................................... 33
10.1 FILE B0203011_AMBIENTEA.................................................................................... 33
11 IL PAESAGGIO DI SAN MARTINO BUON ALBERGO.................................... 35
11.1 FILE C0704011_PAESAGGIOA................................................................................... 35
12 CENSIMENTO ALLEVAMENTI ZOOTECNICI INTENSIVI DEL TERRITORIO COMUNALE ............................................................................................... 37
12.1 PREMESSA ................................................................................................................. 37
12.2 METODOLOGIA DI LAVORO........................................................................................ 37
12.3 CONFRONTO CON LA PRECEDENTE NORMATIVA ........................................................ 43
12.4 IL CENSIMENTO DEGLI ALLEVAMENTI ZOOTECNICI – I DATI FORNITI DAL SERVIZIO
VETERINARIO AZIENDA – ULSS 20 - VERONA ..................................................................... 44
12.5 L'APPLICAZIONE DELLE DISTANZE MINIME RECIPROCHE............................................ 45
12.6 LA DIRETTIVA NITRATI ............................................................................................. 49
Comune di San Martino Buon Albergo (VR) – PAT
Relazione agronomica
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ALLEGATO - SCHEDE ALLEVAMENTI COMUNALI FORNITE ULSS 20 VERONA
CARTOGRAFIE ALLEGATE
CARTA DELL’USO DEL SUOLO
CARTA DELLA SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA (S.A.U.)
UBICAZIONE ALLEVAMENTI INTENSIVI – DATI ELABORAZIONE PAT
DISTRIBUZIONE FASCE DI RISPETTO ALLEVAMENTI INTENSIVI – DATI ELABORAZIONE PAT CARTA DELLE UNITA’ DI PAESAGGIO
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1 CALCOLO DELLA SAU COMUNALE
1.1 Fasi di lavoro - Metodologia
Come è noto la legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 “Norme per il governo del
territorio” detta la disciplina per l’uso dei suoli secondo criteri di prevenzione e riduzione o di
eliminazione dei rischi, di efficienza ambientale, di competitività e di riqualificazione
territoriale al fine di migliorare la qualità della vita.
E’ stata prevista inoltre l’emanazione, tra gli Atti d’indirizzo, del provvedimento della
metodologia per il calcolo del limite quantitativo massimo della zona agricola trasformabile in
zone con destinazione diversa da quella agricola definendo, con riferimento ai singoli
contesti territoriali, la media regionale del rapporto tra la superficie agricola utilizzata (SAU) e
la superficie territoriale comunale (STC).
In particolare il PAT deve determinare il limite quantitativo massimo della zona
agricola trasformabile in zone con destinazione diversa da quella agricola alla luce dei
principi enunciati dalla legge regionale che si possono così riassumere:
• la tutela del paesaggio rurale e montano
• la tutela delle aree di importanza naturalistica
• l’utilizzo delle nuove risorse territoriali solo quando non esistono alternative alla
riorganizzazione e riqualificazione del tessuto insediativo esistente.
Secondo quest’ottica, definita a livello regionale, si è proceduto alla delimitazione
della SAU del comune di San Martino Buon Albergo.
Si deve innanzi tutto premettere che la superficie comunale totale è pari a 34,87
Kmq e che secondo l’ISTAT il comune, in funzione della sua posizione altimetrica, ricade in
zona di pianura.
Per arrivare alla definizione della SAU comunale si sono aggiornate le precedenti
cartografie in possesso dell’Amministrazione comunale sulla base delle foto aree e di
appositi sopralluoghi sul territorio.
La documentazione pregressa era rappresentata da:
- carta dell'uso del suolo del 1994 redatta dal CAIRE, sulla base di
fotointerpretazione;
- tavole agronomiche del P.R.G. 2000 redatte dallo Studio Benincà
- studio per le analisi agronomiche per una prima redazione del PAT (2007)
basato su dati anno 2006
Tali tavole sono state analizzate e confrontate con la situazione attuale (2009).
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1.2 Calcolo S.A.U. - Dgr n. 3650 del 25/11/2008
1.2.1 Premessa
Tale Delibera esplicita i criteri che sono alla base della determinazione della S.A.U.
e che devono essere tenuti in considerazione nel calcolo del limite quantitativo massimo di
zona agricola trasformabile in zone con destinazione diverse da quelle agricole, nel rispetto
di quanto disposto dall'art. 2 della L.R. 11/2004 e degli obiettivi di salvaguardia e tutela in
essa contenuti.
Come riportato a pag. 12 dell’allegato A della Dgr 3650/2008:
“ (...) Dalla data di pubblicazione del presente Atto d’indirizzo nel BUR cessano di
avere efficacia le disposizioni contenute nell’atto d’indirizzo di cui alla lettera c) “metodologia
per il calcolo, nel Piano di assetto del territorio (PAT), del limite quantitativo massimo della
zona agricola trasformabile in zone con destinazione diversa da quella agricola definendo,
con riferimento ai singoli contesti territoriali, la media regionale del rapporto tra la superficie
agricola utilizzata (S.A.U.) e la superficie territoriale comunale (S.T.C.)”, adottate con la Dgr
n. 3178 del 2004. (...) ”
1.2.2 Considerazioni
Prima di passare ad illustrare la metodologia di calcolo ed i risultati ottenuti è bene
riportare alcune considerazioni tratte dall'allegato A alla Dgr 3650 che esplicitano la finalità e
il corretto utilizzo del dato ottenuto come S.A.U. trasformabile a livello comunale.
• La S.A.U. trasformabile è un dato progettuale territoriale del PAT che trova una
dimensione applicativa nel PI , il quale individua le aree trasformabili.
• La determinazione della S.A.U. va fatta sulla base dei dati contenuti nel quadro
conoscitivo e riferita allo stato di fatto a prescindere dalla destinazioni e classificazioni
da PRG. Il dato ISTAT ha pertanto valore di mero riferimento sintetico per un
confronto e a giustificazione delle metodiche messe a punto e delle risultanze
ottenute.
• Peraltro il consumo di S.A.U. legato alla realizzazione di opere pubbliche di interesse
regionale o statale non viene computato nel calcolo della S.A.U. trasformata.
• La percentuale di S.A.U. trasformabile determinata dal PAT è un limite alla
trasformabilità delle zone agricola con caratteristiche di S.A.U. , in sede di formazione
del PI. Il Comune in sede di redazione del PAT potrà apportare modifiche
opportunamente motivate, in aumento fino al 10% rispetto al quantitativo di S.A.U.
trasformabile determinato.
• Il PAT disciplina la transizione del PRG in PI e può inoltre valutare compatibili varianti
al PRG anche se solo adottate. Nel qual caso il limite alla trasformabilità della zona
agricola, con caratteristiche di S.A.U., andrà riferito al PRG così come ritenuto
compatibile.
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• Per quanto riguarda la trasformazione della zona agricola in destinazioni diverse da
quella agricola, relativamente all'insediamento di aree produttive
(industriali/artigianali), per grandi strutture di vendita o di altre strutture ad esso
assimilate, per strutture turistico ricettive, per attrezzature sportive o servizi pubblici
aventi carattere di intercomunalità a seguito di previsioni di pianificazione di livello
superiore o per accordi di pianificazione tra i comuni, la percentuale di trasformabilità
è riferita proporzionalmente alle singole S.A.U. dei comuni interessati,
indipendentemente dalla specifica localizzazione dell'area trasformata.
• Dalla quantità di zona agricola trasformabile in destinazioni non agricole è inoltre
esclusa la superficie agricola destinata alla realizzazione di aree ricreative a verde
destinate a campi da golf, attività sportive e della protezione civile, parchi per
divertimento, parchi giardini, rovine archeologiche, camping, boschi di pianura, bacini
di laminazione, fermo restando il computo delle superfici eventualmente interessate
da edificazione.
• E' possibile la ricollocazione all'interno del territorio comunale delle aree interessate
da precedenti previsioni di piano non attuate, nonché di quelle che, ancorchè
adottate, sono incompatibili con il PAT. Tali aree sono escluse dalla quantità di zona
agricola, con caratteristiche SAU, trasformabili in destinazioni non agricole calcolate
ai sensi del presente atto.
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2 S.A.U. TRASFORMABILE: TIPOLOGIE COLTURALI
Si deve tenere presente che la metodologia adottata per la determinazione della
S.A.U. comunale dalla Dgr 3650/2008 è la seguente:
” (...) Per determinare la S.A.U. comunale va infatti considerato l’effettivo uso del
suolo, utilizzando l’ultima edizione disponibile dell’ortofoto e della CTRN aggiornata
in modo speditivo dal Comune, anche mediante verifiche puntuali sul territorio.
La S.A.U. deve essere calcolata come sommatoria di tutte le porzioni di territorio
comunale aventi le caratteristiche di seguito specificate (punto 4 – definizione di
S.A.U.) (...) ”
La metodologia seguita dalla scrivente per la determinazione della S.A.U.
comunale, segue quanto riportato nella Dgr 3650/2008 che qui di seguito si
riassume:
- Il calcolo del valore della superficie comunale complessiva deriva dallo shape file
“a0201011_confini_comunali” fornito dall’Amministrazione comunale.
- Secondo l’ISTAT il comune, in funzione della sua posizione altimetrica, ricade in zona di
pianura.
- Per arrivare alla definizione della S.A.U. comunale si è partiti dallo studio del territorio
secondo queste fasi:
1. analisi degli studi pregressi svolti per il PRG e per il PAT;
2. verifica della situazione comunale mediante fotointerpretazione;
3. verifica in campo svolta nel periodo 2008 – prima metà del 2009.
- Le CTR aggiornate in modo speditivo sono state utilizzate come base di lavoro.
La Dgr 3650/2008 prevede di assimilare alla S.A.U. le superficie agricole o altri
terreni che erano invece esclusi nella precedente Dgr 3178 del 2004.
In particolare il nuovo atto d’indirizzo prevede l’esclusione dal computo della
S.A.U. solo di:
Boschi
Fustaie
Cedui
Altre superfici intese come aree occupate da fabbricati, cortili, strade poderali.
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Le tipologie colturali del reale uso del suolo che concorrono a formare la S.A.U.,
secondo la Dgr 3650, nel contesto agricolo del comune sono le seguenti, per ciascuna delle
quali si fornisce una breve spiegazione:
♦ Seminativi: che caratterizzano la zona più pianeggiante del territorio comunale.
♦ Colture protette: tramite mezzi di protezione fissi o mobili.
♦ Oliveti: per la produzione di olive da olio, coltura non molto rappresentata nel territorio comunale.
♦ Vigneti: molto presenti nella zona settentrionale del comune.
♦ Frutteti: molto diffusi nella zona meridionale del comune.
♦ Prati arborati: sono prati stabili che si ritrovano maggiormente lungo la zona collinare. E' stata introdotta questa particolare categoria di prati stabili per descrivere quelle situazioni che si trovano nel territorio dove i prati talvolta sono delimitati da talune essenze legnose singole o in piccoli gruppi la cui situazione più rappresentativa si esplicita nella tenuta della Musella.
♦ Mosaico colturale: con questo termine si sono prese in considerazione quelle aree collinari caratterizzate, a causa dell’acclività, dalla presenza di piccoli appezzamenti di seminativi, frutteti, vigneti, oliveti, contornati talvolta da essenze arboree, che per la loro estensione e disposizione risultano difficilmente cartografabili come singolo elemento ma che caratterizzano spesso l’uso del suolo di questi ambienti collinari. E’ una tipologia colturale mista difficilmente scindibile; è stata comunque inserita nelle tipologie colturali che concorrono alla formazione della S.A.U. perché i singoli appezzamenti sono caratterizzati da un uso del suolo compreso nell’elenco di colture che concorrono alla formazione della S.A.U. del territorio comunale.
♦ Nuclei boscati: si è introdotta questa categoria per indicare le zone naturali a verde, riscontrabili soprattutto a sud dell’autostrada lungo le zone di affioramento della falda che danno origine alle risorgive. Sono di estensione più limitata delle aree boscate che si trovano più a nord e che sono state catalogate proprio nella classe dei boschi (Aree boscate).
♦ Incolti improduttivi – terreni abbandonati: sono terreni poco diffusi nel comune in oggetto. Si trovano per lo più a ridosso delle infrastrutture o delle zone a dominante costruita.
♦ Aree verdi: parchi o giardini.
♦ Zone golenali.
Come da indicazioni degli Atti d’indirizzo regionali sono stati esclusi dal calcolo della
SAU le seguenti tipologie di copertura del suolo:
♦ Aree boscate.
♦ Acqua: comprendenti i corsi dei fiumi principali e l'affioramento delle risorgive ancorchè talvolta usate coma acquacoltura.
♦ Infrastrutture.
♦ Urbano: zona a dominante costruita.
Per quanto concerne la voce Aree di cava: cave, cave in falda, cave trasformate in
discariche secondo la Dgr. 3650 nella categoria “altre voci ” incluse nel calcolo della S.A.U.
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vanno comprese: “... le aree interessate da miglioramenti fondiario, attività estrattive, o d
cantieri di opere pubbliche (acquedotti, metanodotti, e altre condutture sotterranee), in corso
di realizzazione, che comunque comportano la restituzione, a fine lavori, all'attività
agricola...”
Stante la situazione del territorio comunale si è deciso che le aree di cava intese
come cave, cava in falda e cave trasformate in discariche si escludono dal computo della
S.A.U. (per approfondimenti su questo tematismo si rimanda alla relazione geologica redatta
per il PAT).
Pertanto le seguenti categorie di uso del suolo sono escluse da computo della
S.A.U.:
♦ Aree boscate
♦ Acqua
♦ Urbano
♦ Infrastrutture
♦ Aree di cava
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3 CARTA DELL'USO DEL SUOLO DEL TERRITORIO COMUNALE
3.1 Shape file: c0506031_CopSuoloAgricolo
La cartografia dell'uso del suolo del territorio comunale è stata redatta come base
per arrivare alla determinazione della S.A.U. trasformabile comunale.
Si è partiti quindi dai dati in possesso dall'Amministrazione comunale su questo
tematismo.
L'Amministrazione comunale era già in possesso della carta dell'uso del suolo per il
precedente PRG. In tale lavoro era anche riportato il confronto con l'uso del suolo ricavato da
fotointerpretazione del 1955 con quello ricavato, sempre da fotointerpretazione, del 1994.
La carta dell'uso del suolo comunale per la redazione del Pat 2007 era stata
elaborata a partire dai dati del 1994 sulla base delle foto aeree disponibili e di sopralluoghi.
Pertanto il materiale a disposizione negli anni precedenti è stato aggiornato e
controllato tramite foto aeree e sopralluoghi per arrivare alla costruzione dello shape file della
copertura del suolo agricolo del presente lavoro.
Di seguito si riportano i codici del Corine Land Cover utilizzati per la costruzione
della legenda della carta dell'uso del suolo, con le relative specifiche interpretative degli atti
d'indirizzo, qualora si renda necessario esplicitare meglio alcune voci
Seminativi: Codice 21100 - seminativi
Tare ed Incolti (terreno abbandonato): Codice 21132 - tare ed incolti (terreno
abbandonato)
Colture protette: Codice 21142 – colture orticole in terra o sotto plastica
Vigneti: Codice 22100 – vigneti
Frutteti e frutti minori: Codice 22200 – frutteti e frutti minori
Impianti di alberi e arbusti fruttiferi. Colture pure o miste di specie produttrici di frutta
o alberi da frutto in associazione con superfici stabilmente erbacee. I frutteti con presenza di
diverse associazioni di alberi sono da includere in questa classe. Sono compresi i noccioleti
da frutto.
Oliveti: Codice 22300 – oliveti
Superfici piante di olivo, comprese particelle a coltura mista di olivo e vite, con
prevalenza dell'olivo.
Prati stabili (prati arborati): Codice 23100 – prati stabili
Comprende le superfici a copertura erbacea densa a composizione floristica
rappresentata principalmente da graminacee non soggette a rotazione. Sono per lo più
pascolate ma il foraggio può essere raccolto manualmente. Ne fanno parte i prati permanenti
e le marcite. Sono comprese inoltre aree con siepi. Le colture foraggiere (prati artificiali
inclusi in rotazioni) sono da classificare come seminativi.
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Sistemi colturali e particellari complessi: Codice 24200 – sistemi colturali e particellari complessi
Mosaico di appezzamenti singolarmente non cartografabili con varie colture
temporanee, prati stabili e colture permanenti occupanti ciascuno meno del 50% della
superficie dell'elemento cartografato.
Aree a bosco: Codice 24400 – Territori agro-forestali
Zone golenali: Codice 41100 – Ambienti umidi fluviali
Acqua: Codice: 51100 - Corsi d’acqua, canali, idrovie
Corsi d’acqua naturali o artificiali che servono per il deflusso delle acque; larghezza
minima da considerare 15 m.
Gruppo arboreo (nucleo boscato) : Codice 61100 – Gruppo arboreo
Presenze arboree con superficie inferiore a mq 2000 e larghezza superiore a m 20.
Cave: Codice 00000
Cave in falda: Codice 00000
Zona a prevalente dominante costruita: Codice 00000 – urbano
Infrastrutture: Codice 00000
Di seguito si riporta una tabella riassuntiva sulla estensione delle varie classi di uso
del suolo presenti a livello comunale:
RIPARTIZIONE dell'uso del
suolo comunale Sup
% Superficie (ha)
Tipologia di Colture
Seminativi 34,3 1.200,5
Sistemi colturali e particellari complessi
8,4 292,3
Colture protette 0,2 5,9
Vigneti 8,5 296,0
Frutteti e frutti minori 9,8 343,9
Oliveti 1,5 51,9
Prati stabili (prati arborati) 5,4 188,6
Tare ed incolti (terreno abbandonato)
0,3 12,1
Aree a bosco 6,1 213,0
Gruppo arboreo (nuclei boscati) 0,7 24,7
Zone golenali 0,8 27,7
Aree a verde 0,2 7,8
Bacini d’acqua 2,6 91,4
Cava in falda 0,9 32,6
Cava 1,1 39,8
Zona a prevalente dominante costruita
17,7 619,7
Infrastrutture 1,4 49,1
TOTALE della superficie comunale risultante dai calcoli dei dati informatizzati)
100,0 3.497,0
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Uso del suolo
vigneti8,5%
nuclei boscati0,7% zone golenali
0,8%
mosaico colturale8,4%
prati arborati5,4%
aree verdi0,2%
urbano19,1%
aree di cava2,1%
bosco6,1%
acqua2,6%
incolti0,3%
colture protette0,2%
oliveti1,5%
frutteti9,8%
seminativi34,3%
mosaico colturale
colture protette
frutteti
oliveti
prati arborati
seminativi
vigneti
acqua
aree verdi
bosco
aree di cava
incolti
nuclei boscati
urbano
zone golenali
Figura 1 - Distribuzione dell’uso del suolo a livello comunale
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4 CARTA DELLA SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA DEL TERRITORIO COMUNALE
4.1 Shape file: c1016151_SAU
La costruzione di questo tematismo, come precedentemente riportato, deve
avvenire sulla base dell’effettivo uso del suolo sommando le porzioni di territorio estratte
dalla classe c0506031_CoperturaSuoloAgricolo aventi le caratteristiche di seguito elencate.
Per la determinazione delle categorie è stato preso a riferimento quanto disposto
nell’Allegato A alla Dgr n. 3650/2008, punto 4 definizione di S.A.U.
Codice TipoUsoSuolo Categorie previste dalla Dgr. 3650/2008 punto 4
Definizione di S.A.U.
21110 Seminativi non irrigui SEMINATIVI 21120 Seminativi in aree irrigue SEMINATIVI 21132 Tare ed incolti (terreno
abbandonato) ARBORICOLTURA DA LEGNO
21141 Colture orticole in pieno campo
SEMINATIVI
21142 Colture orticole in serra o sotto plastica
SEMINATIVI
21300 Risaie SEMINATIVI 22100 Vigneti COLTIVAZIONI LEGNOSE AGRARIE 22200 Frutteti e frutti minori COLTIVAZIONI LEGNOSE AGRARIE 22300 Oliveti COLTIVAZIONI LEGNOSE AGRARIE 22410 Arboricoltura da legno ARBORICOLTURA DA LEGNO 22420 Pioppeti in coltura ARBORICOLTURA DA LEGNO 23100 Prati stabili PRATI PERMANENTI 24200 Sistemi colturali e
particellari complessi SEMINATIVI
32100 Pascolo naturale, esclusi malghe e annessi (intesi come edifici)
PASCOLO
51200 Bacini d'acqua ALTRE: bacini acquei destinati prevalentemente ad acquacoltura ed altro, alla laminazione delle piene, alla tesaurizzazione della risorsa idrica. Non vanno computate le valli da pesca, i fiumi e i laghi. Le superfici ad utilizzo plurimo vanno computate una sola volta.
61100 Gruppo arboreo ARBORICOLTURA DA LEGNO 61200 Filare ARBORICOLTURA DA LEGNO 61300 Nucleo boscato ARBORICOLTURA DA LEGNO
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Sulla base della tabella precedente il territorio comunale risulta così suddiviso:
RIPARTIZIONE della SAU a
livello comunale Sup
% Superficie (ha)
Tipologia di Colture
Seminativi 49,0 1.200,5
Sistemi colturali e particellari complessi
11,9 292,3
Colture protette 0,2 5,9
Vigneti 12,2 296,0
Frutteti e frutti minori 14,0 343,9
Oliveti 2,1 51,9
Prati stabili (prati arborati) 7,7 188,6
Tare ed incolti (terreno abbandonato)
0,5 12,1
Gruppo arboreo (nuclei boscati) 1,0 24,7
Zone golenali 1,1 27,7
Aree a verde 0,3 7,8
TOTALE della superficie comunale risultante dai calcoli dei dati informatizzati)
100,0 2.451,4
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SAU distribuzione
vigneti12,1%
mosaico colturale11,9%
prati arborati7,7%
incolti0,5%
zone golenali1,1%
nuclei boscati1,0%
aree verdi0,3%
colture protette0,2%
oliveti2,1%
frutteti14,0%
seminativi49,0%
mosaico colturale
colture protette
frutteti
oliveti
prati arborati
seminativi
vigneti
aree verdi
incolti
nuclei boscati
zone golenali
Figura 2 - Distribuzione della Superficie Agricola Utilizzabile (S.A.U.) a livello comunale
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4.2 Il quantitativo di S.A.U. trasformabile nel decennio
Per completezza sull’argomento del quantitativo di S.A.U. trasformabile nel
prossimo decennio, da parte dell’Amministrazione Comunale di San Martino Buon Albergo,
si riporta quanto emanato dalla Regione del Veneto il 19 novembre 2007 da parte del
Commissario Straordinario per l’attuazione della Riforma del Governo del Territorio, arch.
Vincenzo Fabris, avente come oggetto ”P.A.T. / S.A.U .- Approfondimenti applicativi L.R.
11/2004 – artt. 15 e 16 – Copianificazione”:
…
- …Il P.A.T. quantifica la S.A.U. trasformabile mentre il P.I.
individua le aree trasformabili. In sostanza il disposto della lettera f) dell’art.
13 è un comando al P.I. che non ha effetti sul P.A.T.
- ..La S.A.U. trasformabile non è un dato progettuale ma un limite
al P.I.
- …La determinazione della S.A.U. va fatta sulla base dei dati
contenuti nel quadro conoscitivo e riferita allo stato di fatto a prescindere
dalle destinazioni e classificazioni di P.R.G.
- …Per calcolare la S.A.U. comunale va considerato l’effettivo
uso del suolo
- …La percentuale di SAU trasformabile è un limite alla
trasformabilità di zone E vigenti, con caratteristiche di S.A.U.
- Il territorio agricolo non classificabile come S.A.U. non incontra
limiti alla trasformabilità.
…”
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4.3 Calcolo della S.A.U. trasformabile
Secondo la Dgr 3650/2008 la situazione del Comune di San Martino Buon Albergo
può essere così riassunta:
STC (mq) 34.968.706,17
SAU (mq) 24.514.302,00
SAU/STC 70,10
Limite medio regionale comune di pianura: 61,3%
Rapporto SAU/STC comunale >61,3%
Trasformabilità SAU in PAT: < 1,3%
Limite quantitativo massimo della zona agricola trasformabile in zone con destinazione non agricola:
SAU (mq) x indice regionale di riferimento (1,3%) =
24.514.302,00 mq x 1,3% = mq 318.686 pari a 31,87 ha
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5 CONFRONTO CON I DATI ISTAT ANNO 2000
Nel 2000 si è svolto il 5° Censimento generale dell’Agricoltura da cui la Regione del
Veneto, negli atti d’indirizzo alla LR 11/2004, si è rifatta per la definizione delle diverse
categorie di utilizzazione del territorio per arrivare alla determinazione della S.A.U. nella
stesura dei Piani di Assetto del Territorio (art. 50 – lettera c - S.A.U. L.R. 11/2004).
Secondo i dati elaborati dal Censimento la S.A.U. del Comune di San Martino Buon
A risulta essere pari a 1.718,53 ha.
La differenza tra i valori delle due S.A.U. risulta legata sostanzialmente alla modalità
di calcolo e alle tipologie colturali considerate per il calcolo della SAU.
Il dato ISTAT prevedeva una schedatura cartacea delle superfici dichiarate dai
singoli proprietari mentre il dato utilizzato ai fini del calcolo della S.A.U. per il PAT comunale
ha previsto la delimitazione cartografica della S.A.U. con relativa restituzione ed
elaborazione del dato tramite GIS.
Pertanto partendo da due metodiche di calcolo diverse si possono riscontrare
facilmente differenze di calcolo.
La distribuzione della SAU calcolata con i dati censimento ISTAT 2000 è
quantificata nella tabella sotto riportata:
S.A.U. ISTAT 2000 (ha) 1.718,53
Seminativi (ha) 784,00
Coltivazioni legnose (ha) 766,65
Orti familiari (ha) 2,92
Prati permanenti e pascoli (ha) 164,96
Di seguito si riporta graficamente l’elaborazione della S.A.U. in riferimento ai dati
contenuti nel Censimento ISTAT del 2000.
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SAU distribuzione dati ISTAT 2000
Seminativi45,6%
Coltivazioni legnose44,6%
Prati permanenti e pascoli9,6%Orti familiari
0,2%
Seminativi
Coltivazioni legnose
Orti familiari
Prati permanenti e pascoli
Figura 3 - Censimento Agricoltura 2000 – dati utilizzati per calcolo SAU.
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6 SAU COMUNALE: MODALITÀ DI CALCOLO ED ELABORAZIONE DATI PAT 2007 – DGR N. 3178 DEL 2004
Per confronto con la situazione attuale si riporta il dato ottenuto dagli studi
specialistici condotti dalla scrivente nel 2007.
Secondo quanto riportato dalla normativa regionale "...al fine quindi di definire le
modalità di calcolo dalla SAU trasformabile in destinazioni non agricole, così come previsto
dall' art. 50, comma1, lett.c), deve essere assunto quale dato di riferimento l'indice medio di
trasformabilità del suolo negli ultimi dieci anni determinato dal rapporto complessivo medio
per l'intera Regione Veneto tra SAU/STC..."
Seguendo la metodologia regionale si è pertanto ottenuto quanto di seguito
esposto.
Utilizzazioni del suolo
incluse nel calcolo della SAU comunale
Area (mq)
Utilizzazioni del suolo escluse dal calcolo della
SAU comunale
Area (mq)
seminativi 12 785 950,00 aree boscate 2 140 539,00
colture protette 56 842,00 nuclei boscati 248 562,00
oliveti 519 300,00 incolti 110 749,00
vigneti 3 098 933,00 aree verdi 86 886,00
frutteti 3 492 953,00 acqua 718 946,00
prati arborati 1 961 985,00 zone golenali 283 871,00
mosaico colturale 2 928 567,00 aree di cava 488 548,00
urbano 5 815 144,00
TOTALE 1 (mq) 24 844 530,00 TOTALE 2 (mq) 9 893 245,00
TOTALE 3 (mq) (tot 1+ tot 2) della superficie comunale risultante dai calcoli dei dati informatizzati
34 737 775,00
STC (mq) 34 870 000,00
SAU (mq) 24 844 155,00
SAU/STC 71,25%
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Limite medio regionale comune di pianura: 61,3%
Rapporto SAU/STC comunale >61,3%
Trasformabilità SAU in PAT: < 1,3%
Limite quantitativo massimo della zona agricola trasformabile in zone con destinazione non agricola:
SAU (mq) x indice regionale di riferimento (1,3%) =
24.844.155,00 mq x 1,3% = mq 322 974,00 pari a 32,30 ha
Nel grafico seguente si riporta la ripartizione dell'uso del suolo a scala comunale,
mentre il grafico successivo riporta la ripartizione colturale sulla base della S.A.U.
Figura 4 - Ripartizione dell'uso del suolo a scala comunale – dati PAT 2007.
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Figura 5 - Ripartizione della SAU comunale – dati PAT 2007.
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Figura 6 - SAU comunale - dati PAT 2007.
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7 LE PROBLEMATICHE DELLA BONIFICA IDRAULICA
Per quanto concerne le problematiche di aree esondabili e/o soggette a ristagno
idrico si rimanda alle tavole di analisi degli studi geologici redatte per il presente PAT.
Si ricorda solo che nella zona a sud, ricca di frutteti, sono presenti sistemi di
irrigazione a pioggia oltre alla presenza del canale Sava, di proprietà Enel, da cui si ricava
acqua a scopo irriguo.
Di seguito si riportano alcune immagini.
Figura 7 – Fiume Antanello con frutteti riparati da reti antigrandine – luglio 2009
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Figura 8 – Canale Sava – luglio 2009
Figura 9 – Zona agricola attorno al Canale Sava – luglio 2009
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Figura 10 – Adige in piena – luglio 2009 – confine comunale Sud
Figura 11 - Adige in piena – luglio 2009 – confine comunale Sud
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7.1 Shape file: b0304011_AgricDeb (aree soggette a frequenti e persistenti allagamenti)
Secondo gli Atti d’Indirizzo “in tali aree ricadono gli ambiti agricoli per i quali è stata
accertata una situazione di carenza nella rete idraulica pubblica e privata, o la mancanza di
opere di difesa (argini, scolamtori di piena, bacini di espansione, che ne comportano la
frequente e spesso persistente presenza di allagamenti, con conseguenti danni alle
produzioni, alle strutture fondiarie o alle abitazioni, o comunque forti limiti al loro utilizzo, tali
da prevedere una specifica normativa.”
Non si ritiene che pur essendo presenti aree soggette ad allagamenti nel territorio
comunale, così come riportato negli studi geologici redatti per il presente PAT, tali aree
possano rientrare nella definizione sopra riportata negli Atti d’Indirizzo.
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8 CARTA DEGLI ELEMENTI PRODUTTIVI STRUTTURALI
8.1 Shape file: c01016161_StrutProduttive
Secondo quanto riportato negli Atti d’Indirizzo questa cartografia rappresenta e
classifica le strutture agricolo produttive presenti nel territorio aperto.
Gli allevamenti, distinti per tipologia, da rilevare sono quelli classificati intensivi ai
sensi della DGR 3178/2004, lettera d) edificabilità zone agricole.
Date le caratteristiche delle strutture produttive del territorio comunale questo
tematismo è stato restituito dal punto di vista cartografico nella tavola “Ubicazioni degli
allevamenti intensivi”.
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9 LE INVARIANTI DI NATURA AGRICOLO PRODUTTIVA
9.1 File b0205011_AgricoloA
“Per invariante di natura agricolo produttiva si intende un ambito territoriale
caratterizzato da aspetti vocazionali o strutturali che lo distinguono, la cui tutela e
salvaguardia risultano fondamentali al mantenimento dei valori essenziali dello stesso. In tali
territori non vanno previsti interventi di trasformazione se non per la loro conservazione,
valorizzazione e tutela. Sono comunque consentiti gli interventi finalizzati allo sviluppo delle
aziende agricole esistenti, da determinarsi con specifica normativa comunale.
…
Possono essere considerate invarianti, per esempio, gli ambiti a colture
specializzate e a bosco, quelli di attività vivaistica, di vendita di prodotti tipici, di attività
agrituristica, ecc. Costituiscono di norma invarianti consolidate le aree precedentemente
classificate dal PRG come E1 e/o E2 speciale, in quanto ambiti di coltura/produzione
agricola specializzata e/o di pregio ambientale”.
Sulla base di quanto sopra citato sono state individuate tre ambiti nel territorio
comunale che possono classificarsi come invariante di natura agricolo produttiva:
1. la zona del vigneto DOC Valpolicella ricadente nel territorio comunale
2. la zona del vigneto DOC Soave ricadente nel territorio comunale
3. la zona a sud del territorio comunale caratterizzata da colture agrarie legnose di
estremo pregio (frutticoltura specializzata).
9.2 Le aree soggette a tutela nel settore agro-alimentare
Si elencano di seguito le aree comunali interessate alla tutela di marchi comunitari
per il settore agro –alimentare:
Produzione IGT
Denominazione veneto:
tutto il territorio comunale – D.M. 27/06/2008
Denominazione provincia di Verona:
tutto il territorio comunale – D.M. 27/06/2008
Denominazione Delle Venezie
tutto il territorio comunale – D.M. 14/07/2000
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Produzione DOC
Arcole:
parte del territorio comunale – D.M. 04/09/2000
Garda:
parte del territorio comunale – D.M. 08/10/1996
Soave:
parte del territorio comunale – D.M. 21/08/1968
Soave:
parte del territorio comunale – D.M. 21/08/1968
Valpolicella:
parte del territorio comunale – D.M. 27/12/1990
Soave Colli Scaligeri:
parte del territorio comunale – D.M. 21/08/1968
Soave Superiore:
parte del territorio comunale – D.M. 21/08/1968
Recioto di Soave:
parte del territorio comunale – D.M. 07/05/1998
Produzione DOCG
Recioto di Soave:
parte del territorio comunale – D.M. 07/05/1998
Soave Superiore
parte del territorio comunale – D.M. 21/08/1968
Produzione IGP
“indica il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese che
serve a designare un prodotto agricolo alimentare:
• originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese;
• del quale una determinata qualità, la reputazione o altre caratteristiche possano essere
attribuite all’origine geografica;
• la cui produzione e/o trasformazione e/o elaborazione avvengano nell’area geografica
determinata”
Denominazione: Pesca di Verona
tutto il territorio comunale – Reg. CE n.30 del 14/01/2010
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Produzione DOP
“indica il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese che
serve a designare un prodotto agricolo alimentare:
• originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese;
• la cui qualità o le cui caratteristiche siano dovute essenzialmente o esclusivamente
all’ambiente geografico comprensivo dei fattori naturali ed umani;
• la cui produzione, trasformazione ed elaborazione avvengano nella zona geografica
delimita”
Denominazione: Formaggio Grana Padano
tutto il territorio comunale – Reg. CE n.1107 del 12/06/1996
Denominazione: Formaggio Monte Veronese
Zona collinare del territorio comunale – Reg. CE n.1107 del 12/06/1996
Denominazione: Olio Extra Vergine d'oliva - Veneto Valpolicella
tutto il territorio comunale – Reg. CE n.2036 del 17/10/2001
Denominazione: Provolone Valpadana
tutto il territorio comunale – Reg. CE n.1107 del 12/06/1996
9.3 Pesca di Verona IGP1
La zona di produzione della “Pesca di Verona” IGP è limitata alla provincia di
Verona e in particolare comprende l’intero territorio dei comuni di Bussolengo, Buttapietra,
Castel d’Azzano, Mozzecane, Pastrengo, Pescantina, Povegliano, S. Giovanni Lupatoto,
Sommacampagna, Sona, Valeggio sul Mincio, Villafranca, Castelnuovo del Garda, Lazise,
Sant’Ambrogio di Valpolicella, San Martino Buon Albergo, Verona, Zevio.
Tale indicazione è riservata alle pesche a polpa bianca ed a polpa gialla ed alle
nettarine a polpa gialla delle cultivar a maturazione precoce, media e tardiva appartenenti
alla specie Persica vulgaris, Mill.
1 Sito Regione del Veneto
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Il colore dell’epidermide dei frutti è molto esteso e intenso, la polpa è consistente e
succosa, di sapore caratteristico dovuto al giusto equilibrio fra grado zuccherino e acidità
legato alla scarsa attività vegetativa delle piante ed al particolare clima.
La zona di produzione individuata corrisponde ad un’area particolarmente vocata
per la coltura della pesca, in quanto caratterizzata da un clima temperato dalla vicinanza del
Lago di Garda e da un ambiente edifico ottimale. I peculiari elementi ambientali e climatici
legati indissolubilmente alla tradizionale e secolare opera dell’uomo hanno contribuito a
conferire alla “Pesca di Verona” caratteristiche organolettiche e qualitative uniche.
La coltura del pesco nel veronese ha origini assai antiche: già Plinio in epoca
romana riferiva nelle sue opere del “pomo della lanuggine” coltivato nella zona.
Anche Andrea Mantenga nel ‘400 raffigurava le pesche nei suoi affreschi nella
Basilica di San Zeno a Verona.
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10 LE INVARIANTI DI NATURA AMBIENTALE
10.1 File b0203011_AmbienteA
La Tav. n. 2 “Carta delle Invarianti” individua tali elementi invarianti e alla quale si
rimanda per la loro delimitazione.
. Trattasi di elementi puntuali, lineari ed aerali specifici di un luogo o territorio,
ove la tutela dei valori ambientali risulta finalizzata alla più generale conservazione degli
elementi costitutivi del paesaggio naturale originario.
. Le invarianti ambientali individuate nel territorio comunale, descritte nel
dettaglio nel Rapporto ambientale per la VAS,al quale si rimanda per ulteriori dettagli, sono
di natura areale e sono le seguenti:
· La zona golenale del fiume Adige: trattasi di area di particolare interesse
naturalistico in quanto parte del sistema perifluviale atesino, già oggetto di tutela comunitaria.
Gli elementi da far oggetto di particolare tutela e, ove ritenuto necessario dalle Autorità
competenti in materia ambientale, di restauro e/o integrazione, sono la vegetazione riparia
arboreo-arbustiva nelle sue componenti autoctone e la zona golenale da mantenere per
quanto possibile priva di colture anche in funzione della sua capacità depurativa nei confronti
del sistema idrico fluviale;
· L’ambito fluviale del Fibbio (di cui si tutela una fascia perifluviale di 15 m) e
dell’Antanello (di cui si tutela una fascia perifluviale di 10 m) costituiscono nel sistema
ambientale locale elementi di notevole valore naturalistico, sia per specifici elementi di
naturalità residua, sia per l’importante ruolo di mitigazione ambientale che essi svolgono nel
sistema antropizzato in cui sono inseriti;
· Le risorgive di terrazzo rappresentano biotopi di particolare valore e rarità nel
sistema planiziale padano. Esse comprendono habitat faunistici e floristici di pregio la cui
descrizione è contenuta nel Rapporto ambientale per la VAS. Oltre alla tutela dello specchio
d’acqua, si mantiene una fascia di rispetto di 20 m attorno alla testa di ciascuna risorgiva ed
una fascia di rispetto corrispondente alla classe di vulnerabilità 1 individuata nella Carta
Idrogeologica per la serie di risorgive costituenti un sistema continuo e comprese tra i fiumi
Fibbio e Antanello;
· La tenuta Musella per la quale oltre a rimandare a quanto espressamente
indicato nel vincolo monumentale dell'area, si rimarcano i valori naturalistici oggetto di
specifiche ricerche scientifiche i cui risultati principali sono illustrati nel rapporto ambientale
per la VAS;
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· Il Bosco della Fratta, già oggetto di direttive di tutela nella pianificazione
provinciale, è un’area boscata insediata su substrato basaltico, e costituita da un querceto
mesofilo di grande valore e rarità nel contesto collinare veronese.
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11 IL PAESAGGIO DI SAN MARTINO BUON ALBERGO
11.1 File c0704011_PaesaggioA
La finalità di questa cartografia è di poter fornire una rappresentazione e
classificazione degli elementi che caratterizzano il paesaggio del territorio comunale.
I tipi di paesaggio che sono stati individuati vengono di seguito riportati:
PAESAGGIO DELLA ZONA COLLINARE
Paesaggio caratterizzato da una prevalente componente boschiva.
Le colture presenti (oliveti, vigneti, frutteti, prati) sono su piccoli appezzamenti
alternati a elementi naturali.
Si forma pertanto un ecomosaico colturale, talvolta difficilmente cartografabile nei
singoli elementi compositivi.
PAESAGGIO DEI VIGNETI DELLA VAL MARCELLISE
Paesaggio della Val Marcellise caratterizzato dalla presenza della coltura della vite.
PAESAGGIO AGRARIO FRAMMISTO A ZONE FORTEMENTE URBANIZZATE
Paesaggio caratterizzante soprattutto la zona pianeggiante ad ovest del territorio
comunale dove la componente urbana si alterna ad appezzamenti di colture annuali in
rotazione.
PAESAGGIO DEL FONDOVALLE FRAMMISTO ALLA COLTURA DELLA VITE
Paesaggio caratterizzante soprattutto il fondovalle ad est del territorio comunale
dove le colture annuali in rotazione sono alternate alla coltura della vite.
PAESAGGIO DELLE RISORGIVE E DEL TERRAZZO FLUVIOGLACIALE
Paesaggio caratterizzato da colture di seminativi e da elementi di pregio sia dal
punto di vista ambientale, il sistema delle risorgive, sia dal punto di vista geomorfologico, il
terrazzo fluvioglaciale.
PAESAGGIO DEGLI ALBERI DA FRUTTO
Paesaggio che caratterizza la zona meridionale del territorio comunale. L'elemento
principale sono gli alberi da frutto che si alternano ad appezzamenti di colture annuali .
PAESAGGIO FLUVIALE
Paesaggio del fiume Adige e del canale Sava con relative zone golenali.
PAESAGGIO URBANO
Paesaggio a prevalente dominante costruita.
Si sottolinea come la Carta delle Unità di Paesaggio del territorio comunale
rappresenta solamente una lettura delle principali emergenze che caratterizzano il territorio.
Essa non rappresenta pertanto una fonte di vincolo ma semplicemente un visione d'insieme
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che può aiutare l'Amministrazione per valutare scelte d'intervento piuttosto che di cambio di
destinazione d'uso del territorio.
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12 CENSIMENTO ALLEVAMENTI ZOOTECNICI INTENSIVI DEL TERRITORIO COMUNALE
12.1 Premessa
Secondo quanto previsto dalla L.R. 11/204, art. 50, e dai relativi Atti d’Indirizzo -
lettera d – Edificabilità zone agricole – si è redatto un aggiornamento, nell’ambito dello studio
agronomico per il PAT, della schedatura degli allevamenti zootecnici – intensivi ricadenti nel
Comune di San Martino Buon Albergo.
La base di partenza di questo aggiornamento è stata la schedatura degli
allevamenti zootecnici classificati ai sensi della D.G.R. n° 7949 del 22/12/1989
“Delimitazione dei limiti di rispetto dei nuovi allevamenti zootecnici intensivi” redatta nel 2003
dallo Studio Benincà su incarico della Amministrazione comunale.
Tale schedatura era già stata aggiornata secondo quanto riportato dalla L.R.
11/2004 nella prima redazione del Pat (anno 2007) anche con la schedatura dei nuovi
allevamenti intensivi non compresi nella schedatura del 2003.
Con questa nuova redazione si è provveduto a riclassificare e controllare quanto
riportato nel PAT 2007, alla luce sia di eventuali modifiche normative sopravvenute sia di
eventuali variazioni nello stato degli allevamenti presenti nell’archivio comunale.
Di seguito si riportano le schede aggiornate con la indicazione delle distanze
minime reciproche dalle zone agricole, dalle residenze civili sparse e dalle residenze civili
concentrate (centri abitati).
Nelle note delle singole schede vengono riportati la classe ed il punteggio
dell’allevamento secondo la precedente normativa (censimento 2003), che rappresenta il
lavoro di base per la consultazione da parte degli uffici comunali, al fine di poter fare un
confronto dell’eventuale variazione della situazione rispetto alla normativa attuale.
12.2 Metodologia di lavoro
Secondo quanto previsto dalla normativa vigente compito del PAT è l’individuazione
della sola localizzazione degli allevamenti definiti intensivi e dunque non si indica nessuna
destinazione futura, né ambito di pertinenza, né limite fisico alla nuova edificazione.
Sarà compito poi del P.I. individuare gli ambiti degli allevamenti zootecnici esistenti,
aggiornando il censimento sulla base di un’indagine e schedatura puntuale con distinzione
della tipologia di allevamento.
Infatti all’art. 43 L.R. 11/2004 si legge:
“2. Il Piano degli interventi (PI) individua:
a) gli ambiti delle aziende agricole esistenti
b) …”
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Dato il continuo divenire della situazione degli allevamenti con il presente lavoro si
forniscono delle indicazioni delle zone di rispetto di larga massima perché da una parte la
situazione è aggiornata al censimento del 2003 e dall’altra le singole fasce di rispetto
andranno ricalcolate al momento dei singoli interventi sulla base della situazione
dell’allevamento che si presenta in quel momento: dismissione dell’allevamento, aumento
della quantità di capi allevati, passaggio a struttura agricola produttiva ...
Nell’elaborato 1 delle tavole di Progetto ”Carta dei vincoli e della pianificazione
territoriale“ vengono quindi indicate le ubicazioni degli allevamenti intensivi presenti nel
territorio comunale come elemento generatore di fascia di rispetto ma non le relative fasce di
rispetto che si trovano esclusivamente in allegato alla presente relazione.
Per quanto concerne i dettagli della metodologia di calcolo utilizzata nella presente
schedatura, si rimanda a quanto contenuto negli Atti d’Indirizzo alla lettera d) – Edificabilità
zone agricole, di seguito riportato:
“…La previgente normativa in materia di distanze degli allevamenti dagli insediamenti civili (DGR n. 7949/1989) era stata adottata allo scopo di evitare l’insorgere, sul territorio ed in particolare di centri abitati, di problemi di ordine ambientale a seguito della realizzazione di nuovi insediamenti zootecnici intensivi. Per la definizione di allevamenti zootecnici intensivi, ai soli fini dell’applicazione della normativa in argomento, erano stati considerati il criterio della connessione funzionale con il fondo in coltivazione e le dimensioni assolute dell’allevamento ..
…L’art. 44 della legge regionale n. 11/04 conferma la distinzione tra gli allevamenti in connessione funzionale con il fondo, definiti come strutture agricolo produttive destinate ad allevamento, e quelli privi di tale connessione funzionale, rubricati come allevamenti zootecnici intensivi. In particolare l’art. 50, comma 1, lettera d, punto 5 prevede che vengano indicate le modalità di realizzazione degli allevamenti zootecnici intensivi e la definizione delle distanza sulla base del tipo e dimensione dell’allevamento rispetto alla qualità e quantità di inquinante prodotto…”
Al fine di correlare la determinazione delle distanze reciproche al concetto di inquinamento potenziale, vengono preliminarmente definite tre classi funzionali (in termini di carico zootecnico) che tengono in debito conto sia della specie allevata che del tipo di produzione ottenuta.
La seguente tabella comprende solo le situazioni che si ritrovano a livello comunale.
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Tabella: suddivisione in classi dimensionali degli insediamenti zootecnici in funzione delle dimensioni e dell’inquinamento potenziale (aggiornata secondo Dgr 3811 del 09/12/2009)
Allevamento Peso vivo medio inferiore a
(…) Galline ovaiole 30 tonnellate Avicoli da carne 25 tonnellate Tacchini o anatre da carne 20 tonnellate
Classe 1
Conigli 20 tonnellate
Allevamento Peso vivo medio a (…)
Bovini da 90 a 360 tonnellate Galline ovaiole da 30 a 120 tonnellate Avicoli da carne 25 a 100 tonnellate
Classe 2
Tacchini o anatre da carne 20 a 80 tonnellate
Allevamento Peso vivo medio superiore a (…)
Galline ovaiole 120 tonnellate Avicoli da carne 100 tonnellate
Classe 3
Tacchini o anatre da carne 80 tonnellate
Sulla base delle classe numeriche sopra riportate si definiscono le seguenti distanze
minime dai confini di proprietà.
Tabella: Distanze minime dai confini di proprietà degli insediamenti zootecnici suddivisi per le diverse classi numeriche
Classe numerica Distanza (m)
1 15
2 20
3 30
Ai fini della definizione delle distanze reciproche dalle civili abitazioni viene attribuito
un punteggio sulla base delle seguenti variabili:
a) tipologia dell’ambiente di stabulazione e del sistema di pulizia (max 40 punti)
b) sistema di ventilazione (max 30 punti)
c) sistema stoccaggio e trattamento delle deiezioni (max 30 punti)
Si riportano le caratteristiche degli allevamenti ricadenti in comune di San Martino
ed utilizzate ai fini della schedatura.
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a) Tipologia dell’ambiente di stabulazione e del sistema di pulizia
(…)
Allevamenti bovini e bufalini
� Punti 0: stabulazione su lettiera
� Punti 10: grigliato con ricircolo di deiezione deodorizzate; pulizia meccanica;
� Punti 20: grigliato con pulizia per tracimazione con ricircolo di deiezioni non
deodorizzate
� Punti 30: pulizia delle corsie con vasche a ribaltamento
Allevamenti di galline ovaiole:
� Punti 10: allevamento in batteria con pre – essiccazione della pollina e tunnel
esterno di essiccazione;
� Punti 20: allevamento in batteria “a due piani”; allevamento con galline libere “a
terra” e “all’aperto”;
� Punti 30: allevamento in batteria con pre – essiccazione pollina sui nastri.
Allevamenti di avicoli da carne allevati a terra (così come modificata con Dgr 3811
del 09/12/2009)
� Punti 20
Allevamenti di conigli:
� Punti 10: con accumulo esterno ed allontanamento giornaliero delle
deiezioni;
� Punti 30: con accumulo interno e rimozione a fine ciclo delle deiezioni.
b) Sistema di ventilazione (così come modificata con Dgr 3811 del 09/12/2009)
� Punti 0: ventilazione naturale; movimentatori d’aria interni;
� Punti 10: ventilazione forzata positiva (in compressione);
� Punti 20: ventilazione forzata negativa in depressione longitudinale
frazionata;
� Punti 30: ventilazione forzata negativa in depressione longitudinale
concentrata.
Nel caso di ventilazione forzata negativa, l’adozione di filtri abbattitori di odori
all’uscita dell’impianto di ventilazione comportano il dimezzamento del punteggio.
c) Sistema di stoccaggio e trattamento delle deiezioni
� Punti 0: vasche scoperte e concimaie chiuse; impianti di digestione
anaerobica
� Punti 10: concimaie scoperte;
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� Punti 20: vasche scoperte.
� Punti 30: vasche con deodorizzazione aerobica e impianti di depurazione
Sulla base del punteggio risultante e della classe di appartenenza dell’allevamento
si arriva a definire le seguenti distanze minime evidenziate nelle sottostanti 3 tabelle.
Tabella: Distanze minime reciproche degli insediamenti zootecnici dai limiti della zona agricola (valori espressi in metri)
Classe dimensionale
Punteggio 1 2 3
0 – 30 100 200 300
31 – 60 150 300 500
61 - 100 200 400 700
Tabella: Distanze minime tra gli insediamenti zootecnici e residenze civile sparse (valori espressi in metri)
Classe dimensionale
Punteggio 1 2 3
0 – 30 50 100 150
31 – 60 75 150 200
61 - 100 100 200 250
Tabella: Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze civili concentrate (valori espressi in metri)
Classe dimensionale
Punteggio 1 2 3
0 – 30 100 200 300
31 – 60 150 250 400
61 - 100 200 300 500
Si ricorda che per la redazione del PAT nel 2007 la situazione era la seguente:
• l’aggiornamento della schedatura degli allevamenti era stato fatto per tutti quelli analizzati nel 2003, 4 dei quali non erano stati considerati intensivi (codici schede 2, 3, 9, 15) e quindi non erano stati riportati come ubicazioni ma solo come scheda cartacea.
• Complessivamente gli allevamenti considerati intensivi e ricadenti nel territorio comunale erano 31.
• Gli allevamenti schedati nel 2003 risultavano 35 così suddivisi: 31 intensivi e 4 definiti “civili” (SCHEDE NUMERO 2,3,9,15).
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• A questi allevamenti schedati nel 2003 si erano aggiunti con l’analisi agronomica condotta nel 2007 altri due nuovi allevamenti intensivi non presenti nella schedatura del 2003 (codice schede 36 e 37).
• Inoltre 2 allevamenti schedati nel 2003 erano stati nel frattempo dismessi alla data del 2007 (codici schede: 17, 18). Pertanto di questi si era riportata solo la scheda cartacea per confronto ma non in termini di ubicazione degli stessi.
• Il numero degli allevamenti intensivi presenti nel territorio comunale nello studio agronomico per il PAT del 2007 era quindi complessivamente 35.
Si ricorda che per comodità di utilizzo da parte degli Uffici Comunali competenti i Codici delle schede degli allevamenti sono sempre rimasti gli stessi a partire dal codice utilizzato per la schedatura del 2003 e la situazione è stata a mano a mano aggiornata con note a piè di pagina.
Lo studio degli allevamenti intensivi condotto per il Pat del 2007 ha rappresentato la
base di partenza per la sua revisione – aggiornamento nel presente lavoro.
La situazione in fase di revisione del Pat (2009) viene di seguito riassunta.
• L’allevamento con codice scheda 29 è estinto, quindi è stato tolto come ubicazione di allevamento intensivo ma rimane la scheda con relativa notazione.
• Si sono aggiunti altri due allevamenti intensivi (codice scheda 38 e 39) quindi sono stati inseriti sia nelle ubicazioni che nello schedario.
• Il totale delle schede presenti in anagrafica sono 42
• Il totale degli allevamenti intensivi presenti sono 36 – aggiornamento revisione PAT 2009.
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12.3 Confronto con la precedente normativa
Quello che è cambiato sostanzialmente con la legge regionale 11/2004 sono
soprattutto i criteri per la definizione delle classi degli allevamenti e le caratteristiche degli
allevamenti per definire i singoli punteggi.
Sono rimaste invece invariate le distanza minime degli allevamenti dalle zone
agricole, dalle residenze civili sparse e concentrate.
A titolo di confronto si riporta la tabella di classificazione numerica degli allevamenti
secondo la DGR 7949 del 22/12/1989, solo per le tipologie di allevamenti esistenti nel
territorio comunale:
(…)
Classe 2:
(…)
� allevamenti di galline ovaiole con meno di 75.000 capi
� allevamenti di polli da carne con meno di 15.000 capi
� allevamenti di tacchini con meno di 5.000 capi
� allevamenti di conigli con meno di 2.500 capi
Classe 3
� allevamenti con numero di animali superiore a quello della classe 2
Come si può vedere anche nelle schede allegate, secondo le nuova normativa molti allevamenti rientrano nella classe inferiore, in certi casi addirittura lo spostamento risulta essere di due classi.
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12.4 Il Censimento degli allevamenti zootecnici – i dati forniti dal Servizio Veterinario Azienda – ULSS 20 - Verona
Il Servizio Sanità Animali – Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche-
ULSS 20 Verona - di Verona gestisce i dati relativi agli allevamenti presenti nel territorio
comunale in collegamento con la banca dati regionale.
A seguito della richiesta dell’Amministrazione comunale (prot. n° 13606 del
29/06/2009) di acquisire i dati in loro possesso, il Servizio Veterinario ha fornito un file in
formato .xls mezzo posta elettronica il 10/07/2009 estratto dalla banca dati regionale
contenente il censimento di tutti gli allevamenti ricadenti in comune di San Martino Buon
Albergo. Il file non conteneva le ubicazioni georeferenziate degli allevamenti ma solo
l’indicazione della sede dell'allevamento e del proprietario con relativi l’indirizzi.
Tale elenco viene di seguito riportato in allegato alla presente relazione.
La schedatura fornita dal Servizio Veterinario è quanto mai ampia e completa e
rappresenta un utilissimo materiale di consultazione per l’Amministrazione Comunale.
Si tenga presente che i codici identificativi delle aziende sono gli stessi di quelli
presenti nella banca dati degli allevamenti su base regionale, comprensiva dell’ubicazione
georeferenziata, che è gestita dal Centro Regionale Epidemiologia Veterinaria - CREV.
Questo rappresenta un indubbio vantaggio perché permette il confronto tra i dati
acquisiti dai diversi Enti.
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12.5 L'applicazione delle distanze minime reciproche
Negli Atti di Indirizzo della Legge 11/2004 alle lettera d “Edificabilità in zona
agricola” si evidenzia:
“In ottemperanza a quanto previsto dalla legge si indicano di seguito i criteri per la
realizzazione degli allevamenti zootecnici intensivi in relazione alle tipologie costruttive e alla
qualità e quantità di inquinamento potenziale definendo le distanza reciproche dai limiti delle
zone non agricole, dai confini di proprietà e dalle abitazioni non aziendali.
Nel contempo si reputa necessario disporre l'applicazione delle distanze minime
reciproche - analogamente a quanto precedentemente disposto dalla citata D.G.R. n.
7949/41989 – anche agli allevamenti annoverati quali “strutture agricolo produttive “ nel caso
in cui superino un determinato carico zootecnico.
� La presente normativa si applica ai nuovi allevamenti nonché agli ampliamenti di
centri zootecnici pre–esistenti per i quali sia previsto un aumento del numero dei
capi allevati nei limiti e con le specificazioni sotto indicate. Non si applica, invece,
per la costruzione di edifici funzionali ad allevamenti esistenti, ma diversi da quelli
destinati alla stabulazione degli animali, con esclusione delle vasche scoperte e
delle concimaie aperte.
In particolare le distanze di cui al presente provvedimento riguardano (cfr. le figure
seguenti):
� i nuovi allevamenti zootecnico-intensivo, ovvero gli allevamenti che non
soddisfano i requisiti del nesso funzionale con l'azienda agricola, come definiti dal
provvedimento adottato dalla Giunta Regionale ai sensi del punto 3, lett. d,
comma1, art.50 della legge regionale n. 11/04;
� i nuovi allevamenti agricolo – produttivi che pur rispettando i requisiti di nesso
funzionale di cui al punto precedente, superano in ambito aziendale il peso vivo
medio riportato per ciascuna tipologia d'allevamento, in tabella 1, come limite
superiore della classe 1;
� gli ampliamenti di centri zootecnici pre-esistenti per i quali l'aumento del numero
dei capi allevati comporta la perdita dei requisiti del nesso funzionale con
l'azienda agricola;
� gli ampliamenti di centri zootecnici pre–esistenti per i quali l'aumento del numero
dei capi allevati comporta il superamento in ambito aziendale del peso vivo medio
riportato per ciascuna tipologia di allevamento, in tabella 1 come limite superiore
della classe 1.
...
7. In analogia con quanto previsto dalla disciplina regionale in materia di VIA, il
primo ampliamento di centri zootecnici già esistenti, qualora comporti un aumento del
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numero di capi allevabili inferiore al 25 % dell'esistente, non determina l'inserimento ex novo
in classe dimensionale 1, ovvero il passaggio alla classe superiore. (così come modificata con Dgr
3811 del 09/12/2009).
7 bis: I Comuni potranno concorrere alla spesa sostenuta dagli allevamenti esistenti
per la realizzazione di interventi di riqualificazione impiantistica, attuati con l’adozione delle
“migliori tecniche disponibili”, al fine di migliorare l’inserimento nel territorio degli allevamenti
zootecnici e ridurne l’impatto ambientale , con riferimento anche all’abbattitori di odori. (così
come modificata con Dgr 3811 del 09/12/2009).
8. In occasione della realizzazione di nuovi insediamenti residenziali, ivi comprese le
aree di espansione edilizia, vanno rispettate le suddette distanze reciproche qualora
sia già in presenza di un insediamento zootecnico.
9. In deroga a quanto previsto al precedente punto 8, sono ammessi solamente gli
interventi di ampliamento sugli edifici esistenti, quelli su lotti posti all'interno di un centro
storico o di un insediamento esistente , nonché quelli nel caso in cui tra allevamento e aree
di espansione di edilizia sia interposto anche parzialmente un centro storico o un
insediamento residenziale. (così come modificata con Dgr 3811 del 09/12/2009).
...”
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N.B:
La nota allo schema precedente va così integrata: “Applicabilità della normativa delle distanze negli
ampliamenti di allevamenti esistenti fatta salva la deroga di cui al punto 7” (così come modificata con
Dgr 3811 del 09/12/2009)
Si ricorda che la Dgr 3650 del 25/11/2008 contiene anche la sotto riportata
integrazione per quanto riguarda l’applicazione delle distanze minime reciproche da
allevamenti zootecnici intensivi.
…
La Seconda Commissione Consiliare ha ritenuto infine opportuno modificare gli Atti
d’indirizzo ai sensi dell’art. 50 della legeg regionale 23 aprile 2004, n.11 “Norme per il
governo del territorio”. Di cui ala DGR n. 3178 del 8 ottobre 2004, Lettera d) Edificabilità
zone agricole per meglio precisare la definizione della distanze minime dei nuovi allevamenti
dalle zone non agricole, riprendendo sostanzialmente la DGR 7949 del 22/12/19889, che
escludeva dal rispetto di tali distanze le zone D (produttive). Considerata l’ampia gamma di
destinazioni possibili nelle zone D, si è ritenuto peraltro di privilegiare la definizione di
insediamento da quella di “zona” specificando puntualmente la tipologia degli insediamenti
da escludere dai predetti limiti.
Pertanto :
.. in ottemperanza a quanto previsto dalla legge, si indicano i criteri per la
realizzazione degli allevamenti zootecnici intensivi in relazione alle tipologie costruttive e alla
qualità e quantità di inquinamento potenziale definendo le distanze reciproche dai limiti
delle zone non agricole ad esclusione degli insediamenti produttivi (artigianali ed
industriali).
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12.6 La Direttiva Nitrati
La pratica della fertilizzazione dei terreni agricoli, effettuata attraverso lo
spandimento degli effluenti provenienti dalle aziende zootecniche e delle piccole aziende
agroalimentari, è oggetto di una specifica regolamentazione volta a salvaguardare le acque
sotterranee e superficiali dall’inquinamento causato, in primo luogo, dai nitrati presenti nei
reflui.
La direttiva comunitaria 91/676/CEE ha dettato i principi fondamentali a cui si è
uniformata la successiva normativa nazionale, ovvero il decreto legislativo 152/1999, il
decreto legislativo 152/2006 e il decreto ministeriale 7 aprile 2006.
La direttiva comunitaria ha previsto:
� una designazione di “Zone Vulnerabili da Nitrati” di origine agricola (ZVN)”, nelle
quali vi è il divieto di spargimento dei reflui degli allevamenti e di quelli provenienti dalle
piccole aziende agroalimentari, fino un limite massimo annuo di 170 kg di azoto per
ettaro;
� la regolamentazione dell’utilizzazione agronomica dei reflui con definizione dei
“Programmi d’Azione”, che stabiliscono le modalità con cui possono essere effettuati tali
spandimenti.
La designazione delle ZVN del Veneto è stata effettuata deliberazione del Consiglio
regionale n. 62 del 17 maggio 2006.
Il DM 7.4.2006, inoltre, ha definito i criteri generali e le norme tecniche sulla base
dei quali le Regioni elaborano i “Programmi d’Azione” per le Zone Vulnerabili ai Nitrati.
La Giunta regionale del Veneto, con la DGR 7 agosto 2006, n. 2495 –
“Recepimento regionale del DM 7 aprile 2006. Programma d’azione per le zone vulnerabili ai
nitrati di origine agricola del Veneto”, ha regolamentato le attività di spandimento dei reflui sia
per le zone vulnerabili che per le rimanenti aree agricole del Veneto.
Con la DGR 7 agosto 2007, n. 2439, è stato completato il quadro disciplinare della
Regione del Veneto per il pieno rispetto degli obblighi fissati dal D. M. 7 aprile 2006.
Le disposizioni che regolamentano l’utilizzazione agronomica degli effluenti
zootecnici, delle acque reflue e dei concimi azotati e ammendanti organici nelle zone
designate vulnerabili da nitrati di origine agricola e sono volte in particolare a:
a) proteggere e risanare le zone vulnerabili dall’inquinamento provocato da nitrati di
origine agricola;
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b) limitare l’applicazione al suolo dei fertilizzanti azotati sulla base dell’equilibrio tra il
fabbisogno prevedibile di azoto delle colture e l'apporto alle colture di azoto proveniente dal
suolo e dalla fertilizzazione, in coerenza anche con il CBPA di cui all’articolo 19 del decreto
legislativo n. 152 del 1999;
♦ promuovere strategie di gestione integrata degli effluenti zootecnici per il riequilibrio del
rapporto agricoltura-ambiente, tra cui l’adozione di modalità di allevamento e di
alimentazione degli animali finalizzate a contenere, già nella fase di produzione, le
escrezioni di azoto.
Oltre a prevedere la modulistica per la presentazione delle Comunicazioni e dei
PUA e i criteri applicativi, gli allegati alla DGR n. 2439/2007 definiscono gli ulteriori impegni a
cui sono tenuti gli agricoltori per il rispetto della Direttiva Nitrati.
Inoltre alle aziende zootecniche sono imposte adeguamenti strutturali delle aziende
strutture di stoccaggio dei reflui.
Con il decreto del Dirigente regionale della Direzione Agroambiente e Servizi per
l’Agricoltura 21 aprile 2008, n. 134 si precisa, tra l’altro:
- la definizione di “piccoli allevamenti di tipo familiare”, di cui alla lettera q),
comma 1 dell’articolo 2 della DGR 7 agosto 2006, n. 2495;
- i criteri da rispettare, relativamente agli stoccaggi degli effluenti zootecnici, dei
“piccoli allevamenti di tipo familiare”;
- le condizioni riguardanti la modalità di allevamento allo stato “semibrado”;
- le specifiche tecniche che individuano la superficie minima del 20% della SAU
aziendale che permette la riduzione delle dimensioni degli stoccaggi (in zona vulnerabile),
ai sensi dell’articolo 24, comma 4, del DM 7 aprile 2006;
- la definizione, anche ai fini urbanistici, di “vasca o concimaia coperta o chiusa”.
Pertanto secondo la legislazione vigente i comuni ricadenti nelle zone vulnerabili
all'inquinamento da nitrati di origine agricola individuati in un primo momento nella
deliberazione del Consiglio Regionale n. 62 del 2006 sono stati aggiornati il 19/09/2007.
Il Comune di San Martino Buon Albergo ricade per l’intera superficie comunale tra le
zone classificate come vulnerabili all'inquinamento da nitrati di origine agricola.
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Alla luce delle indicazioni comunitarie e regionali in materia, rimandando al P.I.
quanto di competenza per una individuazione ed aggiornamento puntuale degli allevamenti
zootecnici esistenti, i soggetti produttori e/o utilizzatori degli effluenti di allevamento e di
talune acque reflue aziendali devono tener presente che il territorio comunale è stato incluso
totalmente nelle zone vulnerabili all'inquinamento da nitrati di origine agricola.
Padova luglio 2010
Dott. Agr Bruna Basso
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Allegati
Schede allevamenti comunali fornite ULSS 20 Verona
Codice 317 Comune Via Nome Rag.Soc. Capacità potenziale
073VR023SAN MARTINO BUON
ALBERGOCOETTA BALTIERI MARINO 20
073VR039SAN MARTINO BUON
ALBERGOGIARON 1
SOC. AGR. CASTEGINI GRAZIANO E MATTEO SS
269
073VR042SAN MARTINO BUON
ALBERGODISCIPLINA 11 MERZARI ALBINO 9
073VR058SAN MARTINO BUON
ALBERGOCA' VECCHIA CASTELLI GIOVANNI 230
073VR058SAN MARTINO BUON
ALBERGOCA' VECCHIA COMPRI CARLO 230
073VR058SAN MARTINO BUON
ALBERGOCA' VECCHIA CASTELLI GIOVANNI 150
073VR058SAN MARTINO BUON
ALBERGOCA' VECCHIA CASTELLI GIOVANNI 260
073VR133SAN MARTINO BUON
ALBERGOGIARON, 14 CASSINI PAOLO 10
073VR138SAN MARTINO BUON
ALBERGOGIARON 10 CASTEGINI GIANNINO 58
073VR176SAN MARTINO BUON
ALBERGOCAMPALTO, 4 BONOMI PAOLO 540
073VR216SAN MARTINO BUON
ALBERGOLOC. SUSENE - VIA CAO
DI SOPRA, 28DE BONI ROBERTO PAOLO 1
AZ-ULSSAllevamenti di Bovini da carne Comune: SAN MARTINO BUON ALBERGO
Codice 317 Comune Via Nome Rag.Soc. Capacità potenziale
073VR006 SAN MARTINO B. A. LOC. TORCOLO, 2SOC. AGR. PISANI MARINO,
GIUSEPPE, GABRIELE LUIGI, SILVANO
98
073VR013 SAN MARTINO B. A. FENIL DELLE CAVALLE N. 2SOC. AGR. NORDERA F.LLI E
FIGLI S.S.665
073VR026 SAN MARTINO B. A. CA' MONTE, 2MIGLIORINI ANTONIO LUIGI E
CLAUDIO64
073VR041 SAN MARTINO B. A. BONETTONE 1SCANDOLA STEFANO E GIANNI
S.S.154
073VR045 SAN MARTINO B. A. CHIEVO, 3/A MERZARI ROBERTO 269
073VR050 SAN MARTINO B. A. ACQUA GROSSA 3 CASTELLETTI TIZIANO 181
073VR065 SAN MARTINO B. A. DELLA POLVERIERA, 2 SCANDOLA OTELLO 172
073VR107 SAN MARTINO B. A. SPINETTA, 3 - FERRAZZE GUGOLE SERGIO E SILVANO 182
073VR151 SAN MARTINO B. A. CHIEVO, 3 MERZARI LUCIANO 245
073VR159 SAN MARTINO B. A. CA' DELL'AGLIO 12 CAMPARA UMBERTO 25
073VR162 SAN MARTINO B. A. CAMPALTO, 2 BONOMI MAURO 196
AZ-ULSSAllevamenti di bovini da riproduzione Comune: SAN MARTINO BUON ALBERGO
Codice 317 Comune Via Nome Rag.Soc.Specie allevata
Capacità potenziale
073VR001 SAN MARTINO B A CA' DEL FERRO, 7 GRIGOLINI CARLO Gallus Gallus 65000
073VR007 SAN MARTINO B A SCIMMIA BERTAGNA ENZO E SAURO PAOLA Tacchini 9400
073VR008 SAN MARTINO B A BROLO CAMUZZINI BERTAGNA ENZO E SAURO PAOLA Tacchini 17600
073VR012 SAN MARTINO B A CA' BRUSA', 4 PANAROTTO AUGUSTO, GIUSEPPE E NAZZARENO Gallus Gallus 25000073VR014 SAN MARTINO B A CASINO, 2 PIMAZZONI GIUSEPPE Gallus Gallus 24000
073VR022 SAN MARTINO B AARCANDOLA - MARCELLISE
SOC AGR AL MONTE DEI SANTI DI PANAROTTO VITTORIO E FUSINA FABIANO SS
Tacchini 13000
073VR030 SAN MARTINO B A ORTINI TAIOLI MARIO Tacchini 4400073VR033 SAN MARTINO B A ORTI CALOI MAURIZIO Tacchini 4900073VR034 SAN MARTINO B A GIARETTE 6 BONADIMAN TIZIANO Faraone 38000073VR040 SAN MARTINO B A COETTA, 9 AZ. AGR. ANDREETTA VALENTINO073VR057 SAN MARTINO B A GIARON, 2 CASTEGINI SILVIO Faraone 25660073VR059 SAN MARTINO B A CASOTTON CALOINI CARMELA Anatre 20073VR059 SAN MARTINO B A CASOTTON CALOINI CARMELA Gallus Gallus 20073VR059 SAN MARTINO B A CASOTTON CALOINI CARMELA Tacchini 20073VR136 SAN MARTINO B A PIGNATTE 5 BONETTI LORENZO Gallus Gallus 5000073VR166 SAN MARTINO B A SERENA 67 CASSANDRINI FABIO Gallus Gallus 19000073VR167 SAN MARTINO B A ORTI CASTAGNA BRUNO Gallus Gallus 14400073VR170 SAN MARTINO B A CA' MARAGNI CREMA ANTONIO Tacchini 17000073VR171 SAN MARTINO B A CA' DEL FERRO, 7 AZ. AGR. GRIGOLINI PIETRO Gallus Gallus 50000073VR173 SAN MARTINO B A CA' DEL GAL FLORIO DOMENICO Gallus Gallus 26000073VR176 SAN MARTINO B A CAMPALTO, 4 BONOMI PAOLO Gallus Gallus 21000073VR178 SAN MARTINO B A ACQUA GROSSA ULMI LUCA Tacchini 13700073VR179 SAN MARTINO B A CORTE MARIONA 2/A S.S.A. GRIGOLINI AUGUSTO E FABIO Gallus Gallus 77000073VR184 SAN MARTINO B A FERRARESA SOC. AGR. AR.CA. DI MERCANTI SS Gallus Gallus 75000073VR185 SAN MARTINO B A PANTINA, 9 MIGLIORINI MARIO Tacchini 4600073VR186 SAN MARTINO B A MONTE DEI SANTI, 1 MONTOLLI ROBERTO Tacchini 15704073VR188 SAN MARTINO B A CORTE CA' NOVA, 1 MONTOLLI NICOLA Tacchini 20300073VR190 SAN MARTINO B A BELLINI 12 FANCON GIOVANNI Tacchini 10000073VR190 SAN MARTINO B A BELLINI 12 FANCON GIOVANNI Tacchini 10000073VR190 SAN MARTINO B A BELLINI 12 FANCON GIOVANNI Tacchini 10000073VR191 SAN MARTINO B A CAMPALTO, 18 PELLEGRINI BERNARDO Gallus Gallus 38000073VR193 SAN MARTINO B A PIGNATTE TAIOLI RINO E BIGHIGNOLI A. Tacchini 5000073VR194 SAN MARTINO B A CAMPALTO BIONDANI ALESSANDRO Gallus Gallus 80000
AZ-ULSSAllevamenti di avicoli Comune: SAN MARTINO BUON AL BERGO
Codice 317 Comune Via Nome Rag.Soc. Capacità potenziale
073VR000SAN MARTINO BUON
ALBERGOPANTINA PISANI FRANCESCO 1
073VR000SAN MARTINO BUON
ALBERGOPANTINA PISANI LORENZO 1
073VR003SAN MARTINO BUON
ALBERGOFORMIGHE' 1 BAZZOLI MARIA GRAZIA 1000
073VR004SAN MARTINO BUON
ALBERGOCORTE PANTINA, 17 POLI ALESSANDRO 1
073VR010SAN MARTINO BUON
ALBERGOPALU' SIGNORINI ALIDA 1
073VR040SAN MARTINO BUON
ALBERGOCOETTA, 9
AZ. AGR. ANDREETTA VALENTINO
3
073VR133SAN MARTINO BUON
ALBERGOGIARON, 14 CASSINI PAOLO 2
073VR138SAN MARTINO BUON
ALBERGOGIARON 10 CASTEGINI GIANNINO 1
073VR138SAN MARTINO BUON
ALBERGOGIARON 10 CASTEGINI ANTONIO 1
073VR174SAN MARTINO BUON
ALBERGOFENILON PERTILE FRANCESCO 3
073VR174SAN MARTINO BUON
ALBERGOFENILON BORSARO ALBERTINA 2
073VR213SAN MARTINO BUON
ALBERGOBROLO CAMOZZINI, 29 ALDEGHERI LINO 10
AZ-ULSSAllevamenti di suini Comune: SAN MARTINO BUON ALBER GO
Codice 317 Comune Via Nome Rag.Soc. Capacita potenziale
073VR040 SAN MARTINO BUON ALBERGO COETTA, 9AZ. AGR. ANDREETTA
VALENTINO3
073VR051 SAN MARTINO BUON ALBERGO LOC. MADONNINA, 3 TRICOMI ROSARIO 3
073VR061 SAN MARTINO BUON ALBERGO CENTEGNANO, 12 RIGODANZA MARIO 2
073VR191 SAN MARTINO BUON ALBERGO CAMPALTO, 18CIRCOLO IPPICO CORTE
PELLEGRINI30
073VR191 SAN MARTINO BUON ALBERGO CAMPALTO, 18 A.S.E. "LA FENICE" 30
073VR194 SAN MARTINO BUON ALBERGO CAMPALTO BIONDANI ALESSANDRO 2
AZ-ULSSAllevamenti di equini Comune: SAN MARTINO BUON ALBERGO
Codice 317 Comune Via Nome Rag.Soc. Capacità potenziale
073VR035SAN MARTINO BUON
ALBERGOCA' DELL'AGLIO
SOC. AGR. NORDERA F.LLI E FIGLI S.S.
38000
073VR059SAN MARTINO BUON
ALBERGOCASOTTON CALOINI CARMELA 20
073VR164SAN MARTINO BUON
ALBERGOCASE NUOVE, 3 CAMPEDELLI LUCIANO 4200
073VR168SAN MARTINO BUON
ALBERGOPANTINA, 33 CASTAGNINI ALESSANDRO 12000
AZ-ULSSAllevamenti di conigli Comune: SAN MARTINO BUON ALB ERGO
Codice 317 Comune Via Nome Rag.Soc. Capacita potenziale
073VR038 SAN MARTINO BUON ALBERGOCA' DELL'AGLIO N.
17NORDERA LUCA 13
073VR040 SAN MARTINO BUON ALBERGO COETTA, 9AZ. AGR. ANDREETTA
VALENTINO3
AZ-ULSSAllevamenti di ovini Comune: SAN MARTINO BUON ALBERGO
Codice 317 Comune Via Nome Rag.Soc.Capacità
potenziale
073VR038 SAN MARTINO B A CA' DELL'AGLIO N. 17 NORDERA LUCA 16
073VR040 SAN MARTINO B A COETTA, 9AZ. AGR. ANDREETTA
VALENTINO50
AZ-ULSSAllevamenti di caprini Comune: SAN MARTINO BUON ALB ERGO
Codice 317 Comune Via Nome Rag.Soc. Visone
073VR043 SAN MARTINO BUON ALBERGO CAMPALTO, 47 ANIPEL SRL Sì
AZ-ULSSAllevamenti di Animali da pelliccia Comune: SAN MARTINO BUON ALBERGO
Codice 317 Comune Via Nome Rag.Soc. Attività Specie prevalente Capacità potenziale073VR009 SAN MARTINO BUON ALBERGO CAMPALTO 9/A MARCHESINI SRL Svezzatore Gallus Gallus 1
AZ-ULSSAllevamenti di Altre attivita avicoli Comune: SAN M ARTINO BUON ALBERGO