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FONDAZIONE BOMBARDIERI La geomorfologia: cartografiFONDAZIONE BOMBARDIERI La geomorfologia: cartografie e rappresentazione 2° incontro 13 gene e rappresentazione 2° incontro 13 gennaio 2005 naio 2005
CONOSCERE IL CONOSCERE IL PAESAGGIOPAESAGGIO
La geomorfologia:La geomorfologia:cartografia e rappresentazionicartografia e rappresentazioni
Geologo Maurizio Azzola
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STUDIO DI GEOLOGIA APPLICATA dr. M.Azzola Via Gavazzeni 6 23100 SONDRIO 0342/214938 E-mail [email protected]
Sondrio, gennaio 2005 pagina 2 (MA.- morfologia relazione.doc)
Diap.
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CONOSCERE IL CONOSCERE IL PAESAGGIOPAESAGGIO
La geomorfologia:La geomorfologia:cartografia e rappresentazionicartografia e rappresentazioni
Geologo Maurizio Azzola
Diap.2
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Carte anticheCarte antiche
Fin dall’antichità si è avuta l’
esigenza di rappresentare le forme del
mondo allora conosciuto. Le
rappresentazioni erano poco realistiche
ma avevano un’ utilità per fini
commerciali o guerreschi
Diap.
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strumentistrumenti
Gli strumenti, partendo dalla groma
romana, un semplice attrezzo che
permetteva di tracciare angoli retti, si
fanno man mano più evoluti e permettono
misure più precise che unitamente a nuovi
strumenti matematici consentono di
realizzare cartografie più accurate e
dettagliate
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 3 (MA.- morfologia relazione.doc)
Diap.
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Cartografia valtellinese
La carta “Carte et descriptione
Generale de la Valtoline” del 1625
rappresenta in modo abbastanza
impreciso la Valtellina con l’ indicazione
dei monti, dei paesi, dei vigneti.
Un particolare interessante: in
località Piuro un tratteggio
apparentemente successivo all’ incisione
della lastra, indica la zona distrutta dalla
frana di Piuro
Diap.
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Frana di Frana di PiuroPiuro
La vita di Piuro fu sconvolta nel
Settembre 1618 da un’enorme frana, che
staccatasi dal sovrastante monte Conto,
seppellì quasi completamente il borgo e i
suoi abitanti:
<< Quella tarda estate del 1618 era
piovuto per una decina di giorni
ininterrottamente. Il 4 settembre...tornò il
sole. Nella zona più a ridosso della
montagna a sud si avvertirono fin da
mezzogiorno dei piccoli smottamenti, ma
non si dette peso al fatto perché si era
verificato già altre volte. Poi, sul far della
sera, mentre la gente era a cena, tre
milioni di metri cubi di materiale
seppellirono in pochi minuti il borgo di
Piuro con il suo migliaio di abitanti.>>
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 4 (MA.- morfologia relazione.doc)
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Morfologia del fondovalleMorfologia del fondovalle
Il dominio austriaco promosse la
bonifica della piana di Ardenno, che
determinò il nuovo corso dell’Adda,
rettilineo e vicino al versante orobico.
Dell’antico sinuoso corso rimase traccia
nel canale dell’Adda vecchia, che ancora
oggi attraversa la piana. La bonifica fu
all’origine del ripopolamento del piano, in
quanto rese disponibili nuovi terreni per
le attività agricole
Diap.
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Lettura cartografia reticolo, scale Lettura cartografia reticolo, scale
• 1:10.000 1 cm = 100 M 1km = 10 cm • 1:25.000 1 cm = 250 M 1km = 4 cm • 1:50.000 1 cm = 500 M 1km = 2cm • 1:100.000 1 cm = 1.000 M 1 km = 1 cm
• 1:10.000 1 cm = 100 M 1km = 10 cm • 1:25.000 1 cm = 250 M 1km = 4 cm • 1:50.000 1 cm = 500 M 1km = 2cm • 1:100.000 1 cm = 1.000 M 1 km = 1 cm
Le curve di livello sono una
metodologia che permette di
rappresentare l’ andamento morfologico
del terreno. Si ricorda che la pendenza è il
rapporto percentuale tra un dislivello e la
distanza tra i due punti
Diap.
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Cartografia informaticaCartografia informatica
Le tecniche informatiche
permettono rappresentazioni cartografiche
molto realistiche che agevolano lo studio
della morfologia del territorio costruendo
viste prospettiche
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 5 (MA.- morfologia relazione.doc)
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Sistemi GISSistemi GIS
Il progredire delle conoscenze fa si
che si raccolga una serie enorme di dati
sul territorio che sono difficilmente
rappresentabili sulla cartografia
tradizionale. Si ricorre quindi ai sistemi
informativi territoriali dove a ogni
elemento (puntuale, lineare o areale) che
rappresenta una caratteristica del territorio
stesso è associato una tabella di database
con le diverse caratteristiche
Diap.
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Cartografia Cartografia geoambientalegeoambientale
La cartografia geoambientale è un
insieme di carte tematiche in scala
1:10.000, litologica, morfologica,
vegetazione, ecc. che descrivono il
territorio regionale: alcune comunità
montane hanno reso accessibile al
pubblico queste informazioni attraverso
Internet
Diap.
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Carta morfologica Carta morfologica -- carta carta litologicalitologica
Nella slide si riporta uno stralcio
della carta litologica e della carta
morfologica dove si vedono rappresentate
con simboli e colori le diverse forme
rilevate
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 6 (MA.- morfologia relazione.doc)
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ValtellinaValtellina
Osservando una carta a grande
scala si nota come il percorso che l’
acqua deve fare per scorrere dall’ alta
valle al mare è tortuoso. Infatti l’Adda
scorre prima da est ad ovest, poi verso
sud e una volta confluita nel Po va verso
est.
Questo avviene perché le nostre
montagne hanno subito le azioni di
diversi agenti modellatori
Diap.
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Agenti modellatoriAgenti modellatori
• Ghiaccio (agente che ha operato prevalentemente nel quaternario con i grossi ghiacciai che hanno scavato la Valtellina e le valli laterali ora ridotto in alcune piccole aree)
• Acqua (attuale agente che può, assieme all' azione della gravità indurre sensibili modificazioni)
• Gravità (agente che ha operato ed opera tuttora sia con fenomeni di piccola entità che con fenomeni di grossa entità quali i sackungen)
• Mista (inteso come agente composto da acqua, ghiaccio e gravità in azioni non distinguibili tra loro)
• Uomo
Gli agenti endogeni sono quelli che operano in profondità, all’interno della superficie terrestre. Si definiscono endogeni, per esempio: l’attività dei vulcani, il movimento delle placche terrestri, i processi di orogenesi).
Agenti esogeni
Gli agenti endogeni sono quelli che operano in profondità, all’interno della superficie terrestre. Si definiscono endogeni, per esempio: l’attività dei vulcani, il movimento delle placche terrestri, i processi di orogenesi.
Ghiaccio (agente che ha operato prevalentemente nel quaternario con i grossi ghiacciai che hanno scavato la Valtellina e le valli laterali, ora ridotto in alcune piccole aree)
Acqua (attuale agente che può, assieme all' azione della gravità indurre sensibili modificazioni)
Gravità (agente che ha operato ed opera tuttora sia con fenomeni di piccola entità che con fenomeni di grossa entità quali i sackungen)
Mista (inteso come agente composto da acqua, ghiaccio e gravità in azioni non distinguibili tra loro)
Uomo
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 7 (MA.- morfologia relazione.doc)
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Scala dei tempiScala dei tempi
Nello studio della geologia e della
geomorfologia una attenzione particolare
va data al tempo geologico.
La terra ha 4,5miliardi di anni
durante i quali si è evoluta e si sono
succedute fasi orogenetiche che hanno
indotto modifiche. Quello che ora
vediamo è in genere solo l’ aspetto finale
derivante anche da condizioni realizzate
durante l’ orogenesi alpina (circa
80milioni di anni)
Diap.
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Tettonica a zolleTettonica a zolle
La superficie terrestre è costituita da
una serie di zolle che si muovono
continuamente di pochi cm anno.
l
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• Nei punti dove il materiale del MANTELLO scende, due PLACCHE sono trascinate una contro l'altra. Nello SCONTRO, una delle due si deforma e finisce al di sotto dell'altra. L'affondamento di una placca sotto un'altra è detto subduzione, cioè "conduzione al di sotto, sottoscorrimento". Il materiale della CROSTA essendo per lo più leggero, torna in superficie formando catene vulcaniche edando origine a terremoti. Le zone di subduzione sono aree in cui la CROSTA OCEANICA si distrugge. Se la zona di subduzione si trova in alto mare, ne risulterà un ARCO INSULARE VULCANICO, mentre se si trova ai margini di un continente, si formerà una CATENA DI MONTAGNE, come è avvenuto per le ANDE.
Schema tettonica a zolleSchema tettonica a zolle
Il movimento reciproco delle zolle
sulla superfiche sferica della terra impone
che si verifichino zone dove le zolle si
allontanano, zone dove sovrascorrono una
sull’ altra e zone dove hanno un
movimento reciproco trascorrente
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 8 (MA.- morfologia relazione.doc)
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a) le due placche possono slittare di fianco l'una accanto all'altra: SCORRIMENTO.
b) le due placche possono allontanarsi l'una dall'altra perchè spinte in direzioni opposte: ALLONTANAMENTO.
c) le due placche possono muoversi l'una contro l'altra scontrandosi: SCONTRO.
Nel movimento reciproco di due PLACCHE combacianti si possono verificare tre casi:
Movimento placcheMovimento placche
a) le due placche possono slittare di
fianco l'una accanto all'altra:
SCORRIMENTO.
b) b) le due placche possono
allontanarsi l'una dall'altra perchè
spinte in direzioni opposte:
ALLONTANAMENTO.
c) c) le due placche possono
muoversi l'una contro l'altra
scontrandosi: SCONTRO
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orogenesiorogenesi
La zolla africana e quella europea si
sono prima allontanate formando un
mare, la Tetide, con fenomeni di
deposizione, poi il movimento si è
invertito e i sedimenti si sono sovrapposti,
corrugati e innalzati formando la catena
alpina
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Effetti indotti dall’ orogenesiEffetti indotti dall’ orogenesi
• Corrugato ed innalzato la crosta terrestre• Modificato la struttura delle rocce
(metamorfismo dinamico e di contatto)• Avvicinato tipologie di rocce differenti• Indotto faglie e fratture
I fenomeni orogenetici hanno
quindi corrugato ed innalzato la crosta
terrestre, modificato la struttura delle
rocce (metamorfismo dinamico e di
contatto), avvicinato tipologie di rocce
differenti e indotto faglie e fratture.
Nella nostra provincia sono quindi
rappresentate tutte e tre le tipologie di
rocce: Magmatiche, sedimentarie e
metamorfiche
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 9 (MA.- morfologia relazione.doc)
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Tipi di rocce: MagmaticheTipi di rocce: Magmatiche
Le rocce magmatiche più
rappresentate e tipiche sono le
granodioriti della Valmasino che
conferiscono una morfologia aspra con
pareti subverticali
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FONDAZIONE BOMBARDIERI La geomorfologia: cartografiFONDAZIONE BOMBARDIERI La geomorfologia: cartografie e rappresentazione 2° incontro 13 gene e rappresentazione 2° incontro 13 gennaio 2005 naio 2005
SedimentarieSedimentarie
In alta valle e in Valchiavenna
troviamo rocce sedimentarie derivanti da
processi di sedimentazione marina. In
queste rocce si possono trovare in alcuni
casi fossili che testimoniano l’ origine
organica delle rocce stesse
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MetamorficheMetamorfiche
Le rocce metamorfiche sono le più
rappresentate in provincia. A volte si
presentano con una marcata scistosità
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 10 (MA.- morfologia relazione.doc)
Diap.
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Faglia o linea Faglia o linea insubricainsubrica
All’ interno della catena alpina vi
+è una lunga linea di frattura, la Faglia
insubrica che mette in contatto le falde di
ricoprimento del Sudalpino con altre
falde.
La sezione evidenzia la complessità
e il “mescolamento” di rocce indotto dall’
orogenesi
Diap.
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Faglia Faglia insubricainsubrica
Questa linea di frattura ha
indebolito il substrato roccioso che è stato
poi eroso e scavato dai ghiacciai con una
direzione est ovest.
La faglia insubrica passa sul
versante nord della Valtellina isolando
quei dossi come il Grumello, il Calvario,
Triangia
Diap.
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FONDAZIONE BOMBARDIERI La geomorfologia: cartografiFONDAZIONE BOMBARDIERI La geomorfologia: cartografie e rappresentazione 2° incontro 13 gene e rappresentazione 2° incontro 13 gennaio 2005 naio 2005
Faglia Faglia insubricainsubricaRivalloneRivalloneRivallone
TrivignoTrivigno
GrumelloGrumello
La faglia insubrica ha quindi
condizionato la direzione della Valtellina
e indotto zone con contropendenze come
al Grumello, incisioni vallive come il
Fosso Rivallone o aree semipianeggianti
come Trivigno.
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 11 (MA.- morfologia relazione.doc)
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Faglia Faglia insubricainsubrica
La faglia insubrica insite sul
versante retico della Valtellina isolando
dossi, zone semipianeggianti che in virtù
di questa morfologia emergente sono stati
colonizzati con costruzioni di castelli,
chiese e recentemente antenne radio
televisive.
Diap.
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FONDAZIONE BOMBARDIERI La geomorfologia: cartografiFONDAZIONE BOMBARDIERI La geomorfologia: cartografie e rappresentazione 2° incontro 13 gene e rappresentazione 2° incontro 13 gennaio 2005 naio 2005
litologialitologia
Lungo la faglia insubrica si
rivengono lembi di formazioni litologiche
differenti.
Ad esempio immediatamente a
monte della culmine di Dazio affiorano
rocce calcaree che venivano un tempo
estratte per produrre la calce nella vicina
calchera (forno) fotografata nella
diapositiva
Diap.
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idrogeologiaidrogeologia
Lungo la faglia insubrica non è raro
rinvenire sorgenti da tempo sfruttate.
Spesso i paesi e le frazioni sul versante
retico sorgono proprio lì dove emergeva
acqua sorgentizia caratterizzata spesso per
essere pura essendo acqua proveniente da
falde profonde e protette da inquinamento
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 12 (MA.- morfologia relazione.doc)
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Rocce verdiRocce verdi
In Valmalenco l’ orogenesi alpina
ha fatto emergere le rocce verdi che sono
rocce metamorfiche di origine magmatica
provenienti da vulcani sottomarini posti a
profondità superiori ai 2000m. L’
orogenesi ha inoltre prodotto un
metamorfismo che ha indotto fratture e
piani di scistosità tali da poter
agevolmente suddividere queste rocce in
sottili lastre utilizzate per la coperture dei
tetti
Diap.
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FONDAZIONE BOMBARDIERI La geomorfologia: cartografiFONDAZIONE BOMBARDIERI La geomorfologia: cartografie e rappresentazione 2° incontro 13 gene e rappresentazione 2° incontro 13 gennaio 2005 naio 2005
GlaciazioniGlaciazioni
Fina a circa 15000 anni fa la catena
alpina era coperta da una coltre di
ghiaccio spessa alcune migliaia di metri. I
ghiacciai si spingevano fino alla pianura
padana erodendo le valli e trasportando
materiale morenico
Diap.
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FONDAZIONE BOMBARDIERI La geomorfologia: cartografiFONDAZIONE BOMBARDIERI La geomorfologia: cartografie e rappresentazione 2° incontro 13 gene e rappresentazione 2° incontro 13 gennaio 2005 naio 2005
Panorama Panorama
Questa diapositiva dove la valle è
coperta da nebbia dà una idea di quello
che poteva essere il paesaggio durante le
glaciazioni.
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 13 (MA.- morfologia relazione.doc)
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Schema valli glacialiSchema valli glaciali
Valtelli
naValmalenco
Lo schema evidenzia come al ritiro
dei ghiacciai rimanesse una profonda
valle ad U e delle valli pensili laterali. Più
in alto i circhi glaciali. Successivamente il
fondo della Valtellina si riempie di
sedimenti per uno spessore di 300-
400metri
Diap.
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FONDAZIONE BOMBARDIERI La geomorfologia: cartografiFONDAZIONE BOMBARDIERI La geomorfologia: cartografie e rappresentazione 2° incontro 13 gene e rappresentazione 2° incontro 13 gennaio 2005 naio 2005
Rocce montonateMorena laterale
Lago morenico
Circo glaciale
Morfologia glaciale
crepacci
In prossimità di un ghiacciaio
(ghiacciaio dei Forni) si possono
osservare evidenti forme morfologiche
legate all’ azione dei ghiacci quali
morene, rocce montonate, ecc.
Le stesse forme magari in parte
erose o comunque coperte da vegetazione
si ritrovano lungo tutta la Valtellina a
testimonianza della presenza dei ghiacciai
quaternari
Diap.
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Valle sospesa
Valle principale
Morfologia glaciale
La diapositiva scattata in
Valchiavenna evidenzia i circhi glaciali la
valle principale e la valle laterale sospesa
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 14 (MA.- morfologia relazione.doc)
Diap.
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Morena lateraleMorena laterale
Un esempio di morena laterale ben
evidente nella montagne sopra Tresivio
Diap.
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FONDAZIONE BOMBARDIERI La geomorfologia: cartografiFONDAZIONE BOMBARDIERI La geomorfologia: cartografie e rappresentazione 2° incontro 13 gene e rappresentazione 2° incontro 13 gennaio 2005 naio 2005
Morfologia periglaciale
Esempio di laghetto glaciale ormai
quasi completamente interrato
Diap.
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Massi erraticiMassi erratici
Masso erratico
I ghiaccia hanno trasportato e
depositato al loro ritiro massi anche di
grossa dimensione. Un’analisi
petrografica della roccia componente i
massi erratici permette di determinare l’
origine degli stessi
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 15 (MA.- morfologia relazione.doc)
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Segni dei ghiacciai: rocce striateSegni dei ghiacciai: rocce striate
Altro evidente segno dell’ azione
dei ghiacciai (esarazione) è la presenza a
quote anche elevate di liscioni arrotondati
con striature incise nella roccia che
indicano la direzione di scorrimento del
ghiacciaio
Diap.
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rocce rocce montonatemontonate
Tipica forma glaciale sono le rocce
montonate
Diap.
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Le rocce montonate sono gobbe rocciose levigate e striate dall’azione del ghiaccio; sono associate in gruppi e sagomate secondo la direzione del movimento glaciale con un lato arrotondato ed uno eroso irregolarmente.
Anche le rocce montonate indicano
la direzione di scorrimento del ghiacciaio.
Sono infatti arrotondate dalla parte di
arrivo dei ghiacci e erose nella parte
opposta (roccia montonata in località
Triangia)
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 16 (MA.- morfologia relazione.doc)
Diap.
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Rock Rock glaciersglaciers
I rock glaciers sono corpi detritici
costituiti da detriti angolari e ghiaccio,
caratterizzati da forma e profilo simile a
quello dei ghiacciai e da numerose
strutture di flusso sulla superficie, nonché
margini ben definiti da fianchi e fronti
molto ripide
Diap.
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Rock Rock glaciersglaciersRock Rock glaciersglaciers
Anche in Valtellina non è raro
individuare queste forme . In alcuni casi
sono attivi in quanto vi è ancora un
nucleo ghiacciato (in genere rock glaciers
molto antichi) mentre in altri casi la
componente ghiaccio si è sciolta
Diap.
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UV
Valli glaciali e valli fluvialiValli glaciali e valli fluviali
Un'altra forma molto caratteristica
sono le valli glaciali con la loro tipica
forma, in sezione, ad U (le valli "fluviali"
hanno una forma a V)
(Valmalenco)
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 17 (MA.- morfologia relazione.doc)
Diap.
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Valli fluviali e glacialiValli fluviali e glaciali
VU
Spesso le nostre valli hanno la parte
più a monte con un profilo ad U
testimoniante l’ origine glaciale, mentre la
parte di raccordo con la valle principale,
più in basso, col profilo a V, in quanto i
processi di erosione fluviale hanno inciso
la valle e distrutto la morfologia glaciale
(Val Venina e Valle d’ Ambria)
Diap.
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Forre marmitte dei gigantiForre marmitte dei giganti
Forre e marmitte dei giganti sono
forme di erosione fluviale spesso situate
allo sbocco di valli glaciali.
Nella cascata si nota la presenza di
un ponte di pietra dovuto all’
approfondimento di una marmitta dei
giganti fino a fare fluire l’ acqua alla base
della parete rocciosa
(Cascata in Valchiavenna,
Marmitte in Val di Arigna)
Diap.
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Gola del Gola del CardinelloCardinello
Le valli a V profondamente incise
allo sbocco delle valli glaciali hanno
costituito spesso un ostacolo al transito
tanto da costringere la costruzione di
mulattiere scavate nella roccia.
(Gola del Cardinello)
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 18 (MA.- morfologia relazione.doc)
Diap.
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MORENEMORENE
Le morene sono depositi lasciati dai
ghiacciai composti da materiali anche
grossolani, massi e ciottoli in matrice
limosa argillosa facilmente erodibili
(Ruinun del Curlo a Lanzada)
Diap.
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PedemontePedemonte
Nella foto, zona Pedemonte di
Berbenno, si vede una morena più antica
erosa con forme calanchive colonizzate
da vegetazione e interventi di
terrazzamento
Diap.
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Come si forma una "piramide di terra"Il blocco dei detriti viene gradualmente sbozzato dalla parete (a,b) – questo blocco protegge la fanghiglia sottostante dall’umidità e la mantiene dura – non appena la pietra è completamente liberata, inizia l’azione della pioggia, che la dilava sempre più, mentre tra la piramide che sta nascendo e la parete sempre più erosa, si forma un abbassamento a "V" (c) – una nuova pietra si libera e forma un indizio di colonna, la prima colonna di terra diventa più alta per l’abbassamento della base – anche la seconda piramide si stacca dalla parete, una terza pietra si sta liberando e la prima piramide, per un ulteriore abbassamento della base diventa ancora più alta. (d).
Formazione delle piramidi di terraFormazione delle piramidi di terra
In particolari casi l’ erosione
differenziata di depositi morenici
contenenti grossi massi forma una
struttura chiamata piramidi di terra.
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 19 (MA.- morfologia relazione.doc)
Diap.
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Calanchi piramidi di terra di Calanchi piramidi di terra di PostalesioPostalesio
Piramidi di terra di Piramidi di terra di PostalesioPostalesio ((pilunpilun))
Sette sono le Piramidi di terra che caratterizzano l'ambiente naturale della Riserva di Postalesio. Alte più di 10 metri, si presentano all'occhio dell'osservatore sormontate da grossi massi di roccia del peso, talora, di diverse tonnellate
Come a Postalesio il masso
soprastante protegge dall’ erosione ad
opera della pioggia i depositi sottostanti
isolando caratteristiche forme piramidali
Diap.
51
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Cappello del diavolo Montagna
Piramidi di terraPiramidi di terra
Nel caso riportato nella diapositiva
si vede il “capel del Diaul” una piramide
di terra in una zona dove interventi di
sistemazione, piccole briglie e
riforestazione, hanno colonizzato la zona.
Questa foto dimostra come le
tecniche di ingegneria naturalistica,
sapientemente usate, possono contribuire
molto a ridurre il dissesto idrogeologico
Diap.
52
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Ambienti di franaAmbienti di frana
La forza di gravità che agisce su
una porzione di versante viene scomposta
in due componenti una perpendicolare al
pendio e l’ altra parallela al pendio stesso
che tende a fare scivolare a valle il
materiale.
Vi sono poi forze opposte a questa
come la coesione, l’ attrito che agiscono
in senso inverso.
Quando per una serie di cause e
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 20 (MA.- morfologia relazione.doc)
concause la componente verso valle è
superiore a quella che si oppone si
innesca il fenomeno franoso.
Diap.
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FraneFrane
Le frane possono avere dimensioni
e composizioni molto differenti
Diap.
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SakungenSakungen -- fenomeni gravitativi profondifenomeni gravitativi profondi
Un tipo particolare di fenomeno
franoso sono i Sakungen o fenomeni
gravitativi profondi dove interi versanti,
al ritiro dei ghiacciai quaternari sono
scivolati coinvolgendo milioni di metri
cubi di roccia. Nella diapositiva la zona
di Baruffini a Tirano dove si vede bene
uno di questi fenomeni
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 21 (MA.- morfologia relazione.doc)
Diap.
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SakungenSakungen
La zona di Baruffini-Monte Canale
vista da una foto aerea
Diap.
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Frana di Frana di ValpolaValpola
La frana della Valpola è la
riattivazione di un movimento profondo
ben visibile nelle fotografie precedenti
all’ evento
Diap.
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ValpolaValpola
Le foto in sequenza mostrano l’
evolversi della situazione dopo il
nubifragio del luglio 1987 con la
formazione prima di conoidi di deiezione
e di alluvionamenti ed erosioni e poi il
collasso della frana
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 22 (MA.- morfologia relazione.doc)
Diap.
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PaleofranePaleofrane
Il territorio provinciale è stato in
passato, in epoca post-glaciale, interessato
da grosse frane che hanno modificato la
morfologia. Nella carta inventario dei
dissesti della Regione Lombardia in
comune di Valdisotto è cartografata una
grossa paleofrana che ha ostruito la valle
del torrente Viola formando il pianoro
chiamato Pian del Vino a quota superiore
a quello della vicina valle dell’ Adda.
Diap.
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paleofranapaleofrana
Le tre diapositive evidenziano, sotto
diverse angolature, la morfologia tipica di
questa grossa frana con accumuli di
materiale calcareo caoticamente
distribuiti in collinette che contrastano
nettamente con il retrostante Pian del
Vino
Diap.
60
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FranapoggioFranapoggio --ReggipoggioReggipoggio --PieghePieghe
Le rocce sedimentarie hanno una
caratteristica stratificazione che dall’
originale posizione orizzontale è stata
modificata dall’ orogenesi.
Si hanno quindi strati a
franapoggio, a reggipoggio e zone con
pieghe
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 23 (MA.- morfologia relazione.doc)
Diap.
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PieghePieghe
Nell’ esempio rocce con pieghe
nella zona di Cancanp
Diap.
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Conoidi di deiezioneConoidi di deiezione
Al termine delle glaciazioni i
torrenti laterali hanno portato a valle
ingenti quantità di detriti che si sono
depositati allo sbocco con la caratteristica
forma a ventaglio
Diap.
63
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conoidiconoidi
Questi depositi hanno spostato il
corso del fiume principale (Adda) come si
vede nella zona di Morbegno
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 24 (MA.- morfologia relazione.doc)
Diap.
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TartanoTartano--TalamonaTalamona
I conoidi possono essere attivi se
sono presenti dissesti nel bacino (Tartano
e frana della Pruna) o colonizzati da
vegetazione e interventi antropici
Diap.
65
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Torrente Torrente RhonRhon
V
Vista dall’ alto della valle del Rhon,
valle a V con sullo sfondo il conoide di
Ponte in Valtellina che ha sbarrato il
corso dell’ Adda provocando la pianura
allovionale nella zona di Chiuro
Diap.
66
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torrentitorrenti
Per capire quali sono la forza
erosiva e di trasporto di un torrente si
deve osservarlo nei momenti di piena
come il Mallero nella zona di Torre S:
Maria nel luglio 1987
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 25 (MA.- morfologia relazione.doc)
Diap.
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torrentetorrente
I torrenti se non imbrigliati hanno
un alveo che divaga nella, piana
sedimentando materiali ed erodendo a
seconda delle caratteristiche di portata del
momento (Cancano)
Diap.
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Debris flowDebris flow
Se il corso d’ acqua scorre in pendii
molto elevati e vi è trasporto di massa si
osservano fenomeni chiamati debris-flow.
Nelle diapositiva le caratteristiche
forme con argini naturali e depositi alla
base del debris-flow
Diap.
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Piana alluvionalePiana alluvionale
Quando la pendenza è minima
invece il corso d’ acqua scorre nella
pianura formando curve chiamate
meandri
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 26 (MA.- morfologia relazione.doc)
Diap.
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Piana alluvionalePiana alluvionale
•
Nella foto aerea della zona di
Ardenno si vede il vecchio corso dell’
Adda con meandri. Il nuovo corso è un
intervento dell’ uomo eseguito all’ inizio
del 1800 durante la dominazione austriaca
Diap.
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Piana alluvionalePiana alluvionale
La piana alluvionale prossima al
lago è caratterizzata, a causa della scarsa
pendenza, dalla presenza di meandri dell’
Adda. L’ ultimo tratto è stato però
artificialmente modificato durante la
dominazione austriaca, raddrizzando il
corso per bonificare i terreni circostanti
Diap.
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conoide
Piana alluvionale
meandri
Cono di detritoFascia di detrito
Orlo di scarpata
Morfologia alpinaMorfologia alpina
In montagna è facile avere punti di
osservazione da cui poter vedere forme
morfologiche differenti. In aree ristrette
vengono riproposte forme che più a valle
interessano superfici più estese.
Si individuano: conoide di
deiezione, piana alluvionale, meandri,
fasce di detrito, cono di detrito, orli di
scarpata
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 27 (MA.- morfologia relazione.doc)
Diap.
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torbieretorbiere
In particolari situazioni il processo
di interramento di un lago avviene con la
trasformazione della vegetazione in
materiale torboso. Dal punto di vista
geomorfologico vengono classificate
come “torbiere” solo quei depositi di una
certa potenza, mentre dal punto di vista
botanico sono torbiere (basse) anche
depositi di limitato spessore .
Diap.
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Morfologia carsica: dolinaMorfologia carsica: dolina
Le rocce calcare, poco
rappresentate in provincia, danno origine
a una morfologia carsica con doline a
causa della dissoluzione del calcaree. All’
interno della dolina (pian dei Cavalli
Valchiavenna) si nota un piccolo
torrentello che meandreggia prima di
scomparire nelle fratture della roccia
Diap.
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sorgentesorgente
Le rocce calcare hanno una
permeabilità secondaria spesso molto
elevata a causa dell’ elevata
fratturazione. Al contatto con rocce meno
impermeabili l’ acqua scaturisce
formando sorgenti.
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Sondrio, gennaio 2005 pagina 28 (MA.- morfologia relazione.doc)
Diap.
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Cambiamenti climaticiCambiamenti climatici
I fenomeni descritti, anche se
avvengono nel corso di periodi
considerati lunghi dall’ uomo possono
essere stimolati da cambiamenti repentini
del clima come hanno dimostrato recenti
studi eseguiti sui ghiacciai delle calotte
polari
Diap.
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maremotomaremoto
Ha destato meraviglia il fatto che
con il terremoto che ha causato il
maremoto recente alcune isole si siano
spostate di qualche decina di metri. Si
deve tenere presente che la faglia
insubrica sposta i lembi rocciosi di
diverse migliaia di metri, movimento
quindi che ha causato migliaia di
terremoti simili a quello recente nel sud
est asiatico
Diap.
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Mezzogiorno sulle Alpi 1891 SegantiniMezzogiorno sulle Alpi 1891 Segantini
Bisogna guardare quindi alle nostre
montagne con rispetto e cercando di
coglierne la maestosità in quanto frutto di
successive e complesse azioni
geomorfologiche