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LA RIVISTA DI MANAGERITALIA N. 9 SETTEMBRE 2012 MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL TERZIARIO Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n.46) art.1, comma 1 - DCB/MI - 2,20 (abbonamento annuo 16,50) IN CAMPO PER IL PAESE IN CAMPO PER IL PAESE

DIRIGENTE settembre 2012

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La rivista di Manageritalia

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Page 1: DIRIGENTE settembre 2012

LA RIVISTA DI MANAGERITALIAN. 9 SETTEMBRE 2012

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL TERZIARIOPoste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n.46) art.1, comma 1 - DCB/MI - € 2,20 (abbonamento annuo € 16,50)

IN CAMPO PER IL PAESEIN CAMPO PER IL PAESE

••01.COPERTINA 14-09-2012 12:45 Pagina 1

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SETTEMBRE 2012 3

Sommario

Editoriale4 La sfida della tripla

rappresentanza

Copertina6 In campo per il Paese

16 I manager al lavoro

Strategia28 Uscire

dall’orticello per innovare

Intervista32 Dave Ulrich

La motivazione nel lavoro?La passione

Lavoro e carriera38 Ripartire alla grande,

senza paura

Società42 La strategia del cogitus

interruptus

Eventi51 Expo Training 2012

Diritto52 Testamento biologico.

Scelta consapevole

InfoMANAGER

Fondo Mario Negri69 Nuove regole

per i mutui ipotecari

Assidir70 Click.family.

Provare per credere

Fasdac72 Pratiche indirette,

novità in arrivo

FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONALDEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO

R

Fondo di previdenza Mario Negri

Associazione Antonio Pastore

CFMTCentro di formazionemanagement del terziario

Fondo assistenza sanitaria dirigentiaziende commerciali

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DI MANAGERITALIA Federazione nazionale dei dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato

LA RIVISTA DI MANAGERITALIAN. 9 SETTEMBRE 2012

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL TERZIARIOPoste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n.46) art.1, comma 1 - DCB/MI - € 2,20 (abbonamento annuo € 16,50)

IN CAMPO PER IL PAESEIN CAMPO PER IL PAESE

Iniziative Manageritalia56 Campioni in Sicilia

Formazione58 Ai confini del mondo

Our point of view 61 #PRIORITALIA

has been founded

RUBRICHE

26 Catturati dalla rete

36 Territori

49 A tu per tu con...

63 Di buon grado

64 Lifestyle

65 Fuori ufficio

66 Libri

67 Lettere

68 ...al fin della licenza, io tocco!

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LA SFIDA DELLA TRIP

Il lavoro che stiamo facendo per far crescere il nostro modello di rappresentanza na-sce dalla consapevolezza diffusa della crisi di quelli attuali. Un modello innovativodeve essere il riflesso dei contesti di riferimento che evolvono, da quello interno a quel-

lo esterno, a quello relazionale. Il contesto interno orienta la strategia della politica sindacale/associativa di Manageri-talia. È il risultato di un insieme di elementi: storia, cultura associativa, leader carisma-tici, qualità delle risorse umane, clima, valori agiti, tratti distintivi, successi, sconfitte,senso di appartenenza, membership. Per tutto questo, il modello di rappresentanza diManageritalia deve assolutamente rispondere a criteri di sostenibilità nel tempo.Il contesto esterno, in continua evoluzione, è connotato da una complessità crescente cherichiede una maggiore velocità realizzativa, dalla crisi economica e sociale, da un debitopubblico insostenibile, dall’incapacità del sistema produttivo di fare innovazione diffusa,dalla complessa evoluzione dei modelli relazionali e dei mezzi di comunicazione, dallacrescente precarietà del lavoro, dalle politiche occupazionali e del welfare pubblico, dallevariazioni degli indici demografici. Tutte variabili che richiedono un concreto adeguamen-to del modello di rappresentanza di una classe manageriale pubblica e privata fortemen-te coinvolta.Infine, il contesto relazionale con gli attori della rappresentanza: le parti negoziali e gli al-tri attori sociali, i rapporti con le istituzioni e la politica. Un contesto relazionale che richie-de alla classe manageriale una dimensione sociale riconosciuta per svolgere un ruolo disupporto e influente nelle scelte di interesse della collettività. È impensabile ipotizzare che esistano confini tra i diversi contesti, come credere di poterlimitare l’attività di rappresentanza nell’ambito del proprio contesto di riferimento. Per tutto questo abbiamo pensato a un modello di rappresentanza articolato. Intendiamoagire su tre livelli.

Primo livello: Manageritalia L’impegno di Manageritalia è quello di promuovere, sostenere e tutelare gli interessi dei pro-pri associati attraverso l’azione sindacale e la negoziazione dei sei contratti collettivi nazio-nali di cui è firmataria; la ricerca, lo sviluppo e l’offerta di un’ampia varietà di servizi quali-tativi specificamente mirati alla categoria manageriale e ai familiari. Dobbiamo dare una ri-sposta a questa crisi che ormai è diventata strutturale e che inevitabilmente sta portando aun mutamento delle relazioni sindacali con le nostre controparti. Non possiamo aspettareche la crisi passi, dobbiamo invece cercare sempre soluzioni nuove e innovative.

Secondo livello: Cida - Manager e alte professionalità per l’Italia Cida - Manager e alte professionalità per l’Italia svolge quell’attività lobbistica e istituzio-nale necessaria per contribuire allo sviluppo del Paese e al riconoscimento delle istanze dicategoria occupandosi di temi di portata generale, di carattere sociale, economico e politi-co che coinvolgono il management, ma non solo.

Editorialea cura del presidente Manageritalia

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SETTEMBRE 2012 55

Il prossimo appuntamento di Cida - Manager e alte professio-nalità per l’Italia, in autunno, consisterà nella chiamata deglistati generali della categoria e verranno messi a punto gli im-pegni prioritari che costituiranno le linee guida per l’operaredella Confederazione. Si definiranno i temi più importanti daaffrontare e le strategie per attuarli.

Terzo livello #PRIORITALIA A #PRIORITALIA viene affidata l’azione politica generalista:quale contributo possono dare i manager per il futuro e comepossono attivarsi per il bene comune. Fare bene rappresentanza, oggi, significa anche farsi promoto-ri del cambiamento del Paese, mettendo al servizio dell’interes-se collettivo la propria esperienza e le proprie competenze. La “maratona estiva” del 2-5 agosto scorso è stata un sacri-ficio notevole, si è lavorato in giorni tradizionalmente desti-nati al riposo e allo svago, abbiamo rinunciato a parte dellenostre ferie, dedicandole alla riflessione sul bene comune.L’obiettivo del nostro primo incontro era ragionare insiemesu quali siano le priorità su cui il Paese deve concentrarsi percambiare passo, partendo da una nuova visione della politi-ca e del fare politica e dal contributo che i manager e le alteprofessionalità possono dare a questo cambiamento. Con#PRIORITALIA vogliamo realizzare e accentuare con forzae convinzione la discontinuità sul terreno accidentato dellarappresentanza.Dobbiamo passare dalle idee ai progetti, ai fatti. I primi passi con-creti di #PRIORITALIAsi muoveranno verso l’organizzazione afine novembre di un grande evento in cui saranno coinvolti mi-gliaia di colleghi. Da qui ad allora coinvolgeremo tutti coloro chevolontariamente si sono offerti di aiutarci. Vogliamo creare un“contenitore” al cui interno verrà costituita una “scuola” per l’in-dividuazione e la formazione di talenti, la certificazione delle lo-ro competenze manageriali, la verifica dell’azione di chi si vor-rà candidare. Vogliamo costituire un centro studi con l’obiettivodi individuare le best practice di altri paesi che possano essere ri-prodotte in Italia e fornire elementi di analisi per aiutare a for-mulare scelte e progetti più equi e coerenti per la collettività. Lanostra ambizione è quella di mettere a punto soluzioni pratichee generative, capaci di innescare progetti di azione collettiva fon-

dati sulla reciprocità, sulla partecipazione e sulle competenze,partendo ovviamente dalle persone. Partendo da noi. Siamo tutti sempre più consapevoli che, per uscire dalla crisi,sia necessaria una forte assunzione di responsabilità da partedi chi, come i manager e le alte professionalità, ha le possibili-tà e le competenze, e quindi il dovere, di dare il proprio con-tributo al cambiamento. Far concretizzare questa volontà significa mettere a disposi-zione del Paese una visione chiara e precisa del futuro e con-dividere la progettualità necessaria per realizzarla. Per riuscirci Cida - Manager e alte professionalità per l’Italia,Manageritalia e Federmanager ritengono indispensabile(ri)fondare e rafforzare il ruolo di rappresentanza della diri-genza, per proiettarla in una dimensione più dinamica, sup-portando la creazione di una nuova leadership. Il momento storico impone alla nostra comunità una nuovamissione sociale per essere attori nell’indicare soluzioni peruscire dalla crisi e, se necessario, anche in termini di supplen-za al vuoto lasciato dal sistema politico tradizionale.Lo scopo di #PRIORITALIA è quello di far emergere una clas-se manageriale che sia un punto di riferimento per diffonderele competenze che occorreranno, dal 2013 in poi, per ammini-strare la cosa pubblica in una maniera più efficace e diversadall’attuale.Non vogliamo fiancheggiare partiti, liste civiche, nuove coali-zioni. Siamo apartitici, non antipolitici. Le scelte di schiera-mento competono alla libera scelta individuale del cittadino.La politica ha bisogno di volti nuovi, che producano risultati. Noi non siamo interessati all’attuale politica, ma a una nuovapolitica che persegua gli interessi della collettività, che antici-pi e risolva i problemi in fretta. Credo che la comunità del management italiano sia più di mol-te altre titolata, partendo dalle priorità, a proporre una visionechiara e precisa del futuro: una progettualità innovativa e con-divisa per passare dalle idee ai fatti, partendo dalle persone. Noi manager non possiamo continuare a guardare senza senti-re la responsabilità di impegnarci nel rilanciare il nostro Paese.

Guido Carella([email protected])

IPLA RAPPRESENTANZA

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Copertina INCAMPPER ILPAESE

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MPONasce #PRIORITALIA, un movimento apartitico

che aggrega dirigenti, quadri, alte professionalità

e rappresentanti della società della conoscenza per

lavorare a favore del Paese e offrire il meglio del ta-

lento manageriale a cura della redazione

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Copertina

MANAGERITALIA, FEDERMANAGER E CIDA -

MANAGER E ALTE PROFESSIONALITÀ PER

L’ITALIA vogliono creare un nuovo soggetto

sociale e politico e interessarsi della cosa pub-

blica. I manager vogliono dunque “fare politi-

ca”. Nessun nuovo partito, l’Italia non ne ha

certo bisogno. Vogliamo metterci al servizio del Paese e offrire com-

petenze manageriali, progetti ed esperti che possano dare un soste-

gno concreto alla ripresa.

Con questo obiettivo, ambizioso e nobile allo stesso tempo, dal 2 al 5

agosto scorsi le organizzazioni di rappresentanza di dirigenti, quadri

e alte professionalità hanno dato vita a un nuovo soggetto sociale

chiamato #PRIORITALIA.

L’evento ha coinvolto un migliaio di partecipanti (sì, avete letto be-

ne, persone che hanno rinunciato o posticipato le loro ferie estive e

hanno sostenuto le spese per il trasferimento e il soggiorno in hotel),

compresi qualche centinaio in diretta streaming e 40 ospiti apparte-

nenti al nuovo tessuto istituzionale, economico e sociale del Paese.

L’obiettivo dichiarato è evidente: si riparte dalle “priorità”.

L’Italia sta attraversando una fase di forte instabilità economica e po-

litica, per cui è fondamentale assumere nuove e maggiori responsa-

bilità, soprattutto da parte dei manager e delle loro organizzazioni di

rappresentanza. Per troppo tempo non ci siamo occupati della cosa

pubblica. È giunto il momento di farlo, e bene, per portare un cam-

biamento sostanziale. I dirigenti e le alte professionalità possono in-

fatti contribuire portando esperienza, competenza e impegno, con

una nuova missione “sociale” al servizio della collettività.

I temi del primo appuntamento

La volontà di individuare le priorità si è concretizzata in un progetto

che permette di mettere a frutto le competenze e il talento fuori dal-

le imprese, a favore della collettività. #PRIORITALIA vuole infatti es-

sere uno spazio di confronto e riflessione che d’ora in avanti avrà ca-

denza annuale.

Anche in vista delle prossime elezioni, l’edizione di quest’anno si è in-

centrata su come favorire la formazione di una nuova classe politica che,

partendo da competenze specifiche, possa condurre alla “buona politi-

ca”, il presupposto fondamentale per delineare il nostro futuro.

Il debutto di #PRIORITALIAsi è sviluppato nell’arco di quattro giorni, af-

frontando altrettanti temi (vedi alle pagine 16 e seguenti). Primo: l’utilità

della buona politica, ovvero l’affermazione del principio che la politica può

essere buona (in caso contrario si dovrebbe parlare di “antipolitica”) e

SETTEMBRE 20128

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COS’È

È nato il 5 agosto #PRIORITALIA, il nuovo soggetto so-

ciale e politico voluto da Cida - Manager e alte profes-

sionalità per l’Italia, Federmanager e Manageritalia, le

organizzazioni di rappresentanza di dirigenti, quadri e

alte professionalità del pubblico e del privato, ma ter-

zo rispetto a esse, perché infatti queste continueranno

a svolgere il loro compito di rappresentanza sindacale

e offerta di servizi professionali e personali.

L’obiettivo è anche fare politica, nel senso di interessar-

si della “res” pubblica. Un movimento non partisan,

apartitico per intenderci, che vuole aggregare tutti i

soggetti della società della conoscenza (manager, alte

professionalità, liberi professionisti ecc.) per lavorare a

favore del Paese.

Come? Partendo dalla politica, cioè offrendo compe-

tenze, progetti “chiavi in mano” e uomini esperti per

aiutare la politica a fare le cose e bene. Infatti, se il

compito della politica, della buona politica, è dare in-

dirizzi e realizzarli, perché questo accada c’è bisogno

anche in Italia dell’apporto della cultura e del model-

lo manageriale, di chi professionalmente si occupa di

far accadere le cose nei tempi e nei costi prestabiliti.

La prima edizione di questo appuntamento annuale

(Roma, 2-5 agosto) ha affrontato quattro temi: la buo-

na politica, il buon politico, le nuove esigenze di parte-

cipazione dei cittadini e le responsabilità dei manager.

9SETTEMBRE 2012

quindi delineare come far sì che lo

sia. Oggetto della seconda riflessio-

ne, dalla politica ai suoi rappresen-

tanti: i politici. Quali sono i confini

del politico ideale? Si possono de-

finire prerogative, competenze e

ambiti di azione di chi fa politica?

Terzo tema, le nuove esigenze di

partecipazione. Oggi più che mai i

cittadini possono ripensare meto-

di, processi, strumenti e linguaggi

per influenzare chi governa. Per fi-

nire, quarto tema, le responsabili-

tà legate al ruolo manageriale. Co-

me i manager e le alte professiona-

lità possono dare il proprio contri-

buto alla buona politica? Seguen-

do questa traccia si è avviata una

discussione ricca di contributi, at-

traverso tavole rotonde, interven-

ti dal pubblico e dal web.

Un ruolo inedito

per il management

La proposta è quindi sicuramente

politica, ma in un contesto come

quello odierno, dove diventa ur-

Per troppo tempo i manager non si sonooccupati della cosapubblica, mentre nelcontesto odierno èfondamentale creare lebasi per un futuro miglioree offrire i presupposti per un cambiamentosostanziale

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Copertina

gente contribuire a salvare l’Italia,

servono persone che senza ideolo-

gie di parte operino nell’interesse

comune. Questa è la vera natura

di #PRIORITALIA: innescare un

cambiamento culturale che vuole

��� In questo scenario di cambiamento è sempre più fortel’esigenza di mobilitazione da parte di quei soggetti che non so-no tradizionalmente attori della politica ma spettatori.��� Dobbiamo impegnarci nel diffondere la cultura e il sen-so civico.��� L’economia della conoscenza aiuta la crescita e consentedi costruire una visione sostenibile e impegnarsi a realizzarla.��� Intendiamo la democrazia non solo come esercizio di vo-to, ma anche come disponibilità di spazi per il dibattito e la re-lazione.��� Promuovere la propria esperienza professionale per so-stenere la classe politica.��� La globalità porta a un sistema di totale interdipendenzae per affrontarla occorre specializzazione e integrazione: due di-mensioni su cui è necessario impegnarci per aiutare il Paese.��� Siamo sempre più consapevoli che senza una buona po-litica saremo tutti sconfitti.��� Aprire le istituzioni a un confronto con la società civile.��� Dalle aziende dobbiamo passare a progettare anche peril mondo circostante.

I PRESUPPOSTI DI #PRIOR

I principi indispensabili per sviluppare una buonapolitica: informazione,legalità, trasparenza,inclusione, innovazionesociale, competenza,attuazione (cultura del fare rapidamente),collaborazione(pubblico/privato) e visione

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contaminare la politica e il Paese

puntando su una cultura della va-

lutazione dell’operato della politi-

ca (accountability), che deve rende-

re conto responsabilmente della

sua azione (controllo di mandato)

e sulla governance (insieme di re-

gole di ogni livello – delega, con-

trollo, misurazione dei risultati

ecc. – che disciplinano la gestione

di un potere).

Dai quattro giorni di intenso lavo-

ro sono emerse ben 208 idee pro-

gettuali. Alcune, come è prassi per

i manager, già a livello avanzato di

progettazione e presto saranno se-

lezionate per priorità d’intervento.

Idee nate in coerenza con i nove

principi indispensabili per svilup-

pare una buona politica emersi

dall’analisi ad ampio spettro effet-

tuata in precedenza sulle proposte

e richieste della società civile negli

ultimi due anni: informazione, le-

SETTEMBRE 2012 11

��� Selezionare e reclutare dei politici secondo i principi del-l’eccellenza e del merito legati al ruolo.��� Contribuire al rinnovamento dei partiti promuovendo uncontatto costante.��� Creare una cultura della valutazione dell’operato del po-litico (accountability, rendere conto responsabilmente).��� Porre attenzione ai numeri, ai risultati e all’efficienza inquanto espressione della potenzialità del territorio e della co-munità.��� Creare alleanze con la società civile.��� Il tema dei talenti non è nelle agende politiche: il model-lo manageriale consente di fare programmi per l’accesso, lavalutazione e la gestione dei talenti del Paese.��� Abbiamo capacità realizzativa e contatto con la quoti-dianità... sappiamo fare: trasformiamo le strategie in azioni erisultati.��� Garantire spazi e tempi per dedicarsi alla politica oltreche al lavoro.��� La politica deve tornare a essere il luogo delle decisionie delle competenze.

��� Censimento dei manager e certificazione dellecompetenze da mettere a disposizione della politica.��� Certificazione delle competenze manageriali degliamministratori pubblici e dei politici.��� Valorizzazione dei giovani talenti con stimoli, sup-porti e incentivi alla loro espressione nella società.���Costituzione di team di manager che si occupino

di garantire efficienza e concretezza ai progetti delle am-ministrazioni locali.

��� Scuola di formazione manageriale per i politici.��� Impegno della dirigenza a supporto delle associa-zioni non profit (1.000 manager per 100 progetti).��� Creazione di un osservatorio/centro studi per il mo-nitoraggio e la rendicontazione degli effetti delle decisionipolitiche (che dovrà anche valutare la coerenza tra promes-se elettorali e realizzazione di partiti e/o singoli politici).��� Piano di marketing politico del territorio Paeseper attrarre investitori e nuovi partner economici.

ORITALIA

I PROGETTI PRINCIPALI EMERSI A #PRIORITALIA

Per ulteriori approfondimenti e aggiornamento dei lavori: www.manageritalia.it

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Page 12: DIRIGENTE settembre 2012

SETTEMBRE 201212

Copertina

galità, trasparenza, inclusione, in-

novazione sociale, competenza, at-

tuazione (cultura del fare rapida-

mente), collaborazione (pub-

blico/privato) e visione.

Siamo partiti da questi punti fermi

per definire priorità e modalità per

concretizzare progetti e azioni.

#PRIORITALIA si basa su questi

principi, e qui sta uno degli aspetti

fortemente innovativi della propo-

sta: certificare chi vorrà candidarsi

alle prossime elezioni, che questi

sia un manager o un soggetto ap-

partenente ad altri movimenti e/o

partiti. Oltre alla certificazione, tan-

ti i progetti che saranno a breve svi-

luppati dal nuovo soggetto, in pro-

prio o in sinergia con altri. Tra i più

innovativi, la creazione di un osser-

vatorio/centro studi per il monito-

raggio e la rendicontazione degli

effetti delle decisioni politiche, che

dovrà anche valutare la coerenza

tra promesse elettorali e realizza-

zioni di partiti e/o singoli politici.

Poi una scuola di formazione ma-

nageriale per i politici, la costituzio-

ne di team di manager da mettere

al servizio delle amministrazioni

locali per la realizzazione di proget-

ti sul territorio, l’impegno della di-

rigenza a supporto delle associa-

zioni non profit (1.000 manager per

100 progetti). Inoltre, un grande

progetto nazionale per la valoriz-

zazione dei giovani talenti con sti-

moli, supporti e incentivi alla loro

espressione nella società e un piano

di marketing politico del territorio

Paese per attrarre investitori e nuo-

vi partner economici.

I prossimi passi

#PRIORITALIA sarà lo strumento

di Cida - Manager e alte professio-

nalità per l’Italia, una risorsa al ser-

vizio del Paese. Presto si riuniran-

no i vertici delle organizzazioni

fondanti, dialogando anche a livel-

lo territoriale con la base associati-

va. È inoltre in programma un’assi-

se pubblica per coinvolgere molti

manager e alte professionalità e

dialogare con tutti, ma soprattutto

con i soggetti dell’economia della

conoscenza. Così diamo rappre-

sentanza e voce a quelle centinaia

di migliaia di manager che fanno

funzionare le aziende tutti i giorni.

Quelli che tutti gli italiani incontra-

no quotidianamente sul pianerot-

tolo di casa o con i quali lavorano

dentro o fuori le aziende, che è ora

siano riconosciuti come soggetto

sociale ed economico importante

non solo per far funzionare le

aziende, ma anche per aiutare il

Paese a cambiare e crescere. Insom-

ma, #PRIORITALIA è l’alternativa

all’antipolitica e alla vecchia politi-

ca, è “oltre la politica”, per un con-

tributo vero a supporto della socie-

tà. Non è un movimento schierato,

ma guarda a un nuovo modello di

governance dell’Italia che poggia

su competenze e cultura del realiz-

zare e del dare.

Gli attuali modelli di rappresen-

tanza e partecipazione hanno fatto

il loro tempo e oggi servono nuovi

soggetti e nuove modalità e una

volontà di dialogare e lavorare con

tutti, soprattutto con i giovani. Me-

ritocrazia, valorizzazione del ta-

lento, cultura della responsabilità

sono i valori che provengono dalla

nostra esperienza professionale e

ora vogliamo metterli al servizio

del Paese. Aumentando la mana-

gerialità nelle imprese, perché pos-

sano competere al meglio, portan-

dola nel governo della cosa pubbli-

ca, perché abbiamo davanti anni

difficili e nei quali si potrà solo ope-

rare con risorse scarse e in modo

sostenibile. Per questo siamo quel-

li che più di tutti hanno forte coe-

renza di interessi tra obiettivo ge-

nerale e particolare: solo una ripre-

sa della crescita economica può da-

re un futuro alla classe manageria-

le, ma soprattutto al Paese. La cre-

scita è in fin dei conti l’obiettivo fi-

nale e vero di #PRIORITALIA,

l’unica strada per andare verso un

benessere diffuso, per garantirci

giustizia sociale, solidarietà, inclu-

sione, insomma un Paese migliore,

quello che tutti vogliamo per noi e

per i nostri figli. �

#PRIORITALIA èl’alternativa all’antipoliticae alla vecchia politica: è “oltre la politica”, per un contributo vero asupporto della società. Non è un movimentoschierato, ma guarda a un nuovo modello di governance dell’Italia

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SETTEMBRE 201214

LA PARTECIPAZIONE ONLINEIl web è stato senz’altro protagonista dell’evento #PRIORITALIA e conti-nua a essere uno strumento per un dialogo ricco e stimolante sui temiaffrontati. Dalla diretta streaming durante i quattro giorni, seguita daqualche centinaia di visitatori, alle decine di messaggi arrivati via email,fino ai commenti sul blog crisiesviluppo.manageritalia.it e sulla paginaFacebook di Manageritalia. Twitter ha fatto il boom: oltre 300 tweet invia-ti con l’hashtag #PRIORITALIA!

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� Il convegno sui nuovi dirigenti

� Dai manager la scossa alla politica� È tempo di buona politica: i manager e #Prioritalia� Vanno bene le buone intenzioni, ma serve una visione

� Dalle idee al progetto

� Cos’è #Prioritalia, il nuovo soggetto politico dei manager

� Crisi / Federmanager e Manageritalia, nasce #Prioritalia� Federmanager e Manageritalia: noi zitti troppo a lungo, ora ci

mettiamo al servizio del Paese

� Manager: necessarie nuove rappresentanze� Con #Prioritalia i dirigenti ripartono da priorità e buona politica

� Manager in pista con #Prioritalia

� I manager scendono in campo

� Competenze manageriali per la crescita del Paese� #Prioritalia. I manager ripartono dalle priorità

� I manager e il metodo aziendale applicato a politica e istituzioni

� Eventi Manageritalia: #Prioritalia 2012 a Roma dal 2 al 5 agosto

� I manager scendono in campo, pronti 208 progetti per l’Italia� Federmanager e Manageritalia lanciano #Prioritalia� "Efficienza, merito, obiettivi". La nuova Italia dei manager

� #PRIORITALIA - TG1 - 3 agosto 2012

� Crisi / Manager, le priorità per tornare alla buona politica

ALCUNE DELLE USCITE SUI MEDIA

ROMA, 2-5 AGOSTO 2012 - PRIMO INCONTRO #PRIORITALIA

� I dirigenti vogliono contribuire alla buona politica

seguici su

Per approfondimenti: www.manageritalia.it >> Iniziative ed eventi >> Prioritalia >> Prioritalia 2012 - Press

L’IMPEGNO DELLA DIRIGENZA

ITALIANA PER IL FUTURO

DEL PAESE

� Una buona politica per ripartire� Più management per creare lavoro

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SETTEMBRE 201216

Copertina / 2

ROMA, 2-5 AGOSTO

I MANAGER AL LAVORO

Quattro giornate intense nella sala congres-si dell’Hotel Sol Meliá di Roma. Per chi si èperso l’evento, ecco la cronaca con alcuniinterventi dei numerosi ospiti. Il pubblico insala ha preso spesso la parola con consiglie proposte innovative

Giovedì 2 agostoUNA NUOVA CULTURADELLA RESPONSABILITÀ

L’apertura dei lavori

Il giornalista Oscar Giannino mode-

ra la tavola rotonda di apertura.

Guido Carella, presidente di Mana-

geritalia, dichiara fin dall’inizio che

«è necessario aprire il dialogo a tut-

ti gli attori sociali, non solo a mana-

ger e alte professionalità, affinché la

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Page 17: DIRIGENTE settembre 2012

SETTEMBRE 2012 17

politica ritorni buona e capace di

offrire a tutti un futuro migliore. I

manager non possono più solo fare

bene il loro lavoro in azienda, ma

vogliono prendersi la responsabili-

tà e l’impegno di mettere le loro

competenze al servizio del Paese».

L’assemblea commenta quindi i

principi della buona politica, deli-

neati sulla base di un’analisi ad am-

pio spettro, effettuata su diversi ti-

pi di media, a partire dalle richieste

della società civile negli ultimi me-

si. Principi portanti, declinati e con-

testualizzati.

Per Mattia Diletti (politologo, Uni-

versità La Sapienza) «il tempo dei

think tank è finito. I contenitori di

pensiero legati allo scoppio di una

crisi oggi devono lasciare spazio

al connubio tra competenze e

idee. Serve trovare gli strumenti e

le capacità per portare le persone

giuste nel luogo giusto». Simona

«È necessario aprire il dialogo a tutti gli attori

sociali, non solo a managere alte professionalità,

affinché la politica ritornibuona e capace di offrire

a tutti un futuro migliore»

Guido Carella

Dario

Di V

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Copertina / 2

Aldrovandi (analista media, Os-

servatorio di Pavia) invece fa no-

tare come oggi la politica sia on-

nipresente nei media italiani (cir-

ca un terzo dei telegiornali nazio-

nali è dedicato a questo tipo di in-

formazioni), ma di fatto si risolve

in uno sterile chiacchiericcio. Si

parla di intenzioni, mai di azioni,

e il focus è sempre la critica del-

l’avversario. Giorgio Ambrogioni

(presidente Federmanager) ricor-

da i risultati di un’indagine com-

missionata al sociologo Renato

Mannheimer: «I manager sono

giudicati competenti ma egoisti.

Le loro organizzazioni oggi han-

no per la prima volta una mission

valoriale». Secondo Silvestre Ber-

tolini (presidente Cida - Manager

e alte professionalità per l’Italia)

dobbiamo lavorare con gli im-

prenditori, ma allo stesso tempo

affiancare i politici, a maggior ra-

gione quando questi si occupano

di mercato del lavoro (ma non so-

lo, poiché le nostre competenze

sono trasversali).

Così Alessandro Cattaneo (sindaco

di Pavia e vicepresidente Anci - As-

sociazione nazionale comuni ita-

liani): «Il dirigente pubblico deve

mettere in pratica le linee di indi-

rizzo fortemente orientate al-

l’obiettivo. Non è da guardare in

maniera negativa che un ammini-

stratore si porti con sé 2 o 3 uomi-

ni esperti di cui si fida. Spesso si

trova davanti mille step prima di

arrivare al risultato. Non deve se-

guire “la pancia” del cittadino che

lo porterebbe a delle derive ecces-

sive, ma agire con senso di respon-

sabilità». Per l’imprenditore Gior-

gio Gori «la convivenza tra pubbli-

co e privato è spesso difficile, se le

organizzazioni dei manager inten-

dono portare avanti gli interessi

generali del Paese la loro è un’ope-

«Occorre non pensaresolo ai diritti ma anche ai doveri. Occorre crederein qualcosa, ricoinvolgere,e poi decidere»

Nicola Zingaretti

Mattia Diletti, politologo, Università La Sapienza.Nella foto a fianco, l’imprenditore GiorgioGori, il giornalista Oscar Giannino e Alessandro Cattaneo,sindaco di Pavia e vicepresidente Anci.

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ra meritoria. Io ho fatto per anni gli

interessi della mia azienda ma poi

ho deciso di dedicarmi agli interes-

si della collettività. Abbiamo assi-

stito al progressivo decadimento

della cosa pubblica senza fare nul-

la. Voglio un cambiamento forte, la

linea di frattura di oggi è molto più

seria di quella del ’92-’93».

Venerdì 3 agostoGUARDARE AL FUTURO

Dibattito sui temi “Affermare l’utilità

della buona politica” e “Definire i con-

fini del politico ideale”

Molti gli interventi dal pubblico.

Nell’arco di un’ora sono emerse

ben 93 proposte, un grande risulta-

to. Il giornalista Giuliano Giubilei in-

troduce la seconda giornata di la-

vori e afferma che «rispetto a qual-

che anno fa cresce il numero delle

persone che hanno voglia di conta-

re di più nelle scelte del Paese. La

buona politica è anche questo: met-

tere a disposizione dei cittadini la

possibilità di collaborare». Stefano

Cordero di Montezemolo (presiden-

te Aimba, Associazione italiana de-

gli Mba) esprime un concetto chia-

ve: la trasposizione dell’approccio

«Oggi il settore dellacooperazione è forse meno

efficiente ma più efficace e responsabilizzante.

È importante lapartecipazione degli

individui»

Giangi Milesi

Qui accanto, Stefano Cordero di Montezemolo,presidente Aimba,Enrico Giovannini,presidente Istat. Sotto, da sinistra,Simona Aldrovandi,analista media,Osservatorio di Pavia eSergio De Luca,direttore centralecomunicazioneConfcommercio

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manageriale nella politica. Guar-

dare la politica con uno sguardo da

manager e quindi lavorare per

obiettivi, con una strategia chiara e

definita, questa la nuova sfida. Ag-

giunge inoltre che la politica spes-

so non ha il concetto della scarsità

delle risorse disponibili. Avrebbe il

dovere di utilizzarle nel modo più

efficiente possibile, non più nella

logica dei finanziamenti a pioggia,

ma selezionandole per produrre

valore e competere sul mercato in-

ternazionale. Giovanni Savini (vice-

presidente Associazione classi di-

rigenti pubbliche amministrazio-

ni) ribadisce che «c’è un grande po-

tenziale inespresso nella pubblica

amministrazione a cui non viene

data la possibilità di manifestarsi».

Stefano Colarieti (managing direc-

tor Consenso) non usa mezzi ter-

mini: «La buona politica deve recu-

perare una funzione di servizio e

rimboccarsi le maniche! Le elezio-

ni del 2013 saranno di rilevanza

strategica per il nostro futuro. Il

mio auspicio è che si lavori poi in

una prospettiva europea. Noi non

siamo un’isola abbandonata nel-

l’oceano. L’Europa non può essere

strumentalizzata per ottenere con-

senso, ma deve essere il punto di ri-

ferimento e l’ambito per prendere

le decisioni cruciali». Sergio De Lu-

ca (direttore centrale comunicazio-

ne Confcommercio) constata che

«la politica in Italia è pervasiva.

Tutti gli editori sono contaminati

da interessi politici e questo ha una

conseguenza grave, ovvero che

non esiste la separazione tra fatti e

opinioni e che il dialogo si fa sui

giornali, abbandonando spesso la

concertazione». Alessandro Rosina

(docente Università Cattolica, pre-

sidente iTalents) non fa sconti a

nessuno: «La cattiva politica guar-

da al mantenimento del potere e

non ha visione del futuro. Il potere

è condizionabile da interessi di

parte. Intende convincere attraver-

so le promesse e non con i risulta-

ti. La politica dovrebbe essere

un’attività a tempo. Occorrono un

ricambio generazionale, nuove ri-

sposte, nuove visioni, partecipa-

zione dal basso. Serve una cultura

«Occorre avere la forza di dire no al politico di mestiere»

Alberto Brambilla

Da sinistra, Giovanni Savini, vicepresidenteAssociazione classi dirigenti delle pubblicheamministrazioni, Stefano Colarieti, managing directorConsensoe Davide Rubini, vicepresidente dell’associazione Rena.In basso, Lino Busà,presidente nazionaleSos Impresa e Giovanni Moro, presidente Fondaca.

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della valutazione della politica: ca-

pire se è buona (se raggiunge dei

risultati) o cattiva (se vengono fat-

te solo promesse). Il contributo del-

la dirigenza può produrre rifles-

sioni utili. I manager devono con-

taminare la politica». Lino Busà

(presidente nazionale Sos Impresa,

nata per difendere la libera inizia-

tiva imprenditoriale contro racket

e criminalità organizzata) affronta

in modo coinvolgente il tema della

legalità, sottolineando che l’econo-

mia criminale è difficilmente di-

stinguibile da quella legale in Ita-

lia. La legalità dovrebbe essere un

punto prioritario dell’agenda poli-

tica. Oggi è relegato invece agli ul-

timi posti della funzione pubblica.

Enrico Giovannini (presidente Istat)

ricorda che non a caso parole come

accountability (rendere conto di

quanto si fa con responsabilità) e

governance (insieme di regole di

ogni livello) sono intraducibili nel

parlare e nella prassi della politica.

La buona politica serve per supe-

rare gli ostacoli e uscire dalla crisi

ma è faticoso assumersi la respon-

sabilità di cambiare. Aggiunge poi

che «la priorità è la conoscenza.

Occorre imparare a vivere con i di-

sastri incombenti ma senza perde-

re la speranza. Quel che desidera-

no gli italiani è assicurare un futu-

ro ai figli e fare di più per non ave-

re crisi di coscienza».

Nel pomeriggio si susseguono

una serie di interventi ugual-

mente apprezzati, come quello di

Alberto Brambilla (esperto di po-

litiche di welfare), tra i più vicini

al pensiero di Manageritalia.

Brambilla fa esempi di pancia. Il

buon politico deve avere cono-

scenza dell’organizzazione com-

plessa. Occorre avere la forza di

dire no al politico di mestiere.

Continua Giovanni Moro (sociolo-

go politico): «Siamo nel mezzo di

una profonda trasformazione e ci

sono troppi attori che esercitano

potere e influenza senza essere

legittimati. Non esistono politi-

ci/manager/imprenditori idea-

li, perché tutto è relativo ai tem-

pi e alle circostanze. Occorre ri-

costruire un contatto con la citta-

dinanza e il territorio. Ma stanno

emergendo forme di partecipa-

zione civica non nel senso tradi-

zionale e questo è un segnale cer-

tamente positivo». Gianluca Co-

min (direttore relazioni esterne

Enel) ci dà una definizione del

“buon politico”: «È colui che vie-

ne scelto, che ha capacità di vi-

sione e di creare consenso. Dopo

sei mesi nessun governo mantie-

ne il consenso come quando è

eletto». Per Andrea Tomasi (presi-

«Occorre imparare a vivere con i disastri

incombenti ma senzaperdere la speranza.

Quel che desiderano gliitaliani è assicurare

un futuro ai figli e fare di più per non avere

crisi di coscienza»

Enrico Giovannini

Nella foto da sinistra, Alberto Brambilla,esperto di politiche di welfare, Massimo Mascini, giornalista,esperto di rappresentanza socialee Gianluca Comin, direttore relazioni esterne Enel.

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dente Fondazione architetti, in-

gegneri e liberi professionisti

iscritti a Inarcassa) «se vogliamo

ancora avere delle possibilità

dobbiamo coinvolgerci. I mana-

ger, così come gli architetti, gli in-

gegneri, i liberi professionisti che

non hanno rifiutato la politica

ma l’hanno sempre guardata con

distacco, con snobismo, sono una

massa critica forte e con compe-

tenze che possono essere messe

al servizio del Paese».

Secondo Nicola Zingaretti (presiden-

te Provincia di Roma) occorre non

pensare solo ai diritti ma anche ai

doveri. Occorre credere in qualco-

sa, ricoinvolgere, e poi decidere.

Laura Pennacchi (Fondazione Bas-

so - Scuola per la buona politica)

sottolinea che siamo «in una fase

in cui occorre la mobilitazione di

tutte le forze della società per ria-

prire un sentiero di speranza.

D’altro canto i manager sono un

perno dell’economia e devono far

fronte a carenze profonde da par-

te di chi ci ha governato nel corso

degli ultimi decenni. L’iniziativa

di #PRIORITALIA è un segno di

riscossa e di accensione di una

passione per i valori più nobili

della politica».

Sabato 4 agostoDAL CONTESTO GENERALEA QUELLO PARTICOLARE

Dibattito sui temi “Soddisfare le

nuove esigenze di partecipazione” e

“Assumere responsabilità adeguate

al ruolo manageriale”

Dario Di Vico (vicedirettore Corrie-

re della Sera), nell’introdurre la ta-

vola rotonda, lancia una serie di

provocazioni condivisibili. «La

parola “partecipazione” è datata,

non mi piace. Siamo in una crisi

con aspetti inediti, si propongo-

no messaggi vecchi cent’anni. È

sbagliato dare enfasi sul cambia-

mento politico nel nostro dibatti-

to. Siamo un Paese ultra politi-

cizzato. Pensiamo che le soluzio-

ni siano sempre del mondo poli-

tico, ma non ci sono le condizio-

ni per un forte cambiamento. Ab-

biamo invece una società molto

viva. Cosa fa questa società? Si

responsabilizza, come del resto

state facendo voi». Per Michele

Carugi (esperto di relazioni indu-

striali) bisogna partecipare in

maniera più attiva. «La classe

manageriale finora si è astenuta,

ma ha le caratteristiche culturali

e professionali per scendere in

campo. I manager devono mette-

re a supporto della politica le lo-

ro capacità». Massimo Mascini

(giornalista, esperto di rappre-

sentanza sociale) afferma che

#PRIORITALIA è la dimostra-

zione che dentro la società civile

ci sono pulsioni forti in grado di

dare una sferzata alla politica. «È

proprio questo mix sano tra so-

Da sinistra, Marcello Bruni, direttore comunicazione BoeingItalia Sud Europa eIsraele, Giangi Milesi,presidente dell’associazione umanitaria Cesvi, con Vittorio Emanuele Parsi, docente universitario, editorialista ed espertodi relazioni internazionali e Maurizio Tarquini, direttore generaleUnindustria.

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cietà civile e politica che mi pia-

ce evidenziare». Graziano Delrio

(sindaco di Reggio Emilia, presi-

dente Anci) non ha dubbi: «Ab-

biamo bisogno di buone notizie,

di buone analisi, ma anche di far

seguire i fatti alle analisi e non da

altre analisi. Una mentalità più

anglosassone e rigorosa che dice

“bene, questi sono i problemi, in-

tanto ne affrontiamo uno, vedia-

mo in quanto tempo lo risolvia-

mo”, è un metodo che manca nel-

la politica latina».

Giangi Milesi (presidente dell’asso-

ciazione umanitaria indipendente

Cesvi - Cooperazione e sviluppo)

afferma che «oggi il settore della

cooperazione è forse meno effi-

ciente ma più efficace e responsa-

bilizzante. Partecipazione degli in-

dividui, più considerazione del

merito e responsabilità sono sem-

plici misure di coinvolgimento che

vanno colte e diffuse. È questo uno

dei messaggi di #PRIORITALIA».

Per Vittorio Emanuele Parsi (docen-

te universitario, editorialista ed

esperto di relazioni internazionali)

il nostro progetto non ha come sco-

po la rivendicazione. La politica è

il futuro. Oggi invece non si discu-

te più della proposta per il futuro.

«Assistiamo a un McDonald’s del-

le idee in cui si è esaurito il dibatti-

to pubblico italiano perché non si

discute della proposta politica, ci si

dà addosso in maniera sterile. In

Italia, del resto, non c’è troppa po-

litica ma troppi partiti e politici. At-

tivarsi vuol dire decidere e prende-

re responsabilità». L’entusiasmo di

Maurizio Tarquini (direttore genera-

le Unindustria) si traduce in queste

parole: «La sala piena e il vivace di-

battito che è in corso dimostrano

un grande senso della collettività,

un segnale forte e straordinario per

un Paese che soffre di individuali-

smo e che ha bisogno di “corpi in-

termedi” come il vostro per anda-

re avanti, per attuare processi di

sintesi». Davide Rubini (vicepresi-

dente dell’associazione Rena, Rete

per l’eccellenza nazionale, anima-

ta da giovani che operano nel pub-

blico e nel privato) porta l’entusia-

smo dei giovani talentuosi, degli

italiani che anche dall’estero vo-

gliono cambiare il nostro Paese se-

condo la logica della meritocrazia

e dell’onestà. Grazie a valori come

apertura, responsabilità, traspa-

renza ed equilibrio.

Nel pomeriggio la conduzione di

Andrea Pancani (giornalista, con-

duttore Omnibus La7) si rivela bril-

lante e coinvolgente, anche grazie

agli ospiti della tavola rotonda. «In

un’era caratterizzata dall’avidità»,

dice Pancani, «la dirigenza al ser-

vizio del Paese è espressione di un

impegno sociale assolutamente

controcorrente». Imma Battaglia

(sales director and partner Mewa-

re) è un esempio concreto della ma-

nagerialità applicata al mondo del-

l’impegno civile (da anni si batte

contro le discriminazioni, in parti-

colare delle persone omosessuali,

attraverso l’associazione Di’Gay

Project, di cui è presidente). «Sen-

za la responsabilità e l’etica» affer-

ma «non si può contribuire al cam-

biamento. Fare politica non signifi-

ca guadagnare con la politica. Io

stessa mi sono vista sfumare op-

portunità professionali perché as-

sociata a un impegno che però era

di tipo volontaristico». Marcello

Bruni (direttore comunicazione Bo-

eing Italia Sud Europa e Israele)

parla di internazionalizzazione e

multiculturalismo: «Occorre re-

sponsabilizzare i manager in ambi-

to internazionale, aiutarli a opera-

re in realtà differenti da quella del

loro Paese». Mauro Dimitri (presi-

«Senza la responsabilità e l’etica non si può

contribuire alcambiamento. Fare politica

non significa guadagnarecon la politica»

Imma Battaglia

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dente World Foundation of Urolo-

gy Ong) evidenzia come «in un pe-

riodo della dittatura dell’austerity i

manager contrappongono all’avi-

dità la società civile. Oltre all’asso-

luta consapevolezza del momento

che stiamo vivendo, dimostrano di

avere una vision, uno scenario».

Marina Salamon (imprenditrice) è

un altro modello di management e

imprenditoria che ha puntato l’ac-

cento sulla meritocrazia, stigma-

tizzando il nepotismo. «I manager

possono e devono essere al servi-

zio della collettività perché sanno

essere concreti e far funzionare le

cose. La classe imprenditoriale de-

ve smetterla di sottovalutare i ma-

nager. Sogno un mondo in cui ma-

nager e imprenditori si mettano

insieme al servizio della collettivi-

tà». Carlo Stagnaro (giornalista, di-

rettore Centro studi Istituto Bruno

Leoni) si è soffermato sulla neces-

sità di legare la retribuzione alle

performance professionali, anche

nel caso di posizioni simili, e quin-

Da sinistra, Imma Battaglia, sales directorand partner Meware con Mauro Dimitri, presidente World Foundation of UrologyOng. A fianco, CarloStagnaro, giornalista,direttore Centro studiIstituto Bruno Leoni. In basso, un tavolo di lavoro e Luca Fenati, managing partner Fluxus Hr.

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di ha richiamato ancora una volta

il concetto di meritocrazia. Per Lu-

ca Fenati (managing partner Flu-

xus Hr) «siamo qui perché sentia-

mo un senso di responsabilità,

perché nel nostro lavoro siamo co-

stretti a puntare all’eccellenza e

nel mondo manageriale constatia-

mo che c’è una grande quantità di

competenze che non vengono uti-

lizzate quando si tratta di gestire

la cosa pubblica». Secondo l’eco-

nomista Tito Boeri «la classe mana-

geriale può aiutare il Paese a fare

quel salto di qualità di cui neces-

sita, anche nella pubblica ammini-

strazione. Il contributo di idee di

#PRIORITALIA è costruttivo.

Certo, è importante considerare i

vincoli di bilancio, siamo tutti

coinvolti in un piano di risana-

mento dei conti pubblici, ma è

fondamentale che anziché prote-

ste e rivendicazioni vengano for-

mulate delle proposte concrete

con una buona dose di fattibilità».

Domenica 5 agosto BILANCIO DI UN INCONTRORIVOLUZIONARIO

L’editorialista Antonio Polito defi-

nisce #PRIORITALIA un incontro

“rivoluzionario” e fa una consta-

tazione: «Chiunque in Italia vo-

glia rimboccarsi le maniche incro-

cia la politica. C’è un sistema ste-

rile che occupa la gestione della

cosa pubblica. Tutte queste propo-

ste per passare devono penetrare

questo muro. Noi dobbiamo fare

questo lavoro di rinnovamento

della politica innanzitutto perché

dobbiamo portare competenze ai

politici. Il governo dei tecnici in

Italia sembra una cosa ecceziona-

le. Nelle amministrazioni ameri-

cane è normale scegliere nella po-

litica manager d’azienda, docenti

universitari, finanzieri. La compe-

tenza al potere non è eccezionale,

non è fuori dall’ordinario. È anche

una questione di valori, di visio-

ne, di idee della società che abbia-

mo. Il problema in Italia non è che

abbiamo una classe dirigente in-

competente, ma è stabilire chi sia-

mo e cosa vogliamo fare, che par-

te vogliamo interpretare nel mon-

do. Il vostro lavoro, a differenza di

altre categorie, si identifica con

l’interesse nazionale. Per il diri-

gente d’azienda è importante che

l’azienda vada bene. Occorre la-

vorare sui talenti. Non tanto sui

cervelli in fuga, ma su quelli che

rimangono qui. La società civile

può e deve partecipare».

Le conclusioni spettano a Giorgio

Ambrogioni e Guido Carella, che

hanno fortemente voluto con le lo-

ro organizzazioni la nascita di

#PRIORITALIA . «Abbiamo degli

obiettivi. Il primo è dare un’anima

a questa neonata Cida - Manager e

alte professionalità per l’Italia. Il

secondo è contaminare la politica.

#PRIORITALIAnon può che esse-

re un soggetto terzo. A chi si rivol-

ge? A tutti. È uno strumento, un

veicolo. Occorre selezionare i no-

stri uomini, formarli, certificarli.

Sviluppare servizi a supporto di

questi obiettivi». �

I tre presidenti delle associazioni fondatrici di #PRIORITALIA: GuidoCarella (Manageritalia)Silvestre Bertolini (Cida - Manager e alte professionalità per l'Italia) e Giorgio Ambrogioni(Federmanager).

Si ringrazia lo sponsordella convention

«La classe managerialepuò aiutare il Paese a fare quel salto di qualità di cui necessita, anche nella pubblicaamministrazione. Il contributo di idee di #PRIORITALIA è costruttivo»

Tito Boeri

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M

SETTEMBRE 201226

cattu

rati

CATTURATI DALLA RETE

Made in Italy è in tutto il mondo si-nonimo di qualità ed eleganza. Nelnostro paese è fonte di orgoglio na-zionale. Secondo Wikipedia è il ter-zo marchio per notorietà dopo CocaCola e Visa.Disponiamo quindi di un patrimonioeconomico, culturale e di immaginedi grande valore e pertanto da pre-servare. In questa direzione vanno al-cune leggi per la tutela del Made inItaly, come quella dell’aprile 2010che stabilisce le disposizioni sullacommercializzazione di prodotti tes-sili, della pelletteria e calzaturieri. Di recente, a ridestare l’attenzione ealimentare le discussioni online suquesto tema è stata la sentenza diForlì di luglio; una sentenza che ha vi-sto la battaglia di una nota aziendaitaliana del settore arredamento con-tro il “meid in italy”, ovvero il Madein Italyprodotto da manodopera stra-niera a basso costo, terminata con lacondanna delle imprese che, abbat-tendo in questo modo i costi di pro-duzione, riescono ad acquisire unascorretta competitività sul mercato.In un anno, da agosto 2011 a luglio2012, oltre 50mila messaggi riguar-danti il Made in Italy sono stati con-divisi online su blog, forum, gruppi,siti di video e image sharing, Twittere social network. Acquistare prodot-ti italiani o scegliere quelli stranieri aun prezzo competitivo? Quanto con-ta la provenienza e quanto l’effetti-va qualità del prodotto?Uno dei temi più caldi in rete è pro-prio quello della garanzia del mar-chio e delle norme che ne discipli-nano l’impiego. Significativo ilcommento di un utente che affer-ma: «Il discorso del made in... è de-licato, a volte basta anche che una

tappa della produzione di un pro-dotto elaborato magari in Bangla-desh venga eseguita in Italia, perpoterci scrivere sopra Made in Ita-ly. Non mi fido. Ci vuole più traspa-renza, e sta a noi consumatori esi-gerla (...)». Sono soprattutto gli uo-mini a esprimere questo tipo di per-plessità e ne parlano principalmen-te su fonti finanziare e sportive. Equalche volta emerge una non pre-cisa conoscenza di cosa effettiva-mente significhi la denominazione.

Enogastronomia originaleIn questi anni economicamente dif-ficili, il Made in Italy può costituireuna preziosa arma anticrisi. Il setto-re enogastronomico nazionale statraendo ossigeno dalla domandache proviene dall’estero. Secondoun’indagine Coldiretti-Coop, è ita-liano un piatto di pasta su quattroconsumati nel mondo. E infatti, ol-tre un quarto delle conversazionionline riguardano i prodotti enoga-stronomici. La rete, attraverso iblog, diventa uno strumento per ladivulgazione di notizie su eventi einiziative per la promozione di pro-dotti locali sia in Italia che all’este-ro. Online trovano spazio l’informa-zione e il dibattito dello stato eco-nomico del settore: in questi ultimimesi viaggia online l’aggiornamen-to circa i danni causati dal terremo-to alla preziosa produzione di Par-

Cristina Papini

MADE IN ITALY:LA VOCEDELLA RETE

Nielsen è un’azienda globale con posi-zione di leadership nelle misurazioni einformazioni di marketing relative aconsumer, retail, advertising, televisio-ne, internet, mobile e altri media. È pre-sente in oltre 100 paesi con sedi a NewYork, Usa e Diemen, Olanda. CristinaPapini è research & analitics director.Per maggiori informazioni: www.niel-sen.com/it.

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migiano Reggiano e Grana Padano,due simboli del Made in Italy colpi-ti duramente quest’anno.Le discussioni sull’agroalimentareriguardano anche il tema della tu-tela e valorizzazione: dai beni pro-dotti in Italia con ingredienti prove-nienti dall’estero ai cosiddetti “Italiansounding” venduti all’estero, ovveroquei prodotti che, senza essere unavera e propria contraffazione, evoca-no con immagini, nomi e coloriun’origine italiana e quindi risultanofuorvianti per i consumatori, costi-tuendo un grave danno per i nostriproduttori.Eventi di portata nazionale e interna-zionale, come Cibus e Vinitaly, con-tribuiscono a far salire l’attenzionesui prodotti nostrani di qualità.

Moda e designIl settore che concentra il più ele-vato numero di conversazioni onli-ne è quello dell’abbigliamento eaccessori, che raccoglie oltre unterzo delle discussioni. Sono nu-merosi, infatti, i blog che racconta-no i successi italiani all’estero, co-me quelli che riportano i nomi del-le nazionali alle Olimpiadi vestiteMade in Italy (l’Italia con Armani ePrada, l’Azerbaijan con Scervino);quelli delle star che in passerellasfoggiano l’alta moda del belpae-se, o quelli che promuovono marchedi abbigliamento e linee di gioielle-

ria evidenziandone la provenienza.Se i blog si configurano come vetri-ne e luoghi di presentazione di lineee collezioni, i forum diventano vere eproprie piazze: mercatini dove i pro-dotti sono scambiati o consigliati aprezzi scontati, nonché luogo di di-battito nel quale gli utenti si esprimo-no sul vero valore attribuito al Madein Italy nella scelta dei prodotti. La partita dei fashion brand non vie-ne giocata soltanto con i più econo-mici prodotti asiatici, cinesi o norda-fricani, ai quali però spesso manca –agli occhi del nostro più sofisticatoconsumatore – la qualità, ma soprat-tutto con le marche europee che sisono imposte sul nostro mercato peril buon rapporto qualità-prezzo. I grandi brand della moda italiana so-no universalmente riconosciuti an-che grazie agli eventi glamour comeil festival di Cannes, Pitti Uomo o leSettimane della moda milanesi. Leconversazioni si infiammano e i no-stri stilisti diventano simbolo diun’Italia positiva e vincente.Moda e design: l’arredamento è og-getto delle discussioni degli inter-nauti soprattutto in coincidenza conil Salone del mobile, quando su bloge forum si riportano notizie sull’even-to milanese e sulle aziende che vi par-tecipano. Il design italiano attrae vi-sitatori dalla penisola e tanti stranie-ri, diffondendo online presenza dimarchi e novità di settore.

Ruote italianeDue e quattro ruote infiammano glianimi. I puristi delle bici Made in Ita-ly denunciano con rammarico pro-duzioni ormai ibride, nelle quali l’ita-lianità ha perso la prevalenza, e inva-sioni di produzioni dalla Cina a prez-zi ipercompetitivi. È elevato il volume di conversazionidel settore dei motori. In questo so-no i brand più celebri a raccoglierel’interesse di molti: Maserati, Ferrari,MV Agusta, Ducati. Proprio quest’ul-timo è oggetto di numerosi messag-gi riguardanti il passaggio sotto ilcontrollo del Gruppo Volkswagen.Acquisizioni e scelte manageriali ri-guardano anche Fiat. Gli utenti di-battono l’operato di Marchionne,commentano le sue recenti dichiara-zioni su Volkswagen e valutano i ri-sultati economici del Gruppo, tra cui,ad esempio, le vendite della 500 ne-gli Stati Uniti al di sotto delle aspet-tative. Infine, non mancano le cita-zioni degli eventi di settore come ilMotorShow. Nel complesso, gli utenti dei socialmedia sembrano riconoscere il va-lore dei prodotti locali e l’importan-za di difenderne specificità e pre-gio. Tuttavia vengono espressi dub-bi sull’efficacia e la garanzia del-l’etichetta Made in Italy, con una ri-chiesta alle istituzioni di maggiorisforzi per rafforzarne prestigio ecompetitività all’estero.

Le analisi dei commenti su blog, forum e social network sono state effettuate attraverso NMIncite (in precedenza BuzzMetrics), la Joint Venture tra Nielsen e McKinsey che aiuta le azien-

de a sfruttare le potenzialità della ricerca sui social media per incrementare le prestazioni

di business nelle proprie organizzazioni. Per maggiori informazioni: www.nmincite.com

A Nilsen McKinsey Company

••04CATTURATI_RETE 13-09-2012 17:38 Pagina 27

Page 28: DIRIGENTE settembre 2012

USCIREDALL’ORTICELLO

PERINNOVARE

Strategia

SETTEMBRE 201228

I casi offerti dalle aziendedi successo parlano chiaro:i risultati migliori nasconooltre il proprio settore.Ecco allora qualcheconsiglio per fare cross-innovation e coglierenuove opportunità

Thomas Bialas

SIAMO IN PIENA INNOVATION ECONOMY. È vero, e

ci faremo molto male. Innovazione: per alcuni una croce

pesante da portare (arduo rinascere continuamente), per

molti un’infallibile panacea che guarisce tutti i mali in

azienda (così, a prescindere), per tutti una parola da usa-

re e abusare in ogni discorso e proclama. Di fatto in un

mondo nuovo le cose si complicano. È molto raro che nascano idee forte-

mente nuove o individuazioni di nuovi mercati se si è troppo immersi nel

proprio core business. Oggi le migliori innovazioni trovano espressione

oltre i confini settoriali, in una sorta di incrocio continuo con altre tenden-

ze e modelli. Eccola dunque la cross-innovation: incrociare settori, espe-

rienze, canali, talenti, culture, tendenze, funzioni, brevetti, competenze,

target... per ibridare ogni processo della gestione aziendale. In una for-

mula cara al mash up: innescare innovazione pescando da sorgenti multi-

ple. Suona complicato? Allora iniziamo con qualche piccolo ragionamen-

to, tanto per delimitare il terreno di gioco.

Ragionamento numero uno. Io sono una banca, tu sei una banca, egli è

una banca, noi siamo una banca, voi siete una banca, essi sono una ban-

ca e tutti insieme ci copiamo e ci ispiriamo a vicenda. Coniugazione in-

dicativa (e negativa) per quasi tutti i settori. I quali, posseduti dal mor-

bo di benchmark (e relative best practice), raramente producono sane in-

novazioni di rottura.

Sbarre settoriali

Disruptive, in una parola, inglese. Infatti troppo spesso il potenziale

innovativo delle imprese è ingabbiato dalle sbarre settoriali. Approc-

ci e modelli consolidati producono nella migliore delle ipotesi inno-

vazioni incrementali (miglioramento dei prodotti e servizi), ma qua-

si mai innovazioni radicali capaci di aprire nuovi mercati. Il punto è

questo: in un mondo connesso e senza confini (senza dogane) anche

le imprese si devono trasformare in continenti aperti alla libera circo-

lazione di “ogni” e ripeto “ogni” idea.

Ragionamento numero due. Ottimo farsi ispirare da portali come

••05Bialas_strategia 13-09-2012 17:37 Pagina 28

Page 29: DIRIGENTE settembre 2012

ni fa Ferrero e Mars (di norma liti-

giosi fra gli scaffali) hanno collabo-

rato per innovare logistica e distri-

buzione dei prodotti (condivisione

di piattaforma e mezzi di traspor-

to). In fondo la cross-innovation è

concettualmente semplice. Si ab-

bandonano i sentieri battuti e il

proprio orticello (inclusi quelli

confinanti che coltivano idee ana-

loghe) per avventurarsi in terre

sconosciute e quasi misteriose.

Se siamo così poco propensi all’in-

terdisciplinarità e transdisciplina-

rità (insomma, l’attitudine a incro-

ciare in modo quasi spericolato) la

colpa è, metaforicamente, anche

dei semafori che ci hanno educato

a ordinati e regolari flussi di dire-

zione. L’azienda cross invece do-

vrebbe assomigliare alle zone sen-

za semafori e segnaletica (tecnica-

mente shared space) sperimentate

in molte città europee.

SETTEMBRE 2012 29

Qualche esempio di successo

Queste alcune teorie. Ma come

funziona tutto questo nella prati-

ca? Per certi versi è abbastanza

semplice, almeno a detta di alcu-

ni imprenditori. «Ci piace incro-

ciare le conoscenze e frequentare

fiere di altri settori» ci racconta-

no alla Baufritz, società tedesca

specializzata in case prefabbrica-

te. L’idea della casa cabrio (con il

tetto parzialmente decappottabi-

le) è venuta dopo la visita a un

salone automobilistico e dopo

avere ammirato alcuni modelli

cabriolet. E poi?

Poi ci sono gli incroci possibili.

Tanti quanti i sentieri che si bifor-

cano alla J.L. Borges. Proviamo e

iniziamo con un esempio datato

(primi anni 2000) che funge da

apripista, l’autovettura crosso-

ver: incrociare carrozzerie per ot-

tenere modelli ibridi; incrociare

www.springwise.com che postano

quotidianamente idee innovative

e business emergenti da tutto il

mondo. Ma perché limitarsi, come

fanno in molti, ai trend del pro-

prio settore? Se mi occupo di retail

sicuramente sotto la voce retail

trovo impulsi per nuovi format,

ma forse trovo ancora più impul-

si monitorando in modo sistema-

tico (e con personale dedicato allo

scouting) altri lidi, altri mondi, in-

somma consultando altre voci dal

database delle idee. Sembra ov-

vio, ma in verità le aziende fatica-

no a implementare “organizzazio-

ni olistiche”.

Ragionamento numero tre. Dico-

no: “i concorrenti non li incrocio

quasi mai sulla mia strada, salvo

per tirarli sotto”. Sbagliato. La coo-

petition è uno di questi auspicabili

incroci. Collaborare per innovare,

con vantaggi reciproci. Già due an-

Cross-innovation: innovare prodotti e servizi

incrociando settori,tendenze e competenze

••05Bialas_strategia 13-09-2012 17:37 Pagina 29

Page 30: DIRIGENTE settembre 2012

Strategia

mondi come educazione e intrat-

tenimento per rendere più appe-

tibili temi complessi, vedi i vari

festival della scienza che sono in-

fatti un classico esempio di edu-

tainment; incrociare dipendenti

con scambio (swapping) tempora-

neo di manager tra un’azienda e

l’altra per innescare percorsi di

open door innovation, come ha fat-

to Google con P&G; incrociare

età e punti di vista diversi (gio-

vani talenti con esperti in pensio-

ne) per attivare nuovi progetti,

come fa abitualmente Loccioni in

Italia; incrociare competenze per

aprire nuovi mercati fuori dal co-

re business, come ha fatto Vol-

kswagen con Lichtblick per en-

trare nel settore energetico come

smart energy provider; incrociare

brevetti per condividere soluzio-

ni e processi come fanno Ibm,

Nokia, Sony e molte altre impre-

se all’interno di un’alleanza di

sfruttamento della conoscenza;

incrociare contributi (e idee) per

sfruttare i benefici dell’open inno-

vation, come fa P&G da sempre

(ben il 50% dei nuovi prodotti

viene concepito fuori dall’azien-

da in una logica di not invented

here); incrociare mercati andando

ben oltre il core business per sfrut-

tare il proprio know how altrove,

come fa l’azienda dell’Alto Adi-

ge Leitner Technologies (tecnolo-

gie per funivie) che passa con di-

sinvoltura dalle seggiovie agli

impianti eolici fino ai minimetrò

cittadini automatici; incrociare la

folla per farla lavorare e guada-

SETTEMBRE 201230

DECALOGOdella cross-innovation

01Prerequisito della cross-innovation è l’open e la connectedinnovation. Senza la totale apertura e connessione inrete nessun incrocio è possibile.

02Strategie e obiettivi chiari: l’azienda vuole puntare suinnovazioni radicali o incrementali? Ci sono le risorseumane e un clima culturale adatti?

03Per avere successo il tema della cross-innovation devesalire ai piani alti dell’azienda coinvolgendo ceo edirezione generale.

04Applicare il motto greco “conosci te stesso” mettendoa fuoco punti di forza e debolezza nella propensioneall’innovazione.

05I migliori risultati si ottengono creando alleanze eintegrazione di competenze.

06La cross-innovation è un gioco di squadra fatto dinetworking e collaborazione allargata (fornitori, clienti,concorrenti ecc.).

07 Keep it simple: grandi reti ma piccoli team con budgetridotti per esplorare le potenzialità della cross-innovation in un clima di autogestione.

08Da errori e fallimenti spesso nascono le migliori cross-innovation, come dimostra bene il caso di Post It della3M (nato da un esperimento fallito di supercolla).

09Per incrociare bisogna praticare la tecnica del mashup: pescare dinamicamente spunti e contenuti da piùfonti per creare servizi e prodotti inediti.

10 Assumere gente esotica o meglio personale di altrisettori e con esperienze non “pertinenti” per l’attivitàaziendale è una delle regole migliori e più semplici daattuare.

••05Bialas_strategia 13-09-2012 17:37 Pagina 30

Page 31: DIRIGENTE settembre 2012

31SETTEMBRE 2012

gnare per noi, come ha fatto Ap-

ple con il mercato delle app; in-

crociare ricercatori per generare

nuovi progetti, come fa Philips

nel suo campus tecnologico a

Eindhoven (metà dei ricercatori

proviene da aziende diverse di

altri settori); incrociare funziona-

lità per abbinare estetica con sa-

lute, moda con medicina, come

ha fatto Medi (collaborando con

stilisti) con i collant contenitivi

mJ-1 e ovviamente incrociare

brand: non semplice co-marke-

ting ma alleanze progettuali per

nuovi prodotti e servizi (vedi

Apple + Nike e Philips + Nivea).

Questi esempi di ramificazioni ci

dicono anche un’altra cosa: par-

lare oggi di food, automotive, fa-

shion con classi di prodotti, ser-

vizi e target ben definiti non ha

più senso: i mercati ibridi, o me-

glio i cross-market, richiedono

cross-innovation.

Proprio il food lo dimostra da

tempo: molti nuovi prodotti ali-

mentari sono un mix di caratteri-

stiche e contaminazioni presi da

altri settori (wellness, fitness,

farmaceutico, design, sport o

mobilità, vedi street food).

Come d’altra parte non ha più

senso parlare di premium o di-

scount. La tanto celebrata polariz-

zazione dei mercati è una semi bu-

fala, già andata a male. Meglio

passare dalla polarizzazione al-

l’ibridazione incrociando posizio-

namenti come cheap premium o

cheap chic. Come hanno fatto

Grom, Ikea o Nau Ottica, nata pro-

prio su questo trend. �

RISERVATO AI MANAGER

L’INNOVAZIONE DEL FUTURO25 SETTEMBRE A MILANO

La sesta giornata del ciclo fmt.day è dedicata a ripen-sare il futuro in chiave innovativa. Sì, ma come? Di-menticate studi di settore, target, concorrenti ebenchmark. Le nuove opportunità di business sorgo-no ai confini o in terre lontane. Fatevi ispirare guar-dando di lato. Le migliori idee oggi nascono altrove.In scena un team aperto e informale fra cui, in vestedi guest speaker, Andreas Steinle, esperto di cross-in-novation e direttore del Zukunftsinstitut, uno dei prin-cipali e più rinomati centri di ricerca ed esplorazionesulle tendenze del futuro attivo in Germania.Parteciperanno alla giornata manager, giornalisti e te-stimonianze d’impresa fra cui Frog design, Tis innova-tion park e Ferrero (quest’ultimo in attesa di conferma). L’evento riservato ai dirigenti associati è il sestofmt.day, nuovo format evento del Future manage-ment tools – piattaforma promossa da Cfmt per distil-lare e anticipare il futuro che ci attende – che esploratematiche di frontiera in un contesto informale e col-laborativo.

www.cfmt.it Anna Scirea - [email protected] - 02 5406311

Secondo l’Institute for the future di Palo Alto, al manager è richiesta una nuova competenza: la capacità di operare in diversi contesti culturali adattandosicontinuamente alle nuovecircostanze imposte dalla discontinuità.

••05Bialas_strategia 13-09-2012 17:37 Pagina 31

Page 32: DIRIGENTE settembre 2012

È professore di business alla Ross

School of Business dell’Università

del Michigan e cofondatore di RBL

Group. Ha scritto numerosi libri in

tema di risorse umane, leadership e

organizzazione.

SETTEMBRE 201232

Intervista

Perché in questo momento un li-

bro sul “perché del lavoro”?

«Come consulente e studioso cerco

di capire come le organizzazioni

possono aiutare le persone a esse-

re più produttive. Mia moglie è psi-

cologa e aiuta le persone a guarire

attraverso la consapevolezza. Met-

tendo insieme i nostri interessi, ab-

biamo scoperto che quando le per-

Dave Ulrich, professore all’Università del Michigan, consulente ma-

nageriale e coach dei numeri uno di grandi aziende globali, è con-

siderato il massimo esperto mondiale di risorse umane. In Italia è

uscito il suo ultimo libro scritto con la moglie Wendy, psicologa: Ilperché del lavoro. Come i grandi leader creano organizzazioni ab-bondanti generatrici di senso e di successo (Franco Angeli). E sul

nostro paese Ulrich sembra avere le idee chiare. «È un momento di

crisi e di forti cambiamenti, in politica, nell’economia e nella socie-

tà. E i cambiamenti generano sempre forte incertezza. All’incertez-

za le aziende in genere reagiscono tagliando, accentrando il coman-

do e il controllo, scoraggiando i talenti. Così si innesca un circolo vi-

zioso di fallimento» spiega Ulrich, che con la moglie ha tenuto un

seminario promosso da Iocap (società di consulenza specializzata

nello sviluppo dei leader) Cfmt e Cibiesse - Cfmt Business School.

«Anche sul piano personale l’incertezza è stancante per il cervello,

genera ansia, stress, frustrazione, tristezza. Ti fa sentire prigionie-

ro del problema. Eppure basterebbe un minuto di pensieri positivi

per uscirne, rinfrescarsi la mente e trovare una soluzione» gli fa eco

Wendy. Il segreto, secondo gli Ulrich, è riuscire a dare un significa-

to personale profondo a quello che si fa, nel lavoro come nella vita.

Michele Riva

DAVE

ULR

ICH

LA MOTIVAZIONENEL LAVORO?LAPASSIONE

••06INTERVISTA.ULRICH 13-09-2012 17:36 Pagina 32

Page 33: DIRIGENTE settembre 2012

SETTEMBRE 2012 33

lavoro, dedicano all’azienda il lo-

ro tempo, ma non la loro passione.

In tutto il mondo i tassi di coinvol-

gimento del personale sono in ca-

lo. Noi speriamo di contribuire a

invertire questo trend. In un am-

biente lavorativo vorremmo tro-

vare persone che provano passio-

ne per il proprio lavoro. A lei che

cosa piace del suo lavoro?».

Scrivere, imparare, condividere le

informazioni con gli altri...

«Ecco, ha già citato tre cose. Im-

parare, avere relazioni, condivi-

dere le informazioni. Queste cose

danno significato al suo lavoro. E

la pagano per questo. Ma quello

che conta non sono i soldi, è la

sone trovano un significato, uno

scopo nella vita, sono anche più

produttive nell’ambiente organiz-

zativo. La domanda quindi è: come

possiamo aiutare le persone a tro-

vare un significato, sia nei momen-

ti felici che in quelli di crisi? Ci sia-

mo accorti che prima di noi diver-

se ricerche avevano approfondito

il problema, ma solo guardando ad

alcuni aspetti specifici e parziali. Il

libro è nato così. In passato, abbia-

mo gestito per tre anni una missio-

ne religiosa. Lo scopo della Chiesa

è di aiutare le persone a trovare un

significato nella vita. Ci siamo resi

conto che un significato simile si

può trovare in un certo senso an-

che nell’ambiente di lavoro».

Voi definite “abbondanti” le orga-

nizzazioni in cui le persone riesco-

no a dare un significato al lavoro

che fanno: che cosa vuol dire?

«Stavamo cercando una parola

che catturasse l’idea che quando si

sente di avere un significato e uno

scopo nella vita si ha l’impressio-

ne di averne abbastanza per sé e a

profusione anche per gli altri. Nel

Nuovo Testamento Cristo dice di

essere venuto per dare la vita in

abbondanza, per rendere la vita

migliore, per riempirla di speran-

za e di bontà. Abbiamo preso que-

sta idea e ci siamo detti: possiamo

fare in modo che nelle organizza-

zioni le persone avvertano questo

stesso senso di speranza, di scopo,

di significato, di identità, di piena

realizzazione di se stessi? La lette-

ratura sul management spesso

parla di engagement, cioè di coin-

volgimento dei dipendenti, ma in

realtà è un coinvolgimento che ri-

guarda solo il comportamento.

Vai al lavoro? Tiri fuori delle ener-

gie in più? Noi invece guardiamo

al coinvolgimento emotivo. Ci

metti l’anima e il cuore? Nella tua

organizzazione dai il meglio di te

in modo abbondante?».

Voi vi rivolgete ai leader aziendali,

ma come riuscite a convincerli in

un momento di forte stress sui ri-

sultati economici?

«Partiamo proprio chiedendo lo-

ro quali siano le sfide più diffici-

li che hanno di fronte. Sono pre-

occupati per l’economia che ral-

lenta? perché i clienti sono più

aggressivi? c’è più pressione

competitiva sui costi? per la con-

correnza globale? perché bisogna

fare sempre di più con sempre

meno? L’argomento che usiamo è

che bisogna trovare strade nuove

per rispondere a quelle sfide.

Quando i dipendenti trovano un

significato nel loro lavoro, le

aziende guadagnano di più. “Ma-

king meaning makes money”. Per

questo pensiamo che il significa-

to sia così importante per i leader

aziendali. Non è un obiettivo so-

ciale, è chiaramente un obiettivo

di business».

Qual è al momento secondo lei la

situazione delle organizzazioni da

questo punto di vista?

«Molte persone hanno un atteg-

giamento rinunciatario. Vanno al

«Molte persone hanno un atteggiamento

rinunciatario. Vannoal lavoro, dedicano

all’azienda il loro tempo,ma non la loro passione»

••06INTERVISTA.ULRICH 13-09-2012 17:36 Pagina 33

Page 34: DIRIGENTE settembre 2012

SETTEMBRE 201234

Intervista

passione. Anche per me è lo stes-

so. A me piace imparare. Mi pia-

ce visitare posti nuovi e osserva-

re che cosa fanno le persone, ve-

dere come crescono. Quando

possiamo fare quello che ci piace,

il lavoro incomincia a essere per

noi un posto dove succede qual-

cosa di buono. Alcuni vanno alla

ricerca di un significato al di fuo-

ri del lavoro. Per esempio seguo-

no il calcio, qui in Italia avete un

gran campionato. O si ritrovano

in qualche locale a bere qualcosa

e a socializzare. O vanno in chie-

sa. Queste sono tutte cose molto

importanti. Ma uno dei posti cui

dedichiamo la maggior parte del-

la nostra energia è il lavoro. E se

riusciamo a portare significato

nell’ambiente di lavoro, succede-

rà qualcosa di molto buono alle

persone con cui lavoriamo».

Come reagiscono le aziende alla

vostra proposta?

«In genere bene. C’è un 20% di

capi che semplicemente non ci

crede. Pensa che il significato sia

una cosa che riguarda il benesse-

re, che non abbia a che fare col

business e sia solo un obiettivo

sociale. Il 20% ci crede totalmen-

te. Poi c’è un 60% che comincia a

capire che è uno dei prossimi

passi da fare se si vuole davvero

aiutare le aziende».

In tempi di crisi tutto questo può

essere più difficile...

«Anzi, in tempi di crisi esce allo

scoperto la vera cultura di un’a-

zienda. Ha notato che per impre-

care le persone usano sempre la

loro lingua madre? Quando siamo

arrabbiati, colpiti, feriti torniamo

alla lingua che ci è più familiare.

Per le aziende è lo stesso. Intel in

Irlanda doveva tagliare dei costi.

Invece di annunciare dei licenzia-

menti, ha deciso di coinvolgere i

dipendenti nella decisione. I diri-

genti di Intel sono andati in Irlan-

da, hanno parlato con i dipenden-

ti e hanno spiegato che dovevano

tagliare il 20% dei costi, per que-

sta e quest’altra ragione. Hanno

fatto una proposta con la massima

trasparenza: se riuscite a trovare

un modo per risparmiare i soldi,

non licenzieremo nessuno, altri-

menti dovremo pensarci noi, il che

vorrà dire che licenzieremo delle

persone. Intel ha scelto il coinvol-

gimento come meccanismo per ri-

spondere alla crisi. Quello che

speriamo è che in tempi di crisi,

invece di tornare a una leadership

direttiva, dall’alto al basso, gerar-

chica, le aziende possano adottare

uno stile di leadership basato sul

coaching, sulla comunicazione e

sulla collaborazione».

Lei ha lavorato con molti numeri

uno aziendali. Ce n’è uno in parti-

colare che più incarna la vostra

idea di “leader abbondante”?

«Ho conosciuto molti leader, a tut-

ti i livelli, straordinariamente capa-

ci di dare una carica di significato

personale al loro lavoro e di aiuta-

re gli altri a fare lo stesso. Mike Vol-

kema, ceo di Herman Miller per

dieci anni, è uno di questi. La sua

leadership è improntata a un forte

codice morale, il che fa sì che le sue

azioni e quelle che richiede agli al-

tri siano fondate su solidi principi.

Ha la capacità di tener conto in mo-

do responsabile degli interessi di

molteplici stakeholder (dipenden-

ti, clienti, fornitori, investitori, co-

munità) e una forte consapevolez-

za di come il suo comportamento e

il suo ruolo siano percepiti dagli al-

tri. Ha sempre evitato di abusare

del suo ruolo per influenzare gli al-

tri e gode di grande rispetto come

leader e come persona».

Quale funzione possono avere i

manager delle risorse umane nel

cambiamento?

«Crediamo fermamente che i ma-

nager delle risorse umane siano

veri protagonisti, i primi respon-

sabili della creazione di signifi-

cato. I manager hr sono come gli

architetti. Devono essere loro a

creare il progetto».

Qual è il ruolo del coaching e del-

la formazione?

«Fondamentale. La formazione

fornisce un quadro e un modello

«Se riusciamo a portaresignificato nell’ambiente di lavoro, succederàqualcosa di molto buonoalle persone con cui lavoriamo»

••06INTERVISTA.ULRICH 13-09-2012 17:36 Pagina 34

Page 35: DIRIGENTE settembre 2012

SETTEMBRE 2012 35

intellettuale, il coaching aiuta a

pensare in modi nuovi. La grande

sfida del coaching e della forma-

zione consiste nell’assicurarsi che

le persone trattengano quello che

hanno appreso. Le ricerche ci di-

cono che solo il 20-30% di quello

che si impara in aula viene trasfe-

rito nel lavoro. L’obiettivo è porta-

re questo dato più vicino al 50 o al

60%. La sfida della formazione sta

tutta nel riuscire a far sì che le idee

insegnate in aula, che sono molto

buone, abbiano un impatto effetti-

vo nell’ambiente di lavoro».

Nel vostro libro fate riferimento al-

l’intero spettro delle ultime ricer-

che in tema di management. Che

cosa pensa dell’attuale momento

di questa disciplina?

«Ci sono due approcci diversi al

pensiero manageriale. E ce n’è un

terzo emergente. Il primo approc-

cio è quello della teoria e della ri-

cerca accademica. La buona noti-

zia è che questa ricerca riesce a da-

re una spiegazione del perché le co-

se accadono. Il secondo approccio

è quello di leader così assorbiti dal-

la loro attività da pensare che la ri-

cerca non li riguardi. La sfida è av-

vicinare questi due approcci, assi-

curarsi che l’attività manageriale

sia fondata sulla teoria e sulla ricer-

ca. E che la ricerca implementi l’at-

tività. Se la ricerca rimane teorica,

accademica, non ha impatto. L’ar-

ticolo medio di una delle riviste

più autorevoli nel nostro campo,

Administrative science quarterly, è

letto da sette persone: non ha nes-

sun impatto. Eppure dall’altra par-

te ci sono dei manager che hanno

dei problemi e hanno bisogno di

nuovi modi per risolverli. Il terzo

approccio è rappresentato spesso

dai consulenti, il cui lavoro consi-

ste nel tradurre la teoria in pratica

e nel definire quadri concettuali

che informano la pratica».

L’economia italiana è ricca di pic-

cole e medie imprese. Che cosa

direbbe ai loro leader?

«Molte piccole e medie imprese

sono aziende di famiglia. In que-

sto tipo di aziende spesso c’è un si-

gnificato interno alla famiglia, che

si ritrova la domenica o si riunisce

per celebrare le festività. Il proble-

ma è tradurre questa esperienza

umana in una positiva esperienza

aziendale. Nelle pmi che hanno

successo, nel tempo si opera non

solo come una famiglia, ma come

un’azienda, costruendo significa-

to nell’azienda. Questa è la gran-

de differenza. Noi stessi abbiamo

una società, in cui lavora anche

mio figlio, che io amo, ma sul la-

voro non lo considero mio figlio,

lo considero un mio dipendente.

Devo dargli dei feedback e degli

obiettivi diversi da quelli che da-

rei a un figlio. Un’azienda deve

avere successo. Credo che alcune

pmi cerchino di mettere insieme

famiglia e business. Ma questo

non porta al successo». �

COMMENTA SU

Post: 10 consigli ai managerper far decollare il lavoro

«La sfida della formazionesta tutta nel riuscire a

far sì che le idee insegnatein aula abbiano un impatto

nell’ambiente di lavoro»

••06INTERVISTA.ULRICH 13-09-2012 17:36 Pagina 35

Page 36: DIRIGENTE settembre 2012

SETTEMBRE 201236

C

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a cura della redazione

TERRITORI

ta gli 8 milioni di turisti (dati Regio-ne Toscana). Ma accanto al turismodelle città d’arte, imponente è an-che quello balneare che, in alcunezone, in estate arriva a decuplicareil numero dei residenti. Bene ancheil turismo termale che negli ultimianni è stato affiancato a quello ru-rale, mentre si comincia a intravede-re anche quello montano (Abetonee Monte Amiata). Tuttavia, anche i diversi distretti in-dustriali sparsi nel territorio hannoil loro peso: esempi sono l’alimen-tare e il manifatturiero di origineartigianale tipici in varie zone (dal-le paglie fiorentine al ferro battutosenese), il distretto orafo di Arez-zo, il calzaturiero a Lucca, il tessilea Prato, il conciario a Santa Crocesull’Arno. L’estrazione mineraria non ha più il ri-lievo che aveva in epoche passate marimane un’attività non trascurabile eche ha favorito lo sviluppo dell’indu-stria pesante che permane, soprat-tutto nella fascia costiera con com-plessi siderurgici, meccanici, chimici ecantieristici a partire da Livorno.Anche l’agricoltura e l’allevamentocontribuiscono grazie a prodotti dielevata qualità e rinomati in tutto ilmondo. La collina, che costituisce idue terzi del territorio, si caratteriz-za essenzialmente da oliveti e vigne-ti che arricchiscono la regione di no-tevoli Igp, Docg e Doc.Tra le altre varie colture, non va dimen-ticato il tabacco di tipo kentuckydella Val di Chiana e della Valtibe-rina toscana, con le cui foglie si pro-duce il famoso sigaro toscano. L’allevamento invece si dedica prin-cipalmente alle razze autoctone bo-vine e suine che forniscono carnimolto pregiate, come le chianina,maremmana, calvanina e garfagni-na e la cinta senese. I cavalli invece

Conosciuta in tutto il mondo per ilsuo paesaggio e le sue città d’arte,la Toscana deve molto al turismo, unpilastro della sua economia.Nel 2011 nonostante la crisi la re-gione ha registrato 43 milioni emezzo di visitatori segnando una ri-presa del 3,3%, grazie soprattuttoalle presenze internazionali: solo Fi-renze ha superato per la prima vol-

DIRIGENTI, QUADRI E DIPENDENTI TOSCANI DEL SETTORE PRIVATODirigenti Quadri Dipendenti Dirigenti/Dip. Quadri/Dip.

Arezzo 242 1.276 85.773 0,28% 1,49%

Firenze 2.182 9.933 294.597 0,74% 3,37%

Grosseto 81 540 45.334 0,18% 1,19%

Livorno 310 1.544 86.280 0,36% 1,79%

Lucca 480 1.635 101.230 0,47% 1,62%

Massa Carrara 165 416 41.083 0,4% 1,01%

Pisa 532 2.342 106.026 0,5% 2,21%

Pistoia 156 1.003 59.132 0,26% 1,7%

Prato 188 1.034 74.396 0,25% 1,39%

Siena 528 3.044 68.075 0,78% 4,47%

TOTALE 4.864 22.767 961.926 0,51% 2,37%Fonte: elaborazioni Manageritalia su dati Inps 2010terr

itor

iLa Toscana

••07TERRITORI 13-09-2012 17:36 Pagina 36

Page 37: DIRIGENTE settembre 2012

LE ASSOCIAZIONI TERRITORIALI

MANAGERITALIA ANCONA60121 ANCONA - Via Magenta 5Tel. 07153624 - Fax [email protected]

MANAGERITALIA BARI70126 BARI - Via Amendola 172/a - 172/cc/o Executive Business CenterTel. e Fax [email protected]

MANAGERITALIA BOLOGNA40125 BOLOGNA - Viale Carducci 12Tel. 051399712 - Fax [email protected]

MANAGERITALIA FIRENZE50129 FIRENZE - Via Crispi 21Tel. 0554633393 - 055461420 - Fax [email protected]

MANAGERITALIA GENOVA16121 GENOVA - Via C. R. Ceccardi 1/5Tel. 010587664 - 010586459 - Fax [email protected]

MANAGERITALIA MILANO20121 MILANO - Via Fatebenefratelli 19Tel. 026253501 - Fax [email protected]@[email protected]

Delegazione di:

24121 BERGAMO - Via Casalino, 5/hTel. 035240585 - Fax [email protected]

25121 BRESCIA - Via F.lli Lechi 15scala G - III piano - int. 11Tel. 0303754785 - Fax [email protected]

22100 COMO - Viale Masia 26Tel. 031573682 - Fax [email protected]

23900 LECCO - Via A. Visconti 84c/o Nh Hotel Pontevecchio (ex Jolly)cell. 3314734868 (solo in orario di apertura)[email protected]

20052 MONZA - Via Missori 10Tel. 0392304074 - Fax [email protected]

27100 PAVIA - Corso Strada Nuova 86Palazzo DemetrioTel. 038229864 - Fax [email protected]

21100 VARESE - Via Magenta 50Tel. 0332284773 - Fax [email protected]

MANAGERITALIA NAPOLI80133 NAPOLI - Via Cervantes 52Tel. 0815513612 - 0814977108 - Fax [email protected]

MANAGERITALIA PALERMO90139 PALERMO - Via Isidoro La Lumia 7Tel. 091583272 - Fax [email protected]

MANAGERITALIA ROMA00192 ROMA - Via Ezio 49Tel. 0632694811 - Fax segreteria 0632694825Fax sanitaria [email protected]

Delegazione di 65122 PESCARA - Via Galilei 65Tel. 0632694811

MANAGERITALIA TORINO10125 TORINO - Corso Marconi 15 - 1° pianoTel. segreteria 0116690268 Tel. sanitaria 0116690269Fax [email protected]

MANAGERITALIA TRENTINO-ALTO ADIGE, SÜDTIROL38122 TRENTO - Via G. Grazioli 85Tel. 0461235499 - Fax [email protected]

Delegazione di39100 BOLZANO - Via Carducci 5Tel. 0471977778 - Fax [email protected]

MANAGERITALIA TRIESTE34125 TRIESTE - Via Cesare Battisti 8Tel. 040371124 - Fax [email protected]

MANAGERITALIA VENETO30172 MESTRE(VE) - Centro direzionaleVia Torino 151/bTel. 041987477 - Fax [email protected]

Delegazione di:

35129 PADOVA - Via San Marco 11 Palazzo TendenzaTel. 049756841 - Fax [email protected]

37138 VERONA - Lungadige Catena 5Tel. 045915366 - Fax [email protected]

Sede: 00184 ROMA • Via Nazionale 163 • tel. 0669942441 • fax 066781794Ufficio di Milano: 20129 MILANO • Via A.Stoppani 6 • tel. 0229409078 • fax 0229409836

[email protected] • www.manageritalia.it

FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONALDEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO

R

R

vengono allevati più che altro permanifestazioni turistiche e sportive etra i più diffusi troviamo il marem-mano e il bardigiano. In generale quindi il commercio e ilsettore terziario rappresentano perla regione una delle principali fontidell’economia, dando occupazionea circa due terzi dei residenti.In questo scenario, tutto sommatopositivo, i dirigenti del settore priva-to sono 4.864 sui 124mila italiani (il3,9%). Un numero non confortantee ancor più evidente nel rapporto di-rigenti/dipendenti. La media nazio-nale è 0,85%, quindi meno di un di-rigente ogni cento dipendenti (afronte di Francia e Germania che nehanno 3 ogni 100), ma se la Lombar-dia ne ha 1,6% e il Lazio 1,4%, la To-scana resta ferma sotto la media na-zionale a 0,5%. A livello provincialeci sono vistose differenze: Firenze sidifende con 2.182 dirigenti (0,74%il rapporto dirigenti/dipendenti) al-meno quanto Siena (0,78% e 528dirigenti), ma Grosseto, con soli 81dirigenti, arriva a 0,18 ogni 100 di-pendenti. Si recupera leggermente iltasso di managerialità considerandoi quadri che sono 22.767 (5,3% deltotale) e insieme ai dirigenti sono il2,37%, contro il 2,94% a livello na-zionale.Per quanto riguarda i settori, i diri-genti in Toscana sono superiori allamedia nazionale nella manifattura(50,6% contro 43,5%), negli alber-ghi e nei ristoranti (1,1% contro0,6%) e nelle attività finanziarie(14,6% contro 11,6%). Infine an-che le donne dirigenti non sonomolte: a fronte di una media nazio-nale del 13,3%, in regione sono so-lo il 10,4%, con Massa Carrara(ben 25,5%!), Pisa (12%), Firenze(11,2%) e Arezzo (10,3%) le pro-vince più rosa.

••07TERRITORI 13-09-2012 17:36 Pagina 37

Page 38: DIRIGENTE settembre 2012

Lavoro e carriera

SETTEMBRE 201238

Quattro ex managerraccontano in un librocome reagire allicenziamento edell’opportunità offertadal servizio “Comincio...da tre!” del Cfmt per tornare, da vincenti,sul mercato

a cura della redazione

«NON È FACI-

LE per nessu-

no ritrovarsi

senza lavoro

e senza colpe. Lo è ancora meno

per un manager, un dirigente

d’azienda abituato a prendere

decisioni, a gestire risorse. Ma

nel nuovo scenario dell’econo-

mia globale succede anche che

bravi manager competenti e ca-

paci siano messi più o meno gen-

tilmente alla porta», ci spiega Sa-

vino Paolella, uno degli autori del

libro Post manager (Franco Ange-

li) in cui insieme ad altri ex diri-

genti – Lorenzo Castelli, Bernar-

do Pandimiglio e Laura Tramez-

zani – racconta un percorso non

semplice ma di certo efficace ver-

so il ricollocamento.

Abbandonare l’azienda in cui

spesso si ha lavorato a lungo, in

particolare per chi ricopriva un

ruolo manageriale, significa in

RIPARTIREALLAGRANDE,

PAURASENZA

••08POST.MANAGER 13-09-2012 17:34 Pagina 38

Page 39: DIRIGENTE settembre 2012

pio nel caso di mancanza di risulta-

ti, ristrutturazioni pesanti, riorga-

nizzazioni presso le altre consocia-

te. Purtroppo, tuttavia, nella mag-

gioranza dei casi non è così e il di-

stacco forzato dal lavoro arriva co-

me un fulmine a ciel sereno.

Il Centro di formazione manage-

ment del terziario (Cfmt), creato

da Manageritalia e Confcommer-

cio, ha messo a punto un proget-

to che offre una risposta ai diri-

genti licenziati: “Comincio... da

tre!”. Attraverso 10 giornate di

consulenza e formazione si so-

stiene lo sviluppo personale e

professionale dei manager favo-

rendo la loro rioccupabilità. Un

percorso che li aiuta a riconfigu-

rarsi, li certifica e li mette nelle

migliori condizioni per ripropor-

si sul mercato permettendo an-

che l’incontro con le pmi.

Per Lorenzo Castelli il progetto

“Comincio... da tre!” è stato «lo

strumento più importante che mi

ha fatto aprire gli occhi sulla real-

tà. Diversi sono gli aspetti appro-

fonditi, primo fra tutti realizzare

che la mia esperienza professiona-

le, così come si era evoluta fino ad

allora, ben difficilmente sarebbe

SETTEMBRE 2012 39

molti casi lasciare un incarico in

cui si credeva. Un’attività che da-

va soddisfazione e che si riteneva

fosse utile o indispensabile, oltre

ovviamente ad essere costretti ad

abbandonare uno status sociale

che, anche se ultimamente un po’

ridimensionato, offre comunque

un livello superiore in termini di

posizione retributiva, a fronte pe-

rò di responsabilità e rischi che in

un mercato come quello attuale

sono sempre più elevati.

Un bel giorno arriva la notizia. Tal-

volta si può avere avuto sentore che

qualcosa fosse nell’aria, ad esem-

Lasciare l’azienda in cui si ha lavorato per

lungo tempo significa in molti casi lasciare

un incarico in cui si credeva, un’attività

che dava soddisfazione

,

••08POST.MANAGER 13-09-2012 17:35 Pagina 39

Page 40: DIRIGENTE settembre 2012

Lavoro e carriera

potuta continuare. Troppa espe-

rienza, che significa anche che

over 50 è troppo vecchio e costo-

so, troppo qualificato e specializ-

zato il mio profilo; trovare un’al-

tra azienda disposta a investire è

quasi impossibile. Ma ancora più

importante è stato riconoscersi tra

altri colleghi, in situazioni analo-

ghe, che stanno affrontando gli

stessi problemi, condividerli per

metabolizzarli, elaborando il lut-

to, perché perdere il posto di lavo-

ro, soprattutto di questi tempi, è

un lutto. Grazie al Cfmt, tuttavia,

ho intrapreso un percorso di tuto-

ring utilissimo, una grossa mano

per guardare dentro me stesso e

capire cosa volevo fare da grande,

valutando nuove opzioni».

I dirigenti hanno dunque la possi-

bilità di avere una “guida” perso-

nale, di intraprendere moduli su

misura concordati sulla base della

prospettiva scelta e delle proprie

esigenze. Si punta anche a realiz-

zare un lavoro attivo individuale

per definire e sviluppare il pro-

prio progetto professionale (as-

sessment delle qualità manageria-

li, uno strumento essenziale per

comprendere i propri punti di for-

za, ma anche le aree deboli), cre-

ando allo stesso tempo occasioni

di contatto con le aziende e di net-

working. L’offerta formativa del

Cfmt è inoltre a disposizione del

manager che, in base al proprio

piano d’azione, sceglierà training

coerenti al raggiungimento del

proprio obiettivo.

Come tante altre vittime della

crisi che ha tagliato migliaia di

posti di lavoro, i quattro mana-

ger erano alla ricerca di nuove

opportunità professionali, dopo

essere stati per anni ai vertici di

aziende in vari ruoli. Dovevano

“riconfigurare” il proprio futuro

e si guardavano attorno, cercan-

do di capire cosa fare. Confron-

tandosi, hanno scoperto che, co-

me frequentemente accade tra i

manager, ognuno agiva per con-

to proprio: ascoltava chi c’era già

passato, chiedeva al commercia-

lista, faceva i conti per la pensio-

ne. Sempre da solo, sempre più

confuso. Finché è emersa una ri-

flessione: “abbiamo problemi co-

muni, uniamo le competenze e

troviamo soluzioni utili a tutti!”.

Così è nato questo libro. Sulla ba-

se delle esperienze dirette e reali

vissute dai quattro, ma anche di

altri loro colleghi, si sono imma-

ginati di dover aiutare un amico

che telefona un venerdì sera per

dire “mi hanno licenziato, cosa

devo fare?”. Il libro non è auto-

biografico, ma contiene le istru-

zioni per l’uso, pratiche e reali,

testate dagli autori, per chi a 40-

50 anni vuole rientrare nel mon-

do del lavoro. Analizza tutti gli

argomenti, sia quelli pratici sia

SETTEMBRE 201240

I 7 CONSIGLI DEI MANAGERA CHI PERDE IL LAVORO

1 Metabolizza il lutto: non vivere del passato, non recriminare, staccati dall’eventofunesto, prenditi una breve vacanza, torna in pieno vigore fisico e mentale.

2 Analizza la tua situazione: cosa vuoi/puoi fare? Chi può aiutarti? Quanto ti mancaalla pensione?

3 Scegli qual è il tuo obiettivo (rientro in azienda, imprenditore, consulente ecc.) eperseguilo con determinazione. Abbi anche un piano B, se dopo X mesi il pianoA non ha avuto successo, devi avere una o più alternative pronte in tasca.

4 Valuta tutte le scelte con dati oggettivi, fatti una sorta di “business plan” per verificare la validità della tua scelta e seguirne l’evoluzione.

5 Usa tutti i mezzi a disposizione per riuscire nel tuo piano A e se non li conosci,imparali: internet, social media, personal e professional networking, uso del pc.

6 Renditi conto che il mondo di oggi non è più quello di 5-10 anni fa. Quello che andava bene allora oggi non funziona. Informati, adattati, sii flessibile, scopri cosa puoi dare a un’azienda e confezionalo al meglio. La forma (dipendente, consulente, fornitore) diventa secondaria.

7 Se il lavoro non c’è devi creartelo tu. Cogli le opportunità che altri non vedono. E non mollare mai.

••08POST.MANAGER 13-09-2012 17:35 Pagina 40

Page 41: DIRIGENTE settembre 2012

(che per i dirigenti non c’è), se non

quanto ricavabile da alcuni am-

mortizzatori contrattuali.

Per offrire un supporto concreto a

queste persone, Manageritalia ha

capito che occorreva offrire ai diri-

genti over 40 licenziati un servizio

ad hoc, colmando questa parentesi

di inattività affinché i dirigenti non

sprofondassero nel panico. La pri-

ma fase, infatti, è quella più diffici-

le. Superata la rabbia, dopo qual-

che giorno o settimana è però fon-

damentale reagire e capire che oc-

corre superare il senso di solitudi-

ne evitando la tentazione di tenere

segreta la cessazione dell’attività.

«Bisogna accorciare al minimo il

periodo del rancore» sottolinea

Bernardo Pandimiglio «smettendo-

la di chiedersi perché a me e non a

quel mio collega che è sicuramen-

te meno valido e se lo meritava sen-

z’altro più di me. Anche se umana-

mente comprensibile è assoluta-

mente inutile farlo, bisogna cerca-

re di guardare solo avanti, il passa-

to è passato, essere in continua lite

con il mondo per quello che ci è

successo non ci aiuta a ragionare e

a trovare una soluzione». Se per

molti ex manager il traguardo, al-

meno provvisorio, può essere

quello della libera professione, è

importante sottolineare che

l’obiettivo non è quello di propor-

re come unica soluzione alla disoc-

cupazione l’apertura della partita

Iva. Come a dire, l’esplosione del-

le start-up potrà anche dimostrare

vitalità e spirito di intraprendenza,

ma non risolve certo l’endemica

POST MANAGER Lorenzo Castelli, Bernardo Pandimiglio, Savino Paolella, Laura Tramezzani

Franco Angeli, pagg. 151, € 20

41SETTEMBRE 2012

quelli più personali e psicologici,

quelli dove i corsi e il coaching non

possono arrivare.

Che uno volesse rientrare in

azienda da dipendente o fare l’im-

prenditore, aprire la partita Iva o

anticipare la pensione, il post ma-

nager trovava le informazioni di-

sperse in manuali troppo tecnici o

testi narrativi. Con l’aiuto dello

studio Pirola Pennuto Zei & Asso-

ciati gli autori affrontano anche gli

aspetti fiscali e societari. E sono

riusciti a includere le recenti va-

riazioni apportate dal governo al

sistema previdenziale.

Il punto di partenza resta comun-

que drammatico. Non solo per il

singolo dirigente, ma per l’intera

economia italiana, costituita pre-

valentemente da piccole e medie

imprese, dove la presenza mana-

geriale è sempre stata scarsa e po-

co valorizzata. La crisi ha accelera-

to l’uscita di molti manager (nei

primi 5 mesi dell’anno oltre 5.500

in Italia), provocando una vera e

propria dispersione di talenti e

competenze con effetti pesanti sul-

le aziende. Una volta licenziati,

per tutti la strada è in salita. Nel gi-

ro di alcuni mesi, massimo un an-

no, il 50% circa ritrova un incarico

come dirigente. Per gli altri, inca-

richi come quadro (4%) o di tipo

consulenziale (33%) o imprendito-

riale (11%). Tra questi non pochi

(10% circa) quelli che non riescono

a raggiugere un reddito seppur

minimo e quindi di fatto perman-

gono disoccupati senza alcun so-

stegno tipo cassa integrazione ecc.

scarsità di figure manageriali al-

l’interno delle aziende. Il “tempo

delle botteghe” è finito: per far cre-

scere l’economia del nostro paese e

traghettare le imprese verso la ri-

presa occorrono più manager ed è

fondamentale valorizzare il loro

talento. Proprio per rafforzare que-

sta azione volta a una maggiore

diffusione della managerialità nel

nostro tessuto economico, e quindi

migliorare la competitività, nel rin-

novo contrattuale che Managerita-

lia e Confcommercio hanno firma-

to il 27 settembre 2011 si è deciso di

finanziare, con un contributo an-

nuo di 40 euro a carico di ogni

azienda e dirigente in attività, po-

litiche attive volte ad aiutare mana-

ger e aziende. �

L’offerta formativa del Cfmt è a disposizione

del manager che, in base al proprio piano

d’azione, sceglierà trainingcoerenti al raggiungimento

del proprio obiettivo

••08POST.MANAGER 13-09-2012 17:35 Pagina 41

Page 42: DIRIGENTE settembre 2012

Società

SETTEMBRE 201242

In Italia non c’è futuro se non si generano più figli, brevetti e idee.Bisogna scommetteresulle nuove generazioni,su qualcosa in grado di muoversi da solo.Su questo i manager devono avere un ruolofondamentale di rilancio e rinnovamento

Gabriele Grosso

ITALIA, 2012. OGGI. Lo scenario è noto a tutti da mesi: crisi,

recessione, disoccupazione, debito pubblico, evasione fisca-

le, spread, eversione, rischio contagio, tasse e aumenti delle

accise. Questi sono i fatti che si commentano in ascensore,

davanti a un caffè o nei corridoi aziendali. Di solito agitan-

dosi, o sempre più spesso alzando le spalle.

Di questo si parlerà anche sotto gli ombrelloni, o forse – coi tempi che

corrono – sulle sdraio di una piscina comunale. «Bisogna fare presto»,

«Non c’è tempo da perdere», ma intanto gli sguardi sono bassi, il volto

è contrito, i nervi a fior di pelle. E mentre sempre più famiglie e impre-

se faticano ad arrivare a fine mese, il futuro diventa un lusso che non ci

si può più concedere, nemmeno a rate. Allora il coro si fa unanime, da

destra a sinistra: crescita, sviluppo, ripresa!

Quasi bastasse nominarle per esorcizzare apocalissi altrimenti imminenti

(quasi le profezie Maya diventassero più attendibili dei giudizi delle agen-

zie di rating americane). Tutti sono d’accordo che bisogna fare qualcosa,

LA STRATEGIA DEL

COGITUSINTERRUPTUS

••09GROSSO2 13-09-2012 17:33 Pagina 42

Page 43: DIRIGENTE settembre 2012

dov’è? Forse al centro? Venghino

signori, venghino».

Domande senza risposta

Le domande non mancano (salva-

re il salvabile? buttare il bambino

con l’acqua sporca? resettare il si-

stema? scappare in Australia?),

sono le risposte che latitano. E

quando questo accade, il più del-

le volte è perché le domande sono

mal poste e tornano indietro, co-

me un boomerang.

«Di chi è la colpa?», ci si chiede

l’un l’altro per poi gridare all’un-

tore, mentre azzuffandosi si fini-

sce invece per favorire il dilaga-

re dell’epidemia. Ma guardare

indietro, quasi a sperare di scor-

gere tra le nebbie dell’attuale cri-

ma nessuno sembra sapere che co-

sa. Così a sinistra si invocano le li-

beralizzazioni (per rassicurare i

mercati, dicono senza pudore),

mentre a destra c’è nostalgia di po-

litiche reazionarie (perché si stava

meglio quando si stava peggio, so-

stengono senza vergogna).

Come nel gioco delle tre carte,

qualcuno – più furbo o populista di

altri – invita il pubblico degli astan-

ti a scommettere: dov’è la ricetta?

dov’è la cura? «Prima era qui – di-

ce mostrando un decreto legge

“vuoto” – adesso non più. Prima

era a sinistra, poi a destra, adesso

SETTEMBRE 2012 43

Mentre sempre più famiglie e imprese

faticano ad arrivare a fine mese, il futuro

diventa un lusso che non ci si può più concedere,

nemmeno a rate

••09GROSSO2 13-09-2012 17:33 Pagina 43

Page 44: DIRIGENTE settembre 2012

Società

si una traccia di Eden (al di là de-

gli errori e delle colpe, là dove le

promesse non erano ancora state

tradite), significa interrompere il

flusso del pensiero, per sua natu-

ra innegabilmente progressista.

E significa interromperlo pro-

prio sul più bello, quando spor-

gendosi sul non ancora pensato,

il pensiero sta trovando il corag-

gio di superarlo, il punto di non

ritorno. Ancora un po’. Ancora

un po’. Ancora… E invece no, ec-

colo fermarsi, tornare repentino

sui suoi passi, ripensare se stesso

e così sfociare – tristemente – in

quell’irreversibile processo de-

generativo che lo sottrae alla ri-

cerca e allo sviluppo di qualcosa

di nuovo.

E pensare – se non fosse proprio

questo il point break fatidico – che

sarebbe sufficiente perdere il con-

trollo (semel in anno licet insanire).

«Verso l’infinito e oltre», direbbe

Buzz Lightyear, il personaggio

immaginario protagonista del

film d’animazione Disney Toy

Story; «verso lo sviluppo del po-

tenziale», direbbe un formatore

manageriale. Mollare la presa e

lasciare andare il controllo verso

ciò a cui il pensiero sembra voca-

zionalmente destinato: concepire.

E naturalmente, poi, partorire:

nuove idee, visioni, ipotesi, pro-

getti, piani. Mettere al mondo, in-

somma, un futuro di “parole e

azioni” nuove, anzi neo-nate.

Riflessioni sul futuro

Cogitus interruptus, questa invece

è la strategia scelta dall’Italia e

dagli italiani. Gli stessi che una

volta – creativi per antonomasia

– si vantavano, da una sponda al-

l’altra dell’Atlantico, del fatto

che Italians do it better. E intanto,

mentre i nostri pensieri sono in

Il futuro lo desideriamoper quello che è: aperto,imprevedibile, inedito, per nulla somigliante a ciò che abbiamo già visto, detto, fatto?

••09GROSSO2 13-09-2012 17:33 Pagina 44

Page 45: DIRIGENTE settembre 2012

45SETTEMBRE 2012

queste faccende affaccendati

(cercare il colpevole, fare retro-

marcia, cercare risposte a do-

mande mal poste), il futuro sta

visibilmente soffrendo dell’in-

differenza e dell’apatia del no-

stro pensare.

Già, perché il futuro ha pronte

mille, almeno mille, risposte pos-

sibili, assurde e fantastiche. Le ha

tutte lì, pronte. Da cogliere. Basta

volerle, cercarle, desiderarle. Ma

(c’è sempre un ma, se no come si

spiegherebbe la scelta del cogitus

interruptus?) la domanda è: lo de-

sideriamo – il futuro – per quello

che è, ovvero aperto, imprevedibi-

le, inedito, per nulla somigliante a

ciò che abbiamo già visto, detto,

fatto? Perché il futuro è fatto così:

non si sa come è fatto. Non si può

saperlo prima. Il futuro va preso

per quello che è, o meglio, per

quello che “ancora non è”.

Il futuro – quello vero, quello im-

prevedibile anche dagli algoritmi

della finanza più creativa – ha bi-

sogno di pensieri coraggiosi, az-

zardati, fiduciosi. Ha bisogno di re-

sponsabilità (disponibilità e capa-

cità di assumersi l’onere di dare

una risposta a ogni possibile con-

seguenza di una scelta fatta, anche

a quelle non previste né tanto me-

no prevedibili), più ancora che di

risposte. Perché se vogliamo dav-

vero uscire dalla crisi, se vogliamo

davvero trovare una soluzione,

dobbiamo accettare che la soluzio-

ne non è sotto nessuna delle tre car-

te che continuano a farci vedere.

La soluzione è oltre, al di là delle

colonne di Ercole, oltre il punto di

non ritorno. Ma desideriamo an-

darci? Andare a vedere il possibi-

le bluff. O preferiamo restare e

passare la mano?

Ora, viene da chiedersi, da quan-

to tempo in Italia non si desidera

più con questo coraggio? Da

quanto tempo la famiglia italiana

(nella pluralità delle sue diverse

forme) non desidera più con que-

sta fiducia? Da quanto tempo le

imprese italiane non investono

più in “ricerca e sviluppo”? Da

quanto tempo in Italia si parla di

futuro, ma se ne parla al futuro?

Dopo di noi, il diluvio?

Non ci fossero alcuni indicatori a

rispondere “oggettivamente”, ci

si potrebbe accontentare (supe-

rando la tentazione di conside-

rarci ciascuno di noi, ovviamen-

te, un’eccezione) di un dato per-

cettivo: da molto tempo (pare sia

passato un secolo, anzi un mil-

lennio). Ma i dati ci sono. E quin-

di vale la pena di darci un occhio,

prima di arrivare con questi pen-

sieri ad alcune conclusioni sinte-

tiche. Senz’altro non esaustive,

ma magari generative.

Ipotizzavo all’inizio che non c’è

(letteralmente) futuro senza figli

né idee. Ho appena sostenuto che

non ci possono essere figli né idee

senza l’intensità di un pensiero

che si desidera realizzato a qua-

lunque costo. A qualunque costo

significa, molto concretamente,

senza alcun calcolo, preventivo e

opportunistico, dei pro e dei con-

Finl

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BREVETTI PER MILIONI DI ABITANTI - � 2000 /� 2007

••09GROSSO2 13-09-2012 17:33 Pagina 45

Page 46: DIRIGENTE settembre 2012

SETTEMBRE 201246

Società

tro (oggi, usando quel linguaggio

politicamente corretto che ci as-

solve tutti, diremmo “realisti-

co”). Significa avere il desiderio,

oggi più che mai, di mettere al

mondo figli e/o progetti, consi-

derandoli come investimenti e

non come costi, come opportuni-

tà e non come sacrifici.

E in Italia, sono decenni – altro che

la contingenza di questa crisi – che

i numeri del tasso di fecondità (ve-

di box nella pagina a fianco) e de-

gli indicatori di innovazione col-

locano il nostro paese, in un ipote-

tico ranking dei paesi “orientati al

futuro”, in posizioni non proprio

onorevoli: nel 2011 risultavamo al

201esimo posto nella classifica re-

lativa al tasso di fecondità.

Il nostro Tft (tasso di fecondità to-

tale) è di 1,39 figli per donna (com-

prendendo però anche i figli nati

dalle donne straniere ma residen-

ti in Italia. Al netto di questo con-

tributo il valore scende all’1,23%)

e al 35esimo posto in quanto a ca-

pacità di innovazione. Il valore

del nostro Gii (Global innovation

index) ci colloca, con tutto il ri-

spetto, dietro a Cipro, Qatar e Re-

pubblica Ceca. E se la scarsa fe-

condità ci trova in buona compa-

gnia di molti altri paesi sviluppa-

ti, quasi a dimostrare una relazio-

ne inversamente proporzionale

(vedi grafico) tra sviluppo econo-

mico e natalità, quando passiamo

ai dati economici (relativi, tanto

per citarne alcuni, alla brevetta-

zione, al saldo natalità/mortalità

delle imprese, al fenomeno delle

start-up, al digital divide ecc.) i

nostri numeri ci allineano con

paesi apparentemente meno ac-

creditati del nostro.

Di fronte a questo scenario, che

palesemente mostra come in Italia

non si pensi al futuro da decenni,

per tutti noi – dai baby boomer si-

no alla generazione X – che abbia-

mo contribuito o stiamo contri-

buendo a determinare quei nume-

ri, rimangono due sole possibilità.

Una, la prima, consiste nel conse-

gnare – naturalmente senza fret-

ta – alle future generazioni un fu-

turo già scritto, “opaco e preca-

rio” come il desiderio che (non)

l’ha pensato. (Non) l’ha saputo o

voluto pensare. Per farlo, basta

non cambiare nulla di quanto

stiamo pensando e facendo ora,

come uomini e donne, come ge-

nitori, come imprenditori o ma-

nager, come opinion leader. È

sufficiente tenere occupate le

poltrone che contano (d’altronde

noi abbiamo dovuto penare, o

no?). Basta credere che “i giova-

ni d’oggi non hanno più valori”

e dunque vanno guidati perché

“non sanno quello che fanno”.

Se “bisogna fare presto”,se “non c’è più tempo”, se“il futuro sta per scadere”,bisogna che il futuro vengaconsegnato a generazionifertili, desideranti

2.1

1.8

1.5

1.2

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TASSO DI FECONDITÀ TOTALE - � 2002 /� 2009

••09GROSSO2 13-09-2012 17:33 Pagina 46

Page 47: DIRIGENTE settembre 2012

SETTEMBRE 2012 47

È sufficiente profetizzare (perché

spesso le profezie si auto-avvera-

no) che “dopo di noi, il diluvio”.

D’altra parte sono anni che ogni

weekend piove.

È una possibilità. Mortale e morti-

fera, ma reale. I dati lo confermano.

La crisi di questo mondo, del no-

stro mondo, lo conferma. È il cogi-

tus interruptus, il più (in)naturale

metodo “anti-concettuale” (e anti-

concezionale) che esiste.

Serve cambiamento, e subito!

Ma c’è un’altra possibilità, la se-

conda. Più rischiosa, azzardata,

coraggiosa. Come la prima, con-

siste nel consegnare alle giovani

generazioni il futuro, ma diver-

samente dalla prima implica la

scelta di farlo adesso, qui e ora.

Ma per farlo, occorre cambiare

molto di quanto stiamo pensan-

do e facendo, come uomini e

donne, come genitori, come im-

prenditori o manager, come opi-

nion leader. D’altra parte, se “bi-

sogna fare presto”, se “non c’è

più tempo”, se “il futuro sta per

scadere”, bisogna che il futuro

venga consegnato a generazioni

fertili, desideranti.

Generazioni magari ancora im-

mature, ma comunque meno gof-

fe di noi nel muoversi in questo

mondo nomade, digitale, liquido

e globale. Capaci di lasciarsi anda-

re e di pensare il mondo e il futu-

ro in maniera ibrida, contaminata,

partecipativa, collaborativa, ab-

bondante, condivisa, open source.

Pensarlo diversamente da come

stiamo continuando a pensarlo

noi: gerarchico, lobbizzato, inte-

ressato, asimmetrico, divistico,

personalistico. Pensarlo come da

tempo hanno cominciato a fare. In

tanti, insieme, ovunque.

È una possibilità, anche questa.

Provocatoria, ma plausibile.

D’altra parte, in quanto inedita

non ci sono dati che possano

smentirne l’efficacia. Anzi. �

Fecondità...Il Tasso di fecondità totale (Tft) è un indicatore stati-

stico utilizzato in demografia, chiamato anche più co-

munemente “numero medio di figli per donna”.

Solitamente si indica con il valore Tft = 2 un livello di

nascite che permette a una popolazione di riprodur-

si mantenendo costante la propria struttura demo-

grafica. Ciò è chiaramente un’approssimazione, in

quanto presuppone che tutti i parametri rimangano

costanti, soprattutto quelli della mortalità.

Comunque, valori di Tft minori di 2 indicano un ge-

nerale invecchiamento e calo della popolazione,

mentre valori di Tft maggiori di 2 indicano un pro-

gressivo ringiovanimento e aumento della popola-

zione (grafici e tabelle disponibili su www.index-

mundi.com)

e sviluppo Secondo uno studio pubblicato sul numero 460 di Na-

ture (www.nature.com) nel 2009 da Francesco Billari

dell’Università Bocconi e da Hans Peter Kohler e Mik-

ko Myrskylä della University of Pennsylvania, oltre un

certo livello di sviluppo socio-economico la relazione

storicamente negativa tra sviluppo e numero di figli si

inverte e il tasso di fecondità torna ad aumentare.

Se nel 1974, in un’atmosfera di paura per le conse-

guenze della sovrappopolazione del pianeta, uno de-

gli slogan della conferenza mondiale sulla popolazio-

ne di Bucarest era “il miglior contraccettivo è lo svi-

luppo economico”, nel 2009 – a 35 anni di distanza –

in un’atmosfera di paura per la denatalità che ha col-

pito i paesi ricchi, gli autori sostengono che “il miglio-

re stimolo alla natalità è l’ulteriore sviluppo”.

NE PARLIAMO SUL BLOG

V I E N I A D I R C I L A T UA

••09GROSSO2 13-09-2012 17:33 Pagina 47

Page 48: DIRIGENTE settembre 2012

tt

••10ATUPERTU 13-09-2012 17:33 Pagina 48

Page 49: DIRIGENTE settembre 2012

ed è giusto che si sia comunque con-siderati uno dei paesi di riferimento».

Come influiscono le fiere d’ar-te sull’andamento di mercato?Possono incidere anche sui ri-sultati delle aste?

«Le grandi fiere internazionali sonouno degli indicatori principali dellostato di salute del mercato dell’arte;dato però che i risultati di vendita nonvengono resi pubblici mi sembra dipoter dire che l’influenza sui risultatidelle aste sia trascurabile, vale piutto-sto il viceversa».

In termini più ampi, come pensasi possa diffondere maggior-mente la cultura e l’arte in Italia?

«Sono convinto che di Arte, intesa so-lo marginalmente in senso commercia-le ma piuttosto come valorizzazione delnostro patrimonio culturale e di tuttoquello che gli gira intorno (turismo, offerta alberghiera ecc.), un paese stra-ordinariamente ricco come il nostro do-vrebbe e potrebbe vivere. Credo chenon sia più ritardabile una decisa presadi posizione politica in questa direzio-ne. Molte voci di provenienze ed estra-zioni le più diverse si levano in questosenso, speriamo che ci sia qualcuno at-tento e interessato all’ascolto…».

dere e comprare all’asta garantisce latrasparenza della transazione, per-mette di confrontarsi col mercato lo-cale e internazionale, i risultati sonopubblici e tutti questi ingredienti spie-gano il successo di questa modalitàcommerciale, che nel caso di Sotheby’sfunziona dal 1744».

Come si comporta un mercatocosì particolare come quello del-l’arte in questo difficile climaeconomico? E la sede italiana ri-spetto a quelle internazionali?

«Il mercato dell’arte sia italiano cheinternazionale si è fatto negli annisempre più selettivo. In parte anche ilgusto dei collezionisti è cambiato e,nonostante l’attuale congiunturaeconomica globale, i risultati del pri-mo semestre del 2012 sono incorag-gianti e permettono di poter dire chene risulta una sostanziale tenuta delmercato, sia delle aste che delle gal-lerie. L’Italia ha una normativa che re-gola la movimentazione delle opere amio avviso piuttosto restrittiva e nonarmonizzata con altri paesi della Co-munità europea, il che rende il mer-cato locale alquanto secondario. Det-to questo, siamo un paese ricco diopere e di collezionisti, è inevitabile

A TU PER TU CON...

SETTEMBRE 2012 49

a cura della redazione

atu

pert

u...

In cosa consiste esattamente ilsuo lavoro e come funziona unacasa d’aste?

«Sono amministratore delegato di So-theby’s Italia dal 2000, dopo aver co-minciato la mia carriera professionalecome responsabile del Dipartimento li-bri antichi, sempre con Sotheby’s. Ilmio ruolo consiste nel coordinamentodell’attività dei vari dipartimenti ope-rativi nella nostra struttura italiana (Ar-te moderna e contemporanea, Pitturaantica e del secolo XIX, Arredi e ogget-ti d’arte, Gioielli e orologi, Libri, Stam-pe e disegni), sia per quanto riguardal’organizzazione delle aste in Italia, siaper l’esportazione delle opere che ri-teniamo più adatte a essere propostein cataloghi di sedi internazionali (Lon-dra, New York, Ginevra, Parigi e HongKong). Le opere che ci vengono pre-sentate vengono valutate, in accordocon il proprietario viene fissato con-trattualmente il prezzo minimo al disotto del quale quell’opera non puòessere venduta, successivamente cata-logate e fotografate per essere pre-sentate nel catalogo dell’asta in cui sa-ranno incluse. In caso di vendita, la ca-sa d’aste applica una commissione sulvenditore e una sul compratore. Ven-

A TU PER TU CON...

Filippo LottiNato il 10 giugno 1963 ad ArezzoAzienda: Sotheby’s ItaliaQualifica: managing director Associato: Manageritalia MilanoSport preferito: motociclismoFilm preferito: I duellanti di Ridley ScottLibro preferito: La divina commedia di Dante AlighieriLuogo preferito: Roccamare (Castiglione della Pescaia)Motto: «Cum potuero vivam quomodo oportet» Seneca(Quando potrò, vivrò come devo)

••10ATUPERTU 13-09-2012 17:33 Pagina 49

Page 50: DIRIGENTE settembre 2012

••11EXPO_TRAINING 13-09-2012 17:32 Pagina 50

Page 51: DIRIGENTE settembre 2012

SETTEMBRE 2012 51

L’ingresso è gratuito, ci si può accreditare direttamente da www.expotraining.it/iscrizioni/fiera.php e www.expotraining.it/workshop cliccando sui di-versi eventi organizzati. Per informazioni: [email protected] - tel. 02 80509656

EXPOTRAINING

2012Per la seconda volta in Italia una fierainteramente dedicata alla formazione.Organizzata dagli editoridella rivista specializzataHuman Training,sarà a Milano il 25 e 26ottobre. Manageritalia,che ha patrocinatol’evento, sarà presente con Cfmt e Cibiesse - CfmtBusiness School

EXPO TRAINING 2012 è un evento b2b sponsorizzato daimaggiori protagonisti del mondo del lavoro (principali as-sociazioni datoriali, sindacati ed enti locali) che sviluppae promuove la formazione aziendale nei suoi moltepliciaspetti, ponendo al centro il valore delle risorse umane co-me capitale dell’azienda.

L’evento si svilupperà in modo dinamico e innovativo. Infatti, accantoai 7.500 mq di spazio espositivo di Fiera Milano City, ci sarà un’area con-vegnistica che offre l’opportunità non solo di avere una visione globa-le delle novità e dei trend innovativi nelle varie discipline della forma-zione, ma anche una conoscenza diretta degli enti, degli attori della for-mazione e delle sessioni di aggiornamento tramite convegni e work-shop. Oltre a queste aree è stato istituito anche il Grand Prix della for-mazione, che intende premiare l’innovazione conferendo un riconosci-mento alla miglior metodologia, strategia di aggiornamento, prodottoformativo, che si distinguerà in termini di avanguardia ed efficacia.Manageritalia, Cfmt e Cibiesse - Cfmt Business School saranno presentialle due giornate e il 25 ottobre, alle ore 16, organizzeranno un workshopper ribadire l’importanza della formazione e soprattutto della manage-rialità per competere con successo e, non ultimo, stimolare l’incontro framanager e pmi in un contesto sempre più sfidante come quello attuale.

L’EDIZIONE 2011La scorsa edizione ha permesso di sviluppare contatti con le aziendevisitatrici, avviare nuovi progetti di formazione e favorire la partner-ship tra gli enti formativi, ampliando il loro networking. Nonostantela crisi che colpisce l’economia del nostro paese, Expo Training 2011 èterminato con un bilancio promettente. Nei due giorni si è registratauna qualificata partecipazione: 2.500 operatori e 1.500 aziende chehanno confermato l’interesse sulla formazione come motore di svilup-po della competitività del sistema paese.

FORMAZIONE, MA ANCHEGESTIONE MANAGERIALE E MANAGEMENT: TREFATTORI FONDAMENTALI PER COMPETERE OGGI

Eventi

••11EXPO_TRAINING 13-09-2012 17:32 Pagina 51

Page 52: DIRIGENTE settembre 2012

P

CON LE ESPRESSIONI “TESTAMENTO BIOLOGICO”

(o testamento di vita), “direttive anticipate di volontà”,

“dichiarazioni di trattamento” si intende il documento

scritto con il quale ciascuno di noi, quando è capace di

intendere e volere, esprime la propria volontà circa i

trattamenti ai quali desidererebbe o non desidererebbe

essere sottoposto, nel caso in cui per una malattia o a causa di un trauma

improvviso non fosse più in grado di esprimere il proprio consenso o il

proprio dissenso informato. Ovviamente non stiamo parlando di eutana-

sia, ossia di diritto al suicidio assistito, ma del diritto di ciascuno di noi di

autodeterminarsi e di decidere di curarsi oppure no.

Nel nostro paese, a differenza di altri europei e non, non esiste ancora una

specifica legge sul testamento biologico, ma si sta comunque definitiva-

mente affermando il valore universale dell’autodeterminazione, secondo

il quale deve ottenere rispetto sia chi voglia essere tenuto in vita artificial-

mente, anche privo di coscienza, sia chi ritiene contrario ai propri princi-

pi sopravvivere indefinitamente in una condizione di vita priva della per-

cezione del mondo esterno. Anche i giudici di Cassazione in una pronun-

cia del 2007 hanno affermato in modo inequivocabile tale principio.

Rispettare la volontà individuale

Già la nostra carta costituzionale, all’art. 32, comma 2, prevede che “nes-

suno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non

per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i li-

miti imposti dal rispetto della persona umana”. Ciò significa che ciascu-

no di noi è libero di curarsi e anche di rinunciare alle cure.

Quando perdiamo la capacità di intendere e di volere si pone il problema

di far rispettare le nostre volontà in tal senso. In quest’ottica l’Italia ha ra-

tificato la Convenzione di Oviedo del 1997, la quale stabilisce che “i de-

sideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da

parte di un paziente che al momento dell’intervento non è in grado di

esprimere la propria volontà saranno tenuti in considerazione”. Nel 2003

Diritto

SETTEMBRE 201252

La facoltà di decideresui trattamenti a cuiessere sottoposti in casodi malattia o trauma.Ma cosa dice la leggeitaliana e quali sono i consigli per non avereproblemi di coscienza?Vediamolo insieme

Camilla Cozzi

TESTAMENTO BIOLOGICO

SCELTACONSAP

••12COZZI.DIRITTO 13-09-2012 17:31 Pagina 52

Page 53: DIRIGENTE settembre 2012

PEVOLE

Alcuni comuni si sono organizza-

ti per promuovere la prassi di no-

minare un amministratore di so-

stegno che, in caso di inabilità o

incapacità anche temporanea del

cittadino che ha manifestato le

proprie volontà riguardo ai trat-

tamenti sanitari cui vorrebbe o

non vorrebbe essere sottoposto,

sarà in grado di far valere e rispet-

tare le sue istanze. Redigere il pro-

prio testamento biologico signifi-

ca infatti esprimere, quando si è

in grado di farlo, la propria volon-

tà sulle cure cui essere sottoposti

per quando non saremo in grado

di esprimerci in tal senso.

Aggiornamenti e precise

indicazioni

È opportuno che ciascuno di noi si

preoccupi di compilare e di tene-

re aggiornato in modo chiaro il

è stato redatto un documento uffi-

ciale da parte del Comitato nazio-

nale per la bioetica secondo cui “i

medici dovranno non solo tenere

in considerazione le direttive anti-

cipate scritte su un foglio firmato

dall’interessato, ma dovranno an-

che giustificare per iscritto le azio-

ni che violeranno tale volontà”.

Pur essendo i riferimenti al prin-

cipio dell’autodeterminazione

numerosi, mancando una legge

ad hoc, sono sorte su tutto il terri-

torio molte iniziative locali: alcu-

ne amministrazioni hanno da

qualche anno istituito il cosiddet-

to registro dei testamenti biologi-

ci. Altre invece, non avendo anco-

ra organizzato un servizio speci-

fico, non accettano il deposito di

questo “testamento” da parte dei

cittadini (l’ultimo caso si è verifi-

cato lo scorso aprile a Sondrio).

proprio testamento biologico, for-

nendo le giuste indicazioni alla

persona o alle persone che do-

vranno prendere decisioni al po-

sto nostro in merito alle cure. Solo

così potremo alleggerire il carico

dei nostri cari ed essere sicuri che

il diritto di decidere riguardo alle

nostre cure non verrà vanificato

per il solo fatto che in quel mo-

mento non siamo coscienti o capa-

SETTEMBRE 2012 53

I medici dovranno non solo tenere in

considerazione le direttivescritte dall’interessato,

ma anche giustificare per iscritto le azioni chevioleranno tale volontà

APEVOLE

••12COZZI.DIRITTO 13-09-2012 17:31 Pagina 53

Page 54: DIRIGENTE settembre 2012

ci di intendere e di volere. Perché

mai la volontà che ciascuno di noi

ha espresso nel pieno delle pro-

prie facoltà dovrebbe cessare di

esistere e non essere tenuta in con-

siderazione se ci trovassimo in

uno stato di incoscienza? Solo con

il testamento biologico garantire-

mo che la persona prescelta, chia-

Diritto

mata fiduciario, possa far valere le

nostre volontà espresse.

Negli ultimi anni si sono succedu-

ti vari casi di cronaca riguardanti

proprio il diritto di ciascuno di po-

ter decidere se sottoporsi o meno a

determinate cure e di poter essere

certi che le proprie volontà venga-

no sempre e comunque rispettate.

Nel dicembre 2011, a Padova, un

uomo prima di sottoporsi a un im-

portante intervento chirurgico al

cuore si è rivolto al tribunale della

sua città per ottenere la nomina del

proprio figlio ad amministratore di

sostegno temporaneo, affinché ve-

nissero rispettate le sue richieste

(espresse per iscritto prima dell’in-

tervento), ossia la propria volontà

di non essere sottoposto a trasfu-

sioni di sangue. Nel maggio 2008,

a Modena, una donna affetta da

una malattia incurabile aveva co-

municato a suo marito e ai figli di

non voler subire interventi e acca-

nimenti terapeutici, rifiutando

quindi anche la respirazione artifi-

ciale. Se i medici le avessero fatto la

tracheotomia, venendo meno alle

sue disposizioni, la paziente sareb-

be rimasta collegata al polmone ar-

tificiale. In quel caso il marito si è

rivolto al giudice tutelare del tribu-

nale di Modena per far valere la le-

gittima richiesta della moglie. I

medici pertanto non hanno colle-

gato la donna al polmone artificia-

le e le hanno somministrato le cu-

re palliative del caso.

Quando finalmente ci sarà un’e-

splicita previsione legislativa che

riconosca legittimità e vincolativi-

tà delle “direttive anticipate”, po-

trà dirsi realmente garantito il di-

ritto di ciascuno all’autodetermi-

nazione alle cure. �

Perché mai la volontà che ciascuno di noi haespresso nel pieno delleproprie facoltà dovrebbecessare di esistere e non essere tenuta in considerazione se ci trovassimo in uno statodi incoscienza?

••12COZZI.DIRITTO 13-09-2012 17:31 Pagina 54

Page 55: DIRIGENTE settembre 2012

••12COZZI.DIRITTO 13-09-2012 17:31 Pagina 55

Page 56: DIRIGENTE settembre 2012

SETTEMBRE 201256

CAMPIONI IN SICILIA

QQuest’anno la 25a edizione deltorneo Manageritalia ci ha porta-to tra le bellezze di Sicilia, metaideale per rilassarsi e godersi ilmare, ma anche visitare luoghi dicultura, arte e storia. Il villaggioiGV Baia Samuele e il suo perso-nale ci hanno ospitato nel miglio-re dei modi, sempre a nostra di-sposizione ma mai con invaden-za. Una spiaggia finissima, unatemperatura calda ma ideale e deipaesaggi dai colori rilassanti cihanno rigenerato dallo stressquotidiano… e, perché no, dal-l’adrenalina infusa dal tifo calci-stico delle serate passate tutti in-

sieme a gridare “Italia” in anfitea-tro, davanti agli Europei di calcio.A metà settimana, gradita sorpre-sa per i nostri ospiti è stata la visi-ta serale a Scicli, comune nomina-to dall’Unesco patrimonio del-l’Umanità, dove guide preparateci hanno condotto tra i luoghisimbolo del Barocco siciliano. Ol-tre che tra i luoghi simbolo delleprelibatezze locali, il che non gua-sta mai!Ma le sorprese non sono manca-te nemmeno sui campi da tennis.Il singolare maschile under è sta-to ricco di giocatori in gamba,combattivi e che hanno sfoggia-

CAMPIONI IN SICILIA

INIZIATIVE MANAGERITALIA

Una settimana ricca di sorprese sui campi, e non solo, quella del XXV torneo federale di tennis

••17tennis.2012cronaca 13-09-2012 17:48 Pagina 56

Page 57: DIRIGENTE settembre 2012

SETTEMBRE 2012 57

to un buon tennis. Come in tuttele competizioni, vince il migliore ela new entry Irnerio Del Treppo siaggiudica il torneo dopo una fi-nale, giocata con Gabriele Baso(di fatto un “over” ma prestato altorneo “under” per manifesta su-periorità), avvincente e combat-tuta con giocate eleganti e preci-se, risolta al terzo set. Chapeau! Vessillo Valentinis, dopo qualchetentativo non riuscito, quest’annofa centro vincendo agevolmente iltorneo singolare over e imponen-dosi su Franco Tomasi, arrivato almatch stremato dopo una semifi-nale intensa con Roberto Casini.

Nel doppio giallo manager, la cop-pia Daniele Muneroni e Vessillo Va-lentinis vince su Gabriele Baso eGiuseppe Del Vescovo (“e pur simuove”) solo al terzo set, quandocontro la freschezza atletica di Mu-neroni nulla hanno potuto l’espe-rienza e la bravura degli avversari. A volte ritornano! Ormai manca-va da alcuni anni dal gradino piùalto del podio del singolare fem-minile, grazie al dominio incon-trastato di Marta Volterrani fer-mata quest’anno in semifinale daGiulia Musso: Marina Moioli haavuto la meglio su quest’ultimasolo al terzo set. Ma con il piace-vole ritorno sui campi di LauraMusso, le sorelle promettono bat-taglia negli anni a venire. Nel doppio misto la coppia Mirel-la Pol Bodetto e Giuseppe Fedriz-zi, che la sorte ogni anno ripropo-ne quasi scientificamente, si è im-posta su Marta Volterrani e Ro-berto Mirigelli, che solo tardiva-mente nel secondo set hanno op-posto resistenza. Nel torneo ragazzi buon sanguenon mente: come il padre, MarcoDel Treppo si aggiudica il podio, maun complimenti va anche ad Ange-lo Vassallo, Lorenzo e AlessandroCorradini, che si sono battuti al me-glio e, a detta di molti, promettonobene. Staremo a vedere!

TROFEO MANAGERITALIA SINGOLARE MASCHILE OVER

1° Vessillo Valentinis 6-0 / 6-22° Franco TomasiSemifinalisti: Roberto Casini e Giuseppe Del Vescovo

COPPA AVIVA SINGOLARE MASCHILE UNDER

1° Irnerio Del Treppo 7-5 / 1-6 / 6-32° Gabriele BasoSemifinalisti: Daniele Muneroni e Gabriele Lamanuzzi

TROFEO UBI ASSICURAZIONI DOPPIO GIALLO MANAGER

1° Daniele Muneroni/Vessillo Valentinis 4-6 / 6-1 / 6-42° Gabriele Baso/Giuseppe Del VescovoSemifinalisti: Irnerio Del Treppo/Angelo Romanoni e Marzio Pierazzuoli/Ernst Told

TROFEO ASSIDIR SINGOLARE RAGAZZI

1° Marco Del Treppo 3° Lorenzo Corradini2° Angelo Vassallo 4° Alessandro Corradini

COPPA MANAGERITALIA SERVIZI SINGOLARE FEMMINILE

1° Marina Moioli 6-3 / 6-7 / 6-22° Giulia MussoSemifinalisti: Laura Musso e Marta Volterrani

TROFEO RICOH DOPPIO GIALLO MISTO

1° Mirella Pol Bodetto/Giuseppe Fedrizzi 6-1 / 6-42° Marta Volterrani/Roberto MirigelliSemifinalisti: Marina Moioli/Gianfranco Randazzo e Giulia Musso/Giovanni Golzio

... e grazie a

In collaborazione con

••17tennis.2012cronaca 13-09-2012 17:48 Pagina 57

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Formazione

Per sconfiggere ladisoccupazione, soprattuttogiovanile, proviamo nuove strade o addirittura nuovi mondi come la Nuova Zelanda.Per poi tornare, modificaree innovare il nostro

Maurizia Plebani

L’ORGANIZZAZIONE

INTERNAZIONALE

DEL LAVORO delle

Nazioni Unite, la Com-

missione europea e la Dichiara-

zione sulla giustizia sociale – che

promuove il sostegno al lavoro di-

gnitoso e ha risposte adeguate al-

le sfide della globalizzazione –

hanno focalizzato l’attenzione

sulla disoccupazione giovanile,

considerate le dimensioni senza

precedenti del fenomeno e la sua

clamorosa accelerazione. Inoltre,

si sono orientate fin da subito per

contrastare l’allarmante situazio-

ne che impedisce ai giovani di

progettare il proprio futuro.

Se l’incremento dovesse essere con-

fermato, nei prossimi mesi in Italia

la disoccupazione potrebbe avvici-

narsi pericolosamente alla quota

critica del 10,9% e più, che rappre-

senta la media di Eurolandia. In ef-

fetti i dati resi noti dall’Eurostat fo-

tografano un continente ancora in

profonda crisi, dove la nostra di-

soccupazione giovanile risulta più

alta di sette punti percentuali ri-

spetto alla media europea.

La sostanziale stagnazione che at-

traversa l’Europa si traduce nei

casi più gravi in recessione ampia

e conclamata. Sul fenomeno pesa-

no ovviamente le politiche di au-

sterità europee, la conseguente

AI CONFINIDELMONDO

••18FORMAZIONE 13-09-2012 17:29 Pagina 58

Page 59: DIRIGENTE settembre 2012

tenze, vivono questa situazione.

Di certo altri costi si aggiungono a

quelli della disoccupazione: costi

sociali e umani, che si manifesta-

no in svariate problematiche psi-

cologiche o psicofisiche.

Infatti non è semplice essere proat-

tivi in assenza di opportunità, im-

parare a sviluppare intuizione e

creatività per gestire il cambiamen-

to, anticipare futuri problemi ed

esigenze, prendere l’iniziativa per

realizzare ciò che è giusto e neces-

sario; per le aziende riorganizzarsi

sia dal punto di vista tecnologico

sia delle metodologie e soprattutto

delle risorse umane, in modo da

saper anticipare le tendenze, i tem-

pi ed essere competitivi.

Come devono comportarsi allora i

giovani nei periodi di crisi e reces-

sione? La tesi proposta dal premio

Nobel per l’Economia Christopher

Pissarides è continuare a studiare.

Di più: «Studiare è un’ottima ri-

sposta alla disoccupazione nella

fascia d’età tra i 15 e i 24 anni. Il tas-

so di giovani non occupati si ridu-

ce, aumentando i livelli di produt-

tività e abbassando le pressioni sul

mercato del lavoro».

Pissarides, uno degli economisti

più quotati a livello europeo, ha

spiegato anche perché la disoccu-

pazione giovanile è in media più

alta. Secondo lui i giovani hanno

meno possibilità di scelta e spesso

sbagliano il loro orientamento, ma

cambiare orizzonti è importante,

perché crea esperienza e muove il

mercato del lavoro.

Interagire con culture diverse è il

SETTEMBRE 2012 59

modo più efficiente che l’indivi-

duo abbia a disposizione per impa-

rare ad affrontare le difficoltà im-

poste dalle continue crisi: solo così

ha la possibilità di arricchirsi cultu-

ralmente e spiritualmente, per tor-

nare alle proprie origini pronto a

consolidare valori imprescindibili,

che gli consentiranno di innovare,

modificando, la propria realtà con

prospettive diverse e migliori.

Quindi, se cercare nuove vie in al-

tri mondi è un imperativo indi-

spensabile per ripartire, perché

non azzardarsi ai più lontani tra

gli orizzonti possibili?

Destinazione:

ai confini del mondo

Tra le molte scelte, certamente la

Nuova Zelanda ha caratteristiche

che invitano ogni potenziale candi-

dato a prendere seriamente in con-

siderazione questo paese giovane e

contrazione dei consumi e della

produzione.

Se oggi l’Europa è in crisi, e prima

ancora il Giappone e l’Argentina,

non molto tempo fa lo era il Nord

America con la sua bolla immobi-

liare che ha spaventato il mondo.

Proprio il confronto con il resto

del continente appare per l’Italia

particolarmente rilevante.

Certamente non sono solo le crisi

che opprimono la gente e che por-

tano a gesti estremi, ma la continua

esposizione alla corruzione e al-

l’indolenza che disorientano l’in-

dividuo e praticamente lo portano

a sentirsi in colpa d’essere onesto.

La meritocrazia e i suoi principi

sembrano sempre più relegati a

una società utopica e irrealizzabile.

Situazioni difficili

Al di là dei dati, delle statistiche e

delle considerazioni sulle cause,

sarebbe interessante però capire

come realmente i ragazzi italiani e

i lavoratori disoccupati, che non

hanno più la possibilità di acqui-

sire nuove esperienze e compe-

«Studiare è un’ottimarisposta alla

disoccupazione nella fascia d’età tra i 15 e i 24

anni. Il tasso di giovani non occupati si riduce,

aumentando i livelli di produttività e

abbassando le pressionisul mercato del lavoro»

Christopher Pissaridespremio Nobel per l’Economia

Auckland

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Page 60: DIRIGENTE settembre 2012

Formazione

attraente, ultima terra a essere po-

polata sul pianeta, dai paesaggi

bellissimi, con quattro stagioni ben

definite, moderno e informale, eso-

tico e allo stesso tempo vibrante,

dove la gente sottolinea gli atteg-

giamenti, gli sguardi e le strette di

mano per capire il carattere delle

persone. Infatti, se le regole sono

correttamente dirette verso il bene

comune, oltre che a favorire deter-

minati settori della società, anche

le possibilità di corruzione sono

minime. E questo è certamente l’in-

superabile antidoto all’attuale – e

temporanea – situazione negativa

dell’Europa d’oggi.

In Nuova Zelanda la burocrazia

“umanizzata” favorisce un proces-

so decisionale semplice che, quan-

do necessario, apporta modifiche

rapide. Basti pensare ai recenti

cambiamenti delle regole per gli

studenti stranieri, realizzate con

una velocità impressionante per

evitare abusi, toccando un tema co-

sì complesso come la politica del-

l’immigrazione di un paese che ha

decisamente bisogno di aumenta-

re la sua popolazione nei prossimi

decenni, anche per fronteggiarne il

processo di invecchiamento.

In uno stile di vita semplice dove è

molto forte la preoccupazione del-

la società, aumenta la determina-

zione dei neozelandesi a moder-

nizzare e trasformare il paese nel

centro tecnologico dell’Oceania.

Ecco che in questo contesto mo-

derno diverse sono le opzioni che

favoriscono professionisti qualifi-

cati e giovani studenti intenziona-

ti a seguire iniziative formativo-

lavorative postlaurea e program-

mi di stage e internership.

Con poco più di quattro milioni di

abitanti sparsi in 268.000 km qua-

drati di splendidi panorami e ric-

chezze naturali – contro i 60 milio-

ni di italiani all’interno di 301.302

km quadrati – è chiara la necessità

di attrarre investimenti e manodo-

pera qualificata straniera e l’immi-

grazione (anche se altamente selet-

tiva) è fortemente incentivata.

I numeri sono estremamente favo-

revoli per chi è qualificato o pen-

sa di farlo in una delle molte occu-

pazioni richieste in Nuova Zelan-

da. Il ministero dell’Immigrazio-

ne pubblica sul suo sito web un

elenco periodicamente aggiorna-

to delle professioni privilegiate

(long term list skill shortage), utile al

momento di richiedere un visto di

studio, di lavoro, per imprendito-

ri o per investitori.

Il settore imprenditoriale è favori-

to da una pubblica amministrazio-

ne efficiente, un sistema fiscale

equo, infrastrutture moderne e

funzionali, un sistema giudiziario

giusto e veloce dove le leggi sul la-

voro permettono la gestione azien-

dale della forza lavoro oltre a ba-

sarsi su sistemi di sicurezza socia-

le, bancario e finanziario efficaci e

a basso costo. La Nuova Zelanda è

un privilegio per gli investitori

professionali e internazionali in

vari settori quali il commercio, il

turismo (14% dell’economia), l’a-

gricoltura e le industrie, le teleco-

municazioni e l’informatica.

Quindi perché la Nuova Zelanda?

Sicuramente perché contribuendo

a creare un mondo nuovo saremo

in grado di migliorare e ricostrui-

re il nostro mondo antico. �

SETTEMBRE 201260

Se cercare nuove vie inaltri mondi è un imperativoindispensabile perripartire, perché nonazzardarsi ai più lontani tragli orizzonti possibili?

Se stai pensando a una meta diversa per la tua formazio-

ne professionale, per corsi di alto livello convenzionati con aziende disponibili a impiegare

giovani stranieri, o semplicemente per migliorare il tuo inglese o quello dei tuoi figli nelle

varie modalità vacanza-studio-lavoro-sport, troverai nell’area riservata My Manageritalia

(www.manageritalia.it) l’offerta che fa per te.

DISCOVERY EDUCATION&TRAVEL (www.discoverynz.co.nz)

è membro di qualità della Camera di commercio italiana

in Nuova Zelanda e offre il totale supporto e la competen-

za mediante il collegamento con scuole di ottima qualità selezionate dal governo.

••18FORMAZIONE 13-09-2012 17:29 Pagina 60

Page 61: DIRIGENTE settembre 2012

SETTEMBRE 2012 61

#PRIORITALIA HAS BEEN FOUNDED

Managers take steps to change the political scenario and the

country. Almost 1.000 managers and top professionals and

40 important guests from Italian social, economic and

institutional fields met last August in Rome for 4 days. The

activities had the following objective: a return to good

politics. The managers worked in our mutual interest,

because a better future for them and for the whole country

can only be achieved through growth.

#PRIORITALIA was founded with this aim and is the new

social and political entity desired by Cida - Manager e alte pro-

fessionalità per l’Italia, Federmanager and Manageritalia,

these are the three organisations which represent executive

managers, middle management and top professionals

working in the public and private sectors.

The objective is also political, in the sense of taking an active

interest in the “cosa pubblica” (public matters). This new

movement is non-partisan and aims to work in favour of the

country. How? By offering expertise and skills, turnkey

projects and experts to help the political class to get things

done and done well.

Many projects emerged. One of the most innovative projects

involved the creation of an observatory/study centre to

monitor and report on the effects of political decisions. The

creation of teams of managers to be placed at the service of

local administrations in order to implement projects within

the territory. In addition, a major national project to enhance

young talents providing incentives and a political marketing

plan in relation to the territory to attract investors and new

economic partners.

OURPOINTOF VIEW

••18FORMAZIONE 14-09-2012 13:24 Pagina 61

Page 62: DIRIGENTE settembre 2012

d

••19diBUONgrado. 13-09-2012 17:28 Pagina 62

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SETTEMBRE 2012 63

Primo pianoDI BUON GRADO

PPoche persone possono realmen-te vantarsi di aver dato i natali a uncocktail. Il conte fiorentino Camil-lo Negroni fu una di loro. Nato aFiesole nel 1868 da famiglia nobi-le e benestante, Camillo Negronifu un autentico vip della sua epo-ca: vivace, creativo, ribelle, granschermidore, poliglotta, viaggia-tore, seppe farsi notare in ognifrangente della sua vita. Le strade del conte e del buon be-re alcolico si incontrarono a Firen-ze, in un giorno imprecisato fra il1919 e il 1920. Nel capoluogo to-scano esisteva allora un locale, ilCaffè Casoni, che era una sorta dispaccio, avendo anche le licenze diprofumeria e di tabaccheria. Qui la-vorava il giovane barman FoscoScarselli, poco più che ventenne,che era solito servire al conte Ne-groni l’aperitivo Milano-Torino(quello che poi sarebbe stato ribat-tezzato l’Americano). Per il conte,tuttavia, il Milano-Torino era pocopiù che una spuma alcolica, e nonlo convinceva completamente. Fucosì che, dietro suo suggerimento,un bel giorno Scarselli rafforzòl’aperitivo con del gin, in modo daaumentarne il grado alcolico e daconferirgli una punta aggiuntiva diamarognolo. Il conte fece poi ap-porre mezza fetta di arancia, cosìda distinguere il suo aperitivo daquello degli altri avventori del loca-le. Per Negroni quella variante di-venne ben presto il suo “solito”,per tutti gli altri clienti divenne “un

Piero Valdiserragr

adoILNEGRONI

COME SI PREPARA?

Milano-Torino alla maniera del con-te Negroni”, poi abbreviato in Ne-groni. Il Caffè Casoni chiuse defi-nitivamente i battenti negli anni’30 del secolo scorso, ma il cock-tail messo a punto da Scarselli fe-ce ben presto il giro del mondo. Come ogni innovazione di succes-so, anche il Negroni ebbe i suoitentativi di imitazione, e non man-cò chi cercò di sfruttarne la noto-rietà a proprio vantaggio. Comeun tal signor Negroni che, alla finedegli anni ’50, lanciò sul mercatouna bottiglia con il proprio nomein bella evidenza. L’imitatore fu poicostretto a ritirarla dal commercio,dopo aver perso una causa inten-tatagli dalle case liquoristiche. Fo-sco Scarselli, dal canto suo, fu ri-compensato con un congruo asse-gno per aver messo a punto lanuova prestigiosa ricetta.Il Negroni entrò fin dal 1961 fra icocktail classici dell’Iba (Internatio-nal bartenders association), doveancora figura fra gli “indimentica-bili” pre-dinner. La classica compo-sizione tripartita del Negroni (gin,bitter e vermouth rosso) è conside-rata una formula semplicementeperfetta. Ovviamente c’è spazio perle personalizzazioni e chi lo preferi-sce più secco può ad esempio pre-pararlo utilizzando un gin a più ele-vata gradazione alcolica, così damantenere inalterato il bilancia-mento tradizionale degli ingredien-ti. È superfluo ricordare che anchedel Negroni si contano ormai nu-merose varianti. La più curiosa del-le quali, probabilmente, è il “Ne-groni sbagliato”, nato nel capoluo-go lombardo negli anni della “Mi-lano da bere”: in questa versionemeneghina del drink, lo spumantesecco ha preso il posto del gin.

3 cl di gin, 3 cl di bitter, 3 cl di vermouth rosso. Si ver-sano direttamente gli ingredienti nel bicchiere old-fashioned colmo di ghiaccio, si mescola delicata-mente e si guarnisce con mezza fetta di arancia.

••19diBUONgrado. 13-09-2012 17:28 Pagina 63

Page 64: DIRIGENTE settembre 2012

Pronto intervento antirugheIl nuovo Siero antirughe effetto fillerdi Collistar è un trattamento anti-etàcompleto che rigenera la pelle e ridu-ce le rughe. Ispirandosi alle microiniezioni riempitive della chirurgiaestetica, il siero agisce da “filler” co-smetico, andando a riempire i solchidelle rughe.www.collistar.it

64

LIFESTYLE

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i

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arricchita da fitoceutico da uva, ricco di polifenoliantiossidanti, è pensata per nutrire a fondo i capelli

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lifes

tyle

SETTEMBRE 2012

Dopo un buon peeling…Replenishing body cream di Shiseido è

un tonificante per il corpo pensato per favorire il naturale ciclo

di rinnovamento cutaneo, utile dopo lo stressestivo, e dare nuova vitalità alla pelle.

Ne migliora l’elasticità e la microcircolazione.www.shiseido.it

••20RUBRICHE 13-09-2012 17:46 Pagina 64

Page 65: DIRIGENTE settembre 2012

In mostraMito e leggendaSensuale e ingenua al tempo stesso, bella da togliere il fiato… eppure così fragile: è Marilyn Monroe, simbolo del Novecento Pop.A cinquant’anni dalla scomparsa, una mostra ripercorre vita pri-vata e carriera attraverso fotografie, opere d’arte legate al suo mito, calzature create per lei dallo stilista Ferragamo, alcuni deipiù celebri abiti di scena e quelli indossati fuori dal set. Un eventoper tutti i suoi numerosi fan e appassionati di cinema.Fino al 28 gennaio 2013Museo Salvatore Ferragamo - via dei Tornabuoni 2 - Firenze www.museoferragamo.com

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ShoppingUn tuffo nel passatoOggetti da collezione, mobili rari e tante curiosità. Imercatini e le fiere dell’antiquariato sono luoghi do-ve il tempo sembra essersi fermato e in Toscana se nepossono trovare un po’ ovunque. Da non perdere lafiera di Arezzo, nel centro storico alto e in PiazzaGrande, la prima domenica del mese e il sabato pre-cedente. Accanto agli espositori i negozi di antiqua-riato e le gallerie con il meglio delle loro collezioni.www.arezzofieraantiquaria.tk

SaporiUna sosta idealeIl Caveau del Teatro è un caratteristico locale forma-to da eleganti salette che propone piatti genuini e raf-finati. Piatto tipico della Lunigiana, i testaroli al pe-sto, al cui assaggio non ci si può davvero sottrarre.La cantina ospita invece importanti etichette che la“padrona di casa” saprà consigliarvi. L’ideale peruna sosta se state percorrendo l’autostrada della Ci-sa, ma ricordate di prenotare!Ristorante Relais Caveau del TeatroPiazzetta S. Cristina - Pontremoli (Ms) Tel. 0187 833328

SETTEMBRE 2012 65

FUORI UFFICIO

Roberta Roncellifu

oriu

ffic

io••20RUBRICHE 13-09-2012 17:46 Pagina 65

Page 66: DIRIGENTE settembre 2012

Le aziende chiedonoamicizia su Facebook

SETTEMBRE 201266

Sfruttare i socialmedia per raccon-tare le aziende: èquesto l’obiettivodel saggio di Jo-seph Sassoon, che attraverso unaserie di casi mette in evidenza co-me i consumatori/clienti utilizzanosempre più volentieri i nuovi cana-li per avvicinarsi a brand e prodot-ti, allontanandosi dalla pubblicitàclassica e dai canali tradizionali. Unvademecum per i communicationmanager con le mosse per correreai ripari quando un video su You-Tube può realmente innescare una“bomba”.Web storytelling, Joseph Sassoon,Franco Angeli, pagg. 136, € 17.

La trasposizionepoetica dei cin-que libri di Mosèche formano laBibbia ebraica, ilPentateuco. L’autore di questo lavoro, intellet-tualmente stimolante e apprezza-bile perché ha finalità divulgative,col plauso del rabbino AlbertoMoshe Somekh, è un associatoManageritalia. Chapeau!Torah in rima, Massimo Foa, Ac-cademia Vis Vitalis Editore, pagg.334, € 21.

Davide Mura

LIBRI

Nonostante Waterloo, sono un grandeRiuscì a vendere la sua immagine, a utilizzare e a con-dizionare l’opinione pubblica, rendendosi comuni-catore di se stesso. La comunicazione per lui ricopri-va un ruolo chiave, anticipando le tesi del project ma-nagement Institute, secondo cui il 90% dell’attivitàdi un project manager si risolve nel comunicare. Dichi stiamo parlando? Nientemeno che di Napoleo-ne Bonaparte, al centro del saggio di Roberto Race,giornalista e consulente in comunicazione. In batta-glia questo protagonista di un’epoca comunicavacon i suoi soldati in modo diretto e mettendosi al lo-ro stesso livello, a cominciare dall’uniforme che in-dossava. Condivideva i successi e valorizzava l’abili-tà dei suoi più stretti collaboratori, come gli ufficialiche lo accompagnarono nelle grandi campagne.Motivava e rafforzava il loro ruolo per la conquistadei territori. L’esercito si muoveva in maniera unifor-me, le direttive rivolte a un corpo d’armata erano co-municate anche agli altri. L’evolversi delle manovrediventava patrimonio di conoscenza dell’intera Ar-mata. Dal “Memoriale di Sant’Elena” ai bollettini

stampati durante la cam-pagna d’Egitto, Napoleonefece fiorire una produzioneeditoriale ricchissima attornoalla sua figura e a chi gli stavavicino, dal suo valletto alle bio-grafie dei grandi scrittori comeStendhal, fino ai saggi di oggi… Ma quali sono i con-sigli che possono essere ricavati da Napoleone? Ra-ce ne individua cinque. 1) Comunicate sempre coni vostri collaboratori, senza dare niente per scontatoe mettendovi sul loro stesso piano, i manager spes-so non raccontano quello che sta accadendo; 2)Concentratevi sugli stakeholder e portate gli intellet-tuali dalla vostra parte, senza censurare quello chesi dice su di voi e la vostra azienda; 3) Informatevi,Napoleone leggeva i giornali degli altri paesi, oggi ileader non leggono e non stanno sempre sul pezzo;4) Lavorate sull’opinione pubblica; 5) Nel momentoin cui si presenta una grande criticità, raccontate ciòche è successo senza paura di essere giudicati.Napoleone il comunicatore, Roberto Race,Egea, pagg. 144, € 16.

Mollo tutto e fuggo via

libri

l

Spesso l’unica mo-tivazione che cispinge al cambia-mento è la fuga daqualcosa. Se tutta-via manca un obiettivo, un proget-to, la nostra spinta non batteràmai gli ostacoli reali e concreti, co-me lasciare uno stipendio fisso, af-fetti e molte delle cose che abbia-mo costruito e che viviamo comecertezze. Nel libro di Castagna lestorie di chi ce l’ha fatta (anche dadirigente) e i consigli per non farepassi falsi.Come lasciare tutto e cambia-re vita, Alessandro Castagna,Newton Compton, pagg. 246, € 9,90.

Manager poeta

••20RUBRICHE 13-09-2012 17:46 Pagina 66

Page 67: DIRIGENTE settembre 2012

SETTEMBRE 2012 67

Daniela Fiorino ([email protected])

Il periodo di conservazione del postodi lavoro in caso di malattia (cosid-detto “periodo di comporto”) puòessere di due tipi: “secco” quando ilperiodo di conservazione del postoè riferito a un’unica e ininterrottamalattia; “per sommatoria” per i ca-si di pluralità di malattie o ricadutedella medesima, che causano unsusseguirsi di assenze.Il periodo di 12 mesi previsto dalcomma 1 dell’art. 18 del contrattocollettivo nazionale di lavoro per idirigenti del terziario attualmentein vigore (23 gennaio 2008) si rife-risce al primo caso, ovvero al com-porto secco. Tuttavia, la pluralità dieventi morbosi o di ricadute nellastessa malattia, anche se nonespressamente disciplinati dal ccnl,in via di equità può essere equipa-rata dal giudice del lavoro, con ri-gorosi criteri di valutazione, aun’unica malattia continuativa al fi-ne di determinare l’applicabilità delcomporto per sommatoria.

Per la computazione di tale perio-do, occorre infine ricollegarsi allanormativa contrattuale in vigoreper i dipendenti (art. 167 del ccnl 2luglio 2004) la quale indica come ri-ferimento per il computo del perio-do di comporto l’anno solare e nonl’anno di calendario. Con il riferi-mento all’anno solare si deve quin-di intendere un periodo di 365 gior-ni computati dal primo giorno del-la malattia (Cassazione, 1° giugno1992, n. 6599), pertanto i 12 mesidi periodo di comporto – a menoche la malattia non decorra propriodal 1° gennaio dell’anno – possonocollocarsi tra due diversi anni di ca-lendario.In conclusione, occorre precisareche per la determinazione del pe-riodo di comporto si fa riferimentonon ai giorni lavorativi ma ai giornidi calendario: devono quindi esse-re conteggiati anche il sabato, ladomenica e le festività infrasetti-manali.

LETTERE

Vorrei sapere se il periodo di comporto di 12 mesi per i dirigenti deb-ba essere computato tenendo conto di tutte le malattie verificatesi du-rante l’intero rapporto che il dirigente intrattiene con la società.

E. P. - Ge

Malattia, il calcolo del comporto

lett

ere

••20RUBRICHE 13-09-2012 17:46 Pagina 67

Page 68: DIRIGENTE settembre 2012

SETTEMBRE 201268

gnifico! Solo così si può assicura-re il controllo, la guida, la costan-te formazione e lo sviluppo deipropri collaboratori. Una guidacosì mirata e stretta la si può ri-scontrare – come modello – solonella dislocazione degli Angeli cu-stodi rispetto agli umani.

Enrico Brignano, certamentemolto bravo – forse il più bravo –fra i comici italiani degli ultimi an-ni. Fisico gradevole, parlata in unitaliano quasi perfetto, espressio-ne accattivante, dominio del pal-coscenico o del microfono otti-mo, posture da vecchio artista,maschera da teatrante consu-mato. I copioni che interpreta so-no eccellenti ma il tocco perso-nale è spesso inimitabile, divertee conquista il pubblico.Qualche critica? Durante tiriterein linguaggio elegante e corretto,qualche scivolata – parolacce – dicui il nostro comico non avrebbealcun bisogno. Poi mi hanno rac-contato di una gaffe gigantesca:dopo un paio di battute su pretipedofili la frase fatidica. Del tipo:«Portate via i bambini che arrivail Papa!». Come sarebbe interes-sante se il nostro Enrico recitassequalche battuta sfottente suMaometto in un teatro pieno dispettatori dell’Islam, così rigorosie severi nella difesa della loro re-ligione. Ma forse mi hanno riferi-

Guido Gay

ioto

cco!

Un bravo comico

L’Azienda Sicilia

Guarigioni miracolose

Con soli 5.300 milioni di euro diindebitamento (nel 2011) e unfermento – certamente merito-cratico – di nomine. Sono circamille durante il mandato del go-vernatore Lombardo, di cui 200negli ultimi tre mesi. Sessanta gliassessori, di cui gli ultimi due no-minati poco prima delle dimissio-ni del governatore.Se la Regione Sicilia fosse un’a-zienda, noi la valuteremmo comevivace, concentrata sullo sviluppoe la crescita delle risorse umane,generatrice di membership e diun’invidiabile atmosfera interna.Politiche sul personale certamen-te “ripetute” e testimoniate daidirigenti disseminati nei vari com-parti.La nostra Federazione lamentaspesso la scarsa presenza di figu-re manageriali nelle medio-picco-le aziende del Sud (e soprattuttoin Sicilia). Ma l’azienda Regione èun grande esempio opposto. Unastruttura in cui la dirigenza brillaper la sua presenza, con un ma-nager, in media, ogni nove dipen-denti. All’Assessorato all’agricol-tura e infrastrutture un dirigenteogni cinque dipendenti; all’Osser-vatorio regionale agli appalti ottodirigenti ogni dieci dipendenti. Ilmassimo della cura e guida dei di-pendenti la troviamo all’ufficio dicoordinamento e vigilanza sulleopere pubbliche, dove c’è un di-rigente per due dipendenti. Ma-

to male, Brignano è più intelligen-te di così.

Una posizione di invalidità su cin-que è risultata irregolare su 350mi-la verifiche operate dall’Inps nelbiennio 2010-2011.Morti tornati in vita o decedutinon completamente, invalidi ri-sultati in salute (riacquistata?) e,soprattutto, ciechi con possibilitàvisive eccellenti (miracolose gua-rigioni anche di gruppo come ilrecente caso di una madre, due fi-gli e uno zio – invalidità contagio-sa? – tutti ciechi e titolari di pen-sione da trent’anni). Prestazioni assistenziali che assor-bono ogni anno 16 miliardi di eu-ro fra pensioni di invalidità civile eassegni di accompagnamento. Icontrolli dell’Inps hanno già ge-nerato 12mila revoche nel primotrimestre del 2012, non tutte acarico di falsi invalidi ma anche disoggetti con gradi di invalidità in-feriori a quelli previsti per le pre-stazioni di cui fruivano. Ottimo illavoro dell’Inps che, solo recente-mente, ha assunto il controllo pe-riodico dei pensionati di invaliditàprima compito delle Asl. Il lavorodi queste Asl pare sia stato un po’trascurato e poco incisivo. Si sup-pone che – ad esempio – per ilcontrollo di un invalido cieco l’Aslgli telefonasse a casa chiedendo-gli se “fosse sempre cieco”.

... AL FIN DELLA LICENZA, io tocco!

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I FONDO MARIO NEGRI

NUOVE REGOLE PER I MUTUI IPOTECARI

Il cda del Fondo ha stabilito una serie di variazioniper la concessione dei mutui per l’acquisto di un im-mobile

Il consiglio di amministrazione del Fondo, nella seduta del 25luglio, ha deliberato alcune modifiche al regolamento per la

concessione dei mutui per l’acquisto di un immobile. Il testo ag-giornato è sul sito www.fondonegri.it. Ecco le principali variazioni.

Norme regolamentari� I requisiti richiesti per la presentazione della domanda di mu-

tuo (art. 1).� Per l’applicazione delle condizioni economiche (“spread”), viene

fatto riferimento a quelle vigenti al momento della delibera diconcessione del mutuo (art. 4).

� La polizza assicurativa a copertura dei rischi per i beni costituiti agaranzia viene prevista per il valore di iscrizione ipotecariacon l’estensione al rischio terremoto (art. 9).

� I mutui possono essere concessi nel limite delle disponibilitàstanziate dal consiglio di amministrazione (art. 11).

Condizioni e oneri� La misura dello spread sul tasso di riferimento (Euribor 6 mesi,

360 gg.) viene fissata al 2%.

Sede di stipula� La stipula degli atti di mutuo viene svolta presso la sede del

Fondo in Roma.

Inoltre, lo stesso consiglio di amministrazione ha valutato che abreve potrebbe esaurirsi l’ammontare stanziato in precedenzaper la concessione dei mutui agli iscritti disponendo un ulteriorestanziamento dell’importo di 15 milioni di euro per assicurare co-pertura al flusso delle richieste successive.

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Ricordate Click.family, la soluzione ideale per tutelare la propria famigliada richieste di risarcimento per danni causati a terzi?

Il servizio lanciato da Assidir qualche mese fa in collaborazione con UBI As-sicurazioni (vedi Dirigente 4-2012) ha trovato riscontro tra gli associati Ma-nageritalia che, ad oggi, hanno già sottoscritto numerose polizze con il nuo-vo sistema online.Come spesso capita, però, i molti impegni quotidiani ci fanno dimenticarele opportunità vantaggiose a nostra disposizione. Oppure, e questo è altret-tanto frequente, pur ricordandocene non abbiamo tempo per approfondirese l’occasione è veramente adatta a noi e se possiamo farne uso. È quello che è capitato a un collega associato che, durante un incontro ca-suale, ci ha posto alcune domande specifiche su Click.family: vi proponia-mo la sua chiacchierata nella speranza che possa fugare non solo i suoi maanche i vostri eventuali dubbi.

Chi può sottoscrivere una po-lizza Click.family?

Qualsiasi associato Manageritalia e,quindi, tutti i dirigenti in attività, iprosecutori volontari, i quadri, i pro-fessional, gli ex dirigenti, pensionatio meno.

Chi è assicurato con la polizzaClick.family?

Tutti i componenti del nucleo familia-re dell’associato Manageritalia, pur-ché presenti nel suo stato di famiglia.Bisogna però fare attenzione ad alcu-ni casi particolari. Nel caso il coniugerisulti residente in un’altra abitazione(residenza, non domicilio), la polizzalo escluderà automaticamente dallacopertura, salvo una gestione ad hocda richiedersi ad Assidir. Una richie-sta specifica attualmente va fatta adAssidir anche nel caso in cui un mem-bro del nucleo familiare, come un fi-glio con famiglia propria residente

per conto proprio, desideri divenirecontraente di una polizza Click.fami-ly e sia impossibilitato a farlo nonavendo una posizione personale nel-l’area riservata di Assidir.

Cosa posso assicurare con lapolizza Click.family?

Ci si può assicurare contro le richiestedi risarcimento per danni causati aterzi, nell’ambito della vita privata,in modo involontario da parte delcontraente e/o i membri del suo nu-cleo familiare, come abbiamo giàavuto modo di precisare. Comeesempio ricordiamo alcuni casi tipiciin cui la polizza interviene: i dannicausati da un giocattolo che un figlioin tenera età ha lasciato cadere daun balcone; i danni provocati dallabicicletta, condotta da un figlio, stri-sciando contro un’auto parcheggia-ta; i danni causati urtando una per-sona mentre si scia o urtando la ve-trina di un negozio; i danni causatidal proprio cane con un morso a unapersona o a un altro cane. Inoltre, so-no coperti anche i danni legati allacasa in cui si vive. Se questa è di pro-prietà sono coperti sia i danni dettiappunto di “proprietà”, ad esempioquelli causati dalla caduta di un pez-zo di cornicione o di una tegola suun’auto parcheggiata, sia quelli deri-vanti dalla “conduzione”, per esem-pio l’allagamento dell’appartamentocon danneggiamenti a quello sotto-stante. Se la casa in cui si vive inve-ce è in affitto, la polizza ovviamentecopre solo i danni derivanti dalla

ASS

IDIR

PROVARE PER CREDERE!Il recente servizio che permette di stipulare online polizze assicurative su misura è ormai ben avviato. Semplice e sicuro, ti segue dove e quando vuoi:cosa aspetti a provarlo?

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Click.family è una polizza che copre il contraentee il suo nucleo familiare che risulta nel suo statodi famiglia dalle richieste di risarcimento di dannicausati, involontariamente, ad altre persone. Vale per la sfera della vita privata in generale e nonriguarda quindi la sfera professionale, né le respon-sabilità obbligatorie per legge (ad esempio rc auto-veicoli) né, infine, richieste di risarcimento in cam-po penale. È la polizza più semplice e meno costosa, ma è lapiù necessaria: tutela una famiglia da impreviste eimprevedibili perdite economiche, il cui valore puòarrivare in alcuni casi a cifre altissime (immaginate

se sulla pista da sci urto e procuro una frattura a unaffermato professionista o a un noto personaggiodello spettacolo!).

Prova a fare un preventivo Click.family: in pochiminuti potrai dare tranquillità a tutta la tuafamiglia!

Click.family è un prodotto UBI Assicurazioni

Prima della sottoscrizione leggere il Fascicolo Informativo disponibile sul sito www.assidir.it

SETTEMBRE 2012 71

“conduzione”. Per avere il quadrocompleto delle garanzie bisognaconsultare l’area riservata del sito diAssidir dove sono disponibili le condi-zioni integrali di assicurazione diClick.family.

Quelli che abbiamo visto sonoi casi standard, sono possibilidelle estensioni?

Click.family prevede già alcuneestensioni nella polizza base, mentrealtre sono state standardizzate per ve-nire maggiormente incontro a possibi-li esigenze degli associati, ma solo die-tro la corresponsione di un piccolo pre-mio aggiuntivo. Il caso più importan-te delle estensioni sempre valide ri-guarda le seconde case: se sono utiliz-zate esclusivamente dagli apparte-nenti al nucleo familiare dell’assicura-to, la copertura vale sia per i danni de-rivanti dalla “proprietà” sia per quellilegati alla “conduzione”. Qualora in-vece le abitazioni vengono date in lo-cazione a terzi, sarà possibile estende-re la copertura assicurativa fino a un

massimo di tre abitazioni, pagando,come diecevamo, un incremento delpremio base, per assicurarsi contro ilrischio di danni causati dagli affittua-ri sia al fabbricato sia al contenuto del-l’appartamento: con l’estensione diClick.family i beni dell’assicurato pre-senti nei locali risultano coperti sino adeterminati limiti.

Ci sono casi particolari di co-pertura a cui non si pone nor-malmente attenzione?

Certamente, per esempio il caso incui ci sia una rivalsa di Inps o Inailqualora un collaboratore domestico,ovviamente in regola, subisca un in-fortunio di lavoro nell’abitazione del-l’assicurato: anche qui i danni per larivalsa vengono coperti grazie aClick.family.

Da quando decorre la polizza?E da quando diviene attiva?

La procedura online è molto facile: do-po l’elaborazione di un preventivo pri-vo di errori e la ricezione di un’email

con la conferma da parte del sistema,il preventivo viene salvato e conser-vato per 60 giorni. In questa fase la co-pertura non è ancora attiva. Bisognaa questo punto ritornare sul preventi-vo e procedere con l’acquisto della po-lizza, pagando online con carta di cre-dito. Il sistema invia un’email di con-ferma e la copertura diviene attiva apartire dalle ore 24 dello stesso giorno.Come in tutte le assicurazioni online,in seguito verrà comunque inviata alcontraente una copia originale car-tacea della polizza con le eventualiistruzioni per la restituzione ad Assi-dir di una copia controfirmata.

Dove posso trovare ulterioriinformazioni?

Sui siti di Assidir e Manageritalia, sulnumero di aprile 2012 di Dirigente(scaricabile online), presso le orga-nizzazioni territoriali della propria As-sociazione o contattando diretta-mente lo staff di Assidir, pronto a da-re risposta a qualsiasi domanda tec-nica in merito.

COS’È

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di due anni dalla data riportata sulprimo documento di spesa accluso.Se, ad esempio, il 30 giugno 2012 sipresenta una pratica all’Associazio-ne, questa potrà contenere docu-menti di spesa relativi ai due anniprecedenti, il più vecchio con data1° luglio 2010. E così sarà fino al 31dicembre 2012 (vedi figura 1).

... e come funzionerà domani(dal 1° gennaio 2013)Dal 1° gennaio 2013 il termine di

due anni è ridotto a sei mesi. Quan-do si presenterà una pratica all’As-sociazione questa potrà contenerequindi documenti di spesa con dataantecedente al massimo di sei mesiquella di presentazione. Ad esempio, una pratica presenta-ta il 31 gennaio 2013 potrà contene-re documenti datati al massimo 1°agosto 2012 (vedi figura 2).

Attenzione quindi al momento dipassaggio ! Per pratiche presentate

PRATICHE INDIRETTE,NOVITÀ IN ARRIVODal primo gennaio 2013 il termine di presentazione delle richieste di rimborsosarà di sei mesi e non più di due anni

APARTIRE dal 1° gennaio 2013 iltermine di presentazione delle

richieste di rimborso in forma indiret-ta, oggi di due anni dalla data delprimo documento di spesa, vieneportato a sei mesi.Finalità della delibera, dal punto divista tecnico, è quella di avvicinareper quanto possibile il momento del-la liquidazione delle richieste di rim-borso da parte del Fondo al momen-to in cui gli iscritti sostengono le spe-se per le prestazioni sanitarie.

LA “PRATICA INDIRETTA”

Come funziona oggi (e fino al 31 dicembre 2012)...Nella forma indiretta la richiesta dirimborso (“pratica”) deve riferirsi, co-me è noto, a un solo evento di ma-lattia per ogni singolo assistito e puòcontenere più documenti di spesa.Oggi la “pratica” deve essere chiusae presentata all’Associazione territo-riale Manageritalia entro il termine

FASD

AC

Lug

data primo documento di spesa 1° luglio 2010

eventuali altri documenti di sp

2 annidetrazione fissa € 51,65 detrazione fissa € 51,65 detraz ion

Ago Set Ott Nov Dic Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Se

2010 2011

Figura 1 - OGGI (E FINO AL 31 DICEMBRE 2012)

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SETTEMBRE 2012 73

all’Associazione fino al 31 dicembre2012 il termine per la raccolta deidocumenti “retroagisce” fino a dueanni; per quelle che saranno presen-tate a partire dal 1° gennaio 2013 iltermine “retroagisce” a sei mesi.

Detrazione fissa di € 51,65. Nullacambia per la detrazione fissa di51,65 euro, che continua quindi a es-sere applicata secondo il vigente cri-terio (detrazione di € 51,65 per ogniperiodo di sei mesi o frazione di essodecorrente dalla data del primo do-cumento di spesa fino alla data dipresentazione all’Associazione terri-toriale Manageritalia).

Pratiche di soli ticket. Nulla cambiaanche per le richieste di rimborso re-lative ai soli ticket: due sole praticheall’anno da presentare entro il mesedi settembre (ticket pagati nel primosemestre dell’anno) ed entro il mesedi febbraio (ticket pagati nel secon-do semestre dell’anno).

data primo documento di spesa 1° agosto 2012data presentazione 31 gennaio 2013

data presentazione30 giugno 2012

di spesa

6 mesiaz ione fissa € 51,65 detrazione fissa € 51,65 detrazione fissa € 51,65

eventuali altri documenti di spesa

o Set Ott Nov Dic Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Gen

2012 2013

Figura 2 - DOMANI (DAL 1° GENNAIO 2013)

CURE DENTARIE IN CONVENZIONE DIRETTAA partire dal 1° aprile non è più dovuta la quota fissa di € 51,65 a carico dell’iscrit-to per le cure odontoiatriche fruite in convenzione diretta. La disposizione si applica

con riferimento alle prestazioni fatturate a partire dal 1° aprile 2012.

La determinazione adottata dal consiglio di gestione del Fasdac intende promuovere il ricorso

degli assistiti alle prestazioni erogate in regime diretto, dove il rimborso del Fondo è pari al

70% degli importi convenzionati (con la sola eccezione dei trattamenti ortodontici mobili

o fissi per i quali è previsto il contributo di € 800 l’anno per un massimo di 3 anni).

NUOVE CONVENZIONI ODONTOIATRICHEIl Fondo sta raccogliendo le adesioni dei dentisti segnalati dagli iscritti che han-no manifestato l’interesse al convenzionamento con il Fondo.Sui siti www.manageritalia.it e www.fasdac.it è consultabile l’elenco – in costante aggiornamen-

to – degli studi odontoiatrici convenzionati.

Al fine di migliorare il servizio attraverso l’ampliamento della rete degli studi odontoiatrici con-

venzionati, gli iscritti al Fondo dovrebbero a far inviare dal proprio dentista un’email di richiesta

a [email protected]. Sarà cura degli uffici del Fondo mettersi subito in contatto con lo stu-

dio per verificare la possibilità del convenzionamento.

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Editore: Manageritalia Servizi srl

Direttore responsabile: Guido Gay

Coordinamento: Roberta Roncelli

Redazione: Davide Mura, Luca Padovani,Enrico Pedretti, Eliana Sambrotta

Direzione, redazione, amministrazione:20129 Milano - via Antonio Stoppani 6tel. 0229516028 - fax [email protected]

Le opinioni espresse dagli autori impegna-no esclusivamente la loro responsabilità

CCoonncceessssiioonnaarriioo ppuubbbblliicciittààPUBLIMASTER20146 Milano - via Winckelmann 2 tel. 02424191 - fax 0247710278

GGrraaffiiccaaTHE GRAPHIC FORGE snc20129 Milano - via Antonio Stoppani 4 tel. 0229404920 - www.graphicforge.it

SSttaammppaaALL GRAPH SYSTEM srl28100 Novara - via Verbano 138tel. 0321477625 - [email protected]

Registrazione Tribunale di Milanon. 142, del 24 aprile 1974

Associato all’USPIUnione stampa periodica italiana

Accertamenti diffusione stampa

La diffusione di settembre è di 35.452 copie

DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATOFEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL

FONDO DI PREVIDENZAMARIO NEGRI

ASSOCIAZIONE ANTONIO PASTORE

CFMT - CENTRO DI FORMAZIONEMANAGEMENT DEL TERZIARIO

FONDO ASSISTENZA SANITARIA DIRIGENTIAZIENDE COMMERCIALI

MENSILE DI INFORMAZIONE ECULTURA DI MANAGERITALIA

FEDERAZIONE NAZIONALEDEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO,

SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO

Hanno collaborato a questo numero

crisiesviluppo.manageritalia.it

donne.manageritalia.itpensioni.manageritalia.it

I NOSTRI B L O G

Thomas Bialas, futurologo, è responsabile del progetto Future Ma-nagement Tools di Cfmt. (pag. 28)

Camilla Cozzi è avvocato, esperta di diritto della famiglia e delle per-sone, esercita presso lo studio legale associato Ciriello-Cozzi. (pag. 52)

Gabriele Grosso è consulente filosofico, lavora da cinque anni con iltop-management di grandi organizzazioni italiane e multinazionali sui temidell'identità, valori, merito, cambiamento. (pag. 42)

Cristina Papini è research & analytics director di Nielsen. (pag. 26)

Maurizia Plebani è psicologa. (pag. 58)

Michele Riva, consulente editoriale, collabora a L’Impresa e ad altre

riviste economico-manageriali. Ha diretto L’Impresa e i libri di manage-

ment del Sole 24 Ore. (pag. 32)

Piero Valdiserra è direttore marketing e relazioni esterne di uno

dei maggiori gruppi italiani operanti nel beverage alcolico. È anche som-

melier, nonché fondatore e presidente del club enogastronomico bolo-

gnese Gaudio ([email protected]). (pag. 63)

da ManageritaliaDaniela Fiorino

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