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---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 60 LUNEDÌ 12 NOVEMBRE 2018 La giovane start-up ha creato versioni customizzate per monitorare i livelli di inquinamento ed eseguire rilievi stradali in caso di incidente l'azi enda Difty è stata fon- data nel 2017. Questa giovane azienda emiliana, con sede operati- va a Parma, si sta facendo strada nel settore dei droni professio- nali, destinato a crescere in modo importante in funzione dei tanti nuovi campi di applicazione. I so- ci sono sette: quattro ingegneri, un ragioniere e due soci di capi- tale. Difly lancia il primo drone professionale EMILIA-ROMAGNA Aumentano solo le aziende straniere C rescono a un ritmo sostenu- tissimo, superiore alla media nazionale, le imprese stranie- re in Emilia-Romagna. Al 30 settembre le imprese attive straniere salgono a quota 48.162 (l'11,9% del totale) con un aumento in un anno di 1.412 unità (+3%), il più rapido dal 2015. A livello nazionale, la crescita delle imprese straniere (il 10,4% del totale) è inferiore (+2,3%) come anche la diminuzione delle altre imprese (-0,2%) è più contenuta. Sono i dati rilevati dal Registro Imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna. L’Emilia-Romagna è la terza regione per crescita, dietro Campania e Lazio. La tendenza alla crescita delle imprese stra- niere è dominante in tutti i macro settori di attività economica. L’espansione si concentra nei servizi (+859 imprese, +3,6%) che trainano quella complessiva. Deriva più dal rapido incremento nel- l’aggregato degli altri servizi (+643 im- prese, +5,2%) che dall’aumento nel com- mercio (+212 imprese, +1,8%). Si man- tiene elevata la crescita della base im- prenditoriale estera dell’industria (+4,2%, +205 unità) e accelera nelle co- struzioni (+1,3%, +228 unità), mentre in entrambi i settori le imprese non stra- niere si riducono dell’1,8%. La crescita è rapida in agricoltura (+5,0%), ma il set- tore resta marginale. La spinta deriva sempre innanzitutto dalle ditte individuali (+818 unità, +2,1%), pari l’81,6% delle imprese straniere, ma sempre più anche dalle società di capitali, che crescono più rapidamente (+593 uni- tà, +13,9%), sostenute dall’attrattività del- la normativa delle società a responsa- bilità limitata semplificata. p Tanta fantasia unita ad una solida conoscenza tec- nica. E’ questa la «ricetta» di Difly per passare dalle idee ai progetti, fino alla realizzazione di ciò che non esiste sul mercato. Così la giovane azienda emiliana, con sede operativa a Parma, si sta facendo strada nel settore dei droni professionali, destinato a crescere in modo importante in funzione dei tanti nuovi campi di applicazione. LA CONOSCENZA Ingrediente indispensabile di questo flusso inno- vatore è la conoscenza, quella che i giovani pro- tagonisti di Difly – quattro ingegneri e un ragioniere come soci operativi e poi due soci di capitale – hanno acquisito durante il proprio percorso formativo e che hanno integrato con passione e sperimentazione sul campo. «Sono sempre stato appassionato di aero- modellismo e per l’ultimo esame universitario ho deciso di progettare ex novo un convertiplano ae- rodinamicamente molto efficiente, ispirandomi al- l’AW609» spiega Marco Pesci da cui tutto è partito. Da qui alla creazione di una start up pluripremiata già titolare di brevetti, il passo è stato breve. Nel 2017, anno di fondazione, Difly ha già meritato diversi riconoscimenti tra cui un terzo posto nazionale al premio Best Practices per l’Innovazione. «Quello di cui siamo più orgogliosi però è la selezione al Cli- mate-KIC Accelerator di Aster per start up che innovano nell’ambito del cambiamento climatico, grazie a un drone che abbiamo studiato per il mo- nitoraggio ambientale» aggiunge Pesci. DEBUTTA IL PRIMO PRODOTTO A coronamento, qualche giorno fa l’azienda ha pre- sentato il suo primo prodotto: Xlite, un drone pro- fessionale inoffensivo multiuso, che non richiede pa- tentino, dotato di estrema facilità di utilizzo e alta autonomia di volo. «Queste caratteristiche lo rendono un unicum sul mercato e l’applicazione di specifica ap- parecchiatura ne fa uno strumento di lavoro per pro- fessionisti, enti pubblici e privati che operano nel settore della fotogrammetria, dissesto idrogeologico, rilievi ar- chitettonici, abusivismo edilizio ed ecologico, urba- nistica, monitoraggio inquinanti ambientali e teleri- levamento». Il telaio monoscocca stampato in 3D, unico in Italia, lo rende resistente e leggero con capacità di volo fino a 26 minuti. Per renderne l’utilizzo alla portata di tutti, la squadra di Difly ha poi sviluppato un software applicativo in grado di rendere automatica qualsiasi fase del lavoro, dalla generazione della missione al volo. INNOVAZIONE «Attraverso l’innovazione spinta vogliamo rendere pos- sibile ciò che prima non lo era e far crescere un’azienda che crei valore per questo territorio». Un passo avanti in tal senso è stato compiuto: è in fase di test un drone customizzato per la polizia municipale per compiere in soli due minuti i rilevamenti stradali in caso di incidente. «Il mio sogno però – conclude Pesci – è costruire una rete di rapporti che porti a creare a Parma Ingegneria dei droni e restituire così un po’ della conoscenza che la nostra Università ci ha trasmesso». © RIPRODUZIONE RISERVATA economia parma © RIPRODUZIONE RISERVATA VIA EMILIA Quasi duemila piccole imprese fanno «rete» di Andrea Violi A lle piccole imprese emiliano-ro- magnole piace il «contratto di rete». In Italia, nei primi 9 mesi dell'anno sono stati stipulati 4.978 contratti di rete da parte di 30.727 imprese. Di queste, 1.968 operano in Emilia-Romagna: il 6,4% del totale. Il con- tratto di rete è una forma di aggregazione fra aziende introdotta nel 2009, che consente ai titolari di ditte individuali e alle società di stringere legami per affrontare meglio il mercato. A rivelare i dati è uno studio del- l’Osservatorio economico diretto da Davide Stasi, in collaborazione con la sezione di Bologna dell’Associazione italiana dottori commercialisti (Aidc). Senza contratti di re- te, dice l'Aidc, «alcune di queste aziende, da sole, non sarebbero riuscite a competere sui mercati, non avendo a disposizione i mezzi per realizzare i propri progetti innovativi». Hanno così condiviso piani di investimento, formazione e operazioni di marketing. 111 Lo strumento del contratto di rete è tra- versale ai settori economici e alle forme giuridiche delle imprese che decidono di mettersi insieme. In Emilia-Romagna i casi più numerosi sono in provincia di Bologna: qui sono coinvolte 456 aziende (il 23% del totale regionale). Segue Modena, con 353 imprese (18% del totale). A Ravenna fanno il contratto di rete 216 aziende (11%); 210 a Reggio Emilia (10,7%), 187 a Ferrara (9,5%) e 185 a Forlì-Cesena (9,4%). In provincia di Parma sono 159 le aziende che hanno deciso di «fare squadra» con questo stru- mento: 8,1% del totale regionale. Chiudono Rimini (109 imprese, il 5,5% del totale) e Piacenza (93 aziende, 4,7%). 111 Giuseppe Lavalle, consigliere Aidc di Bo- logna, sottolinea che i risultati «in certi casi, non sono tardati ad arrivare, oltre agli indubbi vantaggi fiscali e agli altri benefici, come la riduzione dei costi, l’apertura di linee di credito ad hoc ed una maggiore forza contrattuale nei confronti dei for- nitori, ma non solo. Tant ’è che cresce il fatturato delle aziende coinvolte in questo tipo di accordi e la loro capacità di creare nuova occupazione e di aumentare l’ef - ficienza produttiva. L ’innovazione sarà uno dei temi del settimo meeting nazionale della nostra associa- zione, che si terrà venerdì 16 novembre a Bologna al Fico Eataly World». «La ‘rete’ - ag- giunge Davide Stasi, direttore dell’Osservatorio economico - a partire da quella di- gitale, è il modello che contraddistin- gue il momento storico che stia- mo attraversan- do».

Difly lancia il primo drone professionale · rapida in agricoltura (+5,0%), ma il set- ... settore dei droni professionali, ... customizzato per la polizia municipale per compiere

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La giovane start-up ha creato versioni customizzate per monitorarei livelli di inquinamento ed eseguire rilievi stradali in caso di incidente

l 'a z ienda

Difty è stata fon-data nel 2017.Questa giovaneazienda emiliana,con sede operati-va a Parma, si stafacendo stradanel settore deidroni professio-nali, destinato acrescere in modoimportante infunzione dei tantinuovi campi diapplicazione. I so-ci sono sette:quattro ingegneri,un ragioniere edue soci di capi-t a l e.

Difly lancia il primodrone professionale

E M I L I A- RO M AG N A

Aumentanosolo le aziendestraniere

Crescono a un ritmo sostenu-tissimo, superiore alla medianazionale, le imprese stranie-re in Emilia-Romagna. Al 30settembre le imprese attive

straniere salgono a quota 48.162 (l'11,9%del totale) con un aumento in un anno di1.412 unità (+3%), il più rapido dal 2015. Alivello nazionale, la crescita delle impresestraniere (il 10,4% del totale) è inferiore(+2,3%) come anche la diminuzione dellealtre imprese (-0,2%) è più contenuta.Sono i dati rilevati dal Registro Impresedelle Camere di commercio elaborati da

Unioncamere Emilia-Romagna.L’Emilia-Romagna è la terza regione percrescita, dietro Campania e Lazio. Latendenza alla crescita delle imprese stra-niere è dominante in tutti i macro settoridi attività economica. L’espansione siconcentra nei servizi (+859 imprese,+3,6%) che trainano quella complessiva.Deriva più dal rapido incremento nel-l’aggregato degli altri servizi (+643 im-prese, +5,2%) che dall’aumento nel com-mercio (+212 imprese, +1,8%). Si man-tiene elevata la crescita della base im-prenditoriale estera dell’i n du s tr i a

(+4,2%, +205 unità) e accelera nelle co-struzioni (+1,3%, +228 unità), mentre inentrambi i settori le imprese non stra-niere si riducono dell’1,8%. La crescita èrapida in agricoltura (+5,0%), ma il set-tore resta marginale.La spinta deriva sempre innanzituttodalle ditte individuali (+818 unità, +2,1%),pari l’81,6% delle imprese straniere, masempre più anche dalle società di capitali,che crescono più rapidamente (+593 uni-tà, +13,9%), sostenute dall’attrattività del-la normativa delle società a responsa-bilità limitata semplificata.

pTanta fantasia unita ad una solida conoscenza tec-nica. E’ questa la «ricetta» di Difly per passare dalleidee ai progetti, fino alla realizzazione di ciò che nonesiste sul mercato. Così la giovane azienda emiliana,con sede operativa a Parma, si sta facendo strada nelsettore dei droni professionali, destinato a crescere inmodo importante in funzione dei tanti nuovi campi diap p l ic a z io n e.

LA CONOSCENZAIngrediente indispensabile di questo flusso inno-vatore è la conoscenza, quella che i giovani pro-tagonisti di Difly – quattro ingegneri e un ragionierecome soci operativi e poi due soci di capitale – hannoacquisito durante il proprio percorso formativo e chehanno integrato con passione e sperimentazione sulcampo. «Sono sempre stato appassionato di aero-modellismo e per l’ultimo esame universitario hodeciso di progettare ex novo un convertiplano ae-rodinamicamente molto efficiente, ispirandomi al-l’AW609» spiega Marco Pesci da cui tutto è partito. Daqui alla creazione di una start up pluripremiata giàtitolare di brevetti, il passo è stato breve. Nel 2017,anno di fondazione, Difly ha già meritato diversiriconoscimenti tra cui un terzo posto nazionale alpremio Best Practices per l’Innovazione. «Quello dicui siamo più orgogliosi però è la selezione al Cli-mate-KIC Accelerator di Aster per start up cheinnovano nell’ambito del cambiamento climatico,grazie a un drone che abbiamo studiato per il mo-nitoraggio ambientale» aggiunge Pesci.

DEBUTTA IL PRIMO PRODOTTOA coronamento, qualche giorno fa l’azienda ha pre-sentato il suo primo prodotto: Xlite, un drone pro-fessionale inoffensivo multiuso, che non richiede pa-tentino, dotato di estrema facilità di utilizzo e altaautonomia di volo. «Queste caratteristiche lo rendono ununicum sul mercato e l’applicazione di specifica ap-parecchiatura ne fa uno strumento di lavoro per pro-fessionisti, enti pubblici e privati che operano nel settoredella fotogrammetria, dissesto idrogeologico, rilievi ar-chitettonici, abusivismo edilizio ed ecologico, urba-nistica, monitoraggio inquinanti ambientali e teleri-levamento». Il telaio monoscocca stampato in 3D, unicoin Italia, lo rende resistente e leggero con capacità di volofino a 26 minuti. Per renderne l’utilizzo alla portata ditutti, la squadra di Difly ha poi sviluppato un softwareapplicativo in grado di rendere automatica qualsiasi fasedel lavoro, dalla generazione della missione al volo.

I N N OVA Z I O N E«Attraverso l’innovazione spinta vogliamo rendere pos-sibile ciò che prima non lo era e far crescere un’a z ie n d ache crei valore per questo territorio». Un passo avantiin tal senso è stato compiuto: è in fase di test un dronecustomizzato per la polizia municipale per compiere insoli due minuti i rilevamenti stradali in caso diincidente. «Il mio sogno però – conclude Pesci – ècostruire una rete di rapporti che porti a creare aParma Ingegneria dei droni e restituire così un po’ dellaconoscenza che la nostra Università ci ha trasmesso».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

economia parma

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VIA EMILIA

Quasi duemilapiccole impresefanno «rete»di Andrea Violi

Alle piccole imprese emiliano-ro-magnole piace il «contratto direte». In Italia, nei primi 9 mesidell'anno sono stati stipulati4.978 contratti di rete da parte di

30.727 imprese. Di queste, 1.968 operano inEmilia-Romagna: il 6,4% del totale. Il con-tratto di rete è una forma di aggregazione fraaziende introdotta nel 2009, che consente aititolari di ditte individuali e alle società distringere legami per affrontare meglio ilmercato. A rivelare i dati è uno studio del-l’Osservatorio economico diretto da DavideStasi, in collaborazione con la sezione diBologna dell’Associazione italiana dottoricommercialisti (Aidc). Senza contratti di re-te, dice l'Aidc, «alcune di queste aziende, dasole, non sarebbero riuscite a competere suimercati, non avendo a disposizione i mezziper realizzare i propri progetti innovativi».Hanno così condiviso piani di investimento,formazione e operazioni di marketing.

111Lo strumento del contratto di rete è tra-versale ai settori economici e alle formegiuridiche delle imprese che decidono dimettersi insieme. In Emilia-Romagna i casipiù numerosi sono in provincia di Bologna:qui sono coinvolte 456 aziende (il 23% deltotale regionale). Segue Modena, con 353imprese (18% del totale). A Ravenna fannoil contratto di rete 216 aziende (11%); 210 aReggio Emilia (10,7%), 187 a Ferrara (9,5%) e185 a Forlì-Cesena (9,4%). In provincia diParma sono 159 le aziende che hannodeciso di «fare squadra» con questo stru-mento: 8,1% del totale regionale. ChiudonoRimini (109 imprese, il 5,5% del totale) ePiacenza (93 aziende, 4,7%).

111Giuseppe Lavalle, consigliere Aidc di Bo-logna, sottolinea che i risultati «in certicasi, non sono tardati ad arrivare, oltre agliindubbi vantaggi fiscali e agli altri benefici,come la riduzione dei costi, l’apertura dilinee di credito ad hoc ed una maggioreforza contrattuale nei confronti dei for-nitori, ma non solo. Tant’è che cresce ilfatturato delle aziende coinvolte in questotipo di accordi e la loro capacità di crearenuova occupazione e di aumentare l’ef -ficienza produttiva. L’innovazione saràuno dei temi del settimo meetingnazionale della nostra associa-zione, che si terrà venerdì 16novembre a Bologna al FicoEataly World». «La ‘re t e ’ - ag-giunge Davide Stasi, direttoredell’Osservatorio economico -a partire da quella di-gitale, è il modelloche contraddistin-gue il momentostorico che stia-mo attraversan-do».