3
DI CARLA CRISTINI omunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità dell’amore» è il tema scelto dal Santo Padre Francesco per la 49ª Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, che si celebra domenica prossima, 17 maggio. La Chiesa oggi deve nuovamente imparare a raccontare, anche attraverso i media, quanto la famiglia sia un dono grande. Il compito dei comunicatori del Vangelo è raccontare la gratuità dell’amore che gli sposi si offrono come dono reciproco, perché esso avvicina gli uomini a Dio. Nel suo messaggio per la Giornata, papa Francesco sottolinea l’importanza del tema della famiglia, «il primo luogo dove impariamo a comunicare. Tornare a questo momento originario ci può aiutare a rendere la comunicazione più autentica e umana». Il Papa riprende l’icona evangelica della visita ad Elisabetta, quando al saluto di Maria il bambino sussultò nel grembo si sua madre. «Esultare per la gioia dell’incontro è in un certo senso il simbolo di ogni altra comunicazione, che impariamo ancora prima di venire al mondo. Il grembo che ci ospita è la prima scuola di comunicazione, fatta di ascolto e di contatto corporeo. Questo incontro tra due esseri insieme così intimi e ancora così estranei, è la nostra prima esperienza di comunicazione. Anche dopo essere venuti al mondo restiamo in un “grembo”, fatto di persone diverse, in relazione: la famiglia è il “luogo dove si impara a convivere nella differenza” (Esort. ap. Evangelii gaudium, 66). In famiglia si percepisce che altri ci hanno preceduto, ci hanno messo nella condizione di esistere e di potere a nostra volta generare vita. Possiamo dare perché abbiamo ricevuto, e questo circuito virtuoso sta al cuore della capacità della famiglia di comunicarsi e di comunicare; e, più in generale, è il paradigma di ogni comunicazione». Ed è nella famiglia che si impara a pregare, scoprendo l’amore di Dio che si dona e di riflesso si è in grado di offrire agli altri. La famiglia vive se sa aprire se stessa e far crescere la C « Chiesa stessa, che il Papa definisce famiglia di famiglie. È nella famiglia che si va alla scuola del perdono, di quel riannodarsi di comunicazioni spezzate da nodi di incomprensioni. «In un mondo, poi – continua Francesco – dove così spesso si maledice, si semina zizzania, la famiglia può essere una scuola di comunicazione come benedizione. E questo anche là dove sembra prevalere l’inevitabilità dell’odio e della violenza, quando le famiglie sono separate tra loro da muri di pietra o dai muri non meno impenetrabili del pregiudizio e del risentimento». Francesco poi sottolinea quanto i media più moderni possano sia ostacolare che aiutare la comunicazione in famiglia e tra famiglie. La possono ostacolare se diventano un modo di sottrarsi all’ascolto, di isolarsi, la possono favorire se aiutano a raccontare e condividere, a ringraziare e chiedere perdono. «La sfida che oggi ci si presenta è, dunque, reimparare a raccontare, non semplicemente a produrre e consumare informazione. È questa la direzione verso cui ci spingono i mezzi della comunicazione contemporanea. La famiglia, è un ambiente in cui si impara a comunicare nella prossimità e un soggetto che comunica, una comunità comunicante». Sinodo. In cammino verso l’Assemblea ntra ormai nel vivo la preparazione della pros- sima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, al via per tre settimane a partire da domenica 4 ottobre. Intervenendo alla Settimana di studi sulla spiritualità familiare, organizzata dalla Cei una decina di giorni fa a Nocera Umbra, il cardinal Lorenzo Baldisseri, Segretario generale del Sinodo, ha confermato che il nuovo Instrumentum laboris, cioè il documento preparatorio a partire dal quale i vescovi saranno chiamati a riflettere e confrontarsi sul tema cruciale della famiglia nel mondo contemporaneo, sarà pronto al più tardi entro la fine di giugno. Certo, i tempi stretti imposti da questo secondo ap- puntamento sinodale, convocato a distanza di un an- no soltanto dall’ultima Assemblea, hanno reso tutto più frenetico. Il 15 aprile era fissato il termine ultimo per la consegna delle risposte ai Lineamenta elabora- te dalle Conferenze Episcopali e dai Dicasteri roma- ni. Non tutti però sono riusciti a rispettare i tempi e ancora in questi giorni stanno giungendo alla Segre- teria del Sinodo lettere e mail da ogni dove. La Conferenza episcopale italiana, comunque, è sta- ta tra le più solerti, rispettando tutte le scadenze. L’ap- porto delle Chiese locali del Belpaese, sintetizzato in un documento di circa cinquanta pagine, è stato co- sì già integrato nella bozza dell’Instrumentum laboris, che fra circa due settimane sarà sottoposta al Consi- glio del Sinodo presieduto da Papa Francesco. Circa il 60% delle 228 diocesi italiane ha contributo con il proprio contributo alla sintesi Cei. Tra quelle del Lazio, le più citate nel documento sono – oltre a Roma – Latina, Frosinone, Sora, Tivoli. Alle Chiese lo- cali si aggiungono poi le associazioni (come l’Ac) e i- stituzioni varie (come l’Università Cattolica, Noma- delfia e vari Centri di sostegno familiare). Filippo Marcelli E Pregare per i Martiri Un invito a rompere «il muro dell’indifferenza e del cinismo, lontano da ogni strumentaliz- zazione ideologica o confes- sionale», di fronte «alla trage- dia di tanti cristiani e di tante persone i cui diritti fonda- mentali alla vita e alla libertà religiosa vengono sistematica- mente violati». A rivolgerlo so- no i vescovi italiani, spiegando il perché della proposta «di de- dicare, in Italia e in tutte le co- munità del mondo che vor- ranno aderire, la prossima Ve- glia di Pentecoste, sabato 23 maggio 2015, ai martiri nostri contemporanei». Infatti, os- servano i vescovi, «questa si- tuazione ci interroga profon- damente e deve spingerci a u- nirci in un grande gesto di pre- ghiera a Dio e di vicinanza con questi nostri fratelli e sorelle». Pentcoste E DITORIALE A LLE MAMME QUEL MODELLO DI UMANITÀ VINCENZO TESTA aica ma con radici profondamente cristiane, questa è la festa della mamma. Una ricorrenza che mette a nudo risvolti commerciali sempre più pronunciati ma che manifesta, da sempre, sentimenti intimi e personali, emozioni scavate tra le pieghe del cuore di ogni uomo al di là del proprio credo, della propria radice culturale e dell’estrazione sociale. Una festa, quella della mamma, di tutti, nessuno escluso. “Mamma” è la prima parola che pronunciamo e della mamma è la prima carezza, il primo sguardo, il primo abbraccio, il più intenso, il più caloroso, quello che riconosciamo nella sua unicità e verità. Questo per dire che la festa di oggi è una festa piena, totale, coinvolgente totalmente. Una festa di tutti. Tutte le parole del mondo non bastano per esprimere pienamente l’essenza di un rapporto così indescrivibile come quello che lega la mamma al suo figlio, e viceversa. Carne della sua carne, nelle vene scorre il suo stesso sangue e i loro cuori per nove mesi hanno pulsato con un ritmo armonico unico ed irripetibile. Ci sono emozioni, pulsioni profonde, sguardi che si incrociano, mani che si sfiorano e odori che si riconoscono e delineano i contorni dei volti nei quali confluiscono ricordi che non si cancellano. Il legame con la mamma e della mamma con il figlio è ineguagliabile e inimitabile. Nulla al mondo lo può smontare o nascondere. E’ un legame che si radica nella parte più profonda di ciascuno di noi e che ne segna la storia umana più autentica. E’ un legame inscindibile, l’unico che resta per sempre e che nessuno potrà mai recidere. Nonostante il taglio del cordone ombelicale mamma e figlio sono intimamente legati da un filo invisibile che da senso e significato, che guida e protegge, che rassicura e incoraggia, che fa di ogni persona un figlio e di ogni mamma una generatrice di vita. Oggi, festa della mamma, ognuno avrà l’occasione di ricostruire mentalmente la sua storia viaggiando nella memoria e di rivedere con il cuore e la ragione le proprie radici, toccando con le corde dell’emozione quella mamma che gli ha donato vita e che lo ha svezzato, educato e fatto crescere e che finché avrà vita lo seguirà con quello sguardo capace di comprendere più di quello che diciamo, di suggerire con discrezione strade e sentieri, di infondere coraggio e speranza nonostante tutto e di sostenere scelte e progetti capaci di realizzare nella vita del figlio identità e personalità. La mamma, insomma, che per qualcuno è artigiana dell’allegria è anche costruttrice di speranza, di coraggio, di forza. E’ ispiratrice di molte scelte e guida discreta manifestando la sua presenza con la cura del particolare, il piglio del capo e la dolcezza che solo lei sa donare. Un po’ come Maria docile allo Spirito, muta testimone di eventi incredibilmente dolori e laceranti, simbolo di un amore senza limiti e di una sofferenza inappagabile. Modello di umanità, segno e simbolo di tenerezza, dolcezza infinita, pace del cuore e dell’anima, pane per vivere. Ecco la festa della mamma è tutto questo e molto di più, tanto di più. Ed è questo che oggi desideriamo ricordare e festeggiare, che vogliamo docilmente vivere rispettando quella mamma che ci ha aperto le strade del nostro futuro impegnando la vita per il bene consapevole che il figlio è come una propria propaggine oltre il proprio presente. Grazie Mamma. L Domenica 17 la Giornata delle Comunicazioni sociali dedicata alla famiglia Il dono più grande Colletta per il Nepal a Presidenza della Conferenza epi- scopale italiana, a nome di tutti i ve- scovi italiani, ha voluto manifestare profonda partecipazione alle sofferenze delle popolazioni del Nepal, provate dal terribile terremoto che ha provocato mi- gliaia di morti. A causa della straordinaria gravità del si- sma, dopo lo stanziamento di 3 milioni dai fondi 8xmille disposto nei giorni scor- si, immediatamente dopo la tragedia, la Presidenza ha indetto una colletta na- zionale, da tenersi in tutte le chiese ita- liane domenica 17 maggio 2015, come segno della concreta solidarietà di tutti i credenti. L domenica prossima ALBANO SAN PANCRAZIO, LA FORZA E LA FEDE a pagina 3 ANAGNI ESSERE DONO PER GLI ALTRI a pagina 4 C. CASTELLANA «LA FAMIGLIA EDUCA AL VERO AMORE» a pagina 5 CIVITAVECCHIA LE CELEBRAZIONI PER SANTA FERMINA a pagina 6 FROSINONE IN FESTA PER IL PATRONO a pagina 7 GAETA ALLE SORGENTI DELLA FEDE a pagina 8 LATINA UN’ESPERIENZA DA CONTINUARE a pagina 9 PALESTRINA AL VIA IL «GRESTIAMO» a pagina 10 PORTO-S. RUFINA «CELLULE» DI VANGELO a pagina 11 SORA UNA FIACCOLATA PER RICORDARE a pagina 13 TIVOLI LA CITTÀ ACCOGLIE L’ICONA DI MARIA a pagina 14 LAZIO SETTE ell’ordine della natura così come noi lo conosciamo, sono le madri che ricevono dei figli. Una donna diventa madre quan- do ha un figlio. Un figlio nasce che una madre già ce l’ha. E, invece, noi abbiamo ricevuto una madre. Gesù ce l’ha data dall’alto della Croce. La Vergine Maria è stata da Lui costituita madre di ogni vi- vente nella nuova creazione. Il capovolgimento è il segno di una no- vità inaudita. Eva è colei da cui tutti gli uomini “provengono”. La Madonna è la Madre che accoglie tutti i redenti, rinati in Cristo che nel suo grembo prende carne. Gesù li rigenera e lei li accoglie come figli in Lui. Un grande mistero, mi sembra. Una cosa, cioè, così straor- dinariamente bella e singolare che, per quanto uno si sforzi di pen- sarci, rimane sempre inesplorata. Immergersi nella comprensione della maternità, quella che conosciamo e quella che ci viene rivela- ta dal Vangelo, è uno delle cose a cui ci invita questa giornata. Ma anche siamo invitati a comprendere l’abissale drammaticità dei gran- di temici etici del nostro tempo. Uomini, donne, privati del mistero della maternità. Privati di una provenienza carnale che il Verbo stes- so ha voluto sperimentare. Le nostre madri e la Madre celeste sono come un grande Vangelo offerto alla contemplazione di ogni uomo. Ognuno vi può trovare la grandezza del proprio essere e lo splen- dore del proprio destino. E dobbiamo rendere grazie. Ma anche pos- siamo pregare (e magari “lottare”) per chi della madre terrena è pri- vato per i giochi tecnici e giuridici del nostro tempo. Ma la Madre celeste nessuno la può togliere. Tutti possono riceverla. Francesco Guglietta N NELLE DIOCESI RIETI UNA LUCE DI SPERANZA a pagina 12 Rendere grazie per la Madre Domenica, 10 maggio 2015 Avvenire - Redazione Roma Piazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209 Email: [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483 Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected] Coordinamento: Salvatore Mazza DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 EXPO 2015 IL RITORNO DELL’OTTIMISMO a pagina 2 IL FATTO

Domenica 17 la Giornata delle Comunicazioni sociali

  • Upload
    others

  • View
    0

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

DI CARLA CRISTINI

omunicare la famiglia:ambiente privilegiatodell’incontro nella

gratuità dell’amore» è il tema sceltodal Santo Padre Francesco per la49ª Giornata mondiale delleComunicazioni sociali, che sicelebra domenica prossima, 17maggio. La Chiesa oggi devenuovamente imparare a raccontare,anche attraverso i media, quanto lafamiglia sia un dono grande. Ilcompito dei comunicatori delVangelo è raccontare la gratuitàdell’amore che gli sposi si offronocome dono reciproco, perché essoavvicina gli uomini a Dio. Nel suomessaggio per la Giornata, papaFrancesco sottolinea l’importanzadel tema della famiglia, «il primoluogo dove impariamo acomunicare. Tornare a questomomento originario ci può aiutarea rendere la comunicazione piùautentica e umana». Il Papariprende l’icona evangelica dellavisita ad Elisabetta, quando alsaluto di Maria il bambino sussultònel grembo si sua madre. «Esultareper la gioia dell’incontro è in uncerto senso il simbolo di ogni altracomunicazione, che impariamoancora prima di venire al mondo. Ilgrembo che ci ospita è la primascuola di comunicazione, fatta diascolto e di contatto corporeo.Questo incontro tra due esseriinsieme così intimi e ancora cosìestranei, è la nostra primaesperienza di comunicazione.Anche dopo essere venuti al mondorestiamo in un “grembo”, fatto dipersone diverse, in relazione: lafamiglia è il “luogo dove si imparaa convivere nella differenza” (Esort.ap. Evangelii gaudium, 66). Infamiglia si percepisce che altri cihanno preceduto, ci hanno messonella condizione di esistere e dipotere a nostra volta generare vita.Possiamo dare perché abbiamoricevuto, e questo circuito virtuososta al cuore della capacità dellafamiglia di comunicarsi e dicomunicare; e, più in generale, è ilparadigma di ogni comunicazione».Ed è nella famiglia che si impara apregare, scoprendo l’amore di Dioche si dona e di riflesso si è in gradodi offrire agli altri. La famiglia vivese sa aprire se stessa e far crescere la

Chiesa stessa, che il Papa definiscefamiglia di famiglie. È nella famigliache si va alla scuola del perdono, diquel riannodarsi di comunicazionispezzate da nodi diincomprensioni. «In un mondo,poi – continua Francesco – dovecosì spesso si maledice, si seminazizzania, la famiglia può essere unascuola di comunicazione comebenedizione. E questo anche làdove sembra prevalere l’inevitabilitàdell’odio e della violenza, quandole famiglie sono separate tra loro damuri di pietra o dai muri nonmeno impenetrabili del pregiudizioe del risentimento». Francesco poisottolinea quanto i media piùmoderni possano sia ostacolare cheaiutare la comunicazione infamiglia e tra famiglie. La possonoostacolare se diventano un modo disottrarsi all’ascolto, di isolarsi, lapossono favorire se aiutano araccontare e condividere, aringraziare e chiedere perdono. «Lasfida che oggi ci si presenta è,dunque, reimparare a raccontare,non semplicemente a produrre econsumare informazione. È questala direzione verso cui ci spingono imezzi della comunicazionecontemporanea. La famiglia, è unambiente in cui si impara acomunicare nella prossimità e unsoggetto che comunica, unacomunità comunicante».

Sinodo. In cammino verso l’Assembleantra ormai nel vivo la preparazione della pros-sima Assemblea generale ordinaria del Sinododei vescovi, al via per tre settimane a partire da

domenica 4 ottobre. Intervenendo alla Settimana distudi sulla spiritualità familiare, organizzata dalla Ceiuna decina di giorni fa a Nocera Umbra, il cardinalLorenzo Baldisseri, Segretario generale del Sinodo,ha confermato che il nuovo Instrumentum laboris, cioèil documento preparatorio a partire dal quale i vescovisaranno chiamati a riflettere e confrontarsi sul temacruciale della famiglia nel mondo contemporaneo,sarà pronto al più tardi entro la fine di giugno.Certo, i tempi stretti imposti da questo secondo ap-puntamento sinodale, convocato a distanza di un an-no soltanto dall’ultima Assemblea, hanno reso tuttopiù frenetico. Il 15 aprile era fissato il termine ultimoper la consegna delle risposte ai Lineamenta elabora-te dalle Conferenze Episcopali e dai Dicasteri roma-

ni. Non tutti però sono riusciti a rispettare i tempi eancora in questi giorni stanno giungendo alla Segre-teria del Sinodo lettere e mail da ogni dove. La Conferenza episcopale italiana, comunque, è sta-ta tra le più solerti, rispettando tutte le scadenze. L’ap-porto delle Chiese locali del Belpaese, sintetizzato inun documento di circa cinquanta pagine, è stato co-sì già integrato nella bozza dell’Instrumentum laboris,che fra circa due settimane sarà sottoposta al Consi-glio del Sinodo presieduto da Papa Francesco.Circa il 60% delle 228 diocesi italiane ha contributocon il proprio contributo alla sintesi Cei. Tra quelledel Lazio, le più citate nel documento sono – oltre aRoma – Latina, Frosinone, Sora, Tivoli. Alle Chiese lo-cali si aggiungono poi le associazioni (come l’Ac) e i-stituzioni varie (come l’Università Cattolica, Noma-delfia e vari Centri di sostegno familiare).

Filippo Marcelli

E

Pregare per i MartiriUn invito a rompere «il murodell’indifferenza e del cinismo,lontano da ogni strumentaliz-zazione ideologica o confes-sionale», di fronte «alla trage-dia di tanti cristiani e di tantepersone i cui diritti fonda-mentali alla vita e alla libertàreligiosa vengono sistematica-mente violati». A rivolgerlo so-no i vescovi italiani, spiegandoil perché della proposta «di de-dicare, in Italia e in tutte le co-munità del mondo che vor-ranno aderire, la prossima Ve-glia di Pentecoste, sabato 23maggio 2015, ai martiri nostricontemporanei». Infatti, os-servano i vescovi, «questa si-tuazione ci interroga profon-damente e deve spingerci a u-nirci in un grande gesto di pre-ghiera a Dio e di vicinanza conquesti nostri fratelli e sorelle».

Pentcoste

E D I T O R I A L E A L L E M A M M E

QUEL MODELLODI UMANITÀ

VINCENZO TESTA

aica ma con radiciprofondamente cristiane, questaè la festa della mamma. Una

ricorrenza che mette a nudo risvolticommerciali sempre più pronunciatima che manifesta, da sempre,sentimenti intimi e personali,emozioni scavate tra le pieghe delcuore di ogni uomo al di là delproprio credo, della propria radiceculturale e dell’estrazione sociale.Una festa, quella della mamma, ditutti, nessuno escluso. “Mamma” èla prima parola che pronunciamo edella mamma è la prima carezza, ilprimo sguardo, il primo abbraccio, ilpiù intenso, il più caloroso, quelloche riconosciamo nella sua unicità everità. Questo per dire che la festadi oggi è una festa piena, totale,coinvolgente totalmente. Una festadi tutti. Tutte le parole del mondonon bastano per esprimerepienamente l’essenza di un rapportocosì indescrivibile come quello chelega la mamma al suo figlio, eviceversa. Carne della sua carne,nelle vene scorre il suo stesso sanguee i loro cuori per nove mesi hannopulsato con un ritmo armonicounico ed irripetibile. Ci sonoemozioni, pulsioni profonde, sguardiche si incrociano, mani che sisfiorano e odori che si riconoscono edelineano i contorni dei volti neiquali confluiscono ricordi che non sicancellano. Il legame con lamamma e della mamma con il figlioè ineguagliabile e inimitabile. Nullaal mondo lo può smontare onascondere. E’ un legame che siradica nella parte più profonda diciascuno di noi e che ne segna lastoria umana più autentica. E’ unlegame inscindibile, l’unico che restaper sempre e che nessuno potrà mairecidere. Nonostante il taglio delcordone ombelicale mamma e figliosono intimamente legati da un filoinvisibile che da senso e significato,che guida e protegge, che rassicura eincoraggia, che fa di ogni personaun figlio e di ogni mamma unageneratrice di vita. Oggi, festa dellamamma, ognuno avrà l’occasione diricostruire mentalmente la suastoria viaggiando nella memoria edi rivedere con il cuore e la ragionele proprie radici, toccando con lecorde dell’emozione quella mammache gli ha donato vita e che lo hasvezzato, educato e fatto crescere eche finché avrà vita lo seguirà conquello sguardo capace dicomprendere più di quello chediciamo, di suggerire condiscrezione strade e sentieri, diinfondere coraggio e speranzanonostante tutto e di sostenere sceltee progetti capaci di realizzare nellavita del figlio identità e personalità.La mamma, insomma, che perqualcuno è artigiana dell’allegria èanche costruttrice di speranza, dicoraggio, di forza. E’ ispiratrice dimolte scelte e guida discretamanifestando la sua presenza con lacura del particolare, il piglio delcapo e la dolcezza che solo lei sadonare. Un po’ come Maria docileallo Spirito, muta testimone dieventi incredibilmente dolori elaceranti, simbolo di un amoresenza limiti e di una sofferenzainappagabile. Modello di umanità,segno e simbolo di tenerezza,dolcezza infinita, pace del cuore edell’anima, pane per vivere. Ecco lafesta della mamma è tutto questo emolto di più, tanto di più. Ed èquesto che oggi desideriamoricordare e festeggiare, che vogliamodocilmente vivere rispettando quellamamma che ci ha aperto le stradedel nostro futuro impegnando la vitaper il bene consapevole che il figlio ècome una propria propaggine oltre ilproprio presente. Grazie Mamma.

L

Domenica 17 la Giornata delle Comunicazioni sociali dedicata alla famiglia

Il dono più grandeColletta per il Nepal

a Presidenza della Conferenza epi-scopale italiana, a nome di tutti i ve-

scovi italiani, ha voluto manifestareprofonda partecipazione alle sofferenzedelle popolazioni del Nepal, provate dalterribile terremoto che ha provocato mi-gliaia di morti.A causa della straordinaria gravità del si-sma, dopo lo stanziamento di 3 milionidai fondi 8xmille disposto nei giorni scor-si, immediatamente dopo la tragedia, laPresidenza ha indetto una colletta na-zionale, da tenersi in tutte le chiese ita-liane domenica 17 maggio 2015, comesegno della concreta solidarietà di tuttii credenti.

L

domenica prossima

◆ ALBANOSAN PANCRAZIO,LA FORZA E LA FEDE

a pagina 3

◆ ANAGNIESSERE DONOPER GLI ALTRI

a pagina 4

◆ C. CASTELLANA«LA FAMIGLIA EDUCAAL VERO AMORE»

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIALE CELEBRAZIONIPER SANTA FERMINA

a pagina 6

◆ FROSINONEIN FESTAPER IL PATRONO

a pagina 7

◆ GAETAALLE SORGENTIDELLA FEDE

a pagina 8

◆ LATINAUN’ESPERIENZADA CONTINUARE

a pagina 9

◆ PALESTRINAAL VIAIL «GRESTIAMO»

a pagina 10

◆ PORTO-S. RUFINA«CELLULE»DI VANGELO

a pagina 11

◆ SORAUNA FIACCOLATAPER RICORDARE

a pagina 13

◆ TIVOLILA CITTÀ ACCOGLIEL’ICONA DI MARIA

a pagina 14

LAZIOSETTE

ell’ordine della natura così come noi lo conosciamo, sono lemadri che ricevono dei figli. Una donna diventa madre quan-

do ha un figlio. Un figlio nasce che una madre già ce l’ha. E, invece,noi abbiamo ricevuto una madre. Gesù ce l’ha data dall’alto dellaCroce. La Vergine Maria è stata da Lui costituita madre di ogni vi-vente nella nuova creazione. Il capovolgimento è il segno di una no-vità inaudita. Eva è colei da cui tutti gli uomini “provengono”. LaMadonna è la Madre che accoglie tutti i redenti, rinati in Cristo chenel suo grembo prende carne. Gesù li rigenera e lei li accoglie comefigli in Lui. Un grande mistero, mi sembra. Una cosa, cioè, così straor-dinariamente bella e singolare che, per quanto uno si sforzi di pen-sarci, rimane sempre inesplorata. Immergersi nella comprensionedella maternità, quella che conosciamo e quella che ci viene rivela-ta dal Vangelo, è uno delle cose a cui ci invita questa giornata. Maanche siamo invitati a comprendere l’abissale drammaticità dei gran-di temici etici del nostro tempo. Uomini, donne, privati del misterodella maternità. Privati di una provenienza carnale che il Verbo stes-so ha voluto sperimentare. Le nostre madri e la Madre celeste sonocome un grande Vangelo offerto alla contemplazione di ogni uomo.Ognuno vi può trovare la grandezza del proprio essere e lo splen-dore del proprio destino. E dobbiamo rendere grazie. Ma anche pos-siamo pregare (e magari “lottare”) per chi della madre terrena è pri-vato per i giochi tecnici e giuridici del nostro tempo. Ma la Madreceleste nessuno la può togliere. Tutti possono riceverla.

Francesco Guglietta

N

NELLE DIOCESI

◆ RIETIUNA LUCEDI SPERANZA

a pagina 12

Rendere grazie per la Madre

Domenica, 10 maggio 2015

Avvenire - Redazione RomaPiazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209

Email: [email protected]

Avvenire - Redazione pagine diocesanePiazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected]: Salvatore Mazza

DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE:PROGETTO PORTAPAROLAmail: [email protected] ABBONAMENTINUMERO VERDE 800820084

◆ EXPO 2015IL RITORNODELL’OTTIMISMO

a pagina 2

IL FATTO

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30

Una madre e quel figlio che non doveva nascere

DI SIMONA GIONTA

ncontro Elena in un bar. Un“normale”, anonimo appuntamentofissato da terzi per concordare un

lavoro editoriale. E davanti a un caffèquell’incontro, da casuale, diventa unracconto. Diventa uno di quelli checambiano le giornate, ti segnano, ti fannoguardare la vita da un altro punto di vista,che confermano il detto che esistonopersone che ti sembra di conoscere dauna vita.Capelli biondi, alta, magrissima, sguardointenso, una busta piena di di libri eriviste, unghie curate, due mani che

sembrano parlare. Due mani cheraccontano la sua storia. Donnaintelligente, titolare di una casa editriceindipendente, con esperienza nel campodel giornalismo, del cinema, deidocumentari, delle traduzioni, halavorato all’estero, Cuba, Spagna e nonsolo, collaborando con università edambasciate, case di produzione eredazioni. Una carriera che l’ha portata aviaggiare ed a confrontarsi con culturediverse. La sua base sono le Dolomiti inTrentino, dove c’è la sua famiglia, le sueorigini ed i suoi affetti. Poi, all’improvviso, arriva un duro shockanafilattico, che le lascia come strascicouna malformazione alle mani, oggicustodi della sua storia. Ma c’è di più:«Non potrà avere figli», le dicono imedici. Il 25 Agosto del 2008, però, nasceMattia: «Davanti alla scienza che dice“mai”, c’è la natura che è più forte, che tisorprende e non puoi che accettare

contenta». E’ così che la vita di Elena ècambiata: «Ho capito che non si puòprogrammare tutto. Il mio lavoro trapellicola e traduzioni mi ha sempreportato ad una certa precisione, ho capitoperò che la vita non la puoi mettere inordine. Da quando sono mamma horidimensionato le mie visioni, pensavo diessere una persona creativa ma nessuno èpiù creativo di una madre».Nel 2013 Elena, rimasta sola dopo laseparazione dal compagno, decide disconvolgere ogni programma. DalleDolomiti inizia a scendere verso il mare,verso il Mediterraneo. Cambia diversialloggi, abbandona la sicurezza di unafamiglia per reinventarsi una vita con ilsuo bambino. Salutati cugini, zii, nonni,paesaggi verdi e incontaminati, Mattiacon la sua mamma arriva a Roma in unacasa devastata da due studenti. Laproprietaria era già pronta a metterla invendita quando incontra Elena, a cui la

affida. Da qui la ruota inizia di nuovo agirare, nascono nuove idee editoriali,nuove collaborazioni, nuovi progetti,dalle riviste specializzate sui luoghi dellemontagne si arriva ai canti del mare. Lesue mani continuano a progettare ed aparlare. Una maternità inaspettata, fuoriprogramma, sorprendente che le fabrillare gli occhi, le fa raccontare dellepassioni, della scuola, degli amici,dell’educazione di Mattia. E’ passata un’ora e siamo ancora nel bar,il motivo del nostro incontro non ha piùimportanza, sono le sue mani a parlare.Questa è la storia di Elena e della sua vita.Per niente scontata. Complessa. La storiadi una madre e di una donna che hasaputo accettare il crollo di ogni certezzaper ricominciare da capo con uno spiritonuovo, priorità diverse, e una creatura inpiù. E la stretta di mano finale non hadavvero il sapore di un congedo, ma è unpromessa. Un arrivederci.

I

E il Lazio si presentacon le proprie eccellenze

I settori su cui puntaresono in maggioranzalegati al turismo, cometrasporti, mobilità,alberghiero, ristorazione.Invece, il 26,6% pensache sia importanteanche la filieradei prodotti tipici

Expo, il ritornodell’ottimismo

DI REMIGIO RUSSO

a presenza del Lazio all’Expo2015 è di fatto una grandevetrina pubblicitaria per la

regione. Ma realmente qual è ilLazio attuale che verrà presentato aimilioni di visitatori, soprattutto cosane pensano i propri abitanti vistoche di fatto sono loro i veri“promotori” del territorio, se lo

Lsono chiesti a Lazio Innova che hacosì commissionato una ricerca alCensis i cui risultati sono statipresentati nei giorni scorsi. Icittadini laziali che si dichiaranoottimisti per il futuro sono il 55%, ipessimisti il 26,2% mentre il 18,8%è indifferente. In termini diaspettative i desideri sono «che siauna regione con più turisti (42,5%),più stranieri che lavorano (28,8%),più spazio dedicato alle tipicitàlocali (22,7%), più iniziativeculturali (19,6%), ma anche con piùimprese che esportano (17,1%) epiù investimenti esteri (15,4%)». Isettori su cui puntare, per poco piùdella metà dei laziali, sono tuttilegati al turismo, come trasporti emobilità, alberghiero e ristorazione.Invece, il 26,6% pensa che siaimportante anche la filiera deiprodotti tipici con il suo ampiopaniere di eccellenze (26,6%),proseguendo nei risultati dellaricerca vi sono i circuiti culturali(17,3%), le nuove tecnologie perridurre gli impatti ambientali(16,3%). Tuttavia, c’è apprensione

per il futuro, anche solo in terminedi percezione. In cima alla lista iltimore che le differenze a livellosociale possano inasprirsi (43,9%),che si allarghi il divario tra etnie eculture differenti (41,3%), che siamplino le differenze territorialiinterne alla regione (30,7%). In ognicaso, non prevale il pessimismoperché il 79,5% dei cittadini lazialisi dichiara soddisfatto del luogo incui vive (il 15,7% è moltosoddisfatto, il 63,8% abbastanzasoddisfatto). I più soddisfatti sono ireatini (82%) e i romani (80,5%).Sono soddisfatti del luogo in cuivivono sia i giovani di 18–34 anni(77,9%), sia coloro con più di 65anni (82,8%). Il Lazio è un territorioin cui si sceglie di rimanere. Il 54,8%dei cittadini non andrebbe vianeanche se ne avesse la possibilità: il26,5% perché è convinto che illuogo in cui abita è dove si vivemeglio che altrove, il 28,3% perchéè lì che sente di avere le proprieradici. I cittadini del Lazio sonoorgogliosi di molteplici aspetti dellapropria regione: la bellezza del

paesaggio (41,3%), la storia(39,1%), la qualità del patrimonioenogastronomico (33%). Proprio daquesto ultimo comparto arrivano i“prodotti ambasciatori” delle tipicitàdel Lazio nel mondo. In base aigusti dei residenti sono l’olio d’oliva(45,8%), i vini (45,1%) e i prodotticaseari (43,7%). Quando si parla delLazio, però, non si può non toccareil rapporto tra la Capitale e il restodella regione e viceversa. Per il76,7% dei cittadini laziali Roma èuna risorsa per l’intera regione. Piùconvinti di questa affermazionesono i romani (79,4%), i viterbesi(76,6%) e i pontini (70,5%). Che ilLazio sia una risorsa per Roma è unaconvinzione diffusa tra il 63,1% deicittadini della regione: il 65,1% deiromani, il 59,6% dei reatini, il58,6% dei ciociari, il 57,8% deiviterbesi e il 55,3% dei pontini.Circa i rapporti sociali, invece, lapopolazione del Lazio è definitamolto diversificata al suo interno(31,2%), ma tollerante (19,3%) eaperta al mondo (15,9%). Questo èil Lazio, per il Censis.

e eccellenze della nostra Regioneall’Expo di Milano. Expo 2015 è

una straordinaria opportunità per ilLazio. Una vetrina universale dove ilsistema–Lazio, che presenta unainvidiabile varietà di prodottialimentari ed ambientali, potràessere valorizzato in tutti i suoi puntidi forza: dall’attrattività turistica alpatrimonio storico, artistico eculturale, dalla risorsa del mare alverde delle molteplici aree protette,dalla qualità dei nostri prodotti alvalore dell’innovazione e dellaricerca. Una vetrina da cui i prodottidi spicco, che rivelano unpatrimonio etnoantropologico digrande pregio, possono essereconosciuti ed apprezzati da tutti,soprattutto dagli stranieri checercano luoghi e cibi di grandefascino nel rispetto della natura edella tradizione. Una grandeopportunità di sviluppo cherappresenta un asso nella manicaper il rilancio di un’economiasempre meno basatasull’industrializzazione, quanto suiprodotti un tempo di nicchia e oggisempre più alla portata di tutti, nelrispetto della sostenibilità dellosviluppo. Inaugurato alla presenzadel presidente Nicola Zingarettimercoledì scorso, quello del Laziosarà l’unico padiglione regionale conesposizione permanente, insiemealla Lombardia. Sono 100 i prodottidi spicco del territorio, come adesempio il vino del Circeo, diNettuno, di Marino, di Aprilia, diAtina, dei Castelli Romani e dei ColliAlbani, il sedano bianco diSperlonga, l’oliva di Gaeta, la

salsiccia al Coriandolo di Monte SanBiagio, l’olio delle Colline Pontine, ilpane di Lariano, di Veroli, ilprosciutto di Bassiano, i carciofi diSezze, il kiwi di Latina, il fiordilattedell’Agro Pontino, il pecorino diPicinisco, il prosciutto di Cori cotto alvino, il moscato e la favetta diTerracina, la fragolina di Nemi, ilpane casereccio di Genzano e laPorchetta di Ariccia, la PupattaFrascatana. Il ‘’front office’’ dellaRegione ad Expo dedica una parte aRoma Capitale e agli altri territori,rappresentati con equilibrio nelpercorso luminoso a terra cheriproduce la cartina del Lazio edall’ingresso conduce al grandeVideowall in un mix di bianco enero, luci, multimedialità etecnologie all’avanguardia. Spiccanoin particolare gli “oculus”, i visori 3Da forma di maschera che consentonoal visitatore che li indossa diritrovarsi immerso nel paesaggio onel monumento prescelto. C’è iltouchscreen con cui consultare i 4volumi fotografici di ‘’Lazio eternaScoperta’’ o sfogliare virtualmente lamappa delle eccellenze dellaregione e dei prodottiagroalimentari ed enogastronomicicon schede appositegeolocalizzazione. Sulla parete dellostand sono stati posti dei visori 3D,frutto del lavoro di una start up delLazio, attraverso cui si può sbirciaree affacciarsi sui panorami piùsuggestivi del Lazio come il Castellodi Santa Severa, la MontagnaSpaccata di Gaeta, Sermoneta, ilLago di Bolsena e tanti altri.

Car. Cris.

L

n gesto politico di accoglienzae inclusione quello della Re-

gione Lazio, che ha approvato la leg-ge sulla promozione del riconosci-mento della lingua dei segni. Si fa-vorisce così il processo di ugua-glianza e la garanzia dei diritti perle persone sorde. Attraverso la nuo-va normativa si cerca di favorire lamaggiore partecipazione alla vita

collettiva delle persone non udentima si sollecita anche la cittadinan-za ad approfondire la situazione dimolti che attraverso una modalitàcomunicativa differente possono e-sprimere appieno e condividere congli altri le molte risorse di cui sonodotati. «È un atto di civiltà – dice ilpresidente Nicola Zingaretti – chela Regione Lazio compie nel nome

dei diritti». Soddisfazione anche daparte dell’assessore alle Politiche so-ciali e allo sport, Rita Visini, per l’u-nanimità con cui il Consiglio regio-nale ha espresso il voto, «con que-sta legge il Consiglio ci fa fare un al-tro importante passo avanti sullastrada dei diritti e delle opportu-nità».

Simone Ciampanella

ULegge sul riconoscimento della lingua dei segni

Quei crocevia delle genti dove la fede diventa storiaDI STEFANIA DE VITA

a Chiesa di Santa Mariadell’Ascensione o Filetta, a cinque kmda Amatrice (RI), venne costruita in

memoria di un evento miracolosoverificatosi nel 1472. Quando, il giornodell’Ascensione, durante un temporale, lapastorella Chiara Valente avrebbe ritrovatoun cammeo radioso di luce nel qualeidentificò l’immagine della Vergine. I paesilimitrofi, Santi Lorenzo e Flaviano eAmatrice, si contesero la proprietà delcammeo con veri e propri scontri armati; ilvescovo decise per l’assegnazione adAmatrice, il cui Comune nel giro di pochimesi eresse il santuario per custodirlo. Daallora ogni anno viene ricordato questoevento con una processione solenne lungoil sentiero che da Amatrice conduce alSantuario e la Madonna di Filetta è

divenuta la patrona di Amatrice. Lafacciata della chiesa è semplice, all’internole pareti presentano interessanti affreschi,tra i quali è da notare quello absidale chedescrive dettagliatamente la solenneprocessione verso il Santuario: a sinistra laprocessione con cui l’immagine dellaMadonna viene portata in Amatrice; adestra, il fervore dei popolani impegnatinella Costruzione del Santuario. La chiesacustodiva l’altare del cammeo, trasferitopoi nella chiesa di San Francesco adAmatrice. Ogni anno, nel mese di maggio,viene festeggiata la Madonna di Filetta; laprocessione, che da Amatrice riporta perpoche ore la Sacra Immagine sul luogodove venne ritrovata, rappresental’occasione per una breve escursione convisita agli affreschi di Pier Paolo da Fermoe Dionisio Cappelli, custoditi all’internodella chiesetta quattrocentesca. Il

Santuario diocesano Maria Santissima diCanneto sorge invece nel territorio diSettefrati (FR) a ca. 1030 m s.l.m. È metadi un antichissimo pellegrinaggioproveniente dal Lazio, dalla Campania,dall’Abruzzo e dal Molise, particolarmenteintenso tra il 20 e il 22 agosto. La piùantica attestazione documentaria dellachiesa di Canneto risale al 1288 con unrescritto di papa Niccolò IV con il quale èconfermata per il monastero di SantaMaria di Canneto la regola benedettina.Nel 1475 i cardinali Bartolomeo Roverellae Giuliano Della Rovere, con una bolladenominata Deum placare, conservatanell’archivio di Montecassino, concesseroun’indulgenza di cento giorni ai pellegriniche si recavano a Canneto in giorniparticolari come l’ottava dell’Assunta, cioèil 21 e 22 agosto, facendo anche un’offertaper il mantenimento dell’edificio. Già nel

1574 lo storico Prudentio di Alvitotestimonia che la festa durava cinquegiorni e nel 1639 si ha già la conferma cheil 22 agosto ne rappresentava il culmine.L’attuale edificio di culto conservascarsissime testimonianze antiche: lafacciata risale agli anni venti del secoloscorso, e tutto il resto del santuario è statocompletamente modificato negli anniSettanta. Nei sotterranei sono conservatiun’iscrizione che riporta la memoria delrifacimento compiuto nel 1857 daFerdinando II di Borbone, e una discretacollezione di ex voto. Molto più antica è lastatua di legno di tiglio con la Vergine ed ilBambino. Gli studiosi sostengono che lastatua, originariamente seduta in tronocon il Bambino al centro, possa risalire alXII o XIII secolo, attribuendo lamanifattura a maestranze abruzzesi.

(2 – continua)

L

Storia di Elena e della malattiache secondo la medicina non le avrebbe mai consentitodi portare avanti una gravidanza

Un’immaginedel padiglionedi Roma e delLazio all’Expo,una vetrinadell’eccellenza

in Regione

Dalla Madonna della Filettaal santuario di Canneto, continuail viaggio ai luoghi della tradizionecustodi della devozione mariana

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 10 maggio 2015

Secondo la ricerca compiuta dal Censisin occasione dell’evento, i cittadini lazialiche vedono rosa il futuro sono il 55%,i pessimisti il 26,2%, indifferente il 18,8%

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30

Crescono le attività nella base scout «La Valletta»DI GIOVANNI DALIA *

ono stati due i momenti vissuti contanta gioia ed entusiasmo negli ultimifine settimana all’interno della base

scout “La Valletta” nella zona La Storta a Ro-ma che hanno visto coinvolti quasi 800 ra-gazze e ragazzi dell’associazione Agesci. Il 19 aprile si è tenuto l’evento “San Fran-cesco” dei lupetti e delle lupette, compostida bambini, tra gli 8 e i 12 anni, della zo-na Roma Centro Urbis, impegnati in diversigiochi attraverso cui hanno approfonditoalcune tematiche come il rispetto della na-tura e la riscoperta del valore del tempo,argomento sensibile soprattutto in que-st’epoca in cui viene sempre più sprecato operso. L’evento è stato ad impatto zero. In-fatti, è stata fatta particolare attenzione aprodurre il minor numero di rifiuti possi-bili chiedendo ai bambini, ad esempio, divenire con i panini senza incarti in allumi-

Snio ma con dei contenitori riciclabili.La settimana successiva, il 25 e 26 aprile, in-vece si è svolto il “San Giorgio” delle gui-de ed esploratori (ragazze e ragazzi tra i 12ed i 16 anni) della zona Agescci Auriga, checon circa 400 tra capi e ragazzi hanno mon-tato le loro tende e svolto le attività in ba-se. Sulla scia del Grande Gioco Nazionale“Return to Dreamland”, che ha come o-biettivo rilanciare la progettualità dellesquadriglie, è stata stimolata la loro capa-cità di compiere grandi imprese, questo e-vento ha visto i ragazzi cimentarsi in sfidetecniche per stimolare la loro abilità su pra-tiche complesse.Le iniziative sono andate nel migliore deimodi anche grazie alle collaborazioni mes-se in piedi sia con Roma Tpl che ha garan-tito un servizio di trasferimento dalla vici-na stazione Fs direttamente alla base, siacon il Comitato locale della Croce Rossa i-taliana Municipio XV del comune di Roma

che allestendo una postazione Pma (Posto me-dico avanzato) ha prestato servizio in base du-rante gli eventi, per assicurare l’intervento im-mediato nel caso ce ne fosse stato bisogno.Due belle occasioni di gioco, avventura, pre-ghiera e conoscenza reciproca, che senza dub-bio i lupetti e le lupette dei gruppi scout dellazona Roma Centro Urbis e le guide ed esplo-ratori dei gruppi scout della zona Auriga cre-diamo ricorderanno con piacere.Da parte dei volontari che gestiscono la basescout “La Valletta”, invece, la soddisfazione diaver potuto contribuire alla riuscita degli e-venti con la consapevolezza che la direzionepresa è giusta: offrire allo scoutismo un luogoprivilegiato per le proprie attività. Il successodei due incontri incoraggia ad andare avanti inquesta bella avventura con l’obiettivo di ren-dere questa risorsa presente nel territorio diPorto–Santa Rufina un luogo di accoglienzaper molti.

* Base Scout La Valletta – Agesci Roma 2

Uno spazio di incontro

”La Valletta” nacque neldicembre 2013, quando ladiocesi di Porto–SantaRufina concesse incomodato d’uso gratuito alGruppo Scout Roma 2 di LaStorta un’area agricola dicirca 44.000 mq all’internodel Centro pastoralediocesano in Via della Storta783, per la realizzazione diuna base dcout diocesana.Secondo le intenzioni delvescovo Reali rappresentavauna risposta concretaall’esigenza degli scoutdiocesani che cercavanospazi per le proprie attivitàd’incontro e per la loroformazione sul campo.

«Cellule» di VangeloBrasile. Il vescovo Ottorino Assolari raccontala vitalità della diocesi di Serrinha a BahiaDI SIMONE CIAMPANELLA

ra i religiosi dellaCongregazione della SacraFamiglia di Bergamo, cui sono

affidate le parrocchie dellaSantissima Trinità a Cerveteri e diSan Giovanni Battista a Ladispoli, c’èmonsignor Ottorino Assolari,vescovo di Serrinha in Brasile. Loabbiamo incontrato in occasione diuna visita al vescovo Reali.Monsignor Assolari, ci racconta lecaratteristiche della sua diocesi?È una Chiesa giovane, eretta nel2005, si estende per circa 17.000chilometri quadrati con unapopolazione che si aggira attornoalle 600.000 unità.Appena iniziai il mioministero episcopaledecisi di visitare le molterealtà rurali che lacompongono, tra i 700centri divisi in 18parrocchie. Ricordo congioia la visita ad alcunepersone che non avevanomai incontrato unvescovo e la commozionedi questa gente nelvedermi.Come gestisce la cura pastorale inun territorio così vasto?Al mio ingresso trovai un clerocomposto da 16 sacerdoti, durantequesti 10 anni ne ho consacrati 15, acui il prossimo anno se neaggiungeranno 3 insieme a 7diaconi permanenti. Devo dire chealla mancanza di vocazioni hannosopperito nel limite del possibile ilaici, soprattutto uomini: gentesemplice e appassionata che hacustodito e tramandato la vita dellacomunità cristiana nelle zone piùdistanti.Quali sono le urgenze?Sicuramente la formazione e laconsapevolezza dell’identitàcristiana. Per quanto riguarda ilprimo punto rispondiamo con unascuola di teologia e con altripercorsi, ma le difficoltàeconomiche e le distanze spessoproibitive scoraggiano anche i più

Tdisponibili. Riguardo alsecondo punto ne stiamoragionando nel sinododiocesano che quest’annovive l’ultima fase del suoitinerario triennale.Cosa sta emergendo dalsinodo?Il titolo «Uniti per lanuova evangelizzazione»raccoglie bene le sfidedella nostra Chiesa.Partirei dalla famiglia. Lapastorale familiare è unarisorsa preziosa, funzionaanche bene e le personeche la animano sonoentusiaste. Esistono

gruppi di sposi cheoperano per evangelizzarele famiglie cosiddettelontane. L’obiettivo che ciponiamo è quello difavorire un flussocontinuo di gente nuova egiovane perché si possaavere il polso dellasituazione e condividereidee nuove e percorsiadeguati al tempopresente. C’è poi laquestione del lavoro, chestoricamente è sempre scarseggiatonella nostra zona. I giovani cercanola fortuna al sud, che offre maggioripossibilità; poi tornano con qualchesoldo in più. Purtroppo il più dellevolte al miglioramento dellacondizione economica segue l’usodella droga: è un grande problema.Bisogna poi notare che questi nuovibenestanti si allontanano dalla

Chiesa, forse per una sorta di riscattosociale, per differenziarsi dagli altri,poveri, che nella Chiesa trovanospesso un riferimento sicuro.Come affrontare queste difficoltà?«Diffondere nella casa il profumodel balsamo», che è lo slogan delsinodo. Dobbiamo formare delle“cellule evangelizzatrici” chesappiano andare in mezzo alla gente

e raccontare la speranza di Cristo.Ma per fare questo è necessaria unaprofonda vita spirituale, soprattuttoin un luogo dove la povertà e ledifficoltà sociali chiedono unimpegno serio. Partire dalla fedeltàal Vangelo e dall’incontro personalecon Gesù è l’unica strada per offrireprospettive incoraggianti e gesticoncreti di aiuto per le persone.

La ricchezza del laicato:«Nelle zone più distanti,dove il sacerdote può andarepoche volte in un anno,persone appassionatehanno custodito la presenzadella comunità cristiana»

l’anniversario

DI LUCIA ANZIDEI

incontro del 19 aprile di for-mazione del VolEst è iniziatocon la Messa nella chiesa di Ce-

sano, celebrata dal direttore dell’Uffi-cio missionario, don Federico Tarta-glia. Dopo la celebrazione c’è stato il“primo tirocinio” dei volontari, cheattraverso il gioco hanno raccontato aibambini l’amore cristiano per il pros-simo. Il pranzo si è svolto in condivi-sione con i ragazzi del Parco degli An-geli, associazione di genitori con figlidisabili. Nel pomeriggio la formazio-ne è continuata con tre ospiti. Il pri-mo, don Emanuele Silanos, ha rac-contato la sua esperienza missionariaa Taiwan, che ha descritto con due im-magini bellissime: un bicchiere vuo-to, come metafora di noi stessi, che siriempie fino a traboccare e quello chetrasborda bagnando tutto ciò che tro-va innanzi, rappresenta la condivi-sione con gli altri. La seconda imma-gine è tratta dal Cantico dei Cantici,dove la sposa svegliandosi nel cuore

della notte e non trovando lo sposo,sveglia la città intera per cercare l’a-more della sua anima, così la missio-ne è il desiderio di cercare ciò che è im-portante per te, il tuo “sposo” disper-so. La seconda testimonianza è stataofferta da padre Gaetano Greco, cap-pellano del carcere minorile di Roma“Casal del Marmo”, dove si terrà unadelle missione del VolEst, e direttoredella casa famiglia Borgo Amigó. Pa-dre Gaetano sottolinea quanto sia vi-tale annunciare ai ragazzi la buonanotizia, che si concretizza nel condi-videre un po’ delle nostre esistenze,senza giudizio, ma con cuore aperto,desiderosi di stare con questi ragazziper aiutarli a “rialzarsi”. Infine è statala volta di Fabio e Veronica, due ra-gazzi di Ladispoli che hanno avuto lafortuna di conoscere “l’amore a 360gradi”. Non solo sono un coppia sta-bile da diversi anni (un esempio permolti ragazzi), ma vivono anche conun progetto di fede condiviso: sonostati volontari in Tanzania (Africa) di-verse volte, l’ultima per un anno.

’L

Tre testimonianze di vitaper raccontare la missione

l prossimo 13 maggio, 98° anniversario della prima apparizione ai pasto-relli (1917–2015), ricorre anche il 20° della dedicazione e consacrazione

della chiesa parrocchiale di Nostra Signora di Fatima ad Aranova.La comunità parrocchiale insieme al parroco don Michele Joser desidera ri-cordare l’evento con un pomeriggio di preghiera e di ringraziamento.Alle 17 inizierà il Rosario meditato in preparazione alla celebrazione euca-ristica che presiederà il vescovo Gino Reali alle 18. Concelebrerà monsignorAntonio Buoncristiani, attuale arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Mon-talcino che, pastore della diocesi di Porto–Santa Rufina dal 1994 al 2001, con-sacrò la chiesa di Aranova nel 2005.Alle 19.30, lungo le vie di questa zona in crescita del comune di Fiumicino,si terrà la processione e la fiaccolata in onore di Maria; vi parteciperanno lebambine e i bambini che hanno ricevuto la prima comunione.(Per informazione visitare il sito parrocchiale: http://www.parrocchia-arano-va.it. La parrocchia si trova in Via Michele Rosi 186 00050 Aranova – Roma).

Marino Lidi

I

Aranova, il 20° della chiesa

DI SERENA CAMPITIELLO

ome noto a tutti, la mattina del 25aprile, un sisma di magnitudo 7,9ha colpito lo stato asiatico del

Nepal con epicentro tra la capitaleKathmandu e la città di Pokhara,altissimo il numero dei morti e deidispersi sotto le macerie, in una zonadall’alta densità di popolazione ed in cuile costruzioni sono spesso fatiscenti. Perdare una prima risposta all’emergenza laConferenza episcopale italiana ha indettouna colletta nazionale da tenersi in tuttele chiese italiane per domenica 17 maggio2015. La Caritas diocesana di Porto–SantaRufina aderisce all’appello di papaFrancesco: «esprimere un gesto di

vicinanza e solidarietà fraterna neiconfronti della popolazione colpita». Inuna lettera indirizzata ai parroci (presentesul sito diocesano), e attraverso loro atutti i fedeli, il direttore Caritas, donEmanuele Giannone, spiega che «perrendere l’aiuto più efficace e immediatopossibile, è importante che la colletta siaconsegnata tempestivamente, così comesuggerito da Caritas Italiana, entro unmese dalla stessa». Per preparare meglio lacolletta e animare la comunità allamissiva sono stati allegati due strumentiper la sensibilizzazione: la locandina dellacolletta, una scheda di approfondimentoe aggiornamento sulla situazione(ulteriori aggiornamenti potranno essereconsultati nel sito di Caritas Italiana

(www.caritasitaliana.it). Le offerte raccoltenelle parrocchie dovranno essere versatepresso l’Ufficio economato nella curiavescovile, la Caritas diocesana provvederàa consegnare il ricavato a Caritas Italiana.Nelle indicazioni si ricorda di evitare laraccolta di materiali, che invece andrà poicoordinata a livello nazionale, sulla basedelle effettive esigenze della popolazione.(Tutti coloro che desiderano contribuirepossono anche farlo direttamente tramiteversamento sul c/c postale 98077001intestato alla Caritas Diocesana di Porto–Santa Rufina, con causale “EmergenzaNepal 2015” o sul c/c bancario pressoBanca Credito Cooperativo di Roma IBANIT 82 T 08327 03228 000 000 000 800,con causale “Emergenza Nepal 2015”)

C

La colletta per aiutare il Nepalomenica prossima pressola casa Mater Gratiae delle

Suore Serve di Maria Riparatri-ci (Via Aurelia 82 (km 57,600 –00058 Santa Marinella), si terràl’assemblea conclusiva degli in-segnanti di religione. Come o-gni anno l’incontro vuole esse-re un momento di condivisionedei percorsi seguiti dagli inse-gnanti durante l’anno e di lan-cio di formazione per il prossi-mo. Nella prima fase sarannopresentati i lavori dei laborato-ri seguiti al corso di formazione“Gender: confronto tra umane-simi”, caratterizzato da un ap-

proccio interdisciplinare al de-licato tema della vita e della di-gnità della persona umana. I la-boratori, ha detto sr Maria Lui-sa Mazzarello, direttore Ufficioscuola, affiancati alle lezionifrontali, hanno voluto valoriz-zare l’esperienza educativa e di-dattica del singolo insegnante.Dopo la prima parte ci sarà unmomento di formazione dedi-cato alla presentazione del ter-ritorio di Porto–Santa Rufina.Concluderà l’incontro la cele-brazione eucaristica presiedutadal vescovo Gino Reali alle 12.

Gianni Candido

D

Nepal (Caritas internationalis)

Insegnanti di religioneall’assemblea annuale

I vescovi Ottorino Assolari (a sinistra) e Gino Reali (a destra)

Le tende nella valle

Date da ricordareLunedì 11. Consiglio dei consultori.(Curia vescovile, ore 17). Martedì 12.Ritiro mensile del clero. (Centropastorale diocesano, ore 9.30–14.30).Mercoledì 13. Il vescovo conclude laformazione per i ministri straordinaridella comunione (Centro pastoralediocesano, ore 20.30). Venerdì 15.Professione e vestizione dellaConfraternita del Ss. Sacramento. (Parr.S. Maria del Rosario, Ladispoli, ore 19).

agenda 11

PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected]

Domenica, 10 maggio 2015

www.diocesiportosantarufina.it

volontariato

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30