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POLITECNICO DI BARI C.d.L. ingegneria CIVILE - AMBIENTALE CORSO DI DISEGNO Geometria descrittiva prospettiva Le diapositive costituiscono unicamente una base per lo sviluppo della lezione e, come tali, non sostituiscono in alcun modo i testi consigliati.

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POLITECNICO DI BARI C.d.L. ingegneria CIVILE - AMBIENTALE

CORSO DI DISEGNO

Geometria descrittiva prospettiva

Le diapositive costituiscono unicamente una base per lo sviluppo della lezione e, come tali, non sostituiscono in alcun

modo i testi consigliati.

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Capitolo Terzo

documento didattico / appunti di

GEOMETRIA DESCRITTIVA

PROSPETTIVA.

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45. PROSPETTIVE / generalità.

Il termine rinascimentale “perspectiva” (vedere attraverso) esemplifica il primo fondamentale concetto

caratteristico di questo strumento di rappresentazione. Esso vuole ricercare e codificare la prassi

conoscitiva e la conseguente oggettivazione grafica capace di stendere la visione che si ha di uno

spazio attraverso l’osservazione del medesimo, fatta da una “finestra aperta”. Vuole cioè fissare

idealmente sulla finestra stessa, per mezzo di cognizioni e regole universalmente valide, lo spazio

osservabile in profondità al di là del “velo”, cogliendo le deformazioni apprezzate fisiologicamente dalla

vista umana. L’occhio percepisce infatti, la scansione spaziale secondo rapporti di riduzione che portano

gli oggetti a rimpicciolirsi in lontananza, con piani e/o rette fra loro paralleli a convergere idealmente

all’orizzonte. Filippo Brunelleschi, con le tavolette prima, Leon Battista Alberti poi, e successivamente

Piero della Francesca, affrontano il problema per risolverlo non intuitivamente,

ma attraverso dimostrazioni geometriche.

B. Tajlor’s,

Treatise of

Perspective.

Londra 1712

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generalità.

Saranno l’ Alberti nel trattato “De Pictura” (1436) e

Piero della Francesca nel suo “De Prospectiva

Pingenti” (1480) a codificare in modo esatto le

soluzioni elaborate, fondando una teoria esauriente

e pienamente dimostrata. Il disegno prospettico

viene così individuato dall’immagine disegnata sul

foglio, ottenuta mediante l’intersezione piana del

foglio stesso con la “piramide visiva” costituita dal

fascio di semirette uscenti dall’occhio

dell’osservatore e dirette agli oggetti osservati.

La semplicità apparente dei concetti, testimonia la

genialità del risultato. Il linguaggio geometrico,

esatto e univoco, si sovrappone alla fisiologia del

sistema visivo umano, riuscendo a disegnare ciò

che l’occhio vede così come è, diventa possibile

rappresentare il mondo e la realtà che noi

conosciamo secondo la nostra esperienza visiva.

Questo concetto e le regole che ne derivano

porteranno ad una evoluzione sostanziale del

concetto di spazio in tutti i campi della conoscenza

e della sensibilità umana.

B. Tajlor’s, New principles of linear perspective. Londra 1719

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RAPPRESENTAZIONE PROSPETTICA

fondamenti geometrici

Operazioni fondamentali della geometria proiettiva,

sono rispettivamente la proiezione e la sezione.

Premesso questo, possiamo dire che qualunque

operazione di rappresentazione grafica prospettica

può essere ricondotta ai seguenti elementi:

un osservatore, un oggetto, un piano della

rappresentazione o quadro, che si identifica con il

foglio da disegno.

Assimilando l’occhio dell’osservatore con il punto di

vista (PV) , si fa partire da questo una serie di raggi

visuali rettilinei che colpiscono tutti i punti notevoli

dell’oggetto.

Facendo intersecare tali raggi con il piano detto

quadro (Q), si otterranno una serie di punti che

formeranno nel complesso l’immagine dell’oggetto.

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fondamenti geometrici.

In termini scientifici queste operazioni si indicano con il termine proiezioni.

Le proiezioni, centrali determinano la Prospettiva;

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47 . RAPPRESENTAZIONE PROSPETTICA. Parametri prospettici

Vediamo ora i principali parametri per la

costruzione di una prospettiva.

Il piano orizzontale PO, detto anche

piano di riferimento, geometrale,

o piano di stazione. Tale piano PO,

senza che la prospettiva subisca

variazioni, può assumere rispetto

all’osservatore la quota che ci è più

comoda ai fini della costruzione.

Il punto di vista PV è costituito

dall’occhio dell’osservatore, la sua

proiezione V’ giace sul piano

orizzontale, e costituisce il punto di

stazione.

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47 . RAPPRESENTAZIONE PROSPETTICA. Parametri prospettici

Il quadro prospettico Q, è il piano di

sezione che taglia il cono ottico,

e che in effetti coincide con il nostro

foglio da disegno.

Sistemato fra il punto di vista e

l’oggetto, la sua posizione è

determinata dall’osservatore e può

essere perpendicolare al piano

orizzontale determinando la

prospettiva centrale (a quadro

verticale), o inclinato determinando la

prospettiva razionale (a quadro

inclinato).

La linea di terra LT, comune a Q e al

PO, è costituita dalla retta

d’intersezione fra il piano orizzontale

e il quadro prospettico, è una retta di

riferimento.

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parametri prospettici

Il piano d’orizzonte parallelo al PO e

passante per il punto di vista PV

su cui giace l’asse ottico principale.

La linea d’orizzonte LO, è la retta

d’intersezione fra il piano d’orizzonte e

il quadro prospettico, è retta di

riferimento parallela alla LT.

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parametri prospettici

Il punto principale P è la proiezione sul

quadro prospettico del punto di vista PV, e

giace sulla linea d’orizzonte LO. La sua

proiezione sulla linea di terra è il punto P’.

L’asse ottico principale rappresenta la

distanza fra il punto di vista PV e il

quadro con il P.

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parametri prospettici .

La distanza fra il punto di vista PV e il quadro

prospettico Q, costituisce l’asse ottico principale.

Utilizzando tale distanza come raggio e P come

centro si può tracciare il cerchio di distanza che,

intersecando la linea d’orizzonte, determina i punti di

distanza D1 e D2.

La distanza fra il punto di vista PV e il quadro

prospettico Q condiziona la superficie del cerchio

visivo, di centro in P, base del cono ottico,

con apertura massima di 60°.

Si ritiene valida e non aberrata, solo la proiezione

prospettica racchiusa in tale cerchio.

Impostazione grafica della prospettiva:

gli stessi elementi fondamentali della

rappresentazione spaziale rappresentati in pianta

(figura preparatoria) e sul quadro prospettico.

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SISTEMI PROSPETTICI

a quadro verticale

E’ chiaro che l'immagine prospettica dipende

oltre che dalla scelta del punto di vista, da

quella del quadro.

Per oggetti, come quelli architettonici,

composti in prevalenza da due o tre sistemi di

rette ortogonali, o comunque riducibili a tale

sistema, esistono due possibilità operative.

La scelta del quadro inclinato rispetto a due

direzioni ortogonali costituenti la figura, da

luogo ad una prospettiva a due punti di fuga

detta accidentale.

La scelta di un quadro parallelo ad una delle

direzioni da luogo ad una prospettiva, nella

quale PV è l'unico punto di fuga proprio, detta

centrale.

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SISTEMI PROSPETTICI

Prospettiva di rette

Data la posizione delle rette,

se la loro specifica posizione

possono essere contenute in

piani proiettanti non

sussistono problemi

particolari, mentre se

risultano inclinate nei

confronti del piano di terra,

ovvero sono sghembe

rispetto al piano π’, si può

ricorrere alla immagine di

alcuni loro punti. La

prospettiva di una retta o di

un segmento può essere

effettuata determinando la

sua traccia ed il suo punto di

fuga, ossia ponendo in atto i

procedimenti considerati per

le proiezioni centrali.

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SISTEMI PROSPETTICI

Prospettiva di rette

La retta s ha come traccia

sul quadro T’s. Per

individuare la fuga, si

disegna per il punto di

vista la parallela alla retta

assegnata e dove questa

interseca la linea di

orizzonte avremo F’s .

Congiungendo la traccia

con la fuga si otterrà

l'immagine della retta - s' -.

Rette parallele alla retta s

avranno il medesimo

punto di fuga, pertanto, in

prospettiva, esse sono

convergenti.

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SISTEMI PROSPETTICI

Prospettiva di segmenti L'elaborazione di una immagine

prospettica può essere scissa in due

fasi:

• la prima, tiene conto delle

operazioni di impostazione, ossia di

quelle da eseguire nei confronti del

quadro, del punto di vista, del

quadro e dell'oggetto;

• la seconda, è la configurazione

effettiva della prospettiva in quanto

stesura sul foglio da disegno.

Ovviamente la prima fase può

essere eseguita in un rapporto

grafico minore e con la prerogativa

di una idonea scelta della posizione

dell'osservatore in ragione

dell'apertura del cono ottico che,

come si è già detto non deve

superare un'ampiezza, al vertice di

60°. La stesura di tale disegno

avviene immaginando di disporsi

dall'alto, con il volto parallelo al

quadro.

prima fase

seconda fase

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SISTEMI PROSPETTICI

Prospettiva di segmenti

Per disegnare la prospettiva del segmento

i occorre trovare le tracce di questo sulla

L.T. - T’i – prolungando il segmento.

Scelto il punto di vista P.V. si uniscono gli

estremi del segmento con il P.V., le rette

risultanti devono avere un angolo al

vertice non maggiore di 60°. I due

segmenti tracciati identificano i punti 1 e 2

sulla L.T., lunghezza del segmento in

prospettiva.

Tracciata la parallela al segmento

troviamo il punto di fuga –F’i-

sull’orizzonte.

Unendo - T’i con F’i – si ha la prospettiva

della retta contenete il segmento.

Proiettando i punti 1 e 2 trovati sulla L.T.

otteniamo la lunghezza del segmento e

quindi la prospettiva di questo.

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SISTEMI PROSPETTICI

Prospettiva di un parallelepipedo

Eseguiamo la prospettiva di

un parallelepipedo

descrivendo minutamente

ogni operazione per una

chiara lettura.

• Prima operazione: stabilire la

posizione dell'osservatore, ossia

del punto di vista nei confronti

dell'oggetto. Da questi elementi

scaturisce il cono ottico la cui

ampiezza, in questo caso,

risulterà dal collegamento del

punto di vista con gli spigoli di

massima sporgenza del

parallelepipedo.

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SISTEMI PROSPETTICI

Prospettiva di un parallelepipedo • seconda operazione:

individuazione dell'asse del

cono ottico.

• terza operazione: tracciare

il quadro prospettico che,

ovviamente, sarà normale

all'asse del cono ottico e, per

avere la possibilità di

determinare su di esso le

altezze, imponiamo la sua

tangenza con l’oggetto .

• quarta operazione:

determinare i punti di fuga

delle rette preminenti

nell'inviluppo del solido.

• quinta operazione:

tracciare i piani proiettanti

per individuare, sul quadro,

gli altri elementi dell'oggetto.

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SISTEMI PROSPETTICI

Prospettiva di un parallelepipedo

Individuati tutti i dati del problema, è possibile ora passare alla costruzione

dell'immagine prospettica. Fissato il rapporto di ingrandimento, si disegnano la linea di

terra, la linea di orizzonte, il punto principale, i punti di fuga ed i punti in cui i piani

proiettanti intersecano il quadro. Nel punto -3- di tangenza, si riportano le altezze e si

compila l'intera prospettiva.

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Quadro non tangente

all’oggetto.

Nel caso non sia possibile

posizionare il quadro

tangente all’oggetto, sarà

necessario identificare le

altezze.

Nel caso in cui si opera con

il «metodo delle fughe»

occorre, in prima fase,

individuare le tracce di ogni

elemento del solido. In

questo caso le altezze

possono essere riportate

anche sulle corrispondenti

tracce in quanto punti che

appartengono al quadro

prospettico.

prospettiva di un parallelepipedo

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Proiettate le tracce delle altezze sulla L.T., uniti questi con le fughe, si passa alla

definizione della prospettiva del solido.

prospettiva di un parallelepipedo

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Di seguito si illustra la

prospettiva sviluppata in

tutte le sue fasi.

prospettiva di un parallelepipedo

Fase preparatoria

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Sulla LT abbiamo riportato le tracce delle rette tr, tr e ts, ts; sulla LO, abbiamo riportato il punto principale e i punti

di fuga.

prospettiva di un parallelepipedo

trtrts

PF2 F1

ts

LT

LO LO

LT

ts

F1F2P

ts tr tr trtrts

PF2 F1

ts

LT

LO

h

trtrts

PF2 F1

ts

LT

LO LO

LT

ts

F1F2P

ts tr tr trtrts

PF2 F1

ts

LT

LO

h

Allineando le tracce delle rette con i punti di fuga corrispondenti si determina la prospettiva della base del

parallelepipedo giacente sul piano di terra. Dai vertici della figura di base si innalzano le perpendicolari alla linea di

terra perché le rette contenenti gli spigoli del parallelepipedo, parallele al quadro, hanno il punto di fuga all'infinito.

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prospettiva di un parallelepipedo

trtrts

PF2 F1

ts

LT

LO LO

LT

ts

F1F2P

ts tr tr trtrts

PF2 F1

ts

LT

LO

h

L'altezza dell'oggetto, h*, è riportata in vera grandezza sulla perpendicolare h, su la LT condotta da ts.

Questa retta perpendicolare alla linea di terra è la traccia sul quadro del piano contenente una faccia laterale

del parallelepipedo.

h*

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Ripetiamo, l'altezza dell'oggetto, h*, è riportata in vera grandezza sulla perpendicolare h, su la LT condotta da ts.

Questa retta perpendicolare alla linea di terra è la traccia sul quadro del piano contenente una faccia laterale del

parallelepipedo.

prospettiva di un parallelepipedo

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Il parallelepipedo rientra nella circonferenza del cono ottico. La scelta del punto di vista determina l’immagine

prospettica e quindi definisce questo parametro.

prospettiva di un parallelepipedo

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La compilazione di una prospettiva comporta, per

necessità di disegno e per la posizione dei normali

punti di fuga, delle piccole imprecisioni dovute a

ragioni esecutive. A questi inconvenienti è

posssibile ovviare facendo ricorso a dei punti di

fuga sussidiari che hanno la prerogativa di

focalizzarsi in maniera precipua nei confronti della

immagine prospettica dell'oggetto. Detti punti si

dicono « misuratori ». Indubbiamente la loro

adozione semplifica le operazioni di riporto e di

stesura nella prima fase, specie se il modello

considerato è intrinsecamente elaborato. Le

operazioni per la ricerca dei punti misuratori sul

quadro seguono le medesime indicazioni poste in

atto per il metodo delle «fughe ».

Prospettiva:i punti misuratori

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Intorno al punto - D' - si ribaltano sul

quadro prospettico i punti - C' – e - A'

-. Se colleghiamo - C' - con - C" - e -

A' - con

- A" - si individuano due segmenti

che ammettono specifiche

inclinazioni e le cui rispettive

parallele, condotte per il punto di

vista - P.V. -, determineranno sul

quadro i corrispondenti punti di fuga

– M1 - ed – M2 - detti punti

«misuratori ». Chiaramente

elementi intermedi o comunque

contenuti nell'ambito dei segmenti -

C'D' -. e - A'D' - riportati sul quadro

con una inclinazione identica alla -

C'C" - o alla - A' A" - ammetteranno

come punto di fuga i misuratori – M1

- e – M2 -. Implicitamente

ciò significa che gli addendi di un

segmento da mettere in prospettiva

possono essere riportati in vera

grandezza sulla linea di terra nel

disegno esecutivo della seconda

fase, escludendo quella

preparatoria.

Prospettiva:i punti misuratori

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Prospettiva con punti misuratori

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Abbiamo visto come la prospettiva sia molto spesso impiegata per fornire un'immagine d'insieme dell'oggetto

architettonico in grado di essere più "leggibile" delle proiezioni ortogonali.

Non dimentichiamo tuttavia come questo metodo di rappresentazione consenta al progettista di presentare

un'immagine più vicina possibile a quella fisiologica ed anche di operare una scelta a posteriori sulla lettura

dell'idea progettuale.

E’ sempre il progettista infatti che, scegliendo il punto di vista, suggerisce un angolo di lettura mettendo in risalto

alcune porzioni nei confronti di altre ed eventualmente nascondendo alla vista gli aspetti che ritiene meno riusciti.

Ma al di là di considerazioni che vanno ben oltre i problemi toccati in questa sede, esiste un problema preliminare

nella scelta del punto di vista.

La scelta è condizionata in modo assai pesante e del tutto preliminare dalle capacità fisiologiche dell'occhio.

E’ ovvio che la determinazione di un punto di osservazione implica l'assunzione di un determinato campo visivo

inteso come l'angolo sotto il quale l'osservatore vede l'oggetto.

La scelta del punto di vista deve tener conto innanzitutto delle dimensioni del campo visivo naturale.

La determinazione di tale parametro non è affatto semplice, l'angolo di campo dell'occhio sembra essere assai

grande, secondo alcuni di poco inferiore ai 180°, ma il valore deve essere ridotto di molto alla luce di alcune

considerazioni.

Esiste un cono ottico centrale che mette a fuoco l’immagine. Ma la stessa l’immagine diventa sempre più

sfocata man mano che ci si allontana da esso. Per tutti questi motivi si ritiene che il punto di vista debba

essere scelto in modo che l'angolo non superi i 60°. Tale valore è da ritenersi limite massimo anche per

questioni di natura geometrica legate all’ immagine teorica ottenuta con la prospettiva.

LA SCELTA DEL PUNTO DI VISTA. Cono ottico

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Scattando una fotografia, (in questo caso forzando volutamente l’inclinazione della macchina fotografica), l’immagine ripresa non è altro che una prospettiva a quadro inclinato dell’oggetto ripreso (oltre alle fughe orizzontali abbiamo anche quelle verticali). Nell’immagine si ritrovano tutti gli elementi fondamentali della prospettiva. Prolunghiamo le linee orizzontali che convergeranno nei punti di fuga laterali posti sulla L.O.. Prolungando le linee verticali, si ottiene il terzo punto di fuga. In questo caso l’oggetto è più grande di chi riprende, per tanto la fuga verticale sarà posta verso l’alto (qui fuori dal foglio) avendo inclinato la macchina fotografica verso di noi. Con la prospettiva inversa, è quindi possibile da una immagine ricostruire il punto di vista , le dimensioni dell’oggetto e tutti i parametri necessari per la sua identificazioni a posteriori.

Prospettiva inversa