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Corso Ebraico

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corso di lingua ebraica

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  • Marco Settembrini/ Appunti di ebraico FTER, A.A. 2010/2011

    1

    LEZIONE 1

    Lalfabeto

    Si compone di 22 consonanti:

    segno nome traslitterazione

    a leph b bet b g ghmel g d dlet d h he h w waw w

    z zyin z x et j e y yod y k $ kaph k l lamed l

    m ~ mem m n ! nun n s smek s [ ayin p @ peh p c # adh

    q qoph q r re r f in v in t tw t

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    Le consonanti begadkepat

    - con dage

    B G D K P T b g d k p t sono tenui, si trovano dopo una consonante, allinizio o in corpo di parola (con dage lene)

    oppure in corpo di parola con valore di consonante raddoppiata (con dage forte)

    - senza dage

    b g d k p t g d k p t sono aspirate, si trovano dopo una vocale

    * con le altre consonati il dage indica il raddoppiamento della consonante (dage forte)

    ** in quanto segue si indicher solamente il dage che indica raddoppiamento

    Il genere, il numero

    In ebraico esistono due generi grammaticali: maschile, femminile.

    Le parole maschili non hanno una desinenza propria,

    le parole femminili terminano solitamente in -h (h-), -at (t-), -et (t-), il plurale maschile esce in -m (~y-), il plurale femminile esce in -t (tw-).

    $lm mlek ~yklm melkm hklm malkh twklm melkt

    Larticolo

    In ebraico esiste solamente larticolo determinativo, anteposto al termine cui si lega: -h. Esso pos-siede solitamente un suono in /a/ e provoca il raddoppiamento della prima consonante. Es.:

    $lm mlek (un re) $lMh hammelek (il re) ~ym myim (acqua) ~yMh hammyim (lacqua)

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    VOCABOLARIO

    rma mar dire ~yhla elhm Dio, di ldb bdal separare #ra ere (f.!) terra arb br creare ~wy ym giorno hyh hyh essere hlyl laylh (m.!) notte arq qr chiamare xwr ra (f.!) spirito har rh vedere ~ymv mayim cielo

    ESERCIZI

    1) Si traslitteri il seguente passo (Gen 1,1-5) utilizzando i segni indicati nella tabella (a p. 1)

    #rah taw ~ymvh ta ~yhla arb tyvarb 1

    ~wht ynp-l[ $vxw whbw wht htyh #rahw 2

    ~ymh ynp-l[ tpxrm ~yhla xwrw

    rwa-yhyw rwa yhy ~yhla rmayw 3

    $vxh !ybw rwah !yb ~yhla ldbyw bwj-yk rwah-ta ~yhla aryw 4

    dxa ~wy rqb-yhyw br[-yhyw hlyl arq $vxlw ~wy rwal ~yhla arqyw 5

    2) Si proceda ora alloperazione inversa, ossia scrivendo in caratteri ebraici il seguente testo traslit-

    terato (Gen 1,6-7), limitandosi ancora alle sole consonati e facendo attenzione al dage forte.

    N. B.: / = y / = w

    6 wayymer lhm yeh rq` Betk hammyim wh mabDl Bn mayim lmyim

    7 wayya`aS lhm et-hrq` wayyabDl Bn hammayim er miTTaHat lrq` bn

    hammayim er m`al lrq` wayh kn

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    LEZIONE 2

    Lo stato dei nomi

    Ogni sostantivo, oltre che un genere (maschile / femminile) e un numero (singolare / plurale), pos-

    siede uno stato. Gli stati sono tre: assoluto, determinato, costrutto.

    Lo stato assoluto quello pi semplice, indeterminato.

    Lo stato determinato la forma del sostantivo con larticolo (cf. lezione 1).

    Lo stato costrutto la forma pi breve della parola, forma impiegata quando il sostantivo in que-

    stione funge da nomen regens (cf. sotto a proposito della catena costrutta).

    stato assoluto stato determinato stato costrutto

    m. sg. $lm $lMh $lm pl. ~yklm ~yklMh yklm - f. sg. hklm hklMh tklm -at pl. twklm twklMh twklm

    Dalla tabella si nota che lo stato costrutto dei sostantivi m. pl. e f. sg. ha una forma diversa da quella

    dello stato assoluto.

    La catena costrutta

    La catena costrutta consiste nella sequenza di due (o pi) parole, la prima delle quali regge la se-

    conda. Il nomen regens, sempre senza articolo in quanto determinato dalla parola seguente, nello

    stato costrutto. Unattenzione maggiore meriteranno pertanto i sostantivi femminili singolari e ma-

    schili plurali. Il nomen rectum pu essere in forma determinata o indeterminata.

    Esempi:

    il cavallo del re: $lMh sws i cavalli del re: $lMh ysws la regina della terra: #rah tklm le regine di Israele: larfy twklm

    I suffissi possessivi

    Gli aggettivi possessivi si esprimono mediante dei suffissi, legati al sostantivo nella forma dello sta-

    to costrutto. Si comincino a studiare i suffissi che si rinvengono con i sostantivi maschili singolari:

    y- - mio ysws il mio cavallo ^- -ek tuo (m.) ^sws il tuo cavallo %- -k tuo (f.) %sws il tuo cavallo A- - suo (m.) Asws il suo cavallo

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    H- -h suo (f.) Hsws il suo cavallo Wn- -n nostro wnsws il nostro cavallo ~k- -kem vostro (m.) ~ksws il vostro cavallo !k- -ken vostro (f.) !ksws il vostro cavallo ~- -m loro (m.) ~sws il loro cavallo !- -n loro (f.) !sws il loro cavallo

    Il punto che si trova in H- (suffisso 3 f.s.) si chiama mappiq e serve unicamente a distinguere la forma del suffisso in questione dalla comune desinenza femminile (h-).

    I sostantivi f. sg., m. pl. e f. pl. hanno desinenze lievemente diverse:

    al f. sg. il suffisso possessivo introdotto da - t- (cf. stato costrutto); al m. pl. il suffisso possessivo introdotto da - y- (cf. stato costrutto); al f. pl. il suffisso possessivo si aggiunge alla desinenza tw- seguita da -y- (per analogia con le forme maschili).

    La tabella sopra riportata si completa quindi nel seguente modo:

    m. sg. f. sg. m. pl. f. pl.

    1 sg. ysws ytsws ysws ytwsws -y

    2 sg. m. ^sws ^tsws ^ysws ^ytwsws -k

    f. %sws %tsws %ysws %ytwsws -yik

    3 sg. m. Asws Atsws wysws wytwsws -w

    f. Hsws Htsws hysws hytwsws -h

    1 pl. wnsws wntsws wnysws wnytwsws -nu

    2 pl. m. ~ksws ~ktsws ~kysws ~kytwsws -kem

    f. !ksws !ktsws !kysws !kytwsws -ken

    3 pl. m. ~sws ~tsws ~hysws ~hytwsws -hem

    f. !sws !tsws !hysws !hytwsws -hen

    Si noti che:

    con i sostantivi plurali non pi necessario luso del mappiq nel suffisso di 3 f. s.;

    i suffissi di 3 pl. (m. e f.) hanno la forma lunga ( ~h-/ !h- anzich ~-/ !-).

    N.B. Un sostantivo con suffisso personale gi determinato e quindi non ha MAI larticolo!

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    ESERCIZIO

    Si traducano le seguenti espressioni:

    1) lo spirito di Dio

    2) il giorno del re

    3) il soffio (= spirito) della regina

    4) i cavalli del cielo

    5) la regina del cielo

    6) il suo (f.) cavallo

    7) la loro (m.) cavalla

    8) il nostro re

    9) le vostre (f.) regine

    10) il tuo (m.) cielo

    11) il mio spirito

    12) la sua (m.) terra

    13) gli dei delle tue (f.) regine

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    LEZIONE 3

    I pronomi personali

    yna / ykna an/ nk io wnxna an n noi

    hTa atth tu (m.) ~Ta attem voi (m.)

    Ta att tu (f.) !Ta atten voi (f.)

    awh h egli ~h hm essi

    ayh h ella hNh hnnh esse

    Il pronome dimostrativo

    hz zeh questo hLa lleh questi/e

    taz zt questa

    awh h quello ~h hm quelli

    ayh h quella hNh hnnh quelle

    Laggettivo

    Laggettivo pu avere funzione di attributo o di predicato. Quando attributo, segue solitamente il

    nome a cui si riferisce e con esso concorda in genere, numero e stato (determinato, ossia con

    larticolo, o indeterminato). Quando predicato, ossia in una frase in cui sottinteso il verbo, esso

    concorda con il soggetto solo in genere e numero.

    Esempi con un aggettivo attributivo:

    bwj $lm un buon re bwJh $lMh il re buono hbwJh hklMh la regina buona twbwJh twklMh le regine buone

    Esempi con un aggettivo in funzione predicativa:

    #rah hbxr la terra vasta hklMh hpy la regina bella (si osservi come il predicato preceda di norma il soggetto)

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    La proposizione nominale

    In una proposizione nominale, nella quale si sottintende il verbo essere, il soggetto precisato da un

    predicato. Il predicato pu essere un aggettivo (cf. sopra) oppure un sostantivo (eventualmente con

    aggettivo). Esempio:

    bwj $lm dywd Davide un re buono (si osservi come il predicato segua il soggetto)

    Quando il soggetto espresso da un pronome personale, questo sta solitamente in fondo:

    hTa bwj sei buono awh rvy $lm (egli) un re giusto

    VOCABOLARIO

    hpy ypeh (m.) / yph (f.) bello/ bella rwa r luce

    rvy yr retto, giusto rqb bqer mattino

    bxr rb vasto, ampio [yqr rqa firmamento

    ESERCIZIO

    Si traducano le seguenti espressioni:

    1) sono buone

    2) un giorno buono

    3) siamo buoni

    4) il firmamento vasto

    5) quella terra (f.) vasta

    6) la luce bella

    7) quelle regine sono belle

    8) egli il mio re

    9) questi sono i nostri re

    10) quei re sono giusti

    11) il vento (= spirito) del mattino

    12) il re dei re

    13) la luce dei nostri re

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    LEZIONE 4

    Il sistema verbale

    Il sistema verbale ebraico possiede solamente due tempi: il perfetto e limperfetto.

    Questi due tempi si declinano in diverse coniugazioni:

    QAL la coniugazione semplice (come indica il nome)

    NIPHAL ha significato medio-passivo (es.: rompersi, essere rotto)

    PIEL - ha senso fattitivo (far perire, riempire, contaminare)

    - pu essere denominativo ( cio il verbo corrispondente a un sostantivo, es.: parola

    > parlare, comando > comandare, gelosia > essere geloso)

    - pu essere intensivo (trucidare) o indicare una pluralit di azioni:

    ripetute (es.: leccare, dileggiare),

    compiute da una pluralit di soggetti (es.: domandare, in 2Sam 20,18),

    compiute su una pluralit di oggetti (es.: tagliare, Gdc 1,6)

    PUAL il passivo del piel

    HIPHIL generalmente causativo, es.: udire > fare udire

    HOPHAL il passivo dello hiphil

    HITPAEL indica una pluralit di azioni con riferimento al soggetto, perlopi riflessivo (es.:

    esaltarsi) o reciproco (es.: vedersi lun laltro)

    Tempi e coniugazioni si formano a partire dalla radice verbale, costituita da 3 consonanti.

    Il perfetto

    Il perfetto detto con maggior precisione coniugazione con suffisso (oqatal, cf. sotto). Si ottie-

    ne infatti aggiungendo alle tre consonanti radicali il seguente sistema di suffissi:

    sg. pl.

    3 m. - W- 3 f. h- 2 m. t'- ~t- 2 f. t- !t- 1 yt- Wn-

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    Il perfetto qal

    Per la memorizzazione, si consideri il modello con la radice ljq (uccidere): sg. pl.

    3 m. ljq qal Wljq qel 3 f. hljq qelh 2 m. t'ljq qlt ~tljq qealtem 2 f. tljq qalt !tljq qealten 1 ytljq qlt Wnljq qln

    Limperfetto

    Limperfetto meglio definito coniugazione con prefisso (o yiqtol, cf. sotto). Si ottiene infatti

    aggiungendo alle tre consonanti radicali il seguente sistema di prefissi:

    sg. pl.

    3 m. -y W---y 3 f. -t hn---t 2 m. -t W---t 2 f. y---t hn---t 1 -a ---n

    Limperfetto qal

    Per la memorizzazione, si consideri ancora il modello con la radice ljq: sg. pl.

    3 m. ljqy yiql Wljqy yiqel 3 f. ljqt tiql hnljqt tiqlnh 2 m. ljqt tiql Wljqt tiqel 2 f. yljqt tiqel hnljqt tiqlnh 1 ljqa eql ljqn niql

    VOCABOLARIO

    btk scrivere rkz ricordare dqp visitare

    ESERCIZI

    Una volta memorizzate le flessioni del perfetto e dellimperfetto, si scrivano le seguenti forme:

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    1) perfetto di btk (coniugazione completa)

    2) imperfetto di rkz (coniugazione completa) 3) dqp pft. 3 f. sg.

    4) dqp pft. 3 pl.

    5) dqp pft. 1 pl.

    6) dqp pft. 2 m. sg.

    7) dqp pft. 1 sg.

    8) btk impft. 3 f. sg.

    9) btk impft. 2 f. sg.

    10) btk impft. 2 m. pl.

    11) btk impft. 2 f. pl.

    12) btk impft. 1 pl.

    13) btk impft. 3 f. pl.

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    LEZIONE 5

    Le altre coniugazioni verbali

    Le forme del perfetto e dellimperfetto studiate nella lezione precedente sono quelle del QAL.

    necessario apprendere ora come si compongono le forme del perfetto e dellimperfetto nelle altre

    coniugazioni.

    Le coniugazioni niphal, piel, pual, hiphil, hophal, hitpael prendono il nome dalla radice che viene

    presa a modello: l[p (= fare). Il nome della coniugazione suggerisce quindi il modo in cui il verbo si declina.

    NIPHAL: si caratterizza per linserimento di -n allinizio della parola qal niphal

    pft ljq ljqn niqal impft ljqy ljQy yiqql Si osservi che

    - al perfetto il nome niphal suggerisce interamente la formazione del verbo: -n iniziale e vocali i + a;

    - allimperfetto la consonante -n-, interposta tra prefisso e radice (*yinqa- ), assimilata alla conso-nante successiva che risulta cos raddoppiata: yiqqa-. Elemento caratteristico dellimperfetto quin-

    di il raddoppiamento della prima radicale, segnalato dal dage forte.

    PIEL e PUAL si caratterizzano per il raddoppiamento della seconda consonante radicale, segnala-

    to dal dage forte

    qal piel

    pft ljq lJq qil impft ljqy lJqy yeqal

    Si osservi che

    - al perfetto le vocali sono quelle suggerite dal nome piel, ossia i + e;

    - allimperfetto occorre memorizzare la vocalizzazione (yeqal).

    qal pual

    pft ljq lJq qual impft ljqy lJqy yequal

    Nel pual le vocali rimangono u + a, sia al perfetto sia allimperfetto.

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    HIPHIL: si caratterizza per linserimento di -h allinizio della parola e di -y- tra la seconda e la terza consonante radicale

    qal hiphil

    pft ljq lyjqh hiql impft ljqy lyjqy yaql Si osservi che

    - al perfetto il nome hiphil suggerisce interamente la formazione della forma verbale: -h iniziale, -y- tra seconda e terza radicale, vocali i + i;

    - allimperfetto la consonante -h-, interposta tra prefisso e radice (*yihaqtil), cade (sincope di h in-tervocalica); la forma si riconosce comunque dalla -y- tra seconda e terza radicale.

    HOPHAL: si caratterizza per linserimento di -h allinizio della parola e per le vocali o + a qal hophal

    pft ljq ljqh hoqal impft ljqy ljqy yoqal Allimperfetto la consonante -h-, interposta tra prefisso e radice, cade come allhiphil.

    HITPAEL: si caratterizza per linserimento di -th allinizio della parola e per il raddoppiamento della seconda consonante radicale, regolarmente segnalato dal dage forte

    qal hitpael

    pft ljq lJqth hitqal impft ljqy lJqty yitqal

    Anche qui le vocali sono suggerite dal nome hitqattel e, allimperfetto, cade la consonante -h-, in-terposta tra prefisso e radice.

    ESERCIZI

    Memorizzate le regole di formazione delle coniugazioni sopra esposte, si scrivano i verbi seguenti:

    1) ljq Ni. pft 3 f. sg. 2) ljq Ni. pft 3 pl. 3) ljq Pi. pft 2 m. sg. 4) ljq Pi. impft 1 sg. 5) ljq Pu. pft. 1 pl.

    6) ljq Hit. pft. 2 m. sg. 7) ljq Hit. impft. 1 sg. 8) ldb Hi. pft. 3 m. sg. 9) ldb Hi. impft. 3 m. sg. 10) ldb Ho. pft. 2 m. pl.

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    TAVOLA DEI VERBI

    PERFETTO

    qal niphal piel pual hiphil hophal hitpael

    3 m.sg. lj;q' lj;q.nI lJeqi lJ;qu lyjiq.hi lj;q.h' lJeq;t.hi 3 f. hl'j.q' hl'j.q.nI hl'J.qi hl'J.qu hl'yjiq.hi hl'j.qh' hl'J.q;t.hi

    2 m. T'l.j;q' T'l.j;q.nI T'l.J;qi T'l.J;qu T'l.J;q.hi T'l.j;q.h' T'l.J;q;t.hi 2 f. T.l.j;q' T.l.j;;qinI T.l.J;qi T.l.J;qu T.l.j;q.hi T.l.j;q.h' T.l.j;q.t.hi 1 yTil.j;q' yTil.j;q.nI yTil.J;qi yTil.J;qu yTil.j;q.hi yTil.j;q.h' yTil.J;q;t.hi

    3 pl. Wlj.q' Wlj.q.nI WlJ.qi WlJ.qu Wlyjiq.hi Wlj.q.h' WlJ.q;t.hi 2 m. ~T,l.j;q. ~T,l.j;q.nI ~T,l.J;qi ~T,l.J;qu ~T,l.j;q.hi ~T,l.j;q.h' ~T,l.J;q;t.hi 2 f. !T,l.j;q. !T,l.j;q.nI !T,l.J;qi !T,l.J;qu !T,l.j;q.hi !T,l.j;q.h' !T,l.J;q;t.hi

    1 Wnl.j;q' Wnl.j;q.nI Wnl.J;qi Wnl.J;qu Wnl.j;q.hi Wnl.j;q.h' Wnl.J;q;t.hi

    IMPERFETTO

    qal niphal piel pual hiphil hophal hitpael

    3 m.sg. ljoq.yI ljeQ'yI lJeq;y> lJ;quy> lyjiq.y: lj;q.y" lJeq;t.yI

    3 f. ljoq.Ti ljeQ'Ti lJeq;T. lJ;quT. lyjiq.T; lj;q.T' lJeq;t.Ti 2 m. ljoq.Ti ljeQ'Ti lJ.q;T. lJ;quT. lyjiq.T; lj;q.T' lJeq;t.Ti 2 f. ylij.q.Ti ylij.Q'Ti yliJ.q;T. yliJ.quT. yliyjiq.T; ylij.q.T' ylJ.q;t.Ti

    1 ljoq.a, ljeQ'a, lJeq;a] lJ;quT.a] lyjiq.a; lj;q.a' lJeq;t.a, 3 m.pl. Wlj.q.yI Wlj.Q'yI WlJ.q;y> WlJ.quy> Wlyjiq.y: Wlj.q.y" WlJ.q;t.yI 3 f. hn"l.joq.Ti hn"l.j;Q'Ti hn"l.Jeq;T. hn"l.J;quT. hn"l.jeq.T; hn"l.jeq.T; hn"l.Jeq;t.Ti

    2 m. Wlj.q.Ti Wlj.Q'Ti WlJ.q;T. WlJ.quT. Wlyjiq.T; Wlj.q.T; WlJ.q;t.Ti 2 f. hn"l.joq.Ti hn"l.j;Q'Ti hn"l.Jeq;T. hn"l.J;quT. hn"l.jeq.T; hn"l.jeq.T; hn"l.Jeq;t.Ti 1 ljoq.nI ljeQ'nI ljeQ;nI lJ;qun> lyjiq.n: lj;q.n" lJeq;t.ni

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    LE VOCALI

    a e i o u

    b' qame be ere bo olem

    b; a pta b, e segol bi i ireq bu u qibbu

    b] / a b/ / e b\ o

    SHEWA

    b. e/ - lo shewa pu indicare una vocale brevissima (e) o essere quiescente (ossia muto)

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    LEZIONE 6

    Terminata la presentazione dellossatura del sistema grammaticale, ci si pu inoltrare nella lettura di

    pagine bibliche scelte. Le note che seguono intendono accompagnare lo studente impegnato nella

    traduzione dei testi commentati in classe, quale sorta di vademecum.1

    Radici e temi verbali

    I sostantivi, gli aggettivi e i verbi sono solitamente ricondotti a radici. Per quanto si possa distingue-

    re tra radici nominali (le quali originariamente indicano un sostantivo, in genere di senso concreto)2

    e radici verbali (dalle quali derivano i temi verbali e un certo numero di nomi), il termine radice

    pi propriamente riservato ai verbi.

    Per comprendere il significato di una forma verbale occorre anzitutto individuarne la radice, al netto

    di eventuali prefissi, suffissi e infissi.3 Nel caso non si rinvengano le tre consonanti che normalmen-

    te costituiscono una radice, occorre tenere presente che alcune consonanti, dette deboli, possono

    non comparire in alcune flessioni. Si tratta di h, w, y, n, in queste precise posizioni:

    3a rad. 2a rad. 1a rad.

    es. verbo regolare consonanti deboli es.

    I verbi la cui prima consonante radicale costituita da yod o nun sono detti rispettivamente primae

    yod e primae nun (ovvero I-y e I-n), i verbi la cui seconda consonante radicale costituita da waw o

    yod sono detti rispettivamente mediae waw e mediae yod (ovvero II-w e II-y), i verbi la cui terza

    consonante radicale costituita da he sono detti tertiae he (ovvero III-h). Talvolta la seconda con-

    sonante replicata, nei cosiddetti verbi mediae geminatae (ovvero II=III radicale). Tutti questi ver-

    bi, contenendo una consonante radicale debole sono considerati deboli, a differenza degli altri,

    considerati forti.4

    1 Chi desiderasse adottare una grammatica di introduzione pu utilmente considerare una di queste: H.-P. STHLI, Grammatica ebraica, ed. Paideia, Brescia 1986; G. DEIANA A. SPREAFICO, Guida allo studio dellebraico biblico, ed. Societ Biblica Britannica, Roma 1993; L. PEPI F. SERAFINI, Corso di ebraico biblico con CD-audio per apprendere la pronuncia dellebraico, ed. San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2006; P. MAGNANINI P.P. NAVA, Grammatica della lingua ebraica, ESD, Bologna 2008. Assai pi completa e oramai classica quella harvardiana di T.O. LAMBDIN, In-troduction to Biblical Hebrew, Darton Longman Todd, London 1996. 2 Esempio: bocca (), padre (), cane (). 3 Nei lessici i verbi sono appunto elencati secondo la loro radice. I sostantivi si trovano invece al singolare (in stato as-soluto) e gli aggettivi in corrispondenza della forma maschile singolare. 4 Le consonanti della radice (fare) impiegata come modello per esprimere i nomi delle diverse coniugazioni (ni-phal, piel, pual, hiphil, hophal, hitpael) sono spesso citate per indicare la posizione di una consonante radicale debole.

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    Evidentemente (!) alcuni verbi possono avere pi di una consonante debole, es. , . Sapendo questo, davanti a forme strane si deve cercare di indovinare quale consonante sia caduta, verifi-

    cando poi su un vocabolario leffettiva esistenza della radice supposta.

    Ogni radice compare nei diversi contesti morfologici in uno specifico tema. Perfetto, imperfetto

    come pure imperativo, participio e infinito (cf. sotto) si coniugano invero in un tema di base (qal)

    o in un tema modificato per raddoppiamento di una consonante o per inserzione di prefissi o infissi

    (niphal, piel, pual, hiphil, hophal, hitpael).

    Il tema del perfetto originariamente collegato al tema del participio (come appare ancora in alcuni

    verbi deboli o nei verbi stativi), mentre il tema dellimperfetto comune allinfinito e allimperativo

    (vedi sotto).

    Verbi fientici e stativi

    Le radici verbali indicano, a seconda del loro significato, azioni o stati. Di qui la distinzione tra

    verbi fientici e verbi stativi, percettibile anche dalluso delle vocali. I verbi fientici esprimono

    unazione transitiva o intransitiva e si coniugano solitamente nel modo visto nelle lezioni 4 e 5. Al

    perfetto seguono dunque il modello qtal e allimperfetto il modello yiqtol.5

    I verbi stativi, provenendo da aggettivi, designano il perdurare di uno stato (es. , essere pesan-

    te; , essere leggero) o unazione concepita come uno stato (es. , temere). Solitamente si

    differenziano dai verbi fientici per le vocali che occorrono nelle coniugazioni: al perfetto compaio-

    no soprattutto nella forma kbd () e allimperfetto nella forma yikbad ().6

    I temi del perfetto e dellimperfetto

    Perfetto e imperfetto qal sono comunemente noti rispettivamente come qal e yiql, due forme ot-

    tenute da un tema composto da due sillabe, ossia con due vocali, lultima delle quali quella carat-

    teristica, detta vocale tematica.7

    Al perfetto la vocale della prima sillaba sempre a, laddove la vocale tematica pu essere a (cf. q-

    tal), (cf. kbd) oppure, raramente, (ykl, potere; qn, essere piccolo).

    Nellimperfetto confluiscono tre forme arcaiche distinte (yaqtul, yaqtil, yaqtal)8 presto risoltesi in

    due: yaqtul, yiqtal.9 La vocale del prefisso era originariamente a per i verbi fientici e i per i verbi

    I verbi I-y e I-n sono dunque anche detti rispettivamente '' e '', quelli II-w e II-y sono detti rispettivamente '' e '', quelli III-h sono detti '' mentre i verbi geminati sono detti ''. 5 Cf. P. JOON T. MURAOKA, A Grammar of Biblical Hebrew (Subsidia biblica 27), Pontificio Istituto Biblico, Roma 2006 [= JM], 41a. 6 Cf. JM 41b-d. 7 Il perfetto deriva da una flessione dellaggettivo verbale in cui la vocale distintiva, diversa a seconda della radice, appunto la seconda (cf. le forme paris, rapa, maru dellaccadico) seguito da elementi del pronome personale. Limperfetto evolve da elementi dei pronomi personali preposti alla forma astratta del verbo, ossia al tema dellinfinito. Cf. GK 44a; 47a-b-c. 8 Il prefisso era ya- se la vocale tematica della base era /u/ o /i/, ma yi- quando la vocale tematica era /a/, secondo la co-siddetta Legge di H.J. Barth (1894) - H.L. Ginsberg (1939). 9 La maggioranza degli imperfetti proto-semitici in i (yaqtil) in ebraico sono divenuti in a (yiqtal) mentre yaqtal, per la legge sopra citata, si muta in yiqtal. Cf. H. BAUER P. LEANDER, Historische Grammatik der hebrischen Sprache, Niemeyer, Halle 21922; Olms, Hildesheim Zrich New York 1991 [= BL], 40b.

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    stativi,10 poi *ya- in sillaba chiusa (ovvero in sillaba terminante in consonante) divenuta yi- e

    quindi il prefisso yi- stato esteso a tutti i verbi forti. La vocale tematica invece (da *u) per i

    verbi fientici11 e a per i verbi stativi e pochi altri verbi quali (imparare), (coricarsi), (levarsi).

    Il valore dei tempi verbali

    La traduzione di un qatal o di un yiqtol pu essere estremamente facile o terribilmente complicata.

    Facile se si adotta la regola base di rendere il qatal con il passato remoto (uccise) e lo yiqtol con il

    futuro o con limperfetto (uccider, uccideva), complicata se, consultando una grammatica det-

    tagliata, ci si accorge che il qatal di un verbo stativo ha valore di presente, che esiste un qatal per-

    formativo (per azioni con le quali si realizza un atto ufficiale, es. acquisto, giuro, annuncio),

    un qatal profetico (impiegato in testi profetici per qualcosa che accadr), un qatal che esprime an-

    teriorit nel passato o nel futuro (aveva ucciso, avr ucciso)12 e che un yiqtol pu essere impie-

    gato come un qatal.13

    Lo studio dei diversi significati delle due forme verbali mette in evidenza che il qatal indica princi-

    palmente il tempo passato ovvero lanteriorit cronologica (cf., in italiano, passato prossimo, passa-

    to remoto, trapassato prossimo, trapassato remoto, futuro interiore), mentre lo yiqtol riferisce anzi-

    tutto una modalit. Per meglio comprendere ci che questo significa, occorre ragionare sulluso dei

    tempi verbali in italiano e accorgersi che tempo grammaticale" (in inglese tense) e tempo reale

    (time) non coincidono necessariamente e che una forma verbale non veicola solamente un tempo.

    Piove (indicativo presente), ad esempio, pu corrispondere a un fatto del presente (in oggi pio-

    ve) ma anche a un evento futuro in unespressione quale domani piove. In Domani piove il

    presente indicativo esprime la persuasione del locutore che si produrr un certo avvenimento, e-

    sprime cio una modalit. La modalit tipicamente resa in italiano da verbi modali (volere, po-

    tere, dovere) e dal modo condizionale o congiuntivo, in forme verbali che non intendono prima-

    riamente indicare (a differenza del modo indicativo) un riferimento temporale. Esempi: Verrebbe,

    Pu venire, Deve venire, Vedeste quel vestito!. Lo stesso indicativo, daltronde, pu essere

    sfruttato ai fini di mettere in evidenza la modalit di unazione: Domani Giovanni verr si distin-

    gue da Domani viene Giovanni per un diverso grado di certezza veicolato dal futuro.14 Ebbene,

    mentre il qatal indica anzitutto un tempo passato, lo yiqtol indica una modalit, di vario tipo (cf.

    sotto).

    Una forma verbale pu infine porre in risalto laspetto di unazione, a seconda che questa sia con-

    siderata puntuale (toss) o continuata (tossiva). Lo yiqtol segnala solitamente unazione durati-

    va.

    10 Lo si constata ancora nei verbi geminati e mediae vocalis (cf. sotto) nei quali la sillaba, essendo aperta, non ha subito riduzioni (a si allungata in e i divenuta ). Esempi: , (fientici); , (stativi). 11 Con eccezioni: hanno la vocale e (originariamanete *i) alcuni verbi come (da , dare) e le radici I-w del tipo (cf. sotto). 12 Si raccomanda la lettura di JM 112. 13 Cf. JM 113. 14 Gli esempi si prestano a diverse letture: rimando una loro compiuta spiegazione alle lezioni in classe.

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    Schematicamente un verbo esprime quindi un tempo, un aspetto, una modalit. Nella fattispecie:15

    TEMPO ASPETTO MODALIT

    presente

    passato

    futuro

    puntuale

    durativo / iterativo

    (= di azione ripetuta) /

    abituale

    epistemica

    - dichiarativa (lo salver, Sal 22,9)

    affermazione che proviene dallesperienza;

    - assertiva (luomo d [= pronto a dare] ci

    che possiede in cambio della vita, Gb 2,4)

    affermazione basata su una convinzione personale;

    - assuntiva (part [...] per soggiornare dove

    avrebbe trovato, Gdc 17,8)

    si specula sul futuro;

    - dubitativa (vuoi forse andare?, Gen 24,58)

    deontica

    - obbligativa (lavorerai, Es 20,9);

    - permissiva (possiamo mangiare i frutti,

    Gen 3,2);

    - abilitativa (una donna dimenticher [= potr

    mai dimenticare] il suo bimbo?, Is 49,15)

    il locutore si esprime sulla capacit del soggetto di

    compiere lazione Con questo bisogna rammentare lincidenza tanto del contesto quanto del significato lessicale del singolo verbo. La radice in questione pu infatti denotare una situazione statica (rimanere, pos-sedere) oppure unazione dinamica, dinamica durativa (camminare, dormire) o puntuale (e-splodere), unazione atelica (correre) o telica/resultativa (arrivare), unazione semelfattiva (tossire) o iterativa (cantare), incoativa (fiorire, guarire, indurire).16

    15 Riassumo in estrema sintesi il contributo di A. GIANTO, Mood and Modality in Classical Hebrew, IOS 18 (1998) 183-198. 16 Gli esempi seguono la semantica dellitaliano. Per approfondimenti si veda J.I. SAEED, Situations 1, in Semantics, Malden - Oxford - Melbourne - Berlin, 1997, 2003, 116-143.

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    LEZIONE 7

    I suffissi personali

    Sostantivi, preposizioni e verbi possono avere dei suffissi. Si gi visto come, nel caso dei so-

    stantivi, questi possiedano un senso possessivo (cf. lezione 2). Occorre ora considerare i suffissi le-

    gati alle preposizioni e ai verbi.

    a) Con le preposizioni

    Unito alle preposizioni, il suffisso esprime loggetto a cui queste si riferiscono.

    I. Le preposizioni brevi (-B. e -l.) ricevono i suffissi pi brevi (ossia quelli utilizzati per i sostantivi maschili, al singolare):

    yBi = in me WnB' = in noi ^B. = in te (m.) ~k,B' = in voi (m.) %B' = in te (f.) !k,B' = in voi (f.) AB = in esso ~B' / ~h,B' = in loro (m.) HB' = in essa !h,B' = in loro (f.)

    Il loro significato il seguente:

    -b in (temporale); in, tra (locale); con (strumentale); -l a, per.

    Gli stessi suffissi si impiegano poi per:

    - ~[i con (compagnia); - tae.

    Questa particella, con il suffisso, assume due vocalizzazioni differenti, a seconda del signi-

    ficato:

    yTiai itt con me ytiao t me (compl. ogg.)

    II. Le preposizioni la, (a, verso), d[; (fino a), l[; (sopra) prendono invece i suffissi alla maniera dei sostantivi plurali:

    yl;ae = a me Wnyleae = a noi ^yl,ae = a te (m.) ~k,yl,a] = a voi (m.) %yl;ae = a te (f.) !k,yl,a] = a voi (f.) wyl'ae = a esso ~h,yl,a] = a loro (m.) hy'l,ae = a essa !h,yl,a] = a loro (f.)

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    b) Con i verbi

    Il suffisso, legato a un verbo transitivo, indica il pronome personale oggetto:

    1 sg. yn- 1 pl. Wn- 2 m. ^- 2 m. ~k- 2 f. %- 3 m. Wh- 3 m. ~- 3 f. H- 3 f. !-

    Es.: ^W>c;m. - hwc piel (transitivo!) ptc m. sg. + suff. 2 m. sg . (Dt 6,6) ~T'n>N:viw> - waw + !nv piel pft 2 m. sg. + suff. 3 m. pl. (Dt 6,7) ~T'r>v;q.W, ~T'b.t;k.W - rvq, btk waw + qal pft 2 m. sg. + suff. 3 m. pl. (Dt 6,8.9)

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    LEZIONE 8

    Il participio

    qal niphal piel pual hiphil hophal hitpael

    ljeqo lj'q.nI lJeq;m. lJ'qum. lyjiq.m; lj'q.m' lJeq;t.mi

    Il participio si comporta come un aggettivo, concordando con il soggetto in genere e numero. Le

    forme riportate sopra, quindi, si possono trovare con la terminazione ~y- e, per il femminile, con la terminazione t ,-/ h- ( tl,j,qo/ hl'j.qo) e tw- .

    Si confrontino le forme del participio e del perfetto niphal:

    lj;q.nI > lj'q.nI -> allungamento della vocale finale, anzich a (cf. lhophal: lj;q.y' > lj'q.m')

    * Al qal, accanto al participio appena riportato (di senso attivo), ne attestato un altro di senso pas-

    sivo, eppure distinto dal qal passivo (cf. sotto). La sua forma la seguente: ljuq'. Esempio: lWtv' piantato (Sal 1,3)

    Il qal passivo

    Alcune, rarissime, forme passive non possono essere ricondotte al pual o allhophal: si tratta del qal

    passivo.

    pft lJ;qu (= pual!) impft lj;q.yu (= hophal!) ptc lJ'qu Esempio: lK'au mangiato, consumato (Es 3,2)

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    Limperativo

    Limperativo si forma sul tema dellimperfetto, secondo il seguente paradigma:

    qal niphal piel pual hiphil hophal hitpael

    2 m. sg. ljoq. ljeQ'hi lJeq; ---- ljeq.h; ---- lJeq;t.hi

    f. ylij.qi ylij.Q'hi yliJ.q; ---- yliyjiq.h; ---- yliJ.q;t.hi 2 m. pl Wlj.qi Wlj.Q'hi WlJ.q; ---- Wlyjiq.h; ---- WlJ.q;t.hi f. hn"l.joq. hn"l.j;Q'hi hn"l.Jeq; ---- hn"l.jeq.h; ---- hn"l.Jeq;t.hi

    Linfinito assoluto

    In ebraico esistono due tipi di infinito. La prima forma, abbastanza rara, ha senso intensivo. Essa si

    accompagna normalmente a una forma finita della stessa radice verbale, es.:

    $ly $lh lett. andare, va = certo se ne va (Sal 126,6) ytdqp dqp lett. visitare, ho visitato = ho visitato per davvero (Es 3,16)

    La sua forma la seguente:

    qal niphal piel pual hiphil hophal hitpael

    lAjq' lAjQ'hi lJeq; ---- lyjiq.h; ---- lJeq;t.hi

    Linfinito costrutto

    Il secondo, il pi usato, linfinito costrutto. Tale forma pu essere legata a una preposizione (es.

    lydbhl - per separare) o avere un pronome suffisso (es. $bkv - il tuo giacere; $bkvb - nel tuo giacere > mentre giaci), proprio come un sostantivo.

    In quanto forma verbale, daltra parte, pu reggere un oggetto: ^yb,h]ao-ta, anOf.li - per odiare i tuoi amici. Loggetto, se costituito da un pronome, suffisso (e la forma uguale a quella del suffisso

    soggetto!): $ljq il tuo uccidere (tu uccidi) / lucciderti.

    Questo il paradigma delle varie coniugazioni:

    qal niphal piel pual hiphil hophal hitpael

    ljoq. ljeQ'hi lJeq; ---- ljeq.h; ---- lJeq;t.hi Tale forma, ottenuta mediante una riduzione della forma assoluta, risulta di fatto identica a quella dellimperativo.

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    LEZIONE 9

    Le forme invertite

    La congiunzione waw, accompagnata da una certa vocalizzazione, inverte il significato di qatal e

    yiqtol, cosicch il wayyiqtol equivale al qatal e il weqatal equivale allo yiqtol.

    Si noti la diversa vocalizzazione del waw inversivo: wayyiqtol (wa + raddoppiamento della prima

    consonante del verbo con dage forte), weqatal (w con shewa).

    Esempi:

    , , , - e disse, e vide, e separ, e chiam (Gen 1,3.4.5); , , - e amerai, e li ripeterai, e parlerai (Dt 6,5.7).

    Quando la prima consonte del verbo si accompagna a shewa, nel wayyiqtol non compare solitamen-

    te il dage (specie con yod o mem) e nel weqatal la congiunzione si vocalizza -.

    Esempi:

    - e fu (Gen 1,3); , - e li legherai, e li scriverai (Dt 6,8.9).

    Si comprender da queste forme verbali, tipiche della narrazione (il wayyiqtol in special modo), il

    motivo di un uso pervasivo della congiunzione. In sede di traduzione sar bene dunque variare la

    resa di e. Si confrontino al riguardo due recenti traduzioni italiane di Gen 1,1-6:

    1 In principio Dio cre il cielo e la terra. 2 La terra era in-forme e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spiri-to di Dio aleggiava sulle acque. 3 Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu. 4 Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separ la luce dalle tenebre. 5 Dio chiam la luce giorno, mentre chiam le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo. 6 Dio disse [Nuova Bibbia CEI - 2008].

    1 In principio Dio cre il cielo e la terra. 2 Ma la terra era informe e deserta: le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spi-rito di Dio era sulla superficie delle acque. 3 Dio allora ordin: Vi sia la luce. E vi fu la luce. 4 E Dio vide che quella luce era buona. E separ la luce dalle tenebre. 5 E Dio chiam la luce giorno e chiam le tenebre notte. E venne sera, poi venne mattina: questo fu il primo giorno. 6 Dio disse ancora [?uovissima Traduzione della Bibbia dai testi originali, San Paolo 2010].

    N.B. Se lo yiqtol preceduto da we-, la forma non invertita ma possiede valore finale-consecutivo;

    si tratta del weyiqtol. Esempio: - affinch / cosicch appaia (Gen 1,9).

    Uno sguardo diacronico

    Quella che stata appena presentata come inversione di significato di qatal e yiqtol pu diversa-

    mente essere compresa alla luce dellorigine di queste forme verbali. In ugaritico lingua semitica

    nord-occidentale assai prossima allebraico attestata allincirca tra il 1300 e il 1190 a.C. esistono

    due tipi di coniugazioni, una con suffisso e una con prefisso. La coniugazione con suffisso attesta-

    ta dal perfetto kataba; la coniugazione con prefisso esprime tre forme, ossia lindicativo yaktubu, il

    congiuntivo yaktuba (forme lunghe, perch terminanti in vocale) e il narrativo/iussivo yaktub

    (forma breve).

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    Il perfetto designa unazione o un evento che appartiene al passato, senza collocarlo in una sequen-

    za narrativa. Lindicativo esprime generalmente unazione duratura, come lo yiqtol ebraico. Nei te-

    sti epici tale forma descrive anche lo sfondo o le circostanze dellevento principale, il quale invece

    espresso nella forma narrativa preservatasi nel wayyiqtol ebraico. La medesima forma poi impie-

    gata come iussivo, proprio come lo yiqtol ebraico (cf. sotto). Il congiuntivo tende a essere usato nel-

    le frasi dipendenti (non condizionali) mentre nelle proposizioni indipendenti esprime un desiderio.

    In ebraico la vocale -a di yaktuba permane nel coortativo, ossia la prima persona singolare

    dellimperfetto con laggiunta di -h finale, eqelh.17

    Imperfetto lungo e imperfetto breve

    Quanto detto consente di offrire precisazioni riguardo allimperfetto. Propriamente esistono due

    forme di imperfetto: una forma lunga (cf. lindicativo ugaritico) e una breve (cf. il narrativo/iussivo

    ugaritico). Finora si presentata la sola forma lunga. Da questa, operativamente, si pu ottenere la

    forma breve mediante qualche riduzione (qualche taglio, di qui la denominazione forma apoco-

    pata) quando ci sono consonanti deboli che cadono. In assenza di consonanti deboli i due imper-

    fetti non si distinguono.18

    Nei verbi forti limperfetto breve dunque identico allimperfetto lungo: = , = . Nei verbi deboli le forme sono invece facilmente distinguibili.

    Esempi: > > >

    La riduzione di regola possibile allo hiphil, dove nel tema c sempre uno --.

    Esempio: > .

    Limperfetto breve si usa per formare:

    - lo iussivo, ossia per esprimere un comando,

    es.: (sia la luce!), (la terra faccia germogliare!); - lo wayyiqtol, composto di fatto da wa + imperfetto breve,

    es.: , , .

    Le proibizioni

    Sia limperfetto lungo sia limperfetto breve sono utilizzati per esprimere proibizioni:

    - + imperfetto breve (es.: , non fare); - + imperfetto lungo (forma enfatica, es.: , non devi fare).

    17 Cf. D. PARDEE, Ugaritic, in R.D. WOODARD (ed.), The Ancient Languages of Syria-Palestine and Arabia, Cam-bridge University Press 2008 (e-book), 5-35, in part. 20-23 oppure A. GIANTO, Appunti della lingua ugaritica. Dispense ad uso degli studenti del Pontificio Istituto Biblico, 8; IDEM, Grief, Joy and Anger in Ugaritic Literary Texts, in W.H. VAN SOLDT (ed.), Administration and Society at Ugarit. Proceedings of the Symposium held at Leiden, December 13-14, Leiden 2010, 45-57, nota 8. 18 In ebraico non esistono infatti parole terminanti in vocale, elemento che differenziava in maniera precipua lugaritico yaktubu da yaktub.

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    LEZIONE 10

    I segni di interpunzione maggiori

    La comprensione di un testo agevolata dal riconoscimento di alcuni segni che ne indicano le sud-

    divisioni principali. Si tenga pertanto presente che ogni versetto chiuso da sillq (`). Laccentoan ( ) ne isola poi le due parti maggiori, ulteriormente distinte in unit di senso da zqf ( ). Esempio:

    `hS'M;B; ~t,ySinI rv ynEy[eB. bAJh;w> rv"Y"h; t'yfi['w> (Dt 6,18) `^yt,boa]l; hw"hy> [B;v.nI-rv,a] hb'Joh; #r

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    1 - limperativo, del medesimo tema dellimperfetto, , , ; - linfinito ha una caratteristica terminazione in -h, es. (amare), (temere). VOCABOLARIO verbi stativi

    19 - di senso attributivo essere buono essere cattivo essere piccolo essere alto, imponente essere forte essere povero essere pesante essere leggero essere lontano essere vicino essere puro essere impuro

    essere pieno - indicanti uno stato mentale amare compiacersi di, desiderare odiare temere dimenticare - indicanti uno stato fisico indossare essere sazio aver sete dormire giacere - altro imparare morire chiedere abitare

    19 Si riprende qui la classificazione di JM 41f.

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    LEZIONE 11

    Le matres lectionis

    Le vocali apprese al termine della lezione 5, ossia quelle comunemente impiegate per lo studio e

    limpiego anche corrente dellebraico, risalgono a un sistema introdotto nel IX-X sec. d.C. dai ma-

    soreti, i tradizionalisti (da , tradizione), entrato nelle edizioni critiche del testo biblico. Dal-

    le iscrizioni pi antiche (in ebraico, come anche in fenicio e aramaico) si deduce che originariamen-

    te non cerano segni per le vocali poi, progressivamente, alcune consonanti furono impiegate per

    indicare suoni vocalici, dapprima solo in fine di parola e quindi anche in corpo di parola. Queste

    sono le cosiddette matres lectionis.20

    Si considerino alcune linee di un ostrakon rinvenuto ad Arad (598-587 a.C.).21 Nella prima colonna

    si riportano le consonanti incise, nella seconda il testo vocalizzato secondo le convenzioni

    dellebraico biblico, nella terza una traduzione: l lyb

    wt ntn lktym yyn [] wktb

    m hym

    el elyb

    weatth ntn lakkittyim yayin

    ketb

    em hayym

    a Eliashib: e ora da ai Kittim vino e scrivi il nome del giorno

    Nella traslitterazione della seconda colonna si vede come, nel processo di normalizzazione della

    lingua, alcuni suoni siano stati esplicitati dallinserimento di alcune consonanti: nel nome personale

    lyb stato introdotto uno yod per facilitare la lettura della vocale /i/, nellavverbio t stato ag-

    giunto uno he per esplicitare la terminazione vocalica /a/, il sostantivo ym letto ym divenuto

    ywm (ove w = ). Yod, he e waw fungono qui da matres lectionis (= madri della lettura), sosten-

    gono cio la lettura delle vocali. Di fatto si constata che nel tempo tali matres lectionis trovarono un

    uso sempre pi abbondante.

    Le matres lectionis non sono di per s necessarie. In alcune pagine dalla Bibbia, ad esempio, il so-

    stantivo naarh (ragazza) scritto nr (Dt 22,23), la desinenza del femminile plurale solitamen-

    te marcata da -t ma si rinviene anche -t: , (vergini). Il suffisso del perfetto qal di 2

    sg. non in genere distinto qlt vale infatti sia per qlt (m.) sia per qlt (f.) , eppure accanto

    a c anche la forma . Analogamente si scriveranno oppure (grande), a

    fianco di (credette).

    Schematicamente

    - indica oppure ,

    - indica oppure ,

    - indica oppure , o .

    20 In ugaritico, dove non si sviluppano le matres lectionis una parola, a seconda del contesto, pu corrispondere a molti significati: mlk, ad esempio, pu valere per malika/maluka (regn), malik/maluk (regnarono), malku (re, nomi-nativo sg.), malki (del re, genitivo sg.), malka (re, accusativo sg.), malk (il mio re), mlik (regnante, ptc. m. sg.), muluk (regna!, imptv. 2 m. sg.), mulk (regnate! imptv. 2 m. pl.). 21 Seguo la lettura di F.W. DOBBS-ALLSOPP al., Hebrew Inscriptions. Texts from the Biblical Period of the Monarchy with Concordances, Yale University, New Haven London 2005, 8.

  • Marco Settembrini/ Appunti di ebraico FTER, A.A. 2010/2011

    30

    Concretamente si vedr perci che la vocale /i/ pu essere segnalata dallo ireq (es. - , b) o ac-

    compagnata da yod (es. -, b), la vocale /o/ pu essere indicata dallo olem (es. -, b) o da waw

    (es. -, b), /u/ pu essere resa da qibbu o da waw (es. . -, b), ecc.

    Una considerazione a parte merita la aleph. Essendo una gutturale assai debole, quando non se-

    guita da vocale di fatto non percettibile. In chiusura di sillaba e a fine parola rimane perci scritta

    con mero valore etimologico, sempre che non sia addirittura tralasciata (raramente). In tali casi, non

    aggiungendo alcun fonema, non fa che sostenere la vocale precedente. Di qui, e da una contamina-

    zione dellaramaico, luso tardivo, ben attestato a Qumran, di impiegarla come mater lectionis.22

    Nella Bibbia si pu cos ad esempio leggere accanto alla forma corretta (innocente),

    accanto a (miriade).

    Verbi in 3a hhhh

    I verbi di terza h terminavano originariamente in y,23 consonante che si preservata in alcune for-me. Per quanto riguarda il QAL, al perfetto la h compare solo alla 3 m. sg. come mater lectionis (per accompagnare la terminazione in /a/ del qtal), mentre la presenza di un suffisso ha conservato la

    consonante y, eventualmente assimilata (3 m. pl.: *-y > -): sg. pl.

    3 m. f.

    2 m. f.

    1 Allimperfetto, in assenza di suffisso, le forme terminano generalmente in -eh: sg. pl.

    3 m. hn,b.yi Wnb.yi f. hn,b.Ti hn'yn,b.Ti

    2 m. hn,b.Ti Wnb.Ti f. ynib.Ti hn'yn,b.Ti

    1 hn,b.a, hn,b.ni

    La medesima terminazione in -eh caratterizza il participio sg. m., declinato secondo il modello:

    hn

  • Marco Settembrini/ Appunti di ebraico FTER, A.A. 2010/2011

    31

    Data la presenza di una consonante debole, limperfetto breve si distingue da quello lungo: !b,yI.

    Per le rimanenti coniugazioni si veda il seguente schema di riferimento:

    niphal piel pual hiphil hophal hitpael

    perfetto hn"b.nI hL'GI hL'Gu hl'g>hi hl'g>h' hL'g:t.hi imperfetto hn hl,g>y: hl,g>y" hL,g:t.yI imperativo hnEB'hi lG: hleg>h; infinito cs. tAnB'hi tALG: tAlg>h; participio hL,g:m. hL,gum. hl'g>m; hl,g>m' hL,g:t.mi

    AVVERTE)ZA: non appartengono a questo gruppo i verbi originariamente di 3-h , ossia quei verbi la cui h non nasconde una y/w originaria. La h di tali verbi contraddistinta dal mappq: Hbg (es-sere alto), Hmt (essere attonito), Hhm (ritardare).

    Verbi di 1a nnnn

    La nun iniziale, come gi visto nella formazione del niphal (lezione 5), si assimila alla consonante

    successiva. La flessione del perfetto non presenta dunque difficolt, salvo il caso di (= dare),

    irregolare a motivo della presenza della nun finale, che si assimila con il suffisso (coniugazione

    QAL): sg. pl.

    3 m. !t'n" Wnt.n" f. hn"t.n"

    2 m. T't;n" ~T,t;n> f. T.t;n" !T,t;n>

    1 yTit;n" WNt;n"

    Allimperfetto lassimilazione con il prefisso costituisce invece la regola. Nel QAL questo dunque

    il paradigma: sg. pl.

    3 m. lPoyI WlP.yI lPoTi hn"l.PoTi

    m. lPoTi WlP.Ti f. yliP.Ti hn"l.PoTi

    1 lPoa, lPonI

    Il verbo si distingue per la formazione con la vocale tematica /e/: sg. pl.

    3 m. --

    m. f. --

    1

  • Marco Settembrini/ Appunti di ebraico FTER, A.A. 2010/2011

    32

    Imprevedibilmente il verbo (= prendere) si declina come fosse I-nun, forse per analogia di si-

    gnificato con : (3 m.sg.), (3 f.sg.), (1 sg.), (1 pl.).24

    La flessione delle altre coniugazioni prevedibile. Si faccia come sempre attenzione

    allassimilazione (ossia a niphal pft., hiphil e hophal):

    niphal piel hiphil hophal

    perfetto vG:nI vyGIhi vG:hu imperfetto vyGIy: vG:yU PIEL e NIPHAL, con verbi III-h, possono essere identici: (ni.), (pi.). VOCABOLARIO verbi I-n colpire avvicinarsi (ni.) pentirsi; (pi.) consolare cadere vendicarsi alzare dare distruggere verbi III-h piangere costruire svelare; (hi.) deportare prostituirsi I rispondere II essere debole: (pi., hi.) umiliare riscattare (pi.) comandare verbi I-n e III-h (hi.) colpire volgersi (pi.) mettere alla prova (ni.) essere innocente

    24 Per la vocalizzazione, si vedano le particolarit dei verbi III-gutturale.

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    33

    LEZIONE 12

    Alcuni verbi sono originariamente monosillabici, essendo costituiti da due sole consonanti collegate

    da una vocale lunga ( oppure ). Tali verbi sono comunemente conosciuti come verbi vuoti.

    Verbi di 2a WWWW

    Le radici mediae- al QAL, nel perfetto, seguono questa flessione:25

    sg. pl.

    3 m. ~q' Wmq' f. hm'q'

    2 m. T'm.q' ~T,m.q; f. T.m.q' !T,m.q;

    1 yTim.q' Wnmq'

    Nellimperfetto occorre prestare attenzione alla vocale che accompagna il prefisso: /a/ anzich /i/.26

    La flessione del resto facilmente deducibile sostituendo le consonanti q-t-l (in yiqtl) con q--m

    (*yqwm):

    sg. pl.

    3 m. ~Wqy" WmWqy" f. ~WqT' hn"ym,WqT.

    m. ~WqT' WmWqT' f. ymiWqT' hn"ym,WqT.

    1 ~Wqa' ~Wqn'

    In presenza di una consonante debole, le forme dellimperfetto breve si distinguono da quelle

    dellimperfetto lungo: lo iussivo ~qoy", la forma narrativa ~q'Y"w: (wayyqom).

    Imperativo e infinito costrutto possono come al solito dedursi allimperfetto,

    - limperativo ~Wq, ymiWq, WmiWq, hn"m.qo; - linfinito costrutto ~Wq.

    Linfinito assoluto si forma sul modello di qtl: ~Aq. Il participio collegato al tema del perfetto: ~q', hm'q' (accento finale!), ~ymiq', tAmq'.

    25 Si osservi che, sostanzialmente, delle due vocali del qtal si preserva solo la seconda (la vocale tematica), la quale diviene lunga () nelle sillabe aperte e nelle sillabe chiuse toniche. 26 Come si potr ormai immaginare, anche in questo caso si preserva una forma originaria: *yaqtul > *yiqtul (la a in sil-laba chiusa non accentata diviene i).

  • Marco Settembrini/ Appunti di ebraico FTER, A.A. 2010/2011

    34

    Per le rimanenti coniugazioni si rimanda a uno schema di riferimento. Si osservi come le coniuga-

    zioni piel e pual siano sostituite rispettivamente da polel e polal (i nomi di tali coniugazione rendo-

    no conto dellassenza della seconda consonante radicale).

    niphal hiphil hophal polel polal

    perfetto ~Aqn" ~yqihe ~q;Wh ~meAq ~m;Aq imperfetto ~AQyI ~yqiy" ~q;Wy ~meAqy> ~m;Aqy>

    AVVERTE)ZA: non si confondano i verbi vuoti con i verbi di 2a wwww, regolari. Esempio: hwc (co-mandare), hwq (attendere, sperare).

    Verbi di 2a

    Le radici mediae- presentano nella loro flessione caratteristiche analoghe a quelle viste a riguardo

    delle radici mediae-, con le quali talvolta si sovrappongono.

    Al QAL, il perfetto identico a quello appreso per :

    sg. pl.

    3 m. f.

    2 m. f.

    1

    Nellimperfetto la vocale del prefisso ancora /a/, mentre il tema si ottiene sostituendo le consonan-

    ti q-t-l (in yiqtl) con --m (*yym):

    sg. pl.

    3 m. f.

    m. f.

    1

    Le forme dellimperfetto breve si distinguono da quelle dellimperfetto lungo: lo iussivo , la

    forma narrativa .

    Imperativo e infinito costrutto possono dedursi allimperfetto,

    - limperativo , - infinito costrutto / .

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    35

    Linfinito assoluto . Il participio, collegato al tema del perfetto, identico a quello di: , , , .

    Le coniugazioni diverse dal qal sono attestate alquanto raramente e sono spesso identiche a quelle

    dei verbi mediae-.

    VOCABOLARIO

    verbi mediae-

    soggiornare

    fuggire

    volgersi

    assediare

    alzarsi

    essere alto; innalzarsi

    correre

    tornare

    verbi mediae-

    rallegrarsi

    giudicare

    trascorrere la notte

    collocare, imporre

    rallegrarsi

    cantare

    porre

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    36

    LEZIONE 13

    Precisazioni su genere e numero

    In alcuni sostantivi le desinenze - / - non corrispondono al genere solitamente da loro indicato.

    Esempi:

    padre - nome - / cuore - / luogo -

    (< *nh) donna - anno -

    Alcuni nomi femminili non hanno poi una terminazione caratteristica: il genere deriva dal significa-

    to della parola, ma non necessariamente. Esempi:

    madre pecora

    mano citt (pl. )

    Il genere di un nome, singolare o plurale, pu essere comunque dedotto dal contesto, ossia

    dallimpiego degli aggettivi e dei verbi ad esso riferiti.

    Sostantivi maschili e femminili, qualora denotino una coppia naturale (mani, piedi, occhi, braccia,

    gambe) o, meno comunemente, un numero doppio (es. due catene, due mura), assumono la forma

    del duale - (con accento sul qame).

    Esempi: ralyim, i piedi (m.); eptyim, le labbra (f.).

    Luso del pronome relativo

    In ebraico esiste un unico pronome relativo, invariabile: rv,a]. Esso si pu riferire a ogni tipo di so-stantivo: maschile, femminile, singolare, plurale, essere animato, oggetto inanimato, nome comune,

    nome proprio.

    Ci che merita attenzione il suo impiego allinterno di una proposizione. Qualora esso funga da

    oggetto o soggetto, il suo uso non presenta difficolt:

    a) ^W>c;m. ykinOa' rv,a] hL,aeh' ~yrIb'D>h; Queste cose che [OGG.] io ti comando (Dt 6,6); b) %l;h' al{ rv,a] vyaih' Luomo che [sOGG.] non ha camminato (Sal 1,1).

    Nelle frasi in cui rv,a] forma invece un complemento indiretto, il suo valore indicato da una pre-posizione con un pronome di ripresa, di solito in posizione finale. Esempi:

    c) Ab-A[r>z: rv,a] yrIP. hf,[o yrIP. #[e () Un albero da frutto che produce un frutto nel quale [STATO IN LUOGO] il suo seme (cf. Gen 1,11)

    lett.: un albero facente un frutto CHE il suo seme () IN ESSO (rv,a] allinizio della frase relati-va + preposizione -b con suffisso 3 m. sg. che riprende il nome frutto a cui rv,a] si riferisce)

    d) ^d>y"B. xq; raoy>h;-ta, AB t'yKihi rv,a] ^J.m;W Prendi in mano anche il tuo bastone, con il quale [COMPL. DI STRUMENTO] hai colpito il ?ilo (Es 17,5)

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    37

    lett.: e il bastone CHE hai colpito CON ESSO il Fiume prendi nella tua mano (rv,a] allinizio della frase relativa + preposizione -b con suffisso 3 m. sg. che riprende il nome bastone)

    e) ~h,l' hw"hy> rm;a' rv,a] hv,moW !roh]a; aWh Questi sono Aronne e Mos ai quali [COMPL. DI TER-MINE] il Signore aveva detto (Es 6,26)

    lett.: Aronne e Mos CHE Yhwh disse A LORO (rv,a] allinizio della frase relativa + prepo-sizione -l con suffisso 3 m. pl. che riprende Aronne e Mos cui rv,a] si riferisce)

    f) T'l.k'a' WNM,mi-lk'a] yTil.bil. ^ytiyWIci rv,a] #[eh'-!mih] Hai mangiato dellalbero di cui [COMPL. PAR-TITIVO] ti avevo comandato di non mangiare? (Gen 3,11)

    lett.: dallalbero CHE ti ho comandato di non mangiare DI ESSO hai mangiato? (rv,a] allinizio della frase relativa + preposizione -!m con suffisso 3 m. sg.)

    Nel caso di un complemento di luogo, il pronome di ripresa pu essere sostituito da un avverbio:

    g) bh'Z"h; ~v'-rv,a]; #r

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    38

    Esempi (da Dt 6,4-6):

    laer"f.yI [m;v. e-ma yi-r-l T'b.h;a'w> we--ha-t * nota luso della lineetta per indicare una begadkepat aspirata ^b.b'l.-lk'B. be-ol le--e- * " in sillaba chiusa non accentata vale /o/ (qame atuf) ^v.p.n:-lk'b.W - e- ol nap-e- * vedi il valore di due shewa consecutivi hL,aeh' ~yrIb'D>h; had-de--rm h-l-leh * le consonanti raddoppiate appartengono a sillabe distinte

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    39

    LEZIONE 14

    I verbi geminati (2a = 3

    a rad.)

    Alcuni verbi derivano da radici biconsonantiche con una vocale breve intermedia. Nella loro fles-

    sione la seconda consonante radicale raddoppiata o ripetuta (di qui il nome di verbi mediae gemi-

    natae) a imitazione dei verbi triradicali.

    Pi precisamente, nel QAL allimperfetto e allimperativo si constata la natura biconsonantica del

    verbo in ogni forma in cui non ci sia un suffisso. Nel caso ci sia un suffisso si raddoppia la seconda

    radicale e, se c una consonante, si introduce la vocale --:

    sg. pl.

    3 m. bsoy" WBsoy" f. bsoT' hn"yB,suT.

    2 m. bsoT' WBsoT' f. yBisoT' hn"yB,suT.

    1 bsoa' bson"

    m.sg. bso

    f. yBiso

    m.pl. WBso

    La forma ysb, apparentemente assai diversa dal modello yiqtl, ben si comprende ricordando la

    forma originaria *yaqtul. La vocale del prefisso *-a- in sillaba chiusa diventa -i-, mentre in sillaba

    aperta si allunga in --, il tema si ottiene inserendo le consonati (s-b) con la vocale tematica (*u >

    ): *yaqtul > *yasub > y-sb.

    Al perfetto la seconda radicale ripetuta (con la vocale tematica, -a-) ogni qualvolta non ci sia un

    suffisso. In presenza di un suffisso, invece, si raddoppia la seconda radicale e, se c una consonan-

    te, si introduce la vocale --:

    sg. pl.

    3 m. bb;s' Wbb]s(' f. hb'b]s'( ~t,ABs;

    2 m. t'ABs; !t,ABs; f. tABs;

    1 ytiABs; WnABs; I verbi stativi, al perfetto, si distinguono da quelli di azione mantenendo sempre due sole radicali

    (alla 3a pers.): ~T;, hM'T;, WMT;.

    Per le altre coniugazioni, si tenga presente il seguente riquadro:

    niphal hiphil hophal polel polal

    perfetto bs;n" bsehe bs;Wh bbeAs bb;As imperfetto bS;yI bsey" bs;Wy bbeAsy> bbeAsy> participio bs;Wm bbeAsm. bb'Asm. N.B. Le radici geminate possono talvolta seguire la flessione dei verbi di I-n, I-y o II-W.

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    40

    LEZIONE 15

    Verbi di 1a yyyy

    Il riconoscimento delle forme dei verbi di 1a y non difficile, se si tiene presente, come regola pra-tica, che la y iniziale pu comparire, essere rimpiazzata da w (dopo un affisso) o cadere. Si constata infatti che la w iniziale del protosemitico diviene in ebraico y.28

    Per entrare nei dettagli della flessione di questi verbi, necessario distinguerli due classi a seconda

    che in origine siano *I-w o *I-y.

    I) I verbi *I-w appartengono a due gruppi, a seconda che siano verbi di azione o verbi di stato.

    a) I verbi di azione pi comuni sono: dly (generare); acy (uscire); bvy (risiedere, dimo-rare); dry (scendere); $lh (!) (camminare); [dy (anche III-gutt.!) (conoscere). Il perfetto e il participio QAL si flettono regolarmente come verbi la cui prima radicale y (bv;y", T'b.v;y" ; bvey, hb'v.y). Per limperfetto si deve osservare come la consonante y sia vocalizzata in /e/:29 sg. pl.

    3 m. bveyE Wbv.yE f. bveTe hn"b.v;Te

    2 m. bveTe WbveTe f. ybiv.Te hn"b.v;Te

    1 bveae bvenE

    Le forme dellimperativo e dellinfinito sono come al solito deducibili dallimperfetto, con la sola

    differenza che, non recando il prefisso personale, non recano traccia della prima consonante radicale:

    imperativo: bve, ybiv., Wbv., hn"b.ve;30 infinito costrutto: tb,ve.31

    La consonante originaria si preservata invece nelle ALTRE CONIUGAZIONI:

    niphal hiphil hophal

    perfetto bv;An byviAh bv;Wh imperfetto bveW"yI byviAy bv;Wy imperativo bveW"hi bveAh Allo HIPHIL, lo iussivo bveAy, infinito cs. bveW"hi byviAh la forma narrativa bv,AYw:. participio bv'An byviAm bv'Wm

    28 Il fatto che la prima consonante (y/w) possa semplicemente cadere, come allimperativo, porta a supporre che molti verbi I-w fossero in realt biconsonantici, con un aumento wa- prefissato (cf. GAG 103b). 29 Dal modello *yaqtil: *yayib > yb. 30 Si noti la diversa vocale dellimperfetto 2 pl. f. (hn"b.v;Te). 31 La -t finale ripristina il trilitteralismo.

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    41

    b) I verbi stativi sono di due tipi, a seconda che possiedano limperfetto QAL in /a/ o in /o/.

    1) @[y (essere stanco), #[y (consigliare), rqy (essere prezioso/ caro), ary (temere) vry (ereditare), !vy (dormire) hanno limperfetto yiqtal:32 sg. pl.

    3 m. vr:yyI Wvr>yyI f. vr:yTi

    2 m. vr:yTi Wvr>yTi f. yvir>yTi

    1 vr:yai vr:ynI

    2) Alcuni, pochissimi, verbi stativi allimperfetto hanno una forma hophal (!),33 come risulta dal para-

    digma di lky (essere capace, potere): sg. pl.

    3 m. lk;Wy Wlk.Wy f. lk;WT

    2 m. lk;WT Wlk.WT f.

    1 lk;Wa lk;Wn II) I verbi *I-y sono sette in tutto, cinque stativi, vby (essere arido), bjy (essere buono), qny (succhiare), #qy (svegliarsi), rvy (essere diritto/ piano/ retto), e due denominali (fientici) dei quali non attestato il Qal, lly (gemere), !my (andare a destra), In tali verbi la y costitutiva della radice originaria ed sempre preservata, come si pu notare nelle forme in cui sono attestati:

    qal hiphil

    perfetto byjiyhe imperfetto bj;yyI byjiyyE infinito cs. bjoy> byjiyhe participio byjiyme

    AVVERTENZA: Alcuni verbi di I-y mostrano forme differenti. Nei verbi -cy, ad esempio, la prima radicale si pu assimilare alla sibilante: qCoyI (da qcy versare), rCoyI (da rcy plasmare).

    32 Si comprende cos la presenza di due y: yiqtal > yiyra (nei verbi fientici della medesima classe la y, originata da w, trovandosi nel gruppo /ay/ diveniva /e/). 33 La questione dibattuta, sembra che questi siano i passaggi semantici soggiacenti a un simile uso dello hophal con senso qal: sar reso capace > diverr capace > sar capace (JM 75i).

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    42

    LEZIONE 16

    Verbi in 3a aaaa

    In questi verbi si osserva talvolta un allungamento della vocale precedente alla a. Non venendo pronunciata in fine sillaba, a non chiude infatti la sillaba e riposa nella vocale precedente che, se possibile, si allunga (aleph quiescente).

    Di qui la coniugazione del perfetto QAL:

    sg. pl.

    3 m. ar"q' War>q' f. ha'r>q'

    2 m. t'ar"q' ~t,ar"q. f. tar"q' !t,ar"q.

    1 ytiar"q' Wnar"q'

    Tali verbi esprimono limperfetto in a (anzich in ):

    sg. pl.

    3 m. ar"q.yI War>q.yI f. ar"q.Ti hn"ar,q.Ti

    2 m. ar"q.Ti War>q.Ti f. yar>q.Ti hn"ar,q.Ti

    1 ar"q.a, ar"q.nI

    Limperativo, il cui tema uguale a quello dellimperfetto, varia di conseguenza:

    ar"q. yair>qi War>qi

    Per le altre coniugazioni, si tenga presente il seguente quadro:

    niphal piel pual hiphil hophal

    perfetto ar"q.nI aLemi aL'mu aycim.hi ac'm.h' imperfetto arEQ'yI aLem;y> aL'muy> aycim.y: ac'm.y" imperativo arEQ'hi aLem; acem.h; infinito ass. aroq.nI aLom; acem.h; infinito cs. arEQ'hi aLem; aycim.h; participio ar"q.nI aLem;m. aL'mum. aycim.m; ac'm.m'

    Secondo la regola gi esposta, si noti lallungamento a >

    - al NIPHAL perfetto,

    - al PUAL / HOPHAL perfetto e imperfetto.

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    43

    Altri verbi con una consonante gutturale

    Alcune consonanti non cadono necessariamente ma provocano nondimeno alterazioni nella for-

    ma. il caso di r e delle gutturali (a, h, x, [). Per tali verbi si tenga presente che: - le gutturali non possono mai essere raddoppiate,

    - e non possono mai essere vocalizzate con shewa (e): ove fosse necessaria una vocale brevissima

    (indicata dallo shewa), si ricorre a uno shewa composto (hatef shewa) e pi precisamente a (hatef

    patah) oppure a (hatef segol) [cf. sopra LE VOCALI];34 qualora fossero seguite da uno shewa

    semplice (cio non composto), questo necessariamente muto.

    Con tali avvertenze, si consideri la coniugazione del perfetto QAL:

    1a gutt. 2 a gutt. 3 a gutt.

    3 m. sg. dm;[' rx;B' [m;v'

    3 f. hd'm.[' hr'x]B' h['m.v(' 2 m. T'd>m;[' T'r>x;B' T'[.m;v' 2 f. T.d>m;[ T.r>x;B' T.[;m;v' 1 yTid>m;[' yTir>x;B' yTi[.m;v' 3 m. pl. Wdm.[' Wrx]B(' W[m.v(' 2 m. ~T,d>m;[] ~T,r>x;B. ~T,[.m;v. 2 f. !T,d>m;[] !T,r>x;B. !T,[.m;v. 1 Wnd>m;[' Wnr>x;B' Wn[.m;v' La presenza di una gutturale si accompagna di fatto a una preferenza per la vocale /a/, come si evi-

    denzia allimperfetto:

    1a gutt. 2 a gutt. 3 a gutt.

    3 m. sg. dmo[]y: rx;b.yI [m;v.yI 3 f. dmo[]T; rx;b.Ti [m;v.Ti 2 m. dmo[]T; rx;b.Ti [m;v.Ti 2 f. ydIm.[;T; yrIx]b.Ti y[im.v.Ti 1 dmo[/a, rx;b.a, [m;v.a, 3 m. pl. Wdm.[;y: Wrx]b.yI W[m.v.yI 3 f. hn"d>mo[]T; hn"r>x;b.Ti hn"[.m;v.Ti 2 m. Wdm.[;T; Wrx]b.Ti W[m.v.Ti 2 f. hn"d>mo[]T; hn"r>x;b.Ti hn"[.m;v.Ti 1 dmo[]n: rx;b.nI [m;v.nI

    34 Si ricorre a dopo oppure a (ossia dopo una vocale /a/), si ricorre a dopo e.

  • Marco Settembrini/ Appunti di ebraico FTER, A.A. 2010/2011

    44

    Limperfetto dei verbi di 2a e 3a gutturale, rimpiazzando la vocale (cf. il modello yiqtl) con a,

    detto imperfetto in a (cf. verbi in 3a a). Alcuni verbi di 1a gutturale, anzich avere limperfetto in o (come sopra), hanno limperfetto in a,

    con la seguente vocalizzazione:

    sg. pl.

    3 m. qz:x/y< Wqz>x,y< f. qz:x/T, hn"q.z:x/T,

    2 m. qz:x/T, Wqz>x,T, f. yqiz>x,T, hn"q.z:x/T,

    1 qz:x/a, qz:x/n<

    Limperativo, il cui tema uguale a quello dellimperfetto, varia di conseguenza:

    2 m. sg. dmo[] / qz:x] rx;B. [m;v.

    Linfinito costrutto:

    dmo[] rxoB. [;mov. Si noti linserimento di una vocale /a/ per rendere udibile la gutturale finale (patah. furtivum): em-a (lunica vocale pronunciata prima di una consonante!).

    Per le altre coniugazioni, si tengano presenti i seguenti riquadri:

    1a gutt. niphal pual hiphil hophal

    perfetto bz:[/n

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    2a gutt. niphal piel pual hitpael

    perfetto rx;b.nI %reBe r[eBi

    %r;Bo

    ~x;ru

    %reB't.hi

    imperfetto rxeB'yI %reb'y> r[eb;y.

    %r;Boy>

    ~x;ruy>

    %reB't.yI

    imperativo rxeB'hi %reB' r[eB;

    %reB't.hi

    infinito ass. rAxb.nI %reB' %reB't.hi

    infinito cs. rxeB'hi %reB' r[eB;

    %reB't.hi

    participio rx'b.nI %reb'm. r[eB;m.

    %r'bom

    ~x'rum.

    %reB't.mi

    Note:

    - il niphal regolare;

    - al piel, non potendosi raddoppiare la seconda radicale, la vocale precedente allungata;

    lallungamento reale (regolare: qittel; qui: brk) oppure virtuale (ossia inesistente,

    es.: bir), di qui le due forme;

    - anche al pual esistono due forme: una con lallungamento della vocale in anzich u (brak

    anzich quttal), una con un allungamento virtuale;

    - allo hitpael lallungamento fa s che la vocale precedente alla gutturale sia anzich a.

    3a gutt. niphal piel pual hiphil hophal hitpael

    perfetto xl;v.nI xL;vi xL;vu x:yliv.hi xl;v.h' [G:T;v.hi

    imperfetto xl;V'yI xL;v;y> xL;vuy> x:yliv.y: xl;v.y" [G:T;v.yI

    imperativo xl;V'hi xL;v; xl;v.h; [G:T;v.hi

    infinito ass. xAlv.nI x:Lev; x:lev.h; x;lev.h'

    infinito cs. xl;V'hi xL;v; x:yliv.h; [:GET;v.hi

    participio xl'v.nI x:Lev;m. xL'vum. x:yliv.m; xl'v.m' [:GET;v.mi

    Note:

    - al niphal imperfetto la gutturale si accompagna alla vocale a, come al Qal; imperativo e infi-

    nito cs. si formano sul tema dellimperfetto;

    - al piel la gutturale si accompagna come di regola ad a (anche al participio, mediante il pata

    furtivum);

    - il pual regolare;

    - allo hiphil la gutturale sempre preceduta da a, sia quando c lo yod tra la II e la III radica-

    le, sia quando non c (come allimperativo, in cui ci sarebbe : haqtl).

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    46

    LEZIONE 17

    Approfondimenti sugli aggettivi

    1) Il comparativo di maggioranza si riconosce unicamente dalla presenza della preposizione -!mi che introduce il termine di paragone. Esempio:

    ~K,mi ~ymicu[]w: ~ylidoG> ~yIAG - nazioni pi grandi e pi forti di te (Dt 11,23), lett.; nazioni grandi e forti di (!mi) te.

    2) Gli aggettivi monosillabici nelle forme con suffisso (femminile, plurale) mostrano loriginario

    raddoppiamento della seconda radicale:

    lD; (povero) hL'D: ~yLiD: tALD: *dallu yx; (vivente) hY"x; ~yYIx; tAYx; z[; (forte) hZ"[; ~yZI[; tAZ[; *azzu br: (grande) hB'r: ~yBir: tABr: *rabbu Nel caso la seconda radicale sia una gutturale, si ricordi quanto detto a proposito dei verbi con una

    gutturale (il raddoppiamento della gutturale, impossibile, si risolve in un allungamento della vocale

    precedente):

    rm; (amaro) hr"m' ~yrIm' tArm' [r: (cattivo) h['r" ~y[ir" tA[r"

    I numerali

    uno dx'a, tx;a; primo !voarI due ~yIn:v. ~yIT;v. secondo ynIv. tre XAlv' hv'Alv. terzo yXiyliv. trenta ~yvilv. quattro [B;r>a; h['B'r>a; quarto y[iyBir> quaranta ~y[iB'r>a; cinque vmex' hV'mix] quinto yviymix] cinquanta ~yVimix] sei vve hV'vi sesto yVivi sessanta ~yVivi sette [b;v, h['b.vi settimo y[iybiv. settanta ~y[ib.vi otto hn

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    47

    Verbi in 1a

    I verbi di questa classe non riportano modifiche che interessano le consonanti e sono quindi sempre

    facilmente traducibili. Per meglio comprenderne la vocalizzazione, si ricordi tuttavia che

    - normalmente la coniugazione segue il modello dei verbi primae gutturalis;

    - allimperfetto QAL si distinguono due classi di verbi a seconda della vocale del prefisso

    a) solitamente il prefisso ye- (seguito da nella sillaba successiva), salvo ci sia un suffisso vocali-

    co (2 f.s., 1 m.pl., 2m.pl.):

    sg. pl.

    3 m. rsoa/y< Wrs.a;y: f. rsoa/T, hn"r>soa/T,

    2 m. rsoa/T, Wrs.a;T; f. yrIs.a;T; hn"r>soa/T,

    1 rsoa/a, rsoa/n< b) i verbi (dire), (perire), (volere), (mangiare), (cuocere) hanno il

    prefisso y-:

    sg. pl.

    3 m. rm;ayo Wrm.ayO f. rm;aTo hn"r>m;aTo

    2 m. rm;aTo Wrm.aTo f. yrIm.aTo hn"r>m;aTo

    1 rm;ao rm;anO wayyiqtol (!): rm,aYow: (salvo preceda immediatamente il discorso diretto); - limperativo e infinito costrutto QAL rmoa/, rsoa/.