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FAMILIARI PATRIMONI DEI TRASMISSIONE E PROTEZIONE di Ceppellini Associati & Lugano 2016 - 2017

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FAMILIARI PATRIMONI DEI TRASMISSIONE E PROTEZIONE

di Ceppellini Associati & Lugano

2016 - 2017

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Tutti i diritti riservati

Materiale didattico non vendibile riservato ai partecipanti a il Corso 2016-2017

Questa dispensa è stata chiusa in redazione il 17 ottobre 2016

L'elaborazione dei testi, anche se curata con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabilità per eventuali involontari errori o inesattezze.

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INDICE

PROTEZIONE E TRASMISSIONE DEI PATRIMONI FAMILIARI

di Ceppellini Lugano & Associati

1. L’ESIGENZA DI GARANTIRE LA RISERVATEZZA, LA TUTELA DEL PATRIMONIO E IL PASSAGGIO GENERAZIONALE .................................................................................................. pag. 4

1.1 Premessa ....................................................................................................................................... pag. 4

1.2 L’esigenza di riservatezza del patrimonio personale .......................................................... pag. 4

1.2.1 La riservatezza nell’esercizio dell’attività commerciale ......................................... pag. 4

1.2.2 La riservatezza nel passaggio generazionale ........................................................ pag. 4

1.3 L’esigenza di tutelare il patrimonio dall’aggressione dei terzi ......................................... pag. 5

1.4 L’esigenza di garantire il passaggio generazionale del patrimonio personale ............ pag. 6

1.4.1 Il passaggio generazionale attraverso la sottoscrizione di atti di donazione ........... pag. 6

1.4.2 Il passaggio generazionale attraverso la sottoscrizione di polizze vita a contenuto previdenziale ........................................................................................... pag. 6

1.4.3 Il passaggio generazionale attraverso la sottoscrizione di patti di famiglia.... pag. 7

2. SLIDE PROIETTATE IN AULA ................................................................................................................. pag. 9

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APPUNTI

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PROTEZIONE E TRASMISSIONE DEI PATRIMONI FAMILIARI

di Ceppellini Lugano & Associati

1. L’ESIGENZA DI GARANTIRE LA RISERVATEZZA, LA TUTELA DEL PATRIMONIO E IL PASSAGGIO GENERAZIONALE

1.1 Premessa

La clientela degli studi professionali esprime in modo crescente l’esigenza di:

• garantire la riservatezza del proprio patrimonio personale nei confronti dell’Amministrazione finanziaria e dei terzi;

• tutelare il patrimonio personale posseduto dalla possibile aggressione dei creditori;

• favorire il passaggio generazionale del proprio patrimonio personale;

1.2 L’esigenza di riservatezza del patrimonio personale

L’esigenza di mantenere la riservatezza del patrimonio personale nei confronti dei terzi può determinare:

• in ambito commerciale: la necessità di mantenere l’anonimato nei confronti dei terzi nell’avvio di nuove iniziative al fine di evitare conflitti societari e/o di gestire eventuali patti parasociali;

• in ambito familiare: l’esigenza di gestire in modo “riservato” il passaggio generazionale del proprio patrimonio;

• in ambito personale: l’esigenza di mantenere la riservatezza del proprio patrimonio personale (in particolare delle disponibilità finanziarie possedute) nei confronti dei terzi e dell’Amministrazione Finanziaria.

1.2.1 La riservatezza nell’esercizio dell’attività commerciale

La saturazione del mercato economico costringe gli imprenditori ad esercitare la propria attività commerciale in condizioni concorrenziali sempre maggiori.

In questi casi, il ricorso all’intestazione fiduciaria delle partecipazioni può consentire all’imprenditore di conservare la riservatezza della propria identità e, in caso di cessione delle partecipazioni stesse, di rendere nota la stessa soltanto su richiesta della controparte acquirente.

1.2.2 La riservatezza nel passaggio generazionale

La pianificazione patrimoniale delle famiglie (in particolare nell’ambito del passaggio generazionale in azienda) ricorre a strumenti ed istituzioni giuridiche che evolvono di pari passo al crescere della complessità dell’organizzazione dei patrimoni familiari. In particolare la sottoscrizione di un patto di famiglia è in grado

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APPUNTI

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di garantire il passaggio generazionale dei beni di famiglia assicurando la continuità gestionale e perfezionando la fase di liquidazione della quota dei legittimari non assegnatari.

A titolo esemplificativo, la sottoscrizione di un patto di famiglia con un mandato fiduciario è in grado di:

• garantire la conservazione dell’anonimato dell’imprenditore (e ciò in quanto, in questo caso, soltanto la fiduciaria figura come intestataria dell’azienda che viene trasferita nell’ambito del patto di famiglia);

• consentire l’unitarietà di gestione dell’azienda nell’interesse della famiglia (attraverso le istruzioni che sono fornite alla fiduciaria dall’imprenditore);

• determinare la possibilità di amministrare il corrispettivo in denaro (o in natura, se si tratta di titoli) che viene liquidato ai legittimari non assegnatari dell’azienda;

• garantire la gestione del patrimonio in modo riservato (a titolo esemplificativo il mandato fiduciario può essere utile quando non tutti i legittimari eredi sono presi in considerazione nell’ambito di una successione o di una donazione).

1.3 L’esigenza di tutelare il patrimonio dall’aggressione dei terzi

L’evolversi delle relazioni sociali e commerciali, la necessità di affrontare con maggiore tranquillità gli eventi della vita (in ambito sia personale sia imprenditoriale) ed il recente contesto economico-finanziario hanno determinato in capo ai contribuenti l’esigenza di dover proteggere il proprio patrimonio dall’aggressione dei creditori. In questo contesto, il rischio di aggressione del patrimonio può essere limitato mediante l’utilizzo dei seguenti strumenti di asset protection, ovvero:

• il Fondo patrimoniale;

• il Trust.

La costituzione di un fondo patrimoniale consente di destinare determinati beni per soddisfare specifiche esigenze familiari. In particolare:

1) il fondo patrimoniale:

– presuppone l’esistenza di un vincolo matrimoniale;

– può avere ad oggetto unicamente beni immobili, mobili registrati e titoli di credito;

– è finalizzato a soddisfare le (sole) esigenze della famiglia;

2) i beni destinati al fondo patrimoniale possono essere aggrediti soltanto dai creditori che hanno crediti per ragioni inerenti la vita familiare;

3) (conseguentemente) i creditori personali dei coniugi non hanno la possibilità di aggredire i beni che sono confluiti nel fondo patrimoniale.

I limiti (sopra citati) imputabili al fondo patrimoniale possono essere eliminati mediante l’utilizzo dello strumento del Trust, che è in grado di garantire una protezione del patrimonio in modo più flessibile in termini oggettivi, soggettivi e gestionali. In quest’ultimo caso, infatti, è possibile:

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• trasferire la proprietà dei beni che vengono conferiti nel Trust attraverso l’instaurazione di un rapporto di natura fiduciaria che impone al Trust di esercitare il proprio diritto reale a beneficio di un altro soggetto (ovvero il beneficiario) al quale, alla fine della vita del Trust, sarà trasferita la proprietà dei beni;

• e, conseguentemente, segregare il patrimonio del disponente (in questo senso, infatti, i beni che sono conferiti nel Trust, costituiscono un patrimonio separato rispetto al patrimonio del disponente e del trustee, tale per cui i creditori personali del disponente o del trustee non hanno alcuna possibilità di aggredire gli stessi).

1.4 L’esigenza di garantire il passaggio generazionale del patrimonio personale

La pianificazione patrimoniale può essere intesa anche come esigenza del contribuente di garantire il passaggio generazionale del proprio patrimonio a favore dei figli. Al fine di raggiungere questo scopo, lo strumento che viene maggiormente utilizzato è rappresentato dalle disposizioni testamentarie. Tuttavia, soprattutto in ambito aziendale, altre possibili soluzioni sono costituite:

• in ambito personale: dalla sottoscrizione di atti di donazione e/o di polizze vita a contenuto previdenziale;

• in ambito aziendale: dalla sottoscrizione di patti di famiglia.

1.4.1 Il passaggio generazionale attraverso la sottoscrizione di atti di donazione

La donazione (regolata dagli articoli 769 e seguenti del codice civile) è un contratto mediante il quale per spirito di liberalità una parte (donante) arricchisce un’altra (donatario) disponendo a favore di quest’ultima un diritto proprio, presente nel patrimonio o assumendo verso la stessa un’obbligazione.

1.4.2 Il passaggio generazionale attraverso la sottoscrizione di polizze vita a contenuto previdenziale

In alternativa alla donazione, il trasferimento del patrimonio personale può essere attuato anche mediante la sottoscrizione di polizze vita a contenuto previdenziale. In questo caso, i principali vantaggi che possono derivare sono costituiti:

1) in ambito di tutela del patrimonio: dai limiti all’aggredibilità delle somme che l’assicuratore si impegna a corrispondere ai beneficiari della polizza;

2) in ambito fiscale:

– ai fini delle imposte dirette: dalla sostanziale “armonizzazione” delle aliquote fiscali che sono applicabili ai proventi che derivano dalle attività finanziarie detenute attraverso la polizza e dal differimento della tassazione al momento del riscatto della stessa;

– ai fini delle imposte indirette: dalla mancata tassazione (a differenza della donazione) dei proventi che derivano dalla sottoscrizione delle polizze (a prescindere dagli importi trasferiti in sede di

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APPUNTI

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successione), considerato che le somme che sono liquidate ai beneficiari a seguito del decesso dell’assicurato non sono soggette:

a) all’imposta di successione (e, conseguentemente, agli obblighi di dichiarazione successoria ed alla relativa imposta);

b) all’imposta di bollo e di registro.

1.4.3 Il passaggio generazionale attraverso la sottoscrizione di patti di famiglia

Per favorire il passaggio generazionale dell’azienda posseduta, lo strumento più adatto può essere costituito dalla sottoscrizione di un patto di famiglia. Mediante l’istituto del patto di famiglia l’imprenditore ha la possibilità di regolare la successione generazionale della propria impresa, trasferendone la titolarità e, conseguentemente, la gestione ai propri discendenti (con effetto immediato). In particolare questo istituto garantisce che sull’impresa trasferita non vi siano rivendicazioni da parte degli altri familiari aventi diritto ad una parte dell’eredità dell’imprenditore, ma anche che siano rispettati i diritti di questi ultimi. Il patto di famiglia deve essere redatto a pena di nullità per atto pubblico e alla presenza di testimoni.

Al patto di famiglia devono partecipare i seguenti soggetti:

• il titolare dell’azienda e/o delle partecipazioni societarie (di seguito “l’imprenditore” o “il disponente”);

• il beneficiario (che può essere solo un discendente dell’imprenditore);

• i familiari legittimari, ovvero tutti coloro che avrebbero diritto ad una quota di legittima ai sensi dell’articolo 536 del codice civile nel caso in cui alla data di stipula del patto di famiglia si aprisse la successione nel patrimonio dell’imprenditore. Alla stipula dell’atto pertanto devono essere presenti, oltre che il/i discendente/i beneficiario/i, il coniuge e gli eventuali (altri) figli dell’imprenditore.

L’oggetto del patto di famiglia può quindi riguardare:

• un’azienda (o una ramo di azienda);

• una partecipazione societaria (a quest’ultimo riguardo, secondo la dottrina prevalente, oggetto del patto di famiglia possono essere soltanto quelle partecipazioni societarie che attribuiscono al titolare la possibilità di influire sulla gestione dell’azienda sociale).

La norma non specifica il tipo di diritto che può essere trasferito. Pertanto, in base alla ratio della disciplina stessa, è possibile ritenere che il disponente possa trasferire la piena proprietà della partecipazione ovvero la sola nuda proprietà, conservando per sé il diritto di usufrutto.

Agendo in questo modo, il disponente ha la possibilità di programmare la successione dell’impresa, pur mentendone la gestione della stessa fino all’estinzione dell’usufrutto. Infatti, tenuto conto della finalità dell’istituto in esame, l’esercizio dell’attività d’impresa da parte del beneficiario non pare debba essere necessariamente immediato, essendo viceversa necessario solamente che sia programmata la successione generazionale dell’impresa.

Sulla base dei chiarimenti forniti dalla dottrina, nell’ambito del patto di famiglia è, inoltre, possibile attribuire il diritto di usufrutto a favore del beneficiario, in modo tale da consentire a quest’ultimo di esercitare immediatamente l’attività d’impresa. Questa soluzione, nonostante possa non apparire di utilità pratica qualora il disponente dovesse mantenere la nuda proprietà (essendo probabile che quest’ultimo

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premuoia al beneficiario usufruttuario), in realtà, potrebbe risultare di interesse nell’ipotesi in cui il disponente dovesse decidere di costituire il diritto di usufrutto a favore del figlio e trasferire la nuda proprietà ai nipoti ex filio. Così facendo, infatti, è possibile programmare la successione dell’impresa sia nel breve sia nel lungo periodo.

L’istituto del patto di famiglia non è espressamente disciplinato dal punto di vista tributario. Pertanto, al fine di determinare il relativo trattamento fiscale, è necessario inquadrare da un punto di vista civilistico le operazioni previste ed applicare le disposizioni fiscali di carattere generale. A questo riguardo, nella circolare 22 gennaio 2008 n. 3/E, l’Agenzia delle Entrate ha precisato che “il patto di famiglia è riconducibile nell’ambito degli atti a titolo gratuito”. Preso atto di quanto sopra, si deve quindi ritenere che l’eventuale trasferimento di partecipazioni mediante la sottoscrizione di un patto di famiglia:

1) ai fini delle imposte dirette: – non costituisce una fattispecie imponibile in capo al disponente ed ai beneficiari (infatti, considerato

che l’articolo 67, comma 1, lettere c e c-bis, del TUIR disciplina esclusivamente i trasferimenti di partecipazioni a titolo oneroso, ne deriva che nessuna imposta può essere richiesta in relazione a trasferimenti di partecipazioni a titolo gratuito);

– consente di assoggettare a tassazione gli eventuali plusvalori riferibili alla partecipazione trasferita soltanto al momento dell’eventuale successiva cessione a titolo oneroso della stessa da parte dei relativi beneficiari;

– consente di evitare la tassazione (ai fini Irpef) delle somme che vengono liquidate ai legittimari al fine di evitare la lesione della quota c.d. “legittima” (e ciò in quanto, in questo caso, proprio la natura “non onerosa” del trasferimento esclude la possibilità di ricondurre lo stesso tra le ipotesi di ““redditi diversi”.

2) ai fini delle imposte indirette: a) è escluso dall’applicazione dell’imposta sulle donazioni:

� se effettuato a favore dei discendenti;

� limitatamente al trasferimento di partecipazioni (quote o azioni relative a società di capitali residenti in Italia) mediante le quali è acquisito o integrato il requisito del controllo ai sensi dell’articolo 2359, comma 1, numero 1) del codice civile;

� nel caso in cui i discendenti detengano il controllo delle partecipazioni per un periodo non inferiore a cinque anni dalla data del trasferimento.

Sulla base delle considerazioni sopra esposte, è possibile concludere che:

• la donazione è in grado di soddisfare unicamente esigenze di successione generazionale;

• la polizza assicurativa a contenuto previdenziale rappresenta un utile strumento per soddisfare specifiche esigenze nell’ambito del passaggio generazionale e tutelare il patrimonio (e, conseguentemente, la gestione finanziaria del portafoglio) posseduto dal contribuente;

• il patto di famiglia risulta particolarmente adatto per soddisfare le esigenze di pianificazione successoria in ambito aziendale.

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2. SLIDE PROIETTATE IN AULA

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