A cura della Fondazione IFELUfficio Studi autonomie locali e sistemi territorialiDirezione: Walter TortorellaCoordinamento: Laura Chiodini
I testi sono stati curati da Valeria Andreani. Gli apparati statistici sono stati elaborati da Giorgia Marinuzzi.Si ringrazia per la collaborazione Alessandro Boca e Carla Giorgio.
L’Atlante dei Piccoli Comuni 2011 è stato realizzatocon il contributo informativo dell’Area Piccoli Comuni/Montagna/Unioni di Comuni dell’Anci.
Si ringrazia per aver messo a disposizione i propri dati:Infocamere - Direzione Registro delle ImpreseLegambienteMinistero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del MareMinistero dell’Economia e delle Finanze - Dipartimentodelle Finanze, Direzione Studi e Ricerche Economico Fiscali.
Codice ISBN: 978-88-6650-002-5
Progetto grafico: BACKUP comunicazione, RomaPasquale Cimaroli, Claudia Pacelliwww.backup.it
Immagine di copertina: Valeriano Della Longasu licenza di Creative Commons
Economia ed offerta turistico ambientaleTasso di nata-mortalità delle imprese Sportelli bancari Reddito imponibile Strutture alberghiere Agriturismi Piccoli Comuni del tipico Offerta museale Programmazione comunitaria
PARTE TERZAUnioni di Comuni e Comunità Montane:rilevazione 2011
Nota introduttivaLe Unioni di Comuni nel 2011Le Comunità Montane nel 2011Le sovrapposizioni tra i territori delle Unionidi Comuni e delle Comunità MontaneProfili regionali di Unioni di Comunie Comunità Montane
Indice di tabelle, grafici e figure
Introduzione
PARTE PRIMAI Piccoli Comuni Italiani.Geografia, storia e istituzioni
La distribuzione dei Piccoli Comuni 1861-2011: l’Italia dei Piccoli Comuni Gli amministratori comunali: le donne sindaco
PARTE SECONDA Principali variabili sociali, ambientalied economiche
Popolazione residente e straniera Densità territorialeFamiglie Natalità Struttura per età della popolazioneDipendenza demograficaInvecchiamento della popolazioneQuantità della vita Tasso migratorioTrend della popolazione stranieraIncidenza della popolazione stranieraNatalità degli stranieriMinori stranieriLa piramide dell’età
Territorio e AmbienteZone altimetriche Aree protette Raccolta differenziata Fonti di energia rinnovabile Parco autoveicoli
5
7
91226
29
3133374042454752555762656972
757780848690
9597
101105110113116120123
127
129137153
169
171
212
Indice
5
Introduzione
L’Atlante dei Piccoli Comuni 2011, realizzato da IFEL, presenta in modo immediato e semplice, ripercorrendo anche quanto già realizzato nelle edizioni passate, un insieme ordinato e consisten-te di variabili, indicatori, mappe e misure relative all’universo dei comuni italiani con popolazione minore o uguale a 5.000 abitanti. Viene così rea-lizzato l’obiettivo di fornire elementi conoscitivi chiari ed aggiornati a quanti - politici, ammini-stratori, studiosi dei fenomeni territoriali - si in-terrogano sui caratteri e sui cambiamenti in atto nel mondo eterogeneo dei Piccoli Comuni.
L’Atlante 2011 descrive con metodo analitico - l’unità di rilevazione è il singolo comune, i cui dati e le cui variabili ed indicatori derivati sono stati successivamente aggregati a livello regionale o di classe demografica- l’Italia fatta di piccoli centri abitati, di paesaggi meno attraversati dal turismo di massa, di tradizioni meno conosciute sebbe-ne spesso meglio conservate. Forse i 5.683 Piccoli Comuni rappresentano ancora un’Italia “minore” relativamente alla popolazione che vi risiede (cir-ca 1/6 del totale), ma è quella che contribuisce al carattere inconfondibile del nostro Paese. Quella abbondanza di varietà, quella identità fatta di di-versità che fanno “unica” la nostra penisola.
Ma i Piccoli Comuni hanno anche grandi nume-ri: rappresentano il 70% delle amministrazioni comunali italiane, i loro territori coprono il 70% di quello italiano, possiedono circa il 65% di aree protette e hanno un maggior numero di impianti di energia pulita sui propri territori rispetto ai co-muni di maggiori dimensioni.
Nei comuni più piccoli prevale, più facilmente, il sentimento di appartenenza ad un insieme di va-lori, ad una storia collettiva. Così come più forte è il desiderio di una visione comune del proprio fu-turo. È quella che si usa chiamare l’identità locale. L’arte, l’agricoltura e la cucina sono parte essen-ziale di queste identità.
I dati tracciati mostrano un universo di Piccoli Co-muni in continua evoluzione, in cui gli italiani si ritrovano, si riconoscono e a cui fanno riferimento per rafforzare il senso di appartenenza. Il proprio piccolo comune rappresenta, da un lato il luogo pri-vilegiato in cui il cittadino svolge la propria attività quotidiana, fatta di lavoro, cultura, famiglia, diver-timento e socialità, dall’altro anche il soggetto isti-tuzionale cui ci si rivolge per avere una risposta ai propri bisogni, difficoltà, voglia di partecipazione. Senza voler rappresentare un quadro esaustivo sulle peculiarità delle singole realtà territoriali, l’Atlante analizza le principali variabili sociali, de-mografiche, fisiche, economiche ed istituzionali dei Piccoli Comuni italiani, con l’obiettivo di dare una visione multidisciplinare di un fenomeno, su-perando un metodo di stretta divisione dei saperi. Facendo riferimento alla base informativa di fon-ti statistiche ufficiali, l’analisi e l’elaborazione di indicatori vengono suddivise in due macroambiti tematici.
Nella Prima Parte, I Piccoli Comuni italiani. Geografia, storia e istituzioni, si raccontano i caratteri genera-li delle realtà territoriali in termini di numerosi-tà e dimensioni demografiche. E’ stato analizzato come questi si siano evoluti nel tempo, prenden-
6 do laddove possibile come anno di riferimento il 1861, anno dell’Unità d’Italia, presentando le prin-cipali variazioni in termini di numerosità e di po-polazione residente. Sono state quindi evidenziate le principali trasformazioni amministrative e de-mografiche che hanno caratterizzato l’universo dei Piccoli Comuni di allora.
Nella Seconda Parte, Principali variabili sociali, am-bientali ed economiche, viene realizzata un’analisi puntale degli indicatori per la caratterizzazione e la misura delle numerose dimensioni relative all’universo delle amministrazioni con meno di 5.000 abitanti:
• Popolazione residente e straniera. Descrive i ca-ratteri strutturali della popolazione dei Piccoli Co-muni e le principali dinamiche in atto (immigra-zione, invecchiamento, famiglie, ecc..),
• Territorio e ambiente. Si articolano qui le analisi relative agli aspetti geografici e ambientali del ter-ritorio dei Piccoli Comuni, nonché la descrizione della propensione al rispetto dell’ambiente a alla gestione dei servizi locali ambientali in chiave di efficacia, efficienza ed economicità
• Economia ed offerta turistico ambientale. Forni-sce indicazioni relative ai caratteri economici dei comuni (nata-mortalità delle imprese, sportelli bancari, reddito imponibile) ed alla disponibilità di strutture ricettive.
L’ultima Parte dell’Atlante, le Unioni di Comuni e Comunità Montane: rilevazione 2011, racconta temi
e numeri del fenomeno dell’associazionismo dei comuni italiani. Emerge come questi modelli isti-tuzionali abbiano rappresentato e rappresenti-no in modo crescente un volano per lo sviluppo dell’intero sistema delle gestioni associate inter-comunali di servizi e funzioni, consentendo - ai comuni tutti ed ai Piccoli Comuni in particolare - di avere maggiore forza e adeguatezza, ponen-do tali tematiche al centro dell’attuale dibattito sull’efficienza delle istituzioni esistenti.
Per ciascuna parte del rapporto viene fornita una lettura essenziale dei dati di base, anche attra-verso una descrizione cartografica dei fenomeni maggiormente rappresentabili in termini di geo-referenziazione.
Queste ed altre misure dell’Atlante ci parlano di una qualità della vita in questi piccoli centri molto ele-vata, capace di innescare circoli virtuosi, rendere at-trattivo il territorio, creare i presupposti per limitare l’esodo della popolazione verso contesti urbani di maggiore dimensione, permettere al Paese di cresce-re sulla base delle sue risorse così intrinsecamente uniche e preziose, ovvero le sue comunità locali.
I Piccoli Comuni Italiani.Geografia, storiae istituzioni
• La distribuzione dei Piccoli Comuni• 1861-2011: l’Italia dei Piccoli Comuni • Gli amministratori comunali:• le donne sindaco
PARTE PRIMA
9I Piccoli Comuni italiani (PC) rappresentano il 70,2% del totale nazionale. Sono una delle grandi anime istituzionali dell’Italia che hanno contribuito alla crescita dei nostri territori negli ultimi trent’anni.
Sono 5.683 i comuni con popolazione residente in-feriore o pari a 5.000 abitanti. In Valle d’Aosta solo il capoluogo regionale ha una popolazione supe-riore ai 5.000 abitanti. In Molise i PC raggiungono quasi il 92% del totale dei comuni molisani, in Trentino - Alto Adige rappresentano quasi l’89,8% dei comuni regionali; seguono il Piemonte con l’88,7% e la Sardegna con l’83%.
Percentuali superiori alla media nazionale si regi-strano anche per i PC dell’Abruzzo (82%), della Ca-labria (80%), della Liguria (77,9%), della Basilicata (75,6%), del Friuli - Venezia Giulia (71,1%) e della Lombardia (70,4%).
È, all’opposto, la Puglia la regione in cui si trova la percentuale minore di PC sul totale regionale (32,6%). Meno della metà dei comuni dell’Emilia Romagna e della Toscana sono di piccole dimen-sioni (44,8% e 46,7%), mentre quelli della Sicilia e del Veneto rappresentano poco più della metà del totale regionale (rispettivamente 51,3% e 53,9%).
Nei Piccoli Comuni risiede il 17,1% della popolazio-ne italiana (10.349.962 abitanti). Il loro peso demo-grafico è rilevante in molte regioni, a cominciare dalla Valle d’Aosta, dove il 72,6% della popolazione vive nei 73 PC. Seguono il Molise e il Trentino - Alto Adige dove rispettivamente il 49,1% e il 44,7% degli abitanti risiede in un PC, mentre sono un abitante
su tre in Calabria e Basilicata (rispettivamente il 33,3% e il 33,1%). All’opposto i PC della Puglia, dove vive il 5,3% della popolazione regionale, seguiti dai PC laziali e toscani (8,1% e 8,7%).
Il numero complessivo dei PC è diminuito nell’ul-timo anno a causa di variazioni demografiche (in aumento o in diminuzione) ed amministrati-ve. Così, 16 comuni che nel 2009 facevano parte dell’universo dei PC ne sono usciti in quanto la popolazione residente ha superato i 5.000 abitanti (in prevalenza nelle regioni centro-settentrionali), mentre, all’opposto, 6 comuni ne sono entrati a far parte. Due PC lombardi, Orio al Serio e Rodano, registrano variazioni territoriali, rispettivamente per acquisizione e cessione di territorio con co-muni limitrofi.
La distribuzione dei Piccoli Comuni
10Tabella 1. Numerosità e popolazione residente dei comuni italiani e dei Piccoli Comuni, per regione, 2010
Regione Comunidi cui Piccoli Comuni Popolazione
residente*
di cui neiPiccoli Comuni
V.A. % V.A. %
Piemonte 1.206 1.070 88,7% 4.456.525 1.316.068 29,5%
Valle d’Aosta 74 73 98,6% 128.129 93.076 72,6%
Lombardia 1.546 1.088 70,4% 9.909.216 2.155.462 21,8%
Trentino - Alto Adige 333 299 89,8% 1.036.639 463.697 44,7%
Veneto 581 313 53,9% 4.936.197 804.387 16,3%
Friuli - Venezia Giulia 218 155 71,1% 1.235.761 288.046 23,3%
Liguria 235 183 77,9% 1.616.993 250.567 15,5%
Emilia Romagna 348 156 44,8% 4.429.729 415.221 9,4%
Toscana 287 134 46,7% 3.749.201 325.995 8,7%
Umbria 92 58 63,0% 906.675 121.754 13,4%
Marche 239 172 72,0% 1.564.881 343.702 22,0%
Lazio 378 253 66,9% 5.724.365 465.761 8,1%
Abruzzo 305 250 82,0% 1.342.178 363.425 27,1%
Molise 136 125 91,9% 319.834 156.898 49,1%
Campania 551 331 60,1% 5.833.120 684.464 11,7%
Puglia 258 84 32,6% 4.090.469 218.268 5,3%
Basilicata 131 99 75,6% 587.680 194.554 33,1%
Calabria 409 327 80,0% 2.011.532 670.365 33,3%
Sicilia 390 200 51,3% 5.050.486 490.029 9,7%
Sardegna 377 313 83,0% 1.675.279 528.223 31,5%
Totale 8.094 5.683 70,2% 60.604.889 10.349.962 17,1%* Dati aggiornati al 30 novembre 2010
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat, 2011
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Tabella 2. Le variazioni demografi che e territoriali dei Piccoli Comuni italiani nel 2010
Piccoli Comuni in ingresso
Regione Denominazione Popolazione 1 gennaio 2010
Popolazione 30 novembre 2010
Lombardia Breno 5.018 4.966Veneto Montecchio Precalcino 5.031 4.985Lazio Supino 5.016 4.997Lazio Castro dei Volsci 5.012 4.988Sicilia Butera 5.004 4.991Sicilia Santo Stefano Quisquina 5.034 4.974
Piccoli Comuni in uscita
Regione Denominazione Popolazione 1 gennaio 2010
Popolazione 30 novembre 2010
Piemonte Verolengo 4.970 5.040Piemonte Varallo Pombia 4.964 5.018Lombardia Gorlago 4.993 5.058Lombardia Pontirolo Nuovo 4.983 5.111Lombardia Giussago 4.869 5.036Lombardia Misinto 4.985 5.081Trentino - Alto Adige Egna/Neumarkt 4.926 5.001Veneto Limana 4.983 5.009Emilia Romagna Zocca 4.999 5.029Toscana Fosdinovo 4.971 5.066Umbria Norcia 4.990 5.011Umbria Stroncone 4.942 5.025Lazio Bassano Romano 4.981 5.051Campania Francolise 5.000 5.027Campania Alvignano 4.980 5.008Puglia Stornara 4.990 5.113
Variazioni territoriali dei Piccoli Comuni esistenti al 30 novembre 2010
Regione Denominazione Descrizione della variazione territoriale
Lombardia Orio al Serio (1.753 ab.) Acquisisce una zona di territoriostaccata dal comune di Bergamo.*
Lombardia Rodano (4.470 ab.) Perde una zona di territorio aggregata al comune di Vignate.**
* Legge Regionale 25 gennaio 2010, n° 2: B.U.R. n° 4 del 29 gennaio 2010, 1° S.O
** Legge Regionale 9 febbraio 2010, n° 10: B.U.R. n° 6 del 12 febbraio 2010, 2° S.O
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat, anni vari
12 L’universo geografico dei PC dal 1861 ad oggi è cambiato in maniera significativa, anche perché nell’anno dell’Unità non erano annessi al Regno d’Italia una parte dei territori laziali, nonché la to-talità di quelli alto atesini, veneti e friulani.
Il nascente Regno è costituito prevalentemente da Piccoli Comuni: 6.831 realtà territoriali locali, l’88,5% del totale nazionale, hanno meno di 5.000 abitanti, ed in essi vive poco meno della metà del-la popolazione italiana (49,7%). Tra questi, 1.097 contano fino a 500 abitanti, mentre 1.606 hanno una popolazione compresa tra 500 e 1.000 abitanti (Figura 1). Centocinquanta anni fa erano piemon-tesi i 2 comuni con il minor numero di residenti: Baratonia (45 abitanti), che fu annesso a Varisella nel 1870, e Claviere, ancora oggi autonomo, la cui popolazione è passata da 68 a 213 abitanti, oggi 235-esimo per dimensione.
A 150 anni di distanza sono, come detto, 5.683 i comuni con meno di 5.000 abitanti, di cui 832 con meno di 500 abitanti e 1.116 quelli con popola-zione compresa tra 500 e 1.000 abitanti (Figura 2). Pur essendo ancora molto diffusi in alcune aree del Paese (Piemonte, Lombardia, Marche, Abruz-zo, Calabria e Sardegna), si osserva, nel 2010, una minor distribuzione rispetto al 1861. Molto nu-merosi sono poi i PC dell’area nord-orientale del Paese, inizialmente non annesse al Regno d’Italia. In Emilia Romagna e in Puglia si osserva, all’oppo-sto, una minor concentrazione di Piccoli Comuni rispetto al passato.
Nei due anni di riferimento resta comune la distri-buzione geografica dei PC prevalentemente nelle zone montane alpine e della dorsale appenninica, a conferma di come soprattutto le politiche di svi-luppo rurale e di turismo di qualità abbiano non solo frenato l’esodo da questi territori, ma anzi siano riuscite a rivitalizzare tali aree.
1861-2011: l’Italia dei Piccoli Comuni
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Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell'Agricoltura,Industria e Commercio - Censimento della popolazione del Regno d’Italia 1861
Figura 1. La geogra�a dei Piccoli Comuni del Regno d’Italia, 1861
14
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011
Figura 2. La geogra�a dei Piccoli Comuni italiani, 2010
15Dal 1861 ad oggi, a fronte di un aumento nel nume-ro complessivo delle realtà amministrative comu-nali italiane, si osserva una contrazione dei Piccoli Comuni, passati dall’88,5% al 70,2% sul totale dei comuni italiani. L’analisi evidenzia, in particolare, una forte riduzione dei PC tra 1921 (quando erano l’80,1%), e il 1931 (73,2%). Tale riduzione è in parte riconducibile alla riforma degli enti locali operata nel 1928 dal regime fascista, in virtù della quale i co-muni minori circostanti i comuni capoluogo furono riunificati in questi ultimi per legittimare ulterior-mente la nuova struttura verticistica e accentrata del ventennio. A tale fase è poi seguita una parziale ripresa, almeno fino al 1971 (75,6%) quando è ini-ziato un nuovo periodo di contrazione sino ad oggi.
Non solo variazioni amministrative e/o territoriali, ma anche variazioni demografiche hanno influito su tale risultato. Così dei 6.831 Piccoli Comuni del 1861 ben 1.692 hanno ad oggi superato i 5.000 abitanti, mentre 5.139 sono rimasti al di sotto di tale soglia.
Al fine di meglio comprendere l’evoluzione inter-corsa in questi primi 150 anni di storia unitaria, nelle pagine successive si presenta un’istantanea delle piccole realtà comunali italiane esistenti al 1861: come erano allora e come sono diventate al 1° gennaio 2011.
Dei 1.692 comuni con oltre 5.000 abitanti, 67 sono confluiti in capoluoghi di regione. Nella fattispe-cie, Milano conta il maggior numero di annessioni di Piccoli Comuni, ben 28. Seguono Genova, con 20 annessioni, L’Aquila, che ne ha registrate 6 e Na-poli 5. Bari ed Ancona hanno inglobato entrambe
3 Piccoli Comuni dell’epoca, mentre Cagliari e Bo-logna 1 ciascuno. La taglia demografica di questi 67 comuni confluiti in capoluoghi di regione era eterogenea: varia da un minimo di 106 abitanti di Cassina Triulza (ora territorio milanese) fino ad un massimo di 4.754 residenti di Carbonara di Bari, attualmente facente parte del capoluogo pugliese.
Altri 136 Piccoli Comuni di allora sono confluiti in capoluoghi di provincia. In questo caso, Reggio Ca-labria e Lecco hanno inglobato il maggior numero di territori comunali, rispettivamente 11 e 9, se-guiti da Pavia, Brescia, Verbania, Varese, Como ed Imperia, a quota 7.
Al netto dei 67 e dei 136 Piccoli Comuni suddetti, si contano ulteriori 1.489 casi di comuni dell’epo-ca che dopo 150 anni hanno superato la soglia dei 5.000 abitanti. Tali incrementi di popolazione pos-sono ricondursi, come sopra, a variazioni territoriali ed amministrative oppure a situazioni di crescita demografica. Alla prima fattispecie corrispondono i boom demografici di 595 comuni (Tabella 4).
16Tabella 3. Numerosità e popolazione residente in Italia e nei Piccoli Comuniai censimenti dal 1861 al 2001 e al novembre 2010
Anno
Italia Piccoli Comuni % Piccoli Comuni su Italia
N° comuni Popolazione residente N° comuni Popolazione
residente N° comuni Popolazione residente
1861 7.720 21.777.334 6.831 10.829.824 88,5% 49,7%
1871 8.383 26.801.154 7.286 13.166.695 86,9% 49,1%
1881 8.260 28.953.480 7.023 13.385.047 85,0% 46,2%
1901 8.262 32.965.504 6.810 13.542.532 82,4% 41,1%
1911 8.324 35.845.098 6.691 13.472.069 80,4% 37,6%
1921 9.194 39.943.528 7.363 13.977.288 80,1% 35,0%
1931 7.311 41.651.617 5.354 12.333.713 73,2% 29,6%
1936 7.339 42.993.602 5.356 12.309.597 73,0% 28,6%
1951 7.810 47.515.537 5.721 12.405.391 73,3% 26,1%
1961 8.035 50.623.569 6.049 12.292.372 75,3% 24,3%
1971 8.056 54.136.547 6.090 11.597.333 75,6% 21,4%
1981 8.086 56.556.911 5.963 11.001.605 73,7% 19,5%
1991 8.100 56.778.031 5.903 10.781.139 72,9% 19,0%
2001 8.101 56.993.742 5.834 10.577.557 72,0% 18,6%
2010 8.094 60.604.889 5.683 10.349.962 70,2% 17,1%
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell’Agricoltura,Industria e Commercio e Istat, anni vari
17
Sono invece 894 i comuni “cresciuti” sopra i 5.000 abitanti a seguito di soli incrementi demografici. Tra questi, ci sono casi significativi di comuni che hanno fortemente incrementato la propria popola-zione, come è successo a Baranzate (in provincia di Milano) cresciuto del 6.517%, Nichelino (in provin-cia di Torino) o di Castel Volturno (Caserta) in cui la popolazione residente è cresciuta di oltre il 4.000%. Sembra trattarsi per lo più di comuni che si trovano in prossimità di grandi aree urbane (Tabella 5).
Infine, considerando soltanto i comuni che nel 1861 non superavano i 5.000 residenti, prescindendo quin-di dalle variazioni amministrative e territoriali che li hanno investiti, si riportano, nella tabella 6, i 20 casi più eclatanti di “boom demografico” occorsi in 150 anni di storia italiana. Si tratta per lo più di comuni lombardi (13), localizzati nelle immediate vicinanze del capoluogo meneghino. Sono due le sorprese che emergono dai dati della tabella 6: Pescara ed Olbia erano, al momento dell’Unità, due Piccoli Comuni, con rispettivamente 4.557 e 2.486 abitanti.
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell'Agricoltura,Industria e Commercio e Istat, anni vari
800
1.800
2.800
3.800
4.800
5.800
6.800
1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2010
Comuni con più di 5.000 abitanti Piccoli Comuni
Gra�co 1. Trend del numero dei Piccoli Comuni e dei comuni con più di 5.000 abitanti,censimenti dal 1861 al 2001 e novembre 2010
Nu
mer
o co
mu
ni
18Tabella 4. I primi 10 Piccoli Comuni del 1861, confl uiti in altri comuni,per incremento demografi co
Regione Provincia Comune del 1861
Popolazione 1861
Comune in cui è
confl uito
Popolazione 2011
Var. % 1861-2011
PiemonteVerbano
CusioOssola
CranaGattugno 99 Omegna 15.991 16053%
Lombardia Milano Cassina de’ Gatti 554 Sesto San
Giovanni 81.130 14544%
Lombardia Varese Cajello 408 Gallarate 51.751 12584%
Lombardia Milano Grancino 213 Buccinasco 26.937 12546%
Lombardia Milano Pontesesto 431 Rozzano 41.363 9497%
Lombardia Milano Lucernate 536 Rho 50.686 9356%
Lombardia Milano SanGiuliano 398 San Giuliano
Milanese 36.871 9164%
Lombardia Milano Incirano 526 Paderno Dugnano 47.695 8967%
Piemonte Torino Revigliasco Torinese 660 Moncalieri 58.320 8736%
Lombardia Monza e Brianza
Cassina Aliprandi 483 Lissone 42.474 8694%
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell’Agricoltura,Industria e Commercio e Istat, anni vari
19Tabella 5. I primi 10 Piccoli Comuni del 1861, per incremento demografi co
Regione Provincia Comune Popolazione 1861
Popolazione 2011
Var. %1861-2011
Lombardia Milano Baranzate 173 11.448 6.517%
Piemonte Torino Nichelino 964 48.946 4.977%
Campania Caserta Castel Volturno 534 24.149 4.422%
Lombardia Milano Cesano Boscone 647 23.935 3.599%
Sardegna Cagliari Capoterra 1.070 24.030 2.146%
Piemonte Torino Collegno 2.264 50.137 2.115%
Lombardia Milano Corsico 1.590 34.507 2.070%
Campania Napoli Qualiano 1.213 25.313 1.987%
Sicilia Catania Gravina di Catania 1.394 27.363 1.863%
Lombardia Milano Bresso 1.408 26.399 1.775%
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell’Agricoltura,Industria e Commercio e Istat, anni vari
20 Da un punto di vista cartografico è ancora più evi-dente come il processo di crescita demografica (an-che a seguito delle variazioni amministrative e ter-ritoriali) abbia riguardato per lo più i Piccoli Comuni posti in prossimità dei capoluoghi di regione e di provincia. Tale fenomeno è evidente per le piccole realtà che circondano Milano, Torino, Bologna, Na-poli, Brindisi e Cagliari. In queste realtà i grandi cen-tri urbani hanno agito da catalizzatori di forza lavo-ro, che però per diverse ragioni (economiche a causa dei costi delle abitazioni, ma anche di qualità della vita) ha deciso di insediarsi nei comuni limitrofi.
I restanti 5.139 Piccoli Comuni di allora non han-no, invece, oltrepassato, dopo 150 anni, la soglia dei 5.000 residenti, alcuni dei quali neppure in presenza di processi di fusione. Tra questi, nella tabella 7, si riportano i 15 casi più evidenti in cui, nonostante l’elevato numero di annessioni terri-toriali avvenute tra Piccoli Comuni esistenti nel 1861, il comune che ne è derivato conta ancora oggi una popolazione inferiore ai 5.000 abitanti.
Per quanto riguarda la popolazione residente nei comuni italiani (tabella 4 e grafico 2), si evidenzia invece la netta contrapposizione tra i comuni di di-mensioni demografiche maggiori, che registrano un trend di crescita sostenuto e continuo, e i PC che registrano una graduale contrazione della percen-tuale di popolazione ivi residente. Se al momento dell’Unità, un italiano su 2 viveva in un PC, ora sono meno di 1 su 5. Tuttavia, occorre sottolineare come la popolazione residente nei PC, in valori assoluti, sia rimasta pressoché stabile rispetto al 1861: era al-lora 10,829 milioni, mentre, nell’ultima rilevazione, ammonta a 10,349 milioni. Il forte decremento rile-vato in termini percentuali in questo periodo è do-vuto quindi alla fortissima crescita della popolazio-ne complessiva italiana, passata da 21,777 milioni agli attuali 60,604 milioni. In altri termini, in questi primi 150 anni di storia unitaria, la popolazione è complessivamente cresciuta a ritmi sostenuti, ma tale fenomeno sembrerebbe aver riguardato princi-palmente le città ed i centri urbani di maggiori di-mensioni demografiche. Parallelamente, da questi dati sembra emergere come sia semplicistico par-lare di spopolamento dei Piccoli Comuni, anche se rimane indubbio il fatto che questi territori abbiano caratteristiche e problematiche tali da renderli un universo a sé stante nel panorama socio-demogra-fico, economico e territoriale italiano.
21Tabella 6. I primi 20 Piccoli Comuni del 1861 per boom demografi co
Regione Provincia Comune Popolazione 1861
Popolazione 2011
Var. %1861-2011
Lombardia Milano Baranzate 173 11.448 6517%
Lombardia Milano San Donato Milanese 503 32.702 6401%
Lombardia Milano Segrate 579 34.352 5833%
Piemonte Torino Nichelino 964 48.946 4977%
Lombardia Milano Rozzano 825 41.363 4914%
Campania Caserta Castel Volturno 534 24.149 4422%
Lombardia Milano Pero 290 10.749 3607%
Lombardia Milano Cesano Boscone 647 23.935 3599%
Lombardia Milano Paderno Dugnano 1.575 47.695 2928%
Lombardia Milano San Giuliano Milanese 1.265 36.871 2815%
Lombardia Milano Buccinasco 927 26.937 2806%
Abruzzo Pescara Pescara 4.557 123.077 2601%
Lombardia Milano Cologno Monzese 2.061 47.794 2219%
Sardegna Olbia Tempio Olbia 2.486 56.066 2155%
Sardegna Cagliari Capoterra 1.070 24.030 2146%
Piemonte Torino Collegno 2.264 50.137 2115%
Lombardia Milano Corsico 1.590 34.507 2070%
Lombardia Milano Peschiera Borromeo 1.091 22.774 1987%
Campania Napoli Qualiano 1.213 25.313 1987%
Lombardia Milano Pioltello 1.821 36.369 1897%
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell’Agricoltura,Industria e Commercio e Istat, anni vari
22
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell'Agricoltura,Industria e Commercio e Istat, anni vari
Piccoli Comuni del 1861 chesuperano i 5.000 ab. al 1.01.2011
Capoluoghi di provincia
Capoluoghi di Regione
Trentino - Alto Adige, Friuli - Venezia Giulia e parte del Lazio non rientravano nei con�ni del Regno d’Italia del 1861
Figura 3. I 1.692 Piccoli Comuni che hanno superato la soglia dei 5.000 residenti
23Tabella 7. I 15 Piccoli Comuni del 1861 rimasti tali nonostante le variazioniamministrative, per numero di comuni annessi
Regione Provincia Comune 2011
N° PC del 1861 che
compongono il nuovo comune
Popolazione 1861*
Popolazione 2011
Var. % 1861-2011
Piemonte Torino Perrero 8 2.890 737 -74%
Lombardia Cremona Ca’ d’Andrea 7 1.579 482 -69%
Piemonte Torino Cesana Torinese 7 2.602 1.040 -60%
Lombardia Como Valsolda 6 1.428 1.639 15%
Lombardia Pavia Varzi 6 5.964 3.420 -43%
Lombardia Cremona Gadesco-Pieve Delmona 6 2.509 2.028 -19%
Liguria Imperia Borgomaro 6 2.338 884 -62%
Campania Benevento Sant’Angelo a Cupolo 6 2.779 4.314 55%
Lombardia Pavia Certosa di Pavia 5 2.001 4.967 148%
Piemonte Alessandria Borghetto di Borbera 5 2.484 2.009 -19%
Lombardia Lecco Primaluna 5 1.509 2.170 44%
Piemonte Verbano Cusio Ossola Valstrona 5 1.361 1.254 -8%
Lombardia Varese Maccagno 5 1.402 2.041 46%
Lombardia Cremona Persico Dosimo 5 2.776 3.370 21%
Lombardia Cremona Torre de’ Picenardi 5 2.406 1.801 -25%
* La popolazione del 1861 è pari alla somma del numero di residenti dei comuni allora esistenti che sono poi confl uitinel Piccolo Comune odierno
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio e Istat, anni vari
24
È bene precisare che gli attuali 5.683 Piccoli Co-muni corrispondono a 5.257 comuni esistenti nel 1861. Tra questi ultimi 119 contavano oltre 5.000 abitanti: Montaione, in Toscana, era il più popolo-so con 10.143 residenti (oggi ne ha 3.764).
Si aggiunga inoltre che, come già rilevato, diver-se riforme della legislazione comunale e provin-ciale, nonché processi di fusione, soppressione e cambi di denominazione, hanno modificato, in alcune aree anche profondamente, il numero e la struttura dei comuni italiani. Così, dei 5.257 co-muni allora esistenti, soltanto 4.601 sono quelli ancora autonomi. Così, di queste 4.601 realtà ter-ritoriali esistenti al 1861 che costituiscono l’uni-
verso dei Piccoli Comuni odierni, 2.119 hanno registrato, in 150 anni, un incremento del nume-ro di cittadini, mentre nei restanti 2.482 la popo-lazione è diminuita o rimasta inalterata (Figura 4). Questi ultimi sono localizzati principalmente lungo l’arco alpino, e, in misura minore, lungo l’arco appenninico delle regioni del centro-sud. In particolare, tra i Piccoli Comuni del 1861 anco-ra oggi esistenti Carrega Ligure (in Piemonte) ha registrato il massimo decremento demografico (-95,5%), passando dai 1.902 abitanti dell’epoca agli attuali 85. Variazioni demografiche positive si rilevano, invece, per i PC localizzati in prossi-mità delle grandi aree urbane e per quelli costie-ri della Sardegna e della Puglia.
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio e Istat, anni vari
Gra�co 2. Trend della popolazione residente nei Piccoli Comuni e nei comunicon più di 5.000 abitanti, censimenti dal 1861 al 2001 e novembre 2010
05.000.000
10.000.00015.000.00020.000.00025.000.00030.000.00035.000.00040.000.00045.000.00050.000.00055.000.000
1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2010
Comuni con più di 5.000 abitanti Piccoli Comuni
Pop
olaz
ion
e re
sid
ente
25
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio - Censimento della popolazione del Regno d’Italia 1861 e Istat 2011
Variazione negativa
Variazione positiva
Figura 4. La dinamica demogra�ca dei Piccoli Comuni italiani, 1861-2010
26 Sono 5.672 i sindaci in carica nei Piccoli Comuni(1), di cui solo 661 (pari all’11,7%) è rappresentato da donne. Pur trattandosi di una presenza ancora esi-gua, che rispecchia in generale la bassa incidenza della presenza femminile nel mondo delle istitu-zioni e nel mercato del lavoro italiano, si tratta di un dato comunque superiore al livello medio na-zionale pari al 9,6%. Tale dato sembra confermare l’ipotesi secondo cui nelle realtà locali di minore dimensione demografica le donne hanno maggio-ri possibilità di declinare il loro impegno politico.
È nei PC del nord Italia che si rileva la maggior pre-senza di donne elette alla carica di sindaco: in tut-te le regioni settentrionali la percentuale di par-tecipazione femminile è sempre al di sopra della media nazionale, e varia da un minimo del 12,9% dei PC friulani ad un massimo del 20,5% dei PC emiliano - romagnoli. L’unica eccezione è rappre-sentata dalle realtà trento-atesine, dove poco più di un sindaco su 10 è donna (10,4%).
All’opposto nei PC delle regioni centro - meridio-nali la percentuale di donne che ricopre la carica di primo cittadino è generalmente inferiore al valore medio italiano. Solo i PC umbri ed abruzzesi mo-strano percentuali superiori ed in linea con i valori dei PC settentrionali (rispettivamente, 13,8% e 12%).
1 Dei 5.683 Piccoli Comuni su cui è stata condotta l’analisi 9 sono commissariati mentre Consiglio di Rumo, Germasino e Gravedona, in provincia di Como, hanno costituito a febbraio 2011 il nuovo comune di Gravedona ed Uniti (andato alle pro-prie prime elezioni comunali nel maggio 2011). Sono 6 invece i comuni con più di 5.000 abitanti commissariati.
Se confrontati con i dati rilevati nei comuni con oltre 5mila abitanti emerge come in molte regioni italiane la presenza di donne sindaco sia superiore nei PC rispetto alle realtà demografiche maggiori. In Abruzzo, poi, il 12% delle giunte dei PC è guidata da una donna, mentre non si rilevano comuni con oltre 5.000 residenti in cui il primo cittadino è don-na. Situazioni analoghe, anche se con percentuali diverse, si rilevano per le amministrazioni campa-ne e lucane.
Solo nei PC di Piemonte, Valle d’Aosta, Trentino - Alto Adige, Toscana, Marche e Molise la percentua-le di Piccoli Comuni amministrati da donne è infe-riore a quella rilevata nelle realtà in cui risiedono oltre 5.000 abitanti.
In particolare, la partecipazione femminile appare evidente nei PC dell’arco alpino, in alcune area della pianura padana, lungo l’Appennino e in Sardegna.
Gli amministratori comunali: le donne sindaco
27
Tabella 8. Le donne sindaco nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitantied in Italia, per regione, giugno 2011
Regione
Sindaci nei Piccoli Comuni Sindaci nei comuni con più di 5.000 abitanti
Totaledi cui donne sindaco
Totaledi cui donne sindaco
V.A. % V.A. %
Piemonte 1.070 144 13,5% 136 21 15,4%
Valle d’Aosta 73 11 15,1% 1 0 0,0%
Lombardia 1.086 158 14,5% 458 59 12,9%
Trentino -Alto Adige 299 31 10,4% 34 5 14,7%
Veneto 313 44 14,1% 268 31 11,6%
Friuli -Venezia Giulia 155 20 12,9% 63 5 7,9%
Liguria 183 27 14,8% 52 5 9,6%
Emilia Romagna 156 32 20,5% 191 37 19,4%
Toscana 134 13 9,7% 153 21 13,7%
Umbria 58 8 13,8% 34 4 11,8%
Marche 172 15 8,7% 67 8 11,9%
Lazio 253 20 7,9% 125 5 4,0%
Abruzzo 250 30 12,0% 55 0 0,0%
Molise 124 9 7,3% 11 1 9,1%
Campania 331 22 6,6% 219 4 1,8%
Puglia 84 8 9,5% 173 10 5,8%
Basilicata 99 7 7,1% 32 1 3,1%
Calabria 323 16 5,0% 79 3 3,8%
Sicilia 197 10 5,1% 190 4 2,1%
Sardegna 312 36 11,5% 64 7 10,9%
Totale 5.672 661 11,7% 2.405 231 9,6%
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell’Interno, Regione Friuli - Venezia Giulia, Regione Siciliana e Regione Valle d’Aosta, giugno 2011
28
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell'Interno,Regione Friuli - Venezia Giulia, Regione Siciliana e Regione Valle d’Aosta, giugno 2011
Donne
I sindaci nei Piccoli Comuni
Uomini
Figura 5. I sindaci nei Piccoli Comuni, per genere, giugno 2011
Principali variabili sociali, ambientali ed economiche
• Popolazione residente e straniera• Territorio e Ambiente• Economia ed offerta turistico ambientale
PARTE SECONDA
Popolazione residentee straniera
• Densità territoriale• Famiglie• Natalità• Struttura per età della popolazione• Dipendenza demografica• Invecchiamento della popolazione• Quantità della vita• Tasso migratorio• Trend della popolazione straniera• Incidenza della popolazione straniera• Natalità degli stranieri• Minori stranieri• La piramide dell’età
33
Densità territoriale
La distribuzione dei PC sul territorio nazionale evidenzia una forte etereogenità geografica. Com-plessivamente i PC occupano il 54% del territorio nazionale, distribuendosi per la maggior parte al nord. I PC della Valle d’Aosta rappresentano quasi il totale della superficie complessiva (99,3%), così come i PC localizzati in Trentino - Alto Adige, Pie-monte, Liguria ed Abruzzo rappresentano oltre il 70% della superficie regionale. All’opposto i comu-ni pugliesi di piccole dimensioni sono meno di un sesto della superficie complessiva regionale (14%).
Se, tuttavia, in Valle d’Aosta i PC occupano la quasi totalità del territorio regionale, è anche vero che la popolazione che vi vive è pari solo allo 0,9% del to-tale della popolazione residente nei PC italiani, la percentuale più bassa a livello nazionale. È invece nelle piccole realtà amministrative lombarde che si concentra oltre un quinto della popolazione re-sidente nei PC (20,8%). Seguono quelle piemontesi (12,7%) e venete (7,8%). Al sud, le percentuali più elevate si rilevano in Campania e Calabria (rispet-tivamente 6,6% e 6,5%).
La densità territoriale media dei PC italiani, intesa come il rapporto tra la popolazione residente e la superficie territoriale, è pari a circa 64 abitanti per kmq. Lo stesso indicatore per i comuni con oltre 5.000 abitanti è pari a 362,7 abitanti/kmq mentre si contano 201 abitanti per kmq se si considera l’intera nazione.
I PC lombardi registrano il più alto numero di abi-tanti per kmq (141 ab/kmq), seguono quelli vene-ti (100 ab/kmq) e campani 89 ab/kmq. In tutte le altre regioni la densità media dei PC è inferiore agli 80 ab/kmq. I PC valdostani sono quelli con la minore densità territoriale (con circa 28 ab/kmq), seguiti da quelli sardi (31 ab/kmq).
34
Tabella 1. Densità territoriale nei Piccoli Comuni, per regione, 2010
Regione
Superfi cie territoriale (kmq)
% di superfi cie dei Piccoli Comuni
Popolazione residente Piccoli Comuni* Densità abitativa
Piccoli Comuni(ab./kmq)Piccoli
Comuni Totale V.A. %
Piemonte 19.921 25.402 78,4% 1.316.068 12,7% 66,1
Valle d’Aosta 3.242 3.263 99,3% 93.076 0,9% 28,7
Lombardia 15.284 23.863 64,1% 2.155.462 20,8% 141,0
Trentino -Alto Adige 10.846 13.607 79,7% 463.697 4,5% 42,8
Veneto 8.029 18.399 43,6% 804.387 7,8% 100,2
Friuli -Venezia Giulia 5.484 7.858 69,8% 288.046 2,8% 52,5
Liguria 3.906 5.422 72,0% 250.567 2,4% 64,2
Emilia Romagna 8.868 22.446 39,5% 415.221 4,0% 46,8
Toscana 9.432 22.994 41,0% 325.995 3,1% 34,6
Umbria 2.900 8.456 34,3% 121.754 1,2% 42,0
Marche 4.937 9.366 52,7% 343.702 3,3% 69,6
Lazio 7.463 17.236 43,3% 465.761 4,5% 62,4
Abruzzo 7.568 10.763 70,3% 363.425 3,5% 48,0
Molise 3.639 4.438 82,0% 156.898 1,5% 43,1
Campania 7.703 13.590 56,7% 684.464 6,6% 88,9
Puglia 2.761 19.358 14,3% 218.268 2,1% 79,1
Basilicata 5.802 9.995 58,1% 194.554 1,9% 33,5
Calabria 10.149 15.081 67,3% 670.365 6,5% 66,1
Sicilia 8.082 25.711 31,4% 490.029 4,7% 60,6
Sardegna 16.762 24.090 69,6% 528.223 5,1% 31,5
Totale 162.778 301.336 54,0% 10.349.962 100,0% 63,6
* Dati aggiornati al 30 novembre 2010
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011
35
La taglia demografica dei PC condiziona l’indicatore di densità territoriale. Questa è pari a 27 ab./kmq nei comuni con meno di 1.000 residenti, mentre sale a 96 ab/kmq nei piccoli comuni la cui popolazione re-sidente è compresa tra 2.501 e 5.000 abitanti.
La Figura 1 mostra come i PC più densamente abi-tati (oltre 200 ab./kmq) siano quelli localizzati in prossimità dei grandi centri urbani. Questo vale per i PC lombardi, così come per quelli piemontesi, veneti, campani e pugliesi. Non si trovano realtà amministrative con una densità superiore ai 200 abitanti per kmq in Umbria, Molise, Basilicata e Sardegna. All’opposto, i PC dove la densità abitati-va non supera i 50 ab./kmq sono localizzati preva-lentemente lungo la dorsale alpina e appenninica.
Tabella 2. Densità territoriale nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitantied in Italia, 2010
Piccoli ComuniComunicon più di 5.000 abitanti
ItaliaFino a 1.000
abitanti
Tra 1.001
e 2.500 abitanti
Tra 2.501
e 5.000 abitanti
Totale
Numero comuni 1.948 2.131 1.604 5.683 2.411 8.094
Popolazione residente 2010 1.078.722 3.545.667 5.725.573 10.349.962 50.254.927 60.604.889
Superfi cie territoriale (kmq) 39.822 63.517 59.439 162.778 138.558 301.336
Densità abitativa (ab./kmq) 27,1 55,8 96,3 63,6 362,7 201,1
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011
36
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011
Densità abitativa (ab./kmq)
Inferiore a 50
50-100
100-200
200 e oltre
Figura 1. Densità territoriale nei Piccoli Comuni, 2010
37Le variazioni demografiche registrate ogni anno in Italia sono legate da un rapporto di causa-effetto ai cambiamenti nella composizione del nucleo primario di tale struttura, ovvero la famiglia.
Quasi un quinto delle famiglie italiane vive in un Piccolo Comune, così come circa un sesto della popolazione residente in una famiglia ita-liana abita in un comune entro i 5.000 abitanti. Il numero dei gruppi familiari nei PC decresce fortemente al decrescere della classe di ampiez-za demografica: oltre la metà delle famiglie che risiede nei Piccoli Comuni predilige quelli che hanno una popolazione compresa tra i 2.501 e 5.000 abitanti (2.340.446), mentre sono poco più di un decimo le famiglie che vivono in realtà appartenenti alla classe demografica inferiore (497.018).
A livello nazionale, mediamente, ogni nucleo fa-miliare è composto da 2,40 individui. Complessi-vamente, nei PC questo dato è pari a 2,38, in linea con la media nazionale e varia in considerazione delle classi di ampiezza: da 2,16 della classe mi-nore ai 2,44 dei PC tra 2.501 e 5.000 abitanti, dato che supera, quindi, quello medio sia nazionale sia dei soli comuni con oltre 5.000 abitanti sempre pari a 2,40.
Famiglie
Tabella 3. La struttura delle famiglie nei Piccoli Comuni, nei comuni con piùdi 5.000 abitanti ed in Italia, 2010
Piccoli ComuniComuni con più di 5.000
abitantiItaliaFino a
1.000 abitanti
Tra 1.001 e 2.500 abitanti
Tra 2.501 e 5.000 abitanti
Totale
Famiglie 497.018 1.498.726 2.340.446 4.336.190 20.839.603 25.175.793
Popolazioneresidente in famiglia 1.074.139 3.531.134 5.702.017 10.307.290 50.002.655 60.309.945
Numero mediodi componenti 2,16 2,36 2,44 2,38 2,40 2,40
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011
38 L’immagine che restituisce la figura 2 è quella di un’Italia equilibrata, in cui la maggior parte delle famiglie rientrano nella fascia composta da 2-2,40 individui per famiglia. Le eccezioni più evidenti sono costituite al nord dai piccoli comuni del lom-bardo - veneto e da quelli localizzati nelle aree al-pine del Trentino - Alto Adige dove la media di in-dividui per famiglia supera spesso il valore medio dei PC e si attesta oltre 2,40. Questo avviene anche in alcuni PC dell’area napoletana, marchigiani, ca-labresi e sardi. Situazione opposta è, invece, quella che si evidenzia per i PC posizionati in Piemonte lungo il confine franco - italiano e nell’Appennino ligure - emiliano, dove si rilevano nuclei familiari costituiti mediamente da meno di 2 persone.
39
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011
Numero medio di componenti per famiglia
Inferiore a 2,00
2,00 - 2,40
2,40 e oltre
Figura 2. La dimensione media delle famiglie nei Piccoli Comuni, 2010
40
Natalità
Il tasso di natalità nei Piccoli Comuni italiani è, come nel resto del Paese, tra i più bassi d’Europa. A livello nazionale è mediamente pari a 9,27 nati per 1000 abitanti e, seppur sostenuto dalle dinamiche migratorie, registra, nel 2010, un valore inferiore al dato medio dell’anno precedente (9,43).
Per i PC questo valore nel 2010 è ancora più basso, e scende a 8,68 nati per 1.000 abitanti. Inferiore a tale valore medio per i PC è il tasso di natalità rilevato nei comuni fino a 1.000 residenti, pari a 7,25 nati ogni 1000 abitanti, e in quelli la cui popolazione è compresa tra 1.001 e 2.500 abitanti (8,32). Solo nelle realtà in cui risiedono tra 2.501 e 5.000 abitanti il valore dell’indice è in linea con il dato medio nazio-nale (9,17). Da segnalare, infine, come in 193 PC non si siano registrate nascite nel corso dell’anno 2010.
Più alto della media nazionale è il solo tasso di nata-lità medio dei comuni con più di 5.000 abitanti (9,39).
Nonostante la maggioranza dei PC abbia un dato relativo al tasso di natalità inferiore a quello na-zionale, dalla figura 3 si evidenzia come nelle re-altà amministrative minori dell’arco alpino (so-prattutto in Valle d’Aosta e Trentino - Alto Adige) e in quelle localizzate in prossimità di grandi aree urbane al nord e lungo la pianura padana, il tasso di natalità superi in molti casi quello medio nazio-nale. Analogo comportamento si verifica in alcuni PC calabresi, abruzzesi e marchigiani.
Tabella 4. La natalità nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitantied in Italia, 2010
Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti
ItaliaFino a 1.000
abitanti
Tra 1.001 e 2.500 abitanti
Tra 2.501 e 5.000 abitanti
Totale
Nati 7.812 29.486 52.496 89.794 472.150 561.944
Popolazioneresidente 1.078.079 3.544.753 5.726.052 10.348.884 50.277.558 60.626.442
Tasso di natalità* 7,25 8,32 9,17 8,68 9,39 9,27
*Valori ogni 1.000 abitanti
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011
41
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011
Tasso di natalità
Nessun nato
Inferiore a 9,27
29,27 e oltre40 e oltre
Figura 3. Tasso di natalità nei Piccoli Comuni, 2010
42
Struttura per età della popolazione
La popolazione residente nei Piccoli Comuni ita-liani è mediamente più anziana della popolazione complessiva italiana. La popolazione che ha più di 65 anni residente nei PC rappresenta, infatti, il 21,7%, a fronte del 19,9% dei comuni maggiori e del 20,2% a livello nazionale.
Se da un lato questi dati indicano come la più ele-vata presenza di popolazione anziana nei PC possa essere considerata un indicatore di benessere e di qualità della vita, dall’altro presuppone un’atten-zione maggiore nella realizzazione di servizi di welfare orientati ad una popolazione più anziana ed implica uno sforzo, anche economico, delle Am-ministrazioni locali in questa direzione. I minorenni, invece, nei PC costituiscono il 16,2% della popolazione residente in queste realtà ter-ritoriali, in linea con il dato medio nazionale del 16,9 % e di poco inferiore al 17,1% dei comuni di maggiori dimensioni.
Con riferimento alle taglie dimensionali demogra-fiche dei PC, quelli con popolazione compresa tra 2.501 e 5.000 abitanti presentano valori relativi alla presenza di popolazione anziana molto vicini al dato nazionale (20,4%), a differenza dei piccolissi-mi comuni, dove si evidenzia una popolazione re-sidente mediamente più anziana: il 26% ha almeno 65 anni, mentre la popolazione giovane (fino a 30 anni) è pari a poco meno del 27% del totale (nei Pic-coli Comuni con popolazione compresa tra 2.501 e 5.000 persone tale valore è superiore al 31%).
43
La piramide dell’età della popolazione residente nei Piccoli Comuni mette in evidenza questi feno-meni. La presenza di un’elevata percentuale di po-polazione matura ed anziana ripropone la forma a botte della struttura demografica rappresentativa ormai della società italiana da diversi anni: emer-ge la prevalenza di popolazione nelle classi 35-54 anni, che rende distante il grafico dalla tipica for-ma a piramide propria di un paese in crescita dove la popolazione giovane è maggiormente presente rispetto a quella anziana.
Tabella 5. La struttura per età della popolazione residente nei Piccoli Comuni,nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010
Piccoli ComuniComuni con più di 5.000
abitantiItaliaFino a
1.000 abitanti
Tra 1.001
e 2.500 abitanti
Tra 2.501
e 5.000 abitanti
Totale
0-17 anni 14,0% 15,8% 16,8% 16,2% 17,1% 16,9%
18-30 anni 12,8% 13,9% 14,3% 14,0% 14,3% 14,3%
31-64 anni 47,2% 47,8% 48,5% 48,1% 48,7% 48,6%
65-99 anni 26,0% 22,5% 20,4% 21,7% 19,9% 20,2%
100 e più anni 0,04% 0,03% 0,02% 0,03% 0,02% 0,02%
Popolazioneresidente 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010
Se tra i residenti entro il trentesimo anno di età emerge una relativa simmetria tra uomini e don-ne, per la popolazione più anziana si evidenzia una prevalenza del sesso femminile, ancora più marcata superato il settantesimo anno di età. Ol-tre gli 85 anni, la popolazione di sesso femminile è più del doppio di quella maschile (circa il 4% ri-spetto al 2%).
44
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010
Gra�co 1. La struttura per età della popolazione residente nei Piccoli Comuni italiani, 2010
Maschi Femmine
10,0% 8,0% 6,0% 4,0% 2,0% 0,0% 2,0% 4,0% 6,0% 8,0% 10,0%
0-4
10-14
20-24
30-34
40-44
50-54
60-64
70-74
80-84
45
Dipendenza demografica
Il tasso di dipendenza demografica fornisce una misura, approssimativa, del grado di dipendenza economico-sociale tra le generazioni fuori e den-tro il mercato del lavoro. In altre parole, il valore espresso dal tasso indica come la popolazione in età attiva (15-64 anni), oltre a dover fare fronte al proprio sostentamento ed alle proprie esigenze economiche e sociali, abbia teoricamente “a cari-co” una quota importante di popolazione inattiva (minori di 15 anni ed over 64enni). Nei Piccoli Comuni italiani, tale indicatore è più elevato (54%) rispetto ai comuni di maggiori di-mensioni (51,8%) o al Paese (52,2%). È nei piccolissimi comuni, quelli con meno di 1.000 abitanti, che il tasso di dipendenza assume valori particolarmente elevati, 60,1%. Solo nei PC con po-
polazione compresa tra i 2.501 e i 5.000 abitanti il valore dell’indice (52%) è inferiore alla media dei PC. Da un punto di vista spaziale, emerge come so-prattutto nei PC localizzati lungo l’arco alpino, i grandi centri urbani del nord, laziali e campani, le zone interne della Calabria e le zone costiere della Sardegna si rilevi un tasso di dipendenza inferiore al 52% (valore oltre il quale si verificano situazioni di squilibrio demografico). La maggior parte dei PC, soprattutto al nord e lungo la dorsale appenninica, sono compresi nella fascia 50%-75%, anche se si-tuazioni di particolare squilibrio demografico si ri-levano per i PC liguri ed in poche aree dell’Appen-nino centrale (con un valore uguale e superiore al 100%, che indica come ad ogni soggetto in età atti-va corrisponda almeno un soggetto non più attivo).
Tabella 6. Tasso di dipendenza demografi ca nei Piccoli Comuni,nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010
Piccoli ComuniComuni con più di 5.000
abitantiItaliaFino a
1.000 abitanti
Tra 1.001 e 2.500
abitanti
Tra 2.501 e 5.000
abitanti
Totale
Popolazione in età attiva 675.812 2.282.774 3.748.837 6.707.423 32.948.498 39.655.921
Popolazionein età non attiva 406.288 1.259.959 1.955.406 3.621.653 17.062.754 20.684.407
Tasso di dipendenza* 60,1% 55,2% 52,2% 54,0% 51,8% 52,2%
* Il tasso di dipendenza è calcolato come rapporto della popolazione in età non attiva (tra 0-14 anni e con 65 anni e più) sulla popolazione in età attiva (tra 15-64 anni), per 100.
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010
46
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011
Tasso di dipendenza demogra�ca
Inferiore a 52%
52% - 75%
75% - 100%
100% e oltre
Figura 4. Tasso di dipendenza demogra�ca nei Piccoli Comuni, 2010
47
Invecchiamento della popolazione
Il problema dell’invecchiamento è un fenomeno che caratterizza, ormai da tempo, la popolazione del nostro Paese. Quest’ultimo, associato ad una bassa natalità, rischia di limitare le potenzialità di crescita e sviluppo italiane. L’invecchiamento della popolazione è misurato sulla base di due indicatori:
• il tasso di invecchiamento,• il tasso di vecchiaia.
Condiviso è il fatto che il nostro sia un Paese con un alto tasso di invecchiamento, ovvero con va-lori percentuali elevati del rapporto della popola-zione con almeno 65 anni sul totale della popola-
zione residente. Questo fenomeno caratterizza la struttura demografica italiana da oltre vent’anni. Infatti, la popolazione con almeno 65 anni di età rappresenta oltre 1/5 della popolazione residente. Questo dato diviene ancora più preoccupante nei PC in generale e nei piccolissimi comuni in parti-colare, dove oltre un abitante su 4 ha compiuto i 65 anni di età (il tasso è del 26,1%).
Questi dati evidenziano come cresca di anno in anno la necessità di servizi mirati a far fronte alle esigenze di una popolazione che invecchia a rit-mi crescenti.
Tabella 7. Tasso di invecchiamento della popolazione nei Piccoli Comuni, nei comunicon più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010
Piccoli ComuniComuni con più di 5.000
abitantiItaliaFino a
1.000 abitanti
Tra 1.001 e 2.500
abitanti
Tra 2.501 e 5.000
abitanti
Totale
Popolazione con65 anni e più 282.028 798.702 1.162.202 2.242.932 9.963.538 12.206.470
Popolazioneresidente 1.082.100 3.542.733 5.704.243 10.329.076 50.011.252 60.340.328
Tasso di invecchiamento* 26,1% 22,5% 20,4% 21,7% 19,9% 20,2%
I dati relativi alla popolazione per classi di età si riferiscono al 1 gennaio 2010
* Il tasso di invecchiamento è calcolato come rapporto della popolazione con 65 annie più sul totale della popolazione residente, per 100
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010
48 Da un punto di vista geografico, i PC delle regioni alpine del Trentino - Alto Adige e della Valle d’Ao-sta, nonché i PC localizzati intorno alle aree urba-ne lombarde e venete, mostrano i tassi di invec-chiamento della popolazione residente inferiori al 20% e alla media nazionale. Sono queste zone in cui l’attuazione di politiche di sviluppo economico e rurale del territorio e la vicinanza con centri ur-bani maggiori possono aver generato fenomeni più spinti di pendolarismo lavorativo e quindi dove si preferisce, da un lato vivere in un piccolo centro in cui vi è un’elevata qualità della vita ed è più faci-le intessere relazioni sociali, dall’altro ci si sposta quotidianamente verso la città per motivi di lavoro (o di studio). Da segnalare anche alcune zone della Calabria e della Sardegna costiera, in cui i PC regi-strano i medesimi valori. Tassi di invecchiamento superiori al 40%, più del doppio quindi della media nazionale, si concentrano in alcuni PC dell’Appen-nino ligure - emiliano, nonché in alcune isolate aree dell’Appennino abruzzese e molisano.
49
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011
Tasso di invecchiamento
Inferiore a 20%
20% - 30%
30% - 40%
40% e oltre
Figura 5. Tasso di invecchiamento nei Piccoli Comuni, 2010
50
Tabella 8. Tasso di vecchiaia della popolazione nei Piccoli Comuni, nei comunicon più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010
Piccoli ComuniComuni con più di 5.000
abitantiItaliaFino a
1.000 abitanti
Tra 1.001 e 2.500
abitanti
Tra 2.501 e 5.000
abitanti
Totale
Popolazione con65 anni e più 282.028 798.702 1.162.202 2.242.932 9.963.538 12.206.470
Popolazionetra 0-14 anni 124.260 461.257 793.204 1.378.721 7.099.216 8.477.937
Tasso di vecchiaia* 227,0 173,2 146,5 162,7 140,3 144,0
* Il tasso di vecchiaia è calcolato come rapporto della popolazione con 65 anni e più sulla popolazione di età compresatra 0-14 anni, per 100
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010
Il tasso di vecchiaia nei PC, calcolato come rappor-to percentuale tra la popolazione con almeno 65 anni sulla popolazione di età compresa tra 0-14 anni, è pari a circa 162, dato che indica come gli anziani siano il 62% in più dei giovani. Si tratta di un valore molto più elevato della media dei comu-ni di maggiori dimensioni (poco più del 140) e del-la media del Paese (144), e determinato soprattutto dal valore rilevato nei piccolissimi comuni, dove tale indice è pari a 227: gli anziani sono, quindi, ben più del doppio rispetto alla popolazione gio-vane. Solo nei PC che superano i 2.500 abitanti il valore è prossimo alla media del Paese.
Da un punto di vista cartografico si evidenzia come i Piccoli Comuni posizionati lungo l’arco al-pino del Trentino - Alto Adige e della Valle d’Aosta e nei pressi delle aree urbane lombarde e venete siano quelli con il minor tasso di vecchiaia, men-tre preoccupante appare la situazione dei PC liguri e dell’Appennino emiliano e marchigiano, dove si rilevano tassi di vecchiaia che superano il valore di 300 (il doppio della media nazionale).
Una curiosità: Ingria e Ribordone, entrambi nella provincia di Torino, insieme a Rassa e Sabbia, in provincia di Vercelli, sono gli unici 4 Piccoli Co-muni italiani che non hanno residenti con meno di 15 anni.
51
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011
Tasso di vecchiaia
Inferiore a 20%
20% - 30%
30% - 40%
Figura 6. Tasso di vecchiaia nei Piccoli Comuni, 2010
52
Quantità della vita
I dati descritti lasciano intendere come l’eleva-ta qualità della vita nei PC, nonostante comporti maggiori oneri per la gestione del welfare locale per le classi di popolazione anziana, consente an-che una maggiore “quantità della vita”. Tale indi-catore è stato elaborato attraverso l’analisi dello scatter dell’incidenza dei longevi (80 anni e più) e la numerosità della popolazione nei Piccoli Co-muni e la misura dell’incidenza della popolazione con almeno 100 anni di età ogni 100.000 residenti. Il grafico 2 mostra il risultato dell’analisi di regres-sione effettuata tra l’incidenza dei longevi e la ta-
glia dimensionale dei Piccoli Comuni. Il coefficien-te di correlazione risulta negativo (r = -0,40): esiste dunque una relazione inversa tra l’incidenza degli ultra-ottantenni e la taglia demografica dei PC. In altri termini, l’osservazione della nuvola dei punti (in cui ogni punto rappresenta un Piccolo Comu-ne) mostra in modo chiaro come la presenza della popolazione con 80 anni e più rispetto alla popo-lazione totale residente sia più alta tra i piccolis-simi comuni (sotto i 1.000 abitanti) e decresca nei comuni di taglia demografica maggiore (PC con popolazione prossima ai 5.000 abitanti).
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010
Gra�co 2. Incidenza dei longevi (con 80 anni e più) e numerosità della popolazioneresidente nei Piccoli Comuni, 2010
Y = +9,3 -0,001X
R2 = 0,16 r = -0,40
0
10
20
30
0 1000 2000 3000 4000 5000 6000
53Il secondo indice misura la popolazione con alme-no 100 anni di età ogni 100.000 residenti: dai dati emergono valori superiori nei PC rispetto alla me-dia nazionale (rispettivamente, 26,57 e 24,82), e a quella rilevata nei comuni con oltre 5.000 abitanti (24,45). Nei piccolissimi comuni tale indicatore è superiore di oltre un terzo rispetto alla media ita-liana: 37,52 centenari ogni 100.000 abitanti rispet-to ai 24,45 dei Comuni con più di 5.000 abitanti (24,45) e al Paese.
Da segnalare, poi, come in 3.768 Piccoli Comuni non risiede alcun cittadino di età pari o superiore ai 100 anni. Questi sono localizzati principalmen-te nell’arco alpino, in Lombardia ed in Piemonte (sia aree montane che urbane). A questi si affian-cano alcuni PC toscani, laziali, abruzzesi e lucani. Anche diversi PC delle isole principali registrano fenomeni di questo tipo.
Esistono invece PC in cui si rileva una maggio-re concentrazione di centenari: nei PC liguri e dell’Appennino emiliano e marchigiano, e nelle zone interne della Sardegna, della Campania e della Calabria si registrano anche oltre 100 cente-nari ogni 100.000 abitanti.
Tabella 9. I centenari residenti nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitantied in Italia, 2010
Piccoli ComuniComuni con più di 5.000
abitantiItaliaFino a
1.000 abitanti
Tra 1.001 e 2.500
abitanti
Tra 2.501 e 5.000
abitanti
Totale
Popolazionecon 100 anni e più 406 1.033 1.305 2.744 12.230 14.974
Popolazioneresidente 1.082.100 3.542.733 5.704.243 10.329.076 50.011.252 60.340.328
Centenari per 100.000 abitanti 37,52 29,16 22,88 26,57 24,45 24,82
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010
54
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011
Centenari per 100.000 abitanti
Nessun centenario
1 - 100
30% - 40%
Figura 7. I centenari nei Piccoli Comuni, 2010
55
Tasso migratorio
Il tasso migratorio nei Piccoli Comuni italiani nel 2010 è stato positivo, pari in media a 4,27 ogni mil-le abitanti; ciò significa che ogni 1.000 abitanti il numero delle nuove iscrizioni anagrafiche ha su-perato di 4,27 unità il numero delle cancellazioni.
Seppur ancora positivo, tale valore è inferiore a quello del 2009 di 0,54 unità. Il valore dell’indica-tore è inoltre più basso del tasso medio nazionale, pari a 5,14 e di quello medio dei comuni con più di 5.000 abitanti, pari a 5,32.
Con riferimento alla dimensione demografica, si può rilevare come i PC con il tasso migratorio più sostenuto siano quelli delle fasce di popolazione compresa fra 2.501-5.000 abitanti (4,77). Molto più basso il valore dei PC fino a 1.000 abitanti, che con-
tano un saldo migratorio appena pari a 3.218, ov-vero un tasso pari a 2,98 ogni 1.000 abitanti.
La dimensione demografica dei comuni non è l’unica variabile ad incidere sul tasso migrato-rio. Da un punto di vista spaziale, infatti, si nota una sorta di dualismo tra i PC del centro - nord del Paese e quelli del sud. I primi sono infatti ca-ratterizzati da un esodo positivo, particolarmente evidente verso i piccoli comuni del nord - ovest con aree di concentrazione in Emilia Romagna, nel nord della Sardegna, lungo la fascia appenninica toscana, laziale ed abruzzese. Al contrario, i Pic-coli Comuni delle regioni del sud e le restanti aree delle due isole maggiori mostrerebbero un tasso migratorio negativo, evidenziando così una dimi-nuzione della popolazione residente.
Tabella 10. Il tasso migratorio nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitantied in Italia, 2010
Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti
ItaliaFino a 1.000
abitanti
Tra 1.001 e 2.500 abitanti
Tra 2.501 e 5.000 abitanti
Totale
Saldo migratorio 3.218 13.674 27.289 44.181 267.477 311.658
Popolazione residente 1.078.079 3.544.753 5.726.052 10.348.884 50.277.558 60.626.442
Tasso migratorio* 2,98 3,86 4,77 4,27 5,32 5,14
*Il tasso migratorio è calcolato come rapporto del saldo migratorio (iscritti meno cancellati all’anagrafe)sul totale della popolazione, moltiplicato per 1.000
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011
56
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2011
Tasso migratorio
Negativo
0 - 5,14 (escluso estremo destro)
5,14 e oltre
Figura 8. Tasso migratorio nei Piccoli Comuni, 2010
57
Trend della popolazione straniera
L’Italia, dopo essere stata a lungo paese di emigra-zione, è oggi un paese di immigrazione, meta di con-sistenti flussi di stranieri in entrata. Le dinamiche migratorie degli ultimi decenni hanno infatti profon-damente cambiato la nostra struttura demografica. Tra i principali trend del cambiamento si sottolinea come l’età media della popolazione residente si stia progressivamente abbassando, la natalità comples-siva sia tornata a crescere e il mercato del lavoro sia in qualche modo sostenuto in particolare in alcune fasce di offerta, soprattutto in quei settori e mansio-ni meno ambite dalla popolazione italiana.
Nel periodo 1° gennaio 2003 - 1° gennaio 2010, l’an-damento della presenza degli stranieri residenti nel nostro Paese mostra una continua crescita, sia a livello nazionale (+173,3%), sia nei comuni con più di 5.000 abitanti (+175,9%) che, infine, relativa-mente ai Piccoli Comuni (158,7%).
Al 1° gennaio 2010, gli stranieri residenti nelle amministrazioni comunali di piccole dimensioni demografiche ammontano complessivamente a 604.598 unità, pari al 14,3% degli stranieri residen-ti nel nostro Paese.
Tabella 11. Andamento della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni,nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2003-2010
Anno
Piccoli Comuni Comunicon piùdi 5.000 abitanti
ItaliaFino a 1.000
abitanti
Tra 1.001 e 2.500 abitanti
Tra 2.501 e 5.000 abitanti
Totale
2003 24.549 76.271 132.893 233.713 1.315.660 1.549.373
2004 31.418 98.814 172.157 302.389 1.687.770 1.990.159
2005 35.294 114.326 203.056 352.676 2.049.481 2.402.157
2006 37.743 124.458 224.705 386.906 2.283.608 2.670.514
2007 39.975 133.489 243.695 417.159 2.521.763 2.938.922
2008 47.877 160.756 291.670 500.303 2.932.348 3.432.651
2009 53.670 181.317 328.955 563.942 3.327.353 3.891.295
2010 57.099 194.197 353.302 604.598 3.630.461 4.235.059
Var. % 2003-2010 132,6% 154,6% 165,9% 158,7% 175,9% 173,3%
I dati si riferiscono al 1 gennaio di ogni anno
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat, anni vari
58 In particolare nei comuni con popolazione fino a 1.000 abitanti si registra una percentuale di varia-zione più bassa (132,6%), che via via cresce con il crescere della popolazione dei piccoli centri. Solo nei comuni che hanno tra 2.501 e 5.000 abitanti tale percentuale supera il valore percentuale me-dio per tutti i PC (rispettivamente 165,9% e 158,7%).
Nel periodo considerato, l’incremento della popo-lazione straniera residente nei PC, e nel Paese, è risultato sempre continuo, seppure con una certa discontinuità nei tassi di crescita.
Nel 2004 il tasso di crescita, rispetto all’anno pre-cedente, è maggiore: +29,4% nei Piccoli Comuni e +28,3% in Italia. Da lì in poi la popolazione stra-niera è cresciuta con tassi inferiori, almeno fino al 2008, anno in cui si è avuto un nuovo picco parti-colarmente significativo per i Piccoli Comuni, per poi registrare nuovamente valori più contenuti nel biennio 2009-2010 per tutte le taglie dimensionali.
In particolare, nei comuni più piccoli la crescita della popolazione straniera residente è sempre stata meno intensa rispetto a quelli delle fasce demografiche maggiori. Inoltre, complessivamen-te, tutte le taglie demografiche dei PC evidenzia-no tassi di incremento maggiori rispetto a quelli medi nazionali solo nel periodo 2007-2009.
Quest’ultimo dato è ancora più evidente nel grafi-co 4: tra il 2007 e il 2009 la popolazione straniera sceglie un PC quale propria residenza in misura maggiore, e più intensa, rispetto a quanto avviene per i comuni maggiori e il Paese in generale.
59
Gra�co 3. Trend della popolazione straniera residente nei Piccoli Comunied in Italia, 2004-2010
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
Fino a 1.000 abitanti Tra 1.001 e 2.500 abitanti Tra 2.501 e 5.000 abitanti
Piccoli Comuni Italia
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat, anni vari
I dati si riferiscono al 1 gennaio di ogni anno
Var
iazi
one
%
Gra�co 4. Trend della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni,nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2004-2010
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat, anni vari
I dati si riferiscono al 1 gennaio di ogni anno
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti Italia
60
Dal confronto tra la crescita della popolazione straniera e le dinamiche demografiche dei resi-denti italiani, si evidenzia il ruolo degli stranieri nel trend di cambiamento avvertito dei sistemi locali. Dai dati emerge, infatti, come la dinamica di crescita positiva della popolazione residente totale è principalmente il risultato della crescita consistente di quella straniera, data la tendenzia-le staticità di quella italiana(1).
1 La prima parte di questo capitolo fa riferimento alla popo-lazione residente complessivamente intesa, vale a dire popola-zione italiana e straniera residente.
Quest’ultima, infatti, registra addirittura un decre-mento nel periodo 2003-2010 nei PC considerati complessivamente, fenomeno particolarmente si-gnificativo nei comuni con meno di 1.000 abitanti (rispettivamente -0,1% e -3,4% ).
Tabella 12. Andamento della popolazione italiana residente nei Piccoli Comuni,nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2003-2010
Anno
Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti
ItaliaFino a 1.000abitanti
Tra 1.001 e 2.500
abitanti
Tra 2.501e 5.000abitanti
Totale
2003 1.061.559 3.383.332 5.287.780 9.732.671 46.039.026 55.771.697
2004 1.056.384 3.378.228 5.293.301 9.727.913 46.170.173 55.898.086
2005 1.053.571 3.377.209 5.306.609 9.737.389 46.322.829 56.060.218
2006 1.048.368 3.370.336 5.315.464 9.734.168 46.347.029 56.081.197
2007 1.042.041 3.365.271 5.327.054 9.734.366 46.457.999 56.192.365
2008 1.036.643 3.362.398 5.341.180 9.740.221 46.446.418 56.186.639
2009 1.031.765 3.357.568 5.350.659 9.739.992 46.413.781 56.153.773
2010 1.025.001 3.348.536 5.350.941 9.724.478 46.380.791 56.105.269
Var. % 2003-2010 -3,4% -1,0% 1,2% -0,1% 0,7% 0,6%
I dati si riferiscono al 1 gennaio di ogni anno
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat, anni vari
61Conseguenza della forte crescita della popolazio-ne straniera residente nel nostro paese nel perio-do 2003-2010 è la continua modificazione della struttura per età e per genere.
Il grafico relativo alla struttura per età della popo-lazione straniera residente nei PC evidenzia, infat-ti, nel 2003 una forte preminenza di persone tra i
20 e i 50 anni, età prevalentemente lavorativa, che si insediavano in Italia per un periodo limitato e con obiettivi legati al lavoro. Oggi, invece, gli stra-nieri decidono di continuare a vivere nei PC anche dopo i 50 anni. Tale fenomeno è più evidente per le donne, la cui presenza nel 2010 è più ampia di quella maschile dai 40 anni in su, per poi rialline-arsi intorno ai 60 anni.
Gra�co 5. La struttura per età della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuniitaliani, 2003/2010
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat, anni vari
I dati si riferiscono al 1 gennaio di ogni anno
Maschi Femmine
15,0% 10,0% 5,0% 0,0% 5,0% 10,0% 15,0%
0-4
10-14
20-24
30-34
40-44
50-54
60-64
70-74
80-84
90-94
100 e più
2003 2010
62
Incidenza della popolazione straniera
Sono 604.598 gli stranieri regolari presenti in Italia che hanno eletto come propria residenza un Pic-colo Comune (un sesto ca. degli immigrati regola-ri). La loro incidenza sul totale della popolazione residente nei PC è pari al 5,9%, dato leggermente più basso rispetto al dato medio nazionale (7%) e a quello rilevato per i comuni di maggiori dimensio-ni demografiche (7,3%).
Rispetto al 2003, l’incidenza della popolazione straniera nei PC è cresciuta del 150% ca., passan-do dal 2,3% iniziale all’attuale 5,9%. Questo avvie-
ne in conseguenza del fatto che quando arrivano, generalmente, gli immigrati si stabiliscono nella città e nei centri urbani maggiori, dove possono fare affidamento su reti di solidarietà comunitarie e reti di connazionali già stabilmente presenti nel territorio, e solo in un secondo momento decido-no di trasferirsi, in misura crescente, nei comuni più piccoli, dove i prezzi delle case e la presenza di occasioni di lavoro, nonché la facilità dei collega-menti, favoriscono risultati migliori nel processo di integrazione.
Tabella 13. Incidenza della popolazione straniera residente sul totale della popolazione residente nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2003-2010
Anno
Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti
ItaliaFino a1.000
abitanti
Tra 1.001e 2.500abitanti
Tra 2.501e 5.000abitanti
Totale
2003 2,3% 2,2% 2,5% 2,3% 2,8% 2,7%
2004 2,9% 2,8% 3,1% 3,0% 3,5% 3,4%
2005 3,2% 3,3% 3,7% 3,5% 4,2% 4,1%
2006 3,5% 3,6% 4,1% 3,8% 4,7% 4,5%
2007 3,7% 3,8% 4,4% 4,1% 5,1% 5,0%
2008 4,4% 4,6% 5,2% 4,9% 5,9% 5,8%
2009 4,9% 5,1% 5,8% 5,5% 6,7% 6,5%
2010 5,3% 5,5% 6,2% 5,9% 7,3% 7,0%
Var. % 2003-2010 133,5% 148,6% 152,6% 149,6% 161,3% 159,7%
I dati si riferiscono al 1 gennaio di ogni anno
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat, anni vari
63Quando scelgono di stabilirsi in un PC, gli stranie-ri sembrano prediligere comunque quelli di mag-giori dimensioni demografiche, con popolazione compresa tra 2.501 e 5.000 abitanti, dove risiede il 58% degli immigrati che vivono nei PC e dove la loro incidenza è pari a 6,2%, superiore dunque a quella complessiva rilevata per i PC e di poco infe-riore alla media nazionale (7%).
Da un punto di vista geografico, emerge un’Italia divisa in due, in cui si evidenzia, da un lato un centro-nord con evidenti flussi migratori, ovvero
Gra�co 6. Incidenza della popolazione straniera residente sul totale della popolazioneresidente nei Piccoli Comuni ed in Italia, 2003-2010
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat, anni vari
I dati si riferiscono al 1 gennaio di ogni anno
0,0%
1,0%
2,0%
3,0%
4,0%
5,0%
6,0%
7,0%
8,0%
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
Fino a 1.000 abitanti Tra 1.001 e 2.500 abitanti Tra 2.501 e 5.000 abitanti Piccoli Comuni Italia
dove gli stranieri in molti PC registrano una pre-senza superiore alla media nazionale (con punte superiori anche al 10%), dall’altro un sud e isole in cui, a parte qualche eccezione, i PC non sembra-no essere molto attrattivi per la popolazione im-migrata. Sono 61 i PC in cui non vi sono stranieri residenti, localizzati principalmente lungo l’arco alpino e in Sardegna. Tra questi, il meno popoloso è Morterone (in provincia di Lecco), che conta 37 abitanti (al 30 novembre 2010).
64
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010
Incidenza della popolazione straniera
Nessun straniero
inferiore a 7%
7% - 10%
10% e oltre
Figura 9. Incidenza della popolazione straniera nei Piccoli Comuni, 2010
65
Natalità degli stranieri
L’andamento della natalità del nostro Paese nell’ultimo decennio è stato profondamente in-fluenzato dalle dinamiche demografiche della po-polazione straniera. Se si considera la totalità dei comuni italiani, il tasso di natalità della popolazio-ne straniera, infatti, registra valori doppi rispetto a quelli della popolazione residente complessiva.
Nel 2010 il tasso di natalità straniera è oltre il doppio anche di quello della popolazione italiana (18,21 rispetto al 9,5). Nei PC, tale valore è superio-re alla media nazionale (19,47 vs 18,21).
Se, inoltre, si considera la taglia demografica nei PC con più di 2.500 abitanti il tasso di natalità straniera supera la media stessa dei PC (rispetti-vamente 20,44 e 19,47). Solo nei PC fino a 1.000 abi-tanti il valore del tasso resta inferiore alla media nazionale (16,41).
Nel 2010, a conferma di come gli stranieri incida-no profondamente nelle dinamiche di crescita de-mografica del Paese, i neonati di origine straniera per tutti i comuni d’Italia rappresentano il 13,6% dei neonati, con una variazione dei soli stranieri nel periodo 2007-2010 pari al 33,5% ed una cresci-ta percentuale dei neonati stranieri sul totale dei neonati residenti del 31,4%.
Tabella 14. La natalità della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni,nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010
Piccoli Comuni Comunicon piùdi 5.000abitanti
ItaliaFino a 1.000 abi-
tanti
Tra 1.001 e 2.500 abitanti
Tra 2.501 e 5.000 abitanti
Totale
Nati stranieri 937 3.613 7.221 11.771 65.338 77.109
Popolazione straniera residente 57.099 194.197 353.302 604.598 3.630.461 4.235.059
Tasso dinatalità straniera* 16,41 18,60 20,44 19,47 18,00 18,21
*Valori ogni 1.000 abitanti
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010
66 Nei PC i neonati stranieri rappresentano nel 2010 il 13% dei nati totali, registrando una variazione percentuale positiva di oltre il 31% nel periodo 2007-2010. Tale indicatore è pari al 34%, se si con-siderano i soli nati stranieri, a fronte di un decre-mento dell’1,3% dei nati di origine italiana: tali dati confermano, una volta di più, l’impatto po-sitivo che le nascite straniere hanno nel tema del popolamento dei nostri piccoli centri.
Sono 2.532 i PC in cui non si sono registrate nasci-te straniere nel corso del 2010. Geograficamente questi sono localizzati soprattutto nelle zone alpi-ne, in Sardegna, nelle aree interne dell’Appennino meridionale e della Calabria e nella costa nord-orientale della Sicilia. Sono 906 i PC in cui tale in-dicatore assume valori superiori a 30, sopratutto al nord e lungo la dorsale appenninica, mentre solo 37 in cui tale indicatore è invece superiore o uguale a 100 (soprattutto dei PC del centro nord).
67Tabella 15. Andamento del numero di nati totali, italiani e stranieri residentinei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2007-2010
Anno
Piccoli ComuniComuni con più di 5.000 abitanti
ItaliaFino a 1.000
abitanti
Tra 1.001
e 2.500 abitanti
Tra 2.501
e 5.000 abitanti
Totale
2007
Nati totale nell’anno: 8.042 29.358 51.346 88.746 471.264 560.010
- di cui nati italiani 7.351 26.637 45.978 79.966 422.279 502.245
- di cui nati stranieri 691 2.721 5.368 8.780 48.985 57.765
% di nati stranieri su nati totali 8,6 9,3 10,5 9,9 10,4 10,3
2008
Nati totale nell’anno: 8.009 30.025 51.977 90.011 473.922 563.933
- di cui nati italiani 7.260 26.990 46.075 80.325 419.559 499.884
- di cui nati stranieri 749 3.035 5.902 9.686 54.363 64.049
% di nati stranieri su nati totali 9,4 10,1 11,4 10,8 11,5 11,4
2009
Nati totale nell’anno: 8.307 30.346 53.166 91.819 484.840 576.659
- di cui nati italiani 7.393 26.868 46.567 80.828 423.359 504.187
- di cui nati stranieri 914 3.478 6.599 10.991 61.481 72.472
% di nati stranieri su nati totali 11,0 11,5 12,4 12,0 12,7 12,6
2010
Nati totale nell’anno: 8.016 29.704 52.943 90.663 478.194 568.857
- di cui nati italiani 7.079 26.091 45.722 78.892 412.856 491.748
- di cui nati stranieri 937 3.613 7.221 11.771 65.338 77.109
% di nati stranieri su nati totali 11,7 12,2 13,6 13,0 13,7 13,6
Var. % 2007-2010
Nati totale nell’anno: -0,3% 1,2% 3,1% 2,2% 1,5% 1,6%
- di cui nati italiani -3,7% -2,1% -0,6% -1,3% -2,2% -2,1%
- di cui nati stranieri 35,6% 32,8% 34,5% 34,1% 33,4% 33,5%
% di nati stranieri su nati totali 36,0% 31,2% 30,5% 31,2% 31,5% 31,4%
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat, anni vari
68
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010
Tasso di natalità straniera
Nessun nato straniero
inferiore a 18%
18 - 30
30 e oltre
Figura 10. Tasso di natalità straniera nei Piccoli Comuni, 2010
La dicitura “Nessun nato straniero” si riferiscesia ai 61 Piccoli Comuni in cui non vivealcuno straniero, sia ai 2.532 in cui risiede almenouno straniero, ma in cui non sono state registratenascite di stranieri
69
Minori stranieri
È nei dati relativi alla presenza dei minori stranieri nel Paese che si conferma come il processo di invec-chiamento della popolazione italiana è, in qualche modo, attutito dalla giovane età di quella straniera.
È ipotizzabile che la quota significativa di minori possa essere ricondotta al costante cambiamento nelle scelte effettuate dalle famiglie straniere che manifestano sempre più la volontà di stabilizzarsi nel nostro Paese, e non realizzano più unicamente scelte a carattere transitorio, per motivi di lavoro, come in passato.
Circa un quarto del totale degli stranieri residen-ti nei PC è composta da minorenni (23,7%). Dato superiore di due punti rispetto a quello medio dei comuni con più di 5.000 abitanti (21,7%) e di qua-si altrettanto rispetto alla media del paese (22%).
L’elevato valore già registrato nei PC sale ulterior-mente se si considerano quelli con popolazione superiore ai 2.500 abitanti (24,3%), mentre scende sotto la media nazionale considerando quelli che arrivano fino ai 1.000 abitanti (21,4%).
Nei PC tale elevata presenza di minori è un fattore positivo che, oltre a rappresentare un indicatore di qualità della vita che anche le famiglie degli stranieri percepiscono all’interno dei PC in cui ri-siedono, offre a molte scuole dei piccoli centri la possibilità di restare aperte grazie alle iscrizioni dei bambini stranieri in età scolare.
Tabella 16. I minorenni stranieri residenti nei Piccoli Comuni,nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010
Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti
ItaliaFino a 1.000
abitanti
Tra 1.001 e 2.500 abitanti
Tra 2.501 e 5.000 abitanti
Totale
Minorenni stranieri 01/01/2010 12.203 45.433 85.944 143.580 789.095 932.675
Popolazione stranieraresidente 57.099 194.197 353.302 604.598 3.630.461 4.235.059
% di minorennistranieri 21,4% 23,4% 24,3% 23,7% 21,7% 22,0%
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010
70 I minorenni di origine straniera residenti nei Piccoli Comuni rappresentano l’8,6% dei minorenni totali, dato inferiore a quello medio nazionale (9,1%) e a quello rilevato per i comuni di maggiori dimensio-ni demografiche (9,2%). Guardando alle dimensioni demografiche dei PC, tuttavia, il valore dell’indica-tore calcolato per i centri con popolazione oltre i 2.500 abitanti è in linea con il dato italiano, a con-ferma di come le famiglie straniere sembrano sì de-cidere di insediarsi nei Piccoli Comuni, ma predili-gono quelli più popolati che offrono probabilmente reti relazionali utili alla propria integrazione locale.
Da un punto di vista geografico, infine, sembra emergere nuovamente l’immagine di un Paese di-viso in due, in cui a Piccoli Comuni del nord che
Tabella 17. Incidenza dei minorenni stranieri rispetto al totale dei minorenni residenti nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010
Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti
ItaliaFino a 1.000
abitanti
Tra 1.001 e 2.500 abitanti
Tra 2.501 e 5.000 abitanti
Totale
Minorenni stranieri 12.203 45.433 85.944 143.580 789.095 932.675
Minorenni totali 151.261 559.839 958.012 1.669.112 8.558.513 10.227.625
Incidenza minorenni stranieri suminorenni totali
8,1% 8,1% 9,0% 8,6% 9,2% 9,1%
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010
registrano alte percentuali di minori stranieri (22% e oltre) si contrappongono quelli del sud che non sembrano essere una meta delle famiglie stranie-re. La figura 11 evidenzia inoltre come ci siano PC in cui non vivono stranieri di età inferiore ai 18 anni, localizzati in particolar modo lungo l’arco alpino, nelle zone interne della Sardegna e lungo l’Appennino centro meridionale.
71
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010
Minorenni stranieri (% sulla popolazione straniera)
Nessun minorenne straniero
inferiore a 22%
22% e oltre
Figura 11. I minorenni stranieri residenti nei Piccoli Comuni(percentuale su popolazione straniera residente), 2010
La dicitura “Nessun nato straniero” si riferiscesia ai 61 Piccoli Comuni in cui non vivealcuno straniero, sia ai 2.532 in cui risiede almenouno straniero, ma in cui non sono state registratenascite di stranieri
72
La piramide dell’età
Per comprendere come la popolazione straniera stia incidendo in modo irreversibile sulle dinami-che demografiche della popolazione residente in Italia, si ritiene utile confrontare la struttura per età della popolazione italiana con quella dei nuovi arrivati negli ultimi anni (2003-2010).
In entrambi gli anni la struttura per età della po-polazione italiana mantiene la forma a botte: gli italiani si distribuiscono principalmente nelle fa-sce più mature ed anziane di età, dinamica legata, come già evidenziato, al fenomeno di invecchia-mento che caratterizza la nostra popolazione.
All’opposto, la struttura per età della popolazione straniera ha una forma a piramide con le fasce di età 25-40 particolarmente ampie. Questo conferma come, da un lato, la popolazione immigrata che vive nel nostro Paese sia caratterizzata da fasce di età più giovane, visto che la ricerca di un lavoro rimane una delle principali spinte nelle decisioni di trasferirsi in un Paese diverso dal proprio, dall’altro, evidente-mente, una volta insediati ed integrati, gli stranieri sembrano più propensi degli italiani a costruire del-le famiglie, come emerge dalle fasce di età in par-ticolare fino a 10 anni. È questa una caratteristica nuova dell’immigrazione in Italia e che evidenzia un cambio nelle scelte degli stranieri: in passato il nostro Paese era considerato solo una meta lavora-tiva, che attraeva, per un periodo limitato di tempo, quasi esclusivamente uomini in età lavorativa, men-tre oggi è sempre più visto anche come meta inse-diativa, paese in cui vivere e ricongiungersi con la propria famiglia, come evidenziato dalla crescente presenza di immigrazione femminile e di bambini.
Ed infatti, la natalità straniera rispetto a quella ita-liana è superiore in entrambe le annualità.
Se ci si concentra sul genere per fasce di età, un dato sembra accomunare la popolazione straniera ed italiana: la preminenza delle donne nelle fasce più avanzate dell’età, fenomeno che sembra ac-centuarsi ulteriormente nel 2010.
Tra i due anni di riferimento, si nota principalmen-te una differenza che riguarda la presenza di popo-lazione maschile straniera nelle fasce di età com-prese tra i 30 e i 40 anni: mentre nel 2003 questo intervallo di età registra valori della presenza ma-schile superiori a quelli del genere femminile (con particolare riferimento alla fascia 35-45 anni), nel 2010 i valori per entrambi i generi sono piuttosto simmetrici considerando gli stessi intervalli di età.
73
Gra�co 7. La struttura per età della popolazione italiana e straniera residentenei Piccoli Comuni italiani, 2003
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2003
I dati si riferiscono al 1 gennaio 2003
Maschi Femmine
15,0% 10,0% 5,0% 0,0% 5,0% 10,0% 15,0%0-4
10-14
20-24
30-34
40-44
50-54
60-64
70-74
80-84
90-94
100 e più
Italiani Stranieri
Gra�co 8. La struttura per età della popolazione italiana e straniera residente neiPiccoli Comuni italiani, 2010
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010
I dati si riferiscono al 1 gennaio 2010
Maschi Femmine
15,0% 10,0% 5,0% 0,0% 5,0% 10,0% 15,0%
0-4
10-14
20-24
30-34
40-44
50-54
60-64
70-74
80-84
90-94
100 e più
Stranieri Italiani
Territorioe Ambiente
• Zone altimetriche• Aree protette• Raccolta differenziata• Fonti di energia rinnovabile• Parco autoveicoli
77
Zone altimetriche
I PC italiani sono localizzati soprattutto in territo-rio montano (41,2%) o collinare (40,8%). La totalità dei PC valdostani e alto-atesini sono localizzati in zone montane, così come oltre la metà di quelli lu-cani, molisani e abruzzesi (rispettivamente 67,7%, 64% e 61,2%). Analogamente più del 99% dei PC toscani e laziali si trovano, complessivamente, in collina o in montagna.
Sono i PC pugliesi a registrare la più alta per-centuale di localizzazione in zone pianeggianti (60,7%), seguiti dai PC veneti (46%), friulani (41,9%) e lombardi (40,6%). Restano superiori alla media dei PC in pianura (18%) solo quelli emiliani (23,1%), piemontesi (19,6%). All’opposto, non ci sono pic-coli comuni liguri, umbri, marchigiani, abruzzesi, molisani e lucani localizzati in pianura.
La Figura 12 conferma visivamente i dati forniti. Da notare come i Piccoli Comuni marchigiani e sardi siano, rispetto al resto del paese localizzati prevalentemente in zone collinari (77,3% e 71,6%). Lungo la pianura padana si evidenzia la maggior concentrazione di realtà amministrative localiz-zate in area pianeggiante.
78
Tabella 18. Ripartizione dei Piccoli Comuni per zona altimetrica e regione, 2010
RegioneMontagna Collina Pianura Totale per
regione
V.A. % su regione V.A. % su
regione V.A. % su regione V.A.
Piemonte 330 30,8% 530 49,5% 210 19,6% 1.070
Valle d’Aosta 73 100,0% 0 0,0% 0 0,0% 73
Lombardia 435 40,0% 211 19,4% 442 40,6% 1.088
Trentino -Alto Adige 299 100,0% 0 0,0% 0 0,0% 299
Veneto 104 33,2% 65 20,8% 144 46,0% 313
Friuli -Venezia Giulia 57 36,8% 33 21,3% 65 41,9% 155
Liguria 99 54,1% 84 45,9% 0 0,0% 183
Emilia Romagna 60 38,5% 60 38,5% 36 23,1% 156
Toscana 59 44,0% 74 55,2% 1 0,7% 134
Umbria 19 32,8% 39 67,2% 0 0,0% 58
Marche 39 22,7% 133 77,3% 0 0,0% 172
Lazio 112 44,3% 140 55,3% 1 0,4% 253
Abruzzo 153 61,2% 97 38,8% 0 0,0% 250
Molise 80 64,0% 45 36,0% 0 0,0% 125
Campania 110 33,2% 213 64,4% 8 2,4% 331
Puglia 8 9,5% 25 29,8% 51 60,7% 84
Basilicata 67 67,7% 32 32,3% 0 0,0% 99
Calabria 132 40,4% 189 57,8% 6 1,8% 327
Sicilia 74 37,0% 123 61,5% 3 1,5% 200
Sardegna 34 10,9% 224 71,6% 55 17,6% 313
Totale 2.344 41,2% 2.317 40,8% 1.022 18,0% 5.683
I dati relativi alle zone altimetriche si riferiscono al 30 giugno 2010
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010
79
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010
Zone altimetriche
Montagna
Collina
Pianura
Figura 12. Ripartizione dei Piccoli Comuni per zona altimetrica, 2010
I dati relativi alle zone altimetriche si riferiscono al 30 giugno 2010
80
Aree protette
Le aree naturali protette sono aree di particolare interesse naturalistico o storico-culturale, che ri-spondono a determinati criteri stabiliti dalla leg-ge. Oggi nel nostro Paese, così come nel resto del mondo, non tutti gli ecosistemi che rispondono a questi requisiti sono protetti in modo adeguato e molte aree protette non sono gestite o lo sono soltanto parzialmente, o addirittura mancano di strumenti di tutela.
Anche in Italia i parchi vivono spesso realtà difficili, con carenze nell’efficienza ed efficacia di gestione. Spesso le aree protette sono un sistema frammen-tato che non gioca quel ruolo di connessione con il resto del territorio che è alla base della missione stessa delle aree protette. Si è assistito in ogni caso
negli ultimi anni ad una profonda ristrutturazione del sistema delle aree protette - patrimonio di di-versità biologica, culturale e paesistica - e ad una progressiva crescita di territorio destinato a parchi, riserve o ad altre tipologie di tali aree.
Negli ultimi anni si è anche assistito ad un cre-scita del turismo naturalistico ed escursionistico, legato alle attrazioni naturali e paesaggistiche, a testimonianza di come il sistema di protezione destinato ad aree naturali di particolare pregio ed evidenza sia anche uno strumento fondamentale per lo sviluppo economico sostenibile dei territori. In Italia sono state istituite 2.688 aree protette classificate secondo diverse tipologie, anche se a prevalere risultano, soprattutto, i parchi regionali
Tabella 19. Le aree protette nei Piccoli Comuni ed in Italia, per tipologia di area, 2010
Tipologia di area protetta Piccoli Comuni Totale Italia % Piccoli Comunisu Italia
Parchi Nazionali 424 529 80,2%
Parchi Naturali Regionali 577 968 59,6%
Riserve Naturali Statali 105 209 50,2%
Riserve Naturali Regionali 357 637 56,0%
Aree Marine Protette 15 46 32,6%
Altre Aree Naturali Protette Nazionali 0 3 0,0%
Altre Aree Naturali Protette Regionali 173 296 58,4%
Totale 1.651 2.688 61,4%
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - 6° aggiornamento Elenco Uffi ciale Aree Protette del 27 aprile 2010
81(968) e le riserve naturali protette (di cui 209 sta-tali e 637 regionali). Guardando alle aree protette esistenti nei territori dei PC (1.651 in totale), sono i parchi nazionali a registrare la percentuale più elevata di localizzazione nei territori delle realtà amministrative con meno di 5.000 abitanti rispet-to ai comuni di maggiori dimensioni (80,2%). Le re-stanti tipologie di aree registrano valori al di sotto della media nazionale complessiva (61,4%), con alcuni allineamenti che riguardano i parchi natu-rali regionali (577, il 59,6% del totale) ed altre aree naturali protette regionali che non rientrano nelle altre categorie (173, pari al 58,4%).
Sono 1.449 i PC localizzati in aree protette. Il nume-ro più elevato è registrato dai PC piemontesi (196), lombardi (196) e altoatesini (122), mentre all’op-posto sono solo 11 i PC molisani localizzati in tali aree, seguiti da quelli pugliesi (17) e valdostani (22).Guardando alle diverse tipologie di aree protette, i parchi nazionali sono prevalentemente localizza-ti in PC abruzzesi (82) e calabri (75); i parchi na-turali regionali prevalentemente nei PC lombardi (113), trento - atesini (73) e parimenti piemontesi e campani (64); le riserve naturali statali si trovano per la maggior parte in territori di PC toscani (25) e abruzzesi (19), mentre le riserve regionali preva-lentemente nelle piccole realtà piemontesi (75) e lombarde (73); le aree protette marine sono per lo più nei PC liguri (5); infine, le altre tipologie di aree naturali protette regionali sono prevalentemente localizzate nei PC piemontesi (55) e altoatesini (43).
Dalla figura 13 si nota come i parchi siano princi-palmente localizzati nel nord-est, lungo la dorsale appenninica, fino ai PC campani, lucani e calabre-si. I PC in aree non protette sembrano essere pre-valentemente al nord e nel sud.
82
Tabella 20. I Piccoli Comuni nel cui territorio ricadono aree naturali protette,per tipologia di area, 2010
Regione
Piccoli Comuni in aree protette
Tipologie di aree protette in Piccoli Comuni
Parchi Nazio-
nali
Parchi Naturali Regionali
Riserve Naturali Statali
Riserve Naturali Regionali
Aree Marine Protette
Altre Aree
Naturali Protette
Regionali
Totale
Piemonte 196 19 64 4 75 0 55 217
Valle d’Aosta 22 7 2 0 13 0 0 22
Lombardia 195 9 113 1 73 0 20 216
Trentino -Alto Adige 122 10 73 0 22 0 43 148
Veneto 41 10 25 14 6 0 0 55
Friuli -Venezia Giulia 23 0 14 2 11 0 0 27
Liguria 44 3 35 1 1 5 8 53
EmiliaRomagna 39 11 23 4 8 0 0 46
Toscana 76 21 12 25 38 0 9 105
Umbria 27 1 14 0 0 0 13 28
Marche 29 18 9 4 0 0 0 31
Lazio 76 9 31 1 29 1 11 82
Abruzzo 120 82 20 19 14 0 5 140
Molise 11 5 0 3 1 0 2 11
Campania 146 68 64 1 13 3 1 150
Puglia 17 8 8 3 0 1 0 20
Basilicata 54 46 5 6 5 0 0 62
Calabria 101 75 23 17 2 0 0 117
Sicilia 82 0 42 0 46 2 0 90
Sardegna 28 22 0 0 0 3 6 31
Totale 1.449 424 577 105 357 15 173 1.651
I Piccoli Comuni all’interno del cui territorio si trova un’area protetta sono 1.449. Ma in uno stesso comunepossono trovarsi più aree protette, anche di differenti tipologie.
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell’Ambientee della Tutela del Territorio e del Mare - 6° aggiornamento Elenco Uffi ciale Aree Protette del 27 aprile 2010
83
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - 6° aggiornamento Elenco Uf�ciale Aree Protette del 27 aprile 2010
I Piccoli Comuni in aree protette
Parchi
Riserve
Parchi e riserve
PC in altre aree protette (regionali o marine)
PC in aree non protette
Figura 13. I Piccoli Comuni in aree naturali protette, 2010
84
Raccolta differenziata
Sulla base dell’indagine condotta da Legambien-te nel 2010, dei 1.488 Comuni Ricicloni italiani, 885 (quasi il 60%) sono di piccole dimensioni, circa 5 punti percentuali in più rispetto al 2009 (55,8%). Si tratta di quei comuni nei quali la percentuale di raccolta differenziata, rispetto a tutti i rifiuti urba-ni prodotti nel 2010, è superiore al 50%, così come stabilito dalle norme comunitarie e dalla legge fi-nanziaria del 2007 (L. n° 296/2006, cc. 1108-1109). In totale sono 1.157 i PC che, con diverse percentua-li di raccolta differenziata, mostrano una crescente sensibilità alle tematiche ambientali: sono soprat-tutto queste realtà territoriali, infatti, a presentare percentuali di raccolta differenziata superiori al 60%.
Tra i PC, sono principalmente quelli maggiori (con popolazione compresa tra 2.501 e 5.000 abitanti) ad aver superato la soglia minima di riciclaggio dei rifiuti. Inoltre, per circa un terzo dei PC (291
su 885 PC), tale percentuale è superiore al 70%. All’opposto 86 PC fino a 1.000 abitanti su 238 (circa il 36%) restano al di sotto della soglia del 50% di raccolta differenziata.
Da un punto di vista geografico, i Piccoli Comuni Ricicloni si concentrano nelle regioni del nord, in particolare in Piemonte, Lombardia, Veneto, Tren-tino - Alto Adige e Friuli - Venezia Giulia. Fatta qualche eccezione, nel centro sud non sembrano esserci molti PC che hanno raggiunto una percen-tuale del 50% di rifiuti urbani riciclati.Da segnalare l’elevata presenza in Campania di PC che hanno raggiunto (e superato) la soglia minima del 50% di rifiuti urbani riciclati, concentrati so-prattutto nelle province di Salerno e di Avellino. I 2 comuni con la percentuale più elevata di raccolta differenziata (87,9%) sono Cantarana, in Piemonte (Asti) e Atena Lucana, in provincia di Salerno.
Tabella 21. Percentuale di raccolta differenziata nei Piccoli Comuni, 2010
Percentuale di raccoltadifferenziata
Piccoli Comuni
Fino a 1.000abitanti
Tra 1.001 e 2.500 abitanti
Tra 2.501 e 5.000 abitanti Totale
Inferiore al 50,0% 86 76 110 272
50,0% - 59,9% 35 98 81 214
60,0% - 69,9% 50 152 178 380
70,0% - 79,9% 59 102 103 264
80,0% e oltre 8 11 8 27
Totale 238 439 480 1.157
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Legambiente - Comuni Ricicloni 2010
85
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Legambiente - Comuni Ricicloni 2010
Percentuale di raccolta differenziata
Inferiore al 50,0%
50,0% - 69,9%
70% e oltre
Figura 14. Percentuale di raccolta differenziata nei Piccoli Comuni, 2010
86
Fonti di energia rinnovabile
La quota percentuale di energia prodotta tramite le fonti energetiche rinnovabili è cresciuta note-volmente di anno in anno in Italia. È soprattutto nei Piccoli Comuni che si rileva il maggior numero di impianti da fonte rinnovabile. Tale valore è in costante crescita, indice di come in questi comuni vi sia una grande attenzione a tali tematiche.
La fonte di energia rinnovabile maggiormente dif-fusa nei PC è il fotovoltaico: sono 4.988 i comuni in cui è installato almeno un impianto (l’87% ca. dei PC) su un totale di 7.273 amministrazioni comu-nali in cui è localizzata tale installazione (il 90% circa). Seguono a grande distanza il mini idroelet-trico (689, il 72,8% del totale) e l’eolico (228, il 61%). Sono i comuni con popolazione tra 1.001 e 2.500 abitanti a contare tra i piccoli comuni il più alto numero di impianti ad energia rinnovabile (2.462, il 40,7% del totale degli impianti nei PC).
Per quanto riguarda il fotovoltaico, il maggior nu-mero di PC in cui è installato un impianto è loca-lizzato in Lombardia (1.019, pari al 20,4% dei PC fotovoltaici) e in Piemonte (906, il 18,2%). Al sud si rilevano invece valori inferiori: quelli più elevati sono dei PC sardi (5,9%) e calabresi (5,5%).
Per quanto riguarda il geotermico, ancora una volta sono i PC lombardi e piemontesi (questa volta a posi-zioni invertite, però) ad aver installato il maggior nu-mero di impianti (rispettivamente, 29 e 56, il 22,3% e 43,1% del totale), seguiti da quelli toscani (12, il 9,2% del totale) e del Trentino - Alto Adige (11, l’8,5%).
Tabella 22. La produzione di energia da fonti rinnovabili nei Piccoli Comuni,nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010
Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti
ItaliaFino a 1.000
abitanti
Tra 1.001 e 2.500 abitanti
Tra 2.501 e 5.000 abitanti
Totale
Eolico 62 89 77 228 146 374
Fotovoltaico 1.362 2.058 1.568 4.988 2.285 7.273
Geotermia 38 42 50 130 160 290
Mini Idroelettrico 219 273 197 689 257 946
Fonte: Rapporto ”Comuni Rinnovabili 2011” di Legambiente
87Tabella 23. I Piccoli Comuni italiani in cui si produce energia da fonte rinnovabile,per tipologia e regione, 2010
Regione
Piccoli Comuni in cui si produce energia da fonti rinnovabili
Eolico Fotovoltaico
V.A. % su totale V.A. % su totale
Piemonte 7 3,1% 906 18,2%
Valle d’Aosta 1 0,4% 55 1,1%
Lombardia 2 0,9% 1.019 20,4%
Trentino - Alto Adige 2 0,9% 310 6,2%
Veneto 6 2,6% 316 6,3%
Friuli - Venezia Giulia 0 0,0% 153 3,1%
Liguria 12 5,3% 134 2,7%
Emilia-Romagna 9 3,9% 136 2,7%
Toscana 7 3,1% 135 2,7%
Umbria 1 0,4% 59 1,2%
Marche 3 1,3% 160 3,2%
Lazio 3 1,3% 199 4,0%
Abruzzo 13 5,7% 168 3,4%
Molise 24 10,5% 80 1,6%
Campania 31 13,6% 265 5,3%
Puglia 28 12,3% 94 1,9%
Basilicata 15 6,6% 80 1,6%
Calabria 17 7,5% 276 5,5%
Sicilia 25 11,0% 150 3,0%
Sardegna 22 9,6% 293 5,9%
Totale Piccoli Comuni 228 100,0% 4.988 100,0%
Fonte: Rapporto ”Comuni Rinnovabili 2011” di Legambiente
88 I Piccoli Comuni dell’eolico, invece, sono preva-lentemente concentrati nelle regioni del sud, ed in particolare in Campania (31, il 13,6% del totale), della Puglia (28, il 12,3%) e della Sicilia (25, l’11%).Infine, guardando al mini idroelettrico sono i PC piemontesi e toscani a registrare i più alti valori (ri-spettivamente 161 impianti, il 23,4% e 155, il 22,5%).
I dati sul numero di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili installati su edifici comunali è elevato (201), segno dell’at-tenzione che i piccoli centri dedicano al tema dell’ambiente e del risparmio energetico. La mag-gior concentrazione si rileva nel nord del Paese, per i PC lombardi (64 comuni, poco meno di un terzo del totale), seguita dai PC altoatesini (27, pari al 13,4% del totale dei PC), piemontesi (19, il 9,5%) e veneti (18, il 9%).
Sono, invece, valori ancora piuttosto bassi quelli che si rilevano al sud: soltanto in Sardegna ed in Calabria si rilevano complessivamente 15 PC pro-duttori di energia rinnovabile su edifici di propria proprietà.
89Tabella 24. Distribuzione territoriale dei Piccoli Comuni produttoridi energia rinnovabile, 2010
Regione
Produzione di energia rinnovabilesu proprietà comunali
V.A. %
Piemonte 19 9,5%
Valle d’Aosta 4 2,0%
Lombardia 64 31,8%
Trentino - Alto Adige 27 13,4%
Veneto 18 9,0%
Friuli - Venezia Giulia 4 2,0%
Liguria 7 3,5%
Emilia Romagna 13 6,5%
Toscana 5 2,5%
Umbria 0 0,0%
Marche 9 4,5%
Lazio 1 0,5%
Abruzzo 4 2,0%
Molise 3 1,5%
Campania 2 1,0%
Puglia 0 0,0%
Basilicata 3 1,5%
Calabria 7 3,5%
Sicilia 3 1,5%
Sardegna 8 4,0%
Totale Piccoli Comuni 201 100,0%
Fonte: Rapporto ”Comuni Rinnovabili 2011” di Legambiente
90
Parco autoveicoli
La consistenza del parco veicolare registrato nei Piccoli Comuni varia sia in considerazione delle di-verse forme di disponibilità e accessibilità del tra-sporto pubblico locale, ma soprattutto in base alla tipologia, entità e frequenza dei movimenti pen-dolari verso i centri urbani di maggiori dimensioni per motivi di lavoro o di studio.
Il tasso di motorizzazione (vetture/100 abitanti) in-fluenza diversi parametri per così dire di “vivibilità” degli ambienti urbani nei piccoli centri, tra cui prin-cipalmente l’inquinamento atmosferico ed acustico e l’occupazione del suolo che genera la congestione.
Se si considera l’intero Paese, il parco veicolare è di 36.341.122 autovetture, con un tasso di moto-rizzazione medio nazionale pari a 60,2 automobili per 100 abitanti. Nei Piccoli Comuni il numero di automobili ammonta a 6.164.590, ossia 59,7 veicoli ogni 100 abitanti.
Rispetto al dato medio nazionale, poco più della metà dei Piccoli Comuni (il 50,3%) registra un tas-so di motorizzazione inferiore. In particolare, è nei PC del sud Italia e delle isole che si rileva un nu-mero di autoveicoli mediamente inferiore rispet-to al dato italiano: nell’88,1% dei PC della Puglia, nell’83,8% della Basilicata, nell’82,4% della Sarde-gna e nel 78,9% della Calabria. Unica eccezione al nord è il Trentino - Alto Adige, dove nell’85,6% dei PC il tasso di motorizzazione è inferiore a 60 auto-mobili ogni 100 abitanti.
All’opposto, è soprattutto nei PC di Valle d’Aosta, Umbria, Piemonte e Marche che il tasso di moto-
rizzazione presenta valori superiore alla media nazionale (rispettivamente 72,2, 65, 64 e 63,5 auto ogni 100 abitanti).
I Piccoli Comuni, pur avendo una rete di trasporto pubblico meno capillare rispetto ai centri urbani di maggiori dimensioni, così come infrastrutture e servizi per il trasporto in molti casi più carenti, presentano un tasso di motorizzazione general-mente inferiore alla media nazionale. In ciascuna classe demografica, infatti, per circa la metà dei PC si registra un tasso di motorizzazione pari a meno di 60 vetture ogni cento abitanti.
91
Tabella 25. Tasso di motorizzazione (autovetture ogni 100 abitanti) nei Piccoli Comuni, per regione, 2009
Regione
Automobili per 100 abitanti
Numero di automobili
Automobili per 100abitanti
Fino a 60 Oltre 60
V.A. % suregione V.A. % su
regione
Piemonte 220 20,6% 850 79,4% 840.010 64,0
Valle d’Aosta 2 2,7% 71 97,3% 67.029 72,2
Lombardia 628 57,7% 460 42,3% 1.262.456 59,0
Trentino -Alto Adige 256 85,6% 43 14,4% 253.372 55,0
Veneto 130 41,5% 183 58,5% 486.629 60,6
Friuli -Venezia Giulia 57 36,8% 98 63,2% 178.315 61,8
Liguria 134 73,2% 49 26,8% 141.681 56,8
Emilia Romagna 39 25,0% 117 75,0% 256.723 62,0
Toscana 39 29,1% 95 70,9% 203.609 62,5
Umbria 3 5,2% 55 94,8% 78.836 65,0
Marche 29 16,9% 143 83,1% 217.785 63,5
Lazio 82 32,4% 171 67,6% 289.246 62,2
Abruzzo 136 54,4% 114 45,6% 218.136 60,0
Molise 81 64,8% 44 35,2% 91.701 58,2
Campania 228 68,9% 103 31,1% 391.628 57,1
Puglia 74 88,1% 10 11,9% 115.593 52,8
Basilicata 83 83,8% 16 16,2% 108.916 55,6
Calabria 258 78,9% 69 21,1% 379.989 56,5
Sicilia 122 61,0% 78 39,0% 286.939 58,4
Sardegna 258 82,4% 55 17,6% 295.997 56,0
Totale Piccoli Comuni 2.859 50,3% 2.824 49,7% 6.164.590 59,7
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ACI, Autoritratto 2009
92
La Figura 15 mette in evidenza come nei PC del nord-ovest e del centro Italia il tasso di motoriz-zazione sia più elevato che altrove (oltre 60). Unica eccezione al nord, i PC alto - atesini; al centro, in-vece, con la sola esclusione dei PC abruzzesi, quelli emiliano-romagnoli, toscani, marchigiani, umbri e laziali contano tutti 60 o più auto per 100 abitanti.
Tabella 26. Tasso di motorizzazione (autovetture ogni 100 abitanti) nei Piccoli Comuni, per ampiezza demografi ca, 2009
Automobili per 100abitanti
Fino a 1.000abitanti
Tra 1.001 e 2.500 abitanti
Tra 2.501 e 5.000 abitanti
Totale Piccoli Comuni
V.A. % V.A. % V.A. % V.A. %
Fino a 60 955 49,0% 1.085 50,9% 819 51,1% 2.859 50,3%
Oltre 60 993 51,0% 1.046 49,1% 785 48,9% 2.824 49,7%
Totale Piccoli Comuni 1.948 100,0% 2.131 100,0% 1.604 100,0% 5.683 100,0%
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ACI, Autoritratto 2009
93
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ACI, Autoritratto 2009
Automobili per 100 ab.
Fino a 60Oltre 60
Figura 15. Il tasso di motorizzazione (autovetture ogni 100 abitanti)nei Piccoli Comuni, 2009
Economiaed offerta turistico ambientale
• Tasso di nata-mortalità delle imprese• Sportelli bancari• Reddito imponibile• Strutture alberghiere• Agriturismi• Piccoli Comuni del tipico• Offerta museale• Programmazione comunitaria
97
Tasso di nata-mortalità delle imprese
Sono poco meno di un milione le imprese attive nei Piccoli Comuni italiani, il 18,3% di quelle attive sull’intero territorio nazionale. Si tratta di un dato leggermente inferiore al 2009, quando le imprese attive nei PC ammontavano a 975mila, e ricondu-cibile essenzialmente al minor tasso di natalità rilevato per le imprese nei centri di minore dimen-sioni rispetto alle realtà locali con oltre 5.000 abi-tanti (6,4% rispetto all’8,1%). Rispetto al dato me-dio nazionale (7,8%), sono soprattutto i PC dell’area alpina, della bassa Lombardia, nonché di quelli lo-calizzati lungo il confine ligure emiliano, dell’Ap-pennino centrale, della Calabria, della Puglia e del-la Sardegna ad evidenziare valori superiori.
Tuttavia, si è assistito nel corso del 2010 ad un rallentamento delle cancellazioni delle imprese: il tasso di mortalità si è ridotto rispetto all’anno scorso sia relativamente ai PC (6,4% rispetto al
7,1% del 2009) che all’Italia (7,4% vs 7,7% dell’anno precedente). Tuttavia, sono ancora molti i PC il cui indice di mortalità è superiore al valore medio na-zionale. La situazione appare diffusa su tutto il ter-ritorio italiano, con punte rilevabili peri PC orienta-li della Sardegna, del Piemonte e della Lombardia. Complessivamente, però, la riduzione del numero delle cancellazioni non è stato tale da permette-re un saldo positivo per i PC, per i quali, infatti, queste ultime superano le nuove iscrizioni di poco meno di 3.000 unità. Ed infatti, il tasso di incre-mento delle imprese (calcolato come rapporto tra la differenza tra imprese iscritte e cancellate sul totale delle imprese attive) nei PC segna un -0,3%, a fronte di un +0,6% nei comuni più grandi e di un +0,4% nazionale. Infatti, i PC in cui il tasso di incremento è superiore al valore medio nazionale sono ancora in numero limitato, distribuiti per lo più a macchia di leopardo sul territorio nazionale.
Tabella 27. Imprese iscritte, cessate ed attive nei Piccoli Comuni, nei comunicon più di 5.000 abitanti e in Italia, nel 2010
Imprese iscritte
nel 2010 (a)
Impresecessate
nel 2010 (b)
Impreseattive al
31.12.2010 (c)
Tasso dinatalità(a)/(c)
Tasso dimortalità
(b)/(c)
Tasso d’incremento
(a-b)/(c)
Piccoli Comuni 61.898 64.683 965.763 6,4% 6,7% -0,3%
Comuni con più di 5.000 abitanti
350.564 326.139 4.316.166 8,1% 7,6% 0,6%
Italia 412.462 390.822 5.281.929 7,8% 7,4% 0,4%
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Infocamere 2011
98
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Infocamere 2011
Tasso di natalità delle imprese
Fino a 7,8%
Oltre a 7,8%
Figura 16. Il tasso di natalità delle imprese nei Piccoli Comuni, 2010
99
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Infocamere 2011
Tasso di mortalità delle imprese
Fino a 7,4%
Oltre a 7,4%
Figura 17. Il tasso di mortalità delle imprese nei Piccoli Comuni, 2010
100
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Infocamere 2011
Tasso di incrementodelle imprese
Fino a 0,4%
Oltre a 0,4%
Figura 18. Il tasso di incremento delle imprese nei Piccoli Comuni, 2010
101
Sportelli bancari
La presenza sul territorio di un sistema bancario e creditizio sviluppato e ramificato rappresenta una condizione fondamentale per la crescita dell’eco-nomia locale.
Il 73% dei comuni italiani ha almeno uno sportello bancario nel proprio territorio: si tratta comples-sivamente di 5.905 realtà locali. Nei soli Piccoli Comuni questo valore scende a 3.504, il 61,7% del totale dei comuni con banche. In Emilia Romagna e Toscana la percentuale di PC con almeno uno sportello bancario sul totale delle realtà regionali comunali con meno di 5.000 abitanti supera il 90% (rispettivamente 91% e 91,8%), mentre i Piccoli Co-muni molisani, calabresi e campani non raggiun-gono il 40% del totale regionale (rispettivamente 29,6%, 31,8% e 38,7%).
Prendendo in considerazione il numero degli sportelli bancari nei Piccoli Comuni, si vede come questi siano poco meno di un sesto di quelli com-plessivi del Paese (rispettivamente 5.698 e 34.035 sportelli bancari). La densità di sportelli bancari varia in maniera evidente tra le diverse aree ge-ografiche: se si considera che la media dei PC è di 1.813 abitanti per sportello (a fronte di un dato nazionale di 1.773 abitanti per sportello), questo valore varia, nei due estremi: da un lato al nord, dove scende ai valori minimi di 956 ab./sportello nei PC alto - atesini, mentre all’opposto, al sud, dove cresce fino a 5.605 e 4.258 ab./sportello per i PC calabresi e campani.
Nei piccolissimi comuni gli sportelli bancari sem-brano essere meno diffusi: infatti solo nel 23,9% delle realtà locali fino a 1.000 abitanti è localizza-ta una banca; già a partire dalla classe demogra-fica successiva gli sportelli sono presenti in oltre il 70,8% dei comuni, per raggiungere la più ampia copertura nei territori comunali tra 2.501 e 5.000 abitanti con il 95,4%.
102Tabella 28. Gli sportelli bancari nei Piccoli Comuni ed in Italia, per regione, 2010
RegionePiccoli Comuni con banche N° sportelli
bancari neiPiccoli Comuni
Densità di sportellibancari (n° di abitanti
per sportello)
V.A. % su totale dei PC
Piccoli Comuni Totale
Piemonte 520 48,6% 792 1.658 1.630
Valle d’Aosta 34 46,6% 67 1.385 1.332
Lombardia 728 66,9% 1.236 1.731 1.465
Trentino - Alto Adige 260 87,0% 482 956 1.061
Veneto 279 89,1% 561 1.431 1.348
Friuli - Venezia Giulia 113 72,9% 214 1.348 1.290
Liguria 84 45,9% 137 1.821 1.646
Emilia Romagna 142 91,0% 321 1.290 1.217
Toscana 123 91,8% 271 1.201 1.459
Umbria 50 86,2% 77 1.576 1.561
Marche 146 84,9% 259 1.325 1.278
Lazio 140 55,3% 186 2.500 2.035
Abruzzo 116 46,4% 158 2.301 1.891
Molise 37 29,6% 47 3.352 2.224
Campania 128 38,7% 161 4.258 3.524
Puglia 53 63,1% 62 3.530 2.842
Basilicata 53 53,5% 69 2.841 2.365
Calabria 104 31,8% 120 5.605 3.791
Sicilia 147 73,5% 208 2.361 2.795
Sardegna 247 78,9% 270 1.958 2.496
Totale 3.504 61,7% 5.698 1.813 1.773
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Banca d’Italia 2010
103
La Figura 19 evidenzia come nel centro-nord del paese la densità di sportelli bancari sia più eleva-ta, soprattutto nei PC veneti, friulani, toscani ed emiliani (fino a 999 ab. per sportello), mentre scen-de nei PC del centro-sud, fino a punte nei comuni abruzzesi, molisani e calabresi dove ci sono meno di 4 sportelli totali.
Tabella 29. Gli sportelli bancari nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010
Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti
ItaliaFino a 1.000
abitanti
Tra 1.001 e 2.500 abitanti
Tra 2.501 e 5.000 abitanti
Totale
N° comuni con banche 465 1.509 1.530 3.504 2.401 5.905
% comuni con banche sul totale 23,9% 70,8% 95,4% 61,7% 99,6% 73,0%
N° sportelli bancari 508 2.018 3.172 5.698 28.337 34.035
Densità di sportelli bancari(n° di abitanti per sportello) 2.130 1.756 1.798 1.813 1.765 1.773
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Banca d’Italia 2010
104
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Banca d'Italia 2010
Densità di sportelli bancari(N° di ab. per sportello)
Fino a 999 ab.
1.000 - 1.799 ab.
1.800 ab. e oltre
PC non bancati o con meno di 4 sportelli
Figura 19. Densità di sportelli bancari (n° di abitanti per sportello) nei Piccoli Comuni, 2010
105
Reddito imponibile
Il reddito imponibile ai fini IRPEF rappresenta una misura della distribuzione della ricchezza economica nei PC italiani. Il numero di cittadini dichiaranti nei Piccoli Comuni, per l’anno d’im-posta 2009, è stato di poco superiore a 5 milio-ni (il 17% del totale regionale in media) per un ammontare di reddito imponibile medio di poco inferiore ai 20 mila euro per contribuente (22,8 mila è la media Paese).
In generale, sembra emergere una contrapposi-zione tra i PC del nord e quelli del sud: in questi ultimi, infatti, il valore medio del reddito imponi-bile per cittadino dichiarante è più basso rispetto alla media nazionale e varia dai 16.781 euro per contribuente nei Piccoli Comuni siciliani ai 18.042 euro per quelli campani. Nei PC del nord, invece, dove generalmente si superano i 20mila euro, le uniche eccezioni sono rappresentate dai PC vene-ti (il cui reddito medio per contribuente è pari a 19,5mila euro). Nelle piccole realtà amministrative del centro del Paese si registra un sostanziale alli-neamento o lieve scostamento dalla media.
I titolari dei redditi maggiori risiedono nei Picco-li Comuni valdostani e lombardi (con 22,5mila e 22mila euro circa di reddito imponibile per dichia-rante); all’opposto si trovano i Piccoli Comuni pu-gliesi e siciliani, entrambi con 16,7 mila euro circa.
Che nei Piccoli Comuni italiani il reddito imponi-bile sia mediamente più basso rispetto alle realtà amministrative di maggiori dimensione demogra-fiche è evidenziato anche dal fatto che la percen-tuale dei dichiaranti nei PC per regione è sempre
superiore rispetto alla percentuale di reddito im-ponibile che in questi territori viene dichiarato.
Guardando alle classi dimensionali, è nelle realtà che superano i 2.500 abitanti che il reddito imponibile per dichiarante supera la media dei PC, con 20,3mila euro rispetto ai 19,9mila euro dei Piccoli Comuni complessivamente intesi. Solo i comuni con oltre 5.000 abitanti, infatti, superano il dato medio nazio-nale (rispettivamente 23,4mila e 22,8mila euro circa).
Dai grafici emergono bene le dinamiche di trend che hanno caratterizzato le diverse classi demogra-fiche di PC rispetto al reddito imponibile medio per contribuente nell’intervallo temporale 2004-2009.
Da un iniziale livello medio dei PC del 2004 (18.244 euro) si è avuto un picco medio negativo nel 2005 (17.478), per poi seguire una crescita costante fino al 2007 (19.820). Dal 2007 al 2009 nei PC l’andamento è stato costante. Nell’intero arco temporale, si osser-va un andamento omogeneo per tutte e tre le classi demografiche dei PC e complessivamente per que-sti ultimi. Solo le realtà territoriali con popolazione compresa tra 2.501 e 5.000 abitanti hanno visto un livello di reddito medio per contribuente lievemen-te superiore a quello relativo alla media dei PC.
Anche dal confronto tra PC e realtà territoriali maggiori ed Italia emerge un andamento omoge-neo nel sessennio in esame: flessione nel 2005 e crescita fino al 2007, per poi osservarsi un periodo di stabilità. I comuni con meno di 5.000 residenti sono costantemente al di sotto della media nazio-nale e dei comuni maggiori di circa 3.000 euro.
106
Tabella 30. Reddito imponibile nei Piccoli Comuni ed in Italia, per regione,anno d’imposta 2009
Regione
N° dichiarantinei Piccoli Comuni
Reddito imponibile(migliaia di Euro)
nei Piccoli Comuni
Reddito imponibileper dichiarante (Euro)
V.A. % suregione V.A. % su
regionePiccoli
Comuni Totale
Piemonte 772.673 29,6% 16.305.353 27,3% 21.103 22.903
Valle d’Aosta 58.954 72,4% 1.325.611 70,2% 22.486 23.185
Lombardia 1.208.563 21,0% 26.606.068 18,2% 22.015 25.401
Trentino -Alto Adige 277.174 44,5% 6.016.504 40,6% 21.707 23.756
Veneto 450.594 16,1% 8.823.067 14,0% 19.581 22.575
Friuli -Venezia Giulia 172.135 22,8% 3.490.926 20,3% 20.280 22.697
Liguria 142.746 14,7% 3.023.927 13,2% 21.184 23.471
Emilia Romagna 248.484 9,2% 4.958.511 7,9% 19.955 23.224
Toscana 183.177 8,5% 3.551.165 7,3% 19.387 22.519
Umbria 63.131 12,8% 1.196.904 11,4% 18.959 21.298
Marche 181.029 21,0% 3.366.527 18,7% 18.597 20.874
Lazio 210.844 7,3% 4.052.025 5,4% 19.218 25.811
Abruzzo 165.564 25,7% 2.928.935 22,4% 17.691 20.280
Molise 64.134 45,5% 1.129.088 40,0% 17.605 20.048
Campania 246.791 11,9% 4.452.602 10,2% 18.042 21.072
Puglia 87.111 5,2% 1.456.543 4,4% 16.721 19.719
Basilicata 78.065 31,3% 1.328.404 27,6% 17.017 19.352
Calabria 240.863 32,5% 4.075.947 28,3% 16.922 19.448
Sicilia 186.637 9,9% 3.131.867 8,0% 16.781 20.656
Sardegna 220.496 28,8% 3.842.375 24,3% 17.426 20.638
Totale 5.259.165 17,0% 105.062.348 14,9% 19.977 22.891
Fonte: elaborazione Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali di IFEL su dati Ministero dell’Economiae delle Finanze - Dipartimento delle Finanze 2011
107
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell'Economiae delle Finanze - Dipartimento delle Finanze 2011
Gra�co 9. Il reddito imponibile per contribuente nei Piccoli Comuni,anno d'imposta 2004-2009
16.000
17.000
18.000
19.000
20.000
21.000
2004 2005 2006 2007 2008 2009
Fino a 1.000 abitanti Tra 1.001 e 2.500 abitanti
Tra 2.501 e 5.000 abitanti Piccoli Comuni
Euro
per
con
trib
uen
te
Tabella 31. Reddito imponibile nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, anno d’imposta 2009
Piccoli ComuniComunicon piùdi 5.000 abitanti
ItaliaFino a 1.000
abitanti
Tra 1.001 e 2.500 abitanti
Tra 2.501 e 5.000 abitanti
Totale
N° dichiaranti 561.542 1.788.335 2.909.288 5.259.165 25.598.930 30.858.095
Redditoimponibile(migliaia di Euro)
10.755.724 35.123.245 59.183.378 105.062.348 601.310.042 706.372.390
Redditoimponibile per dichiarante (Euro)
19.154 19.640 20.343 19.977 23.490 22.891
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell’Economiae delle Finanze - Dipartimento delle Finanze 2011
108
La Figura 20 mette in evidenza come nei PC del sud Italia il reddito imponibile medio per contribuente sia inferiore ai 17.000 euro, salvo alcune eccezio-ni soprattutto nei PC sardi e campani; all’opposto è nei PC del nord, in Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Trentino - Alto Adige in cui si rilevano situazioni con punte superiori ai 23.000 euro.
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell'Economiae delle Finanze - Dipartimento delle Finanze 2011
Gra�co 10. Il reddito imponibile per contribuente nei Piccoli Comuni,nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, anno d'imposta 2004-2009
Euro
per
con
trib
uen
te
16.00017.00018.00019.00020.000
21.00022.00023.00024.000
2004 2005 2006 2007 2008 2009
Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti Italia
109
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero dell'Economiae delle Finanze - Dipartimento delle Finanze 2011
Reddito imponibile medio per contribuente
Inferiore a 17.000
17.000 - 20.000 (escluso estremo destro)
20.000 - 23.000 (escluso estremo destro)
23.000 e oltre
Figura 20. Il reddito imponibile nei Piccoli Comuni (euro per contribuente),anno d’imposta 2009
110
Strutture alberghiere
C’è una domanda crescente nei centri minori, lega-ta alla tradizione enogastronomica tipica e di con-seguenza al turismo del tipico. Turisti che cercano luoghi autentici dove possono vivere un’esperien-za originale; accrescere le conoscenze e la cultura; entrare in contatto con la storia e le tradizioni lo-cali; stabilire relazioni umane con gli abitanti.
L’offerta turistica alberghiera dei PC, valutata come numero di posti letto ogni 1.000 residenti, evidenzia come in questi centri siano presenti so-prattutto strutture di piccole e medie dimensioni. Accanto, infatti, al 55,6% dei PC in cui non si rile-vano esercizi alberghieri (3.162), se ne osservano 1.254, il 22,1%, in cui si registrano 39 posti letto ogni 1.000 abitanti.
Le strutture alberghiere più grandi, quelle con oltre 64 posti letto ogni 1.000 abitanti sono loca-lizzate nel 16,9% dei PC, mentre il restante 5,4% del totale registra da 39 a 64 posti letto. I PC mon-tani ed alpini del nord, alto - atesini e valdostani in particolare, sono quelli che ospitano il più alto valore percentuale sul totale dei comuni della re-gione con più di 64 posti letto per 1.000 abitanti.
Dalla Figura 21 risalta la vasta offerta alberghiera (oltre 64 posti letto per 1000 abitanti) dei Piccoli Comuni della fascia alpina, in particolare altoate-sini, della dorsale appenninica romagnola, del ter-ritorio toscano e abruzzese, ma anche della costa sarda e calabrese. Piuttosto scarsa invece appare l’offerta alberghiera nei PC siciliani, campani, pu-gliesi, laziali e lucani.
111
Tabella 32. Distribuzione dell’offerta turistica alberghiera dei Piccoli Comuni, per regione, 2009
Regione
Posti letto per 1.000 abitanti nei Piccoli Comuni Totale per regioneZero Fino a 39 Da 39 a 64 Da 64 in poi
V.A. % su regione V.A. % su
regione V.A. % su regione V.A. % su
regione V.A.
Piemonte 700 65,4% 178 16,6% 50 4,7% 142 13,3% 1.070
Valle d’Aosta 14 19,2% 11 15,1% 7 9,6% 41 56,2% 73
Lombardia 662 60,8% 229 21,1% 66 6,1% 131 12,0% 1.088
Trentino -Alto Adige 56 18,7% 30 10,0% 15 5,0% 198 66,2% 299
Veneto 150 47,9% 106 33,9% 14 4,5% 43 13,7% 313
Friuli -Venezia Giulia 68 43,9% 54 34,8% 6 3,9% 27 17,4% 155
Liguria 71 38,8% 50 27,3% 13 7,1% 49 26,8% 183
EmiliaRomagna 44 28,2% 74 47,4% 7 4,5% 31 19,9% 156
Toscana 22 16,4% 40 29,9% 20 14,9% 52 38,8% 134
Umbria 13 22,4% 25 43,1% 12 20,7% 8 13,8% 58
Marche 70 40,7% 60 34,9% 13 7,6% 29 16,9% 172
Lazio 164 64,8% 60 23,7% 7 2,8% 22 8,7% 253
Abruzzo 146 58,4% 47 18,8% 17 6,8% 40 16,0% 250
Molise 94 75,2% 20 16,0% 5 4,0% 6 4,8% 125
Campania 225 68,0% 72 21,8% 13 3,9% 21 6,3% 331
Puglia 49 58,3% 21 25,0% 4 4,8% 10 11,9% 84
Basilicata 53 53,5% 29 29,3% 8 8,1% 9 9,1% 99
Calabria 222 67,9% 46 14,1% 12 3,7% 47 14,4% 327
Sicilia 137 68,5% 40 20,0% 8 4,0% 15 7,5% 200
Sardegna 202 64,5% 62 19,8% 12 3,8% 37 11,8% 313
Totale Piccoli Comuni 3.162 55,6% 1.254 22,1% 309 5,4% 958 16,9% 5.683
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010
112
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010
Posti letto in esercizi alberghieri per 1.000 abitanti
Nessun albergo
Inferiore a 39,0
39,0 - 63,9
64,0 e oltre
Figura 21. Distribuzione dell'offerta turistica alberghiera dei Piccoli Comuni, 2009
113
Agriturismi
Accanto all’offerta alberghiera, il ruolo degli agri-turismi quali strutture ricettive alternative cresce di anno in anno. Infatti il numero di quanti scel-gono di trascorrere una vacanza in agriturismo è in aumento: il desiderio di vivere a contatto con la natura, di conoscere le tradizioni locali e i prodot-ti tipici, di riscoprire le cose semplici e di stabilire un rapporto diretto con le persone del posto, sono tra le principali motivazioni per una simile scelta. È nei Piccoli Comuni che si concentra l’offerta agri-turistica italiana: in 2.215 PC si trova il 48,8% degli agriturismi presenti nel nostro Paese. Complessiva-mente, i Piccoli Comuni sembrano prediligere que-sta tipologia di offerta: il 93% degli agriturismi val-dostani sono localizzati in un PC, così come l’80,8% di quelli piemontesi, il 72% di quelli molisani ed oltre il 60% di quelli alto atesini, liguri e calabresi.
È in Piemonte e Trentino - Alto Adige che si rac-coglie il maggior numero di Piccoli Comuni in cui è presente almeno un esercizio agrituristico (ri-spettivamente, il 15,4% e l’8,4%). In generale, sono soprattutto i Piccoli Comuni del centro nord ad aver puntato sugli agriturismi: l’8% dei PC della Lombardia, più del 5% di quelli veneti e toscani, mentre valori di poco inferiori si rilevano per i PC liguri, emiliano romagnoli ed abruzzesi. Al sud, da segnalare i valori rilevati per i PC calabresi (7,1%), sardi (7%) e campani (6,5%).
Tuttavia, se si guarda al totale degli esercizi agri-turistici, la situazione appare diversa: più di un quarto degli agriturismi in esercizio nei PC (25,1%) si trovano in Trentino - Alto Adige, segno ulteriore che in questa regione si è puntato molto su tale tipologia di offerta. Segue la Toscana, dove sono concentrati il 20,7% degli esercizi agrituristici at-tivi nei PC italiani, e con percentuali più basse il Piemonte (8%), l’Umbria (5,1%), la Campania e la Sardegna (4,7%).
La Figura 22 mostra come prevalentemente nei PC toscani, umbri ed altoatesini ci siano più di 5 eser-cizi agrituristici in media per comune, con alcuni episodi analoghi anche nei PC sardi e calabresi. La maggior parte dei PC in cui sono presenti tali strutture hanno, in media, 5 agriturismi.
114
Tabella 33. L’offerta agrituristica dei Piccoli Comuni, per regione, 2009
Regione
Piccoli Comuni con esercizi agrituristici
Esercizi agrituristicinei Piccoli Comuni Esercizi
agrituristici in Italia
% esercizi agrituristici nei PC sul
totale regionaleNumero % su totale Numero % su totale
Piemonte 341 15,4% 595 8,0% 736 80,8%
Valle d’Aosta 30 1,4% 45 0,6% 48 93,8%
Lombardia 178 8,0% 293 3,9% 490 59,8%
Trentino -Alto Adige 186 8,4% 1.862 25,1% 2.795 66,6%
Veneto 122 5,5% 252 3,4% 801 31,5%
Friuli -Venezia Giulia 80 3,6% 145 2,0% 247 58,7%
Liguria 106 4,8% 230 3,1% 360 63,9%
EmiliaRomagna 91 4,1% 199 2,7% 566 35,2%
Toscana 128 5,8% 1.539 20,7% 4.106 37,5%
Umbria 55 2,5% 382 5,1% 1.319 29,0%
Marche 71 3,2% 114 1,5% 258 44,2%
Lazio 92 4,2% 200 2,7% 443 45,1%
Abruzzo 106 4,8% 255 3,4% 408 62,5%
Molise 27 1,2% 36 0,5% 50 72,0%
Campania 145 6,5% 347 4,7% 629 55,2%
Puglia 22 1,0% 49 0,7% 291 16,8%
Basilicata 42 1,9% 87 1,2% 175 49,7%
Calabria 157 7,1% 308 4,2% 485 63,5%
Sicilia 80 3,6% 136 1,8% 420 32,4%
Sardegna 156 7,0% 346 4,7% 590 58,6%
Totale 2.215 100,0% 7.420 100,0% 15.217 48,8%
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010
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Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Istat 2010
Esercizi agrituristici
Nessun agriturismo
Fino a 5
Oltre 5
Figura 22. L'offerta agrituristica dei Piccoli Comuni, 2009
116
Piccoli Comuni del tipico
Sono quasi circa 5.000 i prodotti tipici italiani. Sono prodotti espressione della cultura di aree determinate. Sono prodotti tradizionali i cui me-todi di preparazione, lavorazione, conservazione e stagionatura devono essere stati codificati come minimo da 25 anni. La tipicità non risiede soltan-to nelle caratteristiche materiali. Sono prodotti tipici perché trasmettono un messaggio, ricordo, testimonianza. La rilevanza economica dei pro-dotti enogastronomici nell’ambito dello sviluppo dei singoli territori è evidente se si guarda ai dati relativi al comparto agroalimentare italiano, che collocano l’Italia ai vertici dell’Unione Europea per la produzione agricola a prezzi base in valori cor-renti e seconda per occupazione agricola.
In particolare l’Italia, con il 22% del totale dei mar-chi Dop e Igp riconosciuti, detiene un primato a livello europeo. Il rapporto tra produzioni agricole di qualità e territorio rappresenta una grande sfi-da ed opportunità per i Piccoli Comuni in partico-lare, fulcro dei sistemi delle identità alimentari del Paese; oltre il 90% dei PC ha ottenuto il riconosci-mento di almeno un prodotto DOP.(1)
1
L’offerta delle Associazioni delle città di identità che fanno parte della rete Res Tipica(2), ruota intor-no al concept attraverso cui i Piccoli Comuni defi-niscono verso l’esterno il motivo della loro unicità ed attrattività: dal prodotto (il vino, l’olio, la noc-ciola, le ciliegie, ecc.) alla filosofia di produzione o consumo alimentare (slow, bio) all’accoglienza/of-ferta turistica (borghi più belli od autentici, ecc..). Complessivamente, i Piccoli Comuni che parteci-pano a Res Tipica sono 1.121, su un totale di 1.840 amministrazioni comunali: oltre il 60% è dunque di piccole dimensioni demografiche.
Anche all’intero delle Associazioni prevalgono, generalmente, i Piccoli Comuni: tra le eccezioni le Città del Bio (90 PC e 95 comuni con più di 5.000 ab.). Tra i PC, prevalgono quelli con popolazione compresa tra 1.001 e 2.500 abitanti (713, oltre il 38% dei PC). Tale situazione permane anche all’in-terno delle diverse Associazioni di cui si compone Res Tipica, con le sole eccezioni di Città del Vino e Città dell’Olio, nelle quali prevalgono i comuni con popolazione tra i 2.501 e i 5.000 abitanti. Na-turalmente un comune può partecipare a più di un’associazione.
2 L’Anci ha promosso Res Tipica, Associazione, costituita dall’ANCI insieme alle Associazioni Nazionali delle Città di Identità, per la promozione delle identità territoriali italiane. Res Tipica nasce per salvaguardare e promuovere l’immenso patrimonio ambientale, culturale, turistico ed enogastronomico dei Comuni piccoli e medi del nostro Paese. Res Tipica intende valorizzare la cultura dei territori, per far conoscere in Italia e nel mondo la ricchezza di paesaggi, saperi e sapori.
117
Città del vino è l’associazione che conta il maggior numero di comuni aderenti (564, di cui 303 PC), segui-ta da Città dell’Olio (322 di cui 179 PC) e della Noccio-la (215, 146 PC). Ma vi sono anche associazioni più di nicchia, con un minor numero di iscritti, ma non per questo meno importanti nel panorama italiano delle tipicità locali: ne sono esempio le Città del tabacco (6), della mela annurca (7) e della lenticchia (10).
Riguardo alla distribuzione territoriale dei Piccoli Comuni del tipico si evidenzia una forte concen-trazione soprattutto nel centro del Paese e, in se-condo luogo, nei PC del sud. Più limitata appare la loro presenza nelle regioni settentrionali, con le eccezioni di alcune aree di PC in Liguria, Piemonte e Friuli - Venezia Giulia.
Tabella 34. I comuni partecipanti a Res Tipica, per classe demografi ca, maggio 2011
Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti
ItaliaFino a 1.000
abitanti
Tra 1.001 e 2.500 abitanti
Tra 2.501 e 5.000 abitanti
Totale
N° comuni partecipanti*: 272 461 388 1.121 719 1.840
di cui alla Città del vino 58 116 129 303 261 564
di cui alla Città dell’olio 39 61 79 179 143 322
di cui alla Città della nocciola 33 68 45 146 69 215
di cui ai Borghi più belli d’Italia 39 58 40 137 63 200
di cui alla Città del bio 26 32 32 90 95 185
*Se un comune partecipa a più di un’associazione viene conteggiato una sola volta in questa voce,mentre è sempre contato nelle diverse associazioni di cui è membro.
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Res Tipica 2011
118
Tabella 35. Le associazioni partecipanti a Res Tipica, maggio 2011
ASSOCIAZIONE N. comuni Partecipanti Di cui Piccoli Comuni
Città del vino 564 303
Città dell’olio 322 179
Città della nocciola 215 146
I borghi più belli d’Italia 200 137
Città del bio 185 90
Paesi Bandiera Arancione 118 81
Borghi autentici d’Italia 116 101
Città dei sapori 111 52
Città slow 69 23
Città del castagno 64 50
Città delle ciliegie 54 27
Città del pane 45 18
Città del miele 40 24
Città del tartufo 37 27
Città della terra cruda 36 20
Città della ceramica 35 6
Città della chianina 30 11
Paesi dipinti 25 19
Coordinamento città del formaggio 20 8
Città dell’infi orata 18 8
Città del pesce di mare 16 1
Città della bufala 15 5
Città del riso 15 15
Città delle grotte 13 11
Licor 11 5
Città della lenticchia 10 10
Città della mela annurca 7 1
Città del Tabacco 6 1
Città delle ciliegie (Chiaiano) 1 0
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Res Tipica 2011
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Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Res Tipica 2011
Piccoli comuni del tipico
Figura 23. I Piccoli Comuni partecipanti a Res Tipica, maggio 2011
120
Offerta museale
I Piccoli Comuni italiani hanno un patrimonio ar-tistico e culturale di grande importanza, che viene testimoniato anche dall’ampia offerta culturale di Musei, monumenti ed aree archeologiche statali sui propri territori.
Sono 58 i PC che contano complessivamente 66 musei, monumenti o aree archeologiche statali (il 15,6% del totale nazionale), per la maggior parte presenti in realtà aventi popolazione compresa tra i 2.501 e i 5.000 abitanti (65%). Poco più del 30% delle strutture dei PC sono a pagamento, percen-tuale di molto inferiore al 58,9% dei comuni con più di 5.000 ab e anche al 55% circa del totale dei comuni italiani.
I PC registrano 891.338 visitatori nel 2010, di cui cir-ca il 78% non paganti, mentre dei 36.464.200 visita-tori per i comuni con più di 5.000 abitanti risultano non paganti poco più del 58% e sono circa 59% i visitatori paganti complessivi di monumenti o aree archeologiche statali di tutte le amministrazioni comunali d’Italia (37.355.538 visitatori complessivi).
Molto limitata è, dunque, la diffusione di musei statali in comuni con meno di 5.000 abitanti, loca-lizzati soprattutto nelle regioni centro settentrio-nali del Paese, dove si evidenzia il più alto numero di musei, monumenti o aree archeologiche statali, mentre nel Mezzogiorno l’offerta sembra essere più limitata, con alcune eccezioni che riguardano i PC abruzzesi, molisani e calabresi.
121Tabella 36. Musei, monumenti ed aree archeologiche statali nei Piccoli Comuni,nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010
Piccoli Comuni Comuni con piùdi 5.000 abitanti
ItaliaFino a 1.000
abitanti
Tra 1.001 e 2.500 abitanti
Tra 2.501 e 5.000 abitanti
Totale
N° comuni con musei,monumenti o areearcheologiche statali
10 10 38 58 188 246
N° musei, monumenti o aree archeologiche statali: 10 13 43 66 421 487
- di cui a pagamento 1 4 16 21 248 269
- di cui gratuiti 9 9 27 45 173 218
N° visitatori di musei,monumenti o areearcheologiche statali:
117.307 169.224 604.807 891.338 36.464.200 37.355.538
- di cui paganti 5.781 11.016 176.477 193.274 15.314.342 15.507.616
- di cui non paganti 111.526 158.208 428.330 698.064 21.149.858 21.847.922
Introiti lordi dei musei,monumenti o areearcheologiche statali
11.005 26.861 614.857 652.723 103.840.269 104.492.992
Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali non rileva i dati riguardanti musei, monumenti ed aree archeologiche statalidei comuni delle regioni Valle d’Aosta, Trentino - Alto Adige e Sicilia
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero per i Benie le Attività Culturali 2011
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Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati Ministero per i Benie le Attività Culturali 2011
PC con presenza di musei, monumentio aree archeologiche statali
Figura 24. Musei, monumenti ed aree archeologiche statali nei Piccoli Comuni italiani, 2010
123
Programmazione comunitaria
Nell’ambito della programmazione comunitaria, è stata condotta un’analisi relativamente agli elenchi dei Beneficiari dei soli PO regionali FESR 2007 - 2013. Tra le sei tipologie di beneficiari individuati, sono qui presi in considerazione soltanto i comuni(3).
Sono 766 i PC beneficiari di finanziamenti comu-nitari, il 13,5% del totale delle amministrazioni italiane con meno di 5000 abitanti. Sono soprat-tutto comuni con popolazione compresa tra 1.001 e 2.500 residenti ad essere beneficiari di specifi-ci interventi (356, il 46,4% dei PC). L’attenzione a forme di finanziamento incrementali è deducibi-le anche dal fatto che oltre la metà dei progetti ammessi è stato presentato da un PC (1.241 su 2.410, il 51,5%); in media, ciascun Piccolo Comune si è visto finanziare 1,6 progetti.
Il contributo pubblico complessivamente assegna-to è di poco inferiore ai 500 milioni di euro, quasi il 20% del totale nazionale.
3 L’analisi seguente non tiene dunque conto del PON Gover-nance e AT FESR, del PON Istruzione Ambienti per l’appren-dimento, del PON Reti e mobilità, del PON Ricerca e competi-tività, del PON Sicurezza per lo sviluppo, del POIN Attrattori culturali, naturali e turismo e del POI Energie rinnovabili e ri-sparmio energetico. Le sei categorie di beneficiari sono: regioni, province, comuni, operatori privati (tra cui imprese, consorzi, ..), Unioni di Comuni e Comunità Montane, altri enti pubblici ed organismi di categoria. Per approfondimenti, cfr IFEL, La dimensione territoriale nel Quadro Strategico Nazionale 2007-2013. Stato d’attuazione e ruolo dei Comuni, maggio 2011.
Dei 1.241 progetti dei PC, la maggioranza è finaliz-zata ad interventi di efficientamento energetico e di promozione delle energie rinnovabili (329, il 26,5%) e di riqualificazione di aree urbane, commerciali ed industriali (322, il 25,9%), in entrambi i casi con valori superiori anche a quelli rilevati per le ammi-nistrazioni di maggiori dimensioni demografiche. La grande attenzione per l’ambiente ed il territorio locale è evidenziato anche dall’elevato numero di progetti per la sostenibilità ambientale (239, 19,3%). Solo 14 sono invece gli interventi per la mobilità.
Tra i PC prevalgono, tuttavia, progetti di piccole di-mensioni economiche: sono infatti 711 (il 57,3% di 1.241) quelli il cui contributo pubblico assegnato arriva ad un massimo di 15mila euro. Sono invece solo 75 gli interventi il cui contributo è superiore a 1,5 milioni di euro, e, di questi, solo 2 hanno un contributo compreso tra i 5 milioni di euro e i 10 milioni di euro: si tratta di Castel di Sasso e Cag-giano, entrambi in Campania.
124Tabella 37. I comuni benefi ciari dei POR FESR 2007-2013, per taglia demografi ca
Piccoli ComuniComuni con più di 5.000
abitantiItaliaFino a
1.000 abi-tanti
Tra 1.001 e 2.500 abitanti
Tra 2.501 e 5.000 abitanti
Totale
N° comuni 1.948 2.131 1.604 5.683 2.411 8.094
N° comunibenefi ciari 158 356 252 766 527 1.293
N° progetticon comunibenefi ciari
220 560 461 1.241 1.169 2.410
% di comunicon progetti 8,1% 16,7% 15,7% 13,5% 21,9% 16,0%
Contributopubblicoassegnato (euro)
66.715.105 228.123.808 198.999.563 493.838.476 2.033.278.249 2.527.116.725
% di contributopubblicoassegnato (euro)
2,6% 9,0% 7,9% 19,5% 80,5% 100,0%
I dati si riferiscono alle informazioni disponibili negli Elenchi dei Benefi ciari dei PO regionali al 20 aprile 2011.
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati POR FESR 2007-2013, Elenco Benefi ciari
125Tabella 38. Numero di progetti (valore assoluto) con comuni benefi ciaridei POR FESR 2007-2013, per politica d’intervento e per taglia demografi ca
Politica d’intervento
Piccoli ComuniComuni con più di 5.000 abitanti
ItaliaFino a 1.000
abitanti
Tra 1.001 e 2.500 abitanti
Tra 2.501 e 5.000 abitanti
Totale
Tutela e valorizzazionedel patrimonio naturale,turistico e culturale
31 83 94 208 296 504
Reti e collegamentiper la mobilità 2 2 10 14 107 121
Effi cienza energeticae promozione delleenergie rinnovabili
75 153 101 329 181 510
Sostenibilità ambientalee salvaguardia del territorio 37 114 88 239 201 440
Riqualifi cazione areeurbane, commercialied industriali
50 153 119 322 321 643
Integrazione edinclusione sociale 25 55 47 127 45 172
Altro 0 0 2 2 18 20
Totale 220 560 461 1.241 1.169 2.410
I dati si riferiscono alle informazioni disponibili negli Elenchi dei Benefi ciari dei PO regionali al 20 aprile 2011.
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati POR FESR 2007-2013, Elenco Benefi ciari
126Tabella 39. Numero di progetti con comuni benefi ciari dei POR FESR 2007-2013,per classe di contributo pubblico assegnato e per taglia demografi ca
Classe di contributopubblico assegnato
Piccoli ComuniComuni con più di 5.000
abitantiItaliaFino a
1.000 abitanti
Tra 1.001 e 2.500 abitanti
Tra 2.501 e 5.000 abitanti
Totale
Fino a 150.000 euro 145 327 239 711 339 1.050
Da 150.000 a 500.000 euro 45 121 113 279 342 621
Da 500.000 a 1.500.000 euro 17 73 86 176 271 447
Da 1.500.000 a 5.000.000 euro 13 38 22 73 164 237
Da 5.000.000 a 10.000.000 euro 0 1 1 2 40 42
Da 10.000.000 a 50.000.000 euro 0 0 0 0 11 11
Oltre 50.000.000 euro 0 0 0 0 2 2
Totale 220 560 461 1.241 1.169 2.410
I dati si riferiscono alle informazioni disponibili negli Elenchi dei Benefi ciari dei PO regionali al 20 aprile 2011
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati POR FESR 2007-2013, Elenco Benefi ciari
Unioni di Comuni e Comunità Montane: rilevazione 2011
• Nota introduttiva• Le Unioni di Comuni nel 2011• Le Comunità Montane nel 2011• Le sovrapposizioni tra i territori• delle Unioni di Comuni• e delle Comunità Montane• Profili regionali di Unioni di Comuni• e Comunità Montane
PARTE TERZA
129
Nota introduttiva
Unioni di Comuni*
Per una breve introduzione alle tematiche dell’in-tercomunalità, ovvero della gestione associata di servizi e funzioni comunali, è opportuno osserva-re i seguenti dati.
Sono 337 le Unioni di Comuni (aggiornamento maggio 2011) volontariamente costituite negli ul-timi anni tra oltre 1.663 Comuni per circa 6 mi-lioni di cittadini, seppur con le difficoltà dovute all’incertezza del quadro normativo attuale ed alla scarsità di contributi specifici.
I Piccoli Comuni con una popolazione inferiore ai 5.000 abitanti sono invece 5.683, il 70% del totale dei comuni italiani che, complessivamente, han-no assunto una nuova centralità nell’art. 114 del rinnovato quadro costituzionale; amministrano inoltre il 54% del territorio italiano.
Sin dal 1990, con legge 142, ma con decisivo im-pulso solo a partire dal 1999 ad oggi, tra le diverse forme di gestione associata comunale di funzioni previste dal nostro ordinamento, l’Unione di Co-muni ha riscontrato la maggiore attenzione dei Piccoli Comuni, in particolare, a seguito della eli-minazione della prospettiva di fusione obbligato-ria prevista dalla legge 142 del 1990 e rimossa dal-la legge 265 del 1999 nonché per lo stanziamento di incentivi statali (erogati ex DM 318/2000) e, suc-cessivamente, anche regionali in alcune realtà.
A fronte di questi dati ed in relazione all’attuazione della normativa citata, appare del tutto sostenibile
esprimere alcune brevi considerazioni: a) il “model-lo Unioni di Comuni” ha rappresentato un vero vola-no per lo sviluppo dell’intero sistema delle gestioni associate intercomunali di servizi e funzioni, con-sentendo ai Piccoli Comuni di avere maggiore forza e adeguatezza, ponendo tali tematiche al centro del dibattito sulle riforme, anche in termini di raziona-lizzazione dei modelli esistenti; b) l’affermazione di questo modello nazionale ha realizzato una sorta di tangibile “federalismo dal basso”; c) per quanto si sia diffuso il dibattito ad ogni livello, con un cre-scente numero di buone pratiche, è ancora troppo elevato il differenziale tra il numero di Piccoli ed il numero degli stessi Enti in Unione.
Le 337 Unioni di Comuni costituite hanno deter-minato, in pochi anni, la crescita del numero e del-la qualità dei servizi erogati ai cittadini.
Una felice intuizione del legislatore degli inizi de-gli anni ‘90, stimolata e sostenuta dall’ANCI anche nelle sue successive modifiche, introdotte princi-palmente con la legge n. 265 del 1999, ha consen-tito al nostro Paese di recuperare, almeno in parte, il terreno perduto in passato in tema di “Svilup-po di un Sistema a rete del Territorio”, da tempo argomento centrale di sviluppo dei sistemi locali anche nei maggiori Stati europei.
*di Daniele Formiconi Responsabile ANCIArea Piccoli Comuni/Montagna/Unioni di Comuni
130 Dal punto di vista normativo, le Unioni di Comuni sono disciplinate essenzialmente dall’art. 32 del Capo V del T.U.E.L., approvato con il decreto legi-slativo n. 267/2000, al fine di migliorare i servizi alla persona con sinergie funzionali stabili e fles-sibili e con possibili evoluzioni socio-economiche ed istituzionali a favore dei piccoli Comuni, ovun-que essi siano collocati.
Come previsto dall’art. 32, comma 1, del D.Lgs. 267/2000, T.U.E.L., l’Unione può essere costituita tra due o più Comuni - non più obbligatoriamente contermini - allo scopo di gestire congiuntamente una pluralità di funzioni comunali.
Le Unioni di Comuni sono Enti locali. Adottano un proprio Statuto che individua gli organi, le moda-lità per la loro costituzione, le funzioni svolte e le risorse corrispondenti (comma 1 e 2).
La definizione di “Enti locali” espressa dal comma 2, ma prevista espressamente riguardo alle Unio-ni anche dall’art. 2 del T.U.E.L., rappresenta certa-mente un aspetto di non poca rilevanza.
Il Testo Unico dell’Ordinamento degli Enti Loca-li, in fase di aggiornamento con il nuovo dettato costituzionale e la riscrittura della Carta delle Au-tonomie locali, contiene tuttora le disposizioni di revisione e raccordo della normativa succedutasi negli anni Novanta.
Il T.U.E.L. rappresenta, quindi, il principale riferi-mento dell’inversione di tendenza voluta dal legi-slatore su tali tematiche e la loro evoluzione legi-
slativa a livello nazionale, da ultimo con la legge 122 del 2010 di conversione del DL 78/2010.
Mentre nell’estate del 2009 si sono compiuti i pri-mi passi verso il federalismo istituzionale dello Stato con la sopra richiamata Carta delle Auto-nomie, con la manovra estiva del 2010 (DL n. 78 convertito nella legge n. 122 del 30/07/2010) sono state varate alcune importanti novità in tema di gestione associata dei servizi e delle funzioni co-munali, che in considerazione della loro portata potrebbero mutare radicalmente il modo di in-tendere la Cooperazione Intercomunale, almeno come fino ad oggi inteso, passando da un regime di volontarietà a quello dell’obbligatorietà.
In particolare, i commi da 26 a 31 dell’articolo 14 del-la Legge n. 122/2010 di conversione del DL78/2010, hanno disciplinato l’esercizio delle funzioni fonda-mentali dei Comuni, prevedendo la gestione asso-ciata obbligatoria delle funzioni fondamentali dei Piccoli Comuni fino a 5.000 abitanti escluse le isole mono Comune e il Comune di Campione d’Italia, attraverso la convenzione o l’Unione; è inoltre pre-visto che le stesse funzioni siano obbligatoriamen-te esercitate in convenzione o Unione da parte dei Comuni appartenenti o appartenuti alle Comunità montane, con popolazione stabilita dalla legge re-gionale e comunque inferiore a 3.000 abitanti.
Ai fini della manovra e fino alla data di entrata in vigore della legge con cui saranno individuate le funzioni fondamentali di cui all’articolo 117, se-condo comma, lettera p) della Costituzione, sono considerate funzioni fondamentali dei comuni le
131funzioni di cui all’articolo 21, comma 3, della legge 5 maggio 2009, n. 42, ovvero:
a) funzioni generali di amministrazione, di gestio-ne e di controllo, nella misura complessiva del 70 per cento delle spese come certificate dall’ultimo conto del bilancio disponibile alla data di entrata in vigore della presente legge;b) funzioni di polizia locale;c) funzioni di istruzione pubblica, ivi compresi i servizi per gli asili nido e quelli di assistenza sco-lastica e refezione, nonché l’edilizia scolastica;d) funzioni nel campo della viabilità e dei trasporti;e) funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell’ambiente, fatta eccezione per il servizio di edilizia residenziale pubblica e locale e piani di edilizia nonché per il servizio idrico integrato;f) funzioni del settore sociale.
Va evidenziato che, in origine, questa elencazione era stata immaginata e finalizzata per altri obiet-tivi dalla legge n. 42/2009, ossia avviare l’indivi-duazione dei fabbisogni standard, risultando ora queste tematiche strettamente correlate.
In particolare, la lettera a), riguardante le funzioni generali di amministrazione comporta sostanzial-mente una forte difficoltà di gestione in forma asso-ciata fra i Comuni, che si aggiunge all’individuazione dei servizi in misura del 70% delle spese certificate.
Per quanto riguarda la procedura di individua-zione degli ambiti territoriali e dei termini di av-vio dell’obbligo per i Comuni di dare attuazione all’intera normativa, siamo in presenza di due di-
scipline in cui i soggetti sono differenziati: da una parte la legge regionale, dall’altra l’atteso Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri; evidente la coerenza auspicabile in tale direzione per po-ter dare il migliore seguito alla nuova disciplina e all’obiettivo federalista.
Fusioni
Diverse Unioni “mature” e singoli Comuni si inter-rogano su ipotesi di fusione.
I percorsi che conducono da Unioni a fusioni vo-lontarie, anche solo di alcuni dei Comuni appar-tenenti e i processi diretti di fusione, in quanto fondati sulla libera ed autonoma determinazione dei Comuni e delle popolazioni coinvolte, devono essere anch’essi fortemente incentivati e conside-rati, non solo finanziariamente.
Dal punto di vista normativo, le fusioni sono disci-plinate dall’art. 15 Dlgs 267/2000 TUEL - Modifiche territoriali, fusione ed istituzione di Comuni.
A norma degli articoli 117 e 133 della Costituzio-ne, le Regioni possono modificare le circoscrizioni territoriali dei Comuni sentite le popolazioni inte-ressate, nelle forme previste dalla legge regionale. Salvo i casi di fusione tra più Comuni, non posso-no essere istituiti nuovi Comuni con popolazione inferiore ai 10.000 abitanti o la cui costituzione comporti, come conseguenza, che altri comuni scendano sotto tale limite.La legge regionale che istituisce nuovi Comuni, mediante fusione di due o più Comuni contigui,
132 prevede che alle comunità di origine o ad alcune di esse siano assicurate adeguate forme di parte-cipazione e di decentramento dei servizi.Al fine di favorire la fusione dei Comuni, oltre ai con-tributi della Regione, lo Stato eroga, per i dieci anni successivi alla fusione stessa, appositi contributi straordinari commisurati ad una quota dei trasfe-rimenti spettanti ai singoli Comuni che si fondono.Infine, la denominazione delle borgate e frazioni è attribuita ai Comuni ai sensi dell’art. 118 della Costituzione.
A tale proposito è significativo che all’art. 12, let-tera f, della legge n. 42 del 5 maggio 2009, “Dele-ga al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’art. 119 della Costituzione”, sia stata inserite una disposizione che prevede forme premiali per favorire unioni e fusioni tra Comuni, anche attraverso l’incremento dell’autonomia im-positiva o maggiori aliquote di compartecipazione ai tributi erariali, aspetto centrale nel procedere verso il federalismo fiscale.
Criteri statali di incentivazioneIl decreto del Ministero dell’Interno n. 318del 1° settembre 2000
La rapida evoluzione del panorama associativo nazionale, in particolare, quello relativo alla cre-scita delle Unioni comunali, ha reso necessario un sostanziale aggiornamento del Decreto che costi-tuisce, tuttora, il principale riferimento nazionale di incentivazione delle gestioni associate, in parti-colare delle Unioni.
Il regolamento ha, dunque, come finalità l’incenti-vazione delle gestioni associate tendenzialmente stabili tra Comuni ripartendo le risorse destinate a tal fine dalle leggi finanziarie approvate di anno in anno; quest’ultimo aspetto rappresenta eviden-temente un elemento di criticità riguardo alla dif-ficoltà di programmazione degli investimenti da erogare e da ricevere.
Per la quantificazione dei contributi statali spet-tanti, occorre tenere conto dei seguenti parametri:
a) popolazioneb) numero degli Enti associatic) servizi e tipologia di servizi e funzioni esercitate in forma associata.
Il Ministero dell’Interno approva con successivi decreti i modelli per le certificazioni necessarie ad ottenere l’assegnazione dei contributi previsti per le Unioni e per la gestione associata delle funzioni e dei servizi da parte dei Comuni.
Il D.M. 289/2004 di modifica del D.M. n. 318/2000
Le modifiche del regolamento vanno nella dire-zione di incentivare quei Comuni che svolgono pienamente servizi e funzioni in forma associata, introducendo, quindi, parametri maggiormente premianti per la qualità dei servizi svolti e, in mi-sura ridotta, per la consistenza della popolazione delle Unioni e per il numero dei Comuni che si mettono insieme, come previsto anche nelle leggi Finanziarie degli anni 2001 e seguenti.
133Finanziamenti statali
Giova anche rammentare, con riferimento alla quantificazione dei contributi erariali per l’incen-tivazione dell’associazionismo comunale, che per l’anno 2010 il fondo per la gestione associata di servizi e funzioni comunali, risulta composto dai seguenti finanziamenti:
• 1.549.370 euro stanziati per le Unioni e le fusioni di Comuni ex art. 1, comma 164 della legge finan-ziaria n. 662 del 1996;• 10.329.138 euro stanziati per Unioni e Comunità montane, ex art. 53, comma 10, legge n. 388/2000;• 20.000.000 euro stanziati per le Unioni di Comu-ni, che abbiano effettivamente attivato l’esercizio associato di servizi, ex art. 2 quater, comma 2 del-la legge n.189/2008, che rinvia all’art. 2, comma 2 della legge n. 244/2007, che rinvia all’art. 1, comma 696, legge n. 296/2006, che rinvia all’art. 1, comma 154, legge n. 266/2005 che rinvia all’art. 1, comma 64, legge n. 311/2004 che rinvia all’art. 3, comma 27, legge n. 350/2003. Analogamente, anche per l’anno 2011, sono state confermate le stesse risorse.
135Comunità Montane*
Dai Consigli di valle alle Comunità Montane: in pie-na clandestinità, rappresentanti della Resistenza Valdostana e Valdese (Pinerolese) e di diversa ma-trice politica si incontrano nel 1943 a Chivasso (To-rino) e stilano un documento, noto appunto come “Carta di Chivasso”, fondamentale per la conce-zione federalista di uno Stato democratico e che rivendica, per le popolazioni alpine, oltre alla liber-tà di lingua e di culto, precise autonomie politico-amministrative, culturali ed economiche. Scrisse Emilio Chanoux, martire valdostano ed animatore della riunione di Chivasso: “I piccoli popoli delle Alpi pretendono di non essere schiacciati dal numero, anche nell’amministrazione generale dello Stato, e di essere in grado di manifestare la loro volontà, come popoli orga-nizzati, in seno alle assemblee maggiori nazionali”.
Nascono così nel 1946 i primi Consigli di valle, pro-genitori delle Comunità Montane degli anni ’70, che hanno permesso ai montanari di assecondare volontaristicamente la naturale vocazione verso forme di democrazia e di autodeterminazione nel corrispondere ai propri peculiari bisogni.Il 19 maggio 1947 l’Assemblea Costituente, presie-duta da Umberto Terracini, giunse ad esaminare l’art. 44 della Costituzione repubblicana. Grazie ad un emendamento proposto da una trentina di deputati con primo firmatario l’On. Gortani, viene aggiunto all’art. 44 un ultimo comma che recita: “la legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane”. Sarà la base per la futura azione politica del nuovo Stato, dalla prima legge per la montagna del 1952, all’ultima del 1994.
All’inizio degli anni ’70 si parlò di “momento nuo-vo” per la montagna italiana: erano state istituite le Regioni a Statuto ordinario, finalmente nasceva-no le Comunità Montane con la legge n. 1102/1971 che le istituiva. Una legge-quadro, con le premesse per quel “governo locale” auspicato da venti anni in tutti i documenti dell’Uncem, nata nel 1952.
Le Comunità Montane vennero create dalla legge n. 1102 del 1971(1) con la finalità di rappresentare e tutelare la “specificità” della montagna, in attua-zione del richiamato disposto dell’ultimo comma dell’ art. 44 Cost.
Specificità che la legislazione successiva alla leg-ge n. 1102 ha ulteriormente precisato e valoriz-zato, sino a connotare giuridicamente la Comuni-tà Montana quale ente locale con organi eletti in secondo grado e dotato di autonomia statutaria nell’ambito della legge statale e regionale. Gli ar-ticoli 28 e 29 della legge n. 142/1990, e poi l’art. 7 della legge n. 265/1999 - confluito negli articoli 27 e
1 La legislazione nazionale inerente la classificazione del territo-rio montano è ben anteriore alla istituzione delle Comunità Mon-tane avvenuta nel 1971, con l’emanazione della legge n. 1102.Essa risale agli anni ’50 e precisamente alla legge 25 luglio 1952, n. 991 “Provvedimenti in favore dei territori montani”, artt. 1 e 14, e alla legge 30 luglio 1957, n. 657, articolo unico, che ha sostituito l’art. 1 della legge citata n. 991.
*di Massimo BellaANCI Area Piccoli ComuniDipartimento per la Montagna
136 28 del TUEL di cui al decreto legislativo n. 267/2000 - ne hanno infatti definito natura, ruolo e funzioni.L’elenco dei Comuni interamente e parzialmente montani è stato quindi stilato - in applicazione della normativa nazionale dianzi richiamata e su richiesta di inclusione da parte dei Comuni me-desimi - ai sensi della legislazione previgente la legge n. 142/90, la quale all’art. 29, comma 7, ha infine abrogato le norme di riferimento che ave-vano sino ad allora presieduto alla classificazione medesima, cristallizzando così alla data della sua entrata in vigore la classificazione medesima.Il legislatore nazionale del 1971 aveva individuato nella Comunità Montana, costituita obbligatoria-mente tra Comuni classificati in tutto o in parte montani e disciplinata nel suo funzionamento dalla legge regionale, l’espressione aggregativa delle comunità locali della montagna, la cui tra-dizione proviene come detto dagli antichi Consigli di valle, in particolare piemontesi, formatisi spon-taneamente, nei quali le popolazioni rurali mon-tane vedevano la possibilità di organizzare meglio e di rappresentare più adeguatamente le proprie peculiarità e istanze di sviluppo socio-economico-culturale, differenziate rispetto agli altri territori.Successivamente la legge n. 97 del 1994, modifi-cativa e integrativa delle legge n. 1102/71, ha indi-viduato le finalità principali delle Comunità Mon-tane nella promozione della valorizzazione delle zone montane, nella realizzazione degli interventi speciali per la montagna stabiliti dall’Unione eu-ropea o dalle leggi statali e regionali.
Con l’entrata in vigore della legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001, è stato dato avvio al proces-
so di riforma del Titolo V della carta fondamentale della Repubblica Italiana del 1948.
Alle Comunità Montane non è stato riconosciuto quel rango costituzionale che la riforma del Titolo V ha circoscritto agli altri enti locali Comuni, Pro-vince e Città metropolitane.
Le ultime fasi del percorso compiuto dalle Comuni-tà Montane sono connotate soprattutto dalle previ-sioni contenute nella legge 24 dicembre 2007, n. 244 - Finanziaria 2008 - la quale ha imposto una pro-fonda revisione e riduzione di tali enti, contestual-mente alla riduzione (sino all’azzeramento previsto dalla Finanziaria 2010) dei trasferimenti erariali a loro favore, nel presupposto della razionalizzazione e semplificazione dei soggetto infracomunali.Di fatto, tale processo è tuttora oggetto di discus-sione politica in sede parlamentare con l’esame in Senato della richiamata “Carta delle Autonomie locali”: il compimento del federalismo istituziona-le che deve necessariamente accompagnare quel-lo fiscale in fase di attuazione.La necessità di far progredire, in montagna come in pianura, il modello associativo strutturato e stabile dei Comuni verso un’unica formula, non sovrapponibile, per l’esercizio delle funzioni fon-damentali e lo svolgimento dei servizi, impone oggi di rivedere e unificare nell’Unione di Comuni i principi nazionali e le relative declinazioni regio-nali dell’istituzione associativa dei Comuni, con una forte incentivazione e sostegno dei processi associativi, in grado di superare la frammenta-zione comunale e di assolvere convenientemente alle accresciute missioni dei Comuni.
137
Le Unioni di Comuni nel 2011
La distribuzione territoriale delle Unioni
L’universo delle Unioni non è affatto statico: ri-spetto all’anno scorso si registra un incremen-to nel numero complessivo di questa tipologia di forma associativa. A marzo 2011 sono 337 le Unioni di Comuni (UC), 24 in più rispetto all’an-no precedente. Quindi, è aumentato sia il numero di amministrazioni comunali coinvolte, passato da 1.561 a 1.663 (+102), che, conseguentemente, la popolazione complessiva (6,301 milioni di abitanti rispetto ai 5,7 milioni dell’anno precedente). Tut-tavia, è bene evidenziare che in alcune regioni il numero di Unioni è diminuito: è il caso del Veneto (passato da 28 alle attuali 26) e del Friuli - Venezia Giulia (da 5 a 4).
Le Unioni sono distribuite in 17 regioni, non es-sendo tale forma di aggregazione istituzionale presente in Valle d’Aosta, Liguria e Basilicata. Pur all’interno di un unico quadro normativo nazio-nale, le regioni hanno adottato policy diverse fina-lizzate, di volta in volta, a favorire in misura più o meno diretta il percorso di unificazione comunale. Si rileva così una forte polarizzazione tra regioni in cui il numero di UC è superiore a 20 e regio-ni in cui tale valore è inferiore o uguale a 11. In particolare, si evidenzia il dato di Lombardia (56), Piemonte (50) e Sicilia (48), che da sole contribui-scono per poco meno della metà sul totale nazio-nale (45,7%). Accanto a simili realtà, si evidenzia il dato del Trentino - Alto Adige, Toscana ed Umbria dove esiste una sola Unione. Ma mentre in Trenti-no sono 3 i comuni che partecipano ad un’Unione (lo 0,9% del totale regionale, il dato più basso a li-
vello nazionale), in Toscana ed Umbria la percen-tuale dei comuni aderenti a tale forma associativa, comunque inferiore al 10%, si attesta, rispettiva-mente, al 5,2% e all’8,7%.
Mediamente, sono poco più di un quinto (20,5%) i comuni italiani che partecipano alle UC: 1.663 su 8.094. Rispetto a tale dato emergono alcune consi-derazioni: se nelle regioni del centro - nord si con-centra il maggior numero di Unioni (208 su 337), è nelle due isole maggiori che si concentra la maggior partecipazione di comuni. Così il 63,1% dei comuni sardi fa parte di una UC (238 su 377), come il 45,1% di quelli siciliani (176 su 390(2)).
Percentuali elevate si rilevano anche in Emilia Ro-magna, dove il 44,8% dei comuni regionali parte-cipa ad una Unione, e in altre 2 regioni del Sud: Molise e Puglia (rispettivamente, con il 36,8% dei comuni molisani e il 39,5% di quelli pugliesi). In Piemonte, invece, dove si conta il maggior numero di comuni in valore assoluto (308), tale percentua-le scende al 25,5%. Percentuali inferiori al 10% si rilevano in Campania (9,6%), Friuli - Venezia Giulia (4,6%), oltre alle già ricordate Umbria, Toscana e Trentino - Alto Adige.
2 Quattro comuni della provincia di Palermo partecipano a 2 UC contemporaneamente: si tratta di Contessa Entellina (Unione Besa e Corleonese), Mezzojuso (Unione Besa e Pizzo Marabito), Piana degli Albanesi (Unione Besa e Le Quattro ter-re) e Santa Cristina Gela (Unione Besa e Le Quattro terre).
138Tabella 1. La distribuzione delle UC e dei comuni presenti in Unioni, per regione, marzo 2011
Regione N° UC (a) N° comuni in regione (b)
N° comuni in UC (c)
% comuni in UC (d)=(c)/(b)
Piemonte 50 1.206 308 25,5%
Valle d’Aosta 0 74 0 0,0%
Lombardia 56 1.546 202 13,1%
Trentino - Alto Adige 1 333 3 0,9%
Veneto 26 581 94 16,2%
Friuli - Venezia Giulia 4 218 10 4,6%
Liguria 0 235 0 0,0%
Emilia Romagna 30 348 156 44,8%
Toscana 1 287 15 5,2%
Umbria 1 92 8 8,7%
Marche 11 239 46 19,2%
Lazio 22 378 105 27,8%
Abruzzo 6 305 43 14,1%
Molise 8 136 50 36,8%
Campania 10 551 53 9,6%
Puglia 22 258 102 39,5%
Basilicata 0 131 0 0,0%
Calabria 11 409 54 13,2%
Sicilia 48 390 176 45,1%
Sardegna 30 377 238 63,1%
Totale 337 8.094 1.663 20,5%
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
139
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Figura 1. La distribuzione delle Unioni di Comuni in Italia, marzo 2011
140
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Gra�co 1. Numero di Unioni (valore percentuale) per ammontare di comuniche vi partecipano, marzo 2011
Tra 2 e 3 comuni
4 comuni
Tra 5 e 6 comuni
Tra 7 e 10 comuni
Più di 10 comuni
17,2%
26,7%
4,2%
35,3%
16,6%
Mediamente, le Unioni sono composte da 5 comu-ni, anche se il range di variabilità è molto ampio e va da un minimo di 2 comuni ad un massimo di 20 comuni nell’Unione Alta Marmilla (in Sarde-gna). Ovviamente, se non esiste una dimensione ottimale e ogni caso va analizzato secondo le spe-cificità socio-economiche del territorio, è tuttavia innegabile che uno degli obiettivi delle Unioni è si-curamente quello di trovare una dimensione tale da permettere una gestione - efficiente ed efficace - delle funzioni e dei servizi.
I dati sembrano confermare una forte presenza di Unioni composte da pochi comuni: oltre un terzo (35,3%, pari a 119 Unioni) è composto da 2 o 3 co-muni, mentre solo il 4,2% (corrispondenti a 14 Unio-ni) è composto da più di 10 amministrazioni locali.
Inoltre, la mediana, definita come il numero che oc-cupa la posizione centrale di un insieme di numeri, è 4. Tale variabilità dipende anche dalle specificità orografiche, sociali ed economiche del territorio.
L’analisi dei dati relativi alla dimensione demo-grafica dei comuni che partecipano alle Unioni è di particolare interesse, in quanto consente di comprendere gli eventuali modelli relazionali ed organizzativi che legano i comuni tra loro.
In generale, il fenomeno delle Unioni coinvolge in maniera maggiore i Piccoli Comuni. Su 4 comuni partecipanti alle Unioni, poco più di tre sono di pic-cole dimensioni demografiche (76,4%, pari a 1.271 comuni). Nello specifico, poco meno di un terzo dei comuni partecipanti alle Unioni ha una popolazione
141
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Gra�co 2. Numero di comuni (valore percentuale) presenti in UC, per classe di ampiezzademogra�ca del comune, marzo 2011
22,8%
19,2%
30,2%
0,6% 0,2%
27,0%
Fino a 1.000 ab.
Tra 1.001 e 2.500 ab.
Tra 2.501 e 5.000 ab.
Tra 5.001 e 25.000 ab.
Tra 25.001 e 50.000 ab.
Più di 50.000 ab.
compresa tra i 1.001 e i 2.500 abitanti. Più limitata appare invece la partecipazione a tale forma asso-ciativa delle realtà amministrative di maggiori di-mensioni demografiche: solo lo 0,8% del totale infat-ti ha una popolazione superiore ai 25mila residenti.
In particolare, tra le regioni con le percentuali mag-giori di adesione di Piccoli Comuni alle Unioni ri-spetto al totale dei comuni coinvolti, oltre al Trentino - Alto Adige, dove tutti i 3 comuni che partecipano all’unica Unione sono di piccole dimensioni, si se-gnalano i casi della Lombardia e del Piemonte, dove i PC rappresentano il 95,5% del totale, del Friuli – Ve-nezia Giulia, del Molise e del Lazio (tutte con percen-tuali superiori all’89%). All’opposto l’Emilia Roma-gna, dove sono solo 53 i Piccoli Comuni che hanno aderito ad una delle 30 Unioni (il 34% dei 156 centri
comunali coinvolti). Analogamente, in Toscana, Pu-glia e Campania, dove i PC partecipanti ad un’Unione sono meno della metà dei comuni coinvolti.
Complessivamente, poi, i PC che fanno parte di un’Unione sono il 22,4% del totale dei comuni ita-liani la cui popolazione residente è inferiore o pari a 5.000 abitanti. In questo caso, ancora una volta, le percentuali maggiori si rilevano in Sardegna e Sicilia, dove, rispettivamente, il 67,4% e il 62% dei PC della regione aderiscono ad un’Unione. In Pie-monte e Lombardia, invece, dove si concentra il maggior numero di Piccoli Comuni, tale percen-tuale scende, rispettivamente, al 27,5% e al 17,7%. Infine, delle 337 UC italiane, quelle composte da PC sono 178 (il 52,8%); tra queste, poi, se ne contano 35 a cui aderisce solo una coppia di Piccoli Comuni.
142Tabella 2. La distribuzione dei Piccoli Comuni presenti in Unioni, per regione, marzo 2011
RegioneN° Piccoli Comuni in regione (a)
N° comuni in UC% Piccoli
Comuni in UC (d)=(c)/(b)
% PiccoliComuni in UC sul tot. dei PC
(e)=(c)/(a)Totale (b) di cui Piccoli Comuni (c)
Piemonte 1.070 308 294 95,5% 27,5%
Valle d’Aosta 73 0 0 - 0,0%
Lombardia 1.088 202 193 95,5% 17,7%
Trentino - Alto Adige 299 3 3 100,0% 1,0%
Veneto 313 94 58 61,7% 18,5%
Friuli - Venezia Giulia 155 10 9 90,0% 5,8%
Liguria 183 0 0 - 0,0%
Emilia Romagna 156 156 53 34,0% 34,0%
Toscana 134 15 7 46,7% 5,2%
Umbria 58 8 4 50,0% 6,9%
Marche 172 46 34 73,9% 19,8%
Lazio 253 105 94 89,5% 37,2%
Abruzzo 250 43 31 72,1% 12,4%
Molise 125 50 45 90,0% 36,0%
Campania 331 53 23 43,4% 6,9%
Puglia 84 102 41 40,2% 48,8%
Basilicata 99 0 0 - 0,0%
Calabria 327 54 47 87,0% 14,4%
Sicilia 200 176 124 70,5% 62,0%
Sardegna 313 238 211 88,7% 67,4%
Totale 5.683 1.663 1.271 76,4% 22,4%
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
143La dimensione demografica delle Unioni Nei comuni partecipanti ad Unioni risiedono 6.301.764 abitanti, il 10,4% della popolazione italiana. Si tratta di un dato in crescita rispetto all’anno scor-so di quasi un punto percentuale (9,4% a dicembre 2009). È questa una crescita importante, pari alla po-polazione che complessivamente vive in 5 città me-tropolitane: Roma, Milano, Napoli, Torino e Firenze.
A livello regionale si osserva una grande variabilità territoriale. Accanto a regioni in cui la popolazione residente in comuni appartenenti ad un’Unione è inferiore al dato medio - come Lombardia (3,5%), Veneto (9,8%), Calabria (7,7%), Campania (7,4%), Umbra (4,4%), Lazio (4%) e Toscana (3,2%) - se ne trovano altre in cui la porzione di abitanti interes-sati dal fenomeno assume proporzioni significati-ve. E’ il caso della Sardegna, dove oltre un terzo dei residenti vive in un comune associato, ma anche dell’Emilia Romagna (29,6%), del Molise (29,4%), della Puglia (19,5%) e della Sicilia (16,1%).
Mediamente, a livello nazionale, in ogni Unione ri-siedono 18.700 abitanti. Si tratta di una dimensio-ne significativa, corrispondente a città quali Gioia Tauro o Sestri Levante. Tuttavia, profonde sono le differenze esistenti in termini numerici: se le Unioni più piccole, Val Pitta (Piemonte) e Valvar-rone (Lombardia), contano, rispettivamente, 775 e 777 abitanti, quella più grande, Valdera (in Tosca-na) ne conta oltre 121mila.
Complessivamente, le Unioni con popolazione compresa tra i 10.000 e i 25.000 abitanti sono le più
numerose, rappresentando oltre un terzo del tota-le (35%), mentre quelle con popolazione superiore sono il 23%. Da segnalare come quasi un quinto delle Unioni italiane abbia una popolazione infe-riore alle 5.000 unità, rimanendo quindi al di sotto della soglia dei Piccoli Comuni. Si tratta di 65 Unio-ni, che aggregano dai 2 ai 6 comuni, aventi l’obietti-vo di superare i limiti gestionali e operativi imposti dalle minori dimensioni demografiche comunali.
Si rileva anche una forte variabilità relativamente alla dimensione demografica di comuni aderenti ad Unioni: accanto a piccoli e piccolissimi comuni si rilevano comuni medi e capoluoghi di provin-cia. Così, a livello nazionale, si passa dai comuni con 69 abitanti (Rima San Giuseppe dell’Unione Val Pitta, in Piemonte) a città con poco meno di 90mila residenti (Brindisi, che aderisce all’Unione dei Comuni Valesio in Puglia).
Questa variabilità è confermata anche a livello re-gionale, dove, ad eccezione del Trentino - Alto Adi-ge, si trovano divari significativi tra comuni più e meno popolosi. Lo scarto maggiore si rileva nelle Unioni pugliesi, dove la differenza demografica tra comune più piccolo (Giuggianello, 1.256 abitanti) e quello più grande (Brindisi, 89.833) è pari a 88.577 unità. Scarti elevati si rilevano anche per le Unioni emiliano - romagnole (68.211 unità di differenza di abitanti tra Portico e San Benedetto, 801 abitanti, e Carpi, 69.012) e siciliane (37.975 unità di differenza tra Roccafiorita, 234 abitanti, e Monreale, 38.209). Come già evidenziato, il fenomeno delle Unioni coinvolge in misura significativa i comuni in cui risiedono fino ad un massimo di 5.000 abitanti.
144
Tabella 3. La popolazione residente nei comuni presenti in UC, per regione, marzo 2011
RegionePopolazione residente* % popolazione
residentein UC (c)=(b)/(a)Totale (a) Di cui in UC (b)
Piemonte 4.456.525 468.565 10,5%
Valle d’Aosta 128.129 0 0,0%
Lombardia 9.909.216 351.501 3,5%
Trentino - Alto Adige 1.036.639 2.951 0,3%
Veneto 4.936.197 481.595 9,8%
Friuli - Venezia Giulia 1.235.761 24.963 2,0%
Liguria 1.616.993 0 0,0%
Emilia Romagna 4.429.729 1.312.361 29,6%
Toscana 3.749.201 121.694 3,2%
Umbria 906.675 39.485 4,4%
Marche 1.564.881 166.593 10,6%
Lazio 5.724.365 227.845 4,0%
Abruzzo 1.342.178 243.011 18,1%
Molise 319.834 93.912 29,4%
Campania 5.833.120 431.325 7,4%
Puglia 4.090.469 798.254 19,5%
Basilicata 587.680 0 0,0%
Calabria 2.011.532 155.169 7,7%
Sicilia 5.050.486 814.235 16,1%
Sardegna 1.675.279 568.305 33,9%
Italia 60.604.889 6.301.764 10,4%
* Dati aggiornati al 30 novembre 2010
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
145
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Gra�co 3. Distribuzione delle UC per popolazione, marzo 2011
oltre 50.000 ab.7%
meno di 5.000 ab.19%
tra 5.001 e 10.000 ab.23%
tra 10.001 e 25.000 ab.36%
tra 25.001 e 50.00 ab.15%
Dai dati emerge infatti come oltre un terzo della popolazione residente nelle Unioni (35,1%) viva in un Piccolo Comune. Anche in questo caso si evi-denziano notevoli differenze territoriali: oltre al già citato caso del Trentino - Alto Adige, in Lom-bardia 4 su 5 cittadini residenti in un comune par-tecipante ad un’Unione vivono in un piccolo cen-tro. Percentuali simili si rilevano in Piemonte (71% ca.), Friuli - Venezia Giulia (69%), Calabria (66,2%), Lazio (65,9%) e Molise (63,1%). Situazione diame-tralmente opposta è invece quella che si rileva in Campania, dove meno del 10% dei cittadini che vive in Unione risiede in un PC.
Se si rapporta invece la popolazione residente nei Piccoli Comuni aderenti alle Unioni al totale della popolazione dei PC emerge una situazione alquanto diversa. Sono infatti la Sicilia e la Sar-degna le regioni che hanno visto il maggior coin-volgimento di PC: oltre il 60% della popolazione residente in un PC partecipa anche ad un’Unio-ne. Percentuali elevate si rilevano anche in Pu-glia (dove però, è bene ricordarlo, la presenza di PC è contenuta), mentre, all’opposto, percentuali piuttosto basse si rilevano in Lombardia (12,9%), Toscana (7,6%), Friuli - Venezia Giulia (6%) e Cam-pania (5,5%).
146
Tabella 4. La popolazione massima e minima dei comuni appartenenti ad UC,per regione, marzo 2011
Regione
Popolazione residente*
Massimo MinimoDifferenza
Comune V.A. Comune V.A.
Piemonte Fossano 24.837 Rima San Giuseppe 69 24.768
Valle d’Aosta - - - - -
Lombardia Lonate Pozzolo 12.063 Rocca de’ Giorgi 77 11.986
Trentino -Alto Adige Tonadico 1.473 Sagron Mis 203 1.270
Veneto Albignasego 23.205 San Mauro di Saline 573 22.632
Friuli -Venezia Giulia San Giorgio di Nogaro 7.749 Tramonti di Sopra 387 7.362
Liguria - - - - -
Emilia Romagna Carpi 69.012 Portico eSan Benedetto 801 68.211
Toscana Pontedera 28.355 Lajatico 1.374 26.981
Umbria Trevi 8.426 Campello sul Clitunno 2.548 5.878
Marche Montemarciano 10.252 Moresco 622 9.630
Lazio Palombara Sabina 12.987 Vivaro Romano 192 12.795
Abruzzo Montesilvano 51.471 Guilmi 442 51.029
Molise Bojano 8.177 Molise 164 8.013
Campania Mondragone 27.383 Valle dell’Angelo 316 27.067
Puglia Brindisi 89.833 Giuggianello 1.256 88.577
Basilicata - - - - -
Calabria Cetraro 10.128 Cellara 507 9.621
Sicilia Monreale 38.209 Roccafi orita 234 37.975
Sardegna Iglesias 27.514 Baradili 95 27.419
Italia Brindisi (PUG) 89.833 Rima San Giuseppe (PIE) 69 89.764
* Dati aggiornati al 30 novembre 2010
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
147
Tabella 5. La popolazione residente nei Piccoli Comuni presenti in UC, per regione, marzo 2011
Regione
Popolazione residentenei PC in
regione (a)
Popolazioneresidente in UC % popolazione
PC inUC (d)=(c)/(b)
% popolazione PC in UC sul tot.
popolazionedei PC (e)=(c)/(a)Totale (b) di cui
nei PC (c)
Piemonte 1.316.068 468.565 331.142 70,7% 25,2%
Valle d’Aosta 93.076 0 0 - 0,0%
Lombardia 2.155.462 351.501 277.608 79,0% 12,9%
Trentino - Alto Adige 463.697 2.951 2.951 100,0% 0,6%
Veneto 804.387 481.595 134.329 27,9% 16,7%
Friuli - Venezia Giulia 288.046 24.963 17.214 69,0% 6,0%
Liguria 250.567 0 0 - 0,0%
Emilia Romagna 415.221 1.312.361 151.702 11,6% 36,5%
Toscana 325.995 121.694 24.830 20,4% 7,6%
Umbria 121.754 39.485 13.685 34,7% 11,2%
Marche 343.702 166.593 81.007 48,6% 23,6%
Lazio 465.761 227.845 150.211 65,9% 32,3%
Abruzzo 363.425 243.011 71.207 29,3% 19,6%
Molise 156.898 93.912 59.259 63,1% 37,8%
Campania 684.464 431.325 37.527 8,7% 5,5%
Puglia 218.268 798.254 121.039 15,2% 55,5%
Basilicata 194.554 0 0 - 0,0%
Calabria 670.365 155.169 102.649 66,2% 15,3%
Sicilia 490.029 814.235 313.230 38,5% 63,9%
Sardegna 528.223 568.305 324.463 57,1% 61,4%
Totale 10.349.962 6.301.764 2.214.053 35,1% 21,4%
Il dato relativo alla popolazione residente si riferisce al 30 novembre 2010.
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
148 Le variabili territoriali
Le Unioni rappresentano un’importante presenza nel panorama istituzionale italiano non solo in ter-mini di comuni partecipanti o di popolazione, ma anche perché governano su un’ampia porzione di territorio nazionale. Il territorio complessivo delle Unioni è superiore al 17% della superficie italiana, due punti percentuali in più rispetto a quella rileva-ta nel 2010. Si tratta di un’area pari a quella di Lom-bardia, Piemonte e Valle d’Aosta insieme. Anche la dimensione media delle Unioni è cresciuta rispetto alla rilevazione precedente, passando da 150 kmq a 155,4 kmq, un’area di poco inferiore a quella di Pa-lermo e Trieste e superiore a quella di Torino.
Ancora una volta si conferma l’importante dato della Sardegna, dove oltre la metà del territorio re-gionale fa parte di Unioni, oltre a quelli altrettan-to significativi di Sicilia (37,3%), Molise (35,4%) ed Emilia Romagna (32% ca.). Ed è proprio in Sarde-gna che si trovano 3 delle 4 Unioni più estese: Alta Gallura (1.140 kmq), Del Montalbo (910 kmq) e Del Logudoro (708 kmq). La più piccola si trova invece in Piemonte: si tratta dell’Unione Molino dei Torti e Alzano Scrivia, il cui territorio è pari a soli 5 kmq. Inoltre, tra le ultime 20 Unioni più piccole, ben 17 si trovano in Lombardia.
Per quanto riguarda invece i singoli comuni che compongono le Unioni, sia il più piccolo che il più grande si trovano in Sicilia: si tratta, rispettivamen-te, di Roccafioritia (1 kmq) e di Monreale (529 kmq).
La rilevanza dei Piccoli Comuni all’interno del-le Unioni è ulteriormente sottolineata anche dai dati relativi alla superficie territoriale: infatti, poco meno dei due terzi del territorio ricadente in un’Unione (63,9%) è amministrato da una realtà lo-cale con meno di 5.000 residenti. Rilevano, in parti-colare, i dati della Lombardia e del Friuli - Venezia Giulia, dove il 94% del territorio delle Unioni re-gionali è di fatto costituito da Piccoli Comuni. Per-centuali elevate si evidenziano anche in Piemonte (86,8%), Calabria (85,1%) e Lazio (83,2%). Situazione opposta è, invece, quella della Puglia, dove solo il 18,4% del territorio delle Unioni regionali è costi-tuito da PC.
Il maggior coinvolgimento di PC si rileva però in Sicilia e Sardegna, dove, rispettivamente, il 69,1% e il 56,8% della superficie territoriale regionale dei PC è inserita in una di queste forme associative.
149Tabella 6. La superfi cie territoriale (kmq) dei comuni presenti in UC, per regione, marzo 2011
Regione
Superfi cie territoriale (kmq)% superfi cie territoriale
delle UC (c)=(b)/(a)Totale (a) Di cui nelle UC (b)
Piemonte 25.402 4.708 18,5%
Valle d’Aosta 3.263 0 0,0%
Lombardia 23.863 3.117 13,1%
Trentino - Alto Adige 13.607 176 1,3%
Veneto 18.399 1.788 9,7%
Friuli - Venezia Giulia 7.858 443 5,6%
Liguria 5.422 0 0,0%
Emilia Romagna 22.446 7.164 31,9%
Toscana 22.994 646 2,8%
Umbria 8.456 488 5,8%
Marche 9.366 921 9,8%
Lazio 17.236 2.458 14,3%
Abruzzo 10.763 887 8,2%
Molise 4.438 1.572 35,4%
Campania 13.590 1.175 8,6%
Puglia 19.358 3.177 16,4%
Basilicata 9.995 0 0,0%
Calabria 15.081 1.837 12,2%
Sicilia 25.711 9.587 37,3%
Sardegna 24.090 12.254 50,9%
Totale 301.336 52.398 17,4%
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
150Tabella 7. La superfi cie territoriale (kmq) dei Piccoli Comuni presenti in UC,per regione, marzo 2011
Regione
Superfi cie territoriale
(kmq) dei PC in regione (a)
Superfi cie territoriale(kmq) delle UC % superfi cie
PC in UC (d)=(c)/(b)
% superfi cie PC in UCsul tot.
superfi cie dei PC (e)=(c)/(a)Totale (b) Di cui
nei PC (c)
Piemonte 19.921 4.708 4.085 86,8% 20,5%
Valle d’Aosta 3.242 0 0 - 0,0%
Lombardia 15.284 3.117 2.933 94,1% 19,2%
Trentino - Alto Adige 10.846 176 176 100,0% 1,6%
Veneto 8.029 1.788 1.050 58,7% 13,1%
Friuli - Venezia Giulia 5.484 443 417 94,1% 7,6%
Liguria 3.906 0 0 - 0,0%
Emilia Romagna 8.868 7.164 2.182 30,5% 24,6%
Toscana 9.432 646 407 63,0% 4,3%
Umbria 2.900 488 195 40,0% 6,7%
Marche 4.937 921 588 63,8% 11,9%
Lazio 7.463 2.458 2.044 83,2% 27,4%
Abruzzo 7.568 887 573 64,6% 7,6%
Molise 3.639 1.572 1.164 74,1% 32,0%
Campania 7.703 1.175 419 35,7% 5,4%
Puglia 2.761 3.177 586 18,4% 21,2%
Basilicata 5.802 0 0 - 0,0%
Calabria 10.149 1.837 1.564 85,1% 15,4%
Sicilia 8.082 9.587 5.588 58,3% 69,1%
Sardegna 16.762 12.254 9.515 77,6% 56,8%
Totale 162.778 52.398 33.486 63,9% 20,6%
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
151
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Gra�co 4. La struttura delle Unioni per tipologia di comuniche vi partecipano, marzo 2011
21
44
60
69
143
0 15 30 45 60 75 90 105 120 135 150
Solo Grandi
Satellitari
Coppie
Arcipelaghi
Solo Piccoli
N° di Unioni di Comuni
La struttura delle Unioni
Non esistono veri e propri modelli relazionali che legano tra loro i comuni partecipanti alla medesi-ma unione. Tuttavia è possibile tratteggiare alcune costanti che si rintracciano a livello locale, sulla base delle quali sono stati individuati 5 diversi modelli di aggregazione.
Il primo, e più numeroso, è quello composto dalle 143 Unioni (42,4%) alle quali partecipano solo Pic-coli Comuni, molto diffuse soprattutto in Piemon-te, Lombardia e Lazio. Di queste, ben 35 hanno una popolazione complessiva inferiore alle 5.000 unità, mentre altre 41 hanno una popolazione re-sidente complessiva superiore alle 10.000 unità, dimensione già significativa. All’interno di questo
cluster i due estremi, inferiore e superiore, sono rappresentati dall’Unione Val Pitta (6 comuni per complessivi 775 abitanti) e dall’Unione del Sinis Montiferru (12 comuni e 20.878 abitanti).
All’opposto, ci sono poi le Unioni costituite solo da comuni la cui popolazione residente è supe-riore a 5.000 unità. È questo il gruppo meno nu-meroso, composto solo da 21 Unioni, particolar-mente diffuso in Emilia Romagna. In alcuni casi tali Unioni raggiungono anche dimensioni demo-grafiche significative: in 3 casi la popolazione re-sidente nelle Unioni di questa tipologia superano le 100mila unità. Si tratta delle Unioni Terre d’Ar-gine (104.354 abitanti) e Terra di Mezzo (102.259 abitanti) entrambe in Emilia Romagna, e Valesio (116.148 abitanti) in Puglia.
152 Il terzo modello è quello definito degli “arcipela-ghi”. È il secondo gruppo più numeroso (69) ed è costituito da Unioni alle quali aderiscono diversi comuni piccoli e meno piccoli, per la gestione as-sociata di funzioni, sulla base di esigenze specifi-che del territorio di riferimento. Il range dimensio-nale di questa tipologia oscilla tra 9.870 abitanti dei comuni associati all’Unione Grangia Vercellese in Piemonte e i 44.768 residenti dei comuni ade-renti all’Unione Grecia Salentina in Puglia.
Vi è poi la tipologia di Unioni che aggrega solo due comuni, denominata “coppie”, entrambi di picco-le dimensioni demografiche, oppure entrambi con popolazione residente superiore alle 5.000 unità. In altri casi invece si uniscono un comune pic-colo e un comune grande: il caso più significati-vo è quello dell’Unione della Baronia, in Sicilia, a cui partecipano il piccolo comune di Giardinello (2.251 abitanti) e il comune di Carini, che conta ol-tre 36mila abitanti. Sono 60 le Unioni che rientra-no in tale fattispecie.
L’ultima classe aggrega le Unioni satellitari, ossia quelle costituite da uno o due centri di dimensio-ni superiori ai 5000 abitanti che aggregano a sé un certo numero di Piccoli Comuni. Sono 44 le Unioni di questo tipo, particolarmente diffuse in Emilia Ro-magna e Sicilia, dove si contano 10 di queste Unioni, e in Sardegna (8). L’Unione Valdera, unica presente in Toscana, e l’Unione Città territorio Val Vibrata, unica in Abruzzo, rientrano in tale tipologia.
153
Le Comunità Montane nel 2011
La distribuzione territoriale delle Comunità
Le Comunità Montane (CM) nel nostro Paese rap-presentano una realtà diffusa. Complessivamente sono 264, con un numero di amministrazioni co-munali coinvolte pari a 3.588, ovvero quasi la metà dei comuni italiani (il 44,3%).
Le Comunità Montane sono distribuite in tutte le re-gioni italiane, ad esclusione della Sicilia dove non si trovano aggregazioni istituzionali di tale genere. In Lombardia e Trentino - Alto Adige si trova il maggior numero di CM (23), seguite da Piemonte e Lazio (22), Campania e Calabria (20 per entrambe le regioni). Il minor numero di CM, invece, si rileva in Friuli - Ve-nezia Giulia (4), Umbria e Sardegna (5 in entrambe), nonostante la loro ampia superficie montana.
Se si guarda alla percentuale dei comuni che in ciascuna regione appartengono ad una Comunità Montana, emerge come siano quelli alto-atesini a registrare i valori più alti (99,7%; un unico co-mune - Bolzano - non fa parte di alcuna Comuni-tà), seguiti da quelli valdostani (98,6%) e molisani (91,9%). All’opposto i comuni sardi (12,5%), mentre quelli pugliesi ed emiliano-romagnoli non arriva-no ad un terzo del totale regionale (rispettivamen-te, 24% e 27,3%).
Da segnalare la presenza di alcuni territori re-gionali che pur registrando un numero relativa-mente basso di tali aggregazioni, contano poi un alto numero di comuni impegnati istituzional-mente in esse: è il caso della Valle d’Aosta, dove 8 CM aggregano la quasi totalità dei comuni (solo il capoluogo Aosta non partecipa ad alcuna ag-gregazione) e dell’Umbria, dove 5 CM vedono il coinvolgimento di oltre i quattro quinti delle isti-tuzioni comunali (87%). All’estremo opposto si trova la Lombardia che conta 23 CM e poco più di un terzo dei comuni coinvolti.
Guardando al grado di montanità dei comuni presenti nelle CM, questi possono appartenere a diverse tipologie, a seconda della classificazione montana del proprio territorio. Sono pochissimi i comuni il cui territorio è classificato “non mon-tano” (95, ovvero il 2,6% del totale), mentre poco più di un decimo è classificato come “parzialmen-te montano” (378, ovvero l’11% del totale). 3.115 comuni (l’87%) sono invece propriamente “mon-tani”. Quasi la totalità dei comuni valdostani, lombardi e alto-atesini appartiene a quest’ultima classe. Situazione opposta è quella evidenziata in Puglia, dove il 42% di comuni è montano, mentre ben il 45% è solo “parzialmente montano” e dove si rileva anche la percentuale maggiore di comuni non montani (13%).
154Tabella 8. La distribuzione delle Comunità Montane e dei comuniin esse presenti, per regione, marzo 2011
Regione N° CM (a) N° comuniin regione (b)
N° comuniin CM (c)
% comuniin CM
(d)=(c)/(b)
Piemonte 22 1.206 553 45,9%
Valle d’Aosta 8 74 73 98,6%
Lombardia 23 1.546 530 34,3%
Trentino - Alto Adige 23 333 332 99,7%
Veneto 19 581 171 29,4%
Friuli - Venezia Giulia 4 218 95 43,6%
Liguria 12 235 154 65,5%
Emilia Romagna 10 348 95 27,3%
Toscana 13 287 105 36,6%
Umbria 5 92 80 87,0%
Marche 9 239 98 41,0%
Lazio 22 378 245 64,8%
Abruzzo 19 305 224 73,4%
Molise 10 136 125 91,9%
Campania 20 551 263 47,7%
Puglia 6 258 62 24,0%
Basilicata 14 131 114 87,0%
Calabria 20 409 222 54,3%
Sicilia 0 390 0 0,0%
Sardegna 5 377 47 12,5%
Totale 264 8.094 3.588 44,3%
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
155
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Figura 2. La distribuzione delle Comunità Montane in Italia, marzo 2011
156Tabella 9. Numero di comuni presenti in Comunità Montane, per grado di montanitàe regione, marzo 2011
Regione Non montani Parzialmente montani Montani Totale
Piemonte 29 21 503 553
Valle d’Aosta 0 0 73 73
Lombardia 0 2 528 530
Trentino - Alto Adige 0 0 332 332
Veneto 13 39 119 171
Friuli - Venezia Giulia 1 16 78 95
Liguria 5 6 143 154
Emilia Romagna 3 10 82 95
Toscana 2 10 93 105
Umbria 1 19 60 80
Marche 0 9 89 98
Lazio 14 57 174 245
Abruzzo 0 24 200 224
Molise 4 11 110 125
Campania 0 89 174 263
Puglia 8 28 26 62
Basilicata 0 9 105 114
Calabria 10 28 184 222
Sicilia 0 0 0 0
Sardegna 5 0 42 47
Totale 95 378 3.115 3.588
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
157Guardando all’analisi dell’ammontare di comuni che partecipano ad una CM, emerge come l’uni-verso di queste si divida prevalentemente in due parti: quelle che vedono la partecipazione di un numero di comuni compreso tra 11 e 20, e che co-stituiscono la maggioranza (43,2%) e quelle com-poste fino ad un massimo di 10 comuni (41,7%). Il restante universo si compone di CM a cui parteci-pano tra i 21 e i 30 comuni (l’8,7%) e da CM costitu-ite da oltre 30 comuni (6,4%).
In media, sono 13 i comuni che partecipano a cia-scuna Comunità Montana, anche se come visto so-pra, esiste una grande variabilità: così a CM costitu-ite da due soli comuni (Belluno Ponte nelle Alpi in Veneto e Zona III Monti della Tolfa nel Lazio) si con-trappongono CM a cui partecipano 43 comuni (Valle Susa e Val Sangone, sempre in Piemonte).
L’analisi dei dati relativi alla dimensione demogra-fica dei comuni che partecipano ad una Comunità Montana mette in evidenzia come questo tipo di aggregazione istituzionale risponda a specifici bi-sogni di aggregazione. Le CM sono infatti costitui-te prevalentemente da Piccoli Comuni: quelli con meno di 2.000 abitanti rappresentano il 62,1% del totale dei comuni mentre quelli con popolazione compresa tra 2.000 e 5000 abitanti sono il 25%.
In generale, dunque, le CM coinvolgono prevalen-temente comuni di piccola dimensione. Su 10 co-muni partecipanti ad esse, circa 9 sono di piccole dimensioni demografiche (87,1%, pari a 3.124 pic-coli comuni). In particolare, oltre alla Valle d’Aosta, dove tutti i 73 comuni che partecipano alle 8 CM sono di piccole dimensioni, si segnalano i casi del Piemonte, della Sardegna, della Liguria, dell’Abruz-zo e del Molise dove i PC rappresentano oltre il 90% delle amministrazioni comunali coinvolte. Da ri-levare anche come tutti i 299 Piccoli Comuni del Trentino - Alto Adige hanno aderito ad una Comu-nità Montana, accanto a realtà locali di dimensioni demografiche maggiori: per questo motivo la per-centuale di PC all’interno delle CM è pari al 90,1%.
All’opposto sono solo 34 i Piccoli Comuni pugliesi che hanno aderito ad una Comunità montana (il 54,8%). Da segnalare la Sardegna, in cui se è vero che ben il 95,7% dei comuni che aderisce ad una Comunità Montana ha una popolazione inferiore ai 5000 abitanti, è anche vero che questi rappre-sentano circa un sesto (14,4%) dei PC regionali.
Esistono poi 88 Comunità Montane costituite sol-tanto da Piccoli Comuni: tra queste Alta Langa e Langa Valli Bormida e Uzzone è quella che conta il maggior numero di adesioni, ben 39. Contra-riamente le CM a cui aderiscono esclusivamente comuni con una popolazione superiore ai 5.000 abitanti sono Belluno Ponte nelle Alpi, in Veneto e Murgia Barese sud-est, in Puglia.
158
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Gra�co 5. Numero di Comunità Montane (valore percentuale) per ammontare di comuniche vi partecipano, marzo 2011
Fino a 10 comuni
Tra 11 e 20 comuni
Tra 21 e 30 comuni
Più di 30 comuni
41,7%
6,4%8,7%
43,2%
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Gra�co 6. Numero di comuni (valore percentuale) presenti in Comunità Montane,per classe di ampiezza demogra�ca del comune, marzo 2011
3,5% 1,1%Fino a 1.999 ab.
Da 2.000 a 4.999 ab.
Da 5.000 a 9.999 ab.
Da 10.000 a 19.999 ab.
Da 20.000 ab. in poi
62,1%25,0%
8,3%
159
Tabella 10. La distribuzione dei Piccoli Comuni presenti in Comunità Montane,per regione, marzo 2011
RegioneN° Piccoli Comuni in regione (a)
N° comuni in CM% Piccoli
Comuni in CM
(d)=(c)/(b)
% Piccoli Comuni in CMsul tot.
dei PC (e)=(c)/(a)Totale (b) di cui Piccoli
Comuni (c)
Piemonte 1.070 553 521 94,2% 48,7%
Valle d’Aosta 73 73 73 100,0% 100,0%
Lombardia 1.088 530 472 89,1% 43,4%
Trentino -Alto Adige 299 332 299 90,1% 100,0%
Veneto 313 171 137 80,1% 43,8%
Friuli -Venezia Giulia 155 95 84 88,4% 54,2%
Liguria 183 154 146 94,8% 79,8%
Emilia Romagna 156 95 79 83,2% 50,6%
Toscana 134 105 73 69,5% 54,5%
Umbria 58 80 54 67,5% 93,1%
Marche 172 98 85 86,7% 49,4%
Lazio 253 245 189 77,1% 74,7%
Abruzzo 250 224 203 90,6% 81,2%
Molise 125 125 120 96,0% 96,0%
Campania 331 263 217 82,5% 65,6%
Puglia 84 62 34 54,8% 40,5%
Basilicata 99 114 94 82,5% 94,9%
Calabria 327 222 199 89,6% 60,9%
Sicilia 200 0 0 - 0,0%
Sardegna 313 47 45 95,7% 14,4%
Totale 5.683 3.588 3.124 87,1% 55,0%
Per Piccoli Comuni si intendono i comuni che contano al 30 novembre 2010 una popolazione residente pario inferiore ai 5.000 abitanti
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
160 La dimensione demograficadelle Comunità Montane
Nei comuni appartenenti a Comunità Monta-ne risiede il 16,1 % della popolazione del Paese (9.752.215 abitanti). Per il solo Trentino-Alto Adige questa percentuale sale al 90% della popolazione residente; seguono la Valle d’Aosta (72,6%), la Ba-silicata (57,8%) ed il Molise (55,9%), regioni in cui la popolazione residente in comuni appartenenti ad una CM è comunque superiore alla metà della popolazione regionale complessiva.
A livello regionale si osserva una grande variabi-lità territoriale. Accanto alle regioni sopra men-zionate, si trovano regioni in cui la popolazione residente in comuni appartenenti ad una CM è in-feriore al dato medio nazionale: tra queste in par-ticolare, fatta eccezione per la Sicilia che, come già rilevato, non conta CM, la Sardegna (5,8%), l’Emilia Romagna (7%), la Toscana (11,7%), la Puglia (12,4%), la Lombardia (12,8%), la Liguria (13,5%), la Campa-nia (13,7%) ed il Veneto (15%) che non raggiungono il valore percentuale medio nazionale.
Se, mediamente a livello nazionale, in ogni Comu-nità Montana risiedono 36.900 abitanti (dimensio-ne simile a quelle di Nuoro, Belluno o San Giuliano Milanese), a livello territoriale si osservano forti differenze. Così, la CM demograficamente più pic-cola si trova in Valle d’Aosta - Walser Alta Valle del Lys (2043 abitanti e 4 comuni) - mentre quella più grande si trova nel Lazio - Zona XI Castelli Romani - Prenestini (170.352 e 13 comuni).
Che le CM possano superare anche i limiti delle piccole dimensioni comunali delle singole realtà che le formano è intuibile anche dal fatto che oltre la metà (139, il 52,6% del totale) ha una popola-zione complessiva superiore ai 25mila abitanti. Se a queste si aggiungono le 101 Comunità Monta-ne con popolazione compresa tra 10mila e 25mila abitanti, la percentuale sale al 90,9%. Sono, all’op-posto, solo 8 le CM con una popolazione comples-siva inferiore a 5000 abitanti, il 3% del totale.
161Tabella 11. La popolazione residente nei comuni presenti in Comunità Montane,per regione, marzo 2011
RegionePopolazione residente* % popolazione residente
in CM (c)=(b)/(a)Totale (a) Di cui in CM (b)
Piemonte 4.456.525 800.558 18,0%
Valle d’Aosta 128.129 93.076 72,6%
Lombardia 9.909.216 1.267.923 12,8%
Trentino - Alto Adige 1.036.639 932.669 90,0%
Veneto 4.936.197 742.836 15,1%
Friuli - Venezia Giulia 1.235.761 240.795 19,5%
Liguria 1.616.993 217.818 13,5%
Emilia Romagna 4.429.729 310.950 7,0%
Toscana 3.749.201 439.286 11,7%
Umbria 906.675 414.103 45,7%
Marche 1.564.881 291.209 18,6%
Lazio 5.724.365 1.068.470 18,7%
Abruzzo 1.342.178 439.358 32,7%
Molise 319.834 178.842 55,9%
Campania 5.833.120 797.174 13,7%
Puglia 4.090.469 508.752 12,4%
Basilicata 587.680 339.420 57,8%
Calabria 2.011.532 571.101 28,4%
Sicilia 5.050.486 0 0,0%
Sardegna 1.675.279 97.875 5,8%
Italia 60.604.889 9.752.215 16,1%
* Dati aggiornati al 30 novembre 2010
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
162 Accanto a queste, si rileva anche una forte varia-bilità relativamente alla dimensione demografica di comuni aderenti a CM: accanto a piccoli e picco-lissimi comuni si trovano comuni medi e capoluo-go di provincia. Così, a livello nazionale, si passa da comuni con 34 abitanti (Pedesina, che aderisce alla Comunità Montana di Valtellina di Morbegno in Lombardia ) a città con oltre 100mila residenti (Trento, che aderisce alla Comunità Montana delle Giudicarie).
Questa variabilità è confermata anche a livello regionale, dove si trovano divari significativi tra comuni più e meno popolosi. Lo scarto maggiore si rileva proprio in Trentino - Alto Adige, dove la differenza demografica tra il comune più piccolo (Massimeno, 119 abitanti appartenente anch’esso alla Comunità Montana delle Giudicarie) e quello più grande (Trento, 116.386) è pari a 116.267 unità. Gli scarti più bassi si rilevano, invece, nelle Comu-nità Montane valdostane (4.857 unità di differenza di abitanti tra Chatillon, 4.958 abitanti, Chamois, 101 abitanti, appartenenti alla Comunità Montana Monte Cervino).
163
Tabella 12. La popolazione massima e minima dei comuni appartenenti a Comunità Montane, per regione, marzo 2011
Regione
Popolazione residente*
Massimo MinimoDifferenza
Comune V.A. Comune V.A.
Piemonte Domodossola 18.494 Moncenisio 42 18.452
Valle d’Aosta Chatillon 4.958 Chamois 101 4.857
Lombardia Lumezzane 23.799 Pedesina 34 23.765
Trentino -Alto Adige Trento 116.386 Massimeno 119 116.267
Veneto Bassano del Grappa 43.524 Laghi 128 43.396
Friuli -Venezia Giulia Gorizia 35.849 Drenchia 142 35.707
Liguria Serra Riccò 7.998 Rondanina 79 7.919
Emilia Romagna Pavullo nel Frignano 17.344 Zerba 95 17.249
Toscana Pescia 19.832 Vergemoli 338 19.494
Umbria Bastia Umbra 21.803 Poggiodomo 146 21.657
Marche Fabriano 31.965 Acquacanina 126 31.839
Lazio Terracina 44.425 Marcetelli 111 44.314
Abruzzo Avezzano 42.012 Montelapiano 76 41.936
Molise Venafro 11.530 Provvidenti 128 11.402
Campania Baronissi 16.869 Valle dell’Angelo 316 16.553
Puglia Massafra 32.434 Celle di San Vito 178 32.256
Basilicata Melfi 17.545 San Paolo Albanese 327 17.218
Calabria Castrovillari 22.560 Staiti 292 22.268
Sicilia - - - - -
Sardegna Dorgali 8549 Esporlatu 431 8.118
Totale Trento (TAA) 116.386 Pedesina (LOM) 34 116.352
* Dati aggiornati al 30 novembre 2010
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
164 Quasi metà della popolazione delle CM risiede in un piccolo comune (49,1% pari a 4.784.720).
Per le Comunità Montane pugliesi ed umbre questa percentuale decresce fortemente, rispettivamente al 14,3% e al 27,8%. Per queste ultime, tuttavia, si ri-leva un dato interessante: seppure i PC partecipanti alle Comunità siano una piccola percentuale dei co-muni aderenti alle CM è altrettanto vero che quasi tutti i PC partecipano ad una Comunità. Per questo motivo, la percentuale di popolazione residente in PC che partecipano alle CM è pari solo al 27,8%, mentre con rifermento alla popolazione complessi-va dei PC umbri tale percentuale sale al 94,7%.
Discorso analogo vale per i PC del Trentino - Alto Adige: tutti i PC della regione fanno parte di una Comunità Montana (299 comuni e 100% di popo-lazione), ma rispetto al dato complessivo della popolazione residente in comuni cha fanno par-te di una Comunità Montana rappresentano poco meno della metà (49,7%).
Situazione diversa è invece quella che si rileva in Sardegna: l’83,7% della popolazione residente riu-nita in CM vive in un piccolo centro, ma la percen-tuale dei PC che ha aderito ad una CM è piuttosto bassa, come evidenziato dal fatto che solo un se-sto (15,5%) della popolazione residente in un PC fa anche parte di una CM.
165
Tabella 13. La popolazione residente nei Piccoli Comuni presenti in Comunità Montane, per regione, marzo 2011
Regione
Popolazione residente nei PC in regione
(a)
Popolazione residente in CM% popola-
zione PC in CM (d)=(c)/(b)
% popolazionePC in CM sul
tot. popolazionedei PC
(e)=(c)/(a)
Totale(b)
di cui nei PC(c)
Piemonte 1.316.068 800.558 516.477 64,5% 39,2%
Valle d’Aosta 93.076 93.076 93.076 100,0% 100,0%
Lombardia 2.155.462 1.267.923 732.924 57,8% 34,0%
Trentino -Alto Adige 463.697 932.669 463.697 49,7% 100,0%
Veneto 804.387 742.836 293.627 39,5% 36,5%
Friuli -Venezia Giulia 288.046 240.795 108.977 45,3% 37,8%
Liguria 250.567 217.818 164.741 75,6% 65,7%
EmiliaRomagna 415.221 310.950 181.363 58,3% 43,7%
Toscana 325.995 439.286 158.702 36,1% 48,7%
Umbria 121.754 414.103 115.262 27,8% 94,7%
Marche 343.702 291.209 134.208 46,1% 39,1%
Lazio 465.761 1.068.470 320.436 30,0% 68,8%
Abruzzo 363.425 439.358 243.477 55,4% 67,0%
Molise 156.898 178.842 141.524 79,1% 90,2%
Campania 684.464 797.174 411.912 51,7% 60,2%
Puglia 218.268 508.752 72.836 14,3% 33,4%
Basilicata 194.554 339.420 180.549 53,2% 92,8%
Calabria 670.365 571.101 369.029 64,6% 55,1%
Sicilia 490.029 0 0 - 0,0%
Sardegna 528.223 97.875 81.903 83,7% 15,5%
Totale 10.349.962 9.752.215 4.784.720 49,1% 46,2%
Il dato relativo alla popolazione residente si riferisce al 30 novembre 2010
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
166 Le variabili territoriali
La rilevanza delle Comunità Montane si evidenzia anche dall’ampia porzione di territorio naziona-le che governano. Quasi la metà della superficie territoriale complessiva dei comuni appartiene a quelli presenti nelle comunità montane (46,1% pari a 138.824 kmq). Questa percentuale decresce di molto se si considera la superficie territoriale re-gionale delle CM sarde (15,7%), pugliesi (33,1%) ed emiliano-romagnole (33,2%). Sotto la media sono anche quelle lombarde (42,9%), toscane (40,4%) e venete (36,3%).
All’opposto le Comunità Montane valdostane e alto-atesine registrano valori molto elevati (rispet-tivamente, 99,3% e 99,6%), seguite da quelle mo-lisane (85,7%), abruzzesi (76,3%) e lucane (74,6%).
La superficie media delle CM è pari a 525,84 kmq, un territorio piuttosto vasto (Milano per esempio ha una superficie di 182 kmq) Per quanto riguar-da le singole CM, tanto quella con la superficie maggiore che quella con la superficie minore si trovano in Trentino - Alto Adige: si tratta rispetti-vamente della Comunità della Val Pusteria (2.071 kmq per 26 comuni) e della Comunità Rotaliana e Konigsberg (94 kmq e 8 comuni).
Naturalmente la grande variabilità a livello di CM si evidenzia anche a livello di comuni che le com-pongono. Così quello più piccolo si trova in Trenti-no - Alto Adige (Fiera di Primiero, della omonima Comunità) mentre il più grande si trova in Toscana (Manciano, della Comunità Colline del Fiora). Da
rilevare come i primi 82 comuni più piccoli par-tecipanti alle CM siano localizzati nelle regioni settentrionali del Paese: 42 comuni si trovano in Lombardia, 24 in Piemonte, 12 in Trentino - Alto Adige, 2 in Liguria e uno ciascuno in Valle d’Aosta e Friuli - Venezia Giulia.
Guardando alla superficie territoriale dei soli PC presenti nelle Comunità Montane, i valori percen-tuali rispetto alla superficie complessiva di queste aggregazioni istituzionali si alzano notevolmente: il 75,4% di questa appartiene ai comuni entro i 5.000 abitanti (104.640 kmq su 138.824 kmq di su-perficie complessiva delle CCMM). Valori molto al di sopra di tale media sono registrati dalla super-ficie dei PC in CCMM alto-atesine (100%), valdosta-ne (99,9%) e molisane (94,8%); all’opposto molto più bassi i valori in Sardegna (20,2%) e a seguire in Toscana (56,4%).
167Tabella 14. La superfi cie territoriale (kmq) dei comuni presenti in Comunità Montane, per regione, marzo 2011
RegioneSuperfi cie territoriale (kmq) % superfi cie territoriale
delle CM(c)=(b)/(a)
Totale(a)
Di cui nelle CM(b)
Piemonte 25.402 13.850 54,5%
Valle d’Aosta 3.263 3.240 99,3%
Lombardia 23.863 10.230 42,9%
Trentino - Alto Adige 13.607 13.546 99,6%
Veneto 18.399 6.678 36,3%
Friuli - Venezia Giulia 7.858 4.550 57,9%
Liguria 5.422 3.664 67,6%
Emilia Romagna 22.446 7.452 33,2%
Toscana 22.994 9.278 40,4%
Umbria 8.456 5.871 69,4%
Marche 9.366 5.207 55,6%
Lazio 17.236 8.953 51,9%
Abruzzo 10.763 8.214 76,3%
Molise 4.438 3.805 85,7%
Campania 13.590 8.150 60,0%
Puglia 19.358 6.415 33,1%
Basilicata 9.995 7.452 74,6%
Calabria 15.081 8.494 56,3%
Sicilia 25.711 0 0,0%
Sardegna 24.090 3.775 15,7%
Totale 301.336 138.824 46,1%
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
168
Tabella 15. La superfi cie territoriale (kmq) dei Piccoli Comuni presenti in ComunitàMontane, per regione, marzo 2011
Regione
Superfi cieterritoriale
(kmq) dei PC in regione (a)
Superfi cie territoriale (kmq)delle CM % superfi cie
PC in CM (d)=(c)/(b)
% superfi cie PCin CM sul
tot. superfi ciedei PC (e)=(c)/(a)Totale (b) Di cui nei PC (c)
Piemonte 19.921 13.850 12.612 91,1% 63,3%
Valle d’Aosta 3.242 3.240 3.240 100,0% 99,9%
Lombardia 15.284 10.230 8.895 87,0% 58,2%
Trentino -Alto Adige 10.846 13.546 10.841 80,0% 100,0%
Veneto 8.029 6.678 4.814 72,1% 60,0%
Friuli -Venezia Giulia 5.484 4.550 3.930 86,4% 71,7%
Liguria 3.906 3.664 3.516 96,0% 90,0%
Emilia Romagna 8.868 7.452 5.967 80,1% 67,3%
Toscana 9.432 9.278 5.318 57,3% 56,4%
Umbria 2.900 5.871 2.761 47,0% 95,2%
Marche 4.937 5.207 3.360 64,5% 68,1%
Lazio 7.463 8.953 5.749 64,2% 77,0%
Abruzzo 7.568 8.214 6.805 82,8% 89,9%
Molise 3.639 3.805 3.451 90,7% 94,8%
Campania 7.703 8.150 6.121 75,1% 79,5%
Puglia 2.761 6.415 1.812 28,2% 65,6%
Basilicata 5.802 7.452 5.277 70,8% 91,0%
Calabria 10.149 8.494 6.786 79,9% 66,9%
Sicilia 8.082 0 0 - 0,0%
Sardegna 16.762 3.775 3.385 89,7% 20,2%
Totale 162.778 138.824 104.640 75,4% 64,3%
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
169Forme di aggregazione istituzionale riconducibili alle Unioni ed alle Comunità montane sembrano essere complessivamente diffuse lungo l’intera penisola italiana, anche con forme di sovrapposi-zioni territoriali.
Nello specifico, sono 310 i comuni che partecipano tanto ad Unioni di Comuni che a Comunità Mon-tane. Tra questi il più grande per popolazione resi-dente è Massafra, in Puglia (32.434 abitanti) che fa parte della CM Murgia Tarantina e dell’UC Crispia-no, Massafra, Statte. Il più piccolo è, invece, Rima San Giuseppe (69 abitanti, in provincia di Vercelli) che aderisce alla CM Valsesia e all’Unione Val Pitta. Da un punto di vista territoriale, invece, il comune più grande è Formazza (130,48 kmq, in Piemonte) che appartiene tanto alla CM Valli dell’Ossola e dell’Unione Valli Antigorio Divedro, mentre quello più piccolo è Borgo di Terzo (1,86 kmq, in Lombar-dia) che fa parte tanto della CM dei Laghi Berga-maschi che dell’UC Media Val Cavallina.
Le sovrapposizioni tra i territoridelle Unioni di Comuni e delle Comunità Montane
Infine, il maggior numero di comuni (8) che par-tecipano contemporaneamente alle due forme di aggregazione istituzionale si trovano in Piemon-te e in Puglia. Si tratta rispettivamente della CM Valli dell’Ossola e Unione Valli Antigorio Divedro Formazza e della CM dei Monti Martani, Serano, Subasio ed Unione Terre dell’olio e del Sagrantino
Al fine di evidenziare il fenomeno delle Unioni di Comuni e delle Comunità Montante, nel paragra-fo successivo verranno evidenziate, per ciascuna regione, le principali caratteristiche delle due di-verse forme associative, anche attraverso il ricor-so alla cartografia, grazie alla quale sarà possibile individuare le aree di sovrapposizione territoriali.
170
Fonte: elaborazione IFEL - Uf�cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Figura 3. Le sovrapposizioni territoriali delle Unioni e delle Comunità Montane, 2011
Partecipante ad Unione di Comuni
Partecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana
172
Piemonte
Unioni di Comuni
Numero Unioni 50
Numero comuni nelle Unioni 308
Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione
25,5%
Piccoli Comuni nelle Unioni 294
Popolazione residente in Unioni 468.565
Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale
10,5%
Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni
4.708
Dimensione media delle Unioniper popolazione
9.371
Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione
1.521
Comune in Unionecon popolazione massima
Fossano (24.837 ab.)
Comune in Unionecon popolazione minima
Rima S. Giuseppe (69 ab.)
Comune in Unione con superfi cie territoriale massima
Fossano (130,72 kmq)
Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima
Alzano Scrivia (2,07 kmq)
Unione più grandeper popolazione
Del Fossanese (35.611 ab.,7 comuni)
Unione più piccolaper popolazione
Val Pitta (775 ab., 6 comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011
Comunità Montane
Numero Comunità Montane 22
Numero comuninelle Comunità Montane di cui 553
comuni montani 503
comuni parzialmente montani 21
comuni non montani 29
Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione
45,9%
Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM
91,0%
Piccoli Comuni nelle Comunità Montane 521
Popolazione residentein Comunità Montane 800.558
Percentuale di popolazione resi-dente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale
18,0%
Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane 13.850
Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione 36.389
Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione
1.448
Comune in Comunità Montanacon popolazione massima
Domodossola (18.494 ab.)
Comune in Comunità Montanacon popolazione minima
Moncenisio (42 ab.)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima
Vinadio (183,92 kmq)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima
Miagliano (0,66 kmq)
Comunità Montana più grandeper popolazione
Valle Susae Val Sangone (116.287 ab.,43 comuni)
Comunità Montanapiù piccola per popolazione
Langa Astigianae Val Bormida
(7.056 ab.,16 comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
173
Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane
Numero di comuni 14
Popolazione residente totale 12.583
Superfi cie territoriale (kmq) totale 748
Comune con popolazione massima Crevoladossola (4.768 ab.)
Comune con popolazione minima Rima S. Giuseppe (69 ab.)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana
Piemonte
Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
174
Valle d’Aosta Comunità Montane
Numero Comunità Montane 8
Numero comuni nelle Comunità Montane di cui
73
comuni montani 73
comuni parzialmente montani 0
comuni non montani 0
Percentuale di comuniin Comunità Montane sul numero totale dei comuni in regione
98,6%
Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM
100,0%
Piccoli Comuni nelle Comunità Montane
73
Popolazione residentein Comunità Montane
93.076
Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale
72,6%
Superfi cie territoriale (kmq)delle Comunità Montane
3.240
Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione
11.635
Dimensione media dei comuni appartenenti a ComunitàMontane per popolazione
1.275
Comune in Comunità Montana con popolazione massima
Chatillon ( 4.958 ab.)
Comune in Comunità Montana con popolazione minima
Chamois (101 ab.)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima
Cogne (212,85 kmq)
Comune in Comunità Montana con superfi cie territoriale minima
Bard (3,02 kmq)
Comunità Montana più grande per popolazione
Mont Emilius(22.141 ab., 10 co-
muni)
Comunità Montana più piccola per popolazione
Walser Alta ValleDel Lys
(2.043 ab., 4 comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
175
Partecipante a Comunità Montana
In Valle d’Aosta non sono presenti Unioni di Comuni.
Valle d’Aosta
Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
176
Lombardia
Unioni di Comuni
Numero Unioni 56
Numero comuni nelle Unioni 202
Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione
13,1%
Piccoli Comuni nelle Unioni 193
Popolazione residente in Unioni 351.501
Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale
3,5%
Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni
3.117
Dimensione media delle Unioniper popolazione
6.277
Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione
1.740
Comune in Unionecon popolazione massima
Lonate Pozzolo (12.063 ab.)
Comune in Unionecon popolazione minima
Rocca de’ Giorgi(77 ab.)
Comune in Unione con superfi cie territoriale massima
Lanzada (115,95 kmq)
Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima
Cornale(1,69 kmq)
Unione più grandeper popolazione
Del Soresinese (21.331 ab., 10
comuni)
Unione più piccolaper popolazione
Valvarrone (777 ab., 4 comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011
Comunità Montane
Numero Comunità Montane 23
Numero comuninelle Comunità Montane di cui
530
comuni montani 528
comuni parzialmente montani 2
comuni non montani 0
Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione
34,3%
Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM
99,6%
Piccoli Comuni nelle Comunità Montane
472
Popolazione residentein Comunità Montane
1.267.923
Percentuale di popolazione resi-dente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale
12,8%
Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane
10.230
Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione
55.127
Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione
2.392
Comune in Comunità Montanacon popolazione massima
Lumezzane (23.799 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon popolazione minima
Pedesina(34 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima
Valdidentro (244,41 Kmq)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima
Fiorano al Serio (1,1 Kmq)
Comunità Montana più grandeper popolazione
Valle Seriana (139.421 Ab.,38 Comuni)
Comunità Montanapiù piccola per popolazione
Di Scalve (4.375 Ab.,4 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
177
Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane
Numero di comuni 76
Popolazione residente totale 114.667
Superfi cie territoriale (kmq) totale 1.745
Comune con popolazione massima Nave (11.135 ab.)
Comune con popolazione minima Spriana (105 ab.)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana
Lombardia
Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
178
Trentino - Alto Adige
Unioni di Comuni
Numero Unioni1
(Dell’alto Primiero)
Numero comuni nelle Unioni 3
Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione
0,9%
Piccoli Comuni nelle Unioni 3
Popolazione residente in Unioni 2.951
Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale
0,3%
Superfi cie territoriale (kmq)
delle Unioni176
Dimensione media delle Unioni
per popolazione2.951
Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione
984
Comune in Unionecon popolazione massima
Tonadico
(1.473 ab.)
Comune in Unionecon popolazione minima
Sagron Mis
(203 ab.)
Comune in Unione con superfi cie territoriale massima
Tonadico
(89,57 kmq)
Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima
Sagron Mis
(11,21 kmq)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011
Comunità Montane
Numero Comunità Montane 23
Numero comuninelle Comunità Montane di cui 332
comuni montani 332
comuni parzialmente montani 0
comuni non montani 0
Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione
99,7%
Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM
100,0%
Piccoli Comuni nelle Comunità Montane 299
Popolazione residentein Comunità Montane 932.669
Percentuale di popolazione resi-dente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale
90,0%
Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane 13.546
Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione 40.551
Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione
2.809
Comune in Comunità Montanacon popolazione massima
Trento (116.386 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon popolazione minima
Massimeno (119 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima
Sarentino/Sarntal (302,49 Kmq)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima
Fiera di Primiero (0,15 Kmq)
Comunità Montana più grandeper popolazione
ComunitàVal D’Adige(120.444 Ab.,4 Comuni)
Comunità Montanapiù piccola per popolazione
Magnifi ca Comunità degli Altipiani Cimbri
(4.506 Ab.,3 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
179
Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane
Numero di comuni 3
Popolazione residente totale 2.951
Superfi cie territoriale (kmq) totale 176
Comune con popolazione massima Tonadico (1.473 ab.)
Comune con popolazione minima Sagron Mis (203 ab.)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Partecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana
Trentino - Alto Adige
Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
180
Veneto
Unioni di Comuni
Numero Unioni 26
Numero comuni nelle Unioni 94
Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione
16,2%
Piccoli Comuni nelle Unioni 58
Popolazione residente in Unioni 481.595
Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale
9,8%
Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni 1.788
Dimensione media delle Unioniper popolazione 18.523
Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione
5.123
Comune in Unionecon popolazione massima
Albignasego (23.205 Ab.)
Comune in Unionecon popolazione minima
San Maurodi Saline (573 Ab.)
Comune in Unione con superfi cie territoriale massima
Sant’anna D’alfaedo (43,68 Kmq)
Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima
Pianezze (4,97 Kmq)
Unione più grandeper popolazione
Federazione del Camposampierese
(98.482 Ab., 11 Comuni)
Unione più piccolaper popolazione
Colli Berici Val Liona
(3.054 Ab.,2 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011
Comunità Montane
Numero Comunità Montane 19
Numero comuninelle Comunità Montane di cui 171
comuni montani 119
comuni parzialmente montani 39
comuni non montani 13
Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione
29,4%
Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM
69,6%
Piccoli Comuni nelle Comunità Montane 137
Popolazione residentein Comunità Montane 742.836
Percentuale di popolazione resi-dente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale
15,0%
Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane 6.678
Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione 39.097
Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione
4.344
Comune in Comunità Montanacon popolazione massima
Bassanodel Grappa (43.524 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon popolazione minima
Laghi (128 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima
Cortina d’ampezzo
(254,51 Kmq)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima
San PietroMussolino (4,17 Kmq)
Comunità Montana più grandeper popolazione
Delle Prealpi Trevigiane
(103.890 Ab.,16 Comuni)
Comunità Montanapiù piccola per popolazione
Del Comelicoe Sappada (9.005 Ab.,6 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
181
Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane
Numero di comuni 14
Popolazione residente totale 35.868
Superfi cie territoriale (kmq) totale 314
Comune con popolazione massima Marostica (13.825 ab.)
Comune con popolazione minima San Mauro di Saline (573 ab.)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana
Veneto
Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
182
Friuli - Venezia Giulia
Unioni di Comuni
Numero Unioni 4
Numero comuni nelle Unioni 10
Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione
4,6%
Piccoli Comuni nelle Unioni 9
Popolazione residente in Unioni 24.963
Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale
2,0%
Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni 443
Dimensione media delle Unioniper popolazione 6.241
Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione
2.496
Comune in Unionecon popolazione massima
San Giorgio di Nogaro (7.749 Ab.)
Comune in Unionecon popolazione minima
Tramonti di Sopra (387 Ab.)
Comune in Unione con superfi cie territoriale massima
Tramonti di Sopra (125,08 Kmq)
Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima
San Vito al Torre (11,58 Kmq)
Unione più grandeper popolazione
Centro Economico della Bassa
Friulana (10.782 Ab.,2 Comuni)
Unione più piccolaper popolazione
Valmeduna (1.490 Ab.,3 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011
Comunità Montane
Numero Comunità Montane 4
Numero comuninelle Comunità Montane di cui
95
comuni montani 78
comuni parzialmente montani 16
comuni non montani 1
Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione
43,6%
Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM
82,1%
Piccoli Comuni nelle Comunità Montane
84
Popolazione residentein Comunità Montane
240.795
Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale
19,5%
Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane
4.550
Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione
60.199
Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione
2.535
Comune in Comunità Montanacon popolazione massima
Gorizia (35.849 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon popolazione minima
Drenchia (142 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima
Tarvisio (205,59 Kmq)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima
Vajont (1,58 Kmq)
Comunità Montana più grandeper popolazione
Torre-Natisone-Collio (96.643
Ab., 25 Comuni)
Comunità Montanapiù piccola per popolazione
Gemonese Canal del Ferro Val Ca-nale (33.301 Ab.,
15 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
183
Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane
Numero di comuni 3
Popolazione residente totale 1.490
Superfi cie territoriale (kmq) totale 272
Comune con popolazione massima Frisanco (681 ab.)
Comune con popolazione minima Tramonti di Sopra (387 ab.)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana
Friuli - Venezia Giulia
Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
184
Liguria Comunità Montane
Numero Comunità Montane 12
Numero comuninelle Comunità Montane di cui
154
comuni montani 143
comuni parzialmente montani 6
comuni non montani 5
Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione
65,5%
Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM
92,9%
Piccoli Comuni nelle Comunità Montane
146
Popolazione residentein Comunità Montane
217.818
Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale
13,5%
Superfi cie territoriale (kmq)delle Comunità Montane
3.664
Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione
18.152
Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione
1.414
Comune in Comunità Montanacon popolazione massima
Serra Riccò(7.998 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon popolazione minima
Rondanina (79 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima
Varese Ligure (136,56 Kmq)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima
Terzorio (1,86 Kmq)
Comunità Montana più grandeper popolazione
Valli Genovesi Scrivia e Polcevera
(47.707 Ab.,13 Comuni)
Comunità Montanapiù piccola per popolazione
Alte Valli Trebbia e Bisagna (4.012 Ab.,
8 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
185
Partecipante a Comunità Montana
In Liguria non sono presenti Unioni di Comuni.
Liguria
Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
186
Emilia Romagna
Unioni di Comuni
Numero Unioni 30
Numero comuni nelle Unioni 156
Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione
44,8%
Piccoli Comuni nelle Unioni 53
Popolazione residente in Unioni 1.312.361
Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale
29,6%
Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni 7.164
Dimensione media delle Unioniper popolazione 43.745
Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione
8.413
Comune in Unionecon popolazione massima
Carpi (69.012 Ab.)
Comune in Unionecon popolazione minima
Portico e San Benedetto (801 Ab.)
Comune in Unione con superfi cie territoriale massima
Brisighella (194,38 Kmq)
Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima
Morcianodi Romagna(5,46 Kmq)
Unione più grandeper popolazione
Terre d’Argine (104.354 Ab.,
4 Comuni)
Unione più piccolaper popolazione
Valle del Tidone (3.112 Ab.,2 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011
Comunità Montane
Numero Comunità Montane 10
Numero comuninelle Comunità Montane di cui 95
comuni montani 82
comuni parzialmente montani 10
comuni non montani 3
Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione
27,3%
Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM
86,3%
Piccoli Comuni nelle Comunità Montane 79
Popolazione residentein Comunità Montane 310.950
Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale
7,0%
Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane 7.452
Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione 31.095
Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione
3.273
Comune in Comunità Montanacon popolazione massima
Pavullonel Frignano (17.344 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon popolazione minima
Zerba (95 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima
Bagno di Romagna(233,44 Kmq)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima
Talamello(10,53 Kmq)
Comunità Montana più grandeper popolazione
Alta e Media Valle del Reno
(57.833 Ab.,13 Comuni)
Comunità Montanapiù piccola per popolazione
Dell’Appennino Piacentino (8.951 Ab., 8 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
187
Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane
Numero di comuni 4
Popolazione residente totale 4.502
Superfi cie territoriale (kmq) totale 257
Comune con popolazione massima Busana (1.327 ab.)
Comune con popolazione minima Ligonchio (879 ab.)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana
Emilia Romagna
Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
188
Toscana
Unioni di Comuni
Numero Unioni 1 (Valdera)
Numero comuni nelle Unioni 15
Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione
5,2%
Piccoli Comuni nelle Unioni 7
Popolazione residente in Unioni 121.694
Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale
3,2%
Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni
646
Dimensione media delle Unioniper popolazione
121.694
Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione
8.113
Comune in Unionecon popolazione massima
Pontedera(28.355 Ab.)
Comune in Unionecon popolazione minima
Lajatico (1.374 Ab.)
Comune in Unione con superfi cie territoriale massima
Peccioli (92,63 Kmq)
Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima
Calcinaia (14,99 Kmq)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011
Comunità Montane
Numero Comunità Montane 13
Numero comuninelle Comunità Montane di cui
105
comuni montani 93
comuni parzialmente montani 10
comuni non montani 2
Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione
36,6%
Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM
88,6%
Piccoli Comuni nelle Comunità Montane
73
Popolazione residentein Comunità Montane
439.286
Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale
11,7%
Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane
9.278
Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione
33.791
Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione
4.184
Comune in Comunità Montanacon popolazione massima
Pescia (19.832 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon popolazione minima
Vergemoli(338 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima
Manciano (372,04 Kmq)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima
Chitignano (14,68 Kmq)
Comunità Montana più grandeper popolazione
Mugello (64.084 Ab.,9 Comuni)
Comunità Montanapiù piccola per popolazione
Val di Bisenzio (19.180 Ab.,3 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
189
Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità Montana
In Toscana non vi sono sovrapposizioni territoria-li, ossia nessun comune toscano è presente sia in un’Unione di Comuni che in una Comunità Montana.
Toscana
Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
190
Umbria
Unioni di Comuni
Numero Unioni1 (Terre dell’Olio e del Sagrantino)
Numero comuni nelle Unioni 8
Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione
8,7%
Piccoli Comuni nelle Unioni 4
Popolazione residente in Unioni 39.485
Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale
4,4%
Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni
488
Dimensione media delle Unioniper popolazione
39.485
Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione
4.936
Comune in Unionecon popolazione massima
Trevi (8.426 Ab.)
Comune in Unionecon popolazione minima
Campellosul Clitunno (2.548 Ab.)
Comune in Unione con superfi cie territoriale massima
Gualdo Cattaneo (96,79 Kmq)
Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima
Castel Ritaldi (22,53 Kmq)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011
Comunità Montane
Numero Comunità Montane 5
Numero comuninelle Comunità Montane di cui 80
comuni montani 60
comuni parzialmente montani 19
comuni non montani 1
Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione
87,0%
Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM
75,0%
Piccoli Comuni nelle Comunità Montane 54
Popolazione residentein Comunità Montane 414.103
Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale
45,7%
Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane 5.871
Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione 82.821
Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione
5.176
Comune in Comunità Montanacon popolazione massima
Bastia Umbra (21.803 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon popolazione minima
Poggiodomo (146 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima
Orvieto (281,16 Kmq)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima
Penna in Teverina (9,97 Kmq)
Comunità Montana più grandeper popolazione
Orvietano-Narnese-Ameri-
no-Tuderte (130.742 Ab.,30 Comuni)
Comunità Montanapiù piccola per popolazione
Valnerina (13.636 Ab.,10 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
191
Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane
Numero di comuni 8
Popolazione residente totale 39.485
Superfi cie territoriale (kmq) totale 488
Comune con popolazione massima Trevi (8.426 ab.)
Comune con popolazione minima Campello sul Clitunno (2.548 ab.)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana
Umbria
Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
192
Marche
Unioni di Comuni
Numero Unioni 11
Numero comuni nelle Unioni 46
Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione
19,2%
Piccoli Comuni nelle Unioni 34
Popolazione residente in Unioni 166.593
Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale
10,6%
Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni
921
Dimensione media delle Unioniper popolazione
15.145
Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione
3.622
Comune in Unionecon popolazione massima
Montemarciano(10.252 Ab.)
Comune in Unionecon popolazione minima
Moresco (622 Ab.)
Comune in Unione con superfi cie territoriale massima
Offi da (49,22 Kmq)
Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima
Pedaso (3,65 Kmq)
Unione più grandeper popolazione
Vallata del Tronto (31.682 Ab.,7 Comuni)
Unione più piccolaper popolazione
Castel Colonnae Monterado
(3.204 Ab.,2 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011
Comunità Montane
Numero Comunità Montane 9
Numero comuninelle Comunità Montane di cui
98
comuni montani 89
comuni parzialmente montani 9
comuni non montani 0
Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione
41,0%
Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM
90,8%
Piccoli Comuni nelle Comunità Montane
85
Popolazione residentein Comunità Montane
291.209
Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale
18,6%
Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane
5.207
Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione
32.357
Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione
2.972
Comune in Comunità Montanacon popolazione massima
Fabriano (31.965 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon popolazione minima
Acquacanina (126 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima
Fabriano(269,61 Kmq)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima
Mergo (7,26 Kmq)
Comunità Montana più grandeper popolazione
Dell’esinoFrasassi
(63.957 Ab.,10 Comuni)
Comunità Montanapiù piccola per popolazione
Del Tronto (14.386 Ab.,8 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
193
Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane
Numero di comuni 2
Popolazione residente totale 4.873
Superfi cie territoriale (kmq) totale 62
Comune con popolazione massima Castignano (2.960 ab.)
Comune con popolazione minima Appignano del Tronto (1.913 ab.)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana
Marche
Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
194
Lazio
Unioni di Comuni
Numero Unioni 22
Numero comuni nelle Unioni 105
Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione
27,8%
Piccoli Comuni nelle Unioni 94
Popolazione residente in Unioni 227.845
Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale
4,0%
Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni
2.458
Dimensione media delle Unioniper popolazione
10.357
Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione
2.170
Comune in Unionecon popolazione massima
Palombara Sabina(12.987 Ab.)
Comune in Unionecon popolazione minima
Vivaro Romano (192 Ab.)
Comune in Unione con superfi cie territoriale massima
Filettino(77,66 Kmq)
Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima
Frasso Sabino (4,41 Kmq)
Unione più grandeper popolazione
Cinque Città (21.770 Ab.,4 Comuni)
Unione più piccolaper popolazione
Della Val D’aia (1.951 Ab.,4 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011
Comunità Montane
Numero Comunità Montane 22
Numero comuninelle Comunità Montane di cui
245
comuni montani 174
comuni parzialmente montani 57
comuni non montani 14
Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione
64,8%
Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM
71,0%
Piccoli Comuni nelle Comunità Montane
189
Popolazione residentein Comunità Montane
1.068.470
Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale
18,7%
Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane
8.953
Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione
48.567
Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione
4.361
Comune in Comunità Montanacon popolazione massima
Terracina (44.425 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon popolazione minima
Marcetelli (111 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima
Leonessa (204,85 Kmq)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima
Colonna (3,5 Kmq)
Comunità Montana più grandeper popolazione
Zona XI Castelli Romani-Prenestini
(170.352 Ab.,13 Comuni)
Comunità Montanapiù piccola per popolazione
Zona VIII del Turano (4.452
Ab., 11 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
195
Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane
Numero di comuni 86
Popolazione residente totale 179.685
Superfi cie territoriale (kmq) totale 2.121
Comune con popolazione massima Palombara Sabina (12.987 ab.)
Comune con popolazione minima Vivaro Romano (192 ab.)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana
Lazio
Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
196
Abruzzo
Unioni di Comuni
Numero Unioni 6
Numero comuni nelle Unioni 43
Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione
14,1%
Piccoli Comuni nelle Unioni 31
Popolazione residente in Unioni 243.011
Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale
18,1%
Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni
887
Dimensione media delle Unioniper popolazione
40.502
Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione
5.651
Comune in Unionecon popolazione massima
Montesilvano (51.471 Ab.)
Comune in Unionecon popolazione minima
Guilmi (442 Ab.)
Comune in Unione con superfi cie territoriale massima
Civitella del Tronto (77,65 Kmq)
Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima
Treglio (4,83 Kmq)
Unione più grandeper popolazione
Unica (94.515 Ab.,3 Comuni)
Unione più piccolaper popolazione
Del Sinello (5.156 Ab., 5 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011
Comunità Montane
Numero Comunità Montane 19
Numero comuninelle Comunità Montane di cui
224
comuni montani 200
comuni parzialmente montani 24
comuni non montani 0
Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione
73,4%
Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM
89,3%
Piccoli Comuni nelle Comunità Montane
203
Popolazione residentein Comunità Montane
439.358
Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale
32,7%
Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane
8.214
Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione
23.124
Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione
1.961
Comune in Comunità Montanacon popolazione massima
Avezzano (42.012 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon popolazione minima
Montelapiano (76 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima
Scanno (134,04 Kmq)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima
Pietraferrazzana (4,34 Kmq)
Comunità Montana più grandeper popolazione
Marsica 1 (94.318 Ab.,17 Comuni)
Comunità Montanapiù piccola per popolazione
Medio Sangro (4.445 Ab.,9 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
197
Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane
Numero di comuni 6
Popolazione residente totale 10.597
Superfi cie territoriale (kmq) totale 221
Comune con popolazione massima Civitella del Tronto (5.441 ab.)
Comune con popolazione minima Guilmi (442 ab.)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana
Abruzzo
Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
198
Molise
Unioni di Comuni
Numero Unioni 8
Numero comuni nelle Unioni 50
Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione
36,8%
Piccoli Comuni nelle Unioni 45
Popolazione residente in Unioni 93.912
Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale
29,4%
Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni
1.572
Dimensione media delle Unioniper popolazione
11.739
Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione
1.878
Comune in Unionecon popolazione massima
Bojano (8.177 Ab.)
Comune in Unionecon popolazione minima
Molise (164 Ab.)
Comune in Unione con superfi cie territoriale massima
Guglionesi (100,73 Kmq)
Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima
Molise (5,21 Kmq)
Unione più grandeper popolazione
Basso Biferno (43.312 Ab.,10 Comuni)
Unione più piccolaper popolazione
Alto Biferno (4.801 Ab.,3 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011
Comunità Montane
Numero Comunità Montane 10
Numero comuninelle Comunità Montane di cui
125
comuni montani 110
comuni parzialmente montani 11
comuni non montani 4
Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione
91,9%
Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM
88,0%
Piccoli Comuni nelle Comunità Montane
120
Popolazione residentein Comunità Montane
178.842
Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale
55,9%
Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane
3.805
Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione
17.884
Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione
1.431
Comune in Comunità Montanacon popolazione massima
Venafro (11.530 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon popolazione minima
Provvidenti (128 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima
Agnone (96,29 Kmq)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima
Molise (5,21 Kmq)
Comunità Montana più grandeper popolazione
Volturno (29.497 Ab.,16 Comuni)
Comunità Montanapiù piccola per popolazione
Trigno Medio Biferno
(10.982 Ab.,10 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
199
Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane
Numero di comuni 42
Popolazione residente totale 58.839
Superfi cie territoriale (kmq) totale 1.117
Comune con popolazione massima Bojano (8.177 ab.)
Comune con popolazione minima Molise (164 ab.)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana
Molise
Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
200
Campania
Unioni di Comuni
Numero Unioni 10
Numero comuni nelle Unioni 53
Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione
9,6%
Piccoli Comuni nelle Unioni 23
Popolazione residente in Unioni 431.325
Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale
7,4%
Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni
1.175
Dimensione media delle Unioniper popolazione
43.133
Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione
8.138
Comune in Unionecon popolazione massima
Mondragone (27.383 Ab.)
Comune in Unionecon popolazione minima
Valle dell’angelo (316 Ab.)
Comune in Unione con superfi cie territoriale massima
Sessa Aurunca (163,09 Kmq)
Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima
Frattaminore (1,99 Kmq)
Unione più grandeper popolazione
Area CasertaSud Ovest
(111.691 Ab.,9 Comuni)
Unione più piccolaper popolazione
Medio Calore(6.460 Ab.,3 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011
Comunità Montane
Numero Comunità Montane 20
Numero comuninelle Comunità Montane di cui
263
comuni montani 174
comuni parzialmente montani 89
comuni non montani 0
Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione
47,7%
Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM
66,2%
Piccoli Comuni nelle Comunità Montane
217
Popolazione residentein Comunità Montane
797.174
Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale
13,7%
Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane
8.150
Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione
39.859
Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione
3.031
Comune in Comunità Montanacon popolazione massima
Baronissi (16.869 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon popolazione minima
Valle dell’angelo (316 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima
Campagna (135,4 Kmq)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima
Casola di Napoli (2,57 Kmq)
Comunità Montana più grandeper popolazione
Partenio-Vallodi Lauro
(99.158 Ab.,24 Comuni)
Comunità Montanapiù piccola per popolazione
Alento Monte Stella (13.606
Ab., 11 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
201
Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane
Numero di comuni 19
Popolazione residente totale 75.060
Superfi cie territoriale (kmq) totale 431
Comune con popolazione massima Baronissi (16.869 ab.)
Comune con popolazione minima Valle dell’Angelo (316 ab.)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana
Campania
Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
202
Puglia
Unioni di Comuni
Numero Unioni 22
Numero comuni nelle Unioni 102
Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione
39,5%
Piccoli Comuni nelle Unioni 41
Popolazione residente in Unioni 798.254
Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale
19,5%
Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni
3.177
Dimensione media delle Unioniper popolazione
36.284
Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione
7.826
Comune in Unionecon popolazione massima
Brindisi (89.833 Ab.)
Comune in Unionecon popolazione minima
Giuggianello (1.256 Ab.)
Comune in Unione con superfi cie territoriale massima
Brindisi (328,46 Kmq)
Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima
Monteparano (3,74 Kmq)
Unione più grandeper popolazione
Valesio (116.148 Ab., 4
Comuni)
Unione più piccolaper popolazione
EntroterraIdruntino (9.492 Ab.,4 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011
Comunità Montane
Numero Comunità Montane 6
Numero comuninelle Comunità Montane di cui
62
comuni montani 26
comuni parzialmente montani 28
comuni non montani 8
Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione
24,0%
Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM
41,9%
Piccoli Comuni nelle Comunità Montane
34
Popolazione residentein Comunità Montane
508.752
Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale
12,4%
Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane
6.415
Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione
84.792
Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione
8.206
Comune in Comunità Montanacon popolazione massima
Massafra (32.434 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon popolazione minima
Celle di San Vito (178 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima
Ascoli Satriano (334,56 Kmq)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima
Anzano di Puglia (11,12 Kmq)
Comunità Montana più grandeper popolazione
Murgia Tarantina (145.776 Ab.,
9 Comuni)
Comunità Montanapiù piccola per popolazione
Monti Dauni Settentrionali
(20.163 Ab.,13 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
203
Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane
Numero di comuni 3
Popolazione residente totale 50.254
Superfi cie territoriale (kmq) totale 254
Comune con popolazione massima Massafra (32.434 ab.)
Comune con popolazione minima Montemesola (4.161 ab.)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana
Puglia
Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
204
Basilicata Comunità Montane
Numero Comunità Montane 14
Numero comuninelle Comunità Montane di cui
114
comuni montani 105
comuni parzialmente montani 9
comuni non montani 0
Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione
87,0%
Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM
92,1%
Piccoli Comuni nelle Comunità Montane
94
Popolazione residentein Comunità Montane
339.420
Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale
57,8%
Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane
7.452
Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione
24.244
Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione
2.977
Comune in Comunità Montanacon popolazione massima
Melfi (17.545 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon popolazione minima
San PaoloAlbanese (327 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima
Stigliano (209,96 Kmq)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima
Campomaggiore (12,24 Kmq)
Comunità Montana più grandeper popolazione
Del Vulture (64.225 Ab., 12
Comuni)
Comunità Montanapiù piccola per popolazione
Val Sarmento (4.223 Ab.,5 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
205
Partecipante a Comunità Montana
In Basilicata non sono presenti Unioni di Comuni.
Basilicata
Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
206
Calabria
Unioni di Comuni
Numero Unioni 11
Numero comuni nelle Unioni 54
Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione
13,2%
Piccoli Comuni nelle Unioni 47
Popolazione residente in Unioni 155.169
Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale
7,7%
Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni
1.837
Dimensione media delle Unioniper popolazione
14.106
Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione
2.874
Comune in Unionecon popolazione massima
Cetraro (10.128 Ab.)
Comune in Unionecon popolazione minima
Cellara (507 Ab.)
Comune in Unione con superfi cie territoriale massima
Aprigliano (121,27 Kmq)
Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima
Piane Crati (2,28 Kmq)
Unione più grandeper popolazione
La via del Mare (26.313 Ab., 6
Comuni)
Unione più piccolaper popolazione
Colli dello Scrigno (3.446 Ab.,2 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011
Comunità Montane
Numero Comunità Montane 20
Numero comuninelle Comunità Montane di cui
222
comuni montani 184
comuni parzialmente montani 28
comuni non montani 10
Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione
54,3%
Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM
82,9%
Piccoli Comuni nelle Comunità Montane
199
Popolazione residentein Comunità Montane
571.101
Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale
28,4%
Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane
8.494
Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione
28.555
Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione
2.573
Comune in Comunità Montanacon popolazione massima
Castrovillari(22.560 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon popolazione minima
Staiti (292 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima
San Giovanniin Fiore
(279,45 Kmq)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima
Casole Bruzio (3,67 Kmq)
Comunità Montana più grandeper popolazione
Greca-Destra Crati (55.173 Ab., 13
Comuni)
Comunità Montanapiù piccola per popolazione
Alto Ionio (10.311 Ab., 9 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
207
Comuni presenti sia in Unioni di Comuni sia in Comunità Montane
Numero di comuni 30
Popolazione residente totale 63.147
Superfi cie territoriale (kmq) totale 1.086
Comune con popolazione massima Rogliano (5.832 ab.)
Comune con popolazione minima Cellara (507 ab.)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità MontanaPartecipante ad Unione di Comunie Comunità Montana
Calabria
Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
208
Sicilia
Unioni di Comuni
Numero Unioni 48
Numero comuni nelle Unioni 176
Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione
45,1%
Piccoli Comuni nelle Unioni 124
Popolazione residente in Unioni 814.235
Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale
16,1%
Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni
9.587
Dimensione media delle Unioniper popolazione
16.963
Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione
4.626
Comune in Unionecon popolazione massima
Monreale (38.209 Ab.)
Comune in Unionecon popolazione minima
Roccafi orita (234 Ab.)
Comune in Unione con superfi cie territoriale massima
Monreale (529,2 Kmq)
Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima
Roccafi orita (1,14 Kmq)
Unione più grandeper popolazione
Monreale Jetas (55.976 Ab.,4 Comuni)
Unione più piccolaper popolazione
Dalle Terme Arabe ad Oltre Alpe
Cucco (2.185 Ab.,2 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011
209
Partecipante ad Unione di Comuni
In Sicilia non sono presenti Comunità Montane.
Sicilia
Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
210
Sardegna
Unioni di Comuni
Numero Unioni 30
Numero comuni nelle Unioni 238
Percentuale di comuni in Unionisul numero totale dei comuniin regione
63,1%
Piccoli Comuni nelle Unioni 211
Popolazione residente in Unioni 568.305
Percentuale di popolazioneresidente in Unioni sullapopolazione totale regionale
33,9%
Superfi cie territoriale (kmq)delle Unioni
12.254
Dimensione media delle Unioniper popolazione
18.944
Dimensione media dei comuni appartenenti ad Unioniper popolazione
2.388
Comune in Unionecon popolazione massima
Iglesias (27.514 Ab.)
Comune in Unionecon popolazione minima
Baradili (95 Ab.)
Comune in Unione con superfi cie territoriale massima
Ozieri (252,45 Kmq)
Comune in Unione consuperfi cie territoriale minima
Modolo (2,52 Kmq)
Unione più grandeper popolazione
Metalla e il Mare (40.206 Ab.,6 Comuni)
Unione più piccolaper popolazione
Comunidel Villanova
(4.522 Ab.,5 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Ista 2011
Comunità Montane
Numero Comunità Montane 5
Numero comuninelle Comunità Montane di cui 47
comuni montani 42
comuni parzialmente montani 0
comuni non montani 5
Percentuale di comuni inComunità Montane sul numero totale dei comuni in regione
12,5%
Percentuale di comuni montani in Comunità Montane sul numero totale di comuni in CCMM
89,4%
Piccoli Comuni nelle Comunità Montane 45
Popolazione residentein Comunità Montane 97.875
Percentuale di popolazioneresidente in Comunità Montane sulla popolazione totale regionale
5,8%
Superfi cie territoriale (kmq) delle Comunità Montane 3.775
Dimensione media delle Comunità Montane per popolazione 19.575
Dimensione media dei comuniappartenenti a ComunitàMontane per popolazione
2.082
Comune in Comunità Montanacon popolazione massima
Dorgali (8.549 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon popolazione minima
Esporlatu (431 Ab.)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale massima
Dorgali (224,83 Kmq)
Comune in Comunità Montanacon superfi cie territoriale minima
Escolca (14,72 Kmq)
Comunità Montana più grandeper popolazione
Nuorese-Gen-nargentu-Supra-monte-Barbagia
(34.716 Ab.,8 Comuni)
Comunità Montanapiù piccola per popolazione
Goceano (12.020 Ab., 9 Comuni)
Fonte: elaborazione IFEL - Uffi cio Studi Autonomie localie sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
211
Partecipante ad Unione di ComuniPartecipante a Comunità Montana
In Sardegna non vi sono sovrapposizioni territo-riali, ossia nessun comune sardo è presente sia in un’Unione di Comuni che in una Comunità Montana.
Sardegna
Fonte: elaborazione IFEL - Ufficio Studi Autonomie locali e sistemi territoriali su dati ANCI 2011 e Istat 2011
212
Indice di tabelle, grafici e figure
PARTE PRIMA
Tabella 1. Numerosità e popolazione residente dei co-muni italiani e dei Piccoli Comuni, per regione, 2010Tabella 2. Le variazioni demografiche e territoriali dei Piccoli Comuni italiani intervenute nel corso del 2010Figura 1. La geografia dei Piccoli Comuni del Regno d’Italia, 1861Figura 2. La geografia dei Piccoli Comuni italiani, 2010Tabella 3. Numerosità e popolazione residente in Ita-lia e nei Piccoli Comuni ai censimenti dal 1861 al 2001 e al novembre 2010Grafico 1. Trend del numero dei Piccoli Comuni e dei comuni con più di 5.000 abitanti, censimenti dal 1861 al 2001 e novembre 2010Tabella 4. I primi 10 Piccoli Comuni del 1861, confluiti in altri comuni, per incremento demograficoTabella 5. I primi 10 Piccoli Comuni del 1861, per in-cremento demograficoTabella 6. I primi 20 Piccoli Comuni del 1861 per boom demograficoFigura 3. I 1.692 Piccoli Comuni che hanno superato la soglia dei 5.000 residentiTabella 7. I 15 Piccoli Comuni del 1861 rimasti tali no-nostante le variazioni amministrative, per numero di comuni annessiGrafico 2. Trend della popolazione residente nei Pic-coli Comuni e nei comuni con più di 5.000 abitanti, censimenti dal 1861 al 2001 e novembre 2010Figura 4. La dinamica demografica dei Piccoli Comuni italiani, 1861-2010Tabella 8. Le donne sindaco nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, per re-gione, giugno 2011Figura 5. Le donne sindaco nei Piccoli Comuni, 2011
PARTE SECONDA
Tabella 1. Densità territoriale nei Piccoli Comuni, per regione, 2010Tabella 2. Densità territoriale nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010Figura 1. Densità territoriale nei Piccoli Comuni, 2010Tabella 3. La struttura delle famiglie nei Piccoli Comu-ni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010Figura 2. La dimensione media delle famiglie nei Pic-coli Comuni, 2010Tabella 4. La natalità nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010Figura 3. Il tasso di natalità nei Piccoli Comuni, 2010Tabella 5. La struttura per età della popolazione resi-dente nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010Grafico 1. La struttura per età della popolazione resi-dente nei Piccoli Comuni italiani, 2010Tabella 6. Tasso di dipendenza demografica nei Pic-coli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010Figura 4. Tasso di dipendenza demografica nei Piccoli Comuni, 2010Tabella 7. Tasso di invecchiamento della popolazione nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abi-tanti ed in Italia, 2010Figura 5. Tasso di invecchiamento nei Piccoli Comu-ni, 2010Tabella 8. Tassi di vecchiaia della popolazione nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010Figura 6. Tasso di vecchiaia nei Piccoli Comuni, 2010
213Grafico 2. Incidenza dei longevi (con 80 anni e più) e numerosità della popolazione residente nei Piccoli Comuni, 2010Tabella 9. I centenari residenti nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010Figura 7. I centenari nei Piccoli Comuni, 2010Tabella 10. Il tasso migratorio nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010Figura 8. Tasso migratorio nei Piccoli Comuni, 2010Tabella 11. Andamento della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2003-2010Grafico 3. Trend della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni ed in Italia, 2004-2010Grafico 4. Trend della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abi-tanti ed in Italia, 2004-2010Tabella 12. Andamento della popolazione italiana residente nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2003-2010Grafico 5. La struttura per età della popolazione stra-niera residente nei Piccoli Comuni italiani, 2003/2010Tabella 13. Incidenza della popolazione straniera residente sul totale della popolazione residente nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2003-2010Grafico 6. Incidenza della popolazione straniera resi-dente sul totale della popolazione residente nei Pic-coli Comuni ed in Italia, 2003-2010 Figura 9. Incidenza della popolazione straniera nei Piccoli Comuni, 2010Tabella 14. La natalità della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010
Tabella 15. Andamento del numero di nati totali, ita-liani e stranieri residenti nei Piccoli Comuni, nei co-muni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2007-2010 Figura 10. Tasso di natalità straniera nei Piccoli Co-muni, 2010Tabella 16. I minorenni stranieri residenti nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010Tabella 17. Incidenza dei minorenni stranieri rispetto al totale dei minorenni residenti nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010 Figura 11. I minorenni stranieri residenti nei Piccoli Comuni (percentuale su popolazione straniera resi-dente), 2010Grafico 7. La struttura per età della popolazione italiana e straniera residente nei Piccoli Comuni italiani, 2003Grafico 8. La struttura per età della popolazione italiana e straniera residente nei Piccoli Comuni italiani, 2010Tabella 18. Ripartizione dei Piccoli Comuni per zona altimetrica e regione, 2010Figura 12. Ripartizione dei Piccoli Comuni per zona altimetrica, 2010Tabella 19. Le aree protette nei Piccoli Comuni ed in Italia, per tipologia di area, 2010Tabella 20. I Piccoli Comuni nel cui territorio ricado-no aree naturali protette, per tipologia di area, 2010Figura 13. I Piccoli Comuni in aree naturali protette, 2010Tabella 21. Percentuale di raccolta differenziata nei Piccoli Comuni, 2010Figura 14. Percentuale di raccolta differenziata nei Piccoli Comuni, 2010Tabella 22. La produzione di energia da fonti rinno-vabili nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010
214 Tabella 23. I Piccoli Comuni italiani in cui si produce energia da fonte rinnovabile, per tipologia e regione, 2010Tabella 24. Distribuzione territoriale dei Piccoli Co-muni produttori di energia rinnovabile, 2010Tabella 25. Tasso di motorizzazione (autovetture ogni 100 abitanti) nei Piccoli Comuni, per regione, 2009Tabella 26. Tasso di motorizzazione (autovetture ogni 100 abitanti) nei Piccoli Comuni, per ampiezza de-mografica, 2009Figura 15. Il tasso di motorizzazione (autovetture ogni 100 abitanti) nei Piccoli Comuni, 2009Tabella 27. Imprese iscritte, cessate ed attive nei Pic-coli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti e in Italia, nel 2010Figura 16. Il tasso di natalità delle imprese nei Piccoli Comuni, 2010Figura 17. Il tasso di mortalità delle imprese nei Pic-coli Comuni, 2010Figura 18. Il tasso di incremento delle imprese nei Piccoli Comuni, 2010Tabella 28. Gli sportelli bancari nei Piccoli Comuni ed in Italia, per regione, 2010Tabella 29. Gli sportelli bancari nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010Figura 19. Densità di sportelli bancari (n° di abitanti per sportello) nei Piccoli Comuni, 2010Tabella 30. Reddito imponibile nei Piccoli Comuni ed in Italia, per regione, anno d’imposta 2009Tabella 31. Reddito imponibile nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, anno d’imposta 2009Grafico 9. Il reddito imponibile per contribuente nei Piccoli Comuni, anno d’imposta 2004-2009
Grafico 10. Il reddito imponibile per contribuente nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, anno d’imposta 2004-2009Figura 20. Il reddito imponibile nei Piccoli Comuni (euro per contribuente), anno d’imposta 2009Tabella 32. Distribuzione dell’offerta turistica alber-ghiera dei Piccoli Comuni, per regione, 2009Figura 21. Distribuzione dell’offerta turistica alber-ghiera dei Piccoli Comuni, 2009Tabella 33. L’offerta agrituristica dei Piccoli Comuni, per regione, 2009Figura 22. L’offerta agrituristica dei Piccoli Comuni, 2009Tabella 34. I comuni partecipanti a Res Tipica, per classe demografica, maggio 2011Tabella 35. Le associazioni partecipanti a Res tipica, maggio 2011Figura 23. I Piccoli Comuni partecipanti a Res Tipica, maggio 2011Tabella 36. Musei, monumenti ed aree archeologi-che statali nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2010Figura 24. Musei, monumenti ed aree archeologiche statali nei Piccoli Comuni italiani, 2010Tabella 37. I comuni beneficiari dei POR FESR 2007-2013, per taglia demograficaTabella 38. Numero di progetti (valore assoluto) con comuni beneficiari dei POR FESR 2007-2013, per poli-tica d’intervento e per taglia demograficaTabella 39. Numero di progetti con comuni benefi-ciari dei POR FESR 2007-2013, per classe di contributo pubblico assegnato e per taglia demografica
215PARTE TERZA
Tabella 1. La distribuzione delle UC e dei comuni pre-senti in Unioni, per regione, marzo 2011Figura 1. La distribuzione delle Unioni di Comuni in Italia, marzo 2011Grafico 1. Numero di Unioni (valore percentuale) per ammontare di comuni che vi partecipano, marzo 2011Grafico 2. Numero di comuni (valore percentuale) presenti in UC, per classe di ampiezza demografica del comune, marzo 2011Tabella 2. La distribuzione dei Piccoli Comuni pre-senti in Unioni, per regione, marzo 2011Tabella 3. La popolazione residente nei comuni pre-senti in UC, per regione, marzo 2011Grafico 3. Distribuzione delle UC per popolazione, marzo 2011Tabella 4. La popolazione massima e minima dei co-muni appartenenti ad UC, per regione, marzo 2011Tabella 5. La popolazione residente nei Piccoli Comu-ni presenti in UC, per regione, marzo 2011Tabella 6. La superficie territoriale (kmq) dei comuni presenti in UC, per regione, marzo 2011Tabella 7. La superficie territoriale (kmq) dei Piccoli Comuni presenti in UC, per regione, marzo 2011Grafico 4. La struttura delle Unioni per tipologia di comuni che vi partecipano, marzo 2011Tabella 8. La distribuzione delle Comunità Montane e dei comuni in esse presenti, per regione, marzo 2011Figura 2. La distribuzione delle Comunità Montane in Italia, 2011Tabella 9. Numero di comuni presenti in Comunità Montane, per grado di montanità e regione, marzo 2011
Grafico 5. Numero di Comunità Montane (valore per-centuale) per ammontare di comuni che vi partecipa-no, marzo 2011Grafico 6. Numero di comuni (valore percentuale) presenti in Comunità Montane, per classe di ampiez-za demografica del comune, marzo 2011 Tabella 10. La distribuzione dei Piccoli Comuni pre-senti in Comunità Montane, per regione, marzo 2011Tabella 11. La popolazione residente nei comuni pre-senti in Comunità Montane, per regione, marzo 2011Tabella 12. La popolazione massima e minima dei comuni appartenenti a Comunità Montane, per re-gione, marzo 2011Tabella 13. La popolazione residente nei Piccoli Co-muni presenti in Comunità Montane, per regione, marzo 2011Tabella 14. La superficie territoriale (kmq) dei comuni presenti in Comunità Montane, per regione, marzo 2011Tabella 15. La superficie territoriale (kmq) dei Piccoli Comuni presenti in Comunità Montane, per regione, marzo 2011Figura 3. Le sovrapposizioni territoriali delle Unioni e delle Comunità Montane, 2011