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VOLONTARIATO RicercAzioni nel MA Coniugare Design e Inclusione Sociale a cura di Leda Urbanucci e Giuseppe Paglione

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Design FROM all "Coniugare Design e Inclusione Sociale" Collana MAPPE - ricercAzioni sul Volontariato E-book del CSV Chieti - Centro di servizio per il Volontariato della provincia di Chieti

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VOLONTARIATO RicercAzioni nelMA

Design FROM AllConiugare Design e Inclusione Sociale

a cura di Leda Urbanucci e Giuseppe Paglione

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Quest'opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione - Non com-merciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale. Per leggere una copia della licenzavisita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/.

ISBN 978-88-89924-80-17

L'idea di una collana editoriale, in formato e-book, nasce dalla coinci-dente conclusione di tre progettualità che hanno visto il Csv di Chietiessere laboratorio e luogo di costruzione di incontro e di condivisionecon Organizzazioni di Volontariato, Enti territoriali e Università.Le RicercAzioni nel variegato mondo del volontariato locale hannopermesso di acquisire utili strumenti di organizzazione, promozionee gestione necessari e quindi utili a tutte le realtà associative che siimpegnano nei vari campi della solidarietà.Ed in questa ottica è nata la scelta di rendere questo patrimonio espe-rienzale fruibile a tutti.

Ermanno Di Bonaventura presidente del Centro di Servizio per il Volontariato della provincia di Chieti

Edizioni CSV Chieti Reg. Tribunale di Chieti n. 3 del 6 novembre 2014 Chieti, dicembre 2014

Per seguire percorsi già tracciati; per orientarsi verso nuovi obiettivi; per "non perdersi" dentro la complessità sociale.

Gli e-book del Centro di Servizio per il Volontariato della provincia di Chieti

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"Non puoi insegnare qualcosa ad un uomo.

Lo puoi solo aiutare a scoprirla dentro di sé". (Galileo Galilei)

Design From AllConiugare Design e Inclusione Sociale

Coordinamento scientifico: Leda Urbanucci

Assistenti del progetto: Florencia Sedran Wyse, Martina Faccia

Progetto grafico: Mario D’Amicodatri

Photo e styling grafico: Sara Di Berardino

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CapItolo 1: preSuppoStI Del progetto

Il CSV di Chieti promotore di innovazione socialeErmanno Di Bonaventura, Presidente CSV Chieti

Quando parliamo di innovazione sociale ci riferiamo a nuove idee che riguardano iservizi ed i modelli che cercano di dare risposte ai bisogni sociali in modo più efficacerispetto a quelli esistenti e che allo stesso tempo danno vita a nuove relazioni e nuovecollaborazioni.L’innovazione sociale è un elemento chiave nella strategia di crescita e sviluppo del-l’Unione Europea nei prossimi anni identificandola con tre semplici domande le inno-vazioni come sociali:

• È utile? Affronta un reale problema sociale o ambientale in maniera efficiente dalpunto di vista dei costi?

• È rilevante per le persone coinvolte nell’iniziativa?

• Crea relazioni nuove ed efficaci nella società?

L'innovazione sociale ha dunque una spiccata dimensione collettiva, non può quindiappartenere all' immaginazione o creatività di una singola persona quanto ad una ca-pacità condivisa di partire da una intuizione o da una idea e svilupparle fino a trasfor-

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OGNI PERSONA CON DISABILITA' E' NOSTRO FIGLIO

ANFFAS ONLUS DI ORTONAAssociazione Famiglie di Persone con

Disabilità Intellettive e/o Relazionali

Onlus

marle in una pratica diffusa.L'innovazione è con le persone e per le persone ed ha come valori fondamentali lasolidarietà e la responsabilità . Possiamo dire allora che il volontariato e' una delle esperienze in cui maggiormente

si è sperimentato e si continua a sperimentare la pratica dell'innovazione.Il Centro di Servizio per il Volontariato di Chieti, favorendo l’affermarsi di progettualitàsociali innovative per approcci e metodologie, che promuovano l’integrazione fra or-ganizzazioni di volontariato, terzo settore, aziende profit, enti di formazione ed Istitu-zioni ritiene di poter essere uno dei motori generativi nei processi di innovazioneculturale e sociale che il momento storico che stiamo vivendo ci chiede ed in qualchemodo ci impone. “ DESIGN FROM ALL – coniugare design e inclusione sociale” può dirsi, a pieno titolo,un progetto innovativo. Socialmente innovativo. Un primo passo è stato fatto. Si è tracciato in questi due anni di RicercAzione il mo-dello di format metodologico di lavoro e degli strumenti didattici che possono esseredi supporto agli operatori dei laboratori creativi per soggetti con disabilità.

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un modello di buone prassiNadia La Torre, Presidente Anffas onlus Ortona

Non basta amare i propri figli e cercare di dare loro tutto ciò di cui hanno necessità perpoter dare risposte ai loro bisogni; come mamma di una ragazza con disabilità e Pre-sidente di Anffas Onlus Ortona sono convinta che sia fondamentale avere un pizzicodi follia per portare avanti progetti fuori dagli schemi.In questa ottica Anffas Ortona opera da dieci anni senza aiuti pubblici, senza cioè con-venzioni per gestire il centro socio occupazionale Experimenta, laboratorio di produ-zione di carta fatta a mano divenuta un'eccellenza del territorio.Spinti dall'esigenza di offrire un'opportunità di lavoro per i propri figli, in grado di col-mare il vuoto che esiste dopo il percorso scolastico, e senza preoccuparci di avere unasovvenzione pubblica abbiamo strutturato e gestito un'attività per un centro diurno.Abbiamo ragionato con la convinzione che anche in questo ambito si può fare impresae stiamo ancora cercando di dimostrare che ciò è possibile. Grazie alla collaborazione di alcuni soci e collaboratori dotati di grande creatività e ca-pacità organizzative, abbiamo impostato un laboratorio artigianale che produce cartafatta a mano. La nostra storia è stata sempre caratterizzata da una continua ricerca distrumenti, modalità di produzione e di comunicazione che mettessero la persona condisabilità nelle condizioni di assumere il ruolo di protagonista. Fin dall'inizio abbiamosognato un luogo socialmente inclusivo all'interno della comunità e ci siamo ispiratiad alcuni principi:

- Cercare di dare a tutti la possibilità di fare tutto attraverso processi lavorativi pensatisecondo le peculiarità di ogni singola persona con disabilità e l'utilizzo di strumentiche facilitano la comunicazione e l'apprendimento come ad esempio il linguaggio fa-cile da leggere con certificazione europea “Easy to Read”.

- ideazione di prodotti che siano il risultato di un percorso creativo oltre che di un pro-getto commerciale sostenibile;

- apertura al territorio attraverso laboratori didattici per le scuole di ogni ordine e grado,attribuendo ai mastri cartai ruolo, valore e funzione sociale.

L'incontro con la designer Leda Urbanucci ha segnato un momento fondamentale nelnostro percorso. Fin dall'inizio ci siamo trovati in sintonia di pensiero e la reciproca fi-ducia ha fatto sì che si potessero creare spazi e strumenti necessari a sviluppare tuttoil potenziale creativo. L'esperienza formativa di Leda in Finlandia è stata propedeutica

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alla sperimentazione intrapresa con il primo vero progetto del 2010 con la Cantina Col-lefrisio, che ha adottato un packaging per le bottiglie di vino impiegando la nostracarta: era nato il progetto di marketing sociale che ci ha portato anche al Vinitaly.La collaborazione con Leda si è poi consolidata quando si è deciso di pubblicare nelgennaio 2012 un libro dal titolo “Emozioni a tavola” che rappresenta attraverso la rac-colta di ricette inedite la volontà di supportare le persone con disabilità nel raggiungi-mento della massima autonomia ed indipendenza possibili, passando attraversosemplici mansioni domestiche. Emozioni e sensazioni universali che vanno oltre lacondizione di disabilità trasformate in ricette da gustare per tutti nel pieno principiodell’uguaglianza. Partendo da queste premesse, Anffas Ortona ha rappresentato un modello di buone

prassi per il progetto Design From All da trasferire in altri contesti, perchè le nostreazioni non sono frutto di improvvisazione ma il risultato di un lungo percorso, ispiratosoprattutto alla Convenzione Onu per i Diritti delle Persone con Disabilità che rappre-senta per Anffas un prezioso punto di ancoraggio per collocare ogni azione, iniziativae pensiero dove la persona viene messa al centro. Tale lavoro deve essere un punto di partenza più che un punto di arrivo per prepararcialle numerose sfide che ci attendono!

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Il designer nell'inclusione socialeGiordano Bruno, direttore ISIA Roma Design

Non a caso nel titolo di questo mio breve contributo ho usato il termine designer e nondesign.Quest'ultimo è un sostantivo astratto, che ha molte connotazioni – alcune obsolete,altre schematiche, altre che devono essere unite ad aggettivi di qualificazione – mentrechi, come me, che per professione e per vocazione si è sempre interessato al processoformativo degli individui, non può che rivolgersi alla persona che studia e fa design.Quale ruolo allora deve svolgere un designer, oggi, nella società?Io ritengo che questo ruolo nel mondo in cui viviamo e che stiamo costruendo sia par-ticolarmente significativo.Vedo il designer come un “ambasciatore” di cultura, con la capacità di rappresentarele fibre nervose di una società, la sua intelligenza, il suo senso etico ed estetico, quantodi meglio e di più sia in grado di caratterizzarla e renderla riconoscibile.Gli oggetti e i sistemi di oggetti appartengono al mondo, si possono trovare in un vicolomedievale dell'Italia centrale, così come in Nuova Zelanda o in Finlandia. Sono identi-ficativi, attraverso il presente spesso ci aiutano a comprendere il passato. L'architetturae l'arte sono più collocate, meno fruibili e per certi aspetti meno facilmente compren-sibili.Con ciò, sia chiaro, non voglio sminuire queste forme eccelse del pensare e del sentireumani, così come tutte le altre forme di cultura, ma credo che la produzione di designabbia questo grande vantaggio, a prova di smentita.Viviamo l'era della comunicazione e dell'interazione, delle reti telematiche e di quellepersonali, sempre più allargate (e anche, permettetemelo, sempre più invadenti).Giovani designer, maker, inventivi, progettano innumerevoli app innovative per renderetali strumenti e il nostro vivere quotidiano sempre più ricco di possibilità e facilitazioni(che sempre ci riescano questo è un altro paio di maniche!).Ma ancora c'è moltissimo da progettare o riprogettare nel settore degli oggetti chestanno nelle nostre case, strade, scuole, uffici, mezzi di locomozione e altro ancora, te-nendo conto dei nuovi vincoli che ogni periodo vitale del nostro pianeta porta con sé. L'attenzione all'ambiente, all'invecchiamento, alle disabilità, alla sovra popolazionespingono il designer (non l'ho ancora detto ma con questo sostantivo dobbiamo in-tendere il progettista di beni e servizi, quanto meno) a concepire nuovi progetti che ri-spondano meglio e più opportunamente a tali problematiche.

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L'ISIA di Roma, che ho l'onore di dirigere, si è sempre mossa in questa direzione e ilsuo statuto formativo è stato sempre attento a fornire ai propri studenti gli strumentiper poter comprendere l'oggi attraverso le relazioni costruite tra discipline quali la se-miotica, la psicologia, la sociologia, le scienze e la tecnologia, la comunicazione, l'eco-nomia, la storia. Il loro intrecciarsi nell'ambito progettuale fornisce le basi per essereconsapevoli dei problemi e delle opportunità che abbiamo.Ormai otto anni fa abbiamo aperto un biennio specialistico in “Design dei sistemi”,che vuole essere la sintesi del nostro pensare, in evoluzione con l'ausilio delle scienzedella complessità.Ciò ha permesso di formare designer in grado di progettare sistemi e servizi, che ap-punto tanta importanza hanno nella nostra epoca.E due anni fa a Pescara, sempre con lo stesso spirito, abbiamo aperto un altro bienniospecialistico: quello in “Multimedia design”. Un designer che si misurerà con le scenee con gli eventi multimediali, che tanta parte hanno nella società della comunicazione.E ancora più di un anno fa abbiamo concepito un dottorato in “Interaction design”, chenon solo è il primo dottorato acceso nel settore AFAM, ma che vuole essere un contri-buto alla ricerca in un settore di frontiera e di grande sviluppo come quello dell'intera-zione.Negli ultimi mesi, poi, a conclusione di un intero ciclo abbiamo realizzato un master diprimo livello in “Social design business management”: l'ultimo atto formativo di chi sioccuperà di progettare sistemi di sviluppo che prevedano “investimenti sociali” comevere e proprie attività economiche finalizzate all’inclusione dei protagonisti coinvolti.Riporto qui alcuni passi che illustrano il nostro master:“Le dinamiche sociali contemporanee impongono ai loro protagonisti la necessità dicondividere e scambiare competenze. Da una parte, il mondo della solidarietà e delleagenzie orientate verso il no-profit necessita di professionalizzare le proprie risorse;d’altra parte, le aziende (e in diversa misura gli enti pubblici) hanno bisogno di relazio-narsi con le sempre rinnovate istanze del mondo social, capace di sviluppare opportu-nità di crescita e di sviluppo: sociale ed economico. Il Master in Social Design BusinessManagement, funziona da incubatore di idee e innovazioni capaci di ripensare i pro-cessi produttivi realmente orientati verso una crescita sostenibile a livello economico,ambientale e sociale.

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Il mondo del profit e quello del no-profit, per lo sviluppo delle loro attività, necessitanodi una figura capace di coniugare istanze diverse ma convergenti verso un obiettivocomune proiettato verso la definizione di nuovi progetti. Tale figura deve avere la ca-pacità di innovare i processi produttivi, di gestione e di amministrazione attiva, di svi-luppare processi di costruzione di idee imprenditoriali innovative fondate sul principiodella sostenibilità. Il corso implementa un approccio sociale e creativo ai processi diideazione e progettazione e fornisce gli strumenti dialettici quali le capacità di rappre-sentazione e comunicazione dei progetti attraverso la rappresentazione grafica e mul-timediale, connettendo analisi ed interpretazioni con le esigenze degli utenti finali.”Ritengo assolutamente necessaria la formazione di una tale figura di professionista ericercatore, in tal modo si potrà contribuire a modificare un modello di società che haperso l'orizzonte reale dello sviluppo, che non può che passare attraverso l'integrazionesociale e l'ampliamento della cultura.In questa ottica ben si colloca l'iniziativa, partita nel 2011 e sviluppatasi negli ultimi treanni che vede il progetto “Produrre innovazione: Design From All” del CSV di Chieti edei suoi partner, tra cui la sede di Pescara dell'ISIA di Roma, come un'efficace possibi-lità di inclusione.Siamo lieti e fieri di poter fornire il nostro contributo, prestato in particolare e congrande impegno dal prof. Massimo Ciafrei. A voi tutti che avete ideato e realizzato que-sto grande volano di contenuti umani va il mio grazie sincero e il mio augurio di pro-seguire con lena su questa strada.

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una felice intuizioneSandra De Thomasis, Direttore CSV Chieti

“Design FROM All” è nato nella nostra testa in occasione della presentazione di unacollezione di etichette molto particolari per i vini di una cantina di Ortona. Le etichetteerano state realizzate dal laboratorio di carta artigianale dell'Anfass dove da qualchemese era arrivata una giovane designer: Leda.Quello che mi ha subito colpito è stata la considerazione che quegli oggetti eranobelli in assoluto. Il loro valore non era solo quello di essere legati ad una buona causa.La carta diventava tridimensionale, si trasformava in oggetti con un approccio com-pletamente diverso da quelli che, almeno io, conoscevo: il punto di partenza era lacreatività dei Mastri Cartai dell'Anfass Onlus di Ortona.Gli elementi di forza erano evidenti:

- un laboratorio artigianale implementato da un'associazione di volontariato che si èposta l'obiettivo di creare un percorso di inclusione sociale, anche attraverso il lavoro;

- una designer che il volontariato europeo ha portato in Finlandia e le ha fatto conoscerenuove possibilità, nuove strade;

- la creatività dei mastri cartai;

- il CSV.

Le domande che il CSV si è posto sono state:

“È possibile produrre un format metodologico di lavoro e degli strumenti didattici chepossono essere di supporto agli operatori dei laboratori creativi per soggetti con disabi-lità? Una metodologia replicabile diversi contesti del settore sociale e sociosanitario?”

Sì. È possibile. Oggi, a conclusione del progetto possiamo dire che la nostra intuizioneha trovato conferma. L’e-book “Design FROM All” apre la strada a tutte le associazioniche vogliono implementare laboratori socio occupazionali che mettono al centro la crea-tività delle persone con diversa abilità.

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Dall'intuizione alla ricercaLeda Urbanucci, designer e coordinatore del progetto

Il concetto di design si apre ad una moltitudine di scenari che vedono interpolare il ruolodel progettista a quello dell'azienda, alle maestranze e al fruitore finale.Nel corso degli anni la cultura del progetto è stata applicata in ambiti dierenti, dal productall' interior design fino a plasmarsi su un ambito tanto attuale quanto ampio e trasversale,il “Social Design”, in grado di intersecare scenari preesistenti e crearne di nuovi:“è a volte definito come un processo di progettazione che contribuisce a migliorare il be-nessere umano e di sussistenza” (Holm, Ivar (2006). Ideas and Beliefs in Architecture andIndustrial design: How attitudes, orientations, and underlying assumptions shape the builtenvironment. Oslo School of Architecture and Design. ISBN 82-547-0174-1).A partire da questi presupposti e attraverso un'esperienza di Servizio Volontario Europeosvolto in Finlandia nel 2007 presso l' Art&Textile Workshop Luovilla dell'organizzazioneno-profit Lyhty ry di Helsinki, ho potuto focalizzare la mia attenzione su un aspetto tantoastratto quanto fondamentale, quello della Creatività.

le numerose attività dei workshop lavorativi presso Lyhtu ry (Helsinki) comunicate attraverso un'accattivante immaginecoordinata.

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Daniel Goleman asseriva che anché “..la creatività si manifesti, occorre prendere qualcosache abbiamo dentro e dargli vita esprimendolo fuori di noi..”(Daniel Goleman, Lo spiritocreativo); in Lyhty ry, la progettualità a servizio dell'inclusione sociale è al centro della pro-pria mission: attraverso i suoi numerosi laboratori occupazionali gestiti da personale qua-lificato legato anche al mondo del design e dell'arte, concretizza questi principi dando lapossibilità alle persone con disabilità intellettive che vi lavorano, di esprimere liberamentee in grande autonomia le proprie abilità, al fine di creare e proporre oggetti di uso quoti-diano di alto valore artigianale, servizi di qualità per la comunità, una radio e prodotti di-scografici di livello.Il principio semplice, ma innovativo, che vige all'interno dell'organizzazione è quello di for-nire alla persona sempre più possibilità di scelta: “se alla persona viene data la possibilitàdi esprimere una preferenza tra più opzioni, sarà possibile individuarne e implementarnele qualità per crescere” (Cit. Markus Vahala manager Lyhty, intervista 2012).Un'altra eccellenza conosciuta in Finlandia è l'organizzazione Resonaari che si occupa diinsegnare musica a persone con disabilità intellettive attraverso “Figurenotes” un linguag-gio musicale semplificato e accessibile ideato dai fondatori Markku Kaikkonen e Kaarlo

Figurenotes: il linguaggio ideato da Markku Kaikkonen e Kaarlo Uusitalo è fondamento della scuola di musica Resonaari (Helsinki).

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dicoltà nell'acquisire informazioni attraverso la lettura.Gli stimoli fin qui individuati sono diventati spunti di riflessione che hanno generato un'ideanuova, ovvero quella di sperimentare contesti creativi i cui protagonisti fossero personecon disabilità intellettive con spiccato talento artistico i quali, supportati da giusti strumenti,potessero veicolare la propria creatività al fine di creare prodotti di uso quotidiano di qua-lità: divenne indispensabile captare ingredienti e vincoli necessari per valutarne l'eettivaattuabilità.

Uusitalo, studiato a partire dalle esigenze comunicative della persona con disabilità intel-lettive e utilizzabili da chiunque abbia voglia di approcciare ad uno strumento senza ne-cessariamente conoscerne la teoria: i sorprendenti risultati raggiunti da questametodologia sono ad oggi molto seguiti su web e social network. Un altro esempio di progettualità per l'inclusione è sicuramente lo studio del linguaggioEasy to Read del progetto Pathways 2 di Inclusion Europe, nel quale si individuano tutti gliaspetti comunicativi, legati alla stesura del testo, che agevolano la comunicazione e l'ac-cessibilità dell'informazione: anche in questo caso, lo studio parte dalle abilità della per-sona con disabilità intellettive e diventa uno strumento utile per qualsiasi soggetto con

Le linee guida del progetto Pathways 2 di Inclusion Europe, per un linguaggio facile da leggere.

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Nel 2009, l'incontro con Anas Onlus Ortona e il proprio laboratorio di carta fatta a manoExperimenta, ha concretizzato una prima empirica sperimentazione, supportando e rilan-ciando l'idea con la realizzazione del “Laboratorio di Sviluppo Prodotto”, durato circa unanno e mezzo;da questa sperimentazione, sono nate collezioni di prodotto in carta fatta a mano di ottimafattura artigianale e un team creativo aatato e professionale: l'interesse del pubblicoverso la qualità dei prodotti del laboratorio Experimenta, ha messo in risalto il potenzialecelato dietro questa sperimentazione, che pone il talento della persona prima della disa-bilità, stimolando l'idea dell'attuabilità di contesti lavorativi autonomi.Un ulteriore esempio concreto e ispirante di progettualità legata all'inclusione è sicura-mente riportato dal percorso di ricerca di Design for all che “promuove una progettazioneper l'individuo reale, inclusiva ed olistica, che valorizza le specificità di ognuno, coinvol-gendo la diversità umana nel processo progettuale”: una progettazione dunque che partedai principi dell'ergonomia, consentendo alla persona, indipendentemente dalle propriecaratteristiche fisiche di poter utilizzare un prodotto e/o un servizio senza dicoltà e senzadierenze formali; con Csv Chieti, abbiamo captato questi presupposti, ribaltando il para-digma, trasformando il “for” in “FROM” e immaginando una modalità di inclusione attra-

verso un percorso parallelo, includendo la persona con disabilità intellettive nel percorsocreativo e progettuale: Design FROM All, appunto.

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VISIoNIl progetto intende contribuire all’inclusione sociale e all’inserimento socio-lavorativo dellepersone con disabilità intellettive, attraverso un percorso di valorizzazione delle abilitàcreative applicate alla produzione di oggetti di design.“Design FROM all” è una ricercAzione che ha lo scopo di creare un modello innovativo perla creazione e lo sviluppo di competenze da proporre alle Odv che svolgono percorsi di in-clusione sociale delle persone con disabilità intellettive, valorizzandone le abilità e gene-rando nuove opportunità occupazionali.

Attraverso il progetto si intende aermare una diversa immagine delle persone con disa-bilità intellettive quali soggetti capaci, secondo le proprie specificità, di lavorare in un con-testo di normalità, produttività e responsabilità. Il percorso progettuale si propone difavorire da parte dei soggetti coinvolti nelle attività l’acquisizione di abilità professionaliche consentano un’eettiva autonomia operativa, l’acquisizione di adeguate capacità direlazione con il gruppo dei pari e con gli operatori e la sperimentazione del ruolo di lavo-ratore eettivo.

MISSIoNLa RicercAzione Design FROM All, intende individuare ed elaborare strumenti per la pro-gettualità da proporre a creativi con disabilità intellettive, valutando vincoli e attuabilitàdella propria vision.Attraverso simulazioni di percorsi progettuali si sperimenta la connessione delle compe-tenze professionali legate al mondo del design, con le abilità di persone con disabilità in-tellettive impegnate in attività socio-occupazionali.In sintesi, gli obiettivi primari del progetto sono:

1. individuare i parametri per la realizzazione di laboratori progettuali Design FROM All,2. realizzare strumenti e percorsi per l'autonomia della persona durante il processo crea-

tivo,3. individuare scenari futuri e campi di applicazione

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CapItolo 2: CrIterI e MetoDI per la rICerCa

Fasi di sperimentazioneAl fine di generare strumenti e metodologie, ci si propone di eettuare una sperimentazione su tre“fasi consecutive”, dove studenti di design e artigiani con disabilità intellettive avranno l'opportunitàdi lavorare insieme simulando un percorso progettuale e innescando feedback reciproci Top Downe Bottom Up.Ogni fase, sviluppata presso una Odv accuratamente selezionata, ha generato risultati ridiscussie rielaborati durante le fasi successive, fino ad arrivare ad una cernita finale nella quale estrapolareuna proposta metodologica e strumentale più completa.

Selezione delle associazioniPer individuare le tre associazioni idonee allo sviluppo del progetto, abbiamo usufruito di una piat-taforma di sondaggi online, realizzando due questionari per valutare sia il grado di interesse neiconfronti della tematica, sia il livello di ricettività da parte delle Odv, inizialmente sul territorio abruz-zese e successivamente sulla Provincia di Chieti; oltre all'Anas di Ortona con il proprio laboratorioartigianale di carta fatta a mano, partner del progetto e prima Odv sperimentatrice, sono state se-lezionate l'Anas Onlus di Lanciano, specializzata in metodologie comunicative legate alle sim-bologie grafiche, e Altri Orizzonti di Lanciano la quale sta indirizzando i propri ragazzi verso lepratiche del riciclo creativo.

Le tappe di sperimentazione durante il percorso di ricerca Design FROM all

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Per imbastire la ricerca e impostare i lavori sono stati seguiti ulteriori procedimenti:1. Ricerche preliminari

Ricerca bibliografica e interviste: intercettare e intervistare le eccellenze in ambito inter-nazionale e nazionale nonché un approfondimento delle tematiche attraverso una ri-cerca bibliografica, ha generato inattese prime conferme su quanto ipotizzato erealizzato in precedenza; i dati ottenuti da queste prime ricerche sono stati organizzatied esposti durante tre seminari.2. Seminari formativi

Presso l'Isia di Pescara hanno avuto luogo seminari formativi per presentare il progettoagli studenti di design e selezionare un primo gruppo di lavoro da impiegare nella primaparte del progetto.3. Costituzione del team di ricerca: a seguito dei seminari formativi, si è costituito il primogruppo operativo composto da dieci studenti di disegno industriale dell'Isia di Pescara.Al team di lavoro è stato adato il compito di seguire le linee guida proposte dal coor-dinatore di progetto e metterle in pratica assieme ai dieci artigiani del laboratorio; i ri-sultati sono stati successivamente confrontati e rielaborati attraverso riunioni e gruppidi discussione online.4. Costituzione del team di ricerca definitivo: a seguito della prima fase di sperimenta-zione, dopo aver delineato i parametri utili al percorso di ricerca, è stato selezionato unteam di lavoro più ristretto, composto da tre studentesse di design di cui due con il ruolodi assistenti di progetto e una con il ruolo di reporter.

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CapItolo 3: rISultatI DI rICerCa

• Definire Design FroM all:Design FROM All, propone strumenti e modalità operative per lo sviluppo di un percorso creativo e pro-

gettuale, al fine di facilitare la valorizzazione della creatività, l'autonomia e l'autodeterminazione della

persona impegnata in un laboratorio artigianale socio occupazionale.

Gli strumenti e il percorso proposti da Design FROM All sono in continua evoluzione e prevedono una

flessibilità nella sua applicazione, nonché un riadattamento sulla base delle reali caratteristiche e abilità

della persona che vi partecipa.

Questa visione si contrappone alle modalità operative tipiche dei laboratori artistici e manuali, in quanto

la persona è chiamata a ideare e a realizzare nella massima autonomia, ma con metodo e strumenti pro-

fessionali, una propria idea che diventerà un prodotto di uso quotidiano: al fine di ottenere gli obiettivi

prefissi, è fondamentale abbinare l'approccio dFa allo sviluppo di un laboratorio creativo permanente,

preceduto da un percorso di formazione.

• gli attori (caratteristiche e ruoli nell'ambito di DFA)

Quattro sono gli attori che si relazionano durante un percorso di DFA:

• l'associazione di volontariato, quale contenitore del percorso e portatore di valori specifici,

• la figura professionale del designer che assume un ruolo di coordinatore intessendo unamatrice lavorativa,

• lo sta di laboratorio che ha il compito di aancare il designer e facilitare il processo di pro-gettazione,

• l'artigiano del laboratorio, figura centrale del progetto.

Ogni attore ha dunque delle competenze specifiche:

1. L'associazione di volontariatoL'associazione si impegna a trasmettere i propri valori e la propria linea di lavoro, interagendo/guidando/ aancando il designer al fine di contribuire a valorizzare il talento e le abilità dellapersona.

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Attraverso DFA potrà favorire:

• l'autonomia della persona per la realizzazione della propria idea e quindi favorire il processodi autodeterminazione

• la creazione di prodotti di qualità che veicolino i valori dell'associazione

• la creazione di nuovi scenari lavorativi e percorsi di autonomia.

2. Il designerIl designer è coordinatore delpercorso di progettazione e hail compito di intessere una ma-trice di lavoro attraverso le lineeguida e gli strumenti DesignFROM All, dove l'artigiano potràapplicare e veicolare la propriaabilità creativa.

3. Lo sta di laboratorioLo sta, già formato alle proce-dure dFa, aanca il coordina-tore del laboratorio ed ècomposto da persone con pro-fili tecnici (studenti di design,progettisti, artigiani) e da perso-nale dell'associazione stessa;essi avranno un ruolo attivo

non solo nel seguire le direttive del coordinatore, ma anche nel seguire e facilitare il percorso diprogettazione, individuando le dicoltà e i punti di forza del singolo, senza sostituirsi ad esso.

4. L'artigiano del laboratorioLa persona con disabilità intellettiva è al centro del progetto, assume il ruolo di “creativo” nel labo-ratorio/atelier: ogni percorso progettuale sarà strutturato sulle sue reali abilità e potenziale crea-tivo.L'artigiano è impegnato nella fase creativa, di ricerca e sviluppo per la produzione artigianale e/oin serie.

La cooperazione e loscambio creativo tra ar-tigiano, designer e or-ganizzazione divolontariato è il primopresupposto per unacorretta impostazionedi un percorso DesignFROM all.

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Istruzioni e presupposti per avviare un percorso Design FroM all

• Visione associativa (a cura di Nadia La Torre)(Focus e linee guida sul ruolo dell'associazione)

Luoghi, spazi e strumenti di lavoro:

Creare uno spazio organizzato e funzionale è indispensabile per un corretto svolgimento del per-corso:

• ogni artigiano dovrà avere a disposizione un proprio banco di lavoro spazioso (Larghezzaminima di 80 cm e profondità minima di 50 cm) e la possibilità sia di lavorare in autonomia(ad esempio distanziando il banco di almeno 1 m dal compagno di laboratorio per evitare di-strazioni e influenze), sia in gruppo quando il lavoro lo richiede;

• gli strumenti di lavoro dovranno avere una propria collocazione ben visibile e accessibile,anche attraverso i metodi grafici successivamente descritti;

• di conseguenza è bene svolgere il progetto in un luogo ben illuminato e spazioso in rapportoal numero di persone che vi partecipano.

• Ruoli e competenze del designer

Il designer imposta il lavoro assieme all'associazione di riferimento, sulla base della vision e dei va-lori che essa promuove, programmando e valutando gli obiettivi sul medio e lungo periodo: il desi-gner inoltre, può essere un valido sostegno per l'impostazione di partenariati con enti e aziendevicine alla realtà associativa.

Nello strutturare il percorso laboratoriale, il designer deve analizzare e tener conto di budget, stru-menti e materiali reperibili dalla stessa associazione: in linea di massima, suggeriamo di elaborarestrumenti che siano economicamente ed ecologicamente sostenibili.

Nell'ambito del percorso progettuale, egli assume un ruolo di supporter e coordinatore, che com-porta la capacità di intessere una matrice lavorativa che va oltre la mera applicazione degli stru-menti proposti da questa ricerca: occorre una notevole capacità empatica, un'intelligenza emotivadi base che possa guidarlo attraverso un percorso che interseca gli archetipi della comunicazione,le dinamiche tecniche e quelle creative.

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Intraprendere questo percorso significa avere come obiettivo la conversione del “limite” della per-

sona in “punto di partenza” per lo sviluppo di un percorso ecace: gli strumenti proposti non sa-ranno interpretati dal designer come qualcosa da applicare con metodo, ma come una direzioneflessibile che va necessariamente adattata alla personalità con la quale si lavora e quindi da con-frontare e implementare nel tempo.

Durante lo svolgimento del progetto, è indispensabile il continuo confronto con il personale dell'as-

sociazione anchè il suo intervento risulti sempre in linea alle esigenze della persona e ad eventualipercorsi paralleli di sviluppo: questo può essere agevolato sia inserendo parte del personale nellosta di laboratorio, sia attraverso il confronto verbale con le professionalità presenti in associa-zione.

Il designer quindi, coordina il laboratorio supportato dal proprio sta, mettendo in pratica un prin-cipio fondamentale, ovvero quello di non sostituirsi alla persona nelle fasi progettuali: per far questoapplica un sistema di feedback reciproco (Top Down e Bottom Up) tra coordinatore, artigiano e sta.

Assieme al suo team, egli organizza preventivamente gli incontri di lavoro, adeguandoli di volta involta agli obiettivi raggiunti negli incontri precedenti: questo passo richiede una grande capacità di

sintesi nonché un'adeguata dimestichezza con gli strumenti comunicativi presentati, poiché è statoosservato quanto sia fondamentale per la persona con disabilità intellettive compiere attività sulla

base di ritmi scanditi che minimizzino i classici “momenti vuoti”.In sintesi:

Ruoli e caratteristiche del designer Design FROM all

Coordina il laboratorio di progettazione

Considera il limite della persona quale punto di partenza per il lavoro

Individua priorità e obiettivi progettuali attraverso il confronto con l'associazione

Applica e implementa strumenti e processi per agevolare il lavoro della persona

Ricerca feedback Top Down e Bottom Up tra associazione, persona e sta

Applica e ricerca tecniche e strumenti realizzati con materiali facilmente reperibili e sostenibili

ecologicamente ed economicamente

Pianifica preventivamente ogni incontro di lavoro

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• L'artigiano/creativo

L'artigiano sarà protagonista del progetto, ma per diventarlo è necessario individuarne inclinazionie attitudini personali; è fondamentale stabilire il livello di interesse e predisposizione nei confrontidelle attività creative, valutandone limiti, punti di forza e talenti: per questo è necessario impostareun periodo iniziale di formazione per determinare:

- Livello di autonomia: quali abilità motorie e creative possiede il soggetto e quali sono ipunti da cui partire. È necessario mantenere un'onestà intellettuale evitando di pensareal percorso Design FROM All come panacea ideale che converte in momento creativoogni limite umano: come nel caso del già citato Easy To Read (Pathways 2, Inclusion Eu-rope), per svolgere questo percorso sono necessarie abilità fisiche e intellettive di base,che saranno di volta in volta stabilite a seconda della tipologia di laboratorio progettualeche si andrà ad impostare.- Livello di motivazione e predisposizione alla progettualità: il momento di formazione èciò che noi definiamo “una possibilità di scelta”, a cui la persona può approcciare indi-pendentemente dal proprio background di competenze; attraverso il percorso si verifi-cherà l'idoneità alla fase professionale, in rapporto agli obiettivi dell'associazione e dellatipologia di laboratorio progettuale che si intende impostare.

Questi parametri evidenziano ancora una volta l' importanza di inserire nel percorso un valido si-

stema di feedback che coniughi designer, sta e artigiano: ce lo dimostra anche la case history giàcitata, Lyhty ry di Helsinki, che connetteva tutti i laboratori occupazionali, coordinati da professio-nalità completamente diverse, attraverso un sistema online di Liquid Feedback utile sia ad avereconsigli da più punti di vista sui singoli casi, sia a potenziare e implementare gli approcci metodo-logici applicati: in seguito illustreremo i sistemi utilizzati per il nostro progetto.

Tappe del percorso Design FROM All.

Partecipare ad un progetto Design FROM All vuol dire acquisire gradualmente competenze, abilitàe autonomia: questo diventa possibile se si antepone alla realizzazione del laboratorio/atelier “pro-fessionale” una fase di formazione, collocando il percorso stesso su due livelli:

1. Formazione

2. Atelier professionale.

1. Formazione

I tempi per la formazione vanno stabiliti con l'associazione stessa, in base al grado di di-

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coltà degli strumenti e obiettivi proposti: suggeriamo di impostare un periodo di formazionenon inferiore ai tre mesi.Per impostare la fase di formazione è importante lavorare con piccoli gruppi di artigianisupportati sia da designer che da sta di laboratorio; durante questa fase, il rapporto nu-merico adeguato tra coordinatore e sta rispetto alla persona da formare è 1 a 2: in questaparte del percorso avviene l'approccio semplificato alla cultura del progetto e attraversofeedback continui, si avrà la possibilità di approfondire i profili dei partecipanti. Al fine difacilitare l'inserimento della persona nel percorso e di innescare curiosità e partecipazioneal progetto, è importante orire una grande quantità di stimoli creativi di vario genere, cre-ando esperienze multisensoriali.L'artigiano ha in questa fase la possibilità di approcciare agli strumenti e processi proposti,valutando il proprio interesse per il percorso che si sta intraprendendo.A fine percorso e dopo una serie di valutazioni biunivoche, coordinatore, sta e artigianidecidono chi ammettere al percorso professionale.

2. Atelier professionale

Completata la fase di formazione è possibile impostare quella professionale nella qualegli artigiani formati costituiscono il team creativo: in questo caso il rapporto già collaudatotra designer coordinatore e sta rispetto al numero degli artigiani può aumentare ad 1 a 4*(sempre da valutare in base alle capacità e autonomia della persona): lo sta del labora-torio, ancor più del coordinatore deve attenersi al principio di supportare senza sostituirsialla persona nelle fasi della progettazione. Di nuovo, durante questo percorso è fondamen-tale creare momenti creativi diversificati (visita a mostre, musei, film, proiezione immagini,approfondimento tecniche, laboratori paralleli di fotografia etc).

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CapItolo 4: StruMeNtIGli strumenti di seguito descritti devono essere applicati considerando di tre vincoli chiave:

1. Comunicare e concretizzare:

Facendo perno sulla nostra esperienza diretta e come sostengono studiosi di comunica-zione aumentativa come l'americana Linda Hodgon, abbiamo riscontrato che molto spessonella persona con disabilità intellettiva vi è dicoltà nel razionalizzare l'informazione ver-bale, soprattutto quando vengono presentati dei concetti astratti anche di uso comune;per queste ragioni, ogni step è stato progettato considerando questi vincoli che sono di-ventati punti di partenza, evidenziando la strada per una semplificazione visiva e comuni-cativa degli strumenti nonché di una personalizzazione del linguaggio.

La gerarchia dei simboli visivi di Mirenda & Locke definisce le caratteristiche di una comunicazione visiva ecace

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2. Fare sempre il punto della situazione:

un altro vincolo considerato nel nostro studio è la dicoltà di ricordare azioni e procedi-menti elaborati a distanza di breve tempo, per questo si incoraggia a fare spesso il puntodella situazione assieme all'artigiano seguito, anchè col tempo possa acquisire sicurezzanei procedimenti.

3. Flessibilità e condivisione: di nuovo ribadiamo la necessità di adattare metodi e strumentialla persona con la quale si lavora, annotando eventuali variazioni e condividendoli con glioperatori di Design FROM All, sia nell'ambito del proprio percorso progettuale sia attra-verso i contatti presenti sul sito www.designfromall.it

StruMeNtI pratICINel corso della sperimentazione sono stati elaborati strumenti pratici che distinguiamo in:

• strumenti per la formazione, ecaci per comprendere concetti di base quali la geometriao la teoria del colore,• strumenti per la formazione e lavoro, utilizzabili in entrambe le fasi, riguardano il linguag-gio visivo in rapporto alle procedure adottate.

Tutti gli strumenti elaborati contengono le seguenti caratteristiche:

1. livello di reperibilità a Km 0: ogni materiale deve essere facilmente reperibile per l'associazione

2. ergonomia: materiali e strumenti devono essere facilmente gestibili dalla persona con disabilitàintellettive e fisiche; è bene preferire semilavorati leggeri e facilmente trasformabili

3. economia: preferire materie prime e materiali che siano economicamente sostenibili per l'asso-ciazione

4. ecologia: preferire materiali di recupero o che arrivano da percorsi di riciclo; nella creazione disupporti grafici e strumenti, adattare il tutto a formati internazionali facilmente gestibili dall'as-sociazione (Iso A5, A4, A3).

• Strumenti per la formazione

• Dall'astratto al concreto: dall'idea alla forma solida (2D / 3D)Prima di arontare un un percorso progettuale, è importante che la persona acquisisca laconsapevolezza che un'idea può concretizzarsi e materializzarsi se sappiamo scegliere gli

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strumenti adatti: questo esercizio, inizialmente ideato per far comprendere la funzionedegli stampi tridimensionali, si è rivelato utile per comprendere il passaggio dalla secondaalla terza dimensione.

esempio di strumenti realizzati per l'esercitazione

• Colori primari e secondari : la lampada dei colori Per comprendere la teoria del colore ed agevolare l'artigiano nella scelta e riproduzionedei propri esperimenti cromatici, è stata ideata una lampada facilmente riproducibile, i cuicolori primari diventano layer, per consentire alla persona di ottenere e ricreare il coloredesiderato.

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Tutti gli esercizi creano il quadrifoglio: Lo schema illustra gli esercizi proposti con gli strumenti presentati; il fine del-l'esercizio è far comprendere che un'idea può essere sviluppata con modalità completamente dierenti e di conseguenzaè importante appropriarsi di strumenti adeguati per fare la scelta tecnica migliore.Per agevolare la comprensione, a termine di ogni singolo esercizio, è stato chiesto ai partecipanti del progetto di descri-vere la forma ottenuta.

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• Strumenti per la formazione e lavoro

• Linguaggio simbolico per il lavoro

Presupposti e obiettivi:

per trasmettere in maniera semplice e continuativa l'informazione, è stato indispensabile studiareun linguaggio grafico da applicare in ambiti specifici:

1. nella comprensione delle fasi di lavoro, per poter fare il punto e comprendere qualeaspetto del progetto si stia arontando;

2. nella realizzazione di un'unica tipologia di scheda tecnica, facilmente consultabile siadall'artigiano che dal personale dell'associazione, per apprendere un procedimento tecnicoo per riprodurre un prototipo;

3. nell'impostazione di una simbologia legata agli strumenti di lavoro e al loro utilizzo;

4. nella creazione di un metodo che consenta di mettere in relazione tempi, obiettivi, pro-cedure, materiali e strumenti.

Per far questo abbiamo nuovamente tratto ispirazione dallo studio di alcuni linguaggi e metodolo-gie:

− figureNotes: dalla quale si evince l'importanza dell'utilizzo di figure geometriche e coloriprimari nel comunicare un messaggio

− il linguaggio della comunicazione aumentativa: dalla quale emerge l'importanza di uti-lizzare figure semplici e supporti grafici con bordature nere per concentrare l'attenzioneverso il centro dell'immagine

Easy to Read: le cui linee guida usate per la comprensione del testo e delle immagini sono risultateutili per impostare i supporti grafici migliorandone l'ecacia

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Esempio di promemoria visivo realizzato durante la sperimentazione: ad ogni tecnica è stata assegnata una definizionedi fantasia vicina al vissuto degli artigiani che hanno eseguito il compito. Avere a disposizione un promemoria fisico,abbinato a un colore specifico, consente di memorizzare e di sperimentare nuovamente l'esercizio, qualora si presentila necessità.

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Esempio di struttura del promemoria visivo

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la scheda tecnica

Criteri per la realizzazione delle schede tecniche

Vista la moltitudine dei campi di applicazione del sistema comunicativo elaborato, è bene proce-dere per gradi, partendo da una prima leggenda di tessere che sono da considerarsi l'alfabeto dellinguaggio grafico:

Ogni tessera è dotata di:

• forma esterna geometrica abbinata in base alla funzione,

• bordatura nera che aiuta a dirigere l'attenzione verso il suocentro,

• colore di base abbinato alla funzione,

• testo sintetico descrittivo senza “grazie”: si consiglia il fontArial stampatello minuscolo,

• un'immagine che ne ragura il contenuto: è indispensabilericordare quanto sia importante saper scegliere le ragura-zioni da porre sui supporti grafici, che devono essere senzasfondo e comunicare ecacemente, evitando quelle ra-gurazioni riconducibili al mondo dell'infanzia, poiché il la-voro da svolgere sarà con adulti.

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Le tessere di varia forma e colore si articoleranno sulle schede tecniche, descrivendone l'informa-zione; le schede tecniche a loro volta sono studiate per adattarsi a persone con dierenti capacitàcognitive, per questo sono composte da:

− fondale pieghevole (solitamente del cartone marrone o grigio)

− ordine di lettura da sinistra a destra e dall'alto verso il basso

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Struttura della Scheda tecnica:

In alto a sinistra: risultante e titolo di ciò che si otterrà con la scheda tecnica

in alto a destra: bollini di supporto

Parte centrale alta: materiale da reperire prima di cominciare il lavoro

Parte centrale: istruzioni per l'uso suddivise in micro azioni – passi da compiere, con inizioazione a sinistra e risultante a destra.

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Tipologie di tessere e simboli:

Triangolo giallo: Le tessere triangolari rappresentano gli strumenti da utilizzare, ad esse è stato ab-binato il colore giallo e la forma triangolare per dare un eetto di pericolo come già sperimentatonella segnaletica stradale:

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TRIANGOLO PICCOLO: per indicare strumenti di lavoro generici

TRIANGOLO GRANDE: indica strumento di lavoro a cui prestare attenzione/ potenzialmentepericoloso.Entrambi i simboli possono essere utilizzati sia per:• scheda tecnica• collocazione degli strumenti all'interno del laboratorio (immagine con scatole con strumenti)

Quadrato azzurro: indica il materiale da utilizzare.È funzionale a:• scheda tecnica• può essere posto anche sul contenitore o sullo scaale dove è riposto il materiale, per agevolarne l'individuazione.

Cerchio nero: indica l'azione da svolgere.È funzionale a:• scheda tecnica

Esagono magenta:l'esagono rosso grande indica il risultato ottenuto alla fine di un'azione (preceduto dal simbolo=)esagono rosso piccolo, si utilizza nel caso in cui un'azione parta da un risultato precedentementeottenuto.È funzionale a:• scheda tecnica• contrassegnare contenitori dei prototipi nello spazio di lavoro

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Il simbolo “=” anticipa la risultante dell'azione appena compiuta

Bollini di supporto:sulla parte superiore della scheda vengono localizzati bollini che possono essereutilizzati con il supporto dell'operatore:

orologio: indica che a seguito di una determinata azione è possibile fare una pausa;

omino rosso: operatore segnala che si potrebbe aver bisogno di aiuto di un compagno oppure diun operatore in una determinata azione

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sulla scheda tecnica il bollino rosso èsolitamente posto all'inzio dell'azioneconsiderata dicoltosa; per agevolarela collocazione della tessera può essereutile predisporre una porzione di velcro.

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Bollino con punto interrogativo : è sempre presente sulla scheda tecnicae serve per ricordare alla persona, che qualora avesse dicoltà può contaresull' aiuto di un operatore.

utilizzo della scheda tecnica:La scheda tecnica funziona come un vero e proprio manuale di istruzioni:le tessere sono sia incollate sul supporto in cartone e sia posizionate e rese staccabili attraverso ilvelcro: questa modalità serve per adattarsi meglio all'esigenza di chi abbiamo davanti.

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Per meglio comprendere quanto aermato facciamo degli esempi:caso 1: la persona ha la necessità di concentrarsi su un'immagine alla volta: può staccare ogni sin-gola tessera, attaccarla su un supporto sopra il tavolo da lavoro e riposizionarla correttamente dopoaver compiuto tutto il lavoro; le schede pre-incollate sul cartoncino saranno per lui una guida perpoterle riporre con ordine

caso 2: qualora si smarrisse una tessera, sarà possibile individuarla intercettando quella mancante,senza compromettere la comprensione della mansione da eettuare

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caso 3: la persona ha ottime capacità cognitive, non ha bisogno di concentrarsi sullasingola azione e di staccarla, per questo potrà leggere le istruzioni anche a distanza

Punti di forza della scheda tecnica:questa tipologia di scheda si è rivelata un valido supporto utile anche ad operatori dell'associazioneche non hanno dimestichezza con le tecniche utilizzate, creando un supporto grafico chiaro e im-mediato per la comprensione di tutti.La suddetta scheda è inoltre uno strumento duraturo e universale che potrà anche essere condivisoonline e scambiato con altri laboratori.

Punti di debolezza:

una volta individuate le tecniche e i procedimenti che necessitano di scheda tecnica, è importantestrutturare e creare ad hoc l'informazione e testarla con relativo impiego di tempo.

Con lo stesso criterio è possibile sviluppare ulteriore famiglie di strumenti a supporto del processo:di seguito alcuni esempi calzanti sperimentati e ben collaudati durante il nostro percorso di speri-mentazione: la realizzazione di stampi, di forme per il taglio, la biblioteca dei materiali e la schedadi feedback.

• Forme / Stampiquesti supporti sono stati elaborati per dar forma a fogli di carta fatta a mano appena realizzata equindi umida.Al fine di reperire materiali leggeri e facilmente trasformabili è stato scelto il polistirolo.Sulla base della forma vengono apportate con marcatori neri, le linee di livello che indicano le al-tezze dei pezzi realizzabili;

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il supporto viene poi inglobato all'interno di materiale da imballaggio comunemente detto pluriballper poi essere facilmente estratto una volta che il materiale è asciutto.

Esempio di realizzazione e uso di uno stampo per la carta fatta a mano

Esempio di supporto realizzato per il taglio a mano di una sagoma.

• Forme per il taglio: per favorire il taglio si sono creati dei supporti guida con la forma desiderata facilmente utilizzabilidalla persona.

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Biblioteca dei materiali:le schede tecniche possono essere impiegate per realizzare le istruzioni necessarie alla trasforma-zione di un materiale: la risultante potrà essere esposta sulla bacheca dei materiali. Le tessere ma-teriche possono inoltre essere utilizzate in fase di progettazione, per selezionare e abbinare partidel progetto al materiale o alla tecnica con il quale verrà realizzato.

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Le schede di feedbackStrumento indispensabile sia in fase di formazione che di lavoro, è la scheda di feedback: al terminedi ciascuna fase o incontro, la persona può segnalare l'indice di gradimento o livello di dicoltàdella percorso appena concluso.

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La scheda di feedback è stata più volte elaborata durante il percorso di ricerca, poiché spesso la persona sentendosiinibita nel dare giudizi, ha dicoltà nel segnalare con sincerità le problematiche legate alla metodologia proposta. Que-st'ultima versione cerca di attenuare quanto possibile questo fenomeno, ponendo delle domande che arontano laquestione da più punti di vista.

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le FaSI Della progettaZIoNe

- Impostazioni metodologiche da Bruno

Munari a dFaUno dei migliori esempi di metodologia proget-tuale è descritta nel libro “Da cosa nasce cosa”di Bruno Munari, che con estrema semplicità eleggerezza rende accessibile e chiara l’attivitàcomplessa del designer. Il metodo progettualepropone una serie di operazioni necessarie, di-sposte in un ordine logico che hanno l’obiettivodi far acquisire conoscenza prima di iniziarequalsiasi attività creativa.Immagine metodo Munari: Didascalia: il metododi progettazione di Bruno Munari (Da cosa

nasce cosa. Appunti per una metodologia pro-

gettuale, B.Munari 1998 Laterza)

Il metodo di progettazione di Bruno Munari (Da cosa nasce cosa. Appunti per una metodologia progettuale, B.Munari1998 Laterza)

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Questa importante e sempre attuale lezione, è diventata un punto di partenza per il nostro percorso,contribuendo a delineare meglio la matrice di lavoro impostata, guidando l'artigiano attraverso ilpercorso di progettazione. Nel tentativo di sintetizzare e rendere accessibili le fasi della progetta-zione, siamo arrivati ad elaborare una struttura del processo circolare, composta da 5 fasi, interdi-pendenti ma allo stesso tempo autonome.

Schema definitivo per le fasi di progettazione

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La configurazione circolare delle fasi crea una percorso ciclico da seguire in senso orario, ma con-sente, qualora ci siano scelte progettuali legate solo ad alcune fasi (ad esempio, l'artigiano che in-tende specializzarsi nella comunicazione del progetto), può considerarne solo una senza per questoavere una sensazione di incompiutezza del percorso.Le fasi, disposte sempre a vista nello spazio di lavoro, sono caratterizzate dalla sola immagine edalla numerazione della stessa: saranno gli stessi artigiani, durante la fase di formazione, a com-prendere e poi stabilire il nome della fase arontata; la definizione della fase dunque proviene daun'esperienza diretta, ancorata a situazioni ed emozioni specifiche che aiuteranno il soggetto amemorizzare meglio il percorso da fare per compiere il proprio lavoro.

Ogni faseè definita liberamentedall'artigiano.

Momento di sperimentazionedella tabella fasi.

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SIMulaZIoNe DI uN perCorSo progettualeDi seguito, si illustra la simulazione di un tipico percorso progettuale realizzato conl'approccio proposto da “design FROM all”.Briefing: Momento di incontro e pianificazione lavori con l'organizzazione: si stabiliscono obiettivi,modalità operative e organizzative.

Prima di cominciare: è fondamentale coordinarsi con lo sta, che avrà il compito disupportare il coordinatore del laboratorio e fotografare i momenti salienti di ciascunincontro.

Confronto tra le fasi elaborate dalle associazioni della seconda e terza sperimentazione.

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Fase 1:Una volta individuati i temi su cui lavorare, vengono discussi e am-pliati in gruppo: successivamente, ognuno dalla propria postazionepotrà rielaborare quanto argomentato. A seconda delle abilità e/o pre-ferenze, è possibile disegnare o modellare la propria idea.

Sintesi grafica deimomenti tipici dellafase 1

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fase 2: Ogni idea rielaborata è ridefinita sul tabellone di progetto, un fogliodalle dimensioni minime 70x50 cm, dove vengono descritti schizzi,ipotizzate le dimensioni, dettagli, riferimenti materici e tecniche dautilizzare.

Alcune delle tabelle diprogetto elaborate du-rante la sperimentazione. A destra: l'uso dellemicro tessere riferite aimateriali e tecniche dausare.

In questa fase ha un ruolo fondamentale il supporto della bacheca dei materiali e delle sue tessereelaborate durante la fase di formazione.

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Fase 3:si realizzano i primi modelli di studio, si valuta in maniera definitivaquale tipologia di tecnica applicare e, a seconda dei risultati ottenuti,si ridefinisce la tabella di progetto.

Elaborazione dei primimodelli di studio

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Fase 4:A verifica di quanto speri-mentato, si procede allarealizzazione del proto-tipo; una volta rifinito eapprovato, lo sta di labo-ratorio potrà procederealla realizzazione dellascheda tecnica, sintetiz-zandone le procedure.

Dall'elaborazione alla defini-zione del prototipo: alcune im-magini dall'esperienza di ricerca

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Fase 5:A progetto ultimato si può passare alla realizzazione di un'immaginegrafica e fotografica del prodotto finale.

Una scena dal set fotografico realizzato presso Anas onlus Lanciano

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Borsa fotografata sul set e realizzata presso Anas onlus Lanciano

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Fase conclusiva e book finaleLa fase conclusiva di un progetto èmolto importante poiché se ben impo-stata può determinare nella personaconsapevolezza nelle proprie abilità enel proprio lavoro: per questo è statoimmaginato un book finale personale,un diario di bordo che racconti breve-mente le cinque fasi attraversate perideare e realizzare il proprio progetto. Ingenere, durante la formazione e per chiha sucienti abilità nella scrittura, ildiario di bordo può essere impostatoinsieme, ripercorrendo i momenti mpro-gettuali attraversati; successivamente,lo sta di laboratorio può rifinire il re-port fotografico per ciascun artigiano.

Alcuni dei diari di bordo elaboratidurante la sperimentazione: a prescindere dal percorso progettualeintrapreso, il report fotografico finale consente di ripercorrere le fasidel progetto, favorendo la memorizzazionedello stesso nonché la presa di coscienza di ciòche si è stati in grado di fare.

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Prodotti realizzati durante la sperimentazioneDurante la nostra sperimentazione, il prodotto finale non è statoil fine ma un pretesto di verifica del progetto: nonostante la pro-posta di tematiche e procedure del tutto nuove, sia per gli arti-giani che per lo stesso sta di laboratorio, abbiamo ottenutorisultati significativi che fanno intravedere sviluppi interessantise impiegati in un percorso dFa strutturato.

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CapItolo 5DeSIgN FroM all: opportuNItÀ e StraDe FutureDesign FROM all propone processi operativi da coniugare a organizzazioni intenzionate a valoriz-zare il talento creativo di persone con disabilità intellettive, adando alla persona un ruolo profes-sionale più centrale, quello del “creativo”. Queste procedure ridefiniscono in maniera trasversale più figure professionali, dall'operatore socialeal designer. Per ognuno, la sfida è di condividere il proprio know how nell'implementazione di:

• processi

• strumenti per la modellazione e la progettazione

Il primo passo è quindi la realizzazione di un centro formativo e creativo, dove artigiani con di-sabilità intellettive, designers e operatori sociali possano approcciare alle teorie e agli strumentiproposti, implementarli e innescare processi di innovazione sia di metodo che di creazione.

Lo stesso centro formativo, potrà dar luogo a gruppi di lavoro autonomi al fine di creare contestiautosucienti e applicare il proprio know how in percorsi progettuali imprenditoriali o di consu-lenza.

È necessario agire su livelli paralleli:

• innescare connessioni con il mondo del no-profit a livello nazionale ed europeo, quello profes-sionale, produttivo e accademico

• aermare e diondere il marchio di qualità “Design FROM All”, al fine ditutelare le linee guida e gli strumenti proposti, rispettare l'idea di sviluppo con-diviso della metodologia sulla base della stessa vision, scongiurando mere ope-razioni di marketing.

Design FROM All rappresenta dunque un'opportunità per la creazione di valore e innovazione

sociale e progettuale. Sul lungo periodo, un percorso Design FROM All può generare contesti imprenditoriali autonomie, attraverso la creazione di partnership con realtà legate al mondo del design e della produzioneartigianale, digitale e industriale nuove opportunità produttive.

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CI pIaCe rINgraZIare...per aver condiviso e fatti propri sin dall’inizio gli obiettivi di Design FROM All i nostri partner e in particolare:

il professor Giordano Bruno (direttore dell’ISIA - Roma), Nadia La Torre (presidente Anas Onlus

Ortona) e Leda Urbanucci (Turtefly Project)

per la collaborazione data alla realizzazione del progetto:

il professor Massimo Ciafrei (ISIA Roma), lo sta di Anas Onlus Ortona, Anas Onlus Lanciano

e Altri Orizzonti Onlus

per il prezioso contributo durante la fase di sperimentazione:

i ragazzi dei laboratori artigianali delle associazioni, Cristina, Mariangela, Sara, Valentina, Fabiana,

Riccardo, Massimiliano, Riccardo, Berto, Andrea, Antonino, Giuseppina, Stefania, Giuseppe, Carmine,

Claudio, Rossana, Laura, Giovanna, Giacomo.

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BIBlIograFIaStrategie visive per la comunicazione Linda A. Hodgdon 2006 ed. Vannini

Formare i formatori Progetto Pathways 2, Easy to read, Inclusion Europe

Insegnare può essere facile Progetto Pathways 2, Easy to read, Inclusion Europe

Informazioni per tutt. Progetto Pathways 2, Easy to read, Inclusion Europe

Non scrivere su di noi senza di noi Progetto Pathways 2, Easy to read, Inclusion Europe

Musica con Figurenotes Gabriella Ferrari e Markku Kaikkonen Edizioni Erickson 2005

Quale disabilità? Culture, modelli e processi d'inclusione Roberto Medeghini, Enrico Valtellina,Franco Angeli 2006

Un viaggio tra creatività e mistero: D.verse. Disabilità e teatro Maria Paola Ferrigno, Il Nuovo Me-langolo, 2005

Carta dei valori del volontariato. Fondazione italiana per il volontariato & Gruppo Abele :http://www.celivo.it/documentazione/carta_dei_valori.pdf

Il Volontariato Costanzo Ranci ed. Il Mulino

Scelte solidali. L'impegno per gli altri in tempi di soggettivismo Bologna, Il Mulino 2005

Organizzazioni di Volontariato tra identità e processi Fondazione Roma terzo settore | SettoreStudi e ricerche | Roma, 2010

Le Organizzazioni di volontariato in Abruzzo nella rilevazione Fivol 2006 A cura della FondazioneItaliana per il Volontariato

Il Valore economico della gratuità Giorgio Groppo . Progetto promosso dal Collegamento “In-sieme per la Sussidiarietà 2008

Per gli altri e per sé. Motivazioni e percorso del volontariato giovanile Maurizio Ambrosini, FrancoAngeli2004

Modernità Liquida Zygmunt Bauman, Ed.Laterza

Il Sistema Preventivo di Don Bosco Pubblicazione a cura dell'Associazione Cooperatori Salesiani1995

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Le qualità autentiche. Ispirazione e creatività nelle organizzazioni Ofman Daniel ed. FrancoAngeli

L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello Oliver Sacks, Adelphi 2001

Less is Next: Per un design solidale e sostenibile Miur | Afam | Isia di Firenze 2008

Löytöjä - Outsider Art from Finland Kettuki 2010

Lo spirito creativo Daniel Goleman - Michael Ray - Paul Kaufman ed. BurRizzoli

Intelligenza emotiva Daniel Goleman Ed. Bur Rizzoli 1999

Da cosa nasce cosa. Appunti per una metodologia progettuale Bruno Munari Ed. Laterza

Rose nell'insalata. Munari Bruno. Corraini 2004

Codice ovvio Munari Bruno Einaudi 2008

Giocare con tatto Beba Restelli Fanco Angeli / Le Comete

Realtà gioco e creatività: ruolo e funzione della rappresentazione Marco Ricchini Ed. Uni Ser-vice 2009

How To Have Creative Ideas '62 Exercises To Develop The Mind' Edward de Bono

Creatività e pensiero laterale Edward de Bono Rizzoli 2001

Ceramica Solidale Azienda provinciale Turismo Catania – Provincia regionale di Catania2007

Ideas and Beliefs in Architecture. How attitudes, orientation and underlying assumptions

shape the built environmen. Ivar Holm | The Oslo School of Architectyre and Design |2006

MoVIeResonaari Soi Dvd resonari.fi 2010

The Punk Syndrome Mouka Filmi 2012

Si può fare di Giulio Manfredonia, 2008

Ceramica Solidale Azienda provinciale Turismo Catania – Provincia regionale di Catania2007

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WeBProgetto di ricerca: “Artesanía, artisans & dimensions of value: Rendering strategic design for cul-

tural sustainability” | Aalto University of Helsinki:https://reseda.taik.fi/Taik/jsp/taik/Research.jsp?id=27018

“Design 21 – Social design Network” (network il cui obiettivo è ispirare l’attivismo sociale attra-verso il design e la creatività): http://www.design21sdn.com/

Felissimo (ente commerciale che ha fatto dell’attenzione al sociale e alle iniziative correlate parteintegrante della propria vision aziendale) http://www.felissimo.com/designhouse/vision.html

“Social designer” è uno dei progetti di Felissimo e si propone di sviluppare concorsi di carattereinternazionale volti a sperimentare nuove forme di collegamento tra design e sociale: http://so-

cialdesigner.com/about

Pojecthdesign Network di Designers, costruttori ed insegnanti californiani uniti per lo sviluppo diprogetti di social design per il bene comune http://www.projecthdesign.org/

Istat e volontariato in Abruzzo censimento: http://www.istat.it/it/archivio/72067

Censimento e statistiche sul No Profit: http://censimentoindustriaeservizi.istat.it/istatcens/cate-

gory/non-profit/

Associazione Italiana per la Promozione della Cultura della Cooperazione e delle Organizzazioni

Non Profit (Centro Studi promosso dall’Università di Bologna, dal movimento cooperativo e da re-altà, pubbliche e private, operanti nell’ambito dell’Economia Sociale, con sede presso la Facoltàdi Economia di Forlì): http://www.aiccon.it/promozione_cultura_cooperazione_nonprofit.htm

Centro di Documentazione sul volontariato e terzo settore: http://www.volontariato.lazio.it/cen-

trodocumentazione/

The Centre of Social Impact:

https://secure.csi.edu.au/site/Home/Blog.aspx?defaultblog=https://blog.csi.edu.au/2012/01/wha

t-is-social-design

Design FOR all: EIDD - Design for All , un network progettuale fondato a Dublino nel 1993 con ilnome di “European Institute for Design and Disability”

Europe: http://www.designforalleurope.org/

Italia: http://www.dfaitalia.it/

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81

CaSe HIStorY aNalIZZateLyhty ry (Helsinki): http://www.lyhty.net/ (in finlandese)

Radio Valo: http://www.radiovalo.fi/

Figurenotes:

Resonaari: http://www.resonaari.fi/?sid=155

Conference: http://www.flickr.com/photos/44488905@N02/5237136283/in/photostream/

Specialmente musica di Gabriella Ferrari: http://www.specialmentemusica.it/Homepage.html

Dignity Design Collection:http://www.fondazionebuonpastore.org/news/dignity-design-collection

http://www.dcomedesign.org/demo/index.php?option=com_content&view=article&id=99:dcome-

design-progetto-dignity-design&catid=83&Itemid=435

Happy Box – Piquadro & Fondazione Palmieri: http://www.fondazione-

palmieri.com/it/progetti/happy-box/

Barrique – San Patrignano: http://barrique.sanpatrignano.org/it

The Punk Syndrome: http://kovasikajuttu.fi/

Kettuki Art Center | Finland´s nationwide art centre for people with learning disabilities:

http://www.kettuki.fi/index.php?option=com_content&view=article&id=65&Itemid=60

Artkaarisilta| Galleria d'arte per opere realizzate da persone con disabilità intellettive:

http://www.artkaarisilta.fi/

Atelier Manolibera (Coop Nazareno):

http://www.nazareno-coopsociale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=32&Ite-

mid=12

http://www.workevery.co.uk//workshops/atelier-manolibera

http://musevery.fr/site/

Coop Noncello: http://www.coopnoncello.it/

Cooperativa sociale Futura: http://futuracoopsociale.it/

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Piamarta Milano:

http://www.piamartaservizi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=90&Itemid=270

Uroburo: http://www.uroburo.it/

Gladdesign: http://www.gladdesign.dk/

Spielmittel: http://www.spielmittel.de/