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PROGETTO DI RICERCA
Dall ’Universitas Baroli al la Terra Baroli
Nasci ta e s vi luppo di una “ci ttà” de l Mezzogiorno medievale . Economia, socie tà , poli t ica (XI-XIV secolo) .
di Victor Rivera Magos
Dall’Universitas Baroli alla Terra Baroli
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1. Tema
Il progetto s’incentra sulla città di Barletta tra XI e XV secolo, con particolare centralità
per il periodo tra il 1190, anno in cui il conte normanno Tancredi sancisce la demanialità
cittadina, e la fine del XIV secolo, in cui lo sviluppo della città sembra possa aver raggiunto la
sua definitiva stabilità. L’interesse per quest’argomento è in più motivi.
In primo luogo sta nella possibilità di ricostruzione ed esame della documentazione
inedita pervenutaci. Dopo la distruzione dell’Archivio di Stato di Napoli del 1943 la situazione
delle fonti nel Mezzogiorno resta ancora in parte sconosciuta. La vicenda legata alla serie dei
Registri, dei Fascicoli e delle Arche della Cancelleria angioina è abbastanza nota, e si intreccia
direttamente con l’Apertura, nel 1845, del Grande Archivio di Napoli. Dopo quella data
l’Archivio divenne definitivamente il centro di raccolta della documentazione meridionale, in
particolare dal 1861, anno in cui la soppressione di più di 25000 conventi sparsi sul territorio
consentì l’accorpamento nella sede napoletana dei rispettivi archivi. Questo avvenne anche per
Barletta, dove gli importanti archivi degli ordini militari, dei francescani, dei domenicani e dei
benedettini furono inizialmente trasferiti ad Andria e, successivamente a Napoli, dove
andarono a formare il Fondo Corporazioni Religiose, ancora oggi non completamente
catalogato e inventariato.
La vicenda legata al rogo di San Paolo Belsito offre tuttavia alcune incognite legate alla
documentazione. Se la grande parte dei documenti barlettani del X-XV secolo andò persa, oggi
la situazione appare in movimento, a causa dell’importante presenza del fondo pergamenaceo
della Biblioteca Comunale cittadina e dei lasciti del Loffredo e del Cafiero, avvenuti nella prima
metà del XX secolo.
Il progetto intende dunque vagliare la possibilità di identificazione e di ricostruzione
dell’attuale situazione documentaria locale, attraverso l’analisi delle fonti conservate a Barletta e
a Bari. Ma, in particolare, intende cercare di localizzare la documentazione cittadina conservata
a Napoli, attraverso l’analisi dei diversi fondi di interesse specifico dell’Archivio napoletano.
L’argomento del progetto, incentrandosi sul XIII e XIV secolo, si lega tuttavia al
momento di massima espansione cittadina, prima sotto gli svevi e, successivamente sotto gli
angioini Carlo I, Carlo II e Roberto. In circa un secolo e mezzo la città conosce la sua definitiva
strutturazione urbana, sancita alla fine del Duecento da Carlo II d’Angiò ma, sembra,
evoluzione di un processo di espansione avviatosi poco più di un secolo prima.
Dall’Universitas Baroli alla Terra Baroli
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La ricca documentazione edita consente di approfondire i diversi aspetti di questi
avvenimenti, ponendosi alcune domande che, nel ridiscutere le convinzioni di una storiografia
locale erudita e datata, porranno al centro dell’analisi le fonti e le possibilità che da esse
derivano. I Codici diplomatici - barlettano e barese in particolare - pubblicati tra la fine del XIX
secolo e la prima metà del XX, consentono la discussione fin’ora assente delle diverse questioni
relative alla nascita e allo sviluppo della città. In particolare le domande da porsi sono quelle
legate allo sviluppo urbano cittadino – ridiscutendo i dati poco documentati sul primo nucleo
urbano ricordato come “Civitas”, strettamente legato alla Chiesa Madre, e sulla formazione dei
borghi satelliti; sulla fondazione e sulla successiva evoluzione del castello locale; sull’arrivo e
sulla successiva presenza stabile degli ordini monastico cavallereschi, oltre che mendicanti e
benedettini.
Tuttavia è dalla fine del XII secolo che al tessuto urbano sembra corrispondere la
formazione di un tessuto sociale e economico particolare. Ci si chiederà se all’evoluzione veloce
del tessuto urbano nella prima metà del Duecento, riconoscibile già ad una prima lettura della
documentazione pervenutaci, corrisponda la formazione di una società altrettanto vivace. Si
cercherà dunque, attraverso la ricognizione delle fonti, di riconoscere la formazione e
l’evoluzione della società locale. A questo argomento è strettamente legato quello delle presenze
straniere sul territorio - veneziani, ragusei, genovesi, ebrei, toscani -, fiorentini su tutti, oltre che
dell’importante presenza monastica, in particolare quella legata agli ordini cavallereschi,
templari e gerosolimitani soprattutto. Ci si chiederà quale sia stato il grado di integrazione tra
stranieri e autoctoni, quali le collaborazioni e l’impulso sull’economia cittadina e quali i limiti;
quale la funzione della prima colonia organizzata in città, quella fiorentina, attestata in forma
consolare dal 1269, e che genere di rapporti e di influenze - se ve ne furono - portò nella società
locale.
Si cercherà di capire inoltre in che modo l’intervento dei sovrani influenzò la crescita e
il peso della città nel territorio, prendendo in esame gli atti pubblici emanati dalle cancellerie
sveva e angioina. In particolare, partendo da alcuni dati, legati alle concessioni federiciane di
una fiera nel 1234, della sede della Schola Ratiocinii fino al 1247/48, della costruzione o
ampliamento del porto, degli interventi di fortificazione del castello, sino ai diversi soggiorni del
sovrano in città (Pasqua-Pentecoste 1228; due soggiorni tra 1235 e 1240; Curia generalis 1246),
assume interesse la questione legata alla funzione della città nel rapporto con l’imperatore.
Questione che si rafforza alla morte di Federico II. Appare da chiarire infatti il ruolo della città
durante i difficili anni di regno di Manfredi (1250-1266), soprattutto nel rapporto tra la società
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locale e la concessione della sede di convocazione parlamentare nel 1258; esisteva una
Universitas attiva politicamente in grado di operare sul territorio come centro di raccordo delle
varie esigenze istituzionali?
L’arrivo dei sovrani angioini coincide con un rafforzamento della documentazione. Si
può riconoscere un movimento locale abbastanza marcato - nel 1267 avviene la consacrazione
della Chiesa Madre, contemporaneamente alla ricerca dell’affermazione del culto del Santo
Vescovo di Canne Ruggero, di cui la città rivendica l’eredità episcopale almeno dall’inizio del
XIII secolo. Con la data del 1267 coincide inoltre l’istituzione della Zecca in città, voluta da
Carlo I. Al 1268 risale la prima notizia diretta di un ampliamento delle mura cittadine;
successivamente, del 1269, è la notizia della presenza in città di un console fiorentino. Nello
stesso anno cominciano gli interventi di ampliamento del castello, che si protraggono sino al
1282. Tra 1274 e 1275 si pone mano alla ristrutturazione dei canali di scolo cittadini, che
sembra affidata e gestita dalla città. Del periodo tra il 1294 ed il 1300 è la ricca documentazione
sulla definitiva ristrutturazione dell’intero tessuto urbano, sino alla concessione di una seconda
fiera nel 1302. In mezzo, nel 1291, il trasferimento in città del Patriarca di Gerusalemme dopo
la caduta di San Giovanni d’Acri.
La questione rilevante è quella riguardante il ruolo dell’Universitas nel rapporto con il
potere centrale. In sostanza va chiarito se la necessità del riordino urbano fosse avvertita dai
cittadini, e quindi partisse dal basso; o se fosse invece un momento di particolare interesse dei
sovrani angioini, in una sorta di loro tutela sulla città. In questo senso è interessante
approfondire anche la questione dell’ennesimo ampliamento della Chiesa Madre locale, avviato
all’inizio del XIV secolo, a poco più di trent’anni dalla consacrazione del 1267, risposta
probabile anche all’incremento demografico avvenuto nella seconda metà del XIII secolo.
Del XIV secolo sono le notizie di una divisione dell’Universitas in consorterie, riprese
anche da Giovanni Boccaccio in un’epistola da lui spedita ad un suo amico in città nel 1339,
ma attestate dal 1318. Queste notizie lasciano trasparire la effettiva costituzione dell’Universitas
in pictagia, ad ognuno dei quali corrispondeva un rappresentante nel consiglio cittadino che,
dunque, all’inizio del XIV secolo, sembra già esistente. Del 1342 è la notizia della modifica da
parte di Roberto d’Angiò dell’antica consuetudine cittadina di eleggersi dei rappresentanti; il
sovrano, da quel momento, decide di riservarla a sé affidandone la facoltà al Capitano,
anch’esso risiedente in città dalla metà degli anni Sessanta del XIII secolo.
Questi dati ci offrono la possibilità di aprire e verificare più di una questione, da quella
riguardante l’effettiva esistenza, il funzionamento e l’attività dell’Universitas Civium, sino alla
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consistenza del tessuto sociale cittadino, apparentemente eterogeneo. In questo senso appare
interessante anche capire quali fossero le reali attività economiche degli abitanti. Sembra inoltre
di primo piano anche la questione del trasferimento in città, probabilmente già dagli anni
Settanta del XIII secolo, dei maggiori uffici dell’amministrazione decentrata – Giustizierato e
Secrezia. Le attestazioni sin’ora accertate lasciano trasparire una possibilità in questo senso,
tuttavia ancora tutta da accertare.
Il XIII e il XIV secolo appaiono dunque come momento centrale per la storia cittadina.
Sono i secoli in cui la società locale si forma ed emerge. Le questioni legate alla crescita e
all’affermazione delle sue caratteristiche sembrano elementi rilevanti nello studio delle realtà
cittadine del Mezzogiorno medievale.
2. Obiettiv i
La ricerca intende prendere le mosse dalle attuali frammentarie conoscenze
storiografiche sulla strutturazione urbana per attuare una ricognizione della documentazione
edita e inedita locale, in funzione di una prima redazione del complesso sistema sociale
cittadino, in grado di motivare le dinamiche di intensificazione della centralità politica ed
economica dell’Universitas tra XI e XV secolo. Il nucleo del lavoro riguarderà i secoli XIII e XIV;
ci si soffermerà in particolare sugli anni che vanno dal 1190 sino allo scadere del XIV secolo.
S’intende dunque costruire le conoscenze sulla comunità ofantina attraverso l’attenta
lettura della documentazione edita locale – Codice Diplomatico Barese; Codice Diplomatico
Barlettano; Codice Diplomatico Pugliese; Codice Diplomatico dei Saraceni di Lucera; Codice Diplomatico
Brindisino - e delle raccolte documentarie pubblicate tra la fine del secolo XIX e l’inizio del XX,
in modo da ricostruire le prerogative della società cittadina attraverso la collocazione delle realtà
individuali in un ventaglio di esperienze eterogenee. Si procederà in sostanza ad isolare le
particolarità eminenti, borghesi, artigiane, agricole e marinare, cercando di riconoscerle e
collocarle definitivamente.
Attraverso lo spoglio della documentazione cancelleresca si proverà inoltre a collocare le
diverse professionalità locali in un universo più ampio a carattere macroregionale; inoltre lo
studio delle varie realtà economiche – con ordini monastici e cavallereschi e comunità straniere
– e politico-amministrative proverà a fornire una ulteriore motivazione alla formazione ed
evoluzione della società cittadina.
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L’argomento è in sostanza amplissimo perché si colloca come primo studio
sull’Universitas barlettana, su cui gli unici lavori degni di considerazione risalgono ormai agli
inizi del secolo XX e, ovviamente, appaiono essenziali ma datati. La realizzazione del progetto
può essere effettuata anche a causa della fruibilità delle fonti meridionali le quali, pur
considerando che «lo studioso locale del Mezzogiorno non può mai fare a meno di ricorrere a
fonti emanate dall’autorità regia e dai suoi uffici e cancellerie»1, appaiono un mondo ancora
inesplorato.
Contestualmente alle fonti edite si integrerà lo spoglio graduale della documentazione
presente in Archivio di Stato di Napoli, Ufficio Ricostruzione Angioina, oltre che di quella
notarile napoletana – ASN, Diplomatico –, della documentazione superstite e dei manoscritti
conservati nella Biblioteca Comunale di Barletta - Fondo Apulia, Fondo Loffredo e Manoscritti - e
in quella Provinciale di Bari – Fondo manoscritti - delle Corporazioni religiose soppresse
conservata nella Biblioteca Comunale di Barletta – Fondo Conventuale - e nella Biblioteca
Diocesana di Barletta - Varie -, tenendo tuttavia in considerazione, per questi ultimi, l’estrema
difficoltà di spoglio, avendo ancora oggi bisogno di una catalogazione e inventariazione precisa2.
Si procederà inoltre all’accertamento del recentissimo ritrovamento del codice
pergamenaceo – Notule rhetoricales diverse – conservato presso la Biblioteca Universitaria di
Innsbruck, con documenti redatti dalla cancelleria federiciana – uno in particolare in cui il
sovrano dispone la ristrutturazione e l’ampliamento dei porti di Barletta e Salerno.
L’analisi delle fonti mirerà a contestualizzare l’evoluzione urbana con quella del
territorio circostante e con le politiche attuate dai sovrani, soprattutto tra XIII e XIV secolo. In
sostanza s’intende tracciare l’evoluzione della dinamica economica cittadina, in particolare
cercando di motivarne la crescita attraverso lo studio accurato delle attestazioni documentarie,
fondando dunque in modo netto i motivi dell’improvvisa e repentina ascesa della città nel
Regno, sino a divenirne la seconda per peso demografico ed economico nella parte continentale
del Mezzogiorno dopo la capitale.
1 P. CAMMAROSANO, Italia medievale. Struttura e geografia delle fonti scritte, Roma, Carocci, 1998� , pp.
389, p. 123. 2 Per quel che riguarda la documentazione conservata nella Biblioteca Comunale di Barletta, in
particolare per il Fondo Conventuale e per il Fondo Cafiero, il Comune ne ha avviato da circa un anno la catalogazione e l’inventariazione. Le operazioni sul Fondo Cafiero si prevede debbano terminare entro dicembre 2005. Per quel che concerne il Fondo Conventuale il discorso, data la consistenza, appare più complesso, essendo prevista la fine dei lavori per la fine del 2006, ma con molti dubbi a riguardo.
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3. Metodologia
La ricerca intende procedere per tre blocchi sistematici, in tre anni.
Con il primo, corrispondente al primo anno di lavoro, si procederà alla localizzazione,
analisi e schedatura dell’intera documentazione inedita, presso l’Archivio di Stato di Napoli –
Ufficio Ricostruzione angioina; Diplomatico; Archivi di Famiglie e di persone, Ruffo di Scilla;
Corporazioni religiose -, l’Archivio di Stato di Bari – Raccolte e Miscellanee e Archivi notarili -,
l’Archivio dell’Istituto Germanico di Roma – Lascito Eduard Sthamer –, la Biblioteca Provinciale
“De Gemmis” di Bari – Fondo Manoscritti –, la Biblioteca Comunale di Barletta – Fondo
Apulia, Pergamene; Fondo Loffredo; Corporazioni religiose soppresse, Fondo Conventuale –, e la
Biblioteca Diocesana di Barletta – vari fondi.
Si cercherà di ottenere, per blocchi cronologici di cinquant’anni, elementi in grado di
offrire nuovi dati su:
- strutturazione della società cittadina;
- strutturazione delle comunità straniere e loro integrazione territoriale;
- riconoscimento e isolamento delle diverse realtà economico-sociali;
- strutturazione dell’economia cittadina;
- integrazione e partecipazione della comunità locale alle attività economico-politico-
amministrative del territorio;
- integrazione e influenze delle politiche sovranili;
- aspirazioni e influenze sulla comunità locale;
- sviluppo urbanistico della città;
- localizzazione delle proprietà e delle acquisizioni familiari in città.
Contestualmente ed in modo più netto dal secondo anno, si integreranno le notizie
raccolte nella prima fase di lavoro con l’analisi della documentazione edita, presso le biblioteche
comunali territoriali, la biblioteca provinciale “De Gemmis” di Bari, La Biblioteca Nazionale di
Bari e di Napoli, l’Archivio di Stato di Napoli e di Bari. Durante questo periodo si procederà
secondo i criteri del primo anno di lavoro.
Il terzo anno si procederà alla redazione della tesi di dottorato.
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4. Fonti e Bibliografia
4.1 Fonti inedite
BIBLIOTECA COMUNALE “S. LOFFREDO” BARLETTA:
Apulia, Pergamene, (1186-1839), pergg. 102: 1 (1185); 2 (1187); 3 (1287); 4 (1308); 5 (1319); 6 (1343); 7 (1353); 8 (1372); 9 (1384); 10 (1386); 11 (1386); 12 (1390); 13 (1391); 14 (1393); 15 (1396); 16 (1396); 17 (1398). Fondo Loffredo, Carte relative all’Arcivescovado di Nazareth, Canne e Monteverde (1028-1828), M33/1-M33/38. Cabreum, sive Inventarium omnium Bonorum et Redditum Vendi Magni Prioratus Sancti Sepulchri Sac:e Relig. S. Johannis Hyeros:ni de Barolo, Confectum de ordine Ex:mi D:ni … ., 1774/75, APULIA, Ms. s.c. n. 12-1774-1775. Manoscritti: - G. SECCIA, Della città di Barletta dall’epoca di sua fondazione sino al 1769 e ripigliata
dal 1769 e protratta sino al 1850, 1850, pp. 441, Apulia Ms L65. Fondo Conventuale, Archivio monasteri soppressi, in catalogazione. Fondo Cafiero, Codici Pergamenacei, voll. 35, in catalogazione.
BIBLIOTECA PROVINCIALE “DE GEMMIS” BARI: Sezione Manoscritti: - FERRANTE DELLA MARRA, Discorsi della famiglia Della Marra, Cart. XXVI-M-
Famiglie nobili di Barletta. - Manoscritto delle famiglie nobili di Barletta: Origine genealogica delle nobili famiglie della
città di Barletta, anno 1600, Manoscritto anonimo di memorie tratte dall’archivio del notaio L. Cellamare, desunte dalle Carte del notaio De Juliis, Cart. XXVI-M-Famiglie nobili di Barletta.
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ARCHIVIO DI STATO DI BARI: Raccolte e miscellanee: Pergamene, pergg. 1328 (1294-1803): - Miscellanea, pergg. 10 (1294-1734): 1 (1294). - Diplomatico notarile pergg. 1318 (1350-1803), 1-3 (XIV sec.). Inoltre Appendice, pergg. 27 (XI-XII sec. – 1780).
ARCHIVIO DI STATO DI BARI – sezione di TRANI:
Archivi notarili, Atti dei notai del distretto di Trani, voll. 11.090, rubb. 49 e repp. 160
(1498-1874): - Barletta, (1498-1527) vol. 1.
ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI:
Diplomatico: Società napoletana di Storia Patria, 987-1839, pergg., 1831: - Atti giudiziari (1169-1685), pergg. 65: 1-4 (XII sec.); 5-14 (XIII sec.); 15-16 (XIV sec.). - Bolle (1178-1839), pergg. 49: 1 (XII sec.); 2-3 (XIV sec.). - Censi e mutui (1227-1693), pergg. 36: 1-2 (XIII sec.); 3-12 (XIV sec.). - Compre e vendite (987-1711), pergg. 159: 41-80 (XIII sec.); 81-129 (XIV sec.). - Famiglie Caracciolo di Acerenza, Carafa e Ravaschieri, Del Balzo e Ruffo di Scilla, Di
Somma, Pignatelli, Orsini, Ulloa, (1254-1790) pergg. 260: 1-2 (XIII sec.); 3-7 (XIV sec.). - Monasteri e chiese di luoghi diversi (996-1815), pergg. 928: Chiese diverse (1084-1694)
pergg. 36: 1 (XI sec.); 2-13 (XII sec.); 14-24 (XIII sec.); 25-26 (XIV sec.). - Varie (1161-1776), pergg. 49: 1-3 (XII sec.); 4 (XIII sec.); 5 (XIV sec.). - Frammenti non identificati (s.d.), pergg. 25.
N. PARISIO, Elenco delle pergamene già appartenenti alla famiglia Fusco (acquistate dalla Società napoletana di
storia patria e depositate presso l’Archivio di Stato di Napoli, «Archivio Storico per le Provincie napoletane», VIII (1883), pp. 153-161 e pp. 332-338; XII (1887), pp. 156-164, pp. 436-448, pp. 705-709 e pp. 822-835; XIII (1888), pp. 161-172; XIV (1889), pp. 144-158, pp. 353-373 e pp. 758-772; XV (1890), pp. 654-661; XVI (1891), pp. 665-761; XVIII (1893), pp. 538-555. Inoltre Inventario dell’Archivio privato della famiglia Caracciolo di Torchiarolo, a cura di D. Massacra Porcaro, Quaderni della Rassegna degli Archivi di Stato - 49, Roma, 1978, XXII-182.
Diplomatico:
Varie, 1°-13° (1020-1885), pergg. 479: 2 (XII sec.),3-5 (XIII sec.), 6-23 (XIV sec.). Varie, 14°-15° (secc. XII-XVII), frammenti 1-3 (XII sec.), 4-5 (XIII sec.), 6-9 (XIV sec.).
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Si può disporre inoltre di diversi strumenti, pubblicazioni di regesti e trascrizioni: tra questi Regii neapolitani Archivi monumenta edita ac illustrata (703-1130), Napoli, 1845-1861, voll. 6 (vi sono raccolte pergamene riguardanti i monasteri soppressi del Regno); inoltre Repertorio delle Pergamene della Università o Comune di Barletta (1234-1638), a cura di R. Batti, Napoli, 1904.
Archivi di famiglie e di persone: Ruffo di Scilla (1335-1880), pergg. 53, fasci e voll. 713: - Cartulari (1247-1599), voll. 4. - Famiglia (sec. XII-1843), fasci 12 (Documenti di varia natura: genealogia, testamenti, titoli,
capitoli matrimoniali etc.). - Patrimonio (1207-1883), fasci 492 (Documenti di varia natura: platee, investiture, donazioni e
acquisti, questioni con vari, concessioni e ingabellazioni.). - Affari ecclesiastici (1220-1868), fasci 13.
Si veda inoltre R. OREFICE, L’archivio privato dei Ruffo principi di Scilla, Napoli, Fiorentino, 1953, pp. 118; J. MAZZOLENI, L’archivio Ruffo-Scilla e la sua importanza per la ricostruzione della cancelleria angioina, «Notizie dagli archivi di stato», VIII (1948), pp. 140-142.
Corporazioni religiose (1231-1866), voll. 6884.
Documenti vari tra i quali alcuni, da identificare, provenienti dai monasteri soppressi barlettani, e conservati nei fondi miscellanei e in quelli indicati con il solo nome dell’Ordine. Strumento: ASN, Sezione Amministrativa, Inventario 137 I-II; MAZZOLENI J., "Le fonti documentarie e bibliografiche dal sec. X al sec. XX, conservate presso l'Archivio di Stato di Napoli. Napoli, Arte tipografica, 1974, I, pp. 253-277; CONIGLIO G., "Gli archivi dei monasteri soppressi nell'Archivio di Stato di Napoli", in Rassegna degli Archivi di Stato, XIX (1959), 1, pp. 103-147.
Real Sovrano Ordine di Malta, Cabrei, 1515-1823. Ricostruzione angioina (1265-1442): - C. DE LELLIS, Notamenta ex Registri Caroli II, Roberti, Caroli ducis Calabriae, voll. III,
IV e IV bis (da cui Gli atti perduti della Cancelleria angioina transunti da Carlo De Lellis, parte I, Il Regno di Carlo I, voll. I-II, a cura di B. Mazzoleni, Roma, Regesta Chartarum Italiane, 25 e 31, 1934-
1943.). - Syllabus membranarum ad Regiae Siclae Archivium pertinentium, vol. I, a cura di A. A.
Scotti, Neapoli, 1824, vol. II-1 a cura di A. D’Aprea, Neapoli, 1832; e vol. III-3, a cura di A. D’Aprea, Neapoli, 1845.
- P. VINCENTI, Notamento, vol. 1. - Raccolta dei Manoscritti Filangieri. - Raccolta dei Manoscritti di studiosi diversi: Del Giudice, Faraglia, Forcellini,
Léonard, Minieri Riccio, Scandone, Zazo e altri. Si veda Inventario cronologico sistematico dei registri angioini conservati nell’Archivio di Stato di Napoli a cura di B. Capasso, Napoli, 1894; I registri della cancelleria angioina ricostruiti, XXVII Appendice, Inventario cronologico-
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sistematico dei registri angioini ricostruiti (1265-1285), a cura di J. Mazzoleni e R. Orefice, Napoli, Accademia Pontaniana, 1981, pp. 181.
ARCHIVIO DIOCESANO BARLETTA:
Archivio della Curia, Ordini ed editti regi; Culto e funzioni religiose; Patrimonio; Cause e
controversie. Archivio Capitolare della Chiesa di Santa Maria Maggiore, Patrimonio; Amministrazione;
Culto. Archivio della chiesa di San Giacomo, Patrimonio; Cause e controversie. Archivio della chiesa di Santa Maria di Nazareth, Patrimonio, Culto. Archivio della chiesa del Santo Sepolcro, Personale. Archivio del monastero di Santa Lucia, Atti Pontifici; Patrimonio; Amministrazione.
Archivio Diocesano “Pio IX” – Barletta, Catalogo sommario provvisorio, Bari, Levante, s.d., pp. 37.
UNIVERSITÄTSBIBLIOTHEK INNSBRUCK: Notule rhetoricales diverse. (Codice pergamenaceo recentemente rinvenuto. Atti di Federico II, Corrado IV (circa 130 pergamene).
Tra queste, una riguardante la ristrutturazione del porto di Barletta voluta da Federico II. Da vagliare anche le notizie su alcuni personaggi pugliesi oppositori di Federico II e di Corrado. Si veda La Repubblica, 20/07/2004; La Repubblica-Bari, 20/07/2004.)
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4.2 Fonti edite
4.2.1 Fonti documentarie
Acta Imperii inedita speculi XIII et XIV. Urkunden und Briefe zur Geschichte des Kaiserreichs
und des Königreichs Sizilien, herausgegeben von E. Winkelmann: - Band I, In den Jahren 1198 bis 1273, (Neudruck der Ausgabe, Innsbruck, 1880)
Innsbruck, Scientia, 1964, X-893. - Band II, In den Jahren 1200 bis 1400, (Neudruck der Ausgabe, Innsbruck, 1885),
Innsbruck, Scientia, 1964, VIII-983. Catalogus Baronum, I, a cura di E. Jamison, Roma, Istituto Storico Italiano per il
Medioevo, 1972, XLV-364; II, Commentario, a cura di E. Cuozzo, Roma, Istituto Storico Italiano per il Medioevo, 1984, XLIV-592.
CODICE DIPLOMATICO BARESE: - I, Le pergamene del Duomo di Bari (952-1264), a cura di G. B. Nitto de Rossi e Nitti di
Vito, Bari, 1897, LVIII-240. - II, Le pergamene del Duomo di Bari (1266-1309), a cura di G. B. Nitto de Rossi e Nitti
di Vito, Bari, 1899, XXIV-254. - IV, Le pergamene di San Nicola di Bari (939-1071), a cura di F. Nitti, Bari, 1900, XXII-
134. - V, Le pergamene di San Nicola di Bari. Periodo normanno (1075-1194), a cura di Nitti di
Vito, Bari, 1902, XXX-352. - VI, Le pergamene di San Nicola di Bari. Periodo svevo (1195-1266), a cura di Nitti di
Vito, Bari, 1906, XVIII-220. - VII, Le carte di Molfetta (1076-1300), a cura di F. Carabellese, Bari, 1912, XLVI-248. - VIII, Le pergamene di Barletta. Archivio Capitolare (897-1285), a cura di Nitti di Vito,
Bari, 1914, LXXXVII-510. - IX, I documenti di Corato (1046-1327), a cura di G. Feltrami, Bari, 1923, LIV-306. - X, Le pergamene di Barletta del Regio Archivio di Napoli (1075-1309), a cura di R.
Filangieri di Candida, Bari, 1928, LVII-360. - XIII, Le pergamene di San Nicola di Bari. Periodo Angioino (1266-1309), a cura di F.
Nitti, Trani, 1936, CII-300. - XIV, Le pergamene della Biblioteca Comunale di Barletta (1186-1507), a cura di I. G.
Cassandro, Bari, 1938, XL-135. - XVI, Le pergamene di San Nicola di Bari. Periodo Angioino: Roberto (1309-1343), a cura
di F. Nitti, Trani, 1941, LX-290. - XVIII, Le pergamene di San Nicola di Bari. Periodo Angioino: Giovanna I (1343-1381), a
cura di F. Nitti, Trani, 1950, CXVI-336.
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1985, LIX-345. - XXIX, Le pergamene del Duomo di Bari (1382-1399), a cura di P. Cordasco, Bari, 1985,
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1261); 29-92 (1274-1299); 93-142 (1300-1309). - II, Barletta, 1931, XXI-370, pergg. 335 (1202-1372): 1-5 (1202-1265); 6-17 (1269-1274); 18-177
(1300-1342); 178-335 (1343-1372). - III, Barletta, 1957, XIV-330, pergg. 405 (1208-1411): s.n.(1) (1208); 2 (1)-22(21) (1309-1350); 23
(22)-355 (354) (1351-1399); 356 (355)-405 (404) (1400-1411). - IV, Barletta, 1962, XV-298, pergg. 382 (1273-1505): 1-4 (1273-1291); 5-7 (1304-1330); 8-23
(1351-1398); 24-166 (1400-1448); 167-282 (1450-1499); 283 – 382 (1500-1505).
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M. Monti, Bari, 1977), XLVII-268. - II (1304-1397), a cura di A. De Leo, Trani, Vecchi, 1940 (rist. fotolitica a cura di M.
Pastore Doria, Trani, 1964), XLII-372. Codice diplomatico dei saraceni di Lucera, a cura di P. Egidi, Napoli, Stabilimento
Tipografico L. Pierro & figlio, 1917, XIX-466. Codice diplomatico del monastero benedettino di Santa Maria di Tremiti (1005-1237), voll. 3, a
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N. Nicolini, in Regesta Chartarum Italiane, 36, Roma, 1965. J. L. A. HUILLARD-BRÉHOLLES, Historia Diplomatica Friderici II, t. 7 -voll. 11, Parisiis,
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Idem, Dokumente zur Geschichte der Kastellbauten Kaiser Friedrich II und Karl I von Anjou
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Vendola, I, Da Innocenzo III a Nicola IV, Trani, Vecchi, 1940, XLI-417; II, Da Bonifacio VIII a Clemente V, Trani, Vecchi, 1963, XXXIV-220.
4.2.2 .1 Strumenti inediti in ASN - Cance lle r ia angioina e Lascito Sthamer
ASN, Ricostruzione Angioina, Repertori:
- G. BORRELLI, Repertorium universale ex Registris Regiae Siclae trascritto dal Sicola, voll. 2.
- M. CHIARITO, Repertori diversi, voll. 24. - Repertori di autori diversi, voll. 6. - S. SICOLA, Repertori del registro di Federico II e dei Registri angioini, voll. 21. - S. SICOLA, Repertorio dei fascicoli angioini, voll. 2.
Archivio dell’Istituto Germanico di Roma, Lascito Eduard Sthamer, Castrum Baroli, n. 648-712. Ora anche in E. STHAMER, L’amministrazione dei castelli nel Regno di Sicilia sotto Federico II e Carlo I d’Angiò, a cura di H. Houben, (tit. orig. Die Verwaltung der Kastelle im Königreich Sizilien unter Kaiser Friedrich II. und Karl I. von Anjou, Leipzig, 1914), trad. di F. Panarelli, Bari, Adda, 1995.
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4.2.3 Fonti pr ivate es terne , libr i di compagnie di commercio
I libri degli Alberti del Giudice, a cura di A. Sapori, premessa di L. Einaudi, Milano,
Garzanti, 1952, XLII-362. I libri di commercio dei Peruzzi, a cura di A. Sapori, pref. di V. Azzolini, Milano, Treves,
1934, XLVIII-571. Il Libro dell’entrata e dell’uscita di una compagnia mercantile senese del secolo XIII (1277-
1282), a cura di G. Astuti, Torino, Lattes, 1934, XXIV-563.
4.2.4 Fonti narrative
DOMENICO DA GRAVINA, Chronicon de rebus Apulia gestis, in «Rerum Italicarum Scriptores», a cura di L. A. Muratori, Napoli, Anfossi, 1890, pp. XII-292.
FRANCESCO BALDUCCI PEGOLOTTI, La pratica della mercatura, a cura di A.
Evans, Cambridge Mass., The Medioeval Accademy of America,1936, LIV-443. GIOVANNI BOCCACCIO, Decameron, a cura di V. Branca, 2 voll., Torino, Einaudi,
1992 , pp. CXXXIX-1362. GIOVANNI VILLANI, Cronica. A miglior lezione ridotta coll’aiuto dei testi a penna con note
filologiche di I. Moutier e con appendici storico-geografiche compilate da F. Ghepardi Dragomanni, voll. 2, Firenze, Coen, 1845.
GUILLAUME DE POUILLE, La geste de Robert Guiscard, a cura di M. Mathieu, 2 voll.,
Palermo, 1961. G. PINTO, Il libro del biadaiolo. Carestie e annona a Firenze dalla metà del '200 al 1348,
Firenze, Olschki, 1978, pp. XXI-562.
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problemi dal Medioevo all’Età Contemporanea, a cura di N. Tranfaglia e M. Firpo, II, Il Medioevo, 2, Popoli e strutture politiche, Torino, U.T.E.T., 1986, pp. 767.
Dalla chiesa alla civitas. Nuove acquisizioni dagli scavi archeologici nella Cattedrale di Barletta,
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