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Ciò ha contribuito a creare una community di Odaka Yoga internazionale. Nelle vostre proposte sono presenti corsi di potenziamento della personalità, di crescita dell’individuo... Secondo voi queste sono le reali esigenze dell’uomo moderno oppure sarebbe più opportuno lavorare sulla meditazione? Interessante domanda. Crediamo profondamente nelle capacità latenti di ognuno di noi cha aspettano solo di essere realizzate con consapevolezza e presenza. Nei nostri corsi è presente fortemente il concetto di “Empowerment” o risveglio del potenziale interiore. Nella Bhagavad Gita il concetto chiamato ‘Naishkarmya’ agire senza agire, andare oltre il concetto degli opposti, imparare ad agire come azione anziché reagire in base alle nostre passate esperienze, sembra rappresentare questo discernimento interiore. Un guerriero spirituale sul campo di battaglia è chiamato a fronteggiare le situazioni difficili della vita con mente calma e lucida, senza lasciarsi condizionare da passate esperienze o da dogmi. Per far ciò impara a tenere la mente calma e vigile in ogni azione. Il suo obiettivo è imparare a integrare la consapevolezza con il movimento, usare il proprio corpo come strumento per conoscere e conoscersi. Agire con coscienza e presenza, in uno stato di quiete e lucidità mentale, poiché il troppo pensare e il troppo analizzare tende a separare la mente dal corpo. La mente che si fissa su un problema, pensiero o emozione si lascia catturare dai suoi stessi pensieri, perdendo la visione d’insieme. Una mente concentrata non è attenta, ma una mente attenta può concentrarsi. Favorire una mente vigile e attenta in uno stato di quiete non è poi la meditazione stessa? Come definireste il vostro stile? Un perpetuo divenire! Una nota citazione sembra incarnare perfettamente la filosofia Odaka Yoga: “Non spingere il fiume” - se solo potessimo smettere di spingere, e iniziare a fluire con il fiume della vita, ogni sforzo scomparirebbe. Uno stato di non- resistenza alle infinite possibilità. L’acqua nelle sue molteplici forme ci dà la percezione di come essere nel “Flow”, uno stato dell’Essere in cui ci si allinea con il nostro Sé più vero, le nostre intenzioni, e la natura che ci circonda. C’è un bel concetto negli Yoga Sutra: Parinamavada, ossia il cambiamento costante è parte intrinseca della natura. La vita è una serie di cambiamenti naturali e spontanei. "Non resistere - non creare sofferenza. Che la realtà sia la realtà. Lasciate che le cose scorrano naturalmente in avanti in qualunque modo a loro piaccia”. (Lao Tzu ) Quando lasciamo che la mente fluisca come l’acqua, ci troviamo ad affrontare la vita con una mente calma e tranquilla e tutto nella vita di riflesso sarà calmo e quieto. Spesso noi “spingiamo il fiume” quando non accettiamo ciò che ci sta accadendo, resistiamo al cambiamento. Il Cambiamento accade, che ci piaccia o no. Lottando contro la vita che si trasforma, non si evita il mutamento ma si produce frustrazione e stress. Se assecondassimo il flusso diventeremmo fluidi e flessibili ai cambiamenti. Assumere un atteggiamento a flusso libero ci permette di essere come l’acqua. L’acqua è la sostanza più potente, in grado di rimuovere il più grande degli ostacoli e di passare attraverso spazi apparentemente impossibili. Essere rigidi nelle nostre convinzioni e inflessibili nei nostri atteggiamenti significa non essere in grado di fluire con la vita: “ciò che non si piega, si spezza”. Negli eventi spesso siete accompagnati da grandi professionisti stranieri. Qual è il vostro criterio nella scelta e cosa vi accomuna a queste persone? Vivere e condividere è intrinseco al nostro modo di vivere lo Yoga. L’immagine di una rete cosmica di connessioni reciproche - che altro non è che il Brahman, l’essenza intima di ogni cosa, nella cultura Indiana - ci appartiene profondamente. In realtà non c’è uno scegliere qualcuno o 8 le interviste di vivere lo yoga Nell’universo variegato dello Yoga si è andato affermando lo stile Odaka. Ci potete spiegare in cosa consiste e in cosa differisce dalle altre discipline? È uno stile di Yoga innovativo nel rispetto della tradizione, che trova ispirazione dal moto dell’oceano e delle sue onde, dove nel fondere il Bushido (la Via del Guerriero), la pratica millenaria dello Yoga ed i principi della biomeccanica corporea, sono espressi fisicamente ed emozionalmente, i principi di adattabilità, trasformazione e forza interiore. L’osservazione dell’oceano, delle sue Onde diverse, dei suoi ritmi diversi, così come diversi sono i pensieri e le emozioni, ha fatto nascere in noi la consapevolezza che i ritmi intrinseci e naturali del moto oceanico potevano essere estrapolati e riadattati alla molteplicità (alla pletora) dei movimenti del corpo e della sua espressione. Questo stile infatti, attraverso le sequenze di pose Yoga e il fluire dell’energia interiore mutuato dalle arti marziali, rende la transizione importante tanto quanto la posa. Il movimento fisico in Odaka esprime sia il centro di gravità, stabile e fluido, che la flessibilità emotiva, aprendoci alle possibilità infinite. Una delle principali differenze dai tradizionali stili di Yoga potremmo quindi dire che è l’attitudine del guerriero a vivere l’istante presente attraverso il muoversi in modo circolare, partendo sempre dalla centratura fisica e mentale, movimento favorito dall’approfondimento della biomeccanica corporea. Contrariamente ad altre realtà italiane, Odaka Yoga ha una forte matrice internazionale. I suoi corsi sono molto seguiti all’estero e si avverte una grande contaminazione pur nel rispetto della tradizione. Da cosa nasce questa esigenza? Qual è stato il percorso che vi ha spinto ad intraprendere questa insolita strada? Ringraziamo per la forte matrice internazionale! Sin dall’inizio abbiamo sentito il desiderio di confrontarci con altre realtà, l’esigenza di espandere le nostre conoscenze per non rischiare di rimanere ancorati al nostro punto di vista. La ricerca verso il confronto è stata forte e netta nella nostra pratica. Unita all’amore per i viaggi e il conoscere nuove realtà e culture, ci ha accompagnato lungo il cammino. Europa, America, Asia e il vivere in Australia ci hanno permesso di comprendere come diversi punti di vista non siano altro che espressione di un’unica esigenza di ricerca. Il confronto è un momento fondamentale di crescita, un’incredibile opportunità per apprendere. Lo Yoga che valica i confini linguistici e culturali, un viaggio nel viaggio! Una convinzione che si è andata profondamente radicando in noi è che l’“elemento umano” ancora costituisca un aspetto di irrinunciabile importanza per conoscere il paese che visitiamo. Sono oramai dieci anni che seguo in prima persona l’evolversi dello Yoga in Italia e nel mondo (senza trascurare tutte le sfumature) ma difficilmente ho avuto il piace- re di apprezzare un’innovazione così profonda ma, al tempo stesso, così rispettosa della tradizione classica. Per questo motivo ho deciso di intervistare i fondatori. Odaka Intervista a Francesca Cassia e Roberto Milletti 9

di vive e l ga Odaka€¦ · dove nel fondere il Bushido (la Via del Guerriero), la pratica millenaria dello Yoga ed i principi della biomeccanica corporea, sono espressi fisicamente

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Page 1: di vive e l ga Odaka€¦ · dove nel fondere il Bushido (la Via del Guerriero), la pratica millenaria dello Yoga ed i principi della biomeccanica corporea, sono espressi fisicamente

Ciò ha contribuito a creare unacommunity di Odaka Yoga internazionale.

Nelle vostre proposte sono presenticorsi di potenziamento dellapersonalità, di crescita dell’individuo...Secondo voi queste sono le realiesigenze dell’uomo moderno oppuresarebbe più opportuno lavorare sullameditazione?Interessante domanda. Crediamoprofondamente nelle capacità latenti di ognuno di noi cha aspettano solo di essere realizzate con consapevolezza e presenza. Nei nostri corsi è presentefortemente il concetto di “Empowerment”o risveglio del potenziale interiore. NellaBhagavad Gita il concetto chiamato‘Naishkarmya’ agire senza agire, andareoltre il concetto degli opposti, imparare ad agire come azione anziché reagire in base alle nostre passate esperienze,sembra rappresentare questodiscernimento interiore. Un guerrierospirituale sul campo di battaglia èchiamato a fronteggiare le situazionidifficili della vita con mente calma elucida, senza lasciarsi condizionare dapassate esperienze o da dogmi. Per farciò impara a tenere la mente calma evigile in ogni azione. Il suo obiettivo èimparare a integrare la consapevolezzacon il movimento, usare il proprio corpocome strumento per conoscere econoscersi. Agire con coscienza e presenza, in unostato di quiete e lucidità mentale,poiché il troppo pensare e il troppoanalizzare tende a separare lamente dal corpo.La mente che si fissa su unproblema, pensiero oemozione si lascia catturaredai suoi stessi pensieri,perdendo la visioned’insieme.Una mente concentrata non èattenta, ma una mente attentapuò concentrarsi.Favorire una mente vigile e attentain uno stato di quiete non è poi lameditazione stessa?

Come definireste il vostro stile?Un perpetuo divenire! Una nota citazionesembra incarnare perfettamente lafilosofia Odaka Yoga: “Non spingere ilfiume” - se solo potessimo smettere dispingere, e iniziare a fluire con il fiumedella vita, ogni sforzo scomparirebbe. Uno stato di non- resistenza alle infinitepossibilità.L’acqua nelle sue molteplici forme ci dàla percezione di come essere nel “Flow”,uno stato dell’Essere in cui ci si allineacon il nostro Sé più vero, le nostreintenzioni, e la natura che ci circonda.C’è un bel concetto negli Yoga Sutra:Parinamavada, ossia il cambiamentocostante è parte intrinseca della natura. La vita è una serie di cambiamentinaturali e spontanei. "Non resistere - non creare sofferenza. Che la realtà siala realtà. Lasciate che le cose scorranonaturalmente in avanti in qualunquemodo a loro piaccia”. (Lao Tzu ) Quando lasciamo che la mente fluiscacome l’acqua, ci troviamo ad affrontarela vita con una mente calma e tranquillae tutto nella vita di riflesso sarà calmo equieto. Spesso noi “spingiamo il fiume”quando non accettiamo ciò che ci staaccadendo, resistiamo al cambiamento. Il Cambiamento accade, che ci piaccia o no. Lottando contro la vita che sitrasforma, non si evita il mutamento ma si produce frustrazione e stress.

Se assecondassimo il flussodiventeremmo fluidi e flessibili ai cambiamenti. Assumere unatteggiamento a flusso libero ci permettedi essere come l’acqua. L’acqua è lasostanza più potente, in grado dirimuovere il più grande degli ostacoli e dipassare attraverso spazi apparentementeimpossibili. Essere rigidi nelle nostreconvinzioni e inflessibili nei nostriatteggiamenti significa non essere ingrado di fluire con la vita: “ciò che non sipiega, si spezza”.

Negli eventi spesso sieteaccompagnati da grandi professionististranieri. Qual è il vostro criterio nellascelta e cosa vi accomuna a questepersone?Vivere e condividere è intrinseco al nostromodo di vivere lo Yoga. L’immagine diuna rete cosmica di connessionireciproche - che altro non è che ilBrahman, l’essenza intima di ogni cosa,nella cultura Indiana - ci appartieneprofondamente.In realtà non c’è uno scegliere qualcuno o

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•�le interviste di vivere lo yoga�

Nell’universo variegato dello Yoga si èandato affermando lo stile Odaka. Cipotete spiegare in cosa consiste e incosa differisce dalle altre discipline?È uno stile di Yoga innovativo nel rispettodella tradizione, che trova ispirazione dal moto dell’oceano e delle sue onde,dove nel fondere il Bushido (la Via delGuerriero), la pratica millenaria dello Yogaed i principi della biomeccanica corporea,sono espressi fisicamente edemozionalmente, i principi di adattabilità,trasformazione e forza interiore. L’osservazione dell’oceano, delle sueOnde diverse, dei suoi ritmi diversi, cosìcome diversi sono i pensieri e leemozioni, ha fatto nascere in noi laconsapevolezza che i ritmi intrinseci e naturali del moto oceanico potevanoessere estrapolati e riadattati allamolteplicità (alla pletora) dei movimentidel corpo e della sua espressione. Questostile infatti, attraverso le sequenze dipose Yoga e il fluire dell’energia interiore

mutuato dalle arti marziali, rende la transizione importante tanto quanto la posa. Il movimento fisico in Odakaesprime sia il centro di gravità, stabilee fluido, che la flessibilità emotiva,aprendoci alle possibilità infinite. Unadelle principali differenze dai tradizionalistili di Yoga potremmo quindi dire che èl’attitudine del guerriero a vivere l’istantepresente attraverso il muoversi in modocircolare, partendo sempre dallacentratura fisica e mentale, movimentofavorito dall’approfondimento dellabiomeccanica corporea.

Contrariamente ad altre realtàitaliane, Odaka Yoga ha una fortematrice internazionale. I suoi corsisono molto seguiti all’estero e siavverte una grande contaminazionepur nel rispetto della tradizione. Dacosa nasce questa esigenza? Qual èstato il percorso che vi ha spinto adintraprendere questa insolita strada?

Ringraziamo per la forte matriceinternazionale! Sin dall’inizio abbiamo sentito il desideriodi confrontarci con altre realtà, l’esigenzadi espandere le nostre conoscenze per non rischiare di rimanere ancorati al nostro punto di vista. La ricerca verso ilconfronto è stata forte e netta nella nostrapratica. Unita all’amore per i viaggi e il conoscere nuove realtà e culture, ci ha accompagnato lungo il cammino.Europa, America, Asia e il vivere in Australia ci hanno permesso dicomprendere come diversi punti di vistanon siano altro che espressione diun’unica esigenza di ricerca. Il confrontoè un momento fondamentale di crescita,un’incredibile opportunità per apprendere.Lo Yoga che valica i confini linguistici e culturali, un viaggio nel viaggio! Una convinzione che si è andataprofondamente radicando in noi è che l’“elemento umano” ancora costituisca un aspetto di irrinunciabile importanzaper conoscere il paese che visitiamo.

Sono oramai dieci anni che seguo in prima persona l’evolversi dello Yoga in Italia enel mondo (senza trascurare tutte le sfumature) ma difficilmente ho avuto il piace-re di apprezzare un’innovazione così profonda ma, al tempo stesso, così rispettosadella tradizione classica. Per questo motivo ho deciso di intervistare i fondatori.

OdakaIntervista a Francesca Cassia e Roberto Milletti

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Page 2: di vive e l ga Odaka€¦ · dove nel fondere il Bushido (la Via del Guerriero), la pratica millenaria dello Yoga ed i principi della biomeccanica corporea, sono espressi fisicamente

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•�le interviste di vivere lo yoga�qualcosa, ma piuttosto una sinergia cheprende vita attraverso attimi dientusiasmo, di passione, di amore per loYoga condivisi. Come un magnete cheattrae a sé persone, luoghi, eventi affini a quel tipo di vibrazione, ci si ritrova, a volte mentre si condivide un’attesa, una tisana o un sorriso, a far nascere ideee progetti.Probabilmente la grande assonanza con il credo: “non siamo qui per fare Yogama per essere Yoga” è l’anello di congiunzione che ritroviamo con i professionisti con cui ci troviamo a lavorare. Yoga è uno stile di vita,un’energia in movimento, che varca i limiti del tappetino e delle barrierelinguistiche, culturali e religiose. La “vision” è diffondere un approcciouniversale e un’unità di intenti tra i differenti stili di Yoga. Un networkinternazionale di eventi, possibilità e arricchimento reciproco.

C’è una grande polemica attorno al proliferare degli insegnanti Yoga.Qualcuno ritiene che ci siano piùinsegnanti che allievi, altri che èdiventato troppo facile diventareinsegnanti. Voi come vi ponete di fronte a questo argomento?È vero, con il diffondersi dello Yoga è natauna richiesta ampia di insegnanti e dicorsi formativi ed è sempre più semplicediventare insegnanti. La polemica a talriguardo è lecita ma c’è un aspetto daconsiderare: il proliferare degli insegnatiha fatto in modo che il pianeta dello Yogaoggi sia diventato di uso comune e parteintegrante della nostra società.Giusto o sbagliato, è sempre un punto

di vista nella poliedricità della vita.Uno studente trova sempre l’insegnanteche lo rappresenta al meglio, ad esempiopersone che approcciano allo Yoga inpalestra preferiscono un ambiente laico e dinamico rispetto alla classicità di alcunistili; questo non toglie nulla alla loroscelta, anzi spesso è l’inizio di un approfondimento ulteriore.Comunque crediamo nella capacitàdell’allievo di capire e di ricercarel’insegnante più adatto al suo processo in divenire. Come dice lo zen, il Maestroarriva quando l’allievo è pronto.Aspettando che nasca una normativa diriferimento in Italia per tutti gli insegnatiYoga, che ponga delle linee guida,confidiamo nell’autenticità eprofessionalità delle scuole diformazione.

Negli ultimi anni aveteaperto centri Odakain varie parti d’Italia.Avete intenzioned’incrementare lavostra presenza sulterritorio solo nazionale oanche estero? Quali sono ivostri parametri per al scelta diun’area?Sì, ultimamente abbiamo aperto realtà unpo’ ovunque, Italia ma anche all’estero.Ad esempio abbiamo iniziato unbellissimo percorso formativo nellaRegione del Golfo e negli Emirati Arabi.Popoli così diversi in apparenza,divengono un’unica essenza tramite loYoga. Non poniamo requisiti particolariper la scelta di un luogo, ma lasciamo chei luoghi ci accolgano. Spesso sono i nostri

insegnanti, con il cuoreaperto e con il lorodesiderio dicondividere, il mediumper il nascere di unnuovo centro Odaka

in luoghi nuovi.Si sta creando una

community Odaka Teachers in cuivi è supporto reciproco, ci si scambianoconsigli ed esperienze e soprattutto ci siarricchisce a vicenda. Tutto questo suterritorio nazionale e internazionale. Adoggi siamo presenti in 18 paesi con più di200 insegnanti di nazionalità diverse.A volte capitano raduni di Yoga doveognuno parla la propria lingua, ma allafine ci si capisce tutti, da cuore a cuore.Siamo tutte onde diverse dello stessooceano!