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DIPARTIMENTO DI PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E DELLA SOCIALIZZAZIONE

DIPARTIMENTO DI PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E ......Il Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione, isti-tuito con D.R. n. 216 del 27.08.1983 svolge le funzioni

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DIPARTIMENTO DI PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E DELLA SOCIALIZZAZIONE

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Presentazione

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Sommario:

Presentazione 2

Regolamento del Dipartimento di Psi-Psicologia dello Svi-luppo e della Socia-lizzazione

3

Codice di condotta dell’Università degli Studi di Padova

13

A venticinque anni dalla sua istituzione il Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione aggiorna radical-mente il suo Regolamento per renderlo coerente con il nuovo Statu-to di Ateneo e con i mutamenti avvenuti nel contesto normativo e sociale entro cui ci troviamo a lavorare. In realtà, siamo davanti a continui mutamenti governativi che sembrano prefigurare un so-stanziale cambiamento degli assetti istituzionali e funzionali degli Atenei e delle strutture periferiche (Dipartimenti e Facoltà): non è improbabile che in un futuro abbastanza prossimo sia necessario rimettere mano anche a questo strumento.

Abbiamo pensato fosse importante far pervenire a tutto il personale del DPSS il testo del Regolamento in cui sono codificate le procedure, le “norme” che regolano la vita del nostro Dipartimen-to, il funzionamento degli organi di gestione, le possibilità che ogni suo membro ha di orientare le decisioni che poi influenzano la vita quotidiana e il futuro professionale di ognuno. Nel formalismo del linguaggio che caratterizza ogni regolamento, vengono definite le regole che governano questa comunità: le mo-dalità di accesso, i meccanismi di elezione dei rappresentanti dei diversi ruoli e tipologie professionali presenti nel Dipartimento, gli ambiti di decisione e discrezionalità dei suoi organi di gestione (Direttore, Giunta e Consiglio), regole che servono a tutelare chiun-que.

In questo senso abbiamo ritenuto utile allegare anche il Co-dice di Condotta dell’Università degli Studi di Padova in tema di prevenzione delle molestie sessuali e morali, un tema sul quale il Dipartimento ha una tradizione di ricerca e di collaborazione con l’Ateneo. Motivo in più per sottolineare come le relazioni interper-sonali siano importanti per favorire un clima basato sulla collabora-zione e il rispetto reciproco non solo tra i diversi ruoli e figure pro-fessionali.

Il Direttore Il Segretario Amministrativo Massimo Santinello Paola Stefani

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Regolamento

Art. 1 - Riferimenti normativi Il Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione, isti-tuito con D.R. n. 216 del 27.08.1983 svolge le funzioni ed i compiti previ-sti dal D.P.R. 382/80, dallo Statuto, dal Regolamento Generale di Ateneo, dal Regolamento di Ateneo per l'Amministrazione, la finanza e la contabi-lità e dal presente Regolamento. Art. 2 - Afferenze 1. Al Dipartimento afferisce il personale docente e tecnico-amministrativo di cui all'art. 84 D.P.R. 382/80. 2. Nel computo dell’elettorato attivo sia per l’elezione del Direttore del Di-partimento che per la rappresentanza del personale tecnico-amministrativo in Consiglio di Dipartimento ed in Giunta rientra, anche il personale affe-rente al CAB che sia funzionalmente distaccato presso il Dipartimento. 3. Il passaggio di ogni singolo docente da un Dipartimento al Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione avviene, sentito il Di-partimento di provenienza e con deliberazione del Dipartimento, nel rispet-to delle norme del vigente regolamento. Tale deliberazione sarà trasmessa per conoscenza alla Facoltà interessata e per le opportune verifiche alla Commissione Dipartimenti e Centri. Il Dipartimento dovrà garantire e i-dentificare gli spazi e le risorse necessarie. Nel caso in cui tale passaggio comporti modifiche di tipologia scientifica o di assetto strutturale dei Di-partimenti coinvolti, dovrà essere richiesto il parere del Senato Accademi-co. Il parere sul passaggio di docenti di questo ad altro Dipartimento è e-spresso dal Consiglio di Dipartimento.

CHI PUÒ AFFERIRE La sede centrale

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Art. 3 - Organi del Dipartimento Sono organi del Dipartimento il Consiglio, la Giunta ed il Direttore. Art. 4 - Il Consiglio di Dipartimento - Composizione - Convocazione 1. II Consiglio di Dipartimento è composto da tutti i docenti afferenti al Dipartimento stesso, dal Segretario Amministrativo, che svolge anche fun-zioni di segretario verbalizzante, sostituito in caso di assenza giustificata da un membro designato dal Direttore, da una rappresentanza dei dottoran-di degli indirizzi con sede presso il dipartimento, in misura pari al quindici per cento dei componenti il Consiglio, arrotondato all’intero superiore e da una rappresentanza del personale tecnico-amministrativo nella seguente proporzione: n. 1 rappresentante da 1 a 4 unità; n. 2 rappresentanti da 5 a 8 unità; n. 3 rappresentanti da 9 a 12 unità; n. 4 rappresentanti da 13 a 16 unità; n. 5 rappresentanti da 17 a 20 unità. Qualora si superino le 20 unità, la rappresentanza del predetto personale è aumentata di un rappresentante ogni 10 o frazione di l0. In ogni caso il nu-mero totale dei rappresentanti non potrà superare il 50% dei membri di di-ritto. Il mandato di rappresentanza del personale tecnico-amministrativo e dei dottorandi dura rispettivamente 4 anni e 2 anni.

LA COMPOSIZIO-NE DEL CONSI-GLIO Particolare del portone d’ingresso

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2. Il Consiglio di Dipartimento è convocato dal Direttore alle scadenze pre-viste dal presente Regolamento, o quando il Direttore ne ravvisi l'opportu-nità, oppure quando ne faccia motivata richiesta almeno un terzo dei mem-bri aventi diritto al voto sulle materie di cui è prevista la discussione. In tal caso il consiglio deve essere convocato entro dieci giorni dalla presentazio-ne della richiesta. Il Consiglio deve essere comunque convocato almeno quattro volte all'an-no. La convocazione avviene attraverso posta elettronica o per iscritto, qualora se ne faccia esplicita richiesta, almeno cinque giorni prima della seduta, salvo in caso di convocazione urgente decisa dal Direttore da effet-tuarsi almeno tre giorni prima. Il relativo ordine del giorno viene esposto all’Albo del Dipartimento. 3. Per la validità della seduta è necessaria la presenza della maggioranza degli aventi diritto. Dal numero degli aventi diritto vanno sottratti gli as-senti giustificati per iscritto prima della seduta. Le delibere vengono nor-malmente adottate con il voto favorevole della maggioranza dei presenti. In caso di parità prevale il voto del Direttore-Presidente. Il verbale sarà, di norma, disponibile e consultabile entro quindici giorni dalla seduta presso la Segreteria del Dipartimento. Il verbale viene approvato all’inizio della seduta successiva, ma le delibe-razioni sono sempre immediatamente esecutive. 4. I rappresentanti del personale tecnico-amministrativo partecipano alle sedute, con diritto di voto, per tutte le questioni di competenza del Consi-glio, ad eccezione di quelle indicate nel successivo art. 5, comma 2, lettere da d) ad l), in coerenza con l'art 112, comma 2, lettere da d) a l), del Rego-lamento Generale di Ateneo; in relazione a quanto previsto dalla lettera b) della medesima disposizione, il diritto di voto è limitato alle questioni con-cernenti l'organizzazione delle strutture di ricerca. 5. I rappresentanti dei dottorandi partecipano alle sedute, con diritto di vo-to, per tutte le questioni di competenza del Consiglio, ad eccezione di quel-le indicate nel successivo art. 5 comma 2, lettere da f) ad l), in coerenza con l'art 112, comma 2, lettere da f) a l) del Regolamento Generale di Ate-neo. 6. Possono essere invitate alle sedute del Consiglio di Dipartimento senza diritto di voto, su loro richiesta o su invito del Direttore e limitatamente alla discussione di particolari argomenti, persone di cui si ritenga utile il contributo. 7. In via straordinaria possono intervenire alle sedute, nei modi e nelle for-me di cui al comma precedente, esponenti di enti pubblici e privati interes-sati all'attività del Dipartimento.

CONVOCAZIONE CHI PUÒ PARTECI-PARE E CHI PUÒ-VOTARE

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Art. 5 - Il Consiglio di Dipartimento - Compiti

1. Il Consiglio di Dipartimento è organo di indirizzo, programmazione e controllo delle attività del Dipartimento e delibera inoltre sulle materie af-fidate alla sua competenza dalla legge, dallo Statuto e dai regolamenti di Ateneo.

2. In particolare, il Consiglio di Dipartimento, in coerenza con l'art. 43 del-lo Statuto, delibera in merito a:

a) Regolamento del Dipartimento e sue modificazioni ed ogni altro Re-golamento sulla disciplina delle attività del Dipartimento;

b) Promozione e coordinamento dell'attività di ricerca e organizzazione delle relative strutture, nel rispetto dell'autonomia di ogni singolo do-cente e del diritto di questi di accedere direttamente ai finanziamenti per la ricerca; a tal fine tutti gli afferenti ed i ricercatori operanti nel Dipartimento, anche se dipendenti da altri enti, sono tenuti a dare co-municazione al Direttore della presentazione di richieste di finanzia-mento ad Enti pubblici o privati, depositando copia della domanda prima dell'inoltro all'Ente in questione, per una verifica di compatibi-lità con la struttura dipartimentale, sia che i relativi fondi siano gestiti dal Dipartimento che nel caso in cui siano gestiti da Enti esterni, per attività che si svolgono nel Dipartimento;

c) Approvazione dei contratti e convenzioni inerenti all'attività di ricerca e di servizio anche per conto terzi, in conformità agli indirizzi stabiliti dal Consiglio di Amministrazione e secondo il Regolamento vigente, nonché la messa a disposizione delle risorse necessarie per attuare le convenzioni e i contratti stipulati dal Dipartimento, direttamente o tramite l'Università;

d) organizzazione o concorso ad organizzare le Scuole di Dottorato di Ricerca;

e) collaborazione con le competenti Strutture didattiche per lo svolgi-mento delle attività di insegnamento dell’Ateneo;

f) proposte alle Facoltà in vista delle esigenze didattiche e di ricerca, sul-la utilizzazione delle risorse del budget docenza e sulla destinazione dei posti di Professore e di Ricercatore limitatamente alle discipline comprese nel Dipartimento;

g) pareri ai sensi dell’art. 34 comma 3 lettera b) dello Statuto, limitata-mente ai settori scientifico-disciplinari compresi o di interesse del Di-partimento, in vista delle conseguenti delibere di competenza della Facoltà, in ordine alle richieste di concorsi per posti di ruolo, con le relative destinazioni e sulle modalità di copertura;

h) relazioni obbligatorie sulle competenze scientifiche dei candidati per le procedure di chiamata degli idonei e per le conferme in ruolo;

i) formulazione di eventuali proposte sul conferimento di compiti istitu-zionali, supplenze, affidamenti e contratti di docenza, limitatamente alle discipline comprese nel Dipartimento;

l) afferenze di Professori e Ricercatori al Dipartimento;

COMPITI DEL CON-SIGLIO DI DIPARTI-MENTO Delegato alla Giunta Delegato alla Giunta

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m) criteri generali per l’assegnazione del personale tecnico-amministrativo alle diverse attività della struttura;

n) analisi volta ad accertare i risultati raggiunti e l'efficienza ottenuta nell'uso delle risorse, da effettuarsi annualmente, in sede di conto con-suntivo;

o) piano triennale di sviluppo; p) destinazione e modalità di copertura dei posti di personale tecnico-

amministrativo di sua pertinenza; q) organizzazione, anche in collaborazione con le competenti Strutture di

Ateneo, di corsi di formazione e di aggiornamento del personale tecni-co-amministrativo;

r) proposte di istituzione di Centri interdipartimentali e interuniversitari, nonché di Consorzi di ricerca; qualora debba contribuire a tali istituzio-ni con i fondi del Dipartimento, è necessaria l'approvazione della mag-gioranza degli aventi diritto;

s) criteri generali per l'utilizzazione dei fondi a disposizione del Diparti-mento;

t) richieste di finanziamento, di spazi e di personale e il piano annuale delle ricerche, predisposte dal Direttore coadiuvato dalla Giunta, da ap-provarsi secondo le scadenze previste dall’Ateneo;

u) bilancio preventivo e conto consuntivo, da approvarsi secondo le sca-denze previste dall’Ateneo, i quali sono inviati nei successivi cinque giorni all'Amministrazione Centrale per essere allegati al bilancio di previsione ed al conto consuntivo dell'Università;

v) limiti di spesa del Direttore del Dipartimento e della Giunta nel rispetto dei livelli massimi fissati dal Regolamento per l'amministrazione, la finanza e la contabilità;

z) qualsiasi altra attribuzione che ad esso sia demandata dal vigente ordi-namento universitario nazionale, dallo Statuto e dai Regolamenti.

3. Le competenze del Consiglio di Dipartimento di cui alle lettere c) e), o) e p) del precedente comma 2 sono delegate alla Giunta del Dipartimento.

Delegato alla Giunta Delegato alla Giunta Fasi di un Consiglio di Dipartimento

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Art. 6 - La Giunta del Dipartimento -Composizione -Convocazione - Compiti

1. La Giunta è l'organo istruttorio e di gestione che coadiuva il Direttore. 2. La Giunta dura in carica un quadriennio. Il suo mandato coincide con quello del Direttore. 3. La Giunta è composta ai sensi dell'art. 49 comma 3 dello Statuto di Ate-neo. Ne fanno parte il Direttore, il Vicedirettore, il Segretario Amministra-tivo di norma con funzioni di verbalizzante, tre professori ordinari o straor-dinari, tre associati e tre ricercatori. Alla Giunta partecipa anche un rappre-sentante del personale tecnico-amministrativo. La partecipazione del rap-presentante del personale tecnico-amministrativo alle sedute della Giunta avviene in analogia a quanto previsto dall'art. 4, comma 4 del presente re-golamento. 4. La Giunta è convocata per posta elettronica o per iscritto dal Direttore, anche su richiesta motivata di un terzo dei suoi membri, almeno cinque giorni prima della seduta. L'ordine del giorno deve essere affisso in pari data all'albo del Dipartimento. In caso di urgenza il preavviso può essere limitato, su decisione del Direttore, ad almeno 24 ore prima. 5. Le sedute della Giunta sono valide se è presente la maggioranza degli aventi diritto al voto. Dal numero degli aventi diritto vanno sottratti gli as-senti giustificati per iscritto prima della seduta. Le delibere vengono adot-tate a maggioranza dei presenti. In caso di parità prevale il voto del Diret-tore-Presidente. Il Segretario redige il verbale delle riunioni della Giunta. I verbali possono essere consultati da parte dei membri del Consiglio presso la Segreteria del Dipartimento. I verbali vengono approvati all’inizio della seduta successiva, ma le deliberazioni sono sempre immediatamente esecu-tive. 6. Possono essere invitati a riunioni della Giunta, su invito del Direttore o della Giunta medesima, persone di cui si ritenga utile il contributo o che abbiano espressamente richiesto di intervenire, limitatamente alle discus-sioni su argomenti all'ordine del giorno, senza diritto di voto. 7. La Giunta autorizza il Direttore alle spese, in conformità a quanto stabi-lito dalla lettera v) dell' art. 5. del presente regolamento. 8. La Giunta, su delega del Consiglio, opera in campo negoziale in confor-mità alle disposizioni del Regolamento per l'Amministrazione, la finanza e la contabilità. 9. La Giunta è delegata dal Consiglio all'approvazione di contratti di diritto privato per prestazioni d' opera.

COMPOSIZIONE GIUNTA CONVOCAZIONE CHI PUÒ PARTECI-PARE

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Art. 7 - Il Direttore del Dipartimento 1. Il Direttore rappresenta il Dipartimento, ne presiede il Consiglio e la Giunta e cura l'esecuzione dei deliberati di tali organi; vigila nell'ambito del Dipartimento sull’osservanza delle norme legislative dello Statuto e dei Regolamenti, partecipa alle sedute della Consulta dei Direttori di Diparti-mento; partecipa direttamente o tramite un proprio delegato ai consigli di presidenza e agli altri organismi delle Facoltà per le quali il Dipartimento è di riferimento, ai sensi dell’art.40 comma 1 dello statuto; tiene i rapporti con gli organi accademici ed esercita tutte le funzioni che gli sono attribui-te dalle leggi, dallo Statuto e dai Regolamenti. 2. Il Direttore nomina, all’inizio del mandato, tra i professori di ruolo a tempo pieno:

a) un Vice Direttore che lo sostituisce nelle funzioni nei casi di impedi-mento o assenza;

b) i responsabili dei servizi di ateneo per l’assistenza psicologica di stu-denti e del personale qualora gestiti dal Dipartimento.

3. Per tutti gli adempimenti di carattere amministrativo, finanziario e con-tabile il Direttore è coadiuvato dal Segretario amministrativo del Diparti-mento, secondo le modalità previste dal Regolamento per l'Amministrazio-ne, la finanza e la contabilità. 4. Il Segretario amministrativo, d'intesa con il Direttore, delega la persona incaricata a sostituirlo in caso di breve assenza o di temporaneo impedi-mento, limitatamente a specifici oggetti e a determinati atti. Per ogni altra ipotesi alla sostituzione provvede l' Amministrazione universitaria.

COMPITI DELLA DIREZIONE La sede della Direzione

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5. Il Direttore del Dipartimento è responsabile della gestione del Diparti-mento e dell'esecuzione dei deliberati del Consiglio e della Giunta, nonché della gestione del personale tecnico-amministrativo. 6. Il Direttore, coadiuvato dalla Giunta e tenendo conto dei criteri generali stabiliti dal Consiglio di Dipartimento, predispone annualmente le richieste di finanziamento, di spazi e di personale al Consiglio di Amministrazione dell'Università. 7. Il Direttore, e il Segretario amministrativo predispongono annualmente, entro i termini previsti dall’Ateneo, il bilancio preventivo e il conto con-suntivo corredato di una dettagliata relazione che illustra tra gli altri i se-guenti argomenti:

a) utilizzazione dei fondi in relazione alle attività didattiche e di ricerca in corso;

b) eventuali esigenze sopravvenute e variazioni alle previsioni in corso di esercizio;

c) risultati generali della gestione nell'ambito della sperimentazione orga-nizzativa e didattica e della ricerca scientifica.

8. Il Direttore provvede all’ordinazione di quanto occorre al funzionamento del Dipartimento. Il Direttore e il Segretario Amministrativo provvedono congiuntamente al pagamento delle relative fatture, secondo le norme del Regolamento per l' Amministrazione, la Finanza e la Contabilità. 9. Il Direttore può delegare la firma delle ordinazioni al Segretario ammini-strativo per determinate tipologie di spesa e per periodi di tempo definiti, nei limiti massimi di spesa stabiliti dal Consiglio di Dipartimento. 10. Il Direttore può adottare, in situazione di urgenza, provvedimenti di competenza del Consiglio di Dipartimento o della Giunta, sottoponendoli, per la ratifica, agli Organi competenti nella prima seduta successiva. Art. 8 - Elezioni 1. L’elettorato attivo per l’elezione del Direttore spetta:

a) ai Professori e Ricercatori afferenti al Dipartimento; b) al Personale tecnico-amministrativo afferente al Dipartimento, con

voto individuale pesato in modo che la somma dei voti equivalenti del totale degli aventi diritto della categoria sia pari al numero dei Rappre-sentanti del Personale tecnico-amministrativo in Consiglio di Diparti-mento e comunque non superiore al 13% del totale dei Professori e Ricercatori aventi diritto;

c) Ai dottorandi di ricerca, con voto individuale pesato in modo che la somma dei voti equivalenti del totale degli aventi diritto di questa ca-tegoria sia pari al 5% del totale dei Professori e Ricercatori aventi di-ritto.

ELEZIONI

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2. L'elettorato passivo spetta ai professori di prima fascia a tempo pieno. Nel caso di indisponibilità di Professori di ruolo di prima fascia, l’elettorato passivo è esteso anche ai Professori di seconda fascia a tempo pieno. 3. La votazione per l’elezione del Direttore è valida se partecipa almeno la metà degli aventi diritto ponderati. Il Direttore è eletto a maggioranza asso-luta dei voti ponderati nelle prime due votazioni. In caso di mancata elezio-ne si procederà con il sistema del ballottaggio fra i due candidati che nell’ultima votazione abbiano riportato il maggior numero di voti pondera-ti; in caso di parità, risulta eletto il candidato con maggiore anzianità nel ruolo dei professori di prima fascia e, in caso di ulteriore parità, quello con minore anzianità anagrafica; 4. Il Direttore nominato con Decreto del Rettore, dura in carica quattro an-ni accademici ed è immediatamente rieleggibile una sola volta. Dopo due mandati consecutivi potrà assumere nuovamente la carica solo dopo che sia trascorso un periodo pari alla durata di un intero mandato. Nel caso di anticipata cessazione del precedente Direttore, l’eletto assume la carica all’atto della nomina e resta in carica fino all’inizio dell’anno ac-cademico successivo al compimento del quadriennio se la nomina avviene dopo la fine del mese di febbraio; in caso contrario l’anno in cui assume la carica viene conteggiato per intero. 5. Il Decano, o in caso di sua assenza o impedimento, il professore di pri-ma fascia che lo segue in ordine di anzianità di ruolo, che lo sostituisce a tutti gli effetti del presente comma, indice e organizza le elezioni del Di-rettore e dei membri di Giunta del dipartimento, nonché delle rappresen-tanze in Consiglio di Dipartimento. Indice inoltre le elezioni per le com-missioni dipartimentali. L’elezione dei membri della Giunta avviene separatamente da parte delle singole componenti. In caso di dimissioni, di cessazione o di impedimento

Atrio della sede Centrale

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di un membro della Giunta per un periodo superiore ai quattro mesi, il De-cano provvede ad indire la elezione per la sostituzione, nell'ambito della componente interessata. Il mandato del nuovo membro termina allo scade-re del mandato della Giunta. 6. Tutte le operazioni di voto per l'elezione del Direttore, per l'elezione del-la Giunta, per l'elezione delle rappresentanze nel Consiglio di Dipartimento (personale tecnico-amministrativo e dottorandi) sono svolte da una com-missione elettorale di tre membri scelti tra i componenti il Consiglio di Di-partimento e nominati dal Consiglio stesso. Le elezioni avvengono a scru-tinio segreto presso un seggio elettorale, secondo le modalità stabilite dal Consiglio. Per la validità delle elezioni del Direttore si rimanda al comma 3. Per la validità delle altre elezioni è necessaria la partecipazione di alme-no un terzo degli aventi diritto ai sensi dell'art. 99 del DPR 382/80. Nei 6 mesi precedenti la scadenza del mandato del Direttore ovvero nei casi in cui il Direttore cessi di far parte del Dipartimento, il Decano indice le ele-zioni per la designazione del nuovo Direttore e provvede agli adempimenti relativi, a norma di legge. Entro 30 giorni dall'insediamento del nuovo Di-rettore, il Decano indice le elezioni della Giunta e delle rappresentanze del-le varie componenti il Consiglio.

Art. 9 Disposizioni finali Per quanto non previsto dal presente Regolamento valgono le norme conte-nute nello Statuto e nei Regolamenti di Ateneo. Ogni modifica al presente Regolamento deve essere deliberata a maggioranza assoluta dei componen-ti il Consiglio di Dipartimento, e successivamente approvate dal Senato e dal Consiglio di Amministrazione secondo le rispettive competenze.

Laboratorio cognizione sociale

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Codice di Condotta dell’Università degli studi di Padova

PREVENZIONE DELLE MOLESTIE SESSUALI E MORALI

-Art. 1- Dichiarazione da parte dell’Università

L’Università degli Studi di Padova, richiamandosi alla Raccomandazione 92/131 CEE sulla tutela della dignità delle donne e degli uomini sul lavoro, garantisce a tutti coloro che lavorano e studiano nell’Università un ambien-te sereno in cui i rapporti interpersonali siano improntati alla correttezza, all’eguaglianza e al reciproco rispetto della libertà e dignità della persona. Garantisce altresì il diritto alla tutela da qualsiasi atto o comportamento che produca un effetto pregiudizievole o che discrimini, anche in via indi-retta, le studentesse o gli studenti, le lavoratrici o i lavoratori.

-Art. 2- Definizione di molestia sessuale

1. Si definisce molestia sessuale ogni comportamento indesiderato a con-notazione sessuale o qualsiasi altro tipo di discriminazione basata sul sesso che offenda la dignità degli uomini e delle donne nell’ambiente di studio e di lavoro, ivi inclusi atteggiamenti di tipo fisico, verbale o non verbale. 2. Le molestie sessuali, in quanto discriminazioni fondate sul sesso, viola-no il principio della parità di trattamento fra uomini e donne. 3. Sono esempi di molestia sessuale:

a) richieste implicite o esplicite di prestazioni sessuali offensive o non gradite;

b) affissione o esposizione di materiale pornografico nell’ambiente dell’Università, anche sotto forma elettronica;

c) adozione di criteri sessisti in qualunque tipo di relazione interpersona-le;

d) promesse, implicite o esplicite, di agevolazioni e privilegi oppure di avanzamenti di carriera in cambio di prestazioni sessuali;

e) minacce o ritorsioni in seguito al rifiuto di prestazioni sessuali; f) contatti fisici volontari indesiderati ed inopportuni; g) apprezzamenti verbali sul corpo oppure commenti su sessualità o o-

rientamento sessuale ritenuti offensivi. -Art. 3- Definizione di molestia morale

1. Si definisce molestia morale ogni comportamento ostile, diretto contro un individuo, fisicamente o psicologicamente persecutorio, caratte-rizzato da ripetizione, protratto e sistematico, suscettibile di creare un am-biente non rispettoso, umiliante o lesivo dell’integrità psicofisica della per-sona

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2. Può configurarsi come molestia morale altresì la discriminazione di ge-nere, e quella fondata sull’appartenenza etnica, sulla religione e sulle opi-nioni anche politiche.

3. Sono esempi di molestie morali i seguenti comportamenti: a) danni all’immagine di sé, quali offese, intimidazioni, calunnie, insulti,

diffusione di notizie riservate, insinuazioni su problemi psicologici o fisici della persona o ogni altra azione di discredito della persona, non-ché i rimproveri se adottati con le modalità indicate al comma 1.;

b) danni alla professionalità dell’individuo, quali minacce di licenziamen-to, dimissioni forzate, trasferimenti immotivati, discriminazioni sala-riali, pregiudizio delle prospettive di progressione di carriera, ingiusti-ficata rimozione da incarichi già affidati, attribuzione di mansioni im-proprie, azioni che creano demotivazione o sfiducia nella persona, scoraggiando il proseguimento della sua attività;

c) tentativi di emarginazione ed isolamento, quali cambiamento indeside-rato delle mansioni o dei colleghi di lavoro con intento persecutorio, limitazioni della facoltà di espressione o eccessi di controllo.

-Art. 4- Ambito di applicazione Il presente codice opera nei confronti di tutti coloro che studiano e lavora-no all’Università di Padova a qualsiasi titolo (studenti, personale docente e tecnico-amministrativo strutturato, titolari di borse di studio italiani e stra-nieri, visitatori o ospiti autorizzati, stagiste/i, titolari di assegno o di con-tratto, personale in outsourcing, collaboratori coordinati e continuativi, consulenti, dottorande/i e post dottorande/i, specializzande/i, tirocinanti e laureate/i, frequentatori, ecc.).

Particolare del giardi-no interno della Sede di Via Belzoni

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-Art. 5 - Dovere di collaborazione 1. Tutti coloro a cui si applica l’art. 4 devono contribuire ad assicurare un ambiente di studio e di lavoro in cui venga rispettata la dignità delle perso-ne. I testimoni che non intervengono in difesa della vittima di molestie ses-suali e morali possono essere considerati corresponsabili. 2. Le/i responsabili delle strutture e degli uffici hanno il dovere di favorire la prevenzione delle molestie sessuali e morali negli ambiti di studio e di lavoro che sovrintendono. Gli organi centrali e periferici dell’Università e i dirigenti sono direttamente responsabili della diffusione e del rispetto del Codice di condotta e dovranno, inoltre, sostenere la persona che voglia rea-gire ad una molestia sessuale o morale, fornendo indicazioni e chiarimenti circa le procedure da seguire. -Art. 6- Consigliera/e di Fiducia 1. La/il Consigliera/e di Fiducia, anche ai fini di una completa tutela legale, fornisce consulenza ed assistenza a chi denuncia di essere vittima di mole-stia sessuale o morale. La/il Consigliera/e di Fiducia è nominata/o dal Rettore, è persona esterna all’Università ed è scelta tra coloro che possiedano esperienza umana e professionale adatta a svolgere il compito previsto. 2. Il Senato Accademico a tal fine nomina una Commissione così compo-sta: il Difensore Civico dell’Università, la Delegata del Rettore per le pro-blematiche di genere e le pari opportunità, due persone designate dal Co-mitato Pari Opportunità e un’esperta/o di problematiche di genere. La Commissione esamina le domande pervenute a seguito di avviso pub-blicato dall’Università, secondo il modello di cui all’allegato A, e a cui vie-ne data la più ampia diffusione, e quindi propone al Rettore una graduato-ria motivata. La/il Consigliera/e di Fiducia nello svolgimento della propria funzione agisce in piena autonomia. Dura in carica tre anni e può essere confermata/o solo per un secondo triennio. 3. L’Università fornisce alla/al Consigliera/e di Fiducia adeguati mezzi e risorse umane per adempiere alle proprie funzioni. La/il Consigliera/e di Fiducia nell’ambito delle procedure di cui al successivo art. 7, può accede-re agli atti e ai documenti dell’Amministrazione e può avvalersi di consu-lenti interni o esterni (avvocati, psicologi, assistenti sociali, ecc.).

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4. La/il Consigliera/e di Fiducia presenta ogni anno una relazione sulla pro-pria attività al Rettore, al Senato Accademico e al Comitato Pari Opportu-nità. Propone azioni ed iniziative di informazione e formazione volte a pro-muovere un clima organizzativo idoneo ad assicurare la pari dignità e li-bertà delle persone all'interno dell'Università. 5. Può partecipare, su sua richiesta, alle riunioni del Comitato Pari Oppor-tunità in qualità di esperta/o, senza diritto di voto. 6. La/il Consigliera/e di Fiducia percepirà un compenso forfettario e un gettone di presenza appropriati al suo ruolo professionale e all’attività svolta. - Art. 7- Procedure a tutela della persona molestata Chiunque sia stato oggetto di molestia sessuale o morale può rivolgersi, entro 60 giorni dal suo verificarsi, alla/al Consigliera/e di Fiducia, la/il quale, raccolte tutte le informazioni, sempre previo consenso della/del de-nunciante e secondo la procedura del consenso informato rispetto a coloro che sono richiesti di fornire le informazioni, indirizza la persona molestata ad adottare una procedura.

Saletta osservazione bambini

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A. Procedura informale: 1. La/il Consigliera/e di Fiducia su richiesta della persona coinvolta assu-me la trattazione del caso di molestia e al fine dell’interruzione della stes-sa:

a) concorda con la/il molestata/o l’iter più idoneo all’interruzione defini-tiva del comportamento molestante;

b) può invitare a colloquio il soggetto indicato dalla/dal molestata/o qua-le autore della molestia;

c) acquisisce informazioni necessarie all’espletamento del proprio incari-co, anche a mezzo di raccolta di testimonianze da parte di persone informate e può accedere agli atti amministrativi rilevanti;

d) può organizzare incontri tra la/il molestata/o e la/il presunta/o autore, al fine di tentare la conciliazione tra i due;

e) propone all’amministrazione le misure ritenute idonee per salvaguar-dare il benessere psicofisico delle persone interessate.

2. La/il Consigliera/e di Fiducia non può adottare alcuna iniziativa senza il consenso espresso della persona vittima di molestie. La segnalazione può essere ritirata dalla/dal denunciante in ogni momento della procedura infor-male; 3. Il termine della definizione della procedura informale e di giorni 120 dalla sottoscrizione del consenso. B. Procedura formale interna: 1. Qualora la/il molestata/o ritenga non idonea la procedura informale o non soddisfacenti i risultati così raggiunti, è consentito alla/allo stessa/o il ricorso alla procedura formale di denuncia dell’evento lesivo all’amministrazione universitaria a mezzo di segnalazione scritta diretta al Rettore. 2. Il Rettore nomina una commissione istruttoria composta da cinque mem-bri: il Rettore o un suo delegato, una/un componente scelta/o dal Rettore, la/il Consigliere di Fiducia e due componenti scelte/i dal Comitato Pari Opportunità fra le/i suoi componenti o esterni. La Commissione istruttoria può avvalersi della consulenza di un legale, anche esterno all’Università. 3. La Commissione istruttoria, qualora ritenga la denuncia non manifesta-mente infondata, investe i soggetti competenti per i procedimenti e le san-zioni disciplinari, secondo le normative vigenti per ognuna delle categorie menzionate all’art. 4.

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4. La Commissione istruttoria, pendente la procedura formale interna, si attiva per assicurare alla/al denunciante adeguata tutela da forme di ritor-sione o da atti persecutori. 5. Ove la denuncia risulti manifestamente infondata, la Commissione i-struttoria, su richiesta della/del denunciata/o può assumere iniziative per la riabilitazione della persona accusata. 6. La Commissione istruttoria, in ogni fase della sua attività, è tenuta ad operare nella massima riservatezza. C. Procedura formale esterna: La/il molestata/o può comunque ed indipendentemente dall’avvio di un procedimento interno informale o formale denunciare l’evento molestante alle autorità competenti, al fine dell’avvio di un procedimento giudiziario. -Art. 8- Assicurazione di riservatezza e protezione da eventuali ritorsioni 1. La persona che ha subito molestie sessuali o morali ha diritto di richie-dere l’omissione del proprio nome in ogni documento soggetto, per qualsi-voglia motivo, a pubblicazione. 2. E’ da considerarsi molestia anche ogni forma di ritorsione contro chiun-que denunci comportamenti molestanti o se ne renda testimone.

Laboratorio di spettro-scopia

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- Art. 9- Formazione e informazione L’Università si impegna a:

a) dare ampia pubblicità al presente Codice nei confronti dei soggetti di cui all’articolo 4; all’atto dell’assunzione ne verrà consegnata copia alle/i dipendenti, che sottoscriveranno l’impegno a rispettarlo; alle/gli studenti il Codice verrà consegnato al momento dell'immatricolazio-ne;

b) garantire la massima diffusione del presente Codice, anche attraverso l’affissione in tutte le Facoltà o Dipartimenti e la pubblicazione del Codice verrà riservata al seguente indirizzo http://www.unipd.it;

c) rendere noti agli interessati il nome, il luogo e gli orari di reperibilità, nonché il numero di telefono e indirizzo di posta elettronica della/del Consigliera/e di Fiducia;

d) attuare progetti di prevenzione e di formazione relativi alle tematiche del presente Codice, con particolare attenzione a Dirigenti, Presidi di Facoltà, Direttori di Dipartimento e Capi Servizio, che dovranno pro-muovere e diffondere la cultura del rispetto della persona volta alla prevenzione delle molestie sessuali e morali;

e) definire un budget annuo adatto a sostenere i progetti sopra nominati. Consigliera di Fiducia: dott.ssa Alberta Basaglia Palazzo del Bo, Via 8 febbraio n. 2 (secondo piano) Numero verde: 800 425 543 e-mail: [email protected] La Consigliera di Fiducia riceve per appuntamento previa richiesta tramite contatto telefonico o via mail.

Laboratorio osserva-zione infantile

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Sedi del Dipartimento:

Sede Centrale Via Venezia, 8 - 35131 Padova

tel. 049 8276500 fax 049 8276511

Altre Sedi

Liripac Via Belzoni, 80 - 35121 Padova

tel. 049 8278450 fax 049 8278451

Via Venezia, 15 - 35131 Padova

Indirizzi internet: http://dpss.psy.unipd.it http://dpss.psy.unipd.it/liripac

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