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www.detoxvet.eu infomed@ detoxvet.eu DETOXVET PER IL RIPRISTINO DELL’ OMEOSTASI COMPROMESSA DA A base di PMA® zeolite plus Dispositivo Medico classe 2 A CE 0197 L’INNOVAZIONE MEDICA DETOXVET NEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA Riservato alla classe medica TOSSINE - RADICALI LIBERI - IONE AMMONIO - METALLI PESANTI

DETOXVET - ecobase gmbh · in special modo Tossine, Radicali liberi, Metalli pesanti e l’Ammonio (ione) – indicati tutti dall’acronimo T.R.A.M.s : NB: NON SOTTRAE IONI FISIOLOGICI

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DETOXVET

PER IL RIPRISTINO DELL’ OMEOSTASICOMPROMESSA DA

A base di PMA® zeolite plusDispositivo Medico classe 2 A CE 0197

L’INNOVAZIONE MEDICA DETOXVET NEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA

Riservato alla classe medica

TOSSINE - RADICALI LIBERI - IONE AMMONIO - METALLI PESANTI

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DETOXVET a base di PMA zeolite® plus

Presso il classificatore europeo (GMDN Global Medical Device Nomenclature) questo dispositivo medico è registrato nella classe 47168 Gastrointestinal detoxifier e definito come segue: “sostanza ad uso orale adatta ad assorbire/chelare e rimuovere sostanze dannose e tossiche nel tratto gastro-intestinale (es. metalli pesanti, nitrosamine, ammonio, micotossine, cationi (radioattivi), pesticidi) riducendone l’assorbimento nel corpo. Possono anche funzionare come anti-ossidanti catturando radicali liberi riducendo la formazione di ROS (reactive oxygen species). È tipicamente una zeolite attivata disponibile in polvere, capsule, compresse”.

La componente principale è un minerale vulcanico, una zeolite clinoptilolite, la PMA zeolite® plus, attivata con una tecnologia brevettata e denominata PMA technology. La Panaceo Micro Activated zeolite è una zeolite naturale micronizzata da speciali mulini che causano collisioni delle particelle minerali con se stesse ad elevatissime velocità e temperature (attivazione a 4000 collisioni/sec). Questo processo ne altera la struttura aumentandone la capacità di scambio cationico per grammo oltre a attivare altre proprietà del minerale. Plus significa che è attivata due volte.

ATTIVAZIONEIn mulini particolari costituiti da dischi controrotanti ad altissima velocità le particelle di zeolite clinoptilolite vengono accelerate e fatte collidere fra di loro. Questo genera una micronizzazione molto spinta che porta ad un enorme aumento della superficie di contatto e delle cariche negative superficiali.

l’attivazione aumenta la superficie di scambio cationico facendo diminuire la quantità da assumere

Cosa sono le zeolitiLe zeoliti sono minerali microporosi di origine vulcanica. Chimicamente esse sono alluminosilicati idrati di metalli alcalini ed alcalino-terrosi. Il nome “zeolite” deriva dalle parole Greche “zeo” = “bollire” e “lithos” = “pietra”, pertanto significa pietra che bolle e deriva dal fatto che, quando viene scaldata, libera acqua senza modificare la struttura dell’alluminosilicato e sembra che bolla.

La struttura cristallina delle zeoliti è costituita da SiO4 ed AlO4 tetraedrici legati insieme da ponti ossigeno. Queste strutture complesse comprendono cavità regolari con dimensioni dei pori di 4 angstrom. La struttura cristallina contiene cationi quali calcio, magnesio, sodio e potassio oltre a molecole di acqua. Esistono più di 100 tipi diversi di zeolite, che possono essere raggruppate in quelle a struttura fibrosa, lamellare e cristallina sferica. A causa delle sue particolari proprietà, la clinoptilolite, ha dimostrato negli anni di essere la più adatta per l’uso nella medicina umana e veterinaria. In Giappone le zeoliti sono state approvate come additivi alimentari fin dal 1996; 39 brevetti relativi all’applicazione delle zeoliti nell’uomo sono stati registrati in tutto il mondo dal 1986.

La ricerca ha permesso di differenziare l’attività della zeolite clinoptilolite semplicemente micronizzata dalla PMA zeolite e dalla PMA zeolite plus individuando in quest’ultima la sostanza più attiva.

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L'attività della PMA zeolite® plus deriva da interazioni di tipo solo fisico per questo è un Dispositivo Medico :- Scambio cationico: nel minerale le cariche negative superficiali sono neutralizzate da normali cationi che sono presenti anche nell’organismo (Ca, Na, K, Mg) e che hanno legami molto labili facilmente sostituibili da Tossine, Radicali liberi, ione Ammonio, e Metalli pesanti (riassunti dall’acronimo T.R.A.M.s)- Setaccio molecolare: le tossine vengono bloccate all’interno dei canali presenti nelle particelle di PMA zeolite®

DETOXVET a base di PMA zeolite® plus

Tossine – composte da residui del metabolismo come le sostanze azotate, residui alimentari come gli additivanti e altre tossine esogene e indogene (es. i funghi e muffe)Radicali liberi – i radicali dell’ossigeno si bloccano sul ponte ossigeno della zeolite creando un legame forte come un legame covalente Ammonio (ione)– la sua produzione ha un effetto neurotossico progressivo che prima della conclamata iperammoniemia è responsabile di stanchezza, riduzione delle prestazioni, invecchiamento Metalli pesanti – ossia le principali sostanze che causano stress ossidativo e che sono antagonisti di metalli fisiologici

Cosa fà? Attira, inattiva e sottrae dal tratto gastro intestinale, eliminandole poi con le feci, tutte le particelle con una certa polarità, in special modo Tossine, Radicali liberi, Metalli pesanti e l’Ammonio (ione) – indicati tutti dall’acronimo T.R.A.M.s :

NB: NON SOTTRAE IONI FISIOLOGICI O SOSTANZE NUTRITIVE E NON INTERAGISCE CON I FARMACI poiché le dimensioni e le cariche elettriche di questi non lo consentono (sottrazione selettiva)

nella zeolite il legame tra struttura della zeolite e i TRAMs(Tossine, Radicali liberi, Ammonio (ione), Metalli pesanti)PREVALEsu quello tra struttura e gli ioni dei metalli leggeri (K, Na,Ca, Mg) che vengono rilasciati nell’intestino

L’attività si esplica nel tratto gastro-intestinale dove Tossine, Radicali liberi, ione Ammonio e Metalli pesanti T.R.A.M.s vengono legati ed eliminati con le feci. Per un processo osmotico le stesse quantità di sostanze tossiche sottratte dalla PMA zeolite® plus vengono richiamate nel lume intestinale dal resto dell’organismo. L’influenza sull’intero organismo deriva quindi dall'equilibrio esistente fra questo e l’intestino. La sottrazione è selettiva e non coinvolge sostanze nutritive nè altri principi attivi come i farmaci, agevolando le funzioni fisiologiche.La PMA zeolite® plus è la sola sostanza in grado di ridurre simultaneamente nell’intero organismo l’eccesso di T.R.A.M. e la loro sinergica tossicità: Tossine (esogene ed endogene), Radicali liberi, Ammonio, Metalli pesanti. I T.R.A.M.s sono tra i principali inibitori delle funzioni degli ENZIMI con conseguente mutamento dell’ equilibrio fisiologico dell’organismo (OMEOSTASI), pertanto la loro riduzione permette di rigenerare i meccanismi biochimici cellulari.I T.R.A.M.s creano uno stato di stress di entità variabile presente in numerose patologie e DETOXVET a base di PMA zeolite® plus è in grado di allontanarli dall’organismo attraverso l’intestino e le feci quindi è un ottimo adiuvante ed un ri-attivatore indiretto delle funzioni cellulari.

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Il Prof. Kresimir Pavelic, Segretario Generale della Conferenza di Biologia Molecolare Europea (EMBC), ha curato nell‘anno 2000 lo studio definitivo sulla tossicità della PMA® Zeolite, “Acute, subchronic and chronic toxycity study of tribomechanically activa- ted micronized mineral zeolite”. Questo studio e successivi, basati su test tossicologici su vasta scala conformi agli standard OECD, hanno posto le fondamenta per un uso sicuro in medicina.

BREVETTI SULLA PMA zeolite® plus (zeolite clinoptilolite doppiamente attivata)

1. NEUROPATIE: PREVENTION OR TREATMENT OF PAINFUL POLYNEUROPATHIES BY ADMINIS- TRATION OF AN ALUMINOSILICATE Application No.EP12801716 - Publication No.WO2013098049 2. NEUROPROTEZIONE: ZEOLITES HAVING A NEURO-PROTECTIVE EFFECT Application No.EP11760852 Publication No.EP2600840 3. OSSO: USE OF NATURAL ZEOLITH FOR THE TREATMENT, PREVENTION, OR DELAY OF THE ONSET OF BONE DISEASES Application No. EP07845309 - Publication No. WO2008077174 4. OSTEOPOROSI: Use of natural zeolite in the therapy and prevention of osteoporosis Application No. EP06450185 Publication No. EP1938825 5. ACIDO LATTICO: USE OF ZEOLITHES FOR REDUCING THE PROPORTION OF LACTATES IN HUMAN AND ANIMAL ORGANISMS Application No. EP03706119 - Publication No. EP1480659

STUDIO SULLA PMA zeolite® plus (zeolite clinoptilolite doppiamente attivata)

Dietary zeolite supplementation reduces oxidative damage and plaque generation in the brain of an Alzheimer's disease mouse model Life Sciences 92 (2013) 903–910 Mery Montinaro , Daniela Uberti, Giuseppina Maccarinelli, Sara Anna Bonini, Giulia Ferrari-Toninelli, Maurizio Memo Department of Biomedical Sciences and Biotechnologies, University of Brescia, 25123 Brescia, Italy NB: questo studio ha dimostrato che la zeolite PMA plus pur transitando nell’intestino ha un effetto imme-diato ed importante a livello del distretto più difficile da raggiungere, quello neuronale (a livello mitocondriale). Le comparazioni tra zeoliti hanno evidenziato che la zeolite normalmente micronizzata non ha effetto a livello neuronale, la zeolite PMA mono-attivata ha un effetto medio mentre la zeolite PMA plus doppiamente attivata risulta neuro-protettiva tanto da consentire una riduzione media del 50% su placche e ossidazione in modelli con induzione genetica di alzheimer.

STUDI SULLA zeolite clinoptilolite mono attivata PMA zeolite®

Anticancer and antioxidative effects of micronized zeolite clinoptilolite. Zarkovic N, Zarkovic K, Kralj M, Borovic S, Sabolovic S, Blazi MP, C ipak A, Pavelic K. Anticancer Res. 2003 Mar-Apr;23(2B):1589-95.Natural zeolite clinoptilolite: new adjuvant in anticancer therapy. Pavelić K, Hadzija M, Bedrica L, Pavelić J, Dikić I, Katić M, Kralj M, Bosnar MH, Kapitanović S, Poljak-Blazi M, Krizanac S, Stojković R, Jurin M, Subotić B, Colić M. J Mol Med (Berl). 2001;78(12):708-20.RiassuntoI materiali naturali silicei, compresa la zeolite clinoptilolite attivata, hanno dimostrato di possedere diverse attività biologiche e sono stati utilizzati con successo come coadiuvanti nei vaccini e nel trattamento della diarrea. Noi riportiamo una nuova applicazione della clinoptilolite attivata come potenziale coadiuvante nella terapia anticancro. Il trattamento con clinoptilolite di topi e cani affetti da una varietà di tumori ha portato ad un miglioramento dello stato di salute, prolungamento del tempo di sopravvivenza e ad una diminuzione delle dimensioni del tumore. L’applicazione locale di clinoptilolite su tumori della pelle ha effettivamente diminuito la formazione del tumore e la sua crescita. Inoltre studi tossicologici effettuati su topi e ratti hanno dimostrato che il trattamento non ha effetti negativi. Studi su culture di tessuti in vitro hanno dimostrato che la clinoptilolite attivata:> inibisce la protein-chinase B (c.Akt)> induce l’espressione delle proteine p21WAF1/CIP1 e p27KIP1 soppressori dei tumori> e blocca la crescita di alcune linee cellulariQuesti dati indicano che il trattamento con clinoptilolite potrebbe inibire la crescita del cancroattenuando i segnali di sopravvivenza ed inducendo la produzione dei geni soppressori nelle cellule trattate.Immunostimulatory effect of natural clinoptilolite as a possible mechanism of its antimetastatic ability. Pavelic K, Katic M, Sverko V, Marotti T, Bosnjak B, Balog T, et al.The effect of natural clinoptilolite on the serotonergic receptors in the brain of mice with mammary carcinoma. Mück-Seler D, Pivac N Life Sci 2003;73:2059–69.

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Due note sulla tossicità ‘L’assorbimento, ovvero l’entrata di uno xenobiotico nel nostro organismo, può avvenire per tre vie: inalatoria, cutanea e orale. La sua cinetica prevede un assorbimento, una distribuzione, una biotrasformazione e una elimina-zione. I tipi di effetto possono essere: 1) Meccanismi anossici che riducono o bloccano il trasporto emoglobinico di O2 2) Interferenza con sistemi enzimatici che include spesso la distruzione e inattivazione del corredo enzimatico (es. mercurio, piombo o arsenico) o la sostituzione a composti originali (antimetaboliti) come alcuni erbicidi. 3) Degenerazione cellulare di organi quali fegato e rene (Cromo e Cadmio) 4) Neurotossicità (es. solventi, anestetici, manganese sul SNC e organofosforici, piombo e e-esani e metil-butil-chetone nei mastici) sul SNP 5) Azione chimica diretta 6) Azioni sul sistema immunitario 7) Alterazioni dell’equilibrio endocrino (diossine, furani, PCB Policlorobifenili, DDT, alcuni ftalati, l’atrazina, il Tributilstagno che si trova nelle vernici marine) 8) Mutagenesi 9) Cancerogenesi 10) Azione tossica per la riproduzione (es. mercurio).’ Ma nel caso dell’inquinamento quotidiano assistiamo a una costante assunzione da fonti plurime di molte sostanze in micro-dosaggi mai studiati ed evidenziati nelle loro possibili interazioni che possono essere anche sinergiche e moltiplicative (nitrosamine, conservanti, metalli pesanti, ftalati, polveri etc). Un continuo micro-dosaggio potrebbe talvolta essere responsabile di una lieve ma progressiva infiammazione cronica, un possibile substrato di acutizzazione.

Esempio di tossicità sinergica:A small dose of mercury that kills 1 in 100 rats and a dose of aluminum that will kill 1 in 100 rats, when combined have a striking effect: all the rats die. Doses of mercury that have a 1 percent mortality will have a 100 percent mortality rate if some aluminum is there. Mercury on the Mind by Donald W. Miller, Jr., MD. Esempio di tossicità quotidiana: Il sito del ministero della salute inglese avverte che ‘if a child shows signs of hyperactivity or Attention Deficit Hyper-activity Disorder (ADHD), eliminating the colours considered in the Southampton study from their diet might have some beneficial effects on their behaviour’ I coloranti identificati come causa di iperattività nei bambini sono: sunset yellow FCF (E110), quinoline yellow (E104), carmoisine (E122), allura red (E129), tartrazine (E102), ponceau 4R (E124).

Studi su piccoli animali e inquinamentoSci Total Environ. 2013 Apr 1;449:29-36. doi: 10.1016/j.scitotenv.2013.01.037. Epub 2013 Feb 10. Organohalogenated contaminants (OHCs) in the serum and hair of pet cats and dogs: biosentinels of indoor pollution. Ali N1, Malik RN, Mehdi T, Eqani SA, Javeed A, Neels H, Covaci A.Vet Rec. 2012 Apr 21;170(16):415. doi: 10.1136/vr.100210. Epub 2012 Jan 22. Animal poisoning in Italy: 10 years of epidemiological data from the Poison Control Centre of Milan. Caloni F1, Cortinovis C, Rivolta M, Davanzo F. Abstract: The dog was reported to be the most common species involved in animal poisoning, and pesticides constituted the primary group of toxicants. In the case of pets, 'drugs' including veterinary parasiticide and drugs for human use constituted the second class of toxicants responsible for poisoning followed by household products, plants, zootoxins and metals.J Med Toxicol. 2010 Jun;6(2):185-9. doi: 10.1007/s13181-010-0014-9. Animals as sentinels for human lead exposure: a case report. Bischoff K1, Priest H, Mount-Long A. Abstract: Because human and nonhuman animals often share the same environment, there is potential concurrent exposure to toxicants. As a result, domestic animals can be used as sentinels for exposure of people to these agents. Here we present a case illustrating exposure of both humans and domestic animals to lead contamination in their environments. This case study occurred at a farm where cattle deaths were determined to have been caused by lead poisoning based on elevated postmortem tissue lead concentrations. Elevated blood lead concentrations were detected in the remaining cattle, a dog, a cat, and a pregnant woman (37.3 μg/dL) living on the farm. The range of blood lead concentrations in the domestic animals was 8.42 (cat) to 85.41 μg/dL (calf), although clinical signs of lead poisoning were not apparent in these animals. Further testing revealed the most likely source for lead exposure to be paint in the barn and home. Household dogs and cats have been used as sentinels for lead poisoning in humans, but cattle may also act as a sentinel species for environmental lead contaminationSci Total Environ. 2007 Jan 1;372(2-3):668-75. Epub 2006 Nov 20. Use of dogs as indicators of metal exposure in rural and urban habitats in NW Spain. López-Alonso M1, Miranda M, García-Partida P, Cantero F, Hernández J, Benedito JL. Abstract: Geometric mean concentrations of metals in the liver and kidney (microg/kg wet weight) were 12.6 and 15.9 for arsenic, 58.0 and 175 for cadmium, 32.7 and 53.4 for mercury, and 57.7 and 23.1 respectively. Hepatic lead concentrations were significantly higher (p<0.05) in dogs fed commercial diets than dogs fed home-made feed (32%) or a mixture of commercial and home-made feeds (95%). Mercury concentrations in the kidney were significantly higher (3-fold, p<0.05) in dogs from urban areas than in dogs from rural areas. Cadmium levels in kidney were significantly higher (p<0.05) in females (67%) and increased with age (p<0.001). Sci Total Environ. 2006 Apr 15;359(1-3):130-4. Epub 2005 Dec 19. Blood lead level in dogs from urban and rural areas of India and its relation to animal and environmental variables. Balagangatharathilagar M1, Swarup D, Patra RC, Dwivedi SK. Abstract: The mean blood lead level in stray dogs either from urban or rural locality (0.27+/-0.01 microg/ml) was significantly (P<0.01) higher than that of pets (0.20+/-0.01 microg/ml), and the blood lead concentration was significantly higher in nondescript dogs (0.25+/-0.01 microg/ml) than pedigreed dogs (0.20+/-0.01 microg/ml). The locality (urban/rural) was the major variable affecting blood lead concentration in dogs.

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DETOXVET a base di PMA zeolite® plus

USO INTERNO, Dispositivo Medico classe 2A:

Dinamica1. elimina dall’organismo l’effetto sinergico dei T.R.A.M.s agendo nel GIT 2. consente uno sblocco enzimatico prima dei tessuti degli organi del tratto gastro intestinale e successivamente degli altri organi3. trasforma la parete dell’intestino in una membrana di vasi comunicanti che media il flusso dei T.R.A.M.s da tutti i distretti dell’organismo verso l’intestino 4. permette per via indiretta un aumento della ossigenazione cellulare 5. riduce i substrati dell’acidificazione contribuendo ad una basificazione del sistema

Si hanno vantaggi dalla sottrazione sistemica di T.R.A.M.sA. nella adiuvazione alle patologie referentesi a:• sistema immunitario (potente immunostimolatore indiretto, adatto a casi di allergie e intolleranze)• tratto gastro intestinale (ulcere, disordini alimentari, enteriti, coliti etc.)• metabolismo (malattie metaboliche, acidosi)• insufficienze epatiche (il solo spostamento della funzione detossinante e detossicante verso l’intestino decongestiona i principali organi emuntori )• insufficienze renali (il solo spostamento della funzione detossinante e detossicante verso l’intestino decongestiona i principali organi emuntori )• neuro-degenerazione (vedi riassunto articolo Montinaro et al.) • sistema osseo/articolare (complesso artrosi artrite) • neoplasie

B. in caso di convalescenza, e nelle fasi pre e post operatorie

C. nei soggetti sani: adiuvante per la crescita e la vecchiaia con rilievo su immunità e strutturazione ossea (l’uso per prevenzione può essere continuo)

Dosaggi e protocolli :

La zeolite è inodore e ben gradita agli animali, si può mescolare al cibo o all’acqua (sospensione) e nel caso di prevenzione o mantenimento può essere assunta continuamente (si consiglia una interruzione di un mese all’anno). L’assunzione continuativa può essere sostituita da due/tre cicli annui di intenso utilizzo (dosaggio 3)

USO TOPICO, Dispositivo Medico classe 1A: • antiemorraggico e cicatrizzante• antifungino e antimicotico • antiodore In caso di ferite cospargere dopo avere pulito la ferita con soluzione fisiologica

Peso in Kg 3-10 10 - 20 20 - 40 40 - 60 Singola dose gr 0,3 1 1,2 1,51 Infiammazione lieve e prevenzione 1 volta al dì 1 volta al dì 1 volta al dì 1 volta al dì2 Infiammazione media 2 volte al dì 2 volte al dì 2 volte al dì 2 volte al dì3 Infiammazione grave o ciclo intenso di 3 volte al dì 3 volte al dì 3 volte al dì 3 volte al dì detossicazione

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Titolo: Utilizzo della clinoptilolite PMA-zeolite naturale per il trattamento delle ustioni dei cani. Associata ad un protocollo classico di trattamento delle ustioni, la PMA-zeolite accelera la cicatrizzazione e permette di evitare complicazioni (epatiche e renali).Titolo originale : Anwendung des natürlichen Zeoliths Clinoptilolith bei der Behandlung von Verbrennungen einer Hündin und zwei Welpen

Titolo della Rivista: Tierärztliche Umschau. [ Tierärztl. Umsch.. ] , 2003 , vol. 58 , no 2 BEDRICA Ljiljana, CAPAK D., HARAPIN I., BABIC T., RADISIC B., HAHN V., POTOCNJAK D., GRACNER D., CERGOLJ M., TOMASKOVIC A., DOBRANIC T., CURIC S., VUCEVAC Vesna, STOJKOVIC R., PAVICIC Z., MAYE Iva. Riassunto : L’articolo espone il trattamento di un animale da compagnia (cane di razza cocker, di 5 anni) e dei suoi 2 cuccioli femmine, tutti e 3 che hanno subito numerose ustioni a seguito di un incendio. Congiuntamente al trattamento classico, è stata utilizzata della PMA-zeolite (prima generazione) al fine di conoscere la sua azione nel processo di guarigione delle ustioni. Diversi prelievi di sangue sono stati eseguiti sui 3 cani nel corso del trattamento al fine di effettuare un emocromo ed un’analisi biochimica del sangue. La creatinemia e l’uremia, si trovano a livelli ben superiori alla norma in seguito ad ustioni. L´utilizzo della clinoptilolite ha permesso di normalizzare la creatinemia e l’uremia al termine di una settimana di applicazione. I casi presentati permettono di concludere che la clinoptilolite PMA-zeolite , associata ad un trattamento classico, permette di accelerare il ristabilimento e può portare ad una guarigione completa, e ciò in relazione al fatto che il 50 % di sviluppo della superficie totale della pelle è stata toccata. L’uso della clinoptilolite permette in ugual modo di evitare complicazioni a livello del fegato e dei reni.

Titolo: Zeolite clinoptilolite naturale: un nuovo adiuvante nelle terapie antitumorali.Titolo originale: Natural zeolite clinoptilolite: new adjuvant in anticancer therapy.Titolo della Rivista: Journal of molecular medicine, 2001, vol. 78 , no 12 , pp. 708 - 720 PAVELIC Kresimir, HADZIJA Mirko, BEDRICA Ljiljana, PAVELIC Jasminka, DIKIC Ivan, KATIC Masa, KRALJ Marijeta, BOSNAR Maja Herak, KAPITANOVIC Sanja, POLJAK-BLAZI Marija, KRIZANAC Simun, STOJKOVIC Ranko, JURIN Mislav, SUBOTIC B., COLIC M.

Riassunto: I silicati, compresa la Zeolite clinoptilolite, hanno dimostrato delle attività biologiche diverse. Sono state utilizzate con successo come adiuvante per vaccini e per il trattamento della diarrea. Rapportiamo l’utilizzo della clinoptilolite finemente frantumata (PMA-zeolite®) in tanti ausili potenziali nelle terapie antitumorali. Il trattamento a base di clinoptilolite dei topi e dei cani che soffrivano di vari tipi di tumori, ha portato al miglioramento dello stato di salute complessiva, al prolungamento della vita, ad una diminuzione della misura dei tumori. L’applicazione locale della clinoptilolite per ridurre il cancro canino ha efficacemente ridotto la formazione e la crescita dei tumori. Inoltre, gli studi tossicologici sui topi e sui ratti hanno dimostrato che il trattamento non ha effetti negativi. Gli studi in vitro delle colture di tessuto hanno provato che la PMA-zeolite® impedisce l’espressione della proteina kinase B (c-Akt), induce l’espressione dei geni soppressori dei tumori (p21WAF1/CIP1 e p27KIP1), e blocca la crescita delle cellule di diverse stirpi di cellule tumorali.

Tratto da: Utilizzo degli animali domestici nella valutazione dei rischi di inquinamento ambientale: indagini epidemiologiche e studi sperimentali di F. Santin (1) - C. Stelletta (2) - M. Morgante (2) (1) Dipartimento di Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria, Istituto Superiore di Sanità (2) Dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie, Università di Padova

IntroduzioneO’Brien definisce come sentinelle degli “organismi nei quali variazioni di caratteristiche note possono essere misurate per stimare l’entità della contaminazione ambientale e le sue implicazioni nella salute umana e per fungere da campanello d’allarme prima che queste implicazioni si manifestino nell’uomo”. Gli animali domestici in alcuni casi si rivelano particolarmente adatti alla valutazione dei rischi espositivi per l’uomo non solo per le analogie anatomo-fisiopatologiche, ma anche per la possibilità di aggirare i problemi derivanti dalla lunghezza dei tempi di insorgenza delle patologie, dallo stile di vita e dalle esposizioni occupazionali. Qui di seguito vengono riportati i principali studi epidemiologici e sperimentali effettuati sia sugli animali da compagnia, sia sugli animali da reddito esposti a contaminanti ambientali di vario genere.Studi sugli animali domesticiLa valutazione di appropriati biomarcatori negli animali domestici, e in particolare nei cani, potrebbe ridurre alcune delle incertezze legate alla predizione dei rischi espositivi per l’uomo permettendo l’individuazione degli effetti biologici che precedono l’insorgenza delle patologie. Gli animali domestici hanno notevoli potenzialità come sentinelle della salute ambientale: ciò è stato dimostrato in numerosi studi epidemiologici, di seguito trattati, riguardanti esposizioni croniche ad alcuni agenti carcinogeni caratteristici dell’ambiente esterno e di quello domestico.

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Asbesto….De Nardo et al. hanno recentemente effettuato uno studio prendendo in considerazione una popolazione di pecore residenti in un’area della Sicilia (Biancavilla) in cui è stata suggerita una correlazione tra esposizione a fibre asbesti-formi (fluoro-edenite) presenti nell’ambiente e l’insorgenza di mesoteliomi pleurici nell’uomo. Per monitorare la diffusione ambientale delle fibre sono stati esaminati col microscopio elettronico a scansione e con a microanalisi ai raggi X dei campioni di polmone di 27 pecore di almeno 3 anni di età e residenti vicino al Monte Calvario (una zona a sud-est di Biancavilla, in cui si trovano delle cave di rocce contenenti fibre asbestiformi): la fluoro- edenite è stata ritrovata in 8 animali. Anche nella capra è stato in precedenza effettuato uno studio simile: sono stati analizzati al microscopio elettronico campioni di polmoni di 10 capre residenti in un’area della Corsica caratterizzata dalla presenza nel suolo di fibre asbestiformi (crisotilo e tremolite) e si è evidenziata la presenza di queste ultime nelle capre esposte e non in quelle controllo. Recentissima è l’indagine, non ancora ultimata, di Bellis et al. (2005) articolata in due fasi. Nella prima fase si sono osservati in microscopia ottica in luce diretta campioni di tessuto polmonare di animali vissuti in Piemonte (42 bovini, 1 cinghiale, 2 camosci, 3 caprioli, 35 cani e 4 gatti), divisi a loro volta in due gruppi, uno controllo e uno comprendente animali residenti in luoghi in cui sono presenti rocce contenenti crisotilo, tremolite e actinolite. Nella seconda fase sono stati esaminati più in dettaglio solo i campioni di tessuto polmonare degli animali esposti (esclusi i cani) con l’ausilio di un microscopio elettronico con annesso microanalizzatore in spettrometria di dispersione che ha permesso di ricercare, identificare e quantificare le fibre. Al microscopio ottico sono stati rilevati corpi ferruginosi (fibre ricoperte da ferro e materiale proteico) in 13 bovini, 2 caprioli e 4 cani ed in particolare nei bovini e in un capriolo si sono trovate al microscopio elettronico crisotilo e/o tremolite in quantità significative. I lavori citati in questa sede suggeriscono quindi il possibile ruolo della pecora, della capra, del bovino e di altre specie domestiche e selvatiche come sentinelle nella valutazione della diffusione ambientale delle fibre asbestiformi.PCB/InsetticidiQuesti campioni sono stati testati per alcuni parametri emato-biochimici standard e soprattutto per i probabili effetti genotossici indotti dagli inquinanti in questione (la frequenza dei micronuclei presenti nei linfociti) e sono state studiate alcune subpopolazioni linfocitarie (CD4+ e CD8+). Gli autori hanno riscontrato una maggiore variabilità nei livelli sierici della fosfatasi alcalina e della alaninaamino transferasi nel gruppo esposto rispetto al gruppo controllo. Inoltre si è osservato un significativo aumento del numero e della frequenza di micronuclei in linfociti binucleati negli animali esposti e si è riscontrata, sempre in questi ultimi, una consistente diminuzione, anche se non statisticamente significativa, del rapporto CD4+/CD8+.È stato quindi proposto quest’ultimo parametro come biomarcatore appropriato per la valutazione dell’esposizione a pesticidi.Fumo passivo di sigaretta ed altri prodotti della combustione…Il rischio relativo di sviluppare un linfoma nei gatti con qualsiasi esposizione a fumo passivo era più che raddoppiato ed aumentava proporzionalmente alla durata di esposizione e alla quantità di fumo inalato. Reif et al. (1992) hanno condotto uno studio per determinare se l’esposizione domestica a fumo di sigaretta può essere associata ad un aumentato rischio di cancro ai polmoni nei cani. Sono stati considerati nell’indagine tutti i casi di tumore ai polmoni raccolti da due cliniche veterinarie tra il 1985 e il 1987 (70 animali) e, come controlli, dei soggetti con altre forme neoplastiche (106 animali), tenendo conto del numero di fumatori residenti in ogni abitazione, il numero di sigarette fumate e la quantità di tempo trascorso dagli animali in casa. In un lavoro successivo Reif et al. (1998) hanno valutato il rischio di insorgenza di neoplasie delle cavità nasali e dei seni paranasali in seguito ad esposizione a fumo passivo di sigaretta dei cani: sono stati considerati 103 casi clinici verificatisi tra il 1986 e il 1990 e si sono messi a confronto con soggetti affetti da altri tipi di neoplasie (378 animali). Come nello studio del 1992 l’esposizione al fumo fu valutata considerando il numero di fumatori presenti in ogni nucleo famigliare, la durata dell’esposizione e il tempo trascorso in media dagli animali all’interno dell’abitazione: è stato riscontrato un aumento significativo dell’incidenza dei tumori nasali nei cani a naso lungo (maggiore filtrazione delle sostanze cancerogene rispetto al naso corto) esposti al fumo di un fumatore. Questi risultati supportano l’associazione tra l’esposizione a fumo passivo di sig aretta e il cancro nasale canino giustificando l’utilizzazione di questa neoplasia nel cane come evento sentinella per la valutazione del rischio di cancro nell’uomo. Anche secondo Bukowski et al. (1998) le neoplasie seno-nasali canine possono rappresentare un valido aiuto nella valutazione del rischio di cancro nell’ambiente domestico: in questa indagine però i risultati misero in luce non tanto un’associazione con il fumo passivo, ma con la presenza di agenti inquinanti prodotti dagli impianti di riscaldamento a carbone e a cherosene.Metalli Pesanti…Considerando che le concentrazioni ematiche normali di piombo nei bambini sono molto simili a quelle riscontrabili in cani sani e che questi valori rispecchiano i livelli di piombo presenti nell’ambiente, che i cani e i bambini condividono, Bloom et al. (1976) raccolsero 206 campioni di sangue da cani residenti in città e cani residenti in campagna: i cani di città (probabilmente più esposti alle emissioni dei veicoli a motore) evidenziarono valori sensibilmente più elevati dei cani di campagna (rispettivamente 6.8 µg/100 ml e 4.5 µg/100 ml) dimostrando che gli animali domestici possono fungere da utili sentinelle per la valutazione dell’inquinamento ambientale da piombo. Thomas et al. (1975) raccolsero campioni di sangue appartenenti a cani normali residenti in un’area suburbana (gruppo controllo), cani residenti in un canile cittadino ed animali residenti in famiglie di basso reddito (abitazioni vecchie con vernici delle pareti, contenenti piombo, che si staccavano). Nel 22% dei 50 cani del canile e nel 15.3% dei 98 cani appartenenti alle famiglie a basso reddito si riscontrarono livelli ematici di piombo in eccesso (> 35 µg/100 ml) e rispettivamente nell’8% e nel 4.1% livelli associati ad intossicazione (> 60 µg/100 ml), mentre nei soggetti controllo i valori risultarono tutti compresi tra 0 e 29 µg/100 ml. Fu inoltre osservato come, analogamente a quanto accade nell’uomo, le intossicazioni da piombo fossero più frequenti nei soggetti giovani (cuccioli di età inferiore ad un anno). Recentemente Ghisleni et al. (2004) hanno misurato alcuni marcatori biologici di esposizione a piombo (indicatori di metabolismo eritrocitario e l’attività dell’enzima aminole-vulinico acido deidratasi) nel sangue di 20 cani provenienti da 5 differenti tipologie di ambiente, scelti sulla base del grado di urbanizzazione (montagna, campagna, città, zona industrializzata e controlli, tenuti in laboratorio e non soggetti a nessun protocollo sperimentale). I cani provenienti dalla zona industrializzata hanno evidenziato concentrazioni ematiche di piombo significativamente più alte rispetto ai controlli, a conferma dell’importante ruolo delle emissioni di piombo nell’inquinamento ambientale e del possibile ruolo dei cani come sentinelle dell’esposizione al piombo in queste aree.

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Campi elettromagnetici a bassa frequenza (50-60 Hz)…Stelletta et al. (2004/b) hanno effettuato uno studio sulle alterazioni della risposta immunitaria cellulo-mediata di vacche da latte in seguito ad esposizione cronica (nei sette mesi precedenti la prova) ad onde elettromagnetiche a bassa frequenza generate da un elettrodotto ad alta differenza di potenziale (380 kW). Sono stati presi in considerazione 4 animali esposti ad un campo magnetico di 1.98- 3.28 _T e 4 animali (controlli) stabulati lontano dalla linea elettrica e sono stati effettuati 8 prelievi ematici sequenziali ad intervalli di 3 ore, misurando alcuni parametri ematologici ed immunologici, tra cui i leucociti totali, i neutrofili, i linfociti, gli eosinofili, le subpopolazioni leucocitarie CD45R, CD6, CD4, CD8, CD21,CD11B e il rapporto CD4/CD8. È stato individuato un differente valore del rapporto CD4/CD8 (0.84 e 2.14 rispettivamente negli esposti e nei controlli) per un diverso livello di CD8 (1,35 vs 0,50 x10.e3/ micron rispettivamente negli esposti e nei controlli) e quindi si è ipotizzato che l’esposizione a campi elettromagnetici a bassa frequenza possa essere responsabile di alterazioni delle variazioni temporali dei parametri ematologici ed immunologici nelle vacche da latte. ConclusioniIn conclusione gli animali domestici rappresentano un eccellente strumento di valutazione dei potenziali effetti degli inquinanti ambientali sulla salute pubblica. Gli animali sentinella infatti vivono in stretta associazione con gli uomini condividendone lo stesso ambiente, col vantaggio non trascurabile di essere esenti da esposizioni occupazionali o dovute al particolare stile di vita dei proprietari. Gli animali inoltre hanno vite più brevi e conseguentemente i periodi di latenza delle patologie di origine ambientale cui sono soggetti sono sensibilmente inferiori, permettendo, con le dovute cautele, di estrapolare i risultati all’uomo e di attuare tutti gli interventi preventivi che si rendono di volta in volta necessari. Si ricorda poi l’utilità della registrazione sistematica dei tumori animali di origine ambientale come valido supporto per l’epidemiologia ambientale in medicina umana. Inoltre l’individuazione negli animali sentinella di biomarcatori affidabili si rivela estremamente importante non solo come punto di partenza che possa giustificare esami più approfonditi delle potenziali esposizioni ambientali della corrispondente comunità umana, ma rappresenta anche un utile strumento di valutazione del grado di benessere degli animali domestici. Ulteriori ricerche saranno comunque necessarie per valutare la sensibilità e l’attendibilità dell’utilizzo dei biomarcatori in popolazioni di animali sentinella esposte a contaminanti ambientali al fine di identificare e predire i rischi per salute umana. Riferimenti bibliografici

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(2004/b)-Effects of extremely low frequency electro- magnetic fields exposition on circadian rhythms and distribution of some leucocyte differentiation antigens in cows- L’Abstract di questo studio è stato selezionato per la presentazione del poster al World Buiatrics Congress che si è tenuto al Quèbec City Convention Centre in Canada, Luglio 11-16, 2004.• Van der Schalie W. H., Gardner H. S. -Animals as sentinels of human health hazards of environmental chemicals- Environ. Health Perspectives, 1999, 107(4), pp. 309-315

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Nuove frontiere nella rigenerazione dell’omeostasi dell’organismoIntroduzioneÈ noto che molte sostanze estranee al nostro organismo ne modi�cano l’omeostasi generando patologie di va-ria natura che lo danneggiano a volte in modo ir reversibile dando origine an-che a mutazioni cellulari che possono portare all’insorgenza di tumori. La medicina rigenerativa sta avendo uno sviluppo notevole come via alter-nativa alla terapia farmacologica che è in genere accompagnata da una serie di reazioni avverse ed è caratterizza-ta da un costo sempre più elevato de-rivante dall’incremento dei consumi di farmaci dovuto all’invecchiamento della popolazione legato all’allunga-mento della vita media. Sarebbe infat-ti senz’altro preferibile riparare i dan-ni biologici mediante l’uso di cellule adatte che danno una guarigione de�-nitiva perché funzionale, a di�erenza del farmaco che cerca di tenere sotto controllo lo stato patologico mediante modi�cazioni biochimiche ed intera-zioni con strutture biologiche ma che è in genere accompagnato da reazio-ni avverse di varia entità. In tale dire-zione numerosissime sono le ricerche che si stanno sviluppando e bastereb-be citare come esempio gli studi sulle cellule staminali come potenziali for-nitrici di tutti i tipi di cellule del no-stro organismo. Un’alternativa potrebbe essere rap-presentata da un intervento p reventi-vo mirato all’eliminazione dall’orga-nismo umano delle sostanze tossiche generate dal metabolismo e ancora di più di quelle che quotidianamente ven-gono immesse dall’esterno att raverso

la respirazione, il contatto con la cute, i cibi o gli stessi farmaci, responsabi-li dell’insorgenza di varie patologie. Questa strada consentirebbe di p reve-nirle ristabilendo l’omeostasi dell’or-ganismo, una volta eliminate le cause dei danni, rigenerando così la funzio-nalità degli organi e ritardando anche l’invecchiamento. Le maggiori di�coltà incontrate sono legate però alla necessità di dover uti-lizzare rimedi di natura diversa per le singole patologie. Molti prodotti di ori-gine naturale, ad esempio vitamine o sostanze antiossidanti contro i radicali liberi, chelanti di metalli o adsorbenti di tossine, sono attualmente disponi-bili in commercio, ma una terapia pre-ventiva contro tutte le sostanze tossi-

che dovrebbe p revedere l’utilizzazione contemporanea di detti mezzi terapeu-tici. Inoltre non tutti questi prodotti sono innocui e ben tollerati da tutti i soggetti; le stesse vitamine E ed A, ad esempio, è stato dimostrato che, se somministrate in alte dosi, possono ri-sultare tossiche. Una nuova strada è stata aperta da stu-di sull’uso di sostanze polifunzionali di origine minerale costituite da par-ticelle attive, ma non assorbibili, di zeolite clinoptililoite in grado di inte-ragire nell’intestino con gli equilibri presenti nell’organismo, svolgendo co-sì un’azione selettiva di eliminazione delle sostanze tossiche (“spazzino”) attraverso le feci, senza modi�care i componenti �siologici.

Tratto da Medicina Naturale n°6 - a cura del prof. Fedele Manna Chimica Farmaceutica e Tossicologica, Dipartimento di Chimica e Tecnologie del Farmaco, La Sapienza Università di Roma- Tecniche Nuove - novembre 2008

Fig. 1 - composizione chimica: atomi in rosso ossigeno

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ZeolitiLe Zeoliti costituiscono una famiglia di alluminosilicati minerali strutturalmen-te diversi dai normali silicati o allumi-nati (Harben, 1999). La prima zeolite è stata descritta nel 1756 da Cronstedt, uno studioso di minerali Svedese, che coniò il nome da due parole greche che significano “pietre bollenti”, derivan-te dalla capacità delle zeoliti di libera-re vapore se riscaldate. Oggi sono note circa cinquanta tipi di zeolite naturale mentre ne sono state sintetizzate circa centocinquanta per specifiche applica-zioni. La clinoptilolite è una zeolite di origine naturale formata dalla conver-sione di materiali vulcanici vetrosi in struttura cristallina nelle acque dei la-ghi o dei mari milioni di anni fa ed è la più ricercata ed ampiamente utiliz-zata. La clinoptilolite non è la miscela di due sali (silicato ed alluminato) ma ha una struttura cristallina costituita da due tetraedri di SiO 4 ed AlO4 legati mediante ponti ossigeno (Fig. 1) che genera ampi spazi liberi e canali nei quali possono essere accolti cationi e molecole relativamente grandi (Mump-ton, 1983) (Fig. 2). Infatti le posizioni di Al ed Si possono essere determinate applicando la regola di Lowenstein che proibisce la presenza di un legame O-Al-O nella struttura. Le cariche negati-ve delle unità alluminato e silicato sono neutralizzate dalla presenza di cationi quali calcio, magnesio, sodio, potassio ed in alcuni casi ferro. Questi ioni pos-sono essere facilmente sostituiti da al-tre sostanze quali metalli pesanti o ione ammonio (Semmens, 1983). Tale possi-bilità viene definita capacità di scambio cationico e rappresenta una delle carat-teristiche preminenti della clinoptiloli-te. Inoltre la sua caratteristica struttura elettronica e le cariche negative presen-ti in essa la rendono particolarmente at-tiva nel neutralizzare i radicali liberi e nell’adsorbimento di tossine (funzione di setaccio molecolare).

Applicazioni della clinoptiloliteLa zeolite clinoptilolite (ZC) è assolu-tamente inerte e uno studio condotto

sulla patogenicità in vitro ed in vivo di quarzo, terre di diatomee, mordenite e clinoptilolite ha evidenziato che que-st’ultima risulta assolutamente atos-sica a di�erenza delle altre sostanze che sono citotossiche (Adamis Z.et al, 2000). Tali dati sono stati confermati dalle sperimentazioni eseguite da Pa-velic K. et al. nel 1998 e nel 2003 su topi e ratti con la zeolite clinoptiloli-te per periodi prolungati. Un ulterio-re conferma dell’assenza di tossicità è data dall’uso come additivo alimenta-re per le scrofe e�ettuata da Kyriakis S.C.et al, 2002. Numerose sono le ri-cerche sull’utilizzo nutrizionale della ZC addizionata ai mangimi nell’alleva-mento dei maiali con positivi risultati derivanti dalla modificazione di alcuni parametri fisiologici dell’apparato inte-stinale, come ad esempio la diminuzio-ne della produzione di NH

3. I risultati nettamente positivi di tali ricerche han-no consentito l’app rovazione da parte della EU dell’uso della clinoptilolite di origine vulcanica nella classe dei “Le-ganti, anti-agglutinanti e coagulanti” nei mangimi per maiali, conigli e pol-lame (Commission Regulation 2001). La prima applicazione della ZC nell’uo-mo è quella relativa all’Enterex anti-diarroico a base di clinoliptolite appro-vato dalla Cuban Drug Control Agency nel 1995 (Rodriguez-Fuentes, 1997) che ha dimostrato un’ottima tolleranza nei pazienti trattati e l’assenza di reazio-ni avverse, compresa l’eventuale insor-genza di allergie. Ulteriori sperimenta-zioni su varie patologie avev ano dato risultati molto interessanti ma l’unico inconveniente deri vava dalla quantità di polvere da somministrare piuttosto rilevante a causa delle dimensioni delle particelle. Sono stati svolti quindi studi per la realizzazione di apparecchiature che consentissero una micronizzazione delle particelle senza inquinarle.

Attivazione Per attivazione si intende in genere l’applicazione di un procedimento chi-mico, chimico-fisico o fisico a un mate-riale perché possa reagire più facilmen-

te. Nel caso di particolari solidi caratte-rizzati dalla capacità di legare sostanze tossiche sulla loro superficie come il carbone, si cerca di incrementarne la porosità o di aumentarne la superficie attraverso la diminuzione delle dimen-sioni delle particelle. Ciò consente di avere a disposizione un maggior numero di canali capaci di le-gare le sostanze tossiche. Recentemen-te è stato messo a punto un particolare processo di micronizzazione della zeo-lite clinoptilolite, oggetto di b revetto, realizzato sottoponendo il minerale ad un processo di collisione delle particel-le fra di loro in mulini appositamente realizzati e b revettati, in modo che esse non venissero inquinate dai metalli. Il risultato è l’aumento del numero di particelle con dimensioni ridotte, un in-cremento della loro superficie ed un’at-tivazione strutturale che consente loro di legare più velocemente e più stabil-mente tossine, radicali e metalli, incre-mentandone l’attività. Infatti, partendo da una dimensione di circa 3 m 2/g di ZC, dopo l’attivazione si raggiungono persino i 1000 m 2/g. La ZC così attivata è stata sottoposta a una serie di sperimentazioni biologiche che hanno portato alla registrazione da parte della Società austriaca PANACEO di diverse preparazioni che la conten-gono come Dispositivi Medici a Livello Europeo (DM - TUV CE 0197 del 2006) date la sue caratteristiche azioni di ti-

Fig. 2 - struttura: atomi in rosso O ed in viola Al ed Si

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po fisico di scambiatore di cationi, di blocco dei radicali liberi e di setaccio molecolare. Inoltre i prodotti composti di zeolite clinoptilolite attivata (ZCA) sono state classificate dalla EU (codice GMDN) come: “sostanze ad uso orale adatte ad assorbire/chelare e rimuove-re sostanze dannose e tossiche nel trat-to gastrointestinale (es. metalli pesan-ti, nitrosamine, ammonio, micotossine, cationi (radioattivi), pesticidi) riducen-done l’assorbimento nel corpo. Possono anche funzionare come anti-ossidanti catturando radicali liberi e ri-ducendo la formazione di ROS (reactive oxigen species). È tipicamente una zeo-lite attivata disponibile in polvere, cap-sule, compresse o in forma liquida” .

Radicali liberiLe specie reattive dell’ossigeno, come H 2O2, e i radicali OH • e O 2

• , svolgono importanti funzioni �siologiche ma possono anche causare un vasto dan-no cellulare. Il bilancio tra funzioni fi-siologiche e danno è determinato dal relativo rapporto tra produzione e ri-mozione dei ROS.

Normalmente, queste specie sono ra-pidamente rimosse prima che possano causare disfunzioni cellulari ed even-tualmente morte della cellula. Lo stress ossidativo, un disequilibrio tra la produzione di ROS e le capacità di difesa antiossidanti della cellula [Sies (1985)], può colpire i principali com-ponenti cellulari come lipidi, proteine, carboidrati e DNA. Questo fenomeno è stato associato strettamente a una se-rie di patologie umane come malattie cardiovascolari, diabete, cancro e ma-lattie neurodegenerative [Halliwell and Cross (1994); Bray (1999); Forsberg et al. (2001)] (Figg. 3 e 4). Tali patologie sembrano essere per lo più correlate con uno stress ossidati-vo di tipo cronico, comunque anche l’esposizione a livelli acuti di ROS sem-bra essere responsabile di varie pato-logie, come l’insorgere della cataratta [Spector et al.(1993)] e di danni ai tes-suti in seguito a ischemia/riperfusio-ne (I/R) in vari organi trapiantati co-me il fegato [Loguercio and Federico (2003); Poli and Parola (1997)]. Nume-rose evidenze sperimentali mettono in

luce molti meccanismi fra loro correlati che, nel corso della patogenesi, aumen-tano la produzione di ROS o diminui-scono le difese antiossidanti nei con-fronti del danno. Uno studio e�ettuato in vivo su topi da Sverko V. et al. (2002) aveva evi-denziato l’attività antiossidante della ZCA mentre il Dr. Wolfgang Thoma e la Dr.ssa Claudia Gunzer dell’Ospedale Privato Villach (2002) hanno sviluppato una ricerca clinica con lo scopo di ana-lizzarne la sua azione nell’organismo umano. Tutti i soggetti hanno dimostra-to una concentrazione di idroperossidi più bassa nel sangue determinata me-diante il metodo F.R.A.S. (Free Radical Analytical System). Data la presenza dei radicali liberi in molte patologie il Dr. Thoma ha svolto una successiva ricerca relativa all’os-servazione clinica sull’uso della ZCA per un periodo di 15 mesi su numerosi soggetti a�etti da una vasta gamma di malattie che andavano dai tumori ma-ligni di di�erente origine (carcinoma del colon, carcinoma dei bronchi, ma-stocarcinoma, tumori delle ovaie, car-cinoma pancreatico, carcinoma epato-cellulare) a poliartrite cronica, coliti ulcerative, sclerosi multipla, infezioni persistenti (es: sinusiti) dermatiti, epa-titi, cirrosi epatica e per applicazione topica nelle ulcere crurali, acne o anche bolle da scottature. Nell’arco di 7 giorni la vitalità, le condi-zioni generali e l’appetito della maggior parte dei pazienti (circa il 70%) erano nettamente migliorate. L’e�etto risultava particolarmente evi-dente nei pazienti a�etti da tumore sot-toposti a chemioterapia e radioterapia che manifestavano un conside revole in-cremento della tollerabilità di queste terapie se trattati con zeolite. Inoltre la diminuzione di radicali liberi agevo-la anche la diminuzione di acido latti-co e per questo la ZCA viene utilizzata dagli atleti. La sperimentazione clinica aveva quin-di evidenziato un’attività rilevante della clinoptilolite ma era necessario appro-fondirne il meccanismo di azione e il

Fig. 3 - danni biologici per produzione di radicali organici

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Dr. Peter M. Abuja dell’Istituto di Ri-cerca di Biofi sica e struttura ai raggi X, Graz, (2004) ha sviluppato una ricerca in tal senso utilizzando vari metodi di ossidazione in emulsione che simula-no importanti processi di perossidazio-ne lipidica (ossidazione di lipoproteine, emulsioni lipidiche, omogenati di car-ne), dimostrando che ogni mg di ZCA è in grado di ritardare del 120% la peros-sidazione lipidica con radicali perossili-ci solubili in acqua, e del 100% quella catalizzata da Cu 2+ , e confermando che essa è in grado nell’intestino di spostare gli equilibri sistemici relativamente alla produzione di radicali liberi. Infatti i radicali solubili in acqua, pro-dotti in altre parti dell’organismo, pos-sono migrare nell’intestino att raverso i fl uidi biologici ed essere così neutraliz-zati dalla ZCA in grado di fornire elet-troni.

Metalli pesantiI danni derivanti dall’immissione nel-l’organismo di elevate concentrazioni di metalli tossici sono noti da tempo immemorabile ed esempi classici sono rappresentati dall’arsenico, utilizzato anche per commettere crimini, e dal piombo che dava saturnismo negli ope-rai delle miniere, mentre un esempio at-

tuale è dato dall’allergia da nichel per contatto con monili che lo contengono. Numerose sono le fonti di metalli co-me le vie di ingresso nell’organismo e comprendono anche utilizzazioni con-solidate come l’amalgama di mercurio impiegata nell’otturazione delle carie dentarie che è stato dimostrato essere fonte di continuo rilascio di mercurio con relativi danni biologici. I meccani-smi di tossicità sono di vario tipo, di-retti quali l’inibizione di enzimi parti-colarmente importanti per l’organismo e la sostituzione di cationi fi siologici come il calcio da parte del piombo nel-le ossa o indiretti come la capacità di catalizzare la formazione dei radicali liberi (es. rame). Molte sono le sostanze chelanti organi-che, in genere di origine naturale, uti-lizzate per il loro allontanamento dal-l’organismo, spesso in associazione fra di loro, che possono però dare origi-ne ad interferenze con la funzionali-tà dell’organismo a livello intestinale. La ZCA è l’unica sostanza inorganica, caratterizzata da una notevole capaci-tà di scambio totale (0.64 – 0.98 mol/Kg), in grado di cedere i cationi liberi ( Na + , K + , Ca 2+ , Mg 2+ ) e legare al loro posto i metalli pesanti, ioni ammonio, radioisotopi o altri cationi (Cd 2+ , NH 4

+ ,

Fe2+ , Pb 2+ , Cu 2+ , Cs + , Sr 2+ ), per i qua-li manifesta una grande selettività. Il vantaggio della ZCA è costituito dalla insolubilità delle particelle che passano inalterate nell’intestino ed adsorbono i metalli espellendoli insieme alle feci, non interferendo con alcuna funzione fi siologica intestinale. Questo meccanismo consente inoltre di spostare l’equilibrio esistente fra l’inte-stino ed il resto dell’organismo con con-seguente richiamo nel lume intestina-le dei metalli dal resto dell’organismo comportando quindi una disintossica-zione sistemica. Una delle applicazioni della ZCA è sta-ta infatti nel trattamento dei soggetti esposti alle radiazioni di Cernobil col-piti da stronzio e cesio radioattivi con risultati rilevanti.

Ione ammonioNell’ambito dell’attività di scambio ca-tionico della ZCA particolarmente rile-vante risulta quella relativa allo ione ammonio (1,2 – 1,5 mol/Kg) renden-dola particolarmente utile per la dimi-nuzione dei livelli ematici di ammonia-ca. L’iperammoniemia derivante da de-fi cienza degli enzimi del ciclo dell’urea o da danni epatici p rovoca disfunzioni cerebrali severe che comprendono ede-ma cerebrale, convulsioni e coma, nei casi acuti. Valutazioni neurofi siologiche eviden-ziano che in queste patologie sono pre-senti caratteristiche alterazioni della morfologia degli astrociti più marcate nei casi di iperammoniemia acuta e di astrocitosi Alzheimer di tipo II in quella cronica. Non avendo il cervello un ciclo dell’urea, attiva la sintesi della glutami-na per eliminare l’eccesso di ammonia-ca e, l’enzima responsabile glutamina sintetasi, è presente in modo predomi-nante negli astrociti. L’accumulo di ammoniaca a livello ce-rebrale comporta una modifi cazione del fl usso sanguigno cerebrale e del meta-bolismo dalle strutture corticali a quel-le subcorticali. Inoltre lo ione ammonio ha una diretta infl uenza sul sistema di trasmissione del segnale eccitante/ini-Fig. 4 - esempio di danni alle arterie derivanti da radicali liberi

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novembre 2008 - Medicina Naturale

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bente attraverso meccanismi diversi che coinvolgono l’estrusione di cloruri e la funzione dei recettori post-sinaptici. La terapia applicata nell’iperammo-niemia p revede una dieta a basso con-tenuto proteico con valori tali da non danneggiare la funzionalità muscola-re, l’eliminazione dell’ammoniaca dal-l’intestino mediante l’uso di disaccari-di non assorbibili (lattulosio) o l’uso di antibiotici per diminuire la produzione di ammoniaca a livello intestinale e so-no in sperimentazione sostanze in gra-do di stimolare la sintesi epatica di urea o la sintesi della glutammica a livello muscolare (V. Felipe et all 2002). Da quanto fi n qui esposto risulta evi-dente la possibilità di utilizzare la ZCA nella terapia dell’iperammoniemia, con-fermata dalla sua dimostrata capacità nei suini di diminuire drasticamente la quantità di ammoniaca a livello inte-stinale. Una conferma della sua attività nell’uo-mo è data dalla sperimentazione e�et-tuata dal Dr. Thoma, precedentemente riportata, che ha evidenziato un netto miglioramento della lucidità e delle ca-

pacità cognitive di tutti i soggetti tratta-ti ma in particolare di quelli a�etti da patologie cerebrali quali Alzheimer o il morbo di Parkinson.

Setaccio molecolareLa ZCA ha inoltre la capacità di svol-gere la funzione di setaccio moleco-lare bloccando nell’intestino tossine derivanti da infezioni locali o patolo-gie e che possono essere presenti an-che in alcuni alimenti inquinati. Que-sta sua caratteristica ha portato alla realizzazione di un b revetto sulla sua capacità di legare ed inattivare vari ti-pi di tossine (es. micotossine) (DE 198 21 509 A1).

Applicazioni dermatologicheLa capacità della zeolite clinoptilolite attivata di rigenerare in genere la fun-zionalità di vari organi si è dimostrata particolarmente importante anche sul-la cute nel trattamento di ferite legge-re, piaghe con essudato, arrossamenti della pelle, acne e psoriasi con risultati molto interessanti oggetto di numerose ricerche attualmente in corso.

Da quanto esposto risulta evidente l’apertura di una nuova frontiera nella rigenerazione e nella p revenzione uti-lizzando la ZCA senza reazioni avver-se e con la possibilità di associarla alle terapie tradizionali senza interferenze. Ciò consente anche la preparazione di miscele che la contengano con altre so-stanze attive anche di origine naturale come realizzato dalla PANACEO.

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