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D.LGS. N. 81 DEL 9 APRILE 2008 ES.M.I. SALUTE E SICUREZZA NEILUOGHI DI LAVORO
CeLIPS – Cultura e Lavoro Istituti Preziosissimo SanguePiazza Garibaldi, 18 – 70122 Bari Tel. 080.5211004 – Fax 080.5227810Viale Colombo 101/G – 71100 Foggia Tel. e Fax 0881.331400Email: [email protected] web: www.celips.it
Relatore :Ing. Marco PELLEGRINI
1° GIORNATA
2
TITOLO I
CAPO I DISPOSIZIONI
GENERALI
CAPO II SISTEMA
ISTITUZIONALE
CAPO III GESTIONE DELLA
PREVENZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO
CAPO IV DISPOSIZIONI PENALI
TITOLO IILuoghi di lavoro
TITOLO IIIUso delle attrezzature
di lavoro e dei dispositivi di Protezione individuale
TITOLO IV: Cantieri temporanei o mobili
TITOLO VSegnaletica di salute e
sicurezza sul lavoro
TITOLO VIMovimentazione Manuale
dei Carichi
TITOLO VIIAttrezzature munite di Video Terminale
Titolo VIII Agenti Fisici
Titolo IXSostanze pericolose
Titolo XEsposizione ad Agenti
biologici
Titolo XIProtezione atmosfere
esplosive
Titolo XIIDisposizioni diverse
in materia penale
Allegati dal I al LI LO SCHEMA
• Protezione per tutti i lavoratori senza alcuna distinzione di tipologia contrattuale;
• Intensificate le sanzioni penali e pecuniarie
E’ stata “estesa” la definizioneil soggetto titolare del rapporto di lavoro conil lavoratore o comunque, il soggetto chesecondo il tipo e l’assetto dell’organizzazionenel cui ambito il lavoratore presta la propriaattività, ha la responsabilità dell’organizzazionestessa o dell’unità produttiva in quanto esercitai poteri decisionali e di spesa
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DATORE DI LAVORO
Nomina del MCDesigna addett i squadra emergenzaNell’affidare i compit i ai lavoratori t iene conto delle capacitàFornisce ai lavoratori i necessari e idonei DPI (sentito l ’RSPP e MC)Prende misure affinché solo i lavoratori addestrat i accedono a zone
pericoloseRichiede l ’osservanza da parte dei lavoratori delle norme e delle
disposizioniRichiede al MC l’osservanza dei suoi obblighiAdotta le misure per i l controllo delle situazioni di r ischio in caso di
emergenza Informa appena possibile i lavoratori esposti ad un rischio graveAdempie agli obblighi di informazione, formazione ed
addestramentoConsente ai lavoratori di non riprendere i l lavoro in caso di
persistenza di pericolo graveConsegna tempestivamente all ’RLS (su sua richiesta) copia del DVRElabora i l DUVRI e su richiesta lo consegna all ’RLSPrende provvedimenti per evitare che le misure adottate possano
causare rischi alla popolazione o deteriorare l ’ambienteComunica all ’ Inail gli infortuni con assenza ≥ ad 1 gg interoConsulta l ’RLSetc
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OBBLIGHI DATORE E DIRIGENTE
Introdotta la definizione
persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti dei poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli,sovraintende alla attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa
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PREPOSTO
Sovraintende e vigila sulla osservanza da parte dei lavoratori degli obblighi di legge nonché delle disposizioni aziendali in materia di sicurezza, uso dei DPI
Verifica af finchè solo i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni accedono alle zone con rischi specifici
Richiede l’osservanza delle misure per il controllo delle situazioni di r ischio in caso di emergenza e da istruzioni af finché i lavoratori abbandonino il posto
Informa i lavoratori esposti ad un r ischio grave e da istruzioni in materia di protezione
Si astiene dal r ichiedere ai lavoratori di r iprendere in caso di permanere del r ischio
Segnala al datore o al dir igente deficienze dei mezzi, delle attrezzature, dei DPI, ecc
Frequenta appositi corsi di formazione (per art. 37)
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OBBLIGHI PREPOSTO
DEFINIZIONI (ARTICOLO 2) LAVORATORE
NUOVO T.U. precedente normativa
Persona che, indipendentementedalla tipologia contrattuale,svolge un’attività lavorativanell’ambito dell’organizzazione diun datore di lavoro pubblico oprivato, con o senza retribuzione,anche al solo fine di apprendere unmestiere, un’arte o una professione,esclusi gli addetti ai servizidomestici e familiari.
Persona che presta il proprio lavoro alle dipendenze di un datore di lavoro
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soci lavoratori di cooperativa;
soci di società, anche di fatto, che prestano attività;
associati in partecipazione (art. 2549 e seguenti c.c.);
tirocini formativi e di orientamento (legge n. 196/97);
soggetti formati per promuovere e realizzare l’alternanza studio/lavoro o agevolare le scelte professionali con la conoscenza diretta del mondo del lavoro;
allievi degli istituti di istruzione ed universitari;
partecipanti ai corsi di formazione professionale in cui si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici, compresi i VDT.
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SOGGETTI EQUIPARATI AL LAVORATORE
IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
GLI ADDETTI ALL’EMERGENZA: ANTINCENDIO E PRIMO SOCCORSO
IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA
IL MEDICO COMPETENTE, qualora sia previsto l’obbligo di sorveglianza sanitaria .
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LE PRINCIPALI FIGURE INDIVIDUATE DAL T.U. SICUREZZA
ADDETTO PREVENZIONE INCENDI ED EVACUAZIONE ADDETTO PRIMO SOCCORSO
L’incarico può essere ricoperto sia da un titolare sia da un dipendente dell’impresa
I lavoratori non possono, se non per giustificato motivo, rifiutare la designazione
Gli incaricati devono essere opportunamente formati e dotati delle attrezzature adeguate.
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ADDETTI ALL’EMERGENZA
AZIENDALE: formazione minima di 32 ore iniziali, con aggiornamento periodico (4/8 h)
TERRITORIALE: per aziende o unità produttive che occupano fino a 15 lavoratori (quindi anche i soci partecipanti, collaboratori familiari, ecc. )
L’ RLS deve essere consultato sulla valutazione dei rischi e l’attuazione delle misure preventive.
L’impresa ha l’obbligo di comunicare annualmente all’INAIL i nominativi dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza .
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RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA
La sorveglianza sanitaria è obbligatoria quando ricorrono casi di rischio
per la salute dei lavoratori
la modalità corretta per determinare l’obbligo è effettuare la valutazione dei rischi
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SORVEGLIANZA SANITARIA MEDICO COMPETENTE
Programma ed ef fettua la sorveglianza sanitaria Istituisce, aggiorna e custodisce, sotto la propria responsabilità,
una cartella sanitaria e di r ischio per ogni lavoratore sottoposto a sorveglianza sanitaria
Nelle aziende o unità produttive con più di 15 lavoratori concorda con il datore di lavoro il luogo di custodia
Consegna la documentazione sanitaria :- al Datore di Lavoro alla cessazione dell’ incarico- al lavoratore alla cessazione del rapporto di lavoro
Visita gl i ambienti di lavoro almeno una volta all ’anno o a cadenza diversa che stabilisce in base alla valutazione dei rischi
Comunica, mediante autocertificazione, i l possesso dei t itoli e requisiti (ar t. 38) al Ministero della Salute entro il termine di sei mesi dalla data di entrata in vigore del decreto
Collabora con il datore di lavoro a: predisposizione servizio di pr imo soccorso ed attuazione delle misure di prevenzione e protezione
, informazione e formazione dei lavoratori , Fornisce ai lavoratori le informazioni sugli accertamenti sanitari
eseguiti.
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OBBLIGHI DEL MEDICO COMPETENTE
Il datore di lavoro deve valutare, in collaborazione con il RSPP ed il medico competente, previa consultazione del RLS, i r ischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, che possono derivare dalla scelta delle attrezzature di lavoro, delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché dalla sistemazione dei luoghi di lavoroLa valutazione deve essere effettuata su tutti rischi(obbligo non delegabile ) compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari (compreso lo stress lavoro - correlato), lavoratrici in stato di gravidanza, rischi connessi a differenze di genere, età, provenienza.
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LA VALUTAZIONE DEI RISCHIIL DVR
Accordo Europeo in tema di stress da lavoro dell’8.10.2004
«Lo stress è uno stato, che si accompagna a malessere edisfunzioni fisiche, psicologiche o sociale e che consegue dalfatto che le persone non si sentono in grado di superare i gaprispetto alle richieste o alle attese nei loro confronti».
L’Accordo Europeo non individua un elenco esaustivo deipotenziali indicatori di stress lavoro correlato ma ritiene che«un alto assenteismo o un’elevata rotazione del personale,conflitti interpersonali o lamentele frequenti da parte deilavoratori sono alcuni dei sintomi che possono rivelare lapresenza di stress da lavoro. L’individuazione di un problemadi stress da lavoro può avvenire attraverso un’analisi di fattoriquali l ’organizzazione e i processi di lavoro […], le condizioni el’ambiente di lavoro […], la comunicazione […] e i fattorisoggettivi».
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LO STRESS LAVORO-CORRELATO
La letteratura medica individua le cause di stress lavoro-correlato in:
- ripetuti mutamenti di turno;- lavoro notturno;- prestazione di attività lavorativa in emergenza;- lavoro ripetitivo.
(AA.VV. , Working and health condit ions and preventive measures in arandom sample of 5000 workers in the Veneto Region examined bytelephone interview; AA.VV., Main and interactive effects of shif twork, age and work stress on health in an Ital ian sample ofhealthcare workers; www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed).
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LO STRESS LAVORO-CORRELATO
MOBBING
Dall’inglese “to mob”: attaccare, assalire aggredire Fenomeno derivante da un’alterata interazione psicosociale
nell’ambiente di lavoro Terminologia: Mobber (aggressore), mobbizzato (vittima), co-mobber
(spettatore).
BURN-OUT SYNDROME
Definizione: perdita di interesse per la gente con cui si lavora
in risposta ad uno stress da lavoro (Maslach, 1976)
Tre componenti: esaurimento emotivo, depersonalizzazione,
ridotta realizzazione personale
Bersagli: operatori sanitari di “prima linea”
Richiamo al D. Lgs. n. 151/2001
Divieto di adibire le lavoratrici gestanti e puerpere in lavoripericolosi, faticosi e insalubri o che espongano a radiazioniionizzanti.
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LE LAVORATRICI IN GRAVIDANZA
Lavoratrici : probabile tentativo di permettere un maggioreequilibrio tra responsabilità professionali e familiari.
Giovani: obbligo di valutare il r ischio derivante dall’attivitàlavorativa con riguardo al grado di sviluppo fisico dellavoratore (L. n. 977/1967 in tema di tutela del lavoro deibambini e degli adolescenti).
Anziani: probabile riferimento agli aspetti ergonomici e deiluoghi di lavoro e agli orari.
Lavoratori stranieri: probabile riferimento alle dif ferenzelinguistiche (v. formazione e informazione), culturali econoscitive.Possibili interazioni con il principio di non discriminazione.
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LA TUTELA DI LAVORATRICI , GIOVANI , ANZIANI E STRANIERI
I l datore di lavoro provvede affinché ciascun lavoratore r iceva una adeguata informazione su: r ischi per la salute e sicurezza sul lavoro connessi all’attività'
dell’ impresa in generale e sui r ischio specifici cui e' esposto in relazione all 'attività' svolta, le normative di sicurezza e le disposizioni aziendali in materia
procedure che r iguardano il primo soccorso, la lotta antincendio, l 'evacuazione dei luoghi di lavoro
nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure di cui agli ar ticoli 45 e 46;
nominativi del responsabile e degli addetti del servizio di prevenzione e protezione, e del medico competente.
pericoli connessi all 'uso delle sostanze e dei preparati pericolosi sulla base delle schede dei dati di sicurezza previste dalla normativa vigente e dalle norme di buona tecnica;
misure e le attività di protezione e prevenzione adottate.
I l contenuto del la informazione deve essere faci lmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire loro di acquisire le relative conoscenze. Ove la informazione riguardi lavoratori immigrati , essa avviene previa verifica della comprensione della lingua utilizzata nel percorso informativo.
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INFORMAZIONE DEI DIPENDENTI
APPARATO SANZIONATORIOPRINCIPALI SANZIONI A CARICO DEL DATORE DI LAVORO
VIOLAZIONE SANZIONE
Mancato documento di valutazione rischi Arresto da 4 a 8 mesi o ammenda da 5.000 a 15.000
Mancata nomina RSPP Arresto da 4 a 8 mesi o ammenda da 5.000 a 15.000
Mancata autonomina RSPP e formazione Arresto da 4 a 8 mesi o ammenda da 1.500 a 6.000
Forniture DPI Arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da 2000 a 5000
Designazione addetti antincendio evacuazione Primo soccorso
Arresto da 2 a 4 mesi o ammenda da 800 a 3.000
Formazione lavoratori Arresto da 2 a 4 mesi o ammenda da 800 a 3.000 (per ogni comma)
Informazione lavoratori Arresto da 4 a 8 mesi o ammenda da 1500 a 6000 (per ogni comma)
Mancata informazione, formazione eaddestramento
Arresto da 4 a 8 mesi o ammenda da 2000 a4.000
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APPARATO SANZIONATORIOPRINCIPALI SANZIONI A CARICO DEL DATORE DI LAVORO
VIOLAZIONE SANZIONE
Mancata nomina Medico competente Arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da 3.000 a 10.000
Adibire i lavoratori per i quali vige l'obbligo di sorveglianza sanitaria alla mansione lavorativa specifica senza il prescritto giudizio di idoneità
Sanzione amministrativa pecuniaria da 1.500 a 4.500 €
Contratti appalto d’opera e somministrazione. Verifica idoneità appaltatori e lavoratori autonomi;Informazioni sui rischi agli appaltatori
Arresto da 4 a 8 mesi o ammenda da 1500 a 6000
Deve astenersi dal chiedere ai lavoratori di riprendere l’attività in caso di pericolo grave e immediato
Arresto da 4 a 8 mesi o ammenda da 2.000 a4.000
Permettere ai lavoratori di verificare, mediante ilrappresentante per la sicurezza, l'applicazione dellemisure di sicurezza e di protezione della salute
Arresto da 2 a 4 mesi o ammenda da 800 a3.000
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disposizioni e le ist ruzioni impart ite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti, ai f ini della protezione collett iva ed individuale;
ut i l izzo corretto delle attrezzature di lavoro, sostanze e preparati pericolosi, mezzi di trasporto e disposit iv i di sicurezza;
ut i l izzo in modo appropriato dei disposit iv i d i protezione messi a loro disposizione;
segnalaz ione immediata al datore di lavoro, al dirigente o al preposto delle deficienze dei mezzi e dei disposit iv i , di qualsiasi eventuale condizione di per icolo di cui vengano a conoscenza ; adoperandosi direttamente, in caso di urgenza, nell ’ambito delle proprie competenze e possibil ità e fatto salvo l ’obbligo di cui alla successivo punto per eliminare o ridurre le situazioni di pericolo grave e incombente, dandone notizia al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza;
r imuovere o modificare senza autorizzazione i disposit iv i di sicurezza o di segnalazione o di controllo;
non compiere di propr ia iniz iat iva operazioni o manovre che non sono di loro competenza ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori;
par tecipare ai programmi di formazione e di addestramentoorganizzati dal datore di lavoro;
sottoporsi ai control l i sanitari previst i dal presente decreto legislat ivo o comunque disposti dal medico competente.
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SANZIONI A CARICO DEI LAVORATORILE SEGUENTI INOSSERVANZE SONO PUNITE CON ARRESTO
FINO AD UN MESE OD AMMENDADA € 200,00 AD € 600,00:
Definizioni Pericolo : caratteristica intrinseca di ambiente ed agenti
chimici, fisici, biologici, nonché di attrezzature impianti ecc., che nel luogo di lavoro, hanno la possibilità di causare danni alla salute ed alla sicurezza delle persone.
Rischio : possibilità di conseguenze dannose o negative, che alterano le funzioni psicofisiche del lavoratore allontanandolo dallo stato di benessere
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
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Concetti di pericolo, rischio, danno prevenzione
Il rischio è da sempre associato a qualsiasi attività umana
Non esiste attività umana priva di rischio in senso assoluto
RISCHIO = PROBABILITA’ X DANNO RISCHIO = PERICOLO X ESPOSIZIONE
ESISTE QUINDI IL RISCHIO 0?
NO. Perché esistono due fattori che vanno messi
a denominatore del prodotto R=PXD
Uomo
ESISTE QUINDI IL RISCHIO 0?
Definizioni Prevenzione : riducono la probabilità di accadimento di un
evento, esse non riducono le occasioni di incidente ma ne contengono esclusivamente le conseguenze e ne limitano i danni (a persone e cose).
Protezione servono a ridurre le conseguenze di un incidente (incendio, allagamento, crollo, ecc.) nel momento in cui si verifica.
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32
Perché si realizzi una combustione è necessario che siano soddisfatte tre condizioni (triangolo del fuoco).
CALORE
COMBUSTIBILE COMBURENTE ENERGIA DI INNESCO
Sostanza in grado di bruciare
Ossigeno presente nell’aria
Temperatura di infiammabilità
COMBUSTIBILE
OSSIGENO
IL TRIANGOLO DEL FUOCO
Se manca un solo componente non si può verificare un incendio
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SOSTANZE COMBUSTIBILI
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SOSTANZA CHE PERMETTE AL COMBUSTIBILE DI BRUCIARE
COMBURENTE
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LE SORGENTI DI INNESCO
ACCENSIONE DIRETTA
quando una fiamma, una scintilla o altro materiale incandescente entra in contatto con un materiale combustibile in presenza di ossigeno (taglio e saldatura, fiammiferi e mozziconi di sigarette)
ACCENSIONE INDIRETTA
quando il calore d’innesco avviene nelle forme della convenzione, conduzione o irraggiamento termico (aria calda generata da un incendio e diffusa attraverso un vano scala, propagazione attraverso elementi metallici strutturali)
ATTRITO
quando il calore è prodotto dallo sfregamento di due materiali (malfunzionamento di parti meccaniche rotanti come cuscinetti e motori)
AUTOCOMBUSTIONE
quando il calore viene prodotto dallo stesso combustibile (cumuli di carbone, fermentazione di vegetali, reazioni chimiche)
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Dinamica dell’incendio.
- ignizione- sviluppo- flashover- incendio generalizzato- estinzione
FIAMME
Emissione di luce conseguente alla combustione di gas in un incendio.
525°
700°
900°
1100°
1200°
1500°
FUMI
Insieme di particelle solide (aerosol), sostanze incombuste trascinate dai gas caldi e liquide (vapori), costituite da vapore acqueo.
CALORE
Causa principale della propagazione degli incendi. Genera l’aumento della temperatura dei materiali esposti provocandone la distruzione.
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PRODOTTI COMBUSTIONI
Anidride carbonica CO2 E’ il gas che si sviluppa maggiormente. Non è tossico ma,sostituendosi all’ossigeno dell’aria impedisce la normalerespirazione, determinando asfissia.
Ossigeno di carbonio
CO Deriva dalla combustione incompleta in carenza di ossigeno.E’ inodore e incolore. Sempre presente negli incendi è moltotossico.
Acido cianidrico HCN Si forma durante la combustione incompleta di materialiorganici contenenti azoto quali la lana, la seta, fibre e diverseresine sintetiche. Caratteristico odore di mandorle amare, èmolto tossico.
Acido cloridricoNCL Si forma negli incendi in cui vengono coinvolte sostanze
clorurate contenute nelle materie plastiche, nei solventi e propellenti, nei materiali degli arredi. Fortemente irritante, pungente corrosivo è molto tossico
Anidride solforosa SO2 Si forma durante la combustione di sostanze contenenti zolfo. Caratteristico odore sulfureo, irritante e corrosiva, è molto tossica.
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PRINCIPALI CAUSE DI MORTERELATIVE AD INCENDIO
Contatto diretto con le fiamme
Temperature troppo elevate
Deficit di O2
Fumi
Panico
Effetti meccanici
32,4%
57,6%
1VittimaOgni
2intossicati
CO e altri gas tossici
10 %
40
ESTINZIONE DEGLI INCENDI ED ESTINGUENTI
COMBURENTEossigeno presente nell’aria
COMBUSTIBILEmateriali solidi, liquidi o
gassosi
CALORE
elemento di innesco
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ACQUA
Azione di scambio termico assorbendo calore e
abbassando la temperatura di combustione
POLVERE
Miscela di sostanze chimiche che hanno un effetto di soffocamento
ANIDRIDE CARBONICA (CO2)
Gas inerte con caratteristiche soffocanti.
Liquefatta a -78°
SCHIUMA
Sostanza la cui miscelazione in acqua e aria produce schiuma. Agisce per separazione
GAS INERTI (NAF)
Sostitutivi dell’HALON, agiscono per inibizione chimica della fiamma
Estintore a polvere Estintore a CO2
Meccanismi di estinzione
43
44
RIEPILOGANDO
Meccanismi di estinzione
USO ESTINTORI
46
Le procedure di evacuazione
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•valutare se esiste la possibilità di estinguere l’incendiocon i mezzi a portata di mano
• non tentare di iniziare lo spegnimento con i mezziportatili se non si è sicuri di riuscirvi
• chiamare immediatamente i VVF• intercettare le alimentazioni di gas, energia elettrica, ecc.• limitare la propagazione del fumo e del fuoco chiudendole porte di accesso
• iniziare l’opera di estinzione garantendosi una via di fugadietro le spalle
• accertarsi che la struttura nel frattempo venga evacuata• nell’impossibilità di controllare l’evento attendere i VVF efornire loro precise indicazioni
48
• mantenere la calma (la conoscenza delle procedure el’addestramento periodico sono di grande aiuto)
• attenersi a quanto previsto nel Piano di Emergenza• evitare di trasmettere il panico ad altre persone• prestare assistenza a chi si trova in difficoltà• allontanarsi ordinatamente dal luogo interessato• non rientrare nella struttura fino a quando non vengonoripristinate le condizioni di normalità
CORRIDOIO DI ESODO Sempre di larghezza non inferiore a cm. 120 ed
aumentabile per multipli di cm. 60
60
45CORPO ELLISSE : dimensioni di ingombro di un uomo medio inserito in un rettangolo
Movimento impedito Probabilità di panico Movimento
regolare Massimo flusso
L’EMERGENZA È UN FATTO IMPREVISTO CHE COGLIE DI SORPRESA TUTTI COLORO CHE SONO PRESENTI NELL’AMBIENTE DI LAVORO.LE NORME E LE PROCEDURE DELL’EMERGENZA DEVONO ESSERE
DESCRITTE NEL PIANO DELLE EMERGENZE
TUTTI I LAVORATORI SONO COINVOLTI MA SOLO QUELLI CHE SONO STATI DESIGNATI SONO AUTORIZZATI A DIRIGERE LE FASI DI
EMERGENZA O EVACUAZIONE.
LE USCITE DI SICUREZZA DEVONO SEMPRE ESSERE VERIFICATEAFFINCHÉ NON VI SIANO PORTE CHIUSE E VIE INGOMBRE
Emergenza evacuazione
TELEFONI UTILI
ENTI ESTERNI V.V. FUOCO ………………………………………………………..……..115 V.V.F. COMMANDO ……….…………………..….…………………..080 5484366 PRONTO SOCCORSO “POLICLINICO”………………………….080 5575724 PRONTO SOCCORSO “S. PAOLO”…………………………..… 080 5373326 AMBULANZE “CROCE ROSSA ITALIANA” ………..…..… 080 5041733 AMBULANZE “SERBARI” …………...………………………….… 080 5044040 PRONTO SOCCORSO “UNIVOL” ….. …………...…………. … 080 5589999 POLIZIA ……………………………………………………...……………. 113 CARABINIERI ……………………………………………………………..112 VIGILI URBANI “PRONTO INTERVENTO” ……………………..080 5491257
2° GIORNATA
52
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IL RISCHIO ELETTRICO
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I contatti possono essere di due tipi:
contatti diretti , con parti normalmente in tensione (quali morsetti, prese, conduttori scoperti etc);
contatti indiretti , con parti che non sono normalmente in tensione (masse metalliche, involucri carcasse etc) ma che per effetto di anomalie quali cedute di isolamento, guasti …, si trovano ad essere in tensione
L'ELETTROCUZIONE AVVIENE MEDIANTE CONTATTO CON PARTI IN TENSIONE.
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EFFETTI SULLA SALUTE
Il comportamento del corpo umano al passaggio della corrente elettrica
I movimenti muscolari del corpo sono originati daimpulsi elettrici generati dal cervello. I muscoli,stimolati da questi impulsi, reagisconocontraendosi.
La contrazione muscolare: è quel fenomeno per cui i muscoli, se attraversati dalla corrente, si irrigidiscono (tetanizzazione).
L'arresto respiratorio: l’arresto viene provocato dall'entrata in contrazione dei muscoli respiratori (diaframmatici, intercostali, pettorali) con conseguente paralisi della gabbia toracica ed impedimento dei normali movimenti respiratori.
Cattivi contatti
Dal supplemento di gennaio 2005 della rivista Tuttonormel
effetti
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IL CORTO CIRCUITO
Dal supplemento di gennaio 2005 della rivista Tuttonormel
effetti
DefinizioniAPPARECCHIO ELETTROMEDICALE
Apparecchio elettrico, munito di non più di una connessione a una particolare rete di alimentazione, destinato alla diagnosi, altrattamento o alla sorveglianza del paziente sotto la supervisione di un medico, e che entra in contatto fisico o elettrico colpaziente e/o trasferisce energia verso o dal paziente e/o rivela un determinato trasferimento di energia verso o dal paziente.L’APPARECCHIO comprende quegli accessori, definiti dal costruttore, che sono necessari per permettere l’USO NORMALEdell’APPARECCHIO.
PARTE APPLICATA
Una parte dell’apparecchio che nell’USO NORMALE:• viene necessariamente in contatto fisico con il PAZIENTE perché l’APPARECCHIO possa svolgere la sua funzione; oppure può
venire a contatto con il PAZIENTE; oppure necessita di essere toccata dal PAZIENTE.
La Norma distingue gli apparecchi elettromedicali in base: alla protezione dai contatti diretti ed indiretti (I, II, AI) al grado di protezione dai contatti diretti ed indiretti delle
loro parti applicate (B, BF, CF)
1 - Spina con contatto di terra di protezione o 2 - Cavo flessibile separabile3 - Connettore4 - Contatto e spinotto di terra e protezione 5 - Morsetto di terra funzionale6 - Isolamento fondamentale7 - Involucro8 - Circuito intermedio9 - Parte collegata alla rete10 - Parte applicata11 - Motore con albero accessibile12 - Isolamento supplementare o schermo messo a terra di protezione
Apparecchio di classe IApparecchio nel quale la protezione contro i contatti diretti e indiretti non consiste soltantonell’isolamento fondamentale, ma anche in una misura supplementare di sicurezzaconsistente nel collegamento dell’apparecchio al conduttore di protezione del cablaggiofisso dell’impianto in modo tale che le parti conduttrici accessibili non possano andare sottotensione per un guasto dell’isolamento fondamentale.
Apparecchio di classe II
1 - Spina d'alimentazione2 - Cavo d'alimentazione3 - Isolamento fondamentale 4 - Isolamento supplementare 5 - Involucro6 - Morsetto di terra funzionale 7 - Parte collegata alla rete8 - Parte applicata9 - Isolamento rinforzato10 - Motore con albero accessibile
Apparecchio nel quale la protezione contro i contatti diretti non consiste soltantonell’isolamento fondamentale, ma anche in misure supplementari di sicurezza cherealizzano il doppio isolamento o l’isolamento rinforzato. Queste misure escludono la messaa terra di protezione e non dipendono dalle condizioni d’installazione.
Apparecchio ad alimentazione interna
Apparecchio in grado di funzionare con sorgente elettricainterna.
Un apparecchio può essere riconosciuto come talesoltanto se non esiste connessione esterna alla sorgenteelettrica interna, oppure se la connessione elettrica allasorgente interna, come ad esempio una batteriaricaricabile, può avvenire solamente dopo la separazionefisica della sorgente elettrica interna e di un eventualedispositivo di ricarica dell'apparecchio.
Se queste prescrizioni non possono essere rispettate,l'apparecchio deve essere classificato di classe I o II.
PARTE APPLICATA ISOLATA TIPO F (FLOTTANTE)
PARTE APPLICATA isolata da altre parti dell’APPARECCHIO con un grado di isolamento tale che non possa circolare una correntepiù alta della CORRENTE DI DISPERSIONE NEL PAZIENTE ammissibile in CONDIZIONE DI PRIMO GUASTO quando una tensionenon voluta generata da una sorgente esterna è connessa al PAZIENTE e quindi applicata tra la PARTE APPLICATA e la terra.PARTI APPLICATE DI TIPO F possono essere PARTI APPLICATE DI TIPO BF o PARTI APPLICATE DI TIPO CF.
PARTI APPLICATE di tipo B e BF non sono adatte per un’APPLICAZIONE CARDIACA DIRETTA.
Applicazione cardiaca direttaImpiego di una PARTE APPLICATA che può trovarsi in collegamento conduttore diretto con il cuore del paziente.
DefinizioniPARTE APPLICATA DI TIPO B
PARTE APPLICATA conforme alla prescrizioni specificate nella presente Norma che fornisce un grado di protezionecontro i pericoli elettrici, con particolare riguardo alle CORRENTI di DISPERSIONE ammissibili.
PARTE APPLICATA DI TIPO BF
PARTE APPLICATA DI TIPO F conforme alla prescrizioni specificate nella presente Norma che fornisce un più elevatogrado di protezione contro i pericoli elettrici rispetto a quello fornito da PARTI APPLICATE di tipo B
PARTE APPLICATA DI TIPO CF
PARTE APPLICATA DI TIPO F conforme alle prescrizioni specificate nella presente Norma che fornisce un più elevatogrado di protezione contro i pericoli elettrici rispetto a quello fornito da PARTI APPLICATE di tipo BF
FATTORI DI RISCHIO IN AMBIENTE SANITARIO
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Fattori di rischio fisico: Rx ionizzanti, Rx non ionizzanti, Vibrazioni, Elettricità, RumoreFattori di rischio chimico: F armaci, Gas anestetici, Farmaci antiblastici, Ossido di etilene, Formaldeide, Sostanze sensibilizzanti ed allergizzantiFattori di rischio biologico: Epatite virale, TBC, AIDSFattori di rischio legati all’organizzazione del lavoro: Rischio infortunistico, Rischio ergonomico, Stress, VDT
L’INFERMIERE E LA MOVIMENTAZIONE DEI CARICHI
68
Azioni od operazioni comprendenti, non solo
quelle più tipiche di sollevamento, ma anche
quelle, rilevanti, di spinta, traino e trasporto
di carichi che “in conseguenza di condizioni
ergonomiche sfavorevoli comportano, tra
l’’altro, rischi di lesioni dorso-lombari”.
MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
69
ANATOMIA FUNZIONALE E BIOMECCANICA DELLA COLONNA
VERTEBRALE
70
Sostegno
Movimento
Protezione strutture nervose contenute nel canale vertebrale
La porzione anteriore, o somatica, viene sollecitata da forze prevalentemente assiali; la porzione posteriore, rappresentata dai processi articolari, viene sollecitata da forze prevalentemente di taglio
La C.V. risulta costituita dal sovrapporsi in serie di segmenti ossei, con l’interposizione di un disco intersomatico
ANATOMIA FUNZIONALE E BIOMECCANICA DELLA COLONNA
VERTEBRALE
72
Aumento pressioneFuoriuscita sostanze
nutritive
Diminuzione pressioneIngresso sostanze
nutritive
73
Gli Infermieri, in particolar modo quelligeriatrici, hanno una maggior frequenza, per lePatologie del rachide lombare.
Infatti durante uno studio effettuato in USA(LBP = Low Back Pain, dolore posteriore basso),su 3912 Infermieri il 43% soffre di lombalgia,perciò diventa fondamentale la prevenzione e quientra in funzione la legge 81/08
ART. 47 IL CAMPO DI APPLICAZIONE :per quelle attività che comportano movimenti manuali di carichi,con i relativi rischi di lesioni dorso-lombari, in cui per movimentimanuali dei carichi si intendono tutte quelle operazioni ditrasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o piùlavoratori (sollevare, deporre, tirare, portare o spostare un caricoecc.).
ART.48 GLI OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO sull 'attuazione di misure organizzative: deve ricorrere ai mezzi -attrezzature meccaniche (sollevatore meccanico, barelle, trapezi, ecc.), per evitare una movimentazione manuale dei carichi da parte dell 'infermiere, OSS e di qualsiasi altro operatore sanitario (soprattutto quando le unità operative hanno una scarsa presenza fisica e quindi anche di forza).
74
L'ambientazione (spazio , pavimenti ,temperatura, ecc.) è molto impor tantein quanto lo spazio deve essere i l piùlibero possibile , quindi la distanza persollevare, abbassare o trasportare unammalato deve essere più es igua; conuna pavimentazione adeguata , in mododa non scivolare e con una circolazionedell 'aria più sicura.
Il tutto diventa ancora più gravequando gli sforzi f isici sono piùfrequenti e si prolungano nel tempo,con dei riposi o recuperi insuff icienti .La sor veglianza sani taria deve essereef fettuata da un medico competente(ar t .l6) che può essere sia un f isiatrache un ortopedico: sono necessariaccer tamenti specif ici ( lastre, visite,TAC, terapie, ecc.) , in modo daaccer tare l ' idonei tà del l ' infermiere o diqualsiasi a l tro operatore sanitariosoggetto a tale carico.
75
ART. 49 riguarda L'INFORMAZIONE E FORMAZIONE che il
datore di lavoro deve attuare nei confronti dell 'operatore sanitario
(infermiere, OSS, ecc), in particolare per quanto concerne il peso
di un carico (30 Kg. è troppo pesante), ma soprattutto La
movimentazione corretta dei carichi e i rischi che si corrono se
non si eseguono i movimenti in maniera corretta.
Quindi l’importanza di corsi di formazione, con dei veri esempi
pratici di movimentazione corretta del carico da sollevare.
76
77
L’Ergonomia con modelli sperimentali
Nel sollevare un carico, il lavoro muscolare e la sollecitazione dei dischi intervertebralirisultano tanto minori quanto più eretta è la posizione del corpo e quanto più vicinoil carico viene mantenuto al corpo.
Tenere la schiena dritta!
Consigli per la salute della colonna vertebrale
79
Nella movimentazione dei pesi si raccomanda di uti lizzareprevalentemente i muscoli del bacino e quelli delle gambe a discapitodi quelli del dorso, partendo da una posizione "iniziale" con laschiena diritta e ginocchia f lesse (posizione accoccolata, es . quando sialzano le scatole delle f lebo o qualsiasi altro oggetto da terra).
Inoltre con la schiena diritta si riduce del 20% il carico sui dischilombari. Quindi per evitare torsioni o movimenti laterali dellacolonna o iperestensioni (curvamenti al l ' indietro della schiena)occorre che il baricentro del carico sia i l più vicino possibile al l 'asseverticale con una base di appoggio rappresentata dai piedi . Il caricodeve avere delle caratterist iche cioè: essere dotato di punti di presa,con un baricentro stabile; infatti quest 'ultimo - ripetiamo - deveessere il più vicino possibile al corpo dell 'operatore. Quando bisogna"traslarlo" lateralmente bisogna ruotare tutto i l corpo, non solo iltronco.
TECNICA PER LA MOVIMENTAZIONE DEI CARICHI
86
Per quanto riguarda la "movimentazione dei pazienti"
negli ospedali bisogna fare prima una piccola
considerazione: gli infermieri, soprattutto quelli
geriatrici, ma anche quelli del Pronto Soccorso,
rianimazione, ortopedia, ecc. rappresentano la seconda
categoria dei lavoratori più colpiti nella patologia della
colonna vertebrale.
TECNICA PER LA MOVIMENTAZIONE DEI CARICHI
87
FLETTE GLI ARTI INFERIORI E SPINGE VERSO IL CUSCINO L’INFERMIERE- SI PONE UN LATO DEL PAZIENTE, APPOGGIANDO IL GINOCCHIO SUL BORDO DEL LETTO, PONENDO UNA MANO SOTTO LA REGIONE GLUTEA DEL PAZIENTE; AIUTA LA SPINTA DEL PAZIENTE VERSO IL CUSCINO.
QUANDO IL PAZIENTE E' COLLABORANTE E L'INFERMIERE E 'SOLO
Posizionamento nel letto Paziente
Paziente - sposta gli arti inferiori al di fuori del bordo del lettosi mette seduto aiutandosi con gli arti superiori in posizione eretta pone le spalle alla sediadeve collaborare per mettersi seduto
TRASLAZIONE DEL PAZIENTE DAL LETTO ALLA SEDIA
89
Infermiere - posiziona la sedia all 'altezza del cuscino del paziente
aiuta il paziente a mettersi seduto sul bordo del letto, ponendogli una mano dietro la schiena
l 'operazione deve essere eseguita f lettendo le ginocchia e non il busto
si sostiene il paziente quando è in posizione eretta a livello del bacino
deve guidare (frenare, ecc) la discesa verso la sedia.
TRASLAZIONE DEL PAZIENTE DAL LETTO ALLA SEDIA
90
Rotazione nel letto
Infermiere - pone un piede più avanti dell 'altro, allargando la propria base di appoggio
f lette le ginocchia non il busto
afferra il paziente a livello di sacro e scapola, quindi esegue la rotazione
QUANDO IL PAZIENTE NON E' COLLABORANTE
91
Infermieri- si pongono ciascuno ad un lato del letto
ognuno mette una mano all'altezza della scapola del paziente mettendolo seduto
mettono il paziente a braccia conserte
gli operatori a questo punto appoggiano un ginocchio sul bordo del letto
quindi con una "presa crociata", un braccio sotto l'ascella del paziente mentre l'altro al cavo popliteo lo sollevano e lo spostano verso il cuscino.
SPOSTAMENTO VERSO IL CUSCINO (2 UNITÀ OPERATIVE)
92
Infermieri (è una manovra che si esegue congiuntamente agendo in perfetta coordinazione)
la manovra iniziale è quella di mettere il paziente seduto
poi un operatore si pone alle spalle del paziente effettuando una presa crociata (mani davanti al torace)
l 'altro operatore dopo aver sistemato la carrozzina di f ianco al letto, afferra il paziente sotto il cavo popliteo, tenendo le proprie ginocchia in posizione f lessa
quindi a questo punto con una manovra congiunta e ben coordinata si sposta il paziente sulla carrozzina.
SPOSTAMENTO DAL LETTO ALLA CARROZZINA (MINIMO 2 UNITÀ
OPERATIVE)
93
- Fase 1: 2 UO si dispongono ai lati del letto con un ginocchio sul bordo. Ponendo le mani sotto il bacino e la spalla del paziente, lo spostano verso il bordo del letto-
- Fase 2: In questo momento il terzo operatore pone le mani in modo da sostenere gli arti inferiori . Quindi a questo punto con un movimento ben coordinato i tre operatori sollevano il paziente tenendolo, se possibile, in posizione orizzontale. Il paziente viene trasportato sino alla barella, in cui le UO nel momento dell 'adagiamento devono f lettere le ginocchia, tenendo il busto eretto .
TRASFERIMENTO MANUALE DAL LETTO ALLA BARELLA ( 3 OPERATORI )
94
II primo operatore si ponealle spalle del paziente conun ginocchio per terra edeffettua una presa crociata(mani davanti al torace).
Il secondo operatore inposizione seduta sui polpacci(glutei e bicipiti femorali)con il busto eretto, af ferra ilcavo popliteo degli artiinferiori del paziente. Quindia questo punto con unmovimento ben coordinatosollevano il pazientetrasferendo lo sforzo suipropri arti superiori,tenendo i piedi bendivaricati .
SOLLEVAMENTO DA TERRA DI UN PAZIENTE (2 UNITÀ OPERATIVE)
95
Gli operatori trasferiscono ilpaziente sul letto e sullabarella, f lettendo le ginocchianel momento in cui lo adagiano.
SOLLEVAMENTO DA TERRA DI UN PAZIENTE (2 UNITÀ OPERATIVE)
96
TECNICA PER LA MOVIMENTAZIONE DI CARICHI IN UNA GIORNATA LAVORATIVA DI REPARTO
97
3° GIORNATA
98
RADIZAZIONI IONIZZANTI E
RADIAZIONI NON IONIZZANTI
99
Con il termine "radiazioni non ionizzanti"(acronimo NIR, Non Ionizing Radiation) sicomprendono quelle forme di radiazioninon in grado di provocare la rottura dilegami elettronici della materia e cheportino alla formazione di coppie diparticelle aventi carica opposta.
RADIAZIONI NON IONIZZANTI
100
risonanza magnetica nucleare laser medicali ( laser chirurgici, laser fotocoagulatori laser
fisioterapici e cosmetici, etc.) apparati per terapia f isica (Gli apparati per terapia fisica, basati
sull’emissione di onde elettromagnetiche, sono utilizzati per la cura di tutte quelle malattie il cui decorso può essere positivamente influenzato da un innalzamento della temperatura dei tessuti che ne sono affetti)
radiazione ultravioletta ( il biologico-ambientale con applicazioni prevalenti nel campo della sterilizzazione e disinfezione)
impieghi degli ultrasuoni (Le applicazioni in campo sanitario sono individuabili nelle tecniche diagnostiche, nella terapia fisica, e in alcune applicazioni di pulizia di attrezzi e dispositivi)
campi magnetici a bassa frequenza campi elettromagnetici ad alta frequenza
BREVE DESCRIZIONE DELLE SORGENTI
101
Opacità del cristallino. Cataratta sottocapsulareanteriore o posteriore.
Opacità corneali, congiuntivite, lesioni retiniche,aumento della pressione endoculare.
Necrosi, atrofia e fibrosi testicolare con quadri didispermia.
Bradicardia e labilità pressoria, alterazione dell’ECG(allungamento del tratto P-Q e del complesso QRS),acrocianosi.
Cefalea, nausea, vertigini, insonnia, irritabilità,astenia, diminuzione della libido, riduzione dell’attivitàsessuale, dolori toracici, malessere generale, disturbidella memoria, riduzione dei processi di ideazione.
etc
TIPOLOGIA DI RISCHI
102
Le radiazioni ionizzanti sono onde elettromagnetiche oparticelle subatomiche capaci di ionizzare la materia. Le piùcomuni radiazioni ionizzanti non corpuscolate sonorappresentate dai raggi X usati da molti anni nelladiagnostica radiologica e oggi soprattutto nella tomografiaassiale computerizzata (TAC).
Le radiazioni corpuscolate nel settore sanitario sonorappresentate essenzialmente dalle radiazioni beta e gammagenerate dall' impiego di radionuclidi quali il tecnezio e loiodio 131 per procedure diagnostiche e terapeutiche.
RADIAZIONI IONIZZANTI
103
Clinica:- leucemie e tumori solidi- Radiodermite- Infertilità- Cataratta- Mutazioni geniche e cromosomiche
TIPOLOGIA DI RISCHI
104
RISCHIO BIOLOGICO Trasmissione diretta dall’infetto (cute, mucose, contatto
sessuale) Trasmissione indiretta ( f l u g g e « g occ io l i n e d i s a l i va » , vom i t o , f e c i , u r in e , s a n g u e , p u s) Trasmissione tramite vettore (zanzare, zecche, ecc.)
Fattori favorenti:- Cute lesa- Immunodeficienze congenite- Immunodeficienze secondarie (leucemie, linfomi, terapie
antiblastiche, cortisoniche, radianti, immunosoppressive, insufficienza epatica e renale)
RISCHIO BIOLOGICO IN AMBIENTE SANITARIO
105
EPATITE B Principale rischio infettivo in ambiente ospedaliero Riproduzione virale a livello epatocitario Risposta immunitaria Co-infezione con virus D o delta
La vaccinazione contro l’epatite B è: obbligatoria non obbligatoria, ma fortemente raccomandata non esiste
RIEPILOGANDO
107
Rispostanon obbligatoria, ma fortemente raccomandata
CLINICA DELL’INFEZIONE CON HBV
Tempo di incubazione: 6 sett.- 6 mesiEpatite acuta: febbre, astenia, dispepsia,
ittero, feci ipocromiche, urine ipercromiche); sindrome influenzale; asintomatica.Epatite acuta fulminante: esito infaustoGuarigione nel 95% dei casiCronicizzazione in Epatite cronica persistente
o in Epatite cronica attiva (cirrosi ed epatocarcinoma)
TRASMISSIONE DELL’INFEZIONE HBV
Trasmissione con sangue e suoi derivati Trasmissione con sperma, secrezioni vaginali, saliva, lacrime,
sudore Trasmissione verticale: da madre a feto e da madre a neonato
Modalità più frequenti : puntura con ago infetto, tagli accidentali
EPIDEMIOLOGIA DELL’INFEZIONE HBV
Elevata frequenza in Africa Centrale, Sud-Est asiatico, bacino amazzonico e Cina (70-90%)Europa Meridionale, Giappone, America latina,
Nordafrica: 20-55%Nordamerica, Australia, Europa Occidentale e
Settentrionale: 5% Italia Meridionale > SettentrionalePersonale sanitario: 25-50%
PREVENZIONE NELL’INFEZIONE HBV
Prevenzione generica per malattie atrasmissione parenterale (Di ogni via disomministrazione di farmaci diversa da quella orale, in partic.per aerosol, fleboclisi o iniezione)
Prevenzione specifica: immunizzazione attiva
Vaccinazione antiepatite: Vaccino a DNA ricombinanteVaccinazione gratuita per personale sanitarioSchema vaccinale:0-1-6 mesi
EPATITE C
Virus a RNA Meccanismo diretto di citotossicità ( S i d e f in i s ce c i t o t os s i c i t à l ' e f f e t t o d i u n
a g e n t e d i t i p o ch im ico ( u n a m ole co la ) , f i s i co ( t e m p e ra t u ra , ra d ia z ion e o on d a e le t t rom a g n e t i ca ) o b io log i co ( u n a ce l lu la d e l s i s t e m a im m u n i t a r io ) i n g r a d o d i i n d u r re d a n n o a d u n a c e l l u l a )
Minore potere infettante Trasmissione parenterale ( trasfusione di sangue ed
emoderivati) Epatite acuta frequentemente cronicizzantesi (50-60%):
cirrosi epatica e carcinoma epatico
Se ci si contamina la cute integra ad esempio con materiale contaminato da virus dell’ epatite C: non è possibile contrarre l’infezione perché la cute integra è
un ostacolo sostanzialmente insormontabile per gli agenti biologici
è possibile contrarre l’infezione perché la cute integra può essere oltrepassata dal virus
dipende dalla capacità aggressiva del virus e quindi in ogni caso si corre rischio di infezione
RIPILOGANDO
113
RISPOSTAnon è possibile contrarre l’infezione perché la cute integra è un ostacolo
sostanzialmente insormontabile per gli agenti biologici
TUBERCOLOSI (TBC)
Mycobacterium tubercolosis Infezione polmonare o extrapolmonare (reni,
cute, ossa)Primo contatto: complesso primario
asintomaticoPeriodo silenteFormazione di ascessi freddi ad andamento
torpido (polmoni, reni, ossa) colliquantesi in condizioni di immunosoppressione
Nel caso di assistenza diretta a pazienti af fetti da malattie trasmesse per via aerea (es. Tbc) si applicano: esclusivamente le procedure di isolamento per via aerea le precauzioni standard più le procedure di isolamento per via
aerea solo le precauzioni standard
RIEPILOGANDO
115
RISPOSTA le precauzioni standard più le procedure di isolamento per via aerea
Lavaggio delle mani: lavarsi le mani dopo aver toccato sangue, liquidi corporei,
secreti , escreti e oggetti contaminati, che si siano indossati iguanti oppure no
lavarsi le mani in ogni caso dopo la rimozione dei guanti ogniqualvolta ci siano stati contatti con liquidi o materiali diderivazione biologica (l'uso dei guanti non sostituisce lanecessità del lavaggio delle mani)
usare un semplice sapone lavando le mani per almeno 10 - 15secondi
l 'uso di un agente antisettico (clorexidina, povidone iodio es:Hibiscrub, Brunoil Hplus) va considerato solo dopo il lavaggio consapone e nei casi in cui ci sia stato signif icativo contatto ocontaminazione con liquidi o materiali di derivazione biologica
non è certificata l'efficacia dell 'uso di creme o schiumeprotettive.
PRECAUZIONI STANDARD
116
Uso dei guanti : indossare guanti (sono sufficienti guanti pul it i non steri li) pr ima di
toccare sangue, liquidi corporei, secreti, escreti e oggetti contaminati cambiare i guanti dopo il contatto con materiale che può contenere una
elevata concentrazione di microrganismi cambiare i guanti in caso di verifica o dubbio di lesione degli stessi e
lavarsi le mani prima di indossarne di nuovi r imuovere prontamente i guanti dopo l'uso lavarsi le mani dopo essersi tolti i guanti non toccarsi gl i occhi , i l naso, la bocca, i capelli o l'epidermide con i
guanti non toccare con i guanti attrezzature, telefono, porte se sono
attrezzature "pulite" e non allontanarsi dal luogo di lavoro indossando iguanti
i guanti devono essere della giusta misura per quanto possibi le non usare guanti in lattice (possono provocare
allergie) a contatto con la pelle (in alternat iva ut il izzare guanti invinile) .
PRECAUZIONI STANDARD
117
Uso di mascherine, occhiali protettivi, schermi facciali: usare una mascherina e occhiali protettivi o uno schermo
facciale per proteggere le mucose di occhi, naso, boccadurante le procedure e le attività di assistenza al paziente chepossono generare schizzi o spruzzi di sangue, liquidi corporei,secreti o escreti.
Uso del camice: indossare un camice con le maniche lunghe ed elastici ai
polsi per proteggere la cute e per prevenire l' imbrattamento diindumenti durante le procedure e le attività di laboratorio chepossono generare schizzi o spruzzi di sangue, liquidi corporei,secreti o escreti
rimuovere il camice sporco il più presto possibile e lavarsi lemani
PRECAUZIONI STANDARD
118
Disposizioni Generali Nei locali di lavoro è proibito: mangiare, bere, fumare, truccarsi, portare le mani alla bocca
o agli occhi. Al di fuori degli ambienti di lavoro taleproibizione rimane se non ci si è prima lavati le mani.
Negli ambienti di lavoro deve essere apposta idoneacartellonistica relativa a quanto sopra.
PRECAUZIONI STANDARD
119
RISCHIO TBC PER IL PERSONALE SANITARIO
Pazienti con tubercolosi polmonare aperta (ascesso aperto che scarica nell’albero respiratorio): colpi di tosse, starnuti
Reparti a rischio: pneumologia, malattie infettive, laboratori
PREVENZIONE DEL RISCHIO TBC
Maschera facciale Test tubercolinico: Tine test o intradermoreazione di Mantoux
INFEZIONE DA HIV
Retrovirus a RNAClinica: deperimento organico, linfoadenopatia,
infezione opportuniste, neuropatieCategorie a rischio: tossicodipendenti,
omosessuali, bisessuali, emofiliciNon esiste né prevenzione specifica, né terapiaMinore resistenza ed infettività rispetto all’HBVNumero limitato di infezioni a carico del
personale sanitario: inoculazione di sangue infetto, contaminazione di membrane mucose o lesioni cutanee
NOTE DI PREVENZIONE
Lavaggio delle mani (accurato, frequente, prolungato) Uso di guanti Camici protettivi Maschere, occhiali e coprifaccia protettivi
Definizione si definiscono anestetici quei farmaci che determinano
abolizione dello stato di coscienza e temporanea inibizione della sensibilità dolorifica, per il periodo di somministrazione.
124
1) GassosiN2OEtileneAcetileneCiclopropano
Sono sostanze che a pressione e a temperatura ambiente si trovano allo stato gassoso2) Volatil iEnflurano (o etrano) Isoflurano (o forano)Alotano (o fluotano) Etere eti l icoCloroformio TricloroetileneMetossifluorano Cloruro di eti lene
CLASSIFICAZIONE DEGLI ANESTETICI PER INALAZIONE
125
60% protossido d’azoto 40% ossigeno 4-5% eteri alogenati
MISCELA DI ANESTESIA
126
Organi bersaglio
App. riproduttivo - infertilità maschile- aborti spontanei
Sist. emopoietico - anemia megaloblastica- leucopenia periferica
PROTOSSIDO D’AZOTO
127
formazione di f luoro ionico- blocco della crescita cellulare- inibizione della sintesi proteica e del DNA- inibizione di sistemi enzimatici (enolasi, creatinchinasi,
fosfoglucosidasi)- inibizione a l ivel lo renale del riassorbimento di acqua e soluti
(ipotensione)- formazione di bromo ionico- sintomi neuropsichici- ipotiroidismo- blocco della spermatogenesi (danno sulle cellule del Ser toli)
ANESTETICI VOLATILI
128
Epatite acuta fulminante autoimmuneCefalea, anoressia, malessere Febbre, ittero, letargiaEpatomegalia Ipertransaminasemia, iperbilirubinemia, riduzione del
tempo di protrombina
ALOTANO
129
Fegato
Epatite acuta e cirrosi (alotano)
aumento della γGT aumento delle transaminasi Rene
Alterazione del meccanismo di riassorbimento tubulare (ipotensione)
ORGANI BERSAGLIO DEGLI ALOGENATI
130
ORGANI BERSAGLIO DEGLI ALOGENATI
131
Apparato cardiovascolare
Aritmie (bradicardia sinusale, ritmo nodale)
Alterazioni elettrocardiografiche (allungamento del tratto P-R, del tratto Q-T)
INQUINAMENTO AMBIENTALE
APPARECCHIATURE DI ANESTESIA
- sistema di rifornimento dei gas
- sistema di misura dei gas
- sistema di vaporizzazione
CONCENTRAZIONE DEI GAS ANESTETICI NEI REPARTI OPERATORI
1) Fattori strutturaliforma
cubaturasistema di venti lazione
2) Modalità di erogazione- qualità e quantità degli anestetici- concentrazione degli anestetici nei gas- tecnica di anestesia impiegata (entità dei f lussi gassosi,
- percentuali di vaporizzazione, adozione di valvole deviatrici)
- t ipo di apparecchiatura di erogazione- caratteristiche dell ’apparato di smaltimento
- tipo e durata dell ’ intervento
FONTI DI INQUINAMENTO AMBIENTALE
Imperfetta adesione della maschera facciale Dif fusione dalla gomma delle apparecchiature Scarsa manutenzione dell ’ impianto di condizionamento Estubazione del paziente Espirio del pazientePerdite da tubi, raccordi, f lussometri, valvole
1) Campionamento in posizione f issaa) istantanei ambientali o di area
- flusso di aria 200-300 ml/min- fialette con carbone attivo- eseguite ad altezza di 1,5 metri
b) campionamenti in continuo- analizzatori in continuo (spettrofotometria all’infrarosso)- valutazione di dispersioni zonali, concentrazioni punta
variabilità intraoperatoria2) Campionamento di t ipo personale
MONITORAGGIO AMBIENTALE
136
Prodotti di uso comuneFarmaci antiblasticiAnesteticiOssido di etileneFormaldeide e glutaraldeideDermatiti da contatto
RISCHIO CHIMICO
137
ICI Loredana Pani
BREVI CENNI SUL RISCHIO CHIMICO
Molte sostanze di uso sanitario(solventi, reagenti dilaboratorio, liquidi di sviluppo efissaggio delle lastreradiografiche, farmaci edisinfettanti) sonopotenzialmente tossiche.Il meccanismo più frequente dicontaminazione è l’inalazioneseguita a distanza, dal contattodiretto della sostanza con cutee mucose.
IMPORTANZA DELL’ETICHETTA
Secondo la normativa,ogni imballaggio disostanza o preparatopericoloso deve esseremunito di etichetta chepermettal’identificazione rapidadei pericoli associatialla presenza e all’usodel prodotto.
ETICHETTA
Sull’etichetta devonoessere presenti, incaratteri leggibili edindelebili tra le altreinformazioni anche:Simboli e indicazionidi pericolo (stampa innero su fondo giallo-arancione)Le frasi di rischio(frasi R)I consigli di prudenza(frasi S)
SIMBOLI E INDICAZIONI DI PERICOLO (STAMPA IN NERO SU FONDO
GIALLO-ARANCIONE)
CORROSIVOMOLTO TOSSICO
ESPLOSIVO NOCIVO
ESEMPI DI FRASI DI RISCHIO
R10 Inf iammabi le . R11 Faci lmente inf iammabi le . R20 Nocivo per ina laz ione. R21 Nocivo a contatto con la pel le . R22 Nocivo per ingest ione. R23 Toss ico per ina laz ione. R24 Toss ico a contatto con la pel le . R25 Toss ico per ingest ione. R26 Molto toss ico per ina laz ione. R28 Molto toss ico per ingest ione. R36 Irr i tante per g l i occhi . R37 Irr i tante per le v ie resp i ra tor ie . R38 Irr i tante per la pel le . R40 Poss ib i l i tà d i ef fett i cancerogeni - Prove
insuf f ic ient i . R45 Può provocare i l cancro. R49 Può provocare i l cancro per ina laz ione R60 Può r idurre la fert i l i tà . R61 Può danneggiare i bambini non ancora
nat i . R62 Poss ib i le r i schio d i r idotta fert i l i tà . R63 Poss ib i le r i schio d i danni a i bambini non
ancora nat i . R64 Poss ib i le r i schio per i bambini a l la tta t i
a l seno. R68 Poss ib i l i tà d i ef fett i i r revers ib i l i .
COMBINAZIONI DELLE FRASI DI RISCHIO R
R27/28 Molto tossico a contatto con la pelle e per ingestione.
R36/37 Irritante per gli occhi e le vie respiratorie.
R36/38 Irritante per gli occhi e la pelle.
R36/37/38 Irritante per gli occhi, le vie respiratorie e la pelle.
R37/38 Irritante per le vie respiratorie e la pelle.
R39/26/27/28 Molto tossico: pericolo di effett i irreversibil i molto gravi per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione.
144
I CONSIGLI DI PRUDENZA (FRASI S)
I consigli di prudenzadescrivono le comuninorme di sicurezza daadottare per rendereminimi i rischi Iconsigli di prudenzasono identificabili conla lettera S
ESEMPI DI CONSIGLI DI PRUDENZA
S 1 Conservare sot to chiave. S 2 Conservare fuori della portata
dei bambini. S 3 Conservare in luogo fresco. S 4 Conservare lontano da locali di
abitazione. S 5 Conservare sotto ( l iquido
appropr iato da indicarsi da partedel fabbricante) .
S 6 Conservare sotto (gas inerte daindicarsi da par te del fabbricante) .
S 7 Conser vare il recipiente benchiuso.
S 8 Conservare al riparodal l 'umidità .
S 9 Conservare il recipiente in luogoben vent ilato.
Gas incolore, di odore dolciastro, infiammabile, altamente esplosivo
Tendenza a disperdersi nell’ambiente Utilizzato per la steril izzazione di materiali e strumenti che
non possono essere trattati con il calore (endoscopi, raccordi in gomma, tubi di drenaggio, suturatrici meccaniche)
OSSIDO DI ETILENE
147
Gas incolore, infiammabile, di odore pungente, molto solubile in acqua ed alcol
Sotto forma di monomero, tende ad aggregarsi in polimeri paraformaldeide
In soluzione acquosa è definita formalina o formolo
Usi della formaldeide:1) Disinfezione di pavimenti e superfici lavabili2) Disinfezione di ambienti tramite vaporizzazione di
formalina3) Disinfezione di strumenti chirurgici e medicali4) Conservazione di campioni biologici
FORMALDEIDE
148
Esposizione professionale- laboratori di anatomia patologica- servizi di medicina legale- produzione di plastiche (resine urea-formaldeide, melamino-
formaldeide) Esposizione extraprofessionale- derivante da da processi industriali (combustione incompleta
degli idrocarburi)- mobili e accessori per la casa
FORMALDEIDE
149
Prevenzionepreferenza della steri lizzazione termica (vapore ad alta temperatura)aerazione adeguata dell ’ambientechiusura immediata dei contenitori di formalina dopo l ’utilizzouti l izzo dei guanti in gomma
FORMALDEIDE
150
Sono un gruppo eterogeneo di sostanze che inibiscono la proliferazione delle cellule tumorali con meccanismi diversi, prevalentemente genotossici.
Oltre che per i tessuti neoplastici sono anche lesivi per alcuni tessuti normali, soprattutto i tessuti ad alto turnover cellulare, come il midollo osseo e le mucose del tubo digerente.
RISCHIO DA MANIPOLAZIONE DI FARMACI ANTIBLASTICI
151
CLASSI PROFESSIONALI MAGGIORMENTE ESPOSTE AL RISCHIO
152
operatori incaricati del ricevimento e dello stoccaggio(nelle farmacie e nei luoghi di deposito del le confezioni difarmaci antineoplastici non integre);
personale medico ed infermieristico (addetti al la preparazioneed alla somministrazione dei farmaci);
personale addetto alla pulizia dei locali e degli strumentiadibiti alla preparazione e somministrazione dei farmaci(cappe, fi ltr i, p iani di lavoro, pavimenti, ecc…), dei serviziigienici e degli effetti letterecci dei pazienti ai quali talifarmaci vengono somministrati ( lenzuola, materassi,indumenti, ecc….);
personale addetto allo smaltimento del materiale usatoper la preparazione e somministrazione dei farmaciantiblastici (fiale, sir inghe, camici , guanti , f i ltr i per cappe,deflussori, ecc…).
Acuti : irritazione della cute, occhi e mucose, arrossamento del volto, alopecia, perdita di peli, tosse, cefalea, vertigini, stordimenti, dolori addominali, nausea e vomito, dermatiti (fino a episodi di necrosi cutanea correlati all’utilizzo dell’adriamicina), flebiti, allergie, shock.
Cronici : effetti mutageni, teratogeni e cancerogeni.
Esposizione del personale sanitario rispetto a quella dei pz in trattamento è molto diversa la dose assorbita è più modesta sebbene la durata dell’esposizione sia potenzialmente molto più prolungata .
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Prevalenza nel personale ospedaliero tra il 10 ed il 15,3%Classificazione
Dermatite da contatto irr itativa Dermatite da contatto allergica Orticaria da contatto Asma professionale
PATOLOGIA ALLERGICA ED IRRITATIVA DEL PERSONALE OSPEDALIERO
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Personale ausiliario addetto alle pulizie Personale addetto ai servizi Sanificazione ambientale Disinfezione Lavoratori domestici
LAVORAZIONI A RISCHIO
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Chirurgia Guanti in gomma, sulfamidici, penicilline, antisettici, anestetici locali, metalli
Ortopedia Stessi allergeni, metilmetacrilato monomero
Anestesiologia Propanilide
Medicina Antibiotici, antistaminici, anestetici locali, antisettici
Pneumologia Antitubercolari (streptomicina, isoniazide)
Psichiatria Neurolettici, stimolanti
Oftalmologia Antibiotici, anestetici locali
ORL Guanti in gomma, anestetici locali
Odontostomatologia Anestetici locali, materie plastiche, metalli
PULIZIA E SANITIZZAZIONE IN OSPEDALE
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La struttura ospedaliera è stata idealmente divisa in tre zone e raggruppata in settori aventi caratteristiche affini e modalità di intervento similiSi distinguono quindi: Zone a basso rischio Zone a medio rischio Zone ad alto rischio
Per ogni zona deve essere previsto un protocollo indicante il tipo di trattamento da effettuare
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Sono considerate zone a basso rischio:
Uffici Corridoi Sale d’attesa Atri Ecc.
ZONE A BASSO RISCHIO
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Sono considerate zone a medio rischio:
Aree di degenza Poliambulatori Radiologia Laboratorio Ecc.
ZONE A MEDIO RISCHIO
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Sono considerate zone ad alto rischio:Camere
operatorieRianimazioneUnità coronaricaCentrale di
sterilizzazioneEcc.
ZONE AD ALTO RISCHIO
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USO DEI DPI
Secondo quanto previsto dal Capo II del DLG 81/08,si intende per dispositivo di protezione individuale(DPI) “qualsiasi attrezzatura destinata ad essereindossata dal lavoratore allo scopo di proteggerlocontro uno o più rischi suscettibili di minacciarne lasicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ognicomplemento o accessorio destinato a tale scopo”.
Tali dispositivi dovranno, in ogni caso, essereconformi alle norme di cui al DLG 4 Dicembre 1992 n.475.
L’uso dei DPI è obbligatorio quando è prevedibile unrischio correlato all’attività che si sta per svolgere.
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GLI INDUMENTI DI LAVORO ORDINARINON SONO
CONSIDERATI DPI
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TIPOLOGIEGUANTI
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE RESPIRATORIA
CAMICI
OCCHIALI, VISIERE , SCHERMI PROTETTIVI
L’utilizzo dei guantirappresenta un momentofondamentale per lariduzione del rischio dicontaminazione dacontatto con materialebiologico potenzialmenteinfetto.Gli stessi presidi nonassicurano, comunque,una protezione dagliincidenti occupazionalicausati da pungenti e /otaglienti
GUANTI
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DISPOSITIVI DI PROTEZIONE RESPIRATORIA
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MASCHERINA CHIRURGICA
MASCHERE FACCIALI FILTRANTI
Viene utilizzata in: Sala operatoria Sala medicazione Camere d’isolamento Sul paziente in isolamento
respiratorio(paziente con malattie a trasmissione aerea)
MASCHERINA CHIRURGICA
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Il campo di applicazione riguarda: Assistenza al paziente con TBC o altra malattia a trasmissione aerea Durante l’esecuzione di broncoscopie
MASCHERE FACCIALI FILTRANTI
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CAMICI PROTETTIVI
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Possono essere: sterili o non sterili
(TNT o cotone) Monouso (TNT) o
autoclavabili(cotone).
Caratteristiche tecniche:
Idrorepellenza; Impermeabilità; Traspirabilità.
Tali DPI devono essere utilizzati dagli operatori sanitari per proteggere congiuntive e altre mucose del viso da eventuali contaminazioni da schizzi di sangue o di altro materiale biologico
OCCHIALI, VISIERE, SCHERMI PROTETTIVI.
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GRAZIE PER L’ATTENZIONE
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