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COPERTINA TESI 2 TC - fiab-areatecnica.itfiab-areatecnica.it/attachments/article/69/TESI_SPORT.pdf · 1. L’educazione Porre la bicicletta al centro di un sistema significa allora

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0. Premessa

La bicicletta è indiscutibilmente al centro di un vero e proprio ”sistema” per la molteplicità delle sue declinazioni possibili e, di conseguenza, della molteplicità delle agenzie, istituzionali e non, la cui azione si riverbera sulla promozione della bicicletta o che da questo ricaverebbero vantaggio nel perseguimento della propria specifica missione.Ma se la bicicletta è al centro di un sistema, questo vuol dire che anche l’azione deve assumere necessariamente una dimensione sistemica.È necessario pensare allora ad azioni sinergiche che mettano al riparo da sovrapposizioni o azioni contrastanti che si annullerebbero a vicenda e consentano, al contrario, di ricavare maggior frutto da ciascuna delle azioni intraprese: in un sistema, com’è noto, l’interazione tra le parti non dà luogo solo a una somma di benefici ma ad una loro moltiplicazione. Allo stesso modo in cui azioni dissonanti producono effetti di stallo e possono invalidare le specifiche azioni.Una riflessione in questo senso ci viene offerta direttamente dall’attualità.Sul piano della sicurezza, ad esempio, aver realizzato percorsi protetti e piste ben realizzate non ha impedito il verificarsi di episodi oltremodo incresciosi ai danni dei ciclisti.Se le piste sono luoghi spesso solitari balza evidente la necessità di operare non solo a livello infrastrutturale ma anche o forse soprattutto culturale. Anche qui la validazione di quest’approccio ci viene dalla realtà: dove esiste una consolidata abitudine alla ciclabilità e al ciclismo le piste e i percorsi ciclabili sono frequentati e rispettati dai cittadini, da quelli che utilizzano la bicicletta ma anche da coloro che non hanno ancora maturato questa scelta. È noto che il miglior vincolo di protezione di un bene collettivo sta nel valore che la collettività assegna ad esso. Laddove ciascuno avverta la centralità della bicicletta per la tutela dell’ambiente ma più complessivamente per l’innalzamento della qualità della vita non avremo bisogno di istituire servizi di vigilanza sulle piste e maggiore efficacia avranno le stesse politiche di moderazione del traffico.

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1. L’educazione

Porre la bicicletta al centro di un sistema significa allora prevedere certamente interventi organici di costruzione delle infrastrutture e procedere al necessario corredo di segnali e di normative. Ma significa anche pensare a interventi in termini di educazione perché l’educazione è da sempre la risorsa più grande a disposizione dell’uomo per migliorare la propria vita individuale e collettiva e per individuare la soluzione strutturale alle questioni.Anche nel nostro caso costituisce l’elemento principe per la costruzione di una cultura dell’ambiente e della persona (ma è poi possibile scindere i due termini?) che renderebbe massimamente efficaci gli interventi e consentirebbe il raggiungimento pieno degli obbiettivi fissati.Alla luce delle considerazioni sin qui svolte ragionare in termini sistemici significa allora pensare la bicicletta in tutte le sue declinazioni, cogliendo tutte le interazioni possibili e superando, con questo, le “culture di settore” che non sempre riescono a parlarsi.Pensare la bicicletta solo in termini di mobilità sostenibile o in termini di sport contrapponendoli come purtroppo a volte accade, significa adottare un approccio parziale e ideologico che ha il solo effetto di limitare gli apporti possibili in termini di comprensione, di perseguimento di obbiettivi corretti, di apporti possibili.

Ragionare in termini di sistema significa pensare la promozione della bicicletta come frutto dell’azione di molte agenzie anche molto diverse tra loro, chiamando nel “sistema” anche nuovi soggetti in grado di estendere la cultura della bicicletta anche in quei settori e presso quei pubblici che oggi le sono ancora estranei. Educazione e non solo informazione, perché solo la prima è capace di indurre un cambiamento reale dei comportamenti individuali e collettivi.La bicicletta costituisce indiscutibilmente un portale d’ingresso per l’affermarsi di nuovi stili di vita. Stile di vita è un concetto complesso anch’esso al pari di mobilità sostenibile, di grande interesse anche nel campo delle strategie di servizio per la comunità. Se definiamo stile di vita l’insieme dei comportamenti individuali delle personali abitudini nella relazione con se stessi e con il mondo, con facilità si intravedono le importanti ricadute di questo concetto nella definizione di servizio sociale, ma anche nell’elaborazione di strategie attuative. La bicicletta è indiscutibilmente una risorsa educativa per sua stessa natura: essa è ancora oggi il secondo giocattolo più amato dai ragazzi. E chi di noi non ha un ricordo della propria infanzia, adolescenza, giovinezza che non sia legato in qualche modo alla bicicletta?La bicicletta è opportunità per sperimentare se stessi, per imparare a vivere meglio il proprio corpo e il proprio immaginario, per strutturare il proprio schema corporeo, ma anche l’immagine di sé, per sperimentare la relazione con l’ambiente, fisico e relazionale, per strutturare appunto uno stile di vita attivo e sano attraverso il piacere del movimento.Per tutte queste considerazioni, per il legame forte che la bicicletta mantiene con la sfera del gioco, per la sua salda inscrizione nell’immaginario individuale e collettivo la bicicletta è un naturalissimo ingresso allo sport.

2. Lo sport

Sin dalla metà del 1800, allorché padre Thomas Arnold introdusse lo sport nel curriculum di studio dei giovani studenti inglesi, esso mostrò di essere un vero e proprio modello educativo.L’azione di Pierre De Coubertin che, lungi dall’essere la sfocata figurina sopravvissuta alla deriva spettacolare dello sport moderno, è stato un illuminato riformatore,

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testimonia il valore che lo sport può avere nella configurazione di una moderna società.Educare allo sport significa costruire personalità aperte a una cittadinanza attiva ed evoluta, per dirla in sintesi.I benefici dello sport praticato inducono sull’individuo effetti positivi ormai ben noti che vanno ben al di là di un sano impiego del tempo libero.Lo si vede attraverso le esperienze in cui lo sport ha consentito di combattere il disagio individuale e sociale, o attivare azioni virtuose nel campo della salute come contro la xenofobia e il razzismo, a favore dell’integrazione.Lo sport allora è una risorsa di straordinario valore e grande è il ruolo che la bicicletta può giocare nella sua declinazione sportiva.Il ciclismo nel nostro Paese ha una forte tradizione e un impatto mediatico di rilevante dimensione, perché il ciclismo ha saputo mantenere viva la sua radice popolare nonostante negli anni sia divenuto anche disciplina capace di elevate performance, fondata su un gesto tecnico sofisticato e nonostante, a volte, venga anch’esso contaminato da quelle aberrazioni che affliggono purtroppo lo sport quando questo diviene spettacolo o professione.L’osservazione statistica ci dice che le attività motorie legate alla bicicletta intercettano assai efficacemente la domanda di sport come si è andata configurando in questi anni nel nostro Paese perché hanno quelle connotazioni che oggi avvicinano allo sport più persone che in passato.Il modello prevalente di pratica sportiva è un’attività poco strutturata, da praticare secondo le proprie personali caratteristiche, en plein air, lontano dalle città, aperta a tutte le età.Il ciclismo riesce a essere tutto questo in un Paese in cui, non va dimenticato, da anni più della metà dei cittadini ha più di quarant’anni: il 65% degli iscritti alla Federazione svolge attività amatoriale, con 30.000 cicloamatori e oltre 10.000 cicloturisti.Il pubblico di praticanti oggi fortemente in sviluppo è costituito dai giovanissimi che giungono a essere oltre 12.000, con un graduale prevalere delle bambine.A questo va aggiunto un altro dato significativo: la diffusione delle attività legate alla bicicletta è del tutto svincolata da quei parametri socio-demografici, quali ad esempio il reddito procapite, che diversamente hanno influenza sullo sviluppo delle altre discipline sportive. Il ciclismo sa parlare, dunque, a larghissime fasce della popolazione.La bicicletta è dunque una risorsa educativa ed educazione allo sport, modello educativo esso stesso: una doppia valenza che sollecita una presenza forte nel sistema che stiamo costruendo dal mondo della scuola.Un mondo che si è sempre rivelato assai ricettivo nei confronti delle iniziative proposte agli insegnanti dalle agenzie di settore (Bimbimbici, Velothon etc.) ma al quale oggi dobbiamo chiedere una presenza organica non solo nella sperimentazione ma anche nei luoghi in cui tutti insieme pensiamo il futuro della bicicletta.

Da questa considerazione discende una importante indicazione di metodo: se è vero che promuovere efficacemente la bicicletta è possibile solo assumendo un’ottica di sistema allora dobbiamo considerare tale anche le piste ciclabili e gli impianti di base per il ciclismo.I due elementi debbono costituire essi stessi un sub sistema e non essere più considerati ciascuno per sé, ma elementi di una relazione.La progettazione di reti ciclabili deve prevedere allora anche il collegamento con ciclodromi, anelli ciclabili, strutture di base nelle quali i cittadini, giovani e adulti, possano familiarizzare con la bicicletta o ritrovare un’antica passione e, attraverso un rapporto intergenerazionale, consentire il passaggio di una cultura della bicicletta da chi già ce l’ha a chi se la sta facendo. E lo stesso far questo genera un valore sociale che va ben al di là dell’oggetto specifico della relazione.

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3. L’ambiente

Ma la bicicletta per sua stessa natura ha anche una vocazione ambientalista e può dare un forte contributo non solo, come abbiamo visto, in termini di mobilità sostenibile, di lotta all’inquinamento e alla congestione delle nostre città.Il contributo che la bicicletta può dare è più “strutturale” perché essa aiuta concretamente a costruire una relazione viva con l’ambiente, insegna a sentirlo e a sentirsene parte.Non c’è nessuno che sostenga che l’ambiente non vada protetto, che esso non costituisca una assoluta priorità, salvo adottare quotidianamente comportamenti e operare scelte in assoluto contrasto con ciò.La bicicletta rende l’ambiente un’esperienza affettiva e consapevole, concreta e vicina e attraverso questo costruisce quel vincolo di tutela che come abbiamo visto origina il valore che la collettività gli annette.La bicicletta è dunque il luogo nel quale si incontrano educazione, ambiente e sport, una rete virtuosa che da un lato si giova dello sviluppo della bicicletta, ma dall’altro costituisce un formidabile aiuto allo sviluppo stesso della bicicletta.Un costante gioco di rimandi, di interazioni esistenti e possibili, di afferenze, di opportunità che costituiscono la ragion d’essere dell’obbiettivo fissato per questa Conferenza: vale a dire promuovere la costituzione di una istanza di coordinamento, una “Agenzia per la bicicletta” che, sulla scorta di quanto avviene in altri Paesi d’Europa, sia la casa comune nella quale progettare insieme, concorrendo ciascuno secondo le proprie specificità, al perseguimento di un obbiettivo comune.

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