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Sostenibilità della metropoli:
LE COMUNITÀ AL LAVORO
25 maggio 2018
promosso da
Creare un quartiere
sostenibile: il caso di
Bolzano NOI Techpark
Chiara Domenici
Creare un quartiere sostenibile:
il caso di Bolzano NOI Techpark
Sostenibilità della metropoli:
LE COMUNITÀ
AL LAVORO
LO STABILIMENTO ALUMIX – VISTA AEREA 2012 - 120.000 m² per l’innovazione
Lo stabilimento di Alumix di Bolzano nasce nel 1937 come il più grande impianto per la produzione di
alluminio d’Italia.
Aluminia
• 1.700 + lavoratori
• 50.000 tonnellate all’anno
BZ1 1939
BZ2 1941
2008 CONCORSO INTERNAZIONALE NUOVO POLO SCIENTIFICO TECNOLOGICO DI BOLZANO
Del complesso storico rimane traccia nei due edifici delle centrali di trasformazione in stile razionalista,
posti sotto vincolo architettonico. Tra i due corpi completamente restaurati, si inserisce un terzo edificio,
costruito ex-novo: il Black Monolith.
• Istituti di ricerca
• Sala conference
• bar- ristorante
• Parcheggi
• Parco
2008 CONCORSO INTERNAZIONALE NUOVO POLO SCIENTIFICO TECNOLOGICO DI BOLZANO
UN PROGETTO SOSTENIBILE
L’approccio progettuale ha mirato a conservare e restaurare le strutture, le facciate e i materiali.
La scelta di onorare la storia del sito si ritrova anche nella Torre piezometrica che diviene il punto
focale del complesso. Il NOI Techpark ha ottenuto la certificazione LEED Neighborhood Development:
Plan GOLD.
200m3 d’acqua
5500mq di parco
5 workstation esterne Attrezzature sportive
Teatro openair
bus stop
Collegamenti ciclabili
al centro città
Recupero torre piezometrica
Stazione a 400 metri
Il Black Monolith è il primo edificio di testa di una futura ipotesi di ampliamento.
Si è voluto costruire un edificio esemplare, dal carattere innovativo e dell’elevata efficienza energetica.
LA MEMORIA STORICA
La centrale di trasformazione denominata BZ1 (Bolzano1) non ha solo un valore architettonico, è un
monumento che ci narra la storia di un’epoca passata, lavorativa ed innovativa. L’approccio
progettuale ha voluto porsi in continuità, è stato creato un nuovo luogo di lavoro per le generazioni
future.
L’APPROCCIO CONSERVATIVO
All’interno della ex centrale BZ1, le strutture nuove, chiaramente distinguibili nell’uso di materiali - quali
vetro e legno - si inseriscono sulla maglia di travi e pilastri esistenti.
Questi volumi sospesi lasciano spazio a aree di sosta e relax, per soddisfare i bisogni di tutti i fruitori.
Le aree di collegamento e passaggio sono chiaramente leggibili grazie al colore.
LABORATORI ALL’AVANGUARDIA
Il secondo edificio storico, denominato BZ2, dietro alle pareti in mattoni rossastri nascondeva una
struttura in travi in cemento armato ed ospitava storicamente i grandi trasformatori della fabbrica.
L’aspetto maestoso della struttura del BZ2 è stato rispettato e mantenuto, riportando gli interni all’antico
splendore e adattando i grandi spazi per ospitare i laboratori.
CONCETTO ENERGETICO
In quanto sede di diversi istituti per l’innovazione
tecnologia il parco tecnologico ha l’ambizione di
raggiungere il target di edificio a bilancio
energetico quasi nullo mantenendo un elevato
comfort interno, come richiesto da Direttiva
2010/31/UE.(con un consumo totale di energia
primaria inferiore a 60 kWh/(m2y)
Gli edifici storici sono stati ristrutturati utilizzando
materiali e finiture che richiamano quelli storici.
Si è voluto lavorare utilizzando un restauro
conservativo per valorizzare sia le facciate in
mattoni rosso-bruno che le grandi
superfici finestrate tipiche della fabbrica.
Ai serramenti di facciata storici sono stati aggiunti
internamente dei nuovi elementi che potessero
garantire la performance finalizzata al
contenimento energetico.
STRATEGIA ENERGETICA - Ottimizzazione dell’involucro edilizio
I risultati ottenuti tramite
un’analisi parametrica con
il programma PHPP hanno
definito i valori massimi di
trasmittanza termica degli
elementi edilizi, opachi e
vetrati che compongono il
Black Monolith.
ELEMENTI OPACHI
U parete esterna 0.20 W/m2K
U controterra 0.12 W/m2K
U solaio verso esterno 0.12 W/m2K
U copertura 0.20 W/m2K
ELEMENTI TRASPARENTI
U vetro 0.81 W/m2K
U telaio 3.03 W/m2K
G vetro 0.632
ILLUMINAZIONE
La qualità dell’illuminazione interna degli ambienti
dipende dalla presenza di luce naturale, dal valore
di illuminazione medio misurato negli ambienti e
dalla modalità di distribuzione spaziale della luce.
Una illuminazione omogenea e ben distribuita è un
requisito necessario per eliminare il discomfort
interno prodotto dall’alternanza di zone più o meno
illuminate.
In particolare negli ambienti per uffici
l’abbagliamento diretto incidente sugli schermi dei
computer non consente agli utenti finali di svolgere
il proprio lavoro adeguatamente. Oltre a questi
criteri, affinché sia mantenuto un elevato comfort
interno, agli utenti finali deve essere assicurata una
visuale verso l’esterno.
Nelle pareti esposte ad est, ovest e nord i risultati
delle analisi sono serviti per definire la posizione e
la dimensione delle fasce finestrate e lo spessore
dell’imbotte in modo da avere un elevata
illuminazione diffusa naturale e un contatto visivo
con l’esterno senza situazioni di abbagliamento.
ILLUMINAZIONE - fattore di luce diurna (DF) secondo la DIN 5034-1
Analisi dell’abbagliamento dell’ufficio ad angolo, tra la facciata nord e la facciata ovest, al 4 ° piano,
caratterizzato dalla presenza di tre finestre a fascia orizzontali, con un imbotte riflettente esterno di
30cm. I cerchi rossi evidenziano le aree in cui la luminanza è sette volte più luminosa del campo di
luminanza media e produce abbagliamento. Per evitare situazioni di disagio sono stati proposti dei
sistemi schermanti.
Giu
gn
o
D
icem
bre
Ore 9.00
Ore 12.00
Ore 17.00
ILLUMINAZIONE - Autonomia di luce diurna annuale
Autonomia di luce diurna annuale (daylight autonomy, DA) del quarto piano.
Per ridurre i consumi di elettricità per l’illuminazione interna e stimare l’energia necessaria è stata valutata
utilizzando i seguenti illuminamenti come requisiti: in corridoi e scale 150 lux, nella zona attorno alle
scrivanie 350 lux e sul piano di lavoro 500 lux, impiegando lampade LED a basso consumo .