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CORSO DI FOTOGRAFIA AVANZATO Quarta Lezione Il colore

Corso avanzato 2011_04

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CORSO DI FOTOGRAFIA AVANZATO

Quarta LezioneIl colore

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Luigi GhirriPensiero e ricerca

Nasce nel 1943 a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia. Trasferitosi a Modena inizia a fotografare negli anni ‘60 ma da professionista solo negli anni ‘70, seguendo e riprendendo molte performance teatrali. Inizia a lavorare su commissione per enti locali e per l’industria. Vista la rigidità della committenza, i lavori erano tecnicamente perfetti ma molto tradizionali. Solo successivamente ha cominciato la sperimentazione, alla ricerca di uno stile personale. Il suo lavoro più celebre è Infinito, composizione di 365 fotografie scattate una ogni giorno nell’arco di un anno, le quali riprendono sempre il cielo.

“Avverto che nelle mie fotografie a volte il concetto, quella che è l’intenzione dell’opera appesantisce l’immagine; per questo cerco una qualità del colore che le alleggerisca”

“Ghirri lavorava con una tecnica semplicissima, ma precisissima. I negativi erano sempre bene esposti.

Svolgeva le sue ricerche, e anche i progetti su commissione, in tempi rapidi, a volte immediati, perché

sapeva già cosa e come fotografare. I negativi rispecchiavano esattamente l’inquadratura pensata, non

c’era bisogno di fare tagli. Nel suo lavoro non c’è stato mai nulla di casuale.”

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“Detestava i colori vivi, ad effetto. L’osservatore non doveva soffermarsi nell’apprezzare la bellezza cromatica dell’effetto, ma il colore doveva portare l’osservatore oltre l’immagine stessa, al contenuto, andare oltre l’apparenza. Per lui il colore era un concetto“

Arrigo Ghi, stampatore

- Desaturazione come elemento centrale- Creazioni di atmosfere irreali, costringendo ad una visione diversa- Gli elementi nella fotografie emergono in una dimensione onirica- Il colore diventa composizione, è forma e massa, come fosse un elemento umano- Utilizzava un contrasto morbidissimo ma con un estremo controllo delle luci e con i bianchi tutti leggibili- Ha reso celebre il non guardato, il banale, i mille oggetti guardati ma non visti

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Profili colorePrima o poi capita a tutti di rimanere delusi da una fotografia che vista a monitor ha certi colori che nella stampa non si ritrovano. Con il digitale una gestione del colore sbagliata è evidente a chiunque e proprio per questo è necessario imparare a controllarla. Tutto dipende a quali parametri fa riferimento un dispositivo mentre acquisisce e rende i colori. Questi parametri, che possono essere letti anche da altri dispositivi, sono conformi agli standard ICC (International Color Consortium) e sono chiamati profili. Ogni apparecchiatura del flusso di lavoro deve averne uno, inclusa la fotocamera.

Il profilo ICC è un file di dati che permette la correzione nella periferica del colore visualizzato. Ad esempio, se con determinati dati di colore presenti in un'immagine, la periferica non riesce a riprodurli fedelmente secondo l'originale fotografato, il profilo colore apporterà le necessarie correzioni alla periferica perché con i dati cromatici di quel file si ottengano le giuste corrispondenze cromatiche nell'immagine da visualizzare. Il profilo ICC è la base del processo ma è la sua regolazione la chiave per l’assoluta accuratezza di tutto il processo.

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Gamut: è lo spazio colore, quindi l’insieme dei colori disponibili che possono essere visti (spazio colore del monitor) o stampati (spazio colore della stampante).

Metodi di creazione dei colorIRBG: sintesi additiva dei colori, utilizzato per i monitor. Sommando i colori rosso, blu e verde si ottengono tutti gli altri colori.CMYK: sintesi sottrattiva dei colori, utilizzato per la stampa. I colori ciano, magenta e giallo vengono utilizzati per sottrarre i colori non desiderati.

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Adobe RGB (1998): sviluppato da Adobe, è uno standard raccomandato per le immagini che saranno convertite in CMYK, quindi destinate alla stampa. Ha un gamut più ampio del profilo sRGB.

Utilizzando due diversi profili colore non noteremo immediatamente delle differenze, ma scegliendo di utilizzare quello con un gamut più ampio il nostro file manterrà maggiore qualità in tutte le fasi di conversione da un profilo all’altro, dal fotoritocco alla stampa.

Profili

sRGB: è lo spazio colore più diffuso, ideato in origine da Microsoft, è basato sulla qualità che si attende sul monitor del PC un consumatore “medio”. E’ diventato uno spazio colore considerato standard ed è utilizzato da molte macchine fotografiche e scanner. E’ stato progettato per fornire un limitato gamut, bene orientato per l’uso su internet e per operare su monitor che dispongono di caratteristiche di visione scarse.

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Calibrazione del monitorLa calibrazione del monitor è il punto di partenza per la corretta gestione del colore. Alcuni software offrono la possibilità di una calibrazione manuale ma raramente si ottengono risultati ottimali. La soluzione migliore è sicuramente affidarsi a dei colorimetri, apparecchi in grado di misurare l’intensità di un colore mostrato dal monitor. In base a queste misurazioni il colorimetro è in grado di creare un profilo colore, da aggiornare costantemente, che diventerà il profilo del monitor, e che equilibrerà in modo standard i colori anche in base alla luminosità della stanza nella quale si è soliti lavorare.

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La posa:

• Ricreare naturalezza e spontaneità.

1. Evitare che il soggetto abbia le spalle parallele all’obiettivo

2. Fare in modo che il soggetto abbia sempre le mani impegnate

Tecnica:

1. Concentrare il fuoco sugli occhi

2. Abbassare leggermente il punto di ripresa o comunque evitare riprese dall’alto verso il basso che “schiacciano” il soggetto

3. Utilizzare obiettivi di 80 mm o superiori

La luce:

1. Evitare luci forti e radenti

2. Evitare che le ombre coprano le labbra e gli occhi (in particolare l’ombra del naso deve cadere sulle guance)

3. Evitare l’utilizzo del flash ma sfruttare luci diffuse e morbide; eventualmente utilizzare un pannello riflettente

Inquadratura:

1. Lasciare spazio nella direzione in cui guardano gli occhi

2. Seguire le linee del viso

3. Rispettare la regola dei terzi utilizzando gli occhi come elemento di primario interesse

Consigli pratici

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Il ritratto è probabilmente il genere fotografico in assoluto più popolare; infatti per chi non considera la fotografia un hobby ma solo un modo per documentare

eventi familiari, rappresenta spesso l’unica forma di fotografia. Eppure il ritratto rimane uno dei generi più difficili in fotografia, perché alle tante variabili che

solitamente bisogna gestire si aggiunge quella dell’elemento umano, piena di imprevedibilità. Questo elemento può intimorire l’appassionato che vuole andare

oltre alla foto ricordo ma non bisogna mai dimenticarsi che l’elemento umano arricchisce enormemente una fotografia e che quindi vale la pena sforzarsi per

cercare di inserirlo.

Man Ray

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Schemi di illuminazione

Fondale bianco, appare grigio chiaro1. Softbox sulla sinistra2. Una lampada con diffusore per “tagliare” le ombre sul fondale3. Luce sui capelli dal soffitto3. Riflettore argento vicino al soggetto

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Fondale bianco, appare grigio chiaro. 1. Softbox sulla sinistra. 2. Una lampada con diffusore per tagliare le ombre sul fondale.3. Riflettore argento vicino al soggetto

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Fondale nero

1. Softbox2. Faro con alette e griglia a nido d’ape 20 gradi, intensità variabile3. Pannello riflettente bianco

Fondale nuovle

1. Softbox

2. Flash a bassa potenza dietro il soggetto