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E C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A Formazione Bologna rende omaggio ai “cervelli” migliori Indagine Demografia, finita l’era della “crescita zero” Ricordo Ernesto Stagni, addio al “presidentissimo” N° 5 2010 In campo altri 36 milioni: 22 per la ricerca e l’innovazione nelle filiere produttive, 12 per favorire la nascita di reti di imprese Sostenere la ripresa Settori La ceramica risorge grazie agli States Turismo Riviera, il barometro volge al bello

CONERRE1006x5 - Unioncamere Emilia-Romagna · 2012-04-18 · Romagna: Coincart srl di Cervia (Ravenna) e Rimos srl di Mirandola (Mode-na). Coincart fa interme-diazione e consulenza

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E C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A

FormazioneBologna rende omaggioai “cervelli” migliori

IndagineDemografia, finita l’eradella “crescita zero”

RicordoErnesto Stagni,

addio al“presidentissimo”

N° 52010

In campo altri 36 milioni:22 per la ricerca e l’innovazionenelle filiere produttive,12 per favorire la nascitadi reti di imprese

Sostenerela ripresa

SettoriLa ceramica risorgegrazie agli States

TurismoRiviera,

il barometrovolge al bello

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Il 2009 è l’anno in cui si sono sca-ricati maggiormente gli effettidella crisi finanziaria innescata,ormai nel lontano agosto 2007,

dai mutui ad alto rischio (sub prime)statunitensi, e propagatasi dallafinanza all’economia reale in unasorta di effetto domino, che ha com-portato un brusco ridimensionamen-to delle attività, con pesanti conse-guenze sul commercio internazionalee sul mercato del lavoro. Anche inEmilia-Romagna si sono manifestatigli effetti evidenti della crisi economi-ca mondiale, la più grave dal dopo-guerra, con segnali negativi diffusi.Secondo un’indagine condotta daUnioncamere Emilia-Romagna eIstituto Guglielmo Tagliacarne, circail 70% delle imprese ha dichiarato diavere avuto conseguenze negativedalla crisi, che si sono per lo piùesplicate nella riduzioni di ordini daparte della clientela, determinandocali di liquidità e di ordinativi ai for-nitori, oltre a maggiori difficoltà adincassare dai clienti.In questo contesto di profonda eramificata crisi, secondo le stime diUnioncamere regionale, l’Emilia-Romagna ha chiuso il 2009 con undecremento reale del Pil del 5%, chesi aggiunge alla riduzione dell’1%rilevata nell’anno precedente. Oltrealla diminuzione del Pil, per ladomanda interna, il calo, in terminireali, è stato del 3,2%. Dal 1990 adoggi solo nel 1993 si ebbe un arre-tramento di tale entità. Su questoandamento ha pesato soprattutto laflessione prossima al 12% accusatadagli investimenti fissi lordi.La botta dunque è stata forte ancheper un tessuto economico solido eparticolarmente vocato alle esporta-zioni, che negli ultimi otto annierano cresciute in quantità (più13%), ma soprattutto in valore (più51%) e nel valore medio unitario

(più 33,7%) a testimonianza dellaqualità delle nostre produzioni.Proprio la caduta dell’export (meno23,5% in valore nel 2009) per ilcrollo della domanda mondiale,assieme alla diminuzione della pro-duzione industriale in senso stretto(meno 14,1%), il calo dell’occupa-zione (meno 1,2% su base annua), lacrescita abnorme e inusuale dellacassa integrazione (più 652,2%),danno una immagine sintetica e altempo stesso preoccupante di comela crisi abbia colpito anche in Emilia-Romagna, pur se in modo meno evi-dente rispetto al Paese.La flessibilità e l’adattabilità della reteproduttiva, la tenacia degli imprendi-tori, e il ruolo importante fornito, perla tutela occupazionale,dalla Regione e dalleamministrazioni locali,hanno permesso al tes-suto economico di resi-stere ai colpi più duri edi lavorare per ricuciregli strappi.La ferita è stataprofonda e la guarigio-ne sarà lenta: solo afine 2010 potrebbeesserci una ripresa, con una crescitadel Pil pari all’1,1 per cento. I daticongiunturali sul primo trimestre2010, che mettono in evidenza pro-prio una leggera ripresa dell’export(3,9% in più rispetto all’analogoperiodo del 2009) sembrano confer-mare l’avvio di una risalita che saràperò lunga e difficile. Proprio ilsostegno alle imprese sui mercatiinternazionali, per un sistema forte-mente esportatore come quello emi-liano-romagnolo, l’investimentosulla ricerca e l’innovazione, ancheper qualificare il contenuto dei nostriprodotti e processi produttivi, lasemplificazione e la sburocratizza-zione, possono essere i motori di uncambio di marcia e di direzione.La sfida che attende l’Emilia-Roma-gna è difficile, ma chiara: istituzioni,imprese e mondo del credito, devonodare concretezza con poche ma preci-se linee di azione condivise, al “faresistema” per tradurre questa frase dafigura retorica in un gioco di squadrache possa essere di nuovo vincente

Lenta la ripresaChiarissime le sfide

Giù gli investimenti, Cig a più 650%, export in picchiata.Ci vorrà tempo per lasciarsi alle spalle il 2009

EDITORIALE

Banche, impresee istituzioni:servirà nel futurouna collaborazioneancora più stretta

* PresidenteUnioncamere Emilia-Romagna

diAndreaZanlari*

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SOMMARIO

29 INNOVAZIONEByFlow, da Bolognaalla CaliforniaDI GIOVANNI BERTI

30 TERRITORIFerrara e ModenaObiettivo competitivitàDI GIUSEPPE SANGIORGI

32 SERVIZI“Rete Imprese Italia”Obiettivo sviluppoDI NICOLETTA CANAZZA

34 FOCUSCrisi, un anno dopoNumeri e prospettiveDI ELISA BARBIERI

38 SCENARIAmartya Sen: oltrela “dittatura” del PilDI BARBARA COSTANTINI

41 Nuovi managerO meglio, “supereroi”DI LEA FERMI

43 INDUSTRIACnh, al via il pianodi ristrutturazioneDI ANTONELLA CARDONE

44 ENERGIAAmbiente, una levaper la competitivitàDI LUCA POLITANO

46 Le tradizionali caldaiehanno i giorni contatiDI MARCO CASAMENTI

48 AMBIENTEUn sistema di valvoleper ridurre gli sprechiDI GIORGIA MAZZOTTI

50 AZIENDEDa Modena l’energiaper la Fontana di TreviDI GIORGIA MAZZOTTI

52 Responsabilità socialecome risposta alla crisiDI MATTEO BARBONI

1 EDITORIALELenta la ripresaChiarissime le sfideDI ANDREA ZANLARI

4 IN BREVE

6 VANNO E VENGONO

8 PRIMO PIANOAltri 36 milioniper sostenere la ripresaDI NATASCIA RONCHETTI

12 TURISMORiviera il barometrovolge al belloDI NATASCIA RONCHETTI

16 RICORDOStagni, addioal “presidentissimo”DI GIUSEPPE SANGIORGI

18 FORMAZIONEBologna rende omaggioai “cervelli” miglioriDI ANTONELLA CARDONE

21 OPPORTUNITÀSpinner, 400mila europer l’innovazioneDI ANTONIO MINGUZZI

22 INDAGINEDemografia, finita l’eradella “crescita zero”DI NATASCIA RONCHETTI

24 IMPRESEPmi tra presente incertoe orizzonti possibiliDI ENRICO VINCENZI

26 SETTORILa ceramica risorgegrazie agli StatesDI NICOLETTA CANAZZA

28 Ceramic Tiles of ItalyObiettivo Nord AmericaDI MARCO CASAMENTI

QUADERNI&DOCUMENTIGiornatadell’Economia 2010

Anno XVI - n. 5 - 2010Fuori commercio

Direttore responsabileAndrea Zanlari

Coordinamento editorialeRoberto Franchini (vicedirettore)Ugo GirardiMorena Diazzi

Coordinamento redazionaleContesto Comunicazione srlBarbara GalzignaGiuseppe Sangiorgi

Segreteria di redazione

c/o Unioncamereviale Aldo Moro, 6240127 BolognaTel. 051-637.70.26Fax 051-637.70.50e.mail: [email protected]

Foto Voli società cooperativaVia Ciamician 4, 40127 Bologna

Progetto grafico e impaginazioneContesto Comunicazione S.r.l.via Zucconi, 9041100 ModenaTel. 059-34.63.18Fax 059-29.29.842e.mail: [email protected]

Concessionario per la pubblicitàFranco Pavoncellivia Rosaspina n. 540129 BolognaTel. 051-359933e-mail: [email protected]

StampaLabanti e NanniIndustrie graficheVia G. Di Vittorio, 5-7 -40056 Crespellano (Bologna)tel. 051-96.92.62 - fax 051-96.92.69e-mail: [email protected]

Autorizzazionedel Tribunale di Bolognan° 6285 del 27 aprile 1994

In copertinafoto Voli società cooperativa

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FormazioneBologna rende omaggioai “cervelli” migliori

IndagineDemografia, finita l’eradella “crescita zero

RicordoErnesto Stagni,

addio al “presidentissimo”

N° 52010

In campo altri 36 milioni:22 per la ricerca e l’innovazionenelle filiere produttive, 12 per favorire la nascita di reti di imprese

Sostenerela ripresa

SettoriLa ceramica risorgegrazie agli States

TurismoRiviera,

il barometrovolge al bello

Mensile dell’Unione regionaledelle Camere di commerciodell’Emilia-Romagnae della Regione Emilia-Romagna

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RAVENNAUN’INTESAPER LO SVILUPPODEL PORTO

I presidenti di Confindu-stria Ravenna GiovanniTampieri e dell’Associazio-ne degli spedizionieriRiccardo Martini, hannosiglato un protocollo diintesa per lo sviluppo dellaportualità e della logisticasul territorio. I vertici delle

due associazioni hannodeciso di instaurare unacollaborazione per aumen-tare la forza rappresentati-va e dare maggior peso allavoce delle imprese associa-te. Tra le principali temati-che, la crescita del trafficocontainer, l’esigenza di unmiglioramento dei servizipubblici in porto e la cresci-ta di competitività rispettoa scali portuali competitorquali Venezia e Trieste.

BOLOGNAPIQUADROCRESCEIN RUSSIA

Sei anni dopo la primaapertura a Mosca, Piqua-dro, marchio bolognese diprodotti per il business e ilviaggio, ha inaugurato ilsuo sesto negozio in città, il“flag ship score” al nume-ro 2 della PetrovskijeUJlitsa, che segue una seriedi recenti aperture all’este-ro: negli Emirati, a HongKong, Pechino, Shanghai eTaiwan. È la boutiquenumero 79 per Piquadronel mondo e si inserisce in

un piano di aperture che,tra Italia ed estero, ha vistoPiquadro inaugurare 25nuovi negozi proseguendoin un trend di crescita cheha duplicato il numero dipunti vendita monomarcanegli ultimi sei anni.

PREMI“OK ITALIA”,OPPORTUNITÀOLTRE LA CRISI

Casi di piccole impreseche hanno fatto della crisiun’opportunità per rilan-ciare la propria attività econfrontarsi con successocon i competitor oltreconfine. A queste azien-de, che hanno vinto lasfida dei mercati interna-zionali, è stata dedicata lasettima edizione delPremio Ok Italia 2010 diUniCredit Group. Sulpodio, anche due impreseche hanno sede in Emilia-

Buoni risultati per la settimaedizione della kermesse

NauticaMed World, che si èsvolta a Ravenna, promossadall’azienda speciale Sidi Euro-sportello della Camera di com-mercio e dall’Ice per favorireconcrete opportunità di scam-bio e di cooperazione commer-ciale e produttiva tra aziendeitaliane del settore e operatori

provenienti dai Paesi individua-ti come target. Sono stati oltre400 gli incontri d’affari B2B tra44 aziende italiane e 17 opera-tori stranieri per rendere il com-parto nautico nazionale semprepiù attraente per i mercati este-ri: di NauticaMedWorld, carat-terizzata dalla forte predomi-nanza delle imprese emiliano-romagnole (quasi la metà deitotale) e di ben 10 realtà delravennate (Amici Atos, Arimar,Astim, Biesse Sistemi, Ceredi,Glomex, Quick, Riba Compo-sites, Siner “G”, Wamblee).Le delegazioni estere più atti-ve nel rapporto con gli opera-tori italiani (produttori dicomponentistica, accessoristi-ca, impiantistica, allestimento-arredamento di imbarcazioni)sono state quelle australiane,neozelandese, e russa, in parti-colare grazie ai contatti avviatidai cantieri di San Pietroburgocon aziende italiane di impianti-stica e componentistica nautica.Un focus specifico è stato dedi-cato all’India con la presenzadel console indiano.

Ottimo bilancio per il NauticaMedWorld di Ravenna

A gonfie veleverso nuovi orizzonti

Quattordici operatori sudafricani, trentotto imprese emiliano-romagnole, oltre 135 incontri b2b: sono i numeri del workshopospitato dalla Camera di commercio di Reggio Emilia e dedica-to alle aziende regionali del settore della meccanica e dell’ener-gia interessate al mercato del Sud Africa, salito alla ribalta inter-nazionale anche grazie alla Coppa del mondo di calcio.L’iniziativa “Promozione filiera della meccanica ed energianell’Africa del Sud” rientrava nella Convenzione tra Ice – Istitutonazionale per il commercio estero – e Regione Emilia-Romagnaed è stata realizzata in collaborazione con Unioncamere Emilia-Romagna e il sistema camerale regionale. Il workshop ha pro-seguito un percorso iniziato con due missioni promosse nel2008 e 2009 e realizzate a livello regionale.

L’iniziativa della Camera di ReggioObiettivo Sudafrica

Vetrina francese per le eccel-lenze agroalimentari dell’E-

milia-Romagna. È accaduto perla sesta edizione de “L’Italie àTable”, una mostra mercatoaperta al pubblico dedicata allaproduzione alimentare italiananel cuore verde di Nizza, i giardi-ni al centro della Promenade desAnglais, sul lungomare emblemadella città. In uno spazio allestitoda Unioncamere Emilia-Roma-gna, diciotto imprese regionalihanno presentato a buyer e opi-nion leader e messo in vendita alpubblico i propri prodotti.Tra le azioni promozionali a sup-porto, va segnalata la seratadedicata alla degustazione deiprodotti regionali messi a dispo-sizione dalla Camera di commer-cio di Reggio Emilia (capofiladella missione che ha coinvoltoanche gli enti camerali diBologna, Ferrara, Forlì-Cesena eRimini), agli opinion leader loca-li, tra cui giornalisti di settore erappresentanti della ristorazionelocale.

EnogastronomiaSapori nostraniprotagonistiin Costa Azzurra

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IN BREVE

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Romagna: Coincart srl diCervia (Ravenna) e Rimossrl di Mirandola (Mode-na). Coincart fa interme-diazione e consulenza nelcommercio di macchine eattrezzature per l’industriacartaria, mentre Rimos hasviluppato un know howche permette di produrremedicali sterili monousoper ginecologia. Fondatanel 1988 da Maria Gorni,Rimos esporta in 64 Paesicon preferenza per il mer-cato tedesco.

PARMACEPIMSCOMMETTESULLATURCHIA

Una delegazione di docen-ti e studenti della Facoltà diEconomia di Izmir ha visi-tato l’Interporto di Parma,nell’ambito di un tour diapprofondimento dellestrutture logistiche e inter-modali in Italia. L’iniziativaha fatto seguito al recenteintervento come relatore diCepim in Turchia per parla-re di infrastrutture logisti-che intermodali al “10thInternational LogisticsEvent” di Kusadasi, dove è

stato chiamato per illustra-re la realtà italiana degliinterporti e la loro capacitàdi promuovere e incentiva-re il trasporto intermodaleinternazionale. Cepim faparte del board di Euro-platform, gruppo europeodi interesse economico(Geie) che riunisce oltresessanta tra interporti ecentri logistici europei.

MODENAUN PONTETRA RICERCAE IMPRESA

Il presidente degli indu-striali modenesi Pietro Fer-rari e il rettore dell’Univer-sità di Modena e ReggioEmilia Aldo Tomasi hannofirmato un protocollo d’in-tesa in cui si definisconorapporti di collaborazione eimpegno sinergico tra ilsistema universitario equello imprenditoriale conparticolare attenzione allaricerca e alla formazione dialto livello. Tra gli obiettividella convenzione, una

maggiore apertura al cam-biamento, la creazione dicondizioni per favorire l’in-novazione anche tramiteincentivi alla formazione diimprese basate sulla cono-scenza, più stretti legamitra il mondo della e aziendeper offrire occasioni di svi-luppo, nuove competenzee diffusione di una culturaimprenditoriale ispirata daun atteggiamento positivoverso il rischio.

ExportL’agroalimentaremodenesefa rotta a est

CreditoCrescono projectfinancinge partenariato

Dodici buyer esteri provenientida Polonia, Ungheria, Repub-

bliche Ceca e Slovacca, selezionatidalle Camere di commercio italianedi Varsavia, Budapest, Praga eBratislava, hanno incontrato alForum Monzani,25 aziende delsettore agro-ali-mentare della pro-vincia di Modena,per un totale dicirca 230 meetingbilaterali. Il work-shop, organizzatodall’azienda spe-ciale Promec incollaborazione con Unioncamereregionale, all’interno delle attivitàdella rete Enterprise EuropeNetwork, per attivare nuovi rappor-ti di cooperazione di carattere com-merciale, è stato preceduto da visi-te alla scuola alberghiera Ial diSerramazzoni dove è stata presen-tata l’enogastronomia modenese,alla Galleria Ferrari e al centro stori-co di Modena.

Camera di commercio, Comune e Provincia diPiacenza, Fondazione di Piacenza e Vigevano

hanno bandito un concorso per individuare progetti direalizzazione di un punto panoramico sul fiume Po. Lacommissione di valutazione del concorso (presieduta dalCommissario straordinario della Camera di commercioGiuseppe Parenti) ha scelto tra le 105 proposte perve-nute, i tre progetti vincitori. Al primo posto “Ed è subi-to sera” firmato da Jhonny Sturari, Johan Kolhls ePierluigi Bucci che si è aggiudicato il premio – messo adisposizione dalla Camera di commercio – di 14milaeuro. Ai posti d’onore “Il riflesso del vento” ideato daGiorgio Santagostino, Monica Sofia Alves Margarido,Alessandro Gasparini, Ilaria Danielli, Stefano Farina e“Free as a bird” di Roberto Del Sarto, Piercarlo Felicetti,Matteo Roselli, Claudio Musacchio. Il secondo e il terzopremio sono stati garantiti dalla Fondazione di Piacenzae Vigevano (rispettivamente, 7mila euro e 3500 euro).Le altre 102 opere sono state classificate a pari merito.La premiazione si è svolta all’Urban Center di Piacenzadove è stata allestita una mostra di tutti gli elaborati.“Piacenza è una città nata sul fiume Po che ha il dove-re di valorizzarlo – ha commentato Parenti –speriamoche in futuro ci sia l’opportunità di realizzare uno deiprogetti presentati”.

L’Osservatorio regionale delProject Financing e del parte-

nariato Pubblico – Privato, pro-mosso dalle Camere di commerciodell’Emilia-Romagna e dall’Unio-ne regionale, ha diffuso i dati delprimo quadrimestre del 2010(consultabile sul sito di Unionca-mere Emilia-Romagna www.uc-rer.camcom.gov.it.) Tra gennaio eaprile, sono state bandite 97 gareper la realizzazione di opere pub-bliche attraverso forme contrat-tuali che rientrano nell’ambito delpartenariato pubblico-privato.Rispetto al primo quadrimestre2009 si osserva una forte espan-sione del mercato sia per numerodi gare (da 30 a 97) sia per l’am-montare dell’investimento (da46,4 ad oltre 147 milioni di euro).A livello nazionale, l’Emilia-Roma-gna si attesta al secondo postoper numero di gare e al quinto peril volume di affari.

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Premiati i tre progetti vincitoriPunto panoramico sul Po

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VANNO E VENGONO

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COOPERAZIONE E TRASPORTI

Fedagri-Confcooperative rinnova la fiducia a Bettini.Emilio Sabattini entra nel cda di Autobrennero

Giovanni Bettini, presidente della cooperativa imolese Clai, è stato confer-mato alla guida di Fedagri-Confcooperative per l’Emilia-Romagna. CesareTardini è subentrato ad Aldemiro Bertolini al timone di FedagriConfcooperative Modena.La cooperativa Sacmi ha eletto il nuovo cda: presidente Domenico Olivieri,vice Paolo Mongardi.Il presidente della Provincia di Modena, Emilio Sabattini è stato eletto nelcda di Autobrennero spa, la società proprietaria dell’autostrada A22.

CONFAPI

Secondo mandatoper BargelliniSecondo mandato alla guida diConfapi Rimini per Bruno Bargel-lini, imprenditore del settoremetal-meccanico di Poggio Berni (“TopAutomazioni” srl).Confermato anche AlessandroRapone come direttore dell’asso-ciazione delle Pmi riminesi.Al timone del Gruppo FilieraEdilizia di Aniem (AssociazioneNazionale Imprese Edili Manifat-turiere) Confapi Piacenza, è statodesignato Armando Schiavi, titola-re di Schiavi Inerti srl.Cofim Modena ha confermatoGiuseppe Gelati (Trascar spa diBomporto) alla presidenza. Il verti-ce del Confidi è completato da trevice: Andreina Demetri, Elena Lan-cellotti e Claudio Antonio Testi.

CREDITO

Emil Ro, Bpersceglie CilloniAlberto Cilloni è ancora alla guidadi Emil Ro, la società di factoringcontrollata dalla Banca Popolaredell’Emilia Romagna.Marco Dell’Otti è il neo capo areaper Piacenza di Cariparma (CréditAgricole). Sostituisce MauroBalordi nominato direttore dellasede piacentina dell’UniversitàCattolica del Sacro Cuore.Il cesenate Luca Lorenzi gestirà perUnicredit i rapporti per Emilia-Romagna, Umbria, Toscana eMarche.

I cartolai si affidano a MontagutiParenti confermato a RavennaAlla guida del coordinamento regionaledella Federazione nazionale cartolai va ilbolognese Medardo Montaguti. Vice laravennate Nella Romagnoli. GrazianoParenti è stato confermato presidente dellaConfcommercio per la provincia diRavenna. Monia Rossetti di Morciano èstata eletta presidente del Gruppo giovaniimprenditori Confcommercio della provin-cia di Rimini. Mirco Pari (Confesercenti) èil nuovo numero uno del Caar (CentroAgroalimentare Riminese) dove prende il

posto di Ettore Bontempi.Confermato il vicepresi-dente Antonio Smurro.Alfredo Parietti inizia ilmandato alla presidenzadell’Unione Commerciantidi Piacenza, dove subentraa Francesco Meazza.

COMMERCIO

INDUSTRIALI

A Ferrara, Riccardo Fava (amministratore delegato e direttore generale della Balturspa) è il nuovo presidente di Unindustria Ferrara dove ha preso il posto di PieroPuglioli. Da qualche mese, Claudio Bighinati è stato invece chiamato al timone delGruppo Giovani dell’associazione. Cambiamento anche a Parma dove il managerDaniele Pezzoni ha ceduto la guida dell’Unione Parmense Industriali (Upi) aGiovanni Borri, imprenditore nel settore dei profumi (Morris).Marco Gasparri è stato confermato consigliere delegato di Unindustria Bolognaper il Circondario Imolese.

Riccardo Fava al timonedi Unindustria Ferrara

Riccardo Fava

GiovanniBorri

Bruno Bargellini

Emilio Sabattini

Graziano Parenti

ARTIGIANATO

Carica nazionale per ServadeiConfartigianato ceramica ha eletto comepresidente nazionale il faentino DavideServadei. La bolognese Benedetta Rasponiè la nuova presidente di Cna ImpresaDonna Emilia-Romagna. Subentra aPaola Sansoni eletta presidente nazionale.A Reggio Emilia, Cristina Boniburini è ilnuovo presidente del gruppo giovaniimprenditori di Cna. A Ferrara, AuroBaroni è il nuovo presidente provincialedel Club dell’Eccellenza Cna, che raggrup-pa il top delle 150 Pmi locali.La Famiglia Artigiana Modenese, storicaassociazione di categoria ha chiamato allapresidenza provinciale Gian FrancoBellegati.

CristinaBoniburini

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Un’altra boccata d’ossigenoper le imprese emiliano-romagnole. E un ulteriorepasso in avanti nella direzio-

ne di una cresciuta economica dura-tura e sostenibile, all’insegna dellagreen economy. Con un pacchettodi interventi da 36 milioni di euro,per sostenere la ricerca e l’innova-

zione, ma anche lacreazione di reti diimprese e la nascita dinuove cooperative, laRegione si è schierataancora una volta afianco del sistema pro-duttivo regionale, peraccompagnarlo versol’uscita dalla crisi eco-nomica. Lo ha fatto,supportando da un

lato l’investimento in R&S e dall’al-tro lo sviluppo di reti imprendito-riali, fattori chiave per consentirealle aziende di accrescere la forzacompetitiva sul mercato globale.A fare la parte del leone delle misuremesse in campo dall’ente di vialeAldo Moro è un bando da 22 milio-ni di euro (dei quali 4,5 costituiti dafinanziamenti statali per i distrettiproduttivi e 17,5 da risorse propriedella Regione) per il sostegno allanascita o alla qualificazione dei cen-tri di ricerca delle imprese delle prin-cipali filiere produttive, in strettaconnessione con la Rete Regionaledell’Alta Tecnologia. Su oltre 57domande presentate, hanno avuto

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In campo anche12 milioni

per favorirela nascita

di reti di imprese

diNatasciaRonchetti Protagonista un bando da 22 milioni per la ricerca e l’innovazione nelle filiere produttive

accesso ai contributi 35 progetti diricerca che consentiranno di svilup-pare un investimento complessivo diquasi 74 milioni di euro. “Abbiamodeciso di stare vicino al mondo delleimprese e del lavoro per accompa-gnare la crisi verso una crescita dura-tura e sostenibile dell’economiaregionale”, spiega l’assessore alleAttività produttive Gian Carlo Muz-zarelli. “È in atto – osserva Muzza-relli – un profondo cambiamento perinnovare i processi produttivi erafforzare la competitività sui merca-ti internazionali. E nell’analisi delleproposte e delle idee che arrivanodalle imprese abbiamo scelto di asse-gnare punteggi aggiuntivi ai progettiche hanno un marchio di qualitàambientale. Tutto infatti deve andare

nella direzione di uno sviluppo soste-nibile. C’è un filone di ricerca con ilmarchio green che dobbiamo sup-portare in vari settori che vannodalla meccanica al biomedicale allaceramica. Del resto questo è il dise-gno contenuto nel Piano territorialeregionale, che dice dove dobbiamocollocare il nostro sistema economi-co. Abbiamo la necessità di crearereti immateriali e materiali: reti diimprese ma anche reti della Pubblicaamministrazione che accompagninoil sistema produttivo verso lo svilup-po, aiutandolo a superare la recessio-ne. E con il finanziamento alla ricer-ca assicuriamo a centinaia di giovaniricercatori un lavoro di qualità perloro e per la comunità emiliano-romagnola”.

PRIMO PIANO

Gian Carlo Muzzarelli,assessore regionale alle Attività produttive:“Abbiamo deciso di stare vicino al mondodelle imprese e del lavoro per accompagnarela crisi verso una crescita duratura e sostenibile

dell’economia regionale”

Altri 36 milioniper sostenere la ripresa

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LA STRATEGIA

Economia verde, quasi 26 milioni per gli enti locali

La competitività passa dal “green”Il percorso è ormai imboccato. E la Regione

accelera lo sviluppo dell’economia verde.Oltre al sostegno alle imprese che investono,attraverso la ricerca, per garantire la sostenibi-lità ambientale dei processi produttivi, hamesso in campo infatti un finanziamento da25,8 milioni di euro. Risorse destinate agli entidella Pubblica amministrazione di tutte lenove province emiliano romagnole per soste-nere il risparmio energetico e la produzione dienergia da fonti rinnovabili. L’ente ha infattidato il via libera a 34 progetti presentati daenti locali, ma anche ad aziende sanitarie e daaziende ospedaliere, così come da enti parcoregionali, per il miglioramento del rendimentoenergetico e per la realizzazione, negli edificipubblici, di impianti di produzione di energiada fonti rinnovabili. Un intervento che prece-de l’aggiornamento, previsto nei prossimimesi, del Piano energetico regionale. E checostituisce un altro passo in avanti per faredell’Emilia Romagna un punto di riferimentoper l’energia pulita e per la green economy.I tanti progetti presentati dalla Pubblicaamministrazione – insieme all’impegno delsistema produttivo – sembrano del restodimostrare una sensibilità sempre più diffusasul territorio nei confronti della sostenibilitàambientale e delle grandi prospettive di svi-luppo che può offrire l’economia verde. LaGiunta regionale ha già messo a disposizionedei progetti approvati oltre 13 milioni di euro,prima tranche del finanziamento, che per-metterà di sviluppare investimenti per quasi257 milioni. Con una apposita delibera è statoapprovato l’elenco dei programmi di qualifi-cazione energetica giudicati ammissibili aicontributi ed è stato dato il via libera alle gra-duatorie provinciali degli interventi. LaRegione assegna un contributo pari al 30%dell’investimento totale per gli impianti solaritermici. Oscilla invece tra il 5 e l’8% il finan-ziamento destinato alla realizzazione di

impianti fotovoltaici. Tutti gli altri interventi diqualificazione energetica usufruiscono infinedi un sostegno economico che va dal 15 al30%.Per quanto riguarda i territori, alla provincia diBologna sono destinati oltre 7 milioni a soste-gno di 8 progetti. All’area di Forlì e Cesenaandranno 2,6 milioni di euro per la realizza-zione di 6 progetti. Un solo intervento è pre-visto nel Ferrarese (1,7 milioni), così come aPiacenza, che avrà un contributo di 1,2 milio-ni. Nel Modenese sono previsti due interven-ti, per un finanziamento di quasi 3,7 milioni.La provincia di Parma incassa invece quasi 2milioni di euro per tre progetti. Poco più di 1,4sono destinati al Ravennate (1 progetto),mentre la provincia di Reggio Emilia è desti-nataria, con 6 progetti, di quasi 4,2 milioni.Infine nel Riminese andranno 1,7 milioni perdue progetti approvati.L’aggiornamento del Piano energetico,annunciato dall’assessore alle Attività produt-tive Gian Carlo Muzzarelli, consentirà un ade-guamento delle politiche regionali per lo svi-luppo sostenibile. Il piano è il frutto dellalegge 26 del 2004, con la quale la RegioneEmilia-Romagna è stata la prima in Italia adaffrontare la questione energetica.Recependo il protocollo di Kyoto per la ridu-zione di emissioni di gas a effetto serra, hadefinito gli obiettivi di risparmio energeticodei diversi settori (il settore residenziale contri-buisce per un terzo, quello dei trasporti per un40%, l’industria per il 25%). Sul fronte dellaproduzione la strada indicata è quella dellosviluppo delle fonti rinnovabili e degli impian-ti di “generazione distribuita” ad alta efficien-za. Il piano ha puntato anche alla realizzazio-ne delle aree produttive ecologicamenteattrezzate. Mentre per il settore agricoltura haindicato il programma delle agroenergie. Seun ruolo decisivo è assegnato alle politiche dirazionalizzazione del settore del trasporto,con un progressivo spostamento da quello sugomma a quello su ferro, un grande rilievo èstato dato al capitolo dell’innovazione. A par-tire dal rafforzamento della collaborazione trail mondo delle imprese e quello della ricerca,per la realizzazione di sistemi di produzione abasso impatto ambientale. E per proseguirecon pratiche, da parte della Pubblica ammini-strazione, ispirate alla tutela dell’ambiente

Ciò che avanza sempre di più è lagreen economy, dunque, anche attra-verso il sostegno a una attività diricerca funzionale allo svilupposostenibile. Un strada peraltro giàimboccata dal sistema produttivoregionale. Confindustria Ceramica,ad esempio, ha portato a casa i con-tributi per due progetti di ricerca(uno presentato da Edi.Cer, societàdi servizi dell’associazione di catego-ria, l’altro da Adesital, azienda delgruppo Mapei che produce adesivi):“La ricerca, con particolare riferi-mento all’aspetto green, è un comu-ne denominatore di tutte le nostreaziende e riguarda l’intera filiera pro-duttiva, a partire dall’innovazione diprocesso”, conferma il presidente diConfindustria Ceramica FrancoManfredini, alla guida di una asso-ciazione cui fanno capo 180 aziende,150 delle quali concentrate neldistretto delle ceramiche di Sassuoloe con una fortissima vocazioneall’export. “Il nostro settore – prose-gue infatti Manfredini – detiene laleadership nelle esportazioni e abbia-mo la necessità di aumentare gli inve-stimenti in R&S, con particolare

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PRIMO PIANO

attenzione per l’aspetto ambientale,per mantenere la nostra competiti-vità sul mercato estero e rafforzare ipresidi oltreconfine”.I contributi regionali sono andati aprogetti che riguardano vari settoriproduttivi. Si va dal sistema moda alsettore alimentare, dalla meccanicaalle biotecnologie. Dalla nautica,all’Ict e al multimediale. Tra leaziende che hanno avuto accesso aifinanziamenti c’è anche DucatiEnergia, l’azienda bolognese leaderdi mercato nella produzione di con-densatori per l’elettrotecnica, di con-tatori di energia e generatori.Un’altra impresa (250 dipendentinel quartier generale di Bologna,altri 700 all’estero, una sede aTrento) che ha fatto della produzio-ne sostenibile il suo biglietto da visi-ta. “Il 50% del nostro fatturatoderiva interamente da prodotti natinegli ultimi dieci anni dalla ricerca –spiega il presidente di DucatiEnergia, Guidalberto Guidi – e il60% della crescita del nostro volu-me d’affari, che si aggira intorno ai100 milioni di euro all’anno, è lega-to all’investimento sulla green eco-nomy. Anche quest’anno il nostroutile, che prevediamo in crescita del25%, sarà interamente destinatoalla ricerca. Questo perchè vediamo

un futuro solo in relazione a unaforte capacità di innovazione”.Tra le imprese che hanno ottenuto ilfinanziamento, c’è anche il gruppoFerretti di Forlì, leader mondialenella produzione nautica di lusso.“Da sempre crediamo molto nell’in-novazione di processo – spiega l’am-ministratore del gruppo romagnolo,Salvatore Basile – l’innovazionepuò infatti contribuire al migliora-mento della qualità e della sicurez-za del lavoro. E crediamo moltoanche all’innovazione di prodotto.All’avanguardia nella nautica mon-diale, dedichiamo allo studio disoluzioni tecnologiche e progettua-li un costante impegno, elevatiinvestimenti e strutture innovative,con l’obiettivo di produrre imbar-cazioni in grado di raggiungereogni volta nuovi e più elevati stan-dard produttivi e di qualità”.Ai contributi per sostenere la ricercala Regione ha affiancato anche unfinanziamento di circa 12 milioni dieuro per supportare la creazione direti di imprese (per esempio con larealizzazione di attività di serviziocomuni per l’innovazione delleaziende ma anche grazie allo svilup-po di prodotti o servizi che consen-tano l’ampliamento del mercato,con la creazione e la promozione di

marchi di rete). I progetti presentati(e in corso di valutazione) sono 251e coinvolgono circa un migliaio diimprese, per un valore di investi-mento complessivo superiore ai 70milioni di euro. Per quanto riguardai settori, ad essere maggiormenterappresentati sono il manifatturiero,con 110 progetti, e quello legato alleattività professionali, tecniche escientifiche (42). Dal settore dellecostruzioni sono arrivati 27 proget-ti, da quello dei servizi di informa-zione e comunicazione 37.Per quanto riguarda i territori, inpole position c’è la provincia diBologna, da dove sono pervenute 81domande. Seguono Modena (48),Ravenna (25) e Reggio Emilia (23).Nella sola provincia del capoluogoemiliano l’investimento previstoraggiunge quasi 24 milioni di euro.La Regione, infine, ha messo incampo un intervento da 2 milioni dieuro per sostenere la nascita dinuove imprese cooperative, inter-vento che permetterà di sviluppareinvestimenti per 5,9 milioni.Attraverso questo bando sostiene icosti di avvio di cooperative di pic-cole e medie dimensioni per la rea-lizzazione di progetti con rilevantevalore sociale o particolarmenteinnovativi nel campo della curadella persona, della salute, dellatutela dell’ambiente e dell’energia.Una particolare attenzione è rivoltaalle nuove cooperative costituite dalavoratori o lavoratrici atipici colpi-ti da crisi aziendali e disoccupazioneoppure da occupati con forme dilavoro precario e discontinuo. Ilcontributo finanziario massimo dicui potranno beneficiare le nuoveimprese cooperative è di 50 milaeuro (pari, in ogni caso, al 50%delle spese ammissibili). Ottanta ledomande presentate. E di queste 78sono state ritenute ammissibili allafase di valutazione

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Èormai a tutti gli effetti iltrampolino di lancio dellastagione turistica. Con laNotte Rosa – la grande ker-

messe che agli inizi di luglio abbrac-cia tutta la Riviera, da Comacchio aCattolica – il sistema turistico mettein mostra tutta la sua forza.Spettacoli, concerti, musica, perfor-

mance teatrali, mostre.Un’esplosione di luci,colori e suoni che anchequest’anno hannorichiamato in massa ituristi ben 2 milioni dituristi, 110 chilometridi costa della regione.Il primo, vero, bancodi prova estivo perl’industria del turismo.Che – archiviato un

avvio di stagione fiacco, dovutosoprattutto al maltempo – si èaffacciata sui due mesi clou dellastagione con un cauto ottimismo.Di possedere le armi per contrasta-re la recessione lo ha già dimostra-to nel 2009, quando è riuscita acontenere la flessione delle presenzea un meno 2,6% mentre nel restodel Paese arrivava a superare il 4per cento. Convenienza, buon rap-porto qualità-prezzo, tradizione esolidità l’hanno aiutata ad attraver-sare quasi indenne la terribile crisieconomica del 2009. Ora la scom-messa è la riconferma dei grandinumeri. Vale a dire oltre 51 milionidi presenze totali, delle quali più di

L’obiettivo è rilanciarel’offerta, superando

già nel 2010gli oltre 51 milioni

di presenze “pre-crisi”

mo un discreto indice di fiducia”.Che l’industria del turismo sia unpotente motore dell’economia regio-nale lo dicono i numeri: genera unvolume d’affari, compreso l’indotto,che l’anno scorso ha sfiorato i 12miliardi di euro. Un fatturato pro-dotto per oltre l’80% dal sistematuristico costiero, che mantieneincontrastato il proprio primato inregione (subito dopo arrivano lecittà d’arte, con una quota pari al9,3% del volume d’affari). Questospiega perchè tutti gli occhi sianopuntati sulle località balneari, dailidi ferraresi alle principali destina-zioni romagnole. Il barometro sem-bra stia volgendo verso il bello,come conferma anche il presidente

40 concentrate nelle località balnea-ri nei mesi estivi.La grande sfida si misura sui mesi diluglio e di agosto, che da soli, inRiviera, pesano per oltre il 63% sulvolume complessivo delle presenze eper oltre il 75% sul giro d’affari. “Illivello delle prenotazioni per il mesedi luglio è positivo – dice SandroLepri, di Trademark Italia, che gesti-sce l’Osservatorio turistico dellaRegione e di Unioncamere – e per ilmese di agosto ci sono buone indica-zioni. Con condizioni meteorologi-che favorevoli ci sono i presuppostiper chiudere la stagione con unbilancio che potrebbe anche esseremigliore di quello dello scorso anno.Tra gli operatori del settore rilevia-

diNatasciaRonchetti

TURISMO

Stagione iniziata male, a causa della crisi e del meteo. Ora però si fa sul serio

Riviera, il barometrovolge al bello

Andrea Corsini (Unione di prodotto Costa):“I segnali che ci arrivano indicano la prospettiva

di buoni risultati sia in luglio sia in agosto.La riduzione del periodo di permanenza mediodei turisti, a fronte di costi fissi che non sonodiminuiti, provoca una erosione degli utili”

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“Il turismo deve essere considerato a tuttigli effetti un comparto economico strate-

gico per il nostro Paese. Non basta una poli-tica degli eventi. Servono obiettivi chiari econdivisi. Sui quali deve convergere l’impe-gno di tutti i protagonisti del settore”. Aparlare è l’assessore regionale al Turismo e alcommercio Maurizio Melucci.Il sistema turistico emiliano-romagnolo haretto abbastanza bene all’urto della crisieconomica, contenendo sensibilmente loscorso anno il calo di presenze. Quali sonole sue attese per il 2010?“Il 2009 si è chiuso con una sostanzialetenuta. È stato possibile raggiungere questorisultato, che non era affatto scontato, gra-zie alla capacità dei nostri imprenditori di‘adeguarsi’ agli effetti della crisi e di conse-guenza di proporre offerte turistiche a prez-zi particolarmente competitivi. È evidenteche questo tipo di scelta ha comportatoperò una riduzione dei fatturati. Il 2010sicuramente si presenta come un’altra sta-gione ‘complicata’. Il turismo italiano risen-te infatti ancora pesantemente della crisieconomica. E i mercati esteri di riferimentonon stanno meglio. Segnali positivi li regi-striamo su alcuni bacini dell’Est europeo, inparticolare quello russo. La Regione, insie-

me all’Apt, ha predisposto una campagnastraordinaria di promozione. Se le condizio-ni meteo saranno positive vi sono anchequesto anno le condizioni per chiudere lastagione con un dato di tenuta”.Un punto chiave è la riqualificazione dellestrutture ricettive. Con l’assestamento dibilancio è stata rifinanziata la legge regio-nale 40, con 3,5 milioni di euro. Risorse cheper gli imprenditori sono ancora insuffi-cienti. È necessario uno sforzo maggiore?“La riqualificazione del nostro prodotto turi-stico è una scelta strategica. Ma abbiamo lanecessità di una politica industriale naziona-le e conseguenti atti legislativi. Il problemadelle aree mature del nostro turismo nonriguarda soltanto la nostra regione. Tuttavianoi, oltre ad avere rifinanziato la legge 40con 3,5 milioni di euro, abbiamo anche fina-lizzato circa 8 milioni di euro alla riqualifica-zione delle strutture ricettive legate alla filie-ra congressuale. Lo sforzo che si sta facen-do è consistente ma inadeguato se non sup-portato da idonee politiche nazionali perl’incentivazione all’innovazione delle nostreimprese turistiche”.Il turismo produce in Emilia-Romagna unvolume d’affari di 12 miliardi: è un potentemotore dell’economia. Per gli operatori del

settore deve essere considerato un’indu-stria. Ma manca, rilevano, una vera politicanazionale di sviluppo. Quali devono esserele priorità?“Per questo settore, nel nostro Paese, èindispensabile un vero e proprio salto cultu-rale. Fare turismo non significa soltanto por-tare avanti una politica degli eventi. Il turi-smo deve essere considerato a tutti gli effet-ti un comparto economico importantissimo.In questa nuova logica fondamentale è rea-lizzare un piano strategico nazionale. Unpiano con il quale individuare pochi obietti-vi, ma chiari e condivisi, sui quali ci deveessere nei prossimi anni il massimo impegnoda parte di tutti gli attori del settore. Le prio-rità sono riferite in particolare al tema del-l’innovazione: per le strutture ricettive, perla qualità urbana, per il sistema dei traspor-ti, per le strutture commerciali. È ovvio chetutto ciò deve essere accompagnato da unruolo rinnovato dell’Enit per la promozionedel sistema Italia sui mercati internazionali”.Qual è il primo obiettivo che si è posto?“Il primo obiettivo che mi sono posto èquello di far comprendere che il turismorappresenta per la nostra regione una risor-sa economica fondamentale. Che, cometale, richiede cura ed attenzione”

L’analisi di Maurizio Melucci, assessore regionale al Turismo

“Avanti sulla strada della riqualificazioneMa servirebbe una politica nazionale”

L’INTERVISTA

regionale di Federalberghi-Conf-commercio, Massimo Giorgetti.“L’inizio della stagione è stato diffi-cile, soprattutto a causa del maltem-po – dice – e l’effetto traino deglieventi è stato debole. Ma registria-mo una forte concentrazione di pre-notazioni nel mese di luglio e ingenerale un livello di vendite miglio-re rispetto a quello dello scorsoanno. Anche quest’anno facciamoleva sul buon rapporto qualità-prez-zo che riusciamo a mettere incampo, e che costituisce il nostroprincipale asset. E in termini di pre-senze speriamo di poter confermarequelle dello scorso anno. Si tratteràpoi, a fine stagione, di vedere l’effet-to sui fatturati, che da qualche anno

sono in calo. Se anche dovesse esser-ci una flessione, sarebbe comunqueun risultato positivo, tenuto contodella situazione economica comples-siva del Paese e della forte competi-zione internazionale”.Una delle prima novità della stagio-ne è il ritorno del turismo russo, chenel 2009 aveva subito un crollo conpercentuali a due cifre. Basti dire chei passeggeri provenienti dalla Russia,nei soli primi quattromesi dell’anno,all’aeroporto di Rimini sono cresciu-ti di oltre l’80%, dando subito l’in-dicazione di un trend positivo. Unabuona risposta sembra poi arrivaredal mercato tedesco, che genera laprincipale quota delle presenze stra-niere. E segnali positivi sono giunti-

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TURISMO

dagli altri bacini esteri di lingua tede-sca, ma anche dal Benelux. Il princi-pale mercato resta comunque quelloitaliano, con l’80% dei flussi.Un certo ottimismo arriva anche dalpresidente dell’Unione di prodottoCosta, Andrea Corsini, che spiega: “Isegnali che ci arrivano indicano laprospettiva di buoni risultati sia inluglio sia in agosto. Abbiamo con-centrato il nostro sforzo promozio-nale, oltreconfine, sui mercati di lin-gua tedesca, sulla Francia, sulBenelux e sulla Russia. I bilancipotremo farli solo a fine stagione.Ma già rileviamo una buona rispo-sta, soprattutto nei lidi del Ferraresee in quelli ravennati, sull’attività cheabbiamo svolto nel Benelux. C’è unaripresa della domanda russa. Eanche un recupero sul mercato tede-sco. Resta il problema dei fatturatidelle imprese, che si sono contratti.La riduzione del periodo di perma-nenza medio dei turisti, a fronte dicosti fissi che non sono diminuiti,provoca una erosione degli utili”. Unproblema che riguarda non solo lestrutture alberghiere ma anche leimprese dell’extra-alberghiero, chehanno visto diminuire il volume d’af-fari. E la previsione di una buonatenuta del sistema turistico non fa

comunque dimenticare la necessitàdi affrontare nodi irrisolti. “Serveuna riduzione dell’aliquota Iva – diceCorsini – per consentire alle nostreimprese di competere con più effica-cia con la Francia e con la Spagna. Edobbiamo agevolare il passaggiodella proprietà degli alberghi aigestori, per dare impulso agli investi-menti e alla riqualificazione”.Non è poi più rinviabile, dicono glioperatori del settore, la necessità dimettere mano alle infrastrutture dicollegamento. L’elenco è lungo. E vadalla E 55 agli aeroporti. Passandoattraverso le arterie di collegamentoall’interno del sistema turistico regio-nale. Un tema che comprende anchequello della metropolitana di superfi-cie per collegare velocemente Riminie Ravenna.Un grosso contributo alla tenuta delsistema costiero delle vacanze arrivadai parchi di divertimento, con iquali Apt, l’Azienda regionale dipromozione turistica, ha presentatosul mercato il turismo emiliano-romagnolo, cin una campagna dicomunicazione televisiva. Il parcoMirabilandia di Ravenna – un colos-so da due milioni di visitatori all’an-no, con un volume d’affari di 59milioni – si aspetta una buona sta-

gione. “Siamo fiduciosi – dice l’am-ministratore delegato, ClaudioBertozzi – dopo una pianificazionedegli eventi che ci ha consentito neiprimi mesi di confermare i numeridello scorso anno ci aspettiamo unbilancio positivo. Dalla Regione èarrivato il segnale che siamo consi-derati un punto di forza. Noi vor-remmo qualcosa di più: il riconosci-mento che siamo un elemento dieccellenza”. Intanto Mirabilandiaprosegue la politica della collocazio-ne sul mercato di pacchetti che com-prendono oltre all’ingresso al parcoil soggiorno in albergo. Politica,decollata cinque anni fa, che acco-muna ormai tutti i principali parchidi divertimento della regione, com-preso Aquafan di Riccione.Ma una voce parzialmente fuori dalcoro arriva da Asshotel-Confeser-centi: per l’associazione di categoriail turismo è ormai entrato in unafase di crisi strutturale. Non chemanchino, in Emilia-Romagna,indicatori positivi. Ma la redditivitàdelle aziende è esposta a una costan-te, preoccupante, erosione. “Dopoun giugno difficile, ci sono arrivatisegnali di ripresa – dice infatti il pre-sidente regionale Claudio DellaPasqua – ma ormai non siamo più difronte a una sola crisi congiunturale.L’anno scorso la lieve flessione dellepresenze si è tradotta in un calo delfatturato pari al 10%.Contemporaneamente i costi d’a-zienda sono aumentati del 15%. Gliutili delle imprese turistiche sonoormai ridotti all’osso”. La conse-guenza, per Della Pasqua, dell’assen-za di una vera politica nazionale disviluppo del settore. “Il turismodovrebbe essere considerato unavera e propria industria – prosegue –e accedere ai benefici e agli aiuti daiquali adesso è tagliato fuori. Tuttoquesto nell’ambito di un sistemaPaese dove è difficile fare impresa:basti pensare al costo dell’energia edel lavoro. Va ridisegnato un quadrocomplessivo nel quale, al suo inter-no, devono trovare collocazioneprovvedimenti per sostenere il setto-re. Tenendo conto di tutti gli aspetti,come quello relativo alla precarietàdel lavoro, che sta modificandoanche l’abitudine al consumo divacanze”

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Una persona di grandi dotiumane e professionali, a cuila “sua” Bologna innanzitut-to, ma anche l’intera comu-

nità regionale, devono riconoscenzae gratitudine. L’ingegner ErnestoStagni, scomparso a quasi 96 annidopo una lunga vita spesa con onestàe spirito di servizio a favore della col-

lettività, è stato un pro-pulsore dell’economiadi Bologna, dell’Emilia-Romagna e del Paese.Il destino ha voluto chela sua amata sposaAngiola Maria lo abbiapreceduto di appenanove giorni. Per passio-ne e visione strategica,il professore bologneseha avuto un ruolo fon-

damentale, con lungimiranza, creati-vità e capacità di innovazione, nellapromozione e nello sviluppo del ter-ritorio.Laureato in Ingegneria civile, docen-te universitario, Stagni è stato unodei massimi esperti in tecnica ed eco-nomia dei trasporti, ricoprendonumerosi incarichi nella sua presti-giosa carriera. Come presidente della

RICORDO

Figura di spicco dell’economia regionale, grande timoniere prima a Bologna poi a Roma

Stagni, addioal “presidentissimo”

Fondamentaleil suo impulso

alla realizzazionedelle infrastrutture,su tutte il Marconi

diGiuseppeSangiorgi

Camera di commercio di Bologna, diUnioncamere Emilia-Romagna e diUnioncamere italiana, Stagni halasciato una forte impronta per intra-prendenza, capacità professionale espessore culturale.La stratificazione degli incarichi valsein quegli anni a Stagni l’appellativodi “presidentissimo” da parte del sin-daco di Bologna, Guido Fanti, pron-

to comunque a stabilire con l’entecamerale una solida collaborazionenel porre le basi di tutte le grandi ini-ziative per lo sviluppo della città:l’aeroporto civile a Borgo Panigale,l’Interporto, il Centro Alimentarecon il nuovo mercato ortofrutticolo,il Centergross, il Fiera District.Proprio Stagni, intuendo le potenzia-lità dell’area anche come centro dire-

Ernesto Stagni fu tra i fondatori, se nonproprio il “padre” dell’aeroporto di

Bologna-Borgo Panigale: scelse infatti di inti-tolare lo scalo al grande inventore GugliemoMarconi. Soprattutto fu grazie a lui che l’ori-ginario campo di aviazione alle porte dellacittà fu sviluppato. Dal 1947 non c’era piùstata attività se non voli saltuari. Dal 1963con la nuova pista in catrame, il piazzale ed ilprimo volo per Roma iniziò un periodo di cre-

scita. Un anno fa, per il centenario del“Premio Nobel” a Guglielmo Marconi, fuconsegnata all’ingegner Stagni una targaricordo. Anche durante quella cerimonia, congrande lucidità, il “presidentissimo” avevadispensato consigli per lo sviluppo delMarconi, un aeroporto “in salute”: la societàdi gestione ha chiuso il bilancio 2009 in atti-vo, con un utile di 4,3 milioni di euro (più130%) rispetto al 2008

L’impulso di Stagni per la rinascita dello scalo bolognese

Il coraggio di pensare in grande

IL PROGETTO

Stagni accantoai parmigiani

Mario Bertolinie Andrea Zanlari,

che ne hannopoi raccoltoil testimone,alla guida

in Unioncamereregionale

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LA SCHEDA

Nato a Bologna il 21 luglio 1914, ErnestoStagni si laurea in Ingegneria Civile nel

1936. Dall’anno successivo è ingegnere pres-so il ministero dei Trasporti. Dal 1940 al 1943è Tenente del Genio militare. Nel 1944-1945partecipa all’attività della Resistenza in ValTidone, nel Piacentino. Dopo la guerra, nel1949, consegue l’abilitazione all’insegnamen-to in Tecnica dei trasporti ed è di nuovo impe-gnato al ministero dei Trasporti. Dal 1956 al1979 è professore ordinario di Tecnica edEconomia dei trasporti e incaricato di Trazioneelettrica all’Università di Bologna e alPolitecnico di Milano.Intanto porta sempre più la sua esperienza ela sua professionalità al centro della vita eco-nomica bolognese e regionale. Per tre anni, èvicepresidente del Consorzio BonificaRenana. Nel frattempo, nel giugno 1964,viene chiamato al vertice della Camera dicommercio di Bologna, incarico, che manterràfino al 1976, durante il quale dà un’accelera-zione significativa allo sviluppo delle principa-li infrastrutture del territorio, su tutte l’aero-porto: dal 1970 al 1980 presiede infattil’Azienda speciale della Camera di commercioper l’Aeroporto di Bologna-Borgo Panigale“Guglielmo Marconi”, la Asab, da cui è deri-vata l’attuale Sab.Cresce anche il suo ruolo nel sistema delleCamere di commercio, a conferma dell’auto-revolezza e delle capacità che gli vengono

riconosciute. È il primo presidente diUnioncamere Emilia-Romagna, alla sua costi-tuzione il 23 gennaio 1965, e rimane in cari-ca fino al 1968. Nel 1967 viene chiamato aguidare l’Unione Italiana Camere di commer-cio: le sue iniziative riscuotono un consensocosì elevato da determinare il prolungamentodi un anno del mandato, fino al 1973. Dal1969 al 1972 assume la carica di presidentedella Conferenza permanente delle Camere dicommercio della Cee. Accanto all’attività nelmondo camerale, Stagni viene chiamato asvolgere diversi importanti incarichi legati allasua qualifica professionale. Solo per citarnequalcuno: presidente del Comitato per laTrazione Elettrica della Iec (International Elec-trotechnical Commission), e poi dell’IstitutoNazionale Trasporti (Int) delle Fs; consigliered’amministrazione delle Ferrovie dello Stato, ein seguito dell’Anas; consulente generale dellaMetropolitana Milanese (Mm) e dellaMetropolitana di Napoli. Nel suo curriculum,anche la presidenza del Consiglio superioredell’aviazione civile, della società d’ingegneriaSisplan.Stagni ha svolto numerosi lavori di consulen-za per Enti pubblici locali. È stato autore di trevolumi didattici ed oltre 80 pubblicazioniscientifiche. È stato insignito della medaglia d’oro dal Comune di Milano e dall’Istituto inter-nazionale delle comunicazioni “CristoforoColombo” di Genova

Largo consenso per le sue iniziative, dai primi anni a Bolognafino alla presidenza delle Camere di commercio della CeeUna vita per l’economia e il territorio

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zionale, puntò con decisione allacostruzione del Palazzo degli Affari,dove fu trasferito il complesso delleBorse merci e valori.La realizzazione di queste opere nac-que sulla base di una convergenza trale principali forze politiche pergarantire competitività al territorio eal sistema delle imprese. Nella Bolo-gna degli anni Sessanta, pur nelladiversità di vedute, tra maggioranzae opposizione c’era un grande rispet-to politico e istituzionale.“È profonda la riconoscenza che laCamera di commercio, a nome ditutto il tessuto economico – osservaBruno Filetti, presidente dell’ente –esprime al professor Ernesto Stagniper la sua lunga e intesa attività afavore di Bologna, del suo sistemaimprenditoriale e infrastrutturale. Inun periodo storico particolarmentedelicato – aggiunge l’attuale numerouno di PiazzaMercanzia – l’ingegnerStagni interpretò al meglio il proprioruolo istituzionale di rappresentanzadegli interessi complessivi, operandocostantemente alla ricerca di obietti-vi comuni alle diverse componenti,in vista del benessere dell’interacomunità economica e civile. Il suoesempio di impegno per la crescitadel nostro territorio e di integrità –conclude Filetti – rimarrà per sem-pre nella storia della Camera dicommercio”.Ernesto Stagni fu il primo presidentedi Unioncamere regionale, associa-zione che seppe pilotare con sagacianei primi delicati passaggi della gene-si e del potenziamento, finalizzato auna integrata azione di promozionedelle economie locali. “L’Unioneregionale dell’Emilia-Romagna –ricorda Mario Bertolini, suo succes-sore dal 1979 al 1985 – fu una delleprime ad adottare lo Statuto, confe-rendo base giuridica all’attività dicoordinamento e di collaborazionecon le Camere, e a dare rilievo allafunzione di monitoraggio dell’econo-mia finalizzato alla programmazio-

ne”. Al professor Achille Ardigò,docente all’Università di Bologna, fuaffidato l’incarico di impiantare edirigere nell’ambito dell’Unione ilServizio Studi.Alla nascita delle Regioni a StatutoOrdinario, Stagni, come presidentedi Unioncamere italiana, si impegnòin un grande lavoro diplomaticonelle varie realtà della penisola perdimostrare il ruolo insostituibiledelle Camere di commercio. Perso-na di grande caratura, ricca di idee,rigorosa e creativa al tempo stesso,Ernesto Stagni è stato un esempioaltissimo, come ha sottolineato inun intervento su “Il Resto del

Carlino” Giorgio Guazzaloca, suosuccessore diversi anni dopo aPalazzo Mercanzia. “È stata unafigura limpida di servitore delle isti-tuzioni – ha ricordato Guazzaloca –ma anche di imprenditore delle stes-se, di politico onesto e senza mac-chia, di docente universitario digrande spessore e umanità. Unuomo perbene, di grande morigera-tezza dedito alla moglie, ai figli edalla sua famiglia. Un uomo da cuiimparare molte cose. La speranza –ha esortato l’ex sindaco di Bologna– è che le istituzioni lo ricordinocome merita e ne tramandino l’ope-ra alle giovani generazioni”

Nella foto in alto,Ernesto Stagnidurante la primaassembleadi UnioncamereEmilia-Romagnaaccanto a BeniaminoAndreatta, docenteall’Universitàdi Bologna

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C’è chi studierà una nuovaconfezione per l’olio d’oli-va, chi ha fondato unaassociazione per promuo-

vere un nuovo senso di cittadinanza,chi inventerà nuovi software perl’informatica. Tanti sono stati giàchiamati a lavorare all’estero in ban-che, enti di ricerca, università, alcuni

intendono proseguire laloro formazione perarrivare ai più alti livellipossibili.Sono i 23 migliori lau-reati dell’Università diBologna, premiati neigiorni scorsi dal RotaryClub per il loro impe-gno nello studio. A faregli onori di casa il ret-

FORMAZIONE

I 23 premiati hanno conseguito il diploma a tempo di record, con medie del 30 e tante “lodi”

Bologna rende omaggioai “cervelli” migliori

E da settembreniente tasseper un annoper i “maturi”

con 100 e lode

diAntonellaCardone

tore Ivano Dionigi, assieme allamanager rotariana del Bologna cal-cio e dell’azienda edile di famigliaFrancescaMenarini, la quale ha sot-tolineato l’importanza del premio aifini dell’inserimento dei giovanineolaureati nel mondo del lavoro. Èormai da vent’anni che l’associazio-ne seleziona i migliori laureati del-l’ateneo (provenienti oggi non soloda Bologna, ma da tutte le cittàdell’Emilia-Romagna dove l’AlmaMater ha sede) utilizzando rigorosicriteri di merito nell’assegnazionedel premio da 500 euro che ogniragazzo ha ricevuto.I 23 laureati hanno infatti conseguitoil diploma nei termini minimi dilegge, hanno medie quasi sempre del30 e tante, tante lodi per ogni esamefatto. Come spendere tanto impegnoprofuso nello studio nel mondo dellavoro è il dilemma che tutti hannogià affrontato e quasi tutti risolto.Elisa Giambanelli, ad esempio, è giàal lavoro su un progetto finanziatodal bando Spinner, la SovvenzioneGlobale della Regione Emilia-Romagna nata per supportare i gio-vani negli ambiti della ricerca e del-l’innovazione tecnologica: ha allostudio una nuova confezione per sal-vaguardare al meglio le caratteristi-che dell’olio extravergine d’oliva ita-liano. Davide Fontanelli e LucioTudisco, due neoingegneri laureatiuno a Bologna, l’altro a Cesena,sono stati subito precettati con unbuon contratto di lavoro pressoun’azienda di informatica per lasanità di stanza sotto le Due Torri.Giulia Sudano, invece, si faràimprenditrice nel sociale: ha fondatoassieme ad alcuni colleghi l’associa-zione di promozione sociale Candi-damente che, finanziata dai fondieuropei, organizzerà iniziative perpromuovere un nuovo senso di citta-dinanza e favorire la partecipazionedei cittadini.

Il tema del merito torna anche nellaricerca delle menti più brillantid’Italia da attirare sul territorio che sifarà nell’Università a partire dalprossimo anno accademico. ABologna, infatti, si è deciso di seguirel’esempio di Roma per andare reclu-tare le matricole più brave, invitandoi maturi con 100 e lode a studiare quicon un’offerta che, in tempi di crisieconomica, probabilmente avràmolto successo. Bologna promettel’esonero dal pagamento delle tasseper l’intero primo anno (e non solo laprima rata come succede allaSapienza di Roma). La lode, insom-ma, vale l’esenzione dal pagamentodelle tasse per l’intero primo anno,unico Ateneo in Italia. L’anno scorsosono state 198 le matricole con lodeche si sono iscritte all’Università diBologna e per il prossimo anno acca-demico si punta a superare questonumero. La novità, che ha ricevuto ilplauso di tanti, tra cui l’assessore

LA SCHEDA

“Ecco i nomi dei neolaureati premiati dalRotary: Elisa Giambanelli (Agraria); Francesca

Dallacasa (Architettura di Cesena), IsaccoGualandi (Chimica Industriale), IsabellaManduchi (Conservazione dei Beni Culturali),Benedetto Gaetano De Biasio (Economia),Matteo Guglielmi (Economia Forlì), DomenicoPugliese (Economia Rimini), Alice Delucca(Farmacia), Chiara Ortolani (Giurisprudenza),Davide Fontanelli (Ingegneria), Lucio Tudisco(Ingegneria Cesena), Alessandro Nannini(Lettere e Filosofia), Antonella Lettieri (Lingue eLetterature Straniere), Claudio Foschi (Medicinae Chirurgia) Michela Nobile Lanzarini(Veterinaria), Francesca Di Tante (Psicologia),Sara Gozzi Sara (Scienze della Formazione),Giulio Tralli (Scienze Matematiche, Fisiche eNaturali), Vincenzo De Vitis (Scienze Motorie)Veronica Lenzi (Scienze Politiche), Giulia Sudano(Scienze Politiche Forlì), Silvia Barbi (ScienzeStatistiche), Noemi Galati (Scuola SuperioreLingue Moderne per Interpreti e Traduttori)

I premiati

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L’INTERVISTA

Un Piano unitario che individua nell’uni-versità, nella ricerca e nelle relazioni sta-

bili che sapranno costruire con le imprese econ tutti i soggetti formativi, i veri motori del-l’innovazione necessaria per rendere semprepiù rispondente alle esigenze del mercato laformazione universitaria che ricevono gli emi-liano-romagnoli. È l’obiettivo del neoassesso-re a Scuola, formazione professionale, univer-sità e ricerca, lavoro della Regione Emilia-Romagna.Assessore Bianchi, a suo giudizio il nostrosistema universitario prepara adeguatamen-te i nostri ragazzi al mondo del lavoro?“La nostra università prepara i giovani adaffrontare il mondo del lavoro, come del restodimostrano i dati di Almalaurea, che attesta-no che a cinque anni dalla laurea è occupatol’82% dei laureati, dato che sale all’86% per ilaureati degli atenei emiliano-romagnoli.Aumentano anche gli studenti che hannoavuto esperienze di lavoro durante gli studi,sono il 75% tra i laureati del 2009. Dobbiamoperò considerare che il mondo del lavoro edelle imprese si trasforma con grande rapidità,e solo dotandoci di una visione estremamen-te sinergica tra atenei e sistema produttivopossiamo dare risposte realmente efficaci”.Cosa si può fare per creare un vero e propriocollegamento tra il sistema universitario e ilmondo delle imprese?“L’Emilia-Romagna sta lavorando a un Pianounitario che individua nell’università, nella

ricerca e nelle relazioni stabili che saprannocostruire con le imprese e con tutti i soggettiformativi, i veri motori dell’innovazione.Siamo convinti che nell’università e nella ricer-ca ci siano le potenzialità per razionalizzare equalificare l’offerta, per valorizzare le eccel-lenze e per raggiungere l’obiettivo di una piùforte società della conoscenza, a cui affidiamola ripresa della produzione, la nascita di nuoveprofessioni e il rilancio dell’occupazione. Perquesto stiamo lavorando ad una legge regio-nale per l’Alta Formazione, la ricerca e l’uni-versità e stiamo pensando anche ad introdur-re veri e propri percorsi di inserimento lavora-tivo per i giovani laureati nelle aziende, dovepotranno avere un ruolo strategico”.Quali ritiene siano le prospettive dell’univer-sità italiana alla luce dei tagli delle risorseimposti da Roma?“Il ministro Tremonti ha lasciato gli ateneisenza risorse, ma anche in questo scenariooggettivamente difficile dobbiamo giocare inattacco e operare per potenziare la ricerca, ele prospettive sono migliori se si fa un gioco disquadra. Ritengo importante che gli atenei siaggreghino, pur nel rispetto assoluto dell’au-tonomia, come del resto avviene in tutti iPaesi europei. Per questo la Regione ha giàriunito i rettori dei quattro atenei dell’Emilia-Romagna, per lavorare insieme nei prossimimesi nell’interesse comune e per individuare ifuturi scenari universitari di ricerca e di altaformazione”

regionale all’Università PatrizioBianchi, viene introdotta per laprima volta dal prossimo anno acca-demico. Per finanziare questo premioal merito l’Ateneo chiede l’anticipodel pagamento del 30 per cento dellaterza rata entro dicembre (insiemealla seconda), così da garantirsi lasostenibilità dell’intera manovra. Letasse universitarie in generale nonsaranno aumentate (a parte l’1,5%legato all’inflazione), chiarisconodall’Ateneo, ma vengono riformati icriteri di merito. Per tutti gli studentiiscritti a ogni anno, ad esempio, saràpossibile cumulare le detrazioni per ilmerito con quelle previste per le fascedi reddito.Per ottenere gli sgravi basati sul meri-to, gli studenti dovranno avere unamedia di voti agli esami di due puntiin più rispetto alla media di facoltà, acui si aggiungono 50 crediti al primoanno, 60 al secondo e la laurea entrola sessione di dicembre per chi èiscritto al terzo. Questo significa cheuno studente di Lettere dovrà mante-nere una media non inferiore al 29,mentre per uno iscritto a Economiabasta la media del 26. A Medicina eGiurisprudenza servirà la media del28, a Scienze politiche, Ingegneria eFarmacia del 27, a Conservazionedei beni culturali addirittura del 30.Il regime attuale prevede invece che

L’analisi di Patrizio Bianchi, assessore alla Scuola,formazione professionale, università e ricerca, lavoro

“Relazioni stabili tra università e impresesono il vero motore dell’innovazione”

lo studente abbia la media del 28agli esami e alla fine di ogni anno dicorso abbia 50 crediti. Questemodifiche comunque saranno invigore a partire dall’anno accademi-co 2011-2012. Rimane invariatainvece la misura per cui chi ottienesgravi sulle tasse per la situazionereddituale ma non supera un mini-mo di esami ogni anno (deve averealmeno 30 crediti) è costretto apagare la quota intera

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Pubb

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Quattrocentomila euro perl’innovazione. A tantoammontano le risorse cheSpinner 2013 mette a dispo-

sizione in Emilia-Romagna e di cuipotranno usufruire persone chevogliano avviare un’attività diricerca industriale o trasferimentotecnologico oppure sviluppare unprogetto per il miglioramento orga-nizzativo e manageriale delle picco-le e medie aziende.Il bando è stato pubblicato sulBollettino Ufficiale della Regione il16 giugno. Possono fare domandafino al 23 luglio laureandi, laureati,dottorandi e dottori di ricerca, pos-sessori di titoli di formazione postlaurea e diplomati con pluriennaleesperienza lavorativa di tipo tecnicoo gestionale, residenti o domiciliatiin Emilia-Romagna.“La Regione ha ben chiaro che perrilanciare l’occupazione e usciredalla crisi è fondamentale sostenerela ricerca e il trasferimento tecnolo-gico alle imprese – spiega l’assessoreregionale al Lavoro, Università eRicerca Patrizio Bianchi – questobando va nella direzione di dare

Attività finanziabili, ricerca industriale, sviluppo sperimentale e trasferimento tecnologico

nuovi strumenti al nostro sistemaproduttivo”. Le nuove opportunitàarrivano grazie alla proroga delleattività al 31 marzo 2011, che haconsentito alla Sovvenzione globaleSpinner 2013 di riaprire i termini delbando per l’accesso alle agevolazioni.Due sono le tipologie di attività: laprima riguarda progetti di ricercaindustriale, sviluppo sperimentale,trasferimento tecnologico, in colla-borazione tra università, centri diricerca, imprese ed enti; la seconda,percorsi di innovazione organizzati-va, manageriale e finanziaria a favo-re di micro, piccole, medie imprese ecooperative sociali.La prima azione prevista dal bandosostiene chi vuole sviluppare proget-ti di ricerca industriale, sviluppo spe-rimentale o trasferimento tecnologi-co. Un volano per fare crescere ilpotenziale innovativo delle imprese.Il contributo massimo per ogni pro-getto è pari a 9.800 euro, suddivisi-bili tra borse di ricerca (fino a 1.300euro al mese per sei mesi); servizi perla tutela e la valorizzazione dellaproprietà intellettuale, erogati daesperti selezionati da Spinner 2013

(fino a un valore massimo di 2.000euro); percorsi di accompagnamen-to, selezionati tra nove tipologie, dalreperimento fondi al project mana-gement.Il bando sostiene inoltre i progetti dipersone interessate a sviluppare per-corsi di innovazione organizzativa,manageriale e finanziaria in microimprese, Pmi e coopera-tive sociali. Gli aiutipotranno, anche in que-sto caso, essere articola-ti tra borse di ricerca(fino a 1.300 euro almese per sei mesi), maanche in servizi di tutordell’innovazione orga-nizzativa, managerialee finanziaria, individua-ti da Spinner 2013, epercorsi di accompagnamento perl’accrescimento delle competenze,potendo scegliere anche qui tranove itinerari distinti.Gli Spinner Point, presenti in tutte leUniversità e i Centri di Ricerca delterritorio regionale, saranno comesempre il punto di riferimento perinformazioni e assistenza nellamessa a punto della domanda e delprogetto. Le attività previste dal pro-getto, della durata massima di 6mesi, si dovranno chiudere improro-gabilmente entro il 30 marzo 2011.La Sovvenzione Globale Spinner2013 “Interventi per la qualificazio-ne delle risorse umane nel settoredella ricerca e dell’innovazione tec-nologica”, è uno strumento delProgramma Operativo Regionale(Por) dell’Emilia-Romagna 2007-2013, del Fondo Sociale Europeo(Fse), Asse IV “Capitale Umano”,Obiettivo 2 “Competitività regiona-le e Occupazione”, promosso dal-l’assessorato alla Scuola, formazioneprofessionale, università e ricerca,lavoro della Regione Emilia-Romagna

diAntonioMinguzzi

OPPORTUNITÀ

Il bando sostieneanche l’innovazioneorganizzativa,managerialee finanziaria

Spinner, 400mila europer l’innovazione

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Ormai ha quasi toccato quota4,4 milioni di abitanti, sco-prendo di essere più giova-ne. E che il graduale allonta-

namento dai vertici della classificadelle regioni più vecchie d’Europa èiniziato. Sta cambiando volto lapopolazione dell’Emilia Romagna.E la trasformazione porta con sé la

necessità di un ripensa-mento delle politicheregionali di sviluppodei servizi e dell’econo-mia. A fotografare lametamorfosi è il settoreControllo strategico estatistica della Regione,che all’inizio dell’annoha confermato: lapopolazione continua a

crescere, oggi conta 4.395.606 per-sone, con una maggioranza di fem-mine, che sono 2.259.640 contro2.135.966 maschi. Soprattutto ilrapporto statistico ha rilevato che laregione, definitivamente archiviatala lunga fase della denatalità, si èormai collocata stabilmente in una

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INDAGINE

Un’Emilia-Romagna più popolosa e - in prospettiva - più giovane. E le politiche si adeguano

Demografia, finita l’eradella “crescita zero”

La conferma vienedal rapporto statisticocurato dalla Regione.

Netta la ripresadelle nascite

diNatasciaRonchetti

nuova stagione demografica, con lanetta ripresa delle nascite.Una mutazione che apre nuovi sce-nari. E che obbliga la Regione nonsolo a rafforzare l’attenzione sui ser-vizi all’infanzia. Ma anche adaffrontare il tema delle risorsenecessarie a ricalibrare la rete deiservizi, il welfare, le scelte economi-che, a fronte di una costante contra-zione dei trasferimenti dallo Stato. Idati confermano dunque un trend dicrescita iniziato negli anni Novanta.E che è totalmente ascrivibile ai 341comuni che costituivano il territorioregionale prima dell’ingresso deinuovi sette comuni dell’AltaValmarecchia. A crescere di più è laprovincia di Rimini, che mette asegno un incremento dell’1,2%.All’opposto, l’area dove la popola-zione aumenta di meno è quella diFerrara, che si limita a un più 0,3%,collocandosi insieme a Bologna e aPiacenza tra le province con untasso di incremento inferiore a quel-lo medio regionale. L’area più gio-vane è ancora una volta quella di

Reggio Emilia, con il 15,1% degliabitanti sotto i 15 anni e con glianziani che assorbono una quota dipoco inferiore al 20%. Ed è proprioqui che l’indice di vecchiaia, vale adire il rapporto tra giovani e anzia-ni, raggiunge il livello più basso (èpari a 1,3 anziani per giovane).Indice che, peraltro, continua adiminuire su tutto il territorio: negliultimi dieci anni è passato infatti daquasi due anziani (over 65) per ogniragazzo fino a 14 anni, agli attuali1,7. A fronte della “giovane”Reggio Emilia al lato opposto si col-loca ancora una volta il Ferrarese,con un indice di vecchiaia pari a 2,4anziani per ogni giovane.Il ringiovanimento medio dellapopolazione è l’effetto di una inver-sione di tendenza iniziata nel 1988,quando le nascite – dopo aver toc-cato il minimo storico di 25milaall’anno nel 1987 – hanno ricomin-ciato a crescere gradualmente. Unrisultato dovuto principalmente aifenomeni migratori, che ha portatoi bambini ad aumentare negli ultimi

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L’INTERVISTA

“Siamo di fronte a una primavera demo-grafica, dovuta soprattutto all’immigra-

zione. Un fatto positivo. E i fenomeni chehanno innescato questa tendenza devonoessere governati, per non minare la coesionesociale, che è un grande fattore di crescita”.L’assessore allo Sviluppo delle risorse umanee organizzazione, Donatella Bortolazzi, nonha dubbi: il cambiamento demograficorichiede di ricalibrare le politiche regionali.Una popolazione in costante crescita. E piùgiovane. Cosa comporta?“Siamo una regione dinamica: la popolazio-ne in dieci anni è cresciuta del 10%. Si devesostanzialmente all’immigrazione. E questoha ridisegnato il profilo della popolazione,anche se gli effetti di ciò che è accaduto neglianni ’70 e ’80, con la denatalità, continueràa pesare ancora per qualche anno. I bambi-ni negli ultimi 10 anni sono cresciuti del30%. E ciò non può essere che letto positi-vamente, anche se è chiaro che i fenomeniche hanno determinato queste tendenzerichiedono di essere governati. Attualmenteil peso della componente tra i 18 e i 34 anniè esiguo e ancora in calo. Sulla base dellenostre previsioni tornerà a crescere dal 2018,con l’incremento delle nascite e l’ingresso dinuovi immigrati. Ciò richiede la consapevo-lezza dell’importanza delle politiche verso legiovani generazioni”.L’indice di dipendenza, vale a dire il rap-porto tra la popolazione inattiva e quella in

età da lavoro, è in crescita. Con quali con-seguenze?“L’indice di dipendenza è un indicatore checi dice quante persone ha a carico una per-sona in età lavorativa. Sta crescendo perchéaumentano i bambini e contemporanea-mente, con l’allungamento della vita media,aumentano anche gli anziani. Ma oggi sel’indice continua a crescere lo fa prevalente-mente per l’incremento dei bambini.Occorrerà quindi rafforzare le politiche perl’infanzia, nel quadro di una attenzione perla famiglia con particolare riguardo alledonne. Il problema potrà essere principal-mente finanziario, considerata la gradualerestrizione delle risorse”.Il cambiamento dovuto in larga parteall’immigrazione che sfide pone allaRegione?“Le tendenze in atto dipendono pressochéesclusivamente dall’ingresso di cittadinistranieri, con livelli di fecondità delle donnedoppi rispetto a quelli delle italiane. La pre-visione per i prossimi 20 anni evidenziacome un aumento della popolazione relati-vamente sostenuto sia fondamentale perassicurare alla regione un tasso di crescitaeconomica e sociale simile a quello speri-mentato negli ultimi anni. Al contrario unacrescita demografica bassa avrebbe pesan-ti ricadute sullo sviluppo di lungo periododell’economia. Tutto ciò richiede il governodi processi che sono inevitabili e fonda-

mentali per il futuro della nostra regione”.La crescita nelle aree di montagna, pur pre-sente, èminore rispetto a quelle di pianura...“Dopo la ‘fuga’ registrata fino a qualcheanno fa, assistiamo a un progressivo ‘ripo-polamento’ delle aree montane. È però unfenomeno che interessa maggiormentequelle zone appenniniche che, per servizi evie di comunicazione, offrono una possibi-lità a chi trova con difficoltà una sistemazio-ne in città: legato anche al costo delle abita-zioni ha riguardato in particolar modo legiovani coppie e gli immigrati creando unanuova richiesta di servizi. Ciò rappresentaun’ulteriore sfida per le politiche regionali.Anche se la Regione ha già varato un mas-siccio piano di qualificazione del territoriomontano”

dieci anni del 30%, a fronte di unacrescita della popolazione del 10%.Un ritorno delle cicogne che nellungo periodo porterà anche a unriequilibrio demografico. La com-ponente di popolazione con un’etàcompresa tra i 18 e i 34 anni, cheoggi è pari a poco più del 18% degliabitanti resta ancora in calo. Maricomincerà a crescere, secondo leproiezioni della Regione, fra ottoanni, trainata sia dall’aumento dellanascite sia dall’ingresso di nuovi,giovani, immigrati. Una prospettivache – spiega il settore Controllostrategico e statistica della Regione– “obbliga fin da ora a ridefinire

nuove politiche di sviluppo. Con laconsapevolezza che ogni piano dicrescita dovrà tenere conto deinuovi equilibri demografici”.Fondamentale, a questo proposito,è il rapporto tra la popolazione inetà da lavoro e la popolazione inat-tiva. L’indice che lo misura è pro-gressivamente peggiorato, passandoda 103,2 a 121,5. La conseguenzadegli andamenti negativi della nata-lità negli anni Settanta e Ottanta. El’arrivo di immigrati, che ha contri-buito a ringiovanire la popolazione,non è riuscito a colmare completa-mente il gap tra l’uscita dal mercatodel lavoro degli anziani e l’ingresso

Donatella Bortolazzi, assessore regionale allo Sviluppo delle risorse umane e organizzazione“Una popolazione in crescita è essenziale per lo sviluppo”

di giovani lavoratori. Ma l’aspettopositivo c’è: l’incremento è infatti daattribuire, come fanno notare i verti-ci della Regione, alla crescita dellapopolazione infantile. Per quantoriguarda le aree montane, infine, si èarrestata la tendenza allo spopola-mento. Seppure a ritmi più lenti, gliabitanti crescono anche nelle areeappenniniche (+0,1%). Con nettedifferenze però. L’incremento si rile-va nel Reggiano, nel Modenese, nelBolognese e nella provincia di Forlì-Cesena. In calo, invece, la popola-zione nelle aree montane delParmense, del Piacentino e delRiminese

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Quali sono gli orizzonti dellamicro e piccola impresa, chesi è dimostrata finora flessi-bile e creativa di fronte alle

mutevoli variabili del mercato?A questo interrogativo vuole rispon-dere Micro e Piccola Impresa.Lab,un contenitore pensato da CnaEmilia-Romagna per produrre

modelli interpretativi,ma soprattutto stru-menti e azioni concrete.È un cantiere in evolu-zione che, con il contri-buto di economisti,ricercatori e partnerinternazionali, vuoleaiutare queste impresea rimanere protagoni-ste grazie alla messa in

rete di relazioni, competenze e inno-vazione.“L’ obiettivo di questo laboratorio –dice Paolo Govoni, presidente diCna regionale – è capire cosa staaccadendo e dare più visibilità al

IMPRESE

Una giornata a Villa Guastavillani a Bologna per tracciare le possibili dinamiche future

Pmi tra presente incertoe orizzonti possibili

Morelli (Cna)“La soluzione

non deve esserediventare grandi,

ma fare rete”

diEnricoVincenzi

micro, una dimensione che spessopuò essere un fattore critico di suc-cesso in un contesto economico glo-bale in repentino cambiamento”. Ilpasso di avvio di Micro e PiccolaImpresa.Lab è stata una giornata diriflessione dedicata da Cna all’inno-vazione, inserita nella seconda SmeWeek, la Settimana Europea dellePiccole e Medie Imprese.A Villa Guastavillani, sede dell’AlmaGraduate School, la giornata si èsvolta secondo una precisa scansio-ne. Innanzitutto i numeri dell’indagi-ne relativa al secondo semestre 2009rilevati da TrendER, l’Osservatoriocongiunturale di Cna e Federazionedelle Banche di Credito Cooperativodell’Emilia Romagna sulla micro epiccola impresa. Nel corso di dueworkshop in parallelo, si sono poiapprofonditi il Temporary Manage-ment, quale modalità efficace percolmare il gap fra alta formazione emondo produttivo e l’Open Bench-marking, come strumento capace di

generare vantaggi per le impreseeuropee mediante il confronto, l’a-nalisi, la condivisione e lo scambiodei dati.Nel “cocktail della ricerca” si èaffrontato il tema del “Web 2.0, lenuove frontiere della rete per le pic-cole imprese”. A conclusione, nelBest Practice Award sono state pre-miate le realtà imprenditoriali che sisono contraddistinte nel 2009 perl’utilizzo di buone prassi. È stata l’ul-tima edizione, la decima, di una serieiniziata nel 2000.Questa lunga esperienza è raccoltanel volume “La nostra storia insiemealle imprese. Cinquantuno storie disuccesso aziendale. Un decennio dibuone prassi manageriali” realizzatodal gruppo di professionisti di Cna

LA STRATEGIA

Le Imprese Eccellenti 2009 sono il frutto di analisi realizzatenelle province di Bologna, Ferrara, Parma, Piacenza e Ravenna

su 204 aziende. Ne sono state individuate 48 che hanno superatole selezioni. Le migliori sei sono state premiate per il possesso dibest practice legate all’innovazione.È stata scelta per la valorizzazione di produzione, servizio e logisti-ca, ricerca e sviluppo, la bolognese Dismeco, che si occupa di logi-stica, stoccaggio, trattamento e gestione integrata dei Raee.Momaboma di San Lazzaro di Savena (Bo) che fabbrica articoli inpelle è stata premiata per le relazioni con clienti e fornitori.Selvistec di Ferrara che realizza sistemi elettronici per la visione,diagnostica, misurazione e monitoraggio è stata indicata per laricerca e sviluppo, prassi che ne ha fatto partner innovativo e qua-lificato per i clienti. Res.In.Tec Italia (Restauri InnovativiTecnologici), di Corporeno (Fe) che opera nel campo dell’edilizia

con un servizio specializzato nel restauro conservativo e consoli-damento strutturale, è stata selezionata per aver valorizzato lafunzione di ricerca e sviluppo attraverso importanti relazioni connumerose università.Argelli di Fusignano (Ra) specializzata nelle tecnostrutture metal-liche modulari, è stata segnalata per le risorse umane tutto il per-sonale partecipa attivamente alle scelte. F.lli Gasperoni diMontaletto di Cervia (Ra), che si occupa di sistemi di arredo sumisura per abitazioni, negozi, uffici e hotel; mobili ed oggetti diarredamento artistico, è stata premiata per aver la strategia azien-dale che identifica con chiarezza gli ambiti di intervento.La menzione speciale “Giovani Imprenditori Cna” è andata aMmb di Faenza (Ra), che produce e sviluppa un software per lagestione dei centri di revisione, per aver orientato la propria stra-tegia su un elevato livello di innovazione

Qualità ed innovazione, chiave di volta per lo sviluppo

Le “Best in Class” 2009

Nelle immaginialcuni momentidella giornata

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Innovazione con il contributo diEnzo Rullani, docente alla VeniceInternational University.Lo scopo del libro non è solo di cele-brare il decennale del RepertorioRegionale Imprese Eccellenti che hacoinvolto oltre 9mila piccole imprese“ma anche – spiega Gabriele Morellisegretario di Cna Emilia-Romagna –di compiere una riflessione sullecaratteristiche delle micro e piccoleimprese attraverso il racconto deiprotagonisti”.Lo studio si concentra sulle capacitàdelle piccole imprese di competeresui mercati e di reagire ai momenti didifficoltà, sulle strategie che ne deter-minano l’eccellenza e le differenzerispetto alle grandi. Attraverso ilRepertorio, Cna ha cercato di capirecosa attivare in termini di conoscen-ze e innovazione. “Per il futuro –osserva Morelli – servono “nuovepaia di occhiali” per leggere la realtà.Bisogna pensare che le micro e le pic-cole imprese non devono per forzadiventare grandi. Va dato spazio allarete che mette insieme tra di lorocompetenze e relazioni in grado digenerare competitività”

In Emilia-Romagna, la crisi rallenta, maancora non si vede la risalita. Secondo l’ul-

tima rilevazione effettuata su un campionedi 5.040 piccole imprese (da 1 a 19 addetti)da TrendER, l’Osservatorio congiunturaleregionale promosso da Cna e Bcc in collabo-razione con Istat, nel secondo semestre del2009, il fatturato è calato del 13% rispettoallo stesso semestre del 2008, ma in misurapiù contenuta rispetto ai primi sei mesi del-l’anno (meno 20,1%). Così anche il fattura-to per conto terzi (da meno 20,6% nelprimo semestre 2009 a meno 13,7% nelsecondo) e la domanda estera (da meno30,6% a meno 20,8%).Se rallenta la flessione dell’export, si arrestail crollo degli investimenti (da meno 41,9%nel primo semestre a meno 1,9% nel secon-do) e si riduce anche la caduta della spesaper consumi (da meno 22,2% a meno15,1%), tuttavia la domanda interna rimaneferma.La dinamica dei primi mesi 2010 confermache alle spalle c’è solo il picco della crisi. “Èuna situazione ancora molto difficile – com-menta Paolo Govoni, presidente di CnaEmilia-Romagna – sulla quale impatterà lamanovra finanziaria, indispensabile per ilrientro dei conti e per salvaguardare l’Eurodalla speculazione. Se è vero che si intrave-dono alcuni spiragli, resta comunque il fatto

che si è ancora dentro la crisi. È indubbio cheuna manovra restrittiva in fase recessiva, puòavere effetti involutivi soprattutto sulle pic-cole imprese – che sono il 97% del nostrosistema produttivo – se non è accompagna-ta da stimoli e azioni per lo sviluppo”.La fase recessiva si è alleggerita nella secon-da parte del 2009 per tutti i macrosettori(manifatturiero, servizi e costruzioni), purcon differenze all’interno. Se la meccanicasembra aver avviato un riposizionamento,per il sistema moda (tessile, abbigliamento,calzature), si conferma la grave mancanzadella domanda. All’opposto l’alimentare,toccato il punto più basso nel secondosemestre 2008, ha ripreso decisamente amigliorare già nel 2009.Secondo un sondaggio realizzato a finemarzo 2010 su un campione di oltre 322aziende dall’Istituto di Ricerche Freni diFirenze per Cna Emilia-Romagna, tra gliimprenditori cresce la percezione negativa diun allungamento dei tempi di ripresa dell’e-conomia, prevista all’inizio del 2011, o nonprima del 2012. Prevale lo scetticismo: il54% degli intervistati pensa di essere anco-ra nel mezzo della crisi. Diversi elementidestano preoccupazioni per il futuro: ordini efatturato si mantengono comunque in rosso,perdura la stretta creditizia e aumentano ledifficoltà occupazionali

Pubblicati i dati di TrendER

Pmi, la ripresa ancora latita

I NUMERI

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Buone notizie per il distrettodella ceramica. Nel 2010l’export è cresciuto in volu-me (più 1,7%) e in valore

(più 1,9%) trainato dalla crescitadella domanda proveniente da StatiUniti (più 18,7%) e Asia (più 25,1)Gli operatori danno quindi fiduciaai primi segnali positivi di ripresa. A

far ben pensare non èsolo il tutto esauritoregistrato per gli spaziespositivi a Cersaie2010 (a Bologna dal 28settembre al 2 ottobre),ma soprattutto il trenddel primo trimestre.Germania e Franciasono ancora ai livellidello scorso esercizio(rispettivamente meno

1,8% e meno 3,5% nei primi tremesi), ma c’è una crescita comples-siva delle esportazioni che consolidal’inversione di tendenza rispetto al2009, anno in cui sono crollati tuttii principali indicatori dell’industria.Resta da recuperare il pesante calodi fatturato (sceso dai 5,5 miliardidel 2008 ai 4,5 del 2009), però ilsettore sta governando il processo diristrutturazione aziendale e settoria-le per definire una fisionomia del-l’industria più consona ai nuovi sce-nari internazionali.Il comparto ceramica resta centralenelle politiche di sviluppo dellaRegione. “Siamo già al lavoro – sot-tolinea Gian Carlo Muzzarelli,assessore regionale alle Attività pro-duttive – con il Tavolo per rinnova-re il ‘Patto per attraversare la crisi’per uscire da questa situazione, siacon misure di tutela e di sostegnodei lavoratori e delle famiglie, checon azioni strategiche per sostenerele imprese, l’innovazione e l’export:atti concreti per stimolare investi-menti, come i 50 milioni che laRegione ha concesso per sostenere il

In archivio il 2009, “annus orribilis” del distretto. Torna a correre il mercato americano

La ceramica risorgegrazie agli States

SETTORIdiNicolettaCanazza

Più 18,7% negli Usa.Segnali confortanti

anche dall’Asia,con un incrementosuperiore al 25%

credito alle imprese che investono”.Il distretto chiede strumenti più fles-sibili di governance del settore. Inquesta direzione si sono mosse pertempo le province di Reggio Emilia eModena e gli 11 comuni del distret-to ceramiche formando un gruppodi lavoro su innovazione, lavoro,formazione e strategie di uscita dallacrisi. Obiettivo: gestire l’emergenzadella crisi e lavorare per il futuroaffrontando i problemi di prospetti-va e di ricollocazione delle aziende edei lavoratori.Nel modenese e reggiano la crisi hatoccato sia aziende leader (Iris cera-mica, Emilceramica, Tat ceramiche),che colorifici ceramici, produttori diossidi metallici, fino a tutto l’indottoartigiano costituito dalle piccolerealtà del cosiddetto “terzo fuoco”

passando per architetti, decoratori,designer. Secondo i dati diConfindustria Ceramica e del centrostudi Acimac (l’Associazione deicostruttori di macchine per l’indu-stria ceramica), a fine 2009 il distret-to delle piastrelle di ceramica perde-va un 30% in produzione e un 20%in vendite con 9.538 addetti (quasi lametà di tutta la forza lavoro delleaziende con sede legale nelle due pro-vince) interessati dagli ammortizza-tori sociali tra Cig (4187), Cigs(2.619), contratti di solidarietà(2612) e mobilità collettiva (120).Perso un 30% di fatturato anche nelsettore macchine per ceramica.Il distretto però ha fatto sistema emesso in campo i propri punti diforza: capacità innovativa e coesio-ne. Il patto tra imprese, istituzioni e

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IL CASO

sindacati ha salvaguardato unarealtà che conta in tutto duecentoimprese, 22 mila addetti distribuitifra le province di Modena e ReggioEmilia, e altri 4300 circa tra Faenzae Imola. “È la conferma – sottolineaFranco Manfredini, presidente diConfindustria Ceramica e diCasalgrande Padana (di recentenominato Cavaliere del lavoro dalPresidente della Repubblica GiorgioNapolitano) – che il settore, centra-le per la nostra regione, ha in sé lerisorse per superare questa crisi emantenere la leadership internazio-nale del Made in Italy grazie a unaimpressionante flessibilità produtti-va”. La crisi ha determinato unariorganizzazione delle aziende del-l’intera filiera, alle prese con lanecessità di ridurre i magazzini, rie-quilibrare la produzione, gestire l’in-debolimento finanziario. A inizio2010 i primi segnali positivi(Piemme, Porcelanosa group, Venis,Ceranco e Graniti fiandre hannochiuso il 2009 con gli indici al rial-zo) e adesso il distretto guarda almercato interno (circa 1,3 miliardidi fatturato). La ricerca “I ‘nuoviconsumi’ in tempo di crisi” condot-ta su acquirenti italiani di piastrellein ceramica da GFK Eurisko ha pre-miato la produzione regionale. “Ildistretto emiliano – aggiungeManfredini – è strategico nella filie-ra ceramica nazionale. Nei prossimimesi investiremo in Italia 2 milioniin una campagna di prodotto fina-lizzata a innalzarne la percezione delvalore”. La campagna di comunica-zione integrata verrà lanciata aCersaie 2010 e punterà a valorizza-re sul mercato domestico la cerami-ca ‘Made in Italy’ e i suoi brand.Con il comparto piastrelle in ripresapunta al rialzo anche il settorecostruttori di macchine per l’indu-stria ceramica e del laterizio. IlCentro studi di Acimac ha rilevatonel primo trimestre un crescitamedia del giro d’affari delle aziende,dovuta per lo più a una ripresa del-l’export, che vale da solo oltre il75% del fatturato totale di settore.Tra i mercati più dinamici, quellidell’area del Maghreb, della peniso-la Araba, dell’area medio-orientale edel Sud-America con il Brasile intesta. Ulteriore impulso potrebbe

Crisi sì, ma soft. La ceramica artistica faen-tina difende la tenuta complessiva del

settore a fronte di una crisi che, in altre loca-lità d’Italia, ha falcidiato i fatturati dei “colle-ghi/concorrenti” artigiani con perdite anchefino al 50%. “Rispetto all’industria – spiegaDavide Servadei, presidente nazionale diConfartigianato ceramica – la crisi ha toccatoin ritardo il nostro settore, ma, considerati ivolumi ridotti di produzione, ha colpito duro.Il mercato arabo si è bloccato di colpo, quelloamericano ha rallentato ulteriormente. Laconcorrenza cinese si è fatto più agguerritaassalendo distretti meno innovativi del nostro:ad esempio Civita castellana (Viterbo) oDeruta (Perugia). In questo quadro, la perdi-ta solo di un 8-10% per la ceramica faentinarispetto al 2009, è un gran risultato”.Il polo della ceramica artistica dell’Emilia-Romagna chiede ora attenzione con iniziativemirate per la promozione. A Faenza sonorimaste in attività una cinquantina di botte-ghe. Erano il 20% in più a inizio 2000, quan-do ancora il ricambio generazionale non eraemergenza. Realtà piccole (la media è di 2,3addetti) ma altamente specializzate chehanno saputo rinnovarsi e anticipare i gustidel mercato investendo su qualità e design.Da tempo chiedono di organizzarsi in un cir-cuito per intercettare parte del turismo direttoalle località balneari. Un salto di qualitàpotrebbe essere quella candidatura deldistretto faentino come patrimonio dell’Une-sco, cui sta lavorando l’Ente ceramica Faenza.“Abbiamo una tradizione ceramica che risaleal 1300 – sottolinea Luca Salmistraro, presi-dente dell’Ente ceramica Faenza – ci sonotutti i presupposti per costruire un percorso

turistico integrato che comprenda il museointernazionale delle ceramiche, le botteghestoriche e il centro urbano. Oggi i turisti sco-prono Faenza soprattutto su internet. Si trat-ta di fare rete e unire le risorse puntando sullavalorizzazione di tutto il territorio con unagestione integrata dell’offerta ricettiva, eno-gastronomia e visitazione turistica”.Intanto Faenza è entrata a fine giugno nelprogetto “La strada della ceramica”, checoinvolge le 13 principali città di antica tradi-zione nel mondo. Una sorta di club interna-zionale che comprende centri d’eccellenza tracui Limoges, Delft e Siviglia. Per MassimoIsola, vice sindaco e assessore alla Cultura ealla ceramica di Faenza: “È una grandeopportunità di lavoro e sviluppo della nostratradizione culturale”. Opportunità chepotrebbe dare il via a un progetto di promo-zione già ad Argillà, la fiera di settore in pro-gramma proprio nella città romagnola il 4 e 5settembre

venire dal mercato cinese. ACeramics China (la prima fiera asia-tica per la fornitura all’industriaceramica svoltasi a Guangzhou afine maggio) le macchine dei produt-tori emiliani sono stati apprezzateper la qualità, affidabilità ed elevataautomazione. Un segnale che fa bensperare. “I risultati sono sicuramen-te positivi – spiega Pietro Cassani,presidente di Acimac – specie perchéarrivano dopo un anno di forti con-trazioni, ma sono ancora insufficien-

ti per poter dire che la crisi è supe-rata. Gli incrementi registrati neimesi scorsi potrebbero infatti esseredovuti a un cosiddetto rimbalzo tec-nico. Dopo mesi di stallo, infatti,una crescita degli ordinativi è quasifisiologica, dovuta al rinnovo osostituzione di parti di impianti oattrezzature di consumo. Sui princi-pali mercati prevediamo ancora unasituazione di stabilità in attesa del-l’auspicata ripresa di importantiinvestimenti industriali”

Tengono le “botteghe”. Ora l’obiettivo è l’Unesco

Faenza, crisi soft per l’artistico

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Ceramica, architettura, design.Tre orizzonti, un unico mar-chio, Ceramic Tiles of Italy,che quest’anno più che mai si

prepara per conquistare nuovi clien-ti e visibilità nell’importantissimomercato nordamericano. Primoappuntamento già nelmaggio scorso,con l’International Contemporary

Furniture Fare di NewYork, il salone del mobi-le che si tiene ogni annonella “grande mela” eappuntamento impre-scindibile per tutti i pro-fessionisti americani deldesign, a cui CeramicTiles of Italy ha parteci-pato con un propriostand e 13 aziende part-ner che si sono presenta-

te al pubblico.Prodotti, sì, ma anche e soprattuttotendenze, in un mercato che stamostrando negli ultimi mesi impor-tanti segnali di ripresa. Un campo,quello delle tendenze, dove il Madein Italy continua a fare scuola.Diversi gli appuntamenti in agenda,organizzati da Ceramic Tiles of Italy

Dal Canada agli Stati Uniti, entra nel vivo un’intensa campagna promozionale

Ceramic Tiles of ItalyObiettivo Nord America

proprio al fine di “illustrare” agliamericani le ultime tendenze dellaceramica nostrana, a cominciare dalseminario realizzato a Las Vegas nel-l’ambito dell’Hospitality DesignShow, la kermesse dedicata almondo degli alberghi e dell’offertaricettiva.Dalle possibili applicazioni dellaceramica negli alberghi di lusso sipassa all’architettura “pura”: insie-me all’Istituto per il CommercioEstero, Ceramic Tiles of Italy ha par-tecipato all’AIA Convention&Expodi Miami, organizzata dall’AmericanInstitute of Architects, dove alla con-vention è seguita la possibilità, per iprofessionisti presenti, di visionarealcuni prodotti ceramici italiani suun “table top display”, nonché pren-dere contatto con i consulenti diCeramic Tiles of Italy per carpireinformazioni sui prodotti fuori cata-logo. Tendenze ancora protagonisteal Dwell on Design di Los Angeles,con la stessa modalità del “table topdisplay”.Da una parte all’altra degli States,insomma, sempre a contatto con imaggiori professionisti dell’architet-tura e del design, nonché con i gior-nalisti di fama internazionale ingrado di contribuire non poco alsuccesso di una proposta commer-ciale. È questo il caso, ad esempio,del seminario in programma in set-tembre all’Architect&Design Buil-ding, nel cuore di Manhattan, dovevari esponenti del Made in Italy –ceramica compresa – saranno pre-senti in qualità di espositori: unaghiotta occasione, per la platea ame-ricana, di conoscere in anteprima lenovità emerse dal prossimo Cersaiedi Bologna. Il quale resta – ovvia-mente – l’appuntamento principaleper il settore, insieme al Coverings,durante il quale – l’edizione 2010 siè conclusa lo scorso 30 aprile –Ceramic Tiles of Italy ha lanciato il

tradizionale premio rivolto almigliore progetto di design o archi-tettura realizzato in Stati Uniti eCanada utilizzando, tra i vari mate-riali, anche la ceramica italiana.Diversi comunque gli ulterioriappuntamenti che accompagneran-no Ceramic Tiles of Italy fino alCoverings 2011, quando sarà con-segnato il premio. A Indianapolis, inautunno, con un seminario tecnicodedicato al mondo dei posatori,probabilmente focalizzato su pia-strelle super-sottili e pareti ventilate.Quindi dal 4 al 6 novembre, nellastessa città, dove Ceramic Tiles ofItaly sponsorizzerà la conventionannuale dei distributori e – ancora –dei posatori americani. Sempre piùspazio, in tutto il mondo, sta poiacquistando l’edilizia sostenibile. Perquesto il Green Build di Chicago, inprogramma dal 16 al 29 novembre,merita un seminario organizzato daCeramic Tiles of Italy, dedicatoall’importante ruolo che la ceramicapuò avere in questo settore.Due ultimi appuntamenti, prima delCoverings, in programma a Orlan-do, in Florida, dal 14 al 17 marzo2011: l’Interior Design Show diToronto, dal 20 al 24 gennaio, e unseminario per parlare del rapportotra tradizione e innovazione, aMiami, in febbraio. Nel primo casosi tratta di un’occasione per pro-muovere la ceramica italiana anchein Canada, un Paese che ha vistouna contrazione del mercato netta-mente inferiore a quella registratanegli Usa. Miami invece sarà un’op-portunità per portare a conoscenzadella platea americana anche unframmento della nostra storia, diquel rapporto che esiste, ancoraoggi, tra ceramica artistica tradizio-nale e ceramica industriale. A darman forte a Ceramic Tiles of Italysarà in questo caso la Galleria d’ArteAntica di Palazzo Barberini

diM

arcoCasamenti

Architetti, designer,ma anche posatorie giornalisti. Questii target principali

degli eventi

SETTORI

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Quaderni&documenti

Come costruire l’uscita dalla crisiSostenere il recupero del potere competitivo delle imprese:questo il filo conduttore della Ottava Giornata dell’Economia,inserita nel programma della “Seconda settimana europeadelle Piccole e Medie Imprese”

Una riflessione ampia perindividuare le strategie di

ripresa e le direttrici da seguireper stimolare la crescita e rende-re più equi e sostenibili i proces-si economici. E’ stato questo ilfilo conduttore della OttavaGiornata dell’Economia, il tradi-zionale appuntamento che ognianno vede protagoniste leCamere di commercio nel deli-neare, sulla base di un ampio edettagliato dossier informativo,lo stato di salute del sistemaPaese.Mai come in questa occasione, laGiornata dell’Economia, articola-ta in una serie di eventi condeclinazioni diverse legate allespecificità dei territori, è stata unmomento utile per ricostruiretempi ed intensità del percorso diuscita dalla crisi che va vissuta,come è stato detto “come gene-ratrice di progresso” perché,

ricordando le parole del AlbertEinstein “dalla crisi nasconoinventiva, scoperte e grandienergie ed affiora il meglio dellapersona per cercare di superar-la”.Una logica attiva e propositiva hafatto dunque da traccia comunenell’analisi della situazione, dalpunto di vista delle Camere dicommercio “osservatori” delleeconomie locali e rete articolatasul territorio, sulla base di datiinediti ed aggiornati.

Investire sul capitale sociale etecnico, tenere alto il livello del-l’innovazione, stimolare la diffu-sione dell’ICT nelle Pmi manifat-turiere, rafforzare i percorsi diaccesso al credito, dedicareattenzione all’ambiente ed allariconversione “verde”, stimolarela tutela del “made in Italy”:sono alcune delle idee su cui in

Emilia-Romagna, si è sviluppatala Giornata che ha visto protago-niste tutte le Camere di commer-cio in una serie di iniziative, con-vegni e conferenze pubbliche,che si sono svolte con diversascansione temporale.

“I dati indicano come la prioritàsia ancora quella di gestire l’e-mergenza – afferma AndreaZanlari, presidente di Unionca-mere Emilia-Romagna. – Aiutarele imprese ad accedere al credito,evitare la chiusura delle aziendein difficoltà, tutelare l’occupazio-ne e sostenere le famiglie, sonole azioni che ci devono accompa-gnare in questo 2010. A queste,vanno affiancate strategie di piùampio respiro, che ci consentanodi riprendere con decisione quelcammino di crescita economica ecoesione sociale che da semprecaratterizza la nostra regione”.

Il prologo della Giornata dell’Economia, èstata la presentazione del “RapportoUnioncamere 2010. L’economia reale dalpunto di osservazione delle Camere di com-mercio” che si è svolta nell’ Aula Adrianea –Horti Sallustiani della sede di Piazza Sallustioa Roma. Dopo gli interventi del segretariogenerale Claudio Gagliardi e di DomenicoMauriello del Centro Studi, il presidenteFerruccio Dardanello ha approfondito iltema dei fattori competitivi e nuove strate-gie di presenza sui mercati, indicando lemisure a sostegno delle imprese. Quattroimprenditori, di altrettanti settori provenien-ti da diverse zone d’Italia hanno raccontato

al pubblico ed al ministro del LavoroMaurizio Sacconi la propria esperienza disuccesso. Tra loro Pietro Cecchini, presiden-te della Umpi, azienda di Cattolica (Rn) lea-der nella tele gestione di impianti di illumi-nazione che nell’anno della crisi ha aumen-tato il proprio fatturato del 59% “accenden-do” la città araba di Medina con 25 milapunti luce, destinati a diventare 100 mila. Lacrisi per Umpi è stata colta come opportu-nità: la necessità di tagliare sui consumi haportato amministrazioni e aziende a servirsidi Umpi che offre un sistema di gestionedella pubblica illuminazione capace di farrisparmiare fino al 30%.

Andrea Zanlari, presidenteUnioncamere Emilia-Romagna

La Giornata dell’Economiavuole offrire una interpretazione

dell’evoluzione dei sistemi produttivi,partendo dal patrimonio informativoe dalla diffusa elaborazione di studi

del sistema camerale al serviziodelle imprese e dell’attività

di programmazione degli enti locali.

L’identikit dell’economia. Crisi come opportunità

I

A cura di Giuseppe sangiorgi

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II

Quaderni&documenti

Affrontare il cambiamentoDi fronte ad una crisi che nasce da lontano non possiamo limitarciad attendere tempi migliori e soluzioni calate dall’alto

“Se si raccolgono abbastanzadati qualsiasi cosa può essere

dimostrata con metodi statistici”.L’aforisma contenuto nelle “Leggidi Murphy” descrive efficacemen-te il clima di confusione che aleg-gia attorno al tema della crisi eco-nomica, sono sufficienti pochidecimali di differenza per far pro-pendere l’ago della bilancia versoil bel tempo o la tempesta. Forsein questi giorni è opportuno chia-marsi fuori dalla guerra delle per-centuali e cercare di comprenderele dinamiche che sottostanno ainumeri.Stiamo vivendo anni nei qualisiamo attraversati da una profon-da trasformazione, sociale ed eco-nomica, cambiamenti che spessonon riusciamo a cogliere né, tan-tomeno, a misurare. Una possibilespiegazione sta nel fatto che ilnostro territorio è un sistema com-plesso, cioè un sistema dove lerelazioni tra le parti che lo com-pongono sono l’aspetto piùimportante, tanto che se analizzia-mo le singole componenti, noncapiamo nulla del funzionamento

complessivo. Anche le personesono sistemi complessi, per esem-pio la sfera emotiva e quella rela-zionale sfuggono ad ogni nostrotentativo di misurazione, eppurerappresentano l’essenza degliessere umani.Dire che siamo un sistema com-plesso non è solo un esercizio diclassificazione fine a sé stesso, maimplica un salto culturale nonindifferente ed azioni conseguenti.Per esempio la teoria della com-plessità afferma che “in un siste-ma complesso equilibrio, simme-tria e stabilità significano crisi”.Pensiamo a ciò che accade a noi,come persone. Coerentementecon la nostra visione ed i nostrivalori ci poniamo degli obiettiviche il più delle volte mirano a con-ciliare e a tenere in equilibrioaspetti tra loro apparentementecontrastanti, come famiglia elavoro. È un equilibrio che sappia-mo essere per natura instabile edin perenne riconfigurazione, inquanto cambiamo noi, cambianogli altri, muta l’ambiente nel qualeviviamo. Per riuscire a mantenerlo

occorre rinnovarlo continuamen-te, perché se non fossimo in gradodi farlo evolvere parallelamente aicambiamenti, probabilmente,come afferma la teoria della com-plessità, vivremmo uno stato dicrisi.Mentre come persone riusciamo afar evolvere il concetto di equili-brio, come sistema territoriale fac-ciamo più fatica. I nostri numeri e– soprattutto - il percorso logicocon il quale affrontiamo i cambia-menti vanno alla ricerca e dannovalore ad un concetto statico diequilibrio. Non è un caso che dadecenni ci affanniamo nel rincorre-re attraverso vecchi modelli condi-zioni economiche e sociali conse-guite in passato e progressivamen-te smarrite. Questo nostro conti-nuo guardare all’indietro determi-na che, di fronte ai cambiamentiportati dalla globalizzazione, cispaventiamo perché non riuscia-mo più a raggiungere un punto distabilità tra crescita economica ecoesione sociale, come se questedue cose non potessero andare piùinsieme, essere in equilibrio.

Guido Caselli,direttore centro studi e ricercheUnioncamere Emilia-Romagna

16,0

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-14,1

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2010

trim

.1

TOTALE piccolemedie grandi

Indagine congiunturale dell’industria manifatturiera. Anni 1989-2009. Emilia-RomagnaIndustria manifatturiera. Variazione della produzione.

Fonte: Centro studi Unioncamere Emilia-Romagna, indagine congiunturale industria manifatturiera

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III

L’attuale crisi economica la possia-mo leggere come il non riuscire atenere in equilibrio le contrapposi-zioni che ci hanno accompagnatonel corso degli ultimi decenni, apartire da quelle sottostanti almodello di sviluppo. Nel perpetuoprocesso di metamorfosi struttu-rale ed organizzativa alla ricercadella competitività vi sono semprestati due punti fermi, due fili rossiche ricorrevano costantemente.Il primo filo rosso è che il succes-so del territorio nel corso deidecenni si è sempre correlatoall’emergere di imprese leader chehanno fatto da traino ad un vastosistema di piccole imprese attra-verso un forte legame di subforni-tura. Il secondo filo rosso riguardaun'altra tipologia di rete, quellasociale. La rete economica ha fun-zionato perché tra i cittadini c’èstata condivisione di valori edobiettivi, coesione sociale, sensodi appartenenza ed identità.D’altro canto la rete sociale fun-zionava perché l’economia garan-tiva livelli elevati e diffusi dibenessere Un circolo virtuosocompletato da una buona ammi-nistrazione del territorio ed unsistema di welfare adeguato.Caliamo questi due aspetti nelcontesto socio-economico attua-

le. Le imprese leader stanno ope-rando una selezione ancora piùrigida dei subfornitori, alcune diesse stanno spostando la produ-zione fuori dai confini locali, altrestanno aprendo ad aziendesubfornitrici localizzate all’estero.Quello che si sta verificando è unallentamento della rete che uniscele imprese del territorio. E le pic-cole imprese senza il traino diquelle più grandi nella maggio-ranza dei casi non hanno struttu-ra, competenze e, a volte, culturaper poter competere.Non è solo la rete economica adindebolirsi, la minor competitivitàdelle imprese associata allaprofonda trasformazione demo-grafica sta riducendo la capacità diassicurare benessere diffuso sulterritorio. Anche la rete socialeappare sempre meno capace diunire, l’economia segue stradesempre più lontane dalle istanzesociali, vi è uno smarrimentogenerale dovuto ad un’assenza divalori, ad un sistema di rappresen-tanza che fatica a rappresentare.Separazione tra sfera economicae sociale, tra mercato e democra-zia, tra lavoro e creazione di ric-chezza: sono solo alcune dellecontraddizioni che segnalano unacrisi che, come sostiene Zamagni,

ha natura entropica. La società staprogressivamente perdendo ilsenso, la direzione, del proprioincedere, rischiando così di collas-sare per implosione, così comeavvenuto per l’impero romano.A valutazioni analoghe giunge ilsociologo Magatti secondo cuinegli ultimi due decenni la cresci-ta economica ha avuto comeunico obiettivo un aumento indi-scriminato delle opportunità indi-viduali, nell’ipotesi che taleaumento costituisse un bene insé, da perseguire comunque. Ilprofitto da mezzo e misura del-l’efficienza economica si è impo-sto come fine in sé stesso, l’eco-nomia ha perso di vista qualun-que dimensione sociale e di“senso”, cioè qualunque valuta-zione - di ordine sociale, politico omorale - che non fosse tecnica.Dunque perdita di senso intesacome direzione smarrita, maanche come perdita di significatodell’agire, dell’essere. Se così fossel’attuale crisi economica sarebbesolo un fastidioso campanellod’allarme, un segnale di una crisidi ben più ampia portata che,forse, non abbiamo ancora com-preso a fondo.La storia insegna che non si esceda una crisi entropica con aggiu-

stamenti di natura tecnica o legi-slativa, ma è fondamentaleaffrontare di petto e risolvere laquestione del senso. Una sfidache per la sua portata sembrereb-be doversi risolvere in ambiti benpiù vasti rispetto a quelli locali.Tuttavia, come afferma Bonomi,nell’antropologia della globalizza-zione sostanziata da una societàdell’incertezza dove ogni cosasembra in rapido mutamento eallo stato liquido e gassoso, tuttosembra fare condensa nell’unicospazio che sembra solido e certo,il territorio.Dunque, di fronte ad una crisiche nasce da lontano e che hanatura entropica non possiamolimitarci ad allargare le braccia inattesa di tempi migliori e soluzio-ni calate dall’alto. Sta a noi –come persone, imprese, sistematerritoriale – tentare di ritrovareun senso, individualmente e col-lettivamente, a partire dall’ambi-to dove possiamo contribuire fat-tivamente a determinare le traiet-torie di sviluppo. La regione, amio avviso, rappresenta ladimensione territoriale più fun-zionale dove mettere in campoazioni in grado di portare a valo-re al proprio interno i cambia-menti dettati dai flussi esterni,così come costituisce il luogodove adottare comportamentivolti ad accompagnare imprese epersone verso i flussi abbassandol’incertezza dello spazio aperto.Luogo e flussi sintetizzano letante polarità apparentementeopposte che dobbiamo conciliaresu basi nuove, inseguendo concoraggio un equilibrio in movi-mento, instabile e proficuo.Senza voltarci indietro nel tentati-vo di riproporre quanto raggiun-to in passato perché, come affer-ma la teoria della complessità, ciòsignificherebbe crisi.

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IV

Quaderni&documenti

PiacenzaRitornare con l’ etica alla centralitàdelle idee e dei progetti

Dall’economia di carta all’eco-nomia dell’impresa. Si sente

un gran bisogno di dare nuovaluce e valore alla parola etica perriavviare un modello di crescitasostenibile e superare la crisi inne-scata dalla labilità delle derivazionipericolose della finanza. Di un“new deal” dello sviluppo si èparlato nella cornice di PalazzoGotico, commentando i dati del“Rapporto sull’economia piacen-tina”.Se la crisi non ha risparmiato nes-sun territorio, è anche vero che laprovincia di Piacenza è tra quelleche meglio hanno retto all’impat-to. Il Pil piacentino contribuisceper il 6,2 per cento a quello regio-nale. Nel 2009, c’è stato un crollodel lavoro in termini di cassa inte-grazione, ma il tasso di disoccupa-zione (2,1 per cento) resta il piùbasso d’Italia per una provinciache con l’11,6 per cento ha la per-centuale di stranieri, più alta inregione.Ora serve una spinta al sistemapiacentino per ripartire. La ricettaè puntare alla creazione del lavoro“agendo con innovazione e sem-plificazione, alla ricerca di soluzio-ni rapide” ha detto il commissariostraordinario Giuseppe Parentinella sua analisi. “E’ necessariostringere il dialogo tra impresa eistituzioni, accelerare su pratiche eprogetti – ha detto Parenti – La

crisi dà un’opportunità di cambia-re mentalità e superare l’ineffi-cienza che significa bruciare postidi lavoro”. Infrastrutture, investi-menti sul centro come outletnaturale, project financing,ambiente e nuove fonti di energia,sono secondo Parenti, le leve suimpostare uno sviluppo che, per ilvicesindaco di Piacenza,Francesco Cacciatore “esige piùqualità nei servizi, nel welfare, piùrispetto per l’ambiente, mettendoal centro la persona”. Quello checonta è vivere la crisi come unasfida “superandola – ha osservatoil presidente della Provincia,Massimo Trespidi – si supera sestessi. L’unica crisi che minaccia è ilnon voler lottare per affrontarla”.Fondamentale è l’etica della soste-nibilità. Secondo l’ospite LuigiRoth, presidente di Terna, gruppoche governa la trasmissione dienergia, tra i primi sette delmondo “nell’usare risorse, occorrepensare di garantirne altrettante achi viene dopo di noi, alle futuregenerazioni – ha affermato Roth -sapendo che non c’è sostenibilitàforte se non c’è un sistema eticoforte”.Un esempio di etica applicata allavoro è quello di Luigi Gatti, pre-sidente per vent’anni dell’entecamerale, ricordato con una car-rellata di immagini commentateed un lungo applauso.

La prima caratteristica dell’eco-nomia parmense nel 2009 èstata di distinguersi in Emilia-Romagna e in Italia per indici dicrisi meno negativi. Il Pil è dimi-nuito in termini reali del 2,9 percento sul 2008 (a sua volta in calodel 2,4%) quando in regione lamedia è stata del 4,5 e a livellonazionale del 4,9. Tuttavia le pre-visioni per il biennio 2010-2011cominciano a colorarsi di rosa. E’la sintesi del complesso mosaicodi cifre, indicatori e statistiche delRapporto sull’economia provin-ciale che ha costituito la base delconvegno “Al cuore dell’impresa,per vincere la crisi ed affrontare ilcambiamento” nella Sala BorsaMerci della sede camerale. Graziead una impostazione originale deilavori, si sono posti in parallelouna dimensione locale ed unainternazionale con la testimonian-za in video conferenza daClermon-Ferrand di FrançoisMichelin che ha raccontato l’esperienza che ha fatto dell’a-zienda francese un leader mon-diale. “Il lavoro è vocazione.– haricordato Michelin – In momentidi crisi è necessario ritrovare lerelazioni tra gli uomini e rinsalda-re la collaborazione, soprattuttodi spirito”. La giornata, coordina-ta dal direttore di Class NCBSAndrea Cabrini, ha poi potutocontare sullo studio di GuidoCaselli di Unioncamere regionale,mentre Giordana Olivieridell’Ufficio Studi dell’ente came-

rale ha illustrato i numeri dell’eco-nomia di Parma. È emerso ilritratto di una struttura territorialecoesa e solida fino ad ora, che perlasciarsi alle spalle la crisi è peròchiamata a reagire con forza.“Parma si trova ai vertici per ilcapitale territoriale – ha sottoli-neato il presidente della Cameradi commercio, Andrea Zanlari -ma non per gli indicatori di svilup-po, di coesione sociale, di perce-zione della qualità della vita: que-sto significa che non c’è condivi-sione di ideali e di passione, e chesi valorizza poco il capitaleumano. Le imprese investono inun orizzonte ristretto, penalizzan-do l’aspetto qualitativo a vantag-gio di quello quantitativo”. Per ilpresidente è necessario passare astrategie di più ampio respiro: “Cisono già prodotti d’elevata qua-lità: serve che l’export esplorinuovi mercati”. Strategie chehanno messo in pratica dueimprenditori parmigiani comeRenato Casappa e Gian PaoloDallara, presidenti degli omonimigruppi industriali. “La nostra filo-sofia è di rimanere legati al terri-torio, ma intanto di guardare almondo – ha detto Casappa – Èuna ricerca continua, ma il cuoree la testa restano qui”. Cosa cheviene sentita in termini di respon-sabilità. “La nostra azienda è infondo alla val di Taro – ha osser-vato Dallara –sappiamo di avercontribuito a contrastare lo spo-polamento della vallata”.

ParmaFuori dalla crisi, investire in qualitàsul territorio e oltre

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Quaderni&documenti

V

Riunire gli sforzi e condividere iprogetti con le altre istituzioni

localiUn sistema sempre più com-plesso sta uscendo da una crisi alcui termine sarà cambiato il mododi condurre l’impresa e di misura-re il benessere.È la considerazione di sintesi delconvegno “Costruire sviluppo:sguardi e scenari dell’economiaprovinciale” all’Aula Magna dellasede reggiana dell’Universitàdegli Studi di Modena e ReggioEmilia coordinato da GiovanniTeneggi componente della Giun-ta camerale. Al centro del model-lo economico si pone la coesionesociale. “Il futuro non si prevede,si fa. – ha detto Caselli, direttoredell’Area Studi Unioncamere Emi-lia-Romagna – Questo assuntoprende sostanza se si accetta lasfida come sistema territoriale chesi apre al nuovo”.Per un’analisi condivisa delle pro-blematiche, la Camera di com-mercio ha costruito un Osserva-torio economico della coesionesociale e della legalità.“Per supportare le scelte degliamministratori – ha sottolineatoEnrico Bini, presidente dellaCamera di commercio - serve unalettura unitaria, innovativa e par-tecipata che non si limiti al filtrodei dati statistici, ma allarghi losguardo alla percezione dei citta-dini e delle realtà locali che posso-no contribuire alla messa a fuocodi problemi, criticità, aspettative.

Solo conoscendo i bisogni reali diun territorio se ne può pianificareefficacemente lo sviluppo”.Massimo Neri (Università diModena e Reggio Emilia) ha illu-strato i dati dell’Osservatorio.“Nonostante l’elevato numero dipersone coinvolte dalla crisi, unulteriore aumento del ricorso agliammortizzatori sociali ed unariduzione del numero delle impre-se, emerge qualche elementopositivo – ha osservato - Dalpunto di vista delle imprese, la viaverso l’uscita da questa difficilesituazione dovrebbe essere l’ex-port come possibile elementocentrale per la ripresa”.Anna Grandori (Università Bocco-ni di Milano) ha fornito una chia-ve di lettura per guardare oltre Pil,fatturato e produzione, che nonsono infatti più sufficienti permisurare lo sviluppo sostenibile. Sitratta di cinque concetti collegati:efficienza, cioè miglioramento difatturato e redditività; efficacia,ossia qualità, formazione e inno-vazione; equità; etica intesa comerispetto delle regole e delle perso-ne; embeddedness, che significapotenziare la coesione sociale. AReggio Emilia è radicata e da que-sto punto si deve ripartire, comehanno sottolineato il sindaco diReggio Emilia, Graziano Delrio; lapresidente della Provincia, SoniaMasini e il prorettore dell’Univer-sità degli Studi di Modena eReggio Emilia, Luigi Grasselli..

Parte da Modena e dalla suastruttura di piccole e medieimprese, l’analisi per capire doveindirizzare la ripresa ed individuarepossibili scenari di sviluppo. Si èsviluppato per una intera giornatail dibattito alla sala “Leonelli” dellaCamera di commercio nel conve-gno “Modena, l’Italia, il mondo.Oltre la crisi, per un nuovo svilup-po economico e sociale” sullabase dello studio, composto dadue percorsi di ricerca, curati daAlessandro Amadori (CoesisResearch) e Aldo Bonomi (Aaster).L’indagine conferma che esiste un“Sistema Modena” i cui capisaldisono la famiglia, lo sviluppo eco-nomico ed il lavoro: in sostanza ilconcetto di “modenesità” si iden-tifica con “laboriosità”, caratteriz-zata da praticità, concretezza einventiva. Un modello che però,tenuto conto dell’attuale situazio-ne di crisi, può non essere più suf-ficiente ad affrontare i grandi cam-biamenti in atto.“Lo sviluppo – ha detto il presi-dente camerale, Maurizio Torreg-giani - si fonda non solo sulla deci-siva intraprendenza delle imprese,ma anche sulla capacità degliamministratori pubblici di trovareazioni concrete a loro supporto”.La Camera di commercio, luogodella democrazia economica sucui ricadono i grandi temi dellamodernizzazione territoriale,“deve operare con quattro prio-rità: innovazione, logistica,marketing territoriale e interna-zionalizzazione”.Il confronto si è articolato su pro-blematiche distinte. Sul rapportotra il capitalismo manifatturiero edimensione finanziaria, i rappre-sentanti di tre istituti di credito(Rodolfo Ortolani, UnicreditBanca, Luigi Odorici, BPER eFranco Baronio, Banco Popolare)hanno evidenziato come sia statamantenuta una linea di accompa-gnamento delle aziende, finalizza-ta a sostenere la capacità produtti-

va su obiettivi quali nuove formedi partnership e di reti.L’internazionalizzazione è una stra-da fondamentale come ha confer-mato, in videoconferenza, PavelChelpan, sindaco di Stupino (cittàrussa a 80 km da Mosca) dove èstata realizzata un’importante areaindustriale con investimenti al20% italiani, e AlessandroMarino,segretario generale della Cameradi Commercio italiana a Monacodi Baviera ribadendo che “LaGermania rimane il primo partnercommerciale per l’Italia e che sul-l’asse autostradale del Brennero,Modena-Monaco, transita la molemaggiore di merci di scambio tra idue paesi”.I presidenti Francesco Bettoni(Unioncamere Lombardia), AndreaZanlari (Unioncamere Emilia-Romagna), Federico Tessari(Unioncamere Veneto) e RobertoNardi (Camera di commercio diLivorno) hanno affermato l’idea diarea vasta, che supera la logica deidistretti a favore delle piattaformeproduttive. Claudio Cipollini (Rete-camere), Giorgio Pighi (Sindaco diModena) ed Emilio Sabattini (pre-sidente della Provincia) hanno evi-denziato il ruolo delle Istituzioniper consentire alle imprese diman-tenere competitività. L’Assessoreregionale Gian Carlo Muzzarelli hacollegato al Piano TerritorialeRegionale la strategia per pro-grammare la riorganizzazione e laristrutturazione delle imprese.

ModenaOltre la crisi, per un nuovosviluppo economico e sociale

Reggio EmiliaCoesione sociale come basedella ripresa e dello sviluppo

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Quaderni&documenti

VI

BolognaRisorse e strategie per domarela crisi seguendo nuovi trend

Una lenta uscita dal tunnel ealla fine di una ripresa anco-

ra lunga e difficile, un profondocambiamento che vedrà unanuova centralità di settori diversida quelli tradizionali. E’ il percorsoche attende il sistema economicobolognese secondo l’analisi delpresidente della Camera di com-mercio Bruno Filetti alla presenta-zione dei dati da parte del profes-sor Renzo Orsi svoltasi a palazzoMercanzia. Domina il segnomeno nel 2009 andato in archi-vio. La flessione è stata del 2,9%(meglio della media regionale,scesa del 4,5%), complice il crollodell'export (-24,2%). In partico-lare, il settore del manifatturiero,nel suo complesso, presenta unrallentamento pronunciato: haperso il 14% in fatturato, produ-zioni e ordinativi, e il 7,4% sul-l’export. Inevitabili i riflessi sull’oc-cupazione, diminuita dell’ 1,6%(-1,7% su base regionale) con ladisoccupazione salita al 4,8%(5,7% in Emilia-Romagna). Nel2009, il numero delle aziende èsceso di 896 unità, il saldo peg-giore del decennio (6.285 nuoveimprese a fronte di 7.181 cessa-zioni) e l’effetto crisi traspare daifallimenti (245 rispetto ai 142 del2008 ed ai 72 del 2007).Da questi numeri emerge conforza l’idea di un grande cambia-mento in atto.“Tornare ai livelli di export pre-crisi è illusione- ha sottolineato ilpresidente Filetti facendo riferi-mento soprattutto alle quote delmanifatturiero – ma il sistemabolognese mantiene vivacità erisorse per affrontare Quaresime

che non sono finite. Prima o poiperò la Pasqua di resurrezionearriverà, ma in un contesto chesarà diverso. Non è ottimismod’occasione, ma il riconoscimen-to di un sistema territoriale hasaputo reggere l’onda d’urto epuò reagire”.Per il numero uno di PalazzoMercanzia i punti di forza del tes-suto produttivo locale sono diver-si. “In una regione ai vertici nazio-nali, la nostra è una delle provin-ce meglio attrezzate, più dinami-che e composite”. Lo dimostra ilnumero dei brevetti depositati nel2009: 835, accanto a 1.900 mar-chi d’impresa e a più di 100modelli di utilità.“Siamo primi in Emilia-Romagnae ai vertici nazionali –ha ricordatoFiletti – Su questa base e sull’aper-tura a mercati emergenti che è giàpraticata, si può pensare ad unrilancio anche su strade alternativerispetto a quelle percorse fino adoggi. Si tratta di gestire questa tra-sformazione lasciando il menopossibile al caso. Da parte nostraporremo ancora maggiori risorse,rispetto a quelle stanziate nel pre-ventivo 2010, per sostenere leimprese e chi ci lavora”.In un sistema produttivo checambia, in cui i servizi ed il turi-smo fanno il 70% del Pil provin-ciale, è tempo di “puntare anchesull’export dei servizi targatimade in Italy” ha soggiunto ilprofessor Orsi.“Il turismo – ha notato Filetti –può essere un grande volano,ma non deve avere etichette, mauna sola bandiera, quella diBologna”.

FerraraUna cerniera tra sistema bancarioe mondo produttivo

La chiave di volta per affrontarel’inizio di risalita dalla crisi èl’accesso al credito. Su questotema, sotto i vari aspetti del rap-porto tra imprese e banche, delruolo dei Confidi, dei vantaggiofferti dal Fondo per le imprese, edelle metodologie alternativerispetto al capitale di debito si èincentrato l’approfondimentonella sala conferenze dellaCamera di commercio di Ferrara.Un confronto con esperti (AndreaMontanino, dirigente generale delMinistero dell'economia CristianoVincenzi, componente gruppo dilavoro ABI, e Giovanni Da Pozzo,presidente di AssoConfidi Italia)che si è svolto mentre i dati diffu-si dall’Osservatorio camerale del-l’economia confermavano che ilpermanere della crisi. Il primo tri-mestre del 2010 si è chiuso con unsaldo negativo di 285 unità, comerisultato della differenza tra leimprese nate (814) e quelle cessa-te (1.099).Mentre da un lato con-tinua la dinamica positiva dellesocietà di capitale (+23 unità), dal-l’altro, la crisi sembra acuire le dif-ficoltà delle imprese individuali(269 in meno).“L’impatto della crisi deve ancoramanifestarsi del tutto – ha detto ilpresidente dell’Ente di LargoCastello, Carlo Alberto Roncarati -ma l’impressione è che il peggiosia alla spalle. Tuttavia, proprio inquesto momento, spetta alle isti-tuzioni il compito di sostenere leimprese con tutti i mezzi disponi-bili, promuovendo innovazione,internazionalizzazione ed ilmodello, oggi vincente, delle reti edelle filiere.Innovazione e credito: si muovelungo questi due binari la ricettaper uscire dalla crisi. “L’impegnopiù forte – ha aggiunto Roncarati- è di garantire l’accesso al credito.Non deve mancare il carburanteessenziale che è la liquidità e biso-gna guardare anche agli investi-menti”.

Nuove opportunità di creditosono offerte dal “Fondo centraledi garanzia per le piccole e medieimprese”, gestito dal Ministerodello sviluppo economico, che haassunto una posizione di primopiano. I nuovi criteri di valutazionedelle imprese beneficiarie conce-dono maggiori chance di accessoal credito anche alle aziende conbilanci che hanno particolarmentesofferto sotto i colpi della crisi.I finanziamenti stanziati a livellocentrale attraverso il Fondo digaranzia (che ha un forte effettocalmieratore sui tassi d'interessemedi) sono aumentati nel 2009 dioltre il 170%, così come il nume-ro di richieste.Parallelamente, il neo costituitoFondo Italiano di investimento sipone come strumento in grado difavorire l’accesso ai capitali dirischio ed a competenze manage-riali di alto livello da parte delleimprese. E’ un private equity checon una somma a disposizione diun miliardo di euro punta adacquisire partecipazioni di mino-ranza in 15mila aziende con il finedi allargare la fascia dei campionimedi nazionali

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VII

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RavennaRiflettori puntati sulle medie imprese industriali

L’iniziativa organizzata dallaCamera di commercio diRavenna alla sala Cavalcoli hapresentato, in anteprima naziona-le, il Rapporto sulle medie impreseindustriali del Nord Est, contenen-te i risultati dell'indagine sui bilan-ci curata da Mediobanca eUnioncamere. Sotto la lente diingrandimento, le caratteristiche, icomportamenti e l'evoluzionedelle medie imprese: le società dicapitale la cui forza lavoro è com-presa tra 50 e 499 dipendenti, conun volume di vendite tra i 13 e i290 milioni di euro. E’ un modelloorganizzativo che ha ampia diffu-sione in Emilia-Romagna dovesono 635 le realtà manifatturieredi questo tipo (44 in provincia diRavenna, specie nel settore ali-mentare e meccanico, vocate alleproduzioni del made in Italy).Nel periodo 1998-2007 le medie

imprese emiliano-romagnolehanno fatto registrare un indice disviluppo del fatturato pari al75,5%e, in particolare, una cresci-ta sui mercati esteri pari al 92,9%;il valore aggiunto (+52,7%) èstato più alto di tutte le medieimprese italiane (+46,7%).Questo modello può rivelarsi effi-cace per affrontare un contestointernazionale che richiede tecno-logia, innovazione, creatività, spi-rito imprenditoriale, strategie. Lemedie imprese mostrano infatti dipuntare su eccellenza, qualità,design, differenziando l'offertaproduttiva, mentre il legame conil territorio è fondamentale perrilanciare la “filiera di prossimità”.Sono però necessarie anche azio-ni tempestive e scelte forti, condi-vise. “In questi ultimi due anni –ha detto il presidente GianfrancoBessi - abbiamo dedicato molte

energie per fronteggiare la crisi.Possiamo essere protagonisti diun nuovo sviluppo dove convivo-no l’industria manifatturiera, icentri ricerca, il turismo, il porto,impegnandoci assieme per la rea-lizzazione di infrastrutture cherompano l’ isolamento viario eferroviario”.Alle analisi di Emanuela Salerno(Ufficio studi Mediobanca) eDomenico Mauriello (Centro studiUnioncamere), introdotte dalsegretario generale della Cameradi commercio, Paola Morigi sonoseguite le testimonianze degliimprenditori Alessandro Curti(Curti Costruzioni MeccanicheSpa) e Maurizio Della Cuna(Madel Spa), che hanno confer-mato quanto sia indispensabileinnovare continuamente e costrui-re reti per far parte di un sistema.Nelle conclusioni, l’ illustre econo-

mista Patrizio Bianchi, assessoreregionale a Scuola, Formazione,Università e Ricerca, ha sostenuto“L'indagine di Mediobanca eUnioncamere rappresenta unpunto di riferimento perquell'Italia delle PMI che vuoletornare a crescere. Per fare que-sto, le imprese devono investire inricerca e innovazione di prodotto;contemporaneamente è giustoche chiedano alle Istituzioni pub-bliche di destinare risorse all'uni-versità e alla formazione.

RiminiDinamicità e “fare sistema”:opportunità di uscita dalla crisi

Èuna situazione di crisi ancoraevidente, in cui è necessarionon abbassare la guardia persostenere la competitività delleimprese. L’indicazione giungedalla giornata riminese in cui ilpresidente della Camera di com-mercio Manlio Maggioli e dellaProvincia, Stefano Vitali, si sonoconfrontati sui dati illustrati dalresponsabile dell’ufficio studicamerale Fausto Patelli.“Il nostro territorio – ha dettoMaggioli - resiste forse meglio dialtri all’impatto con la crisi, graziealla diversificazione delle nostreattività. Subiamomeno di altri ter-ritori, che hanno una forte specia-lizzazione industriale manifatturie-ra, ma ugualmente stiamo sof-frendo. S i può dire che siamo instagnazione: non precipitiamo,ma non riprendiamo”.Un dato che sottolinea questa sof-

ferenza è la cassa integrazione,aumentata del 121,4% del primotrimestre 2010 sul primo trimestre2009. “La CIG è un fenomenogravissimo – ha aggiunto Mag-gioli - perché quando si verificheràla ripresa, non è immaginabile checi sia un riassorbimento di mano-dopera forte, perché nel frattem-po le aziende hanno investito,giustamente, in attrezzature,innovazione e razionalizzazionedei processi”.La dinamica totale delle imprese

riminesi è solo lievemente negati-va (-0,2%), ma crescono le diffi-coltà, specie per le piccole.L’aumento delle aziende fallite osoggette ad altre procedure con-corsuali sfiora il 9%. Significativol’export che da ottobre a dicem-bre 2009, è diminuito del 9,7%rispetto allo stesso periodo del-l’anno precedente, a causasoprattutto del calo delle esporta-zioni di prodotti dell’industriamanifatturiera (-9%). Solo ad ini-zio 2010 si è avuta una lieve ripre-sa dell’export.“In situazioni così difficili –incalzaMaggioli - credo che sia importan-te superare i personalismi e farefronte comune fra pubblicheamministrazioni, sindacati, cate-

gorie economiche, sistema crediti-zio: a Rimini questo non avvienespontaneamente. Credo che siaarrivato il momento di costituireun gruppo che raccolga tutte lerisorse che abbiamo, per fare pres-sioni in modo da risolvere i proble-mi, come il collegamento rapidocon Bologna e la realizzazione delnuovo sistema fognario”.Per il presidente della Provincia,Stefano Vitali se “la fortuna diRimini nel passato è stato l’indivi-dualismo, ora si sta trasformandoin un limite. Oltre all’alta velocità,ci sono anche la questione dellaterza corsia della A14 e dellaSS16. Purtroppo oggi non abbia-mo la capacità di fare squadra,mentre ci vuole un sistema dipressione a livello locale e centra-le. Come pubbliche amministra-zioni, dobbiamo capire che leaziende garantiscono il welfarenel territorio e che la sburocratiz-zazione è fondamentale peraccompagnarle nello sviluppo.Nel nostro PTCP ci sono tre areeartigianali: su queste dobbiamovelocizzare e scommettere”.

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VIII

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Forlì - CesenaIl lavoro, architrave dello sviluppo economico e sociale

Il Lavoro, elemento fondamenta-le e strategico per la tenuta e losviluppo, è stato il tema al centrodell’iniziativa promossa dallaCamera di commercio di Forlì-Cesena nella Sala Europa diCesena Fiera.“La crisi ha avuto un impatto‘pesante’ sul mercato del lavoro–ha detto il presidente dell’entecamerale, Alberto Zambianchi,introducendo alcuni spunti sulle

dinamiche locali. L’impatto con lacrisi è stato, ed è tuttora, pesantema ha evidenziato una sostanzia-le capacità di tenuta del nostroterritorio grazie soprattutto agliammortizzatori sociali”.Nel 2009 il tasso di occupazione15- 64 anni si è attestato al66,3% a fronte di un 68,5%regionale (-0,2 è la variazione inpunti percentuali rispetto al 2008)e di un 57,5% a livello nazionale.Il tasso di disoccupazione provin-ciale è passato dal 5% del 2008 al5,9% del 2009, dato confrontabi-le con il 4,8% della regione e il7,8% a livello nazionale.I dati dei Centri per l’Impiego al 31marzo 2010 hanno evidenziatooltre 27.100 utenti in stato didisoccupazione (+17,7% rispettoallo stesso periodo del 2009).Gli iscritti alle liste di mobilitàerano 3.208. Nei primi tre mesidel 2010, il calo dei licenziamenti,a seguito di procedura collettiva, siè contrapposto al forte aumentodei licenziamenti individuali.Le assunzioni risultano però in leg-

gera ripresa (+4,1%) e le cessazio-ni in calo (-11,3%). Il ruolo degliammortizzatori sociali nel 2009 èstato fondamentale per conteneregli effetti negativi della crisi,preoccupa però il fatto che taliammortizzatori sociali siano ingraduale scadenza. Inoltre nelcorso dei primi quattro mesi del2010 resta molto intenso il ricor-so all’Integrazione salariale in par-ticolare ordinaria e ancor più inderoga. Il Senatore Pietro Ichino,docente di Diritto del Lavoro, nellasua relazione dal titolo “Comedare più valore al lavoro degli ita-liani. La scommessa comune traimprenditori e lavoratori sull’inno-vazione”, ha introdotto una rifles-sione che partendo dalla conside-razione dei danni e vantaggi dellaglobalizzazione – aumento dellamobilità di capitali e progetti indu-striali, difficoltà per i lavoratori ita-liani - mette in evidenza che leeconomie più strutturate e com-petitive hanno un alto tasso dipresenza di capitali stranieri, men-tre il nostro Paese appare “chiu-

so” agli investimenti esteri per unaserie di motivi, fra i quali il difettodi trasparenza del sistema delleregole, l’arretratezza delle infra-strutture, l’eccessiva burocraziadelle amministrazioni pubbliche,l’inconoscibilità del nostro dirittodel lavoro, il nostro sistema di rela-zioni industriali ancora troppochiuso all’innovazione.“Rinunciando ai modelli standardnella contrattazione – ha avvertitoIchino -si può arrivare ad unainnovativa organizzazione dellavoro e nello stesso tempo aduna diversa struttura della retribu-zione, con un ruolo del sindacatoche può scegliere tra perseguire la“sicurezza” oppure “gestire lescommesse” stimolando unnuovo impegno individuale e col-lettivo”.Al termine si è svolta la cerimoniadi consegna dei 31 riconoscimentia lavoratori dipendenti, imprendi-tori e personalità di spicco chehanno contribuito significativa-mente allo sviluppo economico,sociale e culturale del territorio.

Per la 55 esima edizione della manifestazio-ne “Fedeltà al Lavoro - ProgressoEconomico” sono stati premiati (con unatarga d’argento), sette lavoratori dipendenti ediciotto imprenditori della provincia. Cinque“Premi al merito” (medaglia d’oro e attestatodi benemerenza) sono stati invece conferiti apersonalità per l’attività svolta a sostegnodello sviluppo economico, sociale e anche cul-turale del territorio. Si tratta di RobertaMartinetti, project manager FIN ceramicaS.p.A. (esperta progettazione e sviluppo pro-tesi per la ricostruzione del tessuto osseo) co-inventrice in 11 brevetti – migliore inventrice2009;Magalì Prati, presidente società Camacsrl (azienda del mondo della serigrafia e dellepromozioni nell’area tessile abbigliamento);Giuseppe Silvestrini, presidente SGMDistribuzione Srl (settore commerciale deglielettrodomestici); Domenico Scarpellini,numero uno di Cesena Fiera Spa, e Tenuta La

Pandolfa di Predappio, storica azienda attivanel campo della produzione vitivinicola locale.Il “premio Leonardo Melandri”, è andato aClaudio Vicini, direttore dell’Unità operativaOtorinolaringoiatria e del Dipartimento diChirurgia Specialistica dell’Ausl di Forlì, pervalorizzare il suo importante lavoro di ricercanel campo della chirurgia robotica delle apneeostruttive, che ha permesso alla struttura diconseguire un ruolo di leadership internazio-nale.

“Questa iniziativa – dichiara il presidenteAlberto Zambianchi – è molto significativaperché, proprio in un momento così delicatoper la vita economica del Paese, mette “sottoi riflettori”, confermandolo come valore, illavoro. Viene in questo modo esaltato l’impe-gno di quanti, siano dipendenti o imprese,hanno profuso risorse e dedicato passione allediverse e varie attività del vivere civile, esem-pio da imitare per tutto ciò che di positivo èracchiuso in ciascuna esperienza.”

Premi al lavoro ed all’impresa

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INNOVAZIONE

In Italia non hanno concorrenti.Anche a livello internazionalepoche microimprese sono ingrado di competere con loro.

Così, nonostante la società sia natapoco più di un mese fa, sono giàstati invitati a Nanotech 2010, ilritrovo annuale per i numeri unodelle nano-biotecnologie, che si è

tenuto nelle scorse setti-mane in California. Lecompetenze che hanno inmano promettono, infat-ti, di produrre risultatiimportanti in tanti setto-ri, dall’alimentare allacosmesi, ma soprattuttonelle scienze della vita.Si chiama byFlow ed ènata all’inizio di maggiodalle esperienze maturate

all’interno del Dipartimento di Chi-mica “G. Ciamician” dell’Universitàdi Bologna, da cui provengono tutti iquattro soci. “La loro parabola –spiega Paolo Bonaretti, presidente delConsorzio Spinner 2013 che ha soste-nuto il decollo dell’impresa – è latestimonianza migliore del valoredella ricerca sviluppata in tanti casidai nostri atenei e di che cosa possamettersi in moto quando tutto ciòincontra il mondo dell’impresa”.I quattro fondatori di byFlow fannoparte, infatti, di un team di ricercaleader a livello mondiale che ha svi-luppato e trasferito know-how sutecniche separative innovative, checonsentono di analizzare nanoparti-celle di varia natura. Le ricadute inambito produttivo?Molteplici. Passadi qui, ad esempio, lo sviluppo dellaproteomica, la nuova frontiera dellamedicina dopo la genomica. Mentreil genoma, ovvero il corredo di cro-mosomi, è stabile, l’insieme delleproteine di un organismo – ovvero ilproteoma – cambia di continuo, dacellula a cellula, anche in base all’am-biente o allo stato di salute.

Separazionee caratterizzazione

delle nanoparticelle:una nuova frontieraper la farmacologia

ByFlow, da Bolognaalla California

Fondata da quattro ricercatori bolognesi, è statainvitata al summit mondiale delle nanotecnologie

Numerose e promettenti le applica-zioni: riuscire a separare le singoleproteine vuol dire, ad esempio, esserein grado di individuare i meccanismidi vita delle cellule e le loro alterazio-ni, come i marker di tante patologie,anche cardiovascolari, e poter dun-que fare diagnosi più precise e tempe-stive, oppure realizzare farmaci supermirati. E che questa sia la nuova fron-tiera anche della farmacologia lodicono le cifre: il mercato dei farmacibiotecnologici a base proteica, comead esempio gli anticorpi monoclonalioggi impiegati nelle terapie oncologi-che, valeva 40 miliardi di dollari nel2003. Sei anni più tardi il valore eraraddoppiato.Diverse le ulteriori potenziali applica-zioni delle soluzioni ideate dallasocietà bolognese, dalla cosmesi all’a-limentare, fino alle energie rinnovabi-li. Ad esempio, nell’alimentare le tec-niche byFlow possono consentirepassi avanti nella valutazione delrischio legato alla contaminazione dinanoparticelle in fase di imballaggiooppure nell’individuazione di altrenanoparticelle che modificano le pro-prietà nutrizionali. Sui materiali inno-vativi sono già partite sperimentazio-ni in ambito ceramico, grandi aspet-tative si pongono nell’industria dellerinnovabili, e passi avanti nel control-lo qualità sono possibili anche nel set-tore cosmetico. L’avventura dei quat-tro fondatori di byFlow comincia treanni fa: “Dal 2007 – spiega il presi-dente della società Pierluigi Reschi-glian, ordinario di Chimica Analitica– il nostro team collabora con WyattTechnology Europe, azienda leadernella produzione di strumentazionianalitiche in questo ambito, e dal2008 collaboriamo con Amgen, lea-der mondiale nella produzione di far-maci a base proteica. Questo ci hapermesso di colmare il gap che di soli-to esiste tra ciò che si fa in laborato-rio e ciò che serve sul mercato”. A‘saltare il fosso’ hanno dato unamano, poi, Spinner 2013, il program-ma della Regione attivo nella promo-zione delle risorse umane e dell’inno-vazione e, da qualche mese, We TechOff, l’incubatore di Aster. Fino all’ar-rivo in California, al summit dellenano-biotecnologie

di Giovanni Berti

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Progetti e azioni di squadraper affrontare la sfida delmercato globale e superare lacrisi. La ricerca di strategie

comuni per realizzare interventi inte-grati a favore delle imprese è unastrada sempre più praticata daCamere di commercio e Province. Ilfilo conduttore è una gestione sem-

pre più improntata aduna migliore efficienzadei servizi e ad unarazionalizzazione dellerisorse, in una logica disussidiarietà, eliminan-do sovrapposizioni difunzioni che portano adaggravio dei costi e degliadempimenti. È unaricetta che valorizza ilruolo delle istituzioni

con la consapevolezza che la compe-titività delle imprese discende ancheda fattori di carattere territoriale.A Ferrara lo chiamano “pacchettofiducia”, e non a caso, ad indicare l’i-nizio di una fase nuova, dopo il“pacchetto anticrisi” del 2008-2009.È l’Accordo di programma “per unanuova fase di sviluppo dell’economiaprovinciale” che prosegue e rinnovaper altri tre anni, arricchendo dinuovi capitoli, l’azione congiunta giàavviata da Camera di commercio eProvincia a sostegno della competiti-vità delle imprese ferraresi.L’impegno finanziario complessivoper il 2010 è di tre milioni e mezzo dirisorse su tre Assi strategici di inter-

Dal “pacchetto fiducia” alla semplificazione amministrativa per favorire lo sviluppo

Ferrara e ModenaObiettivo competitività

vento: competitività delle imprese;attrattività e competitività del terri-torio; modernizzazione ed efficienzadell’azione amministrativa.Il piano vuole impattare su varifronti: innovazione, soprattuttorivolta alla green economy, marke-ting territoriale, accesso al credito esemplificazione amministrativa, retie filiere di imprese, sviluppo dinuove professionalità, valorizzazio-ne delle risorse umane.Tradotto in azioni, l’accordo puntasull’adeguamento delle infrastruttu-re: per la E55 si vuole ridare slancioai comitati locali, mentre per le areeSipro l’obiettivo è di realizzare servi-zi alle imprese ad alta tecnologia.Per il turismo, un marchio territo-riale comune dovrà consolidareesperienze anche recentissime comeEtg, le emozioni tipiche garantite.Ancora, la semplificazione dei pro-cedimenti amministrativi e la ridu-zione dei tempi di richiesta e di rila-scio delle autorizzazioni da partedella Pubblica amministrazione,potrà basarsi sul collegamento degliSportelli unici con la Comunicazio-

ne unica di impresa. Per il sostegnoalle imprese, si punterà a favorirestart up, aggregazioni, accesso alcredito e interventi a favore delcommercio. Si stimoleranno proget-ti caratterizzati dal raccordo tra chi“inventa” l’innovazione e chi lamette sul mercato. È in cantiereanche un unico Osservatorio delmercato del lavoro.“Molto abbiamo fatto fino ad oggiper fronteggiare la crisi – spiega ilpresidente della Camera di commer-cio di Ferrara, Carlo AlbertoRoncarati – ma in questa fase, oltrea voler garantire una continuità allanostra azione di sostegno, abbiamovoluto mettere in campo misurenuove, adeguate, efficaci e rispon-denti ai bisogni reali della imprese,per poterle accompagnare sulla viadella ripresa. Si tratta di interventiche mirano a sostenere soprattuttochi scommette con fiducia e positi-vità sul futuro e decide di investireper far crescere la propria azienda”.Sarà coordinata l’attività di comuni-cazione, intesa come strategia com-plessiva di presentazione dell’agire

diGiuseppeSangiorgi

Nuove azioni“di sistema”.In entrambi

i casi il partnerè la Provincia

TERRITORI

La firma a Ferraradell’Accordo di programma:

il “pacchetto fiducia”rinnova per altri tre anni

l’azione congiuntagià avviata da Camera

di commercio e Provincia

Foto Sergio PesciPer gentile concessione

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comune tra Provincia e a Camera dicommercio e, al tempo stesso, comestrumento di conoscenza delleopportunità (bandi di gara, iniziativepromozionali) e di accesso alle misu-re da parte delle imprese. “L’Accordo– sottolinea la presidente dellaProvincia, Marcella Zappaterra – èun passo importante per lo sviluppodelle strategie economiche, nella con-sapevolezza comune che il territorioe l’impresa rappresentino due ambitiinscindibili. I fondi impegnati sono ladimostrazione che il ‘sistema Ferra-ra’ sta reagendo alle difficoltà econo-miche e mette in atto azioni appro-priate per un autentico rilancio eco-nomico”.L’adozione di procedure chiare è unmodo per incidere in maniera con-creta sullo sviluppo imprenditoriale.Questa l’esperienza sviluppata aModena, dove la semplificazione el’uniformità amministrativa sonoinfatti uno dei punti dell’accordoquadro tra Camera e Provincia. Ilprotocollo fissa obiettivi di lavorocomuni per coordinare e rafforzarequanto entrambi gli enti già faceva-

no in tema di servizi rivolti allo svi-luppo del sistema produttivo e delterritorio.La semplificazione degli adempi-menti delle imprese è una delle prio-rità su cui l’ente di via Ganaceto hainvestito. “È soprattutto una que-stione di mentalità e approccio cul-turale – spiega il presidente dellaCamera di commercio, MaurizioTorreggiani – la Pubblica ammini-strazione non deve aspettare più leistanze dei propri interlocutori, maanticiparne bisogni e necessità, conun atteggiamento proattivo, disponi-bilità e senso di responsabilità”.Oltre alla semplificazione, sono altriquattro i punti previsti dall’accordo.Innanzitutto l’analisi e il monitorag-gio dell’economia con strumenti disupporto alla programmazione terri-toriale sulla base della collaborazio-ne tra il Centro Studi e Statisticacamerale e l’Osservatorio Economi-co provinciale. “L’idea alla base delrapporto sinergico – spiega il segre-tario generale della Camera diModena, Stefano Bellei – è di dispor-re di analisi socio-economiche chenon solo registrino, ma se possibileanticipino le trasformazioni struttu-rali del sistema economico”. È statoavviato un progetto per monitorareil comparto del settore del commer-cio al dettaglio, con l’integrazionedelle banche dati, per dar vita ad un

GLI OBIETTIVI

Stanziati ulteriori 800mila euroParma, rinnovato il Fondo anticrisiCamera di commercio e Provincia di Parma

ancora insieme per sostenere il creditoalle imprese: i due Enti guidati da AndreaZanlari e Vincenzo Bernazzoli hanno infattirinnovato la convenzione attivata nel 2009 afavore dei Confidi come contro-garanzia per iprestiti ricevuti dalle aziende. Camera eAmministrazione provinciale hanno stanziato– dopo i due milioni del 2009 (di cui 1,5 laCciaa) – altri 800mila euro (dei quali 600 laCamera). Questi fondi servono a consentirel’incremento della garanzia diretta prestatadai Confidi agli istituti bancari, affinché con-cedano finanziamenti alle imprese finalizzati a

far fronte ad esigenze di liquidità, con duratamassima 60 mesi. L’importo massimo delleoperazioni che potranno essere assistite dalFondo è fissato in 100 mila euro per singolofinanziamento.L’entità della garanzia diretta prestata daiConfidi è pari ad almeno il 50% dell’importodei finanziamenti concessi alle imprese dagliIstituti di credito. La controgaranzia del Fondoè il 25% del finanziamento fino all’importo di50 mila euro, vale a dire per una cifra massi-ma di 12.500 euro per ogni finanziamentoconcesso. La scadenza per la presentazionedelle domande è fissata al 31 dicembre

osservatorio e in seguito l’esperienzapotrebbe estendersi ad altri settori.Nell’ambito dell’ informazione, sen-sibilizzazione e consulenza alleimprese, rientra la riorganizzazionedello sportello camerale Genesi che,da inizio anno, ha implementato isuoi servizi con lo sportello Tre dellaProvincia. “Non si è trattato di unamera unificazione di realtà esistenti –sottolinea Bellei – ma piuttosto dellacreazione di un nuovo punto di rife-rimento con risposte specialistiche epersonalizzate per quanti intendonoavviare un’attività o usufruire distrumenti agevolativi”.Per l’accesso al credito, Camera eProvincia che hanno fatto frontecomune con l’adesione all’accordoper il rilancio delle Pmi, rinnovatoper il 2010, assieme a banche, con-sorzi fidi e altri partner per sostenereprogetti di innovazione tecnologica,organizzativa e commerciale dellePmi del manifatturiero e servizi confinanziamenti agevolati e garantiti.L’ultimo punto dell’accordo, relativoall’innovazione, vede un impegnocongiunto in due direzioni: il soste-gno a Democenter-Sipe per le attivitàdi trasferimento tecnologico alle Pmie la partecipazione al prossimoTecnopolo. Sul fronte della innova-zione organizzativa la collaborazionesi è rafforzata sul tema della Respon-sabilità sociale d’impresa

In alto, il presidentedella Cameradi commercio,Maurizio Torreggianie il segretarioStefano Bellei

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Si chiama “Rete ImpreseItalia” ed è il soggetto unita-rio nato dall’incontro dellemaggiori organizzazioni

della piccola impresa e del commer-cio: Cna, Confartigianato, Conf-commercio, Confesercenti e Casarti-giani. Obiettivo dell’unione è conso-lidare, attraverso una rappresentan-

za unica, la forza con-trattuale delle piccoleimprese per poternemettere in sinergia l'e-norme know how. Lanascita del nuovo sog-getto corona un lavorodi quattro anni per leconfederazioni nazio-nali che, con impegno eperseveranza, hannosuperato differenze e

visioni particolaristiche. Alla suaguida si alterneranno, ogni sei mesi,i presidenti delle cinque associazioniche hanno siglato l’accordo.L’Emilia-Romagna è stata la primatappa del percorso avviato ora pertrasferire ora il progetto unitario aiterritori. In regione, l’accordo èstato presentato a Reggio Emilia, il18 giugno, con il convegno “Insie-me, la nuova voce delle Pmi”, occa-sione per fare il punto su temi comelo sviluppo della crisi, i segnali diripresa, le prospettive della futuracompetitività basata sulla innova-zione di prodotto e di processo.“Con Rete Imprese Italia – spiegaPaolo Govoni, presidente di CnaEmilia-Romagna – prende il via unanuova stagione per le micro, picco-le e medie imprese. L’obiettivo è farripartire l’economia, attuare riformeimportanti, dar vita a un nuovosistema di concertazione sostituendoall’obsoleto triangolo Governo-Confindustria-Sindacati una nuovavisione della rappresentanza e uneffettivo pluralismo imprenditorialeattraverso il riconoscimento di un

Nasce l’alleanza tra Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Casartigiani

“Rete Imprese Italia”Obiettivo sviluppo

interlocutore, Rete Imprese Italiaappunto, che vale oltre quattromilioni di aziende: il 94,7% delleimprese italiane per un valoreaggiunto pari al 60% della quotanazionale”. La nuova aggregazioneintende promuovere imprese che“agiscono in rete”, si uniscono percompetere, fanno squadra, creanomodernità e sistema-Paese, ma nonsolo. Rete Imprese si è già dataun’agenda di priorità e di obiettivi:dal federalismo alla riduzione dellapressione fiscale; dalla semplifica-zione del sistema amministrativo edegli oneri burocratici passando perun più facile accesso al credito;dalla riforma degli ammortizzatorisociali e alle politiche attive per illavoro agli incentivi per chi investein ricerca e sviluppo. Meno tasse eburocrazia, più innovazione e for-mazione; maggior apertura ai mer-cati, più legalità e sicurezza, effi-cienza e attenzione al territorio.“Non sono importanti le differenzeideologiche – sottolinea CarloSangalli, presidente di turno di ReteImprese Italia e di Confcommercio

nazionale – ma l’atteggiamento neiconfronti delle istanze poste dalleimprese. Insieme, si possono rag-giungere posizioni comuni da sotto-porre poi al Governo elaborandoproposte con il concorso di tutte leforze economiche e in particolaredel mondo delle Pmi, cuore dell’im-prenditoria nazionale”.La sfida per il nuovo soggetto è farsiportavoce a 360 gradi delle istanzedegli imprenditori associati nellecinque organizzazioni di categoriaconfluite nel progetto unitario.Tenuto conto delle aspettative deltessuto imprenditoriale locale, l’at-tenzione verso i prossimi passi dellanuova associazione sarà massima.Non solo agevolazioni fiscali, maanche manovra economica, legalitàe repressione della criminalità pas-sando per i tempi lunghi con cuiStato ed enti locali pagano le impre-se. Alcuni passi importanti sono giàstati fatti, come la riforma dellosportello unico per le attività pro-duttive o l’introduzione delleAgenzie per le imprese, ma l’obietti-vo è più ambizioso. “Ci si propone

diNicolettaCanazza

A Reggio Emiliala prima tappa

del nuovo soggettodi rappresentanzadelle cinque sigle

SERVIZI

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– aggiunge Gabriele Morelli, segre-tario regionale di Cna – un’ azionecomune nei confronti della politica,che, oltre ai riconoscimenti formali,ancora sembra non accorgersi dellacentralità dell’imprenditoria diffusa,vera spina dorsale del sistema eco-nomico e sociale. Piccolo non è sino-nimo di inadeguato e la dimensionemicro, come dimostrano tante storiein questa regione, può essere un fat-tore critico di successo. C’è bisognodi elevare la qualità e il peso specifi-co della nostra rappresentanza neiconfronti di governo, istituzioni esistema del credito dando vita a unpluralismo imprenditoriale in gradodi rappresentare la complessità delPaese. Le micro e piccole impresehanno scontato negli anni anche una“cattiva cultura”, fondata sulla pre-dominanza della grande industriafordista. È tempo di cambiare taleimpostazione”.Non a caso Cna Emilia-Romagnaha già dato vita a Micro e piccolaimpresa.Lab, un laboratorio in con-tinua evoluzione che pensa e produ-ce modelli interpretativi che giàassomiglino a possibili risposte, stru-menti, azioni. Un contenitore che,partito il 10 giugno, intende neltempo, col contributo di economisti,ricercatori, partner internazionali,produrre studi e risposte. In un con-testo economico globale in fortestress e costretto a veloci cambia-menti, spostare lo sguardo senzapregiudizi verso la micro impresa,può significare mettere a fuoconuove opportunità dando credito arealtà imprenditoriali più flessibili ecreative nel rispondere alle variabilidel mercato. “Il futuro del Paese –evidenzia Rodolfo Manotti, presi-dente di Confartigianato ReggioEmilia – è inscindibilmente legatoalle piccole e medie imprese e all’im-presa diffusa. Chiediamo di condivi-dere la responsabilità di fare quantoè necessario affinché queste impresepossano compiutamente esprimerele loro potenzialità”. Il percorsoavviato con Rete Imprese Italia èsolo all’inizio. C’è l’impegno a farlocrescere a livello nazionale anzitutto,ma anche localmente perché “non èautomatico un trasferimento toutcourt del progetto sui territori”,come ammonisce il presidente

nazionale Cna, Ivan Malavasi. Inquesto senso Reggio Emilia, è statala prima tappa del road show dipresentazione della Rete, destinataad essere replicata in altre città perdiventare un laboratorio di buoneprassi. Per Roberto Manzoni, pre-sidente regionale di Confersercenti:“Ci sono ambiti di attività e com-piti che necessitano di una azionecoordinata fra imprese, associazio-ni ed enti pubblici: dalle infrastrut-ture per l’economia locale, alla pro-mozione del territorio, al credito. Sitratta di aumentare il peso del siste-ma delle Pmi sui temi strategici perlo sviluppo economico”.“C’è bisogno - riprende Govoni –di ridare valore al lavoro nellanostra società, alla rappresentati-vità sociale delle organizzazioni che

la costituiscono e al tempo stessoriuscire ad acquisire peso e voce neiconfronti della politica. Per questosi è dato vita alla Fondazione chedovrà costituire una nuova culturadel lavoro e dell’impresa in collabo-razione con studiosi che da temposeguono questo mondo qualiGiuseppe De Rita, Aldo Bonomi,Stefano Zan e Paolo Feltrin”. Ilprogetto unitario ha già raggiuntoun primo obiettivo concreto: unincontro al Quirinale con il presi-dente Giorgio Napolitano. AlPresidente della Repubblica sonostati illustrati i percorsi storici chehanno portato all’attuale rappre-sentanza e la necessità di procedereora verso un cammino unitario chegradualmente si estenda anche ailivelli provinciali

LA STRATEGIA

La nuova realtà unitaria rappresenta un vero e proprio colossocon 11 milioni di addetti, pari al 58% della forza lavoro attivaUna sola voce, più potere per le “piccole”

Alivello nazionale i numeri della Rete sonoda colosso: il 58% della forza lavoro atti-

va, oltre 11 milioni di addetti. Per numero diassociati Confcommercio è la prima realtàdentro il nuovo soggetto, ma è il mondo del-l’artigianato quello che pesa di più per produ-zione complessiva e occupazione. Solo inregione Cna vale circa 73.570 imprese per230mila addetti. Altre decine di migliaia diaziende operano nei settori dell’indotto, ter-ziario avanzato e servizi. Il nuovo soggetto,

che si è dato un unico logo e un’unica fonda-zione, permetterà sia di consolidare la forzacontrattuale delle piccole imprese che di met-tere in sinergia il patrimonio di conoscenze etrasferirle proficuamente a servizio di tutta lacomunità per far ripartire il meccanismo dellosviluppo. Ai tavoli istituzionali le cinque mag-giori sigle di artigianato, commercio, servizi eturismo si presenteranno con il solo portavo-ce di turno, che farà pesare la forza unitariadell’alleanza

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La sua forte vocazione all’ex-port e la predominanza del-l’industria manifatturieral’hanno catapultata nel 2009,

insieme a Friuli Venezia Giulia,Lombardia e Liguria, tra le regioniche hanno subito il maggior impat-to della crisi economica. Un impat-to da bollino rosso. E almeno per

ora, nonostante qual-che segnale di recupe-ro, non riesce ancora atenere il passo delle areedel Paese che stannoanticipando l’uscitadalla fase recessiva,come Basilicata, Cala-bria, Lombardia, Mar-che e Toscana. Mal’Emilia-Romagna, pro-prio per le sue caratteri-

stiche, è nelle condizioni di aggan-ciare velocemente la ripresa,soprattutto sulla scia del rilanciodella domanda estera. Il sistemaproduttivo regionale, uscito dalloscorso anno con le ossa rotta dallacrisi economica mondiale, è candi-dato a intercettare con rapidità ilrecupero dell’economia mondiale.

Inevitabili i contraccolpi per una regione ad alta vocazione manifatturiera. Il punto di RegioS

Crisi, un anno dopoNumeri e prospettive

Il peggio è passato,ma per la vera ripresabisognerà aspettarela risalita di exporte domanda interna

diElisaBarbieri

Questo anche grazie alla sua fortecapacità di innovazione che, insie-me alla Lombardia, la piazza aiprimi posti in Italia, allo stessolivello delle più avanzate realtàeuropee. E la regione brilla anchetra quelle che investono in modopiù massiccio in R&S in ambitopubblico: è infatti al quarto postonel Paese, preceduta solo da Lazio,Friuli Venezia Giulia e Umbria. “Lesue caratteristiche strutturali – spie-ga Cristina Brasili, presidente diRegiosS, associazione senza scopodi lucro che studia le economie ter-ritoriali – e il capitale di coesionesociale che possiede fanno sperarein una ripresa veloce”.È stata proprio RegiosS, insieme aUnicredit, a fare il punto nelle scor-se settimane sull’impatto della diffi-cile situazione economica interna-zionale sulle regioni italiane: situa-zione che avuto effetti dirompentied è piombata sull’Emilia-Romagnaproprio mentre, al pari delle altreregioni del Nord stava uscendo dauna crisi domestica iniziata nel2006. Il rapporto di RegiosS è statopresentato nell’ambito di un conve-

gno che è stato anche l’occasioneper indicare le possibili strategie peril rilancio dell’export, che sostienel’economia emiliano-romagnola.Strategie che, in attesa della ripresadella domanda, da un lato vannonella direzione della ricerca oltre-confine di sbocchi commercialinuovi non ancora presidiati, ancheattraverso la partecipazione a fiereglobali; dall’altro lato richiedonointerventi per risolvere il problemadella scarsa patrimonializzazionedelle imprese.La Regione è già intervenuta. “Peruscire dalla crisi – spiega MorenaDiazzi, direttore generale Attivitàproduttive – abbiamo messo incampo 130 milioni di euro perfavorire il credito, oltre a 74 milio-ni per la cassa integrazione ordina-ria e straordinaria e a bandi eincentivi per supportare la ricercaindustriale, la partecipazione allefiere, l’export e gli investimenti incampo energetico”.I numeri presentati da RegiosShanno fotografato una situazioneancora incerta e difficile. Bancad’Italia ha confermato una varia-

FOCUS

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zione in negativo dei crediti alleimprese, crollati a partire dalla finedel 2008. “C’è stata una forte con-trazione dei prestiti bancari – haspiegato Marcello Pagnini, dellasede bolognese di Banca d’Italia –con una domanda di credito spintadalla crisi e quindi non rivolta tantoa sostenere gli investimenti quanto aresistere nella fase di recessione”. Iprimi spiragli di ripresa si intravedo-no. Ma per Patrizio Bianchi, econo-mista di lungo corso e assessoreregionale alla Formazione e lavoro,a dover essere messa sul banco degliimputati oggi è l’assenza di una poli-tica nazionale, a fronte della diversarisposta delle regioni alla crisi eco-nomica globale. Il rischio perBianchi è quello di avere tante eco-nomie sottodimensionate: “Possia-mo immaginare che ogni singolaregione tenti la propria via al recu-pero senza una politica nazionale? Sivede chiaramente che ognuna haaffrontato la situazione in manieradiversa, senza paracadute, senzanemmeno il paracadute degli istituti

di credito, che anzi forse hannoanche accelerato la crisi”.Una crisi di sistema, dalla quale soloil settore agricolo e quello alimenta-re, anticiclici, sono riusciti in partead affrancarsi. Ma vediamo i nume-ri presentati da RegiosS, che dannol’idea dei contraccolpi a cui hadovuto far fronte il sistema delleimprese regionali. Le performancesono negative per quanto riguarda ilcommercio estero. La variazionedelle importazioni vede il datodell’Emilia-Romagna (meno25,2%) peggiore sia rispetto alNord Est (con il meno 24,8 %) siarispetto all’Italia nel suo complesso(meno 20,8%), confermando lavocazione manifatturiera orientataalle esportazioni.Esportazioni che però hanno subitoun vero e proprio crollo in regione,con una flessione del 25,2%, unvalore peggiore di quello registratodal resto del Paese, che si è attestatointorno al meno 20,8%, ma ancherispetto all’area del Nord Est (meno24,8%). Solo alcuni settori hanno

subito una riduzione meno drasticadel valore dell’export, in particolareil comparto dei prodotti alimentari,delle bevande e del tabacco (meno2,2%) e quello dei prodotti in legno,della carta e della stampa (meno8,5%). Male è andata invece per ilsettore dei mezzi di trasporto (cheha visto diminuire le esportazioni del33,8%) e per quello della produzio-ne di macchinari e apparecchi, cheha registrato un calo del 30,7%. Haretto meglio all’impatto della crisi ilcomparto dei prodotti tessili, del-

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LA SCHEDA

Ma restano forti le differenze tra grandi e piccole imprese,da cui provengono quasi tutti i nuovi iscritti alle liste di mobilità

Lavoro, evitato il tracollo grazie alla CigLa situazione del mercato del lavoro dell’Emilia-Romagna, foto-

grafata da RegiosS, evidenzia una situazione di difficoltà e con-ferma che le conseguenze della crisi economica, con il crollo delladomanda interna e di quella estera, hanno un effetto ritardato sul-l’occupazione: i segnali di svolta ancora non arrivano. Il tasso dioccupazione che nel primo trimestre del 2008 era salito dello 0,5%nel quarto trimestre del 2009 era crollato del 3 per cento. Le diffi-coltà vengono confermate, in particolare nell’industria, dalle ore dicassa integrazione autorizzate dal 2008 al 2009. Se tra il 2005 e il2008 in regione erano state sotto i 10 milioni, con valori minimi nel2007, dal 2008 hanno subito una impennata che le ha portate aun totale di oltre 60 milioni. Le ore autorizzate nel settore mecca-nico, tra cassa integrazione ordinaria e straordinaria, hanno rag-giunto il massimo nel settembre del 2009 (4,5 milioni), coinvol-gendo anche una quota non irrilevante di impiegati, dopo un’esta-te nella quale il ricorso alla Cig aveva raggiunto il 60% delle orecomplessivamente autorizzate in regione.L’incremento dell’utilizzo della cassa integrazione è in parte dovutoall’avvio dei trattamenti in deroga (ex articolo 19 della legge2/2009), che entro la fine di settembre riguarda 10.500 lavoratori

per una spesa stimata intorno ai 54 milioni di euro. Il deteriora-mento del mercato del lavoro in Emilia-Romagna è confermatoanche dai flussi di iscrizione alle liste di mobilità. Secondo i dati delSistema informativo lavoro della Regione nel primo semestre del2009 i flussi sono aumentati di oltre il 70% rispetto allo stessoperiodo del 2008. L’aumento è stato quasi interamente dovuto alicenziamenti individuali effettuati da imprese con non più di 15dipendenti.Nonostante la condizione di crisi la regione ha continuato a carat-terizzarsi però per l’ampia diffusione di imprenditorialità. Il numerodelle imprese attive in rapporto alla popolazione residente a fine2008 posizionava l’Emilia-Romagna nella fascia più alta delle regio-ni italiane, con un rapporto di 991 imprese ogni mille abitanti. Undato incoraggiante nonostante un saldo negativo (meno 3,6%)alla fine del 2009, nel solo manifatturiero, tra aziende cessate enuove imprese. In questo quadro l’indice di sviluppo del compartomeccanico ha presentato valori meno negativi rispetto al resto delcomplesso dell’industria, con qualche segno positivo nel 2008 e nelsecondo trimestre del 2009, fino ad attestarsi sul meno 1,7% nelquarto trimestre del 2009

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l’abbigliamento, delle pelli e degliaccessori, che ha perso l’11,9%.Un esito inevitabile: i principalimercati di sbocco del sistema pro-duttivo regionale, vale a direGermania, Francia, Stati Uniti,Spagna e Gran Bretagna, sonoanche i Paesi che hanno maggior-mente risentito della crisi.Condizione che spiega l’investi-mento delle politiche regionali asupporto dell’internazionalizzazio-ne delle imprese verso i cosiddettimercati emergenti, come quelli del-l’area Bric, costituita da Brasile,Russia, India e Cina, economie chestanno conoscendo un rapido svi-luppo. La situazione è migliorata

nel quarto trimestre del 2009,quando le esportazioni sono cre-sciute in valore assoluto rispetto alterzo trimestre 2008, superando i9.200 milioni di euro: la riduzionesui base annua si è così attestata sulmeno 16%, in miglioramentorispetto al meno 22,5% del terzotrimestre.Una prima indicazione di recuperonon accompagnata però da unaripresa dell’occupazione: semprenel quarto trimestre dello scorsoanno è infatti arrivata al 5,7%, inaumento rispetto allo stesso trime-stre del 2008 del 2,3%.Analogamente il tasso di attività(70,9%) e il tasso di occupazione

(66,8%) si sono ridotti rispettiva-mente di 1,4 e 3 punti percentuali.La difficile situazione del mercatodel lavoro è confermata dai datisul ricorso agli ammortizzatorisociali. La cassa integrazione èaumentata dell’800%, concentrataper il 60% nel settore della mecca-nica. Contemporaneamente è crol-lato il fatturato dell’industriamanifatturiera: sia la variazionetendenziale che quella congiuntu-rale nel 2009 sono state negative.Nel primo trimestre dello scorsoanno ha raggiunto il valore mini-mo quella congiunturale (meno50%), nel secondo trimestre quel-la tendenziale (meno 18%). Unadebacle che ha riguardato tutti isettori del manifatturiero, con lasola eccezione dell’industria di tra-sformazione alimentare che, appe-na sfiorata dalla crisi, si è confer-mata il settore più anticiclico. Ilcalo dell’attività industriale è statoil più pesante dal 1991 e si è rifles-so negativamente sui piani di inve-stimento: nella primavera scorsa leimprese della regione programma-vano di ridurli di oltre il 20%

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FOCUS

L’agricoltura sembra aver assorbito più di altri setto-ri gli effetti della crisi, congelando il calo struttura-

le di declino del numero di aziende e di occupati che lacaratterizza da alcuni anni. Una parziale conferma delcarattere anticiclico del settore arriva dai dati sul com-mercio estero, che mostrano un andamento menonegativo nelle esportazioni rispetto al manifatturiero. Ilvalore dell’export nel 2009 è infatti diminuito del14,3% rispetto al 2008, con una performance migliorerispetto alle regioni del Nord Est (che hanno perso il17,1%) e al Paese nel suo complesso (meno 15,5%).L’andamento più positivo si rileva anche per quantoriguarda l’occupazione. Nel 2008 gli occupati agricolisono aumentati del 2,9%, una crescita determinata dal-l’incremento degli occupati indipendenti. Questa ten-denza è proseguita anche nel primo semestre del 2009,quando gli occupati nel settore risultavano in mediapoco più di 87mila, in aumento del 9,3% rispetto al

corrispondente periodo dell’anno precedente. Il trend siè tuttavia interrotto nella seconda metà del 2009,quando gli occupati agricoli risultavano mediamentepoco più di 72mila, mostrando un calo dell’8,3% rispet-to alla seconda metà del 2008. Una battuta d’arrestoche non ha cambiato il ruolo di settore cuscinetto che ilsettore sembra rappresentare nella fase di crisi econo-mica del manifatturiero.L’agricoltura ha visto anche crescere la presenza femmi-nile. Le donne costituiscono infatti il 29,4% degli occu-pati e sono risultate in aumento del 19,3%. Più conte-nuta la crescita degli occupati maschi (più 5,6%).Quanto al numero delle aziende alla fine del mese disettembre del 2009 erano pari a 69.512, con una ridu-zione di 1206 unità, in rallentamento rispetto agli anniprecedenti. Nel pieno della crisi la dinamica decrescen-te è nettamente diminuita, portando il tasso di sviluppodelle imprese su valori prossimi allo zero

Quello agricolo spicca tra i settori meno colpiti, insieme all’alimentare

Le fabbriche chiudono, l’agricoltura riparte

IL CASO

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SCENARI

Amartya Sen, professore eme-rito all’Università di Harvarde Premio Nobel per l’econo-mia nel 1998, ha tenuto la

conferenza inaugurale della IX edi-zione del Programma internazionaledi sviluppo delle competenze econo-miche e manageriali, organizzato dalCtc (Competence training center –

Centro di formazionemanageriale e gestioned’impresa) della Cameradi commercio di Bolo-gna.La lectio magistralis –ricca e densa del pensie-ro dell’economista india-no, impegnato da anni asviluppare temi legati alwelfare e alla lotta con-tro la povertà e la disu-

guaglianza – ha posto al centro alcu-ne valutazioni relative al Pil, un indi-catore non idoneo, ha spiegato l’eco-nomista, per misurare un welfaresostenibile. Già membro – insieme aJoseph Stiglitz, Jean Paul Fitoussi ealtri eminenti economisti – dellaCommissione voluta dal presidente-francese Nicolas Sarkozy con l’o-biettivo di verificare i limiti del PILcome indicatore delle prestazionieconomiche e del progresso sociale,Sen, riprendendo una tesi già svilup-pata a partire dagli anni Ottanta, haspiegato come il Pil dovrebbe essereaffiancato da considerazioni in ter-mini di ricchezza economica, feli-cità-utilità e capacità-libertà, per riu-scire a misurare gli standard di vitadelle persone.Anzitutto, secondo il responso dellaCommissione, il livello di benesseredeve essere misurato sulla base dellaricchezza economica. Quindi lo stan-dard di vita, da rilevarsi anche esoprattutto in base alla felicità dellepersone. Infine la misurazione delbenessere, che deve essere calcolatatenendo in considerazione la capa-

Dalla diversitàalla “trappola”della felicità.

Fino alla capacitàintesa come libertà

questa sia spesso considerata come ilsolo criterio per valutare la società ele relative politiche d’intervento pub-blico. L’utilità viene definita comefelicità e la seconda è valutata comesoddisfacimento dei desideri. Unaparte di economisti sostiene che nonsi può utilizzare la felicità comemisura di benessere, perché ritieneimpossibile la comparazione fra uti-lità di persone distinte. In realtà, ilprofessore indiano – che ritiene inve-ce possibile un ordinamento fra uti-lità – va oltre il criterio matematico epone un forte accento sul tema dellelibertà, intese come opportunitàsostanziali (libertà negative e positi-ve) e diritti umani. Inoltre, dimenti-care questi ultimi elementi (o megliovalori) porterebbe a valutazionidistorte della realtà: persone chevivono costantemente in condizionidi deprivazione imparano ad adat-tarsi alla loro vita per rendersela tol-lerabile, arrivando a smettere di desi-derare o sperare in un cambiamentodella loro condizione. Se giudicassi-mo il benessere di queste personesolo sulla base della loro felicitàavremmo un quadro distorto delreale svantaggio nei loro standard divita.Infine le fondamenta dell’approcciodelle capacità (capabilities) – che haradici lontane nelle nozioni filosofi-che di giustizia sociale – ha comefocus gli obiettivi che ogni persona sidà, insieme al rispetto delle abilitàpersonali per raggiungere gli stessi, inbase ad un proprio set di valori,ossia, come ha detto lo stesso Sen,“la capacità e libertà di perseguireciò che desideriamo”, o la rispostaalla domanda “di cosa abbiamobisogno per vivere?”. Una terza via,in sostanza, che pone l’attenzionesulla capacità come libertà, inveceche come standard di vita, e chedovrebbe aiutare i governanti a farluce oltre il Pil

cità (capability) e la libertà degli indi-vidui. Personale – e in parte sgancia-to da quello della stessa Commissio-ne – risulta il pensiero dell’economi-sta indiano. L’utilizzo della ricchezzaeconomica come indicatore – ha rile-vato – non tiene conto di diversiaspetti cruciali. Innanzitutto, a paritàdi ricchezza, le persone possonoavere caratteristiche diverse, tali percui hanno bisogno di sostenere spesemaggiori (pensiamo alle personedisabili o con handicap). Pertanto,individui con differenti caratteristi-che avranno differenti capacità ditrasformare reddito o ricchezza inbenessere.Da queste differenze – che come talinon possono essere ignorate – sipassa alla considerazione delle condi-zioni ambientali, indipendenti dalreddito, che possono avere effettiimportanti sulla qualità della vita (adesempio climi particolari e relativieffetti su determinati territori).Infine, anche il clima sociale ha unnotevole peso sulla quotidianità dellepersone (per esempio la possibilità omeno di partecipare alla vita pubbli-ca e politica).Circa la felicità, Sen ricorda poi come

Il Nobel ha tenuto la conferenza inaugurale della IX edizione dell’iniziativa del Ctc

diBarbaraCostantini

Amartya Sen: oltrela “dittatura” del Pil

Amartya Sen,professore emerito

all’Universitàdi Harvard

e premio Nobelper l’economia

nel 1998New Photo

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Èstato “Fare di più con meno”il tema della IV ReunionAlma-Profingest, l’appunta-mento annuale in cui tutti gli

ex allievi che nel tempo hanno fre-quentato un Master e si sono diplo-mati alla Business School dell’Uni-versità di Bologna si incontrano perriallacciare i contatti e fare il puntosu un tema di attualità. “Una prova,il fare di più con meno – spiegaMassimo Bergami, Direttore dellaScuola – nella quale i nuovi managersono chiamati a cimentarsi ognigiorno. Una realtà sempre più com-plessa con cui confrontarsi. Come isupereroi, che se da una parte sonodotati di poteri eccezionali dall’altrahanno un cuore umano e finalità eti-che”. E proprio i supereroi sonostati convocati ad Alma.Non solo l’Uomo Ragno ma ancheIron Man, Wolverine e MisterFantastic. Tutti insieme per aiutare inuovi manager a uscire da questacrisi con slancio. In loro rappresen-tanza è intervenuto Simon Philips,quarantunenne Presidente dellaMarvel Entertainment Internatio-nal, la casa editrice di fumetti, cheha svelato il decalogo del supereroe.Dieci regole che valgono nel mondodegli eroi dei fumetti come in quelloreale. Innanzitutto, il lavoro va sem-pre portato a termine perché nonsempre c’è una seconda possibilitàper farlo. E poi serve la passione.Inutile invece essere perfetti.Nemmeno i supereroi lo sono masono bravi a trasformare i loro difet-ti in punti di forza. Philips fa unesempio: “Peter Parker aliasSpiderman – spiega – è un secchio-ne, ha problemi con le ragazze ed èuno squattrinato ma il suo obiettivonon è la perfezione. Infatti raggiun-ge il successo nel modo più saggio”.La quarta regola tira in ballo la glo-ria. “I migliori manager non sonoquelli che urlano più forte degli altri

La sfida è “fare di più con meno”. Se n’è parlato alla IV Reunion di Alma-Profingest

i loro successi, ma quelli che lavora-no diligentemente portando a termi-ne i gli incarichi. Alla fine – sottoli-nea il Presidente Marvel – non solohanno raggiunto il risultato, maspesso anche la gloria”. Per la quin-ta regola viene scomodato IronMan: Tony Stark ha smesso di fab-bricare armi per studiare una nuovaforma di energia che permettesse almondo di rendersi indipendente dalpetrolio. Questo per dire che i supe-reroi scelgono di aiutare gli altri. Lostesso devono fare i manager.“Capite quali sono i bisogni delvostro mercato e – continua Philips– create prodotti di cui le personehanno bisogno”. E se per farlo almeglio serve il lavoro di gruppo,dice la regola numero sei, tantomeglio. Spesso le capacità individua-li non sono sufficienti per raggiunge-re traguardi importanti ma se si èbravi a capire le qualità delle diversepersone che compongono un grup-po, ecco che il successo può esserevicino. Perché (settima regola), ilvero potere di ciascuno di noi è com-prendere quali sono le qualità su cuipuntare. “Siate coraggiosi e rispetto-si e – dice Philips – trovate il supere-roe che è in voi”.I supereroi non mollano mai, dicel’ottava regola. Dare Devil è natosenza la vista ma non si è arreso eha fatto della sua disabilità un’in-credibile abilità e questo è il segre-to. La nona regola più che uncomandamento è un’esortazione.Dice Philips: “Produci, ama e salvail mondo!”. Poi forse si rende contoche l’attuale congiuntura è menoromantica di così e aggiunge (deci-ma e ultima regola): “Utilizzate levostre capacità nel migliore deimodi”.Trovare nuove motivazioni, ragio-nare e progettare insieme, è del restouno degli obiettivi principali delleReunion di Alma Graduate School.

Come dimostrano i dieci incontricon head hunters e direttori del per-sonale durante i quali gli alunni, nelcorso della Reunion 2010, hannoavuto la possibilità di riflettere sulloscenario attuale e su quali siano lecompetenze manageriali che richie-de, con un occhio alle nuove oppor-tunità di sviluppo nei Paesi emer-genti (Brasile, Russia,India, Cina) e nei setto-ri ad alta tecnologia,mentre la businessschool bolognese siconferma in primalinea, al pari delle prin-cipali business schooleuropee, “nell’integra-zione del percorso cen-trale e insostituibiledelle lauree – osservaMassimo Bergami, ConsigliereDelegato della Business School edocente di Organizzazione azienda-le all’Università di Bologna accom-pagnando le persone durante il per-corso professionale”

diLeaFermi

SCENARI

Ospite d’eccezione,Simon Philips, cheha svelato il decalogo.Valido nei fumetti,ma anche nella realtà

Nuovi managerO meglio, “supereroi”

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Un “Accordo di percorso”per la vertenza Cnh Imola,azienda della galassia Fiatper la quale si prevedeva la

smobilitazione totale nel giro dipochi mesi. Non sarà così: oltre280 lavoratori avranno garantitialla scadenza della cassa integra-zione straordinaria, la coperturaeconomica della cassa in deroga, esoprattutto si procederà col lavoroper il piano di reindustrializzazio-ne dell’azienda che vedrà un primoimportante appuntamento alTavolo regionale del Patto controla crisi.L’impegno della Regione ha dato isuoi frutti: a inizio giugno a Romainsieme a Provincia di Bologna,Ministero del Lavoro e delle politi-che sociali, Cnh Italia spa,Unindustria Bologna ed organizza-zioni sindacali, la Regione ha infat-ti concluso l’Accordo di percorso.L’impegno sottoscritto riguardaanzitutto la salvaguarda dei lavora-tori, i quali avranno a disposizionela Cassa integrazione guadagni inderoga cui, per il 30%, contribui-sce viale Aldo Moro.“Grazie all’intervento di sostegno alreddito – spiega l’assessore regiona-le alle Attività produttive, GianCarlo Muzzarelli – riusciamo a for-nire un sostegno concreto e fattivoai lavoratori consentendo, al con-tempo, di proseguire il piano di rein-dustrializzazione dell’azienda. Nonci rassegniamo alla crisi e riconvo-cheremo entro l’estate il Tavolo perlavorare sulla seconda fase del‘Patto contro la Crisi’ per aggiornar-lo e rinnovarlo. Per un’economiapiù forte, competitiva e rinnovata,occorre innanzitutto salvaguardarel’occupazione, i redditi e il ruolofondamentale dei lavoratori”.Sta progettando la reindustrializ-zazione un gruppo di lavoro isti-tuito presso il Ministero dello svi-

Grazie all’impegno di Regione e parti sociali, scongiurato il “fantasma” della mobilità

luppo economico insieme aRegione, Provincia, Comune Imolae Cnh: la elaborazione, ad oggi,riguarda l’attivazione di un polo diproduzione e ricerca per veicolielettrici e un impianto per produr-re energia di tipo eco-compatibili.La Regione Emilia-Romagna e laProvincia di Bologna assieme alleparti sociali individueranno, nel-l’ambito degli accordi locali conistituti di credito, meccanismi dianticipazione delle indennità ailavoratori, in attesa del pagamentodelle stesse da parte dell’Inps.La vertenza Cnh è stata tra le piùimpegnative in questo duro perio-do di crisi, si temeva che Fiatvolesse smobilitare in via definitivaImola per spostare la produzionein Puglia, a fronte della proceduracomunicata da Cnh alla Regione,per l’utilizzo della cassa integra-zione per 12 mesi e per tutti i lavo-ratori (già in cassa integrazione dal2008) per “cessazione di attivitàdello stabilimento di Imola” a par-tire dal 28 agosto 2009. Forte

anche a suo tempo l’impegno dellaRegione “per un confronto serio ecorretto, rispettoso del sindacato,delle istituzioni”, stimolando Fiatad evitare “decisioni unilateralisulla procedura”. Su questa partitaera stato richiesto l’intervento diGoverno e industriali da partedella Regione, formalizzato unita-riamente dalle organiz-zazioni sindacali Fim,Fiom, Uilm nazionali.Ad essere decisivonella positiva conclu-sione della vertenzache ha riguardato unodei tanti stabilimentiFiat su cui pende laspada di Damocle della“riorganizzazione” èstato anche l’impegnodei lavoratori che fin dall’iniziohanno operato al fianco delle isti-tuzioni locali e all’interno delleassociazioni sindacali per difende-re sia l’occupazione sia il destinodella produzione nell’importantepolo imolese

diAntonellaCardone

INDUSTRIA

A Imola sorgeràun polo innovativoper lo studioe la produzionedi veicoli elettrici

Cnh, al via il pianodi ristrutturazione

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Risparmiare energia per diven-tare più competitivi. Ridurrele emissioni per ridurre icosti e non tanto – o non

solo – per rispettare l’ambiente o gliobblighi di legge. Questo il concettoal centro del convegno “Efficienzaenergetica, un’opportunità e unimpegno per il mondo economico

attraverso il progettoMicroKyoto Imprese”,che si è tenuto aBologna, su iniziativadella Provincia.Scopo dell’incontro, ren-dere applicabili a livellolocale quelli che sono gliobiettivi globali del cele-bre Protocollo, tradu-cendone gli obiettivi aun livello più “prossi-

mo”, così come le buone ragioni peraderirvi. Un’occasione anche per pre-

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ENERGIA

A Bologna presentati i risultati del progetto MicroKyoto Imprese. Presto nuove adesioni

Ambiente, una levaper la competitività

Intanto Legambientepromuove

la prima edizionedel Premio

Economia Verde

diLucaPolitano

sentare i casi concreti, ossia le 28aziende che dal 2009 si stanno impe-gnando in un percorso di riduzionedei consumi energetici e delle emis-sioni di gas serra.Ad essere emersa durante l’incontro– che ha coinvolto le associazioni ter-ritoriali di Cna, Unindustria eImpronta Etica, oltre a Legacoop econ il contributo di FondazioneCarisbo – è la possibilità di ufficializ-zare la partecipazione di un’altra set-tantina di realtà produttive a“MicroKyoto Imprese”, tutte prontea intraprendere la medesima sfida nelbiennio 2010-2011. Come? Attra-verso la realizzazione di audit ener-getici, seminari, visite aziendali, sup-porto gratuito alla elaborazione dipiani di miglioramento energetico,attività di monitoraggio e sostegnoagli investimenti tramite alcuni istitu-ti di credito.Se il rispetto dell’ambiente convienesempre – a livello globale e locale –ecco un’altra iniziativa che mira aincentivare la scelta strategica dellosviluppo sostenibile come fonte divantaggio competitivo – anche in ter-mini di puro ritorno d’immagine – echiave di volta per uscire dalla crisi.Questo lo scopo del Premio Econo-mia Verde 2010 Emilia-Romagna,promosso da Legambiente e patroci-nato da Regione Emilia-Romagna,Unioncamere, Aster e Anit con ilcontributo di Coldiretti allo scopo dicoinvolgere e far gareggiare le azien-de emiliano-romagnole che si fannopromotrici di politiche gestionali eimprenditoriali che non considerinopiù il fattore “ambiente” come osta-colo o costo, ma come opportunità.Il premio, alla prima edizione, rap-presenta un’occasione per garantireuna vetrina alle iniziative privatesulla riduzione di rifiuti prodotti e sulrisparmio energetico, sulla contrazio-ne dell’inquinamento, sulla creazionedi posti di lavoro, sul coinvolgimen-

to delle comunità locali, in altreparole iniziative virtuose che portanobenefici simultaneamente all’ambien-te, all’economia e alla società. E pertutti gli interlocutori, la possibilità direplicare all’interno della propriaorganizzazione quelle che verrannoindividuate come le ‘buone pratiche’migliori. A condizione che sianostate avviate negli ultimi tre anni eche l’azienda abbia sede in regione (ocomunque che l’iniziativa propostaabbia luogo in Emilia-Romagna).I criteri per valutare i migliori? Lapossibilità di misurare i risultaticonseguiti, per esempio nella ridu-zione di metri cubi d’acqua utilizza-ti nel processo produttivo, oppurenei risparmi effettivi di energia elet-trica e termica in kWh. Ma si terràconto anche di ciò che non è imme-diatamente quantificabile: come leazioni di tutela del patrimonionaturale e della biodiversità, oppu-re di salvaguardia dei prodotti tipi-ci. Tra i parametri individuati,anche il grado di innovazione e lapossibilità di riprodurre l’iniziativa,oltre naturalmente alla creazione dilavoro o di valore economico (fat-turato, vendite eccetera). Perchél’impianto del Premio è proprioquesto: dimostrare nei fatti la forzadi quelle innovazioni di processo odi prodotto che sanno tenere insie-me sostenibilità, capacità di pro-durre profitto e attitudine a creareoccupazione.La richiesta di partecipazionedovrà essere inviata entro il 5 set-tembre 2010 via e-mail a: [email protected] partecipare al Premio Econo-mia Verde le organizzazioni dovran-no presentare la propria candidatu-ra, corredata di ogni documenta-zione utile, compilando l’appositomodulo disponibile – insieme albando del Premio – sul sitowww.premioeconomiaverde.it

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Si chiama teleriscaldamento, epotrebbe rappresentare un’al-ternativa – valida e competiti-va – ai sistemi tradizionali di

produzione e distribuzione del calo-re. È la proposta di Innovami eUniversità di Bologna, che, insiemead Hera Comm, hanno concluso unprogetto pilota per la realizzazione di

un modello innovativo,poi testato con successoin una porzione dellarete cittadina.Il principio? Ricordamolto da vicino il vec-chio riscaldamento cen-tralizzato: è più efficien-te, dal punto di vistaenergetico, una grandecentrale di produzione alservizio di più utenze,

rispetto a tante singole caldaie dome-stiche.Del tutto nuovo è però ilmododi intendere il concetto: non il condo-minio, ma intere aree o quartieri,potrebbero essere servite con questometodo, con una centrale di produ-zione dislocata altrove da cui esceacqua calda, mentre è una rete ditubazioni a servire le singole utenze.I risultati del progetto sono stati pre-sentati a Imola: “Quello che ci siamoproposti di fare – osserva DanieleVigo, ordinario di Ricerca Operativaall’Università di Bologna (Facoltà diIngegneria, con sede a Cesena) eresponsabile del progetto – è valida-re la possibilità di trasferimento tec-nologico, accompagnata a una veri-fica della relativa fattibilità economi-ca”. Utili per i settori più diversi, imodelli di ottimizzazione matemati-ca studiati dallo staff di Vigo sonostati in questo caso applicati a unarete di teleriscaldamento: “Banal-mente – sottolinea Vigo – abbiamo ache fare con una centrale termica,che produce calore e lo porta poi aicittadini tramite una rete di tubazio-ni”. Primo problema, l’analisi della

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ENERGIA

Teleriscaldamento: il progetto sviluppato da Hera con Innovami e Università di Bologna

Le tradizionali caldaiehanno i giorni contati

Il modello teoricoè stato testatocon successo

in una porzionedella rete imolese

diM

arcoCasamenti

curva di consumo tipica dell’utente odel gruppo di utenze: “Alle 7 di mat-tina, per esempio, un privato accen-de il riscaldamento. Alle 8, poi, serveuna gran quantità di energia perchécominciano a funzionare le fabbri-che. Naturalmente questo implicauna diversa funzione di produzionedell’energia nell’arco della giornata,del mese, dell’anno, in modo che ladomanda di consumo sia sempresoddisfatta”.Il presupposto? Agire su una rete esi-stente, come quella imolese, che devepotersi evolvere allacciando nuoviclienti. È qui, osserva il responsabiledel progetto, che si pone il problemadell’ottimizzazione. “Il modellomatematico decide quali di questi‘pezzi di rete’ si possono aggiungere,e con quali risultati. Quello che sipuò stabilire è, da un lato, qualeentità minima di utenze giustifichi undeterminato investimento per l’e-spansione della rete, e quale sia, delpari, la massima quantità di utentiche si possono allacciare stante lacapacità della centrale di produzionedi soddisfare pienamente la doman-da di consumo aggiuntivo”.Il modello matematico risultante èstato già testato, nell’ambito del pro-getto, su una porzione della rete citta-dina, e giudicato da Hera “capace diriprodurre accuratamente la realtàfisica di un sistema di teleriscaldamen-to” nonché utile per “guidare le deci-sioni strategiche di network design

legate all’eventualità di allaccio di unset di nuovi clienti”. Ancor più inte-ressante, la flessibilità del modello:“Cambiando solo la forma di alcunerelazioni – nota Vigo – è possibileeffettuare analisi decisionali strategi-che diversificate, applicando facilmen-te il modello a scenari diversi”.In realtà, quella della curva di consu-mo del singolo utente rappresentasolo l’ultimo atto di un processodecisionale particolarmente pressan-te per una multiutility, cioè quellodell’allacciamento di nuovi utenti.“Proprio su questo – nota Vigo – si èconcentrato il nostro lavoro in que-sta prima fase del progetto”, realiz-zando “un’analisi dei carichi energe-tici che la rete può sopportare fun-zionale alla decisione di allacciarenuovi utenti”. Un esercizio “astrat-to” di fattibilità? “Quello che noisiamo in grado di fare – precisa Vigo– è una rappresentazione accuratadel fenomeno fisico, che tenga conto,ad esempio, della pressione sui nodi,della caduta di pressione sui rami.Tutti fattori che abbiamo considera-to nel modello”. Che da semplice“simulatore” diventa quindi un valu-tatore “di un numero elevatissimo direti potenziali, ognuna delle qualipuò essere analizzata anzitutto nelsuo assetto termico ‘fisicamente pos-sibile’, quindi nella modalità ottimadi configurazione in funzione deibenefici globali per l’utenza e perl’ambiente”

Nella fotola nuova centraledi cogenerazione

di Imolarealizzata da Hera

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Pubb

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Un reticolo di tubi sotto l’a-sfalto di strade, marciapiedi,piazze ed edifici garantiscel’arrivo dell’acqua potabile

in ogni abitazione, ufficio o fabbrica.Alla fonte c’è un processo di depura-zione idrica, la distribuzione attra-verso la rete di tubi predisposta sulterritorio, sulla quale viene esercitato

un controllo costanteper far sì che il liquidoche esce dai rubinettipossa essere tranquilla-mente usato per bere,cucinare e lavarsi.L’acqua è uno dei benipiù preziosi per l’uma-nità e la sua distribuzio-ne è un processo cherichiede tecnologia,

manutenzione e monitoraggi conti-nui. Insomma, un servizio basato suinvestimenti economici mirati all’effi-cienza e alla funzionalità con contiche devono sempre tornare.Proprio di questi temi si è discusso adAccadueo: la mostra internazionaledelle tecnologie per la gestione delleacque, organizzata alla Fiera diFerrara. Una vetrina per le tecnologiedelle reti di trasporto e distribuzionedell’acqua e un’occasione per cono-scere in anteprima gli ultimi risultatidi studi e applicazioni. Come quellipresentati dal centro delle ricerchedel gruppo di Costruzioni idraulichedel dipartimento di Ingegneriadell’Università di Ferrara all’internodel convegno del Centro StudiSistemi Idrici dedicato alla “Gestione

Il team di ricercapresenta i risultati

ad Accadueo.Risparmi previsti

fino al 15%

diGiorgiaMazzotti

AMBIENTE

delle reti acquedottistiche: dagliaspetti tecnico-progettuali a quellieconomico-normativi”.Gli studi e le ricerche sul campo delteam universitario sono mirati infat-ti a ridurre le perdite della rete del-l’acquedotto, a pianificare gli inter-venti di manutenzione, a garantirequalità e quantità predisponendo unsistema di valvole che consenta di iso-

IL PROGETTO

Acque potabili imbrigliate nella rete dell’acquedotto e acque meteori-che e salmastre incanalate e controllate per garantire l’irrigazione

costante dei campi, ma anche per tenere all’asciutto una pianura che perbuona parte della sua superficie si trova sotto il livello del mare. Ferraranon solo porta avanti a livello universitario ricerche per una gestioneinnovativa e sempre più razionale dell’acquedotto, ma ha ora ilConsorzio di bonifica più grande d’Italia.La Bonifica della pianura di Ferrara – fa infatti notare il presidente DanieleVecchiattini – con i suoi 260mila ettari di superficie ha un’estensione chel’attesta al primo posto a livello nazionale. Una realtà unificata proprio direcente, grazie alla nuova legge regionale 5/2009 con la quale sono statiridefiniti i comprensori di bonifica e gli enti che li gestiscono. Ecco allorache il nuovo Consorzio unico ferrarese nasce dalla fusione dei preesistentiConsorzi di bonifica Valli di Vecchio Reno, I Circondario Polesine diFerrara, II Circondario Polesine di San Giorgio e Consorzio generale dibonifica della provincia di Ferrara. Prima di questa legge in Emilia-Romagna c’erano 15 consorzi, ora ridotti a 8. E Ferrara è in prima lineacon il Consorzio unico nato dalla fusione dei 4 preesistenti: una vastità diterre controllate attraverso un reticolo di canali lungo 4.100 chilometri eun bilancio preventivo di 35 milioni di euro per il 2010.Il concetto di bonifica nasce per il risanamento delle zone paludose e

malsane e si evolve in chiave di difesa e sviluppo del territorio con uncontrollo costante del rischio idraulico. Sono 274 i dipendenti fissi delConsorzio, che vengono aumentati nella stagione dell’irrigazione e degliinterventi di ripristino e manutenzione, con 114 avventizi che si mettonoal lavoro dal 1° marzo al 31 ottobre. Una macchina capillare e potente,che raccoglie le acque del Po e le ridistribuisce, ma che garantisce ancheil deflusso costante delle acque piovane da quella che è una conca geo-grafica che – nel comune di Jolanda di Savoia – arriva a toccare il recordnazionale di quasi 5 metri sotto il livello del mare.Ecco allora le piogge ogni giorno monitorate e deviate artificialmenteverso uno dei 153 impianti idrovori, che sollevano quantità impressio-nanti di acqua e le avviano verso il mare. Basta andare in visita all’im-pianto di Codigoro per avere il senso della potenza di questa macchina.L’impianto, che è tra i tre più grandi del territorio, da solo ha un consu-mo elettrico annuo di circa un milione e mezzo di euro. Ogni secondo aCodigoro vengono sollevati una media di 120 metri cubi di acqua con undislivello di 5 metri e mezzo per riversare a mare tutto il liquido raccoltocostantemente da due collettori. Uno spettacolo grandioso in mezzo aquesto paesaggio di terre ritagliate tra le acque, meta di addetti ai lavoriche arrivano qui da tutta Europa per imparare l’arte di addomesticare leacque

Nasce il Consorzio di bonifica più grande d’Italia

Ben 260mila ettari di terra “strappata” alle acque

Uno studio dell’Università di Ferrara per ottimizzare la gestione della rete idrica

Un sistema di valvoleper ridurre gli sprechi

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lare singoli settori. Con il conteni-mento delle spese come obiettivo diogni intervento. Perché lo scopo fina-le della multiutility che si occupa ditutte le fasi del servizio idrico integra-to è quello di ottimizzare al massimogli interventi per dare un servizio qua-litativo sfruttando al meglio gli inve-stimenti e i budget disponibili.A spiegarlo è Stefano Alvisi, autoredelle ricerche del gruppo guidato dalprofessor Marco Franchini, docenteordinario di costruzioni idrauliche diIngegneria, e presentato alla manife-stazione fieristica insieme all’inge-gnere Enrico Creaco. Gli studi realiz-zati dall’équipe universitaria vengo-no fatti sul campo in collaborazionecon Hera Ferrara. E tra gli ultimilavori presentati dal Centro studi c’èquello dedicato alla collocazionedelle valvole di chiusura all’internodella rete cittadina.“Per capire l’importanza della que-stione è bene fare notare – dice Alvisi– che all’interno del sistema idraulicodell’acquedotto le valvole costitui-scono gli apparati di maggior costo:si tratta di meccanismi metallicidotati di un otturatore, che consen-tono di ridurre o di bloccare del tuttoil flusso idrico all’interno dei tubi”.Le valvole non solo rappresentanouno dei meccanismi dal costo inizia-le più alto, ma restano quelli più sog-getti a invecchiamento e guasti acausa della loro complessità mecca-nica. Non è un caso che in alcuni ter-ritori più disagiati le reti idriche sianoquasi sprovviste di valvola. Nellaregione emiliano-romagnola la pre-senza delle valvole è invece numero-sa e da qui il gruppo di ricerca è par-tito: per fare una valutazione dell’ef-ficienza e, soprattutto, per verificarese sia possibile una distribuzione piùrazionale di questi dispositivi conconseguenti vantaggi economici.All’interno della struttura acquedot-tistica le valvole sono costantemente

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L’analisi sulla ricollocazione delle valvo-le non è che l’ultimo risultato di una

serie di ricerche, che vedono lavorarefianco a fianco già da anni il gruppo Herae il dipartimento di Ingegneria dell’univer-sità di Ferrara. Racconta il ricercatoreAlvisi: “I problemi che riguardano lagestione delle reti di distribuzione dell’ac-qua di cui ci occupiamo si rivolgono all’af-fidabilità, ovvero alla capacità di soddisfa-re le richieste dell’utenza in modo effi-ciente sia nell’ambito della quantità siadella qualità”. Ecco allora – per quel checoncerne la quantità – lo studio sulle per-dite rilevate all’interno delle condotte e –in tema di qualità – quello sulle concen-trazioni di cloro necessarie a garantire l’as-

senza di sostanze nocive.Il gruppo Hera concentra la propria atti-vità di servizi idrici in 7 ambiti territorialidell’Emilia Romagna (Bologna, Ferrara,Forlì-Cesena, Imola-Faenza, Modena,Ravenna, Rimini) oltre che nella confinan-te provincia di Pesaro-Urbino. HeraFerrara serve 11 comuni, disseminati suuna superficie di 1.320 chilometri quadra-ti per un totale di circa 120mila utenzeraggiunte attraverso un reticolo di tubatu-re della lunghezza di 2.450 chilometri.Fare una mappa dei punti critici della reteacquedottistica risulta importante perpoter pianificare al meglio nel tempo gliinterventi di manutenzione arrivando aridurre perdite e costi di riparazione

Una duplice esigenza che vede da annila collaborazione tra Hera e ateneo ferrarese

Qualità del servizio.Quantità dei “serviti”

LA STRATEGIA

sottoposte a necessità di manutenzio-ne e di sostituzione. Ogni interventorappresenta una spesa e potrebbeessere meglio gestito attraverso unaredistribuzione delle valvole.“Quello che conta – spiega Alvisi – èmantenere la possibilità di isolareinteri tratti di rete in caso di guasti,contaminazione o interventi dimanutenzione. Il nostro studio,però, ha mostrato che questo obiet-tivo può essere raggiunto ridistri-buendo una parte delle valvole inmodo da diminuirne il numero man-tenendo la separazione tra i diversispezzoni di rete”.Il team di ricerca ha quindi studiatol’impianto con l’attuale dislocazionedelle valvole e ha calcolato comequeste potrebbero essere riposiziona-te nella porzione di territorio che si

trova entro le mura cittadine. In que-sto spazio le valvole attualmente sono970 e, secondo il progetto di ridistri-buzione razionalizzata, potrebberoessere ridotte a 840, con un rispar-mio quasi del 15%. Il risultato por-terebbe così a un’economia di spesacalcolata attorno ai 50mila euro. E ilrisparmio diventerebbe, ovviamente,ancora maggiore se si applicasse lostesso principio a una porzione piùvasta del territorio servito dalla rete.“Un traguardo – fa notare l’ingegnerStefano Alvisi – che si può raggiun-gere grazie all’applicazione delleequazioni e degli indici di una proce-dura matematica, calata su una retespecifica, come appunto quella delcentro di Ferrara, ma che possiamotranquillamente applicare ad ognialtra rete”

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Il nome è noto più che altro agliaddetti ai lavori, ma a Modenac’è un’impresa che – grazie allacapacità di studiare applicazioni

per progetti particolari – è in gradodi offrire i propri prodotti in giro pertutto il mondo. I brevetti nascononel quartiere generale emiliano-romagnolo, ma possiedono una

valenza internazionalein grado di accaparrarsil’affidamento di lavoriche richiedono compe-tenze talmente specia-lizzate da non temere laconcorrenza di un mer-cato globale. Si trattadella Caprari spa, fau-trice delle elettropompesommerse create perl’installazione di una

mega piattaforma petrolifera inNuova Zelanda, ma anche di quelleche hanno reso possibile un grossoprogetto di irrigazione per le areedesertiche in Egitto in collaborazio-ne con il Governo o la realizzazionedello spettacolare acquario di Dubaicon la sua collezione record di speciedi squali.L’azienda nasce 65 anni fa, quandocomincia l’attività in proprio del fon-datore Amadio Caprari per evolversinei decenni fino alla struttura attua-le, che vede ancora presenti all’inter-no della società i componenti di terzagenerazione della famiglia. Un’evolu-zione che ha reso possibile mantene-re il nome d’origine passando peròda azienda a conduzione familiare asocietà per azioni con sedi distaccatein tutto il mondo, dall’Europa setten-trionale all’Australia senza dimenti-care Tunisia, Grecia, Portogallo,Spagna e America.Oggi il gruppo Caprari – con 700dipendenti – è tra le principali realtàinternazionali nella produzione dipompe ed elettropompe centrifughee nella creazione di soluzioni avanza-

AZIENDE

Nascono alla Caprari le pompe di supporto al sistema idrico del celebre monumento romano

Da Modena l’energiaper la Fontana di Trevi

L’azienda celebra65 anni. Tra i progetti

spicca un appaltoper l’irrigazione

del deserto egiziano

diGiorgiaMazzotti

Si chiama Endurance la nuovagamma di elettropompe som-

merse full inox di Caprari, realizzatecon fusione di precisione e dotate delprotettore Defender, che è un altrobrevetto internazionale della societàcon casa-madre a Modena.Endurance – spiegano i tecnici – èstata progettata per offrire prestazio-ni eccellenti nelle condizioni piùestreme: è il caso delle acque salma-stre, aggressive e sabbiose. La nuovaserie Endurance è realizzata in micro-fusione di acciaio inox, con elevatispessori ed eliminazione totale diogni tipo di saldatura così da confe-rire la massima resistenza all’usura dasabbia e da resistenza in genere. IlDefender, invece, è un dispositivointelligente studiato, testato e bre-vettato da Caprari per proteggere le

elettropompe dalla corrosione elet-trochimica e dalle correnti galvani-che. Questo obiettivo viene raggiun-to rendendo passivo l’acciaio inoxgrazie al contenuto degli elementi dilega di cromo, che ricopre il materia-le di uno strato di ossidi invisibile, dispessore pari a pochi strati atomici,che protegge il metallo sottostantedagli attacchi corrosivi. In questomodo i materiali mantengono la pro-prietà di ossidarsi, ma non di arruggi-nirsi negli ambienti atmosferici natu-rali. Perché si crea un’ulteriore barrie-ra di sicurezza che allunga sensibil-mente la durata delle elettropompein applicazioni gravose, come posso-no essere le acque salate del mare,quelle inquinate e con la presenza dimetalli che sprigionano potenzialielettrici diversi

Brevetto internazionale per “Endurance”

Elettropompe no-limits

IL PROGETTO

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te per la gestione del ciclo integratodell’acqua. Ecco allora che nel 2008la società Acea che si occupa dellagestione del sistema idrico di Romasi rivolge proprio al gruppo modene-se per riprogettare i meccanismi difunzionamento della Fontana diTrevi. In passato le fontane monu-mentali, tra cui anche quella di Trevi,erano alimentate con acqua a perde-re, prelevata in questo caso dall’ac-quedotto dell’Acqua Vergine con unpercorso lungo diciannove chilome-tri. Con il passare del tempo è stataabbandonata l’iniziale tipologia dialimentazione, a favore del sistemadi acqua rimessa in circolo dallepompe. Questo metodo rende indi-spensabile il controllo e il relativotrattamento dell’acqua in modo dagarantire caratteristiche chimico-fisi-che che mantengono le condizioniottimali di conservazione del monu-mento-simbolo anche del film “LaDolce Vita”, riacquistate grazie agliultimi interventi di restauro.A Caprari si rivolgono, poi, gli entigovernativi egiziani nel 2009, per lafornitura di elettropompe sommersee di elettropompe sommergibili fon-damentali per la costruzione dell’im-pianto di irrigazione di aree deserti-che a El Owainat. Il marchio mode-nese è apposto anche al lussuosoacquario di Dubai, portato a terminenegli Emirati Arabi nel 2009, per ilquale sono state fornite elettropom-pe sommerse di tipo Endurance, chepescano l’acqua direttamente dallaspiaggia adiacente alla struttura turi-stica. Tra gli ultimi progetti messi apunto, infine, quello che ha reso pos-sibile la delicata operazione di anco-raggio del basamento di una piat-taforma petrolifera al largo dellaNuova Zelanda. Per raggiungere unaffondo di 6 metri nel suolo marino– spiegano dalla casa-madre – eranecessario equilibrare il peso dellastruttura offshore grazie all’aspira-zione di acqua e sabbia dai quattropiedi cavi del basamento. L’obiettivoè raggiunto con l’utilizzo di 12 elet-tropompe sommerse Caprari inbronzo, che tengono sotto controllola velocità di discesa gestendo la por-tata di ciascuna pompa tramite uncomplesso sistema elettronico checomanda dei variatori di frequenza.E il monitoraggio costante dell’ope-

LA STORIA

Amadio Caprari è nato a Rolo, in provin-cia di Reggio Emilia, nel 1911. Figlio di

contadini con una passione per la meccani-ca, fin da ragazzo Amadio preferisce al lavo-ro di agricoltore quello di collaudatore ditrattori e dà una mano allo zio mettendo allaprova sul campo i Landini (famosi trattoriprodotti a Fabbrico), facendo personalmen-te la manutenzione ordinaria in campagna equella straordinaria d’inverno in officina. Nelfrattempo si sposa e nascono i figli Luigi eGiorgio che contribuiscono appena possibileall’attività paterna tramandando la passionefino ai nipoti. Finita la seconda guerra mon-diale, Amadio apre bottega di fianco all’uffi-cio postale di Rolo. Grazie alle sue amicizieottiene fiducia, crediti e collaborazione.Basta ricordare – assicurano dall’ufficiocomunicazione dell’azienda – che quandodecide di fare il primo tipo di pompa (tutt’o-ra esposta nella hall della attuale palazzinauffici), il committente agricoltore Morettigliela compra pagandola per intero anticipa-tamente, ancor prima che vengano realizza-ti i modelli per la fonderia.Già dal 1946 la produzione aumenta in modoesponenziale e dalla vendita all’utilizzatorediretto si passa presto a quella ai rivenditori einstallatori. Nel 1950 un commerciante diBrindisi convince Amadio a costruire unapompa per pozzi aperti prevedendogli ungrosso mercato: la pompa viene realizzata inuna prima versione, poi perfezionata e chia-mata Nettunia. La grande affidabilità nedetermina il successo, al punto da passare alla

produzione in serie.A questo punto, però, per far fronte alcostante incremento di attività, si rendenecessaria una maggiore disponibilità di spa-zio. Per questo Amadio acquista prima unappezzamento di terreno dai cugini Sgarbi,poco distante e sulla stessa via. Nel 1951 sitrasferisce quindi a Modena, dove trova fon-derie a portata di mano, ferrovia, corrieri,banche, commercialista, mano d’opera, tec-nici e impiegati di buon livello. Di fatto l’a-zienda acquista via via un tono da artigiana-le a semi-industriale e nel 1955 diventanecessario spostarsi di nuovo in un altro sta-bilimento.È a questo punto che avviene il trasferimentonella attuale quarta sede e – insieme con laseparazione casa-azienda – viene naturaleanche la trasformazione, culturale e dimensio-nale, da piccola impresa familiare a mediaimpresa con un ruolo della proprietà menooperativo rispetto al passato. La terza genera-zione Caprari continua la missione dei nonniassieme ai 700 dipendenti del gruppo Caprari,sempre in crescita e in evoluzione

L’epopea di un agricoltorecon la passione per la meccanica

Dalla terra all’officina

razione è garantito dal posiziona-mento all’interno delle quattro came-re di 20 trasduttori di pressione e 8regolatori di portata.Insomma, grazie al know-how esclu-sivo e diversificato, la produzioneattuale di Caprari riguarda le più effi-cienti soluzioni per le principali esi-genze idriche: dalle captazioni neipozzi profondi al sollevamento delleacque reflue e di drenaggio, dall’ali-mentazione e distribuzione idrica neisettori civile, industriale e agricolo,fino alle più svariate applicazioni neltrattamento delle acque

LuigiCaprari

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Concorrenza dei competitororientali, globalizzazione ecrisi economica sono oggitemi che suscitano grande

preoccupazione. Chiusura, riduzionedi personale e investimenti, cassaintegrazione e prepensionamentisono le risposte più comuni, ma c’èanche chi ha scelto una strada diffe-

rente. Esempi d’impren-ditoria in qualche modo“illuminata” che, attra-verso un forte legamecon il territorio e unosguardo attento nonsolo al mercato globale,ma anche a una correttagestione interna, sidistinguono oggi nelpanorama internazio-nale.

È il caso di Varvel spa, azienda bolo-gnese che sin dal 1955, anno di fon-dazione ad opera di Cesare Berselli,realizza e produce riduttori e variato-ri meccanici di velocità per applica-zioni fisse di piccola emedia potenza.Ancora oggi, capitanata dall’attualepresidente, Francesco Berselli, e daldirettore generale, Mauro Cominoli,la “pmi” emiliana – che ha saputoconquistare un ruolo di prim’ordinenella compagine internazionale –porta avanti un marketing territoria-le e sociale, impegnandosi nel mante-nimento di un circolo virtuoso diazioni, inteso come un’opportunitàper accrescere il proprio patrimonioumano e aziendale.L’eccellenza qualitativa ha sempreaccompagnato il comparto produtti-vo, spiccando per un made in Italyfatto di know how e oculata proget-tazione, progredendo di pari passocon l’aspetto innovativo che da sem-pre ricopre un ruolo di primariaimportanza per l’azienda. La tensio-ne verso il futuro ha portato Varvel ainvestire su diversi istituti universita-ri, rendendo concreta la collabora-

AZIENDE

Varvel spa, da 55 anni nel business dei riduttori e variatori meccanici di velocità

Responsabilità socialecome risposta alla crisi

Moltissimi i progettiin tema di Rsi,

ogni anno raccoltiin un vero e proprio

bilancio di sostenibilità

diM

atteoBarboni

zione tra imprese e poli di ricerca:“Da qui sono nati – conferma ildirettore generaleMauro Cominoli –importanti studi sui prodotti, l’auto-mazione di fabbrica con l’impiegosempre più numeroso di robot, lagestione aziendale dei processi el’informatizzazione di tutto il flussologistico, dal ricevimento dei partico-lari fino alla spedizione del prodottofinito passando per le fasi di collau-do, stoccaggio, prelievo e assemblag-gio con un sistema a radio frequenzae l’impiego di codici a barre”.Se ciò già dimostra l’eccellenza diquesta impresa, capace di conquista-re mercati internazionali di primariaimportanza, va sottolineato l’impe-gno della dirigenza aziendale, rivoltonon solo verso le cose, ma anche esoprattutto verso le persone. Varvel,infatti, porta avanti una mission dalgrande valore etico, ovvero essereun’impresa socialmente responsabi-le: “Oneri e aree d’intervento in que-sto modo si moltiplicano – confessail presidente Berselli – ma abbiamovoluto dimostrare come sia possibilecontribuire allo sviluppo sostenibile

in modo tale da rafforzare la propriacrescita economica e la propria com-petitività senza arrecare dannoall’ambiente, senza sfuggire alle pro-prie responsabilità sociali e senza tra-scurare gli interessi di consumatori eclienti”.Non solo una dichiarazione d’inten-ti, ma una gestione concreta, espostaufficialmente nel Bilancio diSostenibilità, documento annuale incui Varvel illustra i passaggi di quellavalorizzazione del territorio e del tes-suto sociale che si è poi tradotta inbeneficio reciproco. Importante stru-mento di rendicontazione volto allapartecipazione e al riconoscimentodell’identità aziendale presso i princi-pali stakeholder, questo documentorappresenta una valutazione multi-prospettica dell’impatto sociale ditutti i processi gestionali posti in esse-re nel corso degli anni.“Verificabilità dei dati, completezza etrasparenza dell’informazione rap-presentano la sfida di comunicazioneche ha accompagnato la redazione diquesto documento – confermaCominoli – al fine di valorizzare la

Al centro,lo stabilimento Varvele Francesco Berselli

attuale presidente

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responsabilità sociale e migliorarecosì la cultura d’impresa”. Dal pro-getto in sinergia con la Provincia diBologna e con la cooperativa socialedi tipo B ‘Arca di Noè’ per l’assun-zione di persone disabili, alle nume-rose sponsorizzazioni sul territorio(Fiera di Crespellano e varie societàsportive legate ai dipendenti dell’a-zienda), passando per l’acquisto diprodotti del commercio equo e soli-dale, proseguendo con il sostegnoeconomico a varie realtà didattichelocali e regionali (università, maanche scuole medie), l’impegnosociale di Varvel trova la sua mag-giore espressione nelle donazionicontinuative: una sorta di autotassa-zione condivisa a favore di tre asso-ciazioni onlus. Unicef, Medici SenzaFrontiere e Ant ricevono, infatti, cia-scuna, un contributo pari a 2 centesi-mi per ogni prodotto venduto, perdonazioni annue che ammontano adecine di migliaia di euro.Investire nelle risorse umane permigliorare l’efficienza produttiva,legando l’impegno sociale alla pro-duttività, con una ricaduta positiva

LA STRATEGIA

“La nostra azienda è fatta innanzitutto dipersone”. Con queste parole Mauro

Cominoli, direttore generale di Varvel,spiega la crescita costante della realtàaziendale, e con essa l’attenzione rivolta alpersonale dipendente. Il capitale umanodell’impresa ammonta a 73 unità, con il100% dei collaboratori assunto a tempoindeterminato e, come sottolinea il presi-dente Berselli, “molti di loro lavorano allaVarvel da una vita”. La solidità dei rappor-ti professionali è il frutto della costanteattenzione rivolta alle esigenze del perso-nale, all’investimento annuale in corsi diformazione che coinvolgono ben il 65%dei collaboratori e, soprattutto, a una valu-

tazione meritocra-tica delle risorseumane. Questospiega anche l’ele-vata percentuale dioccupazione fem-minile in un ambi-to solitamenteappannaggio degliuomini: ben il35,6% del perso-nale di Varvel è composto da donne, con-tro il 18,5% della media italiana, secondo idati del Registro delle Imprese aggiornati al31/12/09 e riferiti al settore della fabbrica-zione dei macchinari e apparecchiature

Questa, secondo il dg di Varvel, la vera forza di un’azienda

Risorse umane o, meglio, “persone”

non solo sull’azienda, ma anche alcontesto territoriale in cui si trova adessere dislocata non sono però i soliobiettivi, pienamente raggiunti, diVarvel. “Tutelare l’ambiente riducen-do gli sprechi e studiare nuove solu-zioni di energie e materiali riciclabili,danno vita a un modo di fare impre-sa concretamente ‘eco-friendly’ –precisa il presidente Berselli – dimo-strando quell’attenzione per le gene-razioni future che oggi è sempre piùrichiesta da clienti, consumatori ebusiness partner”. A ben rappresen-tare questo impegno si presta il pro-getto di ricerca sui ‘Motoriduttori dinuova generazione eco-compatibili’,selezionato e finanziato dal Por-Fesr(Programma Operativo Regionaledel Fondo Europeo per lo SviluppoRegionale). A partire da novembre2009, con decorso biennale, Varvelcollabora con l’Università di Mode-na e di Reggio Emilia allo scopo diacquisire le competenze necessariealla produzione di motoriduttori cheal termine del loro ciclo di vita nonpresentino lubrificanti da smaltire,ma unicamente componenti ricicla-bili. “Un’azione che coniuga in per-fetta sintesi le diverse volontà azien-dali – conclude la direzione – ovveroinvestimenti nella ricerca, aumentodella qualità e garanzia di prodotto,

sostegno ai poli di studio e creazionedi nuovi posti di lavoro con l’inseri-mento di personale specializzato, acoronamento di un percorso che haavuto inizio nel 2001 con la certifica-zione del sistema ambientale secondola norma UNI EN ISO 14001”.Precauzione, prevenzione e responsa-bilizzazione si esplicano anche nellemodifiche all’impianto strutturale,per monitorare e diminuire il consu-mo delle risorse naturali e incentiva-re al contempo l’impiego di materia-li riciclati. Nel 2005 e nel 2007, conl’installazione di 32 pale destratifica-trici e di 4 pannelli solari per otti-mizzare il riscaldamento di aria eacqua, sono stati risparmiati 50milamq di gas metano, mentre rimanecostante lo studio di progetti legati alfotovoltaico e all’irrigazione delverde aziendale senza l’utilizzo diacqua potabile.Una dimostrazione tutta emiliana,dunque, di imprenditoria che daoltre mezzo secolo riesce a coniugarefinalità economiche a positive rica-dute sulle persone e sul territorio.Una risposta efficace, secondoVarvel, anche alla concorrenza slealetalvolta posta in essere da competitorinternazionali non sempre attenti néai diritti dei lavoratori né alla soste-nibilità ambientale

Mauro Cominoli,direttore generaledi Varvel

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UNA TASSA RIDOTTASULLE SOSTANZE CHIMICHENELL'INTERESSE DELLE PMI

La Commissione ha adottato misure per age-volare l'attuazione dei nuovi regolamenti UEsulle sostanze chimiche in modo da avvantag-giare le PMI e diminuire i costi. Le riduzioniriguardano le tasse da prelevarsi a curadell'Agenzia europea per le Sostanze chimiche(ECHA) in relazione al regolamento CLP per laclassificazione, l'etichettatura e l'imballaggio.Queste tasse devono essere versate quandoun'impresa chiede una denominazione alter-nativa per una sostanza o una classificazioneed etichettatura armonizzate per le sostanze.Le imprese possono inoltre usare la nuovadenominazione alternativa in diverse misceleaddizionali senza dover pagare una tassaextra. L’ammontare delle riduzioni previste èdel 90% per le microimprese, del 60% per lepiccole imprese e del 30% per le medie impre-se. Le PMI inoltre possono ottenere assisten-za, in relazione ai regolamenti REACH e CLP,dai servizi nazionali di assistenza tecnica (help-desk) funzionanti in tutti gli Stati membri.Rif.: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/10/594&format=HTML&aged=0&language=IT&guiLanguage=fr

NUOVE NORME EUROPEEIN MATERIA DI ETICHETTATURA

COMMERCIALIZZAZIONE DI SERVIZIIl 1° luglio 2010 entrano in vigore le nuovenorme europee sull'etichettatura degli ali-menti biologici, che prevedono anche l'usodel nuovo logo biologico europeo che dovràessere apposta sugli alimenti biologici confe-

zionati prodotti negli Stati membri nel rispet-to degli standard fissati. Accanto al logo euro-peo continueranno ad apparire altri marchiprivati, regionali o nazionali. Il logo europeosarà opzionale per i prodotti biologici nonconfezionati o importati. Le nuove norme inmateria di etichettatura prevedono inoltrel'indicazione obbligatoria del luogo di coltiva-zione o allevamento degli ingredienti e il codi-ce identificativo dell'ente responsabile deicontrolli. Gli operatori del settore dispongonodi un periodo di transizione di due anni perconformarsi alle nuove norme.Rif.: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/10/861&format=HTML&aged=0&language=IT&guiLanguage=fr

ENTRA IN VIGORE IL REGOLAMENTOPER LA PESCA NEL MEDITERRANEO

Il 1° giugno è entrato in vigore in tutti i suoiaspetti il Regolamento comunitario n.1967/2006 relativo alle misure di gestioneper lo sfruttamento sostenibile delle risorsedella pesca nel Mediterraneo. Lo scopo delregolamento è migliorare la gestione dellapesca al fine di giungere a un'attività di pescasostenibile, tutelare il delicato equilibrio del-l'ambiente marino e riportare a livelli di sicu-rezza gli stock ittici. Quando è entrato invigore, all'inizio del 2007, il regolamento haprevisto per alcune disposizioni un lungoperiodo di applicazione progressiva (fino al 31maggio 2010). Il regolamento fissa normetecniche riguardo ai metodi di pesca consen-titi e alla distanza dalla costa e reca disposi-zioni relative alle specie e agli habitat protet-ti. Nello specifico impone l’introduzione di

reti a maglie più larghe di quelle attuali e l’ob-bligo di gettarle più a largo, a tre miglia dallacosta. Tali disposizioni hanno l’intento diimpedire la cattura di esemplari di taglia pic-cola per favotire il ripopolamento del mareMediterraneo.Rif.: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/10/703&format=HTML&aged=0&language=IT&guiLanguage=en

PROCEDURA D’INFRAZIONEPER L’ITALIA

La Commissione Europea ha deciso di deferi-re l’Italia e la Spagna alla Corte di giustiziadell'UE per violazione della direttiva del 1991sul trattamento delle acque reflue urbane inbase alla quale entro il 31 dicembre 2000 i duePaesi avrebbero dovuto predisporre sistemiadeguati per il convogliamento e il trattamen-to delle acque nei centri urbani con oltre15.000 abitanti. Poiché, dalle informazionidisponibili, risultava che un numero elevato dicittà e centri urbani non era in regola con lanormativa, nel 2004 sia l'Italia che la Spagnahanno ricevuto una prima lettera di diffida.Una seconda e ultima lettera è stata speditaalla Spagna nel dicembre 2008 e all'Italia nelfebbraio 2009. Alla luce di una successivavalutazione, circa 178 città e centri urbani ita-liani e più o meno 38 spagnoli non si eranoancora conformati alla direttiva. Data la gra-vità della situazione la Commissione ha rite-nuto opportuno procedere nei confronti deidue Stati membri.Rif.: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/10/528&format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=en

Notiziedall’Unione Europea

IL FEEDBACK DELLE IMPRESEPER MIGLIORARE IL FUNZIONAMENTO DEL MERCATO INTERNO

Lo SME Feedback è un database creato dalla Commissioneeuropea e messo a disposizione dei partner EnterpriseEurope Network al fine di ottenere informazioni sul funzio-namento del Mercato Interno.Unioncamere e le nove Camere di commercio dell’Emilia-Romagna hanno il compito di raccogliere, analizzare e veri-ficare i casi segnalati dalle imprese, aventi come oggettoostacoli e/o problemi al funzionamento del Mercato Internocausati dalle normative comunitarie o dalla loro assenza (inparticolare problematiche di natura giuridica, fiscale, doga-nale, oppure relative alla libera circolazione di beni, persone

e servizi, certificazioni, proprietà intellettuale e industriale).I quesiti più articolati e complessi saranno segnalati allaCommissione europea attraverso l’inserimento, in formaanonima, nel database. Le informazioni saranno poi accura-tamente valutate dalla Commissione europea con la finalitàdi favorire la messa a punto di misure e normative favore-voli alle imprese e di migliorare il funzionamento generaledel Mercato Interno.Lo SME feedback consente alle imprese europee di potercontribuire attivamente alla formulazione delle future politi-che dell’UE sulle questioni di loro interesse.

FLASH EUROPAUnioncamere Emilia-RomagnaA cura di Laura Bertella, Stefano Lenzi, Paolo Montesi, Gianna Padovani e Valentina Patanowww.rer.camcom.it/flash_europa

Recepimentodel diritto comunitario

Normativacomunitaria

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LIFE + : INVITO A PRESENTAREPROPOSTE 2010

La Direzione generale Ambiente dellaCommissione europea ha pubblicato unnuovo invito a presentare proposte nell’am-bito del programma Life+. Le propostedevono essere presentate alle autoritànazionali competenti entro il 1o settembre2010. Le autorità nazionali dovranno invia-re alla Commissione entro il 4 ottobre leproposte selezionate. Il bando è aperto adenti pubblici, organizzazioni commercialiprivate e organizzazioni private senza fini dilucro. I temi previsti dal bando sono: naturae biodiversità; politica e governante; infor-mazione e comunicazione. La dotazionefinanziaria complessiva, per il 2010, è pari a243 milioni di euro. I progetti selezionatisaranno finanziati dalla Commissione euro-pea per un importo variabile tra 50% e il75% dei costi totali previsti.Rif.: http://ec.europa.eu/environment/life/funding/lifeplus.htm

680 MILIONI DI EURO ALLE PMI PERPROGETTI SU AMBIENTE, INFRA-

STRUTTURE ED ENERGIE RINNOVABILILa Banca Europea per gli Investimenti (BEI) eil Gruppo Intesa Sanpaolo hanno definito trenuovi accordi al fine di fornire finanziamentia medio-lungo termine a piccole e medieimprese italiane nei settori dell’energia, del-l’ambiente e delle infrastrutture, per unimporto complessivo pari a 680 milioni dieuro. L’obiettivo comune alle tre intese è ladiminuzione dell’impatto negativo sullacapacità di investimento delle PMI derivatodalla recente crisi economico-finanziaria. Lelinee di credito, previste dagli accordi, saran-no così suddivise: 300 milioni di euro per ini-ziative industriali e nuovi servizi; 200 milionidi euro dedicati alle rinnovabili e all’ambien-te; 180 milioni destinati a progetti infrastrut-turali.Rif.: www.eib.org/projects/press/2010/2010-107-banca-europea-per-gli-investimenti-bei-e-intesa-sanpaolo-680-milioni-di-euro-di-finanziamenti-a-favore-di-pmi-ambiente-e-infrastrutture.htm

INVITO A PRESENTARE PROPOSTE:IMPRESA COMUNE “CELLE

COMBUSTIBILI AD IDROGENO”È stato pubblicato l’invito a presentare propo-ste nell’ambito del piano di attuazione annua-le dell’Impresa comune “Celle a combustibilee idrogeno” (FCH - JU). L’iniziativa rientra nel-l’ambito del 7° Programma Quadro-Coopera-zione. La dotazione finanziaria, che ammontaa 89 milioni di euro, sarà utilizzata per finan-ziare progetti su: infrastrutture per il trasportoe rifornimento; produzione e distribuzionedell'idrogeno; generazione stazionaria di ener-gia, ed energia e calore combinati (CHP); mer-cati iniziali e questioni trasversali. I consorzidevono essere costituiti da almeno tre entitàlegali collocate negli Stati membri o nei Paesiassociati dell'UE, ma non più di uno nello stes-so paese. FCH JU ha lo scopo di accelerare losviluppo e la diffusione in Europa di sistemienergetici e tecnologie da utilizzare per lacreazione di applicazioni e componenti basatisull'idrogeno e sulle celle a combustibile con-correnziali. Il termine per la presentazionedelle proposte è il 13 ottobre 2010.Rif.: http://cordis.europa.eu/fp7/dc/index.cfm?fuseaction=UserSite.CooperationDetailsCallPage&call_id=309

Bandi comunitarie appuntamenti

Unioncamere Emilia-RomagnaViale Aldo Moro, 62 - 40127 BolognaTel. 051 6377011 - Fax 051 6377050E-mail: [email protected]

SIDI Eurosportello - CCIAA di RavennaViale L.C. Farini, 14 - 48100 RavennaTel. 0544 481443 - Fax 0544 218731E-mail: [email protected]

Camera di commercio di BolognaP.zza Costituzione, 8 - 40125 BolognaTel. 051 6093287 - Fax 051 6093211E-mail: [email protected]

Camera di commercio di FerraraLargo Castello,6 - 44100 FerraraTel. 0532 783812 - Fax 0532 205100E-mail: [email protected]

Camera di commercio di Forlì-CesenaC.so della Repubblica, 5 - 47100 ForlìTel. 0543 713524 - Fax 0543 713502E-mail: [email protected]

PROMEC - CCIAA di ModenaVia Ganaceto, 134 - 41121 ModenaTel. 059 208270 - Fax 059 218520E-mail: [email protected]

Camera di commercio di ParmaVia Verdi, 2 - 43100 ParmaTel. 0521 210241 - Fax 0521 233507E-mail: [email protected]

Camera di commercio di PiacenzaPiazza Cavalli, 35 - 29100 PiacenzaTel. 0523 386255 - Fax 0523 334367E-mail: [email protected]

Camera di commercio di Reggio EmiliaPiazza Vittoria, 3 - 42100 Reggio EmiliaTel. 0522 796236/301 - Fax 0522 046453E-mail: [email protected]

Camera di commercio di RiminiVia Sigismondo, 28 - 47900 RiminiTel. 0541 363752 - Fax 0541 363747E-mail: [email protected]

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CONTATTI

FLASH EUROPA

Finanziamentialle imprese

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