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Torre Massimiliana 1 THURM SAN GIULIANO N° XXX Torre Massimiliana 2 THURM SAN GIULIANO N° XXXIII Torre Massimiliana 3 THURM SAN GIULIANO N° XXXII Torre Massimiliana 4 THURM SAN GIULIANO N°XXXI Forte San Mattia WERK SAN MATTIA Forte San Leonardo WERK SAN LEONARDO Forte Biondella WERK BIONDELLA Forte Santa Caterina WERK HESS Forte Ca’ Vecchia WERK CA' VECCHIA Forte San Michele WERK KAISERIN ELISABETH Forte Gazometro WERK VON SCHOLL Forte Ca’ Bellina WERK CA' BELLINA Forte Tomba WERK STADION Forte Lugagnano WERK KRONPRINZ RUDOLF Forte Dossobuono WERK ERZHERZOGIN GISELA Forte Azzano WERK NEU WRATISLAW Castello di Montorio CASTELL MONTORIO Forte Preara WERK JOHN Forte Sofia WERK SOFIA Forte San Procolo WERK SAN PROCOLO Forte Parona WERK ERZHERZOG ALBRECHT Forte Chievo WERK KAISER FRANZ JOSEF Forte Croce Bianca WERK STRASSOLDO Forte Spianata WERK WALLMODEN Forte Santa Lucia WERK SCHWARZENBERG Forte Porta Nuova WERK CLAM Torre Tombetta THURM CULOZ Forte Porta Palio WERK ALT WRATISLAW Forte San Zeno WERK RADETZKY Forte San Massimo WERK LIECHTENSTEIN Forte Fenilone WERK D'ASPRE Montorio Avesa Quinzano Progetto ideato e realizzato da: Con il contributo di: Con il patrocinio di: I Edizione - Finita di stampare nel Settembre 2015 [email protected] associazioneagile.wordpress.com Si ringrazia per la collaborazione l’architetto Lino Vittorio Bozzetto A 1 2 3 4 5 6 7 8 N B C D E F G H I 0 100m 500m 1000m I forti asburgici di Verona Esplorando le fortificazioni veronesi VERONA PESCHIERA MANTOVA LEGNAGO 0 5 km 25 km Utilizzato: si no (abbandonato) Conservazione: pessima discreta buona Punto panoramico: si no Contesto: rurale-naturale periurbano urbano forti distrutti Legenda: limite sito UNESCO “Città di Verona” Stazione Verona P.V. Stazione Verona P.N. La piazzaforte di Verona si inseriva nel più ampio contesto del Quadrilatero, un imponente sistema difensivo di forma quadrangolare i cui altri vertici erano Peschiera, Mantova e Legnago. Verona, da sempre importante punto strategico e logistico militare, ha subito nel corso dei secoli molteplici trasformazioni dell’impianto difensivo, il cui pregio ha contribuito a promuovere la città a patrimonio dell’UNESCO. Su questa mappa vengono presentati i forti asburgici sopravvissuti a due guerre mondiali e al boom economico, con l’intento di accrescerne l’interesse. IL QUADRILATERO SISTEMA DIFENSIVO ASBURGICO

di Verona - associazioneagile.files.wordpress.com · 1830, i moti rivoluzionari in Francia rovesciano il monarca Carlo X, gli austriaci, temendo il diffondersi delle idee liberalnazionali

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Torre Massimiliana 1

THURM SAN GIULIANO N° XXX

Torre Massimiliana 2

THURM SAN GIULIANO N° XXXIII

Torre Massimiliana 3

THURM SAN GIULIANO N° XXXII

Torre Massimiliana 4

THURM SAN GIULIANO N°XXXI

Forte San Mattia

WERK SAN MATTIA

Forte San Leonardo

WERK SAN LEONARDO

Forte Biondella

WERK BIONDELLA

Forte Santa Caterina

WERK HESS

Forte Ca’ Vecchia

WERK CA' VECCHIA

Forte San Michele

WERK KAISERIN ELISABETHForte Gazometro

WERK VON SCHOLL

Forte Ca’ Bellina

WERK CA' BELLINA

Forte Tomba

WERK STADION

Forte Lugagnano

WERK KRONPRINZ RUDOLF

Forte Dossobuono

WERK ERZHERZOGIN GISELA

Forte Azzano

WERK NEU WRATISLAW

Castello di Montorio

CASTELL MONTORIO

Forte Preara

WERK JOHN

Forte SofiaWERK SOFIA

Forte San Procolo

WERK SAN PROCOLO

Forte Parona

WERK ERZHERZOG ALBRECHT

Forte Chievo

WERK KAISER FRANZ JOSEF

Forte Croce Bianca

WERK STRASSOLDO

Forte Spianata

WERK WALLMODEN

Forte Santa Lucia

WERK SCHWARZENBERG

Forte Porta Nuova

WERK CLAM

Torre Tombetta

THURM CULOZ

Forte Porta Palio

WERK ALT WRATISLAW

Forte San Zeno

WERK RADETZKY

Forte San Massimo

WERK LIECHTENSTEIN

Forte Fenilone

WERK D'ASPRE

Montorio

Avesa

Quinzano

Progetto ideato e realizzato da:

Con il contributo di:

Con il patrocinio di:

I Edizione - Finita di stampare nel Settembre 2015

[email protected]

associazioneagile.wordpress.com

Si ringrazia per la collaborazione l’architetto Lino Vittorio Bozzetto

A

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5

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N

B C D E F G H I L M

0

100m 500m 1000m

I fortiasburgicidi VeronaEsplorando le fortificazioni veronesi

VERONAPESCHIERA

MANTOVALEGNAGO

0

5 km 25 km

Utilizzato:

sino (abbandonato)

Conservazione:

pessimadiscretabuona

Punto panoramico:

si no

Contesto:

rurale-naturaleperiurbanourbano

forti distrutti

Legenda:

limite sito UNESCO“Città di Verona”

Stazione Verona P.V.

Stazione Verona P.N.

La piazzaforte di Verona si inseriva nel più ampio contesto del Quadrilatero, un imponente sistema difensivo di forma quadrangolare i cui altri vertici erano Peschiera, Mantova e Legnago.Verona, da sempre importante punto strategico e logistico militare, ha subito nel corso dei secoli molteplici trasformazioni dell’impianto difensivo, il cui pregio ha contribuito a promuovere la città a patrimonio dell’UNESCO.Su questa mappa vengono presentati i forti asburgici sopravvissuti a due guerre mondiali e al boom economico, con l’intento di accrescerne l’interesse.

IL QUADRILATEROSISTEMA DIFENSIVO ASBURGICO

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1859-1860

Forte Parona/ WERK ERZHERZOG ALBRECHT

Intitolato all'arciduca Albrecht, il forte si differenziava notevolmente da quelli dello stesso periodo. Mostrava infatti un impianto a forma ottagonale con quattro caponiere destinate a battere le otto facce del poligono. Situato in prossimità della riva destra dell’Adige, nelle vicinanze del coevo ponte ferroviario, proprio per la sua posizione avanzata poteva contenere comodamente fino a 250 uomini. Inglobato all’interno dell’area dell’aeroporto di Boscomantico, venne colpito durante un bombardamento aereo nel 1944 che provocò l’esplosione dei depositi di esplosivi contenuti all’interno, riducendolo in completa rovina. Oggi rimangono solo tracce delle murature più esterne.

45.475652, 10.935266

B1

11

1860-1861

Forte Tomba/ WERK STADION

Intitolato al luogotenente feldmaresciallo conte Stadion, il forte era situato lungo la strada che porta ad Ostiglia. Durante il 1866, per la sua ubicazione strategica, fu uno dei più armati di questa linea difensiva, arrivando ad ospitare 400 uomini. Batteva un’ampia zona della pianura tra Ca’ di David e la riva dell‘Adige, battendo anche la strada per Legnago. Anche questo forte, come le altre tre opere di prima linea, venne realizzato secondo il progetto del capitano Daniel Salis-Soglio. Nel secondo dopoguerra il forte venne abbandonato dalle forze armate italiane e, dopo la demolizione delle opere in terra, venne in parte sventrato per rettificare la strada. Oggi infatti rimangono solo ampi resti del ridotto centrale.

45.399910, 10.991581

E7

41

1859, 1866

Castello di Montorio/ CASTELL MONTORIO

Grande batteria chiusa a tracciato irregolare adattata alle preesistenze del castello medievale. La struttura subì notevoli adattamenti che permisero di contenere fino a 35 bocche da fuoco. L’intervento austriaco portò inoltre alla demolizione di due antiche torri, mentre nella più alta, tutt’ora esistente, venne collocata la stazione del telegrafo ottico, comunicante con il forte San Mattia. L’opera batteva la vallata di Montorio e Mizzole, la collina di San Martino B.A. e le Ferrazze, incrociando il fuoco con lo scomparso forte Ca’ Bellina. Oggi il sito si offre come una splendida quinta per le numerose manifestazioni culturali ed artistiche che vengono qui realizzate.

45.456760, 11.053506

H3

13

13

1840-1841

Forte San Procolo/ WERK SAN PROCOLO

Il forte, con pianta poligonale a sette lati, mostra un grande ridotto quadrato a prova di bomba con quattro caponiere negli angoli. La sua posizione permetteva di battere la riva sinistra dell’Adige, la valle di Avesa, di Quinzano e un ampio settore ad ovest. La struttura realizzata seguendo il piano di Franz von Scholl, opera un’importante integrazione difensiva con il vicino bastione di Spagna. Utilizzato come carcere durante la prima guerra mondiale restò in uso alle forze armate italiane fino a qualche decennio fa per poi cadere nel completo abbandono. Le strutture sono ancora in mediocre stato di conservazione, mentre le opere di terra sono state spianate.

45.450940, 10.974953

C3

303141

6162

6162

LA STORIAL’ OTTOCENTO E LE FORTIFICAZIONI ASBURGICHE DI VERONA

Tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo la città di Verona si trovò contesa tra due potenze: la Francia di Napoleone Bonaparte ad Ovest e l'Impero Absburgico ad Est. In tale periodo Verona passò più volte di mano tra questi due contendenti, fino a trovarsi, nel 1801, a seguito della Pace di Luneville, letteralmente tagliata a metà dal fiume: i francesi sulla sponda destra dell'Adige e gli austriaci sulla sinistra.Quando, nel 1814, la città passò definitivamente in mano austriaca, buona parte della cinta magistrale di destra Adige, dell'architetto Michele Sanmicheli, assieme alle principali emergenze difensive, era stata demolita o manomessa.Il primo quindicennio di dominazione asburgica su Verona proseguì in un clima di relativa pace, garantita dalla "Santa Alleanza": il patto di mutuo soccorso stipulato tra Austria, Prussia e Russia. Quando però, nel 1830, i moti rivoluzionari in Francia rovesciano il monarca Carlo X, gli austriaci, temendo il diffondersi delle idee liberalnazionali oltralpe, inviarono nel Lombardo-Veneto un cospicuo esercito guidato dal Maresciallo Radetzky con l'ordine di provvedere all'aggiornamento delle fortificazioni della Regione. Sarà il Generale Franz von Scholl, nel 1831, ad occuparsi del progetto di trasformazione delle difese della città di Verona secondo il principio della difesa attiva (sortite offensive) integrato da un sistema di forti esterni (campo trincerato) organizzati attorno alla città, maggiormente rispondente alle mutate esigenze e tecniche militari.

Alla fine di questo processo, durato oltre trent'anni, Verona diventerà il cardine della regione fortificata compresa tra Peschiera, Mantova e Legnago, il famoso Quadrilatero.Inizialmente, per motivi di ordine prevalentemente economico, il piano del von Scholl venne eseguito solo in parte. Tra il 1833 e il 1842 si provvide dapprima al riatto della cinta magistrale nei punti danneggiati dai francesi e al ripristino del Castel San Felice, si procedette poi alla costruzione delle prime opere staccate: le Torri Massimiliane e i forti Biondella, San Leonardo, San Mattia e Sofia sul versante collinare a ridosso della città; i forti Gazometro e Procolo ai due estremi della cinta magistrale in prossimità del fiume. Fu solo nel 1848, con la Prima Guerra d'Indipendenza e la Battaglia di Santa Lucia, che vide l'esercito piemontese a pochi passi dalla città, che si diede piena attuazione al piano dell'ormai defunto generale Franz von Scholl. Nell'arco di dieci anni vennero costruiti dodici forti nella pianura attorno alla città, ne elenchiamo i nomi italiani, sostituiti a quelli asburgici nel 1866: Chievo, Croce Bianca, Spianata, San Zeno, San Massimo, Fenilone, Santa Lucia, Porta Palio, Porta Nuova, Tombetta, Santa Caterina, San Michele. Un'opera ciclopica che si rivelò totalmente inadeguata a proteggere la città dai bombardamenti nemici quando, durante le Guerre d'Italia del 1859, vennero introdotte le nuove artiglierie ad anima rigata, con maggiore gittata, precisione di tiro e potenza distruttiva. Si procedette immediatamente alla costruzione della seconda cintura fortificata, sette nuovi forti: Batteria al Castello di Montorio, Preara, Lugagnano, Dossobuono, Azzano, Tomba, Parona. Nel 1866, durante la campagna di guerra, se ne costruirono in gran fretta altri due: Ca' Bellina e Ca' Vecchia. Il 16 ottobre la città di Verona venne annessa al neonato Regno d'Italia.

1848, 1859

Forte San Zeno/ WERK RADETZKY

Il forte intitolato al feldmaresciallo Radetzky, comandante e generale dell'armata del Lombardo-Veneto, mostrava un tracciato poligonale con ridotto centrale; per la sua posizione più elevata, era ritenuta l’opera più importante tra quelle in difesa della strada per Peschiera e conteneva il comando del settore. Con la costruzione della linea più avanzata del campo trincerato, nel 1861, il forte venne dismesso ed iniziò il suo decadimento che culminò nel secondo dopoguerra con la rimozione di tutte le opere in terra e la quasi completa demolizione delle strutture. Oggi, infatti, si conserva solo la torre minore del ridotto che, diversamente da altre fortificazioni, mostra un rivestimento in laterizio.

45.443373, 10.952551

C4

13

3233

1850-1852

Forte Santa Caterina/ WERK HESS

Nonostante le sue precarie condizioni di conservazione, l’opera è sicuramente una delle più interessanti ancora visibili. Situata vicino all’Adige, in località Pestrino, proprio per la sua posizione isolata, poteva contenere una guarnigione di oltre 600 uomini. Al forte, intitolato al barone Heinrich von Hess, generale d'artiglieria, era collegato un passaggio protetto che, sfruttando la vicina isola, permetteva di superare il fiume e collegarsi alla piazzaforte sulla riva sinistra. La struttura, che si presentava esteticamente molto curata nei particolari, ha subito gravi danni durante la seconda guerra mondiale. Oggi l’area esterna è utilizzata per manifestazioni culturali.

45.421711, 11.010453

F6

62

1843

Forte San Mattia/ WERK SAN MATTIA

Progettato dal capitano Michael von Maly, la struttura è posta sull’altura che, dominando la città a settentrione, separa la Valdonega e la valle di Avesa. Da quest’ultima provengono i conci di tufo che ne compongono le murature.Di notevole interesse, nella ricerca di una fusione tra architettura e paesaggio, la pianta irregolare ed asimmetrica che ne permette l’adattamento al terreno sul quale è posto. Questa sua particolare conformazione, unita all’accurata realizzazione architettonica lo rendono una delle opere più apprezzabili della piazzaforte veronese.Utilizzato come carcere militare durante la seconda guerra mondiale, venne acquisito dal Comune nel 1959 e oggi ospita diverse associazioni locali.

45.461060, 10.995807

E2

4270

1850-1852

Forte Chievo/ WERK KAISER FRANZ JOSEF

Il forte, uno dei più distanti dal corpo di piazza, batteva un’ampia zona tra la strada di Peschiera e di Pescantina e, sebbene costruito prima del 1859, costituisce la prima opera della linea di difesa più esterna.Gli ampi locali interni, ben ventilati e collegati tra loro, erano utilizzati come dormitori, cucine, uffici, laboratori, magazzini e scuderie; vi trovavano inoltre sistemazione i forni per la cottura del pane. La struttura, intitolata al giovane imperatore Franz Josef, nella quale ancora risalta la qualità costruttiva e la bellezza delle opere di pietra con i paramenti murari disposti ad opus poligonale, è oggi interamente utilizzata a scopi culturali.

45.460021, 10.937941

B2

11

11

1860

Forte Preara/ WERK JOHN

Il piccolo forte, situato sul monte Preara, ad ovest di Montorio Veronese, sul crinale che separa la Valpantena dalla Valsquaranto, faceva sistema con la batteria del vicino castello di Montorio e stabiliva il caposaldo est, sulla sinistra dell'Adige, del campo trincerato. Intitolato al barone Franz von John, venne realizzato asportando parte della roccia del monte, per questo la sua forma poligonale con sviluppo irregolare ben si adatta alla morfologia del terreno. Nonostante non raggiunga l'eccellenza tecnica di altri forti è da evidenziare l’ottimo rapporto architettonico che sviluppa con l’ambiente circostante. Il forte si presenta in buono stato di conservazione, grazie ad un’associazione di volontari.

45.462149, 11.048814

H2

13

1860-1861

Forte Lugagnano/ WERK KRONPRINZ RUDOLF

Il forte, intitolato all'arciduca Rodolfo d'Absburgo, è situato in aperta campagna tra il borgo di San Massimo e il Quadrante Europa. L’opera, come i tre forti di analoga struttura (Dossobuono, Azzano, Tomba), venne progettata dal capitano Daniel Salis-Soglio. I quattro forti di prima linea erano tra i più muniti sia come potenza di fuoco sia come servizi logistici, arrivando a contenere circa 450 uomini. Le artiglierie di forte Lugagnano dominavano la pianura antistante fino a Sommacampagna, Sona e Palazzolo; battevano inoltre la strada proveniente da Peschiera e la ferrovia Milano-Venezia. Utilizzato dall’esercito italiano come deposito e magazzino, oggi il forte, dopo un lungo periodo di abbandono è impiegato per attività associative.

45.434861, 10.930085

A5

1332

13

32

1860-1861

Forte Dossobuono/ WERK ERZHERZOGIN GISELA

Intitolato all'infante arciduchessa Gisela d'Absburgo, il forte segue i disegni del vicino forte Lugagnano, del quale può considerarsi gemello. La struttura, ancora perfettamente conservata, è collocata a cavallo della strada per Mantova, che crea così una grande ansa per aggirarlo. Da qui, in concerto con i vicini forti Lugagnano e Azzano, esercitava una potente azione difensiva sulla pianura campestre antistante in direzione di Sona e Sommacampagna. In uso alle forze armate italiane fino al 1985 è stato successivamente acquisito dal Comune che, grazie all’impegno di volontari, lo ha recuperato completamente. Oggi ospita eventi culturali e manifestazioni nonché percorsi didattico naturalistici nel parco.

45.413573, 10.941683

B6

23

1860-1861

Forte Azzano/ WERK NEU WRATISLAW

Il forte era intitolato al conte Johann Wratislaw von Mittrowitz, capo di stato maggiore d'armata. Proprio con forte Tomba e forte Dossobuono batteva la zona tra Dossobuono e Ca’ di David. Progettato dal capitano Salis-Soglio inizialmente per 210 uomini di truppa, durante la terza guerra d’Indipendenza arrivò ad ospitarne oltre 350. Notevole è la qualità architettonica che risalta nell'articolato impianto spaziale d'insieme, nelle singole parti e nei dettagli costruttivi. Originariamente situata in aperta campagna, oggi, la struttura si ritrova inserita all’interno della zona industriale di Verona sud.

45.402735, 10.962267

C7

61

1838

Forte Biondella/ WERK BIONDELLA

Il forte, di piccole dimensioni, presenta una pianta irregolare secondo il tipo delle fortificazioni di montagna. Collocato sull'altura denominata Biondella con le sue quattro postazioni batteva la Valpantena e la base della collina di San Felice.Lo speciale studio dei dettagli, come le feritoie sdoppiate del ridotto e la qualità dei paramenti a opus poligonale, dimostrano, anche in questa piccola opera, il talento del progettista Franz von Scholl. Il forte, oggi restaurato, ospita la Fondazione Carlo Ederle e un piccolo museo che conserva reperti bellici della prima guerra mondiale.

45.445960, 11.012804

F4

72

1838

Forte Sofia/ WERK SOFIA

Simile nell’aspetto e nella concezione architettonica e spaziale alle torri Massimiliane, anche se maggiormente difeso nella zona inferiore, il forte, occupa la posizione più meridionale del colle San Leonardo. Da qui poteva battere la strada verso Trento, la valle di Avesa, le Torricelle e la stessa città di Verona. Di particolare interesse la torre casamattata centrale a base circolare protetta da un recinto perimetrale e da altre opere difensive. Il forte, intitolato all'arciduchessa Sofia di Baviera, venne utilizzato come colombaia del Genio Militare Italiano per poi divenire un carcere militare. Oggi le sue strutture, grazie all’impegno di alcuni volontari, sono state recuperate e ospitano attività culturali.

45.453045, 10.990802

E3

Via San LeonardoVia G. Mameli31323370

1838

Forte San Leonardo/ WERK SAN LEONARDO

Collocato sull'altura più elevata in prossimità della chiesetta romanica di San Leonardo, l'omonimo forte dominava l'imbocco della valle di Avesa a nord ma anche la strada verso Trento ed il fiume. Inoltre, grazie all’ampio piazzale posto a sud, era possibile rivolgere le batterie direttamente contro la città. Utilizzato durante la seconda guerra mondiale come carcere militare venne stravolto nella sua forma originaria nel 1964 con la trasformazione nell’attuale tempio votivo dedicato alla Madonna di Lourdes. La fisionomia del tempio, che in parte riprende le vecchie strutture, ha però completamente alterato la connotazione dell'opera nel rapporto visivo con il paesaggio circostante e la città.

45.454585, 10.994539

E3

4270

Torri Massimiliane/ DIE THÜRME S. GIULIANO

1837

Le quattro torri circolari, parte delle prime opere staccate, costruite identiche tra loro sono situate nei punti dominanti del crinale di San Giuliano e con le loro artiglierie battevano la valle di Avesa, la Valpantena e la Valdonega. Sarà proprio la loro presenza a identificare con il nome di “Torricelle” le colline a nord di Verona. Le torri derivano da quelle ideate dall'arciduca Massimiliano d’Austria per la difesa di Linz, dove ne furono realizzate trentadue. Delle quattro architetture, di assoluta perfezione formale e costruttiva, oggi due di esse giacciono in completo abbandono; le restanti sono utilizzate per ospitare funzioni poco consone al loro valore storico.

45.473437, 11.005394

F2

7042