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LA MISURA DELLA FUNZIONE RESPIRATORIA Corso teorico – pratico Modulo II° OLTRE LA SPIROMETRIA Torino, 5 ottobre 2013 LA MISURA DEI GAS RESPIRATORI S.C. PNEUMOLOGIA Lab. Fisiopatologia Respiratoria [email protected] Emanuele Isnardi

Corso teorico – pratico Modulo II° OLTRE LA SPIROMETRIA ... · LA MISURA DEI GAS RESPIRATORI . S.C. PNEUMOLOGIA Lab. Fisiopatologia Respiratoria [email protected] . Emanuele

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LA MISURA DELLA FUNZIONE RESPIRATORIA

Corso teorico – pratico Modulo II°

OLTRE LA SPIROMETRIA Torino, 5 ottobre 2013

LA MISURA DEI GAS RESPIRATORI

S.C. PNEUMOLOGIA Lab. Fisiopatologia Respiratoria

[email protected]

Emanuele Isnardi

L’EGA è il test standard di riferimento per la misura dei gas ematici

L’importanza di risultati accurati

NCCLS: National Committee for Clinical Laboratory Standards

“L’analisi dei gas ematici e del pH ha maggiore immediatezza ed impatto potenziale sulla cura del

paziente di ogni altra misura di laboratorio”. “Nell’emogasanalisi un risultato non corretto può essere più deleterio per il paziente della mancanza di risultati.”

NCCLS Documento C27-A. Norme approvate, Aprile 1993

Le fasi di un esame di

laboratorio

ERRORI IN LABORATORIO: LETTERATURA

Autore Goldschmidt, 1995

Nutting, 1996

Plebani, 1997

Stahl, 1998

Astion, 2003

Periodo 6 anni 6 mesi 3 mesi 3 anni retrospettivo

Frequenza errori

ND 0.11% dei

pazienti

0.47% dei test

0.61% dei test

ND

Fase pre-analitica

53% 55.6% 68.2% 75% 71%

Fase analitica

23% 13.3% 13.3% 16% 18%

Fase post-analitica

24% 30% 18.5% 9% 11%

“La parte debole”

• La fase preanalitica costituisce una delle principali fonti di errore nella determinazione dei gas nel sangue, ed è spesso sottovalutata.

• Nella fase preanalitica i parametri dei gas ematici sono facilmente soggetti ad errore a causa della loro natura volatile e del metabolismo cellulare

Errori della fase preanalitica

Errori commessi nell’intervallo antecedente l’analisi del campione ...

possono influenzare la qualità dei risultati…

e compromettere la diagnosi ed il trattamento del paziente

I quattro stadi della fase preanalitica

Prelievo

Conservazione

Trasferimento del campione all’analizzatore

Preparazione prima del prelievo

Errori più comuni nella fase preanalitica

Prelievo • Mix di sangue venoso ed arterioso • Bolle d’aria nel campione

Conservazione • Conservazione impropria del campione • Emolisi delle cellule ematiche

Prima del trasferimento

• Miscelazione impropria del campione prima dell’analisi • Mancata eliminazione dei coaguli dalla punta della siringa

• Campione quantitativamente scarso • Eliminazione inadeguata della soluzione di lavaggio nel

catetere prima del prelievo Prima del prelievo

Inserire foto siringa EGA

Eliminazione inadeguata della soluzione di lavaggio dal catetere prima del prelievo

Per evitare la diluizione del campione si deve eliminare completamente dal catetere qualsiasi traccia delle soluzioni di lavaggio

Si raccomanda di aspirare un volume di sangue da tre a sei volte lo “spazio morto” del catetere.

Inserendo l’ago in arteria si deve prestare attenzione a non mescolare sangue venoso ed arterioso Ciò può accadere, per esempio se, prima di trovare l’arteria, si punge una vena.

Vena

Arteria

Mix di sangue venoso ed arterioso

Bolle d’aria Dopo aver aspirato il campione ogni eventuale bolla d’aria deve essere espulsa prima di miscelare campione ed eparina

Volume relativo della bolla d’aria

Effetto su PO2

• Dimensioni della bolla rispetto al volume del campione • Stato di ossigenazione iniziale del campione • Condizioni di conservazione

L’effetto della bolla d’aria dipenderà da:

• Tempo tra prelievo e analisi • Temperatura • Tempo di miscelazione

Miscelazione inadeguata del campione

• Subito dopo il prelievo, ha inizio il processo di separazione tra plasma e parte corpuscolata

• Il tempo di sedimentazione varia da paziente a paziente. In alcuni pazienti è estremamente veloce.

plasma

cellule ematiche

• misura non accurata dell’Hb da campione non omogeneo

• formazione di coaguli

Metabolismo

Le variazioni dipendono da: • numero di cellule ematiche • temperatura • tempo di conservazione • PO2 iniziale

• temperatura / PCO2 / 2,3-difosfoglicerato

• pH

RIDUZIONE DELL’AFFINITA’

(Spostamento della curva a destra)

• temperatura / PCO2 / 2,3-difosfoglicerato

• pH

AUMENTO DELL’AFFINITA’

(Spostamento della curva a sinistra)

Dx: RIDUZIONE AFFINITA’

Sx: AUMENTO AFFINITA’

pH

T

Conservazione

Per la natura volatile dei gas ed il metabolismo del sangue il tempo di conservazione dovrebbe essere ridotto al minimo a temperatura ambiente (meno di 15 minuti) Se il campione deve essere conservato per più di 15 minuti, per rallentarne il metabolismo, questo dovrà essere refrigerato con acqua e ghiaccio (0-4 °C)

0

5

10

15

20

25

30

35

40

0 2 4 6 8 10 12 14 16 minuti

oC

Ghiaccio fondente

Temperatura ambiente

Conservare il campione alla temperatura di (0 - 4°C) rallenta il metabolismo

Refrigerazione al di sotto di 0 °C

• La refrigerazione del campione al di sotto di 0 °C (es. direttamente su ghiaccio) può causare l’emolisi delle cellule ematiche

• Ciò può influenzare molti parametri, in particolare il K+

• Inoltre, i cubetti di ghiaccio non raffreddano uniformemente il campione per la mancanza di contatto di questi con tutta la superficie della siringa

• Altri sistemi sono comunque sconsigliati

Problemi di conservazione di un campione ematico in una siringa in plastica

effetti determinati dalla porosità della parete

(la direzione sarà dipendente dal gradiente pressorio)

il metabolismo

PLASTICA VETRO

pore size: 200 - 450 nm

pore density: 2x108/cm2

pore size: 3 - 50 nm

pore density: 4x106/cm2

O2

0.346 nm

Viwanitkit V, Int. J. Nanomedicine 2006

BASALE 15’ 30’ 60’

PO2 63 65 (+3.1%)

68 (+7.9%)

79 (+25.3%)

BASALE 15’ 30’ 60’

PO2 62 63 (+1.6%)

63 (+1.6%)

64 (+3.2%)

SIRINGA DI PLASTICA IN GHIACCIO FONDENTE

SIRINGA DI PLASTICA A TEMPERATURA AMBIENTE

Condizioni di conservazione raccomandate

20’ - 30’ max a 0 - 4 °C in una sospensione di ghiaccio fondente

10’ - 15’ max a temperatura ambiente

Espellere alcune gocce di sangue prima dell’analisi

Le prime gocce del campione devono essere espulse, sono spesso coagulate e non sono rappresentative dell’intero campione

La misura dei gas EGA SATURIMETRO TRANSCUTANEO

La misura non invasiva dei gas

O2: LA PULSOSSIMETRIA

Il Pulsossimetro Utilizza due luci con diversa frequenza d’onda Misura:

la frequenza cardiaca

la saturazione emoglobinica dell’O2

La tecnologia applicata al Pulsossimetro

Pletismografia ottica

Spettrofotometria

Pletismografia ottica

Misura la frequenza cardiaca determinando le variazioni cicliche nella trasmissione della luce attraverso il sito di campionamento durante ogni ciclo cardiaco. La trasmissione della luce è inversamente proporzionale all’assorbimento.

• Il Volume di sangue aumenta durante la sistole (L’assorbimento della luce aumenta e la trasmissione diminuisce) • Il Volume di sangue diminuisce durante la diastole (L’assorbimento della luce diminuisce e la trasmissione aumenta)

Spettrofotometria

Due LED trasmettono una luce rossa e una infrarossa attraverso il letto ematico

Un fotodiodo misura la quantità di luce assorbita dal letto ematico

LED a luce Rossa & Infrarossa (Sorgente Luminosa)

Letto vascolare pulsatile

Fotodiodo (Detector)

Oltre al tipo di sensore descritto precedentemente (trasmissione), ce ne sono alcuni che si basano sulla riflessione della luce da parte del sangue e dei tessuti.

I concetti esposti per i sensori trasmissivi valgono pari pari per quelli riflessivi; appare tuttavia accertata una maggiore sensibilità ai disturbi e agli artefatti della tecnologia riflessiva rispetto a quella trasmissiva.

Di fatto l’utilizzo prevalente dei sensori in riflessione è quello frontale

Il pulsossimetro rileva e calcola solo la quota di luce assorbita dalle emoglobine funzionali ovvero quelle attive nel trasporto di ossigeno:

Emoglobina legata all'ossigeno (sensibile all’infrarosso) Emoglobina deossigenata o ridotta (sensibile alla luce rossa)

Non misura le emoglobine non funzionali

Emoglobina

Hb : ~ 15 mg

SpO2 = 100%

Hb : ~ 8 mg

SpO2 = 100%

Curva dissociazione Hb La curva di dissociazione dell'ossiemoglobina è piuttosto piatta a PaO2 elevate e la SaO2 non cala in modo significativo fino a che la PaO2 non raggiunge i 75-80 mmHg. Curva di dissociazione

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

0 20 40 60 80 100 120 140

pO2 (mmHg)

Sat (

%)Curva di dissociazione emoglobina

89

90

91

92

93

94

95

96

97

98

99

40 60 80 100 120 140

pO2 (mmHg)

Sat (

%)

Quando la PaO2 raggiunge i 60 mmHg, la curva scende decisamente e ogni ulteriore riduzione della PaO2 comporta un brusco calo della SaO2

Limiti della Pulsossimetria Valori accurati tra 80-100%. Ogno valore sotto l’80% è ottenuto mediante estrapolazione e non è molto accurato

Le misure risultanti non saranno accurate

Spostamento curva dovuto al pH

8990919293949596979899

100

40 60 80 100 120 140

Sat

(%)

pO2 (mmHg)

Curva di dissociazione emoglobina

ATTENZIONE! Iperossia

8990919293949596979899

100

40 60 80 100 120 140

Sat

(%

)

pO2 (mmHg)

Curva di dissociazione emoglobina

ATTENZIONE! Ipossia

pO2 = 92,5 112 mmHg

pH = 7,2 SaO2 = 97%

pO2 = 92,5 77,5 mmHg

pH = 7,6 SaO2 = 97%

ASPETTI TECNICI

Lo smalto per unghie

Alcuni colori di smalto non hanno alcun effetto sulla lettura del pulsossimetro

Altri sì, soprattutto il blu e il verde

E’ consigliato in ogni caso rimuovere lo smalto prima di procedere alla misura

Abbronzatura e pigmentazione scura della pelle

Si possono leggere valori di SpO2 più alti (usualmente dal 3 al 5%)

Edema

Non si conosce con precisione quanto ciò incida sulla lettura

Non applicare comunque il sensore su un dito edematoso

Utilizzare piuttosto sensori diversi

La luce emessa dal sensore può disperdersi attraverso il tessuto edematoso

Qualità del letto ematico

ipotensione arteriosa sistemica

alterazioni del circolo periferico

La lettura del Pulsossimetro è fortemente alterata se il soggetto presenta:

Shunt ottico

Questo fenomeno si verifica quando la luce giunge al fotodetector senza passare attraverso il letto vascolare. Sono in commercio sensori di diverse misure Assicuratevi che il sensore sia sempre in una

giusta posizione

Interferenze elettriche Ogni apparecchio elettrico

rilascia impulsi elettrici che possono interferire con l’acquisizione del segnale

E’ consigliabile non connettere

il pulsossimetro a prese a cui sono connessi altri apparecchi (le cosiddette “triple”)

Non incrociare il cavo del pulsossimetro con altri cavi elettrici

Artefatti da moto Per evitare tali artefatti si consiglia di fermare il cavo paziente con del nastro adesivo alla mano del soggetto. Il nastro adesivo assorbirà la maggior parte delle scosse ed esse non verranno trasmesse al sensore.

Emilia 2012 – Artefatto da terremoto

Applicazione del sensore

Applicazione corretta

Il cavo è assicurato alla mano o al piede

Interferenza da luce ambientale ridotta al minimo

Applicazione del sensore

E’ molto importante non fissare con cerotto il sensore al dito, soprattutto stringendo con una specie di anello, questo potrebbe produrre un effetto “laccio emostatico” che, alterando la qualità del letto ematico, genererebbe una lettura errata.

NO!!!

INDICI DI PERFUSIONE

I pulsossimetri forniscono di solito un numero, adimensionale, utile nel determinare la bontà del sito di rilevazione.

Per es: Datex Ohmeda fornisce un indice detto Perfusion Index con valori compresi tra 0 e 10 con una cifra decimale.

Nellcor invece fornisce un indice detto Blip o barra pletismografica, con valori compresi tra 0 e 15.

Questi valori sono di solito ricavati dalla curva pletismografica relativa all’infrarosso e si basano sul raffronto tra componente pulsante e la componente continua

A parte il nome diverso e range diversi essi hanno in comune le seguenti caratteristiche:

sono tali per cui ad un numero grande corrisponde un sito

con buon stato di perfusione. Maggiore perfusione (afflusso di sangue) implica segnale più intenso, robusto e affidabile.

variano da individuo a individuo e per un individuo variano al variare del sito di rilevazione.

non hanno alcuna correlazione con i valori di saturazione e polso.

INDICI DI PERFUSIONE

E' importante essere coscienti che nonostante

l'SpO2 sia precisa ed estremamente utile nell'uso

clinico è solo una parte della valutazione dello

stato del paziente e non deve essere mai usata

come unico mezzo per il monitoraggio dello stato

di ossigenazione e ventilazione del paziente critico.

CO2: LA CAPNOGRAFIA La relazione tra PaCO2 e VCO2 é inversa e consistente. L’immediata verifica di tale parametro durante la ventilazione potrebbe essere un aiuto.

CO2 End Tidal (etCO2) = CO2 misurata a fine espirazione

La Capnografia è il monitoraggio continuo e non invasivo della CO2 espirata e l’analisi della forma d’onda della CO2 in respiro singolo

La Capnografia

Capnografia

La Capnografia è ottenuta utilizzando un analizzatore a infrarossi La CO2 assorbe i raggi infrarossi La quantità di energia assorbita = concentrazione di CO2

Aria ambiente

Miscela al 5% di CO2

Richiede calibrazioni accurate

Sono utilizzati gas a due concentrazioni:

Capnometria Fornisce soltanto la misura numerica dell’anidride carbonica (EtCO2)

Espirazione Inspirazione Inspirazione

Onda Capnografica

Tratto B-C Espirazione: rapida salita Tratto C-D Plateau (EtCO2) orizzontale: eliminazione gas alveolari Tratto D-E Inspirazione: rapida discesa

Capnogramma

La forma d’onda della CO2 nel tempo

Limiti della Capnografia

CO2 End Tidal (etCO2) = CO2 misurata a fine espirazione

Letture inaccurate possono verificarsi quando:

Si forma condensa nei tubi di campionamento, nei connettori o nella camera di misura

Si verificano variazioni nei flussi di ventilazione

Linee di campionamento lunghe determinano un’appiattimento della forma d’onda.

Inoltre la etCO2 misurata dal gas esalato in una maschera non riflette adeguatamente i valori di PaCO2 soprattutto durante la ventilazione a pressione positiva.

Blanchette T, Dziodzio J. Transcutaneous pCO2 and end-tidal pCO2 in ventilated adults. Respiratory Care 1992; 92, 3: 204-47.

Perché la maschera è soggetta comunque a perdite non intenzionali.

Limiti della Capnografia

Applicazioni cliniche della PetCO2

Confermare l’intubazione in trachea Monitoraggio ventilazione alveolare Valutazione nella rianimazione cardiopolmonare Monitoraggio dei cambiamenti dello spazio morto

American Heart Association “Linee Guida per la R ianimazione Cardiopolmonare e il Trattamento delle Emergenze Cardiovascolari” Centro Scientifico Editore – Milano, 2005 – pp. 60-62

PRO: METODICA NON INVASIVA CONTINUO CONTRO: NIV SCARSA CORRELAZIONE CON PaCO2 (BPCO)

End Tidal CO2: CONCLUSIONI

MISURA TRANSCUTANEA DI O2 e CO2

Struttura della cute

La struttura della pelle è composta da tre livelli distinti, partendo dal più profondo: 1. La rete capillare. 2. Lo strato basale e lo strato granuloso dove si consuma ossigeno dovuto alla

respirazione cellulare. 3. Lo strato corneo, lo strato di cellule morte in cui il consumo di ossigeno è nullo.

Fisiologia Tre fattori interdipendenti determinano TcpO2 e TcpCO2 :

La perfusione della pelle La respirazione della pelle La diffusione della pelle Normalmente, la misura della TcpO2 al livello dell’epidermide è 0 mmHg. Quando la temperatura del dermaviene portata tra 42oC e 45oC avvengono diversi cambiamenti nei tre fattori.

Principio di misura transcutanea

Serbatoio sol. elettrolitica

Sensori di temperatura

Catodo al platino

Sol. elettrolitica, ricoprente la superficie dell’elettrodo

Elemento riscaldante

O-ring per fissare le membrane

Elettrodo di riferimento Ag/AgCl

Elettrodo in vetro a stato solido rinforzato

Membrane permeabili O2/CO2

Elettrodo combinato tcpO2/tcpCO2

Riscaldamento della cute

Il riscaldamento crea iperemia, una reazione fisiologica naturale della cute al calore eccessivo: L’innalzamento della temperatura della cute aumenta il

flusso ematico sottocutaneo Il maggior flusso ematico arterializza il sangue capillare

Il riscaldamento inoltre rende la cute permeabile alla diffusione del gas: La struttura lipidica delle cellule morte si dissolve grazie ad

un’apposita soluzione di contatto e al calore prodotto dall’elettrodo

Principio di misura transcutanea

Risultati del riscaldamento della cute

SHIFT A DESTRA DELLA CURVA DI

DISSOCIAZIONE Hb

AUMENTO DEL FLUSSO EMATICO CAPILLARE

PO2 CAPILLARE SIMILE ALLA PO2 ARTERIOSA

SCARICO DI O2 AI TESSUTI

L’elettrodo scalda la cute tra 42 e 45 °C

LIQUEFAZIONE DEI LIPIDI DELL’EPIDERMIDE

DIFFUSIONE DEI GAS ATTRAVERSO LA PELLE

VALORE DI TcPO2

Pazienti con:

scarsa integrità della cute

allergie all’adesivo

Controindicazioni:

Non è possibile effettuare un prelievo arterioso.

E’ utile quando:

Misura transcutanea di O2 e CO2

Le misure dei gas ottenute per via transcutanea e quelle ottenute dal

campione ematico non sono le stesse misure!

La pressione parziale di ossigeno transcutanea (TcpO2) riflette la sottostante via cutanea che è influenzata non solo dalla PaO2, ma dipende dal flusso sanguigno locale, dalla cessione di ossigeno dell‘Hb e dal metabolismo della pelle.

Le cellule epiteliali consumano un po‘ di ossigeno e la TcpO2 sarà quindi inferiore alla PaO2.

Correlazione TcpO2 con PaO2 Misura transcutanea di O2 e CO2

pO2 arteriosa

Il consumo di O2 da parte della pelle diminuisce la pO2

Il calore aumenta la pO2 arteriosa e

vasodilata capillari

pO2 transcutanea

pO2 capillare

Allo stesso modo, la pCO2 cutanea misurata con un sensore transcutaneo (TcpCO2) non solo è determinata dal PaCO2, ma anche dal flusso sanguigno locale e dal metabolismo della pelle.

Il metabolismo delle cellule inoltre è in funzione della temperatura esterna e anche se questa influenza è minimizzata mediante l'applicazione di una temperatura specifica costante, ci sarà ancora qualche differenza tra il valore TcpCO2 e la tensione di anidride carbonica nel sangue arterioso.

Generalmente la TcpCO2 è superiore alla PaCO2

Correlazione TcpCO2 con PaCO2

Misura transcutanea di O2 e CO2

pCO2 arteriosa

Il calore aumenta la pCO2 arteriosa

pCO2 capillare La produzione di CO2 da parte della pelle

aumenta la pCO2

Correzioni automatiche per temperature e metabolismo

TcpCO2

TcpCO2 corretta

Regolazione dell‘O2 terapia per pazienti BPCO

TcpCO2 durante somministrazione di O2

Case Report: Dr. Konrad E. Bloch, Universitätsspital Zürich, CH

Transcutaneous measurement of carbon dioxide (PtcCO2) during night in a ventilated patient. Note normalisation of PtcCO2 (A) during periods of wakefulness versus (B) hypoventilation related to continuous major leaks during sleep. SpO2, oxygen saturation measured by pulse oximetry.

57 anni paziente BPCO, tracheotomizzato in ventilazione meccanica

tcPCO2 etPCO2 PaCO2

Ventilator-settings: 21/5 mbar, RR 19/min. IT 1sec, 2 L O2/min

time [h:min]

PCO2 [mmHg]

35

40

45

50

55

60

65

70

75

0:00 1:00 2:00 3:00 4:00

PaCO2

PtcCO2

PtcCO2 drift-corrected

Acute NIV in a patient with COPD and OSAS

supine position lateral position

change of interface: nasal to oronasal

upper airway obstruction

Storre et al. CHEST 2007, 132: 1810-16

start NIV temporary interruption of NIV

Indication tcpCO2 in NIV

Storre et al. CHEST 2007, 132: 1810-16

SaO2 tcpCO2 Introduction of nasal Positive Pressure Ventilation

Indication tcpCO2 in NIV

Storre et al. CHEST 2007, 132: 1810-16

PRO: METODICA NON INVASIVA CONTINUO NIV RESPIRAZIONE SPONTANEA ADATTO A MONITORAGGI PROLUNGATI (soprattutto per la TcpO2)

CONTRO: TIME CONSUMING

TcpO2 e TcpCO2: CONCLUSIONI

Mi avanza un po’ di sangue, vuoi che faccia un’emogas?

GRAZIE!

Effettuare prelievo arterioso per EGA : Immediatamente e dopo 30’ – 60’ – 2 ore – 6 ore (e comunque dopo 1 ora da qualsiasi modifica dei parametri ventilatori )

BTS Guidelines Thorax 2002;57:192-211

PUNTI CRITICI:

• il prelievo arterioso può essere doloroso (ev. catetere arterioso)

• quantità di sangue necessaria (se presenza di catetere +++)

• T.A.T.

• il tempo impiegato per raggiungere parametri di CO2 accettabili

EGA E NIV

Ventilazione non invasiva

EGA di base all’arrivo del paziente

Posizionamento pulsossimetro

Impostazione ventilatore

EGA di controllo per CO2 a 30’ – 60’ – 2 ore – 6 ore (e comunque dopo 1 ora da qualsiasi modifica dei parametri ventilatori ) fino al raggiungimento di valori soddisfacenti.

Totale: minimo 5 EGA e oltre 6 ore di tempo

Ventilazione non invasiva + Monitor TC

EGA di base all’arrivo del paziente

Posizionamento TCM (20’ per stabilizzazione)

Impostazione ventilatore

Regolazione con verifica in tempo reale

EGA di controllo (60’ circa)

Totale: 2 EGA e tempo molto ridotto

Monitoraggio non invasivo dei gas Conclusioni:

Maggiore sicurezza per Operatore e Paziente Riduzione drastica del numero di prelievi arteriosi Riduzione drastica del numero di emogasanalisi Contenimento dei costi

APPROPRIATEZZA:

«EGA solo quando realmente necessarie e nel contempo mantengo il paziente monitorato»