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Copia di La vita come tu la vuoi x stampa - extraordinary.it · Il segreto di Pulcinella 114 ... Se stai leggendo questo libro probabilmente sei come me. ... invece di rea-lizzare

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CLAUDIO BELOTTI

LA VITACOME TU LA VUOI

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Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, Corso di Porta Romana n. 108, Milano 20122, e-mail [email protected] e sito web www.aidro.org

la vita come tu la vuoi

Proprietà Letteraria Riservata© 2011 Sperling & Kupfer Editori S.p.A.

ISBN 978-88-200-5086-315-I-11

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A Nancy, la vita che ho voluto, voglio e vorrò.

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Indice

Introduzione. Il progetto più bello, te stesso 1

1. Essere – Diventa chi sei 5Soddisfazione invece di successo 6Droghe? No, grazie! 9Fermati un istante... 13Vivi con passione! 18Se solo potessi 20La vera meta non è la vetta 22Il mio ultimo desiderio 25Decido quindi sono 30Il giorno migliore per iniziare non è lunedì 33Vedo e stravedo 35Felicità 37Quando il gioco si fa duro... 41Non tu, noi 46

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Evoluzione, non cambiamento 49Il più forte sopravvive, il più saggio se la gode 51Non ce la farai mai 54

2. Credere – Credi in chi sei e in ciò che farai 57Eppure non siamo elefanti 60Emozioni 63In quale categoria concorre il tuo film? 67Credere in qualcosa di utile 70Io credo in te, tu credi in te? 73Credo anche in loro 75Credo in Dio 78Basta poco per credere, si chiama fede 79Per-donare 81Viva la paura! 84Togliti di mezzo 88La tua impostazione di base 90Te lo meriti? 93Cambia livello 96La tua sfida, il tuo viaggio dell’Eroe 97È tutto falso, a meno che tu voglia che sia vero 107

3. Fare – E ora puoi fare quello che devi fare 109Adesso sei pronto 110Il segreto di Pulcinella 114Aspettati gli imprevisti 118Eravamo quattro amici al bar 120La forza dell’impegno e dell’autodisciplina 125Momenti magici 129

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Pareto aveva ragione 131Smetti di combattere 136Pensa mentre corri 138Se lo fanno tutti, non è da fare 140Quattro cose da fare 141Pronti, partenza, via! 143

4. Avere – Dopo tutto quello che hai fatto puoi avere quello che vuoi 145

Conclusione. Il tuo viaggio comincia adesso 151

Ringraziamenti 153Bibliografia 155

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Introduzione

Il progetto più bello, te stesso

Abbiamo avuto il dono della vita ma ne passiamo la maggior parte correndo dietro a qualcosa o qualcuno, senza pensare a chi siamo e che cosa vogliamo.

Molti arrivano ai momenti delle domande (i comple-anni degli «anta» o le tragedie) troppo tardi, impreparati e nello stato d’animo meno adatto.

Io sono un uomo fortunato. Sono nato e cresciuto in una famiglia straordinaria, ho sempre avuto la possibilità di decidere e fare ciò che volevo, pagandone le conseguenze ma anche riscuotendo il premio. Mi sono goduto la vita: volevo viaggiare per il mondo e l’ho fatto, volevo essere libero e lo sono stato. Non ho mai preso impegni che non ero sicuro di poter mantenere. Sono sempre stato così e lo sarò sempre.

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La vita come tu la vuoi

Sono sempre stato affascinato dalle persone, dai loro comportamenti, colpito dal fatto che tutti siano sempre pronti a giudicare le scelte altrui e sempre poco inclini ad assumersi la responsabilità della propria vita.

Nella speranza di dare una spiegazione all’esistenza, ho studiato le metodiche più avanzate con i migliori coach del mondo, arrivando alla conclusione che ciò che abbiamo è il risultato di quello che siamo e in cui crediamo.

Lo so, non ci volevano venticinque anni di studi inter-nazionali per capirlo... bastava un po’ di buonsenso, ma forse ne ho poco. Quello che mi stupisce ancora è vedere come la maggior parte delle persone insoddisfatte e fru-strate continui a vivere giorno per giorno, senza fermarsi a decidere, pianificare, cambiare, essere.

Se stai leggendo questo libro probabilmente sei come me.Mi sono sempre fatto domande che altri non si faceva-

no. Alle elementari ero l’incubo delle suore, sempre pronto a porre domande scomode. Volevo capire. Perché le cose sono come sono? Perché facciamo quello che facciamo? È possibile che siamo così stupidi da pensare di poter essere felici o soddisfatti senza fare nulla per esserlo? «Essere», che bel verbo!

L’idea non è nuova:

se sei, se veramente sei, allora puoi credere, se credi fai, e se fai hai.

Tutto qui. Purtroppo, è meno facile di quanto sembri. È più semplice vivere lasciandosi guidare dagli eventi e

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Introduzione

prendersi qualche pausa per dimenticare che ciò che siamo e facciamo non ci piace.

Nel mio lavoro di coach incontro tutti i giorni persone che vogliono migliorare, e la cosa più buffa è che princi-palmente ho a che fare con persone che stanno bene. Sono proprio quelli che non avrebbero bisogno di un coach che lo cercano... strano, vero?

Eppure, è così: chi trarrebbe i maggiori vantaggi dalla lettura di queste pagine non le leggerà. Questo libro andrà invece in mano a chi si pone domande, vuole crescere e migliorarsi: insomma, persone che sono già avanti nel loro percorso. Perciò, caro lettore, la consapevolezza di voler essere di più dimostra che sei uno dei pochi, perché sono pochi quelli che rischiano, prendono decisioni difficili e rimangono fedeli a ciò che sono.

Io sono cresciuto con persone che hanno rispettato il mio modo di essere e mi hanno dato lo spazio per esprimer-lo. Ora sono circondato da amici, colleghi e, soprattutto, da una famiglia, che mi stimolano ogni giorno a essere, credere e fare seguendo le mie inclinazioni e ciò che sono.

Sono fortunato, lo so. Ma mi piace pensare che ho contribuito a creare le mie fortune. E mi piace pensare che queste pagine saranno di stimolo per te. Forse ti faranno riflettere, forse ti faranno arrabbiare. Se ti spingeranno a cambiare per essere più fedele a te stesso avremo fatto qualcosa di bello insieme.

Posso assicurarti fin da subito che non hai abbastanza

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La vita come tu la vuoi

fantasia per immaginare quanto sarà straordinaria la tua vita se deciderai di realizzare il progetto più grande e più bello: te stesso.

Questo è il mio modello: il cuore di tutto è ciò che sei, attorno c’è ciò in cui credi, che è la base del tuo fare. Il risultato è ciò che hai, non è parte di te quindi cambia. È utile ma non determinante, quello che è dentro conta di più.

AVERE

AVERE

CREDERECREDERE ESSERE

CREDERE

CREDERE

FARE

FARE

FAREFARE

AVERE

AVERE

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ESSEREDiventa chi sei

«Molte persone dedicano la loro vita a realizzare un’idea di ciò che dovrebbero essere, invece di rea-lizzare se stesse.»

Bruce Lee

Questo capitolo, che ritengo fondamentale, è dedicato all’essere. Passiamo la maggior parte del tempo a fare per avere. Siamo vittime del nostro stile di vita, che ci rende sempre meno reali e sempre più infelici. Accumuliamo oggetti da possedere e cose da fare, perdendoci ciò che davvero conta: le relazioni, la salute, la gioia, noi stessi. Andiamo in vacanza in luoghi esotici la cui popolazione locale vive con poco e rimaniamo colpiti dalla sua sereni-tà. Poi torniamo a casa e riprendiamo il solito tran tran; della vacanza ci restano un bel ricordo e qualche foto, il resto se ne va velocemente, così come gli amici conosciuti in quell’occasione.

Per quanto tempo possiamo andare avanti così?

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La vita come tu la vuoi

Soddisfazione invece di successo

«Il successo senza soddisfazione è fallimento.»

Anthony Robbins

Ti sei mai chiesto perché sei qui? Oppure qual è il senso della vita? O se vale la pena fare tutto quello che fai? Io sì. È da tanto tempo che me lo domando, fin da

quando ero bambino. Mi sono sempre chiesto il perché delle cose, soprattutto quando riguardavano le persone. Mi sono sempre domandato perché le persone fanno quello che fanno, perché si comportano in un certo modo, come mai alcune sono felici e altre profondamente insoddisfatte, perché alcune hanno «successo» e altre no.

Le risposte che mi davo erano diverse, a seconda dei casi: fortuna, destino, volontà, abilità, perseveranza...

Poi i Maestri, quelli veri, quelli che ti aprono nuove vie, mi rivelarono che tutti sono in grado di fare tutto, basta che lo vogliano veramente, che ne siano convinti e lavorino sodo per ottenerlo. Dicevano che potevo essere tutto ciò che volevo: le risorse erano dentro di me.

Grandioso, vero? Dapprima, però, non riuscivo a ca-pire. Certo, erano belle parole, ma mi sembrava anche una vaga presa in giro.

Quello che sapevo, allora, era che volevo essere felice e fare l’astronauta o l’avvocato, a volte il pilota di For-mula 1 o il musicista in un gruppo rock. Nel frattempo, dovevo frequentare le scuole dell’obbligo e continuare

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ESSERE – Diventa chi sei

almeno fino alle superiori («Altrimenti non sei nessuno!» dicevano). In altre parole, ecco come funzionava: prima vai a scuola, poi ti trovi un lavoro, se sei bravo guadagni un po’ di soldi e metti su famiglia.

Se tutto si limitasse a questo, sarebbe semplice. Potrem-mo vivere la vita giorno per giorno, senza mai domandarci: Chi sono io? Che cosa voglio? Alle elementari sarebbe sufficiente studiare e giocare, e così pure alle medie e alle superiori (cambierebbero solo i tipi di giochi). Poi, una volta cominciato a lavorare, ci sarebbe la stessa alternanza di dovere e piacere. Ma non basta.

Prima o poi arrivano le vere domande. Arriva il test: Sono soddisfatto? Sono felice? Sono me stesso?

Che fine hanno fatto i miei sogni, i valori e i buoni propositi?

Cinquant’anni fa la vita era più semplice. I grandi passi erano trovarsi un lavoro e un partner, poi comprare casa, avere figli e crescerli sani fino al matrimonio. C’era ben poco da scegliere, persino la squadra del cuore si ereditava dal papà.

Adesso tutto è diverso. Vai a scuola, ma il titolo di stu-dio non ti assicura nulla. Ti sposi tardi, per essere sicuro di scegliere la persona giusta, e spesso anche questo non è assicurato. Molti decidono di non avere figli, e chi li ha si ritrova spesso a negoziare all’infinito valori e regole.

E non è tutto: il traffico ci sottrae moltissimo tempo, l’inquinamento mina la nostra salute e il pianeta, la crisi

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La vita come tu la vuoi

economica e il pericolo del terrorismo ci privano della serenità.

Che cosa possiamo fare? Scappare in uno di quei Paesi dove con pochi euro si vive da nababbi? Beh, è un’idea. Ma poi?

Quello che molti fanno è correre come criceti sulla ruota per poi prendersi piccoli momenti di felicità, vera o presunta: una vacanza, un weekend, un bicchiere di vino, un paio di scarpe nuove, un reality alla TV... qualsiasi cosa che aiuti a dimenticare l’insoddisfazione. Poi attendiamo il domani, dicendoci che sarà migliore. Siamo positivi!

Ma il domani non è migliore. Se facciamo quello che abbiamo sempre fatto, nulla cambierà. Anzi, cambierà, in peggio però. E sai perché? Perché se non cambi tu, non possono cambiare le cose. In verità, mi sono espresso male:

non devi cambiare, devi diventare chi sei già.

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ESSERE – Diventa chi sei

Droghe? No, grazie!

«Non è sufficiente avere un buon cervello, la cosa più importante è usarlo bene.»

René Descartes

Puoi fingere che ci sia un senso e, anche se non ci fosse, crederci ugualmente, per essere positivo. Oppure puoi goderti tutto quello che vuoi. Goderti il momento: bere, mangiare, ballare, prendere droghe, dormire ovunque e con chiunque... perché no?

Beh, alla fine ti ritroveresti comunque con la tua vita, soddisfacente o no, e probabilmente non avresti vissuto secondo i tuoi termini, essendo chi davvero sei.

Poi, un giorno, ti chiederesti: E allora? Tanto vale farlo adesso, che sei sobrio e ancora in

tempo.Se credi nella reincarnazione, sai che la prossima vita

sarà in funzione di questa; se non ci credi, sei convinto che questa sia la prima e l’ultima volta. In ogni caso, è meglio vivere bene! Perciò, o vuoi essere al meglio, oppure smetti di leggere il libro.

Se sei cristiano, probabilmente credi che siamo qui per volontà divina e facciamo quello che Lui vuole. Se sei buddista, penserai che siamo qui per essere illuminati dalla sofferenza. Altre religioni e filosofie sostengono che siamo qui per imparare e migliorarci...

Alla fine, dicono tutti la stessa cosa.

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La vita come tu la vuoi

Devi decidere: o credi che ci sia una ragione o non ci credi. Nel secondo caso, vai e goditi il momento, buona fortuna. Se invece pensi che ci sia un senso, benvenuto nel club. Noi che ci crediamo, abbiamo deciso di impegnarci a migliorare. Se sei soddisfatto, sai che puoi essere, fare e avere di più. Se non sei soddisfatto sei avvantaggiato, perché hai già la motivazione.

Se stai ancora leggendo, penso che tu sia simile a me.Trovo molto interessante che, quando chiedo a chi

partecipa ai miei corsi, oppure ai miei clienti di coaching, o anche agli amici, se sono completamente soddisfatti, pochi rispondano di sì. Più del 70% delle persone che conosco vuole di più e di meglio. Ma ciò che mi sorprende è che solo pochi di loro sanno quello che vogliono e fanno qualcosa per ottenerlo.

Magari ti starai chiedendo: Beh, ma come faccio a sa-pere chi sono, cosa voglio e qual è il senso della mia vita?

Bella domanda. Innanzitutto guardiamo all’essenza della vita.

Se pensi che in tutto questo ci sia un significato, proba-bilmente credi che esista una forza o un essere superiore. È abbastanza logico: se c’è un senso in tutto, qualcuno o qualcosa deve averlo regolato in qualche modo. E, se ne sei convinto, dovresti domandarti come puoi entrare in contatto con questa energia, forza o essere superiore.

Se ci fosse veramente qualcosa di più grande di noi, non sarebbe bello poter interagire con lui?

Purtroppo, sembra poco probabile che tu riceva da

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ESSERE – Diventa chi sei

questo essere superiore una mail o una telefonata per avere idee o indicazioni.

Se ti affidi alla logica, sai benissimo che finirai in un vicolo cieco.

La logica serve ad altro, non a spiegare la vita e le sue ragioni. Anzi, spesso ci imprigiona e ci lascia impoveriti della magia dell’essere umani. Per avere accesso al nostro essere superiore (cioè quello che siamo davvero) dobbiamo lasciare da parte la logica. Ecco perché sono più utili le emozioni potenzianti: passione, felicità, delizia, gratitu-dine, amore.

Viviamo in un mondo logico, che segue leggi di causa ed effetto, ma la felicità nasce da emozioni che non se-guono le regole aristoteliche. Se così fosse, sarebbe tutto più semplice, più noioso e poco soddisfacente.

Quante persone logiche e felici conosci? Quante volte ti sei innamorato in modo logico? Quanti momenti di passione logica hai avuto? Quanti di entusiasmo logico? Potrei proseguire con le domande, ma sono certo che

ci siamo intesi.La logica non porta a nulla.Hanno logicamente mischiato qualche componente

chimico naturale o artificiale per creare sostanze che donano la felicità. Le vendono nelle strade malfamate o in farmacia. Sembra però che non funzionino: distruggo-

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La vita come tu la vuoi

no la persona che sei e ti fanno diventare dipendente da qualcosa che sta fuori di te.

Siamo ancora al punto di partenza, la domanda è sempre la stessa: E allora?

La passione, l’amore, la gratitudine... questi sono gli ingredienti di una vita che ha un senso ed è soddisfacente, le tue «droghe» naturali, mentre tutte le altre ti rendono più fragile. È arrivato il momento di smettere di usarle.

Ti propongo un semplice esercizio: scrivi qui di seguito oppure, se stai leggendo l’ebook, su un quaderno quello che fai per distrarti ma, invece di rafforzarti, ti indebolisce (TV, alcol, droghe, shopping sfrenato, PlayStation, gioco d’azzardo...)

Ora sostituisci le cose che hai scritto con attività che ti ricaricano (lettura, stare con gli amici, attività fisica, aiutare gli altri, preghiera, fare l’amore, ascoltare musica, audiocorsi, seminari...)

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ESSERE – Diventa chi sei

Fermati un istante...

«Dobbiamo coltivare il nostro giardino.»

Voltaire

Una vita basata su obiettivi e desideri potrebbe sembrare frivola, ma almeno indica una direzione e spesso porta a un significato più alto.

Se solo potessimo parlare con la nostra anima... Inve-ce, dal momento in cui nasciamo non facciamo altro che adattarci alle aspettative di chi ci circonda, fino a diventare qualcun altro.

Vogliamo essere normali, cioè come gli altri. In questo nostro mondo la differenza non piace. Ci insegnano che cosa fare e come farlo, cosa è giusto e cosa sbagliato, buono e cattivo, caldo e freddo, desiderabile e da evitare.

L’idea è: prima ti adegui, meglio stai. Pensiamo di essere liberi, invece siamo condizionati,

corriamo e ci adattiamo senza sapere il perché. I nostri bisogni primari sono già soddisfatti, quindi ce ne inculcano altri e provvedono a soddisfarli, cosicché rimaniamo tran-quilli e apatici. Restiamo nel sistema e nessuno (nemmeno noi) è scontento.

Ma siamo felici e soddisfatti?

Il primo passo verso la libertà di essere chi sei è fermarti.

Fermati!

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La vita come tu la vuoi

Una volta, almeno, c’erano dei momenti di riflessione. Si facevano i tortellini a mano, si pregava, in auto non c’erano né la radio né il telefonino, c’erano occasioni per fermarsi un po’ a pensare... Ora, nemmeno in bagno siamo tranquilli, magari controlliamo le mail, Facebook e gli sms con lo smartphone!

Sin dalla più tenera età, ogni nostro stimolo è preconfe-zionato. Da bambini abbiamo i giochi già preparati, dob-biamo solo eseguire, e guai a metterci del nostro (persino il Lego ora ti dice come devi montarlo). Poi cresciamo e tutto peggiora.

Siamo in preda all’ipnosi culturale e reagiamo come da programma. Qualcuno si salva. Altri se ne accorgono e fanno qualcosa che li stimola a tornare all’autenticità di essere unici, di essere se stessi: una vacanza, un ritiro spirituale, cominciano a meditare, si rivolgono a un coach o una persona di fiducia che li fa riflettere. La maggior parte esegue; si sveglia al mattino e lascia che il sistema operativo e poi tutti i software installati partano in auto-matico. Se non partono, c’è sempre il caffè.

Dovremmo invece ricordarci che la vita è un’avven-tura, che noi stessi e il mondo siamo misteri da svelare. Non dovremmo mai smettere di cercare e di scoprire. Dovremmo seguire il consiglio degli induisti: scappare da chi dice di avere la verità e correre a fianco di chi la sta cercando. Dovremmo fermare la pazza corsa del criceto sulla ruota e scendere.

«Sì, ma come?» mi dirai.Prima di tutto, fermati.

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ESSERE – Diventa chi sei

Fermati e non fare nulla. Non leggere, non parlare, non ascoltare, non scrivere, non guardare.

Aspetta... Rilassati...C’è troppa confusione, devi far calmare le acque.Non c’è bisogno che tu vada da un guru o da un maestro

per imparare a meditare, basta che ti fermi un po’. Io ho cominciato a farlo tempo fa e mi è molto utile.

Meditare. Lo so, la parola intimorisce. Sembra una cosa da strane sette o da religioni lontane. In realtà, è la cosa più naturale che si può fare per il corpo e per il cervello.

Meditare è riposare la mente, lo spirito, le emozioni e il corpo.

No, non significa dormire. Significa contemplare qual-cosa. Te stesso, il mondo, i tuoi pensieri, il tuo respiro.

Tutte le religioni, quelle che si rifanno ad antiche tradizioni, prevedono questa pratica anche se con nomi e metodi diversi. È come mettere in standby il sistema. Lasciar riposare tutto. È strano che lasciamo riposare la nostra auto, il vino che apriamo, il risotto, ma non lo facciamo con la nostra mente e il nostro spirito.

Basta poco. Innanzitutto, trova un posto tranquillo dove sederti

comodamente. Siediti, perché se ti sdrai il corpo sarà confuso, penserà che vuoi dormire. Siediti con la schiena dritta, gli occhi aperti o chiusi (come preferisci), respira con il diaframma e rilassati.

Ci sono molti metodi per meditare. Puoi ripetere un

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La vita come tu la vuoi

mantra o una parola che ti piace; puoi focalizzarti su qual-cosa di bello, una sensazione, un oggetto, un particolare della natura; puoi pregare, se vuoi. Fai in modo che per una ventina di minuti non ci siano input dall’esterno. Vivi per venti minuti senza obiettivi, attività e scadenze, venti minuti in cui sei, senza fare.

Ricordati l’obiettivo: fermarti ed essere. L’intenzione non è di pregare o di avere l’illuminazione.

È solo di fermarti per un istante.Se è la prima volta, potrà sembrarti strano. Forse ti

parrà che il tempo scorra lento. Se temi di addormentarti o di perdere il senso del tempo, metti una sveglia.

Se non hai mai meditato, è probabile che mentre sei fermo la tua mente vagherà. Ti ricorderai di dover com-prare il pane, che nel frigorifero c’è dello yogurt che sta per scadere, che hai dimenticato di pagare il bollo dell’auto o di chiamare qualcuno. Poi penserai: Questa meditazione è stressante, forse gli hippy e i guru riescono a farla perché sono fumati o appartengono a un’altra cultura.

Più ti sembra difficile, più ne hai bisogno. Significa che la tua mente non è più abituata a stare ferma, è come una scimmia impazzita che non ha mai tregua. Allora, devi essere gentile con te stesso e continuare a meditare. Come diceva Goethe, le cose sono difficili fino a quando diventano facili.

Concediti un po’ di tempo: forse all’inizio riuscirai a fermarti solo per qualche minuto, poi, a poco a poco, il tempo aumenterà. Se ti accorgi di essere preso dal vortice dei pensieri, respira lentamente con il diaframma. Calma

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ESSERE – Diventa chi sei

il corpo e la mente, ti piacerà. Se vuoi, puoi farlo anche mentre cammini o corri (non mentre guidi, l’attenzione potrebbe diminuire pericolosamente).

Ricorda sempre che l’obiettivo è riposare la mente. La medicina e la scienza hanno già dimostrato i benefici

della meditazione sulla salute, ma ben presto scoprirai anche quelli sul tuo umore, sulla creatività e sulla lucidità mentale.

Il mio lavoro di coach consiste spesso in un supporto a persone che non si fermano mai, perdendo così la pro-spettiva delle cose e, soprattutto, di se stesse. Corrono e corrono, senza sapere dove stanno andando e senza godersi né il viaggio né l’arrivo. A loro, come a te, consiglio di prendersi dei momenti di riflessione.

Più ti fermerai, più sarai allineato con te stesso e quindi più felice.

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La vita come tu la vuoi

Vivi con passione!

«Ho sempre creduto che se lavori sodo il successo arriva. Non faccio mai le cose a metà, perché se lo facessi avrei metà dei risultati.»

Michael Jordan

«Vivi con passione!» Uno dei miei primi maestri, Tony Robbins, firma così

tutte le sue lettere e dediche e chiude con queste parole ogni corso. Ovviamente, non stiamo parlando di sesso. Certo, serve anche quel genere di passione, ma qui mi riferisco ad altro, a quelle cose che ti tengono sveglio la notte fino a tarda ora e ti fanno puntare la sveglia al mattino presto.

Hai una passione così? Se ce l’hai, bene! È un ottimo indicatore di una vita felice, soddisfacente, che ha una direzione.

Le passioni spesso sono irrazionali, illogiche. Si può essere appassionati di francobolli, musica, cucina, film, sport... non importa di cosa, l’importante è esserlo. La passione è fondamentale, perché ci dà quel brivido lungo la schiena, ci fa fare cose che altrimenti non faremmo, ci mantiene vivi, giovani... È una cosa tutta nostra, in cui non conta arrivare primi o essere i migliori, conta solo goderne.

La nostra vita prende direzioni diverse, portandoci ad assumere ruoli diversi. In alcuni casi dobbiamo adattarci, stare al gioco e andare avanti in qualche modo. Ma ecco che la nostra passione ci accompagna e ci dà la possibilità di tornare alla nostra essenza e, perché no, di godere del

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ESSERE – Diventa chi sei

momento senza necessariamente avere un obiettivo da raggiungere o un risultato da produrre. Basta poco.

Basta avere qualcosa che ti piace davvero tanto, più di tutto il resto.

A me piacciono molte cose: viaggiare, fare sport, legge-re, vedere buoni film, ma queste non sono le mie passioni. La passione è una cosa che ti muove così dal profondo da metterti in condizione di fare di più.

Se vuoi aumentare la soddisfazione e la felicità nella tua vita, scrivi una lista di tutto quello che ti piace fare. Come un menu di attività. In questo modo ti ricorderai di cose che non fai da tempo, e rileggere l’elenco ti sarà utile nei momenti in cui hai bisogno di svagarti o ricaricarti.

Poi, definisci quali sono le cose di cui sei veramente appassionato. Queste sono quelle importanti. Quelle da coltivare, sempre. Una volta identificate, segna sulla tua agenda una serie di appuntamenti con queste passioni. Assicurati di trovare del tempo da dedicare loro.

Il risultato è garantito: sarai più allineato con te stesso, ti divertirai, assaporerai di più la vita e sarai anche più produttivo in tutte le altre attività in cui sei impegnato.

Le mie passioni sono:

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La vita come tu la vuoi

Se solo potessi

«Un giorno la paura bussò alla porta, il coraggio si alzò e andò ad aprire e non c’era nessuno.»

Johann Wolfgang von Goethe

Hai paura? Dirai di no. Oppure, se hai dimestichezza con la Programmazione

Neuro-Linguistica (PNL), risponderai: «Paura di cosa?»Ripeto, hai paura? Se non lo sai, allora la risposta è sì. La chiamerai in altri modi: stress, responsabilità verso

la famiglia, buonsenso, logica, mancanza di qualcosa... In ogni caso, è la ragione per la quale non fai quello che vorresti fare.

Se potessi, cosa faresti? Se non avessi dubbi e fossi sicuro di riuscirci, cosa

faresti? Cos’è che ti eccita ed entusiasma ma nello stesso tempo

ti spaventa? Scrivilo qui o nel tuo quaderno.

Cosa farei se solo potessi (di fatto posso, ma ho paura):

Non te lo chiedo per definire degli obiettivi, te lo chiedo per aiutarti a capire chi sei.

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ESSERE – Diventa chi sei

Se sai quello che vuoi (quello che tu vuoi veramente, non quello che ti hanno ficcato in testa), hai un’idea di chi sei.

Se non sei chi dovresti essere, è perché lasci troppa forza alla paura.

Non se la merita.

Io ho avuto molte paure e ora ne ho di nuove, perché è naturale che se ne superino alcune e ne arrivino altre. Una volta mi spaventavano gli esami delle medie, poi approcciare le ragazze, poi lanciarmi con il paracadute, poi lasciare il mio lavoro fisso, poi avere un figlio, poi mollare una situazione professionale comoda che però era lontana dai miei valori... Tutte le volte che ho affrontato le mie paure ho avuto paura, chissà perché! Ma, quando le ho superate, ho trovato un nuovo livello di profondità di me stesso che mi piaceva sempre di più. E la bella notizia è che non ho ancora finito!

Non finirai mai di affrontare le tue paure ma, se le affronti veramente, non torneranno più; ne arriveranno altre... e ciò significa che stai crescendo.

Ricorda: la paura nasce dall’immaginazione. Se hai pau-ra di qualcosa che potrebbe accadere, stai immaginando.

La cosa curiosa è che anche la fiducia e la speranza sono figlie dell’immaginazione. Sai qual è la differenza? La paura è immaginazione non guidata, mentre la speranza e la fiducia sono immaginazione con la tua guida.

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La vita come tu la vuoi

La vera meta non è la vetta

«Le cose migliori della vita non sono cose.»

Art Buchwald

Nel mondo della crescita personale, nei corsi e nei libri si ritrova spesso l’errore che commette chi crede alla bugia della società: se definisci i tuoi obiettivi e li raggiungi, sarai felice.

Oggi, il denaro investito nelle lotterie di vario tipo è in aumento, nonostante tutti sappiamo che chi vince non diventa più felice. Certo, avere una buona qualità della vita è meglio, stabilire i propri obiettivi è necessario (io stesso lo faccio per me e con i clienti), ma avere non porta la felicità.

Spesso nei miei corsi dico che se l’obiettivo di un alpi-nista fosse arrivare sulla cima della montagna, allora ci andrebbe in elicottero, risparmiandosi la fatica.

La vetta è il punto di arrivo ed è anche un pretesto per affrontare il percorso.

Il sentiero, con tutte le sue difficoltà, ti porta a superare i tuoi limiti e le tue paure, e ad andare nel profondo di te stesso, trovando nuove risorse.

Ora torniamo indietro per un attimo.

Viviamo in un Paese libero, ci educano a essere autosuf-

ficienti e respons-abili (cioè, abili di rispondere alla vita). Poi, però, ci impongono limiti a tutto. O ce li impongono

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ESSERE – Diventa chi sei

oppure ce li facciamo imporre (decidi tu), sta di fatto che non scegliamo quasi nulla.

Quando si tratta di educazione, salute, finanze e altri aspetti della vita, o ci viene detto che cosa fare (dagli usi sociali o da una legge) oppure ci affidiamo all’esperto di turno per un consiglio, senza fare troppe domande. Persino quando ci vestiamo seguiamo una moda che è definita da altri!

Ci hanno addestrati come i famosi cani di Pavlov: al suono del campanello, saliviamo. Ci lasciamo sedurre dai persuasori più o meno occulti che ci dicono quale televi-sore acquistare e poi quali canali guardare. Prendi queste medicine, compra queste scarpe, guida questa macchina, indossa questi abiti, prega questo Dio in questo modo... Non preoccuparti se non ce la fai, ti diamo anche un so-gno e qualche obiettivo; i sogni ti servono a fuggire dalla realtà, gli obiettivi ad ammazzarti di lavoro e impegnarti a dare sempre di più...

Bello, vero? Beh, le aule dei corsi di crescita personale sono piene

grazie a tutto questo. Anche le mie.Ti svelo il segreto. Non funziona.Fatti furbo ed esci dal circolo vizioso. Esci da Matrix.

Scegli di essere di più, invece di fare di più.

Puoi anche non scalare quelle montagne ed essere felice. Puoi anche stare a valle tutta la vita, se è quello che

desideri.

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La vita come tu la vuoi

Puoi iniziare il cammino e tornare indietro. Puoi fare quello che vuoi, basta che lo decida tu.Qualunque cosa tu faccia – stare a valle, andare e

tornare, prendere l’elicottero o scalare tutte le vette –, ti porterà a essere felice a due condizioni: che tu lo voglia e che ti aiuti a crescere. E, come a questo punto avrai capito, c’è un solo modo di crescere: diventare te stesso e poi diventare ancora più te stesso.

Le vette, i soldi, le auto, i vestiti, i gioielli, gli obiettivi, i risultati sono belle cose ma sono soltanto cose. Sono solo strumenti, che contribuiscono a renderci la vita migliore.

Smetti di fare le cose che altri ti obbligano a fare. Se decidi tu di farle perché lo vuoi, perché ti aiutano

a migliorarti (cioè a migliorare te stesso) e a migliorare (cioè a migliorare le cose), va bene.

Se qualcosa ha un senso per te, fallo; se non ce l’ha, tralascialo.

Gli esperti sono utili ma non dovrebbero mai decidere per te.

Se sbagli imparerai, mentre se lasci decidere a loro non imparerai mai.

Tu sei il centro di te stesso, non le cose, né gli obiettivi.

Diventa egocentrico in modo sano e ti godrai il sentiero,

le difficoltà, la vetta, il ritorno e la compagnia, anche e soprattutto quella di te stesso.

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Il mio ultimo desiderio

«Ricordarmi che morirò presto è il più importante strumento che ho trovato per aiutarmi a fare le grandi scelte della vita.»

Steve Jobs

Nel suo straordinario discorso del 2005 all’Università di Stanford (ti consiglio di guardarlo su YouTube con un fazzoletto a portata di mano), il cofondatore di Apple rac-conta ai laureandi tre aneddoti per aiutarli ad affrontare l’avventura della vita. Parla di molte altre cose, tra cui la sua esperienza con il cancro e il giorno in cui gli dissero che stava morendo.

Nel libro Le 7 regole per avere successo, Stephen Co-vey propone un esercizio in cui ti chiede di immaginare di andare al tuo funerale per ascoltare tre persone che parlano di te: un parente, un amico e un collega. Ti chiede di immaginare che dicano quello che tu desideri dicano di te e alla fine ti suggerisce di vivere la tua vita facendo in modo che, quando quel giorno verrà, dicano proprio quelle cose.

Molti anni fa, nel 1867, due fratelli inventarono la dinamite, diventando così ricchissimi e amici dei potenti della Terra. Uno dei due morì durante la produzione dell’esplosivo. La mattina successiva, l’altro fratello, Al-

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La vita come tu la vuoi

fred Bernhard Nobel, lesse il necrologio su un quotidiano francese e vide con stupore che il giornalista riportava per errore la sua morte, invece che quella del fratello. Lesse su di sé cose che non gli piacquero, per esempio che si era arricchito facendo del male... Questa «fortuna» provocò in lui un cambiamento, facendogli maturare la decisione di istituire il famoso premio che porta il suo nome. La sua volontà era fare del bene al mondo ed essere ricordato per qualcosa di positivo. Infatti, pochi sanno che fu Nobel a inventare la dinamite, mentre tutti conoscono il premio a lui intitolato.

La nostra cultura non ama parlare di morte e di morti. Tutti i morti vengono rispettati e tutti diventano buoni quando non ci sono più.

La morte ci fa così paura che non solo evitiamo di parlarne, ma la pensiamo lontana, crediamo di essere immortali e che niente possa farci male: non la velocità con cui guidiamo mentre siamo al cellulare con qualche bicchiere di vino in corpo, non le droghe, il cibo malsano, l’assenza di attività fisica... nulla. Se ci pensiamo, è per-ché qualcuno attorno a noi passa a miglior vita, oppure facciamo l’esperienza di Steve Jobs, o siamo ormai vecchi. Ci pensiamo sempre all’ultimo, quando è troppo tardi.

Credi che impareresti a nuotare mentre la barca sta affondando?

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Certo, se ti sei perso nella vita di tutti i giorni, la morte degli altri può esserti utile. Macabro? Direi di no. Penso che sia molto più macabro buttare via la tua vita.

Ora pensiamo in positivo. Pensa al momento in cui morirai ma sarai felice di morire perché hai vissuto bene. Un po’ come quando finisce una bellissima vacanza: certo vorresti qualche giorno in più, però sei contento di tornare, perché te la sei goduta al massimo.

Per quale motivo sorriderai quel giorno, prima di la-sciare per sempre questa vita? Sicuramente non per i soldi che hai accumulato, non per le auto che hai guidato o i vestiti firmati che hai indossato, né tantomeno per la taglia che avevi.

Chi è andato molto vicino al momento supremo ed è tornato indietro, racconta che sorrideva per i bei momenti con gli amici, per il bene fatto al prossimo, per avere vis-suto appieno: riso, pianto, lottato (vinto e perso), tutto a suo modo.

Ascolta bene il testo di My Way, cantata da Frank Sinatra, e fai in modo di poterla cantare mentre stai morendo.

E ora la fine è vicinaE quindi affronto l’ultimo sipario Amico mio, lo dirò chiaramente Ti dico qual è la mia situazione, della quale sono certo

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La vita come tu la vuoi

Ho vissuto una vita piena Ho viaggiato su tutte le strade Ma più, molto più di questo L’ho fatto a modo mio

Rimpianti ne ho avuti qualcuno Ma ancora troppo pochi per citarli Ho fatto quello che dovevo fare Ho visto tutto senza risparmiarmi nulla

Ho programmato ogni percorso Ogni passo attento lungo la strada Ma più, molto più di questo L’ho fatto a modo mio

Sì, ci sono state volte, sono sicuro che lo sai, In cui ho fatto il passo più lungo della gamba Ma attraverso tutto questo, quando c’era un dubbio Ho mangiato e poi sputato Ho affrontato tutto e sono rimasto in piedi E l’ho fatto a modo mio

Ho amato, ho riso e pianto Ho avuto le mie soddisfazioni, la mia dose di sconfitte E ora, mentre le lacrime si fermano Trovo tutto molto divertente

Pensare che ho fatto tutto questoE poter dire, non sotto tono,

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ESSERE – Diventa chi sei

«No, oh, no, non ioIo l’ho fatto a modo mio»

Perché cos’è un uomo, che cos’ha? Se non ha se stesso, allora non ha niente Dire le cose in cui davvero crede E non le parole di uno che si inginocchia La storia mostra che l’ho fattoE l’ho fatto a modo mio!

(My Way, Frank Sinatra, 1969. Testo originale francese di Claude François, tradotto in inglese da Paul Anka.)

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