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COMUNE DI QUARTO D’ALTINO PROVINCIA DI VENEZIA VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE n. 28 del 04-06-2014 Adunanza Ordinaria di Prima Convocazione - Seduta Pubblica O G G E T T O PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO, RAPPORTO AMBIENTALE E SINTESI NON TECNICA. ADOZIONE AI SENSI ART. 15, COMMA 5, L.R. 11/2004 E S.M.I. L'anno duemilaquattordici addì quattro del mese di giugno alle ore 19:00, nella Residenza Comunale per determinazione della Sindaca si è riunito il Consiglio Comunale. Sono presenti per la trattazione dell’argomento in oggetto: CONTE SILVIA Presente FAVARO RADAMES Presente GIOMO RAFFAELA Presente ALBERTIN PAOLO Presente PERAZZA FRANCESCA Presente FOFFANO GIANNI Presente PAVAN ROBERTO Presente TASCHIN EMANUELE Presente DE GOBBI LUISA Presente VARIN LUIGINO Presente FANTON UBALDO Presente BALDONI CRISTINA Presente CESARATO ALESSANDRO Presente E’ presente alla seduta l’assessore esterno Guido Sartoretto. Assiste alla seduta IACONO LUIGI nella sua qualità di Segretario Generale. CONTE SILVIA nella sua qualità di Sindaca, assume la presidenza e, riconosciuta legale l’adunanza, dichiara aperta la seduta e, previa designazione a Scrutatori dei Consiglieri: PERAZZA FRANCESCA VARIN LUIGINO invita il Consiglio a discutere e deliberare sull’oggetto sopraindicato compreso nell’odierna adunanza. COPIA

COMUNE DI QUARTO D’ALTINO · CONTE SILVIA Presente FAVARO RADAMES Presente ... partecipato di archeologia del paesaggio Parsjad, sia con il Laboratorio parteciPAT, cosa fare,

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COMUNE DI QUARTO D’ALTINO

PROVINCIA DI VENEZIA

VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE

n. 28 del 04-06-2014

Adunanza Ordinaria di Prima Convocazione - Seduta Pubblica

O G G E T T O

PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO, RAPPORTO AMBIENTALE E SINTESI NON TECNICA. ADOZIONE AI SENSI ART. 15, COMMA 5, L.R. 11/2004 E S.M.I.

L'anno duemilaquattordici addì quattro del mese di giugno alle ore 19:00, nella Residenza Comunale per determinazione della Sindaca si è riunito il Consiglio Comunale. Sono presenti per la trattazione dell’argomento in oggetto:

CONTE SILVIA Presente FAVARO RADAMES Presente GIOMO RAFFAELA Presente ALBERTIN PAOLO Presente PERAZZA FRANCESCA Presente FOFFANO GIANNI Presente PAVAN ROBERTO Presente TASCHIN EMANUELE Presente DE GOBBI LUISA Presente VARIN LUIGINO Presente FANTON UBALDO Presente BALDONI CRISTINA Presente CESARATO ALESSANDRO Presente E’ presente alla seduta l’assessore esterno Guido Sartoretto. Assiste alla seduta IACONO LUIGI nella sua qualità di Segretario Generale. CONTE SILVIA nella sua qualità di Sindaca, assume la presidenza e, riconosciuta legale l’adunanza, dichiara aperta la seduta e, previa designazione a Scrutatori dei Consiglieri: PERAZZA FRANCESCA VARIN LUIGINO invita il Consiglio a discutere e deliberare sull’oggetto sopraindicato compreso nell’odierna adunanza.

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SINDACA. Passiamo al terzo punto all’ordine del giorno: “Piano di assetto del territorio,

rapporto ambientale e sintesi non tecnica. Adozione ai sensi art. 15, comma 5, L.R. n. 11/2004 e ss.mm.ii.”.

Questa è una tappa importante per la nostra comunità, perché arriviamo finalmente a proporre a questo Consiglio l’adozione del P.A.T.

Un P.A.T. che, nel percorso già attuato fino ad oggi, ha visto un notevole impegno da parte di tutti noi, dei nostri Uffici, supportato dallo studio Tepco, che è qui presente questa sera, nella figura dell’architetto Leopoldo Saccon, dell’architetto Michele Saccon, che ringraziamo di essere qua. Ovviamente, il nostro architetto responsabile del Servizio Tecnico, Barbieri, e l’architetto Pisani, che ha seguito la parte di rapporto ambientale, che ringraziamo di essere qua.

Direi che sarebbe anche importante ricordare le tappe che ha visto succedersi, con riferimento al nostro Comune e non solo, anche nella logica di concertazione con la Provincia di Venezia, soggetto delegato dalla Regione alle competenze di materia urbanistica per quanto riguarda il P.A.T.

In particolare, sappiamo che la Legge regionale prevede una fase di concertazione, sia dal documento preliminare della Valutazione Ambientale Strategica, però è un percorso che noi abbiamo scelto di potenziare notevolmente, rispetto a quello che la norma prevede, arricchendolo anche con un percorso di partecipazione, che siamo riusciti a realizzare, grazie a un progetto realizzato dalla Regione Veneto, di nuovi strumenti di pianificazione, con particolare riferimento a territori caratterizzati da una forte presenza di reperti e di aree archeologiche, mettendo quindi la componente archeologica al centro della riflessione, non solo come nell’ottica meramente vincolistica, ma nell’ottica di una risorsa da valorizzare e di un elemento anche di identificazione e di identità per la nostra comunità.

Questo percorso, nell’ambito del progetto Parsjad ha visto il coinvolgimento anche dello Iuav e ha permesso di realizzare sul campo alcune esplorazioni a piedi, guidati dagli esperti, e alcune sessioni anche in aula, in cui i saperi degli esperti si sono potuti confrontare con i saperi del cittadino, o della cittadina, che amano e vivono questo territorio, in una maniera molto proficua, che poi è stata recepita anche nel nostro documento finale.

In realtà, ci sono stati circa una ventina di incontri, alcuni proprio nella logica della trasparenza e della partecipazione, con i soggetti portatori di interessi diffusi. Sono stati coinvolti gli enti, aziende, associazioni operanti sul territorio, avviando questo processo partecipativo attraverso un calendario che ha visto il coinvolgimento dei Comuni contermini, a partire da giugno 2012, gli enti gestori e le aziende eroganti i servizi di pubblica utilità, le associazioni locali e le associazioni di categoria, incontri ai quali sono stati invitati numerosi soggetti, tra cui, oltre agli enti gestori, le associazioni sia a livello provinciale, che mandamentale, che di paese e la quarantina di associazioni del nostro territorio. Anche gli ordini professionali degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, degli ingegneri, dei geometri, degli agronomi e forestali, oltre che l’ordine dei geologi e dei biologi.

Ulteriori incontri partecipativi di carattere allargato anche alla cittadinanza, sono stati svolti durante il periodo giugno/dicembre 2012, secondo un ricco calendario. Gli incontri di concertazione propri del Piano di assetto del territorio sono stati integrati sia con il laboratorio partecipato di archeologia del paesaggio Parsjad, sia con il Laboratorio parteciPAT, cosa fare, come fare per un Piano partecipato a Quarto d’Altino?, collegato al corso post-lauream Azione locale partecipata e sviluppo urbano sostenibile dell’Università Iuav di Venezia, al percorso partecipato La cultura parte in Quarto correlato all’obiettivo volto alla valorizzazione del centro del capoluogo comunale, al fine di favorire la riqualificazione e la dotazione di spazi di relazione e sviluppato nell’ambito del progetto di riqualificazione edilizia ed urbanistica della ex sede municipale, di cui, come dicevo nelle comunicazioni, a breve partiranno i lavori, essendo stata espletata la procedura di gara.

Gli esiti di questi laboratori sono stati acquisiti dal Piano di assetto del territorio che, per quanto di competenza, ne ha riversato i contributi emersi negli elaborati di Piano.

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Dicevo, poi, dei numerosi incontri, anche di approfondimento tematico come “Ambiente e sistema insediativo”, tavoli di lavoro partecipati per la raccolta di proposte della cittadinanza a giugno, laboratori di approfondimento tematico sul “Sistema produttivo, commerciale e turistico, viabilità e infrastrutture”, i tavoli di lavoro partecipati in tutte le frazioni, quindi sia capoluogo, San Michele Vecchio, Crete, poi ad Altino, Portegrandi, Trezze un altro incontro, approfondimento tematico sulle “Risorse archeologiche e paesaggistiche”, una prima presentazione delle “Risultanze del percorso”, un’ulteriore fase di condivisione delle conclusioni di questa fase di concertazione e poi anche il coinvolgimento delle scuole attraverso il percorso partecipato La cultura parte in Quarto e altri momenti di condivisione legati al Piano dell’offerta formativa.

L’Amministrazione comunale, inoltre, ha messo a disposizione di tutti coloro che volessero contribuire un portale web specifico, per l’inserimento di eventuali istanze. Tale strumento ha consentito di collocare su una mappa le segnalazioni, con la possibilità di consultare anche ulteriori istanze già inserite. Congiuntamente alla segnalazione, lo strumento ha permesso l’inserimento di immagini a supporto dell’istanza effettuata.

Ovviamente, oltre a questo strumento più tecnologico, è stata fornita la possibilità di presentare eventuali segnalazioni anche attraverso il tradizionale modulo cartaceo per favorire i soggetti meno avvezzi all’utilizzo dei mezzi informatici.

Questa sera abbiamo la possibilità di avvalerci del supporto tecnico, però penso sia importante, prima di dare la parola ai nostri tecnici, oltre ad aver ripercorso le tappe di elaborazione, di partecipazione di questo percorso, anche ricordare alcuni degli obiettivi fondamentali che ci siamo dati con il documento preliminare, quando abbiamo avviato questo percorso.

Ovviamente, questi obiettivi strategici erano e sono ispirati a quelle che sono le linee programmatiche di questa Amministrazione, agli impegni che ci siamo assunti con la cittadinanza quando ci siamo proposti in campagna elettorale, quando poi siamo entrati in Amministrazione. Questi obiettivi sono stati arricchiti dal dialogo, dalla fase di concentrazione e di condivisione, da alcuni contributi anche delle minoranze e penso sia importante ricordarli e ad averli bene sotto gli occhi perché qualificano il senso di questo strumento.

L’obiettivo non è quello di stabilire – perché non è la natura neanche del P.A.T. – per ogni singolo lotto il numero di metri cubi, che possono essere edificati. Non è uno strumento meramente urbanistico. Noi l’abbiamo inteso come uno strumento per disegnare lo sviluppo anche economico della nostra comunità, che potesse, in qualche maniera, prefigurare quello che vorremmo fosse la Quarto d’Altino, Portegrandi, Trezze, Le Crete, San Michele Vecchio, fra dieci, vent’anni, sotto il profilo dell’economia, della dimensione sociale e ambientale, della qualità di vita e delle possibilità anche di sviluppo per le attività produttive.

Sicuramente l’aspetto del sovradimensionamento del precedente Piano Regolatore è stato un dato con il quale abbiamo dovuto fare i conti. Abbiamo infatti indicato come uno degli obiettivi strategici la riduzione drastica della quantità di metri cubi, destinati alla residenza.

Vi do alcune indicazioni riassuntive di cosa, di fatto, questo obiettivo ha comportato per noi. Per quanto riguarda i metri cubi destinati al residenziale, siamo passati da 520.000 metri cubi circa, previsti nel Piano Regolatore Generale vigente, a 339.000 circa. Quindi vedete che questo obiettivo è stato assunto e portato avanti con coerenza e determinazione. Ma oltre a una riduzione della cubatura, abbiamo anche pensato che andasse ripensata completamente l’offerta anche in termini di qualità e di compatibilità. Per cui, rivedere anche la tipologia di tipo residenziale, quindi prevedere piuttosto un edificato caratterizzato da qualità, piuttosto che da densità abitativa.

Un altro obiettivo che si siamo posti è stato quello di riequilibrare il tessuto urbano e sociale del territorio, pianificando dei processi di riqualificazione e ammodernamento dell’edificato esistente, anziché di consumo di territorio. In questo senso il nostro Piano incentiva tutte le azioni atte a valorizzare il capoluogo e le frazioni, favorendo la riqualificazione e la dotazione minima di servizi e spazi di relazione.

Ovviamente, in questa riqualificazione abbiamo individuato, tra le criticità, quelle anche attuali, quindi come obiettivo, il potenziamento della permeabilità del tessuto edilizio urbano,

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soprattutto in corrispondenza delle infrastrutture di maggior rilevanza che attraversano il territorio. Ci sono delle fratture nel nostro territorio, legato ai grandi assi viari, o della ferrovia e quindi l’elemento di permeabilità di queste aree l’abbiamo individuato come un obiettivo.

Uno degli altri obiettivi è quello di razionalizzare e potenziare il sistema dei servizi pubblici, favorendo la loro collocazione in prossimità dei nuclei insediativi di tipo residenziale.

Il Piano mira al completamento delle aree insediative di Quarto d’Altino, sia a prevalente destinazione residenziale, che legati alle attività economiche, ma tra queste due parti insediative, da completare e razionalizzare, il Piano indirizza verso la creazione di un parco urbano, finalizzato ad usi legati allo sport e al tempo libero, che separa e al contempo serva la città residenziale e quella produttiva.

Nella nostra visione, rappresentata nel Piano, questo sistema di servizi, in continuità con le dotazioni e le aree a valenza ambientale già previste e già esistenti, come ad esempio il Parco del Sile, quest’area avvolge il sistema insediativo di Quarto d’Altino e della frazione delle Crete, servendo le stesse con servizi utili.

Individuale per ogni frazione la propria caratteristica territoriale e progettare la migliore soluzione di vivibilità e sostenibilità, puntando al miglioramento dei servizi alla persona e alle attrattive specifiche della frazione stessa. Questo significa cercare di leggere quelli che sono i punti di forza, le risorse e anche la vocazione diversa di ognuna delle nostre frazioni. Pensiamo a San Michele Vecchio, a come recuperare e valorizzare le presenze storiche e valorizzare la componente turistica attraverso le strutture ricettive presenti e gli spazi ambientali affacciati sul Sile, favorire il recupero del nucleo di Trepalade, il potenziamento anche ciclabile verso Altino, potenziare il polo turistico archeologico di Altino, integrando fra loro le due sedi museali e rafforzando la dotazione di servizi di carattere turistico-ricettivo.

Molto importante è assicurare una tenuta dei servizi alla persona a Portegrandi, favorendo il ruolo di punto di interscambio terra/acqua e servizi turistici ricettivi della cantieristica, al contempo tutelando e potenziando la funzione paesaggistica ambientale dell’ambito.

Quindi vedete, da questi esempi, come in realtà il Piano vada oltre la mera definizione di potenzialità urbanistiche e come, su questi obiettivi, già l’Amministrazione è attiva. L’importanza di valorizzare il servizio a Portegrandi, vedasi, per esempio, l’impegno anche economico nel sostenere la scuola paritaria dell’infanzia San Giuseppe di Portegrandi, tanto per dare un dato, questo Comune contribuisce, per ogni bambino che frequenta la scuola paritaria, la San Giuseppe, annualmente, con una cifra superiore ai 720,00 euro. Questo è il dato da bilancio 2013. Oppure pensiamo all’azione molto costruttiva di pubblicizzazione delle possibilità per i medici di insediarsi a Portegrandi, che hanno portato all’insediamento di un nuovo medico, che garantisce il servizio cinque giorni a settimana, in loco, a Portegrandi. Questo a titolo di esempio, per far capire come questi obiettivi, oltre ad avere ripercussioni strettamente edilizie, descrivono una visione di comunità e dettano degli obiettivi anche trasversali di più ampio respiro.

Conservare il paesaggio agricolo integro, con particolare riferimento alla componente legata alla bonifica che si affaccia sulla laguna, il quale può costituire anche una risorsa turistica, oltre che agricola produttiva. In tal senso il Piano sostiene la conservazione delle grandi aziende, anche attraverso incentivi, volti al recupero del patrimonio edilizio e lo sviluppo della multifunzionalità, favorendo la nascita di nuove attività ricettive e di ristorazione.

Favorire il turismo lento e i percorsi ciclabili e pedonabili di attraversamento e fruizione del territorio, integrato con il sistema dei corsi d’acqua.

Razionalizzare il sistema produttivo, come dicevo poco fa, quindi anche per le imprese un’attenzione particolare, favorendo il riordino delle zone esistenti presso il capoluogo e il rafforzamento delle stesse, in termini di servizi e infrastrutture. Tale processo risulta strettamente connesso a una politica di riconversione delle attività esistenti in zona impropria. All’interno delle aree produttive potranno essere avviati i processi di riconversione per ambiti definiti e funzionali, destinati ad attività di altro tipo rispetto al manifatturiero puro, caratterizzati con idonei servizi e infrastrutture separate.

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In tal senso il Piano pone particolare attenzione al rafforzamento del settore commerciale, ponendo, nel contempo, un’attenzione particolare alla tutela del piccolo commercio locale e rafforzando sia la grande ricettività alberghiera che quella extra alberghiera.

Conservare o potenziare la rete ecologica, mettendo in campo politiche attive di tutela delle aree ecologicamente fragili, con particolare attenzione al rafforzamento della rete dei corsi d’acqua e delle aree ad essa più limitrofe, attuando al contempo le previsioni del Piano ambientale del Parco del Sile.

Poi, dirò, al termine della presentazione e della discussione, quali saranno i prossimi passi che ci aspettano come comunità per approdare all’approvazione del Piano di assetto del territorio e alle tappe successive che saranno, invece, quelle dei piani degli interventi, cosiddetti Piano del Sindaco, o della Sindaca. Però, direi che di questo ci riserviamo, semmai, una descrizione successivamente.

A questo punto, chiederei allo studio Tepco di procedere con la presentazione. Grazie. Leopoldo SACCON. Il passaggio che state per fare questa sera con il voto è un passaggio

evidentemente molto importante, perché traccia quello che sarà lo sviluppo e le scelte strategiche che questa Amministrazione ha fatto per il futuro di questa città e soprattutto perché, da questo momento in poi, dal momento in cui il Piano sarà approvato – ma questo è l’atto fondamentale che viene fatto dal Consiglio comunale ed è l’unico atto veramente fondamentale – le deleghe in materia di gestione e di governo del territorio passeranno, dal momento dell’approvazione del Piano a voi, al Consiglio comunale, il quale avrà da solo l’unica responsabilità, poi, di amministrare la città. In questa fase, invece, il processo di pianificazione è un processo che avviene attraverso la co-pianificazione e quindi in prima battuta con la Regione, ma poi, per il passaggio delle deleghe che è avvenuto, con la Provincia.

Quindi il Piano viene approvato co-pianificato, quindi sviluppato contemporaneamente, attraverso un contatto continuo, tra l’Amministrazione, i progettisti e l’Amministrazione provinciale.

La presentazione che faremo, la articoliamo in due parti, nel senso che io mi limiterò a fare alcune considerazioni iniziali, che credo possano risultare utili, anche perché la relazione del Sindaco è stata molto precisa e puntuale, quindi sulle grandi scelte fatte dall’Amministrazione credo ci sia anche poco da aggiungere; in una seconda parte più tecnica, che non sarà lunga, ma che è dovuta, che serve per illustrare effettivamente gli elaborati che voi andrete ad adottare questa sera.

Nel merito degli obiettivi, la Sindaca vi ha illustrato in dettaglio quali sono i contenuti. Li vedete riassunti su questa schermata, quello che vi ha prima elencato dettagliatamente, sono una serie di obiettivi abbastanza chiari, che hanno alcuni punti fermi. Uno dei punti fermi è quello di pensare a uno sviluppo molto diverso, sia perché sono cambiati i tempi, sia perché comunque c’è un modo di vedere la realtà diversa da quello che era previsto dal vecchio Piano Regolatore.

Il Piano Regolatore precedente aveva un enorme dimensionamento, un’enorme capacità edificatoria, un grandissimo numero di accordi pubblico/privato, che consentivano una grande edificabilità, oggi non più realizzabile, non più sostenibile, ma neppure più auspicabile.

Il tema di fondo di rinunciare per sempre a un’ulteriore trasformazione del terreno agricolo e delle parti d’interesse paesaggistico e naturalistico, è un dato ormai acquisito da tutti, direi. Invece, questo è un Piano orientato alla rigenerazione, soprattutto, del tessuto urbano già esistente, già costruito e al completamento solamente delle cose che sono state previste e che concretamente si andranno a realizzare. Non dimentichiamo che tutti i P.I.R.U.E.A., quindi questi strumenti che prevedevano queste grandi possibilità di sviluppo, hanno dei termini di scadenza. E quindi progressivamente, nel tempo, andranno ad esaurirsi e stante le condizioni attuali è pensabile che si esauriscano senza effetti significativi in termini di nuove costruzioni.

All’interno del Piano di assetto ci sono delle norme importanti che ci dicono che le attuali previsioni del Piano, che sono ancora valide, quindi i diritti acquisiti in questo momento non

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vengono toccati, ma questi diritti acquisiti decadranno nel momento in cui verrà affrontano il Piano degli interventi.

Il Piano degli interventi, o Piano del Sindaco, o Sindaca in questo caso, è il Piano che potrà ridisegnare completamente la città e quindi togliere, eventualmente, in maniera definitiva, queste capacità edificatorie residue, molto significative, che ancora sono presenti nel territorio.

Un altro tema importante è quello del modo con il quale è stato fatto il Piano. L’Amministrazione ha voluto che il Piano avvenisse attraverso un’informazione estremamente dettagliata ai cittadini, alle associazioni, ai portatori di interesse. Li scorriamo adesso rapidamente le cose che vi ha descritto prima la Sindaca riguardo gli strumenti che sono stati messi in campo per accogliere i pareri dei cittadini, alla grande quantità di incontri e di attività di sensibilizzazione che sono state sviluppate per quasi un anno, hanno consentito di informare i cittadini su quello che si stava facendo, di informare anche i portatori di interesse di quello che si stava facendo, ma soprattutto di recepire indicazioni.

Da questi strumenti, dalla concertazione, dalla consultazione, abbiamo recepito tutta una serie di suggerimenti che possiamo vedere molto veramente sintetizzati in queste schermate che vi riassumono per grandi temi, che sono stati recepiti e ricompresi all’interno delle previsioni del Piano.

Quindi è un Piano che nasce attraverso momenti partecipativi molto forti, momenti di condivisione molto forte. È un Piano che sicuramente si colloca in una dimensione nuova, sia per il modo con il quale è stato fatto, sia per la prospettiva nella quale si colloca. Quindi un Piano che nasce già per quello che succederà dopo la crisi che stiamo ancora vivendo, quindi pensando a uno sviluppo urbano e a una riqualificazione complessiva del territorio della città, che guarda al futuro, quindi abbandonando quelli che sono gli schemi che sono stati seguiti fino a non molto tempo fa e che avevano, come motore centrale, quello della rendita immobiliare.

La rendita immobiliare era l’unico motore che consentiva le trasformazioni della città. In questo Piano è stata data molta attenzione, molto spazio all’aspetto paesaggistico, ambientale e storico-culturale, visti non più solamente come elementi di decoro e di arredo, ma visti come fattori produttivi. Questi componenti, ma bellezza del territorio, il patrimonio storico-culturale, soprattutto di natura archeologica, il paesaggio lagunare e di campagna aperta, sappiamo che possono diventare – e lo sono già in buona parte – dei fattori economici che possono svolgere un ruolo importante nell’economia locale e nell’economia futura. Noi sappiamo che molti aspetti dei programmi comunitari 2014-2020 andranno a toccare questi temi: il tema della rigenerazione urbana, della sostenibilità ambientale, ecologica, energetica degli edifici esistenti, alla valorizzazione del territorio inteso come luogo nel quale poi vivono i cittadini e quindi luogo nel quale i cittadini trovano di nuovo relazioni sociali e uno sviluppo basato su modelli diversi.

Questi elementi sono tutti elementi presenti nel Piano, che abbiamo recuperato, considerando non solo quello che si vede – sono due tavole abbastanza significative di corredo del Piano – ma anche quello che non si vede; questo è un territorio caratterizzato dalla presenza di moltissime cose che non si vedono, che sono sottoterra, che sono valori non ancora portati alla luce e che devono essere valorizzati, ma anche dalla necessità di pensare agli spazi di relazione, ai servizi pubblici, in maniera diversa.

Tutte queste previsioni sono ricomprese nel Piano. Gli obiettivi che vi ha illustrato prima la Sindaca e che sono contenuti nel documento preliminare e gli ulteriori obiettivi, che dalle attività di consultazione dei cittadini abbiamo raccolto, anche gli elementi di criticità che abbiamo raccolto, che non sono stati pochi, sono stati recepiti all’interno del Piano e degli strumenti che adesso andiamo a vedere.

Il Piano è decisamente uno strumento nuovo, adatto ai tempi e con contenuti innovativi. Quali sono questi contenuti innovativi e quali sono gli elaborati e le previsioni del Piano, li vediamo adesso, perché è comunque un tema importante, anche perché voi ne possiate prendere atto, visto che poi li potrete e li dovrete votare.

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Michele SACCON. Buonasera. Adesso vedremo concretamente di che cosa è costituito il Piano di assetto del territorio, anche se nel corso degli incontri che sono avvenuti, sia all’interno delle Commissioni Urbanistiche, sia negli incontri con la cittadinanza, già si è data un’illustrazione di quelli che sono i contenuti e anche gli aspetti che hanno questi elaborati che, come si diceva prima, costituiscono uno strumento innovativo.

Il Piano di assetto del territorio costituisce la cornice pianificatoria per lo sviluppo del territorio comunale, il quale va letto, poi, con l’interno della cornice, che invece è rappresentato dal Piano degli interventi.

A seguito dell’approvazione del Piano di assetto del territorio, il Piano degli interventi, il vostro Piano Regolatore Generale vigente, diventa il primo Piano degli interventi per tutte le parti non in contrasto con le previsioni del Piano di assetto del territorio. In questo momento non si crea una frattura, non si crea una rottura nel processo pianificatorio tra il prima e il dopo la venuta del Piano di assetto del territorio.

Innanzitutto, per cominciare, va fatta una premessa su quelle che sono le previsioni di carattere insediativo. Già se n’è parlato in precedenza. È vero che il Piano di assetto del territorio non assegna destinazioni urbanistiche, non assegna capacità edificatorie, ma suddivide il territorio comunale in ambiti territoriali omogenei, che sono dei macro-ambiti, che nulla hanno a che fare con le vecchie zone territoriali omogenee del Piano Regolatore, che poi ritroveremo nel Piano degli interventi. Sono dei macro-ambiti all’interno dei quali il Piano di assetto del territorio definisce qual è la capacità insediativa massima, cioè la volumetria, dal punto di vista delle diverse destinazioni, quindi residenziale, produttivo, commerciale, direzionale, turistico-ricettivo, massimo, a cui poi il piano degli interventi e le successive varianti al piano degli interventi potranno attingere.

Non si tratta di capacità insediativa attribuita, nel senso che è facoltà del piano degli interventi di attingere anche meno di quella che è la capacità definita dal Piano di assetto del territorio, come se il Piano di assetto del territorio definisse, per ogni ambito territoriale omogeneo, una riserva, cui poi il Piano degli interventi può attingere.

Capite bene che anche in quest’ottica rispetto al vecchio Piano Regolatore vigente, la definizione di quella che è la capacità insediativa acquisisce una maggior precisione, nel senso che il Piano Regolatore Generale attribuiva una capacità insediativa per ogni singolo lotto, quindi quella veniva definita il giorno dopo dell’approvazione del P.R.G. i singoli lotti avevano una capacità edificatoria. In questo modo, invece, il Piano di assetto del territorio definisce una capacità insediativa massima e poi il Piano degli interventi potrà aggiustarsi, strada facendo, andando ad attingere solo ed esclusivamente quella capacità insediativa, quelle volumetrie effettivamente necessarie, effettivamente bisognose di cui il territorio ha bisogno.

Per fare questo, il Piano parte da una stima di quella che è la previsione insediativa da qui ai prossimi dieci anni. Ricordiamo che il Piano di assetto del territorio viene redatto su una previsione decennale, ma non decade. Mentre il Piano degli interventi ha una valenza di cinque anni per tutte le previsioni di carattere insediativo, di trasformabilità. Quindi nel momento in cui il Piano degli interventi attribuirà una capacità edificatoria a un singolo lotto, il proprietario del singolo lotto avrà questa possibilità di trasformare, di edificare, per cinque anni. Dopodiché questa capacità decade.

Questa è una novità rispetto a prima, quando trovavamo un Piano Regolatore che veniva definito su una scala decennale, o ventennale, e poi, questa capacità edificatoria rimaneva lì, magari inutilizzata ed è quello che è capitato al Comune di Quarto d’Altino – diceva giustamente prima la Sindaca – facendo una stima di quella che è la capacità insediativa residua attualmente presente, quindi al netto della capacità che è già stata realizzata, della volumetria che è già stata realizzata dal Piano Regolatore, avremmo ancora circa 520.000 metri cubi di capacità insediativa di tipo residenziale.

Dalle stime che sono state prodotte con il Piano di assetto del territorio, risulta esserci un fabbisogno di circa 350.000 metri cubi. Quindi capite bene che attualmente la capacità insediativa,

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poi vista dal P.R.G. è sovrastimata e questa è grossomodo in gran parte collocata all’interno di quelli che sono i P.I.R.U.E.A. attualmente vigenti.

Il Piano di assetto del territorio è costituito da molti elaborati, ma sostanzialmente dal punto di vista cartografico da quattro elaborati: la tavola 1, che è la carta dei vincoli e della pianificazione territoriale; la tavola 2 che è la carta delle invarianti; la tavola 3, che è la carta delle fragilità; la tavola 4, che è la carta della trasformabilità, che è quella che definisce, effettivamente, quelli che sono gli elementi di trasformabilità sul territorio, quindi dà un riscontro a quelli che erano gli obiettivi definiti dall’Amministrazione comunale nel documento preliminare ed emersi integrati durante la fase di concertazione, che poi trovano riscontro concreto all’interno delle azioni di Piano.

Poi, a questi elaborati si affianca l’apparato normativo, quindi le norme tecniche di attuazione, che costituiscono una serie di indirizzo come direttiva, ma anche di prescrizioni, poi, per il Piano degli interventi, un dimensionamento, che è quello di cui vi dicevo prima, delle capacità insediative, una relazione tecnica e poi tutta una serie di studi di carattere specialistico, che vanno dagli aspetti di carattere ambientale – e poi qui si aprirebbe un mondo molto vasto –, la Valutazione Ambientale Strategica, che non è solo un’analisi di carattere ambientale, ma valuta quelli che sono gli effetti del Piano sul territorio e le scelte che il Piano introduce; uno studio di carattere agronomico, geologico, idraulico. Quindi capite bene che il Piano di assetto è uno strumento molto corposo.

Tornando a quanto detto in precedenza, la tavola 1 è la tavola dei vincoli che recepisce tutti i vincoli presenti sul territorio comunale. Il Comune di Quarto d’Altino è un territorio all’interno del quale sono presenti innumerevoli vincoli.

Scorrendo il territorio comunale è difficile trovare porzioni di territorio all’interno del quale non siano presenti dei vincoli.

I vincoli che troviamo sono di natura paesaggistica, ambientale, storico-testimoniale. Non sono vincoli che sono stati introdotti dal Piano di assetto del territorio, ma sono vincoli già vigenti sul territorio, legati alla normativa di carattere sovraordinato. Non sono, ovviamente, tutti vincoli di inedificabilità, ma sono vincoli che pongono comunque un’attenzione nei confronti del territorio e che, se vogliamo, hanno permesso, anche negli anni, di mantenere un certo ordine all’interno del territorio comunale.

La tavola 2 è la carta delle invarianti; illustra e riporta all’interno tutti gli elementi di pregio, di valore presenti sul territorio. Troviamo anche qui invarianti di natura paesaggistica, di natura ambientale, storico-testimoniale, pensiamo agli edifici con i gradi di protezione attualmente presenti nel Piano Regolatore, le emergenze di carattere ambientale legate alla rete ecologica, i siti di importanza comunitaria, le zone a protezione speciale e via dicendo.

La tavola 3 è la carta delle fragilità e riporta, invece, tutti gli elementi prettamente di carattere geologico, se vogliamo, o meglio, suddivide il territorio comunale in aree idonee, idonee a condizione e non idonee alla trasformabilità, sempre dal punto di vista, però, della natura geomeccanica dei suoli.

All’interno del territorio comunale di Quarto d’Altino non sono presenti aree idonee. Questo non deve spaventare, nel senso che è comune soprattutto per i territori di pianura vicini, o comunque con porzioni di territorio sotto il livello del mare.

La stragrande maggioranza del territorio comunale è costituita da aree idonee a condizione, quindi vuol dire che sono potenzialmente trasformabili sotto il profilo geologico, della composizione dei suoli, però idonei a condizione, quindi devono verificarsi determinate condizioni per consentire la trasformabilità. Quindi devono essere messe in campo delle attenzioni e delle azioni particolari, atte a salvaguardare il territorio e poi anche chi ci andrà a vivere sul territorio.

All’interno della carta delle fragilità sono poi riportate anche le aree soggette a dissesto idrogeologico, quindi le aree esondabili a ristagno idrico, che poi sono state valutate all’interno dello studio di compatibilità idraulica, che ha ottenuto il parere positivo del Genio Civile prima di questa seduta.

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Ricordo, tra l’altro, che il Piano di assetto del territorio è redatto in co-pianificazione con la Provincia; questo vuol dire che la Provincia ha già visto gli elaborati di Piano, ma ha accompagnato, ha fatto da co-progettista nella redazione del Piano; ha valutato quelle che sono le scelte di Piano e la compatibilità con lo strumento provinciale.

Quindi nel momento in cui il Piano viene adottato, già la Provincia lo ha visionato e ha espresso il proprio parere positivo per l’adozione. Poi, la Provincia ci accompagnerà fino all’approvazione del Piano.

Veniamo poi alla tavola 4, che invece è la vera e propria tavola di progetto, quella all’interno della quale trovano riscontro le scelte strategiche del Piano. All’interno della tavola 4 sono individuate le porzioni di territorio già urbanizzate, con un retino azzurro le porzioni di territorio già urbanizzate dal punto di vista residenziale, o prevalentemente residenziale, o compatibili con la residenza; in colore rosa, invece, le aree non compatibili con la residenza, comunque tutto il polo produttivo.

Scorrendo il territorio comunale vedrete che le parti insediative sono concentrate all’interno del capoluogo, all’interno delle frazioni. È difficile trovare delle aggregazioni, anche se in taluni casi vi sono, all’interno del territorio agricolo. Cosa, se vogliamo, particolare rispetto al territorio veneto, dove l’edificazione diffusa è molto presente. Anche qui, come dicevo, sono stati individuati dei nuclei di edificazione diffusa presenti sul territorio agricolo, ma sono pochi. Questo perché il territorio di Quarto d’Altino ha mantenuto, nel corso degli anni, un proprio ordine, una propria struttura, che ha separato la parte insediativa dalla parte agricola e questa grossa parte del merito di questa eredità è legata soprattutto al fatto che il territorio è caratterizzato da proprietari terrieri che avevano proprietà molto vaste, o comunque non c’è stato un frazionamento di quella che era la proprietà dei suoli e questo ha consentito di mantenere una certa integrità del territorio agricolo.

Ai bordi dell’urbanizzato consolidato, vedete che sono rappresentate delle freccette; queste sono le direttrici di espansione, vale a dire quelle che sono le future espansioni che potranno essere previste da parte del Piano degli interventi.

Queste previsioni sono quelle che vengono ereditate dal Piano Regolatore Generale, fatto salvo piccoli casi in cui è stata sottratta la previsione di carattere insediativo presente nel P.R.G. ed è stata traslata in un posto più idoneo, più consono a quella che era la forma urbana.

In questo modo, il Piano di assetto del territorio non consuma ulteriore suolo agricolo rispetto a quelle che erano le previsioni del Piano Regolatore vigente.

Ad ogni modo, ci sarebbe stata una garanzia di carattere sovraordinato, che è legata al parametro della superficie agricola utilizzata, che è un parametro definito dalla Legge regionale n. 11, poi implementata con gli atti di indirizzo conseguenti, che determina qual è il limite massimo di suolo che da agricolo può essere trasformato in suolo altro rispetto alla destinazione agricola.

In questo caso, questo limite poco interessa il territorio di Quarto d’Altino, nel senso che, come dicevo, le previsioni del Piano di assetto ricalcano quelle che sono le previsioni del Piano Regolatore e quindi, di fatto, non vanno a introdurre ulteriore consumo di suolo.

Grossa attenzione, invece, viene posta a quelli che sono gli interventi di rigenerazione urbana cosiddetta. All’interno dell’urbanizzato consolidato trovate, con appositi retini, individuati quelli che sono gli ambiti di riconversione e riqualificazione. Sono quelle porzioni di tessuto consolidato, all’interno dei quali è necessaria una riconversione. Stiamo parlando di attività produttive, o comunque attività incongrue con quello che è il contesto, che necessitano di una riconversione che riporti a una destinazione propria con l’uso soprattutto residenziale.

Poi, il Piano individua anche puntualmente sul territorio quelle che sono le opere incongrue e gli elementi di degrado. Questi sono manufatti degradati, oppure attività produttive in zona impropria, per il quale il Piano mette in atto dei meccanismi, attraverso l’istituzione del credito edilizio, che è un recepimento, anche questo, della Legge n. 11/2004, quindi la possibilità di acquisire un credito edilizio a fronte della demolizione e dell’eliminazione delle opere incongrue, dell’elemento di degrado e la traslazione di questa volumetria in una zona propria, in una zona consona.

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All’interno dell’urbanizzato consolidato, poi, troviamo l’individuazione dei principali servizi, perché, ovviamente, stiamo parlando di un Piano strategico, quindi sono individuate le principale aree a servizio. È poi compito del Piano degli interventi disciplinare e individuare le aree a servizi minori.

Nel territorio agricolo vengono individuati i nuclei di edificazione diffusa. Anche questa è un’eredità del Piano Regolatore, sono le zone – per chi ha dimestichezza col P.R.G. – E4, i nuclei rurali del Piano Regolatore. Sono gli unici ambiti in zona agricola all’interno dei quali è consentita l’edificazione. Si tratta, tuttavia, del completamento di nuclei rurali già esistenti, già individuati dal Piano Regolatore, per i quali, però, il Piano indirizza all’edificazione solo previa acquisizione di un credito edilizio. Quindi non è una capacità insediativa nuova, generata dal Piano di assetto, o comunque ereditata dal Piano Regolatore, ma per poter andare a completare questi nuclei insediativi già presenti, è necessario andare a demolire e recuperare, all’interno del territorio agricolo, un’opera incongrua, un elemento di degrado.

In questo modo capite bene che si attua una duplice funzione: da una parte si fa un riordino di quello che è il territorio agricolo, perché vado a eliminare le opere incongrue e gli elementi di degrado dispersi e vado a concentrarli e ad addensarli all’interno di nuclei già presenti; dall’altra parte, complessivamente, si dovrebbe avere una riduzione di quella che è la volumetria presente sul territorio, perché è chiaro che se vado a demolire un capannone, o un annesso rustico in zona agricola, non recupero l’intera volumetria come volumetria residenziale, ne recupero una quota parte. Quindi complessivamente ci sarà, anche in questo caso, una riduzione di quello che è il carico insediativo, la volumetria presente sul territorio.

Vi sono poi nuclei di edificazione diffusa, presenti alle Trezze. Questi, ovviamente, non hanno le stesse caratteristiche dei precedenti nuclei di edificazione diffusa, ma sono ambiti volti alla valorizzazione e alla conservazione di quello che è il sistema della bonifica, quindi col sistema insediativo dei manufatti legati alla bonifica, con la propria area di pertinenza e la valorizzazione e il recupero con usi compatibili con le caratteristiche dei manufatti.

Su questi aspetti prettamente insediativi, il Piano di assetto del territorio, poi, individua il sistema della rete ecologica, quindi le aree nucleo, che sono le aree che rivestono una maggiore valenza sotto il profilo naturalistico, stiamo parlando del Sile, dei corsi d’acqua principali, delle zone a protezione speciale, dei siti di interesse comunitario, la cosiddetta Rete Natura 2000, su cui si innestano i corridoi ecologici, che sono costituiti principalmente dai corsi d’acqua e dalle emergenze naturalistiche presenti sul territorio.

Dallo studio agronomico emerge che la stragrande maggioranza del territorio agricolo di Quarto d’Altino è un territorio agricolo, ancora integro, o comunque con una certa valenza, non solo dal punto di vista agricolo produttivo, ma anche paesaggistico. Numerosi sono gli elementi di naturalità, filari, siepi, presenti ancora sul territorio. Per questi elementi, il Piano incentiva un ulteriore addensamento, un ulteriore rafforzamento di questi elementi.

Vengono, poi, individuati gli elementi di carattere storico-monumentale e paesaggistico presenti sul territorio. In modo particolare vengono recepiti, all’interno del Piano, i percorsi, i coni visuali, che ci derivano dallo studio effettuato, di cui si era fatto accenno in precedenza, il Parsjad, questo studio, che è vero che nasce come studio caratterizzato principalmente all’interno dei territori con grande valenza dal punto di vista archeologico, ma che al contempo ha fatto sì che attraverso uno studio partecipato con i cittadini, fossero individuati sul territorio comunale una serie di percorsi, quali sono legati a percorsi attuali, ma anche legati alla memoria storica; percorsi che nel tempo si sono persi, perché magari passano su proprietà che sono private, un tempo il proprietario dell’area consentivo comunque il transito alla cittadinanza, la fruizione del percorso; oggi, spesso, queste proprietà vengono chiuse da cancelli, da sbarre e non c’è più la possibilità di fruire di questi percorsi, che non costituiscono solo un elemento di attraversamento del territorio comunale, ma proprio di fruizione, anche legati al tempo libero e alla percezione anche paesaggistica.

Quindi questi percorsi e una serie di coni visuali, oltre a quelli individuati progettualmente dal Piano, quelli individuati dal progetto Parsjad sono stati recepiti all’interno delle cartografie di

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Piano, dando da possibilità, poi, con il Piano degli interventi di mettere in atto dei meccanismi, degli strumenti per la fruizione concreta di questi percorsi, attraverso degli accordi pubblico/privati con i proprietari di queste aree e con gli altri strumenti che sono messi in campo dalla Legge regionale n. 11/2004 e recepiti dal Piano di assetto del territorio.

Il Piano di assetto del territorio suddivide il territorio comunale in ambiti territoriali omogenei. Gli stessi corrispondono, grossomodo, al capoluogo, alle frazioni e poi alla restante parte del territorio agricolo. Qui li vedete rappresentati. Per ognuno di questi ambiti territoriali omogenei, il Piano definisce quelli che sono gli obiettivi, poi, da perseguire con il Piano degli interventi e quelle che sono le carature insediative massime, quindi il dimensionamento massimo per ciascun ambito.

Prima la Sindaca faceva riferimento a un aspetto molto importante, che ha caratterizzato la redazione e le scelte progettuali di questo Piano, che è la creazione di un parco urbano, che però è qualcosa di più, se vogliamo, di un parco urbano.

Analizzando il Piano Regolatore e studiando il sistema insediativo, ci siamo accorti e abbiamo individuato, come si vedeva in precedenza, quella riportata sulla destra, che è la parte prettamente residenziale di Quarto d’Altino e quella riportata sulla sinistra, che è l’area produttiva. Tra queste due aree è presente un’area che ad oggi è perlopiù zona agricola, anche se è presente un P.I.R.U.E.A. vigente, ma non ancora attuato, nella parte più a nord. E quest’area nel Piano Regolatore ha prettamente una destinazione di carattere agricolo. Il Piano Regolatore vigente prevedeva l’allocazione degli standard, cioè dei servizi principali per il nucleo insediativo di carattere residenziale, nella parte est del territorio comunale, in quell’area che vedete bianca col trapezio, esattamente dove c’è adesso la mano, andando, di fatto, a concentrare gli standard in quell’area, che è al di là della ferrovia, quindi di fatto rendendo difficilmente accessibile, poi, quello che è il sistema dei servizi all’intero capoluogo, all’intero nucleo di Quarto d’Altino.

Il Piano di assetto del territorio, invece, come si diceva in precedenza, rovescia questa visione, andando ad individuare, tra l’area insediativa e l’area produttiva, una fascia verde principalmente a parco, all’interno della quale potranno essere collocati dei servizi, ma che dovrà costituire, in modo particolare, un polo di attrazione per il tempo libero, al servizio sia della parte residenziale, sia della parte produttiva.

Questo sistema si va a connettere, poi, con la parte sud, posta tra il nucleo di Quarto d’Altino e le Crete, dove già erano previste delle aree a servizio da parte del Piano Regolatore, in modo particolare delle aree perlopiù zone a verde, parco gioco, sport, quindi creando una sorta di cintura verde a servizi, che vada ad avvolgere il nucleo insediativo di carattere residenziale, che ha nel contempo una separazione con la zona produttiva, ma anche un elemento di fruizione.

Poi, dal punto di vista infrastrutturale, il piano individua le principali infrastrutture presenti sul territorio comunale. Qui non c’è nulla di nuovo, rispetto a quanto già previsto dal Piano Regolatore. Vengono individuate le principi principali infrastrutture già presenti sul territorio, quindi la ferrovia e l’autostrada. E le previsioni infrastrutturali legate al sistema relazionale, che erano già individuate dal Piano Regolatore, che nel frattempo alcune hanno trovato attuazione – sto parlando della bretellina sud di Quarto d’Altino, che è quasi completata praticamente – e individua anche quelle che sono le intersezioni pericolose da migliorare e da mettere in sicurezza. Anche sotto questo punto di vista sono state recepite quelle che erano le indicazioni che sono emerse nella fase di concertazione.

Ovviamente, viene individuato il Polo di Altino come l’ambito della riserva archeologica, all’interno della quale, durante la redazione del Piano di assetto è stato avviato un tavolo di concertazione anche con la Sopraintendenza, in modo tale da favorire, attraverso i meccanismi messi in atto, poi, dal Piano di assetto, l’effettivo recupero e fruizione di quelli che sono i reperti archeologici, che oggi, purtroppo, per mancanza di finanze, o per la paura che questi reperti vengano rovinati, una volta individuati, comunque, restano sepolti, di fatto non consentendo una fruizione, una effettiva visione degli stessi.

Il Piano di assetto del territorio mette in atto, usufruendo dei meccanismi introdotti dalla Legge regionale n. 11, una serie di meccanismi per favorire, invece, l’acquisizione nel migliore dei

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casi, o comunque la fruizione di questi ambiti e la messa in vista, l’acquisizione dei reperti eventualmente ritrovati.

Direi che, grossomodo, questi sono gli aspetti principali. Dopo, ovviamente, se ci sono delle domande, o delle curiosità, siamo qui.

SINDACA. Grazie architetto Saccon. Quindi, come avete sentito, ha ricordato anche lui,

correggendo rispetto a quello che avevo detto io, leggermente, perché avevo letto la colonna sbagliata, rispetto al Piano Regolatore Generale, in cui i metri cubi residenziali erano 520.000 circa a 350.000, quindi una riduzione significativa, nel Piano di assetto del territorio. Grazie.

A questo punto, ci sono interventi? Consigliere Fanton.

Discussione generale

CONSIGLIERE FANTON. Grazie. Buonasera. La disamina che è stata fatta prima dalla

Sindaca, come ama essere chiamata, relativa al Piano del territorio, segnala che effettivamente il Piano del territorio ha svolto il suo compito, cioè ha individuato delle linee guida che fanno da traccia per i successivi adempimenti.

Vero è che questa cornice, che indubbiamente dovrebbe impreziosire un quadro, in realtà il quadro che c’è dentro questa cornice attualmente non è dei migliori. E il P.A.T. ne ha preso atto e l’ha opportunamente evidenziato. Però, sono convinto che forse qualcosina in più si potesse fare. Per esempio, mi aggancio all’ultimo dato che darebbe per residui 350.000 metri cubi ancora da consumare, che forse, probabilmente, potrebbe essere ancora esorbitante. Quindi questo è uno dei compiti ardui che fanno capo, poi, al P.I., perché poi, compito di correggere questo quadro che sta dentro a questa cornice, che dovrebbe impreziosirla è proprio quello di usare anche una gomma che consenta di migliorare il quadro che tanto buono non è. Questo è un aspetto.

Quello che poi mi pare sia emerso dai tavoli di concertazione è una sorta di identità di vedute e non poteva essere diversamente, perché l’attenzione della cittadinanza per l’ambiente, per i percorsi ciclabili, per le attività vicine all’agricoltura, piuttosto che vicine all’industria, ormai è forte. Questo idem sentire appare in tutte le osservazioni e nei documenti degli ambiti territori omogenei. Questo è un altro compito altrettanto forte che l’Amministrazione deve fare, perché non possiamo dimenticare che poi, con il passaggio al P.I., in buona sostanza, sì, c’è la cornice, però l’Amministrazione ha ampi margini di manovra e questo impegno che va a prendersi, accettando i suggerimenti, le osservazioni e le analisi del Piano di assetto, sono vincolanti, sono patti che vanno assolutamente rispettati. Diversamente da quello che era il Piano precedente, che metteva lì tutta una serie di belle cose, irrealizzabili, lo stiamo vivendo sulla nostra pelle con la Conca di Portegrandi, che è sempre questa spada di Damocle che abbiamo sulla testa, di cui non riusciamo neanche a liberarcene, perché per quanto ci si provi, c’è sempre qualche impiccio di troppo.

L’Amministrazione, al di là delle buone proposte, dei buoni propositi, ha degli obiettivi strategici da rispettare assolutamente vincolanti; uno di questi – e credo sia uno dei più fondamentali – è proprio quello accennato da ultimo, dello sviluppo della zona archeologica, perché se Altino ha qualcosa da porre sul mercato e da vendere è la laguna, i prodotti della laguna, il territorio ad esso limitrofo e la zona archeologica, oltre la campagna vasta e quant’altro. Però, se dobbiamo proporlo al mondo, alla globalizzazione, questo abbiamo. E se questo non viene perseguito con forza, credo che resterà, purtroppo, ancora per altri decenni, quello che è.

Questo non è pensabile, perché è la nostra risorsa, l’abbiamo detto tutti nelle nostre rispettive campagne elettorali, che ormai sono distanti e si avvicinano le prossime, che quel luogo deve diventare non solo luogo di cultura, ma anche luogo di sviluppo economico, di benessere, di nuovi lavori, di nuove attività per i giovani, di artigianato e quant’altro. Altrimenti è una palla al piede, come spesso avviene, quando qualche sito archeologico, qualche parco insiste sul territorio e comincia a mettere vincoli, piuttosto che benefici.

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Quindi questo è un altro vincolo forte che io penso l’Amministrazione si deve prendere a cuore, perché su questo si gioca il prossimo futuro. L’abbiamo detto, i turisti che arrivano nei nostri alberghi, ci passiamo davanti tutti i giorni, sono molti, li scaricano a vagonate, purtroppo per loro, li portano ad Altino e dicono: “Cosa ci fate vedere qua?”. Questa è una delusione che purtroppo, quando ritorneranno nei loro paesi d’origine, dovranno dire: “Ci hanno portato lì. Ci hanno detto che c’è una città romana sepolta, ma non si è vista”. E questo è un monito che non va fatto all’Amministrazione, va fatto alla Soprintendenza, a chi decide queste cose, ai Ministeri competenti, che le risorse magari le trovano per Pompei, che poi va a cadere a terra e quando servono da queste parti magari non ce le mettono. Questa è una punta polemica che ci sta pure.

Quindi anche qui dobbiamo veramente fare, tutti quanti in massa, critica per dire: anche Altino, che è vicino ad Aquileia perché potrebbe essere un percorso interessante, che è vicino a Ravenna, pomposa, che stanno sotto, quindi potrebbe essere una filiera unica per valorizzare il litorale adriatico, con il flusso di turisti che dall’est viene, è un potenziale enorme. Quindi questa è una croce delizia che l’Amministrazione si deve prendere. Per non parlare, poi, degli altri aspetti della laguna che abbiamo detto, delle cantieristiche e quant’altro.

Quindi bella la cornice, buona la cornice, adesso si tratta di vedere l’Amministrazione nei prossimi passi con il P.I., un altro acronimo brutto a dirsi, perché tra P.A.T., P.I., P.T.U., P.T.C.P., P.R.G. e quant’altro, sembra un gioco di anacronismi e di sillogismi.

Per il momento io mi fermo qui, dicendo che ci aspettiamo... la Sindaca ha detto che ne parliamo dopo del P.I., ma io, sinceramente, un accenno a quello che l’Amministrazione vorrebbe fare, aspirerebbe a fare, tenterà di fare nel futuro, mi farebbe piacere sentirlo, proprio per capire qual è l’orientamento che ci vuol dare a questo Piano, con gli strumenti che abbiamo in mano, la gomma per certi versi e la matita per altri, per andare a correggere quegli obbrobri che quel pittore che ci ha preceduto ha messo dentro quel quadro, che non ci piace.

Quindi, per il momento, mi fermo su questo, sollecitando, se è possibile, degli spunti, che non vogliono essere delle promesse, ma che vorrebbero essere delle premesse che noi andremo a scrivere e che poi verificheremo passo per passo. Grazie.

SINDACA. Grazie ingegnere. Altri interventi? Consigliere Varin. CONSIGLIERE VARIN. Dopo un’ora e mezza di illustrazione tecnica, direi perfetta, ci

vorrebbero due ore di approfondimento politico. Purtroppo non c’è il tempo, però una considerazione di partenza, che il Gruppo per Quarto fa e che ha fatto fin dai primi incontri in Commissione sull’argomento P.A.T.

L’acronimo sta per Piano di assetto del territorio, quindi, secondo noi, qualsiasi P.A.T., in qualsiasi posizione geografica si trovi, in qualsiasi periodo temporale, dovrebbe partire proprio dal riassetto del territorio. E il territorio di Quarto ha bisogno di un grande riassetto.

Noi abbiamo evidenziato anche, all’inizio della discussione politica, che avremmo voluto vedere, nelle premesse del primo documento preliminare, ben chiari gli obiettivi politici, cioè la visione non strettamente tecnica, come sempre accade in queste situazioni e l’abbiamo visto nel P.R.G. precedente, purtroppo, non una visione strettamente tecnica di analisi dei terreni, più o meno adatti all’edificazione, alle problematiche di un certo tipo, morfologiche, territoriali, idrauliche, per capire su ventotto chilometri quadrati della superficie di Quarto d’Altino, quanta roba posso fare nei prossimi dieci anni, ma un ragionamento al contrario, soprattutto per la situazione che abbiamo noi oggi, con un P.R.G. approvato nel 2003, con una delibera che io ci tengo a sottolinearla, perché purtroppo i problemi si risolvono analizzando come sono nati, quasi sempre.

La delibera del 2003, che ha dato il via a quello che oggi chiamiamo problema – lo avete scritto un sacco di volte anche voi nei documenti – di sovradimensionamento urbanistico sotto tutti gli aspetti, è una delibera che aveva diciassette presenti in prima pagina, delibera n. 69/2003.

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Alla fine, il Consiglio comunale vota con presenti 6 su 16, 17 iscritti di qua, 6 su 16, evidentemente qualcuno si è defilato, astenuti nessuno, votanti 7, voti favorevoli 7... presenti 6, votanti 7, voti favorevoli 7. Io credo che a questa delibera si siano susseguite poi azioni di un certo tipo, che non so come sono finite, ma questo documento ha dato il via, nel 2003, a un disastro urbanistico con 7 voti su 16, presenti 6. Questa è la maggioranza che ha scelto quello che oggi tutti noi siamo chiamati, per la nostra parte, a risolvere.

Premesso questo, è chiaro che chi, in questa sede, valuta, decide, fa le sue osservazioni, fa le sue considerazioni, è giusto che si prenda, ad ogni livello, la propria responsabilità, ovviamente, perché si va a delineare una situazione urbanistica di un certo tipo, che per anni dovrà essere poi vissuta, risolta, gestita, sicuramente da chi viene dopo, come sempre succede.

Quindi noi abbiamo subito dei primi incontri, io ero presente alla votazione di questa delibera, abbiamo subito ribadito, fin dall’inizio, che secondo noi, già dal documento preliminare, non si vedevano evidenti le motivazioni, gli obiettivi, non tecnici, ma politici e sociali di visione del territorio di Quarto d’Altino. Poi, qualcosa è stato aggiunto, ma ancora oggi... e vorrei cominciare dalla fine, dall’ultimo accenno che ha fatto l’architetto Saccon, ha parlato di Altino come la coda del P.A.T.

Il nostro territorio un Piano di assetto di risistemazione e di previsione futura di sviluppo, non sviluppo nel senso che facciamo mille case e facciamo i soldi in due anni, ma sviluppo inteso come attrazione di un territorio, in modo che un cittadino qualunque, che vive in un posto qualunque del mondo, una mattina che si alza e vede qualcosa in giro, in internet, o nella stampa, dice: “Oh, che bel paese, quasi quasi vado a vivere là”.

Oggi, a cappello del P.A.T., noi volevamo, abbiamo chiesto e ci sarebbe piaciuto vedere una serie di cose, di attrazioni, di eccellenze da cui partire, per poi fare tutta una serie di ragionamenti fino all’ultimo tecnico.

In buona sostanza, oggi, il territorio di Quarto che attrazioni offre a una persona che decide, o che vorrebbe venire a vivere a Quarto?

Viceversa, se avete visto quanti cartelli “Vendesi” ci sono in giro, perché gli abitanti attuali di Quarto stanno andando via? Queste sono le domande che noi abbiamo posto come cappello di ragionamento sul P.A.T. Quello di Quarto oggi, ma di qualsiasi, immagino.

Quindi a nostro parere i punti di forza fortissimi che ha questo territorio e che dovevano essere a cappello di tutto un ragionamento che veniva dopo, dovevano essere il museo di Altino, che viene fuori solo – come ho ricordato poco fa – nelle campagne elettorali e quando c’è da scaricare responsabilità che, ovviamente, ci sono anche extracomunali, sulla gestione, sui fondi, eccetera, eccetera.

Il museo di Altino è un’eccellenza che non ha nessuno in Italia, perché è il secondo sito, dopo Venezia, di importanza storica. E lo sapete meglio di me. Punto di forza di Quarto è la zona archeologica, museo, eccetera.

Secondo punto di forza di Quarto è il percorso fluviale che attraversa il Comune. Terzo punto di forza sono quei pochi punti storici del paese, intesi come fabbricati che hanno una certa valenza storica, che il paese di Quarto non è che abbia grandissime cose, però ha delle eccellenze anche di questo tipo. Quindi questi tre fuochi, a nostro parere, dovevano essere il punto di partenza. Oggi, come sono, mi devo muovere, mi devo organizzare, mi devo attrezzare per far sì che questi tre punti diventino l’attrazione principale di questo territorio, l’eccellenza di questo territorio.

Dopodiché, andrò a valutare tutto quello passato nel P.R.G. precedente, devastante, che ha praticamente svalutato completamente il mercato immobiliare di Quarto e andrò a capire, in base a quei tre punti di forza, quali sono gli elementi strategici migliori per raggiungere l’obiettivo che ho, che è quello di dire che Quarto d’Altino, Comune di 8000 abitanti, può diventare, non come nelle previsioni precedenti, può sopportare un aumento veloce, in dieci anni, del quindici per cento scritto nei documenti, trenta per cento effettivo in metri cubi approvati, ma Quarto d’Altino può concretamente pensare di svilupparsi demograficamente attorno a un dieci per cento, può essere, un numero ics. Ma il fuoco non è come raggiungere quel dieci per cento in due anni, per avere entrate, per avere Imu, perché non sta più in piedi il meccanismo, non sta più in piedi da anni.

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Costruire case, capannoni, attività commerciali, eccetera, per avere un ritorno sotto il profilo di imposte per il Comune, non coprirà mai i costi dei servizi che l’Amministrazione deve dare ai cittadini residenti. I Comuni sotto i 10.000 abitanti, gestiti bene, lo dimostrano ampiamente.

Quindi, primo punto critico che noi abbiamo sempre messo in evidenza è il punto di partenza di ragionamento di questo P.A.T. Poi, si è parlato di fabbisogno; questo è un termine che è usato poco all’interno di tutto il documento, si parla di previsioni, si parla di strategie, avete riportato un sacco di volte la questione dello sviluppo commerciale, direzionale, alberghiero. Secondo noi questi non sono obiettivi buoni per il paese, perché innanzitutto vanno in contraddizione, perché scrivete di salvaguardare il piccolo commercio e Via Stazione era un punto chiave della campagna elettorale; sono passati tre anni e hanno chiuso ancora negozi. E già si torna a parlare di un centro commerciale, di un qualcosa di importante, che potrebbe sorgere da qualche parte. La cosa non può stare in piedi, non è questo il modo e l’obiettivo con cui noi arriviamo a una soluzione e a uno sviluppo di un territorio, tanto meno quello di Quarto, che già deve gestire dei dieci, undici Piani di recupero dei tre partiti, due fallimentari, uno si è concluso forse all’ottanta per cento e gli altri sono morti e la Conca è uno di questi morti.

Quindi noi avevamo chiesto e chiediamo ancora, e prepareremo un documento, speriamo abbastanza completo, da presentare nel periodo di osservazioni che ci sarà dopo l’adozione di questo P.A.T., per poter ripensare parecchie situazioni che vediamo scritte in questi documenti.

Ritornando al discorso di prima, l’assetto del territorio, ci sono interventi che aspettano da prima della partenza di questa nuova Amministrazione, ma che questa Amministrazione aveva, in qualche modo, anche preso l’impegno di affrontare. E siamo già al terzo anno, quasi superato, di mandato.

Ci sono delle sofferenze idrauliche importanti oggi, non solo sotto il punto di vista tecnico da evidenziare nei documenti del P.A.T., ma interventi che sono richiesti fortemente dai cittadini, in due o tre parti del territorio, che mediamente due volte l’anno vanno sott’acqua e che chiedono degli interventi importanti, ma devono essere fatti non in previsione futura di un certo piano del territorio; sono interventi importantissimi, perché semplicemente una persona che si vede minacciata dall’acqua due volte l’anno, potrebbe scegliere molto logicamente di cambiare paese. Dice: “Sto a vivere qui, con la paura di andare sotto? Cambio paese”.

Quindi come possiamo ragionare di preparare un progetto futuro per un territorio, se non interveniamo per eliminare, almeno da subito, al più presto, le criticità che già conosciamo che ci sono, come quello della viabilità? La piccola viabilità interna doveva essere, in qualche modo, testata, approvata, collaudata, modificata. Non è stato fatto nulla.

Il polo di Crete ha la grossa problematica del sottopasso. Non ho trovato in nessuna pagina – mi correggerete se c’è scritto – nessun accenno alla criticità del sottopasso di Crete.

Avete accennato, addirittura, a una nuova strada che potrebbe proseguire dal 1 maggio verso il nucleo abitato, per favorire cosa? Abbiamo un piccolo bosco lì e perdiamo anche quello praticamente.

Voglio dire, ci sono delle contraddizioni continue in questo documento, che da un lato evidenziano volontà molto alte, ma che praticamente poi si dimostrano poco reali e poco realizzabili.

Quel corridoio verde che è diventato... ogni Sindaco a Quarto ha i suoi – permettetemi il termine – sogni. Quella cosa lì, che non ha nessuna definizione, perché è piena di parole, ma non ha un contenuto tecnico e neanche palpabile, è un simbolo, un passaggio, un qualcosa che divide teoricamente, eccetera. Lì, è stato chiesto, già nel 2004, che venisse fatta una barriera verde in corrispondenza dei lavori del Passante, eccetera, per mitigare tutto il centro abitato. Quindi lì bastava e basterebbe oggi – è stato richiesto all’epoca – fare semplicemente un intervento di piantumazione adeguata, una striscia di cinque, sei metri, che costeggia la grande viabilità che fra poco sarà a pieno regime e quindi dà respiro e diventa una quinta sedia verde verso il paese.

Quello di portare lì dei servizi non ben definiti, per una cittadinanza che oggi chiede poco e ha molto poco e che nella previsione di dieci anni non aumenterà di molto – lo scrivete voi stessi – non è una priorità del territorio, è più un concetto di grande opera, che in Italia va molto di moda,

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che serve per... così, facciamo una grande opera, che diventerà il punto di... Sappiamo bene che per fare le grandi opere, anche le piccole, ci vogliono fondi, ci vogliono risorse economiche, che non ci sono e non ci saranno per diversi anni, perché l’introduzione della Tasi servirà, forse, a pagare l’illuminazione, forse, niente di più.

Altro problema importante, invece... SINDACA. Consigliere, sono passati quindici minuti. CONSIGLIERE VARIN. Sì, ne approfitto di venti, come da Regolamento. Grazie. Altro punto importante sono i Piani di recupero... le norme, gli accordi pubblico/privato sono

modificati, grazie alla nuova legge, eccetera, eccetera, quindi ci sarà un concetto diverso di gestione del territorio, perché abbiamo visto che i Piani di recupero, pur nascendo con concetti buoni, importanti, molto spesso – a Quarto stesso – sono stati gestiti in una certa maniera, non certo a vantaggio della comunità.

Quindi i crediti edilizi, le nuove possibilità di interventi di demolizione, ricostruzione, eccetera, quando parliamo di settore edilizio, sappiamo tutti cosa significa. Se c’è quel margine, che poi ognuno si diverte a dire qual è, minimo ics, il privato si muove, se no non si muove, l’abbiamo visto.

Ci sono stati gli anni buoni, dove il privato ha fatto gli affari e adesso sono gli anni un po’ meno buoni, dove tanti sono falliti, proprio perché sono stati forse troppo ingordi.

Quindi, anche qui, è tutta una questione da capire, perché è tutta teoria. La sobrietà e la sostenibilità non sono solo dei bei termini, sono – secondo noi – la base di ragionamento importante, che deve essere poi inserita in un P.A.T., soprattutto a Quarto, per mettere in equilibrio queste cose. Non c’è stato questo passaggio finora, a nostro parere.

E poi, per andare sui numeri, sul concreto, che poi magari ci ritorniamo, giustamente è stato corretto il numero, perché 350.000 sono quelli residenziali ancora potenzialmente usufruibili, però, in realtà, non avete diminuito il panorama delle cubature, l’avete spostato, perché 1790 totali erano nel P.R.G. e 1786 sono quelli totali del P.A.T. Sono diminuiti i residenziali, ma sono aumentati gli altri.

Quindi, alla fine, non è che ci sia questa grandissima soluzione del problema. Certamente voi direte: “Il P.R.G. vigente, dobbiamo rispettare il P.I.R.U.E.A. finché non decadono”, eccetera. Benissimo. Però, la previsione di miracoli sui P.I.R.U.E.A. non c’è. Un panorama di volumetria diverso ci avrebbe fatto molto, ma molto più piacere. Intanto mi fermo. Grazie.

SINDACA. Grazie al consigliere. Altri interventi? Consigliere Cesarato. CONSIGLIERE CESARATO. Buonasera a tutti. Innanzitutto complimenti alle due persone

che hanno spiegato prima tecnicamente il P.A.T., perché è stato anche facilmente comprensibile, che di solito magari è un po’ più difficile.

Chiaramente soddisfazione per il fatto che si sia arrivati a questo punto e condivido in parte quanto detto dal consigliere Fanton, cioè qualche preoccupazione in merito al P.A.T. è logico che ci sia, parlo di coperture economico-finanziarie, che di questi periodi sono sempre molto difficili da reperire. Per cui, siccome poi tutto è legato anche a una questione di fattibilità di quello che si può, con il buonsenso, prevedere, è logico che bisognerà, nel passo successivo, che sarà il Piano degli interventi, che mi sembra di capire sia fondamentale per tutta questa cosa, bisognerà andare sul concreto, cioè prevedere concretamente... e le coperture finanziarie sono una delle prime cose, che derivino da accordi pubblico/privati, o da finanziamenti di qualsiasi genere, andare sul concreto, in modo magari da ridurre un po’ tutti questi obiettivi condivisibili, a parer mio, al cento per cento, dalla pagina 12 ho visto sulle ATO tutti gli obiettivi fissati frazione per frazione e anche il centro, non ci può essere, secondo me, nulla da dire su quegli obiettivi. È ovvio che poi bisognerà andare

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nel concreto e capire quali saranno gli strumenti e le modalità che ci faranno arrivare a quello che ci siamo prefissati oggi.

Quindi questa è una preoccupazione, a parer mio, da tener presente. Il troppo pessimismo non lo condivido, nel senso che Quarto d’Altino ha sicuramente bisogno di essere risistemata, penso non più di tanti altri paesi, però, nel senso che la gente non scappa per i motivi che ho sentito prima, ma scappa, magari, per motivi legati a costi, legati alla sicurezza. C’entriamo sempre noi, però non è la stessa cosa. Oggi stiamo parlando del P.A.T.

La preoccupazione della gente può essere quella, può essere la tangenziale che adesso è stata chiusa, la zona residenziale, a parer mio, molto bella, che era stata creata dove adesso passa praticamente l’uscita autostradale, l’abbiamo sempre detto, ma sono anni, è un problema per i residenti di Quarto d’Altino, per cui la gente scappa e i cartelli ci sono anche in virtù di questi fattori, ma nei Comuni vicini i cartelli sono forse ancora più numerosi, quindi questo non possiamo dimenticarlo.

Io avevo consultato anche l’architetto Barbieri nei giorni scorsi, per capire un po’ meglio le cose, in quanto sono arrivato anche in Consiglio un po’ a cavallo di cose già viste e già valutate in precedenza. A differenza di quanto detto dal consigliere Varin, a me sembrava – l’avevo detto anche alla Capigruppo l’altra sera – interessante quella strada di collegamento... non a me... a me come persona, sì, ma anche come portavoce di parecchie persone delle Crete, sembrava interessante quella strada che nel documento preliminare era prevista alla fine di Via I Maggio, dove, tra l’altro, servirà una rotonda, ma penso sia già prevista nelle opere, per mettere in sicurezza il passaggio della viabilità delle autovetture, mi sembrava interessante la strada di collegamento, a prescindere dal sottopasso che verrà realizzato... mi sembra che ci siano notizie positive, poi dipende tanto da Regione, Provincia, eccetera, però non credo che una esclusa l’altra, nel senso che la strada nasceva non a discapito del bosco, perché nasceva lateralmente, su un terreno, credo, già di proprietà comunale, per cui anche a livello di costi era un vantaggio non indifferente, quindi prevederla – e nel documento preliminare era prevista – mi sembrava che potesse essere mantenuta anche nel P.A.T.

Io spero di avere assicurazioni che verrà magari reinserita o rivalutata in occasione del Piano degli interventi, che credo sarà fondamentale per tutta la realizzazione di quanto visto oggi.

Molto brevemente, un accenno su Via Stazione, che sicuramente ha visto la chiusura di molte attività. Anche qui non sono dell’idea che le attività abbiano chiuso solo per un discorso di viabilità, ci sono fattori molteplici. Sicuramente la viabilità, così com’è, però, non va bene né ai residenti né alle attività possibili che potrebbero sorgere, o che hanno chiuso, che potevano non chiudere, se vogliamo vederla così. Mi sembra di aver visto che è stato previsto un sottopasso... la possibilità di realizzare un sottopasso, parlo di possibilità futura, laddove c’è la vecchia cabina dell’Enel sull’area lì. Magari potevano essere valutate anche delle zone prima o dopo di quell’area, non so se è stato fatto o meno, però questo è un punto di domanda che, al limite, chiarirò con Barbieri. Grazie.

SINDACA. Grazie consigliere Cesarato. Ci sono altri interventi? Direi che ci sono degli aspetti tecnici, che evidentemente è bene che vengano approfonditi,

soprattutto su quella che è – per usare l’immagine dell’ingegner Fanton – la fase di cancellazione, nel senso che ci sono dei diritti acquisiti imprescindibili che vanno rispettati. E quindi forse è bene capire in che maniera questo vincolo impedisce anche di poter subito agire e anche come funziona il Piano degli interventi, perché ricordiamoci che a differenza del passato, il Piano degli interventi ha necessità che ci sia l’iniziativa del privato. Come Amministrazione noi non disponiamo della possibilità di confiscare le aree dei privati, per poter agire noi, sostituendoci al privato, anche perché non abbiamo le risorse negli interventi. Per cui, forse questi aspetti andrebbero ben chiariti su quelle che sono le effettive possibilità del Comune di intervenire direttamente. Quello che è importante, ma in alcuni degli interventi è emerso, è aver creato delle condizioni per cui aprire i

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ragionamenti nella logica dell’accordo pubblico/privato con i privati interessati e con la disponibilità economica a investire in questo territorio, avendo prefigurato il disegno complessivo.

Questo è l’obiettivo, cioè creare le condizioni per le quali un imprenditore, un cittadino, una cittadina, possa dire: “Questa Amministrazione, questo territorio ha una visione, ha un’idea di sviluppo, è coerente con quello che voglio fare io. Ragioniamo insieme su che tempi e che modi poter procedere agli interventi”. E poi, in quell’ambito, ragionare sui benefici pubblici, le compensazioni, le perequazioni, lo strumento del credito edilizio e costruire una proposta che sia coerente con questo disegno, sostenibile da tutto il punto di vista ambientale e sociale, ma anche economico, perché è inutile che ci immaginiamo che venga un imprenditore per realizzare un prato verde, come si diceva, avrà interesse a creare dei servizi, delle attività, per esempio.

Però, su questi aspetti penso sia importante che i nostri tecnici ci diano alcune informazioni, evidentemente più dettagliate.

Poi, per quanto riguarda la centralità dell’archeologia, io sinceramente mi chiedo se è stato letto attentamente il documento e se ci si è resi conto del percorso fatto proprio sul tema archeologico, perché il Parsjad è stato un percorso assolutamente rilevante, i percorsi e le valenze sono state assolutamente accolte. E, tra l’altro, nelle tre eccellenze ricordate da qualcuno poco fa non ho sentito citare il fatto di essere sito Unesco Patrimonio dell’Umanità, Venezia e la sua Laguna e la componente lagunare, per esempio, o il valore dell’eccellenza del nostro paesaggio, anche agricolo, legato alle bonifiche.

In realtà, sono tutti argomenti che, oltre alle eccellenze citate, sono contenuti. Quindi invito a leggere con più attenzione, ma comunque, visto che qualcuno ha preannunciato un documento di osservazione, sicuramente apprezziamo il contributo costruttivo al documento, alla pianificazione, per cui siamo molto interessati a leggerlo e a poterne fare tesoro, perché se ci sono idee buone per la nostra comunità sicuramente siamo qua per accoglierle, ma devono essere, ovviamente, legittime, rispettose della legge e fattibili.

Sicuramente, ingegner Fanton, il tema del completamento del museo di Altino è sicuramente un tema importante. Su questo una logica di pungolo costruttivo... siamo in contatto con gli altri enti, in particolare Sovrintendenza e Regione; Regione che ha messo a disposizione fondi europei e Sovrintendenza che sta curando i lavori. E confidiamo che entro l’anno vedrà finalmente la luce il nuovo museo archeologico nazionale. Quindi siamo attivi in questo.

Sicuramente lo sviluppo della zona non comporta uno sviluppo di cubature. Quello su cui è importante ragionare è l’inserimento del nostro territorio in percorsi, itinerari turistici in rete con la laguna, con la componente fluviale, percorsi di ciclo-turismo, tutti ambiti di azione che ci vedono molto attivi. L’ho citato nelle comunicazioni il progetto che stiamo portando avanti sul Sile. Sapete che siamo attivi anche nell’elaborazione di progettualità, nell’ambito lagunare e nell’ambito del Veneto orientale oggi pomeriggio, tanto per dirne una, ero al Vegal, proprio per ragionare insieme agli altri colleghi Sindaci su come realizzare questo tipo di interventi.

Per cui, c’è un fermento di attività, però necessita anche, per la realizzazione, di risorse, per le quali ci stiamo attivando nell’ottica dei fondi europei. Però, anche in questo senso, ogni proposta è buona. Se qualcuno avesse modo di indicare ulteriori fonti di finanziamento di rete, di sinergia, ben volentieri, siamo ben disponibili a fare rete.

C’erano poi alcune domande puntuali. Non sono previste grandi aree commerciali per la grande distribuzione, questo non è previsto, vorrei fugare ogni dubbio, perché ogni tanto si sentono dire cose che non hanno fondamento. Chiariamo subito, non è questo, nessuno ha parlato di nuovi capannoni per fare cassa, è proprio tutt’altro il disegno, quindi ci tengo a chiarirlo.

Per quanto riguarda il sottopasso delle Crete avevo dato comunicazione, evidentemente non era stata recepita, il fatto che la progettazione del sottopasso delle Crete, grazie all’azione molto pungolante svolta dall’Amministrazione, dall’assessore Favaro, dall’assessore Albertin, è ripartita. La Provincia che, in base all’accordo, ha il compito di completare la progettazione esecutiva, con anche i pareri di tutti gli enti coinvolti e sono tantissimi, perché ci sono anche quattro tipi di Genio militare coinvolti, insomma, una questione molto complicata, speriamo volga al termine. Dopodiché, è la Regione a stanziare il contributo per la realizzazione. Regione che, però, pur

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avendo deliberato l’impegno economico sappiamo che ha grossi problemi di cassa. Per cui, è vero, io non sono certa che vedremo quel sottopasso realizzato presto, però tutto quello che si può fare per arrivare all’avvio dei lavori, noi lo stiamo facendo.

Ricordo, a proposito della scarsa pianificazione dei flussi di cassa da parte della Regione, che stiamo ancora aspettando i 100.000,00 euro del ponte sul Sile, realizzato nel 2011, 100.000,00 euro che il nostro Comune ha anticipato alle aziende, perché gli imprenditori non si sparino, perché le Pubbliche Amministrazioni non li pagano, perché crediamo che un imprenditore che ha fatto il suo lavoro per la comunità abbia diritto di essere pagato in tempo ragionevole e scoprire, poi, che la Regione i suoi impegni presi di pagamento non li onora con la stessa tempestività. Quindi, è chiaro che se 100.000,00 euro non li ha trovati, speriamo che la disponibilità di cassa per gli oltre 2 milioni di euro li riesca a pianificare con più oculatezza. A bilancio ci sono, comunque lo step è approvazione di tutti gli enti del progetto e poi avvio dei lavori.

Quindi quel progetto del sottopasso è segnato in carta come opera già prevista, perché è già oggetto di un accordo e ci sono già stanziate le risorse, mentre la viabilità delle Crete non l’abbiamo segnata in carta, perché non c’è un progetto effettivo su quello. Anche della viabilità già prevista, ancorché non completata, per esempio della Circonvallazione, l’abbiamo segnata perché c’è un progetto, addirittura lì c’è già il cantiere. Però, possiamo comunque recepire questa richiesta di segnare, in maniera più esplicita la volontà di verificare la fattibilità di questa cosa, anche se dobbiamo essere molto onesti e dire che al momento risorse per realizzare quella viabilità, ancorché sul sedime di proprietà comunale, non ci sono e che sicuramente la priorità in questo momento va su altro.

Però, giustamente, qui stiamo pianificando almeno i prossimi dieci anni, segnare in maniera più esplicita questa possibilità, possiamo farlo. È un segno a costo zero, possiamo farlo.

Sul rischio idraulico effettivamente sappiamo, siamo consapevoli che ci sono delle criticità, sono già state anche inserite nel piano delle acque, sono state segnalate nelle carte. Su questo magari i nostri tecnici daranno delucidazioni. Non mi risulta che ci siano abitazioni che vanno sott’acqua. Si tratta, anche negli eventi eccezionali, di febbraio 2014, di magazzini, campi, orti. Questo anche un po’ per dare un messaggio di rassicurazione.

Ci sono, però, delle criticità, per le quali ci siamo attivati con gli enti competenti. Anche qui, io vorrei ricordare, non è possibile che sia il Comune che si sostituisce agli enti competenti, Genio, Consorzio, Regione, nel fare opere che spettano a loro. Noi abbiamo il compito di pungolare, ricordare, attivare tutto quello che possiamo, però già ci sostituiamo agli altri enti in mille altri fronti, ritengo che – anche perché non ne abbiamo le risorse – su questo ambito stiamo facendo quello che possiamo e anche di più.

Ci sono delle fragilità che sono anche in fase di risoluzione, piccole, per esempio proprio sull’argine del Sile, un intervento che abbiamo attivato per verificare le competenze di una chiusa, oppure attivato il Genio Civile e i Consorzi per quanto riguarda il canale della Fossetta e il canale Vela, per quello che è di nostra competenza ci siamo attivati. Anche in rete con il Comune del Veneto Orientale abbiamo ragionato proprio su questo rischio idrogeologico idraulico come priorità per elaborare dei progetti congiunti per accedere a finanziamenti. Però, su questo, sulla fragilità idraulica, abbiamo anche i nostri tecnici.

Il tema della viabilità, come già l’assessore Favaro ha detto in altri incontri, sicuramente il nostro paese merita una riflessione interventi nell’ambito della viabilità, ma vi prego anche di considerare il fatto che negli ultimi due anni, e probabilmente anche per il prossimo anno, il nostro paese è oggetto di cantieri pesanti sulle strade. Per cui, anche intervenire sulla viabilità in questo momento ci è sembrato poco opportuno, perché avrebbe rischiato di creare numerosi disagi ai cittadini, alle imprese. E quindi, pur riconoscendo l’importanza di questo tipo di attività, ci stiamo riservando di agire in maniera magari minore, più puntuale rispetto alla presenza di questi cantieri.

Mentre il sottopasso di Via Stazione l’abbiamo indicato come possibilità, anche qui, in questo caso, come per la viabilità delle Crete, non abbiamo un progetto preliminare, una progettualità già condivisa con gli altri enti, però riteniamo che sia importante insegnarlo, quantomeno come

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possibilità, per quello che dicevo negli obiettivi. Noi abbiamo considerato come obiettivo anche quello di cercare di connettere meglio il paese. Pur non avendo oggi risorse su quel fronte, abbiamo ritenuto opportuno prevedere questo tipo di collegamento.

Ricordo che avevamo provato a chiedere, come Amministrazione, che anziché realizzare il cavalcavia, l’ultimo cavalcavia realizzato sulla A4 che congiunge, in maniera secondo noi non particolarmente funzionale, due aree del paese già collegate da altra viabilità, si ragionasse invece su un sottopasso che riunisse le due parti del capoluogo. Però purtroppo ci è stato detto che non era possibile, perché il progetto era già appaltato, erano già in fase di avvio dei lavori.

Quindi io darei la parola ai nostri tecnici per le integrazioni opportune rispetto a quello che abbiamo detto.

Leopoldo SACCON. Alcune considerazioni innanzitutto sul rapporto tra P.A.T. e Piano degli

interventi. È bene ricordarlo. Sostanzialmente la legge ci dice che nel momento in cui il P.A.T. sarà efficace, sarà approvato definitivamente, il Piano attuale sarà il primo Piano degli interventi a tutti gli effetti. Quindi vuol dire che l’Amministrazione avrà già la possibilità di introdurre delle varianti fin da subito, quindi anche in tempi abbastanza brevi. Questa è una novità abbastanza recente introdotta un paio d’anni fa attraverso una legge regionale, naturalmente per le varianti che siano compatibili con il P.A.T. ovviamente, perché da quel momento in poi il P.A.T. è quello che traccia il percorso e traccia le regole per le cose che si possono fare e non si possono fare. Quindi questo dà comunque una prima possibilità.

C’è qualcuno che dice che già in questa fase di variante, volendo stringere i tempi e quindi in tempi molto brevi, è possibile andare a toccare il dimensionamento dell’attuale Piano regolatore che è diventato Piano degli interventi, quindi andare a tagliare delle cubature.

In linea di massima, il consiglio che diamo noi comunque, non è questo, nel senso che è chiaro che lo strumento attualmente vigente ha dei diritti acquisiti e qualsiasi tentativo di intaccare questi diritti acquisiti con delle forzature, si è dimostrato che non è efficace. Possiamo farlo, però, con una prima variante effettiva al Piano degli interventi che può essere fatta però altrettanto rapidamente. Solamente in questa fase sarà possibile toccare il dimensionamento, in maniera significativa. In maniera significativa, nel senso che quello che abbiamo riportato noi, è quello che già c’è, e che non possiamo togliere. Potremmo togliere anche tutto, se riteniamo che il Piano degli interventi non abbia assolutamente bisogno di nemmeno un metro quadro, ad esclusione degli accordi dei P.I.R.U.E.A., perché i P.I.R.U.E.A. sono strumenti approvate con la Regione, sono dei contratti pubblico-privato approvati in sede regionale, e fino a che non decadono, quelli non possono essere modificati nemmeno dal Piano degli interventi e nemmeno da nessuno strumento ordinario.

Diciamo che quello che può essere fatto, però, subito già da oggi o durante la stesura del Piano degli interventi, devo dire che è un intervento che abbiamo fatto già adesso stendendo il Piano di assetto che ha fatto l’Amministrazione, stendendo il Piano di assetto del territorio, è quello di andare a presentare ai privati titolari di questi diritti edificatori, far presente che la situazione è profondamente cambiata e che sicuramente è quasi impossibile che loro realizzino quello che avevano previsto di realizzare, e che sarebbe opportuno che pensassero delle soluzioni alternative fin da subito.

Devo dire che non abbiamo perso poco tempo in questo tipo di attività, nel senso che siamo andati ad analizzarci tutti quanti gli accordi, abbiamo consultato tutti i titolari dei P.I.R.U.E.A., li abbiamo consultati molte volte cercando di fare un ragionamento per capire se era possibile già in questa fase mettere in piedi degli accordi, che modificassero in maniera sostanziale il contenuto del P.I.R.U.E.A., in maniera già da inserirlo nel Piano di assetto del territorio. Tutte queste iniziative non hanno portato ad un risultato per due motivi.

Naturalmente questo tipo di situazione non la troviamo solo qui a Quarto, la troviamo un po’ dappertutto, siamo alle prese in questo momento con il Piano regolatore, con il P.A.T. di Treviso che ha 1,6 milioni metri cubi non spesi e non utilizzabili e che non sappiamo da che parte prendere. Quindi è un problema abbastanza generalizzato.

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Per che motivo è così difficile smobilizzare questi diritti edificatori? Per due motivi sostanzialmente. Uno, perché il proprietario che non ha particolari problemi, ha sempre la speranza che la situazione cambi. Ma il motivo più reale, è che normalmente su queste operazioni sono già stati spesi molti soldi, ci sono degli impegni bancari. Molto spesso questi piani non sono più di proprietà dei proprietari, lo sono solo apparentemente, sono di proprietà delle banche e le banche che dovessero oggi prendere atto che l’intervento non è più realizzabile e che forse conviene rinunciare a tre quarti della capacità edificatoria per fare qualcosa di possibile, sarebbero costrette a mettere una perdita di bilancio significativa. Le banche, le società immobiliari che hanno in carico questi beni. Quindi in questo tipo di situazione è evidente che tutti stanno ferme e zitti per vedere se passa il temporale, ma comunque stanno fermi e non accettano nemmeno di fare un ragionamento intelligente di ripensamento di quelle che erano le previsioni.

Gli accordi pubblico-privato pre crisi potevano forse anche funzionare, erano fatti bene, erano fatti male, normalmente pagavano troppo poco il pubblico rispetto a quello che veniva dato al privato. Gli accordi pubblico-privato di adesso durante la crisi, però, sono importanti e devono essere però di natura profondamente diversa rispetto al passato. Non è più pensabile, primo perché non ci sono le condizioni di mercato, che il privato abbia dei margini su questo tipo di operazione. Quindi il privato deve giungere alla conclusione che ha un bene fortemente svalutato. Fino a che non arriva a questa conclusione, non è possibile pensare ad un accordo. Fortemente svalutato, vuol dire che è svalutato dell’ottanta per cento, del settanta per cento, quindi il suo capitale si è sostanzialmente ridotto, però ancora esiste e deve pensare di spenderlo in maniera profondamente diversa dal passato. E in che maniera spenderlo? Spenderlo insieme con il pubblico, perché il privato poi alla fine non ha molte risorse. Ma il pubblico su certe tematiche può trovare le risorse. Nell’edilizia sociale pubblica, in certi tipi di attività di servizio il pubblico può trovare delle risorse, e può trovare delle risorse anche significative, che possono mettersi insieme con le risorse del privato.

Quindi lì quelli che noi immaginiamo possano essere accordi futuri, che cominciano a venire fuori da adesso in poi, sono accordi profondamente diversi nei quali c’è un contributo, comunque una presenza del pubblico significativa nel trarre le scelte, nel dirigere questi processi, nel governarli, e c’è un accordo da parte del privato più modesto, nel senso che si è reso conto che il suo patrimonio e la sua capacità di contrattazione è ridotta. Questo tipo di procedure nel quale c’è un forte rapporto tra pubblico e privato, all’estero si sono molto diffuse devo dire negli ultimi quindici, vent’anni. Noi proprio siamo arrivati per ultimi. E hanno funzionato benissimo.

Noi abbiamo sempre affidato al privato il compito di fare tutto, prelevandogli una fetta del guadagno per fare opere pubbliche. È un approccio che non funziona, che ha prodotto dei grossi guasti al territorio e che ci lascia con questa eredità che in qualche maniera dobbiamo gestire un po’ dappertutto. Questo ragionamento lo riferiamo anche a situazioni, il Piano di assetto ha individuato alcune potenzialità future. Per esempio, abbiamo individuato questa idea di questo corridoio verde e di servizi che separi la zona produttiva dal centro abitato. È una fantasia, è un’idea? Secondo noi, è un disegno razionale. Il problema è di riuscire a farlo. Riuscire a farlo, è un disegno razionale almeno per due motivi. Che dobbiamo separare meglio la zona produttiva dalla zona residenziale, e che dobbiamo pensare al rinnovo dello stock di servizi pubblici che ha l’Amministrazione comunale. Non possiamo pensare che questi servizi continuino a funzionare per sempre. Dobbiamo pensare a sostituirli proprio anche fisicamente, nel senso di demolirli e ricostruirli, sostenibili da un punto di vista energetico, collocati in una posizione migliore, eccetera. È un processo lungo e difficile.

Nell’indicare questo tipo di previsione, noi abbiamo lasciato una porta aperta per fare questo tipo di interventi, ma anche per dire al privato che è proprietario di quell’area, sulla quale c’è un P.I.R.U.E.A. immenso con attività residenziali, commerciali, di tutto, per dirgli che non sta andando bene in prospettiva. Fra un qualche anno poi decadranno i diritti edificatori e si troverà con un pezzo di campagna. Perché non fare un ragionamento diverso del tipo di quello che si diceva prima? Quindi il Piano di assetto però questa previsione la deve indicare anche in maniera generica, ma la deve indicare, perché altrimenti sarebbe necessaria una variante del Piano di

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assetto per introdurre questo tipo di trasformazioni. Questo è il motivo per il quale ci sono alcune previsioni, che riguardano per esempio gli ambiti di miglioramento della qualità urbana e territoriale, che sono degli ambiti sui quali vanno costruiti dei programmi complessi pubblico-privato per rigenerare, migliorare, valorizzare, trasformare questi ambiti.

Noi non siamo in grado oggi di dire come farlo, ci vorranno anni e ci vorrà un rapporto stretto tra pubblico e privato per farli. Però noi dobbiamo indicarli adesso, perché altrimenti un domani non saremo in grado di farli, perché saremo costretti ad operare con strumenti troppo inadatti per gestire i problemi complessi di questa natura.

Un altro tema che mi pare aveva sollevato il consigliere Varin, è quello sull’attrattività del centro. Noi posso assicurare che forse è il primo problema che ci siamo posti. Il tema del centro e il tema dei valori presenti. Ma parlando proprio del caso specifico del centro, devo dire, anche noi ci siamo resi conto, il giorno che siamo venuti qui, che il centro di Quarto non funziona, che il commercio declina, che ci sono tanti immobili sottoutilizzati, non utilizzati, eccetera. Quello che possiamo fare, è da una parte mettere le tutele, cioè dire: non facciamo centri commerciali, perché se no quel poco che c’è, scompare. Se dobbiamo fare del commercio, facciamolo in centro. Del resto, anche l’ultima legge regionale sul commercio più o meno spinge molto in questa direzione. È diventato anche molto più difficile fare dei centri commerciali fuori, per fortuna. Ma soprattutto ci deve essere uno sviluppo, perché se non c’è uno sviluppo, è difficile pensare di fare riprendere vitalità al centro. Sviluppo in termini proprio di qualità del centro.

Nel Piano noi l’abbiamo detto e l’abbiamo sottolineato, ma forse non sono tanto azioni di Piano, sono propria azioni di governo e di buona amministrazione, migliorando la qualità del centro, migliorando l’arredo, recuperando alcuni edifici significativi, fare quelle operazioni che consentano alla gente di trovare interessante venire ad abitare in centro e aprirci un negozio. Non ci sono scorciatoie o miracoli. Bisogna riuscire a dare più valore, più qualità al centro, perché funzioni in questa maniera.

Vorrei anche ricordare un tema che è curioso che tutti si dimentichino, e mi è capitato recentemente, sono andato a guardarmi i programmi elettorali di una città di Vittorio Veneto, ci sono una montagna di liste elettorali, ce ne sono quattordici, mi pare, me li sono guardate tutti. Io in quattordici liste non ho trovato nessuno che parla della zona industriale di Vittorio Veneto-Conegliano che è la più grande zona industriale della parte alta della provincia. Il tema dell’industria, però, non dimentichiamocelo, dell’industria e della logistica, noi nel Piano abbiamo cercato di tenerne conto, perché è vero che quando si parla di industria, oggi come oggi si parla di disoccupati, di crisi aziendale e di inquinamento, però quanti occupati ci sono nella vostra zona produttiva? Che quota di prodotto interno produce la vostra zona produttiva rispetto a tutto il resto del territorio comunale? Io credo che serva un’attenzione per le zone produttive, per le attività imprenditoriali, per il rinnovamento tecnologico. Voi avete la fortuna di avere alcune aziende veramente importanti, e quindi parlando di verde, di servizi e di residenza, non dimentichiamoci che anche se è difficile da gestire, però l’industria serve, industria logistica, perché siamo in un posto importante, e tutto quello che si porta dietro, perché significa posti di lavoro, perché significa sviluppo, quello sviluppo che poi può ritornare anche e consentirci di fare gli altri tipi di operazioni.

Un’ultima considerazione sul sottopasso di Crete, prolungamento di Via I Maggio. Noi nel Piano abbiamo indicato la viabilità e le previsioni di viabilità importanti, quindi il Piano di assetto non è il Piano degli interventi che disegna la viabilità di progetto come vincolo preordinato all’esproprio, come una cosa precisa. Individua quelle che sono le scelte importanti. Noi lo abbiamo anche scritto nella relazione che quella strada secondo noi è importante, però dobbiamo anche mettere giù delle cose che siano realizzabili, oltre che plausibili e razionali, per cui abbiamo messo le previsioni viabilistiche solo se erano legate a programmi complessi o ambiti di miglioramento, in cui sappiamo che se un giorno partiranno, probabilmente nell’operazione riusciamo a trovare il modo di fare anche la strada. Quella strada l’abbiamo comunque individuata, prevista in norma ed è nella facoltà del Piano degli interventi introdurla. Secondo noi, è anche una scelta giusta farla. Il problema, come sempre, è quello delle risorse.

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SINDACA. Michele Saccon, prego. Michele SACCON. Aggiungo solo una cosa velocissima, perché già sono stati toccati tutti i

punti e gli argomenti sollevati. Nel merito del dimensionamento, dell’osservazione che veniva fatta, che comunque la riduzione del carico insediativo, dal punto di vista residenziale, comunque prevedeva di contro un incremento delle altre destinazioni. Questo è un problema che abbiamo riscontrato nel Piano regolatore vigente, nel senso che la capacità insediativa, soprattutto di tipo commerciale, turistico-ricettiva era concentrata all’interno del capoluogo. Pensiamo che Altino, per dire, non ha ad oggi una capacità insediativa di tipo turistico-ricettiva.

L’idea del Piano non è assolutamente quella di pensare a grandi strutture commerciali, come si è detto in precedenza, scritto anche in più parti dei documenti, né a grandi strutture di carattere turistico-ricettivo poste in zone improprie, bensì quella di fornire per ogni singola frazione, se voi andate a guardare il dimensionamento di ogni singolo ambito territoriale omogeneo, per ogni singola frazione c’è una dotazione minima di carico insediativo turistico-ricettivo, piuttosto di commerciale legato alla possibilità di fornire un servizio, un’utilità alla frazione residente. Questo peraltro è anche citato all’interno del documento.

Dichiarazioni di voto

SINDACA. Grazie. Ci sono interventi, dichiarazioni di voto? Ingegner Fanton. CONSIGLIERE FANTON. Per dichiarazione di voto, perché gli argomenti sono stati

sviscerati. Giustamente lo studio porta a suo credito gli argomenti trattati, ma qui il problema non è allo studio Tepco che ha messo in evidenza quello che c’è da dire, questo aspetto io mi aspetto che sia l’Amministrazione a dire che cosa il Piano degli interventi vuole fare. Ovverosia, faccio una provocazione, è pensabile un documento programmatico di attuazione del P.I., così molto snello che individui per i prossimi, non so, per un certo numero di anni, una temporalità e una priorità di interventi e una scala di interventi? Questo consentirebbe di capire anche ai vari ambiti territoriali qual è il loro destino. Ma non il destino in senso negativo, ma qual è la loro aspettativa di soluzione ai loro problemi. Perché effettivamente se il P.R.G. vigente è automaticamente il primo P.I., nel momento in cui il P.A.T. viene approvato, è evidente che prima bisognerà cominciare da qualche parte. Quindi proviamo a pensare a questo punto, lo butto lì, dopo chiaramente decidete voi.

Tutto questo mi fa dire che le premesse della cornice di prima ci sono, al di là di alcuni aggiustamenti che riteniamo debbano essere messi all’attenzione, ma soprattutto che l’Amministrazione è quella che deve fare ora la parte dell’attuatore, cioè dire chiaramente da dove vuole cominciare, se dal turismo, se dalla ciclabilità, se dalla viabilità, perché tutto non si può fare. Abbiamo capito perfettamente, le risorse sono quelle che sono, e sempre meno ce ne saranno. Priorità, esigenze ci sono, le ha appena citate il collega Saccon, le strutture, le infrastrutture sociali di gioco e palestra sono deteriorate e hanno bisogno di essere attivate, però chiaramente questa è una scelta. Se facciamo quello, non facciamo la viabilità.

Quindi lo sforzo che l’Amministrazione deve fare, la responsabilità che deve assumersi di fronte ai cittadini, è dire per noi gli obiettivi sono questi. Io di questo vorrei sentir parlare, sentir dire. Ragion per cui, allo stato attuale – e vengo alla dichiarazione di voto, che condivide anche la signora Baldoni – allo stato attuale delle cose, non può essere che di astensione attendendo quelle che sono le proposte, perché il P.A.T. ovviamente funziona di per sé, con piccoli aggiustamenti, ma è ben di qualche che questo benedetto quadro io non ho capito ancora che colori si useranno.

Quindi attendo fiducioso che l’Amministrazione, come ho detto altre volte, si sporchi le mani, ma non in senso negativo, si sporchi le mani di colore o di penna e dica che cosa vuole fare. A questo punto, ci potrà essere un contributo anche delle opposizioni per vedere se insieme si riesce a costruire quello che per me potrebbe essere un punto – ritorno e dopo chiudo – un punto di vantaggio per portare Quarto, che poi ha attaccato questo benedetto/maledetto nome di Altino,

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portare Quarto d’Altino a diventare centro che si merita l’attenzione dei numerosi milioni di turisti che sbarcano a Venezia, non vengono neanche fin qui, perché dice tanto non c’è nulla da vedere, e se ne tornano a casa. Quando magari ci potrebbero essere anche qui delle risorse incredibili da poter mostrare, come fanno i cinesi, quando si fa a Xi’an che ci fanno vedere i diecimila soldati sepolti. Non credo ci sia ancora questo, però molto c’è da fare. Quindi svincoliamoci da questo timore referenziale che Quarto d’Altino sia un paesello di campagna, probabilmente lo è, ma pensiamo un pochettino in grande. Quindi noi ci asteniamo, vi proponiamo la stesura di un documento programmatico, che discuteremo assieme e poi valuteremo.

SINDACA. Grazie. Altri interventi? Dichiarazioni di voto. Consigliere Varin. CONSIGLIERE VARIN. Io volevo un attimino tornare velocissimamente su un concetto.

Anche a Quarto, come in tanti altri territori del Veneto, le migliori soluzioni edilizie forse appartengono ad una decina d’anni fa, anche di più, quindici, quelle civili parlo, abitative, familiari, ed erano nate in un periodo particolare, dove c’erano le forme di cooperativa.

In un periodo di crisi come questo, secondo noi Quarto potrebbe diventare il paese pilota, ed è quello che illustreremo e scriveremo nel documento che accennavo prima, Quarto potrebbe diventare un territorio pilota per riprendere questa possibilità, deve parlare di co-housing come la CAM Associati che tutti conoscono, ormai propone da molto tempo, per dare possibilità a giovani che non devono essere soffocati da mutui impossibili e da pretese impossibili che le banche vogliono oggi, ma che magari, con qualche formula e con qualche aiuto, possano anche migliorare la qualità della vita e risolvere sotto un certo aspetto le problematiche edilizie di crisi, che poi crisi non è, ma è un’altra cosa quella che è successa, secondo noi.

Quindi, detto questo, per noi il P.A.T. rappresenta un passaggio fondamentale per il futuro del nostro territorio e i successivi Piani di intervento, detti anche “piani del Sindaco”, saranno sicuramente la vera chiave di lettura della vostra visione di sviluppo del territorio altinate, perché per sviluppo sappiamo che ci sono tante interpretazioni.

Noi abbiamo evidenziato fin dall’inizio della discussione del P.A.T. quali erano le priorità per focalizzare e sviluppare sul territorio altinate e ancora abbiamo ribadito questa sera queste priorità. Noi vorremmo fissare un’identità del territorio, che non sia quella esclusivamente commerciale, direzionale, alberghiera, logistica, perché questa è la visione del territorio che viene fortemente valorizzata attualmente nei documenti di questo P.A.T.

Secondo noi, proprio per definizione, il Piano di assetto del territorio dovrebbe partire il P.A.T. da un’idea globale di riordino dell’esistente al fine di eliminare le criticità più forti e poi, secondo un Piano di vivibilità e benessere civile, cittadino, urbano, uscendo dalle logiche speculative che ci hanno fortemente danneggiato fino ad oggi, pianificare uno sviluppo sostenibile, mirato alle necessità e al vero fabbisogno della comunità. Comunità civile che sarà d’ora in avanti sempre più gravata da pressioni fiscali locali, perché altre non ce ne saranno e a fronte di queste pressioni sarà necessario offrire i servizi adeguati. E questo equilibrio è la scommessa della sostenibilità futura, secondo noi.

Purtroppo anche in questo P.A.T., come nel P.R.G. precedente, emergono delle idee personali o delle azioni che vanno oltre la realizzabilità a breve, come spesso viene chiesto alle opposizioni, quando fanno proposte. Fate una proposta, ma deve essere sostenibile, fattibile, appoggiata, dentro la legge. Noi. Anche voi però. Quindi mettere in piedi qualcosa che veramente accontenta il fabbisogno della comunità. Per questo motivo, in questa fase il gruppo Per Quarto si astiene dalla votazione di questo P.A.T. Grazie.

SINDACA. Grazie. Altri interventi?

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Non ci sono altri interventi. Ricordo solo che sulla dimensione culturale e sociale, sui fatti concreti stanno per partire con i lavori del nuovo centro culturale per la biblioteca, gli spazi delle associazioni proprio per valorizzare questa dimensione e anche con l’obiettivo di rendere più attrattivo il centro, riqualificare l’edificato e in questa maniera rivitalizzando il centro e anche dare impulso alle attività commerciali. Era solo una sottolineatura.

Passiamo quindi al voto.

Dopodichè;

IL CONSIGLIO COMUNALE Premesso che: il Comune di Quarto d’Altino è dotato di Piano Regolatore Generale (P.R.G.) approvato dalla

Giunta Regionale del Veneto con DGRV n. 4618 del 7 agosto 1992; successivamente alla suddetta approvazione sono intervenute n. 31 varianti urbanistiche tra le

quali figurano in particolare: - Variante di adeguamento alle previsioni degli strumenti urbanistici di livello superiore –

PALAV e P.A. Parco Naturale Regionale del Fiume Sile, approvata con deliberazione del Consiglio Comunale n. 19 del 25 febbraio 2000, ai sensi e per gli effetti dell’art. 50, 9° comma, L.R. 61/1985 e ss.mm.ii.;

- Variante parziale di ampliamento potenzialità edificatorie residenziali, approvata dalla Giunta Reg.le Veneto con DGRV n. 2653 del 7 agosto 2006;

- Variante parziale di ampliamento potenzialità edificatorie settore produttivo, approvata dalla Giunta Reg.le Veneto con DGRV n. 2452 del 1 agosto 2006;

la Legge Urbanistica della Regione del Veneto n. 11 del 23.04.2004 e s.m.i., recante "Norme per il governo del territorio" (LUR), ha introdotto un sostanziale ripensamento delle politiche di pianificazione urbanistica reinterpretandole, appunto, in termini di governo del territorio.

a livello comunale la nuova pianificazione si esplicherà attraverso il "Piano Regolatore Comunale" che si articola in “disposizioni strutturali”, contenute nel Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) ed in “disposizioni operative” contenute nel Piano degli Interventi (P.I.);

l'articolo 12 della citata LUR, definisce il Piano di Assetto del Territorio come: “lo strumento di pianificazione che delinea le scelte strategiche di assetto e di sviluppo per il governo del territorio comunale, individuando le specifiche vocazioni e le invarianti di natura geologica, geomorfologia, idrogeologica, paesaggistica, ambientale, storico—monumentale ed architettonica, in conformità agli obiettivi ed indirizzi espressi nella pianificazione territoriale di livello superiore ed alle esigenze della comunità locale”;

l'articolo 15 della citata LUR, prevede che per la formazione del Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) possa essere attivata una procedura di pianificazione concertata tra Comune e Provincia. In tal caso la Giunta Comunale, elaborato il Documento Preliminare con i contenuti di cui all'articolo 3 della LUR, propone a tale Ente un accordo di pianificazione per la predisposizione del suddetto P.A.T.;

Richiamati i seguenti atti: Delibera del Consiglio Comunale n. 100 del 20 dicembre 2011, esecutiva, avente ad oggetto

"Linee Programmatiche", con la quale sono state approvate le linee programmatiche dell'Amministrazione comunale per il quinquennio 2011-2016;

Delibera della Giunta Comunale n. 138 del 22 dicembre 2011, esecutiva, avente ad oggetto "Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) a sensi L.R. 11/2004 - Costituzione Ufficio di Piano e indirizzi per l'avvio della progettazione";

Determina del Responsabile del Servizio Tecnico n. 79-681 del 30-12-2011, avente ad oggetto "Redazione del Piano di Assetto del Territorio in attuazione della L.R. 11/2004 - Costituzione

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Ufficio di Piano e disposizioni per l'avvio della progettazione" con la quale, in attuazione della sopra richiamata DGC n. 138/2011, è stato stabilito che l'Ufficio di Piano è composto dal Personale del Servizio Tecnico oltre a professionalità esterne all'Ente necessarie per l'espletamento di attività specialistiche inerenti la progettazione urbanistica, la redazione della VAS e della V.Inc.A., del Quadro Conoscitivo, delle analisi geologiche e idrogeologiche e di quelle di natura agronomica;

Determinazione del Responsabile del Servizio Tecnico n. 20-87 del 15-02-2012, avente ad oggetto "Servizio di progettazione coordinata del Piano di Assetto del Territorio. Affidamento alla società di ingegneria TEPCO Srl", con la quale veniva assegnato il Servizio di Progettazione coordinata del P.A.T. all'Arch. Leopoldo Saccon della società TEPCO Srl di Vittorio Veneto (TV);

Determinazione del Responsabile del Servizio Tecnico n. 61-204 del 10-05-2012, avente ad oggetto "Servizio di redazione della VAS e della VINCA all'interno del progetto di redazione del PAT. Determina di aggiudicazione", con la quale veniva assegnato all'Arch. Giovanni Battista Pisani con studio a Lendinara (RO) il Servizio di Redazione della V.A.S. e della V.INc.A. del P.A.T.;

Delibera della Giunta Comunale n. 55 del 17 maggio 2012, esecutiva, avente ad oggetto "Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) - adozione del Documento Preliminare e approvazione del Rapporto Ambientale Preliminare e della proposta di Accordo di pianificazione concertata con la provincia di Venezia (artt. 3, 4,5 e 15, L.R. 11/2004 e s.m.i."con la quale: - è stato adottato il Documento Preliminare al P.A.T., portante i contenuti di cui all'art. 3,

comma 5, della L.R. n. 11/2004; - è stato approvato il Rapporto Ambientale Preliminare redatto dal Valutatore Arch. Giovanni

Battista Pisani; - è stata approvata la Proposta di Accordo di Pianificazione con la Provincia di Venezia, redatto

ai sensi dell'articolo 15 della LUR; - è stato dato avvio al procedimento per la Valutazione Ambientale Strategica ai sensi della

direttiva 42/2001/CE e dell'articolo 4 della LUR, nonché al procedimento di Concertazione e Partecipazione ai sensi degli artt. 5 e 15 della LUR;

Accordo di pianificazione ex art. 15, L.R. 11/2004 e s.m.i., sottoscritto in data 25 settembre 2012 tra la Sindaca del Comune di Quarto d'Altino ed il Vice presidente della Provincia di Venezia, per la redazione in forma concertata del Piano di Assetto del Territorio comunale;

Delibera della Giunta Comunale n. 73 del 21 giugno 2012, esecutiva, avente ad oggetto "PAT - Proposte di accordo pubblico privato ai sensi dell'art. 6, L.R. 11/2004. Individuazione interventi di rilevante interesse pubblico";

Determinazione del Responsabile del Servizio Tecnico n. 102-308 del 13-07-2012, avente ad oggetto "Servizio di redazione del Quadro Conoscitivo. Aggiudicazione al Geom. J. Bernardi", con la quale veniva assegnato al Geom. Jonny Bernardi con studio a Revine Lago (TV), il Servizio di Redazione del Quadro Conoscitivo del P.A.T.;

Determinazione del Responsabile del Servizio Tecnico n. 172-511 del 20-11-2012, avente ad oggetto "Piano di Assetto del Territorio. Redazione della relazione naturalistica ambientale e realizzazione banca dati. Affidamento allo Studio Cassol e Scariot", con la quale veniva assegnato allo Studio dei dottori forestali associati Michele Cassol e Alberto Scariot con sede a Sedico (BL), il Servizio di redazione della Relazione Agronomica e relativa banca dati;

Determinazione del Responsabile del Servizio Tecnico n. 173-512 del 20-11-2012, avente ad oggetto "Piano di Assetto del Territorio. Affidamento Redazione dell'indagine geologica e adeguamento carte esistenti", con la quale veniva assegnato allo Studio del Dottore Geologo Dario Barazzuol con sede a Pieve di Soligo (TV), il Servizio di Redazione dell'Indagine Geologica;

Determinazione del Responsabile del Servizio Tecnico n. 175-523 del 21-11-2012, avente ad oggetto "Piano di Assetto del Territorio. Valutazione di compatibilità idraulica. Affidamento allo Studio B&M Ingegneria", con la quale veniva assegnato allo Studio di Ingegneria B&M degli

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Ingegneri Francesco Boghetto e Andrea Mori con sede a Treviso, il Servizio di Redazione della Valutazione di Compatibilità Idraulica del P.A.T.;

Delibera della Giunta Comunale n. 16 del 07 marzo 2013, avente ad oggetto "Accordi finalizzati alla determinazione del contenuto discrezionale degli atti di pianificazione territoriale ed urbanistica ai sensi dell'articolo 11, l. 241/1990 e dell'articolo 6, L.R. 11/2004. Determinazioni";

Delibera della Giunta Comunale n. 37 del 4 aprile 2013, avente ad oggetto "P.A.T. - Indirizzi per l'applicazione degli istituti perequativi previsti dalla L.R. 11/2004 e s.m.i.";

Delibera della Giunta Comunale n. 79 del 1 agosto 2013 avente ad oggetto "Piano di Assetto de Territorio - Conclusione della fase di concertazione di cui all'art. 5, L.R. 11/2004 e s.m.i.", con la quale la Giunta Comunale ha preso atto della conclusione della procedura di concertazione prevista dall'art. 5, L.R. 11/2004 e della non necessità di modificare il contenuto del Documento Preliminare adottato con DGC n. 55/2012;

Considerato che: nel corso del procedimento di concertazione e partecipazione avviato con DGC n. 55/2012 e

conclusosi con DGC n. 79/2013, sono stati acquisiti i seguenti pareri sul Documento Preliminare al PAT e sul Rapporto Ambientale preliminare: - Consorzio di Bonifica Veneto Orientale, Parere preliminare prot. n. 6281/Q.8 del 10-07-2012; - AULSS 12 Veneziana, parere prot. 46423 del 19-07-2012; - Commissione Regionale VAS, parere n. 150 del 20-12-2012, acquisito in data 22-01-2013 al

n. 1173 di prot.; in data 12-08-2013 al n. 11070 di prot., sono stati acquisiti agli atti del Comune gli elaborati di

progetto del P.A.T. redatti dai professionisti incaricati, successivamente integrati in data 14-11-2013 al n. 15718 di prot.;

in data 04-11-2013 al n. 15059 di prot. sono stati acquisiti agli atti del Comune il Rapporto Ambientale, la Sintesi non tecnica, la Valutazione di Incidenza Ambientale e le carte degli Habitat, predisposti dal Valutatore Arch. G. B. Pisani;

la documentazione di progetto del P.A.T. così acquisita è stata successivamente trasmessa alle seguenti autorità competenti ad esprimere i pareri propedeutici all'adozione del Piano: - Provincia di Venezia - Servizio Pianificazione Territoriale e Urbanistica, in data 14-08-2013,

prot. n. 11188; - Autorità di Bacino del Fiume Sile e della Pianura tra Piave e Livenza, in data 14-08-2013,

prot. n. 11181; - Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, in data 14-08-2013, prot. n. 11182; - Consorzio di Bonifica Veneto Orientale, in data 14-08-2013, prot. n. 11183; - Regione Veneto - Genio Civile di Venezia, in data 14-08-2013, prot. n. 11185; - Parco Naturale Regionale del Fiume Sile, in data 14-08-2013, prot. n. 11186;

in riscontro alle predette note sono pervenuti i seguenti pareri: - Provincia di Venezia - Verbale del Comitato Tecnico Provinciale n. 2014/02 del 31 gennaio

2014, favorevole con prescrizioni; - Autorità di Bacino del Fiume Sile e della Pianura tra Piave e Livenza, prot. n. 12215 del 11-

09-2013, favorevole con prescrizioni; - Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, prot. n. 14217 del 17-10-2013, parere idraulico

favorevole; - Consorzio di Bonifica Veneto Orientale, prot. n. 13885 del 11-10-2013, parere idraulico

favorevole con prescrizioni; - Regione Veneto - Genio Civile di Venezia, prot. n. 17320 del 17-12-2013, parere favorevole

con prescrizioni; le considerazioni e prescrizioni così formulate sono state quindi trasmesse ai professionisti

incaricati della redazione del Piano che, in data 14-03-2014 al n. 3631 di prot., hanno depositato nuovi elaborati di Progetto alle stesse adeguati;

con nota prot. n. 3632 del 14-03-2014, la documentazione progettuale aggiornata veniva trasmessa alla Provincia di Venezia per il completamento dell'iter istruttorio, dalla stessa

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concluso in data 25-03-2014; Quanto sopra premesso e considerato, Vista la deliberazione della Giunta Provinciale n. 46/2014 adottata nella seduta del 12 maggio 2014, con la quale la Provincia di Venezia ha preso atto del termine della fase di concertazione, ha condiviso i contenuti strategici del PAT esibito ai fini della sottoscrizione degli elaborati, verificandone la conformità al PTCP con prescrizioni; Dato atto che il giorno 12 maggio 2014, la Sindaca del comune di Quarto d'Altino ed il Vice Presidente della Provincia di Venezia hanno sottoscritto congiuntamente il Progetto del Piano di Assetto del Territorio, come formato dagli elaborati di seguito elencati:

Relazioni ed allegati: Tav. Oggetto Rif. Data/Prot. R 01 Relazione Tecnica Art. 13, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 R 02 Relazione di Progetto Art. 13, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 R 03 Relazione Sintetica Art. 13, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 R 04 Norme di Attuazione Art. 13, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 R 05 Dimensionamento Art. 13, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 Q 01 Relazione QC e banche dati Art. 13, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 A 03 Relazione agronomica e naturalistica Art. 13-43, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631

A 03 - all. 1 Relazione agronomica e naturalistica, Allegato 1 - Tavola della copertura del suolo agricolo

Art. 13-43, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631

A 03 - all. 2 Relazione agronomica e naturalistica, Allegato

2 - Superficie agricola utilizzata Art. 13-43, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631

G 01 Relazione Geologica Art. 13, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 G 02.A Carta Geolitologica Art. 13-43, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 G 02.B Carta Geolitologica Art. 13-43, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 G 03.A Carta Idrogeologica Art. 13-43, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 G 03.B Carta Idrogeologica Art. 13-43, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 G 04.A Carta Geomorfologica Art. 13-43, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 G 04.B Carta Geomorfologica Art. 13-43, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631

I 01 Relazione di compatibilità idraulica DGRV 181 del 19.06.2007 09-08-2013/11007 I 02.A Allegato alla relazione di compatibilità idraulica DGRV 181 del 19.06.2007 09-08-2013/11007 I 02.B Allegato alla relazione di compatibilità idraulica DGRV 181 del 19.06.2007 09-08-2013/11007

Elaborati di Progetto: Tav. Oggetto Rif. Data/Prot.

0 Carta dei contenuti strategici 14-11-2013/15718

1.A Carta dei vincoli e della pianificazione

territoriale Art. 50, lett. g), L.R.

11/2004 14-03-2014/3631

1.B Carta dei vincoli e della pianificazione

territoriale Art. 50, lett. g), L.R.

11/2004 14-03-2014/3631

2.A Carta delle invarianti Art. 50, lett. g), L.R.

11/2004 14-03-2014/3631

2.B Carta delle invarianti Art. 50, lett. g), L.R.

11/2004 14-03-2014/3631

3.A Carta delle fragilità Art. 50, lett. g), L.R.

11/2004 14-03-2014/3631

3.B Carta delle fragilità Art. 50, lett. g), L.R.

11/2004 14-03-2014/3631

4.A Carta delle trasformabilità Art. 50, lett. g), L.R.

11/2004 14-03-2014/3631

4.B Carta delle trasformabilità Art. 50, lett. g), L.R.

11/2004 14-03-2014/3631

5.A Carta delle compatibilità del PRG vigente 14-11-2013/15718 5.B Carta delle compatibilità del PRG vigente 14-11-2013/15718

Elaborati V.A.S. e V.Inc.A.: Tav. Oggetto Rif. Data/Prot.

-- Rapporto Ambientale Direttiva 2001/42/CE 14-11-2013/15718

DELIBERA DI CONSIGLIO n. 28 del 04-06-2014 Pagina 29 di 33 COMUNE DI QUARTO D'ALTINO

DGRV 2988 del 01-10-2004

-- Sintesi non tecnica All. C DGRV 791 del 31-

03-2009 14-11-2013/15718

-- Screening della Valutazione di Incidenza

Ambientale

Direttiva 1992/43/CE DGRV 3173 del 10-10-

2006 14-11-2013/15718

V04.1 (A) Carta degli Habitat Direttiva 1992/43/CE

DGRV 3173 del 10-10-2006

14-11-2013/15718

V04.1 (B) Carta degli Habitat Direttiva 1992/43/CE

DGRV 3173 del 10-10-2006

14-11-2013/15718

Supporti digitali: Tav. Oggetto Rif. Data/Prot.

-- n. 1 DVD contenente tutta la documentazione

sopra elencata oltre alle BD del QC) 14-03-2014/3631

Ritenuto sussistenti le condizioni ed i presupposti per poter procedere alla formale adozione del Piano di Assetto del Territorio; Reso infine noto che: per quanto previsto dall'art. 29, della L.R. 11/2004 e s.m.i., dalla data di adozione del Piano di

Assetto del Territorio, trovano applicazione le misure di salvaguardia di cui alla legge 3 novembre 1952, n. 1902, recante "Misure di salvaguardia in pendenza dell'approvazione dei piani regolatori", fino alla definitiva approvazione del Piano stesso;

la procedura di approvazione del Piano di Assetto del Territorio, a seguito della sua adozione, prevede le seguenti attività: - deposito del P.A.T., del Rapporto Ambientale e della Sintesi non tecnica, presso:

- il Servizio Tecnico del Comune di Quarto d'Altino; - il Servizio Pianificazione Territoriale e Urbanistica della Provincia di Venezia; - la Regione Veneto - uffici della Direzione Valutazione Progetti e Investimenti;

- pubblicazione dell'avvenuto deposito del Piano su due quotidiani a tiratura locale, sul sito Web del Comune e sul Bollettino Ufficiale della Regione Veneto;

- per gli aspetti urbanistici: il Piano è a disposizione del pubblico per trenta (30) giorni decorrenti dalla data di pubblicazione sul BUR dell'avviso di deposito, decorsi i quali chiunque può formulare osservazioni, contributi conoscitivi e valutazioni, nei successivi trenta (30)giorni;

- per gli aspetti ambientali: per sessanta (60) giorni decorrenti dalla data di pubblicazione sul BUR dell'avviso di deposito, il Piano è a disposizione del pubblico che può presentare osservazioni;

- trasmissione degli atti e del progetto di Piano alla Commissione Regionale V.A.S., per l'espressione del parere di competenza;

- trasmissione degli atti e del progetto di Piano alle autorità Ambientali competenti, per l'acquisizione dei rispettivi pareri di competenza;

- trasmissione del Quadro Conoscitivo alla Direzione Regionale Pianificazione Territoriale per l'acquisizione dell'indice IQ;

- raccolta, istruttoria e proposta di controdeduzione osservazioni; - condivisione proposta di controdeduzione con la Provincia di Venezia; - trasmissione pareri autorità ambientali e osservazioni controdedotte alla Commissione

Regionale VAS; - acquisizione parere Commissione Regionale VAS; - eventuale aggiornamento elaborati di Piano a recepimento pareri espressi e stesura

dichiarazione di sintesi procedura di VAS;

DELIBERA DI CONSIGLIO n. 28 del 04-06-2014 Pagina 30 di 33 COMUNE DI QUARTO D'ALTINO

- parere del Valutatore Tecnico Provinciale e acquisizione delibera della Giunta Provinciale ai fini dell'approvazione del P.A.T.;

- indizione Conferenza di Servizi decisoria, ratifica esiti C. di S. con deliberazione della Giunta Provinciale;

- pubblicazione atti sul sito Web del Comune e della deliberazione provinciale sul BUR; - efficacia del P.A.T., decorsi quindici (15) giorni dalla pubblicazione sul BUR della

deliberazione provinciale; Visto il D.lgs. 267/2000 e s.m.i.; Vista la L.R. 11/2004 e s.m.i.; Acquisiti i pareri previsti dagli artt.147 bis, comma 1 e 49, comma 1, del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, D.Lgs. 18 agosto 2000, n.267; Con n. 9 voti a favore, n. 4 astenuti ( Varin, Baldoni, Fanton e Cesarato ) espressi in modo palese per alzata di mano;

D E L I B E R A 1. Di adottare, ai sensi e per gli effetti dell'art. 15, comma 5, della L.R. 11/2004 e s.m.i., e per le

motivazioni sopra espresse, il Piano di Assetto del Territorio del Comune di Quarto d'Altino, il Rapporto Ambientale e la Sintesi non tecnica, come costituiti dagli elaborati di seguito elencati redatti dai professionisti indicati nelle premesse del presente atto:

Relazioni ed allegati: Tav. Oggetto Rif. Data/Prot. R 01 Relazione Tecnica Art. 13, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 R 02 Relazione di Progetto Art. 13, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 R 03 Relazione Sintetica Art. 13, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 R 04 Norme di Attuazione Art. 13, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 R 05 Dimensionamento Art. 13, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 Q 01 Relazione QC e banche dati Art. 13, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 A 03 Relazione agronomica e naturalistica Art. 13-43, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631

A 03 - all. 1

Relazione agronomica e naturalistica, Allegato 1 - Tavola della copertura del suolo agricolo

Art. 13-43, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631

A 03 - all. 2

Relazione agronomica e naturalistica, Allegato 2 - Superficie agricola utilizzata

Art. 13-43, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631

G 01 Relazione Geologica Art. 13, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 G 02.A Carta Geolitologica Art. 13-43, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 G 02.B Carta Geolitologica Art. 13-43, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 G 03.A Carta Idrogeologica Art. 13-43, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 G 03.B Carta Idrogeologica Art. 13-43, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 G 04.A Carta Geomorfologica Art. 13-43, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631 G 04.B Carta Geomorfologica Art. 13-43, L.R. 11/2004 14-03-2014/3631

I 01 Relazione di compatibilità idraulica DGRV 181 del 19.06.2007 09-08-2013/11007 I 02.A Allegato alla relazione di compatibilità idraulica DGRV 181 del 19.06.2007 09-08-2013/11007 I 02.B Allegato alla relazione di compatibilità idraulica DGRV 181 del 19.06.2007 09-08-2013/11007

Elaborati di Progetto: Tav. Oggetto Rif. Data/Prot.

0 Carta dei contenuti strategici 14-11-2013/15718

1.A Carta dei vincoli e della pianificazione

territoriale Art. 50, lett. g), L.R.

11/2004 14-03-2014/3631

1.B Carta dei vincoli e della pianificazione

territoriale Art. 50, lett. g), L.R.

11/2004 14-03-2014/3631

2.A Carta delle invarianti Art. 50, lett. g), L.R.

11/2004 14-03-2014/3631

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2.B Carta delle invarianti Art. 50, lett. g), L.R.

11/2004 14-03-2014/3631

3.A Carta delle fragilità Art. 50, lett. g), L.R.

11/2004 14-03-2014/3631

3.B Carta delle fragilità Art. 50, lett. g), L.R.

11/2004 14-03-2014/3631

4.A Carta delle trasformabilità Art. 50, lett. g), L.R.

11/2004 14-03-2014/3631

4.B Carta delle trasformabilità Art. 50, lett. g), L.R.

11/2004 14-03-2014/3631

5.A Carta delle compatibilità del PRG vigente 14-11-2013/15718 5.B Carta delle compatibilità del PRG vigente 14-11-2013/15718

Elaborati V.A.S. e V.Inc.A.: Tav. Oggetto Rif. Data/Prot.

-- Rapporto Ambientale Direttiva 2001/42/CE

DGRV 2988 del 01-10-2004

14-11-2013/15718

-- Sintesi non tecnica All. C DGRV 791 del 31-

03-2009 14-11-2013/15718

-- Screening della Valutazione di Incidenza

Ambientale

Direttiva 1992/43/CE DGRV 3173 del 10-10-

2006 14-11-2013/15718

V04.1 (A)

Carta degli Habitat Direttiva 1992/43/CE

DGRV 3173 del 10-10-2006

14-11-2013/15718

V04.1 (B)

Carta degli Habitat Direttiva 1992/43/CE

DGRV 3173 del 10-10-2006

14-11-2013/15718

Supporti digitali: Tav. Oggetto Rif. Data/Prot.

-- n. 1 DVD contenente tutta la documentazione

sopra elencata oltre alle BD del QC) 14-03-2014/3631

che sia pure non materialmente allegati alla presente deliberazione si trovano depositati agli atti del Servizio Tecnico comunale ove vengono univocamente identificati mediante il numero e la data di protocollo e l'apposizione degli estremi del presente atto di adozione, controfirmati dal Responsabile del Servizio Tecnico;

2. Di dare atto che, per quanto previsto dall'art. 29, della L.R. 11/2004 e s.m.i., dalla data di adozione del Piano di Assetto del Territorio, trovano applicazione le misure di salvaguardia di cui alla legge 3 novembre 1952, n. 1902, recante "Misure di salvaguardia in pendenza dell'approvazione dei piani regolatori", fino alla definitiva approvazione del Piano stesso;

3. Di dare altresì atto che, come previsto dall'accordo di pianificazione sottoscritto in data 25-09-2012 con la Provincia di Venezia, il Piano sarà approvato con le modalità previste dall'art. 15, L.R. 11/2004 e s.m.i.;

4. Di autorizzare, ai sensi e per gli effetti dell'art. 15, comma 6, della L.R 11/2004, la Sindaca o suo delegato a rappresentare il Comune in seno alla Conferenza di Servizi prevista dal medesimo articolo, esprimendo il voto definitivo sul Piano e sulle eventuali osservazioni pervenute;

5. Di demandare al Responsabile del Servizio Tecnico e dell'Ufficio di Piano, l'adozione di tutti provvedimenti conseguenti;

Infine, con voti n. 9 voti a favore, n. 4 astenuti ( Varin, Baldoni, Fanton e Cesarato ) espressi in modo palese per alzata di mano la presente deliberazione viene dichiarata immediatamente eseguibile.

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PARERE IN ORDINE ALLA REGOLARITA' TECNICA

(Art. 49 comma 1 T.U n. 267 del 18/08/2000) Favorevole Quarto d’ Altino, 28-05-2014. Il Responsabile del servizio F.to BARBIERI GIANMARIA

PARERE IN ORDINE ALLA REGOLARITA' CONTABILE (Art. 49 comma 1 T.U n. 267 del 18/08/2000)

Favorevole non comporta impegni di spesa Quarto d’ Altino, 29-05-2014. Il Responsabile del servizio F.to CARRETTIN ROSANNA ________________________________________________________________________________________________ Il presente verbale è stato letto, approvato e sottoscritto. La Presidente Il Segretario Generale F.to CONTE SILVIA F.to IACONO LUIGI

Relazione di pubblicazione

Ai sensi dell’art.24 del D.Lgs.267/2000, certifico che copia del presente verbale viene pubblicato in data odierna

all’Albo Pretorio on line, n. _______ Reg.Pubbl., per quindici giorni consecutivi.

Il ________________________

La funzionaria delegata F.to BEDIN GIULIANA

________________________________________________________________________________________________ Copia conforme all’originale, in carta libera per gli usi consentiti dalla legge Lì, ________________________ La funzionaria delegata

BEDIN GIULIANA

Certificato di esecutività

Si certifica che la su estesa deliberazione è stata pubblicata nelle forme di legge all’Albo Pretorio on line, per cui, dopo

il decimo giorno dalla pubblicazione, la stessa E’ DIVENUTA ESECUTIVA ai sensi del 3° comma, art. 134 T.U.

267/2000.

Lì, ________________________

La funzionaria delegata F.to BEDIN GIULIANA