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COMUNE DI CAPRAIA ISOLAProvincia di Livorno
PIANO OPERATIVOArt. 95 L.R. 65 del 24.10.2014
Il Vice Sindaco: Sig. Arturo VASUINO
Il Progettista Arch. Riccardo PORCIATTI
Indagini Geologico Tecniche: Dott. Carlo TOCCHINI Indagini Geologico Tecniche: Dott. Carlo TOCCHINI
Valutazione di Incidenza: AMBIENTE S.r.l.
Responsabile del Procedimento: Dott.ssa Jennifer MICHELOTTI
PresentazioneC.C. 10.05.2018
Maggio 2018
RAPPORTI TRA PIANO STRUTTURALE E PIANO OPERATIVO
Il Piano strutturale
rappresenta la “costituzione” del territorio delComune di Capraia Isola.
Può essere modificato solo se cambia il quadroconoscitivo. Solo se fatti socio-economici, territoriali,demografici producono cambiamenti e necessità talida richiedere la revisione della costituzione e quindi lamodifica del piano strutturale.
È uno strumento di governo del territorio, nel quale siIl Piano strutturale
È uno strumento di governo del territorio, nel quale siraccolgono in sintesi i diversi aspetti settoriali, i varitemi che influenzano l’assetto del territorio.Diversamente da quanto succedeva con il vecchioconcetto di Pdf o Prg, non tratta esclusivamente il temaedilizio e non pone al centro della propria attenzionel’edificabilità o meno dei suoli.
Le nuove aree edificabili infatti non sono riportate incartografia. Sono indicate esclusivamente solo lequantità massime ammissibili di alloggi nuovi, di areetrasformabili, di aree da salvaguardare.
è la parte del nuovo piano regolatore comunale che, nelrispetto delle indicazioni strategiche del pianostrutturale, ne attua gli indirizzi con decisioni operative econ una disciplina puntuale per il tutto territorio urbanoed extraurbano, per gli insediamenti esistenti e le aree dinuova urbanizzazione.È dunque parte finale di un processo coerente in tre
capitoli: Quadro Conoscitivo, Piano Strutturale,Piano Operativo che insieme producono il
Il Piano Operativo
Può essere modificato ogni volta che si ritiene necessario con un atto di solo consiglio comunale. Alcune sue previsioni - per esempio le
espansioni edilizie - decadono se non attuate nei cinque anni successivi all’approvazione del Piano Operativo stesso.
Nuovo piano regolatore comunale
CO
NTE
NU
TI D
EL P
.O..
TRASFORMAZIONE E RIQUALIFICAZIONE DEGLI ASSETTI INSEDIATIVI
1. Aree TR / Trasformazione degli Assetti Insediativi
Riguardano gli immobili ex Colonia Penale Agricola, posti sia all’internoche all’esterno delle aree urbane – UTOE 1, 2 e 3 – e sono indicati conapposita sigla nelle Tavole e nelle Schede che ne regolano gli interventi ele trasformazioni
Le Aree TR sono così individuate
TR01 – COMPLESSO EX CONVENTO DI SAN ANTONIO
CO
NTE
NU
TI D
EL P
.O
TR01 – COMPLESSO EX CONVENTO DI SAN ANTONIO
TR02 – SAN LEONARDO
TR03 – DIRAMAZIONE AGHIALE BASSO
TR04 – DIRAMAZIONE AGHIALE ALTO
TR05 – DIRAMAZIONE PORTOVECCHIO, CANTINA
TR06 – DIRAMAZIONE PORTOVECCHIO, POLLAIO
TR07 – DIRAMAZIONE L’OVILE
TR08 – DIRAMAZIONE LA MORTOLA
TR09 – DIRAMAZIONE LA STALLA
2. Aree RQ / Riqualificazione degli Assetti insediativi
Tali aree costituiscono ambiti strategici per i processi di sviluppo sostenibile delterritorio nonché per la riqualificazione e valorizzazione del patrimonio insediativoe/o ambientale.
Le aree RQ sono così suddivise:
RQ01 – ex UMI 2 Porto – PdL “Area Mazzei”
RQ02 – ex UMI 3 Porto – PdL “Area ex Mandola”
RQ03 – ex UMI 1 Paese – PdL “Area Raciti”RQ03 – ex UMI 1 Paese – PdL “Area Raciti”
RQ04 - ex UMI 4 Paese- PdL “Area Lippolis”
RQ05 – SAN ROCCO
CP02 Part.lla 801 Via San Leonardo
3. Aree CP/ Edificazione di completamento
Tali aree sono destinate a interventi edilizi di nuova edificazione concarattere puntuale.
Le Aree CP sono così individuate:
CP01 Part.lla 1079 Via San Giorgio
CP03 Part.lla 724p Via San Leonardo
CP ES Part.lle 507,730,840,509,516,537 Via Carlo Alberto Dalla Chiesa
CP03 Part.lla 724p Via San Leonardo
CP04 Part.lla 163 Via Genova
CP05 Part.lla 1025 Via Cavo Nero
CP06 Part.lla 200 Via Vittorio Emanuele
CP07 Part.lla 75 Via Assunzione
CP08 Part.lla 922 Via Assunzione
Tabella Dimensionale del P.S. - STANDARDS
Utoe Area Superficie Densità Nuova Volumetria
Indifferenziata
Ha n° ab/ha Mq
1 RQ1 ex UMI 2 4362 55,00 Residenziale Commerciale 1650
RQ2 ex UMI 3 7455 57,00 Residenziale Commerciale 1700
CP08 3290 14,00 Residenziale 400
CP07 230 4,00 Residenziale 100
3850
2 RQ3 ex UMI 1.1 e 1.2. 2450 11,00 Commerciale 350
RQ4 ex UMI 4 1441 5,00 Commerciale 150
CP05 ex AC2 1049 13,00 Residenziale Commerciale 400
CP01 1780 9,00 Residenziale 220
Destinazione d'uso
CP01 1780 9,00 Residenziale 220
CP02 600 6,00 Residenziale 150
CP03 760 7,00 Residenziale 180
CP04 1130 10,00 Residenziale 250
CP06 270 4,00 Residenziale Commerciale 100
CP PEEP 9400 58,00 Residenziale 1440
3240
3 0 0
4 0 0
5 0 0
Tot 34217 253,00 7090
Rispetto al Piano Strutturale la previsione del PO attua parzialmente quanto previsto nella misura di mq. 7090, rimandando ai PO
successivi la possibilità di utilizzare la quota non utilizzata pari a mq. 1.060.
DISCIPLINA DEL SISTEMA INSEDIATIVO CONSOLIDATO
Gli edifici esistenti sono stati oggetto di schedatura – di supporto al Piano Operativo– e vengono identificati e classificati rispetto al grado di valore derivante dalleschede stesse.
Gli interventi ammessi sono distinti per ambiti territoriali e definiti in relazione alvalore storico, architettonico ambientale ed alle caratteristiche attuali delmanufatto.
Per ciascuna delle categorie sono definiti gli interventi ammissibili, compatibilmentecon la destinazione e la disciplina dei singoli ambiti territoriali come specificato nellesingole disposizioni di riferimento e potranno essere ulteriormente dettagliate especificate nel Regolamento edilizio aggiornato e sono riferiti alla categoriespecificate nell’Appendice alle presenti norme e nella L.R. 65/204.
I singoli manufatti edilizi sono classificati
a) edificato di valore monumentale, GRUPPO 1 -corrispondente al patrimonio diinteresse storico, artistico e architettonico comprendente gli immobili vincolati aisensi della ex legge 1089/39, ora D.Lgs. 42/2004;
b) edificato di valore storico documentario, GRUPPO 2 - comprendente edifici e nucleiedilizi di interesse storico e documentario per i riferimenti alle tipologie costruttivestorico tradizionali ed alle forme di organizzazione dei nuclei abitati;
c) Edifici e/o complessi di edifici di valore storico testimoniale in rapporto al contestourbano, GRUPPO 3 - edifici e/o complessi edilizi, che caratterizzano gli ambitistoricizzati del tessuto insediativo del centro storico, compresi, come per il Gruppo2, in un periodo di realizzazione che va dal 1891 al 1955, ma che abbiano subitotrasformazioni tipologiche evidentitrasformazioni tipologiche evidenti
d) Edificato Consolidato recente, GRUPPO 4 - edifici che costituiscono la parte diminor interesse architettonico e/o storico testimoniale del patrimonio esistentedi recente costruzione, compreso nel periodo fra il 1955 ed il 1981 (Sezionestorica dell’edificato allegato al PS) o completamente trasformate e comunquetutto l’edificato non ricompreso nelle categorie precedenti
e) Edificato di Valore ambientale, GRUPPO CP - comprendente gli Immobili ExCompendio Carcerario esterni alla Schedatura TR
f) Edifici Produttivi, GRUPPO 5 - edifici di origine recente realizzati con caratteritipologici e morfologici finalizzati allo svolgimento di attività produttive o di tipospecialistico comunque diverse dalla residenza
g) Edifici privi di interesse architettonico ed incompatibili con il contesto insediativo, GRUPPO 6
h) Volumi Secondari (VS), Edifici a trasformabilità limitata (TL), Edifici diruti daricostruire (R)
La schedatura del Centro Storicosi riporta a titolo esemplificativo la struttura della singola Scheda per meglio comprenderne la
natura, la finalità e gli obbiettivi rispetto agli interventi ammessi
DISCIPLINA DELLE AREE URBANE E DI INFLUENZA URBANA
1) Aree urbanizzate dei Centri Storici, che comprendono:
Tessuti storici ed edifici sparsi storicizzati
Tessuti consolidati prevalentemente residenziali
Tessuti consolidati prevalentemente artigianali e produttivi
2) Aree di influenza urbana, che comprendono:
Verde e suoli prevalentemente non edificati ad uso privato soggetto a riqualificazione (Vpr)
Verde privato prevalentemente non edificato soggetto a tutela (Vpt)
Aree di margine e/o intercluse ad uso agricolo o in stato di abbandono (Vpa)
Troviamo poi l’ “Ambito Naturalistico e di RilevanzaAmbientale” costituente ambito di applicazione delladisciplina del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
DISCIPLINA DEL TERRITORIO RURALE
Per “territorio rurale” deve intendersi la porzione di territorio comunale esterna alla perimetrazione del Territorio urbanizzato costituito dai “Centri Storici e delle aree di influenza urbana” - Il territorio rurale è costituito, come definito dal P.S., in due parti:
“Aree Rurali a valenza turistica” “Aree Rurali a valenza Agricola”
disciplina del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.Ricadono nel territorio rurale le aree e gli immobili definiti“nuclei storici” ex colonia penale, le emergenze storiche,individuati con apposito segno grafico negli elaboraticartografici su base C.T.R..Ricade nell’“Ambito Naturalistico e di RilevanzaAmbientale” in particolare l’immobile denominato“diramazione La Mortola”, e le altre emergenze storicheindividuate con apposito segno grafico negli elaboraticartografici su base C.T.R..Nelle aree ricadenti in questo Ambito si applicano lenormative specifiche di riferimento sovraordinato, ParcoNazionale dell’Arcipelago Toscano, - S.I.C., Z.P.S. e S.I.R.
Ricadono in questo ambito prevalentemente le Aree Ex Colonia
Penale Agricola (UTOE 3 di P.S.)
P.N.A.T.
MARE E SPIAGGE
Sono le aree dove sono prevalenti le funzioni legate al turismo balneare, caratterizzate sia dalla presenza dei servizi e strutture connesse alla balneazione, a carattere stagionale, che da ambienti naturali.
Le aree di cui sopra sono assimilabili alle zone F del D.M. 2.4.1968 n. 1444 e sono suddivise nelle seguenti zone:
- Zona 7 TORRETTA AL BAGNO
- Zona 1 LA GROTTA
- Zona 2 CALA SAN FRANCESCO
- Zona 3 CALA DELLO ZURLETTO
- Zona 4 PUNTA DEL FRATE
- Zona 5 CALA DELLA MORTOLA
- Zona 6 CALA DEL CEPPO
1. identificazione e ambiti
2. Regole d’uso e di intervento
3. Regole per gli interventi di trasformazione
4. Aspetti Geomorfologici
5. Regole per la Gestione