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Giornale dell’Istituto Comprensivo “Foscolo” di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) LA SCUOLA CHE SI RINNOVA - ANNO 8°, N. 1 Alunni redazione Laboratorio Giornalismo e Repubblica@scuola: Accetta Chiara, Aliberti Sara, Alosi Marco, Apostol Cristian, Bagnato Sofia, Bellantone Giulia, Biondo Elena, Calabrò Girolamo, Ciraulo Giulia, Coppolino Chantal, Coppolino Marika, Costantino Giorgia, Crinò Vincenzo, Crisafulli Giovanni, Di Pasquale Martino, Ferrara Elena, Flaccomio Joao, Genovese Ilaria, Giannetto Anna Maria,Giunta Emma,Imbesi C.Simone, Isgrò Alessandro, La Rosa Aurora, Lazzara Stefano, Maggio Gabriele, Maio Alessandra, Maio Giorgio, Mallemaci Salvina, Marretta Vittoria, Mazzeo Vittoria, Munafò Francesco, Pelleriti Noemi, Rahbib Souad, Recupero Ivana, Recupero Simona, Salvo Chiara, Scilipoti Anna, Scilipoti Grazia, Scuderi Giorgia, Siracusa Maria Antonia, Siracusa Serena, Spinella Carlo, Triolo Aurora, Zingales Paolo. Tutti gli alunni del Laboratorio di Giornalismo delle classi prime. Docente Caporedattore : Prof.ssa Michaela Munafò. Hanno collaborato a questo numero anche altri alunni della Scuola seconda- ria di 1° grado Stampato in proprio Maggio 2018 RICORRENZE (pag. 2-3) di Joao Pedro Flaccomio LA REDAZIONE Direttore responsabile: Dirigente Felicia Maria Oliveri Direttore responsabile: Dirigente Felicia Maria Oliveri INCONTRO CON FEDERICO BACCOMO All’interno E' stato molto coinvolgente l'incontro che giorno 28 aprile 2018, presso la "Bibliotec@arcobaleno" dell'Istituto Comprensivo "Foscolo" di Barcellona Pozzo di Gotto, ha visto protagonista Federico Baccomo, l'autore del romanzo "Woody", approfondito dagli alunni di alcune classi della scuola secondaria di 1° grado nell’ambito di un progetto di lettu- ra. Il libro racconta la storia di un cane che vive a Milano con la sua padrona ma, ad un tratto, si trova rinchiuso in una gab- bia e maltrattato. Woody vuole scoprire il perché di tutto questo e così intraprende un avvincente viaggio mentale che lo por- terà a far ritornare alla mente una scena orribile di cui è l'unico testimone: uno tra i tanti casi di violenza di genere. Il doppio momento di interazione tra i ragazzi e lo scrittore milanese si è aperto con l'intro- duzione della professoressa Lara Alesci, che ha illustrato l'argomento ai presenti spiegando, in linee generali, la trama del romanzo e parlando delle riflessioni fatte Numerosi momenti culturali alla “Foscolo” durante il percorso di studi insieme ai suoi alunni. Dopo questo accenno, la parola è passata a Baccomo che, attraver- so riferimenti alla letteratura straniera, alla musica, all'arte e alla cinematografia, ha fatto capire ai ragazzi l'importanza di essere se stessi e di imparare dai propri errori. Attraverso la ricchezza del suo par- lare e del suo dialogare, si è potuto con- statare che ci sono tanti libri nei suoi pen- sieri e altrettanti nelle sue risposte, e que- sta è una qualità che ne risalta l'intelligen- za e la sua preparazione in materia. L'autore non si definisce tuttavia un gran- de scrittore, bensì "Un nano sulle spalle dei giganti". Il lessico utilizzato da Baccomo per la stesura del testo è stato volutamente molto particolare proprio per rendere il libro unico e, secondo lui, anco- ra più prezioso. Nella prima parte della sua carriera egli si curava molto dell'opi- nione degli altri e gli piaceva anche esse- re giudicato uno scrittore fantastico ma, dopo questo suo momento "d'oro", l’auto- re si è reso conto dell'inutilità del giudizio degli altri e convinto che, per essere un bravo scrittore, bisogna solo credere in sé stessi. Gli alunni coinvolti nel progetto di lettura lo hanno ascoltato con molta atten- zione, gli hanno presentato i molteplici prodotti di vario tipo frutto dell'approfon- dimento sul romanzo e formulato nume- rose domande e curiosità. A tutte Baccomo ha risposto con grande disponi- bilità e, al termine della mattinata, si è prestato alle molto foto ricordo e ad auto- grafare le loro copie di "Woody", lascian- do così un ricordo indelebile. UNA BIBLIOTEC@ APERTA AGLI EVENTI Nell'anno scolastico 2017/2018 la "Bibliotec@Arcobaleno" dell’Istituto Comprensivo “Foscolo” ha messo in atto una serie di iniziative coinvolgenti diven- tando luogo di irradiazione culturale e di incontri con autori importanti. Tutto que- sto per farci toccare con mano la bellezza della lettura e della scrittura che oggi sono da noi giovani accantonate. Tra gli scrittori che hanno animato la nostra biblioteca ricordiamo in particolare Federico Baccomo per la scuola seconda- ria e Matteo Abbate per le scuole prima- rie, entrambi molto apprezzati dagli alun- ni. Da studentessa della classe terza sez. E io stessa ho avuto la possibilità di leggere il romanzo “Woody” di Baccomo ed esso si è rivelato una lettura veramente piace- vole grazie alla sua particolare struttura sintattica e lessicale, ma allo stesso tempo molto significativa per gli argomenti affrontati. In occasione dell'8 marzo, invece (CONTINUA a pag.9) di Chantal Coppolino Federico Baccomo con la prof.ssa Lara Alesci, responsabile della Biblioteca ATTUALITÀ (pag. 4-7) DALLA SCUOLA(pag.8-15) RIFLESSIONI (pag. 16-18) RECENSIONI (pag. 19) GIOCHI (pag. 20)

Direttore responsabile: Dirigente Felicia Maria Oliverilnx.icfoscolo.edu.it/wordpress/wp-content/uploads/...Giornale dell’Istituto Comprensivo “Foscolo”di Barcellona Pozzo di

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Alunni redazione LaboratorioGiornalismo e Repubblica@scuola:Accetta Chiara, Aliberti Sara, AlosiMarco, Apostol Cristian, BagnatoSofia, Bellantone Giulia, Biondo Elena,Calabrò Girolamo, Ciraulo Giulia,Coppolino Chantal, Coppolino Marika,Costantino Giorgia, Crinò Vincenzo,Crisafulli Giovanni, Di PasqualeMartino, Ferrara Elena, FlaccomioJoao, Genovese Ilaria, Giannetto Anna

Maria,Giunta Emma,Imbesi C.Simone,Isgrò Alessandro, La Rosa Aurora,Lazzara Stefano, Maggio Gabriele,Maio Alessandra, Maio Giorgio,Mallemaci Salvina, Marretta Vittoria,Mazzeo Vittoria, Munafò Francesco,Pelleriti Noemi, Rahbib Souad,Recupero Ivana, Recupero Simona,Salvo Chiara, Scilipoti Anna, ScilipotiGrazia, Scuderi Giorgia, SiracusaMaria Antonia, Siracusa Serena,

Spinella Carlo, Triolo Aurora, ZingalesPaolo.

Tutti gli alunni del Laboratorio diGiornalismo delle classi prime.

Docente Caporedattore: Prof.ssa MichaelaMunafò. Hanno collaborato a questo numeroanche altri alunni della Scuola seconda-ria di 1° grado

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RICORRENZE (pag. 2-3)di Joao Pedro Flaccomio

L A R E D A Z I O N E

Direttore responsabile: Dirigente Felicia Maria OliveriDirettore responsabile: Dirigente Felicia Maria Oliveri

INCONTRO CON FEDERICO BACCOMO AAllll’’iinntteerrnnoo

E' stato molto coinvolgente l'incontro chegiorno 28 aprile 2018, presso la"Bibliotec@arcobaleno" dell'IstitutoComprensivo "Foscolo" di BarcellonaPozzo di Gotto, ha visto protagonistaFederico Baccomo, l'autore del romanzo"Woody", approfondito dagli alunni dialcune classi della scuola secondaria di 1°grado nell’ambito di un progetto di lettu-ra. Il libro racconta la storia di un caneche vive a Milano con la sua padrona ma,ad un tratto, si trova rinchiuso in una gab-bia e maltrattato. Woody vuole scoprire ilperché di tutto questo e così intraprendeun avvincente viaggio mentale che lo por-terà a far ritornare alla mente una scenaorribile di cui è l'unico testimone: uno trai tanti casi di violenza di genere. Il doppiomomento di interazione tra i ragazzi e loscrittore milanese si è aperto con l'intro-duzione della professoressa Lara Alesci,che ha illustrato l'argomento ai presentispiegando, in linee generali, la trama delromanzo e parlando delle riflessioni fatte

Numerosi momenti culturali alla “Foscolo”

durante il percorso di studi insieme aisuoi alunni. Dopo questo accenno, laparola è passata a Baccomo che, attraver-so riferimenti alla letteratura straniera,alla musica, all'arte e alla cinematografia,ha fatto capire ai ragazzi l'importanza diessere se stessi e di imparare dai proprierrori. Attraverso la ricchezza del suo par-lare e del suo dialogare, si è potuto con-statare che ci sono tanti libri nei suoi pen-sieri e altrettanti nelle sue risposte, e que-sta è una qualità che ne risalta l'intelligen-za e la sua preparazione in materia.L'autore non si definisce tuttavia un gran-de scrittore, bensì "Un nano sulle spalledei giganti". Il lessico utilizzato daBaccomo per la stesura del testo è statovolutamente molto particolare proprio perrendere il libro unico e, secondo lui, anco-ra più prezioso. Nella prima parte dellasua carriera egli si curava molto dell'opi-nione degli altri e gli piaceva anche esse-re giudicato uno scrittore fantastico ma,dopo questo suo momento "d'oro", l’auto-re si è reso conto dell'inutilità del giudiziodegli altri e convinto che, per essere unbravo scrittore, bisogna solo credere in séstessi. Gli alunni coinvolti nel progetto dilettura lo hanno ascoltato con molta atten-zione, gli hanno presentato i moltepliciprodotti di vario tipo frutto dell'approfon-dimento sul romanzo e formulato nume-rose domande e curiosità. A tutteBaccomo ha risposto con grande disponi-bilità e, al termine della mattinata, si èprestato alle molto foto ricordo e ad auto-grafare le loro copie di "Woody", lascian-do così un ricordo indelebile.

UNA BIBLIOTEC@ APERTA AGLI EVENTI

Nell'anno scolastico 2017/2018 la"Bibliotec@Arcobaleno" dell’IstitutoComprensivo “Foscolo” ha messo in attouna serie di iniziative coinvolgenti diven-tando luogo di irradiazione culturale e diincontri con autori importanti. Tutto que-sto per farci toccare con mano la bellezzadella lettura e della scrittura che oggisono da noi giovani accantonate. Tra gliscrittori che hanno animato la nostrabiblioteca ricordiamo in particolareFederico Baccomo per la scuola seconda-ria e Matteo Abbate per le scuole prima-rie, entrambi molto apprezzati dagli alun-ni. Da studentessa della classe terza sez. Eio stessa ho avuto la possibilità di leggereil romanzo “Woody” di Baccomo ed essosi è rivelato una lettura veramente piace-vole grazie alla sua particolare strutturasintattica e lessicale, ma allo stesso tempomolto significativa per gli argomentiaffrontati. In occasione dell'8 marzo,invece (CONTINUA a pag.9)

di Chantal Coppolino

Federico Baccomo con la prof.ssa LaraAlesci, responsabile della Biblioteca

ATTUALITÀ (pag. 4-7)

DALLA SCUOLA(pag.8-15)

RIFLESSIONI (pag. 16-18)

RECENSIONI (pag. 19)

GIOCHI (pag. 20)

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RICORRENZE

UN GIORNO A PALERMO PER DIRE ‘NO’ ALLA MAFIA

Il 23 maggio, anche se sono trascorsi già26 anni dall’attentato di Capaci in cuiperse la vita il giudice Giovanni Falconecon la moglie e gli uomini della sua scor-ta, è commemorato a Palermo dagli stu-denti di tutta Italia come il "Giorno dellalegalità" e del ricordo. Anche la mia scuo-la, l’I.C. “Foscolo” di Barcellona Pozzodi Gotto, è stata in questa città-simbolo il23 maggio 2018 e, per l’occasione, con imiei quattro compagni di classe ho prepa-rato un cartellone da portare per le stradedurante uno dei cortei organizzati per l’e-vento, rappresentando in particolare voltie parole che ricordano la lotta alla mafia:i giudici Falcone e Borsellino, il commis-sario Boris Giuliano e il grande PeppinoImpastato. Il viaggio in pullman è stato

di Girolamo Calabrò

UNA FONDAZIONEPER RICORDARE

di Ivana RecuperoSono passati 26 anni dalla strage diCapaci, l’attentato mafioso in cui non èmorto solo il magistrato antimafiaGiovanni Falcone, ma sono rimasti uccisianche la moglie Francesca Morvillo e gliuomini della sua scorta: Vito Schifani,Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Permantenerne vivo il ricordo, in quellostesso anno è stata creata una Fondazione,intitolata a Giovanni e Francesca, direttadalla sorella Maria. La stessa è ancoraattiva e da allora ogni 23 maggio fa sì chesi tengano a Palermo variei attività daessa patrocinate per commemorare le vit-time, dapprima solo di Capaci e in segui-to anche di altre stragi mafiose. Ognianno, in particolare, di solito alle ore8:00, al porto attracca la "Nave della lega-lità", con a bordo moltissimi ragazzi pro-venienti da tutta Italia, studenti che siritroveranno insieme all’Aula Bunker,luogo simbolo del Maxiprocesso a CosaNostra, o a Piazza Magione. Due corteipartiranno poi da Via D’Amelio edall’Aula Bunker per incontrarsiall’Albero Falcone, dove alle 17:58, oradella strage, verrà eseguito “Il silenzio” inonore delle vittime e verranno scanditi iloro nomi. Durante il percorso vengonoanche cantate canzoni contro la mafia,scanditi slogan e ogni scuola porta cartel-loni o striscioni con frasi sulla legalità,mentre si suole acclamare i cittadini chedai balconi espongono lenzuola bianchein segno di desiderio di giustizia.

molto piacevole perchè abbiamo anchecantato canzoni come “Cento passi” deiModena City Ramblers o “Pensa” diFabrizio Moro, che avremmo avuto occa-sione di ripetere durante la manifestazio-ne. A Palermo, poi, l’atmosfera era bellis-sima, perchè le vie erano piene di personegiunte con lo stesso desiderio di volerpartecipare a qualcosa di giusto. Dopo lamattinata in Piazza Magione, con i rap-presentanti della mia scuola ci siamo suc-cessivamente incolonnati nel corteo cheparte da via D’Amelio, il luogo dell’at-tentato a Paolo Borsellino e alla sua scor-ta, dove era presente e ci ha salutato dalbalcone la sorella del giudice, Rita. Da lìabbiamo quindi percorso tante vie inmezzo a un fiume di gente, fino a giunge-re in via Notarbartolo, all’albero simbolodi Falcone, davanti al palazzo dove abita-va, e in cammino abbiamo cantato e inci-tato le persone affacciate a mettere le len-zuola bianche sui balconi. Nei pressi del-l’albero c'erano molte personalità dellapolitica, dello spettacolo e della musica,come la comica Teresa Mannino, i can-tanti Giovanni Caccamo e LorenzoFragola o Claudio Fava, figlio del grandegiornalista Giuseppe, ucciso anch’eglidalla mafia. È stato bello essere lì, soste-

nendo il nostro cartellone per dire anchenoi il nostro "NO" alla mafia e sapendo difar parte di una grande giornata con tantialtri eventi, come la "Nave della legalità"che, come consuetudine, ha rispostoall’appello #PalermochiamaItalia# lan-ciato dalla “Fondazione Falcone” ed èpartita da Civitavecchia portando centi-naia di giovani studenti da tutta Italia;oppure come le celebrazioni nell’Aulabunker, in cui si svolse il celebre maxi-processo. Il momento per me più emozio-nante è stato tuttavia quando, alle 17 e 58,si è svolto il minuto di silenzio. Era cosìstrano che tutta quella gente rimanessezitta a ricordare i così tanti uomini edonne che sono morti in nome della lega-lità, della giustizia... E infine, mi ha col-pito, come musicista, il suono struggentedella tromba che intonava “Il silenzio”,che ha lanciato nell’aria silenziosa eimmobile un lamento indimenticabile pertutti i presenti, soprattutto per noi ragazzi.

IL CORAGGIO DI RITA ATRIA di Giulia Bellantone

"Forse un mondo onesto non esisteràmai, ma chi ci impedisce di sognare.Forse se ognuno di noi prova a cambiare,forse ce la faremo.” Rita Atria aveva solodiciassette anni, ma già sapeva cose piùgrandi di lei. Scrive questa frase pocoprima di lanciarsi dal settimo piano delpalazzo dove abitava, a Roma, dove vive-va in segreto in quanto testimone di giu-stizia. Un gesto decisivo che le ha tolto lavita solo dopo una settimana dalla stragein cui è stato ucciso il magistratoBorsellino, ormai per lei come uno zio.Spinta a fare questo gesto brutale è statala paura, la paura che dopo il magistratosarebbe toccato pure a lei, che non si sen-tiva più protetta e per questo ha presoquesta decisione. Nella sua breve vitaRita ha vissuto sempre con il rancore perla morte di un pezzo importante della suafamiglia, suo fratello e suo padre, uccisidalla mafia del suo paese, Partanna, doveè nata e ha vissuto. Ricordata come "lapicciridda" di Paolo Borsellino, che èstata la prima persona ad ascoltare la suastoria e a cui ha raccontato tutto quelloche il fratello le aveva detto prima dimorire, questa ragazza ha rinunciato atutto pur di avere giustizia per la morte

dei suoi cari, denunciando persino la suafamiglia, ovvero sua madre, che l'ha dasubito rinnegata. L'unica persona che leha dato coraggio è stata la cognata PieraAiello, che l'ha sostenuta e anche lei haraccontato tutto quello che sapeva, dopola morte del marito. Rita è una ragazzache dovrebbe essere un esempio di corag-gio per tutti e tutti dovrebbero seguirequello che ha scritto nel suo tema all'esa-me di Stato del 5 giugno 1992, cioè chenon bisogna arrendersi mai, perchè la giu-stizia e la verità vinceranno su tutto, e chesperare in un mondo migliore non costaniente. Perchè "se tutti provano a cambia-re, forse in un mondo migliore riusciremoa vivere."

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La “Foscolo” rinnova la sua presenza al corteo di Palermo del 23 maggio

La delegazione della “Foscolo” a Palermoper il corteo del 23 maggio

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Molto sentita, dopo un accurato appro-fondimento sul periodo storico, è stata lapartecipazione della delegazione di alun-ni delle classi terze della scuola seconda-ria di 1° grado “Foscolo” alle cerebrazio-ni svoltesi in occasione del 40° anniversa-rio della morte di Lorenzo Cutugno,agente di custodia in servizio presso ilcarcere di Torino che venne ucciso l’11aprile del 1978 dalle Brigate Rosse. Dopouna cerimonia con le autorità presso latarga commemorativa il giorno prima, laPro Loco “Manganaro” ha organizzatoper il 12 aprile 2018 un incontro che si ètenuto presso la sala auditorium del Parcourbano “Maggiore La Rosa”. Il titolo delconvegno, dedicato agli alunni dellescuole barcellonesi, era "Gli anni dipiombo... così lontani, così vicini" per-chè, oltre a rendere omaggio ad barcello-nese assassinato mentre svolgeva il suolavoro, si è voluto parlare anche di unapagina tragica della storia italiana. Dopouna prima introduzione del presidentedella Proloco "A.Manganaro" Flavia

Gullì, è stato compito del professorGiuseppe Restivo, docente di storiamoderna presso l'Università di Messina,fare un breve excursus storico dal dopo-guerra ad oggi soffermandosi sugli "annidi piombo", quegli anni caratterizzati daforti violenze politiche che, negli anni '70,hanno raggiunto il culmine con il rapi-mento e l'uccisione di Aldo Moro, capodel principale partito al governo.Successivamente è stata data la parolaalla dottoressa Rosanna Casabona, sosti-tuto procuratore di Messina, la quale si èsoffermata sulla vita dello zio LorenzoCutugno, che non era altro che un uomoche svolgeva il suo lavoro come tutti i cit-tadini, correttamente, ma secondo i terro-risti in maniera sbagliata, servendo unoStato che a loro non piaceva e volevano,come si diceva, "destabilizzare". Fu unuomo coraggioso, un corretto poliziotto,che rispettava la giustizia senza pensaredi dover fare l'eroe, ma lo è diventato suomalgrado grazie al coraggio e a la tenaciache ha mostrato. Era solo un uomo cherispettava le leggi e che faceva sì cheanche gli altri lo facessero, e per questo èstato punito, non ha potuto veder cresceresua figlia, divenuta orfana a soli tre anni,nè ha potuto continuare la sua vita accan-to alle persone che amava. La legalità nonè un principio, ma qualcosa da accettare,

Un convegno per ricordare gli “Anni di piombo”UNA PAGINA AMARA DI STORIA ITALIANA

di Ilaria Genovese

QUANDO LA STORIA INCROCIA GLI UOMINIdi Sofia Bagnato

Lorenzo Cutugno è stato un altro dei tantieroi quotidiani della legalità che ha com-battuto fino all'ultimo suo respiro, fedeleal suo mestiere. Era un agente di custodiae sapeva che con questo lavoro avrebbemesso sin dal primo istante la sua vita inpericolo per proteggere quella altrui e perdifendere, insieme ai suoi colleghi loStato in un periodo di conflitti. Erano gli"Anni di piombo", anni caratterizzati dadue principali gruppi 'terroristici' che

Due alunne delle classi terzedurante il convegno

Stato, alla Proloco "A.Manganaro" che hapromosso l'iniziativa, chi era LorenzoCutugno e cosa ha fatto per il nostropaese. Il giorno dopo, il 12 aprile, alParco Urbano "Maggiore La Rosa" si ètenuto invece un incontro-conferenza alquale hanno partecipato rappresentanze distudenti di tutte le scuole del comprenso-rio. Commovente è stata la testimonianzadella figlia Daniela che, a soli tre anni, siè ritrovata senza la figura paterna e che,nonostante non ricordi nulla di lui, oggiattraverso le testimonianze di tanti è orgo-gliosa di aver avuto un "padre eroe",anche se per lei suo padre vive ancora e ilsuo esempio di vita l'accompagnano ognigiorno. Dopo altre testimonianze di comela storia non sia solo un fatto lontano matocchi anche nel piccolo la quotidianitàdelle persone, pure gli studenti hannoespresso la loro vicinanza e comprensionea una vicenda ormai quasi sconosciutaanche in città, attraverso brevi riflessionisull'accaduto affinché i giovani nondimentichino chi è morto per difendere lademocrazia. 3

RICORRENZE

anche con le sue imperfezioni, e la dotto-ressa Casabona ha consigliato quindi aglistudenti lì presenti di avere il coraggio discegliere da che parte stare. La parola èpoi passata alla figlia di LorenzoCutugno, Daniela, che parlando del padreche non ha avuto l'opportunità di cono-scere se non attraverso i racconti deifamiliari, ha ribadito che, anche se avreb-be preferito non fosse stato così, lui èstato per lei un eroe che ha sacrificato lapropria vita per lo Stato, una figura che leha insegnato a scegliere il rispetto dellalegalità come stile di vita. La manifesta-zione si è conclusa con delle sentite rifles-sioni scritte dagli studenti in onore di unuomo che sfortunatamente le nuove gene-razioni non hanno potuto conoscere, mache possono ricordare solo attraverso unatarga in via "Medaglia d’oro Cutugno"nella nostra cittadina. La memoria, quin-di, va sempre tenuta viva, affinchè unperiodo buio di storia non sparisca neimeandri del passato e la vicenda di unbarcellonese che, facendo semplicementeil proprio dovere, è morto da eroe, riman-ga nota anche alle giovani generazioniinsieme al suo messaggio di rispetto dellalegalità e dello Stato.

insanguinavano l'Italia: il gruppo di"destra" e quello di "sinistra", del qualefacevano parte le Brigate Rosse, quellestesse che, tra i tanti e oltre all'onorevoleAldo Moro, colpirono il nostro eroe sici-liano trasferitosi a Torino in giovane età.L'11 aprile del 1978, proprio a Torino,sull'uscio del palazzo dove risiedeva, duebrigatisti lo colpirono ripetutamente allegambe con l'intento di ferirlo, come sidiceva "gambizzarlo". Lorenzo Cutugnorimase però coerente a quello che era ilsuo ruolo e, nonostante i vari colpi subiti,si alzò provando a reagire con la suapistola, sparando ai due in fuga e riuscen-done a ferire gravemente uno. Purtroppoperò un terzo brigatista di guardia non cipensò due volte a colpire l'agente. Perquesto motivo l'11 aprile 2018, in occa-sione del 40° anniversario dell'assassinio,noi alunni della scuola secondaria"Foscolo" ci siamo ritrovati nella sua cittàd'origine, Barcellona Pozzo di Gotto,accanto alla targa di marmo nella via pro-prio a lui dedicata, per ricordare insiemeal sindaco Roberto Materia, ai parenti, airappresentanti dei diversi Corpi dello

Lorenzo Cutugno eroe suo malgrado

L’agente di custodia Lorenzo Cutugno

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ATTUALITÀ

MORIRE DI LAVORO

di Noemi Pelleriti

Sergio Mattarella, in occasione della "67aGiornata nazionale dei caduti sul lavoro",ha espresso una breve riflessione ed hainvitato a prestare sempre attenzionenello svolgimento di alcuni lavori, perchèsono tanti i casi di aziende che non rispet-tano le norme di sicurezza ed è inaccetta-bile sapere che, a operare in queste fab-briche, ci sono anche tanti giovani cheinconsapevolmente mettono la propriavita a rischio. Il lavoro, su cui si fonda loStato italiano secondo la nostraCostituzione, anziché essere fattore dibenessere, di sviluppo e di autorealizza-zione, si può quindi sempre più spessorivelare causa di sofferenze indicibili peri lavoratori e le loro famiglie, anche per lacrisi economica che porta a risparmiaresui sistemi di controllo e di tutela dei

rischi. Il fenomeno delle "morti bianche"non accenna infatti a diminuire, ma anziaccresce con vittime quasi quotidiane checausano un malessere nell'intera società,un torto che pochissimi di noi sono dispo-sti a tollerare. Del resto quest'oggi parlaredi fatalità o sfortuna non ha più senso edè giunto il momento che lo Stato si pren-da le sue responsabilità e faccia rispettarele regole di sicurezza, regole che esistonoe devono essere tenute in considerazione.Chi le viola deve perciò essere severa-mente punito e chi lavora deve poterlofare con serenità e tutela.

Il triste fenomeno delle ‘morti bianche’ non si ferma

di Ilaria Genovese

AMORE MALATOqueste persone hanno una mente malata econtorta e sono dei mostri che spezzanoin maniera atroce e violenta le ali dellavita alle loro compagne, alle quali hannodonato il loro amore “malato”. Purtroppoè una grave piaga sociale che si sta allar-gando a macchia d’olio in maniera peri-colosa e agghiacciante. Il numero dellevittime negli ultimi periodi è aumentatosempre di più e la cosa che più fa paura efa pensare è proprio il fatto che questeviolenze si consumano all’interno dellemura domestiche, proprio il luogo che tidovrebbe dare sicurezza, un nido che tidovrebbe proteggere e coccolare e chesempre più diventa scena di violenza emorte. I motivi per cui avvengono questiomicidi sono tanti: ossessione, tradimen-ti, gelosia, odio, disprezzo. Le donne ven-gono maltrattate e private della loro liber-tà e contro di loro vengono praticate vio-lenze di tipo fisico, psicologico, sessuale,economico, familiare, che provocanol’uccisione o il tentativo di uccisionedella donna stessa. Secondo delle statisti-che recenti, la causa di tale brutalità è daricercare nella disuguaglianza dei rappor-ti tra uomini e donne, che ha una visionearcaica. In poche parole la donna ècostretta da secoli ad essere subordinata,su un gradino inferiore rispetto agli uomi-ni, e per questo motivo trattata come unoggetto che non ha diritto di voce e di farprevalere i propri diritti. La violenza nel-l’uomo scatta soprattutto quando ladonna, ormai stanca dei tanti soprusi, sirende conto che, in fondo, questo amorenon è, e quindi, ormai in ritardo, cerca di

interrompere e chiudere il rapporto.Comincia ad avere paura e ad avere lavisione reale della situazione che stavivendo. Spesso è sola in questa situazio-ne e si rinchiude sempre più in sè stessa,non parla con nessuno, né con la propriafamiglia con la quale, a parer suo, dichia-rerebbe un proprio fallimento, né conun’amica, perché si vergogna troppo oancora perché pensa di poter salvare ilrapporto, così finisce col rimanere dasola, col sentirsi inferiore, diversa, collogorandosi fino a quando, proprio traquelle mura domestiche dove aveva pen-sato di aver trovato l’amore, un portosicuro, un futuro con i figli e la sua felici-tà, si ritrova da sola e trova la morte.Quindi l’impotenza, lo smarrimento diuna donna che non ha il coraggio didenunciare o che pensa di poter salvare ilsalvabile, la condurrà inevitabilmente allamorte e la renderà vittima di un amoremalsano. Chi ti picchia, chi ti ferisce, chiti fa male in ogni senso, non merita il tuoamore. Bisogna invece denunciare, rivol-gersi alle strutture competenti e cercareaiuto, perché solo così si può uscire salveda una situazione potenzialmente perico-losa. Il possesso non è amore, la violenzanon è amore. L’unica via di uscita è cer-care di riconquistare la propria dignità elottare per il proprio futuro senza arren-dersi mai. Solo così si potrà riprendere lapropria vita in pugno. 4

Da un po’ di tempo a questa parte, ognivolta che accendiamo la televisore oascoltiamo la radio e anche su qualsiasisocial, si sente parlare di “femminicidio”.E' questo un fenomeno atroce che si stadiffondendo sempre di più e vede quasiquotidianamente donne uccise per manodi un uomo, ma bisogna precisare che sitratta solo della punta estrema di un ice-berg chiamato "violenza di genere" peri-colosamente radicato nella nostra società.Questo tipo di violenza riguarda soprat-tutto le donne che subiscono imposizioni,sia a livello psicologico sia a livello fisi-co, da persone da cui meno ci si aspetta,come fidanzati, mariti, amanti, propriocoloro che dovrebbero manifestarti tuttoil loro amore e affetto, che dovrebberoproteggerti e preservarti da ogni forma dipericolo. Si sentono storie agghiacciantidi mogli, fidanzate, compagne che hannoamato il loro assassino sopra ogni cosa,che hanno sacrificato se stesse e la lorovita pur di compiacerlo e di renderlo feli-ce, e poi si scopre che in fondo in fondo

Di incidenti ce ne sono sempre fin troppiogni giorno per varie cause, ma una parti-colare problematica è quella delle cosid-dette "morti bianche", ovvero tutte quellepersone che muoiono sul luogo di lavoroper disgrazia o per mancanza di sicurez-za. Purtroppo, infatti, molte volte la vitaviene barattata per uno salario ristretto, etutto ciò per garantire un profitto a qual-cuno. Il lavoro, di questi tempi poi, èdiventato una lotta per la sopravvivenza ebasta solo un attimo per finire nella listadelle vittime o degli invalidi permanenti.Anche il presidente della Repubblica,

Sempre numerosi i ‘femminicidi’ in Italia e nel mondo

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ATTUALITÀ

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te: voglia di fuggire dalla fame, bisognodi protezione, desiderio di vendetta, unacultura basata sulla violenza. Tutto ciòprovoca in ogni caso delle enormi conse-guenze sul piano fisico e psicologico. Alivello fisico spesso i ragazzi iniziano asoffrire di malattie della pelle, malnutri-zione, patologie respiratorie e sessuali; alivello psicologico possono nascere inloro sensi di colpa, incubi, difficoltà areinserirsi nella società. Per combatterequesto fenomeno l'intervento internazio-nale dovrebbe essere mirato a ricercare lereali motivazioni nascoste e dovrebbepensare a delle efficaci forme di preven-zione e recupero coinvolgendo tutto ilmondo. Perchè un bambino-soldato è unminore al quale è stata rubata l'infanzia eche è stato privato dei suoi più elementa-ri diritti, come quello al gioco, all'istru-zione, alla libertà e al bisogno di essereamato e protetto.

I diritti dell’infanzia calpestati nel mondo

I BAMBINI-SOLDATO, VITTIME E CARNEFICIdi Chantal Coppolino

Uno dei problemi più complessi cheaffligge la nostra società contemporanea èquello delle spose-bambine. Ogni annoalmeno 14 milioni di ragazzine nelmondo sono infatti costrette a sposarsiprima dei 18 anni. A queste viene negatodi vivere la loro infanzia e di potersiistruire, e vengono private al contempodel diritto alla salute e alla sicurezza poi-ché date in spose a uomini spesso moltopiù grandi. I matrimoni precoci rappre-sentano un problema diffuso in vari paesie mette le fanciulle a rischio di violenzafisica e psicologica che le segnerà pertutta la vita. Nella maggior parte dei casiil motivo dei matrimoni infantili è unacombinazione di più fattori: povertà,ignoranza e mancanza di rispetto dei dirit-ti dei bambini. Infatti queste unioni sonola soluzione ai problemi economici fami-liari perché riuscire a far sposare la pro-pria figlia con un uomo ricco e importan-te può migliorare le proprie condizioni.Quasi sempre i matrimoni precoci si con-siderano forzati perché, solitamente, lebambine non danno il loro pieno consen-so, ma in molti contesti questo genere dimatrimonio è una pratica abituale. Nonc’è nulla però a che vedere con ciò che siprova e con l’amore: le bambine possonosembrare di accettare, ma lo fanno soloperché devono rispettare e obbedire alvolere dei genitori e della comunità. Per

le povere spose questo diventa un veroinferno, che inizia con la rinuncia allascuola, per dover badare alle faccendedomestiche e per dedicarsi al marito e aifigli. Le stesse, infatti, diventano madri a12 anni, e spesso può capitare che muoia-no di parto. I risultati del matrimonio pre-coce inoltre vanno oltre la vita impropo-nibile di giovani spose, poiché colpisconola generazione successiva a loro.L’abbandono della scuola non solo limitale loro prospettive future, ma anche laloro abilità a contribuire alla crescita eco-nomica e sociale della comunità e delPaese a cui appartengono. I figli di unamadre giovane, non alfabetizzata, nonavranno un facile ingresso a scuola, nonriusciranno a studiare bene né a prosegui-re oltre l'educazione di base. O peggio, lefiglie di spose bambine si sposeranno gio-vani e inizieranno di nuovo questo circo-lo vizioso. Una cosa è certa: questo gran-de problema si deve risolvere. Per farlosono state istituite numerose associazioniche, innanzitutto, favoriscono la prosecu-zione degli studi alle bambine, fanno inmodo che vengano registrate alla nascita -poichè senza la registrazione non possonodimostrare la loro età anagrafica e posso-no sposarsi anche a un’età non consentitadalla legge - e sostengono gruppi di gio-vani che fanno sensibilizzazione sui dirit-ti dei bambini, incluso il diritto a non

L'INFANZIA NEGATA DELLE SPOSE-BAMBINEdi Rita Chiara Scarpaci

Viene chiamato "bambino soldato" quelbambino/a che ha un’età inferiore ai 18anni ed è aggregato ad una forza armatadi qualsiasi tipo, legale o illegale che sia.Essi possono occupare vari ruoli, comequello del generale, delle spie, dei cecchi-ni, ecc.... Sono soprattutto i minori africa-ni, sudamericani e asiatici ad essere colpi-ti da questo ripugnante fenomeno, chenegli ultimi decenni sembra crescere dipiù. In particolare alcuni studi dell'ONUhanno rilevato che la maggior parte deibambini soldato sono orfani, ragazzi distrada, ragazzi che vivono nelle zone piùcolpite dal conflitto e con una situazionesocio-economica difficile. Molti di loro,

poi, diventano dei soldati veri e propri,incoscienti dei rischi che li attendono. Trai 300 mila bambini soldati, infatti, alcunivengono reclutati nelle forze armate delloro Stato, altri vengono arruolati nellearmate rivoluzionarie. In ogni caso essisubiscono soprusi, punizioni e pericolivari che mettono a repentaglio la loro vitasecondo dopo secondo. Un'altra mostruo-sità di questo fenomeno consiste nel som-ministrare ai piccoli combattenti dellesostanze stupefacenti allo scopo di ren-derli più coraggiosi e sfrontati e, come senon bastasse, le bambine spesso vengonousate per cucinare, piazzare esplosivi,aprire il passaggio sul campo minato o,nei casi peggiori, al servizio di un "padro-ne", costantemente violentate. Con lenuove armi automatiche e leggere, inol-tre, i minori vengono arruolati con piùfacilità e il vantaggio consiste nel fattoche non c'è bisogno di dare loro una pagae, soprattutto, che sono più facilmentecontrollabili e manipolabili. Vi sono tutta-via dei casi speciali, in cui sono proprio ibambini a voler assumere questo ruolo disoldati, e le cause possono essere svaria-

essere costretti a subire un matrimonio agiovane età. Oltre alle associazioni, ognu-no di noi può fare qualcosa, nel suo pic-colo. Tutti possono contribuire dandovoce a queste spose bambine, raccontan-do ad esempio le loro storie sui socialmedia, sensibilizzando l'opinione pubbli-ca e spingendola a risolvere questo dram-ma. La speranza, anche tra i giovani, èche quest’atroce realtà possa scomparireal più presto, perché la vita è un bene pre-zioso, che va goduta in tutte le sue fasi, dicui l’infanzia è una delle più importanti enon può essere segnata da situazioni cosìviolente. Lasciamo vivere a queste ragaz-ze la propria infanzia e la propria libertà,lasciamole studiare, lasciamole provare ipropri sentimenti e non abbandoniamoleal proprio tragico destino. Perché, percitare una frase di Nelson Mandela “Nonci può essere rivelazione più acuta dell'a-nima di una società che il modo in cuitratta i suoi bambini”.

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L'AMIANTO ANCORA FONTE DI DOLOREdi Giovanni Luigi Crisafulli

fine del secolo scorso, quando gli effettimortali delle inalazioni di polvere diamianto sono stati chiari per l'ammalarsidegli operai nelle fabbriche produttrici epersino delle mogli che ne inalavano lepolveri rimaste sulle tute da lavoro, imedici sono stati concordi nel dichiararnela pericolosità. Ma i produttori sapevanoda tempo e hanno taciuto. Si è tentato difarne riconoscere la responsabilità perchèvenissero pagati i danni per i malati e imorti causati, ma i lunghi processi nonhanno portato a nulla. E ora, anche se esi-ste una normativa che vieta l'uso e lacommercializzazione di amianto, non vi èuna normativa che ne vieta l'utilizzo inaltro materiale in piccole tracce. E' inizia-ta però una lenta e costosa opera di boni-fica di tutti i manufatti ancora istallati e,purtroppo, sul punto di frantumarsi, cosapericolosissima, oppure abbandonati acielo aperto. Anche il pericolo che affron-tano gli operai addetti all'asporto e all'eli-

L'amianto in greco, "amiantos", significa"immacolato" o anche "incorruttibile". E'un materiale fibroso e resistente alle altetemperature e per questo motivo venneusato nel passato come materiale anti-incendio, anti fiamma, isolante per autoed addirittura come fibra per le tute deipompieri. Fu chiamato "eternit" proprioper la sua resistenza ma, dopo vari anni diutilizzo, si è invece scoperto che l'amian-to provoca malattie ai polmoni moltogravi che portano alla morte dopo atrocisofferenze. Le più comuni tra queste sonol'asbestosi e il mesotelioma, causatientrambi dalle inalazioni della polverefinissima della sostanza. A partire dalla

minazione delle lastre o oggetti ancora incircolazione nelle nostre città è immensu-rabile. Nella maggior parte dei casi vienepassato sulla superficie delle lastre unprodotto collante protettivo, ma il proble-ma non si elimina e il rischio di fram-mentazione accidentale è sempre altro,con grande pericolo per la salute di tutti.Insomma, i rischi e la sofferenza legatiall'enorme diffusione di un materiale cosìcomune, non sono ancora finiti, nè pertutti gli operai venuti a contatto con lasostanza, nè per noi cittadini che ci convi-viamo senza saper che si tratta di un ordi-gno pronto a colpire i nostri polmoni.

I problemi ambientali feriscono il pianeta

Il nostro ambiente è sempre più minaccia-to da molti fattori, come ad esempio l'in-quinamento causato dall'inciviltà dell'uo-mo, che mette molto a rischio il pianeta.Anche se sono anni che si sente tanto par-lare ai telegiornali di questo tipo di pro-blema, eppure esso ancora permane.Tenere l'ambiente pulito e non inquinato èinvece molto importante per evitare ilverificarsi di tante malattie per tutti, poi-chè proprio a causa di questo fenomenomolti bambini nascono malformati e altrisi ammalano successivamente respirandoaria sporca. I bambini con meno di unanno che vivono in città inquinate sonoinfatti circa 17 milioni, ma le sostanzeinquinanti non danneggiano solamente iloro polmoni in via di sviluppo, compro-mettendone anche lo sviluppo cognitivo equindi il loro futuro. Alcune particellenocive possono infatti introdursi nell'or-ganismo attraverso i nervi olfattivi e l'in-testino e, a causa della loro carica magne-tica, creare stress ossidativo, causa dimalattie varie. Alcune volte accade anche

GLOBAL WARMING di Domenico Calabrò

MONDO INQUINATO di Emma Giunta

che i depuratori delle città non funzioninoadeguatamente e i rifiuti vadano a finirein mare, così anche questo si inquina pro-vocando morie di pesci e disastri ambien-tali. Per non parlare di quando ci si fa unanuotata nei nostri mari andando incontroal rischio di malattie alla pelle ed infezio-ni varie. Molto spesso succede anche chei cittadini buttino sulla spiaggia delle bot-tiglie di plastica che poi, degradandosi inpiccoli pezzi, vanno a finire in acqua evengono ingoiati dai pesci, che poi ven-gono pescati, fino ad arrivare alle nostretavole. A volte capita di commettere deglierrori senza neanche accorgersene, maaltre volte l'uomo tratta male l'ambienteperchè è incivile, perchè non si rendeconto che è la sua casa e va trattata bene.Per evitare ciò possiamo parlarne conamici e parenti ed informarli che magari,invece di buttare i rifiuti e le cartacce perstrada, possiamo gettarli in dei cestiniappositi per la spazzatura. Inoltre possia-mo sostituire la macchina con la biciclet-ta, assumendo uno stile di vita ecologicoper evitare di inquinare l'aria. Certo,rispetto ai grandi danni ambientali provo-cati dalle industrie, sono sempre soluzio-ni limitate, ma nel piccolo individuale sipuò fare tanto per risolvere questo proble-ma e diffondere uno stile di vita piùrispettoso del mondo che ci circonda. Mabisogna cambiare le abitudini e diffonde-re il senso civico nelle persone prima ditutto. Ogni cittadino dovrebbe infatti farela propria parte e vivere la vita in modoecologico, per il bene nostro e delle gene-razioni future..

Già da tempo si sta parlando del "riscal-damento globale", che consiste, appunto,nel riscaldamento della Terra. La causa diquesto non è naturale, ma è artificiale eciò vuol dire che è colpa dell’uomo, chesa cosa sta succedendo ma non fa nienteper evitarlo. Ad esempio la Cina e gliU.S.A, anche se ci sono andati vicini conObama e Al Gore, il quale è stato il prota-gonista di numerose battaglie contro l’in-quinamento, sono gli unici Stati a non fir-mare il protocollo di Kyoto, cioè un trat-tato che serve a stabilire delle regole utili,se non indispensabili, per la riduzionedell’inquinamento. Ma non diamo semprela colpa allo Stato e ai “poteri forti”, per-ché pure noi potremmo essere UTILI, adesempio riciclando, oppure fermandoci epensando se ad esempio non convenga dipiù scendere le scale di casa, uscire e met-tere l’immondizia nella pattumiera piùvicina, invece che lanciarla magari dalquarto piano. Ma, ammettiamolo, tuttisanno dirlo ma non tutti sanno farlo.Comunque, non facendo niente per evita-re il fenomeno ma aumentandolo, notia-mo gli effetti che ha sul nostro pianeta,quale lo scioglimento dei ghiacci, quindianche le inondazioni dovute all’innalza-mento dell’acqua e la morte di moltissimiorsi polari che non trovano iceberg su cuistare. Tuttavia, a parte l’orso polare,rischiano l’estinzione anche molti altrianimali e ne risentono anche la floraacquatica e le barriere coralline, le fore-ste, perfino l’essere umano direttamente,con l’aumento delle malattie respiratoriee della pelle. Alla fin fine l’uomo sa cosasta accadendo, ma continua a non fareniente e peggiora la situazione. Perché,fino a quando non vedremo i veri effettiirreversibili del riscaldamento globale,fino a quando non sarà troppo tardi, nonci sarà volontà di agire concretamente e siporterà cosi il mondo alla rovina.

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Con la crisi internazionale negli ultimitempi si è presentata alle nostre porte unaproblematica da sempre esistente maancora più acuita, ovvero la disoccupa-zione giovanile. Con la pochissima predi-sposizione ad assumere e la riduzione deiconsumi, i contratti di lavoro sono infattisempre più irregolari, l'età pensionabile siallunga, le aziende delocalizzano perrisparmiare sui costi di manodopera. Diconseguenza la crescita e la richiesta dipersonale è molto scarsa. L’immensarisorsa di giovani istruiti viene quindisprecata e la crescita si ferma, mentre unanuova categoria di emigranti, quella dei"cervelli in fuga", è costretta ad intrapren-dere nuova vita all'estero, contribuendoallo sviluppo economico di altri Paesi.Programmare bene la formazione deifuturi lavoratori, ovvero pianificare losviluppo preparando strutture adeguatealla loro formazione, che diano le giustecompetenze, potrebbe invece essere unmodo valido per sconfiggere la disoccu-pazione. Purtroppo in Italia non è facilerealizzare un progetto del genere, per varimotivi, legislativi o fiscali, e rimetterci ditasca propria significherebbe non guada-gnare nulla. Nel frattempo, invece, cisono persone avanti con gli anni, insoddi-sfatte del proprio lavoro, che talvoltasvolgono male, che potrebbero esseretranquillamente sostituite, magari da ungiovane propenso a lavorare in modomigliore... Quasi tutti i governi degli ulti-mi decenni hanno cercato di trovare unasoluzione al problema della disoccupa-zione giovanile, ma non è affatto sempli-ce e le congiunture internazionali non aiu-tano sicuramente.

ATTENTI AL GIOCOIn Italia ed anche intorno a noi il giocod'azzardo è sempre esistito anche in pas-sato, ma ultimamente è cambiato qualco-sa, perché una sala scommesse, una salaBingo o un locale con le slot li troviamoad ogni angolo della strada delle nostrecittà. Oltre a ciò inizia a crescere la diffu-sione il gioco online, più immediato efacile da praticare da parte di tutti, anchedai ragazzini nonostante sia vietato. Tuttoquesto è preoccupante perché molte per-

sone non lo prendono come un gioco, unpassatempo, ma diventa come una vera epropria dipendenza, una patologia parti-colare chiamata "ludopatia." L'azzardopiace perché stimola una sostanza dettaadrenalina, ma la maggior parte dellevolte sfugge di mano perché da un lato sicontinua a giocare per rifarsi delle perditedi denaro e dall'altro per il bisogno psico-logico di farlo. Il giocatore d'azzardopatologico, in particolare, si riconosceperché sempre intento a pianificare laprossima impresa di gioco o a escogitaremodi per procurarsi soldi per giocare.Egli tenta di ridurre, controllare o inter-rompere il suo "vizio", ma senza successoperché diventa irrequieto e irritabile e, seperde, ritorna e ricomincia. Molti sonofiniti in trappola al punto da suicidarsi peri debiti o rovinando la famiglia. Il giocoonline, grazie al diffondersi di siti dedica-ti a scommesse o giochi vari, rappresenta

poi la fusione tra gioco d'azzardo classicoe nuove tecnologie. Anch'esso può diven-tare patologico e, nascondendo grandiguadagni per chi lo gestisce, viene moltopromosso sul web e dalla pubblicità mar-tellante che, nonostante ripeta che sia vie-tato ai minori o comunque dannoso, per-mette che se ne faccia un uso spesso noncontrollato. Certo il gioco, secondo me,nasce come divertimento, un modo persvagarsi, ma il confine tra passatempo edipendenza è troppo facile da superare ebisogna sempre stare attenti a smetterefinché si è in tempo oppure, come per ledroghe, non provarci per niente.

di Ilaria Genovese

Molteplici le problematiche nella società odierna

Il doping ancora inquina lo sportdi Simona Recupero

DISOCCUPATI

obiettivi poichè, come sinonimo di “suc-cesso”, metterei “fatica”. Purtroppo l’i-deologia della vittoria a tutti i costi, le esi-genze di sponsor e tifosi, e la stessa ambi-zione degli sportivi, spinge gli atleti aricorrere ad aiuti che vanno contro l’eticasportiva. L’insuccesso agonistico provocafrustrazione, mentre il contrario provocauna gratificazione che però, con l’andaredel tempo, non porterà ad un esito positi-vo. Purtroppo il doping, molte volte, nonè solo la conseguenza del desiderio di unesagerato successo, ma è causato anchedall’eccessivo stress a cui l’atleta è sotto-posto, magari perché gli obiettivi che glisi pongono sono irraggiungibili o troppoalti. All’inizio l'uso di farmaci può dareun risultato molto soddisfacente, che èquello che si desidera, ed essi possonosembrare utili perché, ad esempio, grazieagli steroidi anabolizzanti o antidolorificinon si sente alcuna fatica durante la gara,ma tutto porta a risultati negativi e posso-no presentarsi con l’andare del tempol’aumento di rischi di traumi o dell’ormo-ne della crescita, che favorisce lo svilup-po di tumori. Purtroppo, però, il problemanon riguarda il singolo atleta, ma riguardatutta la società, perché essa porta ai gio-vani d’oggi a pensare che per otteneredegli ottimi risultati in tempi brevi nonbisogna faticare. Per poter eliminare oridurre l’uso delle sostanze dopanti baste-rebbe innanzi tutto aumentare i controlli,rendendoli più frequenti, e recuperareinoltre i veri valori dello sport.

VINCERE A TUTTI I COSTIdi Aurora LaRosa

Lo sport svolge un principale ruolo fin dal776 a.C circa, quando si istituirono leprime Olimpiadi. Nella società odiernaesso è importante per la formazione, losviluppo e nell'educazione, e per molti èun’opportunità con cui tenere in allena-mento il fisico e la mente, mentre per altriancora consiste in una guida educativache insegna fin da piccoli alcuni valoriutili per affrontare la vita quotidiana almeglio. Altri, infine, vedono lo sportcome una forma di sfogo, che serve perscaricare le tensioni che si accumulanodurante la giornata con la scuola o il lavo-ro, rendendo così la persona che lo prati-ca più serena e piena di gioia di vivere.Purtroppo tutti questi valori dello sportsono stati infamati dall'introduzione del-l'uso di una sostanza o di una praticamedica a scopo non terapeutico, ma fina-lizzato al miglioramento dell'efficienzapsico-fisica durante una prestazione spor-tiva, sia agonistica sia non agonistica, daparte di un atleta: il doping. Non biasimogli atleti che aspirano alla vittoria e alsuccesso, ma di sicuro non è il modo cor-retto usare tali sostanze per arrivare a tali

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DALLA SCUOLAIl progetto “Leggendo un fumetto” per riflettere sui migranti

INTERVISTA A PAOLO CASTALDI di Souad Rahbib e Joao Pedro Flaccomio

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anche alle numerose domande poste datutti i ragazzi presenti, in particolare lagenesi e il significato di "Etenesh, l'odis-sea di una migrante". Il libro, realizzatototalmente a fumetti, racconta in partico-lare il viaggio di una migrante che affron-ta un periodo della sua vita molto doloro-so attraverso il deserto, un viaggio tre-mendo durante il quale la protagonistasarà testimone delle più orribili crudeltà.Castaldi ha parlato dei motivi che lohanno spinto a disegnare questa storia, "lastoria di milioni di persone che ogni gior-no soffrono e danno la vita per salvarsi eper avere la libertà". Rispondendo aglialunni, il fumettista ha poi svelato il suomondo di autore che parte dall'analisidella realtà sino alla realizzazione graficadella storia immaginata. Ecco come harisposto alle nostre curiosità sulla sua vitae sul suo lavoro.Signor Castaldi, perché sono stati ifumetti a colpire l'attenzione della suascrittura?I fumetti mi sono sempre piaciuti.Quando andavo da piccolo a comprarli inedicola mi attiravano i colori e mi ha col-pito anche un'altra cosa:nei fumetti siriesce a dare voce ai personaggi, dellevoci che si immaginano già da subito...Ha delle storie in cantiere? O comun-que idee per nuovi fumetti?Sì, ne sto realizzando uno che si concen-tra sulla storia di un calciatore, ZlatanIbrahimović, che adesso è molto famosoma ha avuto un'infanzia abbastanza tostaperchè ha incontrato delle situazioni diffi-cili di famiglia e di povertà.Come nascono le sue storie a fumetti?Di solito c'è sempre un qualcosa che cat-tura la mia attenzione e può essere ancheun semplice dettaglio. Ad esempio ilfumetto che sto realizzando su questo cal-ciatore famoso è nato perchè ho letto unpo' alcuni avvenimenti della sua vita e miha colpito il fatto che il padre non facevamai la spesa e questo ragazzo aveva sem-pre il frigorifero vuoto perchè il padrepreferiva comprare dei mobili, caricando-li sulle spalle e percorrendo 6-7 km apiedi, per fare la sua cameretta.E' vero che è difficile scegliere, che ilibri realizzati sono come dei figli. Malei, sinceramente, a quale è particolar-mente legato e perchè?Sono particolarmente legato, adesso, ad"Allen Meyer", ma più che altro perchè èl'ultimo che ho fatto. E' uscito da qualchemese e credo sia questo il libro che perora mi rappresenti al meglio, sia per idisegni sia perchè è una storia vecchia eho sempre voluto farne un libro. Quindi cisono particolarmente affezionato.Quale autore di fumetti ammira?

Insieme a quale fumettista le piacereb-be realizzare un fumetto?Ci sono alcuni autori di fumetti che ioconsidero come mio "punto di riferimen-to", e come miei maestri. Ammiro moltoil fumettista italiano Gibi e di sicuro mipiacerebbe realizzare qualcosa con lui.Come me, anche lui è un fumettista soli-tario, tende a realizzare i suoi disegnisolo, scrivere le sue storie solo. Ma comeammiro Gibi ne ammiro molti altri.Al giorno d'oggi legge ancora fumetti?Sì, però leggo sempre meno perchè, pro-ducendoli, faccio sempre più fatica a leg-gerli. Però cerco di farlo sempre più cheposso.Qual è l'ultimo che ha letto?L'ultimo che ho letto si chiama "Vite diCarta". E' un fumetto siciliano, scrittoappunto da Giulio e Marco Rincione.L'ho letto perchè, pubblicato dalla collanaShockdom, parlava di un argomento che

mi interessava.Abbiamo letto nella sua biografia chenel 2013 ha autoprodotto EP//,volume01, primo caso di "Vinile a Fumetti"che unisce la musica e il fumetto. Siamocuriosi di sapere come è nata l'idea diquesta unione.Sono stato aiutato da alcuni musicisti per-sonalmente. Trovavo nelle loro canzonidelle storie che potevano essere racconta-te anche a livello visivo, quindi con i dise-gni, e poi ho chiesto se potevo utilizzarele loro canzoni per creare brevi storie afumetti ispirati a queste ultime. E' un qua-drato, appunto a forma di vinile, che siapre e dentro vi è il libro, di forma qua-drata, ma accanto si può ascoltare anchela musica. Di solito cerco sempre diascoltare della musica legata a ciò che stoproducendo. Mi ispira molto e seguo varigeneri.Siamo stati felici di conoscerla e scam-biare due chiacchiere con lei. La rin-graziamo moltissimo per la sua dispo-nibilità e le auguriamo una buona for-tuna, personale ed editoriale.

Paolo Castaldi risponde alle domandedegli alunni su “Etenesh”

Venerdì 27 aprile, presso la sala conferen-ze del Parco "Maggiore La Rosa" glialunni delle classi seconde della scuolasecondaria di primo grado "Foscolo" diBarcellona Pozzo di Gotto hanno avuto lapossibilità di incontrare, nell'ambito delprogetto "Leggendo un fumetto" promos-so dall'associazione "FumettomaniaFactory", il fumettista Paolo Castaldi,autore della grafic-novel "Etenesh, l'odis-sea di una migrante", pubblicato nel 2014dalla casa editrice "Becco Giallo", sulquale hanno precedentemente effettuatoun percorso didattico di approfondimen-to. Castaldi, nato a Milano nel 1982,figlio di immigrati napoletani trapiantati,ha sempre dichiarato un forte legame conle sue radici partenopee e le ha espresseparticolarmente scrivendo e disegnando ilsuo più grande successo, “Maradona“,graphic novel pubblicata nel 2012 e dedi-cata al campione Diego AmandoMaradona. Come si legge nella sua bio-grafia, Paolo Castaldi è anche autore dallaspiccata sensibilità per le tematiche socia-li, come dimostrano due importanti gra-phic novel: “Etenesh: odissea di unamigrante” nel 2011 e “KM Zero” nel2014, che trattano rispettivamente diimmigrazione ed economia solidale esostenibile. Tra le sue altre opere vannopoi ricordate anche “Gian MariaVolontè”, “Nuvole Rapide”, "Pugni: sto-rie di boxe" e "Allen Meyer". Il creativofumettista e pubblicitario, dopo la brevepresentazione da parte del presidente di"Fumettomania Factory" architetto MarioBenenati, ha potuto chiarire direttamentenel corso dell’incontro, rispondendo

Un momento dell’intervistaa Paolo Castaldi

Paolo Castaldi ammira i cartelloni prodottida tutte le classi coinvolte

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Alla fine di una mattinata sicuramentememorabile, sabato 28 aprile 2018, dopol'avvenuto incontro con l'autore FedericoBaccomo, i ragazzi della classe 2 C hannoeffettuato una ulteriore intervista alloscrittore milanese per conoscere ancora dipiù, al di là delle curiosità già svelatedurante i due momenti di interazione congli alunni di cui è stato protagonista, altridettagli della sua carriera di scrittore.Baccomo ha risposto con grande entusia-smo e sincerità, tanto da rivelare ai "pic-coli giornalisti" un mondo simile al loro,fatto di rimproveri quotidiani, di compitiin classe andati male e di brutti voti inpagella. Ecco alcune delle domande.Qual è stata, per modo di dire, la suaMusa durante il lavoro compiuto per larealizzazione dei suoi lavori? La mia unica Musa è la realtà, perché perme è importante parlare della realtà cosìda far "capire" alla società l'importanzadel comprendere tutto ciò che c'è di sba-gliato attorno a noi per cercare di elimi-narlo. E "Woody" ne è un esempio.Ci scusi la domanda molto personale,ma ci può rivelare il perché abbia deci-

so di lasciare la sua professione di avvo-cato per iniziare a scrivere?Mi mettete un pochino in difficoltà, ma lavostra curiosità è legittima. Vi confesso,quindi, che la scrittura è per me come unacosa indispensabile, come mangiare ebere. Ho quindi deciso di lasciare la miavita di prima e dedicarmi interamente aquesta passione che ora, fortunatamente,accanto ad altri impegni nel mondo delcinema come sceneggiatore, mi permettedi vivere dignitosamente svolgendo un'at-tività che amo molto.Adesso che è diventato scrittore diromanzi, qual è il suo rapporto con ilibri? E quale è quello che porta nelcuore?Sarò molto breve, ragazzi, e vi dico soloche ognuno di noi è un libro speciale:dobbiamo soltanto aprirlo, leggerlo einterpretarlo ogni giorno.E dopo questo profondo consiglio,Federico Baccomo, insieme ai ragazziche felicissimi lo hanno ringraziato per lasua disponibilità, si è messo in posa peruna bella foto ricordo.

UN LIBRO COINVOLGENTEdi Salvatore Bucca

la Bibliotec@arcobaleno si è trasformatain uno spazio espositivo straordinario conla mostra dal titolo "Segni paralleli: figu-re femminili dalla Palliata ai giorni nostritra simboli e parole”. La rassegna, conammirevole creatività, ha non solo messoin evidenza i molteplici libri scritti dadonne ma anche creato con essi vere eproprie sculture librarie colorate e legge-re come le mongolfiere di cartapesta cheabbelliscono gli ambienti del MuseoDidattico. Tutti gli alunni, inoltre, hannodato vita a varie performance, dalla danzaal teatro delle marionette, da videorac-conti a presentazioni multimediali o lap-

book, tutte incentrate sulla donna e il suoruolo nella società, toccando tematichecome la violenza e il femminicidio, oppu-re ricordando le tante donne che hannofatto la storia o si sono distinte per le lorocapacità. Naturalmente questi solo imomenti più significativi dell’attività dilettura e approfondimento che si è svoltanei locali della biblioteca, luogo anche diseminari di vario argomento per gli alun-ni sia di scuola primaria che secondaria .Questo perchè essa non vuole essere soloun luogo dove vengono custoditi i libri,ma un punto di interazione e comunica-zione tra la scuola e il territorio. A tal pro-posito è ormai sul punto di concludersi ilprogetto di inventariazione e pertanto dasettembre la "Bibliotec@ Arcobaleno"sarà definitivamente aperta al pubblico,aggiungendo così un importante tasselloalla crescita culturale della nostra città.

DALLA SCUOLA

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Si è concluso il progetto di lettura sul romanzo “Woody”

Il 28 aprile 2018 i ragazzi delle classiprime dell'Istituto Compressivo"Foscolo", e poi un altro gruppo successi-vo con altre classi, si sono recati nellaloro "Bibliotec@Arcobaleno" e lì hannopotuto finalmente incontrare FedericoBaccomo, l'autore di "Woody", un libroche parla di un intelligente e simpaticocane. Su di esso gli alunni hanno svoltonel corso dell’anno un lavoro di riflessio-ne durante le ore di approfondimento diitaliano e realizzato parecchi lavori diproduzione creativa. Ad esempio, dopoun piccolo discorso introduttivo delloscrittore, alcuni ragazzi della 1^D e 1^Bhanno cantato la canzone "Woody rap",scritta da un alunno che ne ha consegnatouna copia ed è stato chiamato accantoall'autore. Federico Baccomo ha poi spie-gato che Woody, soprattutto nella parteiniziale, era stato scritto proprio pensandoal rap e ha chiesto a tutti chi ascoltassequesto genere di musica. La 1^E, poi, haraccontato "l'incontro fra Filippo e Laura"e "Filippo che violenta Laura" sottoforma di un piccolo teatrino e successiva-mente Baccomo ha raccontato che duefilm sono stati tratti da due dei suoi altriquattro libri, e che è stato su dei set cine-matografici e a casa di Checco Zalone,per pensare a delle sceneggiature. E' statopoi fatto vedere il riassunto di Woodysotto forma di video, ideato dalla 1^A, e

ALLA SCOPERTA DEI SEGRETI DI UN AUTOREdi Joao Pedro Flaccomio

dopo l'autore ha narrato di essere stato inun carcere e che un detenuto, prima diessere portato lì, trasportava droga dentroi cani, così da lì è spuntato il cane Baster.Nel secondo gruppo particolare è statainvece la narrazione come gli antichi can-tastorie siciliani fatta dalla 2^ C. Le clas-si hanno successivamente iniziato a porredelle domande e alla prima lo scrittore harisposto che il linguaggio e la storia diWoody sono stati pensati parlando con lafiglia del fratello e che prima stava pen-sando di scrivere la storia di altri animalidomestici, come di un gatto o di un pesce.Dopo le varie altre curiosità poste sullibro o sulla sua attività, l'autore ha poifatto gli autografi a tutti i ragazzi che sisono riuniti intorno a un tavolo per farglifirmare i loro libri, lapbook, cartelloni,lavori e foglietti. Alla fine tutti si sonoraccolti davanti al Museo per fare dellefoto e hanno salutato Federico Baccomofelici di averlo conosciuto.

Gli alunni in posa con Federico Baccomo

Un momento della presentazione dei lavoridegli alunni su “Woody”

Attività di lettura nella Bibliotec@ Arcobaleno

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Molte le occasioni di riflessione su tematiche importanti

BASTA ALLA VIOLENZA DI GENEREdi Marika Coppolino

In occasione della "Giornata Mondialecontro la violenza di genere" che si cele-bra ogni 25 novembre, giovedì 23 novem-bre 2017 i ragazzi di tutte le classi dellascuola secondaria di 1° grado "Foscolo"di Barcellona Pozzo di Gotto hanno avutoun incontro con le rappresentanti del cen-tro "Rete Antiviolenza Frida KahloOnlus", Giulia Carmen Fasolo e LuciaCrisafulli, che si occupano di ascoltare eaiutare tutte le donne vittime di maltratta-menti o in difficoltà che si rivolgono aloro. Per meglio far comprendere airagazzi il problema, che culmina purtrop-po quasi quotidianamente con un "femmi-nicidio", cioè con l'uccisione di unadonna per mano di un uomo, esse hanno

fatto vedere per prima cosa un filmatorealizzato da alcuni studenti che hannovoluto spiegare e approfondire in modomigliore cos'è la "violenza di genere",cioè la violenza maschile sulle donne,fenomeno di dimensioni mondiali, unavera e propria violazione dei dirittiumani, un fenomeno trasversale in tutti isensi. La frase che mi ha colpito di più diquesto video, in cui un ragazzo assillavala fidanzata con continui sms, è stata:"questo non è amore, è possesso!"L'uomo, infatti, è molte volte convinto diessere superiore alla donna solo perché,spesso, soltanto la figura maschile lavoraall'interno della casa e di conseguenza lamoglie o compagna deve fare tutto ciòche le viene imposto, ad esempio solo leideve stendere i panni o solo lei deve pre-parare la cena. Ogni donna deve avereinvece riconosciuti i propri diritti: dirittoal nome, all'identità, diritto di essere feli-ce, di essere libera. E' violenza sulledonne, in sintesi, ogni atto di violenza sulgenere che provochi un danno o una sof-

Gli alunni ascoltano la rappresentante delcentro “Frida Kahlo Onlus”

ABBATTERE GLI STEREOTIPIdi Souad Rahbib

Si è svolto venerdì 2 marzo 2018, pressoil Museo Didattico "Foscolo", un secondoincontro, dopo quello di sabato 24 feb-braio con le classi prime della scuolasecondaria, per riflettere su parità digenere, sesso, identità di genere e stereo-tipi all'interno di un percorso dal titolo"Rappresentiamo la parità" promosso dalGruppo Famiglie ex Figlie di MariaAusiliatrice. L'argomento è stato appro-fondito dalla dottoressa Maria RosariaGelo e lo scopo è stato quello di fare capi-re ai ragazzi cosa si intende per identità digenere e cosa per stereotipo, cioè l’imma-gine che appare nel nostro pensiero quan-do discutiamo su un argomento. Per

esempio quando si parla di Natale imma-giniamo subito l’albero, i regali, il panet-tone... Invece per identità di genere siintende per ognuno la percezione di sen-tirsi uomo, donna, o qualcosa di diversoda queste due categorie. Con l’aiuto delladottoressa, noi alunni delle classi secondeabbiamo capito ciò attraverso un gioco diruolo, il quale tendeva a chiarire la nostraopinione in forma coinvolgente. Ci siamoquindi divisi in due tribunali, in cui abbia-mo scelto il giudice e l’imputato, mentregli altri alunni sono stati divisi a lorovolta in altri due gruppi: i favorevoli e icontrari. Dopo esserci organizzati in que-sto modo, la dottoressa ha distribuito deifogli diversi per ogni tribunale. Nel primotribunale l’imputato era Francesco, chevoleva avverare il desiderio di diventareun babysitter, era scoraggiato dagli amicima supportato dai genitori. Francesco,dopo aver raccontato la propria situazio-ne, ha dato la parola ai favorevoli e aicontrari, che ovviamente non erano vera-mente contrari, ma dovevano esserlo perdare più realismo al gioco. Nell’altro tri-bunale la faccenda proseguiva allo stessomodo, solo che qui l’imputato era Elisa,che voleva qualche giorno realizzarsicome muratore. Dopo questa prima fasedel gioco spettava ai giudici, attraversouna serie di domande lette dalla dottores-sa, arrivare al termine della questione

Riflettere sulla parità per evitare i pregiudizi

ferenza fisica, sessuale o psicologica perle donne, incluse le minacce, la coercizio-ne o la privazione arbitraria della libertà.Con il termine si indicano quindi tutte levarie forme di sopraffazione, quali vio-lenza sessuale, violenza fisica, violenzadomestica, violenza spirituale, violenzapsicologica, stalking, tratta e tanti altri.La violenza spirituale, insieme alla tratta,non vengono nominati molto spesso erispettivamente sono l'imposizione del-l'uomo alla donna di convertirsi ad unareligione specifica e la vendita o la costri-zione di una donna per essere prostituita eper lavorare in pessime condizioni. Alfine di diminuire il fenomeno, se nonfarlo sparire, si deve principalmente con-vincere tutte le donne, maggiormentequelle più deboli, che ognuna è capace disalvarsi da sola, e non come nelle favolecon cui siamo cresciuti. Bisogna inoltrecancellare certi stereotipi che assegnano auomo e donna ruoli e atteggiamenti defi-niti di disparità che ormai nella societàodierna non possono più valere.

I ragazzi nel corso dell’incontro sulla parità di genere

Un momento del laboratorio delle classiseconde con le esperte

creando un discorso secondo il quale sigiustificava l’imputato. Quest’attività,oltre che istruttiva, è stata molto interes-sante e, grazie ad essa, abbiamo appresomolte cose nuove. Secondo il mio parereFrancesco ed Elisa, come qualsiasi altrapersona, devono cercare di realizzare ipropri sogni ed arrivare alle proprie metesenza scoraggiarsi e senza, in particolarmodo, dare agli altri la possibilità di rovi-nare i propri progetti per il futuro. Pensoinoltre che, grazie alla presenza del dirit-to di libertà, ognuno può organizzarsi ilpercorso per poter raggiungere la propriameta nel modo in cui preferisce, cosìcome penso che non ci sia nulla di stranose i maschietti giocano con le bambole ele femminucce a calcio. Sono solo stereo-tipi da abbattere per evitare situazioni piùpericolose di prevaricazione, intolleranzae pregiudizio.

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Polizia e Guardia di Finanza incontrano gli alunniUNITI CONTRO IL CYBERBULLISMO

di Ilaria Genovesetecnologie vengono usate "per intimorire,molestare, mettere in imbarazzo o esclu-dere le persone". Dopo aver chiarito icaratteri del fenomeno, egli ha poi passa-to la parola all'avvocato Ielasi che haspiegato che molte volte i cyberbulli sonoquelli che hanno più problemi della vitti-ma, che sono più deboli della stessa. Sonostate inoltre mostrate delle immaginimolto simpatiche con delle frasi, e unache mi è rimasta molto impressa raffigu-rava una chiave e un bullone. Nellavignetta c'era scritto che tutto si può"smontare", anche il bullismo, parlando-ne con qualcuno, facendosi aiutare daigenitori. In seguito i due protagonisti del-l'incontro hanno mostrato agli alunni deifilmati con scene di bullismo e cyberbul-lismo tratte da film molto noti. Il secondoa mio giudizio è stato molto significativoperchè verosimile per tutti gli adolescen-ti. Parlava di una ragazza che accende ilcomputer e, navigando su un social, trovaun video in cui la deridono pubblicatodalla sua migliore amica. La ragazza,allora, sconvolta, posta a sua volta unvideo in cui dice che non ce la fa più,lasciando intendere l'intenzione del suici-dio. Per fortuna arrivano in tempo per fer-marla, ma purtroppo nella realtà non sem-pre è così. Inoltre la "cyberbulla"delvideo dichiara a un certo punto di essersipentita ma rivela che a lei succede di peg-

gio, quindi è una vittima a sua volta. Ciòmi ha fatto riflettere e capire che, moltevolte, i bulli sono quasi sempre più debo-li delle vittime, o vittime a loro volta.Dopo avere mostrato i video l'ispettore haripreso la parola e ha ricordato ai ragazziche nessuno può sapere con chi parla real-mente attraverso uno schermo, ci puòessere chiunque e con intenzioni nonsempre buone, così, dopo vari esempi eavendo raccomandato le misure essenzia-li di sicurezza della privacy per utilizzarei social, l'incontro si è concluso. E' statauna giornata memorabile per me, che miha fatto capire che la vita non dobbiamoviverla attraverso uno schermo, perchéquella non è vita, non è realtà. Ci sarannosempre persone che ci giudicheranno eche ci faranno del male, ma dobbiamoessere forti e, qualsiasi problema si pre-senti, non bisogna tenerlo per sè, ma rac-contarlo, parlandone, cercando di farsiaiutare. E' questo l'unico modo per difen-dersi e non farsi sopraffare.

L’ispettore Nunzio Zagara e l'avvocatoMaria Rita Ielasi

Mercoledì 13 novembre 2017 sono statigli alunni delle classi terze della scuolasecondaria "Foscolo" a recarsi nella salabiblioteca della scuola, dove hanno potu-to approfondire le loro conoscenze sulgrave fenomeno del cyberbullismo graziead un incontro con la Polizia di Stato e unlegale che si occupa di questo problema.A parlare loro e a delucidarli su quest'ar-gomento, prima di altri incontri con leclassi prime e seconde, sono stati l'ispet-tore Nunzio Zagara del Commissariato diBarcellona P.G. e l'avvocato Maria RitaIelasi, presidente dell'associazione"Cammino", che si occupa di tutela deiminori. Dopo aver fatto accomodare tutti,l'ispettore, con l'aiuto dei docenti, ha dis-tribuito ai ragazzi tre cartoncini di coloridiversi (rosso, giallo e verde) su cui eranodisegnate delle faccine. Lo ha chiamato il"wifi-portatile" ed è servito a manifestarele sensazioni ed emozioni su quanto dis-cusso, come dei veri emoticon.Successivamente l'ispettore Zagara hainiziato a parlare precisando che il cyber-bullismo è simile al bullismo, solo cheavviene tramite gli schermi dei cellulari ei computer. In particolare si parla dicyberbullismo quando l'uso delle nuove

Giorno 27 marzo tutte le classi secondedella scuola secondaria di primo grado"Foscolo" di Barcellona Pozzo di Gottohanno partecipato ad un incontro con laGuardia di Finanza della loro città nellasala conferenze del Museo Didattico"Foscolo". A parlare, durante questoincontro, è stato il capitano LuigiAtalarico accompagnato dal vicebrigadie-re Vincenzo Bellantoni. La Guardia diFinanza si occupa in generale della nostrasicurezza e del rispetto della legalità, inparticolare della "legalità economica",cioè tutto ciò che riguarda le evasionifiscali, impegnandosi a trovare tutte quel-le persone che non pagano le tasse e chedunque, in questo modo, costringono chiinvece le paga a dare più soldi del dovutoallo Stato per il funzionamento dei servi-zi. Attraverso un primo video i due uffi-ciali hanno fatto innanzi tutto vedere airagazzi gli strumenti e i mezzi che utiliz-

zano per svolgere il loro lavoro, strumen-ti e mezzi che variano a secondo del pro-blema che devono risolvere: elicotteri,cani addestrati, motoslitte, sofisticateapparecchiature che fanno la "radiogra-fia" a valigie, navi, auto, e tanto altro.Successivamente, sollecitato anche damolte domande poste dagli alunni e da undivertente video con un famoso monolo-go di Enrico Brignano sull'argomento, ilcapitano ha parlato del valore e della fun-zione di un scontrino fiscale e il motivoper cui spesso la Guardia di Finanza licontrolla alla gente, ovvero per verificarele entrate e le uscite di un'attività. Poi haspiegato che fine fanno le tasse che arri-vano allo Stato e che servono per le scuo-le, le infrastrutture e altri luoghi pubblici,per pagare i docenti, loro stessi ecc. Dopoun altro filmato tratto da un film diChecco Zalone, il discorso è poi conti-nuato passando a parlare di traffico didroga e contrabbando, per i quali gli stru-menti di cui la Guardia di Finanza princi-palmente si serve sono i computer e icani, che riescono a fiutare bene anche le

mazzette di denaro. Si è parlato inoltre delproblema della contraffazione, e il capita-no ha spiegato che individuare prodotticontraffatti spesso è difficile. Oltre a ciòla Guardia di Finanza controlla anche ilavori in "nero", che non hanno un rego-lare contratto, e quelli in "grigio", per iquali i dipendenti lavorano più del dovu-to prendendo di meno; contrasta inoltrel'usura, in cui i tassi di interesse sono piùdel normale, e controlla la "pirateria", cheriguarda la diffusione di film, video e can-zoni illegalmente. Pur avendo trattatotanti argomenti non sempre vicini airagazzi, è stato un incontro veramentemolto interessante che ha fatto capire lorol'importanza del lavoro che la Guardia diFinanza svolge a tutela di noi cittadini e lanecessità per tutti sia di rispettare le leggiin questo campo sia l'art.53 della nostraCostituzione, che prevede che ognunocontribuisca al bene comune secondo lesue possibilità.

CONOSCERE LA GUARDIA DI FINANZAdi Elena Biondo

Un’interessante lezione di legalità economica

Gli alunni con il capitano Atalaricodurante l’incontro

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Interessanti momenti formativi per gli alunniCRESCE IL "GIARDINO DEI GIUSTI"

Come ogni anno, già dal 2013, l'IstitutoComprensivo "Foscolo" di BarcellonaPozzo di Gotto ha continuato la tradizio-ne di ogni 27 gennaio, "Giorno dellaMemoria", che vede piantare un albero inmemoria di un "Giusto tra le Nazioni",ovvero un non-ebreo che ha agito a peri-colo della propria vita per salvare chirischiava di essere deportato nei campi diconcentramento e di sterminio. Anchequest'anno, quindi, gli alunni della scuolasecondaria di 1° grado "Foscolo" hannoaccresciuto il loro "Giardino dei Giusti",ormai sempre più ricco. Il "Giusto" a cuiè stato dedicato il primo albero nel 2013era stato Giorgio Perlasca, un commer-ciante che a Budapest salvò oltre 5000ebrei fingendosi console di Spagna. Ilsecondo "Giusto" è stato invece Carlo

Angela, padre di Piero Angela e nonno diAlberto, un medico antifascista chenascose molti ebrei fingendo che avesse-ro delle malattie contagiose per evitareche i nazisti potessero entrare nell'ospe-dale. L'anno successivo si è deciso dicommemorare Gino Bartali, famosissimociclista che non ha mai detto a nessunociò che aveva fatto ma che, con la suabicicletta, portava dei documenti falsi perpermettere agli ebrei di poter fuggire o dinascondersi. Il quarto "Giusto" comme-morato, o per meglio dire la quarta, pro-prio perché era una donna, si chiamavaAdele Zara e nascose una famiglia diebrei, i Levi, salvandola dalla deportazio-ne. Quell'anno, era il 2016, la figlia deiLevi ha persino mandato una lettera allascuola "Foscolo", così lontana dal suoFriuli, per ringraziarla di aver fattoriemergere il ricordo di chi l'aveva protet-ta tanti anni prima. Nel 2017 il "Giusto"commemorato è stato Calogero Marrone,un siciliano e impiegato comunale che,trasferitosi a Varese, rilasciò centinaia didocumenti di identità falsi a ebrei e anti-fascisti permettendo loro di salvarsi dallepersecuzioni. Tradito, venne rinchiuso nelcampo di concentramento di Dachau,dove morì. L'ultimo "Giusto" scelto que-

st'anno è invece don Aldo Brunacci, reli-gioso nato ad Assisi, dove torna e salvaoltre 300 ebrei travestendoli da frati esuore o nascondendoli nei sotterranei enelle cantine provvisti di documenti falsi.Essi furono protetti da una enorme rete disolidarietà ad Assisi e dintorni e tra i rifu-giati ci sono donne, uomini e bambini,ammalati che hanno bisogno di cure. DonBrunacci viene arrestato dai fascisti nelmaggio del 1944 ma si salva grazie aisuoi superiori e deve rifugiarsi a Romafino alla fine dell'occupazione. Alla"Foscolo", insomma, tutti e sei gli alberipiantati sinora sono stati dedicati a dei"Giusti tra le Nazioni" italiani ed è impor-tante che queste persone vengano ricorda-te per ciò che hanno fatto di bene, aven-dolo loro stessi molto spesso taciuto.Questi gesti coraggiosi sono diventati,infatti, noti talvolta dopo tantissimi annipoichè, come diceva appunto GinoBartali, "Il bene si fa ma non si dice. Ecerte medaglie si appendono all'anima,non alla giacca." Tutti i "Giusti" sono statimolto riservati su ciò che la storia li haportati a fare, quindi spetta a noi ricorda-re che nelle atrocità e nella barbarie dellaShoah c'è stato chi "salvando una vita, hasalvato il mondo intero".

Ogni anno l’8 marzo si celebra la"Giornata internazionale della donna",una ricorrenza nata per commemorarel’importanza dei diritti delle donne, masoprattutto nata per ricordare le lotte e leumiliazioni che quest’ultime hanno subi-to nel corso dei secoli. In quest’occasionel’Istituto Comprensivo "Foscolo" diBarcellona Pozzo di Gotto ha riunito tuttele classi della scuola secondaria di primogrado, in turni diversi in base all’età(prime, seconde e terze), per discutere diun argomento così importante come quel-lo delle numerose battaglie combattutedalle donne. Ogni classe ha contribuitoalla realizzazione di questa produttivamattinata con cartelloni, lap-book, pre-sentazioni in PowerPoint, video multime-diali, drammatizzazioni, libri creati appo-sitamente dagli studenti, persino un blog.Ognuno a suo modo si è reso partecipe edha potuto ammirare allo stesso tempo ilavori degli altri compagni, non dopoavere ammirato la splendida mostra sulledonne appositamente allestita con operegrafiche, creazioni di cartapesta e scultu-re di libri scritti da donne. Adornavano lepareti, tra ali di farfalle, brani e copertinedi libri di autrici di tutti i tempi, in perfet-ta armonia tra parole e grafica. In via deltutto eccezionale nel pomeriggio la

mostra, dal titolo "Segni paralleli: figurefemminili dalla Palliata ai giorni nostri trasimboli e parole”, è rimasta aperta al pub-blico così nel Museo Didattico "Foscolo"e nella "Bibliotec@rcobaleno" si sonopotute ammirare, all'interno della sugge-stiva cornice dedicata alla donna, anchecoinvolgenti danze. Trovo che la miascuola con questa manifestazione abbiaesaltato al meglio delle sue possibilità ilvalore della donna, ma penso anche cheognuno di noi non debba aspettare questogiorno per trattare le donne come merita-no, poichè bisogna invece portare lororispetto giorno per giorno, a partire daipiccoli gesti e dalle piccole attenzioni.Solo così il cammino per la parità puòessere finalmente concluso.

L’8 MARZO CELEBRATO CON UNA MOSTRAdi Chantal Coppolino

di Giuseppe Levita

Voglio fare un bel girotondosenza fare nessun confronto,darò a tutti la mia manoanche se qualcuno sarà lontano,con persone di tutti i colorima nessuno starà fuori.Staremo tutti sempre in allegriae faremo una bella acrobaziaandremo in tutto il mondo e lo gireremo fino in fondo.Ci faremo una grossa risatapoi faremo una grande abbuffata.Ci saranno tanti bambinie anche tanti ragazzini,saremo tutti più felicie avremo tantissimi amici.Staremo tutti in armoniacon tantissima allegria.

GIROTONDO

di Marika Coppolino

Il momento della piantumazione

I ragazzi illustrano i loro lavori

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Ormai consolidato “Geometriko” all’I.C. “Foscolo”LA FINALE DEL TORNEO DI GEOMETRIKO

di Marco CalabròNei giorni 4 e 5 maggio 2018 si sonosvolte in Puglia le finali nazionali 2018del "Torneo di Geometriko", un giocobasato sulla geometria piana e in partico-lare sui quadrilateri. Già da giorno 3 neglialberghi di Santa Lucia, che ospitava lacompetizione, e Santa Cesarea Terme(LE) si respirava l'aria di un'importantecompetizione, contornata però da un sano

divertimento. Venerdì 4, quindi, è iniziatoil torneo nell'"Hotel Santa Lucia" e i par-tecipanti erano circa 200, ognuno rappre-sentante una regione italiana. La finaleera così importante che persino regionimolto distanti dalla Puglia, come ilTrentino Alto-Adige, hanno tenuto a par-teciparvi. In particolare i rappresentantisiciliani erano cinque: un ragazzo prove-niente da Catania ed i quattro ragazzi bar-cellonesi, cioè Ettore Sofia provenientedalla scuola media di Portosalvo, oltre aGiorgio Maio, Gabriele Maggio e MarcoCalabrò, tutti provenienti dall'IstitutoComprensivo "Foscolo". I vincitori deiprimi due turni, ovvero semifinale e fina-le, si sono poi recati per la finalissima alCastello di Otranto, che si affaccia sulmare. Insomma... una location non dapoco! Sabato sera, invece, si è tenutanell'"Hotel Santa Lucia" la festa finale ela premiazione, contornate dalla sfilata di

tutte le bandiere rappresentanti le regioni.Inoltre è stato assegnato ad ogni parteci-pante un soggiorno nella non lontana cittàdi Gallipoli. Al di là del risultato, sicura-mente questa in Puglia è stata un'espe-rienza molto bella, che ci ha permesso neigiorni liberi anche di ammirare le variebellezze pugliesi, tra cui le grotte diCastellana o la città di Polignano a Marecon i suoi meravigliosi borghi antichi, o lacittà di Fasano, ospitante un famoso zoo-safari che ci invidiano in tutto il mondo.Per il resto... pazienza: riproveremo ilprossimo anno!Come scuola polo la “Foscolo” ospita la fase regionale

UNA FINALE COMBATTUTAdi Rita Chiara Scarpaci

dell'I.C. "Militi", si è svolta la premiazio-ne, durante la quale la DirigenteScolastica Prof.ssa Felicia Maria Oliveriha assegnato i premi sia ai i vincitori di"Geometriko", regionali e d'Istituto, sia aquelli dei "Giochi Matematici d’autunno"che a quelli del "Pi-greco day". Questabella esperienza, tra entusiasmi e delusio-ni, tra sorrisi e lacrime, ha sicuramentefavorito l’apprendimento della geometriarendendola più piacevole e soprattutto hafatto sviluppare le doti strategiche e logi-che ai ragazzi che, in più, sfidandosi conle carte, hanno memorizzato con facilitàle definizioni geometriche acquisendonesenza sforzo la corretta terminologia,scopo principale per il quale il gioco èstato ideato. Un grazie quindi a tutti quel-li che hanno collaborato e partecipato aquesto importante evento, a tutti quelliche ci credono e che riescono sempre arendere ogni occasione più bella di quan-to la si possa immaginare.

Tra una "Multona Geometrika", un"Sorteggio della speranza", lo spaurac-chio del "Caprone Ugo" e la salvezza di"Santa Pitagora", anche quest’anno, pres-so l’istituto Comprensivo “Foscolo diBarcellona Pozzo di Gotto, si sono svoltele gare relative alla fase finale d’Istitutodel torneo “Geometriko”. A queste sisono aggiunte, con grande orgoglio dellanostra scuola, scuola-polo per la Sicilia,anche le gare per la "Finale regionale"della competizione, alla quale hanno par-tecipato altri tre istituti oltre il nostro, e inparticolare l'I.C. "Militi" di BarcellonaPozzo di Gotto, l’I.C. “Sacro Cuore” diSiracusa e l’I.C. “San Domenico Savio”di Catania. Alla fase finale d'Istituto, chesi sono svolte lunedì 19 marzo 2018,hanno partecipato due alunni per ogniclasse e alla fine delle gare sono stati elet-ti i primi campioni dell’Istituto.Naturalmente già nei mesi precedenti sierano svolte le selezioni di classe, chehanno visto contendersi il diritto a parte-cipare alla finale tutti gli allievi dellascuola secondaria, ma solo in pochi sonoriusciti nel loro intento. Se nelle prime

Giorgio Maio, Marco Calabrò e GabrieleMaggio alle finale di “Geometriko 2018”

edizioni i partecipanti erano pochissimi,in questa edizione i giovani impegnati inquesta gara sono stati numerosi in tuttaItalia, tutti uniti dalla passione per la geo-metria e per la logica ma soprattutto perlo spirito di competizione e per la vogliadi vincere insita in ciascuno di noi. Dopola prima fase delle semifinali d’istituto,svolta sotto la guida delle prof.sseCarmen Bisignani, Grazia Mazzeo eJanita Conti, aiutate da altri docenti dimatematica, si è passati alla successivaselezione, che ha visto scontrarsi i quattrovincitori di ogni classe e tra i quali solodue hanno avuto la gioia di accedere allafinalissima d’Istituto. Questa, svoltasinella mattinata del giorno successivo peril prolungarsi dei tempi, ha decretato ivincitori che hanno avuto accesso alleFinali nazionali che si sono svolte il 4 e 5maggio in Puglia. A scontrarsi sono statiCristian Apostol, Marco Calabrò, GioeleGaipa, Gabriele Maggio, Giorgio Maio eRita Chiara Scarpaci. Dopo una lunga etravagliata contesa hanno superato ilturno Gabriele Maggio al 1° posto,Giorgio Maio al 2° e Gioele Gaipa al 3°.Successivamente nei locali del MuseoDidattico "Foscolo" si sono tenute le gareper il “posto al sole”, cioè il diritto adaccedere comunque alla finale nazionaledel torneo, vinta da Marco Calabrò, equella per il titolo di "Campione regiona-le", alla quale hanno partecipato anche glialunni finalisti delle altre scuole dellaSicilia che hanno aderito. Al termine dellacombattuta gara, vinta da Ettore Sofia

Il Dirigente premia Gabriele Maggio

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La squadra siciliana con il prof. Tortorelli

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Importante vittoria per i ragazzi della “Foscolo”RAPPRESENTIAMO LA PARITÀ

Un altro grande successo quello raccoltodall’Istituto Comprensivo “Foscolo” diBarcellona Pozzo di Gotto che, ancorauna volta, si è distinto per merito ripor-tando importanti vittorie. Quasi tutte leclassi prime e seconde della scuolahanno, infatti, aderito al concorso intitola-to "Rappresentiamo la Parità" indetto dal"Gruppo Famiglie Ex Figlie di MariaAusiliatrice" relativamente alla tematicadella parità di genere e dell'abbattimentodegli stereotipi. Dopo vari incontri tenutinel Museo Didattico dell'Istituto, realiz-zati per preparare gli alunni sull'argomen-to e sul lavoro da svolgere, i ragazzi sisono cimentati con impegno e passione

nella realizzazione di video e cortome-traggi vari, tutti bellissimi. Sottoposti aduna commissione esaminatrice, giorno 20aprile finalmente si è tenuta, pressol'Oratorio "Casa delle Fanciulle - FMA"di Barcellona Pozzo di Gotto, la premia-zione. Tutte le classi coinvolte, accompa-gnate dalle docenti referenti, si sono pre-sentate alla cerimonia, alcune complete,alcune con solo due alunni in qualità dirappresentanti. Erano tutti ansiosi diconoscere il verdetto finale e, soprattutto,speranzosi di poter arrivare sul podio,vincendo, inoltre, il premio in denaro inpalio. Nella sala adeguatamente organiz-zata, dopo essersi sistemati ai propriposti, i ragazzi hanno potuto visionare ivari cortometraggi che concorrevano, siaquelli della scuola secondaria “Foscolo”sia quelli degli altri istituti comprensivipartecipanti, cioè “Capuana” e“D’Alcontres”. Una volta terminata lavisione, si è passati alla proclamazionedei vincitori. Si è classificata al primoposto, con grande soddisfazione, la classe

di Rita Chiara Scarpaci1A dell'Istituto “Foscolo”, vincendo unpremio di ben 300€ partecipando con unelaborato dal titolo “Abbasso gli stereoti-pi”. Si è posizionata poi al secondo postouna classe della scuola “D’Alcontres”,con un premio di 200€, mentre al terzoposto si sono classificate la 1B e la 1D,sempre dell’istituto “Foscolo”, con undocumentario inchiesta dal titolo “Flashdi pregiudizi a Barcellona P.G.” realizzatoin collaborazione, e premiati con 100€.Ogni vincitore potrà, poi, decidere libera-mente come utilizzare la somma vinta.Dopo le foto i ragazzi sono tornati a scuo-la, felici e pianamente soddisfatti delrisultato raggiunto, ampiamente elogiatodal Dirigente scolastico Prof.ssa FeliciaMaria Oliveri. Arrivati hanno poi festeg-giato con i compagni la vittoria, fieri di séstessi e del loro pregevole lavoro, consa-pevoli tutti che l’impegno, la cura e l’in-teresse sono quasi sempre ripagati.

2018, è la squadra maschile di pallamanoche, guidata dalla prof.ssa Angela Iannellie dall’esperto Giuseppe Dauccia, a risul-tare prima ai Campionati studenteschiprovinciali svoltisi presso l’I.T.E.T. “E.Fermi” di Barcellona P.G., mentre venerdì18 maggio la squadra di Offball si è fer-mata, a Piedimonte Etneo, al secondoposto regionale, comunque traguardo pre-stigioso. Forza di volontà, lavoro di grup-po e collaborazione, lealtà e passione:sono questi gli elementi principali che,coltivati in modo sapiente dagli alunni edai docenti della "Foscolo", hanno porta-to a raccogliere i risultati che rendono oratutti orgogliosi.

di Noemi PelleritiAnche in quest’anno scolastico2017/2018 l’I.C. “Foscolo” di BarcellonaPozzo di Gotto si è distinto in particolarmodo nell’ambito delle gare sportive enei Campionati Sportivi studenteschi aiquali la scuola ha aderito. I risultati otte-nuti dagli alunni, seguiti dai rispettiviinsegnanti di educazione fisica, sono statipiù che ottimi e hanno reso orgogliosidocenti ed alunni, fieri del lavoro chehanno svolto e della passione con la qualelo hanno realizzato, poichè giustamente,quando ci si impegna, gli sforzi e i sacri-fici vengono premiati. Citiamo solo alcu-ne delle tante vittorie ottenute dalla scuo-la, tenendo conto di quelle più recenti.Orgogliosa la squadra di corsa campestreche, guidata dai docenti prof.ssa Angela

Iannelli e Francesco Scardi, ha ottenuto il4° posto provinciale per la categoria“cadetti” durante la finale della fase pro-vinciale di corsa campestre svoltasi gio-vedì di 18 gennaio 2018 a TermeVigliatore (ME) e, da sottolineare, la bra-vura dell’alunno Giosuè Sottile che si èinvece guadagnato il 2° posto assoluto perla categoria “cadetti- gara individuale”.Grandi soddisfazioni anche per la squadradi basket della scuola che, giovedì 26aprile 2018, dopo aver partecipato allafinale regionale del Campionato studente-sco "3vs3" a.s. 2017/2018 a Ragusa, haottenuto la vittoria regionale e, fioreall’occhiello, riesce ad aggiudicarsi ilprimo posto sul podio, guadagnandosil’accesso alla fase nazionale del torneo.Tutto merito degli alunni Gioele Gaipa,Dario Scardi, Carmelo Scarpaci eGiuseppe Scilipoti, allenati, anche questavolta, dai docenti Angela Iannelli eFrancesco Scardi. E che dire? Non è fini-ta ancora qui! L’8 maggio 2018, infatti, adeccellere durante lo svolgimento deiCampionati Studenteschi, sono stavolta lesquadre di nuoto, sia maschile che fem-minile, guidate dalla prof.ssa AngelaIannelli, che hanno guadagnato rispettiva-mente il 3° posto i ragazzi e il 2° posto leragazze con, ciliegina sulla torta, il 1°posto individuale di Federica Fazio e il 1°posto individuale di Martino Di Pasquale.Per concludere in bellezza, l’11 maggio

Il momento della premiazione dei vincitori

DALLA SCUOLA

I CAMPIONATI SPORTIVI STUDENTESCHIGrandi risultati nelle molte attività sportive

La squadra di basket alla vittoria regionale

La squadra di pallamano della “Foscolo”,primo posto provinciale

La squadra di nuoto alle finaliRicorda che siamo on-linewww.icfoscolo.gov.it

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DALLA SCUOLA - VIAGGI E DINTORNI

UNA CITTÀ RICCA DI STORIAdi Ilenia Scarpaci

Romano. Per il poco tempo a disposizio-ne hanno potuto vedere solo i due monu-menti più conosciuti di quel Parco:l’Orecchio di Dionisio e il Teatro Greco.Il Teatro fu realizzato in pietra calcarea,molto tenera e più facile da maneggiare,tipica di quella zona. Oltre al teatro nelsito archeologico si trovano delle cave dilatomie e tra queste la più importante è ilcosiddetto "Orecchio di Dionisio".Successivamente gli alunni si sono recatial Santuario della Madonna delleLacrime, composto da due chiese autono-me su due piani: il Santuario chiamato“Chiesa superiore” e la Cripta definita“Chiesa inferiore”. In cima alla Basilicasi trova la statua della Madonna, che èalta 3 metri e fu realizzata in bronzo-dora-to da Francesco Caldarella. Il progetto delSantuario fu iniziato nel 1966 per ricorda-re l'evento storico, ritenuto un miracolo,

della lacrimazione della Madonna. Intarda mattinata, poi, i ragazzi hanno potu-to visitare la Cattedrale di Siracusa che,con il corso del tempo, da tempio greco sitrasformò in duomo. Nel pomeriggio,infine, la meta è stata il Museo del Papiro,unico museo nel suo genere e fu fondat daCorrado Basile. Per concludere la magni-fica giornata i ragazzi hanno avuto mododi vedere la Fonte Aretusa, dove crescespontaneo il papiro, e percorrere il lungo-mare di Ortigia, che per la sua forma vistadall'alto viene chiamata anche “l’isoladalla forma di quaglia”. Per i ragazzi que-sta uscita didattica è stata molto istruttivaed entusiasmante e, nel vedere queimagnifici luoghi, si sono appassionatiancora di più e hanno prestato molta piùattenzione nell’ascoltare la guida turisti-ca, intenta a spiegare loro la storia e i mitidi una perla della Sicilia quale è Siracusa.

Le classi prime in viaggio a Siracusa

CAPITALE DELLA CULTURA 2018di Francesco Munafò

cambia volto e si arricchisce di costruzio-ni Liberty come i teatri “Politeama” e“Massimo”. Naturalmente queste sonosolo alcune delle bellezze architettonichedel capoluogo siciliano, designato"Capitale Italiana della Cultura 2018" e ilcui "Itinerario arabo-normanno" ha avutoil riconoscimento di Patrimoniodell'Umanità dall'UNESCO. Ammiraretutte queste bellezze e conoscerle in det-taglio ha reso quindi questo viaggio d'i-struzione memorabile e acceso l'orgogliodi vivere in questa terra bellissima.

Grandi emozioni e sentimenti sono statiquelli nati nei cuori dei ragazzi delle clas-si prime della scuola secondaria di 1°grado "Foscolo" di Barcellona Pozzo diGotto avendo modo di conoscere neiminimi dettagli la favolosa città diSiracusa. Ciò è avvenuto quando il 2marzo scorso, accompagnati dai lorodocenti, divertendosi anche molto, hannoapprofondito tutto ciò che di antico,lasciato dai nostri antenati, e anche dimoderno, rende la loro meta un luogomeritevole di essere visitato. Inizialmentela città di Siracusa era situata su una palu-de e veniva chiamata “Syrako”, ma quan-do iniziarono a costruire gli edifici, vennedefinita “Siracussao”, dal nome dellapalude. Come prima tappa i ragazzihanno visitato il Parco Archeologico dellaNeapolis, che comprende il Teatro Greco,l’Orecchio di Dionisio e l’Anfiteatro

Dal 26 al 28 aprile gli alunni delle classiseconde della scuola secondaria"Foscolo" hanno avuto la possibilità divisitare Palermo nel corso del viaggio d'i-struzione annuale. Palermo è veramenteuna città ricca di storia e di Cultura con laC maiuscola. Una delle più belle struttureè ad esempio "La Zisa" (dall’arabo aziz,splendida), la cui costruzione venne deli-berata da Guglielmo I "il Malo, un palaz-zo in passato “fresco” poichè veniva man-tenuto così tramite un sistema di vaschepresenti sia all’interno sia all’esterno. Unaltro edificio a dir poco stupendo, tutto dascoprire, è la Cattedrale di Palermo, ungioiello dell'arte arabo-normanna. LaChiesa di San Giovanni degli Eremiti, dicontro, era in passato una moschea chepoi venne trasformata in chiesa. E' unachiesetta molto particolare perché siestende in diverse stanze e all’esterno èpossibile ammirare il giardino con unchiostro molto antico. Fuori Palermo sitrova la Cattedrale di Monreale, che èstata anch'essa fatta costruire daGuglielmo "il Buono" nel 1174. Essa èmolto famosa per le sue decorazioni inmosaico poichè l’interno è quasi intera-mente ricoperto di decorazioni musive distampo arabo-bizantino. Tornando al cen-tro di Palermo vi troviamo il Palazzo deiNormanni, che oggi ospita la sededell’Assemblea Regionale Siciliana. Essoè la più antica residenza reale di Palermoe fu la dimora di sovrani molto importan-ti come Federico II di Svevia e contienedecorazioni meravigliose nella CappellaPalatina. Alla fine dell'Ottocento Palermo

Gli alunni delle classi prime davantial Duomo di Siracusa

Giorno 13 dicembre noi alunni delle clas-si seconde della scuola secondaria"Foscolo" di Barcellona Pozzo di Gottoabbiamo avuto modo di fare una interes-sante visita didattica a Messina, città cosìvicina ma sicuramente da scoprire. Ilprimo luogo che abbiamo visitato è statoil Forte del San Salvatore sede dellaMarina Militare, costruzione molto affa-scinante dominata dalla grande statuadorata della Madonna che protegge il

Palermo svela le sue bellezze alle classi seconde

MESSINA DA SCOPRIREdi Elena Biondo

porto e i messinesi. Successivamente cisiamo recati presso il Duomo, dove ini-zialmente abbiamo visitato il Museo e ilTesoro e successivamente l'interno dellachiesa, dove un'altra guida ci ha fattonotare il soffitto a capriate, spiegato lefigure presenti nell'altare e mostrato l'or-gano composto da cinque tastiere e 16000canne, tra i più importanti d'Italia. Pocoprima di mezzogiorno siamo quindi salitiin cima al campanile, alto ben 235 scali-ni, per vedere il bellissimo panorama diMessina dall'alto e, una volta scesi, abbia-mo assistito al celebre movimento dell'o-rologio astronomico. Nella piazza delDuomo si trova anche la fontana diOrione, mentre vicino alla cattedrale c’èla chiesa dell'Annunziata dei Catalani,realizzata in stile bizantino con bellissimiintarsi multicolori, situata al di sotto dellivello della strada. Dopo pranzo ci aspet-tava ancora una visita panoramica deiLaghetti di Ganzirri e l'ultima tappa dellanostra visita didattica: il MuseoRegionale, dove tra le tante opere vi sonodue celebri tele del grande Caravaggio,l'"Adorazione dei pastori e "La resurre-zione di Lazzaro", che rendono il MuseoRegionale di Messina meta di molti turistiogni anno. E’ stata veramente una giorna-ta memorabile alla scoperta di Messina.

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DALLA SCUOLA - VIAGGI E DINTORNI

OSSERVANDO LE STELLEdi Giovanni Luigi Crisafulli

la chiesa di S.Nicola di Bari, patrono delpaese, anche detta "chiesa madre". Lachiesa è strutturata su tre navate nellequali a destra si nota la cappelladell'Addolorata con relativo affresco,nella navata centrale trovano posto duedipinti della Pietà e uno di S.Domenico, enella navata di sinistra si trova uno splen-dido ciborium fatto in marmo che risale al15° secolo. Dopo di ciò, tra colazione erisate, siamo arrivati finalmenteall'Osservatorio astronomico d'Isnello,uno tra i due più importanti osservatoripresenti in Sicilia. Siamo così entrati inuna stanza che ci copriva la testa con unagrande volta dove l'astronoma presente haproiettato la nostra amata Via Lattea. Noiragazzi siamo rimasti allibiti: sembravafossimo lì accanto a tutte le stelle, ancheperchè non era mai stato così bello stu-diare. Successivamente la nostra guida ciha spiegato con un primo video tutto sullanostra galassia e gli elementi che la com-pongono, il Sole la sua composizione,mentre in un altro video ci ha presentatola conquista dello spazio da parte dell'uo-

UNO STAGE PER IMPARARE L’INGLESE di Alessandro Isgrò

Giovedì 30 novembre 2017 le classi terzedell'Istituto comprensivo "Foscolo" diBarcellona Pozzo di Gotto sono stateimpegnate in una interessante visita didat-tica dedicata alle scienze. Io facevo partedel gruppo. Ecco, sono quasi le 6:30 estiamo quasi per partire... aspettiamo solol'appello della professoressa. Ci siamotutti: si parte! Si prevede un viaggio dialmeno due ore, così noi alunni, attrezza-ti di cuffie, casse bluetooth e delle nostresolite chiacchierate, abbiamo improvvisa-to un karaoke senza eguali. Il viaggio èpassato in un battibaleno e ci troviamonella cittadina d'Isnello, in provincia diPalermo, dove, prima di recarci presso lanostra meta prestabilita, abbiamo visitato

In occasione del viaggio-stage a Maltaorganizzato dall'Istituto Comprensivo"Foscolo", a cui hanno partecipato quasitutti gli alunni delle classi terze dellascuola secondaria, voglio parlare di unodei porti più caratteristici di quest'isola,Marsaxlokk. Tra le città che ho visitatodurante la mia permanenza questa è quel-la che mi ha affascinato di più.Marsaxlokk è un villaggio di pescatori egiungono da qui le maggiori quantità dipesce, come il tonno, il pesce spada e lalampuga, che vengono venduti diretta-mente a La Valletta, capitale di Malta.Visitandola ho potuto notare i cosiddetti"luzzi", cioè le tradizionali imbarcazionicon due occhi dipinti sulla prua. Secondola tradizione questi occhi dovrebberoavere la funzione di proteggere l'imbarca-zione dalle sventure. Mi ha colpitosoprattutto il colore delle imbarcazioni,vivace e in grado di risaltare all'occhio.La guida ci ha illustrato il porto e ci haraccontato la storia del luogo. Mi è pia-ciuto molto il modo di vivere degli abi-tanti e penso che sia un luogo che meritimolto interesse. Spero quindi di ritornarcie visitarla con più calma..

Il 12 marzo 2018, per sei giorni, noiragazzi delle classi terze della scuolasecondaria "Foscolo" di Barcellona Pozzodi Gotto, siamo andati in viaggio d'istru-zione a Malta e abbiamo visto molte cosebelle. Ma la cosa più interessante cheabbiamo fatto, a parere mio, è stato lostage d'inglese presso una delle più presti-giose scuole di lingue dell'isola: l'"Istituto di Studi di Lingua Inglese" oIELS. Lo abbiamo frequentato tutte lemattine per tutta la durata della nostrapermanenza e si è trattato di un corsoall'avanguardia in una struttura bellissimae moderna. Il primo giorno ogni alunnoha fatto un test per valutare la sua situa-zione iniziale e il livello linguistico dibase, cosicché in seguito hanno smistato i

A Malta un viaggio tra studio e cultura

Molte visite guidate e viaggi per le classi terze

mo. Ci dispiace lasciare la nostra posta-zione con vista Universo, ma purtroppo èora di pranzo e dobbiamo avviarci verso ilristorante. Siamo sazi e non c'è postoneanche per un po' d'aria, così partiamo dinuovo ed arriviamo nella cittadina diCastelbuono, dove entriamo in unamagnifica chiesa; ma ci restiamo pocoperchè il tempo sta per scadere. Allora dinuovo in cammino e si arriva a Cefalù,dove abbiamo il tempo per un gelato, epoco dopo dobbiamo incamminarci versocasa e concludere questa splendida gior-nata. Un po' dispiace, perchè un giorno incui impari cose importanti divertendoticon i tuoi compagni di classe non è cosada sempre. Dall'altro lato, però, è statauna giornata intensa, siamo tutti stanchied è arrivata l'ora di salutarci.

MARSAXLOKKcorsisti con un punteggio alto nella corsoA e i restanti nel corso B, in diverse clas-si. La mia insegnante era Erna Jakab, unadelle docenti migliori che io abbia maiavuto perchè ti coinvolgeva nella lezionescherzando, parlando. E non era unalezione semplice, come a scuola, ma un"riunirsi tutti insieme" per imparare. Èstata un'esperienza molta bella e stranaallo stesso tempo, perchè mi aspettavo unambiente come la scuola e invece era unposto accogliente che ti faceva sentire acasa. In questo stage, anche se per solouna settimana scarsa, ho imparato moltecose ed è stato come se tutto quell'am-biente moderno e il contesto in generalemi facesse venire più voglia di studiare.Naturalmente abbiamo imparato esclusi-vamente con giochi ed attività laborato-riali. La nostra docente sapeva un po' diitaliano, ma non l'ha mai parlato con noi:parlava esclusivamente in inglese, unaltro modo questo per imparare in "fullimmersion". Insomma, questo è stato ilnostro corso d'inglese "IELS Malta", altermine del quale, naturalmente, tuttiabbiamo conseguito una certificazionedelle competenze e del livello raggiunto.E' stata sicuramente una bellissima espe-rienza educativa e di vita che ricorderemoper sempre e che ci ha fatto impararemolto, sia dal puno di vista linguisticoche dal punto di vista culturale.

di Salvina Mallemaci

Alcuni degli alunni allo IELS di Maltacon la loro insegnante

Alla scoperta di Malta

Gli alunni all’interno dell’Osservatoriodi Isnello

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QUANDO IL CIBO RIEMPIE L’ANIMAdi Giulia Bellantone

quindi a non seguire un'alimentazionesana. Anche se il loro corpo diventa quasischeletrico, essi continuano a non accet-tarsi perchè ormai la loro mente li spingead avere un'immagine deformata di sè,arrivando a causarsi problemi cardiaci,renali e nel funzionamento di tutto l'orga-nismo. Inoltre non sempre chi è anoressi-co rifiuta il cibo, perchè spesso le delu-sioni, il malessere tipico dell'adolescenza,provocano un bisogno irrefrenabile dimangiare, soprattutto cibi ipercalorici,ma, non volendo ingrassare, si fa in mododi vomitare tutto per poi ricominciare dinuovo, cadendo nell'altra forma di distur-bo alimentare citato prima: la "bulimia".In questo caso, per chi ne soffre, ci siabbuffa in modo spropositato di cibo inquantità più alta rispetto alla norma,senza riuscire a fermarsi, ingrassando inmodo eccessivo a rischio per la propriasalute, oppure provocandosi il vomito permantenere il proprio peso e nascondere aigenitori il problema. Entrambi questi dis-turbi alimentari hanno delle cause chesono diverse per ogni ragazzo o ragazza,ma in generale quelle più comuni posso-no essere i conflitti con i familiari, i sof-

ferti amori adolescenziali oppure il dis-agio quando si sta con i propri coetanei, ilbisogno di sentirsi accettati adeguandosiad un modello di magrezza imposto anchedai media. Il cibo quindi diventa un modoper i ragazzi di sfogare le proprie soffe-renze, senza capire che ci si fa del male esi rischia anche di morire.

Crescere tra problemi e voglia di libertà

Essere adolescenti non è facile e nonmancano i problemi che possono affligge-re i ragazzi in questa fase della vita. Traquesti anoressia e bulimia sono sicura-mente due problemi alimentari molto dif-fusi soprattutto fra i giovani. Durante l'etàadolescenziale, in particolare, soprattuttole ragazze non accettano il proprio corpoe per scelta vogliono perdere peso.Questo disturbo alimentare, ovvero ilrifiuto dei pasti giornalieri, solitamenteaccostato anche allo svolgimento diun'eccessiva attività fisica, è chiamato"anoressia" e può colpire sia ragazzi cheragazze. Questi, per non eccedere di peso,iniziano poco per volta a limitare il cibo e

E' ormai risaputo che in tutte le famiglievi siano talvolta dei conflitti, dei litigi chepresentano due posizioni entrambe prontea difendere le proprie ragioni: figli vsgenitori. Il divario di pensiero tra le dueparti è dovuto in particolare alla differen-za di età, e quindi di idee, ma nel passag-gio tra l'età infantile e l'età adulta questediversità nei modi di pensare, di agire e divedere la realtà aumentano, e con essa iconflitti. Uno dei principali punti di con-trasto è sicuramente il continuo controlloda parte dei genitori, ma un controlloeccessivo e assillante non è d'aiuto allabuona crescita del ragazzo, che in questomodo saprà sempre su chi contare maquando sarà da solo non riuscirà a cavar-sela. Inoltre un controllo perenne non per-mette all'adolescente di compiere scelteautonome e sensate da solo. Del resto nonsono pochi coloro che, senza la "mammi-na che gli corre dietro", non sarebberocapaci nemmeno di uscire di casa, e quin-di come potrebbero affrontare la vita chesi presenta ardua e complicata? Vi è peròla gran parte dei genitori che consideraquesta continua apprensione come unsemplice "mandare i figli sulla retta via".Molti di essi dichiarano perciò di nonessere eccessivamente ansiosi verso lavita della propria prole, ma semplicemen-te di "guardargli le spalle" dalle cattiverieche il mondo riserva. E' giusto non lascia-re che i figli abbiano completa libertà sututte le decisioni, perché i genitori sonospesso più lungimiranti, ma come puòqualcuno diventare forte senza aver primasperimentato come ci si sente ad esseredebole? Un misurato controllo ed unagiusta libertà è quindi la ricetta giusta perun buon rapporto genitore/figlio.

GENITORI E FIGLIdi Federica Fazio

ADOLESCENZA E DINTORNI

SEGNI DI DOLOREdi Chiara Salvo

sfoga così, su se stesso, facendosi delmale da solo, il dolore che prova e chenon vuole confidare a nessuno. Oppure ècome se volesse chiedere aiuto in modovisibile perchè non ci riesce a voce eprova a lasciare dei "segni", a lanciare unallarme. Secondo me, però, non bisogna"tagliarsi" per questi motivi. Beh, tuttiabbiamo problemi... in famiglia, conamici, a scuola ... ma essi non si risolvo-no così: si risolvono parlando, solamenteparlando. Se vediamo qualcuno accanto anoi che presenta questi sintomi, allora,non lasciamolo solo e cerchiamo di aiu-tarlo, anche avvisando genitori o gli inse-gnanti, prima che sia troppo tardi.

In questi ultimi anni si parla molto diautolesionismo e molti giovani lo pratica-no, letteralmente, sulla loro pelle.Esistono comunque diversi tipi di autole-sionismo, tra cui l'abitudine di tagliarsi, il"cutting", è quello più comune. Vi sonopoi lo strapparsi i capelli, il grattarsi feri-te, interferendo con la guarigione; il col-pirsi, il mordersi, il scavarsi la pelle finoa far uscire del sangue, l'inserire oggettinella pelle e sotto le unghie, il tatuarsi dasoli, il bruciarsi la pelle, il raschiarsi asangue. Una forma di autolesionismo puòessere considerata anche l'anoressia, cioèun disturbo alimentare che, attraverso ilrifiuto del cibo, spesso porta alla trasfigu-razione del corpo fino a farlo deperire eammalare. La forma più estrema dell'au-tolesionismo è infine il tentativo di suici-dio. L'autolesionista però è tutt'altro cheun "pazzo", è tutt'altro che uno sciocco,così come non è una persona immatura.Egli non usa violenza verso gli altri, masu se stesso, per tutta una serie di motivi.Molto spesso le cause per cui lo si praticanascono da problemi familiari, con gliamici o a scuola, soprattutto se ci si sentesoli, rifiutati o tristi. Qualcuno lo fa per-chè vittima di bullismo o cyberbullismo e 17

L'autolesionismo è un segnale d'allarme

Conflitti generazionali

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RIFLESSIONI E POESIE

semplici romanzi che fanno sognare.Leggere un libro non un'attività apertasolamente a persone di un alto livellosociale, ma a tutti, senza distinzioni. E'vero che nessuno è obbligato alla lettura eche essa è solo un attività che comporta lostare seduti o sdraiati, senza la presenza diun movimento, ma è un'attività che portaa sognare. Anche se il movimento non èpresente, in realtà leggendo un libro si èimmersi in un mondo proprio nel quale sipuò spaziare all’infinito. Poichè tuttinasciamo uguali, con le stesse capacitàpronte a manifestarsi, la lettura è sia unqualcosa permesso a tutti, sia uno stru-mento che permette di distinguersi daglialtri portandosi in una posizione di pen-siero più elevata e più ricca. In particola-re essa apre ai giovani adolescenti unmondo che essi dovranno affrontare dasoli come uomini, con una conoscenza dilivello il più possibile alta per arrivaremagari in cima alla società per realizzarese stessi con soddisfazione.

“Si legge per comprendere quanto espo-sto dalla persona che scrive, che garanti-sce non solo informazioni ma scrive perrendere soggettiva la storia”. Questa è lamia teoria della lettura: essa è un mezzofondamentale per aumentare la capacitàdel pensiero umano. Nei libri si trovanoinfatti concetti che fanno parte dellaconoscenza, quindi leggere un libro portaalla conoscenza di nuove parole, che por-tano a loro volta all’elaborazione dinuove idee. Il libro non è una necessitàprimaria, di cui l’uomo ha un bisogno"necessario", ma è una necessità seconda-ria di notevole importanza, perché è unostrumento che aiuta a crescere. Un esem-pio sono gli adolescenti, che devonoaffrontare la realtà, e ai quali i libri dannouna visione del mondo più chiara. Spessoessi hanno un'idea sbagliata e per farglie-lo capire solo la lettura può dare la neces-sità del giusto pensiero. Non importa latipologia di libri: possono essere classici,biografie di scrittori o filosofi, ma anche

di Vittoria MarrettaLEGGERE AIUTA A CRESCERE

Diversità è la parola chiave per conoscereil mondo, i suoi colori, i suoi abitanti. Inun'epoca in cui si è cittadini del mondo èinfatti doveroso accettare religioni, cultu-re ed etnie differenti dalle proprie. Graziealla globalizzazione viviamo in una socie-tà multietnica ed è perciò compito di tutticonvivere con questa realtà. Il "diverso"però fa paura perchè è inusuale, o perchènon si conosce, e quindi per accettarlobisogna abbattere le frontiere dell'igno-ranza e dei pregiudizi. Sarebbe noioso setutti avessimo lo stesso modo di pensare,le stesse idee e tradizioni, ma è grazie alconfronto che l'uomo si migliora e cono-sce. Tutti imparano dagli altri: da un bam-bino, da un africano, da un gay, da unanziano. Siamo noi stessi la nostra stessa

infinita fonte di conoscenza. Ma accettareè il primo passo per capire, e solo attra-verso la conoscenza si arriva al rispetto diciò che è differente da noi. Il rispetto nonsi dimostra semplicemente tollerando ladiversità, ma accettandola a pieno nellasua bellezza e facendo capire, a coloroche non se ne rendono conto, quanto siaimportante conoscere e apprendere daglialtri. Purtroppo spesso si considera diver-so lo straniero, il portatore di handicap,l'omosessuale, un ragazzo timido, unbambino grosso, ma la diversità serve, ènecessaria proprio per celebrare la nostraindividualità. Siamo uguali, siamo umani,ma siamo diversi grazie alle nostre carat-teristiche e alle nostre potenzialità. Nonbisogna mai dimenticarlo.

di Federica Fazio

UN MONDO ARCOBALENO

di Martina Crisicelli

IL DOLORE

Noi giovani abbiamo un sogno, è vero: ilsogno di poter vivere in un mondo diver-so, migliore, in un posto dove si ha rispet-to per l'ambiente e soprattutto per il pros-simo, dove non bisogna aver paura etimore del parere degli altri sia per l'a-spetto fisico, per quello psicologico eanche per il colore della pelle. Quandoper esempio vediamo qualcuno diverso danoi, purtroppo spesso pensiamo subito innegativo, perché il pregiudizio prevalesulla regione, però molte volte ci rendia-mo subito conto del nostro sbaglio e cimettiamo nei panni dell'altro, ci sentiamoin colpa perché, se fossimo al loro posto,ci sentiremo anche peggio. In molti statidel mondo, invece, si discrimina ancora ladonna, la si fa sentire inferiore all'uomo,la si picchia, la si fa allontanare dallafamiglia e la si porta così tanto alla dispe-razione che arriva anche al suicidio. Equesto fenomeno dovrebbe essere supera-to da ormai tanti anni. La schiavitù èanch'essa ancora molto diffusa, anche peri minori, obbligati a lavorare più di dodi-ci ore al giorno per un tozzo di pane, spes-so a causa di un piccolo prestito per por-tare avanti la famiglia. Sono ancora tantequindi le ingiustizie in questo mondo, cisono ancora tantissimi errori ingiustifica-bili e moltissimi sbagli. Però si può anco-ra far qualcosa, perché grazie a noi ilmondo può cambiare, il mondo puòmigliorare passo dopo passo. Noi siamo ilfuturo di tutto: ricordiamolo sempre.

di Aurora Triolo

AVERE UN SOGNO

Questo mondo sarebbe bello senza violenzaci dovrebbero essere solofratellanza e tolleranza.Vorrei che non esistesse malvagità nè dolore nella realtà.Dovrebbe esserci amicizia e tanta letizia,ma anche tanto tanto amoreche farebbe passare ogni dolore.E se avremo per gli altri rispettonessuno ci farebbe un dispetto.E mai nessuno dovrebbe uccidereperché tutti noi dobbiamo vivere.

di Irene Mlone

UN MONDO DI PACE

L'UNIVERSOdi Giusy Duci

Il grande volto, illuminato dalla luce del dì, è pieno di sontuosi solchi e poetiche acqueche riflettono tutte le lucidella grande e calda stellae del bianco e caldo satellite, sognato da tanti ma toccato da pochi. Le luci, circondate, dal nero brillanocon la speranza che non si spengano mai.

Non lasciare posto nell'anima pulisci sul viso la limpida lacrima il dolore ti spaventa. Non lasciare che affligga i tuoi pensieri nemmeno quelli che sembranopiù bui e neri.Il dolore è come una stella spenta senza luce, non illumina il cielo.

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RECENSIONI

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"ALLA LUCE DEL SOLE"di Giulia Anania

Molto significativo e capace di faremeglio comprendere la tragica realtà dellamafia e la vita di una persona straordina-ria, è sicuramente il film “Alla luce delsole”, basato sulla vita di don PinoPuglisi. Diretto da Roberto Faenza nel2005, esso traccia gli ultimi anni delsacerdote palermitano ucciso dalla mafiail 15 settembre 1993, giorno del suo 56°compleanno. La vicenda inizia proprio daquel momento, con una prima sequenza, epoi ritorna con un flashback a due anniprima, ovvero quando il parroco arrivò almalfamato quartiere Brancaccio diPalermo. Qui don Pino scopre ben prestoche tutti i bambini del quartiere sono cre-sciuti e convivono con la mafia e che iloro genitori sono quasi tutti mafiosi. Perla maggior parte, infatti, i ragazzi svolgo-no attività illegali, non preoccupandosi difrequentare la scuola, crescendo cosìcome un popolo ignorante che è facil-mente manovrabile dagli uomini d’onore.Il compito arduo che il sacerdote cerche-rà di portare a termine sarà allora quellodi convincere i bambini ed i ragazzi adandare a scuola e a non rubare, insomma

di condurre una vita adatta alla loro età.La chiesa dove il parroco viene convoca-to è una chiesa vecchia, ma con all’inter-no un campo da calcio che lui stesso manmano sistemerà per cercare di attrarre piùgiovani possibili. Facendo così, cominciaa capire che la sua vita è in pericolo, per-ché crea disturbo alle organizzazioni cri-minali. Decide perciò di iniziare a parlareallo scoperto e a ribellarsi, incitando “gliuomini d’onore” ad agire "alla luce delsole", e non nascondendosi da un sempli-ce sacerdote che, con la sua umiltà, cercadi recuperare i ragazzi. Gli uomini dellamafia cercano quindi dapprima di cor-romperlo con dei soldi, dicendogli cheglieli avrebbero dati se lui avesse smessodi infastidirli con le sue stupide prediche,poi passano alle minacce. Il film a questopunto si ricongiunge con l'inizio, a dueanni dopo il suo arrivo e varie vicissitudi-ni. La mafia ha stabilito di eliminare donPino, comincia ad inseguirlo ma, quandoarriva sul luogo previsto per l’agguato, ilsacerdote li affronta con coraggio dicendoloro “Vi stavo aspettando”. E' così cheviene assassinato, barbaramente, e al suo

di Vittoria MarrettaQuando si è tristi o annoiati la cosa piùbella da fare è cantare o ascoltare dellamusica e sentirsi liberi. Un esempio dimusica che va volare lontani è quella diuna band che prende il nome di"Negramaro", gruppo pop rock formatonel 2001 il cui frontman è il cantante eautore Giuliano Sangiorgi. Nati nelSalento e conosciutisi da adolescenti, illoro primo album "Negramaro" del 2003fu anche l'inizio di varie collaborazioniartistiche. Sono andati avanti con "Mentretutto scorre", uscito nel 2005, che vince ilpremio della "Sala stampa radio e TV"alla 55° edizione del Festival di Sanremo.Nel 2007 si trasferiscono negli Stati Unitiper registrare il nuovo album "La fine-stra", una raccolta di 14 brani che in menodi quattro mesi diventa disco di platino.Dopo alcune incomprensioni per un certoperiodo la band decide di sciogliersi mafortunatamente per tutti la pausa durapoco e il gruppo ritrova la volontà dilavorare insieme. Da quel momento i suc-cessi si ripetono anno dopo anno e si arri-va così al 2017, in cui viene annunciato ilnuovo album di inediti "Amore chetorni", con il singolo "Fino all'imbrunire",mentre il tour "Negramaro stadi", chegirerà tutta l'Italia, aspetta i sei ragazzisalentini e regalerà la loro musica ai fanappassionati.

"WOODY", UN CANE PARTICOLAREdi Gaja Di Pasquale

"Woody ama padrona, Woody non capi-sce cattiveria, Woody difende padrona adogni costo.." "Woody" è un libro che miha colpito molto poichè presenta, raccon-tandola con gli occhi del protagonistacanino, una storia con diversi collega-menti: il femminicidio, l'amore reciprocotra padrone e animale e il maltrattamentodi persone e animali.. Woody è un cane dirazza Basenji di tre anni, di colore aran-cione, e vive con la sua padrona Laura,circondato da affetto e attenzioni da partesua. Ma un giorno questi privilegidovranno essere condivisi con Filippo, unragazzo incontrato in un bar che sarà,appunto, il fidanzato di Laura. Filippoinsulta spesso Laura, a volte la picchia,ma chiede scusa e lei ingenuamente loperdona. Tuttavia un giorno Filippo esa-gera e lei lo butta fuori casa. Nella mentedi Woody questa cosa è un po'sospetta ecomincia ad avere i primi presentimenti..Filippo torna, ma stavolta succede unacosa che non doveva succedere: Filippomolesta la padrona! Nella mente di

Woody c'è come una voce che prima lospinge ad abbaiare e poi, quando si avvi-cina la prima volta, gli fa ricevere un cal-cio nella pancia e venire chiuso in unastanza. Grazie al suo istinto il cane riescead aprire la porta e, dopo una rissa, saltasopra a Filippo e lo morde in volto.Woody sente la carne dell'uomo dentro lesue fauci e poi l'ambulanza che lo portavia insieme ai suoi dubbi. Dopo un po'due uomini portano via anche lui. E' tuttocosì veloce e Woody non capisce... Cosaha fatto? Si pente di tutte le cose sbaglia-te fatte e giura di non farle mai più.Chiuso in un canile, in una gabbia con trecani, un giorno riesce a scappare, ma unvicolo cieco lo blocca, così riceve tante diquelle botte che, quando sta per riceverneun'altra, pensa che sia arrivata la sua ora..Invece una voce da dietro ferma l'uomoche lo stava picchiando, prende Woody eva via. E’ l'avvocato di Laura. L'uomoriporta a casa il cane, che può finalmentecominciare a condurre la sua vita norma-le senza problemi e... senza Filippo.Questo libro ha suscitato in me delle sen-sazioni di pena e mentre lo leggevo pen-savo sempre alla mia cagnolina, cosicchèquando tornavo a casa me la tenevo stret-ta per paura che me la portassero via.. Siè trattato di una lettura leggera, ma allotempo che fa riflettere, quindi la consiglioa tutti perchè è adatta per tutte le età.

NEGRAMAROUna romanzo che fa riflettere su molte tematiche

funerale sono presenti tutti i bambini chefrequentavano la parrocchia e il centro diaccoglienza da lui fondato, comporta-mento questo che dimostra quanto da luidiffuso nel cuore e nell’anima dei ragazzi.Oggi don Pino Puglisi, che è stato procla-mato beato, riposa in cattedrale ad esem-pio e incoraggiamento per tutti i palermi-tani onesti. Questo film è quindi moltosignificativo, perché ricorda, ancora dopo25 anni, che don Pino non abbassò mai latesta alla mafia ed insegnò ai ragazzi adosservare il suo stesso stile di vita.Questo piccolo grande uomo diede infattiai ragazzi e non solo, con la sua semplici-tà, l’insegnamento di reagire sempre ecomunque alle ingiustizie perché, comedisse, “se ognuno fa qualcosa, allora sipuò fare molto”.

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GIOCHI

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questi ed altri articolianche sulla pagina diRepubblic@Scuolae su NOI MAGAZINEdella Gazzetta del Sud

Direttore ResponsabileFelicia Maria Oliveri

EditoreI.C. “Foscolo” di

Barcellona Pozzo di Gotto

RedazioneAlunni della Scuola

Secondaria “Foscolo” diBarcellona P.GNumero chiuso il 26/05/2018

DEFINIZIONI:1. La materia che studia l'elettronica2. La nostra madrelingua3. Studia il passato4. Fa conoscere il pianeta Terra5. Lo è la materia che studia Mozart6. Studio di una lingua straniera7. Materia scolastica... e Costituzione8. È la lingua parlata in tutto il mondo9. Studia gli elementi10. Disciplina che fa conoscere Caravaggio

CRUCIVERBA SCOLASTICO

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di Ilaria Genovese e Simona Recupero

di Vincenzo Crinò

di Marika Coppolino e Simona Recupero

DEFINIZIONI:1. Forma il quadrilatero magico di Pais Vasco e Navarra2. La maestosa opera di Gaudì3. La squadra della capitale4. Penisola più importante dell'Andalusia5. La quarta città più popolata dell'Andalusia6. La residenza ufficiale del re di Spagna 7. La più grande delle Isole Baleari8. Capoluogo del principato delle Asturie9. Capoluogo dell'Andalusia10. Le spiagge più conosciute della regione

DEFINIZIONI:1. Svevo che scrisse “La coscenza di Zeno” 2. È il maggiore esponente del Verismo3. Poeta neoclassico e preromantico4. Poeta decadente molto legato alla famiglia5.Il suo cognome è D’Annunzio6. Il nome di Saba, poeta triestino7. È considerato il padre della lingua italiana8. Vinse il premio Nobel per la Letteratura nel 1934