Considerazioni sull'insegnamento dell'italiano come lingua seconda

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  • 8/14/2019 Considerazioni sull'insegnamento dell'italiano come lingua seconda

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    GV

    . . . . . . . . . .

    ..........

    .........

    Didattica della lettura e della scrittura

    Considerazioni sullinsegnamento

    dellItaliano come lingua seconda

    2002/03

    Gabriella Villa

    email:

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    Premessa ......................................................................................................................................... 3ITALIANO LINGUA SECONDA .................................................................................................. 3QUALE INSEGNAMENTO? ......................................................................................................... 4QUALE METODO?......................................................................................................................... 5COME VALUTARE? ...................................................................................................................... 7RISORSE ED ERRORI.................................................................................................................... 8

    COME PROGRAMMARE?........................................................................................................... 10ASCOLTO........................................................................................................................... 10SCRITTURA ...................................................................................................................... 11RIFLESSIONE SULLA LINGUA ................................................................................... 11

    Esempi di errori nella produzione scritta ..................................................................... 14CATALOGO DEGLI ERRORI ......................................................................................... 20SEGNALAZIONE DEGLI ERRORI PI COMUNI ...................................................... 20

    ALLEGATI .............................................................................................................................. 22IL QUADRO COMUNE EUROPEO DI RIFERIMENTO .................................................. 22BIBLIOGRAFIA ................................................................................................................. 23

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    PremessaPremessaPremessaPremessa

    Gli aspetti che coinvolgono la didattica della lettura e della scrittura dellitaliano in

    genere sono vari e complessi. Molti studi, soprattutto negli anni pi recenti, hanno

    messo in evidenza che la scrittura richiede un insieme di capacit che si possonocos schematizzare:

    1. linguistiche: controllo degli strumenti di scrittura, del livello morfo-sintattico,

    lessicale e semantico del discorso;

    2. testuali: organizzazione di un testo sulla base delle diverse tipologie testuali e

    regolazione del dinamismo comunicativo o progressione dellinformazione;

    3. pragmatiche: congruenza del messaggio rispetto alla situazione comunicativa;

    4. cognitive: processo di elaborazione dei dati, loro selezione e combinazione;

    5. metacognitive: capacit di decentrarsi dal testo per sottoporlo a revisione, di

    valutarne laccettabilit e la coerenza.

    ITALIANO LINGUA SECONDAITALIANO LINGUA SECONDAITALIANO LINGUA SECONDAITALIANO LINGUA SECONDA

    Nellinsegnamento dellitaliano come lingua seconda prioritario tenere nel dovuto

    conto che nella struttura dellitaliano doggi, data la pesante eredit normativa, il

    baricentro della norma risulta spostato verso lo scritto, verso un registro superiore aquello medio. Il vero centro geometrico costituito dall"italiano neo-standard",

    pressoch equivalente all"italiano delluso medio" come sostiene Sabatini. Questi

    rileva dei tratti fonologici e morfosintattici che, presenti da tempo nel parlato e

    repressi dalla tradizione grammaticale, si impongono nella norma reale (ma non

    ancora in quella codificata).

    Questa sottolineatura rappresenta un primo punto di attenzione riguardo alle modalit

    di insegnamento dellitaliano L2 dato che, come sostiene Peroni, I flussi migratori

    che da qualche decennio interessano la penisola hanno per la prima volta creato un

    campo di osservazione sperimentale per la definizione e lanalisi dei meccanismi che

    presiedono allapprendimento dellitaliano come seconda lingua (L2). Soltanto

    recentemente la glottodidattica si quindi rivolta allanalisi dellitaliano, storicamente

    lingua materna di emigranti (L1), come lingua dapprodo di immigrati (L2).

    Particolare attenzione stata data ai rapporti fra apprendimento di una seconda

    lingua (L2) e teorie linguistiche generali. Conoscere le modalit che caratterizzano

    lacquisizione naturale di una L1 pu risultare molto utile per elaborare tecniche

    didattiche relative allinsegnamento di una L2.

    Gli studi effettuati negli anni Sessanta sullapprendimento dellinglese da parte di

    immigrati italiani e indiani, e del tedesco da parte di immigrati italiani e turchi, hanno

    inoltre dimostrato che la differenza tipologica della L1 non comporta diversit di

    rilievo nellacquisizione della L2. Ne consegue la postulazione di ununiformit delprocesso acquisitivo, che corrisponde in pieno alla concezione, di ascendenza

    chomskyana, di una grammatica universale innata, comune a qualsiasi essere umano.

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    Lapprendimento di una L2 sembra quindi seguire sempre le medesime tappe,

    corrispondenti a determinati livelli della struttura linguistica. Tali tappe di

    apprendimento sembrano delineare una sequenza fondamentalmente fissa,

    indipendente dal fattore L1, che permetterebbe la formulazione di precise tecniche di

    insegnamento.

    Gli studiosi di glottodidattica hanno elaborato modelli di apprendimento per la L2 il

    pi possibile prossimi a quelli rilevati nellacquisizione spontanea della L1, o almeno

    con essi non in contraddizione. La metodologia pi efficace in tale ambito di studi si

    rivela direttamente derivata dalla grammatica generativa che ben si presta allanalisi

    delle modalit di apprendimento spontaneo tipiche della L1 e riferibili anche alla L2.

    Quanto al livello sociolinguistico, gli studi condotti sullo stesso gruppo omogeneo di

    parlanti e su gruppi disomogenei permettono di definire la consistenza e la natura dei

    livelli linguistici progressivamente raggiunti (livelli indicati tecnicamente come

    interlingue), confermando come la variazione dapprendimento di L2 riproduca i

    successivi livelli implicazionali osservati per L1.

    Ne deriva che i meccanismi di apprendimento, sottoposti alle regole della

    "grammatica universale", prescindono quasi totalmente dalle caratteristiche delle

    differenti L1, come riscontrato nellambito del progetto europeo ESF (European

    Science Foundation).

    QUALE INSEGNAMENTO?QUALE INSEGNAMENTO?QUALE INSEGNAMENTO?QUALE INSEGNAMENTO?

    gi stato sottolineato che litaliano contemporaneo, soprattutto nell'uso parlato,mostra una generale riduzione rispetto alla morfologia standard quale descritta

    nelle grammatiche normative. In alcuni sottosistemi - in particolare quello verbale,

    l'uso orale include solo un sottoinsieme delle possibilit previste dal sistema, con

    conseguente allargamento del valore di alcune categorie.

    In secondo luogo vi sono semplificazioni nei paradigmi, in cui singole forme

    vengono usate in una gamma di significati pi ampia di quella prevista dallo

    standard, a scapito di altre che scompaiono o sopravvivono negli usi pi formali e

    sorvegliati.

    Pi in generale, si sta verificando una semplificazione che passa dall'allargamento

    d'uso di gli, alle relative con ripresa pronominale, alle strutture con pronomiridondanti.

    Si tratta di fenomeni in realt gi presenti in italiano antico, per i quali si pu pensare

    ad una continuit nell'uso non letterario anche in fasi successive (oltre che, molto

    spesso, nei dialetti) e ad un riemergere sempre pi aperto nell'italiano

    contemporaneo, prima popolare e poi anche neostandard, in parallelo con la

    diffusione della lingua nazionale presso i ceti bassi e negli usi informali cos come si

    riscontra nell'italiano dei bambini e appunto nelle variet di apprendimento degli

    stranieri.

    Il concetto di alfabetizzazione non si esaurisce con lacquisizione strumentale di una

    lingua straniera (nel nostro caso litaliano) ma va tenuto nel debito conto chelapprendimento, perch possa essere considerato concluso, deve sviluppare

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    interamente il processo di acquisizione e questo rappresenta un secondo punto di

    attenzione.

    Un ulteriore punto di attenzione rappresentato dal fatto che condizione

    indispensabile per la comunicazione e lalfabetizzazione la realizzazione di un

    adeguato livello di comprensione reciproca, la quale dipende dal patrimonio di

    competenze socio-culturali di base dei partecipanti alla comunicazione, che derivano

    dai sistemi simbolici acquisiti e dalla progressiva canalizzazione e specializzazione

    delle competenze comunicative.

    La prospettiva di tipo "psicologico-sociale" comporta la messa in relazione del

    concetto di alfabetizzazione, ossia il processo con cui il soggetto introdotto in una

    comunit di parlanti, con quello di socializzazione, che si riferisce allaccesso

    dellindividuo a un sistema di regole di comportamento, e di inculturazione, con cui si

    indica lappropriazione di una cultura da parte del soggetto e il suo uso consapevole

    e creativo.

    Lalfabetizzazione pu quindi essere considerata laccesso del soggetto alle

    conoscenze relative condivise da una comunit di parlanti. Lintervento pedagogico,

    fondandosi su tali presupposti, richiede una riconsiderazione dei propri fini, della

    propria concezione di apprendimento e dei ruoli del discente e dellinsegnante.

    L apprendimento, secondo la teoria di Bruner, pu verificarsi per imitazione, per

    esposizione didattica, per scambio intersoggettivo fra discente e docente o infine

    mediante la cogestione della conoscenza oggettiva sedimentata nella tradizione (cfr.

    Bruner 1996). Le acquisizioni nel campo dell alfabetizzazione devono favorire le

    capacit di interagire a livello del logos, ossia della comunicazione, di arricchire la

    cultura tradizionale condivisa dalla comunit di parlanti, rappresentata dal mythos, e

    di innovare tale cultura a livello del ludus.

    QUALE METODO?QUALE METODO?QUALE METODO?QUALE METODO?

    Sul piano del metodo necessario soddisfare il bisogno di riconoscimento e di senso

    di competenza del discente, ma importante soprattutto costituire un gruppo

    motivato e orientato alla produzione di uno scopo concreto.

    Illinguaggio serve infatti a comunicare a due livelli ben differenziati ma interagenti:

    o il livello del contenuto ( il messaggio strutturato linguisticamente, il "che cosa

    io sto dicendo");

    o il livello della relazione attraverso cui due o pi interlocutori o partecipanti ad

    una comunicazione tendono a strutturare le loro reciproche posizioni per

    elaborare messaggi (definizione dei ruoli e delle modalit di relazione da

    privilegiare).

    "Vi dunque sempre una doppia comunicazione. L'una descrive le modalit di relazione

    che intercorrono tra due parlanti, l'altra si occupa di elaborare e comunicare i dati che

    si riferiscono ad un determinato fenomeno di riferimento comune. Pur se entrambe

    sono comunicate attraverso uno stesso evento comunicativo e con gli stessi enunciati

    verbali, ciascuna si fa carico di analizzare livelli diversi della situazione comunicativa.

    [...]

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    I. Il cielo ...?

    A. Sereno

    I. sereno (rinforzo)

    I. Ed ...?

    A. Bello...blu

    I. Blu, blu. Si, azzurro (rinforzo + espansione)

    A. sereno e azzurro

    I. Il cielo sereno e azzurro (ripresa + rinforzo)

    ancora aperta la problematica relativa all'utilit di strutturare un laboratorio specifico

    per l'apprendimento della lingua italiana da parte di alunni stranieri.

    Date le premesse sin qui esposte, potrebbe risultare proficua una strutturazione della

    classe stessa sotto forma di laboratorio. Laboratorio come luogo in cui - data una

    precisa situazione logistico-strutturale si possa parlare, interagire, per fare, per portare

    a compimento un compito ben preciso.

    E perch non pensare che - a seconda della struttura organizzativa della classe

    (grande gruppo, medio - piccolo gruppo) - le funzioni dell'insegnante non possano

    essere svolte da un alunno che funga da "tutor" per un altro compagno? Probabilmenteil compito operativo a cui tutti sarebbero chiamati stimolerebbe una serie di interventi

    comunicativi di tipo simmetrico o di complementarit accettata di volta in volta dai

    partecipanti e invoglierebbe questi ultimi all'utilizzo di diversi linguaggi comunicativi

    (iconico, mimico gestuale) al fine di portare a termine il compito.

    Sembra, questa, una situazione in cui si coniughino proficuamente i piani della

    motivazione ad apprendere, della relazionalit centrata su compito non meramente

    scolastico, della promozione di competenze e di stili cognitivi riconosciuti come valore

    positivo anzich come diversit e divergenza che intralciano il processo apprenditivo.

    Dalla mancanza di elementi motivazionali dipende infatti la maggioranza dei casi di

    abbandono degli studi e di blocco dei processi di affinamento delle competenze

    nella nuova lingua.

    COME VALUTARE?COME VALUTARE?COME VALUTARE?COME VALUTARE?

    La valutazione di un processo di tale complessit, che prevede in che misura lallievo

    o sar capace di usare la lingua in situazioni reali di comunicazione, ha portato a

    suddividere la competenza linguistica in una serie di sottoabilit (comprensione orale,

    produzione orale, comprensione scritta, produzione scritta, abilit che solitamente in

    una persona si presentano sviluppate in maniera diversa).

    Tali sottoabilit dovrebbero essere valutate in itinere, sottraendole a quelle

    contingenze temporali ed emotive che ne potrebbero falsare il reale livello, sia conprove che testano la mescolanza di queste abilit, sia attraverso losservazione in

    situazioni reali.

    Lobiettivo di un buon sistema di valutazione duplice: essere utile a chi impara,

    permettendogli di avere una verosimile immagine di se stesso e essere utile a chi

    insegna, servendo cio da verifica per la didattica.

    Per definire con esattezza la presenza, o lassenza, di determinate acquisizioni

    linguistiche nellapprendente ci si pu basare su un modello, che offre criteri di

    valutazione concreti in particolare per lespressione scritta in quanto, soprattutto

    nelle prime fasi di apprendimento della L2 lespressione orale pu essere presente

    nei soggetti in maniera spesso non equilibrata.

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    Figura 1 (apprendente di lingua araba di 13 anni)

    Figura 2 (apprendente di lingua araba di 13 anni)

    Figura 3 (apprendente di lingua araba di 12 anni)

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    Proposte di questo tipo, che non si possono considerare sporadiche nella scuola, mi

    trovano concorde con l analisi della Teruggi, pur effettuata in contesto diverso.

    Non sono altro che esercizi di scrittura, che hanno come obiettivo la memorizzazione

    del rapporto grafema fonema e il coordinamento audio-viso-motorio. Lasciandoda parte la significativit o meno che questo esercizio pu avere sia dal punto di vista

    dell alunno che sta imparando sia dal punto di vista della lingua in quanto oggetto

    della cultura (di fatto l esercizio non rispecchia nessuna delle funzioni della

    scrittura), ci che () gli apprendenti scrivono sono frammenti: lettere, sillabe e

    parole, ma non testi.

    Gli esempi di non coerenza sono ascrivibili anche al fatto che gli apprendenti sono

    gi alfabetizzati in altra lingua madre (arabo) e conoscono a livello scolastico anche il

    francese (o altra lingua straniera) che viene rappresentato usando simboli alfabetici

    molto simili all italiano e conseguentemente non dovrebbero avere nessuna

    necessit di imparare parole decontestualizzate e frammentate.

    Le stesse considerazioni che Teruggi propone per l insegnamento nella classe

    prima elementare ai bambini italiani diventano valide anche nel caso di apprendenti

    stranieri tanto pi se pre-adolescenti o adolescenti.

    I testi verranno dopo, quando () gli apprendenti avranno imparato la "tecnica

    strumentale" della scrittura.

    Molto spesso questo tipo di considerazioni vengono dilatate e applicate anche nel

    caso di apprendenti stranieri con i rischi che ne conseguono relativamente a

    interesse e motivazione.

    COME PROGRAMMARE?COME PROGRAMMARE?COME PROGRAMMARE?COME PROGRAMMARE?

    Le indicazioni che seguono sono parte di un fascicolo che stato in uso in contesti di

    alfabetizzazione e che, per alcuni punti di attenzione che propongono possono essere

    considerate tuttora validi riferimenti.

    ASCOLTOASCOLTOASCOLTOASCOLTO

    Essendo la relazione educativa che si realizza a scuola, ma non solo, essenzialmente

    di tipo dialogico, le abilit del parlare e dell ascoltare rivestono un ruolo centrale

    nel processo di costruzione delle conoscenze, poich determinano il successo o ilfallimento dell attivit comunicativa.

    Nell attivit di ascolto, come per altre attivit linguistiche, convergono elementi di

    natura affettivo - motivazionale, cognitiva, comportamentale, linguistica, che

    pongono in primo piano il ruolo di cooperazione dell alunno nella ricostruzione dei

    significati e nell individuazione dell intenzione comunicativa del parlante: la

    comprensione orale quindi attivit che presuppone la volont.

    Questo ci fa riflettere sulla necessit della qualit del rapporto interpersonale.

    I criteri di gradualit e progressione sono particolarmente significativi nella

    definizione del curricolo di ascolto, che dovr essere calibrato sui bisogni reali

    (comunicativi, linguistici, sociali) degli alunni, dovr prevedere tempi adeguati di

    stimolazione e rafforzamento della motivazione, rilevare e verificare in itinere le

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    GV 11

    competenze acquisite e valutare il grado di autonomia e di complessit delle

    prestazioni realizzate.

    Per la lingua parlata si propone quindi il seguente identikit:

    si deve strutturare modificandosi (gradualit, continuit, cambiamento)

    si deve accompagnare ad un contesto esplicativo (realt, disegno,

    immagine)

    deve consentire un accentuato fenomeno di feed-back (dialogo in

    situazione reale o simulata anche con radioregistratore, videocamera)

    deve permettere una personalizzazione in termini individuali del messaggio

    Un ascolto efficiente dovr mirare ai seguenti comportamenti:

    RISPOSTA

    AZIONE

    INTERESSE, DIVERTIMENTO

    AMPLIAMENTO DELLE CONOSCENZE

    Come indicazioni per l attivit e la verifica, tenendo conto che l opacit

    dell ascolto richiede spesso, ma non sempre, il ricorso alle abilit linguistiche

    produttive, si potr fare riferimento agli obiettivi di seguito elencati:

    Riconoscere e discriminare parole e tonalit delle frasi

    Verbalizzare frasi (memoria a breve termine, competenza lessicale)

    Eseguire istruzioni ascoltate

    Scrivere in sintesi un testo (comunicazione, messaggio) dopo averlo

    ascoltato

    SCRITTURASCRITTURASCRITTURASCRITTURA

    Per quanto riguarda le sottocompetenze che si riferiscono alla macrocompetenza

    saper scrivere opportuno fare riferimento ai seguenti elementi:

    fissazione grafica (scrivere lettere uniformi in modo funzionale, utilizzare

    le maiuscole in modo proprio, seguire il rigato orizzontale)

    ortografia

    coesione(uso dei connettivi, relazioni, sostituzioni, ripetizioni)

    coerenza(unit tematica, logica e cronologica, funzionale all argomento eall intenzione comunicativa)

    competenza lessicale

    adeguatezza(destinatario, scopo, contenuto, registro)

    RIFLESSIONE SULLA LINGUARIFLESSIONE SULLA LINGUARIFLESSIONE SULLA LINGUARIFLESSIONE SULLA LINGUA

    opportuno che la grammatica non venga considerata preliminare, ma interagente

    con la pratica delle abilit in quanto ha la funzione di aumentare le competenze del

    parlante.

    Si impone per, come sostiene Lo Duca, una revisione del concetto tradizionale digrammatica, che non va intesa come una lista delle propriet formali di una lingua,

    sganciate dai contesti di uso della stessa, ma deve essere riconosciuta nel suo

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    GV 13

    prima di pensare convenzionalmente e () come si arriva a pensare

    convenzionalmente di cui si dir oltre -, anche alcune peculiarit legate al

    contesto di apprendimento dei ragazzi stranieri che, se si analizzano i contenuti che

    le loro parole propongono, ci fanno riflettere sull importanza della qualit dei

    rapporti interpersonali intesi come interazioni di qualit tra individuo e

    ambiente - nell accezione di luogo di presenza e azione di esseri umani (compagni

    ed insegnanti) competenti che, intenzionalmente e non, mediano input linguistici e

    culturali.

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    GV 14

    ESEMPI DI ERRORI NELLA PRODUZIONE SCRITTA

    Younes 12 anni, marocchino, in Italia da circa 6 mesi (5a

    elementare)

    Consegna: Racconta lConsegna: Racconta lConsegna: Racconta lConsegna: Racconta la gita alle valli di Comacchioa gita alle valli di Comacchioa gita alle valli di Comacchioa gita alle valli di Comacchio

    La gitta1

    Seiamo0 andata3 ale1 6.00 siamo arivate 0-1 alle 10.30 6abbiamo visto

    le guede 0 siamo andate a girare viceno 0 al mare girare da2 qua e anche

    la siamo tornati al pulman e andate

    0-3

    al restorante

    0

    per mang = are

    1

    un po 6le bambini0 stano1 balando1. e le maestre ristano 0 avedere1

    io non ballato e claudia1 e hagir1 stano1 balano 1un po16

    adeto5 la maestra 6andiamo6 siamo saleto 0-9 sull1 pulma3 siamo

    anda1 per salere 0 sulla barca6 siamo salete 0 e andata la barca sul

    mare e 7 le guede 0 stano1 spegando 0 a noue 0-9 sulla barca.

    e1- 7 siamo tornati sul pulman e siamo tornate 0 e sia5 firmate 0 per

    mangare. 1 e1 siamo tornate 0 a casa6

    (originale scritto in corsivo)

    OSSERVAZIONIIl livello di competenza viene definito elementare (cfr.allegati). Sono presenti errori

    tipici degli apprendenti arabofoni. Il tipo di svolgimento del testo narrativo con una

    sola concessione alle considerazioni personali (Io non ballato) giustificata oralmente

    con la vergogna di comportarsi come gli altri ragazzini pi piccoli. Manca quasi

    completamente la punteggiatura, ad eccezione del punto che viene usato per

    chiudere un periodo (quasi un cambio di argomento).

    Klaudia, 10 anni, albanese, da sei mesi in Italia (5a

    elementare)

    Consegna: Racconta la gita alle valli di ComacchioConsegna: Racconta la gita alle valli di ComacchioConsegna: Racconta la gita alle valli di ComacchioConsegna: Racconta la gita alle valli di Comacchio

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    GV 15

    LA GITA

    VENERD SIAMO ANDATI IN GITA6FACEVA TANTO FREDO

    1ERA UNA PIOGGA

    1

    COME IL ROBINETTO1 DI1 L ACQUA6IO HO GUARDATO DAL FINESTRINO

    6

    HO VISTO I8

    PERSONI CON L OMBRELO1IN STRADA POCANGENE

    6DAL

    FINESTRINO HO GUARDATO SU IN CIELO6IL CIELO ERA GRIGIO CON LE

    NUVOLE BIANCE1I BOSCI

    1-3VICINO AL MARE ERANO CONCIGLIE

    1

    6IN MARE

    COLOR SMERALDO ERA CALMO6QUANDO SIAMO ANDATI NEL

    1-8ALTRO

    MARE6CHE ERA IL

    5COLOR AZZURRO

    6ERA

    3CON ONDE

    6SIAMO

    FERMATI6-5

    ABIAMO1MANGIATO SOLO LA MERENDA POI SIAMO ANDATI IN

    2

    BAR IN UN TAVOLA1-5

    ERAMO5IO, SILVIA, DEBORA, HAXHIRE, DOMENICA,

    ERAMO IN UN TAVOLO6DOPO QUANDO

    10ABIAMO

    1FINITO SILVIA, HAXHIRE

    DOMENICA, DEBORA HANNO BALLATO POI SIAMO TORNATI A CASA.

    (originale scritto in stampato maiuscolo)

    OSSERVAZIONI

    Il livello di competenza viene definito elementare (cfr.allegati). Sono presenti errori

    tipici degli apprendenti albanesi. Compare un tentativo di uso della punteggiatura

    (virgole in elencazione e punto finale del testo). Il testo narrativo si arricchisce di

    parti descrittive e forse c un tentativo di uso di metafora (una pioggia come

    il rubinetto) e una ripresa poetica (il cielo era grigio con le nuvole bianche, i

    boschi vicino al mare erano conchiglie in un mare color smeraldo) [in classe si era

    lavorato sul testo poetico].

    L inserimento di un osservazione personale tenta di esprimere lo stupore di fronte

    ad un paesaggio stupefacente.

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    GV 16

    Giada, 12 anni, russa, in Italia da 3 anni (5a

    elementare)

    Consegna: Descrivi una persona che conosciConsegna: Descrivi una persona che conosciConsegna: Descrivi una persona che conosciConsegna: Descrivi una persona che conosci

    Maestra Marilena

    La maestra Marilena ha anni 479, alta e magra; a1 il viso ovale si

    trucca bene 5non nette1 le5 trucchi scuri.* Si mette sempre le gonne egli

    1

    stivali, molto carina e bellissima e giovane e stupenda.**~Su sollecitazione dell insegnante completa il testo con

    *a1 i capelli fris, ma certe volte sono lisci e a5 castano chiaro.

    **quando in classe si comporta5, grida poco, brava perch mi a

    iuta

    0

    e mi sta simpatica.

    ~Io descrivo Marilena perch me venuta in mente10 la mia mamma

    (originale scritto in corsivo)

    OSSERVAZIONI

    Il livello di competenza viene definito intermedio (cfr.allegati). Sono presenti erroriortografici non definibili come tipici. L uso della punteggiatura comincia ad essere

    consapevole, compaiono le maiuscole. Il testo descrittivo si arricchisce di motivazioni

    personali che giustificano la scelta effettuata.

    C poi una sottolineatura affettiva sulla scelta della persona.

    (Giada si trova in affido presso una comunit per minori)

    Klaudia 11 anni, albanese, da 15 mesi in Italia (1a

    media)

    Consegna: Ascolta il racconto, poi riassumiConsegna: Ascolta il racconto, poi riassumiConsegna: Ascolta il racconto, poi riassumiConsegna: Ascolta il racconto, poi riassumi

    (I giocattoli che si comprano)

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    GV 17

    Un bambino

    Una volta un bambino tutto contento (entra)4 entr nel negozio

    (da spendere in) per comprare dei giocattoli

    1-7

    compr uncagnetto con muso e7 di pezza, due soldatini con le loroarmi, una palla con le toppe bianche e la bambola rimane4 lcon un5 viso espressione e aspeta4 che la compra4-5 qual(quno) cuno1. E il bambino tutto contento giocca4-1 con gli altribambini. Invece la bambola rimane4 triste finalmente anche

    la bambola la compra4

    una bambina10

    e ancl cos tutti giocatoli1

    -la bambola non rimane sola- finalmente (ano) anno trovato4-1le lore case. E il signo3 Arturo rimane4 felice. il negozio rimane4vuota cos il signo3 Arturo ne prende4-10altre0 giocatoli1 nuovi ebelli.

    (originale scritto in corsivo)

    OSSERVAZIONI

    Il livello di competenza viene definito intermedio (cfr.allegato). Sono presenti errori

    ortografici ancora definibili come tipici per un apprendente albanese. C un

    tentativo di uso del verbo al passato remoto. L uso della punteggiatura comincia ad

    essere consapevole, le frasi sono corte e delineano l argomento. Va rilevata

    l incertezza nell attribuire il titolo al testo (vengono fatti due tentativi).

    Il testo segue l andamento del pathos che probabilmente ha suscitato

    nell ascoltatrice che riporta i sentimenti provati dalla bambola esclusa dalle scelte

    dei bambini.

    Conclude con la felicit di tutti per la giusta collocazione di ognuno.

    Giada, 12 anni, russa, in Italia da 3 anni (5a

    elementare)

    Consegna: dettatoConsegna: dettatoConsegna: dettatoConsegna: dettato

    I vulcani

  • 8/14/2019 Considerazioni sull'insegnamento dell'italiano come lingua seconda

    18/24

    GV 18

    15 giorni fa abbiamo visto una vidiocasetta0intitolata Montagne di

    fuoco che narrava alquni1sperienze0 di una coppia di vulcanologi,

    pronti a corre1 grossi rischi tanto che sono morti durante lattivita1

    di un vulcano.

    Dalla visione di questa vidiocasetta0 abbiamo ricavato le siguenti0

    formazioni0 sui vulcani

    - Sulla terra ci sono pi di 500 vulcani attivi.

    - I vulcani sono tutti si tuati0 ai confini delle piatta forne1-3

    inqui1-10 divisa la crosta terestere3.

    - Allquni1 vulcani sfogano periodicamente la loro carica di

    energia con e misione0

    di cienere1

    e colate di lava e questi sono

    imeno10 pericolosi.

    - Altri vulcani per lunghi periodi sembrano inerti, mentre i8 le8

    altra1 (agumolano) acumolano1-3 una grande quantita1 di

    energile3

    che quando sploderl0

    sara1

    altamente distrutivo1-5

    .

    - I vulcani possono emetteri0 nubi arte=nti 0 (composte da cenere,

    piccoli massi ardenti e gass1 tosoci3 e corrosvi0.

  • 8/14/2019 Considerazioni sull'insegnamento dell'italiano come lingua seconda

    19/24

    GV 19

    - La lava non sempre di colore rosso, ma pu essere naro-

    argentela3 quando e1 composta da minirali0 che fondono a 500

    c anzi che1 1000 c.

    in1 alquni0 zone vulcaniche si possono formare laghi di acido che

    corrode e destruge0-1 tutti i matriali0 anche i pi ristenti0, come il filo

    di pionbo1: non corodero3 per la plastica ela10 gomma dervata0 dal

    petrolio(originale scritto in corsivo)

    OSSERVAZIONI

    Il livello di competenza viene definito intermedio (cfr.allegati). Sono presenti errori

    collegati ad interferenza del sistema fonologico della lingua madre. La maggior parte

    degli errori riguarda il lessico specifico della disciplina e si riferisce a termini meno

    noti o poco usati nei linguaggio quotidiano. Sono presenti errori ortografici dovuti a

    sovrapposizioni di suoni (alquni, gass) ed errori inanalizzati dovuti a trascrizione del

    parlato (inqui, imeno, ela).

  • 8/14/2019 Considerazioni sull'insegnamento dell'italiano come lingua seconda

    20/24

    GV 20

    CATALOGO DEGLI ERRORICATALOGO DEGLI ERRORICATALOGO DEGLI ERRORICATALOGO DEGLI ERRORI

    0 errore collegato ad interferenza del sistema fonologico della lingua

    madre

    1 errore di ortografia

    2 errore nella scelta della preposizione

    3 errore di lessico, vocabolario

    4 errore di scelta del tempo verbale

    omissione di qualche elemento

    5 errore di morfologia

    6 errore nell'uso o omissione della punteggiatura

    7 errore nell'uso di connettivi

    8 errore nell'uso degli articoli

    9 errore nella sintassi

    10 segmento inanalizzato di lingua imparato/memorizzato con l'uso, ma

    non ancora interiorizzato nel proprio livello di interlingua

    SEGNALAZIONE DEGLI ERRORI PI COMUNISEGNALAZIONE DEGLI ERRORI PI COMUNISEGNALAZIONE DEGLI ERRORI PI COMUNISEGNALAZIONE DEGLI ERRORI PI COMUNI1111

    Lingue slaveLingue slaveLingue slaveLingue slave

    (russo, ucraino, bielorusso; ceco(russo, ucraino, bielorusso; ceco(russo, ucraino, bielorusso; ceco(russo, ucraino, bielorusso; ceco, slovacco, polacco; sloveno, serbocroato,, slovacco, polacco; sloveno, serbocroato,, slovacco, polacco; sloveno, serbocroato,, slovacco, polacco; sloveno, serbocroato,

    bulgaro, macedone)bulgaro, macedone)bulgaro, macedone)bulgaro, macedone)

    o Incertezza nell'uso delle vocali a/oe i/e;

    o incertezze nell'uso dell'articolo: omissione (es. studiare lingua italiana

    invece di la lingua); uso sovraesteso (es. Preferiamo vedere i posti

    nuovi e conoscere le persone nuove anzich preferiamo vedere posti

    nuovi e conoscere persone nuove; I negozi dell'alimentazione anzich di

    alimentazione),

    o alternanza fra articolo determinativo e indeterminativo (es, uno preferisce

    il profumo fresco, altro preferisce dolce invece di uno preferisce un

    profumo fresco, l'altro lo preferisce dolce);

    o omissione al presente del verbo essere in funzione di copula (es. Oggi una

    giornata splendidaanzich oggi una giornata splendida);

    1 C. Ghezzi

  • 8/14/2019 Considerazioni sull'insegnamento dell'italiano come lingua seconda

    21/24

    GV 21

    o tendenza a costruire il verbo andare + infinito senza la preposizione (es.

    Vado prendere mio figlioanzich vado a prendere mio figlio).

    AraboAraboAraboArabo

    o Scambio nell'uso di b e p(es. ropa, baesianzich roba, paesi);

    o tendenza a pronunciare e scrivere i invece di e (es. ministrone, inveci,

    chi, vidr, mio paesianzich minestrone, invece, che, vedr, mio paese);

    o tendenza a eliminare dittonghi (es. voto, nenteanzich vuoto, niente);

    o tendenza a inserire una i in alcune coppie di consonanti iniziali (es. pirimo

    anzichprimo);

    o uso del chepolivalente (es. quello che le ho parlato);

    o omissione del verbo essere in funzione di copula (es. IlMarocco famoso

    grazie agli agricoltoreanzich Il Marocco famoso).

    Rimane aperta la questione sulle modalit pi opportune da utilizzare per

    l insegnamento in questione e sui contenuti da proporre.

    Mi preme comunque sottolineare che, per l'insegnamento dell'italiano L2, ai bambini e ai

    ragazzi sono necessari percorsi e materiali didattici ad alta densit motivazionale. Fra

    questi, degli input testuali costituiti da storie, favole, avventure, ecc. potrebbero

    soddisfare l'esigenza di sostenere la motivazione, e quella di fornire elementi di

    "cultura".

    Ricorda infatti Ch.C. Fries che "lo studio della cultura e della vita di un popolo non

    affatto un'aggiunta che si fa a un corso pratico di lingua, qualcosa di separato o diestraneo al suo fine primario che pu accompagnarvisi o meno a seconda delle

    disponibilit di tempo e delle circostanze. Tale studio una caratteristica essenziale di

    ogni livello di apprendimento" (cit. in Freddi, 1983).

    Forse si potrebbe tentare di recuperare la narrazione, che potrebbe essere ancora

    avvincente anche per i ragazzi pi grandi e provare a insegnare l'italiano con input

    testuali, orali e scritti, come piccole storie o parti di storie, o "storie della storia"

    (Peccianti, 1988).

    Se ci spostiamo dai bambini pi piccoli ai ragazzi, agli adolescenti, il discorso non

    cambia molto, anche se al termine "cultura" possiamo sostituire tout-court quello di

    "letteratura".

    Un corso di lingua dovrebbe essere per i ragazzi una specie di avventura in un paese

    sconosciuto, che crea attese, ha svolgimenti e soluzioni impreviste, che ognuno pu

    anche un po vivere e interpretare a suo modo.

    Ma questo significherebbe lasciare un pizzico di libert in pi anche ai ragazzi italiani

  • 8/14/2019 Considerazioni sull'insegnamento dell'italiano come lingua seconda

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    GV 22

    ALLEGATI

    IL QUADRO COMUNE EUROPEO DI RIFERIMENTO2

    Tav. 1. Livelli comuni di riferimento: scala globale

    2Quadro comune Europeo di riferimento per le lingue europee: apprendimento insegnamento valutazione. 2001 Council ofEurope

    Livello

    avanzato

    Livello

    intermedio

    Livello

    elementare

    C2 E' in grado di comprendere senza sforzo praticamente tutto ci che ascolta o legge. Sa riassumere

    informazioni tratte da diverse fonti, orali e scritte, ristrutturando in un testo coerente le argomentazioni e

    le parti informative. S esprime spontaneamente, in modo molto scorrevole e preciso e rende

    distintamente sottili sfumature di significato anche in situazioni piuttosto complesse.

    C1 E' in grado di comprendere un'ampia gamma di testi complessi e piuttosto lunghi e ne sa ricavare

    anche il significato implicito. Si esprime in modo scorrevole e spontaneo, senza un eccessivo sforzo per

    cercare le parole. Usa la lingua in modo flessibile per scopi sociali, accademici e professionali. Sa

    produrre testi chiari, ben strutturati e articolati su argomenti complessi, mostrando di saper controllare le

    strutture discorsive, i connettivi e i meccanismi di coesione.

    B2 E' in grado di comprendere le idee fondamentali di testi complessi su argomenti sia concreti cheastratti, comprese le discussioni tecniche nei propri settori d specializzazione. E' in grado di interagire

    con relativa scioltezza e spontaneit, tanto che l'interazione con un parlante nativo si sviluppa senza

    eccessiva fatica e tensione. Sa produrre testi chiari e articolati su un'ampia gamma di argomenti e esprime

    un'opinione su un argomento di attualit, esponendo i pr e i contro delle diverse opzioni.

    Bl E" in grado di comprendere i punti essenziali di messaggi chiari in lingua standard su argomenti

    familiari che affronta normalmente a scuola. Se la cava in molte situazioni che si possono presentare

    viaggiando in una regione dove si parla la lingua in questione. Sa produrre testi semplici e coerenti su

    argomenti che gli siano familiari o siano di suo interesse. E' in grado di descrivere esperienze e

    avvenimenti, sogni, speranze, ambizioni, di esporre brevemente ragioni e dare spiegazioni su opinioni e

    progetti.

    A2 Riesce a comprendere frasi isolate ed espressioni di uso frequente relative ad ambiti di immediatarilevanza (ad es. informazioni di base sulla persona e sulla famiglia, acquisti, geografia locale). Riesce a

    comunicare in attivit semplici e di routine che richiedono solo scambio di informazioni semplice e

    diretto su argomenti familiari e abituali. Riesce a descrivere in termini semplici aspetti del proprio

    vissuto e del proprio ambiente ed elementi che si riferiscono a bisogni immediati.

    A1 Riesce a comprendere e utilizzare espressioni familiari di uso quotidiano e formule molto comuni

    per soddisfare bisogni di tipo concreto. Sa presentare se stesso/a e altri ed in grado di porre domande su

    dati personali e rispondere a domande analoghe (il luogo dove abita, le persone che conosce, le cose che

    possiede) E' in grado di interagire in modo semplice purch l'interlocutore parli lentamente e chiaramente

    e sia disposto a collaborare.

  • 8/14/2019 Considerazioni sull'insegnamento dell'italiano come lingua seconda

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    GV

    BIBLIOGRAFIABIBLIOGRAFIABIBLIOGRAFIABIBLIOGRAFIA

    TESTI CITATI

    Comunicazione e linguaggio nella scuola maternaComunicazione e linguaggio nella scuola maternaComunicazione e linguaggio nella scuola maternaComunicazione e linguaggio nella scuola materna, di E. Compagnoni,

    Milano, Quaderni IRRSAE Lombardia, Min. P.I.

    Grammatica e sintassi dellitaliano contemporaneo: scritto e parlatoGrammatica e sintassi dellitaliano contemporaneo: scritto e parlatoGrammatica e sintassi dellitaliano contemporaneo: scritto e parlatoGrammatica e sintassi dellitaliano contemporaneo: scritto e parlato di

    M. Tavoni (Universit di Pisa)

    Il fascino indiscreto dellItaliano come L2Il fascino indiscreto dellItaliano come L2Il fascino indiscreto dellItaliano come L2Il fascino indiscreto dellItaliano come L2 di F. Cicardi, Quaderni

    IRRSAE Lombardia, Min. P.I.

    Insegnare litaliano: approcci metodologici e percorsi didattici per laInsegnare litaliano: approcci metodologici e percorsi didattici per laInsegnare litaliano: approcci metodologici e percorsi didattici per laInsegnare litaliano: approcci metodologici e percorsi didattici per la

    prima fase di apprendimentoprima fase di apprendimentoprima fase di apprendimentoprima fase di apprendimento di G. Favaro

    Italiano L2: processi di apprendimento ed aItaliano L2: processi di apprendimento ed aItaliano L2: processi di apprendimento ed aItaliano L2: processi di apprendimento ed approcci all'insegnamentopprocci all'insegnamentopprocci all'insegnamentopprocci all'insegnamento di

    C. Ghezzi (Universit di Bergamo)

    Lalfabetizzazione dei bambini nel XXI secoloLalfabetizzazione dei bambini nel XXI secoloLalfabetizzazione dei bambini nel XXI secoloLalfabetizzazione dei bambini nel XXI secolo di L. Teruggi e E.

    Ferreiro (Convegno del 20 ott. 2001 I.C. Rescaldina MI)

    La sfida della coerenza tra modi di insegnamento e modi diLa sfida della coerenza tra modi di insegnamento e modi diLa sfida della coerenza tra modi di insegnamento e modi diLa sfida della coerenza tra modi di insegnamento e modi di

    apprendimentapprendimentapprendimentapprendimentoooo di L. A. Teruggi (Universit di Milano Bicocca)

    Litaliano come L2 nella societ e nelluniversit italianaLitaliano come L2 nella societ e nelluniversit italianaLitaliano come L2 nella societ e nelluniversit italianaLitaliano come L2 nella societ e nelluniversit italiana di R. Peroni

    (Universit di Pisa)

    Litaliano e le altre lingue: aspetti linguistici e culturaliLitaliano e le altre lingue: aspetti linguistici e culturaliLitaliano e le altre lingue: aspetti linguistici e culturaliLitaliano e le altre lingue: aspetti linguistici e culturali di M.Vedovelli, Genova, IRRSAE Liguria, Min. P.I.

    MorfologiaMorfologiaMorfologiaMorfologia di M. Berretta (Universit del Piemonte Orientale)

    Problemi sociologici e pedagogici nella "alfabetizzazione" di studentiProblemi sociologici e pedagogici nella "alfabetizzazione" di studentiProblemi sociologici e pedagogici nella "alfabetizzazione" di studentiProblemi sociologici e pedagogici nella "alfabetizzazione" di studenti

    universitariuniversitariuniversitariuniversitari di P. Paolicchi (Universit di Pisa)

    Programmazione e valutazione in una realt multiculturaleProgrammazione e valutazione in una realt multiculturaleProgrammazione e valutazione in una realt multiculturaleProgrammazione e valutazione in una realt multiculturale, IRRSAE

    Liguria, Min. P.I. Dir. G. Sc. Cult.

    Programmazione, percorso, valutazione finale nelleducazioneProgrammazione, percorso, valutazione finale nelleducazioneProgrammazione, percorso, valutazione finale nelleducazioneProgrammazione, percorso, valutazione finale nelleducazionelinguisticalinguisticalinguisticalinguistica di M. Ciotti (Centro per led. permanente di Bassano)

    Riflessione teorica sulla scritturaRiflessione teorica sulla scritturaRiflessione teorica sulla scritturaRiflessione teorica sulla scrittura di M. Cecchini (Universit della

    Basilicata)

    B. DAmore, F. Frabboni, Didattica generale e didattiche disciplinariDidattica generale e didattiche disciplinariDidattica generale e didattiche disciplinariDidattica generale e didattiche disciplinari,

    F. Angeli

    E. Compagnoni, Una scuola per domaniUna scuola per domaniUna scuola per domaniUna scuola per domani, F. Angeli

    L. Camaioni, Imparare a parlareImparare a parlareImparare a parlareImparare a parlare, Loescher

    M.G. Lo Duca, Esperimenti grammaticaliEsperimenti grammaticaliEsperimenti grammaticaliEsperimenti grammaticali, La Nuova Italia

  • 8/14/2019 Considerazioni sull'insegnamento dell'italiano come lingua seconda

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