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Direzione: Walter Tortorella - Benvenuti in ANCI Lombardia 2011.pdf · l’Atlante analizza le principali variabili sociali, de-mografiche, fisiche, economiche ed istituzionali dei

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A cura della Fondazione IFELUfficio Studi autonomie locali e sistemi territorialiDirezione: Walter TortorellaCoordinamento: Laura Chiodini

I testi sono stati curati da Valeria Andreani. Gli apparati statistici sono stati elaborati da Giorgia Marinuzzi.Si ringrazia per la collaborazione Alessandro Boca e Carla Giorgio.

L’Atlante dei Piccoli Comuni 2011 è stato realizzatocon il contributo informativo dell’Area Piccoli Comuni/Montagna/Unioni di Comuni dell’Anci.

Si ringrazia per aver messo a disposizione i propri dati:Infocamere - Direzione Registro delle ImpreseLegambienteMinistero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del MareMinistero dell’Economia e delle Finanze - Dipartimentodelle Finanze, Direzione Studi e Ricerche Economico Fiscali.

Codice ISBN: 978-88-6650-002-5

Progetto grafico: BACKUP comunicazione, RomaPasquale Cimaroli, Claudia Pacelliwww.backup.it

Immagine di copertina: Valeriano Della Longasu licenza di Creative Commons

Economia ed offerta turistico ambientaleTasso di nata-mortalità delle imprese Sportelli bancari Reddito imponibile Strutture alberghiere Agriturismi Piccoli Comuni del tipico Offerta museale Programmazione comunitaria

PARTE TERZAUnioni di Comuni e Comunità Montane:rilevazione 2011

Nota introduttivaLe Unioni di Comuni nel 2011Le Comunità Montane nel 2011Le sovrapposizioni tra i territori delle Unionidi Comuni e delle Comunità MontaneProfili regionali di Unioni di Comunie Comunità Montane

Indice di tabelle, grafici e figure

Introduzione

PARTE PRIMAI Piccoli Comuni Italiani.Geografia, storia e istituzioni

La distribuzione dei Piccoli Comuni 1861-2011: l’Italia dei Piccoli Comuni Gli amministratori comunali: le donne sindaco

PARTE SECONDA Principali variabili sociali, ambientalied economiche

Popolazione residente e straniera Densità territorialeFamiglie Natalità Struttura per età della popolazioneDipendenza demograficaInvecchiamento della popolazioneQuantità della vita Tasso migratorioTrend della popolazione stranieraIncidenza della popolazione stranieraNatalità degli stranieriMinori stranieriLa piramide dell’età

Territorio e AmbienteZone altimetriche Aree protette Raccolta differenziata Fonti di energia rinnovabile Parco autoveicoli

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3133374042454752555762656972

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Indice

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Introduzione

L’Atlante dei Piccoli Comuni 2011, realizzato da IFEL, presenta in modo immediato e semplice, ripercorrendo anche quanto già realizzato nelle edizioni passate, un insieme ordinato e consisten-te di variabili, indicatori, mappe e misure relative all’universo dei comuni italiani con popolazione minore o uguale a 5.000 abitanti. Viene così rea-lizzato l’obiettivo di fornire elementi conoscitivi chiari ed aggiornati a quanti - politici, ammini-stratori, studiosi dei fenomeni territoriali - si in-terrogano sui caratteri e sui cambiamenti in atto nel mondo eterogeneo dei Piccoli Comuni.

L’Atlante 2011 descrive con metodo analitico - l’unità di rilevazione è il singolo comune, i cui dati e le cui variabili ed indicatori derivati sono stati successivamente aggregati a livello regionale o di classe demografica- l’Italia fatta di piccoli centri abitati, di paesaggi meno attraversati dal turismo di massa, di tradizioni meno conosciute sebbe-ne spesso meglio conservate. Forse i 5.683 Piccoli Comuni rappresentano ancora un’Italia “minore” relativamente alla popolazione che vi risiede (cir-ca 1/6 del totale), ma è quella che contribuisce al carattere inconfondibile del nostro Paese. Quella abbondanza di varietà, quella identità fatta di di-versità che fanno “unica” la nostra penisola.

Ma i Piccoli Comuni hanno anche grandi nume-ri: rappresentano il 70% delle amministrazioni comunali italiane, i loro territori coprono il 70% di quello italiano, possiedono circa il 65% di aree protette e hanno un maggior numero di impianti di energia pulita sui propri territori rispetto ai co-muni di maggiori dimensioni.

Nei comuni più piccoli prevale, più facilmente, il sentimento di appartenenza ad un insieme di va-lori, ad una storia collettiva. Così come più forte è il desiderio di una visione comune del proprio fu-turo. È quella che si usa chiamare l’identità locale. L’arte, l’agricoltura e la cucina sono parte essen-ziale di queste identità.

I dati tracciati mostrano un universo di Piccoli Co-muni in continua evoluzione, in cui gli italiani si ritrovano, si riconoscono e a cui fanno riferimento per rafforzare il senso di appartenenza. Il proprio piccolo comune rappresenta, da un lato il luogo pri-vilegiato in cui il cittadino svolge la propria attività quotidiana, fatta di lavoro, cultura, famiglia, diver-timento e socialità, dall’altro anche il soggetto isti-tuzionale cui ci si rivolge per avere una risposta ai propri bisogni, difficoltà, voglia di partecipazione. Senza voler rappresentare un quadro esaustivo sulle peculiarità delle singole realtà territoriali, l’Atlante analizza le principali variabili sociali, de-mografiche, fisiche, economiche ed istituzionali dei Piccoli Comuni italiani, con l’obiettivo di dare una visione multidisciplinare di un fenomeno, su-perando un metodo di stretta divisione dei saperi. Facendo riferimento alla base informativa di fon-ti statistiche ufficiali, l’analisi e l’elaborazione di indicatori vengono suddivise in due macroambiti tematici.

Nella Prima Parte, I Piccoli Comuni italiani. Geografia, storia e istituzioni, si raccontano i caratteri genera-li delle realtà territoriali in termini di numerosi-tà e dimensioni demografiche. E’ stato analizzato come questi si siano evoluti nel tempo, prenden-

6 do laddove possibile come anno di riferimento il 1861, anno dell’Unità d’Italia, presentando le prin-cipali variazioni in termini di numerosità e di po-polazione residente. Sono state quindi evidenziate le principali trasformazioni amministrative e de-mografiche che hanno caratterizzato l’universo dei Piccoli Comuni di allora.

Nella Seconda Parte, Principali variabili sociali, am-bientali ed economiche, viene realizzata un’analisi puntale degli indicatori per la caratterizzazione e la misura delle numerose dimensioni relative all’universo delle amministrazioni con meno di 5.000 abitanti:

• Popolazione residente e straniera. Descrive i ca-ratteri strutturali della popolazione dei Piccoli Co-muni e le principali dinamiche in atto (immigra-zione, invecchiamento, famiglie, ecc..),

• Territorio e ambiente. Si articolano qui le analisi relative agli aspetti geografici e ambientali del ter-ritorio dei Piccoli Comuni, nonché la descrizione della propensione al rispetto dell’ambiente a alla gestione dei servizi locali ambientali in chiave di efficacia, efficienza ed economicità

• Economia ed offerta turistico ambientale. Forni-sce indicazioni relative ai caratteri economici dei comuni (nata-mortalità delle imprese, sportelli bancari, reddito imponibile) ed alla disponibilità di strutture ricettive.

L’ultima Parte dell’Atlante, le Unioni di Comuni e Comunità Montane: rilevazione 2011, racconta temi

e numeri del fenomeno dell’associazionismo dei comuni italiani. Emerge come questi modelli isti-tuzionali abbiano rappresentato e rappresenti-no in modo crescente un volano per lo sviluppo dell’intero sistema delle gestioni associate inter-comunali di servizi e funzioni, consentendo - ai comuni tutti ed ai Piccoli Comuni in particolare - di avere maggiore forza e adeguatezza, ponen-do tali tematiche al centro dell’attuale dibattito sull’efficienza delle istituzioni esistenti.

Per ciascuna parte del rapporto viene fornita una lettura essenziale dei dati di base, anche attra-verso una descrizione cartografica dei fenomeni maggiormente rappresentabili in termini di geo-referenziazione.

Queste ed altre misure dell’Atlante ci parlano di una qualità della vita in questi piccoli centri molto ele-vata, capace di innescare circoli virtuosi, rendere at-trattivo il territorio, creare i presupposti per limitare l’esodo della popolazione verso contesti urbani di maggiore dimensione, permettere al Paese di cresce-re sulla base delle sue risorse così intrinsecamente uniche e preziose, ovvero le sue comunità locali.

I Piccoli Comuni Italiani.Geografia, storiae istituzioni

• La distribuzione dei Piccoli Comuni• 1861-2011: l’Italia dei Piccoli Comuni • Gli amministratori comunali:• le donne sindaco

PARTE PRIMA

9I Piccoli Comuni italiani (PC) rappresentano il 70,2% del totale nazionale. Sono una delle grandi anime istituzionali dell’Italia che hanno contribuito alla crescita dei nostri territori negli ultimi trent’anni.

Sono 5.683 i comuni con popolazione residente in-feriore o pari a 5.000 abitanti. In Valle d’Aosta solo il capoluogo regionale ha una popolazione supe-riore ai 5.000 abitanti. In Molise i PC raggiungono quasi il 92% del totale dei comuni molisani, in Trentino - Alto Adige rappresentano quasi l’89,8% dei comuni regionali; seguono il Piemonte con l’88,7% e la Sardegna con l’83%.

Percentuali superiori alla media nazionale si regi-strano anche per i PC dell’Abruzzo (82%), della Ca-labria (80%), della Liguria (77,9%), della Basilicata (75,6%), del Friuli - Venezia Giulia (71,1%) e della Lombardia (70,4%).

È, all’opposto, la Puglia la regione in cui si trova la percentuale minore di PC sul totale regionale (32,6%). Meno della metà dei comuni dell’Emilia Romagna e della Toscana sono di piccole dimen-sioni (44,8% e 46,7%), mentre quelli della Sicilia e del Veneto rappresentano poco più della metà del totale regionale (rispettivamente 51,3% e 53,9%).

Nei Piccoli Comuni risiede il 17,1% della popolazio-ne italiana (10.349.962 abitanti). Il loro peso demo-grafico è rilevante in molte regioni, a cominciare dalla Valle d’Aosta, dove il 72,6% della popolazione vive nei 73 PC. Seguono il Molise e il Trentino - Alto Adige dove rispettivamente il 49,1% e il 44,7% degli abitanti risiede in un PC, mentre sono un abitante

su tre in Calabria e Basilicata (rispettivamente il 33,3% e il 33,1%). All’opposto i PC della Puglia, dove vive il 5,3% della popolazione regionale, seguiti dai PC laziali e toscani (8,1% e 8,7%).

Il numero complessivo dei PC è diminuito nell’ul-timo anno a causa di variazioni demografiche (in aumento o in diminuzione) ed amministrati-ve. Così, 16 comuni che nel 2009 facevano parte dell’universo dei PC ne sono usciti in quanto la popolazione residente ha superato i 5.000 abitanti (in prevalenza nelle regioni centro-settentrionali), mentre, all’opposto, 6 comuni ne sono entrati a far parte. Due PC lombardi, Orio al Serio e Rodano, registrano variazioni territoriali, rispettivamente per acquisizione e cessione di territorio con co-muni limitrofi.

La distribuzione dei Piccoli Comuni

10Tabella 1. Numerosità e popolazione residente dei comuni italiani e dei Piccoli Comuni, per regione, 2010

Regione Comunidi cui Piccoli Comuni Popolazione

residente*

di cui neiPiccoli Comuni

V.A. % V.A. %

Piemonte 1.206 1.070 88,7% 4.456.525 1.316.068 29,5%

Valle d’Aosta 74 73 98,6% 128.129 93.076 72,6%

Lombardia 1.546 1.088 70,4% 9.909.216 2.155.462 21,8%

Trentino - Alto Adige 333 299 89,8% 1.036.639 463.697 44,7%

Veneto 581 313 53,9% 4.936.197 804.387 16,3%

Friuli - Venezia Giulia 218 155 71,1% 1.235.761 288.046 23,3%

Liguria 235 183 77,9% 1.616.993 250.567 15,5%

Emilia Romagna 348 156 44,8% 4.429.729 415.221 9,4%

Toscana 287 134 46,7% 3.749.201 325.995 8,7%

Umbria 92 58 63,0% 906.675 121.754 13,4%

Marche 239 172 72,0% 1.564.881 343.702 22,0%

Lazio 378 253 66,9% 5.724.365 465.761 8,1%

Abruzzo 305 250 82,0% 1.342.178 363.425 27,1%

Molise 136 125 91,9% 319.834 156.898 49,1%

Campania 551 331 60,1% 5.833.120 684.464 11,7%

Puglia 258 84 32,6% 4.090.469 218.268 5,3%

Basilicata 131 99 75,6% 587.680 194.554 33,1%

Calabria 409 327 80,0% 2.011.532 670.365 33,3%

Sicilia 390 200 51,3% 5.050.486 490.029 9,7%

Sardegna 377 313 83,0% 1.675.279 528.223 31,5%

Totale 8.094 5.683 70,2% 60.604.889 10.349.962 17,1%* Dati aggiornati al 30 novembre 2010

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat, 2011

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Tabella 2. Le variazioni demografi che e territoriali dei Piccoli Comuni italiani nel 2010

Piccoli Comuni in ingresso

Regione Denominazione Popolazione 1 gennaio 2010

Popolazione 30 novembre 2010

Lombardia Breno 5.018 4.966Veneto Montecchio Precalcino 5.031 4.985Lazio Supino 5.016 4.997Lazio Castro dei Volsci 5.012 4.988Sicilia Butera 5.004 4.991Sicilia Santo Stefano Quisquina 5.034 4.974

Piccoli Comuni in uscita

Regione Denominazione Popolazione 1 gennaio 2010

Popolazione 30 novembre 2010

Piemonte Verolengo 4.970 5.040Piemonte Varallo Pombia 4.964 5.018Lombardia Gorlago 4.993 5.058Lombardia Pontirolo Nuovo 4.983 5.111Lombardia Giussago 4.869 5.036Lombardia Misinto 4.985 5.081Trentino - Alto Adige Egna/Neumarkt 4.926 5.001Veneto Limana 4.983 5.009Emilia Romagna Zocca 4.999 5.029Toscana Fosdinovo 4.971 5.066Umbria Norcia 4.990 5.011Umbria Stroncone 4.942 5.025Lazio Bassano Romano 4.981 5.051Campania Francolise 5.000 5.027Campania Alvignano 4.980 5.008Puglia Stornara 4.990 5.113

Variazioni territoriali dei Piccoli Comuni esistenti al 30 novembre 2010

Regione Denominazione Descrizione della variazione territoriale

Lombardia Orio al Serio (1.753 ab.) Acquisisce una zona di territoriostaccata dal comune di Bergamo.*

Lombardia Rodano (4.470 ab.) Perde una zona di territorio aggregata al comune di Vignate.**

* Legge Regionale 25 gennaio 2010, n° 2: B.U.R. n° 4 del 29 gennaio 2010, 1° S.O

** Legge Regionale 9 febbraio 2010, n° 10: B.U.R. n° 6 del 12 febbraio 2010, 2° S.O

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat, anni vari

12 L’universo geografico dei PC dal 1861 ad oggi è cambiato in maniera significativa, anche perché nell’anno dell’Unità non erano annessi al Regno d’Italia una parte dei territori laziali, nonché la to-talità di quelli alto atesini, veneti e friulani.

Il nascente Regno è costituito prevalentemente da Piccoli Comuni: 6.831 realtà territoriali locali, l’88,5% del totale nazionale, hanno meno di 5.000 abitanti, ed in essi vive poco meno della metà del-la popolazione italiana (49,7%). Tra questi, 1.097 contano fino a 500 abitanti, mentre 1.606 hanno una popolazione compresa tra 500 e 1.000 abitanti (Figura 1). Centocinquanta anni fa erano piemon-tesi i 2 comuni con il minor numero di residenti: Baratonia (45 abitanti), che fu annesso a Varisella nel 1870, e Claviere, ancora oggi autonomo, la cui popolazione è passata da 68 a 213 abitanti, oggi 235-esimo per dimensione.

A 150 anni di distanza sono, come detto, 5.683 i comuni con meno di 5.000 abitanti, di cui 832 con meno di 500 abitanti e 1.116 quelli con popola-zione compresa tra 500 e 1.000 abitanti (Figura 2). Pur essendo ancora molto diffusi in alcune aree del Paese (Piemonte, Lombardia, Marche, Abruz-zo, Calabria e Sardegna), si osserva, nel 2010, una minor distribuzione rispetto al 1861. Molto nu-merosi sono poi i PC dell’area nord-orientale del Paese, inizialmente non annesse al Regno d’Italia. In Emilia Romagna e in Puglia si osserva, all’oppo-sto, una minor concentrazione di Piccoli Comuni rispetto al passato.

Nei due anni di riferimento resta comune la distri-buzione geografica dei PC prevalentemente nelle zone montane alpine e della dorsale appenninica, a conferma di come soprattutto le politiche di svi-luppo rurale e di turismo di qualità abbiano non solo frenato l’esodo da questi territori, ma anzi siano riuscite a rivitalizzare tali aree.

1861-2011: l’Italia dei Piccoli Comuni

13

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell'Agricoltura,Industria e Commercio - Censimento della popolazione del Regno d’Italia 1861

Figura 1. La geogra�a dei Piccoli Comuni del Regno d’Italia, 1861

14

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011

Figura 2. La geogra�a dei Piccoli Comuni italiani, 2010

15Dal 1861 ad oggi, a fronte di un aumento nel nume-ro complessivo delle realtà amministrative comu-nali italiane, si osserva una contrazione dei Piccoli Comuni, passati dall’88,5% al 70,2% sul totale dei comuni italiani. L’analisi evidenzia, in particolare, una forte riduzione dei PC tra 1921 (quando erano l’80,1%), e il 1931 (73,2%). Tale riduzione è in parte riconducibile alla riforma degli enti locali operata nel 1928 dal regime fascista, in virtù della quale i co-muni minori circostanti i comuni capoluogo furono riunificati in questi ultimi per legittimare ulterior-mente la nuova struttura verticistica e accentrata del ventennio. A tale fase è poi seguita una parziale ripresa, almeno fino al 1971 (75,6%) quando è ini-ziato un nuovo periodo di contrazione sino ad oggi.

Non solo variazioni amministrative e/o territoriali, ma anche variazioni demografiche hanno influito su tale risultato. Così dei 6.831 Piccoli Comuni del 1861 ben 1.692 hanno ad oggi superato i 5.000 abitanti, mentre 5.139 sono rimasti al di sotto di tale soglia.

Al fine di meglio comprendere l’evoluzione inter-corsa in questi primi 150 anni di storia unitaria, nelle pagine successive si presenta un’istantanea delle piccole realtà comunali italiane esistenti al 1861: come erano allora e come sono diventate al 1° gennaio 2011.

Dei 1.692 comuni con oltre 5.000 abitanti, 67 sono confluiti in capoluoghi di regione. Nella fattispe-cie, Milano conta il maggior numero di annessioni di Piccoli Comuni, ben 28. Seguono Genova, con 20 annessioni, L’Aquila, che ne ha registrate 6 e Na-poli 5. Bari ed Ancona hanno inglobato entrambe

3 Piccoli Comuni dell’epoca, mentre Cagliari e Bo-logna 1 ciascuno. La taglia demografica di questi 67 comuni confluiti in capoluoghi di regione era eterogenea: varia da un minimo di 106 abitanti di Cassina Triulza (ora territorio milanese) fino ad un massimo di 4.754 residenti di Carbonara di Bari, attualmente facente parte del capoluogo pugliese.

Altri 136 Piccoli Comuni di allora sono confluiti in capoluoghi di provincia. In questo caso, Reggio Ca-labria e Lecco hanno inglobato il maggior numero di territori comunali, rispettivamente 11 e 9, se-guiti da Pavia, Brescia, Verbania, Varese, Como ed Imperia, a quota 7.

Al netto dei 67 e dei 136 Piccoli Comuni suddetti, si contano ulteriori 1.489 casi di comuni dell’epo-ca che dopo 150 anni hanno superato la soglia dei 5.000 abitanti. Tali incrementi di popolazione pos-sono ricondursi, come sopra, a variazioni territoriali ed amministrative oppure a situazioni di crescita demografica. Alla prima fattispecie corrispondono i boom demografici di 595 comuni (Tabella 4).

16Tabella 3. Numerosità e popolazione residente in Italia e nei Piccoli Comuniai censimenti dal 1861 al 2001 e al novembre 2010

Anno

Italia Piccoli Comuni % Piccoli Comuni su Italia

N° comuni Popolazione residente N° comuni Popolazione

residente N° comuni Popolazione residente

1861 7.720 21.777.334 6.831 10.829.824 88,5% 49,7%

1871 8.383 26.801.154 7.286 13.166.695 86,9% 49,1%

1881 8.260 28.953.480 7.023 13.385.047 85,0% 46,2%

1901 8.262 32.965.504 6.810 13.542.532 82,4% 41,1%

1911 8.324 35.845.098 6.691 13.472.069 80,4% 37,6%

1921 9.194 39.943.528 7.363 13.977.288 80,1% 35,0%

1931 7.311 41.651.617 5.354 12.333.713 73,2% 29,6%

1936 7.339 42.993.602 5.356 12.309.597 73,0% 28,6%

1951 7.810 47.515.537 5.721 12.405.391 73,3% 26,1%

1961 8.035 50.623.569 6.049 12.292.372 75,3% 24,3%

1971 8.056 54.136.547 6.090 11.597.333 75,6% 21,4%

1981 8.086 56.556.911 5.963 11.001.605 73,7% 19,5%

1991 8.100 56.778.031 5.903 10.781.139 72,9% 19,0%

2001 8.101 56.993.742 5.834 10.577.557 72,0% 18,6%

2010 8.094 60.604.889 5.683 10.349.962 70,2% 17,1%

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell’Agricoltura,Industria e Commercio e Istat, anni vari

17

Sono invece 894 i comuni “cresciuti” sopra i 5.000 abitanti a seguito di soli incrementi demografici. Tra questi, ci sono casi significativi di comuni che hanno fortemente incrementato la propria popola-zione, come è successo a Baranzate (in provincia di Milano) cresciuto del 6.517%, Nichelino (in provin-cia di Torino) o di Castel Volturno (Caserta) in cui la popolazione residente è cresciuta di oltre il 4.000%. Sembra trattarsi per lo più di comuni che si trovano in prossimità di grandi aree urbane (Tabella 5).

Infine, considerando soltanto i comuni che nel 1861 non superavano i 5.000 residenti, prescindendo quin-di dalle variazioni amministrative e territoriali che li hanno investiti, si riportano, nella tabella 6, i 20 casi più eclatanti di “boom demografico” occorsi in 150 anni di storia italiana. Si tratta per lo più di comuni lombardi (13), localizzati nelle immediate vicinanze del capoluogo meneghino. Sono due le sorprese che emergono dai dati della tabella 6: Pescara ed Olbia erano, al momento dell’Unità, due Piccoli Comuni, con rispettivamente 4.557 e 2.486 abitanti.

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell'Agricoltura,Industria e Commercio e Istat, anni vari

800

1.800

2.800

3.800

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5.800

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1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2010

Comuni con più di 5.000 abitanti Piccoli Comuni

Gra�co 1. Trend del numero dei Piccoli Comuni e dei comuni con più di 5.000 abitanti,censimenti dal 1861 al 2001 e novembre 2010

Nu

mer

o co

mu

ni

18Tabella 4. I primi 10 Piccoli Comuni del 1861, confl uiti in altri comuni,per incremento demografi co

Regione Provincia Comune del 1861

Popolazione 1861

Comune in cui è

confl uito

Popolazione 2011

Var. % 1861-2011

PiemonteVerbano

CusioOssola

CranaGattugno 99 Omegna 15.991 16053%

Lombardia Milano Cassina de’ Gatti 554 Sesto San

Giovanni 81.130 14544%

Lombardia Varese Cajello 408 Gallarate 51.751 12584%

Lombardia Milano Grancino 213 Buccinasco 26.937 12546%

Lombardia Milano Pontesesto 431 Rozzano 41.363 9497%

Lombardia Milano Lucernate 536 Rho 50.686 9356%

Lombardia Milano SanGiuliano 398 San Giuliano

Milanese 36.871 9164%

Lombardia Milano Incirano 526 Paderno Dugnano 47.695 8967%

Piemonte Torino Revigliasco Torinese 660 Moncalieri 58.320 8736%

Lombardia Monza e Brianza

Cassina Aliprandi 483 Lissone 42.474 8694%

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell’Agricoltura,Industria e Commercio e Istat, anni vari

19Tabella 5. I primi 10 Piccoli Comuni del 1861, per incremento demografi co

Regione Provincia Comune Popolazione 1861

Popolazione 2011

Var. %1861-2011

Lombardia Milano Baranzate 173 11.448 6.517%

Piemonte Torino Nichelino 964 48.946 4.977%

Campania Caserta Castel Volturno 534 24.149 4.422%

Lombardia Milano Cesano Boscone 647 23.935 3.599%

Sardegna Cagliari Capoterra 1.070 24.030 2.146%

Piemonte Torino Collegno 2.264 50.137 2.115%

Lombardia Milano Corsico 1.590 34.507 2.070%

Campania Napoli Qualiano 1.213 25.313 1.987%

Sicilia Catania Gravina di Catania 1.394 27.363 1.863%

Lombardia Milano Bresso 1.408 26.399 1.775%

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell’Agricoltura,Industria e Commercio e Istat, anni vari

20 Da un punto di vista cartografico è ancora più evi-dente come il processo di crescita demografica (an-che a seguito delle variazioni amministrative e ter-ritoriali) abbia riguardato per lo più i Piccoli Comuni posti in prossimità dei capoluoghi di regione e di provincia. Tale fenomeno è evidente per le piccole realtà che circondano Milano, Torino, Bologna, Na-poli, Brindisi e Cagliari. In queste realtà i grandi cen-tri urbani hanno agito da catalizzatori di forza lavo-ro, che però per diverse ragioni (economiche a causa dei costi delle abitazioni, ma anche di qualità della vita) ha deciso di insediarsi nei comuni limitrofi.

I restanti 5.139 Piccoli Comuni di allora non han-no, invece, oltrepassato, dopo 150 anni, la soglia dei 5.000 residenti, alcuni dei quali neppure in presenza di processi di fusione. Tra questi, nella tabella 7, si riportano i 15 casi più evidenti in cui, nonostante l’elevato numero di annessioni terri-toriali avvenute tra Piccoli Comuni esistenti nel 1861, il comune che ne è derivato conta ancora oggi una popolazione inferiore ai 5.000 abitanti.

Per quanto riguarda la popolazione residente nei comuni italiani (tabella 4 e grafico 2), si evidenzia invece la netta contrapposizione tra i comuni di di-mensioni demografiche maggiori, che registrano un trend di crescita sostenuto e continuo, e i PC che registrano una graduale contrazione della percen-tuale di popolazione ivi residente. Se al momento dell’Unità, un italiano su 2 viveva in un PC, ora sono meno di 1 su 5. Tuttavia, occorre sottolineare come la popolazione residente nei PC, in valori assoluti, sia rimasta pressoché stabile rispetto al 1861: era al-lora 10,829 milioni, mentre, nell’ultima rilevazione, ammonta a 10,349 milioni. Il forte decremento rile-vato in termini percentuali in questo periodo è do-vuto quindi alla fortissima crescita della popolazio-ne complessiva italiana, passata da 21,777 milioni agli attuali 60,604 milioni. In altri termini, in questi primi 150 anni di storia unitaria, la popolazione è complessivamente cresciuta a ritmi sostenuti, ma tale fenomeno sembrerebbe aver riguardato princi-palmente le città ed i centri urbani di maggiori di-mensioni demografiche. Parallelamente, da questi dati sembra emergere come sia semplicistico par-lare di spopolamento dei Piccoli Comuni, anche se rimane indubbio il fatto che questi territori abbiano caratteristiche e problematiche tali da renderli un universo a sé stante nel panorama socio-demogra-fico, economico e territoriale italiano.

21Tabella 6. I primi 20 Piccoli Comuni del 1861 per boom demografi co

Regione Provincia Comune Popolazione 1861

Popolazione 2011

Var. %1861-2011

Lombardia Milano Baranzate 173 11.448 6517%

Lombardia Milano San Donato Milanese 503 32.702 6401%

Lombardia Milano Segrate 579 34.352 5833%

Piemonte Torino Nichelino 964 48.946 4977%

Lombardia Milano Rozzano 825 41.363 4914%

Campania Caserta Castel Volturno 534 24.149 4422%

Lombardia Milano Pero 290 10.749 3607%

Lombardia Milano Cesano Boscone 647 23.935 3599%

Lombardia Milano Paderno Dugnano 1.575 47.695 2928%

Lombardia Milano San Giuliano Milanese 1.265 36.871 2815%

Lombardia Milano Buccinasco 927 26.937 2806%

Abruzzo Pescara Pescara 4.557 123.077 2601%

Lombardia Milano Cologno Monzese 2.061 47.794 2219%

Sardegna Olbia Tempio Olbia 2.486 56.066 2155%

Sardegna Cagliari Capoterra 1.070 24.030 2146%

Piemonte Torino Collegno 2.264 50.137 2115%

Lombardia Milano Corsico 1.590 34.507 2070%

Lombardia Milano Peschiera Borromeo 1.091 22.774 1987%

Campania Napoli Qualiano 1.213 25.313 1987%

Lombardia Milano Pioltello 1.821 36.369 1897%

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell’Agricoltura,Industria e Commercio e Istat, anni vari

22

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell'Agricoltura,Industria e Commercio e Istat, anni vari

Piccoli Comuni del 1861 chesuperano i 5.000 ab. al 1.01.2011

Capoluoghi di provincia

Capoluoghi di Regione

Trentino - Alto Adige, Friuli - Venezia Giulia e parte del Lazio non rientravano nei con�ni del Regno d’Italia del 1861

Figura 3. I 1.692 Piccoli Comuni che hanno superato la soglia dei 5.000 residenti

23Tabella 7. I 15 Piccoli Comuni del 1861 rimasti tali nonostante le variazioniamministrative, per numero di comuni annessi

Regione Provincia Comune 2011

N° PC del 1861 che

compongono il nuovo comune

Popolazione 1861*

Popolazione 2011

Var. % 1861-2011

Piemonte Torino Perrero 8 2.890 737 -74%

Lombardia Cremona Ca’ d’Andrea 7 1.579 482 -69%

Piemonte Torino Cesana Torinese 7 2.602 1.040 -60%

Lombardia Como Valsolda 6 1.428 1.639 15%

Lombardia Pavia Varzi 6 5.964 3.420 -43%

Lombardia Cremona Gadesco-Pieve Delmona 6 2.509 2.028 -19%

Liguria Imperia Borgomaro 6 2.338 884 -62%

Campania Benevento Sant’Angelo a Cupolo 6 2.779 4.314 55%

Lombardia Pavia Certosa di Pavia 5 2.001 4.967 148%

Piemonte Alessandria Borghetto di Borbera 5 2.484 2.009 -19%

Lombardia Lecco Primaluna 5 1.509 2.170 44%

Piemonte Verbano Cusio Ossola Valstrona 5 1.361 1.254 -8%

Lombardia Varese Maccagno 5 1.402 2.041 46%

Lombardia Cremona Persico Dosimo 5 2.776 3.370 21%

Lombardia Cremona Torre de’ Picenardi 5 2.406 1.801 -25%

* La popolazione del 1861 è pari alla somma del numero di residenti dei comuni allora esistenti che sono poi confl uitinel Piccolo Comune odierno

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio e Istat, anni vari

24

È bene precisare che gli attuali 5.683 Piccoli Co-muni corrispondono a 5.257 comuni esistenti nel 1861. Tra questi ultimi 119 contavano oltre 5.000 abitanti: Montaione, in Toscana, era il più popolo-so con 10.143 residenti (oggi ne ha 3.764).

Si aggiunga inoltre che, come già rilevato, diver-se riforme della legislazione comunale e provin-ciale, nonché processi di fusione, soppressione e cambi di denominazione, hanno modificato, in alcune aree anche profondamente, il numero e la struttura dei comuni italiani. Così, dei 5.257 co-muni allora esistenti, soltanto 4.601 sono quelli ancora autonomi. Così, di queste 4.601 realtà ter-ritoriali esistenti al 1861 che costituiscono l’uni-

verso dei Piccoli Comuni odierni, 2.119 hanno registrato, in 150 anni, un incremento del nume-ro di cittadini, mentre nei restanti 2.482 la popo-lazione è diminuita o rimasta inalterata (Figura 4). Questi ultimi sono localizzati principalmente lungo l’arco alpino, e, in misura minore, lungo l’arco appenninico delle regioni del centro-sud. In particolare, tra i Piccoli Comuni del 1861 anco-ra oggi esistenti Carrega Ligure (in Piemonte) ha registrato il massimo decremento demografico (-95,5%), passando dai 1.902 abitanti dell’epoca agli attuali 85. Variazioni demografiche positive si rilevano, invece, per i PC localizzati in prossi-mità delle grandi aree urbane e per quelli costie-ri della Sardegna e della Puglia.

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio e Istat, anni vari

Gra�co 2. Trend della popolazione residente nei Piccoli Comuni e nei comunicon più di 5.000 abitanti, censimenti dal 1861 al 2001 e novembre 2010

05.000.000

10.000.00015.000.00020.000.00025.000.00030.000.00035.000.00040.000.00045.000.00050.000.00055.000.000

1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2010

Comuni con più di 5.000 abitanti Piccoli Comuni

Pop

olaz

ion

e re

sid

ente

25

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio - Censimento della popolazione del Regno d’Italia 1861 e Istat 2011

Variazione negativa

Variazione positiva

Figura 4. La dinamica demogra�ca dei Piccoli Comuni italiani, 1861-2010

26 Sono 5.672 i sindaci in carica nei Piccoli Comuni(1), di cui solo 661 (pari all’11,7%) è rappresentato da donne. Pur trattandosi di una presenza ancora esi-gua, che rispecchia in generale la bassa incidenza della presenza femminile nel mondo delle istitu-zioni e nel mercato del lavoro italiano, si tratta di un dato comunque superiore al livello medio na-zionale pari al 9,6%. Tale dato sembra confermare l’ipotesi secondo cui nelle realtà locali di minore dimensione demografica le donne hanno maggio-ri possibilità di declinare il loro impegno politico.

È nei PC del nord Italia che si rileva la maggior pre-senza di donne elette alla carica di sindaco: in tut-te le regioni settentrionali la percentuale di par-tecipazione femminile è sempre al di sopra della media nazionale, e varia da un minimo del 12,9% dei PC friulani ad un massimo del 20,5% dei PC emiliano - romagnoli. L’unica eccezione è rappre-sentata dalle realtà trento-atesine, dove poco più di un sindaco su 10 è donna (10,4%).

All’opposto nei PC delle regioni centro - meridio-nali la percentuale di donne che ricopre la carica di primo cittadino è generalmente inferiore al valore medio italiano. Solo i PC umbri ed abruzzesi mo-strano percentuali superiori ed in linea con i valori dei PC settentrionali (rispettivamente, 13,8% e 12%).

1 Dei 5.683 Piccoli Comuni su cui è stata condotta l’analisi 9 sono commissariati mentre Consiglio di Rumo, Germasino e Gravedona, in provincia di Como, hanno costituito a febbraio 2011 il nuovo comune di Gravedona ed Uniti (andato alle pro-prie prime elezioni comunali nel maggio 2011). Sono 6 invece i comuni con più di 5.000 abitanti commissariati.

Se confrontati con i dati rilevati nei comuni con oltre 5mila abitanti emerge come in molte regioni italiane la presenza di donne sindaco sia superiore nei PC rispetto alle realtà demografiche maggiori. In Abruzzo, poi, il 12% delle giunte dei PC è guidata da una donna, mentre non si rilevano comuni con oltre 5.000 residenti in cui il primo cittadino è don-na. Situazioni analoghe, anche se con percentuali diverse, si rilevano per le amministrazioni campa-ne e lucane.

Solo nei PC di Piemonte, Valle d’Aosta, Trentino - Alto Adige, Toscana, Marche e Molise la percentua-le di Piccoli Comuni amministrati da donne è infe-riore a quella rilevata nelle realtà in cui risiedono oltre 5.000 abitanti.

In particolare, la partecipazione femminile appare evidente nei PC dell’arco alpino, in alcune area della pianura padana, lungo l’Appennino e in Sardegna.

Gli amministratori comunali: le donne sindaco

27

Tabella 8. Le donne sindaco nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitantied in Italia, per regione, giugno 2011

Regione

Sindaci nei Piccoli Comuni Sindaci nei comuni con più di 5.000 abitanti

Totaledi cui donne sindaco

Totaledi cui donne sindaco

V.A. % V.A. %

Piemonte 1.070 144 13,5% 136 21 15,4%

Valle d’Aosta 73 11 15,1% 1 0 0,0%

Lombardia 1.086 158 14,5% 458 59 12,9%

Trentino -Alto Adige 299 31 10,4% 34 5 14,7%

Veneto 313 44 14,1% 268 31 11,6%

Friuli -Venezia Giulia 155 20 12,9% 63 5 7,9%

Liguria 183 27 14,8% 52 5 9,6%

Emilia Romagna 156 32 20,5% 191 37 19,4%

Toscana 134 13 9,7% 153 21 13,7%

Umbria 58 8 13,8% 34 4 11,8%

Marche 172 15 8,7% 67 8 11,9%

Lazio 253 20 7,9% 125 5 4,0%

Abruzzo 250 30 12,0% 55 0 0,0%

Molise 124 9 7,3% 11 1 9,1%

Campania 331 22 6,6% 219 4 1,8%

Puglia 84 8 9,5% 173 10 5,8%

Basilicata 99 7 7,1% 32 1 3,1%

Calabria 323 16 5,0% 79 3 3,8%

Sicilia 197 10 5,1% 190 4 2,1%

Sardegna 312 36 11,5% 64 7 10,9%

Totale 5.672 661 11,7% 2.405 231 9,6%

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell’Interno, Regione Friuli - Venezia Giulia, Regione Siciliana e Regione Valle d’Aosta, giugno 2011

28

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell'Interno,Regione Friuli - Venezia Giulia, Regione Siciliana e Regione Valle d’Aosta, giugno 2011

Donne

I sindaci nei Piccoli Comuni

Uomini

Figura 5. I sindaci nei Piccoli Comuni, per genere, giugno 2011

Principali variabili sociali, ambientali ed economiche

• Popolazione residente e straniera• Territorio e Ambiente• Economia ed offerta turistico ambientale

PARTE SECONDA

Popolazione residentee straniera

• Densità territoriale• Famiglie• Natalità• Struttura per età della popolazione• Dipendenza demografica• Invecchiamento della popolazione• Quantità della vita• Tasso migratorio• Trend della popolazione straniera• Incidenza della popolazione straniera• Natalità degli stranieri• Minori stranieri• La piramide dell’età

33

Densità territoriale

La distribuzione dei PC sul territorio nazionale evidenzia una forte etereogenità geografica. Com-plessivamente i PC occupano il 54% del territorio nazionale, distribuendosi per la maggior parte al nord. I PC della Valle d’Aosta rappresentano quasi il totale della superficie complessiva (99,3%), così come i PC localizzati in Trentino - Alto Adige, Pie-monte, Liguria ed Abruzzo rappresentano oltre il 70% della superficie regionale. All’opposto i comu-ni pugliesi di piccole dimensioni sono meno di un sesto della superficie complessiva regionale (14%).

Se, tuttavia, in Valle d’Aosta i PC occupano la quasi totalità del territorio regionale, è anche vero che la popolazione che vi vive è pari solo allo 0,9% del to-tale della popolazione residente nei PC italiani, la percentuale più bassa a livello nazionale. È invece nelle piccole realtà amministrative lombarde che si concentra oltre un quinto della popolazione re-sidente nei PC (20,8%). Seguono quelle piemontesi (12,7%) e venete (7,8%). Al sud, le percentuali più elevate si rilevano in Campania e Calabria (rispet-tivamente 6,6% e 6,5%).

La densità territoriale media dei PC italiani, intesa come il rapporto tra la popolazione residente e la superficie territoriale, è pari a circa 64 abitanti per kmq. Lo stesso indicatore per i comuni con oltre 5.000 abitanti è pari a 362,7 abitanti/kmq mentre si contano 201 abitanti per kmq se si considera l’intera nazione.

I PC lombardi registrano il più alto numero di abi-tanti per kmq (141 ab/kmq), seguono quelli vene-ti (100 ab/kmq) e campani 89 ab/kmq. In tutte le altre regioni la densità media dei PC è inferiore agli 80 ab/kmq. I PC valdostani sono quelli con la minore densità territoriale (con circa 28 ab/kmq), seguiti da quelli sardi (31 ab/kmq).

34

Tabella 1. Densità territoriale nei Piccoli Comuni, per regione, 2010

Regione

Superfi cie territoriale (kmq)

% di superfi cie dei Piccoli Comuni

Popolazione residente Piccoli Comuni* Densità abitativa

Piccoli Comuni(ab./kmq)Piccoli

Comuni Totale V.A. %

Piemonte 19.921 25.402 78,4% 1.316.068 12,7% 66,1

Valle d’Aosta 3.242 3.263 99,3% 93.076 0,9% 28,7

Lombardia 15.284 23.863 64,1% 2.155.462 20,8% 141,0

Trentino -Alto Adige 10.846 13.607 79,7% 463.697 4,5% 42,8

Veneto 8.029 18.399 43,6% 804.387 7,8% 100,2

Friuli -Venezia Giulia 5.484 7.858 69,8% 288.046 2,8% 52,5

Liguria 3.906 5.422 72,0% 250.567 2,4% 64,2

Emilia Romagna 8.868 22.446 39,5% 415.221 4,0% 46,8

Toscana 9.432 22.994 41,0% 325.995 3,1% 34,6

Umbria 2.900 8.456 34,3% 121.754 1,2% 42,0

Marche 4.937 9.366 52,7% 343.702 3,3% 69,6

Lazio 7.463 17.236 43,3% 465.761 4,5% 62,4

Abruzzo 7.568 10.763 70,3% 363.425 3,5% 48,0

Molise 3.639 4.438 82,0% 156.898 1,5% 43,1

Campania 7.703 13.590 56,7% 684.464 6,6% 88,9

Puglia 2.761 19.358 14,3% 218.268 2,1% 79,1

Basilicata 5.802 9.995 58,1% 194.554 1,9% 33,5

Calabria 10.149 15.081 67,3% 670.365 6,5% 66,1

Sicilia 8.082 25.711 31,4% 490.029 4,7% 60,6

Sardegna 16.762 24.090 69,6% 528.223 5,1% 31,5

Totale 162.778 301.336 54,0% 10.349.962 100,0% 63,6

* Dati aggiornati al 30 novembre 2010

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011

35

La taglia demografica dei PC condiziona l’indicatore di densità territoriale. Questa è pari a 27 ab./kmq nei comuni con meno di 1.000 residenti, mentre sale a 96 ab/kmq nei piccoli comuni la cui popolazione re-sidente è compresa tra 2.501 e 5.000 abitanti.

La Figura 1 mostra come i PC più densamente abi-tati (oltre 200 ab./kmq) siano quelli localizzati in prossimità dei grandi centri urbani. Questo vale per i PC lombardi, così come per quelli piemontesi, veneti, campani e pugliesi. Non si trovano realtà amministrative con una densità superiore ai 200 abitanti per kmq in Umbria, Molise, Basilicata e Sardegna. All’opposto, i PC dove la densità abitati-va non supera i 50 ab./kmq sono localizzati preva-lentemente lungo la dorsale alpina e appenninica.

Tabella 2. Densità territoriale nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitantied in Italia, 2010

Piccoli ComuniComunicon più di 5.000 abitanti

ItaliaFino a 1.000

abitanti

Tra 1.001

e 2.500 abitanti

Tra 2.501

e 5.000 abitanti

Totale

Numero comuni 1.948 2.131 1.604 5.683 2.411 8.094

Popolazione residente 2010 1.078.722 3.545.667 5.725.573 10.349.962 50.254.927 60.604.889

Superfi cie territoriale (kmq) 39.822 63.517 59.439 162.778 138.558 301.336

Densità abitativa (ab./kmq) 27,1 55,8 96,3 63,6 362,7 201,1

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011

36

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011

Densità abitativa (ab./kmq)

Inferiore a 50

50-100

100-200

200 e oltre

Figura 1. Densità territoriale nei Piccoli Comuni, 2010

37Le variazioni demografiche registrate ogni anno in Italia sono legate da un rapporto di causa-effetto ai cambiamenti nella composizione del nucleo primario di tale struttura, ovvero la famiglia.

Quasi un quinto delle famiglie italiane vive in un Piccolo Comune, così come circa un sesto della popolazione residente in una famiglia ita-liana abita in un comune entro i 5.000 abitanti. Il numero dei gruppi familiari nei PC decresce fortemente al decrescere della classe di ampiez-za demografica: oltre la metà delle famiglie che risiede nei Piccoli Comuni predilige quelli che hanno una popolazione compresa tra i 2.501 e 5.000 abitanti (2.340.446), mentre sono poco più di un decimo le famiglie che vivono in realtà appartenenti alla classe demografica inferiore (497.018).

A livello nazionale, mediamente, ogni nucleo fa-miliare è composto da 2,40 individui. Complessi-vamente, nei PC questo dato è pari a 2,38, in linea con la media nazionale e varia in considerazione delle classi di ampiezza: da 2,16 della classe mi-nore ai 2,44 dei PC tra 2.501 e 5.000 abitanti, dato che supera, quindi, quello medio sia nazionale sia dei soli comuni con oltre 5.000 abitanti sempre pari a 2,40.

Famiglie

Tabella 3. La struttura delle famiglie nei Piccoli Comuni, nei comuni con piùdi 5.000 abitanti ed in Italia, 2010

Piccoli ComuniComuni con più di 5.000

abitantiItaliaFino a

1.000 abitanti

Tra 1.001 e 2.500 abitanti

Tra 2.501 e 5.000 abitanti

Totale

Famiglie 497.018 1.498.726 2.340.446 4.336.190 20.839.603 25.175.793

Popolazioneresidente in famiglia 1.074.139 3.531.134 5.702.017 10.307.290 50.002.655 60.309.945

Numero mediodi componenti 2,16 2,36 2,44 2,38 2,40 2,40

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011

38 L’immagine che restituisce la figura 2 è quella di un’Italia equilibrata, in cui la maggior parte delle famiglie rientrano nella fascia composta da 2-2,40 individui per famiglia. Le eccezioni più evidenti sono costituite al nord dai piccoli comuni del lom-bardo - veneto e da quelli localizzati nelle aree al-pine del Trentino - Alto Adige dove la media di in-dividui per famiglia supera spesso il valore medio dei PC e si attesta oltre 2,40. Questo avviene anche in alcuni PC dell’area napoletana, marchigiani, ca-labresi e sardi. Situazione opposta è, invece, quella che si evidenzia per i PC posizionati in Piemonte lungo il confine franco - italiano e nell’Appennino ligure - emiliano, dove si rilevano nuclei familiari costituiti mediamente da meno di 2 persone.

39

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011

Numero medio di componenti per famiglia

Inferiore a 2,00

2,00 - 2,40

2,40 e oltre

Figura 2. La dimensione media delle famiglie nei Piccoli Comuni, 2010

40

Natalità

Il tasso di natalità nei Piccoli Comuni italiani è, come nel resto del Paese, tra i più bassi d’Europa. A livello nazionale è mediamente pari a 9,27 nati per 1000 abitanti e, seppur sostenuto dalle dinamiche migratorie, registra, nel 2010, un valore inferiore al dato medio dell’anno precedente (9,43).

Per i PC questo valore nel 2010 è ancora più basso, e scende a 8,68 nati per 1.000 abitanti. Inferiore a tale valore medio per i PC è il tasso di natalità rilevato nei comuni fino a 1.000 residenti, pari a 7,25 nati ogni 1000 abitanti, e in quelli la cui popolazione è compresa tra 1.001 e 2.500 abitanti (8,32). Solo nelle realtà in cui risiedono tra 2.501 e 5.000 abitanti il valore dell’indice è in linea con il dato medio nazio-nale (9,17). Da segnalare, infine, come in 193 PC non si siano registrate nascite nel corso dell’anno 2010.

Più alto della media nazionale è il solo tasso di nata-lità medio dei comuni con più di 5.000 abitanti (9,39).

Nonostante la maggioranza dei PC abbia un dato relativo al tasso di natalità inferiore a quello na-zionale, dalla figura 3 si evidenzia come nelle re-altà amministrative minori dell’arco alpino (so-prattutto in Valle d’Aosta e Trentino - Alto Adige) e in quelle localizzate in prossimità di grandi aree urbane al nord e lungo la pianura padana, il tasso di natalità superi in molti casi quello medio nazio-nale. Analogo comportamento si verifica in alcuni PC calabresi, abruzzesi e marchigiani.

Tabella 4. La natalità nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitantied in Italia, 2010

Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti

ItaliaFino a 1.000

abitanti

Tra 1.001 e 2.500 abitanti

Tra 2.501 e 5.000 abitanti

Totale

Nati 7.812 29.486 52.496 89.794 472.150 561.944

Popolazioneresidente 1.078.079 3.544.753 5.726.052 10.348.884 50.277.558 60.626.442

Tasso di natalità* 7,25 8,32 9,17 8,68 9,39 9,27

*Valori ogni 1.000 abitanti

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011

41

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011

Tasso di natalità

Nessun nato

Inferiore a 9,27

29,27 e oltre40 e oltre

Figura 3. Tasso di natalità nei Piccoli Comuni, 2010

42

Struttura per età della popolazione

La popolazione residente nei Piccoli Comuni ita-liani è mediamente più anziana della popolazione complessiva italiana. La popolazione che ha più di 65 anni residente nei PC rappresenta, infatti, il 21,7%, a fronte del 19,9% dei comuni maggiori e del 20,2% a livello nazionale.

Se da un lato questi dati indicano come la più ele-vata presenza di popolazione anziana nei PC possa essere considerata un indicatore di benessere e di qualità della vita, dall’altro presuppone un’atten-zione maggiore nella realizzazione di servizi di welfare orientati ad una popolazione più anziana ed implica uno sforzo, anche economico, delle Am-ministrazioni locali in questa direzione. I minorenni, invece, nei PC costituiscono il 16,2% della popolazione residente in queste realtà ter-ritoriali, in linea con il dato medio nazionale del 16,9 % e di poco inferiore al 17,1% dei comuni di maggiori dimensioni.

Con riferimento alle taglie dimensionali demogra-fiche dei PC, quelli con popolazione compresa tra 2.501 e 5.000 abitanti presentano valori relativi alla presenza di popolazione anziana molto vicini al dato nazionale (20,4%), a differenza dei piccolissi-mi comuni, dove si evidenzia una popolazione re-sidente mediamente più anziana: il 26% ha almeno 65 anni, mentre la popolazione giovane (fino a 30 anni) è pari a poco meno del 27% del totale (nei Pic-coli Comuni con popolazione compresa tra 2.501 e 5.000 persone tale valore è superiore al 31%).

43

La piramide dell’età della popolazione residente nei Piccoli Comuni mette in evidenza questi feno-meni. La presenza di un’elevata percentuale di po-polazione matura ed anziana ripropone la forma a botte della struttura demografica rappresentativa ormai della società italiana da diversi anni: emer-ge la prevalenza di popolazione nelle classi 35-54 anni, che rende distante il grafico dalla tipica for-ma a piramide propria di un paese in crescita dove la popolazione giovane è maggiormente presente rispetto a quella anziana.

Tabella 5. La struttura per età della popolazione residente nei Piccoli Comuni,nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010

Piccoli ComuniComuni con più di 5.000

abitantiItaliaFino a

1.000 abitanti

Tra 1.001

e 2.500 abitanti

Tra 2.501

e 5.000 abitanti

Totale

0-17 anni 14,0% 15,8% 16,8% 16,2% 17,1% 16,9%

18-30 anni 12,8% 13,9% 14,3% 14,0% 14,3% 14,3%

31-64 anni 47,2% 47,8% 48,5% 48,1% 48,7% 48,6%

65-99 anni 26,0% 22,5% 20,4% 21,7% 19,9% 20,2%

100 e più anni 0,04% 0,03% 0,02% 0,03% 0,02% 0,02%

Popolazioneresidente 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010

Se tra i residenti entro il trentesimo anno di età emerge una relativa simmetria tra uomini e don-ne, per la popolazione più anziana si evidenzia una prevalenza del sesso femminile, ancora più marcata superato il settantesimo anno di età. Ol-tre gli 85 anni, la popolazione di sesso femminile è più del doppio di quella maschile (circa il 4% ri-spetto al 2%).

44

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010

Gra�co 1. La struttura per età della popolazione residente nei Piccoli Comuni italiani, 2010

Maschi Femmine

10,0% 8,0% 6,0% 4,0% 2,0% 0,0% 2,0% 4,0% 6,0% 8,0% 10,0%

0-4

10-14

20-24

30-34

40-44

50-54

60-64

70-74

80-84

45

Dipendenza demografica

Il tasso di dipendenza demografica fornisce una misura, approssimativa, del grado di dipendenza economico-sociale tra le generazioni fuori e den-tro il mercato del lavoro. In altre parole, il valore espresso dal tasso indica come la popolazione in età attiva (15-64 anni), oltre a dover fare fronte al proprio sostentamento ed alle proprie esigenze economiche e sociali, abbia teoricamente “a cari-co” una quota importante di popolazione inattiva (minori di 15 anni ed over 64enni). Nei Piccoli Comuni italiani, tale indicatore è più elevato (54%) rispetto ai comuni di maggiori di-mensioni (51,8%) o al Paese (52,2%). È nei piccolissimi comuni, quelli con meno di 1.000 abitanti, che il tasso di dipendenza assume valori particolarmente elevati, 60,1%. Solo nei PC con po-

polazione compresa tra i 2.501 e i 5.000 abitanti il valore dell’indice (52%) è inferiore alla media dei PC. Da un punto di vista spaziale, emerge come so-prattutto nei PC localizzati lungo l’arco alpino, i grandi centri urbani del nord, laziali e campani, le zone interne della Calabria e le zone costiere della Sardegna si rilevi un tasso di dipendenza inferiore al 52% (valore oltre il quale si verificano situazioni di squilibrio demografico). La maggior parte dei PC, soprattutto al nord e lungo la dorsale appenninica, sono compresi nella fascia 50%-75%, anche se si-tuazioni di particolare squilibrio demografico si ri-levano per i PC liguri ed in poche aree dell’Appen-nino centrale (con un valore uguale e superiore al 100%, che indica come ad ogni soggetto in età atti-va corrisponda almeno un soggetto non più attivo).

Tabella 6. Tasso di dipendenza demografi ca nei Piccoli Comuni,nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010

Piccoli ComuniComuni con più di 5.000

abitantiItaliaFino a

1.000 abitanti

Tra 1.001 e 2.500

abitanti

Tra 2.501 e 5.000

abitanti

Totale

Popolazione in età attiva 675.812 2.282.774 3.748.837 6.707.423 32.948.498 39.655.921

Popolazionein età non attiva 406.288 1.259.959 1.955.406 3.621.653 17.062.754 20.684.407

Tasso di dipendenza* 60,1% 55,2% 52,2% 54,0% 51,8% 52,2%

* Il tasso di dipendenza è calcolato come rapporto della popolazione in età non attiva (tra 0-14 anni e con 65 anni e più) sulla popolazione in età attiva (tra 15-64 anni), per 100.

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010

46

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011

Tasso di dipendenza demogra�ca

Inferiore a 52%

52% - 75%

75% - 100%

100% e oltre

Figura 4. Tasso di dipendenza demogra�ca nei Piccoli Comuni, 2010

47

Invecchiamento della popolazione

Il problema dell’invecchiamento è un fenomeno che caratterizza, ormai da tempo, la popolazione del nostro Paese. Quest’ultimo, associato ad una bassa natalità, rischia di limitare le potenzialità di crescita e sviluppo italiane. L’invecchiamento della popolazione è misurato sulla base di due indicatori:

• il tasso di invecchiamento,• il tasso di vecchiaia.

Condiviso è il fatto che il nostro sia un Paese con un alto tasso di invecchiamento, ovvero con va-lori percentuali elevati del rapporto della popola-zione con almeno 65 anni sul totale della popola-

zione residente. Questo fenomeno caratterizza la struttura demografica italiana da oltre vent’anni. Infatti, la popolazione con almeno 65 anni di età rappresenta oltre 1/5 della popolazione residente. Questo dato diviene ancora più preoccupante nei PC in generale e nei piccolissimi comuni in parti-colare, dove oltre un abitante su 4 ha compiuto i 65 anni di età (il tasso è del 26,1%).

Questi dati evidenziano come cresca di anno in anno la necessità di servizi mirati a far fronte alle esigenze di una popolazione che invecchia a rit-mi crescenti.

Tabella 7. Tasso di invecchiamento della popolazione nei Piccoli Comuni, nei comunicon più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010

Piccoli ComuniComuni con più di 5.000

abitantiItaliaFino a

1.000 abitanti

Tra 1.001 e 2.500

abitanti

Tra 2.501 e 5.000

abitanti

Totale

Popolazione con65 anni e più 282.028 798.702 1.162.202 2.242.932 9.963.538 12.206.470

Popolazioneresidente 1.082.100 3.542.733 5.704.243 10.329.076 50.011.252 60.340.328

Tasso di invecchiamento* 26,1% 22,5% 20,4% 21,7% 19,9% 20,2%

I dati relativi alla popolazione per classi di età si riferiscono al 1 gennaio 2010

* Il tasso di invecchiamento è calcolato come rapporto della popolazione con 65 annie più sul totale della popolazione residente, per 100

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010

48 Da un punto di vista geografico, i PC delle regioni alpine del Trentino - Alto Adige e della Valle d’Ao-sta, nonché i PC localizzati intorno alle aree urba-ne lombarde e venete, mostrano i tassi di invec-chiamento della popolazione residente inferiori al 20% e alla media nazionale. Sono queste zone in cui l’attuazione di politiche di sviluppo economico e rurale del territorio e la vicinanza con centri ur-bani maggiori possono aver generato fenomeni più spinti di pendolarismo lavorativo e quindi dove si preferisce, da un lato vivere in un piccolo centro in cui vi è un’elevata qualità della vita ed è più faci-le intessere relazioni sociali, dall’altro ci si sposta quotidianamente verso la città per motivi di lavoro (o di studio). Da segnalare anche alcune zone della Calabria e della Sardegna costiera, in cui i PC regi-strano i medesimi valori. Tassi di invecchiamento superiori al 40%, più del doppio quindi della media nazionale, si concentrano in alcuni PC dell’Appen-nino ligure - emiliano, nonché in alcune isolate aree dell’Appennino abruzzese e molisano.

49

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011

Tasso di invecchiamento

Inferiore a 20%

20% - 30%

30% - 40%

40% e oltre

Figura 5. Tasso di invecchiamento nei Piccoli Comuni, 2010

50

Tabella 8. Tasso di vecchiaia della popolazione nei Piccoli Comuni, nei comunicon più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010

Piccoli ComuniComuni con più di 5.000

abitantiItaliaFino a

1.000 abitanti

Tra 1.001 e 2.500

abitanti

Tra 2.501 e 5.000

abitanti

Totale

Popolazione con65 anni e più 282.028 798.702 1.162.202 2.242.932 9.963.538 12.206.470

Popolazionetra 0-14 anni 124.260 461.257 793.204 1.378.721 7.099.216 8.477.937

Tasso di vecchiaia* 227,0 173,2 146,5 162,7 140,3 144,0

* Il tasso di vecchiaia è calcolato come rapporto della popolazione con 65 anni e più sulla popolazione di età compresatra 0-14 anni, per 100

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010

Il tasso di vecchiaia nei PC, calcolato come rappor-to percentuale tra la popolazione con almeno 65 anni sulla popolazione di età compresa tra 0-14 anni, è pari a circa 162, dato che indica come gli anziani siano il 62% in più dei giovani. Si tratta di un valore molto più elevato della media dei comu-ni di maggiori dimensioni (poco più del 140) e del-la media del Paese (144), e determinato soprattutto dal valore rilevato nei piccolissimi comuni, dove tale indice è pari a 227: gli anziani sono, quindi, ben più del doppio rispetto alla popolazione gio-vane. Solo nei PC che superano i 2.500 abitanti il valore è prossimo alla media del Paese.

Da un punto di vista cartografico si evidenzia come i Piccoli Comuni posizionati lungo l’arco al-pino del Trentino - Alto Adige e della Valle d’Aosta e nei pressi delle aree urbane lombarde e venete siano quelli con il minor tasso di vecchiaia, men-tre preoccupante appare la situazione dei PC liguri e dell’Appennino emiliano e marchigiano, dove si rilevano tassi di vecchiaia che superano il valore di 300 (il doppio della media nazionale).

Una curiosità: Ingria e Ribordone, entrambi nella provincia di Torino, insieme a Rassa e Sabbia, in provincia di Vercelli, sono gli unici 4 Piccoli Co-muni italiani che non hanno residenti con meno di 15 anni.

51

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011

Tasso di vecchiaia

Inferiore a 20%

20% - 30%

30% - 40%

Figura 6. Tasso di vecchiaia nei Piccoli Comuni, 2010

52

Quantità della vita

I dati descritti lasciano intendere come l’eleva-ta qualità della vita nei PC, nonostante comporti maggiori oneri per la gestione del welfare locale per le classi di popolazione anziana, consente an-che una maggiore “quantità della vita”. Tale indi-catore è stato elaborato attraverso l’analisi dello scatter dell’incidenza dei longevi (80 anni e più) e la numerosità della popolazione nei Piccoli Co-muni e la misura dell’incidenza della popolazione con almeno 100 anni di età ogni 100.000 residenti. Il grafico 2 mostra il risultato dell’analisi di regres-sione effettuata tra l’incidenza dei longevi e la ta-

glia dimensionale dei Piccoli Comuni. Il coefficien-te di correlazione risulta negativo (r = -0,40): esiste dunque una relazione inversa tra l’incidenza degli ultra-ottantenni e la taglia demografica dei PC. In altri termini, l’osservazione della nuvola dei punti (in cui ogni punto rappresenta un Piccolo Comu-ne) mostra in modo chiaro come la presenza della popolazione con 80 anni e più rispetto alla popo-lazione totale residente sia più alta tra i piccolis-simi comuni (sotto i 1.000 abitanti) e decresca nei comuni di taglia demografica maggiore (PC con popolazione prossima ai 5.000 abitanti).

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010

Gra�co 2. Incidenza dei longevi (con 80 anni e più) e numerosità della popolazioneresidente nei Piccoli Comuni, 2010

Y = +9,3 -0,001X

R2 = 0,16 r = -0,40

0

10

20

30

0 1000 2000 3000 4000 5000 6000

53Il secondo indice misura la popolazione con alme-no 100 anni di età ogni 100.000 residenti: dai dati emergono valori superiori nei PC rispetto alla me-dia nazionale (rispettivamente, 26,57 e 24,82), e a quella rilevata nei comuni con oltre 5.000 abitanti (24,45). Nei piccolissimi comuni tale indicatore è superiore di oltre un terzo rispetto alla media ita-liana: 37,52 centenari ogni 100.000 abitanti rispet-to ai 24,45 dei Comuni con più di 5.000 abitanti (24,45) e al Paese.

Da segnalare, poi, come in 3.768 Piccoli Comuni non risiede alcun cittadino di età pari o superiore ai 100 anni. Questi sono localizzati principalmen-te nell’arco alpino, in Lombardia ed in Piemonte (sia aree montane che urbane). A questi si affian-cano alcuni PC toscani, laziali, abruzzesi e lucani. Anche diversi PC delle isole principali registrano fenomeni di questo tipo.

Esistono invece PC in cui si rileva una maggio-re concentrazione di centenari: nei PC liguri e dell’Appennino emiliano e marchigiano, e nelle zone interne della Sardegna, della Campania e della Calabria si registrano anche oltre 100 cente-nari ogni 100.000 abitanti.

Tabella 9. I centenari residenti nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitantied in Italia, 2010

Piccoli ComuniComuni con più di 5.000

abitantiItaliaFino a

1.000 abitanti

Tra 1.001 e 2.500

abitanti

Tra 2.501 e 5.000

abitanti

Totale

Popolazionecon 100 anni e più 406 1.033 1.305 2.744 12.230 14.974

Popolazioneresidente 1.082.100 3.542.733 5.704.243 10.329.076 50.011.252 60.340.328

Centenari per 100.000 abitanti 37,52 29,16 22,88 26,57 24,45 24,82

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010

54

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011

Centenari per 100.000 abitanti

Nessun centenario

1 - 100

30% - 40%

Figura 7. I centenari nei Piccoli Comuni, 2010

55

Tasso migratorio

Il tasso migratorio nei Piccoli Comuni italiani nel 2010 è stato positivo, pari in media a 4,27 ogni mil-le abitanti; ciò significa che ogni 1.000 abitanti il numero delle nuove iscrizioni anagrafiche ha su-perato di 4,27 unità il numero delle cancellazioni.

Seppur ancora positivo, tale valore è inferiore a quello del 2009 di 0,54 unità. Il valore dell’indica-tore è inoltre più basso del tasso medio nazionale, pari a 5,14 e di quello medio dei comuni con più di 5.000 abitanti, pari a 5,32.

Con riferimento alla dimensione demografica, si può rilevare come i PC con il tasso migratorio più sostenuto siano quelli delle fasce di popolazione compresa fra 2.501-5.000 abitanti (4,77). Molto più basso il valore dei PC fino a 1.000 abitanti, che con-

tano un saldo migratorio appena pari a 3.218, ov-vero un tasso pari a 2,98 ogni 1.000 abitanti.

La dimensione demografica dei comuni non è l’unica variabile ad incidere sul tasso migrato-rio. Da un punto di vista spaziale, infatti, si nota una sorta di dualismo tra i PC del centro - nord del Paese e quelli del sud. I primi sono infatti ca-ratterizzati da un esodo positivo, particolarmente evidente verso i piccoli comuni del nord - ovest con aree di concentrazione in Emilia Romagna, nel nord della Sardegna, lungo la fascia appenninica toscana, laziale ed abruzzese. Al contrario, i Pic-coli Comuni delle regioni del sud e le restanti aree delle due isole maggiori mostrerebbero un tasso migratorio negativo, evidenziando così una dimi-nuzione della popolazione residente.

Tabella 10. Il tasso migratorio nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitantied in Italia, 2010

Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti

ItaliaFino a 1.000

abitanti

Tra 1.001 e 2.500 abitanti

Tra 2.501 e 5.000 abitanti

Totale

Saldo migratorio 3.218 13.674 27.289 44.181 267.477 311.658

Popolazione residente 1.078.079 3.544.753 5.726.052 10.348.884 50.277.558 60.626.442

Tasso migratorio* 2,98 3,86 4,77 4,27 5,32 5,14

*Il tasso migratorio è calcolato come rapporto del saldo migratorio (iscritti meno cancellati all’anagrafe)sul totale della popolazione, moltiplicato per 1.000

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011

56

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011

Tasso migratorio

Negativo

0 - 5,14 (escluso estremo destro)

5,14 e oltre

Figura 8. Tasso migratorio nei Piccoli Comuni, 2010

57

Trend della popolazione straniera

L’Italia, dopo essere stata a lungo paese di emigra-zione, è oggi un paese di immigrazione, meta di con-sistenti flussi di stranieri in entrata. Le dinamiche migratorie degli ultimi decenni hanno infatti profon-damente cambiato la nostra struttura demografica. Tra i principali trend del cambiamento si sottolinea come l’età media della popolazione residente si stia progressivamente abbassando, la natalità comples-siva sia tornata a crescere e il mercato del lavoro sia in qualche modo sostenuto in particolare in alcune fasce di offerta, soprattutto in quei settori e mansio-ni meno ambite dalla popolazione italiana.

Nel periodo 1° gennaio 2003 - 1° gennaio 2010, l’an-damento della presenza degli stranieri residenti nel nostro Paese mostra una continua crescita, sia a livello nazionale (+173,3%), sia nei comuni con più di 5.000 abitanti (+175,9%) che, infine, relativa-mente ai Piccoli Comuni (158,7%).

Al 1° gennaio 2010, gli stranieri residenti nelle amministrazioni comunali di piccole dimensioni demografiche ammontano complessivamente a 604.598 unità, pari al 14,3% degli stranieri residen-ti nel nostro Paese.

Tabella 11. Andamento della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni,nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2003-2010

Anno

Piccoli Comuni Comunicon piùdi 5.000 abitanti

ItaliaFino a 1.000

abitanti

Tra 1.001 e 2.500 abitanti

Tra 2.501 e 5.000 abitanti

Totale

2003 24.549 76.271 132.893 233.713 1.315.660 1.549.373

2004 31.418 98.814 172.157 302.389 1.687.770 1.990.159

2005 35.294 114.326 203.056 352.676 2.049.481 2.402.157

2006 37.743 124.458 224.705 386.906 2.283.608 2.670.514

2007 39.975 133.489 243.695 417.159 2.521.763 2.938.922

2008 47.877 160.756 291.670 500.303 2.932.348 3.432.651

2009 53.670 181.317 328.955 563.942 3.327.353 3.891.295

2010 57.099 194.197 353.302 604.598 3.630.461 4.235.059

Var. % 2003-2010 132,6% 154,6% 165,9% 158,7% 175,9% 173,3%

I dati si riferiscono al 1 gennaio di ogni anno

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat, anni vari

58 In particolare nei comuni con popolazione fino a 1.000 abitanti si registra una percentuale di varia-zione più bassa (132,6%), che via via cresce con il crescere della popolazione dei piccoli centri. Solo nei comuni che hanno tra 2.501 e 5.000 abitanti tale percentuale supera il valore percentuale me-dio per tutti i PC (rispettivamente 165,9% e 158,7%).

Nel periodo considerato, l’incremento della popo-lazione straniera residente nei PC, e nel Paese, è risultato sempre continuo, seppure con una certa discontinuità nei tassi di crescita.

Nel 2004 il tasso di crescita, rispetto all’anno pre-cedente, è maggiore: +29,4% nei Piccoli Comuni e +28,3% in Italia. Da lì in poi la popolazione stra-niera è cresciuta con tassi inferiori, almeno fino al 2008, anno in cui si è avuto un nuovo picco parti-colarmente significativo per i Piccoli Comuni, per poi registrare nuovamente valori più contenuti nel biennio 2009-2010 per tutte le taglie dimensionali.

In particolare, nei comuni più piccoli la crescita della popolazione straniera residente è sempre stata meno intensa rispetto a quelli delle fasce demografiche maggiori. Inoltre, complessivamen-te, tutte le taglie demografiche dei PC evidenzia-no tassi di incremento maggiori rispetto a quelli medi nazionali solo nel periodo 2007-2009.

Quest’ultimo dato è ancora più evidente nel grafi-co 4: tra il 2007 e il 2009 la popolazione straniera sceglie un PC quale propria residenza in misura maggiore, e più intensa, rispetto a quanto avviene per i comuni maggiori e il Paese in generale.

59

Gra�co 3. Trend della popolazione straniera residente nei Piccoli Comunied in Italia, 2004-2010

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Fino a 1.000 abitanti Tra 1.001 e 2.500 abitanti Tra 2.501 e 5.000 abitanti

Piccoli Comuni Italia

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat, anni vari

I dati si riferiscono al 1 gennaio di ogni anno

Var

iazi

one

%

Gra�co 4. Trend della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni,nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2004-2010

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat, anni vari

I dati si riferiscono al 1 gennaio di ogni anno

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti Italia

60

Dal confronto tra la crescita della popolazione straniera e le dinamiche demografiche dei resi-denti italiani, si evidenzia il ruolo degli stranieri nel trend di cambiamento avvertito dei sistemi locali. Dai dati emerge, infatti, come la dinamica di crescita positiva della popolazione residente totale è principalmente il risultato della crescita consistente di quella straniera, data la tendenzia-le staticità di quella italiana(1).

1 La prima parte di questo capitolo fa riferimento alla popo-lazione residente complessivamente intesa, vale a dire popola-zione italiana e straniera residente.

Quest’ultima, infatti, registra addirittura un decre-mento nel periodo 2003-2010 nei PC considerati complessivamente, fenomeno particolarmente si-gnificativo nei comuni con meno di 1.000 abitanti (rispettivamente -0,1% e -3,4% ).

Tabella 12. Andamento della popolazione italiana residente nei Piccoli Comuni,nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2003-2010

Anno

Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti

ItaliaFino a 1.000abitanti

Tra 1.001 e 2.500

abitanti

Tra 2.501e 5.000abitanti

Totale

2003 1.061.559 3.383.332 5.287.780 9.732.671 46.039.026 55.771.697

2004 1.056.384 3.378.228 5.293.301 9.727.913 46.170.173 55.898.086

2005 1.053.571 3.377.209 5.306.609 9.737.389 46.322.829 56.060.218

2006 1.048.368 3.370.336 5.315.464 9.734.168 46.347.029 56.081.197

2007 1.042.041 3.365.271 5.327.054 9.734.366 46.457.999 56.192.365

2008 1.036.643 3.362.398 5.341.180 9.740.221 46.446.418 56.186.639

2009 1.031.765 3.357.568 5.350.659 9.739.992 46.413.781 56.153.773

2010 1.025.001 3.348.536 5.350.941 9.724.478 46.380.791 56.105.269

Var. % 2003-2010 -3,4% -1,0% 1,2% -0,1% 0,7% 0,6%

I dati si riferiscono al 1 gennaio di ogni anno

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat, anni vari

61Conseguenza della forte crescita della popolazio-ne straniera residente nel nostro paese nel perio-do 2003-2010 è la continua modificazione della struttura per età e per genere.

Il grafico relativo alla struttura per età della popo-lazione straniera residente nei PC evidenzia, infat-ti, nel 2003 una forte preminenza di persone tra i

20 e i 50 anni, età prevalentemente lavorativa, che si insediavano in Italia per un periodo limitato e con obiettivi legati al lavoro. Oggi, invece, gli stra-nieri decidono di continuare a vivere nei PC anche dopo i 50 anni. Tale fenomeno è più evidente per le donne, la cui presenza nel 2010 è più ampia di quella maschile dai 40 anni in su, per poi rialline-arsi intorno ai 60 anni.

Gra�co 5. La struttura per età della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuniitaliani, 2003/2010

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat, anni vari

I dati si riferiscono al 1 gennaio di ogni anno

Maschi Femmine

15,0% 10,0% 5,0% 0,0% 5,0% 10,0% 15,0%

0-4

10-14

20-24

30-34

40-44

50-54

60-64

70-74

80-84

90-94

100 e più

2003 2010

62

Incidenza della popolazione straniera

Sono 604.598 gli stranieri regolari presenti in Italia che hanno eletto come propria residenza un Pic-colo Comune (un sesto ca. degli immigrati regola-ri). La loro incidenza sul totale della popolazione residente nei PC è pari al 5,9%, dato leggermente più basso rispetto al dato medio nazionale (7%) e a quello rilevato per i comuni di maggiori dimensio-ni demografiche (7,3%).

Rispetto al 2003, l’incidenza della popolazione straniera nei PC è cresciuta del 150% ca., passan-do dal 2,3% iniziale all’attuale 5,9%. Questo avvie-

ne in conseguenza del fatto che quando arrivano, generalmente, gli immigrati si stabiliscono nella città e nei centri urbani maggiori, dove possono fare affidamento su reti di solidarietà comunitarie e reti di connazionali già stabilmente presenti nel territorio, e solo in un secondo momento decido-no di trasferirsi, in misura crescente, nei comuni più piccoli, dove i prezzi delle case e la presenza di occasioni di lavoro, nonché la facilità dei collega-menti, favoriscono risultati migliori nel processo di integrazione.

Tabella 13. Incidenza della popolazione straniera residente sul totale della popolazione residente nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2003-2010

Anno

Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti

ItaliaFino a1.000

abitanti

Tra 1.001e 2.500abitanti

Tra 2.501e 5.000abitanti

Totale

2003 2,3% 2,2% 2,5% 2,3% 2,8% 2,7%

2004 2,9% 2,8% 3,1% 3,0% 3,5% 3,4%

2005 3,2% 3,3% 3,7% 3,5% 4,2% 4,1%

2006 3,5% 3,6% 4,1% 3,8% 4,7% 4,5%

2007 3,7% 3,8% 4,4% 4,1% 5,1% 5,0%

2008 4,4% 4,6% 5,2% 4,9% 5,9% 5,8%

2009 4,9% 5,1% 5,8% 5,5% 6,7% 6,5%

2010 5,3% 5,5% 6,2% 5,9% 7,3% 7,0%

Var. % 2003-2010 133,5% 148,6% 152,6% 149,6% 161,3% 159,7%

I dati si riferiscono al 1 gennaio di ogni anno

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat, anni vari

63Quando scelgono di stabilirsi in un PC, gli stranie-ri sembrano prediligere comunque quelli di mag-giori dimensioni demografiche, con popolazione compresa tra 2.501 e 5.000 abitanti, dove risiede il 58% degli immigrati che vivono nei PC e dove la loro incidenza è pari a 6,2%, superiore dunque a quella complessiva rilevata per i PC e di poco infe-riore alla media nazionale (7%).

Da un punto di vista geografico, emerge un’Italia divisa in due, in cui si evidenzia, da un lato un centro-nord con evidenti flussi migratori, ovvero

Gra�co 6. Incidenza della popolazione straniera residente sul totale della popolazioneresidente nei Piccoli Comuni ed in Italia, 2003-2010

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat, anni vari

I dati si riferiscono al 1 gennaio di ogni anno

0,0%

1,0%

2,0%

3,0%

4,0%

5,0%

6,0%

7,0%

8,0%

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Fino a 1.000 abitanti Tra 1.001 e 2.500 abitanti Tra 2.501 e 5.000 abitanti Piccoli Comuni Italia

dove gli stranieri in molti PC registrano una pre-senza superiore alla media nazionale (con punte superiori anche al 10%), dall’altro un sud e isole in cui, a parte qualche eccezione, i PC non sembra-no essere molto attrattivi per la popolazione im-migrata. Sono 61 i PC in cui non vi sono stranieri residenti, localizzati principalmente lungo l’arco alpino e in Sardegna. Tra questi, il meno popoloso è Morterone (in provincia di Lecco), che conta 37 abitanti (al 30 novembre 2010).

64

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010

Incidenza della popolazione straniera

Nessun straniero

inferiore a 7%

7% - 10%

10% e oltre

Figura 9. Incidenza della popolazione straniera nei Piccoli Comuni, 2010

65

Natalità degli stranieri

L’andamento della natalità del nostro Paese nell’ultimo decennio è stato profondamente in-fluenzato dalle dinamiche demografiche della po-polazione straniera. Se si considera la totalità dei comuni italiani, il tasso di natalità della popolazio-ne straniera, infatti, registra valori doppi rispetto a quelli della popolazione residente complessiva.

Nel 2010 il tasso di natalità straniera è oltre il doppio anche di quello della popolazione italiana (18,21 rispetto al 9,5). Nei PC, tale valore è superio-re alla media nazionale (19,47 vs 18,21).

Se, inoltre, si considera la taglia demografica nei PC con più di 2.500 abitanti il tasso di natalità straniera supera la media stessa dei PC (rispetti-vamente 20,44 e 19,47). Solo nei PC fino a 1.000 abi-tanti il valore del tasso resta inferiore alla media nazionale (16,41).

Nel 2010, a conferma di come gli stranieri incida-no profondamente nelle dinamiche di crescita de-mografica del Paese, i neonati di origine straniera per tutti i comuni d’Italia rappresentano il 13,6% dei neonati, con una variazione dei soli stranieri nel periodo 2007-2010 pari al 33,5% ed una cresci-ta percentuale dei neonati stranieri sul totale dei neonati residenti del 31,4%.

Tabella 14. La natalità della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni,nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010

Piccoli Comuni Comunicon piùdi 5.000abitanti

ItaliaFino a 1.000 abi-

tanti

Tra 1.001 e 2.500 abitanti

Tra 2.501 e 5.000 abitanti

Totale

Nati stranieri 937 3.613 7.221 11.771 65.338 77.109

Popolazione straniera residente 57.099 194.197 353.302 604.598 3.630.461 4.235.059

Tasso dinatalità straniera* 16,41 18,60 20,44 19,47 18,00 18,21

*Valori ogni 1.000 abitanti

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010

66 Nei PC i neonati stranieri rappresentano nel 2010 il 13% dei nati totali, registrando una variazione percentuale positiva di oltre il 31% nel periodo 2007-2010. Tale indicatore è pari al 34%, se si con-siderano i soli nati stranieri, a fronte di un decre-mento dell’1,3% dei nati di origine italiana: tali dati confermano, una volta di più, l’impatto po-sitivo che le nascite straniere hanno nel tema del popolamento dei nostri piccoli centri.

Sono 2.532 i PC in cui non si sono registrate nasci-te straniere nel corso del 2010. Geograficamente questi sono localizzati soprattutto nelle zone alpi-ne, in Sardegna, nelle aree interne dell’Appennino meridionale e della Calabria e nella costa nord-orientale della Sicilia. Sono 906 i PC in cui tale in-dicatore assume valori superiori a 30, sopratutto al nord e lungo la dorsale appenninica, mentre solo 37 in cui tale indicatore è invece superiore o uguale a 100 (soprattutto dei PC del centro nord).

67Tabella 15. Andamento del numero di nati totali, italiani e stranieri residentinei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2007-2010

Anno

Piccoli ComuniComuni con più di 5.000 abitanti

ItaliaFino a 1.000

abitanti

Tra 1.001

e 2.500 abitanti

Tra 2.501

e 5.000 abitanti

Totale

2007

Nati totale nell’anno: 8.042 29.358 51.346 88.746 471.264 560.010

- di cui nati italiani 7.351 26.637 45.978 79.966 422.279 502.245

- di cui nati stranieri 691 2.721 5.368 8.780 48.985 57.765

% di nati stranieri su nati totali 8,6 9,3 10,5 9,9 10,4 10,3

2008

Nati totale nell’anno: 8.009 30.025 51.977 90.011 473.922 563.933

- di cui nati italiani 7.260 26.990 46.075 80.325 419.559 499.884

- di cui nati stranieri 749 3.035 5.902 9.686 54.363 64.049

% di nati stranieri su nati totali 9,4 10,1 11,4 10,8 11,5 11,4

2009

Nati totale nell’anno: 8.307 30.346 53.166 91.819 484.840 576.659

- di cui nati italiani 7.393 26.868 46.567 80.828 423.359 504.187

- di cui nati stranieri 914 3.478 6.599 10.991 61.481 72.472

% di nati stranieri su nati totali 11,0 11,5 12,4 12,0 12,7 12,6

2010

Nati totale nell’anno: 8.016 29.704 52.943 90.663 478.194 568.857

- di cui nati italiani 7.079 26.091 45.722 78.892 412.856 491.748

- di cui nati stranieri 937 3.613 7.221 11.771 65.338 77.109

% di nati stranieri su nati totali 11,7 12,2 13,6 13,0 13,7 13,6

Var. % 2007-2010

Nati totale nell’anno: -0,3% 1,2% 3,1% 2,2% 1,5% 1,6%

- di cui nati italiani -3,7% -2,1% -0,6% -1,3% -2,2% -2,1%

- di cui nati stranieri 35,6% 32,8% 34,5% 34,1% 33,4% 33,5%

% di nati stranieri su nati totali 36,0% 31,2% 30,5% 31,2% 31,5% 31,4%

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat, anni vari

68

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010

Tasso di natalità straniera

Nessun nato straniero

inferiore a 18%

18 - 30

30 e oltre

Figura 10. Tasso di natalità straniera nei Piccoli Comuni, 2010

La dicitura “Nessun nato straniero” si riferiscesia ai 61 Piccoli Comuni in cui non vivealcuno straniero, sia ai 2.532 in cui risiede almenouno straniero, ma in cui non sono state registratenascite di stranieri

69

Minori stranieri

È nei dati relativi alla presenza dei minori stranieri nel Paese che si conferma come il processo di invec-chiamento della popolazione italiana è, in qualche modo, attutito dalla giovane età di quella straniera.

È ipotizzabile che la quota significativa di minori possa essere ricondotta al costante cambiamento nelle scelte effettuate dalle famiglie straniere che manifestano sempre più la volontà di stabilizzarsi nel nostro Paese, e non realizzano più unicamente scelte a carattere transitorio, per motivi di lavoro, come in passato.

Circa un quarto del totale degli stranieri residen-ti nei PC è composta da minorenni (23,7%). Dato superiore di due punti rispetto a quello medio dei comuni con più di 5.000 abitanti (21,7%) e di qua-si altrettanto rispetto alla media del paese (22%).

L’elevato valore già registrato nei PC sale ulterior-mente se si considerano quelli con popolazione superiore ai 2.500 abitanti (24,3%), mentre scende sotto la media nazionale considerando quelli che arrivano fino ai 1.000 abitanti (21,4%).

Nei PC tale elevata presenza di minori è un fattore positivo che, oltre a rappresentare un indicatore di qualità della vita che anche le famiglie degli stranieri percepiscono all’interno dei PC in cui ri-siedono, offre a molte scuole dei piccoli centri la possibilità di restare aperte grazie alle iscrizioni dei bambini stranieri in età scolare.

Tabella 16. I minorenni stranieri residenti nei Piccoli Comuni,nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010

Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti

ItaliaFino a 1.000

abitanti

Tra 1.001 e 2.500 abitanti

Tra 2.501 e 5.000 abitanti

Totale

Minorenni stranieri 01/01/2010 12.203 45.433 85.944 143.580 789.095 932.675

Popolazione stranieraresidente 57.099 194.197 353.302 604.598 3.630.461 4.235.059

% di minorennistranieri 21,4% 23,4% 24,3% 23,7% 21,7% 22,0%

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010

70 I minorenni di origine straniera residenti nei Piccoli Comuni rappresentano l’8,6% dei minorenni totali, dato inferiore a quello medio nazionale (9,1%) e a quello rilevato per i comuni di maggiori dimensio-ni demografiche (9,2%). Guardando alle dimensioni demografiche dei PC, tuttavia, il valore dell’indica-tore calcolato per i centri con popolazione oltre i 2.500 abitanti è in linea con il dato italiano, a con-ferma di come le famiglie straniere sembrano sì de-cidere di insediarsi nei Piccoli Comuni, ma predili-gono quelli più popolati che offrono probabilmente reti relazionali utili alla propria integrazione locale.

Da un punto di vista geografico, infine, sembra emergere nuovamente l’immagine di un Paese di-viso in due, in cui a Piccoli Comuni del nord che

Tabella 17. Incidenza dei minorenni stranieri rispetto al totale dei minorenni residenti nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010

Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti

ItaliaFino a 1.000

abitanti

Tra 1.001 e 2.500 abitanti

Tra 2.501 e 5.000 abitanti

Totale

Minorenni stranieri 12.203 45.433 85.944 143.580 789.095 932.675

Minorenni totali 151.261 559.839 958.012 1.669.112 8.558.513 10.227.625

Incidenza minorenni stranieri suminorenni totali

8,1% 8,1% 9,0% 8,6% 9,2% 9,1%

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010

registrano alte percentuali di minori stranieri (22% e oltre) si contrappongono quelli del sud che non sembrano essere una meta delle famiglie stranie-re. La figura 11 evidenzia inoltre come ci siano PC in cui non vivono stranieri di età inferiore ai 18 anni, localizzati in particolar modo lungo l’arco alpino, nelle zone interne della Sardegna e lungo l’Appennino centro meridionale.

71

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010

Minorenni stranieri (% sulla popolazione straniera)

Nessun minorenne straniero

inferiore a 22%

22% e oltre

Figura 11. I minorenni stranieri residenti nei Piccoli Comuni(percentuale su popolazione straniera residente), 2010

La dicitura “Nessun nato straniero” si riferiscesia ai 61 Piccoli Comuni in cui non vivealcuno straniero, sia ai 2.532 in cui risiede almenouno straniero, ma in cui non sono state registratenascite di stranieri

72

La piramide dell’età

Per comprendere come la popolazione straniera stia incidendo in modo irreversibile sulle dinami-che demografiche della popolazione residente in Italia, si ritiene utile confrontare la struttura per età della popolazione italiana con quella dei nuovi arrivati negli ultimi anni (2003-2010).

In entrambi gli anni la struttura per età della po-polazione italiana mantiene la forma a botte: gli italiani si distribuiscono principalmente nelle fa-sce più mature ed anziane di età, dinamica legata, come già evidenziato, al fenomeno di invecchia-mento che caratterizza la nostra popolazione.

All’opposto, la struttura per età della popolazione straniera ha una forma a piramide con le fasce di età 25-40 particolarmente ampie. Questo conferma come, da un lato, la popolazione immigrata che vive nel nostro Paese sia caratterizzata da fasce di età più giovane, visto che la ricerca di un lavoro rimane una delle principali spinte nelle decisioni di trasferirsi in un Paese diverso dal proprio, dall’altro, evidente-mente, una volta insediati ed integrati, gli stranieri sembrano più propensi degli italiani a costruire del-le famiglie, come emerge dalle fasce di età in par-ticolare fino a 10 anni. È questa una caratteristica nuova dell’immigrazione in Italia e che evidenzia un cambio nelle scelte degli stranieri: in passato il nostro Paese era considerato solo una meta lavora-tiva, che attraeva, per un periodo limitato di tempo, quasi esclusivamente uomini in età lavorativa, men-tre oggi è sempre più visto anche come meta inse-diativa, paese in cui vivere e ricongiungersi con la propria famiglia, come evidenziato dalla crescente presenza di immigrazione femminile e di bambini.

Ed infatti, la natalità straniera rispetto a quella ita-liana è superiore in entrambe le annualità.

Se ci si concentra sul genere per fasce di età, un dato sembra accomunare la popolazione straniera ed italiana: la preminenza delle donne nelle fasce più avanzate dell’età, fenomeno che sembra ac-centuarsi ulteriormente nel 2010.

Tra i due anni di riferimento, si nota principalmen-te una differenza che riguarda la presenza di popo-lazione maschile straniera nelle fasce di età com-prese tra i 30 e i 40 anni: mentre nel 2003 questo intervallo di età registra valori della presenza ma-schile superiori a quelli del genere femminile (con particolare riferimento alla fascia 35-45 anni), nel 2010 i valori per entrambi i generi sono piuttosto simmetrici considerando gli stessi intervalli di età.

73

Gra�co 7. La struttura per età della popolazione italiana e straniera residentenei Piccoli Comuni italiani, 2003

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2003

I dati si riferiscono al 1 gennaio 2003

Maschi Femmine

15,0% 10,0% 5,0% 0,0% 5,0% 10,0% 15,0%0-4

10-14

20-24

30-34

40-44

50-54

60-64

70-74

80-84

90-94

100 e più

Italiani Stranieri

Gra�co 8. La struttura per età della popolazione italiana e straniera residente neiPiccoli Comuni italiani, 2010

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010

I dati si riferiscono al 1 gennaio 2010

Maschi Femmine

15,0% 10,0% 5,0% 0,0% 5,0% 10,0% 15,0%

0-4

10-14

20-24

30-34

40-44

50-54

60-64

70-74

80-84

90-94

100 e più

Stranieri Italiani

Territorioe Ambiente

• Zone altimetriche• Aree protette• Raccolta differenziata• Fonti di energia rinnovabile• Parco autoveicoli

76

77

Zone altimetriche

I PC italiani sono localizzati soprattutto in territo-rio montano (41,2%) o collinare (40,8%). La totalità dei PC valdostani e alto-atesini sono localizzati in zone montane, così come oltre la metà di quelli lu-cani, molisani e abruzzesi (rispettivamente 67,7%, 64% e 61,2%). Analogamente più del 99% dei PC toscani e laziali si trovano, complessivamente, in collina o in montagna.

Sono i PC pugliesi a registrare la più alta per-centuale di localizzazione in zone pianeggianti (60,7%), seguiti dai PC veneti (46%), friulani (41,9%) e lombardi (40,6%). Restano superiori alla media dei PC in pianura (18%) solo quelli emiliani (23,1%), piemontesi (19,6%). All’opposto, non ci sono pic-coli comuni liguri, umbri, marchigiani, abruzzesi, molisani e lucani localizzati in pianura.

La Figura 12 conferma visivamente i dati forniti. Da notare come i Piccoli Comuni marchigiani e sardi siano, rispetto al resto del paese localizzati prevalentemente in zone collinari (77,3% e 71,6%). Lungo la pianura padana si evidenzia la maggior concentrazione di realtà amministrative localiz-zate in area pianeggiante.

78

Tabella 18. Ripartizione dei Piccoli Comuni per zona altimetrica e regione, 2010

RegioneMontagna Collina Pianura Totale per

regione

V.A. % su regione V.A. % su

regione V.A. % su regione V.A.

Piemonte 330 30,8% 530 49,5% 210 19,6% 1.070

Valle d’Aosta 73 100,0% 0 0,0% 0 0,0% 73

Lombardia 435 40,0% 211 19,4% 442 40,6% 1.088

Trentino -Alto Adige 299 100,0% 0 0,0% 0 0,0% 299

Veneto 104 33,2% 65 20,8% 144 46,0% 313

Friuli -Venezia Giulia 57 36,8% 33 21,3% 65 41,9% 155

Liguria 99 54,1% 84 45,9% 0 0,0% 183

Emilia Romagna 60 38,5% 60 38,5% 36 23,1% 156

Toscana 59 44,0% 74 55,2% 1 0,7% 134

Umbria 19 32,8% 39 67,2% 0 0,0% 58

Marche 39 22,7% 133 77,3% 0 0,0% 172

Lazio 112 44,3% 140 55,3% 1 0,4% 253

Abruzzo 153 61,2% 97 38,8% 0 0,0% 250

Molise 80 64,0% 45 36,0% 0 0,0% 125

Campania 110 33,2% 213 64,4% 8 2,4% 331

Puglia 8 9,5% 25 29,8% 51 60,7% 84

Basilicata 67 67,7% 32 32,3% 0 0,0% 99

Calabria 132 40,4% 189 57,8% 6 1,8% 327

Sicilia 74 37,0% 123 61,5% 3 1,5% 200

Sardegna 34 10,9% 224 71,6% 55 17,6% 313

Totale 2.344 41,2% 2.317 40,8% 1.022 18,0% 5.683

I dati relativi alle zone altimetriche si riferiscono al 30 giugno 2010

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010

79

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010

Zone altimetriche

Montagna

Collina

Pianura

Figura 12. Ripartizione dei Piccoli Comuni per zona altimetrica, 2010

I dati relativi alle zone altimetriche si riferiscono al 30 giugno 2010

80

Aree protette

Le aree naturali protette sono aree di particolare interesse naturalistico o storico-culturale, che ri-spondono a determinati criteri stabiliti dalla leg-ge. Oggi nel nostro Paese, così come nel resto del mondo, non tutti gli ecosistemi che rispondono a questi requisiti sono protetti in modo adeguato e molte aree protette non sono gestite o lo sono soltanto parzialmente, o addirittura mancano di strumenti di tutela.

Anche in Italia i parchi vivono spesso realtà difficili, con carenze nell’efficienza ed efficacia di gestione. Spesso le aree protette sono un sistema frammen-tato che non gioca quel ruolo di connessione con il resto del territorio che è alla base della missione stessa delle aree protette. Si è assistito in ogni caso

negli ultimi anni ad una profonda ristrutturazione del sistema delle aree protette - patrimonio di di-versità biologica, culturale e paesistica - e ad una progressiva crescita di territorio destinato a parchi, riserve o ad altre tipologie di tali aree.

Negli ultimi anni si è anche assistito ad un cre-scita del turismo naturalistico ed escursionistico, legato alle attrazioni naturali e paesaggistiche, a testimonianza di come il sistema di protezione destinato ad aree naturali di particolare pregio ed evidenza sia anche uno strumento fondamentale per lo sviluppo economico sostenibile dei territori. In Italia sono state istituite 2.688 aree protette classificate secondo diverse tipologie, anche se a prevalere risultano, soprattutto, i parchi regionali

Tabella 19. Le aree protette nei Piccoli Comuni ed in Italia, per tipologia di area, 2010

Tipologia di area protetta Piccoli Comuni Totale Italia % Piccoli Comunisu Italia

Parchi Nazionali 424 529 80,2%

Parchi Naturali Regionali 577 968 59,6%

Riserve Naturali Statali 105 209 50,2%

Riserve Naturali Regionali 357 637 56,0%

Aree Marine Protette 15 46 32,6%

Altre Aree Naturali Protette Nazionali 0 3 0,0%

Altre Aree Naturali Protette Regionali 173 296 58,4%

Totale 1.651 2.688 61,4%

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - 6° aggiornamento Elenco Uffi ciale Aree Protette del 27 aprile 2010

81(968) e le riserve naturali protette (di cui 209 sta-tali e 637 regionali). Guardando alle aree protette esistenti nei territori dei PC (1.651 in totale), sono i parchi nazionali a registrare la percentuale più elevata di localizzazione nei territori delle realtà amministrative con meno di 5.000 abitanti rispet-to ai comuni di maggiori dimensioni (80,2%). Le re-stanti tipologie di aree registrano valori al di sotto della media nazionale complessiva (61,4%), con alcuni allineamenti che riguardano i parchi natu-rali regionali (577, il 59,6% del totale) ed altre aree naturali protette regionali che non rientrano nelle altre categorie (173, pari al 58,4%).

Sono 1.449 i PC localizzati in aree protette. Il nume-ro più elevato è registrato dai PC piemontesi (196), lombardi (196) e altoatesini (122), mentre all’op-posto sono solo 11 i PC molisani localizzati in tali aree, seguiti da quelli pugliesi (17) e valdostani (22).Guardando alle diverse tipologie di aree protette, i parchi nazionali sono prevalentemente localizza-ti in PC abruzzesi (82) e calabri (75); i parchi na-turali regionali prevalentemente nei PC lombardi (113), trento - atesini (73) e parimenti piemontesi e campani (64); le riserve naturali statali si trovano per la maggior parte in territori di PC toscani (25) e abruzzesi (19), mentre le riserve regionali preva-lentemente nelle piccole realtà piemontesi (75) e lombarde (73); le aree protette marine sono per lo più nei PC liguri (5); infine, le altre tipologie di aree naturali protette regionali sono prevalentemente localizzate nei PC piemontesi (55) e altoatesini (43).

Dalla figura 13 si nota come i parchi siano princi-palmente localizzati nel nord-est, lungo la dorsale appenninica, fino ai PC campani, lucani e calabre-si. I PC in aree non protette sembrano essere pre-valentemente al nord e nel sud.

82

Tabella 20. I Piccoli Comuni nel cui territorio ricadono aree naturali protette,per tipologia di area, 2010

Regione

Piccoli Comuni in aree protette

Tipologie di aree protette in Piccoli Comuni

Parchi Nazio-

nali

Parchi Naturali Regionali

Riserve Naturali Statali

Riserve Naturali Regionali

Aree Marine Protette

Altre Aree

Naturali Protette

Regionali

Totale

Piemonte 196 19 64 4 75 0 55 217

Valle d’Aosta 22 7 2 0 13 0 0 22

Lombardia 195 9 113 1 73 0 20 216

Trentino -Alto Adige 122 10 73 0 22 0 43 148

Veneto 41 10 25 14 6 0 0 55

Friuli -Venezia Giulia 23 0 14 2 11 0 0 27

Liguria 44 3 35 1 1 5 8 53

EmiliaRomagna 39 11 23 4 8 0 0 46

Toscana 76 21 12 25 38 0 9 105

Umbria 27 1 14 0 0 0 13 28

Marche 29 18 9 4 0 0 0 31

Lazio 76 9 31 1 29 1 11 82

Abruzzo 120 82 20 19 14 0 5 140

Molise 11 5 0 3 1 0 2 11

Campania 146 68 64 1 13 3 1 150

Puglia 17 8 8 3 0 1 0 20

Basilicata 54 46 5 6 5 0 0 62

Calabria 101 75 23 17 2 0 0 117

Sicilia 82 0 42 0 46 2 0 90

Sardegna 28 22 0 0 0 3 6 31

Totale 1.449 424 577 105 357 15 173 1.651

I Piccoli Comuni all’interno del cui territorio si trova un’area protetta sono 1.449. Ma in uno stesso comunepossono trovarsi più aree protette, anche di differenti tipologie.

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell’Ambientee della Tutela del Territorio e del Mare - 6° aggiornamento Elenco Uffi ciale Aree Protette del 27 aprile 2010

83

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - 6° aggiornamento Elenco Uf�ciale Aree Protette del 27 aprile 2010

I Piccoli Comuni in aree protette

Parchi

Riserve

Parchi e riserve

PC in altre aree protette (regionali o marine)

PC in aree non protette

Figura 13. I Piccoli Comuni in aree naturali protette, 2010

84

Raccolta differenziata

Sulla base dell’indagine condotta da Legambien-te nel 2010, dei 1.488 Comuni Ricicloni italiani, 885 (quasi il 60%) sono di piccole dimensioni, circa 5 punti percentuali in più rispetto al 2009 (55,8%). Si tratta di quei comuni nei quali la percentuale di raccolta differenziata, rispetto a tutti i rifiuti urba-ni prodotti nel 2010, è superiore al 50%, così come stabilito dalle norme comunitarie e dalla legge fi-nanziaria del 2007 (L. n° 296/2006, cc. 1108-1109). In totale sono 1.157 i PC che, con diverse percentua-li di raccolta differenziata, mostrano una crescente sensibilità alle tematiche ambientali: sono soprat-tutto queste realtà territoriali, infatti, a presentare percentuali di raccolta differenziata superiori al 60%.

Tra i PC, sono principalmente quelli maggiori (con popolazione compresa tra 2.501 e 5.000 abitanti) ad aver superato la soglia minima di riciclaggio dei rifiuti. Inoltre, per circa un terzo dei PC (291

su 885 PC), tale percentuale è superiore al 70%. All’opposto 86 PC fino a 1.000 abitanti su 238 (circa il 36%) restano al di sotto della soglia del 50% di raccolta differenziata.

Da un punto di vista geografico, i Piccoli Comuni Ricicloni si concentrano nelle regioni del nord, in particolare in Piemonte, Lombardia, Veneto, Tren-tino - Alto Adige e Friuli - Venezia Giulia. Fatta qualche eccezione, nel centro sud non sembrano esserci molti PC che hanno raggiunto una percen-tuale del 50% di rifiuti urbani riciclati.Da segnalare l’elevata presenza in Campania di PC che hanno raggiunto (e superato) la soglia minima del 50% di rifiuti urbani riciclati, concentrati so-prattutto nelle province di Salerno e di Avellino. I 2 comuni con la percentuale più elevata di raccolta differenziata (87,9%) sono Cantarana, in Piemonte (Asti) e Atena Lucana, in provincia di Salerno.

Tabella 21. Percentuale di raccolta differenziata nei Piccoli Comuni, 2010

Percentuale di raccoltadifferenziata

Piccoli Comuni

Fino a 1.000abitanti

Tra 1.001 e 2.500 abitanti

Tra 2.501 e 5.000 abitanti Totale

Inferiore al 50,0% 86 76 110 272

50,0% - 59,9% 35 98 81 214

60,0% - 69,9% 50 152 178 380

70,0% - 79,9% 59 102 103 264

80,0% e oltre 8 11 8 27

Totale 238 439 480 1.157

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Legambiente - Comuni Ricicloni 2010

85

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Legambiente - Comuni Ricicloni 2010

Percentuale di raccolta differenziata

Inferiore al 50,0%

50,0% - 69,9%

70% e oltre

Figura 14. Percentuale di raccolta differenziata nei Piccoli Comuni, 2010

86

Fonti di energia rinnovabile

La quota percentuale di energia prodotta tramite le fonti energetiche rinnovabili è cresciuta note-volmente di anno in anno in Italia. È soprattutto nei Piccoli Comuni che si rileva il maggior numero di impianti da fonte rinnovabile. Tale valore è in costante crescita, indice di come in questi comuni vi sia una grande attenzione a tali tematiche.

La fonte di energia rinnovabile maggiormente dif-fusa nei PC è il fotovoltaico: sono 4.988 i comuni in cui è installato almeno un impianto (l’87% ca. dei PC) su un totale di 7.273 amministrazioni comu-nali in cui è localizzata tale installazione (il 90% circa). Seguono a grande distanza il mini idroelet-trico (689, il 72,8% del totale) e l’eolico (228, il 61%). Sono i comuni con popolazione tra 1.001 e 2.500 abitanti a contare tra i piccoli comuni il più alto numero di impianti ad energia rinnovabile (2.462, il 40,7% del totale degli impianti nei PC).

Per quanto riguarda il fotovoltaico, il maggior nu-mero di PC in cui è installato un impianto è loca-lizzato in Lombardia (1.019, pari al 20,4% dei PC fotovoltaici) e in Piemonte (906, il 18,2%). Al sud si rilevano invece valori inferiori: quelli più elevati sono dei PC sardi (5,9%) e calabresi (5,5%).

Per quanto riguarda il geotermico, ancora una volta sono i PC lombardi e piemontesi (questa volta a posi-zioni invertite, però) ad aver installato il maggior nu-mero di impianti (rispettivamente, 29 e 56, il 22,3% e 43,1% del totale), seguiti da quelli toscani (12, il 9,2% del totale) e del Trentino - Alto Adige (11, l’8,5%).

Tabella 22. La produzione di energia da fonti rinnovabili nei Piccoli Comuni,nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010

Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti

ItaliaFino a 1.000

abitanti

Tra 1.001 e 2.500 abitanti

Tra 2.501 e 5.000 abitanti

Totale

Eolico 62 89 77 228 146 374

Fotovoltaico 1.362 2.058 1.568 4.988 2.285 7.273

Geotermia 38 42 50 130 160 290

Mini Idroelettrico 219 273 197 689 257 946

Fonte: Rapporto ”Comuni Rinnovabili 2011” di Legambiente

87Tabella 23. I Piccoli Comuni italiani in cui si produce energia da fonte rinnovabile,per tipologia e regione, 2010

Regione

Piccoli Comuni in cui si produce energia da fonti rinnovabili

Eolico Fotovoltaico

V.A. % su totale V.A. % su totale

Piemonte 7 3,1% 906 18,2%

Valle d’Aosta 1 0,4% 55 1,1%

Lombardia 2 0,9% 1.019 20,4%

Trentino - Alto Adige 2 0,9% 310 6,2%

Veneto 6 2,6% 316 6,3%

Friuli - Venezia Giulia 0 0,0% 153 3,1%

Liguria 12 5,3% 134 2,7%

Emilia-Romagna 9 3,9% 136 2,7%

Toscana 7 3,1% 135 2,7%

Umbria 1 0,4% 59 1,2%

Marche 3 1,3% 160 3,2%

Lazio 3 1,3% 199 4,0%

Abruzzo 13 5,7% 168 3,4%

Molise 24 10,5% 80 1,6%

Campania 31 13,6% 265 5,3%

Puglia 28 12,3% 94 1,9%

Basilicata 15 6,6% 80 1,6%

Calabria 17 7,5% 276 5,5%

Sicilia 25 11,0% 150 3,0%

Sardegna 22 9,6% 293 5,9%

Totale Piccoli Comuni 228 100,0% 4.988 100,0%

Fonte: Rapporto ”Comuni Rinnovabili 2011” di Legambiente

88 I Piccoli Comuni dell’eolico, invece, sono preva-lentemente concentrati nelle regioni del sud, ed in particolare in Campania (31, il 13,6% del totale), della Puglia (28, il 12,3%) e della Sicilia (25, l’11%).Infine, guardando al mini idroelettrico sono i PC piemontesi e toscani a registrare i più alti valori (ri-spettivamente 161 impianti, il 23,4% e 155, il 22,5%).

I dati sul numero di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili installati su edifici comunali è elevato (201), segno dell’at-tenzione che i piccoli centri dedicano al tema dell’ambiente e del risparmio energetico. La mag-gior concentrazione si rileva nel nord del Paese, per i PC lombardi (64 comuni, poco meno di un terzo del totale), seguita dai PC altoatesini (27, pari al 13,4% del totale dei PC), piemontesi (19, il 9,5%) e veneti (18, il 9%).

Sono, invece, valori ancora piuttosto bassi quelli che si rilevano al sud: soltanto in Sardegna ed in Calabria si rilevano complessivamente 15 PC pro-duttori di energia rinnovabile su edifici di propria proprietà.

89Tabella 24. Distribuzione territoriale dei Piccoli Comuni produttoridi energia rinnovabile, 2010

Regione

Produzione di energia rinnovabilesu proprietà comunali

V.A. %

Piemonte 19 9,5%

Valle d’Aosta 4 2,0%

Lombardia 64 31,8%

Trentino - Alto Adige 27 13,4%

Veneto 18 9,0%

Friuli - Venezia Giulia 4 2,0%

Liguria 7 3,5%

Emilia Romagna 13 6,5%

Toscana 5 2,5%

Umbria 0 0,0%

Marche 9 4,5%

Lazio 1 0,5%

Abruzzo 4 2,0%

Molise 3 1,5%

Campania 2 1,0%

Puglia 0 0,0%

Basilicata 3 1,5%

Calabria 7 3,5%

Sicilia 3 1,5%

Sardegna 8 4,0%

Totale Piccoli Comuni 201 100,0%

Fonte: Rapporto ”Comuni Rinnovabili 2011” di Legambiente

90

Parco autoveicoli

La consistenza del parco veicolare registrato nei Piccoli Comuni varia sia in considerazione delle di-verse forme di disponibilità e accessibilità del tra-sporto pubblico locale, ma soprattutto in base alla tipologia, entità e frequenza dei movimenti pen-dolari verso i centri urbani di maggiori dimensioni per motivi di lavoro o di studio.

Il tasso di motorizzazione (vetture/100 abitanti) in-fluenza diversi parametri per così dire di “vivibilità” degli ambienti urbani nei piccoli centri, tra cui prin-cipalmente l’inquinamento atmosferico ed acustico e l’occupazione del suolo che genera la congestione.

Se si considera l’intero Paese, il parco veicolare è di 36.341.122 autovetture, con un tasso di moto-rizzazione medio nazionale pari a 60,2 automobili per 100 abitanti. Nei Piccoli Comuni il numero di automobili ammonta a 6.164.590, ossia 59,7 veicoli ogni 100 abitanti.

Rispetto al dato medio nazionale, poco più della metà dei Piccoli Comuni (il 50,3%) registra un tas-so di motorizzazione inferiore. In particolare, è nei PC del sud Italia e delle isole che si rileva un nu-mero di autoveicoli mediamente inferiore rispet-to al dato italiano: nell’88,1% dei PC della Puglia, nell’83,8% della Basilicata, nell’82,4% della Sarde-gna e nel 78,9% della Calabria. Unica eccezione al nord è il Trentino - Alto Adige, dove nell’85,6% dei PC il tasso di motorizzazione è inferiore a 60 auto-mobili ogni 100 abitanti.

All’opposto, è soprattutto nei PC di Valle d’Aosta, Umbria, Piemonte e Marche che il tasso di moto-

rizzazione presenta valori superiore alla media nazionale (rispettivamente 72,2, 65, 64 e 63,5 auto ogni 100 abitanti).

I Piccoli Comuni, pur avendo una rete di trasporto pubblico meno capillare rispetto ai centri urbani di maggiori dimensioni, così come infrastrutture e servizi per il trasporto in molti casi più carenti, presentano un tasso di motorizzazione general-mente inferiore alla media nazionale. In ciascuna classe demografica, infatti, per circa la metà dei PC si registra un tasso di motorizzazione pari a meno di 60 vetture ogni cento abitanti.

91

Tabella 25. Tasso di motorizzazione (autovetture ogni 100 abitanti) nei Piccoli Comuni, per regione, 2009

Regione

Automobili per 100 abitanti

Numero di automobili

Automobili per 100abitanti

Fino a 60 Oltre 60

V.A. % suregione V.A. % su

regione

Piemonte 220 20,6% 850 79,4% 840.010 64,0

Valle d’Aosta 2 2,7% 71 97,3% 67.029 72,2

Lombardia 628 57,7% 460 42,3% 1.262.456 59,0

Trentino -Alto Adige 256 85,6% 43 14,4% 253.372 55,0

Veneto 130 41,5% 183 58,5% 486.629 60,6

Friuli -Venezia Giulia 57 36,8% 98 63,2% 178.315 61,8

Liguria 134 73,2% 49 26,8% 141.681 56,8

Emilia Romagna 39 25,0% 117 75,0% 256.723 62,0

Toscana 39 29,1% 95 70,9% 203.609 62,5

Umbria 3 5,2% 55 94,8% 78.836 65,0

Marche 29 16,9% 143 83,1% 217.785 63,5

Lazio 82 32,4% 171 67,6% 289.246 62,2

Abruzzo 136 54,4% 114 45,6% 218.136 60,0

Molise 81 64,8% 44 35,2% 91.701 58,2

Campania 228 68,9% 103 31,1% 391.628 57,1

Puglia 74 88,1% 10 11,9% 115.593 52,8

Basilicata 83 83,8% 16 16,2% 108.916 55,6

Calabria 258 78,9% 69 21,1% 379.989 56,5

Sicilia 122 61,0% 78 39,0% 286.939 58,4

Sardegna 258 82,4% 55 17,6% 295.997 56,0

Totale Piccoli Comuni 2.859 50,3% 2.824 49,7% 6.164.590 59,7

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ACI, Autoritratto 2009

92

La Figura 15 mette in evidenza come nei PC del nord-ovest e del centro Italia il tasso di motoriz-zazione sia più elevato che altrove (oltre 60). Unica eccezione al nord, i PC alto - atesini; al centro, in-vece, con la sola esclusione dei PC abruzzesi, quelli emiliano-romagnoli, toscani, marchigiani, umbri e laziali contano tutti 60 o più auto per 100 abitanti.

Tabella 26. Tasso di motorizzazione (autovetture ogni 100 abitanti) nei Piccoli Comuni, per ampiezza demografi ca, 2009

Automobili per 100abitanti

Fino a 1.000abitanti

Tra 1.001 e 2.500 abitanti

Tra 2.501 e 5.000 abitanti

Totale Piccoli Comuni

V.A. % V.A. % V.A. % V.A. %

Fino a 60 955 49,0% 1.085 50,9% 819 51,1% 2.859 50,3%

Oltre 60 993 51,0% 1.046 49,1% 785 48,9% 2.824 49,7%

Totale Piccoli Comuni 1.948 100,0% 2.131 100,0% 1.604 100,0% 5.683 100,0%

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ACI, Autoritratto 2009

93

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ACI, Autoritratto 2009

Automobili per 100 ab.

Fino a 60Oltre 60

Figura 15. Il tasso di motorizzazione (autovetture ogni 100 abitanti)nei Piccoli Comuni, 2009

Economiaed offerta turistico ambientale

• Tasso di nata-mortalità delle imprese• Sportelli bancari• Reddito imponibile• Strutture alberghiere• Agriturismi• Piccoli Comuni del tipico• Offerta museale• Programmazione comunitaria

97

Tasso di nata-mortalità delle imprese

Sono poco meno di un milione le imprese attive nei Piccoli Comuni italiani, il 18,3% di quelle attive sull’intero territorio nazionale. Si tratta di un dato leggermente inferiore al 2009, quando le imprese attive nei PC ammontavano a 975mila, e ricondu-cibile essenzialmente al minor tasso di natalità rilevato per le imprese nei centri di minore dimen-sioni rispetto alle realtà locali con oltre 5.000 abi-tanti (6,4% rispetto all’8,1%). Rispetto al dato me-dio nazionale (7,8%), sono soprattutto i PC dell’area alpina, della bassa Lombardia, nonché di quelli lo-calizzati lungo il confine ligure emiliano, dell’Ap-pennino centrale, della Calabria, della Puglia e del-la Sardegna ad evidenziare valori superiori.

Tuttavia, si è assistito nel corso del 2010 ad un rallentamento delle cancellazioni delle imprese: il tasso di mortalità si è ridotto rispetto all’anno scorso sia relativamente ai PC (6,4% rispetto al

7,1% del 2009) che all’Italia (7,4% vs 7,7% dell’anno precedente). Tuttavia, sono ancora molti i PC il cui indice di mortalità è superiore al valore medio na-zionale. La situazione appare diffusa su tutto il ter-ritorio italiano, con punte rilevabili peri PC orienta-li della Sardegna, del Piemonte e della Lombardia. Complessivamente, però, la riduzione del numero delle cancellazioni non è stato tale da permette-re un saldo positivo per i PC, per i quali, infatti, queste ultime superano le nuove iscrizioni di poco meno di 3.000 unità. Ed infatti, il tasso di incre-mento delle imprese (calcolato come rapporto tra la differenza tra imprese iscritte e cancellate sul totale delle imprese attive) nei PC segna un -0,3%, a fronte di un +0,6% nei comuni più grandi e di un +0,4% nazionale. Infatti, i PC in cui il tasso di incremento è superiore al valore medio nazionale sono ancora in numero limitato, distribuiti per lo più a macchia di leopardo sul territorio nazionale.

Tabella 27. Imprese iscritte, cessate ed attive nei Piccoli Comuni, nei comunicon più di 5.000 abitanti e in Italia, nel 2010

Imprese iscritte

nel 2010 (a)

Impresecessate

nel 2010 (b)

Impreseattive al

31.12.2010 (c)

Tasso dinatalità(a)/(c)

Tasso dimortalità

(b)/(c)

Tasso d’incremento

(a-b)/(c)

Piccoli Comuni 61.898 64.683 965.763 6,4% 6,7% -0,3%

Comuni con più di 5.000 abitanti

350.564 326.139 4.316.166 8,1% 7,6% 0,6%

Italia 412.462 390.822 5.281.929 7,8% 7,4% 0,4%

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Infocamere 2011

98

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Infocamere 2011

Tasso di natalità delle imprese

Fino a 7,8%

Oltre a 7,8%

Figura 16. Il tasso di natalità delle imprese nei Piccoli Comuni, 2010

99

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Infocamere 2011

Tasso di mortalità delle imprese

Fino a 7,4%

Oltre a 7,4%

Figura 17. Il tasso di mortalità delle imprese nei Piccoli Comuni, 2010

100

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Infocamere 2011

Tasso di incrementodelle imprese

Fino a 0,4%

Oltre a 0,4%

Figura 18. Il tasso di incremento delle imprese nei Piccoli Comuni, 2010

101

Sportelli bancari

La presenza sul territorio di un sistema bancario e creditizio sviluppato e ramificato rappresenta una condizione fondamentale per la crescita dell’eco-nomia locale.

Il 73% dei comuni italiani ha almeno uno sportello bancario nel proprio territorio: si tratta comples-sivamente di 5.905 realtà locali. Nei soli Piccoli Comuni questo valore scende a 3.504, il 61,7% del totale dei comuni con banche. In Emilia Romagna e Toscana la percentuale di PC con almeno uno sportello bancario sul totale delle realtà regionali comunali con meno di 5.000 abitanti supera il 90% (rispettivamente 91% e 91,8%), mentre i Piccoli Co-muni molisani, calabresi e campani non raggiun-gono il 40% del totale regionale (rispettivamente 29,6%, 31,8% e 38,7%).

Prendendo in considerazione il numero degli sportelli bancari nei Piccoli Comuni, si vede come questi siano poco meno di un sesto di quelli com-plessivi del Paese (rispettivamente 5.698 e 34.035 sportelli bancari). La densità di sportelli bancari varia in maniera evidente tra le diverse aree ge-ografiche: se si considera che la media dei PC è di 1.813 abitanti per sportello (a fronte di un dato nazionale di 1.773 abitanti per sportello), questo valore varia, nei due estremi: da un lato al nord, dove scende ai valori minimi di 956 ab./sportello nei PC alto - atesini, mentre all’opposto, al sud, dove cresce fino a 5.605 e 4.258 ab./sportello per i PC calabresi e campani.

Nei piccolissimi comuni gli sportelli bancari sem-brano essere meno diffusi: infatti solo nel 23,9% delle realtà locali fino a 1.000 abitanti è localizza-ta una banca; già a partire dalla classe demogra-fica successiva gli sportelli sono presenti in oltre il 70,8% dei comuni, per raggiungere la più ampia copertura nei territori comunali tra 2.501 e 5.000 abitanti con il 95,4%.

102Tabella 28. Gli sportelli bancari nei Piccoli Comuni ed in Italia, per regione, 2010

RegionePiccoli Comuni con banche N° sportelli

bancari neiPiccoli Comuni

Densità di sportellibancari (n° di abitanti

per sportello)

V.A. % su totale dei PC

Piccoli Comuni Totale

Piemonte 520 48,6% 792 1.658 1.630

Valle d’Aosta 34 46,6% 67 1.385 1.332

Lombardia 728 66,9% 1.236 1.731 1.465

Trentino - Alto Adige 260 87,0% 482 956 1.061

Veneto 279 89,1% 561 1.431 1.348

Friuli - Venezia Giulia 113 72,9% 214 1.348 1.290

Liguria 84 45,9% 137 1.821 1.646

Emilia Romagna 142 91,0% 321 1.290 1.217

Toscana 123 91,8% 271 1.201 1.459

Umbria 50 86,2% 77 1.576 1.561

Marche 146 84,9% 259 1.325 1.278

Lazio 140 55,3% 186 2.500 2.035

Abruzzo 116 46,4% 158 2.301 1.891

Molise 37 29,6% 47 3.352 2.224

Campania 128 38,7% 161 4.258 3.524

Puglia 53 63,1% 62 3.530 2.842

Basilicata 53 53,5% 69 2.841 2.365

Calabria 104 31,8% 120 5.605 3.791

Sicilia 147 73,5% 208 2.361 2.795

Sardegna 247 78,9% 270 1.958 2.496

Totale 3.504 61,7% 5.698 1.813 1.773

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Banca d’Italia 2010

103

La Figura 19 evidenzia come nel centro-nord del paese la densità di sportelli bancari sia più eleva-ta, soprattutto nei PC veneti, friulani, toscani ed emiliani (fino a 999 ab. per sportello), mentre scen-de nei PC del centro-sud, fino a punte nei comuni abruzzesi, molisani e calabresi dove ci sono meno di 4 sportelli totali.

Tabella 29. Gli sportelli bancari nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010

Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti

ItaliaFino a 1.000

abitanti

Tra 1.001 e 2.500 abitanti

Tra 2.501 e 5.000 abitanti

Totale

N° comuni con banche 465 1.509 1.530 3.504 2.401 5.905

% comuni con banche sul totale 23,9% 70,8% 95,4% 61,7% 99,6% 73,0%

N° sportelli bancari 508 2.018 3.172 5.698 28.337 34.035

Densità di sportelli bancari(n° di abitanti per sportello) 2.130 1.756 1.798 1.813 1.765 1.773

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Banca d’Italia 2010

104

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Banca d'Italia 2010

Densità di sportelli bancari(N° di ab. per sportello)

Fino a 999 ab.

1.000 - 1.799 ab.

1.800 ab. e oltre

PC non bancati o con meno di 4 sportelli

Figura 19. Densità di sportelli bancari (n° di abitanti per sportello) nei Piccoli Comuni, 2010

105

Reddito imponibile

Il reddito imponibile ai fini IRPEF rappresenta una misura della distribuzione della ricchezza economica nei PC italiani. Il numero di cittadini dichiaranti nei Piccoli Comuni, per l’anno d’im-posta 2009, è stato di poco superiore a 5 milio-ni (il 17% del totale regionale in media) per un ammontare di reddito imponibile medio di poco inferiore ai 20 mila euro per contribuente (22,8 mila è la media Paese).

In generale, sembra emergere una contrapposi-zione tra i PC del nord e quelli del sud: in questi ultimi, infatti, il valore medio del reddito imponi-bile per cittadino dichiarante è più basso rispetto alla media nazionale e varia dai 16.781 euro per contribuente nei Piccoli Comuni siciliani ai 18.042 euro per quelli campani. Nei PC del nord, invece, dove generalmente si superano i 20mila euro, le uniche eccezioni sono rappresentate dai PC vene-ti (il cui reddito medio per contribuente è pari a 19,5mila euro). Nelle piccole realtà amministrative del centro del Paese si registra un sostanziale alli-neamento o lieve scostamento dalla media.

I titolari dei redditi maggiori risiedono nei Picco-li Comuni valdostani e lombardi (con 22,5mila e 22mila euro circa di reddito imponibile per dichia-rante); all’opposto si trovano i Piccoli Comuni pu-gliesi e siciliani, entrambi con 16,7 mila euro circa.

Che nei Piccoli Comuni italiani il reddito imponi-bile sia mediamente più basso rispetto alle realtà amministrative di maggiori dimensione demogra-fiche è evidenziato anche dal fatto che la percen-tuale dei dichiaranti nei PC per regione è sempre

superiore rispetto alla percentuale di reddito im-ponibile che in questi territori viene dichiarato.

Guardando alle classi dimensionali, è nelle realtà che superano i 2.500 abitanti che il reddito imponibile per dichiarante supera la media dei PC, con 20,3mila euro rispetto ai 19,9mila euro dei Piccoli Comuni complessivamente intesi. Solo i comuni con oltre 5.000 abitanti, infatti, superano il dato medio nazio-nale (rispettivamente 23,4mila e 22,8mila euro circa).

Dai grafici emergono bene le dinamiche di trend che hanno caratterizzato le diverse classi demogra-fiche di PC rispetto al reddito imponibile medio per contribuente nell’intervallo temporale 2004-2009.

Da un iniziale livello medio dei PC del 2004 (18.244 euro) si è avuto un picco medio negativo nel 2005 (17.478), per poi seguire una crescita costante fino al 2007 (19.820). Dal 2007 al 2009 nei PC l’andamento è stato costante. Nell’intero arco temporale, si osser-va un andamento omogeneo per tutte e tre le classi demografiche dei PC e complessivamente per que-sti ultimi. Solo le realtà territoriali con popolazione compresa tra 2.501 e 5.000 abitanti hanno visto un livello di reddito medio per contribuente lievemen-te superiore a quello relativo alla media dei PC.

Anche dal confronto tra PC e realtà territoriali maggiori ed Italia emerge un andamento omoge-neo nel sessennio in esame: flessione nel 2005 e crescita fino al 2007, per poi osservarsi un periodo di stabilità. I comuni con meno di 5.000 residenti sono costantemente al di sotto della media nazio-nale e dei comuni maggiori di circa 3.000 euro.

106

Tabella 30. Reddito imponibile nei Piccoli Comuni ed in Italia, per regione,anno d’imposta 2009

Regione

N° dichiarantinei Piccoli Comuni

Reddito imponibile(migliaia di Euro)

nei Piccoli Comuni

Reddito imponibileper dichiarante (Euro)

V.A. % suregione V.A. % su

regionePiccoli

Comuni Totale

Piemonte 772.673 29,6% 16.305.353 27,3% 21.103 22.903

Valle d’Aosta 58.954 72,4% 1.325.611 70,2% 22.486 23.185

Lombardia 1.208.563 21,0% 26.606.068 18,2% 22.015 25.401

Trentino -Alto Adige 277.174 44,5% 6.016.504 40,6% 21.707 23.756

Veneto 450.594 16,1% 8.823.067 14,0% 19.581 22.575

Friuli -Venezia Giulia 172.135 22,8% 3.490.926 20,3% 20.280 22.697

Liguria 142.746 14,7% 3.023.927 13,2% 21.184 23.471

Emilia Romagna 248.484 9,2% 4.958.511 7,9% 19.955 23.224

Toscana 183.177 8,5% 3.551.165 7,3% 19.387 22.519

Umbria 63.131 12,8% 1.196.904 11,4% 18.959 21.298

Marche 181.029 21,0% 3.366.527 18,7% 18.597 20.874

Lazio 210.844 7,3% 4.052.025 5,4% 19.218 25.811

Abruzzo 165.564 25,7% 2.928.935 22,4% 17.691 20.280

Molise 64.134 45,5% 1.129.088 40,0% 17.605 20.048

Campania 246.791 11,9% 4.452.602 10,2% 18.042 21.072

Puglia 87.111 5,2% 1.456.543 4,4% 16.721 19.719

Basilicata 78.065 31,3% 1.328.404 27,6% 17.017 19.352

Calabria 240.863 32,5% 4.075.947 28,3% 16.922 19.448

Sicilia 186.637 9,9% 3.131.867 8,0% 16.781 20.656

Sardegna 220.496 28,8% 3.842.375 24,3% 17.426 20.638

Totale 5.259.165 17,0% 105.062.348 14,9% 19.977 22.891

Fonte: elaborazione Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali di IFEL su dati Ministero dell’Economiae delle Finanze - Dipartimento delle Finanze 2011

107

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell'Economiae delle Finanze - Dipartimento delle Finanze 2011

Gra�co 9. Il reddito imponibile per contribuente nei Piccoli Comuni,anno d'imposta 2004-2009

16.000

17.000

18.000

19.000

20.000

21.000

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Fino a 1.000 abitanti Tra 1.001 e 2.500 abitanti

Tra 2.501 e 5.000 abitanti Piccoli Comuni

Euro

per

con

trib

uen

te

Tabella 31. Reddito imponibile nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, anno d’imposta 2009

Piccoli ComuniComunicon piùdi 5.000 abitanti

ItaliaFino a 1.000

abitanti

Tra 1.001 e 2.500 abitanti

Tra 2.501 e 5.000 abitanti

Totale

N° dichiaranti 561.542 1.788.335 2.909.288 5.259.165 25.598.930 30.858.095

Redditoimponibile(migliaia di Euro)

10.755.724 35.123.245 59.183.378 105.062.348 601.310.042 706.372.390

Redditoimponibile per dichiarante (Euro)

19.154 19.640 20.343 19.977 23.490 22.891

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell’Economiae delle Finanze - Dipartimento delle Finanze 2011

108

La Figura 20 mette in evidenza come nei PC del sud Italia il reddito imponibile medio per contribuente sia inferiore ai 17.000 euro, salvo alcune eccezio-ni soprattutto nei PC sardi e campani; all’opposto è nei PC del nord, in Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Trentino - Alto Adige in cui si rilevano situazioni con punte superiori ai 23.000 euro.

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell'Economiae delle Finanze - Dipartimento delle Finanze 2011

Gra�co 10. Il reddito imponibile per contribuente nei Piccoli Comuni,nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, anno d'imposta 2004-2009

Euro

per

con

trib

uen

te

16.00017.00018.00019.00020.000

21.00022.00023.00024.000

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti Italia

109

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell'Economiae delle Finanze - Dipartimento delle Finanze 2011

Reddito imponibile medio per contribuente

Inferiore a 17.000

17.000 - 20.000 (escluso estremo destro)

20.000 - 23.000 (escluso estremo destro)

23.000 e oltre

Figura 20. Il reddito imponibile nei Piccoli Comuni (euro per contribuente),anno d’imposta 2009

110

Strutture alberghiere

C’è una domanda crescente nei centri minori, lega-ta alla tradizione enogastronomica tipica e di con-seguenza al turismo del tipico. Turisti che cercano luoghi autentici dove possono vivere un’esperien-za originale; accrescere le conoscenze e la cultura; entrare in contatto con la storia e le tradizioni lo-cali; stabilire relazioni umane con gli abitanti.

L’offerta turistica alberghiera dei PC, valutata come numero di posti letto ogni 1.000 residenti, evidenzia come in questi centri siano presenti so-prattutto strutture di piccole e medie dimensioni. Accanto, infatti, al 55,6% dei PC in cui non si rile-vano esercizi alberghieri (3.162), se ne osservano 1.254, il 22,1%, in cui si registrano 39 posti letto ogni 1.000 abitanti.

Le strutture alberghiere più grandi, quelle con oltre 64 posti letto ogni 1.000 abitanti sono loca-lizzate nel 16,9% dei PC, mentre il restante 5,4% del totale registra da 39 a 64 posti letto. I PC mon-tani ed alpini del nord, alto - atesini e valdostani in particolare, sono quelli che ospitano il più alto valore percentuale sul totale dei comuni della re-gione con più di 64 posti letto per 1.000 abitanti.

Dalla Figura 21 risalta la vasta offerta alberghiera (oltre 64 posti letto per 1000 abitanti) dei Piccoli Comuni della fascia alpina, in particolare altoate-sini, della dorsale appenninica romagnola, del ter-ritorio toscano e abruzzese, ma anche della costa sarda e calabrese. Piuttosto scarsa invece appare l’offerta alberghiera nei PC siciliani, campani, pu-gliesi, laziali e lucani.

111

Tabella 32. Distribuzione dell’offerta turistica alberghiera dei Piccoli Comuni, per regione, 2009

Regione

Posti letto per 1.000 abitanti nei Piccoli Comuni Totale per regioneZero Fino a 39 Da 39 a 64 Da 64 in poi

V.A. % su regione V.A. % su

regione V.A. % su regione V.A. % su

regione V.A.

Piemonte 700 65,4% 178 16,6% 50 4,7% 142 13,3% 1.070

Valle d’Aosta 14 19,2% 11 15,1% 7 9,6% 41 56,2% 73

Lombardia 662 60,8% 229 21,1% 66 6,1% 131 12,0% 1.088

Trentino -Alto Adige 56 18,7% 30 10,0% 15 5,0% 198 66,2% 299

Veneto 150 47,9% 106 33,9% 14 4,5% 43 13,7% 313

Friuli -Venezia Giulia 68 43,9% 54 34,8% 6 3,9% 27 17,4% 155

Liguria 71 38,8% 50 27,3% 13 7,1% 49 26,8% 183

EmiliaRomagna 44 28,2% 74 47,4% 7 4,5% 31 19,9% 156

Toscana 22 16,4% 40 29,9% 20 14,9% 52 38,8% 134

Umbria 13 22,4% 25 43,1% 12 20,7% 8 13,8% 58

Marche 70 40,7% 60 34,9% 13 7,6% 29 16,9% 172

Lazio 164 64,8% 60 23,7% 7 2,8% 22 8,7% 253

Abruzzo 146 58,4% 47 18,8% 17 6,8% 40 16,0% 250

Molise 94 75,2% 20 16,0% 5 4,0% 6 4,8% 125

Campania 225 68,0% 72 21,8% 13 3,9% 21 6,3% 331

Puglia 49 58,3% 21 25,0% 4 4,8% 10 11,9% 84

Basilicata 53 53,5% 29 29,3% 8 8,1% 9 9,1% 99

Calabria 222 67,9% 46 14,1% 12 3,7% 47 14,4% 327

Sicilia 137 68,5% 40 20,0% 8 4,0% 15 7,5% 200

Sardegna 202 64,5% 62 19,8% 12 3,8% 37 11,8% 313

Totale Piccoli Comuni 3.162 55,6% 1.254 22,1% 309 5,4% 958 16,9% 5.683

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010

112

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010

Posti letto in esercizi alberghieri per 1.000 abitanti

Nessun albergo

Inferiore a 39,0

39,0 - 63,9

64,0 e oltre

Figura 21. Distribuzione dell'offerta turistica alberghiera dei Piccoli Comuni, 2009

113

Agriturismi

Accanto all’offerta alberghiera, il ruolo degli agri-turismi quali strutture ricettive alternative cresce di anno in anno. Infatti il numero di quanti scel-gono di trascorrere una vacanza in agriturismo è in aumento: il desiderio di vivere a contatto con la natura, di conoscere le tradizioni locali e i prodot-ti tipici, di riscoprire le cose semplici e di stabilire un rapporto diretto con le persone del posto, sono tra le principali motivazioni per una simile scelta. È nei Piccoli Comuni che si concentra l’offerta agri-turistica italiana: in 2.215 PC si trova il 48,8% degli agriturismi presenti nel nostro Paese. Complessiva-mente, i Piccoli Comuni sembrano prediligere que-sta tipologia di offerta: il 93% degli agriturismi val-dostani sono localizzati in un PC, così come l’80,8% di quelli piemontesi, il 72% di quelli molisani ed oltre il 60% di quelli alto atesini, liguri e calabresi.

È in Piemonte e Trentino - Alto Adige che si rac-coglie il maggior numero di Piccoli Comuni in cui è presente almeno un esercizio agrituristico (ri-spettivamente, il 15,4% e l’8,4%). In generale, sono soprattutto i Piccoli Comuni del centro nord ad aver puntato sugli agriturismi: l’8% dei PC della Lombardia, più del 5% di quelli veneti e toscani, mentre valori di poco inferiori si rilevano per i PC liguri, emiliano romagnoli ed abruzzesi. Al sud, da segnalare i valori rilevati per i PC calabresi (7,1%), sardi (7%) e campani (6,5%).

Tuttavia, se si guarda al totale degli esercizi agri-turistici, la situazione appare diversa: più di un quarto degli agriturismi in esercizio nei PC (25,1%) si trovano in Trentino - Alto Adige, segno ulteriore che in questa regione si è puntato molto su tale tipologia di offerta. Segue la Toscana, dove sono concentrati il 20,7% degli esercizi agrituristici at-tivi nei PC italiani, e con percentuali più basse il Piemonte (8%), l’Umbria (5,1%), la Campania e la Sardegna (4,7%).

La Figura 22 mostra come prevalentemente nei PC toscani, umbri ed altoatesini ci siano più di 5 eser-cizi agrituristici in media per comune, con alcuni episodi analoghi anche nei PC sardi e calabresi. La maggior parte dei PC in cui sono presenti tali strutture hanno, in media, 5 agriturismi.

114

Tabella 33. L’offerta agrituristica dei Piccoli Comuni, per regione, 2009

Regione

Piccoli Comuni con esercizi agrituristici

Esercizi agrituristicinei Piccoli Comuni Esercizi

agrituristici in Italia

% esercizi agrituristici nei PC sul

totale regionaleNumero % su totale Numero % su totale

Piemonte 341 15,4% 595 8,0% 736 80,8%

Valle d’Aosta 30 1,4% 45 0,6% 48 93,8%

Lombardia 178 8,0% 293 3,9% 490 59,8%

Trentino -Alto Adige 186 8,4% 1.862 25,1% 2.795 66,6%

Veneto 122 5,5% 252 3,4% 801 31,5%

Friuli -Venezia Giulia 80 3,6% 145 2,0% 247 58,7%

Liguria 106 4,8% 230 3,1% 360 63,9%

EmiliaRomagna 91 4,1% 199 2,7% 566 35,2%

Toscana 128 5,8% 1.539 20,7% 4.106 37,5%

Umbria 55 2,5% 382 5,1% 1.319 29,0%

Marche 71 3,2% 114 1,5% 258 44,2%

Lazio 92 4,2% 200 2,7% 443 45,1%

Abruzzo 106 4,8% 255 3,4% 408 62,5%

Molise 27 1,2% 36 0,5% 50 72,0%

Campania 145 6,5% 347 4,7% 629 55,2%

Puglia 22 1,0% 49 0,7% 291 16,8%

Basilicata 42 1,9% 87 1,2% 175 49,7%

Calabria 157 7,1% 308 4,2% 485 63,5%

Sicilia 80 3,6% 136 1,8% 420 32,4%

Sardegna 156 7,0% 346 4,7% 590 58,6%

Totale 2.215 100,0% 7.420 100,0% 15.217 48,8%

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010

115

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010

Esercizi agrituristici

Nessun agriturismo

Fino a 5

Oltre 5

Figura 22. L'offerta agrituristica dei Piccoli Comuni, 2009

116

Piccoli Comuni del tipico

Sono quasi circa 5.000 i prodotti tipici italiani. Sono prodotti espressione della cultura di aree determinate. Sono prodotti tradizionali i cui me-todi di preparazione, lavorazione, conservazione e stagionatura devono essere stati codificati come minimo da 25 anni. La tipicità non risiede soltan-to nelle caratteristiche materiali. Sono prodotti tipici perché trasmettono un messaggio, ricordo, testimonianza. La rilevanza economica dei pro-dotti enogastronomici nell’ambito dello sviluppo dei singoli territori è evidente se si guarda ai dati relativi al comparto agroalimentare italiano, che collocano l’Italia ai vertici dell’Unione Europea per la produzione agricola a prezzi base in valori cor-renti e seconda per occupazione agricola.

In particolare l’Italia, con il 22% del totale dei mar-chi Dop e Igp riconosciuti, detiene un primato a livello europeo. Il rapporto tra produzioni agricole di qualità e territorio rappresenta una grande sfi-da ed opportunità per i Piccoli Comuni in partico-lare, fulcro dei sistemi delle identità alimentari del Paese; oltre il 90% dei PC ha ottenuto il riconosci-mento di almeno un prodotto DOP.(1)

1

L’offerta delle Associazioni delle città di identità che fanno parte della rete Res Tipica(2), ruota intor-no al concept attraverso cui i Piccoli Comuni defi-niscono verso l’esterno il motivo della loro unicità ed attrattività: dal prodotto (il vino, l’olio, la noc-ciola, le ciliegie, ecc.) alla filosofia di produzione o consumo alimentare (slow, bio) all’accoglienza/of-ferta turistica (borghi più belli od autentici, ecc..). Complessivamente, i Piccoli Comuni che parteci-pano a Res Tipica sono 1.121, su un totale di 1.840 amministrazioni comunali: oltre il 60% è dunque di piccole dimensioni demografiche.

Anche all’intero delle Associazioni prevalgono, generalmente, i Piccoli Comuni: tra le eccezioni le Città del Bio (90 PC e 95 comuni con più di 5.000 ab.). Tra i PC, prevalgono quelli con popolazione compresa tra 1.001 e 2.500 abitanti (713, oltre il 38% dei PC). Tale situazione permane anche all’in-terno delle diverse Associazioni di cui si compone Res Tipica, con le sole eccezioni di Città del Vino e Città dell’Olio, nelle quali prevalgono i comuni con popolazione tra i 2.501 e i 5.000 abitanti. Na-turalmente un comune può partecipare a più di un’associazione.

2 L’Anci ha promosso Res Tipica, Associazione, costituita dall’ANCI insieme alle Associazioni Nazionali delle Città di Identità, per la promozione delle identità territoriali italiane. Res Tipica nasce per salvaguardare e promuovere l’immenso patrimonio ambientale, culturale, turistico ed enogastronomico dei Comuni piccoli e medi del nostro Paese. Res Tipica intende valorizzare la cultura dei territori, per far conoscere in Italia e nel mondo la ricchezza di paesaggi, saperi e sapori.

117

Città del vino è l’associazione che conta il maggior numero di comuni aderenti (564, di cui 303 PC), segui-ta da Città dell’Olio (322 di cui 179 PC) e della Noccio-la (215, 146 PC). Ma vi sono anche associazioni più di nicchia, con un minor numero di iscritti, ma non per questo meno importanti nel panorama italiano delle tipicità locali: ne sono esempio le Città del tabacco (6), della mela annurca (7) e della lenticchia (10).

Riguardo alla distribuzione territoriale dei Piccoli Comuni del tipico si evidenzia una forte concen-trazione soprattutto nel centro del Paese e, in se-condo luogo, nei PC del sud. Più limitata appare la loro presenza nelle regioni settentrionali, con le eccezioni di alcune aree di PC in Liguria, Piemonte e Friuli - Venezia Giulia.

Tabella 34. I comuni partecipanti a Res Tipica, per classe demografi ca, maggio 2011

Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti

ItaliaFino a 1.000

abitanti

Tra 1.001 e 2.500 abitanti

Tra 2.501 e 5.000 abitanti

Totale

N° comuni partecipanti*: 272 461 388 1.121 719 1.840

di cui alla Città del vino 58 116 129 303 261 564

di cui alla Città dell’olio 39 61 79 179 143 322

di cui alla Città della nocciola 33 68 45 146 69 215

di cui ai Borghi più belli d’Italia 39 58 40 137 63 200

di cui alla Città del bio 26 32 32 90 95 185

*Se un comune partecipa a più di un’associazione viene conteggiato una sola volta in questa voce,mentre è sempre contato nelle diverse associazioni di cui è membro.

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Res Tipica 2011

118

Tabella 35. Le associazioni partecipanti a Res Tipica, maggio 2011

ASSOCIAZIONE N. comuni Partecipanti Di cui Piccoli Comuni

Città del vino 564 303

Città dell’olio 322 179

Città della nocciola 215 146

I borghi più belli d’Italia 200 137

Città del bio 185 90

Paesi Bandiera Arancione 118 81

Borghi autentici d’Italia 116 101

Città dei sapori 111 52

Città slow 69 23

Città del castagno 64 50

Città delle ciliegie 54 27

Città del pane 45 18

Città del miele 40 24

Città del tartufo 37 27

Città della terra cruda 36 20

Città della ceramica 35 6

Città della chianina 30 11

Paesi dipinti 25 19

Coordinamento città del formaggio 20 8

Città dell’infi orata 18 8

Città del pesce di mare 16 1

Città della bufala 15 5

Città del riso 15 15

Città delle grotte 13 11

Licor 11 5

Città della lenticchia 10 10

Città della mela annurca 7 1

Città del Tabacco 6 1

Città delle ciliegie (Chiaiano) 1 0

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Res Tipica 2011

119

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Res Tipica 2011

Piccoli comuni del tipico

Figura 23. I Piccoli Comuni partecipanti a Res Tipica, maggio 2011

120

Offerta museale

I Piccoli Comuni italiani hanno un patrimonio ar-tistico e culturale di grande importanza, che viene testimoniato anche dall’ampia offerta culturale di Musei, monumenti ed aree archeologiche statali sui propri territori.

Sono 58 i PC che contano complessivamente 66 musei, monumenti o aree archeologiche statali (il 15,6% del totale nazionale), per la maggior parte presenti in realtà aventi popolazione compresa tra i 2.501 e i 5.000 abitanti (65%). Poco più del 30% delle strutture dei PC sono a pagamento, percen-tuale di molto inferiore al 58,9% dei comuni con più di 5.000 ab e anche al 55% circa del totale dei comuni italiani.

I PC registrano 891.338 visitatori nel 2010, di cui cir-ca il 78% non paganti, mentre dei 36.464.200 visita-tori per i comuni con più di 5.000 abitanti risultano non paganti poco più del 58% e sono circa 59% i visitatori paganti complessivi di monumenti o aree archeologiche statali di tutte le amministrazioni comunali d’Italia (37.355.538 visitatori complessivi).

Molto limitata è, dunque, la diffusione di musei statali in comuni con meno di 5.000 abitanti, loca-lizzati soprattutto nelle regioni centro settentrio-nali del Paese, dove si evidenzia il più alto numero di musei, monumenti o aree archeologiche statali, mentre nel Mezzogiorno l’offerta sembra essere più limitata, con alcune eccezioni che riguardano i PC abruzzesi, molisani e calabresi.

121Tabella 36. Musei, monumenti ed aree archeologiche statali nei Piccoli Comuni,nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010

Piccoli Comuni Comuni con piùdi 5.000 abitanti

ItaliaFino a 1.000

abitanti

Tra 1.001 e 2.500 abitanti

Tra 2.501 e 5.000 abitanti

Totale

N° comuni con musei,monumenti o areearcheologiche statali

10 10 38 58 188 246

N° musei, monumenti o aree archeologiche statali: 10 13 43 66 421 487

- di cui a pagamento 1 4 16 21 248 269

- di cui gratuiti 9 9 27 45 173 218

N° visitatori di musei,monumenti o areearcheologiche statali:

117.307 169.224 604.807 891.338 36.464.200 37.355.538

- di cui paganti 5.781 11.016 176.477 193.274 15.314.342 15.507.616

- di cui non paganti 111.526 158.208 428.330 698.064 21.149.858 21.847.922

Introiti lordi dei musei,monumenti o areearcheologiche statali

11.005 26.861 614.857 652.723 103.840.269 104.492.992

Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali non rileva i dati riguardanti musei, monumenti ed aree archeologiche statalidei comuni delle regioni Valle d’Aosta, Trentino - Alto Adige e Sicilia

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero per i Benie le Attività Culturali 2011

122

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero per i Benie le Attività Culturali 2011

PC con presenza di musei, monumentio aree archeologiche statali

Figura 24. Musei, monumenti ed aree archeologiche statali nei Piccoli Comuni italiani, 2010

123

Programmazione comunitaria

Nell’ambito della programmazione comunitaria, è stata condotta un’analisi relativamente agli elenchi dei Beneficiari dei soli PO regionali FESR 2007 - 2013. Tra le sei tipologie di beneficiari individuati, sono qui presi in considerazione soltanto i comuni(3).

Sono 766 i PC beneficiari di finanziamenti comu-nitari, il 13,5% del totale delle amministrazioni italiane con meno di 5000 abitanti. Sono soprat-tutto comuni con popolazione compresa tra 1.001 e 2.500 residenti ad essere beneficiari di specifi-ci interventi (356, il 46,4% dei PC). L’attenzione a forme di finanziamento incrementali è deducibi-le anche dal fatto che oltre la metà dei progetti ammessi è stato presentato da un PC (1.241 su 2.410, il 51,5%); in media, ciascun Piccolo Comune si è visto finanziare 1,6 progetti.

Il contributo pubblico complessivamente assegna-to è di poco inferiore ai 500 milioni di euro, quasi il 20% del totale nazionale.

3 L’analisi seguente non tiene dunque conto del PON Gover-nance e AT FESR, del PON Istruzione Ambienti per l’appren-dimento, del PON Reti e mobilità, del PON Ricerca e competi-tività, del PON Sicurezza per lo sviluppo, del POIN Attrattori culturali, naturali e turismo e del POI Energie rinnovabili e ri-sparmio energetico. Le sei categorie di beneficiari sono: regioni, province, comuni, operatori privati (tra cui imprese, consorzi, ..), Unioni di Comuni e Comunità Montane, altri enti pubblici ed organismi di categoria. Per approfondimenti, cfr IFEL, La dimensione territoriale nel Quadro Strategico Nazionale 2007-2013. Stato d’attuazione e ruolo dei Comuni, maggio 2011.

Dei 1.241 progetti dei PC, la maggioranza è finaliz-zata ad interventi di efficientamento energetico e di promozione delle energie rinnovabili (329, il 26,5%) e di riqualificazione di aree urbane, commerciali ed industriali (322, il 25,9%), in entrambi i casi con valori superiori anche a quelli rilevati per le ammi-nistrazioni di maggiori dimensioni demografiche. La grande attenzione per l’ambiente ed il territorio locale è evidenziato anche dall’elevato numero di progetti per la sostenibilità ambientale (239, 19,3%). Solo 14 sono invece gli interventi per la mobilità.

Tra i PC prevalgono, tuttavia, progetti di piccole di-mensioni economiche: sono infatti 711 (il 57,3% di 1.241) quelli il cui contributo pubblico assegnato arriva ad un massimo di 15mila euro. Sono invece solo 75 gli interventi il cui contributo è superiore a 1,5 milioni di euro, e, di questi, solo 2 hanno un contributo compreso tra i 5 milioni di euro e i 10 milioni di euro: si tratta di Castel di Sasso e Cag-giano, entrambi in Campania.

124Tabella 37. I comuni benefi ciari dei POR FESR 2007-2013, per taglia demografi ca

Piccoli ComuniComuni con più di 5.000

abitantiItaliaFino a

1.000 abi-tanti

Tra 1.001 e 2.500 abitanti

Tra 2.501 e 5.000 abitanti

Totale

N° comuni 1.948 2.131 1.604 5.683 2.411 8.094

N° comunibenefi ciari 158 356 252 766 527 1.293

N° progetticon comunibenefi ciari

220 560 461 1.241 1.169 2.410

% di comunicon progetti 8,1% 16,7% 15,7% 13,5% 21,9% 16,0%

Contributopubblicoassegnato (euro)

66.715.105 228.123.808 198.999.563 493.838.476 2.033.278.249 2.527.116.725

% di contributopubblicoassegnato (euro)

2,6% 9,0% 7,9% 19,5% 80,5% 100,0%

I dati si riferiscono alle informazioni disponibili negli Elenchi dei Benefi ciari dei PO regionali al 20 aprile 2011.

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati POR FESR 2007-2013, Elenco Benefi ciari

125Tabella 38. Numero di progetti (valore assoluto) con comuni benefi ciaridei POR FESR 2007-2013, per politica d’intervento e per taglia demografi ca

Politica d’intervento

Piccoli ComuniComuni con più di 5.000 abitanti

ItaliaFino a 1.000

abitanti

Tra 1.001 e 2.500 abitanti

Tra 2.501 e 5.000 abitanti

Totale

Tutela e valorizzazionedel patrimonio naturale,turistico e culturale

31 83 94 208 296 504

Reti e collegamentiper la mobilità 2 2 10 14 107 121

Effi cienza energeticae promozione delleenergie rinnovabili

75 153 101 329 181 510

Sostenibilità ambientalee salvaguardia del territorio 37 114 88 239 201 440

Riqualifi cazione areeurbane, commercialied industriali

50 153 119 322 321 643

Integrazione edinclusione sociale 25 55 47 127 45 172

Altro 0 0 2 2 18 20

Totale 220 560 461 1.241 1.169 2.410

I dati si riferiscono alle informazioni disponibili negli Elenchi dei Benefi ciari dei PO regionali al 20 aprile 2011.

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati POR FESR 2007-2013, Elenco Benefi ciari

126Tabella 39. Numero di progetti con comuni benefi ciari dei POR FESR 2007-2013,per classe di contributo pubblico assegnato e per taglia demografi ca

Classe di contributopubblico assegnato

Piccoli ComuniComuni con più di 5.000

abitantiItaliaFino a

1.000 abitanti

Tra 1.001 e 2.500 abitanti

Tra 2.501 e 5.000 abitanti

Totale

Fino a 150.000 euro 145 327 239 711 339 1.050

Da 150.000 a 500.000 euro 45 121 113 279 342 621

Da 500.000 a 1.500.000 euro 17 73 86 176 271 447

Da 1.500.000 a 5.000.000 euro 13 38 22 73 164 237

Da 5.000.000 a 10.000.000 euro 0 1 1 2 40 42

Da 10.000.000 a 50.000.000 euro 0 0 0 0 11 11

Oltre 50.000.000 euro 0 0 0 0 2 2

Totale 220 560 461 1.241 1.169 2.410

I dati si riferiscono alle informazioni disponibili negli Elenchi dei Benefi ciari dei PO regionali al 20 aprile 2011

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati POR FESR 2007-2013, Elenco Benefi ciari

Unioni di Comuni e Comunità Montane: rilevazione 2011

• Nota introduttiva• Le Unioni di Comuni nel 2011• Le Comunità Montane nel 2011• Le sovrapposizioni tra i territori• delle Unioni di Comuni• e delle Comunità Montane• Profili regionali di Unioni di Comuni• e Comunità Montane

PARTE TERZA

129

Nota introduttiva

Unioni di Comuni*

Per una breve introduzione alle tematiche dell’in-tercomunalità, ovvero della gestione associata di servizi e funzioni comunali, è opportuno osserva-re i seguenti dati.

Sono 337 le Unioni di Comuni (aggiornamento maggio 2011) volontariamente costituite negli ul-timi anni tra oltre 1.663 Comuni per circa 6 mi-lioni di cittadini, seppur con le difficoltà dovute all’incertezza del quadro normativo attuale ed alla scarsità di contributi specifici.

I Piccoli Comuni con una popolazione inferiore ai 5.000 abitanti sono invece 5.683, il 70% del totale dei comuni italiani che, complessivamente, han-no assunto una nuova centralità nell’art. 114 del rinnovato quadro costituzionale; amministrano inoltre il 54% del territorio italiano.

Sin dal 1990, con legge 142, ma con decisivo im-pulso solo a partire dal 1999 ad oggi, tra le diverse forme di gestione associata comunale di funzioni previste dal nostro ordinamento, l’Unione di Co-muni ha riscontrato la maggiore attenzione dei Piccoli Comuni, in particolare, a seguito della eli-minazione della prospettiva di fusione obbligato-ria prevista dalla legge 142 del 1990 e rimossa dal-la legge 265 del 1999 nonché per lo stanziamento di incentivi statali (erogati ex DM 318/2000) e, suc-cessivamente, anche regionali in alcune realtà.

A fronte di questi dati ed in relazione all’attuazione della normativa citata, appare del tutto sostenibile

esprimere alcune brevi considerazioni: a) il “model-lo Unioni di Comuni” ha rappresentato un vero vola-no per lo sviluppo dell’intero sistema delle gestioni associate intercomunali di servizi e funzioni, con-sentendo ai Piccoli Comuni di avere maggiore forza e adeguatezza, ponendo tali tematiche al centro del dibattito sulle riforme, anche in termini di raziona-lizzazione dei modelli esistenti; b) l’affermazione di questo modello nazionale ha realizzato una sorta di tangibile “federalismo dal basso”; c) per quanto si sia diffuso il dibattito ad ogni livello, con un cre-scente numero di buone pratiche, è ancora troppo elevato il differenziale tra il numero di Piccoli ed il numero degli stessi Enti in Unione.

Le 337 Unioni di Comuni costituite hanno deter-minato, in pochi anni, la crescita del numero e del-la qualità dei servizi erogati ai cittadini.

Una felice intuizione del legislatore degli inizi de-gli anni ‘90, stimolata e sostenuta dall’ANCI anche nelle sue successive modifiche, introdotte princi-palmente con la legge n. 265 del 1999, ha consen-tito al nostro Paese di recuperare, almeno in parte, il terreno perduto in passato in tema di “Svilup-po di un Sistema a rete del Territorio”, da tempo argomento centrale di sviluppo dei sistemi locali anche nei maggiori Stati europei.

*di Daniele Formiconi Responsabile ANCIArea Piccoli Comuni/Montagna/Unioni di Comuni

130 Dal punto di vista normativo, le Unioni di Comuni sono disciplinate essenzialmente dall’art. 32 del Capo V del T.U.E.L., approvato con il decreto legi-slativo n. 267/2000, al fine di migliorare i servizi alla persona con sinergie funzionali stabili e fles-sibili e con possibili evoluzioni socio-economiche ed istituzionali a favore dei piccoli Comuni, ovun-que essi siano collocati.

Come previsto dall’art. 32, comma 1, del D.Lgs. 267/2000, T.U.E.L., l’Unione può essere costituita tra due o più Comuni - non più obbligatoriamente contermini - allo scopo di gestire congiuntamente una pluralità di funzioni comunali.

Le Unioni di Comuni sono Enti locali. Adottano un proprio Statuto che individua gli organi, le moda-lità per la loro costituzione, le funzioni svolte e le risorse corrispondenti (comma 1 e 2).

La definizione di “Enti locali” espressa dal comma 2, ma prevista espressamente riguardo alle Unio-ni anche dall’art. 2 del T.U.E.L., rappresenta certa-mente un aspetto di non poca rilevanza.

Il Testo Unico dell’Ordinamento degli Enti Loca-li, in fase di aggiornamento con il nuovo dettato costituzionale e la riscrittura della Carta delle Au-tonomie locali, contiene tuttora le disposizioni di revisione e raccordo della normativa succedutasi negli anni Novanta.

Il T.U.E.L. rappresenta, quindi, il principale riferi-mento dell’inversione di tendenza voluta dal legi-slatore su tali tematiche e la loro evoluzione legi-

slativa a livello nazionale, da ultimo con la legge 122 del 2010 di conversione del DL 78/2010.

Mentre nell’estate del 2009 si sono compiuti i pri-mi passi verso il federalismo istituzionale dello Stato con la sopra richiamata Carta delle Auto-nomie, con la manovra estiva del 2010 (DL n. 78 convertito nella legge n. 122 del 30/07/2010) sono state varate alcune importanti novità in tema di gestione associata dei servizi e delle funzioni co-munali, che in considerazione della loro portata potrebbero mutare radicalmente il modo di in-tendere la Cooperazione Intercomunale, almeno come fino ad oggi inteso, passando da un regime di volontarietà a quello dell’obbligatorietà.

In particolare, i commi da 26 a 31 dell’articolo 14 del-la Legge n. 122/2010 di conversione del DL78/2010, hanno disciplinato l’esercizio delle funzioni fonda-mentali dei Comuni, prevedendo la gestione asso-ciata obbligatoria delle funzioni fondamentali dei Piccoli Comuni fino a 5.000 abitanti escluse le isole mono Comune e il Comune di Campione d’Italia, attraverso la convenzione o l’Unione; è inoltre pre-visto che le stesse funzioni siano obbligatoriamen-te esercitate in convenzione o Unione da parte dei Comuni appartenenti o appartenuti alle Comunità montane, con popolazione stabilita dalla legge re-gionale e comunque inferiore a 3.000 abitanti.

Ai fini della manovra e fino alla data di entrata in vigore della legge con cui saranno individuate le funzioni fondamentali di cui all’articolo 117, se-condo comma, lettera p) della Costituzione, sono considerate funzioni fondamentali dei comuni le

131funzioni di cui all’articolo 21, comma 3, della legge 5 maggio 2009, n. 42, ovvero:

a) funzioni generali di amministrazione, di gestio-ne e di controllo, nella misura complessiva del 70 per cento delle spese come certificate dall’ultimo conto del bilancio disponibile alla data di entrata in vigore della presente legge;b) funzioni di polizia locale;c) funzioni di istruzione pubblica, ivi compresi i servizi per gli asili nido e quelli di assistenza sco-lastica e refezione, nonché l’edilizia scolastica;d) funzioni nel campo della viabilità e dei trasporti;e) funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell’ambiente, fatta eccezione per il servizio di edilizia residenziale pubblica e locale e piani di edilizia nonché per il servizio idrico integrato;f) funzioni del settore sociale.

Va evidenziato che, in origine, questa elencazione era stata immaginata e finalizzata per altri obiet-tivi dalla legge n. 42/2009, ossia avviare l’indivi-duazione dei fabbisogni standard, risultando ora queste tematiche strettamente correlate.

In particolare, la lettera a), riguardante le funzioni generali di amministrazione comporta sostanzial-mente una forte difficoltà di gestione in forma asso-ciata fra i Comuni, che si aggiunge all’individuazione dei servizi in misura del 70% delle spese certificate.

Per quanto riguarda la procedura di individua-zione degli ambiti territoriali e dei termini di av-vio dell’obbligo per i Comuni di dare attuazione all’intera normativa, siamo in presenza di due di-

scipline in cui i soggetti sono differenziati: da una parte la legge regionale, dall’altra l’atteso Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri; evidente la coerenza auspicabile in tale direzione per po-ter dare il migliore seguito alla nuova disciplina e all’obiettivo federalista.

Fusioni

Diverse Unioni “mature” e singoli Comuni si inter-rogano su ipotesi di fusione.

I percorsi che conducono da Unioni a fusioni vo-lontarie, anche solo di alcuni dei Comuni appar-tenenti e i processi diretti di fusione, in quanto fondati sulla libera ed autonoma determinazione dei Comuni e delle popolazioni coinvolte, devono essere anch’essi fortemente incentivati e conside-rati, non solo finanziariamente.

Dal punto di vista normativo, le fusioni sono disci-plinate dall’art. 15 Dlgs 267/2000 TUEL - Modifiche territoriali, fusione ed istituzione di Comuni.

A norma degli articoli 117 e 133 della Costituzio-ne, le Regioni possono modificare le circoscrizioni territoriali dei Comuni sentite le popolazioni inte-ressate, nelle forme previste dalla legge regionale. Salvo i casi di fusione tra più Comuni, non posso-no essere istituiti nuovi Comuni con popolazione inferiore ai 10.000 abitanti o la cui costituzione comporti, come conseguenza, che altri comuni scendano sotto tale limite.La legge regionale che istituisce nuovi Comuni, mediante fusione di due o più Comuni contigui,

132 prevede che alle comunità di origine o ad alcune di esse siano assicurate adeguate forme di parte-cipazione e di decentramento dei servizi.Al fine di favorire la fusione dei Comuni, oltre ai con-tributi della Regione, lo Stato eroga, per i dieci anni successivi alla fusione stessa, appositi contributi straordinari commisurati ad una quota dei trasfe-rimenti spettanti ai singoli Comuni che si fondono.Infine, la denominazione delle borgate e frazioni è attribuita ai Comuni ai sensi dell’art. 118 della Costituzione.

A tale proposito è significativo che all’art. 12, let-tera f, della legge n. 42 del 5 maggio 2009, “Dele-ga al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’art. 119 della Costituzione”, sia stata inserite una disposizione che prevede forme premiali per favorire unioni e fusioni tra Comuni, anche attraverso l’incremento dell’autonomia im-positiva o maggiori aliquote di compartecipazione ai tributi erariali, aspetto centrale nel procedere verso il federalismo fiscale.

Criteri statali di incentivazioneIl decreto del Ministero dell’Interno n. 318del 1° settembre 2000

La rapida evoluzione del panorama associativo nazionale, in particolare, quello relativo alla cre-scita delle Unioni comunali, ha reso necessario un sostanziale aggiornamento del Decreto che costi-tuisce, tuttora, il principale riferimento nazionale di incentivazione delle gestioni associate, in parti-colare delle Unioni.

Il regolamento ha, dunque, come finalità l’incenti-vazione delle gestioni associate tendenzialmente stabili tra Comuni ripartendo le risorse destinate a tal fine dalle leggi finanziarie approvate di anno in anno; quest’ultimo aspetto rappresenta eviden-temente un elemento di criticità riguardo alla dif-ficoltà di programmazione degli investimenti da erogare e da ricevere.

Per la quantificazione dei contributi statali spet-tanti, occorre tenere conto dei seguenti parametri:

a) popolazioneb) numero degli Enti associatic) servizi e tipologia di servizi e funzioni esercitate in forma associata.

Il Ministero dell’Interno approva con successivi decreti i modelli per le certificazioni necessarie ad ottenere l’assegnazione dei contributi previsti per le Unioni e per la gestione associata delle funzioni e dei servizi da parte dei Comuni.

Il D.M. 289/2004 di modifica del D.M. n. 318/2000

Le modifiche del regolamento vanno nella dire-zione di incentivare quei Comuni che svolgono pienamente servizi e funzioni in forma associata, introducendo, quindi, parametri maggiormente premianti per la qualità dei servizi svolti e, in mi-sura ridotta, per la consistenza della popolazione delle Unioni e per il numero dei Comuni che si mettono insieme, come previsto anche nelle leggi Finanziarie degli anni 2001 e seguenti.

133Finanziamenti statali

Giova anche rammentare, con riferimento alla quantificazione dei contributi erariali per l’incen-tivazione dell’associazionismo comunale, che per l’anno 2010 il fondo per la gestione associata di servizi e funzioni comunali, risulta composto dai seguenti finanziamenti:

• 1.549.370 euro stanziati per le Unioni e le fusioni di Comuni ex art. 1, comma 164 della legge finan-ziaria n. 662 del 1996;• 10.329.138 euro stanziati per Unioni e Comunità montane, ex art. 53, comma 10, legge n. 388/2000;• 20.000.000 euro stanziati per le Unioni di Comu-ni, che abbiano effettivamente attivato l’esercizio associato di servizi, ex art. 2 quater, comma 2 del-la legge n.189/2008, che rinvia all’art. 2, comma 2 della legge n. 244/2007, che rinvia all’art. 1, comma 696, legge n. 296/2006, che rinvia all’art. 1, comma 154, legge n. 266/2005 che rinvia all’art. 1, comma 64, legge n. 311/2004 che rinvia all’art. 3, comma 27, legge n. 350/2003. Analogamente, anche per l’anno 2011, sono state confermate le stesse risorse.

135Comunità Montane*

Dai Consigli di valle alle Comunità Montane: in pie-na clandestinità, rappresentanti della Resistenza Valdostana e Valdese (Pinerolese) e di diversa ma-trice politica si incontrano nel 1943 a Chivasso (To-rino) e stilano un documento, noto appunto come “Carta di Chivasso”, fondamentale per la conce-zione federalista di uno Stato democratico e che rivendica, per le popolazioni alpine, oltre alla liber-tà di lingua e di culto, precise autonomie politico-amministrative, culturali ed economiche. Scrisse Emilio Chanoux, martire valdostano ed animatore della riunione di Chivasso: “I piccoli popoli delle Alpi pretendono di non essere schiacciati dal numero, anche nell’amministrazione generale dello Stato, e di essere in grado di manifestare la loro volontà, come popoli orga-nizzati, in seno alle assemblee maggiori nazionali”.

Nascono così nel 1946 i primi Consigli di valle, pro-genitori delle Comunità Montane degli anni ’70, che hanno permesso ai montanari di assecondare volontaristicamente la naturale vocazione verso forme di democrazia e di autodeterminazione nel corrispondere ai propri peculiari bisogni.Il 19 maggio 1947 l’Assemblea Costituente, presie-duta da Umberto Terracini, giunse ad esaminare l’art. 44 della Costituzione repubblicana. Grazie ad un emendamento proposto da una trentina di deputati con primo firmatario l’On. Gortani, viene aggiunto all’art. 44 un ultimo comma che recita: “la legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane”. Sarà la base per la futura azione politica del nuovo Stato, dalla prima legge per la montagna del 1952, all’ultima del 1994.

All’inizio degli anni ’70 si parlò di “momento nuo-vo” per la montagna italiana: erano state istituite le Regioni a Statuto ordinario, finalmente nasceva-no le Comunità Montane con la legge n. 1102/1971 che le istituiva. Una legge-quadro, con le premesse per quel “governo locale” auspicato da venti anni in tutti i documenti dell’Uncem, nata nel 1952.

Le Comunità Montane vennero create dalla legge n. 1102 del 1971(1) con la finalità di rappresentare e tutelare la “specificità” della montagna, in attua-zione del richiamato disposto dell’ultimo comma dell’ art. 44 Cost.

Specificità che la legislazione successiva alla leg-ge n. 1102 ha ulteriormente precisato e valoriz-zato, sino a connotare giuridicamente la Comuni-tà Montana quale ente locale con organi eletti in secondo grado e dotato di autonomia statutaria nell’ambito della legge statale e regionale. Gli ar-ticoli 28 e 29 della legge n. 142/1990, e poi l’art. 7 della legge n. 265/1999 - confluito negli articoli 27 e

1 La legislazione nazionale inerente la classificazione del territo-rio montano è ben anteriore alla istituzione delle Comunità Mon-tane avvenuta nel 1971, con l’emanazione della legge n. 1102.Essa risale agli anni ’50 e precisamente alla legge 25 luglio 1952, n. 991 “Provvedimenti in favore dei territori montani”, artt. 1 e 14, e alla legge 30 luglio 1957, n. 657, articolo unico, che ha sostituito l’art. 1 della legge citata n. 991.

*di Massimo BellaANCI Area Piccoli ComuniDipartimento per la Montagna

136 28 del TUEL di cui al decreto legislativo n. 267/2000 - ne hanno infatti definito natura, ruolo e funzioni.L’elenco dei Comuni interamente e parzialmente montani è stato quindi stilato - in applicazione della normativa nazionale dianzi richiamata e su richiesta di inclusione da parte dei Comuni me-desimi - ai sensi della legislazione previgente la legge n. 142/90, la quale all’art. 29, comma 7, ha infine abrogato le norme di riferimento che ave-vano sino ad allora presieduto alla classificazione medesima, cristallizzando così alla data della sua entrata in vigore la classificazione medesima.Il legislatore nazionale del 1971 aveva individuato nella Comunità Montana, costituita obbligatoria-mente tra Comuni classificati in tutto o in parte montani e disciplinata nel suo funzionamento dalla legge regionale, l’espressione aggregativa delle comunità locali della montagna, la cui tra-dizione proviene come detto dagli antichi Consigli di valle, in particolare piemontesi, formatisi spon-taneamente, nei quali le popolazioni rurali mon-tane vedevano la possibilità di organizzare meglio e di rappresentare più adeguatamente le proprie peculiarità e istanze di sviluppo socio-economico-culturale, differenziate rispetto agli altri territori.Successivamente la legge n. 97 del 1994, modifi-cativa e integrativa delle legge n. 1102/71, ha indi-viduato le finalità principali delle Comunità Mon-tane nella promozione della valorizzazione delle zone montane, nella realizzazione degli interventi speciali per la montagna stabiliti dall’Unione eu-ropea o dalle leggi statali e regionali.

Con l’entrata in vigore della legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001, è stato dato avvio al proces-

so di riforma del Titolo V della carta fondamentale della Repubblica Italiana del 1948.

Alle Comunità Montane non è stato riconosciuto quel rango costituzionale che la riforma del Titolo V ha circoscritto agli altri enti locali Comuni, Pro-vince e Città metropolitane.

Le ultime fasi del percorso compiuto dalle Comuni-tà Montane sono connotate soprattutto dalle previ-sioni contenute nella legge 24 dicembre 2007, n. 244 - Finanziaria 2008 - la quale ha imposto una pro-fonda revisione e riduzione di tali enti, contestual-mente alla riduzione (sino all’azzeramento previsto dalla Finanziaria 2010) dei trasferimenti erariali a loro favore, nel presupposto della razionalizzazione e semplificazione dei soggetto infracomunali.Di fatto, tale processo è tuttora oggetto di discus-sione politica in sede parlamentare con l’esame in Senato della richiamata “Carta delle Autonomie locali”: il compimento del federalismo istituziona-le che deve necessariamente accompagnare quel-lo fiscale in fase di attuazione.La necessità di far progredire, in montagna come in pianura, il modello associativo strutturato e stabile dei Comuni verso un’unica formula, non sovrapponibile, per l’esercizio delle funzioni fon-damentali e lo svolgimento dei servizi, impone oggi di rivedere e unificare nell’Unione di Comuni i principi nazionali e le relative declinazioni regio-nali dell’istituzione associativa dei Comuni, con una forte incentivazione e sostegno dei processi associativi, in grado di superare la frammenta-zione comunale e di assolvere convenientemente alle accresciute missioni dei Comuni.

137

Le Unioni di Comuni nel 2011

La distribuzione territoriale delle Unioni

L’universo delle Unioni non è affatto statico: ri-spetto all’anno scorso si registra un incremen-to nel numero complessivo di questa tipologia di forma associativa. A marzo 2011 sono 337 le Unioni di Comuni (UC), 24 in più rispetto all’an-no precedente. Quindi, è aumentato sia il numero di amministrazioni comunali coinvolte, passato da 1.561 a 1.663 (+102), che, conseguentemente, la popolazione complessiva (6,301 milioni di abitanti rispetto ai 5,7 milioni dell’anno precedente). Tut-tavia, è bene evidenziare che in alcune regioni il numero di Unioni è diminuito: è il caso del Veneto (passato da 28 alle attuali 26) e del Friuli - Venezia Giulia (da 5 a 4).

Le Unioni sono distribuite in 17 regioni, non es-sendo tale forma di aggregazione istituzionale presente in Valle d’Aosta, Liguria e Basilicata. Pur all’interno di un unico quadro normativo nazio-nale, le regioni hanno adottato policy diverse fina-lizzate, di volta in volta, a favorire in misura più o meno diretta il percorso di unificazione comunale. Si rileva così una forte polarizzazione tra regioni in cui il numero di UC è superiore a 20 e regio-ni in cui tale valore è inferiore o uguale a 11. In particolare, si evidenzia il dato di Lombardia (56), Piemonte (50) e Sicilia (48), che da sole contribui-scono per poco meno della metà sul totale nazio-nale (45,7%). Accanto a simili realtà, si evidenzia il dato del Trentino - Alto Adige, Toscana ed Umbria dove esiste una sola Unione. Ma mentre in Trenti-no sono 3 i comuni che partecipano ad un’Unione (lo 0,9% del totale regionale, il dato più basso a li-

vello nazionale), in Toscana ed Umbria la percen-tuale dei comuni aderenti a tale forma associativa, comunque inferiore al 10%, si attesta, rispettiva-mente, al 5,2% e all’8,7%.

Mediamente, sono poco più di un quinto (20,5%) i comuni italiani che partecipano alle UC: 1.663 su 8.094. Rispetto a tale dato emergono alcune consi-derazioni: se nelle regioni del centro - nord si con-centra il maggior numero di Unioni (208 su 337), è nelle due isole maggiori che si concentra la maggior partecipazione di comuni. Così il 63,1% dei comuni sardi fa parte di una UC (238 su 377), come il 45,1% di quelli siciliani (176 su 390(2)).

Percentuali elevate si rilevano anche in Emilia Ro-magna, dove il 44,8% dei comuni regionali parte-cipa ad una Unione, e in altre 2 regioni del Sud: Molise e Puglia (rispettivamente, con il 36,8% dei comuni molisani e il 39,5% di quelli pugliesi). In Piemonte, invece, dove si conta il maggior numero di comuni in valore assoluto (308), tale percentua-le scende al 25,5%. Percentuali inferiori al 10% si rilevano in Campania (9,6%), Friuli - Venezia Giulia (4,6%), oltre alle già ricordate Umbria, Toscana e Trentino - Alto Adige.

2 Quattro comuni della provincia di Palermo partecipano a 2 UC contemporaneamente: si tratta di Contessa Entellina (Unione Besa e Corleonese), Mezzojuso (Unione Besa e Pizzo Marabito), Piana degli Albanesi (Unione Besa e Le Quattro ter-re) e Santa Cristina Gela (Unione Besa e Le Quattro terre).

138Tabella 1. La distribuzione delle UC e dei comuni presenti in Unioni, per regione, marzo 2011

Regione N° UC (a) N° comuni in regione (b)

N° comuni in UC (c)

% comuni in UC (d)=(c)/(b)

Piemonte 50 1.206 308 25,5%

Valle d’Aosta 0 74 0 0,0%

Lombardia 56 1.546 202 13,1%

Trentino - Alto Adige 1 333 3 0,9%

Veneto 26 581 94 16,2%

Friuli - Venezia Giulia 4 218 10 4,6%

Liguria 0 235 0 0,0%

Emilia Romagna 30 348 156 44,8%

Toscana 1 287 15 5,2%

Umbria 1 92 8 8,7%

Marche 11 239 46 19,2%

Lazio 22 378 105 27,8%

Abruzzo 6 305 43 14,1%

Molise 8 136 50 36,8%

Campania 10 551 53 9,6%

Puglia 22 258 102 39,5%

Basilicata 0 131 0 0,0%

Calabria 11 409 54 13,2%

Sicilia 48 390 176 45,1%

Sardegna 30 377 238 63,1%

Totale 337 8.094 1.663 20,5%

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

139

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Figura 1. La distribuzione delle Unioni di Comuni in Italia, marzo 2011

140

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Gra�co 1. Numero di Unioni (valore percentuale) per ammontare di comuniche vi partecipano, marzo 2011

Tra 2 e 3 comuni

4 comuni

Tra 5 e 6 comuni

Tra 7 e 10 comuni

Più di 10 comuni

17,2%

26,7%

4,2%

35,3%

16,6%

Mediamente, le Unioni sono composte da 5 comu-ni, anche se il range di variabilità è molto ampio e va da un minimo di 2 comuni ad un massimo di 20 comuni nell’Unione Alta Marmilla (in Sarde-gna). Ovviamente, se non esiste una dimensione ottimale e ogni caso va analizzato secondo le spe-cificità socio-economiche del territorio, è tuttavia innegabile che uno degli obiettivi delle Unioni è si-curamente quello di trovare una dimensione tale da permettere una gestione - efficiente ed efficace - delle funzioni e dei servizi.

I dati sembrano confermare una forte presenza di Unioni composte da pochi comuni: oltre un terzo (35,3%, pari a 119 Unioni) è composto da 2 o 3 co-muni, mentre solo il 4,2% (corrispondenti a 14 Unio-ni) è composto da più di 10 amministrazioni locali.

Inoltre, la mediana, definita come il numero che oc-cupa la posizione centrale di un insieme di numeri, è 4. Tale variabilità dipende anche dalle specificità orografiche, sociali ed economiche del territorio.

L’analisi dei dati relativi alla dimensione demo-grafica dei comuni che partecipano alle Unioni è di particolare interesse, in quanto consente di comprendere gli eventuali modelli relazionali ed organizzativi che legano i comuni tra loro.

In generale, il fenomeno delle Unioni coinvolge in maniera maggiore i Piccoli Comuni. Su 4 comuni partecipanti alle Unioni, poco più di tre sono di pic-cole dimensioni demografiche (76,4%, pari a 1.271 comuni). Nello specifico, poco meno di un terzo dei comuni partecipanti alle Unioni ha una popolazione

141

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Gra�co 2. Numero di comuni (valore percentuale) presenti in UC, per classe di ampiezzademogra�ca del comune, marzo 2011

22,8%

19,2%

30,2%

0,6% 0,2%

27,0%

Fino a 1.000 ab.

Tra 1.001 e 2.500 ab.

Tra 2.501 e 5.000 ab.

Tra 5.001 e 25.000 ab.

Tra 25.001 e 50.000 ab.

Più di 50.000 ab.

compresa tra i 1.001 e i 2.500 abitanti. Più limitata appare invece la partecipazione a tale forma asso-ciativa delle realtà amministrative di maggiori di-mensioni demografiche: solo lo 0,8% del totale infat-ti ha una popolazione superiore ai 25mila residenti.

In particolare, tra le regioni con le percentuali mag-giori di adesione di Piccoli Comuni alle Unioni ri-spetto al totale dei comuni coinvolti, oltre al Trentino - Alto Adige, dove tutti i 3 comuni che partecipano all’unica Unione sono di piccole dimensioni, si se-gnalano i casi della Lombardia e del Piemonte, dove i PC rappresentano il 95,5% del totale, del Friuli – Ve-nezia Giulia, del Molise e del Lazio (tutte con percen-tuali superiori all’89%). All’opposto l’Emilia Roma-gna, dove sono solo 53 i Piccoli Comuni che hanno aderito ad una delle 30 Unioni (il 34% dei 156 centri

comunali coinvolti). Analogamente, in Toscana, Pu-glia e Campania, dove i PC partecipanti ad un’Unione sono meno della metà dei comuni coinvolti.

Complessivamente, poi, i PC che fanno parte di un’Unione sono il 22,4% del totale dei comuni ita-liani la cui popolazione residente è inferiore o pari a 5.000 abitanti. In questo caso, ancora una volta, le percentuali maggiori si rilevano in Sardegna e Sicilia, dove, rispettivamente, il 67,4% e il 62% dei PC della regione aderiscono ad un’Unione. In Pie-monte e Lombardia, invece, dove si concentra il maggior numero di Piccoli Comuni, tale percen-tuale scende, rispettivamente, al 27,5% e al 17,7%. Infine, delle 337 UC italiane, quelle composte da PC sono 178 (il 52,8%); tra queste, poi, se ne contano 35 a cui aderisce solo una coppia di Piccoli Comuni.

142Tabella 2. La distribuzione dei Piccoli Comuni presenti in Unioni, per regione, marzo 2011

RegioneN° Piccoli Comuni in regione (a)

N° comuni in UC% Piccoli

Comuni in UC (d)=(c)/(b)

% PiccoliComuni in UC sul tot. dei PC

(e)=(c)/(a)Totale (b) di cui Piccoli Comuni (c)

Piemonte 1.070 308 294 95,5% 27,5%

Valle d’Aosta 73 0 0 - 0,0%

Lombardia 1.088 202 193 95,5% 17,7%

Trentino - Alto Adige 299 3 3 100,0% 1,0%

Veneto 313 94 58 61,7% 18,5%

Friuli - Venezia Giulia 155 10 9 90,0% 5,8%

Liguria 183 0 0 - 0,0%

Emilia Romagna 156 156 53 34,0% 34,0%

Toscana 134 15 7 46,7% 5,2%

Umbria 58 8 4 50,0% 6,9%

Marche 172 46 34 73,9% 19,8%

Lazio 253 105 94 89,5% 37,2%

Abruzzo 250 43 31 72,1% 12,4%

Molise 125 50 45 90,0% 36,0%

Campania 331 53 23 43,4% 6,9%

Puglia 84 102 41 40,2% 48,8%

Basilicata 99 0 0 - 0,0%

Calabria 327 54 47 87,0% 14,4%

Sicilia 200 176 124 70,5% 62,0%

Sardegna 313 238 211 88,7% 67,4%

Totale 5.683 1.663 1.271 76,4% 22,4%

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

143La dimensione demografica delle Unioni Nei comuni partecipanti ad Unioni risiedono 6.301.764 abitanti, il 10,4% della popolazione italiana. Si tratta di un dato in crescita rispetto all’anno scor-so di quasi un punto percentuale (9,4% a dicembre 2009). È questa una crescita importante, pari alla po-polazione che complessivamente vive in 5 città me-tropolitane: Roma, Milano, Napoli, Torino e Firenze.

A livello regionale si osserva una grande variabilità territoriale. Accanto a regioni in cui la popolazione residente in comuni appartenenti ad un’Unione è inferiore al dato medio - come Lombardia (3,5%), Veneto (9,8%), Calabria (7,7%), Campania (7,4%), Umbra (4,4%), Lazio (4%) e Toscana (3,2%) - se ne trovano altre in cui la porzione di abitanti interes-sati dal fenomeno assume proporzioni significati-ve. E’ il caso della Sardegna, dove oltre un terzo dei residenti vive in un comune associato, ma anche dell’Emilia Romagna (29,6%), del Molise (29,4%), della Puglia (19,5%) e della Sicilia (16,1%).

Mediamente, a livello nazionale, in ogni Unione ri-siedono 18.700 abitanti. Si tratta di una dimensio-ne significativa, corrispondente a città quali Gioia Tauro o Sestri Levante. Tuttavia, profonde sono le differenze esistenti in termini numerici: se le Unioni più piccole, Val Pitta (Piemonte) e Valvar-rone (Lombardia), contano, rispettivamente, 775 e 777 abitanti, quella più grande, Valdera (in Tosca-na) ne conta oltre 121mila.

Complessivamente, le Unioni con popolazione compresa tra i 10.000 e i 25.000 abitanti sono le più

numerose, rappresentando oltre un terzo del tota-le (35%), mentre quelle con popolazione superiore sono il 23%. Da segnalare come quasi un quinto delle Unioni italiane abbia una popolazione infe-riore alle 5.000 unità, rimanendo quindi al di sotto della soglia dei Piccoli Comuni. Si tratta di 65 Unio-ni, che aggregano dai 2 ai 6 comuni, aventi l’obietti-vo di superare i limiti gestionali e operativi imposti dalle minori dimensioni demografiche comunali.

Si rileva anche una forte variabilità relativamente alla dimensione demografica di comuni aderenti ad Unioni: accanto a piccoli e piccolissimi comuni si rilevano comuni medi e capoluoghi di provin-cia. Così, a livello nazionale, si passa dai comuni con 69 abitanti (Rima San Giuseppe dell’Unione Val Pitta, in Piemonte) a città con poco meno di 90mila residenti (Brindisi, che aderisce all’Unione dei Comuni Valesio in Puglia).

Questa variabilità è confermata anche a livello re-gionale, dove, ad eccezione del Trentino - Alto Adi-ge, si trovano divari significativi tra comuni più e meno popolosi. Lo scarto maggiore si rileva nelle Unioni pugliesi, dove la differenza demografica tra comune più piccolo (Giuggianello, 1.256 abitanti) e quello più grande (Brindisi, 89.833) è pari a 88.577 unità. Scarti elevati si rilevano anche per le Unioni emiliano - romagnole (68.211 unità di differenza di abitanti tra Portico e San Benedetto, 801 abitanti, e Carpi, 69.012) e siciliane (37.975 unità di differenza tra Roccafiorita, 234 abitanti, e Monreale, 38.209). Come già evidenziato, il fenomeno delle Unioni coinvolge in misura significativa i comuni in cui risiedono fino ad un massimo di 5.000 abitanti.

144

Tabella 3. La popolazione residente nei comuni presenti in UC, per regione, marzo 2011

RegionePopolazione residente* % popolazione

residentein UC (c)=(b)/(a)Totale (a) Di cui in UC (b)

Piemonte 4.456.525 468.565 10,5%

Valle d’Aosta 128.129 0 0,0%

Lombardia 9.909.216 351.501 3,5%

Trentino - Alto Adige 1.036.639 2.951 0,3%

Veneto 4.936.197 481.595 9,8%

Friuli - Venezia Giulia 1.235.761 24.963 2,0%

Liguria 1.616.993 0 0,0%

Emilia Romagna 4.429.729 1.312.361 29,6%

Toscana 3.749.201 121.694 3,2%

Umbria 906.675 39.485 4,4%

Marche 1.564.881 166.593 10,6%

Lazio 5.724.365 227.845 4,0%

Abruzzo 1.342.178 243.011 18,1%

Molise 319.834 93.912 29,4%

Campania 5.833.120 431.325 7,4%

Puglia 4.090.469 798.254 19,5%

Basilicata 587.680 0 0,0%

Calabria 2.011.532 155.169 7,7%

Sicilia 5.050.486 814.235 16,1%

Sardegna 1.675.279 568.305 33,9%

Italia 60.604.889 6.301.764 10,4%

* Dati aggiornati al 30 novembre 2010

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

145

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Gra�co 3. Distribuzione delle UC per popolazione, marzo 2011

oltre 50.000 ab.7%

meno di 5.000 ab.19%

tra 5.001 e 10.000 ab.23%

tra 10.001 e 25.000 ab.36%

tra 25.001 e 50.00 ab.15%

Dai dati emerge infatti come oltre un terzo della popolazione residente nelle Unioni (35,1%) viva in un Piccolo Comune. Anche in questo caso si evi-denziano notevoli differenze territoriali: oltre al già citato caso del Trentino - Alto Adige, in Lom-bardia 4 su 5 cittadini residenti in un comune par-tecipante ad un’Unione vivono in un piccolo cen-tro. Percentuali simili si rilevano in Piemonte (71% ca.), Friuli - Venezia Giulia (69%), Calabria (66,2%), Lazio (65,9%) e Molise (63,1%). Situazione diame-tralmente opposta è invece quella che si rileva in Campania, dove meno del 10% dei cittadini che vive in Unione risiede in un PC.

Se si rapporta invece la popolazione residente nei Piccoli Comuni aderenti alle Unioni al totale della popolazione dei PC emerge una situazione alquanto diversa. Sono infatti la Sicilia e la Sar-degna le regioni che hanno visto il maggior coin-volgimento di PC: oltre il 60% della popolazione residente in un PC partecipa anche ad un’Unio-ne. Percentuali elevate si rilevano anche in Pu-glia (dove però, è bene ricordarlo, la presenza di PC è contenuta), mentre, all’opposto, percentuali piuttosto basse si rilevano in Lombardia (12,9%), Toscana (7,6%), Friuli - Venezia Giulia (6%) e Cam-pania (5,5%).

146

Tabella 4. La popolazione massima e minima dei comuni appartenenti ad UC,per regione, marzo 2011

Regione

Popolazione residente*

Massimo MinimoDifferenza

Comune V.A. Comune V.A.

Piemonte Fossano 24.837 Rima San Giuseppe 69 24.768

Valle d’Aosta - - - - -

Lombardia Lonate Pozzolo 12.063 Rocca de’ Giorgi 77 11.986

Trentino -Alto Adige Tonadico 1.473 Sagron Mis 203 1.270

Veneto Albignasego 23.205 San Mauro di Saline 573 22.632

Friuli -Venezia Giulia San Giorgio di Nogaro 7.749 Tramonti di Sopra 387 7.362

Liguria - - - - -

Emilia Romagna Carpi 69.012 Portico eSan Benedetto 801 68.211

Toscana Pontedera 28.355 Lajatico 1.374 26.981

Umbria Trevi 8.426 Campello sul Clitunno 2.548 5.878

Marche Montemarciano 10.252 Moresco 622 9.630

Lazio Palombara Sabina 12.987 Vivaro Romano 192 12.795

Abruzzo Montesilvano 51.471 Guilmi 442 51.029

Molise Bojano 8.177 Molise 164 8.013

Campania Mondragone 27.383 Valle dell’Angelo 316 27.067

Puglia Brindisi 89.833 Giuggianello 1.256 88.577

Basilicata - - - - -

Calabria Cetraro 10.128 Cellara 507 9.621

Sicilia Monreale 38.209 Roccafi orita 234 37.975

Sardegna Iglesias 27.514 Baradili 95 27.419

Italia Brindisi (PUG) 89.833 Rima San Giuseppe (PIE) 69 89.764

* Dati aggiornati al 30 novembre 2010

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

147

Tabella 5. La popolazione residente nei Piccoli Comuni presenti in UC, per regione, marzo 2011

Regione

Popolazione residentenei PC in

regione (a)

Popolazioneresidente in UC % popolazione

PC inUC (d)=(c)/(b)

% popolazione PC in UC sul tot.

popolazionedei PC (e)=(c)/(a)Totale (b) di cui

nei PC (c)

Piemonte 1.316.068 468.565 331.142 70,7% 25,2%

Valle d’Aosta 93.076 0 0 - 0,0%

Lombardia 2.155.462 351.501 277.608 79,0% 12,9%

Trentino - Alto Adige 463.697 2.951 2.951 100,0% 0,6%

Veneto 804.387 481.595 134.329 27,9% 16,7%

Friuli - Venezia Giulia 288.046 24.963 17.214 69,0% 6,0%

Liguria 250.567 0 0 - 0,0%

Emilia Romagna 415.221 1.312.361 151.702 11,6% 36,5%

Toscana 325.995 121.694 24.830 20,4% 7,6%

Umbria 121.754 39.485 13.685 34,7% 11,2%

Marche 343.702 166.593 81.007 48,6% 23,6%

Lazio 465.761 227.845 150.211 65,9% 32,3%

Abruzzo 363.425 243.011 71.207 29,3% 19,6%

Molise 156.898 93.912 59.259 63,1% 37,8%

Campania 684.464 431.325 37.527 8,7% 5,5%

Puglia 218.268 798.254 121.039 15,2% 55,5%

Basilicata 194.554 0 0 - 0,0%

Calabria 670.365 155.169 102.649 66,2% 15,3%

Sicilia 490.029 814.235 313.230 38,5% 63,9%

Sardegna 528.223 568.305 324.463 57,1% 61,4%

Totale 10.349.962 6.301.764 2.214.053 35,1% 21,4%

Il dato relativo alla popolazione residente si riferisce al 30 novembre 2010.

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

148 Le variabili territoriali

Le Unioni rappresentano un’importante presenza nel panorama istituzionale italiano non solo in ter-mini di comuni partecipanti o di popolazione, ma anche perché governano su un’ampia porzione di territorio nazionale. Il territorio complessivo delle Unioni è superiore al 17% della superficie italiana, due punti percentuali in più rispetto a quella rileva-ta nel 2010. Si tratta di un’area pari a quella di Lom-bardia, Piemonte e Valle d’Aosta insieme. Anche la dimensione media delle Unioni è cresciuta rispetto alla rilevazione precedente, passando da 150 kmq a 155,4 kmq, un’area di poco inferiore a quella di Pa-lermo e Trieste e superiore a quella di Torino.

Ancora una volta si conferma l’importante dato della Sardegna, dove oltre la metà del territorio re-gionale fa parte di Unioni, oltre a quelli altrettan-to significativi di Sicilia (37,3%), Molise (35,4%) ed Emilia Romagna (32% ca.). Ed è proprio in Sarde-gna che si trovano 3 delle 4 Unioni più estese: Alta Gallura (1.140 kmq), Del Montalbo (910 kmq) e Del Logudoro (708 kmq). La più piccola si trova invece in Piemonte: si tratta dell’Unione Molino dei Torti e Alzano Scrivia, il cui territorio è pari a soli 5 kmq. Inoltre, tra le ultime 20 Unioni più piccole, ben 17 si trovano in Lombardia.

Per quanto riguarda invece i singoli comuni che compongono le Unioni, sia il più piccolo che il più grande si trovano in Sicilia: si tratta, rispettivamen-te, di Roccafioritia (1 kmq) e di Monreale (529 kmq).

La rilevanza dei Piccoli Comuni all’interno del-le Unioni è ulteriormente sottolineata anche dai dati relativi alla superficie territoriale: infatti, poco meno dei due terzi del territorio ricadente in un’Unione (63,9%) è amministrato da una realtà lo-cale con meno di 5.000 residenti. Rilevano, in parti-colare, i dati della Lombardia e del Friuli - Venezia Giulia, dove il 94% del territorio delle Unioni re-gionali è di fatto costituito da Piccoli Comuni. Per-centuali elevate si evidenziano anche in Piemonte (86,8%), Calabria (85,1%) e Lazio (83,2%). Situazione opposta è, invece, quella della Puglia, dove solo il 18,4% del territorio delle Unioni regionali è costi-tuito da PC.

Il maggior coinvolgimento di PC si rileva però in Sicilia e Sardegna, dove, rispettivamente, il 69,1% e il 56,8% della superficie territoriale regionale dei PC è inserita in una di queste forme associative.

149Tabella 6. La superfi cie territoriale (kmq) dei comuni presenti in UC, per regione, marzo 2011

Regione

Superfi cie territoriale (kmq)% superfi cie territoriale

delle UC (c)=(b)/(a)Totale (a) Di cui nelle UC (b)

Piemonte 25.402 4.708 18,5%

Valle d’Aosta 3.263 0 0,0%

Lombardia 23.863 3.117 13,1%

Trentino - Alto Adige 13.607 176 1,3%

Veneto 18.399 1.788 9,7%

Friuli - Venezia Giulia 7.858 443 5,6%

Liguria 5.422 0 0,0%

Emilia Romagna 22.446 7.164 31,9%

Toscana 22.994 646 2,8%

Umbria 8.456 488 5,8%

Marche 9.366 921 9,8%

Lazio 17.236 2.458 14,3%

Abruzzo 10.763 887 8,2%

Molise 4.438 1.572 35,4%

Campania 13.590 1.175 8,6%

Puglia 19.358 3.177 16,4%

Basilicata 9.995 0 0,0%

Calabria 15.081 1.837 12,2%

Sicilia 25.711 9.587 37,3%

Sardegna 24.090 12.254 50,9%

Totale 301.336 52.398 17,4%

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

150Tabella 7. La superfi cie territoriale (kmq) dei Piccoli Comuni presenti in UC,per regione, marzo 2011

Regione

Superfi cie territoriale

(kmq) dei PC in regione (a)

Superfi cie territoriale(kmq) delle UC % superfi cie

PC in UC (d)=(c)/(b)

% superfi cie PC in UCsul tot.

superfi cie dei PC (e)=(c)/(a)Totale (b) Di cui

nei PC (c)

Piemonte 19.921 4.708 4.085 86,8% 20,5%

Valle d’Aosta 3.242 0 0 - 0,0%

Lombardia 15.284 3.117 2.933 94,1% 19,2%

Trentino - Alto Adige 10.846 176 176 100,0% 1,6%

Veneto 8.029 1.788 1.050 58,7% 13,1%

Friuli - Venezia Giulia 5.484 443 417 94,1% 7,6%

Liguria 3.906 0 0 - 0,0%

Emilia Romagna 8.868 7.164 2.182 30,5% 24,6%

Toscana 9.432 646 407 63,0% 4,3%

Umbria 2.900 488 195 40,0% 6,7%

Marche 4.937 921 588 63,8% 11,9%

Lazio 7.463 2.458 2.044 83,2% 27,4%

Abruzzo 7.568 887 573 64,6% 7,6%

Molise 3.639 1.572 1.164 74,1% 32,0%

Campania 7.703 1.175 419 35,7% 5,4%

Puglia 2.761 3.177 586 18,4% 21,2%

Basilicata 5.802 0 0 - 0,0%

Calabria 10.149 1.837 1.564 85,1% 15,4%

Sicilia 8.082 9.587 5.588 58,3% 69,1%

Sardegna 16.762 12.254 9.515 77,6% 56,8%

Totale 162.778 52.398 33.486 63,9% 20,6%

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

151

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Gra�co 4. La struttura delle Unioni per tipologia di comuniche vi partecipano, marzo 2011

21

44

60

69

143

0 15 30 45 60 75 90 105 120 135 150

Solo Grandi

Satellitari

Coppie

Arcipelaghi

Solo Piccoli

N° di Unioni di Comuni

La struttura delle Unioni

Non esistono veri e propri modelli relazionali che legano tra loro i comuni partecipanti alla medesi-ma unione. Tuttavia è possibile tratteggiare alcune costanti che si rintracciano a livello locale, sulla base delle quali sono stati individuati 5 diversi modelli di aggregazione.

Il primo, e più numeroso, è quello composto dalle 143 Unioni (42,4%) alle quali partecipano solo Pic-coli Comuni, molto diffuse soprattutto in Piemon-te, Lombardia e Lazio. Di queste, ben 35 hanno una popolazione complessiva inferiore alle 5.000 unità, mentre altre 41 hanno una popolazione re-sidente complessiva superiore alle 10.000 unità, dimensione già significativa. All’interno di questo

cluster i due estremi, inferiore e superiore, sono rappresentati dall’Unione Val Pitta (6 comuni per complessivi 775 abitanti) e dall’Unione del Sinis Montiferru (12 comuni e 20.878 abitanti).

All’opposto, ci sono poi le Unioni costituite solo da comuni la cui popolazione residente è supe-riore a 5.000 unità. È questo il gruppo meno nu-meroso, composto solo da 21 Unioni, particolar-mente diffuso in Emilia Romagna. In alcuni casi tali Unioni raggiungono anche dimensioni demo-grafiche significative: in 3 casi la popolazione re-sidente nelle Unioni di questa tipologia superano le 100mila unità. Si tratta delle Unioni Terre d’Ar-gine (104.354 abitanti) e Terra di Mezzo (102.259 abitanti) entrambe in Emilia Romagna, e Valesio (116.148 abitanti) in Puglia.

152 Il terzo modello è quello definito degli “arcipela-ghi”. È il secondo gruppo più numeroso (69) ed è costituito da Unioni alle quali aderiscono diversi comuni piccoli e meno piccoli, per la gestione as-sociata di funzioni, sulla base di esigenze specifi-che del territorio di riferimento. Il range dimensio-nale di questa tipologia oscilla tra 9.870 abitanti dei comuni associati all’Unione Grangia Vercellese in Piemonte e i 44.768 residenti dei comuni ade-renti all’Unione Grecia Salentina in Puglia.

Vi è poi la tipologia di Unioni che aggrega solo due comuni, denominata “coppie”, entrambi di picco-le dimensioni demografiche, oppure entrambi con popolazione residente superiore alle 5.000 unità. In altri casi invece si uniscono un comune pic-colo e un comune grande: il caso più significati-vo è quello dell’Unione della Baronia, in Sicilia, a cui partecipano il piccolo comune di Giardinello (2.251 abitanti) e il comune di Carini, che conta ol-tre 36mila abitanti. Sono 60 le Unioni che rientra-no in tale fattispecie.

L’ultima classe aggrega le Unioni satellitari, ossia quelle costituite da uno o due centri di dimensio-ni superiori ai 5000 abitanti che aggregano a sé un certo numero di Piccoli Comuni. Sono 44 le Unioni di questo tipo, particolarmente diffuse in Emilia Ro-magna e Sicilia, dove si contano 10 di queste Unioni, e in Sardegna (8). L’Unione Valdera, unica presente in Toscana, e l’Unione Città territorio Val Vibrata, unica in Abruzzo, rientrano in tale tipologia.

153

Le Comunità Montane nel 2011

La distribuzione territoriale delle Comunità

Le Comunità Montane (CM) nel nostro Paese rap-presentano una realtà diffusa. Complessivamente sono 264, con un numero di amministrazioni co-munali coinvolte pari a 3.588, ovvero quasi la metà dei comuni italiani (il 44,3%).

Le Comunità Montane sono distribuite in tutte le re-gioni italiane, ad esclusione della Sicilia dove non si trovano aggregazioni istituzionali di tale genere. In Lombardia e Trentino - Alto Adige si trova il maggior numero di CM (23), seguite da Piemonte e Lazio (22), Campania e Calabria (20 per entrambe le regioni). Il minor numero di CM, invece, si rileva in Friuli - Ve-nezia Giulia (4), Umbria e Sardegna (5 in entrambe), nonostante la loro ampia superficie montana.

Se si guarda alla percentuale dei comuni che in ciascuna regione appartengono ad una Comunità Montana, emerge come siano quelli alto-atesini a registrare i valori più alti (99,7%; un unico co-mune - Bolzano - non fa parte di alcuna Comuni-tà), seguiti da quelli valdostani (98,6%) e molisani (91,9%). All’opposto i comuni sardi (12,5%), mentre quelli pugliesi ed emiliano-romagnoli non arriva-no ad un terzo del totale regionale (rispettivamen-te, 24% e 27,3%).

Da segnalare la presenza di alcuni territori re-gionali che pur registrando un numero relativa-mente basso di tali aggregazioni, contano poi un alto numero di comuni impegnati istituzional-mente in esse: è il caso della Valle d’Aosta, dove 8 CM aggregano la quasi totalità dei comuni (solo il capoluogo Aosta non partecipa ad alcuna ag-gregazione) e dell’Umbria, dove 5 CM vedono il coinvolgimento di oltre i quattro quinti delle isti-tuzioni comunali (87%). All’estremo opposto si trova la Lombardia che conta 23 CM e poco più di un terzo dei comuni coinvolti.

Guardando al grado di montanità dei comuni presenti nelle CM, questi possono appartenere a diverse tipologie, a seconda della classificazione montana del proprio territorio. Sono pochissimi i comuni il cui territorio è classificato “non mon-tano” (95, ovvero il 2,6% del totale), mentre poco più di un decimo è classificato come “parzialmen-te montano” (378, ovvero l’11% del totale). 3.115 comuni (l’87%) sono invece propriamente “mon-tani”. Quasi la totalità dei comuni valdostani, lombardi e alto-atesini appartiene a quest’ultima classe. Situazione opposta è quella evidenziata in Puglia, dove il 42% di comuni è montano, mentre ben il 45% è solo “parzialmente montano” e dove si rileva anche la percentuale maggiore di comuni non montani (13%).

154Tabella 8. La distribuzione delle Comunità Montane e dei comuniin esse presenti, per regione, marzo 2011

Regione N° CM (a) N° comuniin regione (b)

N° comuniin CM (c)

% comuniin CM

(d)=(c)/(b)

Piemonte 22 1.206 553 45,9%

Valle d’Aosta 8 74 73 98,6%

Lombardia 23 1.546 530 34,3%

Trentino - Alto Adige 23 333 332 99,7%

Veneto 19 581 171 29,4%

Friuli - Venezia Giulia 4 218 95 43,6%

Liguria 12 235 154 65,5%

Emilia Romagna 10 348 95 27,3%

Toscana 13 287 105 36,6%

Umbria 5 92 80 87,0%

Marche 9 239 98 41,0%

Lazio 22 378 245 64,8%

Abruzzo 19 305 224 73,4%

Molise 10 136 125 91,9%

Campania 20 551 263 47,7%

Puglia 6 258 62 24,0%

Basilicata 14 131 114 87,0%

Calabria 20 409 222 54,3%

Sicilia 0 390 0 0,0%

Sardegna 5 377 47 12,5%

Totale 264 8.094 3.588 44,3%

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

155

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Figura 2. La distribuzione delle Comunità Montane in Italia, marzo 2011

156Tabella 9. Numero di comuni presenti in Comunità Montane, per grado di montanitàe regione, marzo 2011

Regione Non montani Parzialmente montani Montani Totale

Piemonte 29 21 503 553

Valle d’Aosta 0 0 73 73

Lombardia 0 2 528 530

Trentino - Alto Adige 0 0 332 332

Veneto 13 39 119 171

Friuli - Venezia Giulia 1 16 78 95

Liguria 5 6 143 154

Emilia Romagna 3 10 82 95

Toscana 2 10 93 105

Umbria 1 19 60 80

Marche 0 9 89 98

Lazio 14 57 174 245

Abruzzo 0 24 200 224

Molise 4 11 110 125

Campania 0 89 174 263

Puglia 8 28 26 62

Basilicata 0 9 105 114

Calabria 10 28 184 222

Sicilia 0 0 0 0

Sardegna 5 0 42 47

Totale 95 378 3.115 3.588

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

157Guardando all’analisi dell’ammontare di comuni che partecipano ad una CM, emerge come l’uni-verso di queste si divida prevalentemente in due parti: quelle che vedono la partecipazione di un numero di comuni compreso tra 11 e 20, e che co-stituiscono la maggioranza (43,2%) e quelle com-poste fino ad un massimo di 10 comuni (41,7%). Il restante universo si compone di CM a cui parteci-pano tra i 21 e i 30 comuni (l’8,7%) e da CM costitu-ite da oltre 30 comuni (6,4%).

In media, sono 13 i comuni che partecipano a cia-scuna Comunità Montana, anche se come visto so-pra, esiste una grande variabilità: così a CM costitu-ite da due soli comuni (Belluno Ponte nelle Alpi in Veneto e Zona III Monti della Tolfa nel Lazio) si con-trappongono CM a cui partecipano 43 comuni (Valle Susa e Val Sangone, sempre in Piemonte).

L’analisi dei dati relativi alla dimensione demogra-fica dei comuni che partecipano ad una Comunità Montana mette in evidenzia come questo tipo di aggregazione istituzionale risponda a specifici bi-sogni di aggregazione. Le CM sono infatti costitui-te prevalentemente da Piccoli Comuni: quelli con meno di 2.000 abitanti rappresentano il 62,1% del totale dei comuni mentre quelli con popolazione compresa tra 2.000 e 5000 abitanti sono il 25%.

In generale, dunque, le CM coinvolgono prevalen-temente comuni di piccola dimensione. Su 10 co-muni partecipanti ad esse, circa 9 sono di piccole dimensioni demografiche (87,1%, pari a 3.124 pic-coli comuni). In particolare, oltre alla Valle d’Aosta, dove tutti i 73 comuni che partecipano alle 8 CM sono di piccole dimensioni, si segnalano i casi del Piemonte, della Sardegna, della Liguria, dell’Abruz-zo e del Molise dove i PC rappresentano oltre il 90% delle amministrazioni comunali coinvolte. Da ri-levare anche come tutti i 299 Piccoli Comuni del Trentino - Alto Adige hanno aderito ad una Comu-nità Montana, accanto a realtà locali di dimensioni demografiche maggiori: per questo motivo la per-centuale di PC all’interno delle CM è pari al 90,1%.

All’opposto sono solo 34 i Piccoli Comuni pugliesi che hanno aderito ad una Comunità montana (il 54,8%). Da segnalare la Sardegna, in cui se è vero che ben il 95,7% dei comuni che aderisce ad una Comunità Montana ha una popolazione inferiore ai 5000 abitanti, è anche vero che questi rappre-sentano circa un sesto (14,4%) dei PC regionali.

Esistono poi 88 Comunità Montane costituite sol-tanto da Piccoli Comuni: tra queste Alta Langa e Langa Valli Bormida e Uzzone è quella che conta il maggior numero di adesioni, ben 39. Contra-riamente le CM a cui aderiscono esclusivamente comuni con una popolazione superiore ai 5.000 abitanti sono Belluno Ponte nelle Alpi, in Veneto e Murgia Barese sud-est, in Puglia.

158

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Gra�co 5. Numero di Comunità Montane (valore percentuale) per ammontare di comuniche vi partecipano, marzo 2011

Fino a 10 comuni

Tra 11 e 20 comuni

Tra 21 e 30 comuni

Più di 30 comuni

41,7%

6,4%8,7%

43,2%

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Gra�co 6. Numero di comuni (valore percentuale) presenti in Comunità Montane,per classe di ampiezza demogra�ca del comune, marzo 2011

3,5% 1,1%Fino a 1.999 ab.

Da 2.000 a 4.999 ab.

Da 5.000 a 9.999 ab.

Da 10.000 a 19.999 ab.

Da 20.000 ab. in poi

62,1%25,0%

8,3%

159

Tabella 10. La distribuzione dei Piccoli Comuni presenti in Comunità Montane,per regione, marzo 2011

RegioneN° Piccoli Comuni in regione (a)

N° comuni in CM% Piccoli

Comuni in CM

(d)=(c)/(b)

% Piccoli Comuni in CMsul tot.

dei PC (e)=(c)/(a)Totale (b) di cui Piccoli

Comuni (c)

Piemonte 1.070 553 521 94,2% 48,7%

Valle d’Aosta 73 73 73 100,0% 100,0%

Lombardia 1.088 530 472 89,1% 43,4%

Trentino -Alto Adige 299 332 299 90,1% 100,0%

Veneto 313 171 137 80,1% 43,8%

Friuli -Venezia Giulia 155 95 84 88,4% 54,2%

Liguria 183 154 146 94,8% 79,8%

Emilia Romagna 156 95 79 83,2% 50,6%

Toscana 134 105 73 69,5% 54,5%

Umbria 58 80 54 67,5% 93,1%

Marche 172 98 85 86,7% 49,4%

Lazio 253 245 189 77,1% 74,7%

Abruzzo 250 224 203 90,6% 81,2%

Molise 125 125 120 96,0% 96,0%

Campania 331 263 217 82,5% 65,6%

Puglia 84 62 34 54,8% 40,5%

Basilicata 99 114 94 82,5% 94,9%

Calabria 327 222 199 89,6% 60,9%

Sicilia 200 0 0 - 0,0%

Sardegna 313 47 45 95,7% 14,4%

Totale 5.683 3.588 3.124 87,1% 55,0%

Per Piccoli Comuni si intendono i comuni che contano al 30 novembre 2010 una popolazione residente pario inferiore ai 5.000 abitanti

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

160 La dimensione demograficadelle Comunità Montane

Nei comuni appartenenti a Comunità Monta-ne risiede il 16,1 % della popolazione del Paese (9.752.215 abitanti). Per il solo Trentino-Alto Adige questa percentuale sale al 90% della popolazione residente; seguono la Valle d’Aosta (72,6%), la Ba-silicata (57,8%) ed il Molise (55,9%), regioni in cui la popolazione residente in comuni appartenenti ad una CM è comunque superiore alla metà della popolazione regionale complessiva.

A livello regionale si osserva una grande variabi-lità territoriale. Accanto alle regioni sopra men-zionate, si trovano regioni in cui la popolazione residente in comuni appartenenti ad una CM è in-feriore al dato medio nazionale: tra queste in par-ticolare, fatta eccezione per la Sicilia che, come già rilevato, non conta CM, la Sardegna (5,8%), l’Emilia Romagna (7%), la Toscana (11,7%), la Puglia (12,4%), la Lombardia (12,8%), la Liguria (13,5%), la Campa-nia (13,7%) ed il Veneto (15%) che non raggiungono il valore percentuale medio nazionale.

Se, mediamente a livello nazionale, in ogni Comu-nità Montana risiedono 36.900 abitanti (dimensio-ne simile a quelle di Nuoro, Belluno o San Giuliano Milanese), a livello territoriale si osservano forti differenze. Così, la CM demograficamente più pic-cola si trova in Valle d’Aosta - Walser Alta Valle del Lys (2043 abitanti e 4 comuni) - mentre quella più grande si trova nel Lazio - Zona XI Castelli Romani - Prenestini (170.352 e 13 comuni).

Che le CM possano superare anche i limiti delle piccole dimensioni comunali delle singole realtà che le formano è intuibile anche dal fatto che oltre la metà (139, il 52,6% del totale) ha una popola-zione complessiva superiore ai 25mila abitanti. Se a queste si aggiungono le 101 Comunità Monta-ne con popolazione compresa tra 10mila e 25mila abitanti, la percentuale sale al 90,9%. Sono, all’op-posto, solo 8 le CM con una popolazione comples-siva inferiore a 5000 abitanti, il 3% del totale.

161Tabella 11. La popolazione residente nei comuni presenti in Comunità Montane,per regione, marzo 2011

RegionePopolazione residente* % popolazione residente

in CM (c)=(b)/(a)Totale (a) Di cui in CM (b)

Piemonte 4.456.525 800.558 18,0%

Valle d’Aosta 128.129 93.076 72,6%

Lombardia 9.909.216 1.267.923 12,8%

Trentino - Alto Adige 1.036.639 932.669 90,0%

Veneto 4.936.197 742.836 15,1%

Friuli - Venezia Giulia 1.235.761 240.795 19,5%

Liguria 1.616.993 217.818 13,5%

Emilia Romagna 4.429.729 310.950 7,0%

Toscana 3.749.201 439.286 11,7%

Umbria 906.675 414.103 45,7%

Marche 1.564.881 291.209 18,6%

Lazio 5.724.365 1.068.470 18,7%

Abruzzo 1.342.178 439.358 32,7%

Molise 319.834 178.842 55,9%

Campania 5.833.120 797.174 13,7%

Puglia 4.090.469 508.752 12,4%

Basilicata 587.680 339.420 57,8%

Calabria 2.011.532 571.101 28,4%

Sicilia 5.050.486 0 0,0%

Sardegna 1.675.279 97.875 5,8%

Italia 60.604.889 9.752.215 16,1%

* Dati aggiornati al 30 novembre 2010

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

162 Accanto a queste, si rileva anche una forte varia-bilità relativamente alla dimensione demografica di comuni aderenti a CM: accanto a piccoli e picco-lissimi comuni si trovano comuni medi e capoluo-go di provincia. Così, a livello nazionale, si passa da comuni con 34 abitanti (Pedesina, che aderisce alla Comunità Montana di Valtellina di Morbegno in Lombardia ) a città con oltre 100mila residenti (Trento, che aderisce alla Comunità Montana delle Giudicarie).

Questa variabilità è confermata anche a livello regionale, dove si trovano divari significativi tra comuni più e meno popolosi. Lo scarto maggiore si rileva proprio in Trentino - Alto Adige, dove la differenza demografica tra il comune più piccolo (Massimeno, 119 abitanti appartenente anch’esso alla Comunità Montana delle Giudicarie) e quello più grande (Trento, 116.386) è pari a 116.267 unità. Gli scarti più bassi si rilevano, invece, nelle Comu-nità Montane valdostane (4.857 unità di differenza di abitanti tra Chatillon, 4.958 abitanti, Chamois, 101 abitanti, appartenenti alla Comunità Montana Monte Cervino).

163

Tabella 12. La popolazione massima e minima dei comuni appartenenti a Comunità Montane, per regione, marzo 2011

Regione

Popolazione residente*

Massimo MinimoDifferenza

Comune V.A. Comune V.A.

Piemonte Domodossola 18.494 Moncenisio 42 18.452

Valle d’Aosta Chatillon 4.958 Chamois 101 4.857

Lombardia Lumezzane 23.799 Pedesina 34 23.765

Trentino -Alto Adige Trento 116.386 Massimeno 119 116.267

Veneto Bassano del Grappa 43.524 Laghi 128 43.396

Friuli -Venezia Giulia Gorizia 35.849 Drenchia 142 35.707

Liguria Serra Riccò 7.998 Rondanina 79 7.919

Emilia Romagna Pavullo nel Frignano 17.344 Zerba 95 17.249

Toscana Pescia 19.832 Vergemoli 338 19.494

Umbria Bastia Umbra 21.803 Poggiodomo 146 21.657

Marche Fabriano 31.965 Acquacanina 126 31.839

Lazio Terracina 44.425 Marcetelli 111 44.314

Abruzzo Avezzano 42.012 Montelapiano 76 41.936

Molise Venafro 11.530 Provvidenti 128 11.402

Campania Baronissi 16.869 Valle dell’Angelo 316 16.553

Puglia Massafra 32.434 Celle di San Vito 178 32.256

Basilicata Melfi 17.545 San Paolo Albanese 327 17.218

Calabria Castrovillari 22.560 Staiti 292 22.268

Sicilia - - - - -

Sardegna Dorgali 8549 Esporlatu 431 8.118

Totale Trento (TAA) 116.386 Pedesina (LOM) 34 116.352

* Dati aggiornati al 30 novembre 2010

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

164 Quasi metà della popolazione delle CM risiede in un piccolo comune (49,1% pari a 4.784.720).

Per le Comunità Montane pugliesi ed umbre questa percentuale decresce fortemente, rispettivamente al 14,3% e al 27,8%. Per queste ultime, tuttavia, si ri-leva un dato interessante: seppure i PC partecipanti alle Comunità siano una piccola percentuale dei co-muni aderenti alle CM è altrettanto vero che quasi tutti i PC partecipano ad una Comunità. Per questo motivo, la percentuale di popolazione residente in PC che partecipano alle CM è pari solo al 27,8%, mentre con rifermento alla popolazione complessi-va dei PC umbri tale percentuale sale al 94,7%.

Discorso analogo vale per i PC del Trentino - Alto Adige: tutti i PC della regione fanno parte di una Comunità Montana (299 comuni e 100% di popo-lazione), ma rispetto al dato complessivo della popolazione residente in comuni cha fanno par-te di una Comunità Montana rappresentano poco meno della metà (49,7%).

Situazione diversa è invece quella che si rileva in Sardegna: l’83,7% della popolazione residente riu-nita in CM vive in un piccolo centro, ma la percen-tuale dei PC che ha aderito ad una CM è piuttosto bassa, come evidenziato dal fatto che solo un se-sto (15,5%) della popolazione residente in un PC fa anche parte di una CM.

165

Tabella 13. La popolazione residente nei Piccoli Comuni presenti in Comunità Montane, per regione, marzo 2011

Regione

Popolazione residente nei PC in regione

(a)

Popolazione residente in CM% popola-

zione PC in CM (d)=(c)/(b)

% popolazionePC in CM sul

tot. popolazionedei PC

(e)=(c)/(a)

Totale(b)

di cui nei PC(c)

Piemonte 1.316.068 800.558 516.477 64,5% 39,2%

Valle d’Aosta 93.076 93.076 93.076 100,0% 100,0%

Lombardia 2.155.462 1.267.923 732.924 57,8% 34,0%

Trentino -Alto Adige 463.697 932.669 463.697 49,7% 100,0%

Veneto 804.387 742.836 293.627 39,5% 36,5%

Friuli -Venezia Giulia 288.046 240.795 108.977 45,3% 37,8%

Liguria 250.567 217.818 164.741 75,6% 65,7%

EmiliaRomagna 415.221 310.950 181.363 58,3% 43,7%

Toscana 325.995 439.286 158.702 36,1% 48,7%

Umbria 121.754 414.103 115.262 27,8% 94,7%

Marche 343.702 291.209 134.208 46,1% 39,1%

Lazio 465.761 1.068.470 320.436 30,0% 68,8%

Abruzzo 363.425 439.358 243.477 55,4% 67,0%

Molise 156.898 178.842 141.524 79,1% 90,2%

Campania 684.464 797.174 411.912 51,7% 60,2%

Puglia 218.268 508.752 72.836 14,3% 33,4%

Basilicata 194.554 339.420 180.549 53,2% 92,8%

Calabria 670.365 571.101 369.029 64,6% 55,1%

Sicilia 490.029 0 0 - 0,0%

Sardegna 528.223 97.875 81.903 83,7% 15,5%

Totale 10.349.962 9.752.215 4.784.720 49,1% 46,2%

Il dato relativo alla popolazione residente si riferisce al 30 novembre 2010

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

166 Le variabili territoriali

La rilevanza delle Comunità Montane si evidenzia anche dall’ampia porzione di territorio naziona-le che governano. Quasi la metà della superficie territoriale complessiva dei comuni appartiene a quelli presenti nelle comunità montane (46,1% pari a 138.824 kmq). Questa percentuale decresce di molto se si considera la superficie territoriale re-gionale delle CM sarde (15,7%), pugliesi (33,1%) ed emiliano-romagnole (33,2%). Sotto la media sono anche quelle lombarde (42,9%), toscane (40,4%) e venete (36,3%).

All’opposto le Comunità Montane valdostane e alto-atesine registrano valori molto elevati (rispet-tivamente, 99,3% e 99,6%), seguite da quelle mo-lisane (85,7%), abruzzesi (76,3%) e lucane (74,6%).

La superficie media delle CM è pari a 525,84 kmq, un territorio piuttosto vasto (Milano per esempio ha una superficie di 182 kmq) Per quanto riguar-da le singole CM, tanto quella con la superficie maggiore che quella con la superficie minore si trovano in Trentino - Alto Adige: si tratta rispetti-vamente della Comunità della Val Pusteria (2.071 kmq per 26 comuni) e della Comunità Rotaliana e Konigsberg (94 kmq e 8 comuni).

Naturalmente la grande variabilità a livello di CM si evidenzia anche a livello di comuni che le com-pongono. Così quello più piccolo si trova in Trenti-no - Alto Adige (Fiera di Primiero, della omonima Comunità) mentre il più grande si trova in Toscana (Manciano, della Comunità Colline del Fiora). Da

rilevare come i primi 82 comuni più piccoli par-tecipanti alle CM siano localizzati nelle regioni settentrionali del Paese: 42 comuni si trovano in Lombardia, 24 in Piemonte, 12 in Trentino - Alto Adige, 2 in Liguria e uno ciascuno in Valle d’Aosta e Friuli - Venezia Giulia.

Guardando alla superficie territoriale dei soli PC presenti nelle Comunità Montane, i valori percen-tuali rispetto alla superficie complessiva di queste aggregazioni istituzionali si alzano notevolmente: il 75,4% di questa appartiene ai comuni entro i 5.000 abitanti (104.640 kmq su 138.824 kmq di su-perficie complessiva delle CCMM). Valori molto al di sopra di tale media sono registrati dalla super-ficie dei PC in CCMM alto-atesine (100%), valdosta-ne (99,9%) e molisane (94,8%); all’opposto molto più bassi i valori in Sardegna (20,2%) e a seguire in Toscana (56,4%).

167Tabella 14. La superfi cie territoriale (kmq) dei comuni presenti in Comunità Montane, per regione, marzo 2011

RegioneSuperfi cie territoriale (kmq) % superfi cie territoriale

delle CM(c)=(b)/(a)

Totale(a)

Di cui nelle CM(b)

Piemonte 25.402 13.850 54,5%

Valle d’Aosta 3.263 3.240 99,3%

Lombardia 23.863 10.230 42,9%

Trentino - Alto Adige 13.607 13.546 99,6%

Veneto 18.399 6.678 36,3%

Friuli - Venezia Giulia 7.858 4.550 57,9%

Liguria 5.422 3.664 67,6%

Emilia Romagna 22.446 7.452 33,2%

Toscana 22.994 9.278 40,4%

Umbria 8.456 5.871 69,4%

Marche 9.366 5.207 55,6%

Lazio 17.236 8.953 51,9%

Abruzzo 10.763 8.214 76,3%

Molise 4.438 3.805 85,7%

Campania 13.590 8.150 60,0%

Puglia 19.358 6.415 33,1%

Basilicata 9.995 7.452 74,6%

Calabria 15.081 8.494 56,3%

Sicilia 25.711 0 0,0%

Sardegna 24.090 3.775 15,7%

Totale 301.336 138.824 46,1%

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

168

Tabella 15. La superfi cie territoriale (kmq) dei Piccoli Comuni presenti in ComunitàMontane, per regione, marzo 2011

Regione

Superfi cieterritoriale

(kmq) dei PC in regione (a)

Superfi cie territoriale (kmq)delle CM % superfi cie

PC in CM (d)=(c)/(b)

% superfi cie PCin CM sul

tot. superfi ciedei PC (e)=(c)/(a)Totale (b) Di cui nei PC (c)

Piemonte 19.921 13.850 12.612 91,1% 63,3%

Valle d’Aosta 3.242 3.240 3.240 100,0% 99,9%

Lombardia 15.284 10.230 8.895 87,0% 58,2%

Trentino -Alto Adige 10.846 13.546 10.841 80,0% 100,0%

Veneto 8.029 6.678 4.814 72,1% 60,0%

Friuli -Venezia Giulia 5.484 4.550 3.930 86,4% 71,7%

Liguria 3.906 3.664 3.516 96,0% 90,0%

Emilia Romagna 8.868 7.452 5.967 80,1% 67,3%

Toscana 9.432 9.278 5.318 57,3% 56,4%

Umbria 2.900 5.871 2.761 47,0% 95,2%

Marche 4.937 5.207 3.360 64,5% 68,1%

Lazio 7.463 8.953 5.749 64,2% 77,0%

Abruzzo 7.568 8.214 6.805 82,8% 89,9%

Molise 3.639 3.805 3.451 90,7% 94,8%

Campania 7.703 8.150 6.121 75,1% 79,5%

Puglia 2.761 6.415 1.812 28,2% 65,6%

Basilicata 5.802 7.452 5.277 70,8% 91,0%

Calabria 10.149 8.494 6.786 79,9% 66,9%

Sicilia 8.082 0 0 - 0,0%

Sardegna 16.762 3.775 3.385 89,7% 20,2%

Totale 162.778 138.824 104.640 75,4% 64,3%

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

169Forme di aggregazione istituzionale riconducibili alle Unioni ed alle Comunità montane sembrano essere complessivamente diffuse lungo l’intera penisola italiana, anche con forme di sovrapposi-zioni territoriali.

Nello specifico, sono 310 i comuni che partecipano tanto ad Unioni di Comuni che a Comunità Mon-tane. Tra questi il più grande per popolazione resi-dente è Massafra, in Puglia (32.434 abitanti) che fa parte della CM Murgia Tarantina e dell’UC Crispia-no, Massafra, Statte. Il più piccolo è, invece, Rima San Giuseppe (69 abitanti, in provincia di Vercelli) che aderisce alla CM Valsesia e all’Unione Val Pitta. Da un punto di vista territoriale, invece, il comune più grande è Formazza (130,48 kmq, in Piemonte) che appartiene tanto alla CM Valli dell’Ossola e dell’Unione Valli Antigorio Divedro, mentre quello più piccolo è Borgo di Terzo (1,86 kmq, in Lombar-dia) che fa parte tanto della CM dei Laghi Berga-maschi che dell’UC Media Val Cavallina.

Le sovrapposizioni tra i territoridelle Unioni di Comuni e delle Comunità Montane

Infine, il maggior numero di comuni (8) che par-tecipano contemporaneamente alle due forme di aggregazione istituzionale si trovano in Piemon-te e in Puglia. Si tratta rispettivamente della CM Valli dell’Ossola e Unione Valli Antigorio Divedro Formazza e della CM dei Monti Martani, Serano, Subasio ed Unione Terre dell’olio e del Sagrantino

Al fine di evidenziare il fenomeno delle Unioni di Comuni e delle Comunità Montante, nel paragra-fo successivo verranno evidenziate, per ciascuna regione, le principali caratteristiche delle due di-verse forme associative, anche attraverso il ricor-so alla cartografia, grazie alla quale sarà possibile individuare le aree di sovrapposizione territoriali.

170

Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Figura 3. Le sovrapposizioni territoriali delle Unioni e delle Comunità Montane, 2011

Partecipante ad Unione di Comuni

Partecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana

Profili regionali di Unioni di Comunie Comunità Montane

172

Piemonte

Unioni di Comuni

Numero Unioni 50

Numero comuni nelle Unioni 308

Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione

25,5%

Piccoli Comuni nelle Unioni 294

Popolazione residente in Unioni 468.565

Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale

10,5%

Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni

4.708

Dimensione media delle Unioniper popolazione

9.371

Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione

1.521

Comune in Unionecon popolazione massima

Fossano (24.837 ab.)

Comune in Unionecon popolazione minima

Rima S. Giuseppe (69 ab.)

Comune in Unione con superfi cie territoriale massima

Fossano (130,72 kmq)

Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima

Alzano Scrivia (2,07 kmq)

Unione più grandeper popolazione

Del Fossanese (35.611 ab.,7 comuni)

Unione più piccolaper popolazione

Val Pitta (775 ab., 6 comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011

Comunità Montane

Numero Comunità Montane 22

Numero comuninelle Comunità Montane di cui 553

comuni montani 503

comuni parzialmente montani 21

comuni non montani 29

Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione

45,9%

Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM

91,0%

Piccoli Comuni nelle Comunità Montane 521

Popolazione residentein Comunità Montane 800.558

Percentuale di popolazione resi-dente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale

18,0%

Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane 13.850

Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione 36.389

Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione

1.448

Comune in Comunità Montanacon popolazione massima

Domodossola (18.494 ab.)

Comune in Comunità Montanacon popolazione minima

Moncenisio (42 ab.)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima

Vinadio (183,92 kmq)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima

Miagliano (0,66 kmq)

Comunità Montana più grandeper popolazione

Valle Susae Val Sangone (116.287 ab.,43 comuni)

Comunità Montanapiù piccola per popolazione

Langa Astigianae Val Bormida

(7.056 ab.,16 comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

173

Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane

Numero di comuni 14

Popolazione residente totale 12.583

Superfi cie territoriale (kmq) totale 748

Comune con popolazione massima Crevoladossola (4.768 ab.)

Comune con popolazione minima Rima S. Giuseppe (69 ab.)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana

Piemonte

Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

174

Valle d’Aosta Comunità Montane

Numero Comunità Montane 8

Numero comuni nelle Comunità Montane di cui

73

comuni montani 73

comuni parzialmente montani 0

comuni non montani 0

Percentuale di comuniin Comunità Montane sul numero totale dei comuni in regione

98,6%

Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM

100,0%

Piccoli Comuni nelle Comunità Montane

73

Popolazione residentein Comunità Montane

93.076

Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale

72,6%

Superfi cie territoriale (kmq)delle Comunità Montane

3.240

Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione

11.635

Dimensione media dei comuni appartenenti a ComunitàMontane per popolazione

1.275

Comune in Comunità Montana con popolazione massima

Chatillon ( 4.958 ab.)

Comune in Comunità Montana con popolazione minima

Chamois (101 ab.)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima

Cogne (212,85 kmq)

Comune in Comunità Montana con superfi cie territoriale minima

Bard (3,02 kmq)

Comunità Montana più grande per popolazione

Mont Emilius(22.141 ab., 10 co-

muni)

Comunità Montana più piccola per popolazione

Walser Alta ValleDel Lys

(2.043 ab., 4 comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

175

Partecipante a Comunità Montana

In Valle d’Aosta non sono presenti Unioni di Comuni.

Valle d’Aosta

Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

176

Lombardia

Unioni di Comuni

Numero Unioni 56

Numero comuni nelle Unioni 202

Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione

13,1%

Piccoli Comuni nelle Unioni 193

Popolazione residente in Unioni 351.501

Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale

3,5%

Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni

3.117

Dimensione media delle Unioniper popolazione

6.277

Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione

1.740

Comune in Unionecon popolazione massima

Lonate Pozzolo (12.063 ab.)

Comune in Unionecon popolazione minima

Rocca de’ Giorgi(77 ab.)

Comune in Unione con superfi cie territoriale massima

Lanzada (115,95 kmq)

Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima

Cornale(1,69 kmq)

Unione più grandeper popolazione

Del Soresinese (21.331 ab., 10

comuni)

Unione più piccolaper popolazione

Valvarrone (777 ab., 4 comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011

Comunità Montane

Numero Comunità Montane 23

Numero comuninelle Comunità Montane di cui

530

comuni montani 528

comuni parzialmente montani 2

comuni non montani 0

Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione

34,3%

Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM

99,6%

Piccoli Comuni nelle Comunità Montane

472

Popolazione residentein Comunità Montane

1.267.923

Percentuale di popolazione resi-dente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale

12,8%

Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane

10.230

Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione

55.127

Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione

2.392

Comune in Comunità Montanacon popolazione massima

Lumezzane (23.799 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon popolazione minima

Pedesina(34 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima

Valdidentro (244,41 Kmq)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima

Fiorano al Serio (1,1 Kmq)

Comunità Montana più grandeper popolazione

Valle Seriana (139.421 Ab.,38 Comuni)

Comunità Montanapiù piccola per popolazione

Di Scalve (4.375 Ab.,4 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

177

Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane

Numero di comuni 76

Popolazione residente totale 114.667

Superfi cie territoriale (kmq) totale 1.745

Comune con popolazione massima Nave (11.135 ab.)

Comune con popolazione minima Spriana (105 ab.)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana

Lombardia

Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

178

Trentino - Alto Adige

Unioni di Comuni

Numero Unioni1

(Dell’alto Primiero)

Numero comuni nelle Unioni 3

Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione

0,9%

Piccoli Comuni nelle Unioni 3

Popolazione residente in Unioni 2.951

Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale

0,3%

Superfi cie territoriale (kmq)

delle Unioni176

Dimensione media delle Unioni

per popolazione2.951

Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione

984

Comune in Unionecon popolazione massima

Tonadico

(1.473 ab.)

Comune in Unionecon popolazione minima

Sagron Mis

(203 ab.)

Comune in Unione con superfi cie territoriale massima

Tonadico

(89,57 kmq)

Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima

Sagron Mis

(11,21 kmq)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011

Comunità Montane

Numero Comunità Montane 23

Numero comuninelle Comunità Montane di cui 332

comuni montani 332

comuni parzialmente montani 0

comuni non montani 0

Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione

99,7%

Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM

100,0%

Piccoli Comuni nelle Comunità Montane 299

Popolazione residentein Comunità Montane 932.669

Percentuale di popolazione resi-dente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale

90,0%

Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane 13.546

Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione 40.551

Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione

2.809

Comune in Comunità Montanacon popolazione massima

Trento (116.386 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon popolazione minima

Massimeno (119 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima

Sarentino/Sarntal (302,49 Kmq)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima

Fiera di Primiero (0,15 Kmq)

Comunità Montana più grandeper popolazione

ComunitàVal D’Adige(120.444 Ab.,4 Comuni)

Comunità Montanapiù piccola per popolazione

Magnifi ca Comunità degli Altipiani Cimbri

(4.506 Ab.,3 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

179

Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane

Numero di comuni 3

Popolazione residente totale 2.951

Superfi cie territoriale (kmq) totale 176

Comune con popolazione massima Tonadico (1.473 ab.)

Comune con popolazione minima Sagron Mis (203 ab.)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Partecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana

Trentino - Alto Adige

Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

180

Veneto

Unioni di Comuni

Numero Unioni 26

Numero comuni nelle Unioni 94

Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione

16,2%

Piccoli Comuni nelle Unioni 58

Popolazione residente in Unioni 481.595

Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale

9,8%

Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni 1.788

Dimensione media delle Unioniper popolazione 18.523

Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione

5.123

Comune in Unionecon popolazione massima

Albignasego (23.205 Ab.)

Comune in Unionecon popolazione minima

San Maurodi Saline (573 Ab.)

Comune in Unione con superfi cie territoriale massima

Sant’anna D’alfaedo (43,68 Kmq)

Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima

Pianezze (4,97 Kmq)

Unione più grandeper popolazione

Federazione del Camposampierese

(98.482 Ab., 11 Comuni)

Unione più piccolaper popolazione

Colli Berici Val Liona

(3.054 Ab.,2 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011

Comunità Montane

Numero Comunità Montane 19

Numero comuninelle Comunità Montane di cui 171

comuni montani 119

comuni parzialmente montani 39

comuni non montani 13

Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione

29,4%

Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM

69,6%

Piccoli Comuni nelle Comunità Montane 137

Popolazione residentein Comunità Montane 742.836

Percentuale di popolazione resi-dente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale

15,0%

Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane 6.678

Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione 39.097

Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione

4.344

Comune in Comunità Montanacon popolazione massima

Bassanodel Grappa (43.524 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon popolazione minima

Laghi (128 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima

Cortina d’ampezzo

(254,51 Kmq)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima

San PietroMussolino (4,17 Kmq)

Comunità Montana più grandeper popolazione

Delle Prealpi Trevigiane

(103.890 Ab.,16 Comuni)

Comunità Montanapiù piccola per popolazione

Del Comelicoe Sappada (9.005 Ab.,6 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

181

Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane

Numero di comuni 14

Popolazione residente totale 35.868

Superfi cie territoriale (kmq) totale 314

Comune con popolazione massima Marostica (13.825 ab.)

Comune con popolazione minima San Mauro di Saline (573 ab.)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana

Veneto

Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

182

Friuli - Venezia Giulia

Unioni di Comuni

Numero Unioni 4

Numero comuni nelle Unioni 10

Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione

4,6%

Piccoli Comuni nelle Unioni 9

Popolazione residente in Unioni 24.963

Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale

2,0%

Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni 443

Dimensione media delle Unioniper popolazione 6.241

Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione

2.496

Comune in Unionecon popolazione massima

San Giorgio di Nogaro (7.749 Ab.)

Comune in Unionecon popolazione minima

Tramonti di Sopra (387 Ab.)

Comune in Unione con superfi cie territoriale massima

Tramonti di Sopra (125,08 Kmq)

Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima

San Vito al Torre (11,58 Kmq)

Unione più grandeper popolazione

Centro Economico della Bassa

Friulana (10.782 Ab.,2 Comuni)

Unione più piccolaper popolazione

Valmeduna (1.490 Ab.,3 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011

Comunità Montane

Numero Comunità Montane 4

Numero comuninelle Comunità Montane di cui

95

comuni montani 78

comuni parzialmente montani 16

comuni non montani 1

Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione

43,6%

Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM

82,1%

Piccoli Comuni nelle Comunità Montane

84

Popolazione residentein Comunità Montane

240.795

Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale

19,5%

Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane

4.550

Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione

60.199

Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione

2.535

Comune in Comunità Montanacon popolazione massima

Gorizia (35.849 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon popolazione minima

Drenchia (142 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima

Tarvisio (205,59 Kmq)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima

Vajont (1,58 Kmq)

Comunità Montana più grandeper popolazione

Torre-Natisone-Collio (96.643

Ab., 25 Comuni)

Comunità Montanapiù piccola per popolazione

Gemonese Canal del Ferro Val Ca-nale (33.301 Ab.,

15 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

183

Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane

Numero di comuni 3

Popolazione residente totale 1.490

Superfi cie territoriale (kmq) totale 272

Comune con popolazione massima Frisanco (681 ab.)

Comune con popolazione minima Tramonti di Sopra (387 ab.)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana

Friuli - Venezia Giulia

Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

184

Liguria Comunità Montane

Numero Comunità Montane 12

Numero comuninelle Comunità Montane di cui

154

comuni montani 143

comuni parzialmente montani 6

comuni non montani 5

Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione

65,5%

Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM

92,9%

Piccoli Comuni nelle Comunità Montane

146

Popolazione residentein Comunità Montane

217.818

Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale

13,5%

Superfi cie territoriale (kmq)delle Comunità Montane

3.664

Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione

18.152

Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione

1.414

Comune in Comunità Montanacon popolazione massima

Serra Riccò(7.998 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon popolazione minima

Rondanina (79 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima

Varese Ligure (136,56 Kmq)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima

Terzorio (1,86 Kmq)

Comunità Montana più grandeper popolazione

Valli Genovesi Scrivia e Polcevera

(47.707 Ab.,13 Comuni)

Comunità Montanapiù piccola per popolazione

Alte Valli Trebbia e Bisagna (4.012 Ab.,

8 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

185

Partecipante a Comunità Montana

In Liguria non sono presenti Unioni di Comuni.

Liguria

Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

186

Emilia Romagna

Unioni di Comuni

Numero Unioni 30

Numero comuni nelle Unioni 156

Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione

44,8%

Piccoli Comuni nelle Unioni 53

Popolazione residente in Unioni 1.312.361

Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale

29,6%

Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni 7.164

Dimensione media delle Unioniper popolazione 43.745

Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione

8.413

Comune in Unionecon popolazione massima

Carpi (69.012 Ab.)

Comune in Unionecon popolazione minima

Portico e San Benedetto (801 Ab.)

Comune in Unione con superfi cie territoriale massima

Brisighella (194,38 Kmq)

Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima

Morcianodi Romagna(5,46 Kmq)

Unione più grandeper popolazione

Terre d’Argine (104.354 Ab.,

4 Comuni)

Unione più piccolaper popolazione

Valle del Tidone (3.112 Ab.,2 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011

Comunità Montane

Numero Comunità Montane 10

Numero comuninelle Comunità Montane di cui 95

comuni montani 82

comuni parzialmente montani 10

comuni non montani 3

Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione

27,3%

Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM

86,3%

Piccoli Comuni nelle Comunità Montane 79

Popolazione residentein Comunità Montane 310.950

Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale

7,0%

Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane 7.452

Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione 31.095

Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione

3.273

Comune in Comunità Montanacon popolazione massima

Pavullonel Frignano (17.344 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon popolazione minima

Zerba (95 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima

Bagno di Romagna(233,44 Kmq)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima

Talamello(10,53 Kmq)

Comunità Montana più grandeper popolazione

Alta e Media Valle del Reno

(57.833 Ab.,13 Comuni)

Comunità Montanapiù piccola per popolazione

Dell’Appennino Piacentino (8.951 Ab., 8 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

187

Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane

Numero di comuni 4

Popolazione residente totale 4.502

Superfi cie territoriale (kmq) totale 257

Comune con popolazione massima Busana (1.327 ab.)

Comune con popolazione minima Ligonchio (879 ab.)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana

Emilia Romagna

Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

188

Toscana

Unioni di Comuni

Numero Unioni 1 (Valdera)

Numero comuni nelle Unioni 15

Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione

5,2%

Piccoli Comuni nelle Unioni 7

Popolazione residente in Unioni 121.694

Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale

3,2%

Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni

646

Dimensione media delle Unioniper popolazione

121.694

Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione

8.113

Comune in Unionecon popolazione massima

Pontedera(28.355 Ab.)

Comune in Unionecon popolazione minima

Lajatico (1.374 Ab.)

Comune in Unione con superfi cie territoriale massima

Peccioli (92,63 Kmq)

Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima

Calcinaia (14,99 Kmq)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011

Comunità Montane

Numero Comunità Montane 13

Numero comuninelle Comunità Montane di cui

105

comuni montani 93

comuni parzialmente montani 10

comuni non montani 2

Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione

36,6%

Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM

88,6%

Piccoli Comuni nelle Comunità Montane

73

Popolazione residentein Comunità Montane

439.286

Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale

11,7%

Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane

9.278

Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione

33.791

Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione

4.184

Comune in Comunità Montanacon popolazione massima

Pescia (19.832 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon popolazione minima

Vergemoli(338 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima

Manciano (372,04 Kmq)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima

Chitignano (14,68 Kmq)

Comunità Montana più grandeper popolazione

Mugello (64.084 Ab.,9 Comuni)

Comunità Montanapiù piccola per popolazione

Val di Bisenzio (19.180 Ab.,3 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

189

Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità Montana

In Toscana non vi sono sovrapposizioni territoria-li, ossia nessun comune toscano è presente sia in un’Unione di Comuni che in una Comunità Montana.

Toscana

Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

190

Umbria

Unioni di Comuni

Numero Unioni1 (Terre dell’Olio e del Sagrantino)

Numero comuni nelle Unioni 8

Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione

8,7%

Piccoli Comuni nelle Unioni 4

Popolazione residente in Unioni 39.485

Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale

4,4%

Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni

488

Dimensione media delle Unioniper popolazione

39.485

Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione

4.936

Comune in Unionecon popolazione massima

Trevi (8.426 Ab.)

Comune in Unionecon popolazione minima

Campellosul Clitunno (2.548 Ab.)

Comune in Unione con superfi cie territoriale massima

Gualdo Cattaneo (96,79 Kmq)

Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima

Castel Ritaldi (22,53 Kmq)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011

Comunità Montane

Numero Comunità Montane 5

Numero comuninelle Comunità Montane di cui 80

comuni montani 60

comuni parzialmente montani 19

comuni non montani 1

Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione

87,0%

Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM

75,0%

Piccoli Comuni nelle Comunità Montane 54

Popolazione residentein Comunità Montane 414.103

Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale

45,7%

Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane 5.871

Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione 82.821

Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione

5.176

Comune in Comunità Montanacon popolazione massima

Bastia Umbra (21.803 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon popolazione minima

Poggiodomo (146 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima

Orvieto (281,16 Kmq)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima

Penna in Teverina (9,97 Kmq)

Comunità Montana più grandeper popolazione

Orvietano-Narnese-Ameri-

no-Tuderte (130.742 Ab.,30 Comuni)

Comunità Montanapiù piccola per popolazione

Valnerina (13.636 Ab.,10 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

191

Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane

Numero di comuni 8

Popolazione residente totale 39.485

Superfi cie territoriale (kmq) totale 488

Comune con popolazione massima Trevi (8.426 ab.)

Comune con popolazione minima Campello sul Clitunno (2.548 ab.)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana

Umbria

Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

192

Marche

Unioni di Comuni

Numero Unioni 11

Numero comuni nelle Unioni 46

Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione

19,2%

Piccoli Comuni nelle Unioni 34

Popolazione residente in Unioni 166.593

Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale

10,6%

Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni

921

Dimensione media delle Unioniper popolazione

15.145

Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione

3.622

Comune in Unionecon popolazione massima

Montemarciano(10.252 Ab.)

Comune in Unionecon popolazione minima

Moresco (622 Ab.)

Comune in Unione con superfi cie territoriale massima

Offi da (49,22 Kmq)

Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima

Pedaso (3,65 Kmq)

Unione più grandeper popolazione

Vallata del Tronto (31.682 Ab.,7 Comuni)

Unione più piccolaper popolazione

Castel Colonnae Monterado

(3.204 Ab.,2 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011

Comunità Montane

Numero Comunità Montane 9

Numero comuninelle Comunità Montane di cui

98

comuni montani 89

comuni parzialmente montani 9

comuni non montani 0

Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione

41,0%

Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM

90,8%

Piccoli Comuni nelle Comunità Montane

85

Popolazione residentein Comunità Montane

291.209

Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale

18,6%

Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane

5.207

Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione

32.357

Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione

2.972

Comune in Comunità Montanacon popolazione massima

Fabriano (31.965 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon popolazione minima

Acquacanina (126 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima

Fabriano(269,61 Kmq)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima

Mergo (7,26 Kmq)

Comunità Montana più grandeper popolazione

Dell’esinoFrasassi

(63.957 Ab.,10 Comuni)

Comunità Montanapiù piccola per popolazione

Del Tronto (14.386 Ab.,8 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

193

Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane

Numero di comuni 2

Popolazione residente totale 4.873

Superfi cie territoriale (kmq) totale 62

Comune con popolazione massima Castignano (2.960 ab.)

Comune con popolazione minima Appignano del Tronto (1.913 ab.)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana

Marche

Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

194

Lazio

Unioni di Comuni

Numero Unioni 22

Numero comuni nelle Unioni 105

Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione

27,8%

Piccoli Comuni nelle Unioni 94

Popolazione residente in Unioni 227.845

Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale

4,0%

Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni

2.458

Dimensione media delle Unioniper popolazione

10.357

Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione

2.170

Comune in Unionecon popolazione massima

Palombara Sabina(12.987 Ab.)

Comune in Unionecon popolazione minima

Vivaro Romano (192 Ab.)

Comune in Unione con superfi cie territoriale massima

Filettino(77,66 Kmq)

Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima

Frasso Sabino (4,41 Kmq)

Unione più grandeper popolazione

Cinque Città (21.770 Ab.,4 Comuni)

Unione più piccolaper popolazione

Della Val D’aia (1.951 Ab.,4 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011

Comunità Montane

Numero Comunità Montane 22

Numero comuninelle Comunità Montane di cui

245

comuni montani 174

comuni parzialmente montani 57

comuni non montani 14

Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione

64,8%

Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM

71,0%

Piccoli Comuni nelle Comunità Montane

189

Popolazione residentein Comunità Montane

1.068.470

Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale

18,7%

Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane

8.953

Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione

48.567

Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione

4.361

Comune in Comunità Montanacon popolazione massima

Terracina (44.425 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon popolazione minima

Marcetelli (111 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima

Leonessa (204,85 Kmq)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima

Colonna (3,5 Kmq)

Comunità Montana più grandeper popolazione

Zona XI Castelli Romani-Prenestini

(170.352 Ab.,13 Comuni)

Comunità Montanapiù piccola per popolazione

Zona VIII del Turano (4.452

Ab., 11 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

195

Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane

Numero di comuni 86

Popolazione residente totale 179.685

Superfi cie territoriale (kmq) totale 2.121

Comune con popolazione massima Palombara Sabina (12.987 ab.)

Comune con popolazione minima Vivaro Romano (192 ab.)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana

Lazio

Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

196

Abruzzo

Unioni di Comuni

Numero Unioni 6

Numero comuni nelle Unioni 43

Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione

14,1%

Piccoli Comuni nelle Unioni 31

Popolazione residente in Unioni 243.011

Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale

18,1%

Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni

887

Dimensione media delle Unioniper popolazione

40.502

Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione

5.651

Comune in Unionecon popolazione massima

Montesilvano (51.471 Ab.)

Comune in Unionecon popolazione minima

Guilmi (442 Ab.)

Comune in Unione con superfi cie territoriale massima

Civitella del Tronto (77,65 Kmq)

Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima

Treglio (4,83 Kmq)

Unione più grandeper popolazione

Unica (94.515 Ab.,3 Comuni)

Unione più piccolaper popolazione

Del Sinello (5.156 Ab., 5 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011

Comunità Montane

Numero Comunità Montane 19

Numero comuninelle Comunità Montane di cui

224

comuni montani 200

comuni parzialmente montani 24

comuni non montani 0

Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione

73,4%

Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM

89,3%

Piccoli Comuni nelle Comunità Montane

203

Popolazione residentein Comunità Montane

439.358

Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale

32,7%

Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane

8.214

Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione

23.124

Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione

1.961

Comune in Comunità Montanacon popolazione massima

Avezzano (42.012 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon popolazione minima

Montelapiano (76 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima

Scanno (134,04 Kmq)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima

Pietraferrazzana (4,34 Kmq)

Comunità Montana più grandeper popolazione

Marsica 1 (94.318 Ab.,17 Comuni)

Comunità Montanapiù piccola per popolazione

Medio Sangro (4.445 Ab.,9 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

197

Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane

Numero di comuni 6

Popolazione residente totale 10.597

Superfi cie territoriale (kmq) totale 221

Comune con popolazione massima Civitella del Tronto (5.441 ab.)

Comune con popolazione minima Guilmi (442 ab.)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana

Abruzzo

Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

198

Molise

Unioni di Comuni

Numero Unioni 8

Numero comuni nelle Unioni 50

Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione

36,8%

Piccoli Comuni nelle Unioni 45

Popolazione residente in Unioni 93.912

Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale

29,4%

Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni

1.572

Dimensione media delle Unioniper popolazione

11.739

Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione

1.878

Comune in Unionecon popolazione massima

Bojano (8.177 Ab.)

Comune in Unionecon popolazione minima

Molise (164 Ab.)

Comune in Unione con superfi cie territoriale massima

Guglionesi (100,73 Kmq)

Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima

Molise (5,21 Kmq)

Unione più grandeper popolazione

Basso Biferno (43.312 Ab.,10 Comuni)

Unione più piccolaper popolazione

Alto Biferno (4.801 Ab.,3 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011

Comunità Montane

Numero Comunità Montane 10

Numero comuninelle Comunità Montane di cui

125

comuni montani 110

comuni parzialmente montani 11

comuni non montani 4

Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione

91,9%

Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM

88,0%

Piccoli Comuni nelle Comunità Montane

120

Popolazione residentein Comunità Montane

178.842

Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale

55,9%

Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane

3.805

Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione

17.884

Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione

1.431

Comune in Comunità Montanacon popolazione massima

Venafro (11.530 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon popolazione minima

Provvidenti (128 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima

Agnone (96,29 Kmq)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima

Molise (5,21 Kmq)

Comunità Montana più grandeper popolazione

Volturno (29.497 Ab.,16 Comuni)

Comunità Montanapiù piccola per popolazione

Trigno Medio Biferno

(10.982 Ab.,10 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

199

Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane

Numero di comuni 42

Popolazione residente totale 58.839

Superfi cie territoriale (kmq) totale 1.117

Comune con popolazione massima Bojano (8.177 ab.)

Comune con popolazione minima Molise (164 ab.)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana

Molise

Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

200

Campania

Unioni di Comuni

Numero Unioni 10

Numero comuni nelle Unioni 53

Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione

9,6%

Piccoli Comuni nelle Unioni 23

Popolazione residente in Unioni 431.325

Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale

7,4%

Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni

1.175

Dimensione media delle Unioniper popolazione

43.133

Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione

8.138

Comune in Unionecon popolazione massima

Mondragone (27.383 Ab.)

Comune in Unionecon popolazione minima

Valle dell’angelo (316 Ab.)

Comune in Unione con superfi cie territoriale massima

Sessa Aurunca (163,09 Kmq)

Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima

Frattaminore (1,99 Kmq)

Unione più grandeper popolazione

Area CasertaSud Ovest

(111.691 Ab.,9 Comuni)

Unione più piccolaper popolazione

Medio Calore(6.460 Ab.,3 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011

Comunità Montane

Numero Comunità Montane 20

Numero comuninelle Comunità Montane di cui

263

comuni montani 174

comuni parzialmente montani 89

comuni non montani 0

Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione

47,7%

Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM

66,2%

Piccoli Comuni nelle Comunità Montane

217

Popolazione residentein Comunità Montane

797.174

Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale

13,7%

Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane

8.150

Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione

39.859

Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione

3.031

Comune in Comunità Montanacon popolazione massima

Baronissi (16.869 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon popolazione minima

Valle dell’angelo (316 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima

Campagna (135,4 Kmq)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima

Casola di Napoli (2,57 Kmq)

Comunità Montana più grandeper popolazione

Partenio-Vallodi Lauro

(99.158 Ab.,24 Comuni)

Comunità Montanapiù piccola per popolazione

Alento Monte Stella (13.606

Ab., 11 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

201

Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane

Numero di comuni 19

Popolazione residente totale 75.060

Superfi cie territoriale (kmq) totale 431

Comune con popolazione massima Baronissi (16.869 ab.)

Comune con popolazione minima Valle dell’Angelo (316 ab.)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana

Campania

Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

202

Puglia

Unioni di Comuni

Numero Unioni 22

Numero comuni nelle Unioni 102

Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione

39,5%

Piccoli Comuni nelle Unioni 41

Popolazione residente in Unioni 798.254

Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale

19,5%

Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni

3.177

Dimensione media delle Unioniper popolazione

36.284

Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione

7.826

Comune in Unionecon popolazione massima

Brindisi (89.833 Ab.)

Comune in Unionecon popolazione minima

Giuggianello (1.256 Ab.)

Comune in Unione con superfi cie territoriale massima

Brindisi (328,46 Kmq)

Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima

Monteparano (3,74 Kmq)

Unione più grandeper popolazione

Valesio (116.148 Ab., 4

Comuni)

Unione più piccolaper popolazione

EntroterraIdruntino (9.492 Ab.,4 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011

Comunità Montane

Numero Comunità Montane 6

Numero comuninelle Comunità Montane di cui

62

comuni montani 26

comuni parzialmente montani 28

comuni non montani 8

Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione

24,0%

Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM

41,9%

Piccoli Comuni nelle Comunità Montane

34

Popolazione residentein Comunità Montane

508.752

Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale

12,4%

Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane

6.415

Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione

84.792

Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione

8.206

Comune in Comunità Montanacon popolazione massima

Massafra (32.434 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon popolazione minima

Celle di San Vito (178 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima

Ascoli Satriano (334,56 Kmq)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima

Anzano di Puglia (11,12 Kmq)

Comunità Montana più grandeper popolazione

Murgia Tarantina (145.776 Ab.,

9 Comuni)

Comunità Montanapiù piccola per popolazione

Monti Dauni Settentrionali

(20.163 Ab.,13 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

203

Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane

Numero di comuni 3

Popolazione residente totale 50.254

Superfi cie territoriale (kmq) totale 254

Comune con popolazione massima Massafra (32.434 ab.)

Comune con popolazione minima Montemesola (4.161 ab.)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana

Puglia

Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

204

Basilicata Comunità Montane

Numero Comunità Montane 14

Numero comuninelle Comunità Montane di cui

114

comuni montani 105

comuni parzialmente montani 9

comuni non montani 0

Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione

87,0%

Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM

92,1%

Piccoli Comuni nelle Comunità Montane

94

Popolazione residentein Comunità Montane

339.420

Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale

57,8%

Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane

7.452

Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione

24.244

Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione

2.977

Comune in Comunità Montanacon popolazione massima

Melfi (17.545 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon popolazione minima

San PaoloAlbanese (327 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima

Stigliano (209,96 Kmq)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima

Campomaggiore (12,24 Kmq)

Comunità Montana più grandeper popolazione

Del Vulture (64.225 Ab., 12

Comuni)

Comunità Montanapiù piccola per popolazione

Val Sarmento (4.223 Ab.,5 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

205

Partecipante a Comunità Montana

In Basilicata non sono presenti Unioni di Comuni.

Basilicata

Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

206

Calabria

Unioni di Comuni

Numero Unioni 11

Numero comuni nelle Unioni 54

Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione

13,2%

Piccoli Comuni nelle Unioni 47

Popolazione residente in Unioni 155.169

Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale

7,7%

Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni

1.837

Dimensione media delle Unioniper popolazione

14.106

Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione

2.874

Comune in Unionecon popolazione massima

Cetraro (10.128 Ab.)

Comune in Unionecon popolazione minima

Cellara (507 Ab.)

Comune in Unione con superfi cie territoriale massima

Aprigliano (121,27 Kmq)

Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima

Piane Crati (2,28 Kmq)

Unione più grandeper popolazione

La via del Mare (26.313 Ab., 6

Comuni)

Unione più piccolaper popolazione

Colli dello Scrigno (3.446 Ab.,2 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011

Comunità Montane

Numero Comunità Montane 20

Numero comuninelle Comunità Montane di cui

222

comuni montani 184

comuni parzialmente montani 28

comuni non montani 10

Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione

54,3%

Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM

82,9%

Piccoli Comuni nelle Comunità Montane

199

Popolazione residentein Comunità Montane

571.101

Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale

28,4%

Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane

8.494

Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione

28.555

Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione

2.573

Comune in Comunità Montanacon popolazione massima

Castrovillari(22.560 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon popolazione minima

Staiti (292 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima

San Giovanniin Fiore

(279,45 Kmq)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima

Casole Bruzio (3,67 Kmq)

Comunità Montana più grandeper popolazione

Greca-Destra Crati (55.173 Ab., 13

Comuni)

Comunità Montanapiù piccola per popolazione

Alto Ionio (10.311 Ab., 9 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

207

Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane

Numero di comuni 30

Popolazione residente totale 63.147

Superfi cie territoriale (kmq) totale 1.086

Comune con popolazione massima Rogliano (5.832 ab.)

Comune con popolazione minima Cellara (507 ab.)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana

Calabria

Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

208

Sicilia

Unioni di Comuni

Numero Unioni 48

Numero comuni nelle Unioni 176

Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione

45,1%

Piccoli Comuni nelle Unioni 124

Popolazione residente in Unioni 814.235

Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale

16,1%

Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni

9.587

Dimensione media delle Unioniper popolazione

16.963

Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione

4.626

Comune in Unionecon popolazione massima

Monreale (38.209 Ab.)

Comune in Unionecon popolazione minima

Roccafi orita (234 Ab.)

Comune in Unione con superfi cie territoriale massima

Monreale (529,2 Kmq)

Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima

Roccafi orita (1,14 Kmq)

Unione più grandeper popolazione

Monreale Jetas (55.976 Ab.,4 Comuni)

Unione più piccolaper popolazione

Dalle Terme Arabe ad Oltre Alpe

Cucco (2.185 Ab.,2 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011

209

Partecipante ad Unione di Comuni

In Sicilia non sono presenti Comunità Montane.

Sicilia

Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

210

Sardegna

Unioni di Comuni

Numero Unioni 30

Numero comuni nelle Unioni 238

Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione

63,1%

Piccoli Comuni nelle Unioni 211

Popolazione residente in Unioni 568.305

Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale

33,9%

Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni

12.254

Dimensione media delle Unioniper popolazione

18.944

Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione

2.388

Comune in Unionecon popolazione massima

Iglesias (27.514 Ab.)

Comune in Unionecon popolazione minima

Baradili (95 Ab.)

Comune in Unione con superfi cie territoriale massima

Ozieri (252,45 Kmq)

Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima

Modolo (2,52 Kmq)

Unione più grandeper popolazione

Metalla e il Mare (40.206 Ab.,6 Comuni)

Unione più piccolaper popolazione

Comunidel Villanova

(4.522 Ab.,5 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011

Comunità Montane

Numero Comunità Montane 5

Numero comuninelle Comunità Montane di cui 47

comuni montani 42

comuni parzialmente montani 0

comuni non montani 5

Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione

12,5%

Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM

89,4%

Piccoli Comuni nelle Comunità Montane 45

Popolazione residentein Comunità Montane 97.875

Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale

5,8%

Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane 3.775

Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione 19.575

Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione

2.082

Comune in Comunità Montanacon popolazione massima

Dorgali (8.549 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon popolazione minima

Esporlatu (431 Ab.)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima

Dorgali (224,83 Kmq)

Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima

Escolca (14,72 Kmq)

Comunità Montana più grandeper popolazione

Nuorese-Gen-nargentu-Supra-monte-Barbagia

(34.716 Ab.,8 Comuni)

Comunità Montanapiù piccola per popolazione

Goceano (12.020 Ab., 9 Comuni)

Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

211

Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità Montana

In Sardegna non vi sono sovrapposizioni territo-riali, ossia nessun comune sardo è presente sia in un’Unione di Comuni che in una Comunità Montana.

Sardegna

Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011

212

Indice di tabelle, grafici e figure

PARTE PRIMA

Tabella 1. Numerosità e popolazione residente dei co-muni italiani e dei Piccoli Comuni, per regione, 2010Tabella 2. Le variazioni demografiche e territoriali dei Piccoli Comuni italiani intervenute nel corso del 2010Figura 1. La geografia dei Piccoli Comuni del Regno d’Italia, 1861Figura 2. La geografia dei Piccoli Comuni italiani, 2010Tabella 3. Numerosità e popolazione residente in Ita-lia e nei Piccoli Comuni ai censimenti dal 1861 al 2001 e al novembre 2010Grafico 1. Trend del numero dei Piccoli Comuni e dei comuni con più di 5.000 abitanti, censimenti dal 1861 al 2001 e novembre 2010Tabella 4. I primi 10 Piccoli Comuni del 1861, confluiti in altri comuni, per incremento demograficoTabella 5. I primi 10 Piccoli Comuni del 1861, per in-cremento demograficoTabella 6. I primi 20 Piccoli Comuni del 1861 per boom demograficoFigura 3. I 1.692 Piccoli Comuni che hanno superato la soglia dei 5.000 residentiTabella 7. I 15 Piccoli Comuni del 1861 rimasti tali no-nostante le variazioni amministrative, per numero di comuni annessiGrafico 2. Trend della popolazione residente nei Pic-coli Comuni e nei comuni con più di 5.000 abitanti, censimenti dal 1861 al 2001 e novembre 2010Figura 4. La dinamica demografica dei Piccoli Comuni italiani, 1861-2010Tabella 8. Le donne sindaco nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, per re-gione, giugno 2011Figura 5. Le donne sindaco nei Piccoli Comuni, 2011

PARTE SECONDA

Tabella 1. Densità territoriale nei Piccoli Comuni, per regione, 2010Tabella 2. Densità territoriale nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010Figura 1. Densità territoriale nei Piccoli Comuni, 2010Tabella 3. La struttura delle famiglie nei Piccoli Comu-ni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010Figura 2. La dimensione media delle famiglie nei Pic-coli Comuni, 2010Tabella 4. La natalità nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010Figura 3. Il tasso di natalità nei Piccoli Comuni, 2010Tabella 5. La struttura per età della popolazione resi-dente nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010Grafico 1. La struttura per età della popolazione resi-dente nei Piccoli Comuni italiani, 2010Tabella 6. Tasso di dipendenza demografica nei Pic-coli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010Figura 4. Tasso di dipendenza demografica nei Piccoli Comuni, 2010Tabella 7. Tasso di invecchiamento della popolazione nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abi-tanti ed in Italia, 2010Figura 5. Tasso di invecchiamento nei Piccoli Comu-ni, 2010Tabella 8. Tassi di vecchiaia della popolazione nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010Figura 6. Tasso di vecchiaia nei Piccoli Comuni, 2010

213Grafico 2. Incidenza dei longevi (con 80 anni e più) e numerosità della popolazione residente nei Piccoli Comuni, 2010Tabella 9. I centenari residenti nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010Figura 7. I centenari nei Piccoli Comuni, 2010Tabella 10. Il tasso migratorio nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010Figura 8. Tasso migratorio nei Piccoli Comuni, 2010Tabella 11. Andamento della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2003-2010Grafico 3. Trend della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni ed in Italia, 2004-2010Grafico 4. Trend della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abi-tanti ed in Italia, 2004-2010Tabella 12. Andamento della popolazione italiana residente nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2003-2010Grafico 5. La struttura per età della popolazione stra-niera residente nei Piccoli Comuni italiani, 2003/2010Tabella 13. Incidenza della popolazione straniera residente sul totale della popolazione residente nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2003-2010Grafico 6. Incidenza della popolazione straniera resi-dente sul totale della popolazione residente nei Pic-coli Comuni ed in Italia, 2003-2010 Figura 9. Incidenza della popolazione straniera nei Piccoli Comuni, 2010Tabella 14. La natalità della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010

Tabella 15. Andamento del numero di nati totali, ita-liani e stranieri residenti nei Piccoli Comuni, nei co-muni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2007-2010 Figura 10. Tasso di natalità straniera nei Piccoli Co-muni, 2010Tabella 16. I minorenni stranieri residenti nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010Tabella 17. Incidenza dei minorenni stranieri rispetto al totale dei minorenni residenti nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010 Figura 11. I minorenni stranieri residenti nei Piccoli Comuni (percentuale su popolazione straniera resi-dente), 2010Grafico 7. La struttura per età della popolazione italiana e straniera residente nei Piccoli Comuni italiani, 2003Grafico 8. La struttura per età della popolazione italiana e straniera residente nei Piccoli Comuni italiani, 2010Tabella 18. Ripartizione dei Piccoli Comuni per zona altimetrica e regione, 2010Figura 12. Ripartizione dei Piccoli Comuni per zona altimetrica, 2010Tabella 19. Le aree protette nei Piccoli Comuni ed in Italia, per tipologia di area, 2010Tabella 20. I Piccoli Comuni nel cui territorio ricado-no aree naturali protette, per tipologia di area, 2010Figura 13. I Piccoli Comuni in aree naturali protette, 2010Tabella 21. Percentuale di raccolta differenziata nei Piccoli Comuni, 2010Figura 14. Percentuale di raccolta differenziata nei Piccoli Comuni, 2010Tabella 22. La produzione di energia da fonti rinno-vabili nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010

214 Tabella 23. I Piccoli Comuni italiani in cui si produce energia da fonte rinnovabile, per tipologia e regione, 2010Tabella 24. Distribuzione territoriale dei Piccoli Co-muni produttori di energia rinnovabile, 2010Tabella 25. Tasso di motorizzazione (autovetture ogni 100 abitanti) nei Piccoli Comuni, per regione, 2009Tabella 26. Tasso di motorizzazione (autovetture ogni 100 abitanti) nei Piccoli Comuni, per ampiezza de-mografica, 2009Figura 15. Il tasso di motorizzazione (autovetture ogni 100 abitanti) nei Piccoli Comuni, 2009Tabella 27. Imprese iscritte, cessate ed attive nei Pic-coli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti e in Italia, nel 2010Figura 16. Il tasso di natalità delle imprese nei Piccoli Comuni, 2010Figura 17. Il tasso di mortalità delle imprese nei Pic-coli Comuni, 2010Figura 18. Il tasso di incremento delle imprese nei Piccoli Comuni, 2010Tabella 28. Gli sportelli bancari nei Piccoli Comuni ed in Italia, per regione, 2010Tabella 29. Gli sportelli bancari nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010Figura 19. Densità di sportelli bancari (n° di abitanti per sportello) nei Piccoli Comuni, 2010Tabella 30. Reddito imponibile nei Piccoli Comuni ed in Italia, per regione, anno d’imposta 2009Tabella 31. Reddito imponibile nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, anno d’imposta 2009Grafico 9. Il reddito imponibile per contribuente nei Piccoli Comuni, anno d’imposta 2004-2009

Grafico 10. Il reddito imponibile per contribuente nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, anno d’imposta 2004-2009Figura 20. Il reddito imponibile nei Piccoli Comuni (euro per contribuente), anno d’imposta 2009Tabella 32. Distribuzione dell’offerta turistica alber-ghiera dei Piccoli Comuni, per regione, 2009Figura 21. Distribuzione dell’offerta turistica alber-ghiera dei Piccoli Comuni, 2009Tabella 33. L’offerta agrituristica dei Piccoli Comuni, per regione, 2009Figura 22. L’offerta agrituristica dei Piccoli Comuni, 2009Tabella 34. I comuni partecipanti a Res Tipica, per classe demografica, maggio 2011Tabella 35. Le associazioni partecipanti a Res tipica, maggio 2011Figura 23. I Piccoli Comuni partecipanti a Res Tipica, maggio 2011Tabella 36. Musei, monumenti ed aree archeologi-che statali nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010Figura 24. Musei, monumenti ed aree archeologiche statali nei Piccoli Comuni italiani, 2010Tabella 37. I comuni beneficiari dei POR FESR 2007-2013, per taglia demograficaTabella 38. Numero di progetti (valore assoluto) con comuni beneficiari dei POR FESR 2007-2013, per poli-tica d’intervento e per taglia demograficaTabella 39. Numero di progetti con comuni benefi-ciari dei POR FESR 2007-2013, per classe di contributo pubblico assegnato e per taglia demografica

215PARTE TERZA

Tabella 1. La distribuzione delle UC e dei comuni pre-senti in Unioni, per regione, marzo 2011Figura 1. La distribuzione delle Unioni di Comuni in Italia, marzo 2011Grafico 1. Numero di Unioni (valore percentuale) per ammontare di comuni che vi partecipano, marzo 2011Grafico 2. Numero di comuni (valore percentuale) presenti in UC, per classe di ampiezza demografica del comune, marzo 2011Tabella 2. La distribuzione dei Piccoli Comuni pre-senti in Unioni, per regione, marzo 2011Tabella 3. La popolazione residente nei comuni pre-senti in UC, per regione, marzo 2011Grafico 3. Distribuzione delle UC per popolazione, marzo 2011Tabella 4. La popolazione massima e minima dei co-muni appartenenti ad UC, per regione, marzo 2011Tabella 5. La popolazione residente nei Piccoli Comu-ni presenti in UC, per regione, marzo 2011Tabella 6. La superficie territoriale (kmq) dei comuni presenti in UC, per regione, marzo 2011Tabella 7. La superficie territoriale (kmq) dei Piccoli Comuni presenti in UC, per regione, marzo 2011Grafico 4. La struttura delle Unioni per tipologia di comuni che vi partecipano, marzo 2011Tabella 8. La distribuzione delle Comunità Montane e dei comuni in esse presenti, per regione, marzo 2011Figura 2. La distribuzione delle Comunità Montane in Italia, 2011Tabella 9. Numero di comuni presenti in Comunità Montane, per grado di montanità e regione, marzo 2011

Grafico 5. Numero di Comunità Montane (valore per-centuale) per ammontare di comuni che vi partecipa-no, marzo 2011Grafico 6. Numero di comuni (valore percentuale) presenti in Comunità Montane, per classe di ampiez-za demografica del comune, marzo 2011 Tabella 10. La distribuzione dei Piccoli Comuni pre-senti in Comunità Montane, per regione, marzo 2011Tabella 11. La popolazione residente nei comuni pre-senti in Comunità Montane, per regione, marzo 2011Tabella 12. La popolazione massima e minima dei comuni appartenenti a Comunità Montane, per re-gione, marzo 2011Tabella 13. La popolazione residente nei Piccoli Co-muni presenti in Comunità Montane, per regione, marzo 2011Tabella 14. La superficie territoriale (kmq) dei comuni presenti in Comunità Montane, per regione, marzo 2011Tabella 15. La superficie territoriale (kmq) dei Piccoli Comuni presenti in Comunità Montane, per regione, marzo 2011Figura 3. Le sovrapposizioni territoriali delle Unioni e delle Comunità Montane, 2011

Finito di stamparenel mese di giugno 2011 da:

O.GRA.RO. SrlVicolo dei Tabacchi, 1 Roma