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1 Dal Pinocchio illustrato da Attilio Mussino (1911)

Dal Pinocchio illustrato da Attilio Mussino (1911) · 7 Scena 2: IL PEZZO DI LEGNO A CASA DI GEPPETTO La scena si svolge a casa di Geppetto. Un fuoco disegnato sul muro, attrezzi

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Dal Pinocchio illustrato da Attilio Mussino (1911)

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Comparse gente al bar, marionette, bambini del paese dei balocchi

1 GATTO

2 VOLPE

3 OSTE

4 GEPPETTO

5 MASTRO CILIEGIA

6 PINOCCHIO

7 GRILLO

8 MANGIAFUOCO

9 FATA TURCHINA

10 LUCIGNOLO

11 3 DOTTORI

12 4 CONIGLI BECCHINI

13 2 CAMERIERE

14 TONNO

SCENA 1: Persone al bar

SCENA 4: Marionette

SCENA 6: passanti per strada

SCENA 7: 3 dottori, 4 conigli

SCENA 8: il paese dei balocchi

SCENA 9: pesci

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Scena 1: IL GATTO E LA VOLPE AL BAR

La scena si svolge in un bar: TUTTI IN SCENA VESTITI DI NERO/GRIGIO

Bancone, 2 con sedie, bicchieri, brocche, bottiglie. Tutti in scena vestiti di grigio/nero, eccetto i personaggi: gatto,

gatta e volpe, barista, Geppetto e Mastro Ciliegia.

I tavolini sono VIVENTI: sono due persone vestite di nero con cravattino rosso, con un copricapo a forma di tavolino,

sedute a gambe incrociate davanti ai clienti, fanno gesti di commento ed espressioni varie, tengono i bicchieri ai

personaggi e all’uopo fanno i cambi di scena improvvisando battute e mettendo gli oggetti della scena successiva.

Canto 1:

OLIDI OLIDENA riscritta da Maurizio Borniotto:

Olidin, olidin, olidena sabbo a Camoggi, domenega a Zena; Olidin, olidin, olidan zeuggia aniemu a san culumban Semmu du Marco Polo e studiemmo da camè Ma quando vegne seja, ma quandu vegne seja Semmu du Marco Polo studiemmu da camè Ma quandu vegne seja ghe fan ma de lungu i pè Olidin olidin.. U maistru de cuxinna l’e un cheugo a quattru stelle Ghe vo insegnà a fa u pesto, ghe vo insegna a fa u pesto U maistru de cuxinna l’e un cheugo a quattru stelle Ghe vo insegna a fa u pesto, ma ghe mette fin-na e arselle Olidin, olidin..

La Volpe è già al bar e sta aspettando il gatto… finalmente il gatto arriva dal pubblico, gli va incontro (tra ilo

pubblico)

VOLPE : Che fine avevi fatto!?

GATTO: Scusa tanto… ma stavo rubando la borsetta alla signora... però

…miaaao… me la tirata sul naso…

GATTA: Sì glie l’ha tirata sul naso!... ma io ho nel frattempo le ho sfilato il

portafoglio! Eccolo!

VOLPE: Sei il solito imbranato gatto!! Dammi qua gatta, ben fatto, ottimo

lavoro. Su! Mettetevi all’opera! Guardate quanti clienti abbiamo!

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Il Gatto e la Gatta cominciano a mendicare tra i tavolini, anche tra il pubblico, mentre la volpe apre il portafoglio…

VOLPE: Ma.. è vuoto!!! Gatta!!! Sei l’essere più inutile della terra!!! Oste!

Portaci due pinte di birra!!

OSTE: Su cameriere! Avete sentito? Serve la birra!

GATTA: E a me?

VOLPE e GATTO: Intanto non le paghiamo hihihih (rivolto ai bambini)

CAMERIERE: (passo e sospirone) Ancora voi?

TUTTI: (sospirone guardando il pubblico)

CAMERIERA 1: Stavolta non ci fregate!

CAMERIERA 2: Niente Birra!

OSTE: E sparite dalla mia vista!

VOLPE: Scappiamo!

VOLPE: I nostri diritti vanno rispettati! Abbiamo i soldi!

GATTO: Vogliamo la birra! (Volpe lo guarda male…)… no??.

GATTA: A me scappa la pipì… almeno il bagno ce lo daranno gratis?

OSTE: Sparite o chiamo le guardie!!

(l’oste rincorre il gatto e la volpe, mentre la gatta resta inerte e ci rimane male perché a lei non la considera

nessuno. Gatto e Volpe si nascondono dietro il tavolino, le cameriere con una bottiglia in mano e arrivano davanti

all’oste, come per batterlo)

OSTE: Ma che fate??? Sono io!!! Tornate al lavoro, su!

(piano piano la gente esce dall’osteria eccetto chi è seduto ai tavolini, l’oste e le cameriere)

GATTO e VOLPE : Per un pelo delle nostre code…

GATTA: Ehi! Ehi sono qui! Ci sono anche io! Non ho pagato e sono

pericolosissima… miaoooo! Ma sono così trasparente? Mi vedete voi? (al pubblico)

GATTO: E adesso noi che facciamo qui sotto?

VOLPE: Aspettiamo il momento propizio, no? Sccc fa come me…

(il tavolo-Bianca si alza e fa un po’ di posto…)

TAVOLO 1: Reggete un attimo… Grazie.

GATTA: Scusate… mi fate un po’ di posto?

(Geppetto e M Ciliegia. M. Ciliegia è disfattista, dice sempre di no, anche con la testa. Serio, depresso..)

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GEPPETTO: Ah caro amico, beviamoci su! In ricordo dei tempi migliori!...

ricordi?

M. CILIEGIA: No. Ho perso la memoria di quei tempi… quando eravamo belli,

giovani e forti …

GEPPETTO: Scì, oua siamo morti! Cose ti dixi? Ma che dici amico mio? Siamo

ancora in gamba noi due, no?

M. CILIEGIA: No. Abbiamo perso il nostro smalto, la nostra voglia di vivere, il

nostro sorriso!

GEPPETTO: Mia, gli è andato di volta il cervello a sto qui. L’unica cosa che hai

perso è proprio quello: il cervello! Su, beviamoci su! Ehm… oh ma che sbadato,

puoi offrire tu che ho dimenticato le palanche?

M. CILIEGIA: No. Cosa sono le palanche. Mai avute palanche io.

GEPPETTO: E ti pareva Scusate, avete mica qualche lira, scuo? Poi ve lo

restituiamo, questo è poco ma è sicuro! Scusate… (anche al pubblico)

M. CILIEGIA: No, non ve li restituiremo mai…

GEPPETTO: Ma o belin! Ma un po’ di spirito di corpo, no? E che ci vuole

ogni tanto a rispondere di sì? Chiedo tanto?

M. CILIEGIA: No.

GEPPETTO: E dagghela! Vabbè… per me una pinta d’acqua calda… ben

calda, che così ci metto di più a finirla.…

CAMERIERA 1: Minerale?

GEPPETTO: No, du bronzin del rubinetto…

(Tavolino 1 ritorna giù. Gatto e Volpe da sotto il tavolo)

GATTO: Volpe… mi duole la schiena… uhhh che mal di schiena, uhhh che mal

di schiena…

GATTA: E a me scappa la pipì! Uhhh quanto mi scappa la pipì!

(si alzano e vanno in centro palco)

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VOLPE: Non cominciate a lamentarvi eh? Ascoltate bene: chi di voi due non

mi è utile veda di smammare! Capito??? Qui bisogna trovare nuove strategie per

far soldi…

GATTA: Potremmo inventare un wc portatile… che sta pure sotto i tavolini

del bar!

VOLPE: E smettila di dire belinate! Scempiaggini!

GATTO: Potremmo inventare qualcosa di straordinario, mai visto da

nessuno…

VOLPE: Sì, ma cosa? Ci sono! Qualcosa di assolutamente inutile! Frivolo! Solo

per il piacere del sollazzo… che so, per esempio un burattino vivente!

GATTO: Hei Volpe, non ti sembra di andare un po’ di fretta? Quella è la parte

di Geppetto, e ci dobbiamo ancora arrivare…

VOLPE: Uff, sempre a lui tocca quella parte…

GATTA: Se non ci muoviamo la faccio qui!

VOLPE: E va bene, al mio tre…….. Tre!

(partono solo il gatto e la volpe)

GATTA: Ma non c’era prima l’uno e il due? Boh, sempre di fretta quella

volpe… e vabbe’… mi intantu vaggu

(Gatto e Volpe in quel momento rubano le birre dalla cameriera 2)

BARISTA: Ehi! Al ladro! Al ladro! Prendeteli!!!

GEPPETTO: Ghe pensu mi! Tu stattene qui.

M. CILIEGIA: No!

GEPPETTO: Appunto! Vieni, rincorriamoli!

Fanno di corsa un giro in platea, rincorsi da Geppetto e M. Ciliegia, mentre sul palco la scena cambia: i tavolini

diventano bancone da falegname, materiale da falegname…

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Scena 2: IL PEZZO DI LEGNO A CASA DI GEPPETTO

La scena si svolge a casa di Geppetto. Un fuoco disegnato sul muro, attrezzi da falegname.

Personaggi: Geppetto, Mastro Ciliegia, ciocco di legno.

GEPP: Che corsa mia… Eh non ho più l’età di una volta ormai… vieni a casa ,

ti offro un gottu de vin… (fa segno di no come se se lo stesse aspettando…)

M. CIL: Va bene ..,

GEPP: Ah! Ogni tanto ti scappa qualche sì eh vecchio amico? Entra, entra…

siediti pure…

M. CIL: Dove?

GEPP: Ah già, l’ultima carega l’ho bruciata stanotte… avevo un freddo…

accomodati là tra quei legni… (Geppetto prende un fiasco vuoto e comincia a battere forte per farne

uscire una goccia… come per spremere la bottiglia… poi la offre a M. Ciliegia)

M. CIL: Non ti sembra un po’ troppo? Rischierò di ubriacarmi!

(Geppetto tira uno sputacchio sul suo bicchiere e lo alza in cielo)

GEPP: Salute e prosperità! (sottovoce) Adesso devi bere…

M. CIL: Cosa? (ci guarda dentro)

GEPP: Immagina di essere a Parigi con una bella coppa di Champagne!

(M. Ciliegiafinge di bere e si siede sconsolato tra i rami, si appoggia ad una catasta e scontra il ceppo di Pinocchio,

che urla “Ahi”!)

PINOCCHIO: Ahi!

M. CIL: Chi ha parlato?

GEPP: Mi nu! C’hai le traveggole?

PIN: Polentina!

GEPP: Perché mi offendi? Lo sai che non mi piace quel soprannome!

M. CIL: Non sono stato io! … Ma questo è il mio!

GEPP: Cosa?

M. CIL: Questo ceppo di legno! Lo avevo preso per farci una gamba al mio

tavolo!

PIN: Così mi fai il solletico… ahahahah

GEPP: mi nun so… sarà venuto qua con le sue gambe!

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M. CIL: Ladro!

GEPP: Ripiggiatelo!

M. CIL: Ripigghiati tu! Disonesto che non sei altro!

GEPP: Io non ti ho rubato nulla.

M. CIL: E allora sarà venuto da solo! Sì, adesso i ceppi di legno hanno le

gambe…

(Al ceppo spuntano le gambe e comincia a muoversi di qua e di là)

GEPP: Eh mi sa proprio di sì! Pure le braccia!

(Al ceppo spuntano le braccia)

M. CIL: Ah pure in giro mi prendi?

GEPP: No! Dico davvero! Si muove!... Salta!... fa i gestacci??? (ogni volta che M.

Ciliegia si gira il ceppo si ferma)

M. CIL: I gestacci va a finire che te li faccio io vecchio mio! (si gira e va verso il pezzo

di legno)

(SCENA DI Geppetto che si avvicina pino piano e del ciocco di legno che risponde ai movimenti…)

M. CILIEGIA:

Eh sì, è proprio quel pezzo di legno lurido e sporco che ho trovato poco lontano

da casa mia e quel pover’uomo di Geppetto me lo viene addirittura a rubare? Che

diavoleria è mai questa? Questo pezzo di legno vale così tanto? Che son diventato

così babbu da non distinguere più il legno buono da quello cattivo? Adesso lo

prendo e me lo riporto a casa e chissà quanti soldi mi ci faccio!!! (appena lo tocca il ciocco

comincia a urlare e a rincorrerlo per tutta la stanza)

M. CIL: Aiutoooooo!!!! E’ stregato!!!! E’ un maleficio!!!! Aiuto Geppetto!!!

GEPP: Adesso ti sistemo io, monellaccio di un ceppo! Hai finito di

prendermi per il naso! Vieni qui! Dove scappi! Vieni subito qui! Che il naso te lo

faccio io! E vedrai che nasone!!! Vieni qui dove scappi???

(Il ceppo ora è rincorso da Geppetto con un martello in mano, che esce fuori scena, resta M. Ciliegia che si porta a

casa un altro legno preso dalla catasta di Geppetto)

M. CIL: Beh, se stanno così le cose facciamo uno scambio! Addio Geppetto!

(M. Ciliegia esce di scena)

(Il ceppo e Geppetto girano dietro le quinte e rientrano dall’altra parte: compare Pinocchio già fatto e Geppetto

senza martello e senza cappotto, ma con l’Abecedario in mano)

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GEPP: Aspetta! Oh mamma, quante ne combina questo burattino!

GEPPETTO:

Eh….belin che stanchezza….cumme me fa ma a schenna...che mal di schiena

eh vabbe….siamo qui….cerchiamo di tirare avanti……

ma spetta un po?? siamo? cerchiamo? ma Geppetto cosa te dixi... chi ne ghe

niscin…. Me veramente cosa sto dicendo...eh ormai la testa quando parte… eh si

non viene nessuno… son sempre solo!!!

...si...tranne quelle rare volte che si vede spuntare qualche cliente che entra,mi

lascia qualche lavoro da fare ,qualche sedia da riparare…

e pensate tanto solo che mi metto a parlare perfino con i miei attrezzi...eh si ,a

dirla così sembra che abbia un sacco di amici...le mie amiche lime...la pialla...i

martelli….i chiodi...ma dove sono i chiodi? belandi ghe sempre un maxello in sta

buttega ! che disordine!! che brutto difetto!!

oh...oua sci che ghe sun….nu ghe resto ciu sulu….ora questo burattin….si ne sono

proprio sicuro...diventerà un bello figgin… e lo chiamerò Pinocchio….eh sci u l è

propprio un bellu numme!!!

Pinocchio! Pinocchio aspetta un attimo che sun vegio!

(Pinocchio comincia a fare salti di qua e di là… ruba la parrucca a Geppetto… rovescia cose…)

PIN: Polentina! Polentina!

GEPP: Vieni qui, su! Fermati un attimo! Oh come si è fatto tardi! E’ l’ora di

andare cercare l’Abecedario, non puoi andare a scuola senza libro. Aspettami qui

figliolo, arriverò fra non molto!

(Esce di scena Geppetto e Pinocchio comincia a sgambettare qua e là tutto contento facendo un gran rumore perché

cade a terra più volte)

PIN: lalallalà!!! Quasi quasi me ne scappo di nuovo!

(Pinocchio si guarda intorno e sta per fuggire via ma si accorge del grillo)

BUIO

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Scena 3: PINOCCHIO E IL GRILLO PARLANTE

La scena si svolge a casa di Geppetto. Geppetto è uscito per andare a comprare l’abecedario. Arriva il grillo parlante.

Si parlano e Pinocchio gli tira il martello. Ritorna Geppetto senza cappotto ma con l’abecedario. Saluta Pinocchio e lo

fa andare a scuola. Pinocchio esce di scena.

GRILLO: Che cos’è tutto questo baccano? (si gira e si rigira ma gli arriva il martello addosso, lo

schiva) Ehi! Sta attento tu! Hai appena imparato a camminare e vuoi metterti a

saltare? Va a finire che ti rompi! (Pinocchio si mette a sgambettare ancora di più) Ma è mai

possibile che nessuno mi ascolta mai! Io non sprecherò più le mie perle di

saggezza! Torno a dormire basta! (Pinocchio cade a pancia all’aria e non sa più come rialzarsi…

comincia a frignare…) Non posso... non ce la faccio... Io sono la coscienza e ho una fama

da mantenere! Devo intervenire e al più presto! Ho gia` perso troppo tempo....

(Lo va ad aiutare ad alzarsi) Come si dice? Gra…

PIN: Ho fame!

GRILLO: no… Gra…

PIN: Chi sei?

GRILLO: Oh… sono il grillo-parlante e abito qui da più di cent’anni!

PIN: Sei così vecchio?

GILLO: Son così saggio!

PIN: E cosa fai nella vita?

GRILLO: Do consigli a destra e a manca.

PIN: A me non interessano i tuoi consigli. Io voglio fare quello che mi pare

e piace!

GRILLO: Vallo a fare da un’altra parte allora! Via di qua!

PIN: Vattene tu! Questa stanza è mia!

GRILLO: Guai a quei ragazzi che scappano via di casa!

PIN: Canta pure brutto grillaccio, intanto io domattina me ne andrò via da

qui! Altrimenti va a finire che mi tocca andare a scuola e chi ce ne ha voglia di

andare a scuola?

GRILLO: Facendo così diverrai un somaro!

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PIN: Grillo del malaugurio! (e gli tira il martello)

GRILLO: Per poco non mi spiaccichi al muro! Va’ ad imparare un mestiere

allora!

PIN: Il mestiere che più mi va a genio è quello di mangiare, bere, dormire

e divertirmi!

GRILLO: E allora andrai a riempire gli ospedali o le prigioni! Oh, povero

Pinocchio, burattino e per di più con la testa di legno… me ne vado da qui, prima

che la compassione prenda il sopravvento!

PIN: E fai bene ad andartene, prima che il mio martello ti spiaccichi sul

muro!

PIN: Io sono Pinocchio e nessuno mi capisce, perché sono unico nessuno

mi può capire fino in fondo. Tutti mi dicono cosa devo fare, quando lo devo fare e

perché lo devo fare, ma da ora in poi decido io, solo io cosa devo fare. Smettetela

tutti quanti! Non datemi più ordini, avete capito? Ah… che brutta malattia che è

la fame… Se torna il grillo sai che faccio? Me lo mangio fritto in padella… (si accuccia

per cercare di acchiappare una pulce che salta)

PIN: Ho fame, ho fame! Qualcuno mi può dare un po’ di pane?... brr che

freddo… che fame e che freddo...

Rientra Geppetto senza cappotto e con l’Abecedario

GEPP: Figliolo! Figliolo! Eccoti il tuo libro… mi è costato un occhio della

testa… (Pinocchio guarda l’occhio di Geppetto)… ma no! Non in quel senso! Gli occhi mi sono

rimasti ma il mio cappotto… E ora sei pronto. Bello e pettinato. Adesso va’ a

scuola!... su va’!... Coraggio…

PIN: Certo che vado… anzi: me ne vado! Addio babbino mio!

GEPP: Ciao Pinocchio. Torna presto!

BUIO

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Scena 4: IL TEATRINO DELLE MARIONETTE

La scena si svolge nel teatrino delle marionette: Chiara (Arlecchino), Giorgia L (Pantalone), Giorgia M (Pulcinella),

Susanna (Colombina), Adriana (Isabella), Nicole (Pierrot), Francesca (Rosaura), Sara (Jolly). Personaggi: Pinocchio,

Mangiafuoco, Gatto e Volpe, marionette.

MANGIAFUOCO:

Fra 2 minuti in scena! Fra 2 minuti in scena! Ma dove si saranno cacciate? Il teatro

è già pieno! Siamo in ritardo! E lo spettacolo non lo posso fare io! Se non venite

qui subito io vi brucio tutte nel fuoco!!! Etciù!!! Non ce la faccio più! Non ce la faccio

più!! Cerco in tutti i modi di essere cattivo… di sentirmi superiore alle

marionette… ma ad ogni starnuto… si scioglie il mio cuore di pietra. Non so come

rimediare… Cerco di sentirmi un colosso ma in realtà sono solo un povero

burattinaio che crede di essere chissà chi. Ah… se solo ci fosse qualcuno che mi

capisee…

Esce di scena

ARLECCHINO:

E’ andato via?... Sì Mangiafuoco!... Menomale… Ragazzi via libera!

Entrano le marionette, saltellando e volteggiando…

ISABELLA:

Ehi! Ehi! Oggi voglio ballare anche io con voi! Sto sempre appesa a questi fili tutti

i giorni! Almeno voi siete liberi l’oretta dello spettacolo, io neanche quello! … non

è giusto! Mangiafuoco non mi considera mai... son tre anni che sono appesa, vedete

la polvere sulle mie braccia?

ARLECCH: Beh, questo è ovvio: io sono la preferita, sono meglio io!

PULCIN: Ma cosa dici, sei solo un ciutaglione!

ARLECCH: Ma non mi vedi? Così bello e colorato ispiro allegria! Invece tu,

guardati, bianco e nero, così monotono.

PULCIN: Sì chiama Eleganza, qualcosa che vedo, tu non sai cosa sia!

ARLECCH: Se non la pianti ti tiro il bastone sul naso!

PULCIN: Ah si? Cerchi botte?

(Sì guardano male)

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ARLECCH: (verso il pubblico): Signori! Vero che sono meglio io, no?

PULCIN: No! È ovvio che pensano che lo sono io!

ARLECCH: no io!

PULCIN: no io!

ARLECCH: Prendi questa e questa e questa!!...

PULCIN: Ahi ahi ahi!...

COLOMBINA: Fermi! Ma che fate? Comincia lo spettacolo!

(fanno una piccola coreografia di danza, mentre Arlecch e Pulcin se le danno tra un passo di danza e l’altro)

PANTALONE: Buongiorno signore e signori, comincia il nostro show!

ROSAURA: Elegantissime, nonché bellissime!

COLOMB: Siamo le maschere divertentissime!

PIERROT: Stasera tu sei qui e ci darai..

JOLLY: Un po’ di spiccioli ci pagherai!

ARLECCH: A chi ti dà un po’ di felicità!

PULCIN: A chi ti dà un po’ di felicità!

ARLECCH: L’ho detto prima io!

PULCIN: No io!

(e si prendono di nuovo a bastonate)

MANGIAFUOCO: Chi fa tutto questo baccano? Chi mette in scompiglio tutto il mio

teatro?

TUTTI: Io no! E’ stato lui! Io non c’entro!

(Tutte le marionette si accusano a vicenda)

ARLECCH: Numi del firmamento! Sogno o son desto? Eppure quello laggiù è

Pinocchio!

PANTAL: Si, si, è proprio lui!

TUTTI: Pinocchio! Pinocchio!

ARLECCH: Vieni su con noi, a gettarti fra le braccia dei tuoi fratelli di legno!

MANG: E tu chi sei? Razza di burattino rinsecchito, noi stiamo facendo uno

spettacolo!

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PIN: Ed io son qua giunto per vederlo!

TUTTI: Per vederlo?

PIN: Sì, sapeste quanto m’è costato il biglietto…

TUTTI: E quanto?

PIN: Il mio Abecedario, e a mio padre il suo cappotto…

MANG: Cosa? Tu non puoi stare tra il pubblico! Devi venire a fare il tuo

mestiere qui con noi!

PIN: Va bene, arrivo. (sale sul palco e tutti si accorgono che non ha i fili)

ARLECCH: Ma… vedete anche voi?... sta camminando senza fili…

TUTTI: Senza fili??

ROSAURA: Ma dove li hai nascosti?

ISABELLA: Non puoi muoverti senza!!!

MANG: Silenzio! Qui le domande le faccio io! Chi ti ha mandato?

PIN: Sono qui di mia spontanea volontà… il mio babbo non ne sa nulla…

MANG: E cosa sai fare?

PIN: mmmm… pensiamo… Nulla!... so fare nulla! avete mica qualcosa da

mangiare?...

ARLECCH: No!... devi fingere di saper far qualcosa Pinocchio! Altrimenti finirai

nel fuoco di Mangiafuoco! (sottovoce)

MANG: Nel fuoco!!!

TUTTI: Nel fuoco???

PIN: Nel fuoco! Oh mamma mia! Io ho paura del fuoco! Mi sono bruciato

tutti i piedi già una volta!

MANG: Ed ora brucerai tutt’intero! Io voglio il mio montone ben cotto!

Prendetelo!

PIN: No! Non voglio morire! Non voglio morire! Babbo! Babbino mio!

(Mangiafuoco starnutisce 2° volta)

PIN: Salute!

ARLECCH: Buone nuove fratello! Mangiafuoco ha starnutito!

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PIERROT: …e questo è segno che si è mosso a compassione per te!

JOLLY: Oramai sei salvo!

MANG: Prendete Arlecchino! Bruciatelo nel fuoco!

ARLECCH: Pietà signor Mangiafuoco!

MANG: Qui non ci sono signori!

ARLECCH: Pietà cavalier Mangiafuoco!

MANG: Qui non ci sono cavalieri!

ARLECCH: Pietà Commendator Mangiafuoco!

MANG: Qui non ci sono Commendatori!

ARLECCH: Pietà Eccellenza!

PIN: Gettate nel fuoco me al posto suo!

(Mangiafuoco starnutisce 3° volta)

MANG: E va bene! Siete liberi!...

ARLECCH: Veramente io non saprei dove andare… so fare solo questo: il

burattino… Non mandarmi via Mangiafuoco…

PIN: Io invece corro subito a casa dal babbo!

MANG: Tu padre? Come si chiama?

PIN: Geppetto.

MANG: E che lavoro fa?

PIN: Il povero.

MANG: Guadagna molto?

PIN: Guadagna tanto quanto ci vuole per non aver mai un centesimo in

tasca.

(Mangiafuoco starnutisce 4° volta)

MANG: Prendi queste 5 monete d’oro e portale al tuo babbo da parte mia.

Addio!

PIN: Addio Mangiafuoco! Grazie!

BUIO

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Scena 5: IL GATTO E LA VOLPE AL BAR

La scena si svolge al bar. Entrano in scena i clienti del bar: Chiara, Giorgia L, Giorgia M, Susanna, Sara, Nicole,

Francesca, Adriana, Arabela. Poi il gatto e si siede al tavolino… dopo entra la volpe

GATTO:

A lè sempre cuscì nu guagnemmo na palanca L’ unica cosa a saieva beccá in trullu

e piggiaghe e palanche , saieva miga na cattiva idea però mi sun nesciu è quello dei

lampi de genio a L’ è l’u urpe ma de seguo a L avià n idea .

VOLPE: Gatto! Cosa blateri?

GATTO: No niente… parlavo tra me e me del più e del meno…

VOLPE: Del più e del meno? E dimmi, cosa c’è di più e cosa c’è di meno?

GATTO: Di più c’è lei! (la barista) …e di meno ci sono i soldi!

BARISTA: Allora? I miei soldi? Gendarmi! Sono tornati!

VOLPE: E invece ti dirò che qualcosa di più c’è eccome!... Un burattino di

legno …vivo!

GATTO: vivo?

VOLPE: Senza fili. E parla, salta e canta ma… soprattutto ha 5 monete d’oro!

GATTO: 5 monete d’oro???

BARISTA: Adesso li sistemo io e la finiranno di fare i furbi… Ehi voi!

Entra la gatta trafelata e osserva la scena…

VOLPE: Intanto abbiamo un nome: la volpe e il gatto!

GATTO: Sì, esatto: il gatto e la volpe!

VOLPE: Embè? Che ho detto io? La volpe e il gatto! Ti sei lavato le orecchie

stamattina?

GATTA: E io?

VOLPE: Bene ci siamo tutti: Allora… venite… psssss psss psss

GATTO: Ehi! Puoi parlare più forte? Mi nu sentu ninte!

VOLPE: Non urlare! Sto sussurrando per non farci sentire… ehi voi (al pubblico)

ci state mica sentendo?... Allora gatto, tu fingi di essere cieco ed io zoppo…

GATTA: E io? faccio il sordo?? … scusate che avete detto?? L’ho fatto bene?

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GATTO: No! Io voglio essere zoppo e tu cieco.

VOLPE: E va bene: tu zoppo e io cieco…

GATTO: No veramente io cieco…

VOLPE: Oh! Gatto!!! Ma insomma!! Vuoi essere della banda?

GATTO: E io? e io?...

VOLPE: Io vado, tu arrangiati!

GATTO: Aspettami volpe! E va bene sarò cieco! (cade a terra perché ha chiuso gli occhi

per fare il cieco)

Escono di scena gatto e volpe e vanno in platea a rubare qualcosa…

GATTA:

Uff… non ho speranza… Il gatto e la volpe, la volpe e il gatto... mai la gatta e il

volpe… ed io che faccio? Resto senza mestiere solo per una semplice… letterina

finale? Gatto invece che gatta?? Ci sono anche io nella banda, non è giusto! Certe

volte vorrei cambiar vita e... darmi al lavoro onesto! Potrei... potrei cantare: (si

schiarisce la voce) laaaa (intonata). No... ok, forse no. Potrei... (con voce solenne) iniziare un

commercio di paperette di plastica! Siii! Sono così cariiineee e gialle e paffutelle!

Ma, purtroppo, troppa burocrazia!.. Mi sa che sarò destinata per sempre al lavoro

disonesto.

Esce di scena

BUIO SUL PALCO

LUCE IN PLATEA

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Scena 6: IL GATTO E LA VOLPE RAGGIRANO PINOCCHIO

Il gatto e la volpe vanno in platea e chiedono di Pinocchio. E cercano anche di rubare qualcosa ai bambini…

Il gatto e la volpe cercano di rubare a tutti i passanti e quando vedono Pinocchio (tra il pubblico) gli vogliono rubare

le monete d’oro. Lo convincono a sotterrarle nel paese dei Barbagianni, dove c'è un luogo chiamato Campo dei

miracoli, dove secondo loro sotterrando una moneta sarebbe cresciuto un albero colmo di zecchini d'oro.

VOLPE: Avete mica visto passare un burattino?…

GATTO: Un burattino senza fili?…

VOLPE: Stava tornando dal babbo…

GATTO: Con 5 monete d’oro…

VOLPE: Gatto!! Fai il cieco e sta zitto!

GATTO: Mi scusi sono cieco… ohhh ma che bel borsellino che ha… ma che bella

borsetta…

VOLPE: Allora lo avete visto? Dove..…

GATTO: Eccolo! Lo vedo! Pinocchiooooo!…

VOLPE: Gatto!!! Sei Cieco!!!

GATTO: Oh non ti vedo Pinocchio! …

VOLPE: Pinocchio! Che piacere vederti!

PIN: E chi vi conosce?

GATTO: Ti abbiamo visto ballare al teatrino delle marionette… OH! No io NON

ti ho proprio visto… ti ho solo sentito!!

VOLPE: Conosco il tuo babbo… gli porterai le tue monete d’oro?

PIN: Sì! Così si compra una nuova giacca coi bottoni d’oro e d’argento

brillanti, poi del pane, delle pere, delle sedie e un nuovo abecedario… voglio

andare a scuola!

VOLPE, GATTO: Scuola???

VOLPE: Ma non avere così fretta…

GATTO: … la fretta è una cattiva compagna...

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VOLPE: …e la scuola può aspettare! Vieni con noi nel paese dei Barbagianni,

dove c’è il Campo dei miracoli: lì potrai sotterrare le tue monete così durante la

notte crescerà un albero di zecchini d’oro!

GATTO: Eh scì, e a nuiatri ninte?... (volpe lo guarda male) A noi niente! Lo facciamo

solo per arricchire gli altri!

PIN: Ci sto! Andiamo!

Escono di scena

BUIO IN PLATEA

LUCE SUL PALCO

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Scena 7: LA FATA TURCHINA

La scena si svolge nella casa della Fata. Personaggi: Pinocchio, Fata, animali. Entra in scena la Fata Turchina.

FATA TURCHINA:

Oh, povero Pinocchio, quanta pena mi fa e quanto mi dispiace… avrà fatto il

birichino, ma questo è davvero troppo! Non riesco a guadarlo là appeso, impiccato

a quell’albero. E pensare che voleva andare a scuola! Se non avesse incontrato

quei due lestofanti… Che cosa posso fare? … e va bene, lo toglierò dai pasticci, ma

sarà l’ultima volta. (La Fata batte tre volte il piede a terra e poi schiocca le dita)

Entra in scena la Lumaca con uno scaccia polvere in mano.

LUMACA: Che barba fare sempre questo lavoro!

FATA: Lumachina smettila di lamentarti, è una bella giornata e dopo

andremo al parco!

LUMACA: Dov’è il coso per pulire il pavimento?

FATA: Non si chiama così asinello!

LUMACA: Che pizza non ne posso più!

PIN: Apriteeeee!!!

FATA: Lumachina vai ad aprire che io sono occupata a mettere a posto il

danno che tu hai fatto nella libreria!

LUMACA: Sì vado… un attimo che arrivo!

FATA: E muoviti, non essere così lenta che se no sembriamo tutti morti! … E

non guardarmi male!

LUMACA: Non c’è nessuno in questa casa: siamo tutti morti!

FATA: Lumachina non è vero, sii gentile e apri la porta!

PIN: E tu cosa fai alla finestra?

LUMACA: Aspetto la mia bara!

FATA: Lumachina apri subito, le buone maniere te le ho insegnate!

LUMACA: Che barba! Cosa vuoi?

PIN: Mi inseguono gli assassini!

LUMACA: Lo inseguono gli assassini!

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FATA: Perché?

LUMACA: Perché?

PIN: Perché mi hanno rubato le monete d’oro! (a Pinocchio si allunga il naso)

LUMACA: Gli hanno rubato le monete d’oro!

FATA: Fallo salire!

LUMACA: Fallo salire!... ehi!... se n’è andato… vabbè…

(Pinocchio sale sul palco e si mette dietro la lumaca poi cade a terra dietro la Lumaca, che si gira di scatto e si

spaventa)

LUMACA: Ah! Mi fai gli scherzi? E’ tornato!... prego fa pure come se fossi a casa

tua…

FATA: Pinocchio!!! Che cosa ti è successo!!!

PIN: Mi hanno picchiato a sangue… (a Pinocchio si allunga il naso)

FATA: Le bugie, ragazzo mio, si riconoscono subito, perché ve ne sono di due

specie: vi sono le bugie che hanno le gambe corte, e le bugie che hanno il naso

lungo: la tua per l’appunto è di quelle che hanno il naso lungo.

PIN: Sto morendo!!!... (a Pinocchio si allunga il naso)

FATA: Ah sì? Lumaca, va’ subito a chiamare i medici più famosi del vicinato

che sta morendo..

LUMACA: …sì… vado… ma invece che farmi fare chilometri e chilometri tutto il

santo giorno, non può battere i piedi a terra e schioccare le dita un’altra volta?

Lumachina pulisci il pavimento, lumachina va’ ad aprire, lumachina va’ a

chiamare i dottori… ma insomma, se io fossi una fata starei tutto il giorno seduta

sul divano e batterei i piedi e schioccherei le dita per ogni cosa!

FATA: Corri!!

LUMACA: Strano destino per una lumaca quello di correre sempre!!

(Esce di scena ed entrano i tre dottori)

DOTTORI: Chi è il malato?

FATA: Vorrei sapere da lor signori se questo disgraziato burattino sia

morto o vivo.

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(Il corvo si avvicina a Pinocchio e gli tasta prima il polso, poi il naso poi il dito mignolo del piede… fa un grosso

sospiro)

CORVO: A mio credere il burattino è bell’e morto: ma se per disgrazia non

fosse morto, allora sarebbe indizio sicuro che è sempre vivo!

CIVETTA: Mi dispiace di dover contraddire il Corvo, mio illustre amico e

collega; per me, invece, il burattino è sempre vivo; ma se per disgrazia non fosse

vivo, allora sarebbe segno che è morto davvero.

FATA: E lei non dice nulla? (al Grillo-parlante)

GRILLO: Io dico che il medico prudente, quando non sa quello che dice, la

miglior cosa che possa fare è quella di star zitto. Del resto quel burattino io lo

conosco da un pezzo! (Pinocchio, che è stato immobile, ha una specie di fremito convulso) è una birba

matricolata (Pinocchio apre gli occhi e li richiude subito) è un monellaccio, uno svogliato, un

vagabondo (Pinocchio si nasconde la faccia con le mani) è un figliuolo disubbidiente, che farà

morire di crepacuore il suo povero babbo! (Pinocchio inizia a piangere e a singhiozzare)

CORVO: Quando il morto piange è segno che è in via di guarigione.

CIVETTA: Mi duole di contraddire il mio illustre amico e collega, ma per me

quando il morto piange, è segno che gli dispiace a morire.

Rientra la lumaca

LUMACA: Non ho trovato nessun medico!

Stop degli altri in scena

CORVO:

Dunque: partiamo dal presupposto che non sono un medico, ma Il Medico!

Ho studiato degli anni per diventare quello che sono, mi sono dovuto laureare per

essere una persona con grandi titoli e con ottime capacità. Tutta questa fatica

per… per… per poi ritrovarmi a provare a salvare un burattino di legno?

Adesso mi calmo e respiro… oddio... la mia valigetta?!?!?

CIVETTA: Ho io ciò che fa per te: la medicina più amara del mondo. Bevila se

non vuoi morire.

PIN: Se è amara non la voglio! Preferisco morire!

GRILLO: Allora la nostra presenza non serve più.

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FATA: Becchini portate una bara!

Entrano i conigli 4 becchini

CON 1: Eccoci! Ci hai chiamato?

PIN: Che cosa volete da me?

CON 2: Siamo venuti a prenderti

PIN: A prendermi? Ma io non sono ancora morto!

CON 3: Ancora no: ma ti restano pochi momenti di vita…

CON 4: …non volendo bere la medicina, che ti avrebbe guarito!

PIN: O Fata mia! Datemi subito quel bicchiere! …non voglio morire, non

voglio morire! Sarò buono! Promesso!

(Pinocchio beve d’un fiato)

FATA: Bravo Pinocchio!

CON 1: Ecco! Abbiamo fatto il viaggio a vuoto!

CON 2: Quanto mi fanno arrabbiare sti qua che alla fine poi non muoiono

neanche! Oh, la mia povera schiena…

CON 3: Ciao Pinocchio, alla prossima volta (Pinocchio fa un gesto scaramantico)

CON 4: E tu lumaca non chiamarci più! Arrivederci!

LUMACA: Mai chiamato nessuno io! E comunque vi pagano per far questo

mestiere! Esce di scena

CONIGLIO 1: (GIORGIA L)

Cosa? Sono 3 anni che faccio questo lavoro e mai una volta che mi sia arrivato lo

stipendio in orario. E il sindacato cosa fa? Un bel niente ovviamente! Non posso

mangiare, dormire o stare con i miei amici tranquillamente perché c'è sempre

qualcuno che muore e si sa che uno quando muore, muore. No, basta! Ho deciso,

cambio lavoro! Vado a fare il coltivatore di carote!

CONIGLIO 2 (GIORGIA M):

A chi lo dici… Mamma mia, la mia povera schiena, tutta rotta... Questo lavoro è

troppo pesante! L’ultima volta chi è morto? L’orso! E voi non immaginate quanto

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pesi una bara con un orso morto dentro!! Io sono un coniglietto, un piccolo essere

indifeso, non sono mica… un gorilla!!

CON 1, CON 2: Ci licenziamo!

Escono di scena

BUIO

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8: IL PAESE DEI BALOCCHI

La scena si svolge nel paese dei Balocchi. Personaggi: Pinocchio, Lucignolo, bambini.

Chi gioca a palla, chi va in velocipede, chi sopra un cavallino di legno, chi a mosca cieca, altri si rincorrono, chi ride,

chi fischia, chi fa il verso alla gallina…

LUCIGNOLO:

Mi chiamo Lucignolo e di andare a scuola proprio non ne ho voglia. La scuola è

faticosa, bisogna seguire, stare attenti e studiare! Ma… quasi quasi oggi faccio

un’eccezione ci vado! Ahahahah! Vorrei andare a scuola solo per vedere le facce

degli studenti quando stanno attenti! Sì, ma quando mai! Se lo credono i

professori… (scontra Pinocchio che sta andando a scuola) Oh, ma chi si rivede il mio caro amico

Pinocchio!

PIN: Vado a scuola!

LUC: a scuola?

PIN: Oggi voglio diventare buono! L’ho promesso alla fatina!

LUC: Alla fatina? Ma tu credi ancora alle fate?? Senti, ho una proposta incredibile

da farti: vuoi venire nel paese dei balocchi con me? Divertimento assicurato! Lì

non ci sono scuole, né libri e né maestri. E’ un posto magico dove si fa tutto quello

che si vuole dalla mattina alla sera. Figurati che le vacanze estive cominciano col

primo di gennaio e finiscono coll’ultimo di dicembre!

PIN: E va bene. Andiamo. Diverrò buono domani!

Musica paese dei balocchi

(entrano tutti i bambini, musica da disco…)

ADRIANA: Venghino, venghino signori!

GIORGIA M: Giochi a volontà vietati ai maggiori di 14 anni!

CHIARA: Torte in faccia per tutti! Tira la tua torta in facci a chi vuoi!

FRANCESCA: Tiro allo sputo! Provate l’ebbrezza del lancio dello sputo!

SUSANNA: Per il tiro al barattolo da questa parte!

ARABELA: Venite a truccarvi! Trucchi colorati!

ADRIANA: Chi vuole giocare con il cerchio?

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NICOLE: Per la pista delle grette di qua!

SARA: Lancia la tua scarpa più lontano che puoi!

GIORGIA M: Vuoi provare a fumare?

GIORGIA L: Dolci! Dolci a volontà!

BUIO CON LUCI PSICHEDELICHE TIPO DISCOTECA

Tuono e buio improvviso: suoni di raglio di asino

Tutti in scena vestiti da asini a ragliare… Pinocchio e Lucignolo anche

PIN, LUC: Aiuto! No! Che mi succede! Babbo! Babbino mio! (E continuano a ragliare)

BUIO TOTALE

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Scena 9: NELLA PANCIA DEL PESCECANE

Scena al buio, dentro la balena.

Adriana e Chiara accendono due lucine ne buio due pesci che cominciano a parlare

ADRI: Hei?

CHIA: Hei?

ADRI: C’è qualcuno?

CHIA: C’è qualcuno?

ADRI: Che è successo?

CHIA: Hei!

ADRI: Dove siamo?

CHIA: Non lo so! Tu chi sei?

ADRI: Un pesce…

CHIA: Anche io…

ADRI: Piacere: Triglia.

CHIA: Piacere: Tonno.

Accende la lucina Pinocchio

PIN: Hei!

CHIA-ADRI: Hei!

PIN: Chi è?

CHIA-ADRI: noi!

Accende la lucina Geppetto

GEPP: Hei!

CHIA-ADRI-PIN: Hei!

GEPP: Chi siete?

PIN: Babbino! Babbino mio!

GEP: Che avrà mangiato stavolta il pescecane?

PIN: Sono io!

ADRI-CHIA: E’ lui!

Piano piano accendono tutti ed accendono la lucina

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TUTTI: Hei! Hei! Hei! Hei!.............

Ci sono anch’io! Sono io! Tu chi sei? Dove siamo? Che succede?...

Tutti cominicino a scendere tra il pubblico e dicono “Hei”!....

TUTTI: Hei! Tu chi sei? Dove sei? Dove vai? Cosa fai? Con chi vai?.......

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PROIEZIONE DEL VIDEO FINALE “FORBICI”

Per diventare un “bambino” vero non basta tagliar via tutti i fili… ma…

Il video è stato creato durante il laboratorio di teatro a scuola: è ambientato ai giorni nostri, in una classe di scuola

superiore, in cui si svolge la lezione, ma un ragazzo (quello che interpreta Pinocchio, ma vestito ai giorni nostri) è

legato al banco con dei fili come un “burattino”. Il ragazzo è emarginato dal gruppo. Intanto i ragazzi usano e si

passano le forbici per vari motivi (tagliare la carta per incollare schede, tagliare i rapporti, litigi…. Quando la

campanella suona escono tutti dio fretta, ma il ragazzo legato al banco non può. Rientra in classe uno di loro e con le

forbici gli taglia un filo, e così via fino all’ultimo ragazzo della classe… Alla fine il ragazzo legato è libero ma gli manca

ancora da tagliare l’ultimo filo: lo deve tagliare lui, gli danno le forbici in mano e lui stesso si libera!

Il video è stato caricato su youtube “FORBICI” Istituto Alberghiero Marco Polo.

TUTTI: E così diventò un bambino vero!

COMIATO

Tutti in palcoscenico, si riforma la scena del bar e Pinocchio entra vestito normale (un bambino vero) e dice:

PIN: Oggi offro io! Birra per tutti!

OLIDIN OLIDIN OLIDA!

FINE