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Objekttexte Declino dell’antichità romana Imperatore Vespasiano Moneta d’oro, 74 d.C. Vespasiano (9–79 d.C., imperatore a partire dal 69 d.C.) passò probabilmente parte della sua giovinezza ad Aventicum, l’attuale Avenches, nel Canton Vaud. Nel 70 d.C. concesse il rango di colonia ad Aventicum, che da luogo insignificante crebbe fino a diventare un centro con 20 000 abitanti nel 200 d. C. Secondo la tradizione il detto «Pecunia non olet» (il denaro non puzza) risale a Vespasiano. Egli impose una tassa sulle latrine dalle quali si raccoglieva l’urina usata per la concia delle pelli. È l’unica moneta imperiale d’oro della collezione della Biblioteca abbaziale. Fu ritrovata a Rüti in una torbiera. Roma – 74 d.C. – oro Luogo del ritrovamento: Rüti presso Rapperswil Diritto: testa di Vespasiano, IMPCAESAR VESPASIANVS AVG Rovescio: Fortuna su un podio con timone e cornucopia, FORTVNA AVGVST San Gallo, Biblioteca abbaziale, Collezione numismatica, cassetto 79, n. 6 !5

Declino dell’antichità romana - Stiftsbezirk · 2019. 6. 7. · Declino dell’antichità romana Frammento di terra sigillata dall’area del castro di Arbon 300/400 d.C. Con «terra

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Declino dell’antichità romanaImperatore VespasianoMoneta d’oro, 74 d.C.

Vespasiano (9–79 d.C., imperatore a partiredal 69 d.C.) passò probabilmente parte dellasua giovinezza ad Aventicum, l’attuale Avenches, nel Canton Vaud.Nel 70 d.C. concesse il rango di colonia ad Aventicum, che da luogoinsignificante crebbe fino a diventare un centro con 20 000 abitanti nel 200 d.C.Secondo la tradizione il detto «Pecunia non olet»(il denaro non puzza) risale a Vespasiano. Egli impose una tassa sulle latrinedalle quali si raccoglieva l’urina usata per la concia delle pelli.È l’unica moneta imperiale d’oro della collezione della Biblioteca abbaziale. Furitrovata a Rüti

in una torbiera.Roma – 74 d.C. – oro

Luogo del ritrovamento: Rüti presso Rapperswil

Diritto: testa di Vespasiano, IMPCAESAR VESPASIANVS AVG Rovescio: Fortuna su un podio con timone e cornucopia,

FORTVNA AVGVST

San Gallo, Biblioteca abbaziale, Collezione numismatica, cassetto 79, n. 6!5

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Declino dell’antichità romanaImperatore Adriano

Moneta di bronzo, 119–122 d.C.Adriano (76–138 d.C.) fu imperatore a partire dal 117, nel momento di massima espansione dell’Impero romano.

Nel 122 fece erigere in Britannia il vallo che prese il suo nome, una fortificazione che segnava

il confine settentrionale dell’Impero romano.Condusse relativamente poche guerre, occupandosi invece dello sviluppodelle infrastrutture. Per es. fece costruire strade e acquedotti.

Adriano era molto colto, si interessava anche

di musica, pittura, poesia, matematica, medicina e astronomia.

Roma – 119–122 – bronzo (oricalco)

Diritto: testa di Adriano, IMP CAESAR TRAIANVS HADRIANVS AVGRovescio: Felicità con caduceo e cornucopia,

PONT MAX TR POT COS III / S C

San Gallo, Biblioteca abbaziale, Collezione numismatica,

cassetto 30, n. 17!14

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Declino dell’antichità romanaCostantino il Grande

Moneta di bronzo, 305–317 d.C.L’imperatore Costantino il Grande (280 circa– 337 d.C.), che regnò a partiredal 306, concesse ai Cristiani libertà di culto.Secondo la leggenda Costantino nel 312, prima della battaglia del ponteMilvio, vide una croce fiammeggiante con la scritta: «Con questo segnovincerai».Costantino attribuì la sua vittoria al Dio cristiano, il cui simbolo è la croce.Tuttavia sulle monete Costantino fece sempre raffigurare il Sol Invictus, il diodel sole romano, in questa moneta addirittura menzionato come «compagno»dell’imperatore.Roma? – 305–317 – bronzo

Diritto: testa di Costantino, IMPCONSTANTINVS PF AVGRovescio: Sol con globo e mano alzata, SOLI INVICTO COMITI San Gallo, Biblioteca abbaziale, Collezione numismatica,

cassetto 62, n. 17!23

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Declino dell’antichità romanaFibula dall’area del castro di Arbon Posteriore al 350 d.C.

I soldati e i funzionari romani chiudevano i loro mantelli grazie a fibule simili,che indicavano anche il rango della persona.La fibula è del tipo «a testa di cipolla», così chiamata per la forma dei bottoni.Manca il bottone centrale.Le fibule a testa di cipolla furono interpretate come simboli cristiani in quantoviste anteriormente presentano una forma a croce.Se l’ipotesi fosse corretta in questo caso, l’esemplare sarebbe una delle piùantiche testimonianze cristiane nel territorio della Svizzera.Posteriore al 350 d.C. – Bronzo con tracce di doratura Luogo del ritrovamento: Arbon

Prestito del Servizio archeologico del Canton Turgovia, www.archaeologie.tg.ch, AATG, inv. n. 2014.090.9.1!32

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Declino dell’antichità romanaParte del bordo di un mortaio dall’area del castro di Arbon

300/400 d.C.I Romani utilizzavano questo tipo di recipienti per alcune ricette della cucinamediterranea.Sul territorio dell’attuale Svizzera recipienti simili sono presenti fino al 401 d.C., quando le truppe romane si ritirarono.Testimoniano forme di vita mediterranee alle quali i Romani non volevanorinunciare nemmeno oltralpe.Quando Gallo soggiornò ad Arbon nel VII secolo, ricette e importazione dialimenti dal sud appartenevano da lungo tempo al passato.300/400 d.C. – ceramica

Luogo del ritrovamento: Arbon

Prestito del Servizio archeologico del Canton Turgovia, www.archaeologie.tg.ch, AATG, inv. n. 1961.031_62.473!41

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Declino dell’antichità romanaFrammento di terra sigillata dall’area del castro di Arbon 300/400 d.C.

Con «terra sigillata» si indica una ceramica romana da mensa di buona qualitàcon decorazioni a rilievo e ricoperta di vernice rossa.Questo frammento è stato finemente decorato grazie a rotelline.Probabilmente fu prodotto in un’officina della regione della Mosella(Germania).Non è chiaro se tale ceramica fosse ancora utilizzata ai tempi di Gallo. In ognicaso la popolazione mista romano-germanica creò una ceramica propria.Regione della Mosella (?) 300/400 d.C. – ceramica Luogo del ritrovamento: Arbon

Prestito del Servizio archeologico del Canton Turgovia, www.archaeologie.tg.ch, AATG, inv. n. 1961.031_62.473!50

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Declino dell’antichità romanaFrammento di mattone forato con tracce di fuliggine dall’area del castro diArbon300/400 d.C.

Questo mattone forato (tubulo) proviene da un edificio termale.Le terme romane comprendevano ambienti con bacini di diversetemperature: il calidario, il tepidario e il frigidario.Mattoni come quello rappresentato da questo frammento erano diffusi informa praticamente identica in tutte le terme dell’Impero romano.Permettevano l’eliminazione dei fumi di combustione o riscaldavano le pareticon aria calda. Né le truppe occupanti né la popolazione civile volevanorinunciare al comfort delle terme nei castri come quello di Arbon.300/400 d.C. – mattone

Luogo di ritrovamento: Arbon

Prestito del Servizio archeologico del Canton Turgovia, www.archaeologie.tg.ch, AATG, inv. n. 1961.031_62.473!59

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Tradizione monasticaLa più importante copia della regola benedettina820 circa

Carlo Magno introdusse l’osservanza della regola di San Benedetto in tutti imonasteri del suo impero. Per far ciò occorreva un testo vincolante.Ritenendo che a Montecassino esistesse ancora il testo autografo di San Benedetto, Carlo ne ottenne una copia che fece

assurgere a canone per tutti i monasteri.

Due monaci di Reichenau trascrissero nell’817 tale esemplare canonico, annotando a margine varianti di un altro

manoscritto, come in un’edizione critica.A San Gallo questo testo fu a sua volta copiato. Poiché tutti i manoscritti piùantichi sono andati persi, il codice sangallese è oggi il più importante per latradizione testuale della regola.San Gallo – attorno all’820 – pergamena – 272 pagine A margine alcuni scarabocchi del XVI secolo

San Gallo, Biblioteca abbaziale, Cod. Sang. 914!78

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Tradizione monasticaLa regola benedettina nel Libro del capitolo 1542/1543

La regola di S. Benedetto fu in vigore per oltre 1000 anni nel monastero di S.Gallo, dal 747 alla soppressione del monastero nel 1805.Nel corso del tempo fu copiata numerose volte. Qui è parte di un cosiddettoLibro del capitolo, dal quale ogni mattina un monaco leggeva a voce alta uncapitolo.Il manoscritto fu creato nel 1542/1543 dall’organista della chiesa abbaziale ecalligrafo Fridolin Sicher, su incarico dell’abate Diethelm Blarer (in carica dal1530 al 1564).Lo stemma di famiglia di Diethelm Blarer,un gallo rosso, compare in un’iniziale disegnata con inchiostro dorato all’iniziodel testo.San Gallo (Fridolin Sicher) – 1542/1543 – pergamena – 268 pagine Due iniziali in inchiostro dorato

San Gallo, Biblioteca abbaziale, Cod. Sang. 452!87

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Tradizione monasticaLe «Metamorfosi» di Ovidio Manoscritto scolastico con numerose note a margine

1100/1150Un’opera antica, letta anche dagli alunni della scuola monastica, sono le«Metamorfosi» del poeta latino Ovidio († 17 d.C.).Ovidio spiega il mondo attraverso i miti:

in 15 libri di esametri narra come dèi ed esseri umani si trasformano inanimali, piante o stelle.Il testo veniva utilizzato durante le lezioni.Per vari secoli insegnanti e studenti aggiunsero commenti a margine e tra lerighe.Anche per altre caratteristiche si nota che il manoscritto fu molto usato: lapergamena è logora, soprattutto negli angoli.San Gallo (?) – 1100/1150 – pergamena – 112 pagine

A pag. 3 piccolo planisfero con zone climatiche, a pag. 112 menzione

del terremoto del 1298

San Gallo, Biblioteca abbaziale, Cod. Sang. 866!97

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Tradizione monasticaManoscritto miscellaneo con testi di medicina

850/900Questo manoscritto è una compilazione eterogenea di 39 testi di medicinadell’antichità.Uno di essi raccoglie ricette ordinate secondo le aree di applicazione, dallatesta ai piedi. Così era possibile trovare il medicamento adatto per ognidisturbo.Un altro testo informa sulle proprietà curative di diverse piante. In un piccolo disegno viene raffigurata la mandragora.

Numerosi testi vengono attribuiti a famosi medici greci dell’antichità, per esempio Ippocrate. Uno dovrebbe addirittura

essere opera del dio Esculapio.Italia settentrionale (?) – 850/900 – pergamena – 500 pagine Disegno a penna della mandragora

San Gallo, Biblioteca abbaziale, Cod. Sang. 751!106

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Tradizione monastica«Leges»

Le leggi tribali di Visigoti, Franchi e Alemanni

793Nell’anno 793 il copista Wandalgarius raccolse tre leggi tribali, le cosiddette«Leges».Mise per iscritto il diritto romano in vigore nel regno dei Visigoti («LexRomana Visigothorum») e le leggi popolari dei Franchi e degli Alemanni («Lex Salica» e «Lex

Alamannorum»).Il suo manoscritto è il più antico codice della Biblioteca abbaziale datato conesattezza. Sappiamo addirittura che Wandalgarius scrisse almeno 100 paginein soli tre giorni.Colpiscono le fantasiose iniziali, spesso zoomorfe, alcune create con l’ausilio diun compasso.

Una pagina raffigura un legislatore.Borgogna (?) – 793 – pergamena – 342 pagine Numerose iniziali

San Gallo, Biblioteca abbaziale, Cod. Sang. 731!115

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La missione irlandeseGallo, l’irlandese

Le origini di San GalloLa nascita del monastero e della città di San Gallo sono legate al monacoirlandese Gallo.Compagno dell’importante missionario irlandese Colombano († 615), aBregenz Gallo si separò dal suo gruppo.Visse ad Arbon, e dal 612 nella valle del fiume Steinach, vicino alla qualecostruì una capanna. Attorno a lui si radunò ben presto una comunità dimonaci, dalla quale ebbero origine il monastero e la città di San Gallo.Gallo creò una base importante per la fondazione di nuove struttureecclesiastiche e politiche intorno al lago di Costanza.Atelier Nyffenegger, Flurlingen 2019 San Gallo, Biblioteca abbaziale!124

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La missione irlandese«Evangeliario irlandese di San Gallo»

Una delle più belle testimonianze dell’arte libraria irlandese

Attorno al 780Il manoscritto contiene i quattro Vangeli illustrati con suggestive miniatureirlandesi.Fu probabilmente creato attorno al 780 nel monastero di Lorrha, nell’Irlandacentrale, e arrivò attorno all’850 nel monastero di S. Gallo.Il volume contiene dodici illustrazioni a tutta pagina di elevata qualità. È tra ipiù bei manoscritti irlandesi che ci siano pervenuti.Lo stile lascia distinguere almeno due diversi artisti. I ritratti degli evangelistisono spiritualizzati e ricordano vagamente le icone bizantine.Irlanda centrale – attorno al 780 – pergamena – 268 pagine 12 illustrazioni a tutta pagina

San Gallo, Biblioteca abbaziale, Cod. Sang. 51!133

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Alto-tedesco anticoL’«Abrogans»

Glossario latino – alto-tedesco antico 790 circa

Il cosiddetto «Abrogans» è un dizionario latino – alto-tedesco antico, cosìchiamato dal primo lemma, «abrogans» (umile).Si basa su un precedente dizionario dei sinonimi latino, ordinatoalfabeticamente. Le coppie di parole latine furono successivamente tradottein alto-tedesco antico.Nell’«Abrogans» si alternano lemmi in latinoe in alto-tedesco antico. Il libretto contiene oltre 3200 di questi ultimi.Le pagine finali riportano il Padre nostro e il Credo in alto-tedesco antico,nelle versioni più antiche pervenuteci.Germania sudoccidentale – attorno al 790 – pergamena – 323 pagine Alcune iniziali in forma di pesce

San Gallo, Biblioteca abbaziale, Cod. Sang. 911!143

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Alto-tedesco antico«Vocabularius sancti Galli» Raccolta di testi con glossari 750/800

Questo libretto, realizzato per uso personale, contiene tra l’altro undizionario latino – alto- tedesco antico.In età barocca si ritenne erroneamente che fosse appartenuto a S. Gallo,donde il nome.Un glossario per argomenti con circa 400 lemmi fornisce un vocabolario dibase, simile a quelli inseriti nelle odierne guide turistiche.Le aree tematiche comprendono: piante, animali, esseri umani; parti delcorpo e malattie; agricoltura, strade, abitazioni; volta celeste, condizioniatmosferiche e stagioni.Germania (?) – 750/800 – pergamena – 206 pagine Pergamena irregolare di cattiva qualità

San Gallo, Biblioteca abbaziale, Cod. Sang. 913!152

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Carlo Magno (747–814)Due tavole in avorio dalla legatura di un libro Piatto anterioreFine dell’VIII secoloLo splendido dittico in avorio potrebbe essere stato regalato a Carlo Magno inoccasione della sua incoronazione a imperatore a Roma nell’anno 800.Secondo il cronista Ekkeardo IV († attorno al 1060) le tavole d’avorio eranoappartenute a Carlo Magno e pervennero a San Gallo per il tramitedell’arcivescovo Attone di Magonza.In origine costituivano un dittico; in base alla grandezza potrebbe essere statouno dei dittici consolari del V secolo.L’intaglio di straordinaria qualità risale all’VIII secolo. Il piatto anteriore èornato da rosette a forte rilievo.Fine dell’VIII secolo – avorio, montato su legatura in legno di epoca modernaVangelo di GiovanniSan Gallo, Biblioteca abbaziale, Cod. Sang. 60!162

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Carlo Magno (747–814)Due tavole in avorio dalla legatura di un libro Piatto posterioreFine dell’VIII secoloOrsi, leoni e leopardi attaccano le prede.Il bassorilievo fu probabilmente intagliato come regalo per l’incoronazione aimperatore di Carlo Magno. Nella raffigurazione si alternano due foglie d’uvae due scene di lotta tra animali.In alto orsi attaccano tori; nel mezzo leoni divorano cerve, e in basso leopardiassalgono delle gazzelle.Le due tavole sono annoverate tra i migliori intagli in avorio del periodocarolingio. Tuotilo se ne servì come modello per la legatura dell’Evangeliumlongum.Fine dell’VIII secolo – avorio, montato su legatura in legno di epoca modernaVangelo di GiovanniSan Gallo, Biblioteca abbaziale, Cod. Sang. 60!171

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Carlo Magno (747–814)Bibbia di AlcuinoBibbia integrale di grande formato

creata nel monastero di S. Martino di Tours Attorno all’800Sotto la guida di Alcuino il monastero di S. Martino di Tours divenne uno deipiù importanti centri per la realizzazione di Bibbie.Il dotto anglosassone effettuò una revisione del testo biblico e fece realizzaremolte Bibbie nello «scriptorium» di Tours.Le Bibbie che prendono il suo nome raccolgono per la prima volta tutti i libribiblici in un unico volume di grande formato.L’esemplare esposto pervenne al più tardi entro la metà del IX secolo almonastero di S. Gallo,

dove fu studiato assiduamente e corredato di note.Monastero di S. Martino di Tours – attorno all’800 – pergamena – 840 pagineQuasi 19,5 kgSan Gallo, Biblioteca abbaziale, Cod. Sang. 75!180

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Pianta carolingia di San Gallo e chiesa di GozbertoPianta carolingia di San Gallo, attorno all’825Il più significativo documento di progetto pervenutoci dal Medioevo raffiguragli edifici di un’abbazia imperiale carolingia e la loro funzione.Attorno all’825 l’abate sangallese Gozberto progettava di ristrutturare il suomonastero, e si rivolse per avere consiglio al monastero di Reichenau, con cuiintratteneva rapporti di amicizia.La pianta comprende 45 edifici, 5 giardini e 334 note esplicative. Non è inscala, né è da interpretare come piano di costruzione. Presenta piuttosto unconcetto per ordinare le funzioni degli edifici.Nel progetto di costruzione sono raffigurati, per la prima volta nel Medioevo,una chiesa, un chiostro, un ospedale, una scuola, una foresteria, una cucina,un forno per il pane, una cantina nonché stalle e officine.L’originale della pianta è visibile nello spazio espositivo «am Klosterhof»nell’esposizione «Il miracolo della tradizione».Monastero di Reichenau – attorno all’825 – pergamena – 112 × 75,5 cm SanGallo, Biblioteca abbaziale, Cod. Sang. 1092!190

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Pianta carolingia di San Gallo e chiesa di GozbertoPlastico della chiesaraffigurata nella pianta carolingiaSi tratta di una basilica con cripta, coro, altari e transenne del coro.La chiesa raffigurata nella pianta carolingiadi San Gallo, insieme ai pochi esempi conservatisi di architettura monasticacarolingia, permette una rappresentazione tridimensionale.Si individuano chiaramente la criptacon la tomba di Gallo, il sovrastante coro con l’altare principale e ladisposizione degli altri altari con le rispettive transenne.Si ignora invece quale forma avessero i rimanenti edifici della piantacarolingia.Plastico di Carl Bertil Lund, Stockton, California, basato sul concetto di WalterHorn / Ernest Born – 1974/1982!199

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Evangelium longumIl monaco Tuotilo

Piatto anteriore dell’Evangelium longumSulle tavole d’avorio più grandi pervenuteci dall’antichità Tuotilo intagliò unbassorilievo raffigurante Cristo dominatore del cieloe della terra.La tavola d’avorio mostra Cristo al centro tra l’alfa e l’omega, simboli dell’inizioe della fine del mondo.Negli angoli siedono al loro scrittoio i quattro Evangelisti, accompagnati dalrispettivo simbolo: in alto Giovanni (aquila) e Matteo (angelo), in basso Marco(leone) e Luca (toro).Sopra Cristo sono raffigurati sole e luna reggenti una fiaccola; sotto si trovanole personificazioni dell’acqua, con un’anfora, e della Terra, con unacornucopia.Attorno all’895 – avorio, lamina d’oro sbalzata, pietre preziose e semipreziose

San Gallo, Biblioteca abbaziale, Cod. Sang. 53, piatto anteriore !209

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Evangelium longumIl monaco Tuotilo

Piatto posteriore dell’Evangelium longumLa più antica raffigurazione di S. Gallo mostra Gallo che, in quanto santo, èimpavido persino di fronte a un orso.Il bassorilievo inferiore rappresenta il suo leggendario incontro con l’orso:l’animale riporta legna da ardere come ordinato da Gallo e per ricompensarloil santo gli regala una pagnotta.Hiltibod, che accompagna Gallo, fa finta di dormire per terra, ma osservatutto. Notevole la croce centrale alla quale è appesa la sacca delle reliquie diGallo.Al centro è raffigurata l’ascensione di Maria. La Vergine alza le braccia inpreghiera tra quattro angeli che la accompagnano in cielo.Attorno all’895 – avorio, lamina d’oro sbalzata

San Gallo, Biblioteca abbaziale, Cod. Sang. 53, piatto posteriore !218

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Cripta di OtmaroTre capitelli, frammenti di colonna e base 976–984

L’abate Immo, in carica tra il 976 e il 984, fece costruire a ovest della basilicacarolingia una cripta per le reliquie di Sant’Otmaro.A partire dal 719 Otmaro rilanciò la comunità monastica raccolta attorno allatomba di S. Gallo. Entrato in conflitto con alcuni nobili franchi, l’abate morìprigioniero sull’isola di Werd presso Stein am Rhein.Nel 769, dieci anni dopo la sua morte,le sue spoglie furono traslate a San Gallo, dove a partire dal IX secolo eglisarebbe stato venerato come santo.I tre capitelli ionici furono rimossi nel 1964 dalla cripta di Otmaro. Hanno unaforma più semplice rispetto ai modelli antichi.La superficie è stata levigata.976–984 – pietra arenaria

Servizio archeologico cantonale San Gallo, inv. 01.065.0023–29!232

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Musica e liturgiaCantatorium di San GalloCanti per la MessaAttorno al 925

Il Cantatorium è il più antico manoscritto esistente scritto sistematicamentecon notazione neumatica sangallese, contiene i canti per la Messa.I canti si alternano a seconda della festa. I brani solistici (graduale e alleluia)sono corredati di neumi, degli altri è riportato solo l’incipit.Le molte aggiunte successive fino al XV secolo e le pagine logore mostranoche il Cantatorium fu assiduamente utilizzato per secoli.Sul piatto anteriore della legatura sono applicate due tavole in avoriotardoantiche. Raffigurano la battaglia del dio Dioniso contro gli indiani.San Gallo – attorno al 925 – pergamena – 178 pagine Rilegatura in legno di quercia con avorio, osso e rame dorato San Gallo, Biblioteca abbaziale, Cod. Sang. 359!242

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Musica e liturgiaAntifonario di Hartker

Canti per la liturgia delle ore Attorno al 990/1000

L’Antifonario di Hartker contiene la più antica notazione neumatica dei cantiper la liturgia delle ore.Per celebrare la liturgia delle ore i monaci si radunavano sette volte durante ilgiorno e una volta di notte. I salmi che intonavano erano introdotti daantifone.L’antifonario prende il nome dal monaco sangallese Hartker († 1011) cheattorno al 980 si fece murare come recluso in una cella nei pressi delmonastero.Nel primo volume è raffigurata la leggenda sull’origine del canto gregoriano:lo Spirito Santo in forma di colomba sussurra i canti all’orecchio di papaGregorio Magno.San Gallo – attorno al 990/1000 – pergamena – 194 pagine Quattro disegni a penna colorati a tutta pagina

San Gallo, Biblioteca abbaziale, Cod. Sang. 390!252

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Principato abbazialeStemma del principato abbaziale Stemma come simbolo del potere 1767

Questo stemma del principato abbaziale risale al periodo in carica dell’abateBeda Angehrn, dal 1767 al 1796.Si compone di diverse parti: scudo inquartato, bastone abbaziale, mitra,corona di principe, spada, manto di ermellino e simbolo dell’Ordinedell’Annunziata.Ogni motivo ha un suo determinato significato.Lo scudo diviso in quarti rimanda al territorio del principato abbaziale. Gli altrielementi rappresentano le diverse funzioni del principe abate.San Gallo – 1767 – legno

San Gallo, Biblioteca abbaziale!263

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Principato abbazialeStemma del principato abbaziale Bastone abbaziale

Il bastone ricurvo simboleggia il potere spirituale di un vescovo o di un abate.Il bastone è solitamente in legno ed è alto circa 150 cm. Termina con ilcosiddetto «riccio», spesso in argento dorato o rame e decorato.Per la sua forma e funzione viene anche chiamato pastorale, poiché ricordache i credenti si affidano al vescovo o all’abate come le pecore al pastore.Negli stemmi il pastorale del vescovo è rivolto verso l'esterno, quellodell’abate verso l’interno.!271

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Principato abbazialeStemma del principato abbaziale Mitra

La mitra è il copricapo liturgico di regola distintivo dei vescovi.Gli abati possono però ottenere tramite privilegio papale il diritto di portare lamitra.La mitra abbaziale simboleggia l’indipendenza dell’abbazia dal vescovo locale.La mitra consiste in una specie di berretto di stoffa rigida i cui lati anteriore eposteriore si prolungano a punta verso l’alto.!279

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Principato abbazialeStemma del principato abbaziale Corona di principe

del Sacro Romano ImperoLa corona ricorda che l’abate era nel contempo principe dell’Impero.Questo copricapo si trova come cimiero sugli stemmi nobiliari: presentaquattro archi d’oro su un berretto color porpora con risvolto in pelliccia diermellino.All’inizio del XIII secolo il monastero di S. Gallo fu sottoposto direttamente alSacro Romano Impero. Gli abati possedevano privilegi imperiali.Per tale motivo il monastero viene anche chiamato principato abbaziale.!287

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Principato abbazialeStemma del principato abbaziale Spada

La spada simboleggia i diritti signorili secolari dell’abate.Gli abati del monastero di S. Gallo erano nel contempo signori secolari nelloro territorio.Governavano la regione, amministravano la giustizia ed esercitavano ilcontrollo anche sull’economia.!295

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Principato abbazialeStemma del principato abbaziale Orso

L’orso è l’animale araldico del principato abbaziale di S. Gallo.Ciò deriva da un episodio della vita di S. Gallo: quando Gallo arrivò nella valledel fiume Steinach, per viverci da eremita, incontrò un orso.Gallo gli ordinò: «Prendi un pezzo di legno e mettilo nel fuoco». L’animaleubbidì e Gallo lo ricompensò con una pagnotta.L’orso appare per la prima volta come animale araldico del principatoabbaziale nel 1334, su un sigillo.Anche negli stemmi dei Cantoni Appenzello Interno ed Esterno, e delle cittàdi Wil e di San Gallo compare l’orso di Gallo.L’orso nello stemma della città di San Gallo porta dal 1475 un collare d’oro:segno di riconoscenza dell’imperatore Federico III per l’assistenza militarecontro Carlo il Temerario.!303

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Principato abbazialeStemma del principato abbaziale Agnello di Dio

L’agnello di Dio è l’animale araldico del monastero di S. Giovanni nella valledella Thur.Il monastero fu fondato nel secondo quarto del XII secolo; la primaattestazione documentaria risale al 1152.Nel 1555 fu incorporato nell’abbazia di S. Gallo, divenendone un priorato.Amministrato da San Gallo, perse la sua indipendenza.L’agnello di Dio è un riferimento a Giovanni Battista, il patrono del monasterodi

S. Giovanni, che annunciò Gesù con le seguenti parole:«Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato dal mondo!» (Giovanni1, 29)!311

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Principato abbazialeStemma del principato abbaziale Alano

L’alano nero con collare giallo chiodato su fondo oro è l’animale araldico dellacontea del Toggenburgo.L’abate Ulrich Rösch, in carica dal 1463 al 1491, acquisì nel 1468 la contea daglieredi dell’ultimo conte del Toggenburgo per 14 500 fiorini.Il Toggenburgo era un territorio, in larga misura chiuso, che si estendevalungo il corso superiore della Thur, da Wildhaus a Uzwil.Con tale acquisto la superficie del territorio abbaziale divenne di colpo oltre ildoppio di quella precedente.!319

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Principato abbazialeStemma del principato abbaziale Albero

Lo stemma di famiglia dell’abate in carica occupa sempre il 4° quarto delloscudo.In questo caso si tratta dello stemma di famiglia del principe abate BedaAngehrn (1725–1796), che fu tra il 1767 e il 1796 il penultimo abate delmonastero San Gallo.Stemma: d’azzurro, con pila rovesciata d’argento al monte verde, sormontatoda palma verde, accostata da due ali dorate; al capo d’azzurro caricato di trestelle dorate.!327

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Principato abbazialeStemma del principato abbaziale Manto d’ermellino

Gli stemmi dell’alta nobiltà erano rappresentati avvolti in un manto. Lafodera del manto è in genere una pelliccia d’ermellino stilizzata.D’inverno la pelliccia dell’ermellino diventa completamente bianca,solo la punta della coda rimane nera. Proprio il colore rendeva la pellicciaparticolarmente pregiata.Solo l’alta nobiltà e i maggiori dignitari ecclesiastici potevano permettersi diportare un manto di ermellino sul quale erano cucite, come ornamentoparticolare, le punte nere delle code.Per tale motivo anche nell’araldica l’ermellino rappresenta l’alta nobiltà. Nellostemma del principato abbaziale il manto d’ermellino denota l’elevato rangodegli abati.!335