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CONTROCOPERTINA  · 2016-12-16 · ma X Factor. Supera la prima audizione dove a ... un grande spettacolo musicale che ha avuto luogo in occasione del conferi- ... di pena dal libro

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DOMENICA18 DICEMBRE 3www.rivieraweb.it CONTROCOPERTINA

La sua prima esibizione risale al 1988. Quandoè ancora uno scricciolo d’uomo sale su palcodel “Festival della Canzone per Bambini” orga-nizzato dall’Ymca di Siderno. Mentre i suoicoetanei si esibiscono con brani dello Zecchinod’Oro, Cosimo De Leo sceglie “Perdere l’amo-re” di Massimo Ranieri. Da allora non gli è maisaltato in mente di abbandonare il mondo dellamusica, in cui presto verrà riconosciuto colnome d’arte Koko. A incoraggiarlo sin dall’inizio la madre: “Hasempre creduto in me, come solo le più grandimadri sanno fare. Insieme, a bordo di unaPanda 750 vecchia e sgangherata, non ci siamo

persi un solo concorso canoro: miac compagnava

anche nelle cam-pagne più sperdute”.Nel 1997 Cosimo s’iscrive all’Accademia diSanremo. Successivamente partecipa alle audi-zioni del Festival di Castrocaro, ma si riveleran-no “un’esperienza del tutto negativa, perchéqui la meritocrazia latita”.Un bel ricordo conserva, invece, del program-ma X Factor. Supera la prima audizione dove apresentarsi sono in migliaia. A programma ini-ziato riceve una telefonata dalla redazione diMorgan durante la quale gli viene chiesto dipresentarsi a Milano. Erano in 50, rimangonoin 4 ma alla fine viene scelta una ragazza chedopo una settimana verrà eliminata dal pro-gramma.A gennaio 2011 Cosimo si trasferisce a SharmEl Sheik e inizia a cantare allo Smaila’s Club, il

locale aperto da Umberto Smaila all’internodel Domina Coral Bay. «È stata un’ottimavetrina per affacciarmi a questo straordinariomondo della musica e conoscerlo più da vici-no». Qui si esibisce con Fiordaliso e con il teno-re, nonché attore teatrale, Graziano Galatone.A giugno dello stesso anno si trasferisce aFuerteventura che presto diventa la sua base:avvia collaborazioni con gruppi in Olanda,Francia e Inghilterra, mentre canta al RockCafe, locale ai primissimi posti della movida diFuerteventura, frequentato soprattutto da unpubblico inglese. «Qui ho “definito” il mio stilee il mio carattere. Devo tanto a questo locale».Il suo repertorio si arricchisce e oggi offre unchiaro esempio di melting pot musicale conbrani rock, ballate e reggae.

Ad agosto di quest’annoCosimo decide di prendereun aereo e andare a vivere aToronto, dove inizia a regi-strare il suo nuovo album“Lovelution”, la rivoluzionedell’amore, che conta di faruscire la prossima estate.L’album non segue un filoneunico e preciso ma spaziadalle storie d’amore all’attua-lità, e comprende brani in ita-liano, inglese e spagnolo.In questi giorni Cosimo è aSiderno per registrare il video di“Voglio rubarti un pensiero”.Contemporaneamente sta lavo-rando a un pezzo da presentareal prossimo Festival di Sanremo.Si tratta di un brano che raccontal’amore tra due persone anziane:dopo 50 anni di matrimonio luidecide di sposare una secondavolta la sua donna per riprometter-le ancora amore eterno. A ispirarlola straordinaria storia d’amore deisuoi genitori. Cosimo trascorrerà “in patria” le

feste di Natale e il 23 dicembre presenterà inanteprima il suo album al Top di Siderno. Per lasua terra ha tanti progetti, tra cui quello di por-tare il suo disco nei teatri calabresi, in collabo-razione con altri artisti locali. “Fare stare beneil pubblico a fine concerto sarà il mio obiettivoprincipale. Ho intenzione di coinvolgere PeppePlatani, il mio papà a livello musicale,Francesco Loccisano e Franco Catricalà, bassi-sta di Chiaravalle”. Prima di lasciarci chiedo a Cosimo cos’è per luila musica. «È la mia religione, io sono ateoquindi la musica è stata la mia salvezza».

Maria Giovanna Cogliandro

Koko De Leo"La musica è la mia religione"

Manca davvero poco per conoscere il nome della più bella del mondo. Questa sera, al teatro del MgmNational Harbor di Washington DC, alle 21:30 ora italiana, si svolgerà la finalissima del concorso dibellezza per la quale si stanno preparando giovani provenienti da tutto il pianeta. Tra queste anche lasplendida calabrese Giada Tropea, di Lamezia Terme, partita dalla Calabria nel mese di novembre perla selezione internazionale. Giada sta rappresentando il nostro Paese dopo avere vinto il titolo nellafinale nazionale dello scorso mese di giugno a Gallipoli e manterrà il titolo di Miss Mondo Italia sinoal prossimo anno. Il concorso che oltre alle sfilate di abiti prevede anche l'esibizione delle Miss in unaspecialità, vedrà Giada Tropea sfidare le concorrenti sui pattini a rotelle.

Questa serauna calabresepotrebbediventareMiss Mondo!

OTELLO PROFETA IN PATRIAVenerdì scorso, al Teatro F. Cilea di Reggio Calabria è andato in scena con successo il Tributo adOTELLO PROFAZIO, un grande spettacolo musicale che ha avuto luogo in occasione del conferi-mento della Cittadinanza Onoraria di Reggio Calabria al "Mastru Cantaturi”. La serata, che ha vistola partecipazione di Mimmo Cavallaro, Cosimo Papandrea, Parafonè, Giovanna Scarfò, ManuelaCricelli, Diego Pizzimenti e tanti altri personaggi della cultura e dell’arte locale, è stata anche una bellaoccasione per fare beneficenza, considerato che il ricavato verrà devoluto all’Associazione Genitori diBambini e Adulti Disabili.

DOMENICA18 DICEMBRE 4ATTUALITÀ www.rivieraweb.it

Oltre al reato di usura gli inquiren-ti si sono trovati spesso connessoa questo anche l’esercizio abusi-vo del credito, l’illecita praticadei finanziamenti abusivi da

parte di soggetti attenzionati nel corso delleinvestigazioni. Tale attività non solo integra,ovviamente, un autonomo reato, ma costi-tuisce il presupposto stesso della praticausuraria, con tutte le note, devastanti conse-guenze sul tessuto economico della zonainteressata dal fenomeno. È il caso, questo,dell’indagine “Bacinella”, per come rilevatodal sostituto procuratore Antonio DeBernardo nel corso della requisitoria delprocesso che si conclude nei prossimi giornidinanzi al Tribunale di Locri. A prescinderedall’accertamento del tasso di interesse pra-ticato, si è provveduto a contestare, altresì, ilreato di esercizio abusivo del credito, reatoasseritamente commesso con modalitàmafiose.L’art. 132 del D.lg. 1 settembre 1993 n. 385,rubricato “abusiva attività finanziaria” stabi-lisce che “chiunque svolge nei confronti delpubblico una o più delle attività finanziariepreviste dall’art. 106 comma 1 senza essereiscritto nell’elenco previsto dal medesimoarticolo è punito con la reclusione da seimesi a quattro anni e con la multa da lirequattro milioni a lire venti milioni”.L’art. 39 legge 262 del 28 dicembre 2005 hapoi stabilito che: “Le pene previste dal testounico di cui al decreto legislativo 1° settem-bre 1993, n. 385, dal testo unico di cui aldecreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58,dalla legge 12 agosto 1982, n. 576, sono rad-doppiate entro i limiti posti per ciascun tipodi pena dal libro I, titolo II, capo II, del codi-ce penale”.Ritiene in tema la giurisprudenza che “Inmateria di abusivo esercizio dell'attività diintermediazione finanziaria, la disposizionedi cui all'art. 8 comma secondo, D.Lgs. n.141 del 2010 non ha abrogato l'aumento disanzione previsto dall'art. 39 legge 262 del28 dicembre 2005” (Cass. Pen., Sent. n.18544 del 27/02/2013). Difatti, la l. n. 262 del2005, art. 39, secondo il quale le pene previ-ste dal testo unico di cui al D.lg. 1 settembre1993, n. 385, sono raddoppiate entro i limitiposti per ciascun tipo di pena dal libro I,titolo II, capo II, del codice penale, non pre-vede una circostanza aggravante, ma si limi-ta a disporre il raddoppio delle pene per ireati previsti dal D.lg. n. 335 del 1993; diconseguenza, la pena massima detentivatestualmente disposta dall'art. 132 va deter-minata in otto anni di reclusione (e nonquattro), così com’è raddoppiata la sanzio-ne pecuniaria.Tra le massime della Cassazione viene evi-denziata la sentenza della Sesta Sezione, n.5118 del 12/02/1999, in particolare: “Non ènecessario, peraltro, che tali servizi sianoresi al "pubblico" inteso in senso di comunitàindifferenziata dei destinatari, essendo suffi-ciente che vengano rivolti anche a unaristretta cerchia di soggetti, e senza che rile-vi, altresì, la destinazione da costoro data aldenaro”. Per la Sezione II, sentenza n. 1628del 14/12/2001: il reato non richiede per ilsuo perfezionamento né l'abitualità né chel'offerta sia rivolta al pubblico. Infine ancorala Sez. 2, sentenza n. 14005 del 05/04/2006,“la cui condotta tipica si sostanzia nella con-cessione di finanziamenti sotto qualsiasiforma, nell'assunzione di partecipazioni,nella prestazione di servizi a pagamento,nell'intermediazione in cambi”.

L’esercizioabusivo del credito

GIUDIZIARIA

RIVIERA

È Francesco Macrì il presidentedel GAL Terre LocrideeCon l’incontro di ieri giunge finalmente a conclusione la fase costitutiva del GAL Terre Locridee.Presso la Sala Consigliare del Comune di Siderno, infatti, si è svolta l’Assemblea Generale del partena-riato seguita dall’Assemblea Costitutiva propedeutica all’elezione del CDA e del presidente che guideràla società.In seguito agli interventi di Guido Mignolli, che ha introdotto i lavori cogliendo l’occasione per ricor-dare quali fossero gli obiettivi da perseguire e le semplici norme da rispettare durante la riunione, e diPietro Fuda, che ha invece ripercorso la storia costitutiva del GAL, iniziata nell’ormai lontano novem-bre 2015, i rappresentanti dei 25 comuni, delle 9 associazioni e delle 44 aziende che hanno già formal-mente aderito alla società si sono a lungo confrontati stabilendo anzitutto di costituire un Consiglio DiAmministrazione formato da nove membri.Al termine della votazione sono stati dunque eletti membri del CDA Pasquale Brizzi, Aldo Canturi,Pietro Fuda ed Enzo Minervino a rappresentanza della sezione pubblica e Giuseppe Capogreco, EttoreLacopo, Francesco Macrì, Pasquale Perri ed Ernesto Riggio a rappresentanza della sezione privata.Alla presenza dei nove componenti del CDA sopra elencati, si è proceduto dunque alla votazione delpresidente e del vicepresidente del GAL Terre Locridee, cariche affidate rispettivamente a FrancescoMacrì ed Enzo Minervino.

Dopo la riunionedi martedì scorso,per il neo elettoCDA è giuntofinalmente ilmomento diiniziare a lavoraresul serio

Capita anche che la Calabria venga ritenuta un modello daseguire.”Smettete di pagare chi inquina. Fate come la Calabria”.È l’appello lanciato ai presidenti delle Regioni dalla CoalizioneItaliana #StopGlifosato.Basta con i premi a chi utilizza il glifosato, erbicida che lo IARC(International Agency for Research on Cancer) ha classificatocome probabile cancerogeno. Basta con l’assurdo principio di“chi inquina viene pagato”.“In attesa della decisione europea sull’eliminazione del compo-sto chimico dai campi e quindi dalla tavola, che dovrebbe arri-vare alla fine del 2017 - ha dichiarato Maria GraziaMammuccini, portavoce delle 38 associazioni italiane riunite in#stopglifosato - le Regioni italiane possono utilizzare gli stru-menti a loro disposizione, in primo luogo escludere il glifosatodai disciplinari di produzione integrata. Come ha fatto laCalabria, prima tra le giunte regionali italiane, ad avviarsi versoun regime di ‘glifosato zero’, interrompendo i finanziamenti a

chi lo utilizza”.Quello della Calabria è un esempio concreto di come leRegioni, abbiano la possibilità di interrompere immediatamen-te il finanziamento delle pratiche agronomiche che prevedonol’utilizzo di un prodotto cancerogeno per gli animali e probabi-le cancerogeno per l’uomo, oltre che principale inquinante delleacque superficiali e sotterranee come evidenziato dai dati Ispra.La Calabria decide così di non piegare la salute dei cittadini agliinteressi delle multinazionali.

La Calabria smette dipagare chi inquina

La nostra Regione ha interrotto il finanziamen-to delle pratiche agronomiche che prevodonol’utilizzo di glifosato, un erbicida che l’AgenziaInternazionale per la Ricerca sul Cancro ha clas-sificato come probabile cancerogeno.

“Anna prese la Caronte, Anna è una carusa,

lo Stretto nel suo sguardo,sguardo di quando il PCI era tutt’altra cosa

se alza il pugno lei lo saGentiloni, mamma mia!,Anna lo rimette in tasca

Anna non vorrebbe andar via.

Marco grossa zucca e poca famaMarco intrepido gendarme,dalla Reggio “gentile e bella”poca stima e manco quella.Ma agli Interni lui lo saè una vera garanzia

reggino vecchio stampoMarco non vorrebbe andar via.

E la politica è una palla e l’Italia un biliardo

quante vite nei flippernon si vede più il traguardo.

Marco dentro a un barlui sa già cosa farà:

“Quaggiù da noi il caffè è pavatu,questa è la mia città”.

Anna, da 29 anni a Roma, non perde un balloMarco solo 15 ma è il miglior cavallo

in una balera che è uno schifoviene la nausea a chi li guarda

non c’è più nessuno che fa il tifo.

Ma dimmi tu dove si arriveràsi tirano fuori i 5stelle:

“Tutti inciuciano,si accordano e si vendono la pelle”.

Invece Grillo vuole votarefuori da Montecitorio continua a protestare

con un’aria da commedia all’italianaè passata anche questa settimana.

Ma la soluzione è lontanacrollano le speranza una ad una,l’Italia guarda e anche se ride

se la sta facendo sotto dalla paura.

E il Natale, in silenzio, ora si avvicinacon un mucchio di stelle brilla la strada

cosa si festeggia,forza, chi lo sa?

Se nessuno si decide a far qualcosadi Bel Paese solo il formaggio resterà.

Anna in 29 anni 4 milioniMarco che ha aperto il giro di stoppa risponde:

“di mano!”Per chiunque volesse giocare Una poltrona aggiungiamo.Maria Giovanna Cogliandro

Anna e Marco

Satireggiando

Chiediamo scusa per questonostro azzardo solo ed esclusiva-mente al caro Lucio Dalla.

Nelle stanze ovattate del potere sono entrati tantissimi eletti calabresi.Alcuni di forte personalità e di notevole intelligenza ma nessuno diloro ha provato ad aprire le porte sbarrate del Palazzo. Tra di lorotante ottime persone che viste dalla Calabria sembravano gigantima che sostanzialmente sono state fugaci ombre sparite nel nulla.

Copertina

MarcoMinniti,

un'altra fugaceombra per

LA CALABRIA?

www.rivieraweb.it DOMENICA 18 DICEMBRE 07

La nomina di Marco Minniti a 29° Ministrodell’Interno della Repubblica Italiana hagenerato facili entusiasmi tra le fila dei poli-tici locali. Certo, avere un politico nato e

formato a Reggio Calabria a ricoprire un ruolo diprimo piano tra le fila del Governo può risultareai più un risultato importante e da salutare confavore in vista dell’auspicato occhio di riguardocon il quale Minniti si sentirà obbligato (in teoria)a trattare la sua terra natia; eppure, a ben guarda-re, potrebbe non essere tutto oro quello che luc-cica.Questa affermazione non deriva da una mancan-za di fiducia a priori nella capacità dell’esponentereggino del Partito Democratico, ci mancherebbealtro, quanto innanzitutto dalla sua storia politicarecente, che l’ha visto sempre presente, con diver-si incarichi, tra le fila del governo.Benché possa essere condivisibile l’orgoglio per lanomina di Minniti espressa da Oliverio, dunque,non ci sentiamo di affermare così supinamenteche la consegna di questo incarico al nostro cor-regionale rappresenti un elemento a suffragio delmomento propizio che la Calabria sta vivendo.Del resto, negli ultimi quindici anni, Minniti èstato rispettivamente Sottosegretario di Stato perdue mandati e Viceministro dell’Interno, posizio-ni dalle quali non ci sembra che si sia poi sperti-cato così tanto per la nostra regione (e, a dire laverità, non ci saremmo nemmeno aspettati nulladi diverso da un membro dell’esecutivo naziona-le, dato che, se ogni rappresentante di governodovesse dare la precedenza alla regione nellaquale è nato o cresciuto tanto varrebbe cestinarela Repubblica in favore dell’Anarchia).Ancora più fuori luogo, a tale proposito, ci sem-bra la certezza di Falcomatà nel dichiarare che ilprimo punto all’ordine del giorno nell’agenda delbuon Marco è certamente Reggio Calabria.Sarebbe bene che il sindaco dallo splendidocapello, infatti, ricordasse che le funzioni princi-pali del Ministro dell’Interno sono la salvaguardiadella finanza locale e dei servizi elettorali, la vigi-lanza sullo stato civile e sul territorio, la tutela deidiritti civili e, più importante di tutti, dell’ordine edella sicurezza pubblica, così che augurarsi che ilprimo punto all’ordine del giorno del Ministro siaReggio Calabria sarebbe un po’ come auspicarelo scioglimento del comune per mafia. E siamocerti che Falcomatà non sia poi così stanco diamministrare.Sulla stessa scia si pongono i più convinti sosteni-tori del Partito Democratico, cui fanno da con-traltare detrattori che leggono invece nella nomi-na di Minniti la sadica orchestrazione dei poteriocculti.A parer nostro, Minniti non è né un diavolo pron-to a ingannare nel suo esclusivo interesse né l’an-gelo sceso dal cielo a dare la buona novella aicalabresi. Non difende gli interessi del malaffarené pensa esclusivamente a come tirare fuori laCalabria dal fango.Questo perché Marco Minniti, prima ancora chereggino, è un politico.E da politico tutto italiano siamo certi che si com-porterà.

Jacopo Giuca

Marco Minniti: un politico come

tutti gli altri

Non chiediamo a Marco Minniti “qualche euro in più” per laCalabria. Troppo poco e troppo scontato! Se potessimo gli chiederemmo di forzare le “porte” e scardinare icatenacci che impediscono agli “esclusi” - soprattutto ai calabresi - disentirsi parte dello “Stato”.

ILARIO AMMENDOLIA

Marco Minniti è il nuovo ministrodell’Interno.L’ho conosciuto circaquarant’anni fa nel Partito comunistaitaliano e da allora siamo rimastisempre amici. Il segreto di una qual-siasi amicizia è il reciproco rispettoanche, e soprattutto, quando non si è

d’accordo. A questo bisogna aggiungere che, nonostante il nostrorapporto e nonostante Lui abbia ricoperto importantiincarichi di governo, non gli ho mai chiesto nulla di per-sonale e Lui ha sempre rispettato le mie idee anchequando sono state differenti (e in alcuni casi opposte)alle Sue.Per esempio ci siamo confrontati sul “caso Platì” o suicasi dei Comuni sciolti per mafia, ma ognuno è rimastosulle proprie posizioni. Lui convinto di essere coerentecon la sua storia e io con la mia.Oggi Minniti è ministro dell’Interno in un governo chepresumibilmente durerà poco tempo. Io non chiederei a Minniti “qualche euro in più” per laCalabria. Troppo poco e troppo scontato!Se potessi gli chiederei di forzare le “porte” e scardina-re i catenacci che impediscono agli “esclusi”- soprattut-to ai calabresi - di sentirsi parte dello “Stato”. Non è facile!Ci provò da ministro Pietro Nenni, un socialista con unaforte tempra di combattente e che aveva conosciuto car-cere ed esilio oltre che la morte di una figlia in un campodi concentramento nazista. Fu Lui a scrivere : "...voi nonsapete che razza di Stato hanno fatto. Uno Stato debo-le con i forti e forte con i deboli".Una volta ministro tentò di cambiarlo ma il vecchioleone socialista perse la sua battaglia nel momento in cuifu preso prigioniero nella “stanza dei bottoni” anziquando comprese che i “bottoni”- nonostante la suapresenza nel governo - rimanevano saldamente in altremani.Il paradosso è che Nenni uscì dal carcere più forte emotivato di prima, invece dalla “stanza dei bottoni” nevenne fuori stanco, provato, scoraggiato e disarmato etale restò per il resto della sua vita.La sua "ingenuità” è stata quella di pensare di poter vin-cere la sua battaglia operando in solitudine all’internodel “Palazzo”, convincendo o obbligando i detentori diun potere secolare a cambiar natura.Non è possibile!Senza alcuna retorica, questa è una battaglia che non sipuò vincere senza gettare sulla bilancia il peso delle clas-si sociali escluse e di interi territori emarginati.Un ministro che non si fece prender prigioniero fu cer-tamente Brodolini, il padre dello “Statuto dei lavorato-ri”. Lo dimostra il fatto che andò a illustrare lo “Statuto”nel municipio di Avola occupato e trascorse il suo ulti-mo Capodanno in una tenda collocata a piazzaMontecitorio tra gli operai impegnati in un'aspra lottaper il rinnovo dei contratti.

Comprese che lo “Stato” si cambia operando dall’alto edal basso. Purtroppo visse troppo poco.Così, lo Stato è ancora quello che aveva ben descrittoPietro Nenni mezzo secolo fa, anzi sempre più espres-sione dei “forti” e sempre meno dei deboli.Sempre più ostile al Sud e alla Calabria.Nelle stanze ovattate del “potere” sono entrati tantissi-mi “eletti” calabresi. Alcuni di forte personalità e dinotevole intelligenza ma nessuno di “loro” ha provatoad aprire le porte sbarrate del “Palazzo”. Così, senzalasciare alcun segno, sono passati i Lucifero, i Cassiani, iMisasi, i Puia, Principe, Casalinuovo, Ligato, Antoniozzie tanti altri ancora. Tra di loro tante ottime persone cheviste dalla Calabria sembravano giganti ma che sostan-zialmente sono state fugaci ombre sparite nel nulla.Voglio pensare che non sarà così per Marco Minniti.Il “Viminale” è stata sede di casa Savoia prima che lafamiglia dei re d’Italia andasse ad abitare al Quirinale. Agli occhi di tanti, compreso i miei, rappresenta unpalazzo ostile e inaffidabile, basti pensare che da quelluogo partì l’ordine di sparare ai nostri contadini o diproteggere coloro che avevano ordinato la strage diPortella della Ginestra. Marco Minniti ha iniziato il suo lungo viaggio partendodalla Calabria degli “ultimi”, degli “esclusi”, del pensie-ro ribelle a un ingiusto ordine costituito.Ha fatto parte di una generazione che ha sognato l’u-guaglianza e la libertà. Il riscatto della gente di Calabria!Quindi ha fatto la sua lunga marcia dentro le Istituzioni. Sono sicuro che non potrà rassegnarsi al fatto che laCalabria raggiungerà i livelli di sviluppo del Nord Italianel 2143, quando i ghiacciai, secondo alcuni, sarannosciolti e intanto la maggioranza dei nostri giovani rinun-ceranno a cercarsi un lavoro perdendo così la propriadignità di cittadini liberi.“Ordine” per me non sono le divise, né le toghe bensìentrare in un ospedale e avere le stesse cure che puòpermettersi un azionista di banca invece che scenderenegli inferi della sanità calabrese. Così come non ci puòessere “legalità” quando cinque milioni di nostri concit-tadini vivono nella miseria più nera!Allora a Marco Minniti io non chiedo qualche euro inpiù per la Calabria. So che questo, nella misura in cui lopotrà, lo farà senza che gli venga chiesto.Chiedo un gesto che obblighi questo governo - e quellisuccessivi- ad adeguarsi e cioè che si stabilisca, in manie-ra solenne e, una volta per tutte, che i principi fonda-mentali della Costituzione debbano essere consideratiprescrittivi. I Costituenti non hanno approvato un “Manifesto” maun atto fondamentale in cui riconoscerci come comu-nità nazionale.Nessuno può riuscirci operando da solo, quindi Minnitipotrebbe avere successo solo se non si farà prendere pri-gioniero nelle stanze del Viminale.Ed è questo l’augurio sincero che io faccio a MarcoMinniti e alla Calabria.

MarcoMinniti,

un'altra fugaceombra per

LA CALABRIA?

DOMENICA18 DICEMBRE 08www.larivieraonline.com ATTUALITÀ

È stato scarcerato mercoledì per decorrenza di termini Alessandro Figliomeni, ex sindaco di Siderno coinvolto nel-l’inchiesta Bene Comune - Recupero che nel 2010 lo vide incriminato insieme a diverse altre persone. La scarcerazio-ne giunge esattamente a 6 anni di distanza dall’arresto ed è stata diffusa direttamente da Figliomeni, che l’ha volutaconsiderare come un anticipato e importantissimo regalo di Natale.

Scarcerato l’ex sindacoAlessandroFigliomeni

RIVIERA

Alle prime luci dell’alba del 14 dicembre, tra i comuni di Siderno, Locri e Bovalino si è svolta l’opera-zione Stazioni a Luci rosse dei Carabinieri del Gruppo di Locri per l’esecuzione di un provvedimentodi custodia cautelare nei confronti di 4 persone ritenute responsabili a vario titolo di sfruttamento efavoreggiamento della prostituzione. Tra essi i sidernesi Francesco Oppedisano e Giovanni Macrì col-pevoli, rispettivamente, di aver sfruttato delle giovani ragazze dell’est Europa arrivate sul territorionazionale con false promesse per poi essere costrette a prostituirsi nelle vie adiacenti le Stazioni ferro-viarie di Siderno, Locri e Bovalino e di aver favorito la prostituzione accompagnando talvolta le donne,con la propria autovettura, sul “luogo di lavoro”.

Smascherato giro di prostituzionenella Locride

Il Comune di Siderno, in collaborazione con l’Associazione Amici del libro e della Biblioteca, orga-nizza la presentazione del libro Gli Indimenticabili Personaggi Sidernesi, che si terrà questa mat-tina, domenica, 18 dicembre, alle ore 11, presso il Palazzo de Mojà di Siderno Superiore. Ai Salutidell’Assessore alla Cultura di Siderno Ercole Marcrì, seguiranno gli interventi del Presidentedell’Associazione Amici del Libro e della Biblioteca Cosimo Pellegrino e il Direttore Responsabiledel nostro settimanale Maria Giovanna Cogliandro. Modera Pino Albanese.La cittadinanza è invitata a partecipare.

Questa mattinaa SidernoSuperiore lapresentazione del libro Gliindimenticabili

Termina, dopo 6 anni , la vicendagiudiziaria dell’ex primo cittadinosidernese, rimasto coinvolto nel-

l’inchiesta Bene Comune

Scerbo si dimette da sindaco di Palizzi ecede il testimone aErminio Fiumanò

A seguito dell’inchiesta Ecosistema,nell'ambito della quale ha ricevuto unavviso di garanzia, il Sindaco di PalizziWalter Scerbo si è sospeso dalla carica.La notizia è stata resa ufficiale lunedìtramite una lettera inviata dallo stessoScerbo.“Quanto accaduto - scriveva Scerbo -ha toccato inaccettabilmente la miafamiglia, che nessuna parte ha avutonella vita politica di questa città se nonessere la famiglia del Sindaco. Cosìstando le cose, al momento, sento diavere la necessità di prendere unperiodo di riflessione lontano dallescene politiche, fintantoché non ritrovinuovamente le condizioni ottimali persvolgere appieno il mandato elettivo. Iltestimone passa a Erminio Fiumanò,che assumerà il ruolo di sindaco facen-te funzioni. Tanto lo devo a me stesso,alla mia famiglia, ai miei elettori e aPalizzi”.

L’attuale governo calabrese a guidaPD presieduto da Mario Oliverio,eletto due anni fa, novembre2014, avrebbe dovuto essere, sec-ondo gli ‘esperti’ quello della svol-ta per la Calabria. Tante promessee tanti sogni erano nati da quellacampagna elettorale… A distanza

di due anni, niente è cambiato, la situazione èquella che è sempre stata, pare che sia un tut-t’uno con gli ultimi governi che si sono avvi-cendati. Nessuno si aspettava che questiavessero la bacchetta magica e risolvessero inun batter d’occhio tutti i mali atavici di questaregione, o raddrizzassero, in un lampo, unasituazione disastrosa che si protrae da decen-ni, però due anni avrebbero dovuto essere suf-ficienti per dimostrare, quantomeno, segni dibuona volontà politica, che facessero sperare.Invece, neanche questo. Purtroppo le con-dizioni politiche, sociali e soprattutto eco-nomiche della nostra regione sono sotto gliocchi di chi vuol vedere. Tutti i dati economicie occupazionali risultano negativi e stabilis-cono il triste primato di regione più disoccupa-ta d’Europa, il lavoro continua a mancare, lasanità, specialmente nella locride continua aessere un tabù, il turismo è in affanno e il con-nubio mafia-politica è sempre più saldo, conun sistema di corruttela che la fa da padronacosì come da anni denunciano alcuni mass-media regionali, che vogliono fare vera infor-mazione. Ovviamente, tutto ciò incide sullaqualità della vita e infatti siamo agli ultimiposti di tutte le graduatorie. Lo scandaloRimborsopoli, in cui sono rimasti coinvoltialcuni consiglieri regionali, la vergognosavicenda di ‘Calabria Verde’, società in housedella regione che vede implicati dirigenti epolitici, e la dovuta restituzione di ingentifinanziamenti statali per imperizia e incapac-ità di utilizzo da parte di assessori e relative

strutture che non hanno idea di ciò che gestis-cono e quali siano le competenze proprie,stanno là a dimostrare tutta l’inettitudine dellapolitica calabrese. E allora? Se si continuerà afare solo demagogia politica con annunci eproclami, se non ci si attrezzerà sufficiente-mente di raziocinio, volontà politica, buonsen-so e soprattutto di amore per la propria terrae la propria gente, per ottenere ‘veri’ finanzia-menti pubblici, non quelli sbandierati da Renzicome spot nella campagna referendaria perassicurarsi consensi alla riforma dellaCostituzione, e soprattutto saperli impiegareadeguatamente, per esempio redigere unpiano regionale per creare lavoro e occu-pazione, cercando di arginare così la fuga deigiovani e forse di intere famiglie,realizzare unprogetto complessivo per la messa in sicurezzadel territorio e ridurre sia il rischio idrogeo-logico che sismico, concretizzare e mettere inpratica le teorie delle politiche sociali per lefasce più deboli e disagiate. Se, insomma, neiprossimi tre anni non sarà attuata una inver-sione di rotta, vuol dire che la Calabria avràperso altro tempo prezioso per potersi risolle-vare, e l’esperienza di Oliverio passeràanch’essa in archivio finendo nel dimentica-toio. Sarà annoverato come l’ennesimo gover-no regionale che non ha saputo o voluto prati-care la vera svolta per la rinascita di questabellissima terra, perché fino ad ora, senzadover scomodare le agenzie di sondaggi perstabilire l’indice di gradimento,chiunque puòcapire, in modo del tutto obiettivo, che anchequesto governo calabrese è stato assoluta-mente carente a livello politico e improduttivoper tutto ciò che avrebbe dovuto essere “BeneComune”, avendo di gran lunga disatteso leaspettative e soprattutto le linee del program-ma politico stesso.

Pasquale Aiello

Oliverio ha perso l’occasionedi far rinascere questa terra?

DOMENICA18 DICEMBRE 10www.larivieraonline.com SOCIETÀ

I fotografi Martin Errichiello e Filippo Menichetti hanno prodotto la scorsaestate un bellissimo reportage che narra il “non finito calabrese” e di come lesperanze della società degli anni ’60, si siano trasformate nel disperato isola-mento di chi in Calabria ci vive oggi.

Il Reportage

La scorsa estate i fotografi MartinErrichiello e Filippo Menichetti hannointrapreso un viaggio lungo i 442,9 chilo-metri dell’Autostrada Salerno ReggioCalabria producendo un meraviglioso

reportage dal titolo In quarta persona, una splen-dida ricerca visuale che, attraversando da nord asud la nostra regione, ne ripercorre la complicatastoria fatta di buoni intenti e di eccezionali pro-getti incompiuti, di desiderio di rivalsa e oppres-sione sociale. Dal loro reportage, l’Internazionaleha ricavato dodici immagini struggenti a testimo-nianza del “non finito calabrese”, croce di unasocietà alla quale gli anni dell’espansione econo-mica avevano promesso tanto, ma alla quale indefinitiva pochissimo è stato dato. Attraverso undesolante scatto della Diga sul Metramo, adesempio, Errichiello e Menichetti ci ricordanouno spreco valso 900 milioni di lire per servire unimpianto siderurgico mai realizzato e che, oggi,

non è altro se non un triste bacino di acqua piova-na. Ma i due professionisti ci parlando anche delsuddetto impianto, che costò la casa e la residen-za ai cittadini di Eranova, paese raso al suolo perlasciare spazio a una promessa di industrializza-zione della quale, oggi, non rimane che la desola-zione di foto antiche. E che dire dellaLiquichimica, inaugurata nel 1973 e chiusa pochigiorni dopo per la presenza di componenti cance-rogene lasciando in cassintegrazione i suoi lavora-tori per 23 anni? O della stessa A3, fortementevoluta dal governo Fanfani nel 1961 e mai vera-mente terminata, soprattutto oggi che la data diinaugurazione del 22 dicembre, recentemente fis-sata da Matteo Renzi, è saltata a causa della crisidi Governo? Queste altre storie dalla struggentebellezza sono le protagoniste di un servizio chevale la pena vedere fino in fondo sul sito inquar-ta.persona.co.

Jacopo Giuca

Viaggio nella Calabria che avrebbe dovuto essere

In alto: ciò che rimane di Eranova, foto antiche e di famiglia del paese raso alsuolo per lasciare spazio a un impianto siderurgico mai realizzato. Nell’angolo adestra, la diga sul Metramo, oggi inutilizzata. In basso, alla prima riga, i resti di una miccia detonante utilizzata nell’esplosione controllata del viadotto italia, adistra. Alla seconda riga, i moti di reggio, il braccio di un lavoratore di Rosarno, un lavoratore del Porto di Gioia Tauro e una incisione rupestre nei pressi dell’A3.

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Come si dice: “Parlo col genero e risponde lasuocera”. Anzi, che dico: il portafogli dellasuocera! Il quale mi chiama in causa a riguar-do della lettera aperta indirizzata al Sindaco diSiderno per scongiurare l’appalto del cosiddet-to “Anfiteatro di Siderno Superiore”. Non è,infatti, il primo cittadino a replicare a quell’in-vito, bensì, guarda caso, il progettista dell’ope-ra.Prescindendo dall’inopportunità, dall’invaden-za e dal mostruoso impatto ambientale e urba-no su cui mi sono già espresso, la “bella”performance della composizione urbanistico-architettonica del progetto dell’ “Anfiteatro”sfoggiata sul giornale e su internet e all’esposi-zione di Roma, esiste soltanto nella fantasia enei computer dei progettisti. Vero è invece chel’opera presentata al Comune di Siderno,approvata e mandata in appalto, consiste soloin un enorme muro in cemento armato grigioalto 12 metri. Ai progettisti è stato conferito incarico di redi-gere un progetto di opera compiuta per l’im-porto lordo di € 350.000,00. Ci si è invece arro-gata l’autorità di proporre un chimerico pro-getto fantasma da oltre un milione di euro,forse ipotecando per il futuro una proficuariserva, di cui far realizzare per il momento –momento eterno? - solo un grosso muro incemento. Non si comprende, oltretutto, come si possaapprovare e mandare in appalto un monconedi progetto fantasma in spregio, oltretutto, allevigenti norme urbanistiche del PianoRegolatore Generale là dove si prescrive perl’area di Siderno Superiore “che ogni interven-to edilizio e urbanistico sia da subordinare ad un“Piano di Recupero geostatico e sismico” (v. art43 NTA). Ignorando, poi, che esiste un Pianodi Recupero per Siderno Superiore, approvatocon Delibera di Consiglio Comunale n. 22 del22.03.1995, e che riporta – guarda caso - lafirma dell’ing. Tito Albanese (altro che mono-polio!), il quale strumento urbanistico impedi-sce quel genere di opere e richiede, peraltro,per ogni intervento nel borgo antico, il preven-tivo parere paesaggistico della Sovrintendenzaai beni ambientali, artistici e architettonici.Dove sei mai, sacrosanta Sovrintendenza!?Abbiamo già molti esempi di storiche offeseper avventati interventi pubblici a SidernoSuperiore. È sotto gli occhi di tutti quel murodi pietre e cemento che ha criptato la seicente-sca Chiesa del Rosario riducendola ad un pie-toso rudere. Ricordiamo bene la demolizionedella Chiesa dell’Annunziata ad opera delComune di Siderno. E ricordiamo financheuna delibera di Giunta Comunale del 1988 perla demolizione della Chiesa di San Carlo alfine di ricavarne un parcheggio. Valsero allorale rimostranze di due zelanti cittadini, tra cuilo scrivente, a far desistere il Comune da quel-la barbara minaccia.Ed è per questo che a decidere di certe operepubbliche, prima ancora cheun’Amministrazione Comunale, dovrebbeessere una società civile composta di cittadinibene informati e culturalmente motivati – siapure in un pubblico confronto - che non ignariprogettisti, prodighi di sagacia e spregiudica-tezza, con proposte del tutto estranee allarealtà sociale e urbana del nostro centro stori-co e a una preordinata pianificazione del recu-pero, senza alcuna remora di poter provocaredanni irreversibili all’integrità di quel contestourbano. Rinnoviamo perciò l’appelloall’Amministrazione in carica affinché si rendapartecipe e responsabile di opere avallatesenza un’adeguata verifica della validità e delpubblico interesse cui la stessa è destinata. Prendiamo atto con sollievo e speranza dellapresa di posizione di un gruppo di giovani dalnome “Sei di Siderno SE…” che su Facebookha già promosso una campagna di difesa dallaselvaggia cementificazione del borgo antico.Siamo in buona compagnia, ragazzi! Ma fosseRaffaele Macry Correale l’ultimo paladino diSiderno Superiore, può egli rassicurare i suoiconcittadini che si dovrà passare sul suo cada-vere prima che si consumi quello scempio. Ed infine, in merito allo sterile e penoso sarca-smo sui sentimenti e sui ricordi, affido ad altriogni miserevole commento. Se pur commentomerita.

Raffaele Macry Correale

Avevo scritto al sindaco ma mi harisposto l’architetto

A un mese dalla scomparsa

Una donna gentile e sorridente

Domenica scorsa un infarto ha causato laprematura morte del vigile urbano delComune di Platì Nazareno Garreffa, di appe-na 51 anni. La notizia, divulgata dal SindacoRosario Sergi, ha scosso l’intera comunità,che conosceva la professionalità e la gentilez-za di Garreffa fin dal lontano 2008, quandoiniziò a servire la città espletando con diligen-za e professionalità il proprio ruolo.Nazareno Garreffa ha lasciato la moglie edue figli, uno dei quali sposatosi appena l’e-state scorsa.

Stroncato daun infartomuore a 51anni il vigileurbano di Platì

Cara mamma, tu sei stata una figlia, una moglie, una madre, una nonnama soprattutto, una donna meravigliosa di quelle chenon si incontrano tutti i giorni. Speciale, lavoratrice sinda piccola con l'instancabile voglia di fare del bene aglialtri e in particolare alla tua famiglia. La famiglia è ilvalore più forte che ti rappresentava, sempre dedita aifigli, al marito e sempre presente per i tuoi nipotini.Immensa era anche la dedizione che avevi verso il barDolcetto che da anni, non hai mai smesso di portareavanti, fianco a fianco a tuo marito e i figli Antonio,prima, e Francesco, dopo. Alla gente rimaneva impres-sa la tua gentilezza, il tuo sorriso e la tua eleganza. Orapiù che mai, si avverte la nostalgia all'interno dellapasticceria e si sente soprattutto all'interno della tuafamiglia che ti ama profondamente. Vogliamo ricordar-ti bella e raggiante come sei sempre stata perchè nessu-no muore davvero se vive nei cuori di chi resta.

Con amore, i tuoi figli Teresa, Antonio, Rosa e Francesco

e i nipoti tutti

Siderno piange MicheleAntico, scomparso prematu-ramente lo scorso fine setti-

mana all'età di 56 anni.Affetto dalla nascita da sor-domutismo, Michele era unuomo buono e benvoluto datutti, capace in un attimo di

addolcire le giornate dichiunque grazie al suo sguar-do gentile e al suo sorriso

bonario.

Il cordoglio di Siderno per la scomparsa di Michele Antico

Nelle scorse settimane si è svolta la nota "Fiera Cavalli" a Verona,che conclude la stagione agonistica delle specialità Barrel Racing ePole Bending, che vede gareggiare cavalieri provenienti da tuttaEuropa per aggiudicarsi l’ambito titolo di campione europeo. Vadata una nota statistica: questo è stato l’anno in cui è stato battutoil record di partecipanti: più di 300 cavalli in gara! Nota importanteper questa disciplina, ma specie per la fiera che ospitava l'evento.Ed è in questa cornice di energia e competizione che ha brillato tratutti un giovanissimo campione calabrese di soli 15 anni, LeonardoPrezioso, di Bovalino, che con grande orgoglio ha regalato questasoddisfazione a tutti i conterranei presenti vincendo l’importantissi-mo titolo di Campione Europeo di Pole Bending Youth 2016, sulsuo pluripremiato cavallo di nome "BB Fritz Cal Snapper", cavalloche solo in quest’anno vanta, tra i numerosi titoli vinti, anche il tito-lo di Campione Italiano di Pole Bending Open 2016, guidato daGiovanni Adamo e il titolo di Reserve Champion Europeo diBarrel Racing Open 2016, cavalcato da Tiziana Ferrigno, che tral'altro è la mamma del giovane campione. Il Pole Bending è unaspecialità che prevede di dover superare, senza farli cadere, seipaletti attraverso una serie di slalom eseguiti nel più breve tempopossibile, pratica che richiede notevole concentrazione, bravura,tecnica e specialmente feeling con il cavallo, requisiti che LeonardoPrezioso ha dimostrato di possedere ampiamente conseguendoquesto ambito titolo che alla sua età è inusuale e fonte di orgoglio.Non è marginale far notare anche il tempo entro il quale ha conclu-so la sua performance: appena 20.031 secondi, praticamente temporecord Arena.

È di Bovalino il campione europeo di Pole Banding

ATTUALITÀ

Quel che è certo è che non se l'aspettava minimamente. "Non era previsto - scrive il sindaco di Riace, DomenicoLucano, sul suo profilo facebook - che il Papa un giorno scrivesse una lettera a uno come me, seguace di NataleBianchi, Sasà Albanese, Francesco Cirillo, Peppino Lavorato, Emilio Sirianni, Giuseppe Impastato - solo per farealcuni nomi che hanno ispirato la mia azione sociale e politica in questa terra di frontiera, contrasti, ombre e a volteanche luci che è la Locride, estrema periferia italiana". Nei giorni scorsi Papa Bergoglio ha espresso gratitudine alsindaco di Riace per l'impegno a favore dei migranti, impegno che ha avuto modo di conoscere più da vicino in occa-sione del summit del 10 dicembre in Vaticano, promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze.

“Caro fratello sindaco" - ha iniziato - (...) Conosco le sue iniziative, lotte personali e sofferenze. Le esprimo, perciò,la mia ammirazione e gratitudine per il suo operato intelligente e coraggioso a favore dei nostri fratelli e sorelle rifu-giati. Le porte della mia casa saranno sempre aperte per lei e per questa nuova rete”. Il Papa molto probabilmentefa riferimento al suggerimento emerso durante i giorni del vertice in Vaticano di creare una rete di sindaci. Il ponte-fice chiude la missiva con la preghiera di rito: “Mentre chiedo al Signore di non abbandonarla mai, soprattutto inquesto momento difficile, la accompagno con riconoscenza e affetto. Non si dimentichi di pregare per me o, se nonprega, le chiedo che mi pensi e mi mandi buona onda”.

È Vibo Valentia la "maglia nera" tra le province italiane per qualità della vita. Asostenerlo è l'indagine annuale del Sole 24Ore che ogni anno mette a confronto suscala nazionale una serie di indicatori: affari, lavoro e innovazione; reddito, rispar-mi e consumi; ambiente, servizi e welfare; demografia, famiglia, integrazione; giu-stizia, sicurezza, reati; cultura, tempo libero e partecipazione. Alla provincia diVibo Valentia, che perde una posizione (lo scorso anno era penultima dopo esse-re già stata in coda nel 1997 e nel 2005) spetta, per l'edizione numero 27 del rap-porto del quotidiano economico, l'ultimo posto in classifica, il 110/mo. A precede-re il vibonese c'è Reggio Calabria che risale di una posizione: lo scorso anno, infat-ti, era ultima. Al 106/mo posto, poi, c'è Crotone, che ne perde 17 rispetto all'edi-zione dello scorso anno mentre Cosenza scende di tre posizioni al 103/mo posto.Guadagna cinque punti in classifica, invece, Catanzaro che dal 100/mo posto del2015 risale al 95/mo.

Vibo e Reggio Calabria leultime province per vivibilitàsecondo il Sole24Ore

Mimmo Lucano: "Sono sorpreso abbia scritto a uno come me"

Papa Francesco invia una lettera al sindaco di Riace.

www.larivieraonline.com DOMENICA18 DICEMBRE 17

18Dicembre

LOCRI18:00, Piazza dei Martiri: KARAOKE INPIAZZAMARINA DI GIOIOSA JONICA 16:00,Palazzetto Via F.lli Rosselli:ASPETTANDO IL NATALE, Mercatinoartigianale, animazione, food,divertimento e premiSIDERNO 16:00, Piazza Portosalvo: ARTECREATIVITÀ E PASSIONE, Stand conesposizioni di lavori artigianali e sfilata dimoda; 18:00, Aula Consiliare Comune: 1°GALÀ DEL PANDOLIO - Convegno;19:00, Corso della Repubblica: 1° GALÀDEL PANDOLIO - Degustazione

19Dicembre

GIOIOSA JONICA16:00, Palazzo Amaduri: L’ARTEDEI FILATI, Workshop epresentazione prodotti pregiatidell’artigianato tessileLOCRI 18:00 fino al 22/12, Piazza deiMartiri: DJ SETREGGIO CALABRIA 17:30, Museo Nazionale:PRESENTAZIONE LIBRO DELPROF. GIUSEPPE MACRÌ

21Dicembre

LOCRI20:00, Piazza dei Martiri: CONCERTODI NATALE LICEO CLASSICO IVOOLIVETIPLATÌ17:00, GIOCHI D’ANIMAZIONE PER IBAMBINI, CON BABBO NATALE CHEDISTRIBUIRÀ DOLCIUMISANT’ILARIO17:30, MOSTRA PITTORICA "LANATIVITÀ" ED ESPOSIZIONEPRESEPI; 19:00, Chiesa Sant’Ilarione:CONCERTO DI NATALE

22DicembreCIRELLA15:00, CONCERTO DI NATALECON I RAGAZZI DEL CAMMINOEMMAUSLOCRI20:00, Palazzo della cultura:FESTIVAL MITICONTEMPORANEI; 20:30, Piazzadei Martiri: SPETTACOLO DICABARET CON LINO BARBIERIGIOIOSA JONICA 9:30, Sala UNICEF: ADOTTA UNAPIGOTTA

20GIOIOSA JONICA18:00, AuditoriumComunale: CONCERTODEI RED STOP,Presentazione albumMAGPLATÌ 18:00, CONCERTO DINATALE CON I RAGAZZIDEL CAMMINO EMMAUS

23ANTONIMINA20:30, Scuole elementari Via Littorio:PROIEZIONE FILM PER GRANDI EPICCINIGIOIOSA JONICA19:30, Vie del Centro: A NINNA DUPUNTUNU Promosso dal Complessobandistico G.RossiniLOCRI

18:00, Piazza dei Martiri: BANDA SANSSOUCI, SERATA ITALIANA CHRISTMASEDITIONMARINA DI GIOIOSA JONICA Fino al 26/12 Piazza Ex Calabro Lucane:CHRISTMAS VILLAGEPORTIGLIOLA17:00, Ex Scuola Media: ASPETTANDOIL NATALE, Proiezione film per bambini

LOCRI 18:00, Piazza dei Martiri:XMAS IN NIGHT + DJSETPLATÌ23:30, Chiesa Matrice:FIACCOLATA CONSOTTOFONDOMUSICALE DI PEPITA EZAMPOGNAPORTIGLIOLA

18:30 e fino al 6/1/2017VISITA PRESEPEMECCANICO AGRANDEZZANATURALE; 23:00,SANTA MESSA DELLANOTTE EINAUGURAZIONEPRESEPE MECCANICOA GRANDEZZANATURALE

Dicembre

Dicembre

24Dicembre

DOMENICA18 DICEMBRE 18www.larivieraonline.com CULTURA

Inaugurata laBiblioteca delCentro StudiLuigi Vento

Domenica 11 dicembre 2016, in via deiCiliegi a Siderno, si è svolta la cerimoniadi inaugurazione della Biblioteca eCentro Studi Luigi Vento.Luigi Vento e� stato un uomo di cultura,scrittore, ricercatore di storia e di lette-ratura calabrese, nonche� fine intellettua-le. Laureatosi in Lettere classicheall’Universita� di Messina, allievo di DeFranciscis, Petrocchi e Cingari, ha inse-gnato, da ordinario, letteratura italiana estoria negli Istituti superiori. Si e� sempreinteressato delle vicende storiche, lette-rarie e culturali del Mezzogiorno e dellaCalabria. Ha lasciato un vasto patrimo-nio librario, documentario, artistico efoto- grafico.Il suo sogno era quello di metterlo adisposizione degli studiosi con la istitu-zione di un Centro studi-Casa della cul-tura. Così i suoi parenti hanno deciso ditramutare il sogno del prof. Vento inrealta� con la costituzione di un Centrostudi a lui dedicato. S

ono da poco terminate le riprese delcortometraggio di produzione artisticadella Bird Production, finanziato dalconsorzio del progetto “A bridgebetween cultures” guidato dal Comunedi Siderno, nella persona del SindacoPietro Fuda e coordinato dall’Assessoreall’Istruzione Ercole Macrì, realizzatoin collaborazione con gli allievi della

prima Scuola di Cinematografia della LocrideBirdLand Studios.“Bridge” è un Partenariato Strategico KA2 Erasmus+di Cooperazione per l’innovazione e lo scambio dibuone pratiche che promuove la cooperazione traautorità pubbliche e scolastiche a livello locale/regiona-le, scuole e altri soggetti del territorio. Si tratta di unprogetto di cooperazione transnazionale di larga scalache offre l’opportunità alle organizzazioni attive neisettori istruzione e gioventù, a enti pubblici, organizza-zioni della società civile di cooperare al fine di attuaree trasferire pratiche innovative a livello locale, regiona-le, nazionale ed europeo; modernizzare e rafforzare isistemi di istruzione; sostenere effetti positivi e di lungadurata sugli organismi partecipanti, sui sistemi e sugliindividui direttamente coinvolti.Il Progetto, vede come partner internazionali laRegione Valenciana – Direzione GeneraleEducazione, Cultura e Sport (ES), l’Ispettorato

Scolastico della Regione di Alba Iulia (RO), ilDirettorato Generale dell’Istruzione Superiore dellaRegione di Konak (TK), il Settore Istruzione Comunedi Tundzha (BG), mentre il partenariato italiano ècomposto dal Comune di Siderno, dal Liceo Artistico“Preti/Frangipane”, scuola polo per il progetto edall’Associazione Darsàna Teranga.Ideato e scritto dal reggino Massimiliano Strati,“Bridge” studia la situazione di inclusione degli studen-ti Rom e delle loro famiglie nelle nazioni del consorzio,nonché i problemi che si trovano ad affrontare pren-dendo in considerazione le esigenze dei singoli alunniRom affrontandole di conseguenza, in stretta collabo-razione con le famiglie, incoraggiando una maggiorepartecipazione dei genitori.Attraverso convegni e seminari tematici e tramite atti-vità di analisi di racconti popolari, del folklore, miti eriti della comunità Rom, il progetto promuove e facili-ta interventi educativi, anche di carattere sperimentale(ad esempio con l’utilizzo dell’Arte in ogni sua espres-sione) – dice Ercole Macrì - , con l’obiettivo principaledi contribuire all’attiva rivitalizzazione culturale esociale della comunità Rom, combattendo i pregiudiziverso le minoranze ed evitando l’emarginazione socia-le.Uno dei risultati intellettuali del progetto “Bridge” è ilcortometraggio Maramandra, scritto e diretto da LeleNucera. Rocco (al secolo Pugliese Francesco, attore

11enne sidernese dal sicuro avvenire e fortementevoluto dal regista anche per un film contro il bullismopresto in lavorazione) è un giovane rom che desiderasolo poter andare a scuola con i suoi coetanei. La musi-ca è la sua grande passione, tanto da portarlo a sogna-re di poter un giorno suonare anche lui con gli studen-ti della classe di musica le cui lezioni va a spiare ognivolta che riesce a trovare una scusa per allontanarsidallo sfascia carrozze di famiglia. Damiano, il papà diRocco - interpretato dallo stesso regista - vuole che ilfiglio pensi a lavorare come lui e gli altri zingari rom.La simpatia per Emma Libera, una giovane suonatricedi lira, e la voglia di "andare a scuola come tutti" porte-ranno Rocco ad affrontare il padre e, in un certo senso,anche la propria cultura.Nel cast è presente anche Vincenzo Tropepe, uno deipiù apprezzati chitarristi rock-blues del panoramanazionale, che interpreta il maestro liutaio grazie a cuiRocco impara a costruire la lira, strumento attorno alquale ruota il cortometraggio. Con la fotografia diRoberto Stranges e i costumi di Paola D'Orsa, firmad'eccellenza anche per le musiche, composte daFrancesco Loccisano per Filmuzik.Maramandra sarà presentato dal consorzio “Bridge”durante l’evento moltiplicatore previsto in Italia nel-l’ultima settimana di Gennaio 2017 e al quale prende-ranno parte le delegazioni estere del progetto.

Terminate le riprese del cortometraggio prodotto dalla Bird Productione diretto dal sidernese Lele Nucera

Maramandra, battuto l'ultimo ciak!

“Finanziato dalconsorzio del progetto “A bridgebetween cultures”,il cortometraggio

è guidato dalComune di

Siderno, nella per-sona del Sindaco

Pietro Fuda ecoordinato

dall’Assessoreall’IstruzioneErcole Macrì

Gigi Romano ha cominciato a raccontare la cronaca locrideaquasi per caso. Coltivando una passione per la fotografia nata ingiovanissima età, la stagione dei sequestri e la successiva guerra di‘ndrangheta gli hanno dato l’occasione di collaborare conGazzetta del Sud tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, garan-tendogli allo stesso tempo di accrescere un archivio che, dopotrent’anni di attività, ha raggiunto dimensioni importanti.Quarantacinque di questi scatti, da martedì 13 novembre, sonovisibili anche al grande pubblico grazie a un’iniziativa cheRomano ha deciso di intraprendere con la collaborazione delProcuratore della Repubblica di Locri. Negli Uffici Giudiziari,infatti, è stata allestita una mostra che cerca di raccontare unospaccato di vita, spesso doloroso, del nostro comprensorio, crean-

do un affascinante percorso dedicato in primo luogo agli studentie alla loro educazione alla legalità. Un vero e proprio viaggio perimmagini che, dai fatti di cronaca che hanno scosso la nostracomunità alla fine del secolo scorso, giunge fino agli sguardi persinel vuoto dei disperati che affrontano il mare nei viaggi della spe-ranza pur di scappare dalla guerra di casa e alla volontà di costrui-re un futuro migliore con la recente posa della prima pietra delnuovo tribunale di Locri. Visto il successo riscosso già nelle primeore di apertura della mostra, la decisione di prolungarla fino aNatale (quando si sarebbe dovuta chiudere nella giornata di ieri)è stata una scelta obbligata, che sottolinea la sensibilità che lanostra società prova nei confronti di questo argomento.

JG

Gigi Romano: il narratore di una società ferita

DOMENICA18 DICEMBRE 20www.rivieraweb.it CULTURA E SOCIETÀ

Il mio NataleGIOVANNI PITTARI

Natale, una parola “magica” chesperiamo porti nuova luce nelcuore degli uomini e riaccendala speranza in un mondo carat-terizzato da molteplici ingiusti-zie sociali, forti disillusioni etante occasioni mancate. Inrealtà, avvertiamo una grandesfiducia e sentiamo sempre di

più la necessità di certezza che spiani la via al nostrocammino e fughi gli incubi di un’imminente sciagu-ra. La prevaricazione dell’uomo sui propri simili lospinge, poi, a scovare nuovi strumenti di terrore e dimorte in netto contrasto con il Natale che ci parla difraternità e di amore.E mentre rifletto sul Natale, penso sia necessarioinvocare la luce di quella stella che guidò i Magi allagrotta perché illumini tutta l’umanità a deporre lacompetizione nella distruzione e a impegnarsi acostruire una nuova società, più fraterna e piùresponsabile.Per arrivare a questo dobbiamo uscire da noi stessie andare verso l’altro, lasciare da parte i tanti pregiu-dizi che rendono la vita ancor più problematica etrovare un punto d’incontro.Ma in quale luogo? Alla grotta? Ma se ilBambinello ha propositi tanto differenti dai nostri,come faremo?Quel Divin Pargoletto si presenta sempre comesegno di opposizione.Gli Angeli, infatti, non andarono ad annunziare ilgrande e straordinario avvenimento agli abitanti diGerusalemme, ma si rivolsero ai semplici pastoriche senza indugi andarono fino a Betlemme a scru-tare quell’avvenimento che il Signore gli aveva fattoconoscere. E i pastori fecero ritorno ai loro greggiesaltando Dio e pieni di contentezza. Una gioiatanto diversa dalla nostra che costantemente civiene offerta anche se abbiamo gli occhi e non lavediamo e l’udito e non l’ascoltiamo. Siamo impe-gnati più del dovuto a celebrare il “nostro Natale”fatto di consumi effimeri, di regali costosi, di lumina-rie, di vetrine addobbate, di lauti pranzi, di viaggi chenon ci permettono di vedere ciò che è bello, vero,utile per migliorare la qualità della vita.E mentre rileggo il mio Natale, costruito giornodopo giorno, bastava poco o nulla per essere appa-gati e felici. La piazza pullulava di gente dopo una giornata diduro lavoro nei campi, dove ciascuno raccontava leproprie storie basate essenzialmente sulla quotidia-nità, scorrono dinanzi immagini di violenza, didistruzione, di terrore e di morte.Ricordo i miei nonni andare alla messa mattutina, lastrada rischiarata da qualche timida lucerna etutt’intorno pace e quiete interrotta solamente dalsuono della ciaramella. Molto presto suonava lacampana della chiesa madre e lo zampognaro face-va il giro per il paese con brevi soste davanti alleporte suonando la tradizionale pastorale di cui igno-rava le origini.“Tu scendi dalle stelle o Re del cielo …” era il clas-sico ritornello che animava il nuovo giorno.

A casa non c’era l’albero, ma un bel presepe fatto allameno peggio con pastorelli di creta. Si sentiva l’attrat-tiva per il presepe, per quel Bambinello e ne rimane-vamo incantati. Ma il Natale nella casa paterna erasempre raddolcito da tanti ghiottonerie preparate dazio Alberto e da zia Teresina a Martone in quel vec-chio laboratorio. Ricordo quel grande forno alimen-tato dal fuoco a legna che rendeva affumicate le pare-ti e quelle ragnatele fuligginose regolarmente toltecon una scopa fatta di brughiera legata a una lungacanna. Sul focolare, erano posti sui tripodi grandi reci-pienti di rame che servivano per sciogliere il cioccola-to e amalgamare le mandorle per i torroni. Comepure mi rammenta quell’antica imponente macchinada caffè, autentico esempio d’ingegneria industrialedei primi anni ’40 del secolo scorso, collocata sulbanco del bar attiguo. Ora non rimane altro che ilricordo e quel bassorilievo a stucco posto sulla faccia-ta principale della casa che riproduce un’aquila dalleali spiegate che sorregge con gli artigli due ramoscelliincrociati di quercia e d’ulivo e recante sul becco unnastro sciolto con scritto “Premiata FabbricaDolciaria Alberto Macrì” e una data 1920.Nel frattempo nelle case tutti erano intenti a prepara-re i dolci tipici natalizi:Sammartine (impasto con vino cotto di fichi secchimacinati, noci, mandorle e buccia di mandarino);zeppole (impasto di farina, patate, lievito e sale. Frittecon filetti di acciughe in abbondante olio di oliva); nacatole (impasto di farina con uova, zucchero, vani-glia, cannella, buccia di limone. Dopo la lievitazionefritti in abbondante olio di oliva);pignolata (impasto di farina con uova e zuccherotagliato in piccoli cubetti e fritti. Miele).Mutati i tempi, è pur sempre rimasto costante il ricor-do del presepe che puntualmente viene costruitosotto l’arco della cantinetta con pastorelli piccoli maattraenti.D’ora in poi ci sarà un nuovo presepe realizzato su piùlivelli e descrive le abitazioni e le attività artigianali ecommerciali della vecchia Betlemme tutte in scala,ovviamente con contaminazioni della nostra cultura.Vengono a essere rappresentati la piazza, l’osteria, l’o-refice, il venditore di stoffe, i pastori intenti a prepara-re formaggio e ricotta. E, come tradizione vuole,anche qui non manca la figura dell’incantato, che fissala stella cometa. Zio Franco era orgoglioso del suo Presepe in scala,realizzato per i nipoti, che ha richiesto un’intera esta-te di lavoro e lo mostrava orgoglioso agli amici spie-gando loro i singoli passaggi.Eppure rimane pur sempre un evento inspiegabileche non sarà sciolto fino a quando non ci libereremodelle nostre scorie e non entreremo in questo misterodi amore che è il Natale.E Gesù viene al mondo, come venti secoli fa, quandotutta l’umanità rimase sbalordita per la nascita delRedentore.E Vincenzo Padula eleva il suo canto:E ognuno si restava ‘ncitrulatuE culle mani l’uocchi si spracchiava,Ma ’Angiulu passannu disse: “E natu,è natu chillu Diu chi s’aspittava”.

“Ricordo i miei nonni andare alla messa mattutina, la strada rischiarata da qualche timida lucerna e tutt’intorno pace e quiete interrotta solamente dal suonodella ciaramella.Molto presto suonava la campana dellachiesa madre e lo zampognaro faceva il giro per il paesecon brevi soste davanti alle porte suonando la tradizionale pastorale di cui ignorava le origini”.

Plinio il Vecchio nelle sua Naturalis Historia afferma chenel 74 a. C , il condottiero romano Lucio LicinioLucullo, dopo aver sconfitto Mitridate re del Ponto ,ritornando dall’oriente introdusse a Roma il ciliegio.Esso fu chiamato “cerasus”, perché egli ne aveva gus-tato i frutti, restando estasiato, a Cerasunte città maritti-ma del Ponto, stato che si articolava sul Ponto Eusino,odierno mar Nero, nell’attuale penisola Turca, alloraAnatolia o Asia Minore. Cerasunte era stata fondata daSinope , poco distante , a sua volta fondata da colonigreci di Mileto nella Ionia, nel VII secolo a.C. Infatti la

pianta del ciliegio sarebbe originaria, delle regioni com-prese tra il mar Caspio ed il Mar Nero e Cerasuntesorgeva sulla costa meridionale del Mar Nero non moltodistante dal Caucaso che divide il Mar Caspio dal marNero.Il ciliegio si diffuse di conseguenza in Italia ed in seguitoin tutte le aree temperate, ma fredde dell’imperoromano. In Calabria infatti, tale pianta prospera confacilità a partire dalle colline fino ad una certa altitudine,nelle montagne, prediligendo i terreni sciolti, non ecces-sivamente umidi.

Fino agli inizi degli anni 50 del 900 gli esemplari più vec-chi. ma dai tronchi diritti venivano abbattuti, nelle areemontane, dai falegnami che vi si recavano nei tempiopportuni, li sceglievano, li abbattevano e poi facevanoessiccare i tronchi , in acqua ,al fresco o sepolti nelletame; da essi avrebbero ricavato il legname per mobilidi pregio per i ricchi. Ogni territorio, vocato per la colti-vazione di tale pianta aveva una varietà tipica, che la dis-tingueva da altre di territori vicini o lontani, prima che siradicassero nei nostri, le varietà più famose d’Italia.Per bellezza, ma anche per gradevolezza è molto difficile

I FRUTTI DIMENTICATIA CURA DI ORLANDO SCULLI E ANTONINO SIGILLI

Il ciliegio Santa NucitaPrunus avium L.Fam. rosacee

trovare delle ciliegie paragonabili a quelle offerte dalciliegio denominato Santa Nucita che cresce nelcomune di Guardavalle ,nelle aree montane attorno adElce della Vecchia.Pochi anni addietro avevamo individuato qualcosa dianalogo nel comune di Delianova, segnalato dalla guidadel parco dell’Aspromonte, Antonio Barca.Attorno al ciliegio Santa Nucita gravita il mondo raf-finatissimo bizantino, che aveva , nell’area il baricentronella valle dello Stilaro, con la Cattolica di Stilo, il romi-torio di Monte Stella ed il Monastero di San GiovanniTheristis.Infatti il nome che si riferisce al ciliegio,”Nucita “ è bizantino e significa “ vittoriosa “ , derivan-do da “ Nike”, vittoria e i riferimenti bizantini appunto,non mancano a Guardavalle e alle sue contrade.Il frutto ci è stato presentato, anzi servito, anni addietro,ai primi di luglio, durante la festa del grano , dedicata alSenatore Cappelli, in contrada Pietra Rotta diGuardavalle appunto, da parte di Francesco Quaranta,presidente dell’Associazione Punta Stilo, che raccontòcome tale varietà , quando bisogna diffonderla, non habisogno di essere innestata su un portainnesto inquanto è sufficiente estirpare le piante già domesticheche crescono sotto la pianta madre.Evidentemente, quando tale varietà è stata impiantataper la prima volta su tale territorio , molto vocato per iciliegi ,è stato fatto attraverso una talea radicata e diconseguenza , dato che i ciliegi sono portati general-mente ad emettere delle piccole piante di ciliegio sel-vatico alla base, le piantine che nascono invece dalSanta Nucita ,di Elce della Vecchia sono domestiche.Qualcosa di analogo è riscontrabile nelle campagne cir-costanti Campoli, frazione di Caulonia, con la varietàdenominata Napoletana, secondo quanto ci è stato rac-contato da Antonio Castafaro che vive in tale contradain solitudine, per scelta e per amore dei suoi ricordi,oltre che per la natura. In nessun’altro territorio è stata individuata la stessavarietà, tranne che per la Petrujarica di Delionova, chela ricorda in parte.La polpa di tale frutto non è tenera, ma dura, croc-cante, dolce, con una leggerissima punta di amarogno-lo, dalla pezzatura medio-grossa.Assolutamente è indispensabile diffondere tale varietà,specie se essa non è presente, anche sotto diversedenominazioni in altre parti della Calabria e dell’Italia.

SABATO18 DICEMBRE 22www.larivieraonline.com

Impazza la cucinaAnche all’YMCA si sta svolgendoin questi giorni un corso di cuci-na. In questa foto vediamo il pre-sidente Domenico Leonardodilettarsi in compagnia di un gio-vane appresndista.

Aria pulitaCome ogni anno si èda poco conclusa la

tradizionale kermessedegli chef “Affacciatisullo Jonio”, che havisto il presidente

Cosimo Pasqualinopremiare questa gio-vane professionista.

Protettori devotiDurante le recenti celebrazioni inonore di Santa Barbara, patrona deivigili del fuoco, alla messa officiata daMons. Francesco Oliva hanno volutopartecipare anche gli “angeli” dellaProtezione Civile.

Generazioni a confrontoIl nuovo e il… rodato dellapolitica locale, qui rappre-sentati dal consiglierecomunale siderneseVincenzo De Leo e dal sin-daco di Gerace (nonché suofuturo suocero) GiuseppePezzimenti, che si fannoritrarre insieme duranteuna riunione istituzionale alComune di Siderno.

I PresidentiIl Presidentedell’Assocomuni dellaLocride, GiorgioImperitura, abbracciaFrancesco Macrì perfesteggiare la suanomina a guida (nonsolo spirituale) del neocostituito GAL TerreLocridee.

La spia che rideva…Sorriso marpione, occhiale spesso,pettinatura fluente è intelligenzasopraffina: sono solo alcune dellequalità che accomunano la simpati-ca spia Austin Powers al nostroscoppientante Domenico Logozzo!

Trasporti eccezionaliIl forte freddo di que-ste giornate pre nata-lizie ha convinto più diqualcuno ad armarsidi legna da ardere cosìda scaldare come sideve le serate trascor-se dinanzi alla TV… eanche a utilizzarecome si confà la pistaciclabile di Siderno!

Villaggi liriciAllo stage di lira cala-brese si sono incon-trati gli amanti diquesto strumento:tra le tante eccellen-ze, Pino Rubino equesto suo eccezio-nale collega, che nonha esitato a viaggiareda Cosenza aSiderno Superiore.

Giornalisticombinaguai

Il nostro collegaPino Lombardo

deve averlacombinata dav-vero grossa per

essersi fattopiazzare dietro

le sbarre propriosotto le Feste! O,almeno, questovorrebbe farci

credere il nostroburlone foto-

grafo!

Giovane bellezzaAl concorso

Beauty Nail la sim-paticissima CarinaAlbanese si è clas-sifacata meritata-mente al secondo

posto!

Addobbi alcoliciAl tradizionalealbero di natalec’è chi ha preferi-to addobbare ilverde delle botti-glie di birra!Questo “abete”anticonvenziona-le è ciò con cui lostaff ha decoratoil bar Firenze diSiderno!

Rovesci nataliziAgli amici di

Siderno internetrisponde con

un’altra tipolo-gia di albero:

quello dei supe-ralcolici, rigoro-samente a testa

in giù comevuole la tradi-

zione!