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L'edizione triestina del numero 0 di Controcorrente
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CONTROCORRENTE odio chi non parteggia, odio gli indifferenti Numero 0 | Edizione locale TRIESTE
a scuola italiana ha biso-gno di una soluzione de-finitiva." Questa frase a
sostegno della legge Aprea bis ha fat-to alzare in piedi e urlare di rabbia gli studenti del Friuli Venezia Giu-lia. Così parlava il ministro dell'I-struzione, dell'Università e della Ri-cerca del governo Monti, Francesco Profumo durante la conferenza del 30 settembre avvenuta al teatro Ver-di di Trieste.
"L
Così parlava un politico più preoccu-pato a risolvere i "problemi di fami-glia" (il fratello Alessandro ha infatti
I
Scuola
PROFUMO DI AUSTERITA'
di Beatrice Achille
CONTROCORRENTE odio chi non parteggia, odio gli indifferenti Numero 0 | Edizione locale TRIESTE
procurato un danno di 700 milioni di euro con le solite evasioni all'ita-liana) che a pensare alla scuola pub-blica sul punto di crollare.
La soluzione di cui Profumo si riem-piva la bocca è tutto fuorché una "so-luzione": la poco nota e spaventosa legge Aprea. Questa infatti più che una legge è un colpo mortale ai già pochi diritti che gli studenti hanno: prevede non solo una drastica ridu-zione della rappresentanza studente-sca e del suo potere, ma anche la consegna in un pacchetto regalo di un discreto potere decisionale a due membri esterni di aziende.
E' vergognoso che le lotte del 2008 che resistettero con forza e coraggio fino all'abolizione di tale legge ven-gano ignorate del tutto ed è triste che il Sapere venga venduto senza scrupoli, senza coscienza, senza ri-morsi. La gravità di tale legge è cela-ta nel fine di questa: rendere la mas-sa studentesca forza lavoro, plasmare lo studente per renderlo lavoratore. Ma lo scopo della scuola non era eli-minare l'ignoranza? Non era creare una nazione pensante che governa, piuttosto che governata da furbi? In-vece l'idea di scuola è diventata la medesima di una azienda.
La risposta degli studenti alla frase di Profumo è stata netta e coraggio-sa: la nostra scuola non è e non sarà mai in vendita. Con questa "dichia-razione di guerra" abbiamo anche
lanciato 400 volantini che hanno tappezzato il pavimento del teatro. La polizia non ha tardato a presen-tarsi, in quanto l'intera conferenza era tenuta in un vero e proprio bun-ker militarizzato.
La mia scuola non è in vendita, per questo trovo vergognoso il tronfio ministro Profumo e le sue "soluzio-ni". La mia scuola mi sta cadendo sulle spalle, le classi arrivano a 30 studenti: io non sto andando ogni mattina a farmi una cultura, a cerca-re di raggiungere il sapere, vado in una vera e propria spedizione da dove torno demoralizzata, distrutta e cosa molto più grave senza alcun in-segnamento. Il compito di un mini-stro dell'Istruzione è quello di mi-gliorare la scuola non di venderla al miglior offerente.
È con questa idea che gli studenti hanno urlato durante la conferenza, è con la speranza nel cuore di poter accedere una volta per tutte ad un sapere universale . Ma è appena all'i-nizio: infatti in tutta Italia le mobi-litazioni stanno già venendo organiz-zate con prontezza. Noi non ci ar-rendiamo, NO ALLA LEGGE APREA! ●
II