34
COPERTINA un pensiero Siamo nell’anno sacerdotale indetto da Benedetto XVI dal 19 giu 2009 al 19 giu 2010. Mi sembra giusto inserire,almeno in copertina un “pensiero” sui sacerdoti. Ne ho trovato uno molto incisivo, su Famiglia Cristiana (n° 27) , scritto dal conosciutissimo don Mazzi, col suo stile schietto, e profondo. Se l’avete già letto, vale la pena rileggerlo. <<Sono quasi contento che si scriva di preti. È un periodo gramo e poco sapienzale, tutto può aiutare noi preti a rinsavire e a santificarci… La figura del prete ha incuriosito mondi disparati. Siamo una razza strana, irregolare, fuori quota. Il mastice che ci tiene insieme non si trova all’Ikea né sui banconi dell’artigiano. Quando il nostro “Fondatore” (Gesù Cristo) dice: “Solo chi sa morire, vivrà” … qualche frastornamento si profila… La prima mossa che ci spiazza tutti, preti compresi, viene dal metodo collaudato dal Padre Eterno. Già nella Bibbia e in particolare nel Vangelo, Cristo ha usato curricula curiosi per scegliere i suoi. Il primo Papa (s. Pietro) è stato spergiuro, il primo responsabile della comunicazione (s. Paolo) fu persecutore, il primo estensore del Vangelo (s. Matteo) fu un bancario semiusuraio. Quando poi, il Padre Eterno ha scelto me, tutti hanno diritto di domandarsi dov’era! Le prove della presenza di Dio nel mondo non sono i papi, i cardinali, i prelati celebri, ma l’ultimo missionario del Madagascar, lo sconosciuto confessore che manifesta quanto Dio è buono, il dimenticato cappellano delle case di riposo, delle galere, degli ospedali, che ascolta, tace, rischia e prega. Sono questi pezzettini di regno di Dio che sbalordiscono e disorientano. Noi siamo fango e stelle, tempo ed eternità, siamo nel mondo ma non del mondo. Siamo sconosciuti anche a noi stessi. Portiamo sulle spalle il futuro, con la fragilità dello sciancato. Sono i nostri limiti e non i nostri pregi le cose di cui Dio ha più bisogno. Ogni prete che cammina per il mondo, anche il più peccatore, è un’orma, una minuscola prova che Dio c’è, che fa ancora miracoli. Va a cercare i più deboli per sbalordire i più forti e per dimostrare le cose più straordinarie. Solo il giorno che noi preti capiremo quanto siamo strumenti poveri tra le mani di Dio, aiuteremo la gente a capire che l’Amore sa trasformare anche la cosa più ignobile nel messaggio più nobile>> UN GRANELLINO UN GRANELLINO UN GRANELLINO UN GRANELLINO DI SENAPA DI SENAPA DI SENAPA DI SENAPA 29 Dicembre 2009 Il seminatore Disse Gesù: “Ecco, il seminatore uscì a seminare. E mentre seminava una parte del seme cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono … Un’altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto”(Mt 13, 7-8)

COPERTINA UN GRANELLINOUN GRANELLINO DI SENAPA · compresi, viene dal metodo collaudato dal Padre Eterno. Già nella Bibbia e in particolare nel Vangelo, Cristo ha usato curricula

Embed Size (px)

Citation preview

COPERTINA un pensiero

Siamo nell’anno sacerdotale indetto da Benedetto XVI dal 19 giu 2009 al 19 giu 2010. Mi sembra giusto inserire,almeno in copertina un “pensiero” sui sacerdoti. Ne ho trovato uno molto incisivo, su Famiglia Cristiana (n° 27) , scritto dal conosciutissimo don Mazzi, col suo stile schietto, e profondo. Se l’avete già letto, vale la pena rileggerlo.

<<Sono quasi contento che si scriva di preti. È un periodo gramo e poco sapienzale, tutto può aiutare noi preti a rinsavire e a santificarci… La figura del prete ha incuriosito mondi disparati. Siamo una razza strana, irregolare, fuori quota. Il mastice che ci tiene insieme non si trova all’Ikea né sui banconi dell’artigiano. Quando il nostro “Fondatore” (Gesù Cristo) dice: “Solo chi sa morire, vivrà” … qualche frastornamento si profila… La prima mossa che ci spiazza tutti, preti compresi, viene dal metodo collaudato dal Padre Eterno. Già nella Bibbia e in particolare nel Vangelo, Cristo ha usato curricula curiosi per scegliere i suoi. Il primo Papa (s. Pietro) è stato spergiuro, il primo responsabile della comunicazione (s. Paolo) fu persecutore, il primo estensore del Vangelo (s. Matteo) fu un bancario semiusuraio. Quando poi, il Padre Eterno ha scelto me, tutti hanno diritto di domandarsi dov’era! Le prove della presenza di Dio nel mondo non sono i papi, i cardinali, i prelati celebri, ma l’ultimo missionario del Madagascar, lo sconosciuto confessore che manifesta quanto Dio è buono, il dimenticato cappellano delle case di riposo, delle galere, degli ospedali, che ascolta, tace, rischia e prega. Sono questi pezzettini di regno di Dio che sbalordiscono e disorientano. Noi siamo fango e stelle, tempo ed eternità, siamo nel mondo ma non del mondo. Siamo sconosciuti anche a noi stessi. Portiamo sulle spalle il futuro, con la fragilità dello sciancato. Sono i nostri limiti e non i nostri pregi le cose di cui Dio ha più bisogno. Ogni prete che cammina per il mondo, anche il più peccatore, è un’orma, una minuscola prova che Dio c’è, che fa ancora miracoli. Va a cercare i più deboli per sbalordire i più forti e per dimostrare le cose più straordinarie. Solo il giorno che noi preti capiremo quanto siamo strumenti poveri tra le mani di Dio, aiuteremo la gente a capire che l’Amore sa trasformare anche la cosa più ignobile nel messaggio più nobile>>

UN GRANELLINOUN GRANELLINOUN GRANELLINOUN GRANELLINO

DI SENAPADI SENAPADI SENAPADI SENAPA n° 29 Dicembre 2009

Il seminatore

Disse Gesù: “Ecco, il seminatore uscì a seminare. E mentre seminava una parte del seme cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono …

Un’altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto”(Mt 13, 7-8)

UN GRANELLINO

DI SENAPA

Portavoce della

Associazione Privata

e altri Gruppi di Ascolto ss. Pietro e Paolo

per posta normale ε Redazione: Franceschini Luigi – Via dei

Mille 24 / B 20010 CORNAREDO (MI) per posta elettronica ε [email protected]

[email protected] per telefono ε 02 936 24 90

Qualsiasi lettore può inviare articoli di riflessioni,

opinioni, cronache, testimonianze, fatti, esperienze,

avvenimenti, attualità

▬▬▬▬ 1 ▬▬▬▬

SOMMARIO

N° 29 - DICEMBRE 2009 ANNO XIV

pag. 3 Natale, sorgente di Libertà

“ 9 Preghiera di Natale

“ 10 “Una storia di Natale per pensare”

“ 16 Ass. Fratern. ss. Pietro e Paolo. La conosciamo?

“ 24 Auguri a don Saulo

“ 25 Una difficile Assemblea

“ 27 Ass. Pozzo d’Acqua Viva

“ 33 Festa delle Capanne

“ 35 Labor. Nicodemo. Una serata da ricordare

“ 44 Contatti col Vescovo

“ 48 Tanzania. Suor Anna

“ 51 Bolivia

“ 57 Condivisione del bisogno

“ 60 Ricucire Vangelo ed economia

copertina Anno sacerdotale. Un pensiero di don Mazzi

▬▬▬▬ 2 ▬▬▬▬

RICORDANDO IL NATALE auguri e riflessioni

manamente pensando, si potrebbe dire che il “Signore Dio”, nel creare l’uomo, abbia commesso un solo errore che Gli è costato molto caro:

gli ha concesso il dono della LIBERTÀ! E l’uomo ha commesso subito il suo più grande errore che gli è costato tremendamente caro:

sentirsi LIBERO dalla dipendenza di Dio!

Il Signore Dio, non aveva chiesto una “dipendenza”, ma, creandolo a “sua immagine e somiglianza” gli aveva concesso la condivisione di un dominio sul creato, e la dimora nel suo stesso “giardino”, dove poteva godere della sua stessa intimità!

Peter Bruegel – Il Giardino dell’Eden

▬▬▬▬ 3 ▬▬▬▬

Dio ha commesso un “errore” nel creare l’uomo, è stato solo un errore di amore.

Dio ci ha resi, in realtà, padroni del nostro destino donandoci l’enorme potere dell’intelligenza, della penetrazione dei segreti delle cose e, soprattutto, quella magnifica e tremenda capacità di poter decidere autonomamente cosa vogliamo fare e come vogliamo essere. Dio non ha creato l’uomo, così, per divertirsi, ma perché solo con una creatura, fatta così, gli sarebbe stato possibile avere un “dialogo” e uno “scambio” di amore. Il peccato non fu solamente la caduta nella presunzione di essere i “conoscitori” e i “padroni” del bene e del male, ma allo stesso tempo fu l’ignoranza e il rifiuto di una condizione di privilegio, nella quale, la mano tesa di Dio, rendeva possibile all’uomo, in un quadro d’amore, camminare nella strada della sua nobiltà, senza mai scivolare nella follia del suo orgoglio. La natura umana è rimasta, sì, in possesso della ricchezza della sua LIBERTÀ di scelta – senza la quale non sarebbe più “umanità - , ma spogliata del dono che le avrebbe dato la possibilità di goderne gioiosamente senza il tarlo dell’orgoglio e della ribellione verso Dio.

Ecco perché esiste il Natale: Quel “Bambino” acquista per tutti un valore incommensurabile! Egli è venuto a riportare nel cuore della natura umana, che ha fatto propria, l’apertura dell’amore e della dedizione. L’aspetto deplorevole della

condizione umana non è che l’uomo SIA LIBERO, ma che egli tenda, nell’esercizio della sua libertà a ripiegarsi su se stesso e a far di sé la meta dei suoi desideri, a porre se stesso in cima a tutte le cose.

▬▬▬▬ 4 ▬▬▬▬

U

Se

La salvezza che porta Cristo è tutta lì, in quell’esito impensabile e conturbante che è la sua Croce!

è l’uomo, l’UOMO VERO, come avrebbe dovuto essere e come è stato nella mente di Dio.

Ma in Adamo l’uomo presume di essere dio, in Gesù, il Figlio di Dio si fa uomo; Adamo afferma se stesso, mentre Gesù si nega a se stesso per darsi agli uomini e al Padre. È donandosi che ci si ritrova con Dio e con i fratelli, nell’amore; mentre, cercando se stessi non si può trovare altro che la propria solitudine e il proprio fallimento, come la prima coppia che, dopo il peccato, scopre di “essere nuda”! La Libertà dell’uomo è stato un dono grande del suo Creatore, ma, purtroppo, è stato anche la causa della sua rovina. E col peccato, l’uomo, ha rovinato anche la VERA LIBERTÀ. La disonestà, l’inganno, la violenza che i media, con insistenza, ci propinano ogni giorno, continuano a stupirci, e non vorremmo sentirne più parlare, perchè ciascuno, d’istinto, lo avverte come qualcosa che non dovrebbe mai accadere. Ma perché accade? Quanta è attuale l’esperienza drammaticamente descritta da san Paolo (Rm 7), come pure dall’antico poeta pagano Ovidio, l’uomo normale, che cerca e desidera l’onestà, la giustizia, il bene, ma in realtà è misteriosamente sopraffatto dal male, commette ciò che non vorrebbe e non fa il bene che avrebbe desiderato compiere. Ecco il grido di san Paolo: <<Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore!>> (Rm7, 24).

▬▬▬▬ 5 ▬▬▬▬

Ecco chi è in grado di ridonarci la VERA LIBERTÀ di scelta; per questo è venuto, per questo è nato! Se vogliamo fare “da soli” ci rivolteremo per tutta la nostra vita in una miserabile schiavitù. Basta guardarci attorno, senza ipocrisia, e constatiamo come l’uomo, riverso in se stesso, in nome di una pseudo Libertà, fin dalla sua tenera età, possa diventare schiavo delle situazioni più negative e devastanti della sua esistenza, quali la droga, la violenza, il piacere, il denaro, il potere.

La prima coppia umana, dopo la creazione, è in piena armonia con se stessa, in perfetta parità e Libertà. Dopo il peccato, inizia subito la diffidenza e la sottomissione, e poi la violenza, l’omicidio, e poi le

guerre e poi la schiavitù di popoli interi e così via. La storia la conosciamo. L’uomo non solo ha adulterato la sua Libertà, ma ha cercato sempre di toglierla al suo simile. Oggi, guardiamoci attorno: nel mondo le Dittature riconosciute sono 25, dove il tipo più moderno di regime è il Totalitarismo (l’uso del terrore, la cancellazione dell’individualità e di ogni diritto umano e il dominio assoluto sulle persone). Molti Stati hanno stipulato, soprattutto in quest’ultimo secolo, delle Convenzioni per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle LIBERTÀ fondamentali, così i Governi membri del Consiglio d’Europa, tra cui l’Italia. Tutto questo va bene, anzi molto bene, ma può capitare, siamo sempre uomini, che qualche articolo venga interpretato secondo i propri pruriti. I crocifissi nelle scuole (fatto del giorno), secondo la Corte Europea dei diritti dell’uomo, sono <<una violazione della LIBERTÀ dei genitori ad

▬▬▬▬ 6 ▬▬▬▬

Gesù

educare i figli secondo le loro convinzioni>>, e una violazione alla <<Libertà di religione degli alunni>>. Così si sono pronunciati i Giudici di Strasburgo, dando ragione ad una famiglia italiana, cui aveva fatto ricorso. L’uomo, oggi più che mai, va in cerca di una Sua Libertà, attraverso le sue regole, togliendo di mezzo, in un modo o nell’altro, colui che può dargli la vera LIBERTÀ. Il punto saldo che rimane nella vita dell’uomo, lo si voglia o no, è il fatto straordinario e insostituibile del Signore Dio che invia il proprio Figlio a farsi UOMO per salvarlo da questa ignominia della FALSA LIBERTÀ. Bisognava che la parte “guasta” dell’uomo fosse rimessa in sesto, e questo lo ha potuto fare il “vero uomo”, collegato in modo permanente a Dio: Gesù Cristo. L’adesione a lui, e quindi la sua “grazia”, è in grado di ridare il vero senso alla LIBERTÀ.

«Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la VERITÀ e la verità vi farà liberi…In verità, in verità io vi dico:: chiunque commette il peccato è SCHIAVO del peccato….se dunque il Figlio vi farà LIBERI , sarete LIBERI davvero!» (Gv 8, 31-36). Negli ultimi momenti della sua vita, Gesù prega il Padre che lo ha mandato sulla terra, lo prega per i suoi discepoli:

▬▬▬▬ 7 ▬▬▬▬

«Non prego, o Padre, che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo … Consacrali nella VERITÀ. La tua PAROLA è VERITÀ…siano consacrati nella Verità» (Gv 17, 15-19).

LA NATIVITÀ

Di LORENZO LOTTO

La Parola ci porta al colloquio con Dio, alla sua “intimità”. La Parola è Cristo stesso, venuto a noi per farci trovare questa “intimità”, quindi la Verità, quindi la Libertà “dei figli di Dio”. Natale quindi ci porta a “festeggiare” il più grande compleanno di tutto il mondo e di tutti i tempi: quello del Figlio di Dio. Per Natale, avrete notato, le persone si scambiano gli auguri tra loro, come il festeggiato non fosse tanto “quel Bambino”, ma loro, dicendosi: “Buon Natale!”. Ma in realtà è giusto così, perché l’augurio, per quella nascita particolare, deve essere tutto nostro: l’augurio di portare quel BAMBINO giorno per giorno nel nostro cuore, fino alla Sua CROCE: il prezzo che Dio ha pagato per ridonarci la vera Libertà, così da farci rientrare nel Suo Giardino.

▬▬▬▬ 8 ▬▬▬▬

NÀTALE una preghiera

Carlo Maria Martini cardinale

O Maria, che nel tuo bambino, nel piccolo Gesù,

hai intravisto con gli occhi della fede pura il grande mistero, tu che gli hai donato

la tua carne immacolata, donaci di vivere davvero questo Natale, perché adesso,

qui, Gesù viene per noi. Donaci di vivere il Natale in un modo nuovo, come evento

che ci tocca, ci penetra e ci cambia. Fa’ che contempliamo almeno una scintilla

della vita eterna di Dio che, per amore, è entrato ed entra nel mondo per renderci suoi figli e fratelli in Gesù.

Tu, o Maria, che conosci i problemi drammatici dell’umanità, dei popoli, del nostro paese, delle nostre città, di tante famiglie, di tanti bambini, aiutaci a credere che la pace di Dio

può sconfiggere il male del mondo, a partire da ciascuno di noi. Fa’ che ciascuno di noi

viva la propria responsabilità personale nella luce di questa notte santa,

per edificare la civiltà della pace e dell’amore.

▬▬▬▬ 9 ▬▬▬▬

IL SOCIALE attualità

Luigi

Il 27 dic. dell’anno scorso avevo ricevuto dal Comitato pace di Mageenta, come tanti altri della zona, penso, una e-mail che aveva per oggetto “Una storia di Natale per pensare”, ed era accompagnata con tre righe: <<Volentieri inoltriamo una bella lettera che abbiamo ricevuto, con la speranza di un 2009 migliore e più rispettoso dei Diritti umani. Per tutti>>. Avrei pubblicato sul nostro Giornalino questa “storia”, ma ormai, il 15 dic. era già stampato e distribuito. Riprendendola in mano oggi, dicembre 2009, l’ho vista quanto mai attuale, cosicché la pubblico volentieri!

C’era una volta un piccolo nucleo familiare di nomadi che viveva nei pressi di un grande supermercato. Vita tranquilla e serena. I bambini a scuola nella vicina frazione, i papà sempre alla ricerca di un lavoro, le mamme impegnate nelle faccende domestiche. Tutto questo per diversi anni, scanditi dal periodo estivo trascorso lontano dalla città di provincia, lungo le coste del mare o in qualche paese del nord Europa.

▬▬▬▬ 10 ▬▬▬▬

Tutto questo fino allo scorso settembre, quando le famiglie – al ritorno da un viaggio – trovano un muro, di terra e di incomprensione, che impedisce loro di fermarsi nell’area abitata da sempre. Qualcuno non vuole più che quelle famiglie tornino in quel posto. I bambini iniziano a piangere. Come potranno tornare a frequentare la loro scuola e il loro oratorio? Come potranno tornare a giocare con i loro amici di sempre? Nella frazione vicino al vecchio campo abita un prete saggio e attento, che decide di prendere a cuore la situazione di queste famiglie. Il sacerdote si muove, telefona, sensibilizza le persone e arriva a interessare della vicenda il Sindaco della Città. Il primo cittadino, che non vuole apparire intollerante agli occhi dei suoi elettori, inizialmente promette la realizzazione di "un piccolo campo" attrezzato a spese dell'Amministrazione Comunale. La condizione posta è che si trovi un privato disposto a dare in concessione il terreno. E qualche persona di buona volontà, in effetti, si fa avanti, rendendo disponibile aree per questo gesto di solidarietà. Ma tutto, inspiegabilmente e improvvisamente, si blocca. Il campo attrezzato non si può più realizzare. Le famiglie devono abbandonare la città e il loro vecchio spazio, rimasto senza elettricità e senza acqua per intere settimane. «Se ne sono andati senza far rumore, una sera d’autunno – racconta un’abitante della frazione -. Quattro piccole roulotte e i loro quattordici occupanti. Ora il parcheggio vuoto può finalmente tornare ad essere un buco nel nostro spazio mentale». Tutto questo non è accaduto in un paese del terzo mondo o qualche decennio fa. Tutto questo è accaduto a Magenta, nella nostra Città, poche settimane prima del 25 dicembre 2008.

Chi ha inviato questa “storia”, sperava in un Natale 2009 “Migliore e più rispettoso dei diritti umani”. Ahimé, che disillusione!

▬▬▬▬ 11 ▬▬▬▬

In questi tempi più che mai, diritti, accoglienza, uguaglianza, solidarietà sono letteralmente allo sfascio. Le informazioni a riguardo si possono attingere dappertutto, ma io preferisco prenderle dalla rivista Famiglia Cristiana, alla portata di tutti, soprattutto dei buoni cattolici, e da Nigrizia che ambedue con coraggio sanno denunciare certe situazioni sociali, davvero insostenibili, per un retto comportamento cristiano. “Famiglia Cristiana” n° 49, del 6 dic. 2009: <<Tra Divieti e delibere, Clima di Intolleranza contro gli Stranieri. OPERAZIONI GROTTESCHE CHE AVVELENANO IL PAESE>> Tolleranza doppio zero. Nessuna misericordia per gli stranieri. Non è un vento, questo, che soffiava nella pianura padana, ora spira nelle aule del Parlamento. Emendamenti alla finanziaria: proposta di dimezzare agli stranieri la Cassa Integrazione. L’Avvenire l’ha definita: “aberrante”. Caccia agli extracomunitari con l’operazione White Christmas: Natale Banco. Chi è “nero” va cacciato. In Friuli, proibizione ai minori di 70 anni, di sedersi sulle panchine a Pordenone. A Brescia messa al bando il gioco del cricket perché praticato dai pachistani. Sempre a Brescia, 500 euro ai vigili per ogni clandestino scovato. Dal numero verde a Cantù per denunciare i clandestini ai cartelli stradali di Varallo Sesia che vieta il burka e i niqab. Ambrogino d’oro a Milano, alla pattuglia di polizia urbana che va a caccia di irregolari, trattenendoli in un bus con sbarre Ognuno di noi conosce, vede, sente, assiste a situazioni del genere. Stiamo scivolando verso il baratro. Pochi alzano la voce a segnalare il pericolo e un clima di intolleranza si spalma nel Paese. Anche questa è emergenza etica!

Certo, il baluardo di una vera società solidale, è solo il Vangelo, è solo Cristo.. Papa benedetto XVI, e la Chiesa ripetono e propongono in

▬▬▬▬ 12 ▬▬▬▬

ontinuazione che il rimedio è Cristo, ma spesso anche i “buoni cristiani” vanno per la loro strada.

Ricorda, opportunamente, il Papa che: <<Gesù stesso da bambino ha vissuto l’esperienza del “migrante” perché, per sfuggire alle minacce di Erode, dovette rifugiarsi in Egitto insieme a Giuseppe e Maria>>. Viene spontaneo dire: Ma la famiglia di Gesù era brava ed esemplare!

Immigrati, marocchini, africani, stranieri …, chiamiamoli come vogliamo, ma il concetto, nel momento che viviamo è molto chiaro. Sono uomini , donne e bambini che sono venuti qui da noi, in Italia, da Paesi vicini e lontani, il più delle volte col pericolo della loro vita e col sacrificio del disagio, della paura, dell’incognito, della fame e della sete. Un motivo serio ci sarà perché lasciare il Paese dove si nasce non è una cosa da poco. Questa gente (uso un frasario popolare) ce la “troviamo tra i piedi” di frequente e la reazione che suscita è varia secondo il nostro stato d’animo: repulsione xenofoba, antipatia, intromissione, paura, pregiudizi, giudizi, sfiducia e altro. Sì, certo, si vorrebbe lo “straniero” docile, osservante di tutte le leggi, rispettoso, lavoratore, integrato… Purtroppo non è così. Ci sarà il “bravo” straniero e il meno bravo. È Gesù che ha detto: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”! Sì, ma non lavorano, molti non ne hanno voglia, sono sempre tra i piedi, inopportuni … Ci saranno dei motivi, aiutiamoli.

▬▬▬▬ 13 ▬▬▬▬

O forse non ce ne sono, aiutiamoli ugualmente. È questo il difficile, vero? Eppure Gesù non ha chiesto e non chiede mai i motivi, ma solo: <<Avevo fame e avevo sete e non mi avete dato da mangiare e da bere,…ero straniero e non mi avete ospitato …Tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli,

non l’avete fatto a me…>> Il tutto e la conclusione (amara) si può leggere e meditare nel Vangelo di Matteo cap. 25, 31-46. Notiamo che questi “fratelli più piccoli” sono proprio i poveri, i derelitti, gli umili, gli stranieri! Scusate, se mi dilungo ancora un poco, ma ho trovato interessante questo “documento”riguardante gli stranieri, che pubblico, anche se certamente già lo conoscete:

Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed allumi- nio nelle periferie della città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso cucina. Dopo pochi giorni diventano 4, 6, 10. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina,; fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici, ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri, consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro…………. Vi invito a controllare i documenti di prove- nienza e a rimpatriare i più.

▬▬▬▬ 14 ▬▬▬▬

Volete sapere a quali IMMIGRATI è riferito questo documento? Vi riporto l’Intestazione originale: 1912 - Ispettorato Immigrazione del Congresso americano sugli Immigrati ITALIANI negli Stati Uniti Forse, tra quelli, c’era anche qualche nostro nonno o …bisnonno!

che noi cristiani praticanti (colui che Ascolta, Ama e Vive la Parola di Dio) dobbiamo crearci uno STILE DI VITA coerente al nome che portiamo? Almeno per il Natale, settimana più o settimana meno, regaliamoci un po’ di SOBRIETÀ, appunto nello Stile di Vita proposto, prendendo di mira il “CONSUMO”, quindi puntando all’essenziale e venendo incontro a chi fatica a mettere insieme il pranzo con la cena. L’ultima indagine del “Banco alimentare” segnalava che in Italia, più di un milione di persone fanno la fame. Tra questi ci sono anche gli immigrati? Non lo so, ma non ha importanza. Perché a Natale non invitiamo UN POVERO? Perché a Natale non offriamo o procuriamo un pranzo ad una famiglia povera? Che importa se il colore della pelle è diverso dal nostro! Se vogliamo, lo possiamo. Se ne parliamo ai nostri figli o nipoti, ne saranno felici, ne sono certo. Auguri per un tale Natale!

▬▬▬▬ 15 ▬▬▬▬

FRATERNITÀ parliamone

ASSOCIAZIONE FRATERNITÀ SS. PIETRO E PAOLO

Luigi

In questo anno 2009, la FRATERNITÀ ha compiuto 10 anni. Per una Associazione è già un buona età, e questo ci consola, perché ci fa capire che, al Signore, la nostra Associazione non dispiace! Dieci anni è anche una “bella età”, fresca e giovane, per cui vale la pena parlarne. Quando apriamo il “Giornalino”, la 1° pagina che ci appare è sempre la stessa: UN GRANELLINO

DI SENAPA

Portavoce della Associazione Privata

▬▬▬▬ 16 ▬▬▬▬

Se osserviamo attentamente l’immagine (“Logo” della Fraternità) vediamo i santi Pietro e Paolo uniti in un gesto affettuoso con in mano i loro attrezzi di lavoro materiale: Pietro con una rete da pescatore; Paolo con un telaio a mano per tessere. Sappiamo che Pietro era pescatore e Paolo fabbricatore di tende. Paolo alcune volte ne parla dicendo che, anche nello svolgere la sua missione apostolica, si affaticava lavorando con le sue mani e spesso lavorava duramente giorno e notte per non essere di peso ad alcuno (vedi Atti 18, 3 e 2 Tessal. 3, 7-8). I primi Gruppi di Ascolto, denominati poi “Ecclesiali missionari ss. Pietro e Paolo” hanno avuto origine dalla Missione MOPP (Missione Operaia ss. Pietro e Paolo), i cui componenti , religiosi e in buona parte preti, lavoravano nelle fabbriche.

Dopo il lavoro della giornata, si mettevano in contatto con operai e impiegati per far conoscere e diffondere la Parola di Dio, attraverso il nuovo metodo, allora

La Mopp: un incontro con Giov. Paolo II sconosciuto, della Lectio Divina. La loro Missione ha avuto grande successo negli anni 70-80, lasciando nel territorio milanese molti gruppi di Ascolto. Col tempo, alcuni si sono persi o sciolti, ma altri sono rimasti, maturando, progredendo e personalizzandosi in autonomia, ma

▬▬▬▬ 17 ▬▬▬▬

non dimenticando le loro origini: Gruppo di Rozzano, di Rho, di Paderno e di Cornaredo. Questi Gruppi si riunivano periodicamente secondo un calendario prestabilito e un Assistente, scelto dal Card. Martini nella persona di Don Damiano Marzotto: il che dava loro una certa unità di intenti. Ciascuno però si organizzava localmente secondo un proprio programma e le esigenze emergenti.. Il Gruppo di Rozzano ha scelto altre strade, mentre negli anni 90 si sono aggiunti ai rimasti altri piccoli gruppi che nel frattempo si erano formati, a Vanzago, a Novara e un secondo gruppetto a Cornaredo. Nel 1998 viene avvertita l’esigenza di un “lavoro” più unitario e più “inserito” negli schemi della Chiesa così da pensare ad una Associazione. Aderiscono e approvano questo progetto i due gruppi di Cornaredo, il gruppo di Novara e alcuni di varie località nel milanese, che vengono configurati nel gruppo di Vanzago. Nasce così nel maggio 1999 l’Associazione privata denominata “Fraternità ss. Pietro e Paolo”. Il card. Martini nella sua Lettera di Istituzione della Associazione, dice a proposito: Cardinale Carlo Maria Martini

In Gerusalemme

<< Conosco da molti anni l’esperienza dei Gruppi di Ascolto Ecclesiali Missionari ss. Pietro e Paolo, che hanno avuto origine dall’impegno ecclesiale della Missione Operaia ss. Pietro e Paolo (MOPP) a partire dagli anni ’70. Ho

▬▬▬▬ 18 ▬▬▬▬

seguito con simpatia e interesse il cammino dei Gruppi, che si è via via precisato anche con il prezioso aiuto di Mons. Damiano Marzotto Caotorta. Non posso, quindi, che cogliere con favore la decisione di dare una più intensa configurazione ecclesiale all’esperienza maturata in questi anni con la costituzione di un’associazione privata di fedeli denominata Fraternità ss. Pietro e Paolo, che ha come scopo di unire la familiarità con la Parola con quella verso i problemi sociali in un’ottica missionaria …………………….Avendo fatto esaminare lo statuto che mi avete presentato e avendo sentito il parere di esperti e di persone che vi conoscono, ritengo che l’Associazione Fraternità ss. Pietro e Paolo sia da considerare, a norma del can. 299, § 3, associazione privata di fedeli, secondo quanto previsto dal Codice di diritto canonico…………>>. Il Gruppo di Paderno Dugnano ed alcuni del Gruppo di Rho, si sono “associati” alla Fraternità condividendone quasi esclusivamente il fine senza però farne effettivamente parte. In questo anno, un membro del Gruppo di Paderno si è iscritto, con grande nostra gioia, alla Fraternità. Si spera di cuore che sia imitato dagli altri membri di Paderno e di Rho. San Pietro

Basilica

Vaticana

La nostra Associazione, quindi, è nata dalla Chiesa e nella Chiesa ed è in contatto continuo col suo Vescovo, e questi contatti vengono sempre pubblicati su questo Giornalino. Ha il suo Consigliere spirituale sacerdote proposto dal Vescovo, attualmente nella persona di don Luciano Pozzi, parroco a Milano della Parrocchia S: Eugenio, in via del Turchino, dove ci rechiamo ogni anno per l’Assemblea generale dell’Associazione. La Fraternità è composta da persone laiche, ed include anche un Diacono permanente della Parrocchia di S. Rocco di Novara

▬▬▬▬ 19 ▬▬▬▬

Ecco alcune domande correnti: -Quali sono i rapporti dell’Associazione con la Parrocchia nella quale essa dimora, anche con qualche membro o con qualche gruppo? L’Associazione ha un suo Statuto, approvato dalla competente autorità ecclesiastica. Essa ha l’obbligo di seguire e mettere in atto il suo Statuto. L’Associazione sarà di aiuto, di appoggio, di collaborazione con la Parrocchia che lo richiede, come il card. Martini scrisse nella sua Lettera di Istituzione: << Penso che dobbiate sentire come un Vostro particolare compito quello di aiutare le comunità parrocchiali in cui siete inseriti>> Ciascun membro della Fraternità, quando non ha impegni stabiliti dall’Associazione e senza mai essere in contrapposizione con essa, può inserirsi in parrocchia come meglio crede, secondo quanto detto dall’art. 18.3 dello Statuto: << I membri permanenti della Fraternità si riferiranno, di norma, all’ambito della Parrocchia di appartenenza per tutto ciò che riguarda la vita sacramentale, liturgica e pastorale di carattere ordinario. Si impegneranno, altresì, - secondo le proprie possibilità ed in relazione alle condizioni locali – in modo attivo e cordiale nelle strutture e nella vita parrocchiale, cercando di portare in tale ambito la propria originale testimonianza ed esperienza.>> - Perché viene creata una Associazione, quando la Parrocchia, in modo più visibile, organizzata e con l’appoggio più diretto dei sacerdoti, può dare tutto a colui che vuole impegnarsi in un apostolato proficuo?

▬▬▬▬ 20 ▬▬▬▬

"La resurrezione non avverrà dopo la nostra morte fisica, ma comincia col battesimo e cresce come le convulsioni di un parto nel dolore e nella gioia crescente di ogni giorno finché non raggiunge il suo zenit."

Un’Associazione viene creata, quando un gruppo di fedeli, prende coscienza forte del proprio battesimo e quindi della testimonianza che

deve dare e della evangelizzazione che deve apportare. Vuole entrare di più nel “profondo”, vuole creare con altri una comunione perfetta di intenti e un rapporto di fratellanza vera, vuole camminare con lo stesso passo, vuole porgere la sua attenzione di evangelizzazione e di testimonianza su campi particolari, quali il “Sociale”, la “Parola di Dio”, i “Bisogni” dell’altro C’è un impegno di essere “discepoli” di Cristo, e questo comporta un mutamento di mentalità e una impostazione continua di “conversione” per essere sempre conformi al disegno di Dio. Tutto questo non è un atto di volontà propria, ma una “chiamata”, quindi una grazia del Signore. -Voi siete una Associazione di “Laici”, cioè di persone non “consacrate”. Solo il Sacerdote, attraverso il sacramento dell’Ordine, dovrebbe dare la garanzia di un ministero completo sia sacramentale sia di evangelizzazione. Questo non potrebbe creare una certa diffidenza? *Il Ministero sacerdotale è indispensabile e tutta la Chiesa ha bisogno del sacerdote. Certi “compiti” solo lui li può compiere in forza del sacramento dell’Ordine ricevuto. Altri “compiti” possono essere però “comuni” in forza del

▬▬▬▬ 21 ▬▬▬▬

Battesimo ricevuto. San Pietro dice nella sua Prima Lettera, cap. 2, 4 e seguenti:: <<Avvicinandovi a Lui, pietra viva,…quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale…Voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo di Dio…>>.

Il Concilio Vaticano II, soprattutto con i documenti LUMEN GENTIUM e CHRISTIFIDELES LAICI, ripresenta il laico nel suo valore originale, espresso nella Lettera di san Pietro. Basta leggere il COMPENDIO della Dottrina Sociale della Chiesa per avere le idee chiare del laico nella Chiesa. Leggiamo negli articoli sotto indicati: 542 – Il fedele laico è discepolo di Cristo a partire dai sacramenti e in forza di essi, in virtù cioè di quanto Dio ha operato in lui imprimendogli l’immagine stessa del Figlio suo, Gesù Cristo. 543 – È compito proprio del fedele laico annunciare il Vangelo con un’esemplare testimonianza di vita, radicata in Cristo e vissuta nelle realtà temporali 544 – La testimonianza del fedele laico nasce da un dono di grazia, riconosciuto, coltivato e portato a maturazione Credo che tutto questo non lasci dubbio sulla “bontà” del laico nella vita attiva della Chiesa -Il vostro Statuto dice di promuovere la conoscenza e l’attuazione della Dottrina Sociale della Chiesa nelle specifiche situazioni di vita. Attualmente la vostra attenzione si è indirizzata solo sulla “Famiglia”. Non è questa una limitazione?

▬▬▬▬ 22 ▬▬▬▬

*La Fraternità ha promosso, organizzato e attuato dal 2000 al 2005 un Corso Base a tale proposito. Cinque anni, 25 incontri di una giornata intera, più cinque revisioni di mezza giornata, in cui sono stati trattati i Temi principali della vita sociale, come Matrimonio e Famiglia, Povertà e Ricchezza, Libertà e Diversità, il Lavoro, l’Economia, la Finanza, la Politica, la Giustizia, la Comunicazione, Potere e Servizio, la Città solidale, e altri. Come si può vedere, i problemi del campo sociale sono vasti, ma è necessario prenderne visione e valutarne la portata nei rapporti umani affinché il nostro agire sia conforme al Vangelo, alla Coscienza, alle Leggi giuste e tutti si possa tendere al bene comune. Bisogna essere sempre pronti ad intervenire nei modi più consoni

quando si presentano situazioni di “Male” e vengono violati i diritti più “Sacri” come la Vita, la Pace, la Giustizia, la Dignità dell’uomo. Su questo stesso Giornalino, nei suoi, ormai, XV anni di vita, siamo continuamente intervenuti sui Temi sociali. Logicamente, se si deve intervenire in modo mirato, capillare, continuo, si sceglie una situazione particolare e su questa si riversano attenzioni e modalità diverse, come succede per tutte le Aggregazioni di carattere sociale. Noi abbiamo scelto la “Famiglia”, perché siamo convinti che essa è la parte più importante e basilare della società. Spero che ora tutti abbiano “chiaro” cosa è la Associazione “Fraternità ss. Pietro e Paolo”. Siamo sempre a disposizione per qualsiasi domanda e chiarimento.

▬▬▬▬ 23 ▬▬▬▬

MOMENTI LIETI una laurea

Ci dispiace che siamo in ritardo di qualche mese, ma il nostro Giornalino è semestrale, quindi don Saulo ci scuserà se la “Fraternità ss Pietro e Paolo gli invia i suoi auguri e complimenti solo ora, per la Laurea conseguita in Sacra Scrittura. Auguriamo a don Saulo che la sua cultura e il suo amore per la Parola di Dio, siano

sempre offerte a tutti con gioia ed entusiasmo, affinché anche noi possiamo nutrirci di questa Parola con la stessa gioia e lo stesso entusiasmo. Auguri!

▬▬▬▬ 24 ▬▬▬▬

FRATERNITÀ gli incontri

a cura di Ciro

Questo Questo Questo Questo mi sembra essere il

giudizio da dare sull’Assemblea

generale della Fraternita’dei

ss.Pietro e Paolo, svoltasi lo

scorso 4 ottobre a Milano.

La difficoltà nasce,

probabilmente, dal trovare un

passo condiviso su una serie di

questioni, prima fra tutte, quella

del nuovo progetto di

evangelizzazione; ma

…andiamo con ordine

DopoDopoDopoDopo il saluto del Presidente, che ha ripreso alcune delle domande formulate a Sestri Levante durante i tre giorni di

raduno, riguardo al nostro progetto , ci siamo dedicati al

lavoro di gruppo, focalizzando la nostra attenzione sulle

idealità che devono animare il nostro sforzo di

evangelizzazione.

▬▬▬▬ 25 ▬▬▬▬

In particolare il lavoro era teso a trovare, da un lato, ciò

che ci sembra più importante e bello in un simile progetto e,

dall’altro, ciò che può essere condiviso fra noi in un

impegno comune.

Dar conto di quanto emerso nei gruppi è assolutamente

impossibile in questa sede, ma non si può tacere che,

accanto a molti spunti interessanti sullo Statuto, sui fruitori

del progetto sullo stile ecc, sono emerse anche perplessità

che si possono ricondurre a due questioni:

Sull’opportunità di avviare un simile progetto verso i

lontani, visto che già si lavora in parrocchia, dove c’è molto

da fare.

Sulla capacità della “Fraternità” di essere strumento

adatto per la realizzazione di un simile progetto.

QuestaQuestaQuestaQuesta è la ragione per la quale è stata decisa una ulteriore fase di Revisione di vita, che ci sta accompagnando

in questi mesi.

In conclusioneIn conclusioneIn conclusioneIn conclusione vanno notate due riflessioni particolarmente interessanti dell’Assistente spirituale, don

Luciano, che aprono prospettive significative e precisamente:

la capacità di lavorare in rete con altri e

la capacità di fare proposte su tempi brevi che catturino

l’attenzione in vista di percorsi più impegnativi Ciro

▬▬▬▬ 26 ▬▬▬▬

FRATERNITÀ attuazione d.s.c.

Cosa vuol dire questo titolo, questa sigla? È il risultato di un lungo cammino, che la Fraternità ha raggiunto nel campo sociale. Precisamente vuol dire:

“ASSOCIAZIONE POZZO D’ACQUA VIVA”

Perché è stata creata questa Associazione? Qual è il Perché è stata creata questa Associazione? Qual è il Perché è stata creata questa Associazione? Qual è il Perché è stata creata questa Associazione? Qual è il suo scopo?suo scopo?suo scopo?suo scopo?

La Fraternità ha delle finalità missionarie che il suo Statuto evidenzia, e man mano che progredisce nel suo cammino, cerca di attuarle.

▬▬▬▬ 27 ▬▬▬▬

La principale è l’ “Annuncio della Parola” (art. 7.1) che è stata attuata in modo primario e organizzata attraverso il “Laboratorio Nicodemo (attualmente Cornaredo) – Laboratorio di Evangelizzazione – Scuola della Parola (attualmente a Novara).

Segue poi lo “Studio della Dottrina Sociale della Chiesa e la Ricerca delle modalità più idonee per la sua realizzazione” (art. 7.3 dello Statuto). Possiamo così condensare il cammino compiuto, per arrivare a questa Associazione, per noi importante.

L’incontro con la Parola di Dio attraverso i Missionari della MOPP La fecondità della Parola ascoltata e pregata con l’animazione di “gruppi

d’ascolto” della Parola di Dio nei diversi contesti ecclesiali e sociali I primi approcci ai problemi sociali dei “gruppi di ascolto ecclesiali

missionari” milanesi, che già tentavano di acquisire chiavi di lettura dei problemi della società: il lavoro, la famiglia, il male che si annida nella società

L’esigenza comune di coniugare la “Parola di Dio” con i “problemi sociali”: i luoghi di lavoro, le questioni sindacali, l’incontro con i disagi sociali, il servizio di volontariato …

La nascita dell’Assoc. Privata di fedeli nel 1999, denominata “Fraternità ss. Pietro e Paolo”: nello statuto ha ben definito l’art. 2.3 sulla promozione della conoscenza e attuazione della Dottrina Sociale della Chiesa

Il percorso di formazione di base sul Pensiero Sociale della Chiesa, presso il Monastero di Viboldone (2000-2005): un corso base, per evidenziare che la Parola di Dio è la fonte da cui partire e a cui ritornare per risolvere le problematiche sociali

Il percorso di indagine mirata ad accogliere gli orientamenti dei partecipanti e poi l’individuazione delle linee da attuare per un progetto specifico, presso il complesso “Scala di Giacobbe” di Castelletto di Cuggiono 2006-2008

Nascita dell’Associazione: giugno 2008 Nascita dell’Associazione: giugno 2008 Nascita dell’Associazione: giugno 2008 Nascita dell’Associazione: giugno 2008

▬▬▬▬ 28 ▬▬▬▬

Riporto, a questo punto, quanto dice l’art. 3 dello Statuto di questa Associazione: Articolo 3) La Associazione ha carattere sociale, non ha scopo di lucro e, attivando progetti di economia etica a sostegno della famiglia, persegue esclusivamente finalità di formazione per prevenire il bisogno e di sussidiarietà e solidarietà sociale per far fronte al bisogno. L'Associazione, partendo dalla fede cristiana e dalla Dottrina Sociale della Chiesa, si pone principalmente l'obiettivo di prevenire il disagio sociale attraverso l'attivazione di servizi socio-educativi, corsi di formazione, manifestazioni, congressi, convegni, conferenze e quanto altro sia idoneo alla realizzazione dello scopo sociale e di rispondere al bisogno dell'uomo, sia spirituale che culturale e materiale. Il raggiungimento di queste finalità sarà perseguito sia in forma diretta sia in appalto o in convenzione con altri enti pubblici e/o privati. Qualcuno potrebbe dire:::: Per aiutare Per aiutare Per aiutare Per aiutare una famiglia in difficoltà c’è bisogno di una famiglia in difficoltà c’è bisogno di una famiglia in difficoltà c’è bisogno di una famiglia in difficoltà c’è bisogno di tanta preparazione?tanta preparazione?tanta preparazione?tanta preparazione? C’è bisogno di conosce la Dottrina Sociale della C’è bisogno di conosce la Dottrina Sociale della C’è bisogno di conosce la Dottrina Sociale della C’è bisogno di conosce la Dottrina Sociale della Chiesa?Chiesa?Chiesa?Chiesa? Purtroppo nel campo sociale l’insegnamento del Vangelo, e in special modo del Magistero della Chiesa è poco conosciuto e seguito.

Le offerte, la carità, il pezzo di pane, un aiuto fisico, morale, spirituale si può e si deve sempre dare e non occorrono grandi studi. Ma man mano che l’impostazione interiore della persona cresce, deve crescere anche il suo “rapporto” con gli altri, un rapporto di integrità morale, di giustizia, di carità

vera, di rispetto, di solidarietà e soprattutto di responsabilità. Basta pensare alla “politica” e tutti sappiamo che essa vive e agisce poco nello spirito della Dottrina sociale della Chiesa.

▬▬▬▬ 29 ▬▬▬▬

È necessario arrivare alla piena conoscenza di ciò che ci dice il Vangelo a proposito: Gesù, il Figlio dell’uomo, è venuto a servire, non a essere servito … <<Avevo fame e mi avete – o non mi avete - dato da mangiare …: quello che avete fatto a uno dei miei fratelli …, l’avete fatto a me>>. <<Tutti siamo veramente responsabili di tutti>>; così dice l’Enciclica sociale “Sollecitudo rei socialis” di Giovanni Paolo II. Ecco, quando nel nostro cuore scende questo bagaglio di conoscenza, ogni atteggiamento ha una sua “portata” e un suo valore. Perché l’Associazione è stata chiamata: ‘Pozzo Perché l’Associazione è stata chiamata: ‘Pozzo Perché l’Associazione è stata chiamata: ‘Pozzo Perché l’Associazione è stata chiamata: ‘Pozzo d’acqua viva’?d’acqua viva’?d’acqua viva’?d’acqua viva’? Naturalmente è una definizione simbolica che si riferisce all’incontro di Gesù con la “donna samaritana presso il Pozzo di Giacobbe”, come si legge nel Vangelo di Giovanni al cap. 4. Si parla di “attingere acqua” dal pozzo, si parla di “dammi da bere”, si parla di un’acqua che “darà Gesù a chi ha sete”, si parla di “acqua vivaacqua vivaacqua vivaacqua viva” …

Ci è sembrato buono riporre tutto “NOI STESSI”, tutti gli operanti, in questo POZZO con tutto quello che può servire al fine, cioè alle Famiglie in difficoltà, così che esse possano sentirsi “vivificate”. Attraverso questo, fisicamente, ma in realtà attraverso il Cristo stesso da cui scaturisce il tutto come “acqua viva” che possa ridare “salute”, “salvezza”, sia materiale, sia economica, sia spirituale, sia civile, in dignità e serenità. Appartengono infatti a questa Associazione

“5 gruppi5 gruppi5 gruppi5 gruppi”

▬▬▬▬ 30 ▬▬▬▬

ben definiti e ben preparati, gruppi di lavoro e di progettazione. Ogni gruppo, quanto possiede, è frutto di anni di lavoro: sulla Parola di Dio, sui Padri della Chiesa e santi particolari, sulla Dottrina sociale della Chiesa: ascolto, studio, ricerca, riflessione, confronto…, revisione, con l’aiuto di esperti, sia religiosi che laici. Il tutto poi è stato ritrasmesso e intercambiato l’un l’altro così da essere tutti posti in grado di operare serenamente affidandosi al Signore. I gruppi, in breve, sono questi: 1. STILE DI VITASTILE DI VITASTILE DI VITASTILE DI VITA – che deve essere frutto di una conversione personale continua, che mi deve portare a possedere i veri valori della vita sulla base evangelica, per poi offrirgli agli altri.

2. BILANCIO DI GIUSTIZIABILANCIO DI GIUSTIZIABILANCIO DI GIUSTIZIABILANCIO DI GIUSTIZIA – che mi deve coinvolgere personalmente e familiarmente nel mio modo di “essere” per orientarlo verso una vera solidarietà e condivisione con gli altri.

3. ASCOLTO E ACCOGLIENZAASCOLTO E ACCOGLIENZAASCOLTO E ACCOGLIENZAASCOLTO E ACCOGLIENZA – che mi interroga fortemente su come ascolto me stesso e gli altri. L’accoglienza non è fine a se stessa e quando mi metto in relazione (me stesso e gli altri) non c’è solo “chi ha bisogno”, ma anche e soprattutto il “trascendente”, che è la sola cosa di cui ho bisogno per poter veramente “accogliere”.

4. ACCOMPAGNAMENTO E RISPOSTAACCOMPAGNAMENTO E RISPOSTAACCOMPAGNAMENTO E RISPOSTAACCOMPAGNAMENTO E RISPOSTA – che mi pone in primo luogo la domanda “come e quanto” nel mio cammino sono stato accompagnato dalla Parola, dalla Chiesa, dai fratelli, per poter poi accompagnare con la risposta adatta gli altri

5. GESTIONE RISORSE: GESTIONE RISORSE: GESTIONE RISORSE: GESTIONE RISORSE:– questo gruppo ha avuto due percorsi: il primo è stato quello di offrire, lungo il cammino di formazione, le “risorse” e i percorsi per arrivare a certi risultati, e operando infine a creare l’Associazione e il relativo Statuto. Attualmente potrà svolgere, su mandato del Consiglio direttivo, servizi di gestione del patrimonio spirituale, culturale ed etico, quali, ad esempio, organizzare i

▬▬▬▬ 31 ▬▬▬▬

“Laboratori”, redigere la “memoria storica” della vita della Associazione, ecc.

Esiste poi una “cassa comune economica”, quindi

l’Associazione si muoverà anche sul piano di sussidiarietà.sussidiarietà.sussidiarietà.sussidiarietà. In base al patrimonio contributivo depositato presso l’ente finanziario scelto, saranno attivate forme di “microcreditomicrocreditomicrocreditomicrocredito”, ma può anche elargire somme di denaro a fondo perduto L’Associazione, al fine di educare ad una cultura fondata su un “modello altro” di vita, rispetto al modello corrente, può:

animare Laboratori di “Stile di vita” e “Bilancio di giustizia”

collaborare con la “Fraternità ss. Pietro e Paolo” per l’avvio e lo sviluppo di Laboratori di “Evangelizzazione” e di “Studio del Pensiero sociale della Chiesa”

aderire ad iniziative promosse da altre Organizzazioni che rispondano ai criteri che l’Associazione ha assunto come propri. Tutto questo, come descritto nell’art. 3 dello Statuto (sopra riportato) per prevenire prevenire prevenire prevenire il bisogno delle famiglie L’Associazione P:A:V: benché nata dalla Fraternità, non è riservata ai membri della stessa, ma è aperta a tuttima è aperta a tuttima è aperta a tuttima è aperta a tutti e accoglie volentieri tutte le persone che intendono partecipare ai momenti formativi.

▬▬▬▬ 32 ▬▬▬▬

LITURGIA un incontro

Anche quest’anno 2009, il quarto, abbiamo clebrato il 24 ottobre, a Castelletto di Cuggiono, la Festa delle Capanne. Nei numeri precedenti del Giornalino abbiamo ampiamente parlato di questa Festa “antica” e i motivi per cui è entrata a far parte della nostra Liturgia. Ho chiesto, quest’anno, a Gabriele di Novara di esprimere un pensiero sulla Festa, e lui non ha mancato di accontentarmi, per cui lo ringrazio di cuore

richiesta pervenutami da parte di Luigi di scrivere un articolo per il giornalino sulla festa

▬▬▬▬ 33 ▬▬▬▬

delle Capanne, mi obbliga a domandarmi:

cos’è per me questa festa?

Ricordo con gioia la sensibilità di don Luciano Pozzi, assistente spirituale, quando iniziò a proporre alla

Fraternità il recupero e l’introduzione di questa festa, la quale non è entrata a far parte di quelle che la Chiesa ha scelto come “canoniche”. Il recupero era inteso come un estrarre dal tesoro della Parola di Dio celebrata, cose nuove e cose antiche, così da

vederne la ricchezza che il tesoro stesso offre. Allora di conseguenza, quale ricchezza mi ha donato questo

tesoro? Sono diventato più ricco di gratitudine , ma anche di

sofferenza. Mi spiego meglio: la gratitudine è data dal fatto che questa festa per poter essere celebrata, necessità di una domanda che devi porti:

quali frutti quest’anno il Signore mi ha dato? Così sei “ obbligato” a fermarti da

tutto ciò che fai ed hai in testa per far memoria delle vicende che

riguardano il lavoro, la famiglia , la società in cui vivi, il cammino di

fede in cui sei inserito, le persone che conosci, e quelle con le quali condividi fraternamente la fede nel Signore Gesù. Ma questo lavoro di ripensamento dà Frutti , così facendo scopri che il Signore opera grandi cose, in te e negli altri

attorno a te. La sofferenza: essa nasce in me dal fatto che non sempre e

non da tutti questa festa è vissuta allo stesso modo; certo, non sono migliore degli altri se ho compreso qualcosa di

questa festa, forse essa non è ancora capita, non lo so,

ma….. come vorrei che lo fosse…… Gabriele

▬▬▬▬ 34 ▬▬▬▬

La

LABORATORIO NICODEMO 10 ottobre 2009

Luigi

Nella storia di “Nicodemo”Nella storia di “Nicodemo”Nella storia di “Nicodemo”Nella storia di “Nicodemo”,,,, la serata del 10 ottobre 2009, rimarrà come un punto “luminoso” nel suo cammino di evangelizzazione della Parola, nella Parrocchia di Cornaredo All’accompagnatore del ciclo di quest’anno 2009-2010, Glauco Rizzi della “Fraternità ss. Pietro e Paolo”, è nata l’idea (lui dice sapientemente, ispirata dal Signore) di aprire l’anno programmato sui brani di Luca, con una “serata” dedicata alla LETTURA CONTINUA di tutto il Vangelo di Luca. Ha presentato l’iniziativa al Parroco don Fabio, il quale ha accettato con gioia. Il tutto, poi, è stato ben organizzato e preparato con cura, ed un incontro di qualche giorno prima con molti partecipanti, presente don Fabio, ha messo a punto tutto il programma della sera del 10 ottobre, che si svolgerà in chiesa parrocchiale. Don Fabio ha presentato la “buona iniziativa” illustrandone il contenuto.

▬▬▬▬ 35 ▬▬▬▬

Poi Glauco, con il suo intervento, ha messo a punto ogni particolare, che vale la pena riassumere: <<La Veglia di preghiera secondo Luca, oltre essere una nuova esperienza parrocchiale, inaugura il cammino del Laboratorio Nicodemo di quest’anno e dei prossimi anni. Il Laboratorio Nicodemo vuol essere una delle possibili vie di ascolto della parola di Dio, perché si realizzi in noi ciò che essa vuole.

Giovanni Paolo II, negli “Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il primo decennio del 2000”, auspicava la creazione dei “veri laboratori della fede”, soprattutto per i giovani,

come via capace di far nascere discepoli e dar vita alla Chiesa. In un passaggio diceva: “Sarebbe assurdo pretendere di evangelizzare, se per primi non si desiderasse costantemente di essere evangelizzati. Dovremmo nutrirci della parola di Dio «bramandola», come il bambino cerca il latte di sua madre: per la vitalità della Chiesa, questa è un’esperienza essenziale… [n° 47] Non possiamo che essere grati al cardinal Carlo Maria Martini per aver risvegliato la Chiesa con la modalità di ascolto della parola di Dio con la Lectio Divina, la cui necessità è stata ribadita con forza da Giovanni Paolo II nella lettera apostolica “Novo Millennio ineunte” (6 gen.2001)

in cui dice: “è necessario che l’ascolto della Parola diventi un

▬▬▬▬ 36 ▬▬▬▬

incontro vitale, nell’antica e sempre valida tradizione della lectio divina, che fa cogliere nel testo biblico la parola viva che interpella, orienta, plasma l’esistenza” [n° 39]. Il Laboratorio Nicodemo vuole essere un piccolo granello di senapa seminato nel terreno della grande Chiesa, per offrire a chiunque, in particolare a coloro che sono in ricerca,

la possibilità di nutrirsi della parola di Dio col metodo della Lectio divina e lasciarsi evangelizzare da essa, così da conseguire almeno due obiettivi:

cogliere la dignità di re, sacerdote e profeta conferitaci da Dio nel Battesimo, come ci ha ricordato il cardinal Tettamanzi nella celebrazione liturgica in occasione della consacrazione del presbiterio nostro un mese fa.

Essere ben preparati a dare la nostra umile testimonianza di fede, nella viva speranza che Dio la fa fruttificare nei suoi tempi che, non dimentichiamolo, non sono i nostri tempi. Nel Laboratorio non si è spettatori passivi, ma attori della Parola, cioè, persone che ascoltano la parola che leggono, la meditano, si lasciano consolare da essa, la eleggono a termine di riferimento per il proprio discernimento, così da determinare le decisioni e le azioni della vita quotidiana. La Lectio divina Del Vangelo secondo Luca ci aiuterà ad incontrare la persona di Gesù e a scoprire “tutto quello che Gesù fece ed insegnò dal principio fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo” [At 1, 1-2], come Luca stesso

▬▬▬▬ 37 ▬▬▬▬

dice nel prologo degli Atti degli Apostoli.

Incontreremo Gesù, prima leggendo tutto il Vangelo nella Veglia di sabato 10 ottobre, poi nel Laboratorio dove rileggeremo, mediteremo e pregheremo alcuni brani particolarmente significativi per instaurare un rapporto sempre più intimo con la persona di Gesù. Don Saulo che ha svolto la sua tesi di laurea proprio sul Vangelo secondo Luca, ci aiuterà a mettere a fuoco le coordinate di lettura nell’incontro di

introduzione al Vangelo che si terrà il giorno 23 ottobre. La Veglia chiede la disponibilità di 72 lettori (l’iscrizione è stata molto più numerosa) ciascuno dei quali leggerà una delle sezioni in cui è stato diviso il Vangelo secondo Luca. Il numero di 72 è programmatico, non solo perché indica gli “altri” discepoli distinti dai Dodici, che Gesù invia in missione, ma anche perché 72 è il numero tradizionale che indica le nazioni pagane.

La veglia , dunque, è all’insegna della missionarietà presso i pagani. Per questa valenza il servizio della lettura non può essere improvvisato, ma esige prepararsi, leggendo e rileggendo il brano nei giorni che precedono la veglia per “ruminarlo” e far scendere la parola di Dio nel proprio cuore.

▬▬▬▬ 38 ▬▬▬▬

Le Letture saranno: arricchite dal canto di Tropari (canto allegorico, con cui, nel

nostro caso, si rende melodico un versetto della Bibbia), Inni e Salmi e Preghiere che accompagnano le lettura continua

caratterizzate dall’esposizione di 6 Icone, che focalizzeranno le varie sezioni del Vangelo

Si inizierà con l’ Icona della Natività,

perché,

la prima sezione raccoglie i cosiddetti

“Vangeli dell’infanzia”

Dal cap 3 fino al cap. 9, 50

L’Icona di Gesù col Libro

Perché in questa seconda sezione

Gesù educa gli uomini all’ascolto

Dal cap 9, 51 fino al cap. 19, 28

L’Icona di Gesù Pantocratore

Perché in questa terza sezione

Gesù forma i discepoli per la missione

▬▬▬▬ 39 ▬▬▬▬

Dal cap 19, 29 fino al cap. 23, 56

L’Icona di Gesù Crocifisso

Perché in questa quarta sezione

Gesù a Gerusalemme fino alla crocifissione

Capitolo 24, 1-49

L’Icona della Risurrezione

Il segno della vittoria di Gesù sulla morte

Capitolo 24, 50-53 L’Icona dell’Ascensione

Sarà letta assieme Segno della nostra speranza

Gesù ha promesso d’andare a prepararci un posto in cielo

Le Letture saranno intercalate da momenti di preghiera silenziosa e di preghiera libera, con la ripresa di versetti da parte dei presenti La veglia inizierà alle ore 20 di Sabato 10 ottobre col Rito della Luce e l’Inno proprio della festa di san Luca del 18 ott. Mentre si santa l’inno, don Fabio porterà la Bibbia all’ambone e l’aprirà sul Vangelo di Luca.>>

▬▬▬▬ 40 ▬▬▬▬

Sabato 10 ottobre 2009, nella Chiesa Parrocchiale di Cornaredo, alle ore 20, ha avuto inizio una Veglia Liturgica dedicata alla Lettura “continua” di tutto il Vangelo secondo Luca. Numerosi i presenti, che hanno seguito con grande partecipazione; non solo parrocchiani, ma pervenuti da molti altri paesi. Hanno iniziato le Letture i tre sacerdoti, don Fabio, don Saulo, don Giancarlo ed hanno proseguito gli altri 69 Lettori. Tutto si è svolto secondo programma fino, circa, le ore 1,30.. Termino col dire che tutto questo è stato interiormente fruttuoso e certamente indimenticabile. Riporto brevemente il pensiero e le emozioni di qualche partecipante

<<Questa Veglia è stata come una sosta attorno a Gesù, dissetandomi della Sua Parola. E, come Maria, conservarla nel cuore>> Rita di Cornaredo

<<Piera mi informa che ci sarà la lettura continua del Vangelo di Luca nella chiesa di Cornaredo a carico del gruppo Nicodemo. Penso subito che voglio partecipare ed intanto mi torna alla mente l’iniziativa fatta a Roma lo scorso anno della lettura continua della Bibbia e il rammarico di non aver potuto ascoltare che solo l’inizio e la fine. L’atmosfera è bella, sono stata coinvolta nei canti e sono contenta, perché a me piace anche cantare. Ascolto lettore dopo lettore, tutti ben preparati ed è piacevole anche solo ascoltare. Brano dopo brano, scorrono abbastanza veloci, e ti accorgi quante volte gli hai

▬▬▬▬ 41 ▬▬▬▬

sentiti in modo poco attento, altre volte ascoltati con più interesse e amore, altre volte letti, meditati e sui quali hai fatto ricerca o spiegati ai bambini di catechismo. Chissà come mai questa Parola sembra sempre “nuova”, susciti ogni volta pensieri diversi, sensazioni nuove; probabilmente perché è viva! Mi ricordo da ragazza, su invito di un sacerdote, ogni sera leggevo qualche capitolo prima di addormentarmi, uno dopo l’altro i quattro vangeli: era un piccolo libretto dalla copertina rossa, ma dopo di allora, in modo continuativo non gli ho più letti. È stata una bella serata, preparata bene, intercalata da canti e da silenzio. Mi sono commossa seguendo passo per passo la vita di Gesù, che ha fatto bene ogni cosa e poi viene condannato ad una morte atroce; pensando che Lui ha voluto condividere con te il dolore e non ha scelto altra strada per starti vicino, ti sale un grande “grazie” dal cuore. Siamo arrivati alla fine quasi senza accorgermene. Sono contenta di aver partecipato. Colgo l’occasione per dire che gli anni passati a far ricerca con noi, sono stati molto belli e fruttuosi e che ora posso usufruire di quello che ho imparato da voi con altre persone. Un grosso “grazie” e un caro saluto a tutti>>. Gemma di S. Pietro all’Olmo

<< Su proposta e preparazione di Glauco, lo scorso sabato 10 ottobre si è svolta nella chiesa parrocchiale di Cornaredo una veglia di preghiera incentrata sulla lettura continua del Vangelo di Luca. L'iniziativa si è basata sulla coincidenza, in quel periodo, delle letture feriali del Vangelo di Luca nel Messale Ambrosiano, e sull'avvio, per il laboratorio Nicodemo, di un nuovo ciclo di lectio divina di alcuni brani di questo Vangelo. La veglia ha avuto luogo con la lettura completa del Vangelo, fatta da 72 lettori a partire dai sacerdoti della parrocchia ; intercalata da canti e preghiere curati da amici di gruppi provenienti anche da Rho, Novara, Paderno, e strutturata in sei parti (icone) : Natività, Gesù col libro, Gesù Pantocratore, Crocifissione, Risurrezione , Ascensione.

▬▬▬▬ 42 ▬▬▬▬

L'iniziativa è stata molto positiva: ha dato la possibilità di un incontro e di un avvicendamento prossimo e disponibile (staffetta) tra persone di gruppi, associazioni, movimenti diversi, sia della parrocchia che di altri ambiti. Nel piccolo, un segno importante di convergenza di intenti e di unità attorno al messaggio vero per l'uomo e per il cristiano: la Parola di Dio “Mettetevi bene in mente queste parole“ Lc 9,44 : così Glauco ha sottotitolato l'incontro.

Ognuno dei 72 lettori, sicuramente per la propria parte, ma forse anche per il prima e il dopo, si è preparato bene alla lettura, rilettura, riflessione sul brano. In qualche modo una lectio. Lo scorrere della lettura: ascolto del testo completo ha permesso di intuire la finalità del Vangelo di Luca. Un racconto preciso e testimoniale , un “resoconto ordinato “ degli insegnamenti ricevuti e trasmessi, dietro i quali sta la sostanza: l'annuncio della buona notizia. I primi capitoli del Vangelo narrano di eventi e visioni celesti ed oracolari (annunciazioni, apparizioni angeliche, messaggi divini, nascite prodigiose) che fanno intuire che Dio sta agendo per intervenire concretamente nel cuore della storia. Questi avvenimenti trascendenti iniziali attendono di compiersi nel libero cammino e nella ricerca del discepolo che ripercorre, nei capitoli successivi, le stesse orme umane di Gesù, vissuto nell'amore, crocifisso, risorto. Sono state ore trascorse senza avvertire il passare del tempo coinvolti in una lettura/ascolto che per la prima volta ci ha permesso di sentirci coinvolti con una intensità sconosciuta. E adesso? Quando una iniziativa raggiunge tali livelli ed è così coinvolgente si è convinti che un segno rimane in ognuno di noi, ma diventa difficile immaginare qualcosa che possa esserne la continuazione. Oppure dipende ora da noi andare oltre…la Parola deve diventare la lettura con cui continuamente confrontarci>> Antonio Ghiggini e Carlo Meregalli

▬▬▬▬ 43 ▬▬▬▬

FRATERNITÀ il nostro vescovo

Agosto 2009

AA SSuuaa EEmmiinneennzzaa Card.Dionigi Tettamanzi È sempre per noi un momento di grandissimo significato inviarle nostre notizie relative all’anno appena trascorso. Il Signore certo non ha mancato anche quest’anno di colmarci dei suoi doni, pur in mezzo alle inevitabili prove dell’esistenza e di questo vogliamo rendere grazie. Per quanto riguarda le esperienze di quest’anno, ci pare importante segnalare la continuazione dei laboratori di Novara e Nicodemo diCornaredo, dedicati alla formazione di laici e laiche con l’approfondimento della Parola di Dio secondo il metodo della Lectio divina. Tali laboratori continueranno anche il prossimo anno visto l’interesse che suscitano In particolare a Cornaredo il percorso di preparazione delle persone che potrebbero essere i futuri animatori al Sacramento del, Battesimo, si inizierà, a partire dal prossimo anno, ad approfondire il Vangelo di Luca, iniziando con una lettura continua di tutto il testo in una apposita serata.

▬▬▬▬ 44 ▬▬▬▬

Interessante anche il lavoro a Castelletto di Cuggiono, presso “la Scala di Giacobbe”, dove ha mosso i primi passi, con l’impegno di molti della “Fraternità”, una realtà di servizio alla famiglia sia sotto il profilo economico che relazionale denominata “Pozzo d’acqua Viva”. Questo anno, dopo i necessari adempimenti burocratici, è stato dedicato, sia alla definizione del relativo Statuto che all’impegno dei soci, alla formazione permanente dei Soci, al fine di assumere come linee guida della propria storia, le indicazioni fornite dai gruppi “Stile di Vita” – “Bilancio di Giustizia” – “Ascolto e accoglienza”, nella consapevolezza che l’aiuto agli altri è possibile solo a partire dalla precisazione del proprio “essere”. Inoltre è stato avviato il primo intervento concreto su una famiglia seguita dal gruppo di Paderno Dugnano (prestito di 2.000 Euro) ed è iniziato l’esame su altri casi da affrontare. Vanno poi segnalate alcune esperienze liturgiche che ci hanno accompagnato durante l’anno ed in particolare la celebrazione per la terza volta della “Festa delle Capanne”, lo scorso novembre dopo un lungo approfondimento. Consapevoli delle radici ebraiche della nostra fede, abbiamo così voluto approfondire la terza grande festa di pellegrinaggio del popolo ebraico e cogliere in essa le implicazioni cristiane che Gesù stesso propone nel suo vangelo. Inoltre abbiamo approfondito la figura del beato Alberto Marvelli,, con la collaborazione dell’associazione “La Nuova Regaldi” di Novara e con la bellissima testimonianza della sorella del Beato “riminese”.

Ma il percorso più significativo di quest’qanno, iniziato dopo il rinnovo delle cariche sociali, è stato la messa a punto, ancora in corso, di un progetto di evangelizzazione rivolto a persone lontane dalla Chiesa e/o in ricerca

▬▬▬▬ 45 ▬▬▬▬

L’elaborazione del progetto, del quale non mancheremo di renderla edotta, vuole farci vivere in modo pieno, quelle parti dello Statuto che ci impegnano a rivolgere la nostra attenzione a particolari ambienti popolari scristianizzati. Infine, molto importante, è stata l’esperienza romana al XVII Congvegno Nazionale dell’Apostolato Biblico (organizzato dall’Ufficio Catechistico Nazionale) cui abbiamo partecipato attivamente, dedicato alla Parola di Dio a seguito del Sinodo dei Vescovi dello scorso ottobre, con molti scambi di esperienze anche molto creative. Molte sarebbero ancora le cose da aggiungere, ma sappiamo quanto pesante sia il fardello posto sulle sue spalle. In ogni caso potrà trovare altre notizie nel Giornalino ”Un Granellino di Senapa” che con piacere le alleghiamo. Sempre uniti nella preghiera la salutiamo con affetto. Il Presidente Enrica Favini

ARCIVESCOVADO ARCIVESCOVADO ARCIVESCOVADO ARCIVESCOVADO DI MILANODI MILANODI MILANODI MILANO

▬▬▬▬ 46 ▬▬▬▬

Milano 20 agosto 2009 Gentile signor Presidente Il

Cardinale Arcivescovo ha

ricevuto la Sua gradita

lettera e il bollettino Un

granellino di senapa, con i

quali lo informa delle attività

e delle notizie relative alla

Fraternità ss. Pietro e Paolo

nell’anno appena trascorso.

Sua eminenza mi incarica di ringraziarLa di cuore

e, augurando un sereno tempo di riposo estivo,

assicura a voi tutti un particolare ricordo nella

preghiera.

Con viva cordialità fr Giorgio Formigari (segretario)

▬▬▬▬ 47 ▬▬▬▬

MISSIONE i nostri amici

È sempre con grande piacere ricevere notizie, pensieri, preghiere, affetto dalla nostra cara amica suor Anna, almeno noi di Cornaredo, che la conosciamo molto bene. Ci scrive anche spesso dalla sua Missione, ma le sue lettere non possiamo pubblicarle tutte, ma almeno la più significativa sì. Così le foto che ci manda, sempre belle, dal vivo, perché ci fanno conoscere i suoi posti di missione, la sua gente, i suoi catechisti, persone davvero necessarie per un buon cammino di evangelizzazione. Grande è la loro importanza e questo è anche uno dei nostri scopi: non dimenticarli! Un caro saluto a suor Anna, alla sua Missione, ai suoi collaboratori e suore e gli auguri di un felice Natale nel Signore.

<<Luce ai miei passi è la tua parola>> Sempre cari Amici

della Fraternità ss. Pietro e Paolo, mentre vi scrivo vi ho presenti ad uno ad uno, coi vostri bei volti sorridenti e col vostro cuore ricco di amore per aiutare i poveri. Lo Spirito vi arricchisce ogni giorno con la Lectio Divina che voi meditate, e studiate anche il modo di farla amare anche agli altri.

▬▬▬▬ 48 ▬▬▬▬

Mia sorella Piera mi ha detto che avete fatto la lettura del Vangelo di Luca in continuazione un sabato sera, e ne sono veramente felice, al sapere che potete far conoscere e amare la parola di Dio, anche a Cornaredo. C’è un cambiamento anche qui, in Tanzania: i Luterani distribuiscono, gratis, le bibbie e quindi la gente sente parlare della parola di Dio in chiesa e poi fuori, e quindi poi c’è un po’ di confusione di idee; ma l’importante, io dico, che non siano i musulmani, altrimenti sarebbero guai seri. La parola di Dio è un mezzo efficace per amare Dio Padre, il suo Figlio, lo Spirito Santo e ad essere veramente persone di Dio e del prossimo. Questo lo dico a me più che a voi, perché voi, col bene che fate a tutti,

indistintamente, davanti al Signore, avete certamente grandi meriti e tante grazie

Ottobre 2009 a scuola. Questo è il catechista che ha iniziato il corso. Osservatelo come è vestito ora, a scuola, dopo sei mesi di studio.

per continuare il vostro apostolato missionario, anche

nascosto. Vi porto sempre nel mio cuore, e ogni giorno davanti a Gesù

eucaristico, perché possiate essere uniti come “fraternità”,

avere salute e pace e anche tanta gioia nel cuore.

▬▬▬▬ 49 ▬▬▬▬

Questa si chiama Perpetua Hango e anche lei ha iniziato quest’anno il corso di catechesi.

Ignazio Trichea Tonio, nato il 15/05/1983. Mamma Nangirugi Lucy Baba Tiuto Tonio

Un caro saluto e un forte abbraccio con tanta preghiera per voi e

per i vostri cari, e ne chiedo in cambio una per me e per la mia

missione. Con affetto Suor Anna P.S: Sarà un po’ difficile “possedere” tutto quello che suor Anna, ci attribuisce, soprattutto i meriti. Se il Signore guardasse i “meriti” non avremmo un “sacco” così pieno da portare al Signore. Meno male che c’è la sua grazia che abbonda e sarà questa a condurci a lui. Non so se ho scritto giusto i nomi dei catechisti! Luigi

▬▬▬▬ 50 ▬▬▬▬

MISSIONE i nostri amici

Parliamo ancora dei nostri amici di Cornaredo in missione temporanea in Bolivia – Escoma. Rita, direttamente interessata per via delle figlie, ci racconterà qualcosa, così Chicca Scaramellini, responsabile della Comunità di Escoma, e poi – novità – i 3 nipotini che, anche loro, hanno fatto l’esperienza … missionaria!

Mia nipotina Martha, è nata a La Paz, in Bolivia, otto anni fa, durante la prima esperienza missionaria di mia figlia Grazia. Grazia e il marito Fabio fanno parte dell’Operazione Mato Grosso, ed allora avevano trascorso un anno a Bolivar per attivare insieme alla madre Chicca e due ragazze Peruviane ed un’altra dell’Equador, una scuola per bambine. Bolivar è situata fra le montagne aride e la povertà è davvero tanta. La scuola di questa missione ospita le bimbe dei villaggi intorno a Bolivar, che sono abitati dai più poveri fra i poveri. Per loro, andare a scuola non significa solo ricevere una

Istruzione, ma soprattutto avere una alimentazione adeguata.

▬▬▬▬ 51 ▬▬▬▬

Martha è tornata in Italia coi genitori, che aveva circa un anno e dopo di lei sono nati Miriam e Gabriele. La scorsa estate la famigliola ha raggiunto l’amico Stefano Meregalli che viveva da diversi anni a Pomallucay in Perù in una missione (vedi Giornalino n°17, dic. 2003 a pag. 17), per partecipare al suo

matrimonio con Carmen, una meravigliosa ragazza del posto. È stata un’occasione per loro, per ritrovare tanti amici italiani che vivono là, e stare un po’ insieme ai cugini che hanno 4 bimbi, con i quali Martha, Miriam e Gabriele hanno giocato tanto Sono tornati poi in Bolivia dove erano già stati tre anni fa.

Hanno vissuto in varie missioni, presso famiglie di volontari, ed i bambini hanno condiviso i giochi con nuovi amici, hanno mangiato alla mensa dei poveri, hanno verificato come vivono i poveri dei quali hanno sentito tanto parlare e di cui vedono le fotografie appese ai

muri della loro casa in Italia. Hanno anche imparato qualche parola in Castigliano.

▬▬▬▬ 52 ▬▬▬▬

Sono tornati in Italia, hanno riabbracciato i nonni, i cugini, la gatta Nina e i tre pesciolini. Hanno riassaporato i cibi di casa, sono tornati a scuola fra i compagni e gli amici di sempre, ma le fotografie degli amici lasciati in terra di missione, appese ai muri di casa, hanno assunto per loro un significato diverso.

Alcune foto sono di giovani volontari che avevano visto e giocato con loro nella propria casa prima che partissero per la missione, poi giovani copie coi loro bimbi, sacerdoti, padre Ugo, ed i “famosi” poveri: bimbi, adulti, vecchietti e che ora, oltre ad un volto, hanno un nome, una storia, un luogo dove vivono. Hanno anche portato a casa il ricordo di giochi spensierati, su strade e cortili privi di pericoli, senza essere disturbati da macchine e altro. Giochi spontanei, inventati al momento, come … una volta

Ecco cosa mi ha scritto Martha, nella prima parte del suo viaggio: Carissimi nonni, noi siamo partiti da Lima, la capitale del Perù. Abbiamo preso il bus e abbiamo attraversato la cordigliera Bianca. Le cime innevate erano bellissime. Da questa strada siamo arrivati a Pomallucay. Abbiamo visto le casupole di fango e i bambini lavoravano nei campi e alcuni che cantavano davanti alla chiesa.

▬▬▬▬ 53 ▬▬▬▬

Poi siamo andati a Chacas e siamo andati a trovare i vecchietti

con i cugini che abitano lì e poi siamo ritornati a Lima per partire

per la Bolivia.

Vi voglio tanto bene, Martha, ciao.

Papà Fabio coi figli Martha, Miriam e Gabriele.

Mamma Grazia col piccolo Gabriele

Questo gesto spontaneo del piccolo Gabriele sulla cima di queste alte montagne accanto alla croce, ispira un significato importante di Libertà e Gioia: <<Chi non accoglie il Regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso>> (Mc 10, 15)

▬▬▬▬ 54 ▬▬▬▬

Così scrive da Escoma il 10 sett. 2009, Chicca, responsabile della missione:

<<Cara Rita e amici del gruppo, approfitto del ritorno di Grazia in Italia, per scrivere due righe per ringraziarvi e per i soldi che mi avete mandato. Da pochi mesi abbiamo aperto un asilo nuovo in una comunità di Escoma. Abbiamo dovuto rifare quasi completamente la struttura; solo una parte era già in piedi anche se molto decadente L’asilo è stato avviato a fine luglio; accoglie circa 17-18 bambini anche se ce ne sono iscritti di più, ma alcuni vengono da lontano e non è facile per loro essere sempre presenti. Grazia con Martha, Miriam e Gabri, vi potranno raccontare e fare vedere alcune immagini, perché sono venuti più volte. Il lavoro con i bambini è per me molto importante: qui, a mio avviso, diventa fondamentale. Lo è anche solo per il motivo di dargli un’ adeguata e completa alimentazione. Per loro il nutrimento base è la “patata”; né latticini, né verdure, né carne, tanto meno frutta.

▬▬▬▬ 55 ▬▬▬▬

Così, anche solo per questo, può essere importante creare degli asili. Poi curiamo un po’ la loro “igiene” personale; altra piccola cosa, però importante. I vostri $ li ho usati per comprare da mangiare per questi primi mesi. Ormai la costruzione è finita, così le spese sono per il “menage” quotidiano. Volevo solo dirvi “GRAZIE”, senza aggiungere troppe parole. Solo ringraziarvi ed invitarvi a tenere sempre presente i “poveri”“poveri”“poveri”“poveri” che sono per noi un richiamo prezioso a staccarci dalle nostre cose, a ringraziare per tutto quello che abbiamo ricevuto e ci ricordano il nostro dovere cristiano di condividere e dare agli ultimi quello che abbiamo. Saluto e ringrazio ognuno di voi.

Un forte abbraccio Chicca>>

▬▬▬▬ 56 ▬▬▬▬

FRÀTERNITÀ condivisione

SaltuariamenteSaltuariamenteSaltuariamenteSaltuariamente sul nostro Giornalino, riportiamo alcuni interventi della Fraternità, per aiutare gli “altri”. Lo Statuto, all’articolo 2 in cui parla di Scopi e Finalità dell’Associazione, oltre l’evangelizzazione, la Parola e la D:S:C, promuove anche la <<Testimonianza della carità, intesa Testimonianza della carità, intesa Testimonianza della carità, intesa Testimonianza della carità, intesa soprattutto, come condivisione del bisogno altrusoprattutto, come condivisione del bisogno altrusoprattutto, come condivisione del bisogno altrusoprattutto, come condivisione del bisogno altrui>> (art. 2.4). Anche per questo scopo, la Fraternità ha dato vita alla “Assoc. Pozzo d’Acqua Viva” (riportata ampiamente nell’articolo a pag. 25 di questo n°), che, attualmente, sta aiutando una famiglia in difficoltà, nel territorio di Paderno Dugnano. TuttaviaTuttaviaTuttaviaTuttavia, un “condivisione” più particolareggiata viene esercitata dai Gruppi locali della Fraternità. Il Gruppo di Cornaredo ne ha parlato parecchie volte nel Giornalino, anche per ringraziare tutti cloro che contribuiscono ai bisogni altrui. Questo Gruppo ha la sua “Cassa economica” che viene sostenuta dall’impegno mensile dei propri iscritti, con qualche contributo esterno. QuestaQuestaQuestaQuesta “Cassa” ci dà la possibilità di contribuire a diversi progetti, o a momenti di disagio di persone e famiglie. Quest’anno 2009, e negli anni passati, abbiamo contribuitoabbiamo contribuitoabbiamo contribuitoabbiamo contribuito per

▬▬▬▬ 57 ▬▬▬▬

IIIIIIII NNNNNNNNOOOOOOOOSSSSSSSSTTTTTTTTRRRRRRRRIIIIIIII AAAAAAAAMMMMMMMMIIIIIIIICCCCCCCCIIIIIIII MMMMMMMMIIIIIIIISSSSSSSSSSSSSSSSIIIIIIIIOOOOOOOONNNNNNNNAAAAAAAARRRRRRRRIIIIIIII CONGO,CONGO,CONGO,CONGO, COMI - costruzione nuovo Centro Siloe

BOLIVIA E PERÙBOLIVIA E PERÙBOLIVIA E PERÙBOLIVIA E PERÙ O M G O M G O M G O M G bisogno per le comunità in aiuto dei poveri

TANZANIA TANZANIA TANZANIA TANZANIA Suor ANNASuor ANNASuor ANNASuor ANNA – per la scuola ai catechisti

� Sett. 2009. Carissimi Amici del Gruppo Fraternità, Abbiamo ricevuto la vostra offerta, quale sostegno alla costruzione del nuovo Centro Siloe in Congo. «Posso testimoniare, infatti, che hanno dato secondo i loro mezzi e anche al di là dei loro mezzi, spontaneamente» Queste parole di san Paolo confermano che la solidarietà diventa il mezzo efficace non solo per andare incontro alle necessità di altri fratelli, ma per sperimentare già i frutti della condivisione. La ricchezza che si riceve nel donare, è proprio la gioia che non ha proporzione con quanto si è donato! Vi ringraziamo, perché ci date l’opportunità di offrire, non solo dei mezzi materiali, ma l’aiuto ancora più grande nel promuovere le persone là, dove siamo presenti con i nostri progetti. Maria Immacolata ottenga per voi tutte le grazie necessarie in questo tempo. Per l’Istituto COMI - Segretaria Generale IIIIIIIILLLLLLLL MMMMMMMMOOOOOOOOVVVVVVVVIIIIIIIIMMMMMMMMEEEEEEEENNNNNNNNTTTTTTTTOOOOOOOO DDDDDDDDIIIIIIIIPPPPPPPPIIIIIIIINNNNNNNNGGGGGGGGIIIIIIII LLLLLLLLAAAAAAAA PPPPPPPPAAAAAAAACCCCCCCCEEEEEEEE

Questo Movimento (onlus) fondato da P: Turturro a Palermo, ha lo scopo di aiutare, raccogliere e istruire i bambini della strada e si prende cura dei ragazzi i cui genitori sono morti o sono carcerati all’Ucciardone.

SSSSSSSSOOOOOOOOSSSSSSSSTTTTTTTTEEEEEEEEGGGGGGGGNNNNNNNNOOOOOOOO AAAAAAAA FFFFFFFFAAAAAAAAMMMMMMMMIIIIIIIIGGGGGGGGLLLLLLLLIIIIIIIIAAAAAAAA IIIIIIIINNNNNNNN CCCCCCCCOOOOOOOORRRRRRRRNNNNNNNNAAAAAAAARRRRRRRREEEEEEEEDDDDDDDDOOOOOOOO Famiglia numerosa impossibilitata a corrispondere all’affitto dell’appartamento in cui vive, per cui necessita di un sostegno continuo.

▬▬▬▬ 58 ▬▬▬▬

LLLLLLLLAAAAAAAA MMMMMMMMIIIIIIIISSSSSSSSSSSSSSSSIIIIIIIIOOOOOOOONNNNNNNNEEEEEEEE PPPPPPPPAAAAAAAACCCCCCCCEEEEEEEE SSSSSSSSPPPPPPPPEEEEEEEERRRRRRRRAAAAAAAANNNNNNNNZZZZZZZZAAAAAAAA EEEEEEEE CCCCCCCCAAAAAAAARRRRRRRRIIIIIIIITTTTTTTTÀÀÀÀÀÀÀÀ

PALERMO

Il carisma della Missione è l’accoglienza e il donarsi ai nuovi poveri delle città ovvero a tutti quelli che rimangono indietro e ai margini di questa società così indifferente; vengono chiamati barboni, vagabondi, giovani sbandati, alcolisti, ex detenuti, separati, prostitute profughi, immigrati, ma in Missione ci chiamiamo tutti fratello e sorella senza alcuna distinzione.

OOOOOOOOPPPPPPPPEEEEEEEERRRRRRRRAAAAAAAA SSSSSSSSAAAAAAAANNNNNNNN FFFFFFFFRRRRRRRRAAAAAAAANNNNNNNNCCCCCCCCEEEEEEEESSSSSSSSCCCCCCCCOOOOOOOO Opera San Francesco per i Poveri, fondata nel 1959 dai Frati Cappuccini di Viale Piave a Milano, offre ai poveri assistenza gratuita e accoglienza. Oltre a soddisfare bisogni primari e reali di persone in grave difficoltà offre a loro ascolto e protezione. C’è UN LUOGO DOVE L’UOMO “RINASCE” OGNI GIORNO

MMMMMMMMOOOOOOOONNNNNNNNAAAAAAAASSSSSSSSTTTTTTTTEEEEEEEERRRRRRRROOOOOOOO SSSSSSSSSSSSSSSS PPPPPPPPIIIIIIIIEEEEEEEETTTTTTTTRRRRRRRROOOOOOOO EEEEEEEE PPPPPPPPAAAAAAAAOOOOOOOOLLLLLLLLOOOOOOOO AAAAAAAA GGGGGGGGEEEEEEEERRRRRRRRMMMMMMMMAAAAAAAAGGGGGGGGNNNNNNNNOOOOOOOO

Il monastero, come casa di Dio, di cui i monaci stessi sono i primi ospiti, resta un

luogo in cui tutti possono attingere ristoro e pace. Uomini e donne possono così condividere questo clima di ascolto per ridare vigore al proprio cammino quotidiano, attraverso una breve sosta nella cappella ordinariamente aperta, un incontro con un fratello o l’ospitalità che la comunità offre per uno o più giorni.

PPPPPPPPEEEEEEEERRRRRRRRSSSSSSSSOOOOOOOONNNNNNNNEEEEEEEE IIIIIIIINNNNNNNN DDDDDDDDIIIIIIIIFFFFFFFFFFFFFFFFIIIIIIIICCCCCCCCOOOOOOOOLLLLLLLLTTTTTTTTÀÀÀÀÀÀÀÀ Può capitare che alcune persone siano in gravi difficoltà economiche ed abbiano bisogno di un sostegno, almeno “una tantum” La Provvidenza del Signore, chi lo cerca, non manca mai Noi siamo umili servitori.. Grazie a chi ci ha dato una mano!

▬▬▬▬ 59 ▬▬▬▬

FORMAZIONE percorso

A NOVARA, per iniziativa dell’Associazione Culturale “La Nuova Regaldi” è stato presentato un “percorso” di formazione per ripensare, alla luce del Vangelo, la gestione economica di : FAMIGLIA - PARROCCHIA - IMPRESA -VOLONTARIATO Alla progettazione di questa iniziativa, ha partecipato il Gruppo della “Fraternità ss. Pietro e Paolo di Novara”, nelle persone di Gabriele Soncin, la moglie Gabriella e Giuseppe. Lascio subito lo spazio a Gabriele, che ci illustrerà, brevemente, come è nato e a cosa tende questo progetto.

Il titolo: Per la cruna dell’ago:Per la cruna dell’ago:Per la cruna dell’ago:Per la cruna dell’ago:

L’obiettivo: Ricucire Vangelo ed economia

Domanda: un progetto ambizioso? Il giorno 2 dicembre a Novara è partito il percorso di formazione denominato” per la cruna dell’ago”nel quale anche la fraternità santi Pietro e Paolo è coinvolta attraverso alcuni suoi membri. La scelta del richiamo evangelico (Mc 10,25; Mt 19,24; Lc 18,25) nel titolo, ha lo scopo di ricordare che sul fronte della gestione dei beni, il Vangelo ha ancora qualcosa da dire.

▬▬▬▬ 60 ▬▬▬▬

Il sottotitolo sottolinea l'obiettivo fondamentale del progetto, che vuole scorgere una strada per una gestione dei beni, istruita dai valori evangelici e che prenda in scacco le strutture sociali ed economiche.

Il progetto è rivolto a tutti coloro che sentono l’esigenza di riflettere sul proprio stile di vita, per motivarsi a uno stile più sobrio, che valorizzi la solidarietà e l’attenzione per le esigenze della società e dell’ambiente. In particolare il progetto si rivolge a 3 distinti gruppi di destinatari, che stanno su tre diversi livelli di vita comunitaria, quello famigliare, quello parrocchiale e quello della società: Cosa ha fatto nascere e perché è partito questo progetto? Io Gabriele, Gabriella, mia moglie e Giuseppe, da diversi anni siamo anche soci della Associazione diocesana Nuova Regaldi che investe molto in formazione culturale,

specificata attraverso corsi biblici, corsi sul pensiero sociale, ma a nostro avviso questa attività profusa ci sembrava carente in particolare su ciò che riguarda la declinazione nel campo della solidarietà di tutta questa ricchezza culturale. Sì: si facevano raccolte di denaro per i poveri della Georgia o altre iniziative solidali, ma qualcosa mancava . Per di più io e Gabriella da due anni eravamo responsabili all’interno dell’ associazione, del laboratorio della solidarietà, e la consapevolezza che ci fosse qualcosa che lo rendesse impoverito cresceva sempre di più. Così circa un anno fa, il responsabile spirituale don Silvio Barbaglia ci chiede di pensare a qualcosa che potesse sbloccare la situazione. Attingendo al patrimonio ricevuto negli anni di formazione sul pensiero sociale a Viboldone e poi a Castelletto, tramite la “Fraternità”, decisi di presentare una riflessione sulla solidarietà e sul bisogno di rifondarla teologicamente a livello evangelico, socialmente a livello del Psc e

▬▬▬▬ 61 ▬▬▬▬

mostrarne la sua concretizzazione in un certo periodo storico, quello di san Francesco nell’incontro con il lebbroso. ( rif. primo incontro con Maurizio Annoni a Castelletto di Cuggiono, 2° ciclo con la “Fraternità”).

Così si decide di iniziare a riflettere partendo da un documento, cioè dalla lettera sociale che ogni anno il Papa scrive in occasione della giornata mondiale per la pace. Quest’anno era sulle cause della povertà, nella quale indica come via per affrontarla, quella di intraprendere stili di vita sobri e solidali. La solidarietà si sposa con la sobrietà! Queste indicazioni nel mese di gennaio sono state espresse da più voci: quella del capo dello stato Napolitano e quelle del Vescovo di Novara, che dicono con chiarezza che per affrontare la crisi in atto,

è necessario proprio questo nuovo stile di vita. Ecco che così parte l’idea : perché non progettare un percorso di formazione ad uno stile di vita sobrio solidale ed economicamente sostenibile che mette insieme uomini e donne sensibili a riflettere e cercare vie percorribili su questa strada? Cosa ha fatto nascere in me questo lavoro di progettazione?

La consapevolezza di avere ricevuto negli anni di formazione di Viboldone e Castelletto, con la “Fraternità”, un grande tesoro .

A volte Dio ti apre delle porte quando meno te lo aspetti. Questo percorso formativo lo vedo come segno di speranza, in tempi

▬▬▬▬ 62 ▬▬▬▬

critici come quello in cui stiamo vivendo per una crisi in atto, radunare persone di diversi ceti sociali:(( famiglie, imprenditori, mondo ecclesiale, ecc.) che vogliano ripensare a ciò che il vangelo abbia da dire oggi all’economia, apre la porta della speranza. E’ per questo che faccio mie le parole del profeta Geremia nel libro delle Lamentazioni al cap. 3, 19-26. Il ricordo della mia miseria e del mio vagare è come assenzio e veleno. Bene se ne ricorda e si accascia dentro di me la mia anima. Questo intendo richiamare alla mia mente, e per questo voglio riprendere speranza. Le misericordie del Signore non sono finite, non è esaurita la sua compassione; esse sono rinnovate ogni mattina, grande è la sua fedeltà. Mia parte è il Signore -io esclamo- per questo in Lui voglio sperare. Buono è il Signore con chi spera in lui, con l’anima che lo cerca. E’ bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore.

Gabriele

A chi è rivolto? Il percorso è rivolto a tutti coloro che intendono riflettere dell’economia e la sua gestione, e in particolare a:

* coppie e famiglie

* imprenditori, professionisti e artigiani *sindacalisti e lavoratori *politici ed amministratori *educatori ed insegnanti *volontari e operatori sociali

▬▬▬▬ 63 ▬▬▬▬

Come si svolge? * Tredici incontri dedicati a una riflessione su aspetti di base

della gestione economica di famiglia, impresa e carità. * Impostazione orientata a concretezza e semplicità di analisi di

temi e situazioni, adatta a esperti e non. * Docenti scelti tra i maggiori esperti nazionali di economia e di

dottrina sociale della Chiesa. * Lavori di gruppo, guidati da tutor, per la discussione e

concretizzazione pratica di stimoli e riflessioni teoriche. * Testimonianze di persone e realtà che vivono un’economia

illuminata dal Vangelo in famiglia, impresa, solidarietà sociale

Dove si svolge? Gli incontri si svolgono presso la sede de La Nuova Regaldi (via dei Tornielli 6, Novara).

Come partecipare? Per partecipare, segnala il tuo nominativo tramite il servizio di iscrizione on-line o chiamando al 331 6764135 (Gabriele Soncin). Quota di iscrizione 30 euro (15 euro per chi si associa a La Nuova Regaldi).

Gabriele Soncin (Responsabile del progetto e rappresentante della Fraternità dei Santi Pietro e Paolo)

▬▬▬▬ 64 ▬▬▬▬

Potrebbe bastare una piccola sosta

davanti a un presepio.

Si rimane a contemplare,

il cuore lontano dal tumulto delle voci

che ci distraggono e ci stordiscono.

I pensieri possono trascorrere dalla terra al cielo,

dal passato al futuro,

dalla fragilità di un bimbo

al senso ultimo del nascere e del morire.

Ed è in questa conchiglia di silenzio

che il Verbo può far risuonare la sua voce

che viene dall’oceano immenso

dell’amore di Dio.

Ascolteremo parole segrete

che il Padre ama

confidare solo agli amici.

(don Luigi Bozzoli, Natale l’oggi di Dio)

▬▬▬▬ fine ▬▬▬▬