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Favole di luce C’era una volta ? Eh no, c’è adesso ‘era una volta in un paese lontano… Conosciamo bene queste parole. Quasi tutte le fiabe che ci hanno accompagnato nella crescita, così come hanno accompagnato i bambini di molte generazioni prima della nostra, iniziano con queste parole. C Solo il fatto di leggerle, o di sentirle dalla voce di qualcuno, ci trasporta all’improvviso in un mondo di magia dove tutto è possibile. Queste parole hanno il potere di metterci in attesa, con tutti i sensi all’erta, per l’ansia di scoprire cosa accadrà di fantastico da quel momento in poi. E’ come aprire la porta di un mondo incantato. Cosa ci attenderà dall’altra parte? Con tanta aspettativa, ognuno di noi

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Favole di luceC’era una volta ? Eh no, c’è adesso

‘era una volta in un paese lontano… Conosciamo benequeste parole. Quasi tutte le

fiabe che ci hanno accompagnato nella crescita, così come hanno accompagnato i bambini di molte generazioni prima della nostra, iniziano con queste parole.

C

Solo il fatto di leggerle, o di sentirle dalla voce di qualcuno, ci trasporta all’improvviso in un mondo di magia dove tutto è possibile. Queste parole hanno il potere di metterci in attesa, con tutti i sensi all’erta, per l’ansia di scoprire cosa accadrà di fantastico da quel momento in poi. E’ come aprire la

porta di un mondo incantato. Cosa ci attenderà dall’altra parte?

Con tanta aspettativa, ognuno di noi

immagina di poter scoprire qualunque cosa. La fantasia non ha limiti, si sa.

Ma è proprio così? Beh.. a prima vista sì. Ci sono figure magiche come fate, streghe, gnomi, folletti, animali parlanti, ecc. che

compiono magie e incantesimi, volano, appaiono e scompaiono, creano magicamente, preparano pozioni miracolose… Fin qui, tutto bene. Ma le storie poi cosa propongono? Con tutto questo ben di Dio a disposizione, ci si immagina che anche lo svolgimento dei fatti

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sia adeguato, altrettanto magico e sbalorditivo.

Forse non sempre ci rendiamo conto, invece, che l’emozione che più ci accompagna mentre seguiamo gli avvenimenti di queste storie, è la paura ancor più che lo stupore.

mmancabilmente, il protagonista della fiaba, e magari anche i suoi amici, le persone che più lo

amano e gli sono vicine, si ritrovano a vivere situazioni di grande sofferenza, dove la stessa vita può essere in serio pericolo.

ICosì, per tutto il tempo della lettura, restiamo con il fiato sospeso fin quando non giungiamo al fatidico lieto fine dove tutto si aggiusta, e grazie al quale i nostri beniamini finiranno per “vivere per sempre felici e contenti”, altra magica frase che chiuderà quella porta incantata, inizialmente aperta dalle parole “c’era una volta…”. E tutto termina. Fino alla prossima storia, ovviamente, che inizierà con le stesse parole e aspettative, continuerà suscitando la stessa ansia e paura, fino ad arrivare allo stesso lieto finale di chiusura.

E la fantasia senza limiti? Beh, quella è stata spesa per creare i personaggi. I personaggi? Sicuro? Veramente, i personaggi sembrano un po’ sempre gli stessi: le solite figure fantastiche, fate, streghe, maghi, folletti, e tra i normali esseri umani naturalmente principi, principesse, re e regine, la cenerentola che diventa principessa ecc.

Vabbè, i personaggi sono questi, è vero, ma a noi piacciono, tutti li amiamo e non vorremmo mai cambiarli. Almeno credo… Vorrà dire quindi che useremo più fantasia per la trama delle storie.

Ah sì? Siamo sicuri? Perché, a ben vedere, anche lì ci sono schemi ricorrenti: le due fazioni di buoni e cattivi tra i quali si troveranno sia uomini che figure fantastiche, la classica lotta tra il bene e il male che inizialmente, per creare suspense, favorirà il male, regolarmente sconfitto dal bene però nel lieto fine, in modo che la fiaba possa presentare la sua morale educativa.

E il male che fine fa? Lui continuerà ad esistere ovviamente, altrimenti niente più storie. Non sarà il male ad essere sconfitto dal bene, infatti, ma solo coloro che lo avranno sostenuto, sia esseri umani che figure fantastiche per le quali non ci sarà alcuna indulgenza. Nessuna luce per illuminare il buio, questi personaggi non si ravvedono mai, andando inevitabilmente incontro alle punizioni più terribili e macabre, spesso anche alla morte.

Un mondo diviso nettamente in due. Non mi sembra una grande fantasia questa però. In fondo, è la realtà quotidiana, quella che viviamo ogni giorno e che troviamo ovunque.

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a allora cosa c’è che piace tanto in queste storie? Probabilmente proprio

questo: la possibilità di ritrovarvi la nostra vita quotidiana, cosa che ce le fa sentire familiari, mettendoci in grado di identificarci con i loro protagonisti.

MQuesto succede se le sentiamo dentro di noi. Ma oggi pare che qualcosa stia cambiando, ci sono bambini, e anche adulti, che non si riconoscono più in questi archetipi. A loro non puoi raccontare queste trame perché ci si annoierebbero o le troverebbero assurde.

Io sono una di queste persone, e la sono da sempre, per quel che ricordo. Anche a me, da piccola, mia madre regalò il libro con le classiche fiabe per le bambine, fratelli Grimm, Handersen, Collodi ecc. Affamata di lettura come sono sempre stata, iniziai immediatamente a leggerle per rimanere… sconvolta. Ero profondamente indignata dalla cattiveria che vi leggevo, e anche offesa nella mia intelligenza per certe storie che presentavano insegnamenti ridicoli, a mio giudizio. Allora non pensavo che si trattava di archetipi, di metafore che non dovevano essere prese alla lettera. Ero una bambina, e per un bambino tutto è reale.

Eh già… per un bambino non esiste il confine tra realtà e fantasia, per lui tutto è sempre assolutamente vero. Anche per i bambini di oggi, così svegli ed esperti di elettronica, così a conoscenza della realtà che li

circonda, anche per loro questo aspetto non è cambiato. Dobbiamo tenerne conto, quando raccontiamo o proponiamo delle storie. Perché diventeranno la loro verità e se la porteranno dentro, condizionando il loro modo di essere adulti e le loro scelte di vita. E del resto, era proprio questo che chiedevamo alle favole, di offrire insegnamenti che durassero per sempre. Cosa resa sicuramente più facile dal fatto di proporle a creature in tenera età. I bambini sono spugne, e quello che assorbono sarà poi molto difficile riuscire a toglierlo, una volta adulti.

Questo però succede se la storia proposta viene accolta da chi l’ascolta o la legge. E’ come trasmettere un film, perché vada in onda e lo si possa vedere, occorre il giusto canale di frequenze sul quale farlo viaggiare. Ma quel canale oggi sembra non essere più presente in certe persone, persone come me ma anche come molte altre. Senza quel canale, il film non può essere trasmesso e quindi conosciuto.

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n queste persone, il canale mancante è stato sostituito da un altro. E’ un canale di frequenze

nuovo, con poche trasmissioni adatte per ora, per cui c’è ancora molto spazio libero da sfruttare. Le nuove storie da immettervi però devono essere diverse, perché la banda di frequenze è cambiata. Ci vogliono quindi nuove stazioni emittenti in grado di produrre trasmissioni adeguate. E chi potrà essere più adatto per questo, se non quelle persone che già possiedono dentro di sé questo nuovo canale? Persone che hanno bisogno di nuove storie, perché altrimenti resterebbero senza la possibilità di raccontarsi.

I

Che favole proporre quindi a bambini con questo nuovo canale? Beh.. storie con archetipi diversi, in grado di raccontare un’altra realtà. Una realtà dove già cominciano a cambiare i personaggi: non esistono più principi e principesse, re e regine arroccati nei loro castelli. Perché in questa realtà non esiste più l’umanità divisa in chi ha il potere e chi è vittima. Nessuno ha più potere di un altro, nessuno ha più diritti o valore di un altro. Siamo tutti diversi, ma tutti con lo stesso valore per cui nessuno più comanda su altri. Né è più ricco di altri, la povertà non esiste più. Utopistico? Chissà… mai dire mai. E poi, non

avevamo appena detto che la fantasia non ha limiti?

Nei personaggi di queste storie, ritroveremo figure fantastiche conosciute, per non interrompere del tutto la tradizione, e quindi ci saranno ancora folletti, fate, animali e piante parlanti, e oggetti magici. A cambiare profondamente, invece, saranno gli esseri umani, qui

rappresentati prima di tutto dalla narratrice. Rosaluce è una giovane donna. Anche se si presenta con abiti che ricordano le principesse, in realtà lei è una di noi. Sceglie questi abiti perché li considera romantici, come lei. Ma poi la ritroviamo alle prese con i fornelli in una moderna cucina, del tutto simile a quelle

che si trovano nelle nostre case.

Rosaluce però è in grado di operare magie. Infatti parla e interagisce direttamente con i personaggi delle fiabe del libro che man mano legge, e tiene sempre vicino a sé una magica rosa luminosa dai molteplici colori. In queste nuove favole, infatti, anche gli esseri umani sono magici. Cade quindi un’altra forma di separazione, quella che divideva i magici, le figure fantastiche che conosciamo, dai non magici, gli esseri umani, perché su questo nuovo canale la magia non ha confini e non fa discriminazioni. Le magie qui sono

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solo diverse, a seconda delle figure, ma non ce ne sono di meno fantastiche.

Anche le trame di queste storie cambiano, perché se è vero che qui non esistono creature più potenti di altre, né più magiche, è altrettanto vero che non esiste neppure la separazione tra bene e male, tra vincitori e perdenti. Questa è una realtà d’amore, e quindi di unione. In un mondo d’amore non esistono ombre e non esistono perdenti, ma solo vincitori.

E la suspense che ci piace tanto e c’incolla alle pagine? C’è ancora, però non è scandita da ansia e paura, ma da eccitazione, gioia. Perché la suspense di queste storie è rappresentata da una conquista da fare, una bellissima conquista da raggiungere tutti insieme in amore e allegria.

E come trame e personaggi cambiano, anche luoghi e tempo lo fanno. Queste favole di luce, infatti, non si verificano in un’epoca lontana di qualche luogo misterioso, ma avvengono oggi, proprio qui, a casa nostra. Perché in questo nuovo canale di frequenze, la magia è ovunque, in qualsiasi luogo ed epoca. La magia più grande infatti è l’amore, e l’amore è sempre presente. Con queste nuove favole gioiose, potremo finalmente riuscire a vederlo.

E a questo punto, sorge inevitabile la domanda: come sarà un domani la vita su questo pianeta, se gli adulti che lo gestiranno saranno stati cresciuti con storie luminose,

storie che, fin dalla più tenera età, avranno seminato l’amore nei loro cuori, invece della paura com’è stato finora?

Sicuramente, saranno in grado di creare una realtà diversa.

E allora cos’aspettiamo. Cerchiamo questi bambini e questi adulti, cerchiamo chi può offrire queste nuove storie, chi può trasmettere su queste nuove bande di frequenza. Chissà, forse sei proprio tu una di queste persone, tu che adesso stai leggendo queste parole. Prova a pensarci…

Rita Valettini

Collana di libri per l’infanzia“Rosaluce e le favole gioiose”www.favolediluce.com