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Andrea Antimi - Il lavoro e la sicurezza nelle associazioni di volontariato (ottobre 2017) 1 D.Lgs. 81/08 IL LAVORO E LA SICUREZZA NELLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

D.Lgs. 81/08 IL LAVORO E LA SICUREZZA NELLE … · 2017-10-17 · presidente della repubblica 22 dicembre 1986, ... resp. servizio di ... addetti squadre: - antincendio - primo soccorso

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Andrea Antimi - Il lavoro e la sicurezza nelle associazioni di volontariato (ottobre 2017) 1

D.Lgs. 81/08

IL LAVORO E LA SICUREZZA NELLE ASSOCIAZIONI DI

VOLONTARIATO

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Su quali forme di lavoro può basarsi l’attività di

un’Associazione? • L’opera dei Volontari soci dell’Associazione

• L’opera dei Volontari NON soci dell’Associazione

• Lavoratori dipendenti

• Lavoratori a chiamata

• Lavoratori a Voucher (nuova versione)

• Stagisti e tirocinanti

• Lavoro di pubblica utilità (lavoratori in prova e il lavoro alternativo alla detenzione)

• Ogni altra forma di lavoro per la quale si prefigura un vincolo

di subordinazione

• Alternanza scuola-lavoro

• Prestazioni professionali di titolari di partita IVA

• Prestazioni occasionali

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Quali sono le principali norme che

disciplinano la sicurezza sul lavoro? • D.Lgs. 626/04 è stato abrogato nel 2008;

• Decreto Legislativo n. 81 del 09/04/08 (306 art. e 51 Allegati

Tecnici);

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Art. 2. - Definizioni

1. Ai fini ed agli effetti delle disposizioni di cui al presente decreto legislativo si

intende per:

a) «LAVORATORE»: persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale,

svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro

pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un

mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari.

Al lavoratore così definito sono equiparati:

- I soggetti beneficiari delle iniziative di tirocini formativi e di orientamento di cui a specifiche

disposizioni delle Leggi, promosse al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e

lavoro;

- I volontari del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile

- i collaboratori co.co.pro.

- i tirocinanti

- gli stagisti

- i vaucher

D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81

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D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 Art. 2. - Definizioni

1. Ai fini ed agli effetti delle disposizioni di cui al presente decreto

legislativo si intende per:

b) «DATORE DI LAVORO»: il soggetto titolare del rapporto di lavoro

con il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l'assetto

dell'organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività,

ha la responsabilità dell'organizzazione stessa o dell'unità produttiva in

quanto esercita i poteri decisionali e di spesa.

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Dobbiamo capire per prima cosa se ed in che

modo l’associazione rientra nel campo di

applicazione del D.Lgs. 81/08, che disciplina la

sicurezza nei luoghi di lavoro

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Volontari soci dell’Associazione Art. 3 - Campo di applicazione

12-bis. Nei confronti dei:

• volontari di cui alla legge 11 agosto 1991, n. 266;

• dei volontari che effettuano servizio civile;

• dei soggetti che svolgono attività di volontariato in favore delle associazioni di

promozione sociale di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 383,

• delle associazioni sportive dilettantistiche di cui alla legge 16 dicembre 1991, n. 39

e all’articolo 90 della legge 27 dicembre 2002, n. 289;

• delle associazioni religiose, dei volontari accolti nell’ambito dei programmi

internazionali di educazione non formale, nonché nei confronti di tutti i soggetti di

cui all'articolo 67, comma 1, lettera m), del testo unico di cui al decreto del

Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni,

si applicano le disposizioni di cui all'articolo 21 del D.Lgs. 81/08.

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Art. 21 - Disposizioni relative ai lavoratori autonomi ed ai volontari

1. I lavoratori autonomi (…ed i volontari) devono:

a) utilizzare attrezzature di lavoro conformi alle norme vigenti

b) munirsi di dispositivi di protezione individuale ed utilizzarli conformemente alle

norme

c) munirsi di apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografia, contenente le

proprie generalità qualora effettuino la loro prestazione in un luogo di lavoro nel

quale si svolgano attività in regime di appalto o subappalto

2. I soggetti di cui al comma 1, relativamente ai rischi propri delle attività svolte e con

oneri a proprio carico hanno facoltà (NON NE HANNO PERTANTO L’OBBLIGO)

di:

a) beneficiare della sorveglianza sanitaria

b) partecipare a corsi di formazione specifici in materia di salute e sicurezza sul

lavoro, incentrati sui rischi propri delle attività svolte

Volontari soci dell’Associazione

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Volontari soci dell’Associazione Art. 3 - Campo di applicazione

Ove il volontario svolga la propria prestazione nell’ambito dell’organizzazione di un

datore di lavoro, questi è tenuto a fornire al volontario dettagliate informazioni sui

rischi specifici esistenti negli ambienti in cui è chiamato ad operare e sulle misure di

prevenzione e di emergenza adottate in relazione alla propria attività.

Egli è altresì tenuto ad adottare le misure utili ad eliminare o, ove ciò non sia possibile,

ridurre al minimo i rischi da interferenze tra la prestazione del volontario e altre

attività che si svolgano nell’ambito della medesima organizzazione

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Art. 2 Legge 266/91

Ai fini della presente legge per attività di volontariato deve intendersi

quella prestata in modo personale, spontaneo e gratuito, tramite

l’organizzazione di cui il volontario fa parte, senza fini di lucro anche

indiretto ed esclusivamente per fini di solidarietà.

Se il volontario non è socio come ne giustifichiamo la sua presenza

ed il suo lavoro?

ALLORA OLTRE AL REGISTRO DEI SOCI, E’ OPPORTUNO

ISTITUIRE UN REGISTRO DEI VOLONTARI NON SOCI A CUI

SI PUO’ ESSERE ISCRITTI PREVIA RICHIESTA SCRITTA DA

PARTE DEL VOLONTARIO

Volontari NON soci dell’Associazione

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• NOMINA FORMALE DEI SOGGETTI COINVOLTI NEL

SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

PIANIFICAZIONE DELLA SICUREZZA NELL’ATTIVITA’

OVE INVECE E’ APPLICALE IL D.LGS. 81/08 PER VIA

DELLA PRESENZA DI ANCHE UN SOLO LAVORATORE

DIPENDENTE O AD ESSO EQUIPARATO,

SI DEVE PROCEDERE NEL MODO SEGUENTE….

Dipendenti o figure equiparate

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Istituzione del sistema di gestione

della sicurezza DATORE DI LAVORO

RESP. SERVIZIO DI PREVENZIONE E

PROTEZIONE (RSPP)

ADDETTI SQUADRE:

- ANTINCENDIO - PRIMO SOCCORSO - EVACUAZIONE

RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA

SICUREZZA (RLS)

LAVORATORI MEDICO COMPETENTE (ove previsto)

LAVORATORI PREPOSTI

Dipendenti o figure equiparate

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• NOMINA FORMALE DEI SOGGETTI COINVOLTI NEL

SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

• EFFETTUAZIONE DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI

• INDIVIDUAZIONE DELLE MISURE NECESSARIE A

RIDURRE IL RISCHIO

• FORMALIZZAZIONE DI UN PROGRAMMA TEMPORALE

DI ATTUAZIONE DELLE MISURE INDIVIDUATE

• ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA

• FORMAZIONE ED INFORMAZIONE DEI LAVORATORI

IN MERITO AI RISCHI INDIVIDUATI.

Pianificazione della sicurezza nell’attivita’

Dipendenti o figure equiparate

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Alternanza scuola - lavoro Gli studenti nell’ambito di questo percorso formativo sono

lavoratori della scuola ma ‘in prestito’ ad altra attività.

L’Associazione che li ospita, li prende in carico e deve garantire,

anche attraverso l’effettivo assolvimento ad una serie di obblighi

ed adempimenti, la completa tutela della salute e della sicurezza

dello studente;

La normativa di settore che disciplina i progetti in oggetto cita

sempre la possibilità di svolgimento dei tirocini sulla base di

apposite convenzioni stipulate tra i soggetti promotori e i

datori di lavoro pubblici e privati, non prevedendo

implicitamente i soggetti che non sono Datori di Lavoro, quali ad

esempio la grande maggioranza delle Associazioni di Volontariato.

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Alternanza scuola - lavoro Il voler affidare gli studenti ai soli enti che comunque hanno già in

essere un collaudato sistema di gestione della sicurezza sul lavoro,

implementato per far fronte agli obblighi di legge che mirano alla

tutela della salute e della sicurezza dei propri lavoratori, potrebbe

rappresentare una prima selezione mirata alla individuazione di

strutture ospitanti “sicure”;

Per questo motivo le associazioni in cui gli adempimenti legati alla

sicurezza sul lavoro sono già stati attuati, inclusi gli adempimenti

SOTANZIALI E NON SOLO FORMALI, risultano ovviamente

avvantaggiate.

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Alternanza scuola - lavoro L’istituzione scolastica è tenuta a verificare le condizioni di sicurezza

connesse all’organizzazione dell’alternanza scuola lavoro e ad

assicurare le relative misure di prevenzione e di gestione, garantendo i

presupposti affinché gli studenti siano il più possibile tutelati.

Proprio in quest’ottica dovrebbero essere letti gli obblighi previsti nei

confronti dell’ente ospitante in merito a:

• individuare il tutor esterno in un soggetto che sia competente e

adeguatamente formato in materia di sicurezza e salute nei luoghi di

lavoro o che si avvalga di professionalità adeguate in materia (es.

RSPP);

• fornire, attraverso il proprio tutor, specifiche informazioni allo

studente, prima ancora dell’avvio del momento formativo, in merito ai

rischi aziendali in materia di sicurezza sul lavoro, di cui al D.Lgs;

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Alternanza scuola - lavoro • rispettare le norme antinfortunistiche e di igiene sul lavoro;

• accertare preliminarmente l’assenza di controindicazioni alle attività

a cui gli studenti saranno destinati, qualora sussistano rischi specifici

in base al documento di valutazione dei rischi di cui al citato D.Lgs.

81/08;

• in assenza di apposite convenzioni o accordi stipulati dagli Uffici

Scolastici Regionali, erogare la formazione specifica sui rischi

lavorativi attraverso la frequenza di appositi corsi di formazione, che

dovranno avere una durata minima di 4, 8 o 12 ore in funzione del

livello di rischio dell’attività ospitante.

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Prestazioni professionali • In questo caso non si applicano le disposizioni previste dal D.Lgs.

81/08;

PERO’ …….

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PERCHE’ E’ NECESSARIO SENSIBILIZZARE LE

ASSOCIAZIONI SULLA SICUREZZA ?

• Garantire la salute e la sicurezza dei volontari

• Numero elevato di infortuni anche mortali sui luoghi di lavoro

E RICORDATE CHE NON ESISTONO LUOGHI SICURI ...

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PERCHE’ E’ NECESSARIO SENSIBILIZZARE LE

ASSOCIAZIONI SULLA SICUREZZA ? Nell’ottica dell’esistenza di un obbligo di tutela nei confronti di tutti

coloro che, a qualsiasi titolo, possano trovarsi all’interno degli ambienti

o comunque negli ambiti in cui opera un’associazione di volontariato,

siano essi volontari, studenti oppure ospiti occasionali, ricordiamoci di

ciò che prevede il codice penale:

• art. 589: “ Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona è

punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni

• art. 590: “Chiunque cagiona ad altri, per colpa , una lesione personale

è punito con la reclusione fino a tre mesi o con la multa fino a euro 309.

Se la lesione è grave la pena è della reclusione da uno a sei mesi o della

multa da euro 123 a euro 619; se è gravissima, della reclusione da tre

mesi a due anni o della multa da euro 309 a euro 1.239

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QUALI SONO GLI ADEMPIMENTI CONCRETI DA

METTERE IN ATTO? I principali adempimenti possono essere individuati nella:

• Conformità degli impianti elettrici;

• Verifica periodica degli impianti elettrici;

• Conformità degli impianti termici a gas

• Verifica e manutenzione periodica degli impianti termici a gas

• Manutenzione degli impianti di climatizzazione

• Conformità alle norme di tutte le attrezzature in uso

nell’associazione;

• Conformità alle norme degli ambienti occupati che dovranno

anch’essi essere conformi alle specifiche disposizioni normative ad

essi applicabili.

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Disciplina della responsabilità amministrativa

delle persone giuridiche, delle società e delle

associazioni anche prive di personalità giuridica - Il decreto disciplina la responsabilità degli enti per gli illeciti

amministrativi dipendenti da reato.

- 1. Le sanzioni per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato sono:

a) la sanzione pecuniaria;

b) le sanzioni interdittive;

c) la confisca;

d) la pubblicazione della sentenza.

DECRETO LEGISLATIVO 8 giugno 2001, n. 231

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Sanzione amministrativa pecuniaria

- 1. Per l'illecito amministrativo dipendente da reato si applica sempre

la sanzione pecuniaria.

- 2. La sanzione pecuniaria viene applicata per quote in un numero non

inferiore a cento ne' superiore a mille.

- 3.L'importo di una quota va da un minimo di lire cinquecentomila ad

un massimo di lire tre milioni.

DECRETO LEGISLATIVO 8 giugno 2001, n. 231

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A quali reati vengono applicate le suddette sanzioni?

- Indebita percezione di erogazioni, truffa in danno dello Stato o di un

ente pubblico;

- Delitti informatici e trattamento illecito di dati;

- Delitti di criminalita' organizzata;

- Concussione e corruzione;

- Reati ambientali

- Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse con

violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul

lavoro

e altri ancora …..

DECRETO LEGISLATIVO 8 giugno 2001, n. 231

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Art. 25-septies

1.In relazione al delitto di cui all'articolo 589 del codice penale, commesso

con violazione dell'articolo 55, comma 2, del decreto legislativo attuativo

della delega di cui alla legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di salute e

sicurezza sul lavoro, si applica una sanzione pecuniaria in misura pari a

1.000 quote.

2. Salvo quanto previsto dal comma 1, in relazione al delitto di cui

all'articolo 589 del codice penale, commesso con violazione delle norme

sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro, si applica una sanzione

pecuniaria in misura non inferiore a 250 quote e non superiore a 500 quote.

3. In relazione al delitto di cui all'articolo 590, terzo comma, del codice

penale, commesso con violazione delle norme sulla tutela della salute e

sicurezza sul lavoro, si applica una sanzione pecuniaria in misura non

superiore a 250 quote.

DECRETO LEGISLATIVO 8 giugno 2001, n. 231

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Art. 6 Soggetti in posizione apicale e modelli di organizzazione

dell'ente

Se il reato è stato commesso dalle persone che rivestono funzioni di

rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell'ente, l'ente non

risponde se prova che l'organo dirigente ha adottato ed efficacemente

attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e

di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi.

DECRETO LEGISLATIVO 8 giugno 2001, n. 231