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Rivista dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Bari N TIZIARIO DOSSIER GIOVANI MEDICI N.2 | GIUGNO 2014 SPECIALE CONVEGNO FNOMCeO IL FUTURO DEI MEDICI SI INCONTRA A BARI Notiziario N. 2/2014- Giugno 2014 - Rivista Ufficiale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Bari - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale DL. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - Art. 1, comma 1, CNS di Bari - Filiale di Bari - Reg. n. 50 del 7/8/76 del Tribunale di Bari - Associato USPI - Anno XXV - Contiene I.P. Cosa è cambiato, cosa cambierà. MEDICI DI DOMANI L’INTERVISTA PARLA IL MINISTRO BEATRICE LORENZIN

dossier giovani medici TIZIARIO - OMCeO Bari · 2014. 6. 2. · N TIZIARIO dossier giovani medici n.2 | GIUGnO 2014 SPECIALE CONVEGNO FNOMCeO IL FUTURO DEI MEDICI SI INCONTRA A BARI

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Giugno 2014 | Notiziario | 1

Rivista dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Bari

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IL FUTURO DEI MEDICI SI INCONTRA A BARI

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I.P.

Cosa è cambiato, cosa cambierà.MEDICI DI DOMANI

L’INTERVISTAPARLA IL MINISTROBEATRICE LORENZIN

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2 | Notiziario | Giugno 2014

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Giugno 2014 | Notiziario | 3

programma provvisorio

vENErDi 13 giUgNoh. 20.00 inaugurazione ufficiale del Convegno saluto delle autorità

saBaTo 14 giUgNoh. 8.30 apertura dei lavori amedeo Bianco, presidente FNomCeo Filippo anelli, presidente omCeo Bari

h. 9.00 / 11.00 prima sessione: scenari e criticità della formazione a cura dell’osservatorio giovani e le posizioni della FNomCeo

h. 9.00 / 9.30 Formazione pre laurea e laurea: Le cinque W.

h. 9.30 / 10.00 Formazione specifica in medicina generale: Ci siamo anche noi!

h. 10.00 / 10.30 Formazione specialistica: Dove andiamo?

h. 10.30 / 11.00 programmazione fabbisogno: ma stiamo dando i numeri?

h. 11.00 / 12.00 Tavola rotonda: Dalla programmazione alla formazione, all’inserimento nel mondo del lavoro.

h. 12.00 / 13.00 interventi programmati e discussione

h. 13.00 Chiusura dei lavori

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4 | Notiziario | Giugno 2014

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Giugno 2014 | Notiziario | 5

E D I T O R I A L E

UN NUOVO MODELLO CULTURALE

PER RIPENSARE LA PROGRAMMAZIONE

d i F i l i p p o A n e l l i , P r e s i d e n t e d e l l ’ O M C e O d e l l a P r o v i n c i a d i B a r i

I problemi dei giovani medici sono i proble-

mi dell’intera professione!

Da questa considerazione parte il Conven-

go Nazionale organizzato a Bari da Fnomceo

e dedicato alle problematiche giovanili che

investono la professione medica: “Formazio-

ne e accesso al lavoro: innovare per garantire

il futuro della professione”.

La Federazione Nazionale degli Ordini dei

Medici riparte da Bari per ridisegnare una

professione che ha sempre più bisogno di

innovazione dalla formazione all’accesso al

lavoro.

Di fronte alla complessità del reale i dati, nel-

la loro grezza oggettività, sono un filo rosso

che ci guida e ci permette di comprendere

quello che sta accadendo.

Per questo, per capire quale sia la situazione

fluida che attende i futuri medici nel prossimo

decennio è utile leggere una serie di numeri,

in parte ancora inediti, forniti dall’Enpam.

I medici laureati iscritti annualmente all’ente

di previdenza dal 2003 al 2013 sono passati

da 9260 a 7838, con una riduzione in questi

dieci anni del 15% circa. Ma, mentre le iscri-

zioni delle donne calano ogni anni progres-

sivamente, le iscrizioni degli uomini calano,

invece, fino al 2008 tornando lentamente a

salire e raggiungendo nel 2013 gli stessi li-

velli del 2006, con un’inversione di tenden-

za che andrebbe analizzata e spiegata, con

il supporto di altre informazioni. Può essere

forse una conseguenza dei cambiamenti nel-

le condizioni di lavoro, che scoraggiano le

donne, con turni sempre più gravosi e sem-

pre più difficili da conciliare con la vita fami-

liare? Sicuramente il tema della conciliazione

è pressante e andrebbe approfondito, in una

professione cui si accede dopo i trent’anni,

con un impatto rilevante su scelte per-

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6 | Notiziario | Giugno 2014

sonali importanti per una donna come la ma-

ternità.

Un altro aspetto rilevante che emerge dai

dati Enpam è il numero di laureati che riman-

gono fuori sia dalle scuole di specializzazione

che dal corso in Medicina Generale, sospesi

in una specie di limbo che preclude l’accesso

al mondo del lavoro: negli ultimi 5 anni sono

11.577 medici, pari al 30% dei neolaureati.

Escludendo gli odontoiatri, sono 6.637 i me-

dici in questa condizione. Si tratta comunque

del 17% del totale laureati, una percentuale

rilevante di medici che hanno affrontato un

percorso formativo di 6 anni e su cui il siste-

ma ha investito risorse - 150.000 euro circa

per l’intero iter formativo di 11 anni - che

rimangono inutilizzate o prendono la strada

dell’estero.

Ma le criticità sono anche a monte: sempre

dal 2009 al 2013 sono 13.829 gli iscritti alla

facoltà di medicina che non arrivano alla lau-

rea. Quel 29% di studenti che si perdono per

strada rappresentano un forte campanello

di allarme che impone una urgente verifica

dell’attuale percorso formativo di medicina.

Un percorso che porta i medici a laurearsi

molto tardi e ad accedere al mondo del la-

voro dopo i trent’anni. Per anticipare l’uscita,

ben venga la sperimentazione del MiUR sul

liceo in 4 anni, ben venga la Direttiva della

Commissione europea che invita ad ab-

Le iscrizioni delle donne calano ogni anno

progressivamente, quelle degli uomini calano, invece, fino al 2008

tornando lentamente a salire e raggiungendo

nel 2013 gli stessi livelli del 2006, con

un’inversione di tendenza che andrebbe

approfondita

Serie storica dei nuovi iscritti alla “Quota A”

A N N O D O N N E U O M I N I TOTA L E

2003 5.198 4.062 9.2602004 5.116 3.954 9.0702005 4.738 3.778 8.5162006 4.751 3.403 8.1542007 4.748 3.181 7.9292008 4.735 2.924 7.6592009 4.656 3.059 7.7152010 4.639 3.143 7.7822011 4.772 3.066 7.8382012 4.515 3.182 7.6972013 4.456 3.382 7.838

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Giugno 2014 | Notiziario | 7

in questa tabella i nuovi iscritti Qa non comprendono gli odontoiatri puri

Confronto tra medici laureati e in formazione

ANNO NuOvi medici iN fOrmAziONe (speciAlisticA e fOrmAz. mmg)

NuOvi iscritti QA(lAureAti)

2009 5.797 6.6862010 5.876 6.7892011 5.882 6.8282012 5.514 6.7722013 4.224 6.855

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8 | Notiziario | Giugno 2014

breviare il corso di studi in medicina a 5 anni

e la riduzione del numero di anni di specia-

lizzazione, in linea con quanto già accade in

altri Paesi europei.

Ma occorre anche una maggiore razionalizza-

zione dell’intero percorso, che riduca i “tem-

pi morti”, attraverso una laurea che sia abili-

tante e un 6° anno completamente dedicato

alla pratica clinica con tirocini gestiti dagli

Ordini e dall’università. La specializzazione

potrebbe articolarsi con un biennio princi-

palmente dedicato alla formazione in seno

all’università e gli anni successivi demandati

ad attività di formazione-lavoro in ospedali di

formazione e sul territorio. Questo consenti-

rebbe di recuperare risorse che potrebbero

essere impiegate per l’aumento delle borse

di studio per la specializzazione.

Il corso di MG dovrebbe abbreviare e ve-

locizzare il percorso attraverso un recupero

dell’attività formativa in medicina generale

svolta durante il corso di laurea e la sempli-

ce possibilità di iscriversi alla graduatoria di

Medicina generale al 3° anno di corso, in

modo da non avere soluzione di continuità

tra l’uscita dal corso e l’accesso al mondo del

lavoro.

Un fronte si presenta anche sul piano del-

la programmazione, dato che analizzando i

flussi in entrata e uscita, sempre negli ultimi

5 anni, abbiamo 27.293 specializzandi o di-

plomandi contro 20.843 pensionati, con un

chiaro surplus in ingresso.

Da qui al 2029 avremo un apice della gobba

pensionistica attorno al 2022-23. La riforma

Fornero, con il passaggio dell’età pensiona-

bile da 65 a 68 anni, ha spostato in avanti

di tre anni la curva, per cui nei prossimi 15

anni saranno 167.782 i medici che andranno

in pensione, contro i 205.853 previsti ante

riforma, che corrispondono al 47% del tota-

le. Rimane, causa l’incremento degli accessi

degli ultimi anni, un eccesso di 6.450 medici,

che non si collocheranno e che impongono

di rivedere i criteri con cui viene definita la

programmazione.

La spending review e il blocco del turnover

hanno portato ad una riduzione dei posti let-

to e conseguentemente dei posti di lavoro,

che devono necessariamente condurre ad

una seria riflessione anche rispetto a propo-

ste che da più parti vengono avanzate per

aumentare il numero degli iscritti a medici-

na e che potrebbero portare ad una gene-

razione di medici non occupati o costretti a

emigrare. Secondo dati del Ministero della

Salute, dal 2009 al 2012 sono 4.782 i profes-

sionisti (medici, odontoiatri, veterinari e far-

macisti) che hanno chiesto i certificati per la

libera circolazione nei Paesi Europei, con un

trend progressivamente in crescita.

Il numero chiuso, è vero, non gode di grande

favore, né rappresenta una soluzione equa,

ma è difficilmente superabile nel momento

in cui un’Università come Bari ha 3.028

Analizzando i flussi in entrata e uscita,

sempre negli ultimi 5 anni, abbiamo 27.293

specializzandi o diplomandi contro

20.843 pensionati, con un chiaro surplus

in ingresso

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Giugno 2014 | Notiziario | 9in questa tabella i nuovi iscritti Qa non comprendono gli odontoiatri puri

ANNO ISCRITTI ALLA FACOLTà DI MEDICINA

NUOVI ISCRITTI QA (LAUREATI)

NUOVI MEDICI IN FORMAZIONE (SPEC. E FORMAZ. MMG)

NUOVI PENSIONATI QA

2009 8.025 6.686 5.797 2.8532010 8.755 6.789 5.876 3.5052011 9.501 6.828 5.882 3.9302012 10.730 6.772 5.514 6.4142013 10.748 6.855 4.224 4.141

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10 | Notiziario | Giugno 2014

Nota 1. Il totale degli iscritti al Fondo Medici di Medicina Generale al 31.12.2013 è pari a 71.870.Nota 2: per pensionandi si intendono coloro che acquisiscono il diritto alla pensione di vecchiaia (uscita certa).Non sono state previste probabilità di uscita per morte o altra causa

Pensionandi 68enni per categoria prevalente

ANNO CONT. ASSISTENZIALE - EMERG. TERRITORIALE

DIPENDENTI EX G.MEDICA

MEDICINA DI BASE

PEDIATRA TOTALE

2018 110 35 2.313 189 2.6472019 152 44 2.972 275 3.4432020 214 82 3.603 324 4.2232021 289 96 3.895 423 4.7032022 396 136 3.890 525 4.9472023 543 204 3.590 585 4.9222024 620 211 3.304 597 4.7322025 672 212 2.673 646 4.2032026 714 211 2.179 527 3.6312027 760 210 1.950 524 3.4442028 770 151 1.684 395 3.0002029 740 139 1.503 406 2.788

FONDO MEDICI DI MEDICINA GENERALE

Nota 1: Il totale degli iscritti al Fondo Generale “Quota A” al 31.12.2013 è pari a 354.993.L’analisi per i pensionandi a 68 anni è stata effettuata a partire dal 2018 anno in cui entra a regime la Riforma.Nota 2: per pensionandi si intendono coloro che acquisiscono il diritto alla pensione di vecchiaia (uscita certa).Non sono state previste probabilità di uscita per morte o altra causa.

Fonte dei dati di grafici e tabelle: Enpam

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Giugno 2014 | Notiziario | 11

CINQUE PUNTI PER RIPENSARE IL SISTEMA1. Percorso di studi più breve: riduzione a 4 anni della scuola secondaria superiore, riduzione a 5 anni del corso di studi in medicina e riduzione del numero di anni di specializzazione, adeguandoli alla media europea.

2. numero chiuso: senza una riforma complessiva che guardi all’insieme dei percorsi e non ad un singolo ciclo di studi difficilmente si renderà equo l’accesso a medicina. Il numero chiuso non gode di grande favore, né rappresenta una soluzione equa, ma è difficilmente superabile nel momento in cui un’Università come Bari ha 3.028 iscrizioni ai testi di medicina nel 2014 contro i 256 posti messi a disposizione da parte della stessa Università!

3. riduzione dei “tempi morti”: introduzione della laurea abilitante al termine di un 6° anno completamente dedicato al tirocinio clinico. Specializzazione con il biennio prevalentemente dedicato alla formazione in seno all’Università e gli anni successivi demandati ad attività di formazione-lavoro in ospedali di formazione e sul territorio. Corso di MG: recupero dell’attività formativa svolta durante il corso di laurea, e possibilità di iscriversi alla graduatoria di Medicina Generale al 3° anno di corso.

4. aumento delle borse di studio: risorse recuperate attraverso il risparmio dato dai contratti formazione-lavoro.

5. Programmazione: ripensata in base ai bisogni delle diverse branche mediche e specializzazioni e definizione del rapporto numero di medici/posto letto per specialità.

iscrizioni ai test di medicina nel 2014 contro

i 256 posti messi a disposizione da parte

dell’Università!

Di fronte a questi numeri la proposta del

Ministro Giannini di spostamento dello sbar-

ramento “alla francese” alla fine del primo

anno è difficilmente sostenibile per le sin-

gole università dal punto di vista logistico

e organizzativo. Si deve, inoltre, ripensare

radicalmente il percorso formativo, con un

anno uguale a tutte le professioni sanitarie

e parasanitarie e una selezione in base agli

esami sostenuti, che indirizzi verso percorsi

differenziati. L’alternativa può essere rap-

presentata da una modifica strutturale della

scuola secondaria, con un sistema di crediti

formativi che trasformi l’ultimo biennio in un

percorso propedeutico a determinate facol-

tà. La cosa certa è che urge una riforma com-

plessiva che guardi all’insieme dei percorsi e

non ad un singolo ciclo di studi.

Il problema della programmazione non si

può comunque affrontare in modo efficace

senza dati sulle diverse specializzazioni di

cui il sistema sanitario ha bisogno. Mentre

sul territorio il rapporto 1/1000 tra medici di

famiglia e abitanti è rimasto costante negli

anni, non esiste un parametro definito che

leghi il numero di letti nelle strutture ospe-

daliere a quello di specialisti. Sappiamo che

ci sono 2,7 posti letto ogni mille abitanti, ma

non sappiamo quanti medici sono necessari

per posto letto per le diverse specializzazio-

ni. Per definirlo, dobbiamo decidere come

vogliamo che funzioni l’intero sistema.

Non si può programmare in assenza di un

modello culturale, capace di disegnare il tipo

di servizio sanitario che vogliamo, tenendo in

considerazione tutti i fattori e tutte le risorse

e definendo come queste devono interagire

tra loro in un sistema complesso come quello

della sanità.

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12 | Notiziario | Giugno 2014

A grandi passi, veloci, si avvicina il Con-

gresso Nazionale della FNOMCeO e

OMCeO Bari, e noi, Medici dell’Or-

dine di Bari, siamo qui, ansiosi, ad attender-

lo come si attende un parente, una persona

cara, un amico.

Si, proprio così cari amici e colleghi tutti. Lo

stiamo aspettando sull’uscio di casa.

Stiamo lavorando così tanto su questo evento

che il Presidente, io e tutto il Consiglio, sia-

mo qui in attesa che si concluda questo lungo

viaggio che porterà Bari al centro delle Politi-

che Giovanili Sanitarie, e Mediche in partico-

lare, di tutta la Nazione.

Da baresi, con le dovute proporzioni ed il ri-

spetto necessario, possiamo affermare che

siamo in grado di portare a casa importanti

missioni e, la recente Festa del Santo Patrono

ne è testimonianza in quanto ci ricorda l’abile

missione di trasporto delle spoglie del Santo

di Mira da parte dei marinai baresi oltre 900

anni fa..

Anche noi, il risultato, vogliamo portarlo a

casa. Vogliamo che qui, a Bari, il futuro dei

giovani Colleghi possa iniziare ad essere visto

con una prospettiva diversa e positiva.

Non vogliamo più essere preoccupati per i

nostri giovani Medici e Studenti in Medicina,

futuri disoccupati o prossimi emigranti, pronti

a regalare ad altri paesi il bagaglio culturale e

di competenze che con tanta passione e sa-

crificio è stato costruito in Italia ed al quale la

nostra Nazione, e le Istituzioni, hanno contri-

buito con investimenti economici e strutturali

di non poco conto.

Il nostro Ordine, e questo Consiglio in parti-

colare, è stato sempre molto sensibile ed in

prima linea su quelle che sono le necessità

della giovane classe medica e degli studenti

del corso di laurea in Medicina.

Notevole è stato l’impegno profuso e l’azione

diretta nei confronti delle Istituzioni nel solle-

vare continuamente il problema.

è a tutti nota la nostra azione sulla regione Pu-

glia nel sollevare il problema dell’occupazione

giovanile, della vicenda preoccupante degli

Un’AttesA LUngA...UnA Professione

C o n g r e s s o n A Z i o n A L e f n o M C e o

Il 13 e 14 Giugno prossimi si svolgerà a Bari il Congresso Nazionale FNOMCeO

e OMCeO di Bari. Al centro del dibattito la questione dei Giovani Medici

e delle loro prospettive future nella professione. Per dare un segnale dell’impegno

concreto della volontà di risolvere le problematiche che li coinvolgono

di FRANCO LAVALLE

Franco Lavalle Vice-Presidente OMCeO

di Bari, membro del Centro Studi Documentazione e Ricerca FNOMCeO

[email protected]

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Giugno 2014 | Notiziario | 13

ex stabilizzati, dell’allarme lanciato sull’invec-

chiamento della popolazione medica ed il ri-

schio di avere a partire dal 2016 più medici

pensionati che giovani laureati in Medicina.

Da qui la spinta per la costituzione di un Os-

servatorio per l’analisi del problema in Puglia.

Sappiamo degli sforzi della FNOMCeO, così

come del Preside Livrea, per porre mano ad

una modifica del percorso degli studi in Me-

dicina per far giungere il Collega italiano, alla

laurea, nelle stesse condizioni di competizio-

ne con gli omologhi delle altre Nazioni.

Abbiamo aperto un confronto continuo con i

giovani Colleghi specializzandi e del corso in

Medicina Generale per affrontare al meglio le

problematiche che incontrano e incontreran-

no sulla loro strada se le cose non verranno

modificate.

Abbiamo istituito il Premio OMCeO Bari per

la Ricerca per dare ai giovani Colleghi, seppu-

re in maniera quasi simbolica, un importante

segnale sull’importanza della Ricerca fatta in

Italia ed il riconoscimento ed anche la piena

comprensione di quelli che sono i sacrifici e

le privazioni che un tale impegno comporta

nella vita di un giovane che si dedica, con vera

passione, a questa missione svolta in favore

del progresso in ambito sanitario. L’oscuro la-

voro di laboratorio, la gioia o la delusione per

un risultato sperato o mancato, la scelta per

una vita diversa e meno voluttuaria, costellata

di tante privazioni, devono vedere il Medico

che ne è artefice al centro della gratitudine di

tutti, specie dei colleghi che beneficiano, nel-

la pratica, dei risultati di questo lavoro.

Bari ed il suo Congresso si candidano a pieno

titolo nel volersi impegnare attivamente per

fare qualcosa per i Giovani, la FNOMCeO

ed il nostro Presidente Bianco, l’hanno posta

come priorità, i giovani Colleghi aspettano

tutto ciò con ansia e trepidazione.

Benvenuto a Bari congresso Nazionale

FNOMCeO e OMCEO Bari del 13 e 14 giu-

gno: “Formazione e Accesso al Lavoro. Inno-

vare per garantire il futuro della Professione”,

noi Medici tutti ti stavamo aspettando!

Bari congresso NazionaleFNomceo - 13 e 14 giugno

“Formazione e Accesso al Lavoro. Innovare per

garantire il futuro della Professione”

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14 | Notiziario | Giugno 2014

Dal 12 al 14 giugno prossimi Bari sarà scenario del dibat-

tito nazionale e internazionale in tema di sistemi sanitari e

futuro della professione medica. Il 12 e 13 giugno è infatti

in programma la Conferenza europea degli Ordini dei Me-

dici, mentre il 13 giugno si terranno il Comitato Centrale

e il Consiglio Nazionale FNOMCeO. Infine, il Teatro Pe-

truzzelli ospiterà il Convegno nazionale organizzato dalla

FNOMCeO “Formazione e accesso al lavoro. Innovare per

garantire il futuro della professione”, che aprirà con un se-

minario satellite su “Giovani e Previdenza” nel pomeriggio

del 13 giugno presso l’Aula Magna dell’Ateneo. A Bari si

discuterà quindi di percorsi formativi e meccanismi di ac-

cesso alla Facoltà e alle Scuole di specialità, individuazione

di nuovi percorsi per la definizione del fabbisogno, accesso

dei medici al mondo del lavoro, introduzione di percorsi

di formazione-lavoro e nuove esigenze organizzative della

sanità. Tutti temi che vengono anticipati in uno “Speciale

Convegno”, all’interno di questo numero del Notiziario.

MEDICI DI DOMAnICOSA è CAMBIATO, COSA CAMBIERà

s t o r i A d i C o P e r t i n A

NOTIZIARIO | Numero 2/2014Rivista dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Bari

Registrata al Tribunale di Bari n. 50 del 7/8/1976Anno 2014 - Num. 2

Direttore ResponsabileFilippo Anelli

DirezioneOrdine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Bari70126 Bari - Via Capruzzi, 184Tel. 080-5566855 - 080-5575512080-5426521 - 080-5560212Fax [email protected] - www.omceo.bari.it

Responsabile di RedazioneFilippo Anelli

Comitato di RedazioneFilippo Anelli, Franco Lavalle, Antonio Martiradonna, Nicola Esposito

Consiglio dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatridella Provincia di BariFilippo Anelli, Presidente

Franco Lavalle, Vice PresidenteNicola Esposito, SegretarioAntonio Martiradonna, TesoriereGiuseppe Ciracì, ConsigliereAntonio Amendola, ConsigliereMichele Bozzi ConsigliereGianvito Chiarello, ConsigliereGiuseppe D’Auria, ConsigliereMichele De Fazio, ConsigliereGiuseppe De Rosa, ConsigliereDonato R. Iannuzziello, ConsiglierePatrizia Liguori, ConsigliereRoberto Russo, ConsiglierePietro Scalera, ConsigliereSalvatore Schiavone, ConsigliereGiovanni Battista Sportelli, Consigliere

Collegio dei Revisori dei ContiSebastiano Di Bari, PresidenteEnrico Ranieri, RevisoreAngelo Pio Villani, RevisoreAugusto Agostini, Rev. Supplente

Commissione OdontoiatriCristian Intini, PresidenteAntonio Angelo Secondo Agea, ComponenteGianvito Chiarello, ComponenteNicola Esposito, ComponenteChiara Fiandaca, Componente

Redazione e pubblicitàKibrit & Calce

Progetto grafico ed editorialeKibrit & Calce

StampaMaster Printing srlSpedizione in abbonamento postale10.000 copie inviate

Associato all’USPIUnione Stampa Periodica Italiana

Contributi fotograficiFilippo Antonelli, Vittorio Arcieri, Foto Banca Immagine

Hanno collaborato:Filippo Anelli, Roberta Franceschetti,Franco Lavalle, Francesco Verbaro,Maurizio Benato, Alberto Oliveti,Paolo Livrea, Gianvito Chiarello, Rocco Guerra, Ernesto BajAntonio Velluto, Osservatorio Giovani Professionisti, Nino Messina,Giacomo Milillo, Riccardo Cassi,Costantino Troise, Giancarlo Tricarico

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Giugno 2014 | Notiziario | 15

PREVIDEnZA 31. La crisi delle pensioni colpisce anche i medicidi Francesco Verbaro

SISTEMA SAnITARIO E PROFESSIOnE 36. Medico, sii artefice del cambiamento che vuoi vedere nella sanitàdi Maurizio Benato

PREVIDEnZA 40. Un futuro migliore per i neolaureati di Alberto Oliveti

FORMAZIOnE44. Ripensare gli obiettivi formativi dei giovani medici di Paolo Livrea

FORMAZIOnE54. Aboliamo il numero chiuso, anzi no, via i test di ammissione! di Gianvito Chiarello

FOTORACCOnTO59. Voglio una vita da specializzandodi Rocco Guerra

EDITORIALE5. Un nuovo modello culturale per ripensare la programmazione di Filippo Anelli

COnGRESSO nAZIOnALE FnOMCeO12. Un’attesa lunga...una professionedi Franco Lavalle

InTERVISTA A BEATRICE LOREnZIn17. Non esiste sanità di domani senza professione medicadi Roberta Franceschetti

20. ULTIME DALL’OMCeO

21. AGEnDA

PREMIAZIOnE22. Istituita la Giornata della Ricerca dall’Ordine dei Medici di Bari

23. nOTIZIE In PILLOLE

27. LA MEDICInA COM’ERA

InTERVISTA A AMEDEO BIAnCO29. Prove tecniche di sintonizzazionedi Roberta Franceschetti

CEOM68. L’europa si incontra a Baria cura della redazione

MOBILITà70. Esportiamo medici e importiamo infermieri di Ernesto Baj

GIOVAnI74. Va dove ti porta la medicina a cura della redazione

81. Attacco al futuro. Storia di una sfida chesi può vinceredi Antonio Velluto

OSSERVATORIO GIOVAnI85. La FNOMCeO si confronta con le nuove leveA cura dell’Osservatorio Giovani Professionisti FNOMCeO

ETICA E MEDICInA88. Coniugare la cura con l’esperienza del dono. E il fare con l’impararedi Nino Messina

FIMMG92. Quali percorsi per la Medicina Generale?di Giacomo Milillo

CIMO ASMD96. Il medico torni al centro delle curedi Riccardo Cassi

AnAAO ASSOMED98. Fabbisogni e accesso al lavoro. Il futuro è un’emergenzadi Costantino Troise

102. ARTE E MEDICInA

104. nOVITà LEGISLATIVE a cura di Giancarlo Tricarico

106. nOVITà PREVIDEnZIALIa cura di Enpam

108. nOTIZIE DAL MOnDO

110. nOTIZIE DALL’AIFAa cura di Giancarlo Tricarico

112. BAnDI FORMAZIOnE E OPPORTUnITà

113. CERCA/TROVA

114. ThERE’S An APP FOR ThAT!

S O M M A R I O

FORSE NON TUTTI SANNO CHE...I ricercatori dell’Università di Copenaghen hanno studiato l’importanza psicologica della pausa caffè durante l’orario di lavoro. La ricerca scientifica danese, pubblicata sulla rivista «Symbolic Interaction», dimostra che la pausa caffè risulta fondamentale in termini di spazio di socializzazione, di cura dallo stress e dalla tensione giornaliera. Lo studio, condotto su un campione di dipendenti pubblici, ha dimostrato anche che la pausa caffè può facilitare la concentrazione sul lavoro.

59

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44

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16 | Notiziario | Giugno 2014

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Giugno 2014 | Notiziario | 17

L’ i n t e r V i s tA

di ROBERTA FRANCESCHETTI

non esiste sAnità

di doMAni senZA

Professione MediCA

In occasione del Convegno FNOMCeO

abbiamo chiesto al Ministro Lorenzin

quale futuro avrà la professione.

E cosa debbano aspettarsi

i giovani medici in merito a borse

di studio, percorsi formativi

ed emergenza precariato

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18 | Notiziario | Giugno 2014

Ministro, il Convegno nazionale

FNOMCeO di giugno sarà dedi-

cato ai giovani e al futuro della

professione. Il sistema sanitario italiano af-

fronta importanti cambiamenti strutturali.

Quale futuro avrà la professione medica

nella Sanità di domani?

Non esiste sanità di domani senza professio-

ne medica. Ogni prestazione che il SSN ero-

ga passa attraverso i professionisti che in esso

operano e in questi mesi in cui ho visitato

ospedali e strutture sanitarie ho avuto modo

di toccare con mano la dedizione, l’umanità e

l’alta professionalità degli operatori sanitari.

I cambiamenti in Sanità assai spesso partono

proprio dalla parte migliore e più innovativa

della medicina, capace di intercettare i biso-

gni dei cittadini e fornire risposte adeguate.

In un contesto nel quale il cittadino è sempre

più consapevole dei propri diritti e bisogni di

salute e nel quale il medico è affiancato da

altri professionisti, occorre superare schemi

ormai desueti, che ingessano la figura stessa

del medico e la appesantiscono di compiti

impropri, per riaffermare, invece, la centralità

dell’atto medico nella cura della persona.

Molti studenti di medicina sono preoccu-

pati per il numero insufficiente di borse di

specializzazione, entità delle borse inade-

guata, ingresso tardivo nel mondo del la-

voro rispetto alla media europea.

Che situazione li attenderà all’inizio del

nuovo anno accademico?

Il finanziamento delle scuole di specializza-

zione avviene attraverso fondi gestiti dal Mi-

nistero dell’economia e delle finanze.

Insieme al ministro Giannini, abbiamo rap-

presentato al Presidente del Consiglio la ne-

cessità di reperire ulteriori risorse per incre-

mentare il numero dei contratti di formazione

specialistica, a testimonianza del nostro im-

pegno per il reperimento di nuove risorse.

Come è noto, il problema è sorto perché con

la riforma delle scuole di specializzazione

(DM 1 agosto 1998) gli anni di corso sono

passati da 4 a 5 per tutte le specializzazioni

(6 per quelle di area chirurgica). Dallo scorso

anno, quindi, si è reso necessario finanziare

una coorte in più di specializzandi, senza che

a tale esigenza si accompagnasse un ulterio-

re stanziamento. Ritengo, tuttavia, che il ri-

corso a nuovi fondi da solo non è in grado di

risolvere il problema.

L’articolo 21 del decreto-legge 104 del 2013

come convertito dalla legge 128/2013, pre-

vede, infatti, la riduzione degli anni di corso

delle scuole di specializzazione, a eccezione

di quelle per le quali la direttiva europea

2005/36/UE prevede una durata minima di

cinque anni. Un’altra proposta per far fronte

al problema è contenuta nel disegno di legge

in materia sanitaria, presentato dal Governo

su mia proposta, attualmente all’esame della

Commissione Igiene e Sanità del Senato.

Un’altra criticità per i giovani medici è l’e-

mergenza precariato all’interno del siste-

ma sanitario nazionale.

Che iniziative ha intenzione di attuare per

far fronte alla precarizzazione?

La prima azione è sicuramente l’approvazio-

ne del decreto del Presidente del Consiglio

dei Ministri, in attuazione del decreto-legge

101/2013. La prossima settimana ci sarà un

incontro con le Organizzazioni sindacali su

questo provvedimento, prima della fase de-

finitiva di approvazione. L’obiettivo che ci

poniamo è, comunque, il superamento del

ricorso a forme di lavoro precario, che non

sono utili né ai medici, né alle stesse aziende.

Per tale motivo ne stiamo discutendo anche

con le Regioni nell’ambito del Patto per la

Salute.

Il caso EXPO 2015 ha riportato al centro

del dibattito il rapporto critico tra politica

e pubblica amministrazione. Come risol-

vere commistioni e ingerenze all’interno

in questi mesi in cui ho visitato ospedali

e strutture sanitarie ho avuto modo di toccare con mano la dedizione,

l’umanità e l’alta professionalità degli

operatori sanitari

PUnTIAMO AL SUPERAMEnTO DEL RICORSO A FORME DI LAVORO PRECARIO, ChE nOn SOnO UTILI nè AI MEDICI, nè ALLE STESSE AZIEnDE

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Giugno 2014 | Notiziario | 19

della Sanità?

Di recente ho avuto modo di ribadire il mio

pensiero su questo argomento: la politica

non deve entrare più nelle questioni tecni-

che, sanitarie e scientifiche.

In sanità ancor più che in altri ambiti è impre-

scindibile che vada avanti chi merita, perché

c’è di mezzo la salute e la vita delle persone.

Chi non vale deve andare a casa.

Se un euro sprecato nella pubblica ammini-

strazione è una cosa immorale, un euro spre-

cato in Sanità può avere conseguenze deva-

stanti e questo non lo possiamo permettere.

Per questo motivo ritengo importante l’isti-

tuzione di un Albo nazionale da cui attingere

le professionalità migliori.

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20 | Notiziario | Giugno 2014

LA FRAGILITà UMANA A CONVEGNOLo scorso 29 marzo 2014, all’Hotel Excelsior Bari, si è svolto il conve-gno “Antropologia della Medicina

nella nostra società post-moderna, un collegamen-to chiave!”, organ izzato da l l ’Ord ine dei Medici Chirurghi e degli Odon-toiatri del-la Provincia

di Bari e dall’Associazione Medici Cattolici Italiani. Ospiti il professor Bernard Ars, membro della Belgian Royal Society of Otorhinolaryngo-logy e curatore del volume “Euta-nasia. Sofferenza e dignità al cre-puscolo della vita” (Edizioni Ares, 2005), e Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari e Bitonto, e pre-sidente della Conferenza Episcopale pugliese. Il professor Bernard Ars ha approfondito la tematica della fra-gilità umana e dell’associazione fra i concetti di fragilità e cura, e, nello specifico, di cura medica in senso antropologico ed etico.

ECCO IL NUOVO CODICE. SPAZIO ALLE QUESTIONI BIOETICHEDopo sedici ore di consultazioni, centoquaranta votazioni, settanta emendamenti accolti sui trecen-to presentati, il 18 maggio scor-so il nuovo Codice Deontologico dei Medici è stato a larghissima maggioranza approvato dal Con-siglio Nazionale della Fnomceo. Il “Codice di Torino” nasce dopo

un’amplissima consultazione, este-sa questa volta anche a soggetti esterni – Bioeticisti, Giuristi, Società Scientifiche, Organizzazioni Sinda-cali, Associazionismo Sociale - e con un’attivissima partecipazione dei presidenti d’Ordine e Cao alla definizione del testo. Proprio questa partecipazione ha fatto sì che i più importanti articoli – il 3 e 13, che de-finiscono le Competenze del medi-co, i nuovi articoli 77, sulla Medicina Militare, 78, sulla Cybermedicine, 79, sulla partecipazione all’Organiz-zazione sanitaria – siano stati appro-vati con percentuali di “sì” superiori al novanta per cento. Sull’articolo 67, riguardante la Lotta all’abusi-vismo, si è raggiunta l’unanimità. Quattro gli articoli inediti, ciascuno corrispondente a una questione bio-etica mai affrontata prima: la Medi-cina Potenziativa (Art. 76) - volta non a curare ma a migliorare lo stato di benessere, sino a superare gli stessi limiti della natura - la Medicina Mi-litare, articolo condiviso con il mi-nistero della Difesa, l’applicazione Tecnologie informatiche alla Sanità, la partecipazione del Medico alle Organizzazioni sanitarie. Ma anche un occhio più attento all’Ambiente, alla prevenzione del Rischio clinico e alla Sicurezza delle cure, al control-lo del Dolore e alle Cure palliative, alle Competenze professionali, alla Lotta all’abusivismo, al Consenso Informato. Torna, in alcuni articoli, il termine “Paziente”, in una prima versione del testo sostituito sem-pre da “Persona assistita”. E ciò per dare coerenza al cambio di paradig-ma della Medicina moderna, che passa da esclusiva azione di cura della Malattia, a quella più vasta di promozione e tutela della Salute. La scelta dell’Assemblea specifica ancor meglio questa vera e propria

“Rivoluzione copernicana”, mante-nendo la parola “Paziente” quando si parla di “Cure”, e introducendo “Persona assistita” negli articoli di più ampia accezione.

CAPRI ESPIATORI PER TAPPARE LE FALLE DEL SISTEMALo scorso aprile la collega Caterina Pesce si è trovata al centro di una bufera mediatica, per una presunta mancata assistenza ad una paziente affetta da SLA. In quell’occasione l’Ordine ha preso posizione sulla stampa per chiarire una situazio-ne in cui il medico rischiava di di-ventare per l’ennesima volta capro espiatorio delle criticità del sistema sanitario.L’Unità operativa “Assistenza pa-zienti fragili” attivata dalla Regione prevede che il paziente affetto da SLA possa richiedere attraverso il medico di famiglia, per manovre invasive come la sostituzione di una cannula, l’intervento dell’anestesista di riferimento, previa autorizzazio-ne del Distretto. Non è previsto un sistema di gestione dell’urgenza di competenza specialistica, né è pre-vista la reperibilità degli anestesisti.Sono solo due però gli anestesisti ri-animatori dedicati all’assistenza do-miciliare di pazienti complessi, con gravi patologie degenerative forte-mente invalidanti, costretti a letto e assistiti a domicilio. Gli specialisti intervengono esclusivamente su ri-chiesta del Medico di famiglia che tramite il servizio di Assistenza Do-miciliare Integrata dei vari Distretti Socio Sanitari avanzano le richieste, secondo il modello degli interven-ti programmati, di elezione. Per le emergenze interviene invece il 118,

U LT I M E D A L L’ O M C e O

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Giugno 2014 | Notiziario | 21

come su tutto il territorio naziona-le. Non esiste quindi un sistema di reperibilità, né una rete organizzata per gestire le urgenze di competen-za specialistica.Il fatto che ci sia un cellulare accesso e raggiungibile 24 ore su 24 è frutto della grande disponibilità dei medi-ci anestesisti di riferimento, che di fronte a situazioni complesse e criti-che come quelle dei pazienti di SLA, fanno in modo che ci sia sempre uno specialista pronto a rispondere. Non c’è un protocollo, non c’è un siste-ma organizzato di gestione dell’e-mergenza, ma solo la buona volontà e il senso del dovere di professio-nisti che si mettono a disposizione dei pazienti, ma anche al medico di famiglia, all’infermiere, al 118 stes-so, volontariamente, per consulenze telefoniche “24 ore su 24”. Come ha fatto in quell’occasione la collega Caterina Pesce, che non era di tur-no, né reperibile.è chiaro che una gestione “infor-male” così organizzata non può far fronte sempre ad ogni tipo di richie-sta. Servirebbe invece una rete or-ganizzata di gestione dell’urgenza di carattere specialistico per tutti i pazienti “fragili” che richiedono assistenza domiciliare, con profes-sionisti in turno di guardia o in re-peribilità.Alle carenze di sistema finora si è supplito con la buona volontà e la disponibilità dei medici, che fanno costantemente appello ai principi etici della professione per garantire i diritti dei pazienti. In questa sto-ria c’è un medico che ha preso due giorni di ferie e si è preoccupato di lasciare il proprio cellulare ad una collega in modo che i propri pazien-ti non fossero lasciati soli e avessero uno specialista in ascolto, c’è un al-tro medico che pur non essendo re-peribile ha risposto ad una chiamata e c’è un terzo medico che è interve-nuto su base volontaria per risolvere il problema.In questa vicenda dolorosa c’è sicu-ramente un equivoco che riguarda i meccanismi di funzionamento del sistema, per cui la famiglia si aspet-tava giustamente un intervento ope-rativo, ma interloquiva con un medi-

co che in quel momento non poteva garantire altro che un supporto te-lefonico. Ma l’aspetto paradossale è che ancora una volta vengano scari-cati sui medici i malfunzionamenti e le lacune del sistema, che finora ha retto proprio grazie alla loro capaci-tà di andare oltre le regole scritte e di guardare invece ai bisogni delle persone che si trovano di fronte.

AL VIA IL PROGETTO “DUE MANI SUL TORACE TI SALVANO LA VITA”è stato presentato lo scorso 2 mag-gio, presso la Sala conferenze del Monastero di San Benedetto di Conversano, il progetto “Due mani sul torace ti salvano la vita”, che punta all’inserimento delle tecniche di primo soccorso come materia di insegnamento nei programmi cur-riculari delle scuole. Al progetto, promosso a livello nazionale dall’As-sociazione Messaggio per la Vita Onlus, hanno aderito l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoia-tri della Provincia di Bari e l’IISS D. Morea – s. De Lilla di Conversano, in collaborazione con la Direzione della Centrale Operativa sistema 118 – ASL Taranto, della Direzione della Centrale Operativa sistema 118 - ASL Bari, e dell’Unità Opera-tiva di Cardiologia dell’Ospedale di Monopoli. “Due mani sul torace ti salvano la vita” prevede un percor-

so formativo per i docenti di Scien-ze Motorie sulle tecniche del mas-saggio cardiaco attraverso incontri teorico-operativi che li mettano in grado di attivare con i propri alunni un percorso di educazione sanitaria relativo al primo soccorso.

16 giugno 2014Seminario di medicina legale: “Paleoradiologia: un occhio

sul passato anche non tanto remoto”.

POLICLINICO DI BARIAULA “MARIO ADAMO”

DELL’ IStItUtO DI MEDICINA LEgALE

da maggio a ottobre 2014

Corso di formazione per operatori dei Metodi Naturali

per la regolazione della fertilitàUNIvERSItà

DEgLI StUDI DI BARI

12 luglio 2014Scuola di formazione ARIRIpresso la sede ARIRI, BARI

A G E N D A

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22 | Notiziario | Giugno 2014

Istituita la Giornata della Ricerca dall ’Ordine dei Medici di Bari

Premiate dall’OMCeO le migliori pubblicazioni scientifiche,

e le migliori tesi del corso di Medicina Generale

Il problema della condizione generale nella quale si tro-

vano ad operare, oggi, i giovani colleghi ha da sempre

preoccupato la comunità medica nazionale, e l’Ordine

dei Medici di Bari non poteva pensarla diversamente.

Questa preoccupazione per il futuro della Professione,

ha spinto il Consiglio dell’Ordine a varare iniziative che

dimostrassero una concreta vicinanza al problema. Già

dallo scorso anno si era pensato di supportare i colleghi

che terminavano il corso triennale di Medicina Genera-

le istituendo un Premio per la migliore tesi. Quest’anno

il Consiglio, su proposta del vicepresidente, ha delibe-

rato l’istituzione della Giornata della Ricerca, il giorno

21 maggio 2014. Si è pensato di dare visibilità ai tanti

giovani colleghi che, con indubbia dedizione e sacrificio,

svolgono questo importante compito in favore del pro-

gresso scientifico e della Professione.

Per l’occasione si è deciso di istituire un riconoscimento,

il Premio OMCeO Bari per la Ricerca, riservato ai colle-

ghi sotto i 40 anni che svolgono ricerca a pieno titolo. Si

è pensato, in questo modo, non solo di dare un ricono-

scimento formale all’operato dei colleghi, ma di fornire,

nel contempo, una attestazione di pregio che, inserita in

un curriculum ancora non corposo, possa dare il metro

della qualità espressa in ambito scientifico da parte di un

medico giovane. Per la valutazione dei lavori – ne sono

pervenuti ben 36 – è stata costituita una Commissione

di alto valore scientifico. Oltre al presidente dell’Ordine

dottor Filippo Anelli, al vicepresidente dottor Franco La-

valle e al presidente CAO dottor Cristian Intini, ne hanno

fatto parte il prof. Paolo Livrea, preside della Facoltà di

Medicina e Chirurgia, il delegato del rettore per la Ricer-

ca prof. Angelo Vacca, il direttore scientifico dell’IRCCS

Oncologico prof. Antonio Moschetta, il direttore di Chi-

rurgia generale universitaria prof. Vincenzo Memeo, il

direttore di Medicina interna universitaria prof. Nicola

Palasciano e il direttore di Animazione e Rianimazione

universitaria prof. Tommaso Fiore.

La commissione, riunitasi il 12 maggio, ha valutato i lavo-

ri presentati in maniera selettiva e con rigore scientifico

e, al termine, ha decretato la graduatoria di merito e due

menzioni particolari a giovanissimi colleghi che, sebbe-

ne non vincitori, hanno dimostrato grande attitudine alla

ricerca. Questi i nomi dei sei finalisti, premiati con il pri-

mo, il secondo e il terzo posto ex aequo: M. Vacca, P.

Iaffaldano, S. D’Amore, C. Minoia, A. Leonardini e M.C.

Romanelli. Le due Menzioni speciali della commissione

vanno invece ad A. Solimando e M.N. D’Errico.

Nella stessa giornata si è svolta anche la selezione del-

le migliori tesi del corso triennale di Medicina Genera-

le per il triennio al 2013. La commissione, formata dal

presidente dottor Anelli, dal vicepresidente dottor La-

valle, dal preside prof. Livrea, dai direttori dei corsi della

Scuola di Medicina Generale - Scalera, Bufano, Genchi,

Sportelli, Zamparella e Velluto – dopo attenta valutazio-

ne delle 40 tesi presentate, ha selezionato i lavori dei tre

vincitori: il dottor G. Dilorenzo, la dottoressa M.R. Bellot-

ta e la dottoressa A.L. Aprile.

I premiati di entrambe le manifestazioni hanno ricevuto i

riconoscimenti durante la manifestazione della Giornata

della Ricerca istituita dall’OMCeO Bari che si è svolta il

giorno 21 maggio 2014 presso l’Aula Magna “G. De Be-

nedictis”, alla presenza del Consiglio dell’Ordine e delle

commissioni giudicatrici. Il Presidente e tutto il Consi-

glio, soddisfatti per l’apprezzamento generale e l’esito

felice della manifestazione, nell’augurare le migliori for-

tune a tutti i giovani colleghi, hanno espresso la speranza

che questa iniziativa possa proseguire anche negli anni

a venire.

P R E M I A Z I O N E

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Giugno 2014 | Notiziario | 23

UN MICROCHIP PER STANARE LE METASTASIè frutto della scoperta di un team di ricerca composto da ingegne-ri e ricercatori del Laboratorio di Ingegneria Cellulare e Tissutale dell’IRCCS Galeazzi, il Politecnico di Milano e il MIT di Boston, un nuo-vo microchip che potrebbe aiutare a capire meglio come si diffondono le metastasi tumorali. Si tratta di un modello tridimensionale che uti-lizzando cellule umane chiarisce il processo attraverso cui si sviluppa-no le metastasi del cancro al seno. La portata innovativa di questo mo-dello tridimensionale è la capacità di riprodurre il microambiente del tessuto umano e l’espansione del-le cellule tumorali fino al tessuto osseo, come spiega l’ing. Simone Bersini, autore della ricerca, che sot-tolinea come questo nuovo model-lo possa così limitare la sperimen-tazione animale ma anche essere fondamentale per la produzione di farmaci più efficaci. Lo studio, con-siderato estremamente innovativo, è stato pubblicato sulla rivista Bio-materials e ripreso dal settimanale internazionale The Economist.

LA POVERTà SANITARIA AUMENTA. ANCHE A BARISono allarmanti i dati comunicati dalla Fondazione Banco Farma-ceutico in merito al fabbisogno di medicinali nel capoluogo pugliese per l’anno 2014. A renderlo noto è lo stesso Francesco Di Molfetta, delegato della Fondazione per le aree di Bari e Bat, che parla di una situazione di disagio crescente che colpisce anziani e famiglie. Alla Fondazione Banco Farmaceutico arrivano periodicamente richieste di medicinali da parte dell’Associazio-ne Promozione Sociale Migrantes, il Centro Medico Beato Giacomo, la Comunità di Sant’Egidio, il Gruppo Missionario Parrocchia S.Gerardo Maiella e la Caritas. Nei primi mesi del 2014 la media per ogni ente è

passata da 179 confezioni nel 2013 alle 254 attuali, a testimonianza di una difficoltà crescente nell’acqui-sto dei farmaci da parte di famiglie e individui in situazioni di indigenza. Di contro, i dati della Giornata di raccolta 2014 dedicata alla raccolta di farmaci, parlano di una generosi-tà e solidarietà crescente da parte dei cittadini.

DISTURBI DELLA SESSUALITà, DAI MMG UNA MANO PER CONTRASTARLI16 milioni di Italiani soffrirebbero di disturbi legati alla sfera della sessua-lità. Tra loro è in crescente aumento il numero di coloro che scelgono di acquistare farmaci online per af-frontare il problema. Per que-

N O T I Z I E I N P I L L L E

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24 | Notiziario | Giugno 2014

sto motivo, la Federazione Italiana di Medici di Medicina Generale ha scelto di sostenere i propri pazienti, informandosi anche sulla loro salu-te sessuale. I dati sono certamente preoccupanti, anche perché spesso questi possono essere indici di pa-tologie di natura cardiovascolare, o legati al diabete e alla depressione. Giacomo Milillo, segretario genera-le della FIMMG spiega perché sia utile investigare a tutto tondo la sa-lute dei propri pazienti, proprio per evitare o contrastare lo sviluppo di patologie più gravi, ma anche per evitare l’utilizzo di cure fai da te da parte di coloro nutrono ancora forte imbarazzo a discutere di problemi concernenti la sfera sessuale. Da queste considerazioni è nata così l’idea di somministrare un questio-nario specifico che possa aiutare i MMG a capire se i pazienti soffra-no di disturbi di questo tipo. Allo stesso tempo, verranno organizzati corsi di formazione per i medici per aiutarli a trattare l’argomento in ma-niera adeguata con i propri pazienti.

ARRIVA POLITICKET, IL NUOVO SISTEMA PER MIGLIORARE I SERVIZI SANITARI

Si chiama Politicket il nuovo sistema di pagamento automatizzato del Policlinico di Bari che vuole rivolu-zionare il sistema sanitario locale. Si tratta di un sistema elaborato dall’Azienda Ospedaliera e dalla Banca Popolare di Bari per il paga-mento del ticket per le prestazioni sanitarie e le visite specialistiche, che ha lo scopo di ridurre il fenome-no delle code agli sportelli. Tre siti internet, quello del Policlinico, della Regione Puglia e della Banca Popo-

lare, o in alternativa i totem del CUP e gli sportelli bancomat permetto-no di pagare online o da diverse postazioni, i servizi sanitari di cui si ha necessità. Dopo Lombardia, Liguria e Toscana, il Policlinico è la prima struttura ospedaliera del Sud a dotarsi di un sistema innovativo di questo genere.

SCOPRIRE L’ALZHEIMER CON UN VIDEOGIOCOSono sorprendenti i risultati dei test sull’utilizzo di una nuova app, sviluppata negli Stati Uniti per smartphone e tablet, che sarebbe in grado di diagnosticare l’insor-genza dell’Alzheimer e altre pato-logie neurodegenerative. Si tratta di un gioco, sviluppato dalla star-tup Akili Interactive Labs, dal nome Project:Evo, che grazie ad un alieno da controllare, è in grado di attiva-re in chi lo guida, quella che viene chiamata elaborazione di interferen-za, nota per essere la funzione che prima di altre subisce delle muta-zioni in presenza di problemi neuro-logici. Il gioco riesce a raccogliere attraverso il sistema dati in tempo reale. Per questo è considerato una vera innovazione per la diagnosi dell’Alzheimer, oggi possibile solo attraverso una Pet, un esame al cer-vello particolarmente costoso. At-

tualmente, l’app è in fase di test per poter essere riconosciuta come di-spositivo medico dalla FDA, la Food and Drug Administration.

IN SALA OPERATORIA CON I GOOGLE GLASSDall’Istituto Humanitas di Rozzano (Milano) arriva la notizia dell’utiliz-zo della nuova creatura prodotta da Google, gli ormai noti Google Glass, in sala operatoria. Gli occhia-li virtuali attraverso cui è possibile raccogliere e visualizzare informa-zioni sul paziente in fase chirurgica, si sono rivelati particolarmente uti-li, non soltanto per i medici che in questo modo potevano fotografare e filmare tutto, ma anche per gli specialisti che li assistevano in di-retta in sala training. I Google Glass sono stati utilizzati dal medico chi-rurgo dell’Humanitas in occasione di un corso di emodinamica e car-diologia interventistica.

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Giugno 2014 | Notiziario | 25

RACCONTARE LA MALATTIA CON L’AIUTO DEL WEBUn grande progetto sulla medicina narrativa, che racchiude tante storie, ognuna delle quali racconta un per-corso di vita e di malattia. Questo e molto altro è il portale omniweb.org dell’Osservatorio medicina narrativa italiano, che raccoglie le storie dei malati, attraverso i loro racconti, ma anche con il supporto documentale delle cartelle cliniche e i risultati di oltre 2500 questionari. Ma anche ”Viverla tutta”, l’iniziativa promos-sa da Repubblica.it, il sito internet del noto quotidiano nazionale, che sulle proprie pagine ha messo a di-sposizione uno spazio per dare voce alle storie dei pazienti. Il progetto si colloca all’interno di un programma più vasto che porterà alla realizza-zione di un convegno, a cui lavora-no esperti del Centro nazionale ma-lattie rare dell’Istituto superiore di sanità, Azienda sanitaria di Firenze e Società Europea di Sociologia della salute, con il sostegno di Pfizer. La conferenza sarà un momento im-portante nella quale si evidenzierà l’utilità, a tutti i livelli, della medici-na narrativa, ma anche la presenta-zione delle “Linee di indirizzo della

medicina narrativa in ambito clinico-assistenziale per le malattie rare e cronico-degenerative”. Importantis-simo il ruolo dei blogger nella diffu-sione della attività, che offre nume-rosi esempi in tutte le strutture del territorio nazionale, da nord a sud, a testimonianza della consapevolez-za dell’utilità della pratica narrativa, per i pazienti, ma anche per tutti coloro sono coinvolti nella gestione della malattia.

RIDERE AIUTA LA MEMORIAPuò una risata aiutare a migliorare la memoria? A quanto pare, sì, o alme-no stando a quello che ipotizza una ricerca statunitense. Secondo i risul-tati di uno studio effettuato dai ricer-catori della Loma Linda University di San Diego che hanno testato diversi livelli di cortisolo - il cosiddetto or-mone dello stress - quanto questo è meno presente, tanto migliori sono le prestazioni mnemoniche. L’espe-rimento, condotto su due gruppi diversi di pazienti, ha mostrato che coloro i quali erano sottoposti ai test in seguito alla visione di filmati divertenti, davano risultati migliori in termini di perfomance della me-moria, rispetto ai pazienti che non

visionavano alcun filmato. Oltre a ri-durre il cortisolo, ridere favorirebbe il rilascio delle endorfine e dopami-ne, dando un senso di piacere. Ma non solo, farsi una risata aiuterebbe a ridurre la pressione del sangue e migliorarne il flusso.

PREVENIRE L’ICTUS CON GLI ULTRASUONIL’ictus rappresenta una delle due cause di morte più frequenti legate a problemi cardiovascolari, insieme all’infarto. è noto che questo avvie-ne a causa della rottura della plac-ca arteriosa. Le tecnologie attuali, che sfruttano gli ultrasuoni, ad oggi sono in grado solo di identificare la presenza di tale placca nelle ar-terie ma non di stabilire se questa è a rischio rottura. Ma un nuovo di-spositivo, elaborato nella facoltà di ingegneria biomedica della North Carolina State University, e basato sempre sugli ultrasuoni, potrebbe arginare i limiti delle tecnologie at-tuali. Il dispositivo infatti, sfruttereb-be una doppia frequenza intrava-scolare che grazie ad un trasduttore ad ultrasuoni, può trasmettere e ri-cevere segnali, rendendo più facile verificare gli agenti di contrasto e le microbolle. Ad oggi i risultati della sua applicazione sono promettenti, ma il team guidato dal dott. Jian-guo Ma, si è preso del tempo per migliorarlo in vista di una sua futura applicazione.

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26 | Notiziario | Giugno 2014

L’EURO HEALTH CONSUMER INDEX 2013L’Euro Health Consumer Index stila una classifica dei sistemi sanitari eu-ropei, prendendo in considerazio-ne sei aree essenziali per la salute dei pazienti: i diritti dei pazienti e la trasparenza delle informazioni, i tempi d’attesa, la qualità del servi-zio, gli esiti ospedalieri, le cure far-maceutiche, la prevenzione. L’indice è ricavato combinando statistiche ufficiali, sondaggi fra i pazienti, e ri-cerche di istituti indipendenti, ed è pubblicato annualmente dall’Health Consumer Powerhouse, agenzia indipendente svedese. L’Italia è al 21esimo posto.

1. Olanda2. Svizzera3. Islanda4. Danimarca5. Norvegia6. Belgio7. Germania8. Lussemburgo9. Francia10. Finlandia11. Svezia12. Austria13. Scozia14. Regno Unito15. Irlanda16. Repubblica Ceca17. Portogallo18. Slovenia19. Spagna20. Croazia21. Italia22. Slovacchia23. Estonia24. Lituania25. Cipro26. Grecia27. Malta28. Macedonia29. Ungheria30. Albania31. Bulgaria32. Polonia33. Lettonia34. Romania35. Serbia

DICA 33, GUARDANDO LA WEBCAMLe nuove tecnologie di comunica-zione, si sa, hanno rivoluzionato e continuano a rivoluzionare interi settori, non da ultimo quello me-dicale. Di app - molte delle quali sviluppate proprio da istituzioni sa-nitarie - sono pieni gli store online, ma il governo del regno Unito è an-dato oltre. Il premier inglese David Cameron ha da poco annunciato l’avvio di un progetto sperimentale che coinvolgerà un medico su otto, e che consentirà di visitare i pazienti attraverso l’uso di Skype. In questo modo chi non potrà recarsi dal pro-prio dottore, perché impossibilitato a causa di vari motivi, potrà riceve-re comunque assistenza medica. La nuova politica ovviamente ha in-contrato critiche e favori da diverse parti, ma il governo si dice certo che questo passo aiuterà a rendere mi-gliore e più efficiente l’intero sistema sanitario, e in primis, la gestione dei pronto soccorsi, che nel weekend sono sempre particolarmente affol-lati, rallentando il lavoro del perso-nale medico e infermieristico.

1 MILIONE DI INTERVENTI DI CHIRURGIA ESTETICA NEL 2013Quasi un milione gli interventi este-tici eseguiti in Italia nel 2013. Da un’indagine condotta dall’Associa-zione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica tra circa 300 chirurghi pla-stici italiani, emerge come il 75% degli interventi sia costituito da trat-tamenti non chirurgici di medicina estetica, mentre il restante 25% da chirurgia plastica estetica. La fascia d’età più rappresentata tra i pazienti è quella dai 35 ai 50 anni che costi-tuiscono il 42% del totale. Di questi, il 34.81% sono donne. Nel 2013 i chirurghi plastici hanno anche ricevuto 5.100 richieste per interventi su minorenni. Gli inter-venti eseguiti, 2.603 (il 51% rispetto alle richieste) sono legati a proble-matiche funzionali o sociali (come otoplastica, rinoplastica, giganto-mastia). I fenomeni dei “baby bo-obs” e “baby tox” non riguardano invece l’Italia: non si registra infatti nessun intervento di aumento del seno o tossina botulinica tra i minori di 18 anni.

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Giugno 2014 | Notiziario | 27

la medicinacom’era...LA BAMBOLA DEL MEDICO CINESEFino al XIX secolo, il medico cinese non aveva il diritto di guardare o toccare il corpo di una sua paziente perciò per formulare una diagnosi doveva fare ricorso ad una statuina rappresentante un nudo femminile: su questa la paziente in-dicava il punto dove aveva un dolore o un disturbo. Alcune di queste statuine sono delle vere e proprie opere d’arte, perfette in ogni dettaglio; caratteristica abbastanza standar-dizzata è la posizione del corpo: è adagiato a trequarti su un supporto solitamente in legno, un braccio è appoggiato dietro la nuca, l’altro è ripiegato poco sotto il seno o lungo il corpo ed è quasi sempre ornato con un bracciale, i piedi sono calzati da minuscole scarpe (in quell’epoca in Cina era in uso la deformazione del piede femminile a scopo esteti-co). Il medico ricco possedeva una statuina in avorio, quello povero doveva accontentarsi di una in legno o in ceramica. Queste “bambole medicali” sono rare e molto ricercate dai collezionisti.

ACQUAVITE E IMPIASTRI DI MALVA PER CURARE IL MAL DI DENTITra le varie branche della medicina-chirurgia, l’odontoiatria storicamente era la meno considerata: la terapia si è a lungo limitata all’estrazione dei denti e non alla loro conservazione ed era affidata a dei cavadenti-ciarlatani che giravano da un paese all’altro in occasione dei mercati e su di un palco im-provvisato esercitavano pubblicamente la loro arte. Spesso gli interventi erano accompagnati da suonatori che doveva-no fare il maggior chiasso possibile per richiamare clienti ma soprattutto per mascherare le urla dei malcapitati pazienti.I dipinti caricaturali che rappresentano i cavadenti in azione sono numerosi e spesso feroci: decisamente questi perso-naggi non erano molto amati nemmeno dai pittori. Gli stru-menti usati dai cavadenti nel 1700 e nei primi anni del 1800 erano piuttosto semplici e rudimentali: le pinze erano poco usate perché non erano ben sagomate e non garantivano una presa efficace del dente; si usava soprattutto uno stru-mento chiamato Pélican che permetteva di scalzare il dente

per mezzo di un meccanismo a leva. Ovviamente le estrazioni erano praticate senza anestesia e il mal di denti era curato empiricamente con impiastri di malva, con qualche bicchiere di vino o di acquavite o con pozioni a base di erbe.

LA SIRINGA, DA WOOD A CHARRIèRE TRA MIDOLLO DI SAMBUCO E ROCCHETTI DI COTONELa siringa come noi oggi la concepiamo è stata inventata quasi contemporaneamente verso il 1850 dallo scozzese Alexander Wood - che la usava per iniettare sottocute della morfina in pazienti affetti da nevralgie croniche - e dal francese Charles Gabriel Pravaz - che invece si serviva di questo strumento per introdurre del percloruro di ferro nelle sacche aneurismatiche allo scopo di ridurle mediante la coagulazione. La siringa di Pravaz era in vetro e l’avanzamento del pistone era regolato da un sistema a vite: ruotando la farfalla si poteva dosare la quantità di liquido da iniettare; il pistone era formato da di-schi di cuoio, sulla punta era avvitato un trocart. Il costruttore francese di strumenti chirurgici Frédéric Charrière apportò al-cune modifiche: il corpo della siringa divenne smontabile, il pistone fu realizzato oltre che con dischi di cuoio anche con midollo di sambuco o rocchetti di cotone pressato ed infine il trocart fu sostituito da un lungo e sottile cilindro cavo tagliato di sbieco sulla punta, del tutto simile agli aghi moderni.

IL SEGRETO DEL FORCIPEIl forcipe è stato ideato e realizzato da alcuni componenti della famiglia inglese dei Chamberlen intorno al 1670; per paura che il loro strumento venisse copiato fu mantenuto ri-gorosamente il segreto sulla sua costruzione. Molti anni più tardi vennero ritrovati casualmente alcuni forcipi nell’armadio di una casa a suo tempo abi-tata dai Chamberlen; da quel momento il forcipe si diffuse velocemente. In particolare, si deve a André Levret (Francia) e William Smellie (Inghilterra) il suo perfezionamento attorno al 1750. Il forcipe Levret è molto lungo, un perno chiude le due branche e i manici terminano a uncino per una miglior trazione. Quello di Smellie è invece mol-to corto e tozzo con una chiusu-ra ad incastro.

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28 | Notiziario | Giugno 2014

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Giugno 2014 | Notiziario | 29

ProVe teCniChe di sintoniZZAZione

Amedeo Bianco, Presidente FNOMCeO, racconta perché

il Convegno nazionale di Bari sarà dedicato proprio ai giovani.

E quali sono le sfide del futuro per la professione e il sistema

sanitario nazionale. A partire dal riallineamento tra numero

di laureati e accesso a percorsi post-laurea

L’ i n t e r V i s tA

di ROBERTA FRANCESCHETTI

Il 13 e 14 giugno a Bari il Convegno na-

zionale FNOMCeO metterà al centro del

dibattito i giovani e il futuro della profes-

sione. Perché avete scelto proprio questo

tema?

Perché è uno dei temi fondamentali del pre-

sente e del prossimo futuro, soprattutto per

le criticità che pone. La formazione pre e

post laurea è un elemento chiave della ge-

stione del prossimo futuro.

I problemi sono ormai noti, a partire dal nu-

mero programmato degli accessi a medicina

che non incontra il favore dell’opinione pub-

blica perché viene vissuto come negazione

delle legittime ambizioni dei giovani e per-

ché attorno ai test di ingresso si è sviluppato

un clima di sfiducia anche a causa di casi di

cronaca amplificati dai media.

Tutti concordiamo sul fatto che un corso di

studi così lungo e così impegnativo sia per

le famiglie che per lo stato, a cui accede 1

studente su 7/8 di quelli che provano il test

di ingresso, debba sfociare nell’ingresso nel

mondo del lavoro. In base alla normativa at-

tuale l’80% dei posti di lavoro per i medici

richiedono anche il possesso di un titolo di

specializzazione o di formazione in MG, per

cui stiamo parlando di un percorso in tutto

di 10/12 anni. Il problema sta quindi nel riu-

scire a far corrispondere il gettito della

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30 | Notiziario | Giugno 2014

formazione con la possibilità di accesso alle

scuole di specializzazione.

Alcuni dei problemi maggiormente avverti-

ti dagli studenti di medicina sono rappre-

sentati dal numero insufficiente di borse di

studio, oltre che dalla precarizzazione del

mondo del lavoro. Come ritiene si debba

operare per evitare l’emorragia di giovani

laureati e giovani medici che si trasferiscono

all’estero per specializzarsi o per lavorare?

Ci troviamo di fronte ad un paradosso, perché

da un lato abbiamo la spinta per aumentare

il numero di accessi al corso di laurea in me-

dicina, dall’altro abbiamo laureati italiani che

prendono la strada dell’estero. Dal confronto

tra dati degli iscritti agli Albi e dati forniti da-

gli enti previdenziali emerge come esista un

piccolo esercito di riserva di professionisti, di

medici disoccupati o “paraoccupati”. Un al-

tro problema è rappresentato dalla necessità

di trovare una corrispondenza tra l’incremen-

to degli accessi a medicina degli ultimi anni,

che vedrà un picco di laureati tra il 2023 e

il 2028 e il numero di borse disponibili per

le scuole di specialità e quella del corso di

Medicina Generale. Anche in questo caso si

tratta di allineare i numeri. Si tratta quindi di

avere più fondi a disposizione o avere una di-

versa articolazione del sistema, che sfrutti le

strutture del sistema sanitario nazionale – con

un approccio formativo dell’”imparare facen-

do” – e di riuscire a intercettare fondi euro-

pei destinati alla formazione. Ci troviamo di

fronte alla necessità di mettere in atto un mix

di interventi che possano dare risposte con-

crete ai 10/15 mila nuovi professionisti che

usciranno dall’università nei prossimi anni. Il

cuore del convegno sta proprio nel cercare

di individuare strade che permettano di al-

lineare maggiormente percorsi formativi e

accesso al mondo del lavoro. Non possiamo

analizzare questi due fattori singolarmente.

Dobbiamo fare due passi indietro ed esami-

nare il problema nel suo complesso.

Quali sono le principali sfide che il siste-

ma sanitario dovrà affrontare dal punto di

vista del ruolo e del profilo professionale

dei medici?

La sfida principale che il sistema sanitario do-

vrà affrontare è quella di mantenere fede ai

principi di universalismo, equità e solidarietà.

Di fronte alla diffusione delle nuove tecnolo-

gie, allo sviluppo della conoscenza, alla tra-

sformazione delle organizzazioni sanitarie, si

pongono grandi questioni etiche e civili, che

possiamo raggruppare sotto il tema della

sostenibilità, non intesa in termini economici

ma come corrispondenza del sistema ai va-

lori etici della società. Qui entrano in gioco

quindi con un ruolo centrale le competenze

dei medici, che si manifestano non solo nelle

scelte tecniche, ma anche in quelle deonto-

logiche, che hanno un impatto etico e civile.

La salute non è la produzione banale di una

merce, ma un servizio carico di valore e di si-

gnificati, con un forte impatto sulla coesione

sociale.

Quale sarà il contributo che gli Ordini

dei medici potranno dare alle istituzioni

in questo campo e come immagina potrà

evolvere il ruolo degli Ordini in un sistema

sanitario che oggi affronta profondi cam-

biamenti?

Da anni stiamo inseguendo un progetto di

riforma legislativa degli Ordini. Il ruolo che

avranno sarà articolato su 3 punti fondamen-

tali. Quello notarile, di tenuta degli Albi, che

tutela la salute pubblica. Poi la promozione

costante della qualità professionale, attra-

verso la formazione e l’aggiornamento e nel

prossimo futuro anche la capacità di seguire

e qualificare lo sviluppo professionale garan-

tendo i cittadini affinché i medici abbiano una

valutazione continua delle loro competenze

tecniche, ma anche di altri aspetti come la

capacità di comunicazione. Infine, avranno il

compito disciplinare di verificare e sanziona-

re eventuali comportamenti scorretti.

dAL Confronto trA dAti degLi isCritti AgLi ALbi e dAti forniti dAgLi enti PreVidenZiALi eMerge CoMe esistA Un PiCCoLo eserCito di riserVA di Professionisti,

di MediCi disoCCUPAti o “PArAoCCUPAti”

in base alla normativa attuale l’80% dei posti di lavoro per i medici

richiedono anche il possesso di un titolo

di specializzazione o di formazione in Mg

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Giugno 2014 | Notiziario | 31

LA Crisi deLLe Pensioni CoLPisCe AnChe i MediCiIl mondo delle professioni è stato erroneamente considerato protetto dagli eventi

economici per la presenza degli Ordini. I dati Enpam rivelano invece che le nuove

generazioni di medici raggiungono un livello reddituale soddisfacente, in termini

di adeguatezza pensionistica, solo dopo i 42 anni. E sollecitano quindi un intervento

per affinare la programmazione dei corsi di studio e di specializzazione

P r e V i d e n Z A

I sistemi previdenziali contributivi e, in gene-

rale, le recenti riforme delle pensioni han-

no posto in evidenza, oggi più che in pas-

sato, il forte legame esistente tra previdenza

e mercato del lavoro. Rispetto a periodi sto-

rici in cui la previdenza si fondava su model-

li assistenziali di tipo retributivo, oggi con i

sistemi contributivi diventa importante la vita

biologica e professionale, sotto molti punti di

vista. Se la preoccupazione in passato si con-

centrava sugli ultimi anni di attività lavorativa,

adesso acquistano importanza la durata della

vita professionale, la continuità della carriera

professionale e l’andamento dei redditi. Ap-

pare chiaro che occuparsi di previdenza, sia

dal punto di vista della sostenibilità che dal

punto di vista dell’adeguatezza, significa ne-

cessariamente occuparsi di mercato del lavo-

ro. Occuparsi di mercato del lavoro vuol dire

a sua volta farsi carico di temi come l’occupa-

bilità e la “continuità biografica” e quindi di

tutte quelle misure e azioni che favoriscono

un celere ingresso nel mercato del lavoro e

la permanenza in esso nonostante i diversi

mutamenti nell’economia.

Se la visione della vita biografica era per

compartimenti stagni – per cui il momento

della formazione, il momento del lavoro e il

momento della previdenza erano ben distinti

e indipendenti – in un’economia globale, o

come direbbero alcuni studiosi in una “so-

cietà del rischio” o in una “società liquida”,

come quella odierna, l’interdipendenza tra

questi momenti della vita è forte e ineludibi-

le. La nostra previdenza dipenderà da come

sarà andata la nostra vita lavorativa e a sua

volta la nostra vita lavorativa dipenderà mol-

to probabilmente dall’adeguatezza e rispon-

denza delle nostre competenze rispetto alle

esigenze del mercato.

Tale visione integrata, vista a livello indivi-

duale, si riproduce in maniera generale a li-

vello di sistema, come ha ben evidenziato il

Libro Bianco Verso sistemi pensionistici

di FRANCESCO VERBARO

Francesco VerbaroDocente Scuola

nazionale della pubblica amministrazione,

Responsabile Osservatorio mercato del lavoro dell’Enpam

[email protected]

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32 | Notiziario | Giugno 2014

adeguati, sostenibili e sicuri in Europa, per gli

ulteriori effetti negativi che si potrebbero ave-

re sui bilanci pubblici e sui debiti sovrani in

termini di spesa assistenziale e sanitaria.

Il tema assume una particolare rilevanza per

i giovani, se pensiamo che le ultime genera-

zioni hanno assistito al cambio del sistema

previdenziale e quindi al passaggio al siste-

ma contributivo in un contesto di forte crisi

economica, con dei riflessi negativi, sia per

gli effetti del Pil sia per gli effetti del calo dei

redditi individuali. Lasciare le ultime genera-

zioni da sole, esposte ai mutamenti sociali e

istituzionali e alle crisi economiche, significa

rinunciare a qualsiasi intervento di welfare.

L’innalzamento dell’età pensionabile in pre-

senza di sistemi contributivi pone un proble-

ma di “copertura” delle singole carriere pro-

fessionali dal punto di vista dei rischi derivanti

dall’andamento del ciclo economico e dagli

eventi biologici e familiari. La riforma Fornero

delle pensioni contenuta nel Decreto Legge

201/2014 si è preoccupata di assicu-

rare la sostenibilità dei bilanci at-

tuariali delle casse di previdenza

dei professionisti a 50 anni, la-

sciando, però, un grande dubbio

generale, che riguarda soprattutto

la previdenza pubblica (Inps), circa la

sostenibilità economica e del merca-

to del lavoro.

L’adeguatezza e la sostenibi-

lità dei sistemi previdenzia-

li dipendono fortemente

dall’andamento dell’econo-

mia e del mercato del lavoro

del Paese e dello specifico

settore. Nel caso Italia, in via

generale occorre, ad esempio, re-

gistrare come patologie strutturali, che hanno

importanti riflessi economici e sociali, il tardivo

ingresso nel mercato del lavoro e il mismatch

tra domanda e offerta di lavoro (anche profes-

sionale) che vengono generati da un cattivo

orientamento, da una cattiva formazione, da

un’errata programmazione e da scelte miopi

sul reclutamento. Se infatti a livello europeo

sono molti i programmi e le azioni a supporto

di una active and healthy ageing, in Italia ci

troviamo con l’esigenza di dover anticipare

l’ingresso nel mercato del lavoro e la neces-

sità di una adeguata capacità reddituale. Ciò

vale non solo per i lavoratori dipendenti, ma

anche (e potremmo dire soprattutto) per i li-

beri professionisti e in particolare per quelli

dell’ambito sanitario il cui curriculum studi è

particolarmente lungo.

Il mondo delle professioni è stato erronea-

mente considerato protetto dagli eventi eco-

nomici a causa della presenza degli Ordini,

immaginando che questi rendessero immuni

i singoli medici dalla competitività e dagli

andamenti ciclici e recessivi del mercato del

lavoro. L’immagine dell’Ordine professionale

come barriera protettiva è quanto mai falsa

alla luce dell’analisi dei redditi e degli anda-

menti dei mercati professionali.

Se alla lunghezza del percorso di studi, ag-

giungiamo le incertezze del mercato e

dell’orientamento e quindi anche la cattiva

programmazione da parte delle istituzioni

pubbliche, come Ministero della salute e Re-

gioni, ci troviamo poi con dati sui redditi e

sulla adeguatezza previdenziale preoccupanti

soprattutto per le ultime generazioni. L’atten-

zione posta per la prima volta in Italia dall’En-

pam, cassa di previdenza dei medici, all’an-

damento del mercato del lavoro e quindi alle

transizioni dalla formazione al lavoro e dal la-

voro alla previdenza è quanto mai importante

e oggi necessaria. Il mondo del lavoro delle

professioni mediche sanitarie appare sempre

più incerto per una serie di volatilità comu-

ni al mondo delle professioni (impatto

LAsCiAre Le ULtiMe generAZioni dA soLe, esPoste Ai MUtAMenti soCiALi e istitUZionALi e ALLe Crisi eConoMiChe,

signifiCA rinUnCiAre A qUALsiAsi interVento di weLfAre

La nostra previdenza dipenderà da come sarà

andata la nostra vita lavorativa e a

sua volta la nostra vita lavorativa dipenderà molto probabilmente

dall’adeguatezza e rispondenza delle nostre competenze

rispetto alle esigenze del mercato

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Giugno 2014 | Notiziario | 33

YoUth gUArAntee: LA risPostA Ue ALLA disoCCUPAZione gioVAniLe

La Youth guarantee (garanzia giovani) è la risposta euro-

pea alla crisi dell’occupazione giovanile. il programma, che

prende forma nella raccomandazione del Consiglio dell’Unione

europea del 22 aprile 2013, mira ad un’offerta qualitativamente

valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tiro-

cinio, entro un periodo di quattro mesi dall’inizio della disoccu-

pazione o dall’uscita dal sistema d’istruzione formale.

La Youth guarantee concorre al raggiungimento degli obiettivi

della strategia europa 2020, in particolare di garantire l’occu-

pazione del 75% delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni.

tutti i Paesi dell’Ue, e in via prioritaria quelli con un tasso di

disoccupazione giovanile superiore al 25%, per il periodo 2014-

2020 riceveranno finanziamenti per l’attuazione di politiche atti-

ve di istruzione, formazione e inserimento nel mondo del lavoro

a favore dei giovani.

L’italia ha ottenuto un finanziamento di 1,5 miliardi di euro, al cui

concorso partecipano la Youth employment initiative, il fondo

sociale europeo e risorse nazionali.

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34 | Notiziario | Giugno 2014

stiMA differenZiALe trA LAUreAti in MediCinA (Anno) e Posti disPonibiLi neL Post LAUreA (Anno) 2013/2014 – 2010/2021

differenZiALe trA ACCessi A MediCinA (Anno) e Posti disPonibiLi neL Post LAUreA (Anno) – Anni ACCAdeMiCi 2006/2007 – 2013/2014 + stiMA 2014/2015 – 2020/2021

N.B. I dati sono stati raccolti analizzando i Decreti Ministeriali riguardanti la determinazione dei posti disponibili

per l’accesso al CdL in Medicina e Chirurgia e il contingente dei contratti di formazione specialistica e delle

borse di formazione specifica di medicina messi a concorso nel 2013 per l’accesso alla formazione post-laurea.

Per le stime dal 2014/2015 si fa riferimento a un finanziamento di 50 milioni per la formazione specialistica con

l’aggiunta di circa 927 borse già disponibili per i corsi triennali di medicina generale, ipotizzando la conferma

di tale dotazione per gli anni a venire. Per gli immatricolati dell’anno accademico 2013/2014 (candidati al test

nel 2019/2020) non sono stati contati i circa 2000 studenti che si stima siano stati ammessi a medicina dopo

la reintroduzione del bonus maturità, ai quali dovrebbero aggiungersi numerosi vincitori di ricorso in sede di

giustizia amministrativa. Importante anche sottolineare che dall’anno 2012/2013 con lo slittamento in avanti del

concorso ha partecipato al test una sessione di laureati in più. (Fonte: Comitato medici senza futuro)

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Giugno 2014 | Notiziario | 35

ICT, mobilità capitale umano, nuovi modelli

organizzativi industria sanitaria, riconosci-

mento europeo titoli di studio, ecc.) e ancor

più in presenza di istituzioni che si trovano a

dover cambiare frequentemente la program-

mazione a logiche di breve periodo, come il

risparmio o i piani di spending review in sa-

nità. I dati Enpam ci confermano che le ge-

nerazioni di medici più recenti raggiungono

il livello reddituale soddisfacente (in termini

di adeguatezza pensionistica e ferma restan-

do la continuità professionale) solo dopo i 42

anni di età. Troppo tardi quindi. A questo si

aggiungano le decisioni, di fronte al numero

chiuso delle iscrizioni alle Facoltà di Medicina,

del Ministero dell’economia e delle finanze di

ridurre il contingente dei contratti di forma-

zione specialistica e delle borse di formazio-

ne specifica di medicina rispetto al numero

dei laureati, come è possibile vedere dai dati

elaborati dal Comitato “medici senza futuro”

che ha raccolto le diverse sigle delle associa-

zioni dei giovani medici.

Pertanto mentre il Governo si preoccupa, con

programmi comunitari come la Youth Guaran-

tee, di anticipare in generale l’ingresso dei

giovani under 25 nel mercato del lavoro, nel

campo delle professioni sanitarie ci troviamo

a dover ritardare l’ingresso di giovani laureati

o a facilitare la loro mobilità in altri Paesi, per-

dendo l’investimento in formazione effettuato

in Italia.

I dati che si riportano ci mostrano un forte ac-

cumulo di giovani che tarderanno ad accede-

re (o non entreranno in Italia) alla professione

medica. Mentre occorrerebbe valutare con

attenzione l’impatto delle nuove tecnologie

sull’organizzazione del lavoro medico e l’im-

patto della mobilità professionale in entrata e

in uscita sulla base demografica professionale

– aspetti su cui sta lavorando l’Enpam con il

suo Osservatorio sul mondo del lavoro, per

affinare meglio la programmazione dei corsi

di studio e di specializzazione – le istituzioni

alterano l’ordinaria programmazione degli ac-

cessi.

Il mondo della professione medica è rappre-

sentativo di come si dovrebbe “governare” la

vita professionale e previdenziale di un lavo-

ratore in una società in continua evoluzione, e

di come le istituzioni, invece di ridurre i rischi

e di fronteggiarli, aiutando e orientando cor-

rettamente il singolo professionista, introdu-

cono altri elementi di incertezza.

stima laureati Per annostima del numero di laureati per anno, calcolata in base al dato medio di laureati e iscritti all’ordine dei medici per anno (pari a circa il 75%). anni accademici 2013/2014 – 2010/2021.

laureandi PotenZiali Per anno stima del numero di potenziali laureandi in medicina per anno (studenti in medicina immatricolati sei anni prima in funzione dell’accesso programmato) che potrebbero in linea teorica cimentarsi nel concorso di accesso alla specializzazione o al corso di formazione specifica di medicina generale. anni accademici 2006/2007 – 2013/2014 + stima 2014/2015 – 2020/2021.

contingente Posti Post laurea somma dei contratti di formazione specialistica e delle borse per il corso regionale in medicina generale messi a concorso ogni anno.

stima diFFerenZialeÈ calcolato sul 75% degli studenti che mediamente si sono laureati e iscritti all’ordine dei medici ogni anno nel periodo 2001-2013 (vengono sommati gli esclusi degli anni precedenti).

diFFerenZiale PotenZiale totalestima del numero di laureandi in medicina potenzialmente esclusi dall’accesso alla formazione post-laurea (vengono sommati i potenziali esclusi degli anni precedenti).

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36 | Notiziario | Giugno 2014

In un contesto di crescente complessità i sistemi sanitari europei si trovano ad affrontare

una serie di sfide, legate a invecchiamento della popolazione, nuove tecnologie, nuove

esigenze organizzative e nuovi processi operativi. La programmazione del fabbisogno

deve allora muoversi in un’ottica multiprofessionale. In cui ai medici si chiede

di pianificare il proprio futuro valorizzando le proprie risorse

I sistemi sanitari dell’UE sono costretti a

un difficile esercizio di equilibrio poiché

devono da un lato conciliare la crescente

domanda di servizi sanitari con i tagli delle

risorse e dall’altro fronteggiare le necessità

sanitarie dei propri cittadini, senza dimenti-

care la necessità di essere preparati in caso

di gravi crisi sanitarie pubbliche.

I sistemi sanitari europei pertanto si trovano

ad affrontare una serie di sfide che interes-

sano le transizioni proprie della disciplina

medica e l’organizzazione per una moderna

assistenza sanitaria.

A riguardo, i responsabili politici e le autori-

tà sanitarie devono adeguare i nostri sistemi

sanitari a una popolazione invecchiata, infatti

secondo le previsioni del 2008, fino al 2060

nell’UE-27 la popolazione “over 65” crescerà

di 66,9 milioni di unità, mentre il gruppo dei

“molto anziani” (ultraottuagenari) rappresen-

terà il segmento della popolazione in più ra-

pida crescita.

In Italia gli indicatori di invecchiamento met-

tono in evidenza che nei prossimi 20 anni la

quota di over 65 e 85 aumenterà rispettiva-

mente del 6,4% e dell’1,8%, mentre la quota

di “anziani fragili” aumenterà dello 0,5%. Le

persone disabili di età pari e superiore a 6

anni ammontano a circa 2,5 mln, rimanendo

sostanzialmente sugli stessi livelli del 2005

(un decremento del -1,86%), per effetto della

posticipazione delle condizioni di morbilità e

della maggiore efficacia delle cure.

Certamente le nuove tecnologie consentono

di aumentare la portata e la qualità dell’as-

sistenza sanitaria in termini di diagnosi, pre-

venzione e cure, ma tutto questo costa e

necessita di personale espressamente adde-

strato.

Per reagire allora adeguatamente a tali sfide

è necessario che i sistemi sanitari dispongano

di personale efficiente e di altissimo livello.

I sistemi sanitari sono un settore ad alta in-

tensità di manodopera e quello dell’assisten-

za sanitaria costituisce uno dei settori più

significativi dell’economia UE; basti pensare

che fornisce lavoro a un decimo dell’intera

forza lavoro comunitaria e che circa il

MediCo, sii ArtefiCe deL CAMbiAMento Che VUoi Vedere neLLA sAnità

s i s t e M A s A n i tA r i o e P r o f e s s i o n e

di MauRizio BenaTo

Maurizio BenatoVice Presidente FNOMCeO

[email protected]

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Giugno 2014 | Notiziario | 37

MediCo, sii ArtefiCe deL CAMbiAMento Che VUoi Vedere neLLA sAnità

un Paese cHe inveccHia

in italia nei prossimi 20 anni

la quota di over 65 e 85 aumenterà rispettivamente del

6,4% e dell’1,8%, mentre

la quota di “anziani fragili”

aumenterà dello 0,5%.

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38 | Notiziario | Giugno 2014

70% dei bilanci sanitari è destinato ai salari e

ad altri oneri direttamente correlati all’occu-

pazione degli operatori sanitari.

La programmazione sanitaria del nostro pa-

ese non può prescindere da una valutazione

appropriata e corretta del fabbisogno delle

diverse figure presenti nella filiera della cura,

nell’ottica di una efficace organizzazione sa-

nitaria multiprofessionale con una chiara e

consapevole conoscenza dei contesti in cui

si andrà a collocare la storica figura profes-

sionale del medico.

Dobbiamo prendere atto che, in quest’otti-

ca, l’erogazione delle cure e dell’assistenza

non fanno più perno sul singolo medico ma

sempre più sono sostituite dalla divisione

del lavoro, in cui si intersecano competenze

diverse, per cui aree tradizionalmente occu-

pate dai soli medici vengono gestite in un

contesto di “governo clinico” che richiede a

sua volta regole virtuose di cooperazione nel

rispetto delle competenze.

Tutti gli attori del sistema salute devono con-

correre alla costruzione di reti stabili in gra-

do di scambiarsi risorse. Ciò induce i diversi

professionisti al ripensamento e alla rinego-

ziazione dei rispettivi ambiti di competenza.

C’è bisogno di una nuova semeiotica mul-

tidimensionale in grado di fornire strumenti

metodologici idonei ad attivare interventi

integrati multisettoriali e multi professionali

sia a livello ospedaliero che territoriale. Lo ri-

chiede la multifattorialità del disagio, la nuo-

va cultura della salute, le nuove metodologie

di intervento che inducono a ricollocare in

un processo unitario i vari apporti sanitari. è

quindi un processo di integrazione che non si

limita alla ricostruzione dei rispettivi ruoli del-

transiZione degli interventi sanitari

interventi diagnostici-curativi e di recupero (riabilitazione) praticabili disgiuntamente da più sanitari

interventi preventivi e di restauro (protesica) praticabili solo da gruppi (squadre) di operatori sanitari

transiZione tecnologica sanitaria

tecniche strumentali semplici praticabili in strutture sanitarie articolate

tecniche strumentali complesse praticabili in strutture sanitarie composite

transiZione inFormativa sanitaria

introduzione della informatizzazione diffusa

utilizzo di banche di dati di enormi dimensioni (in rete)

caratteristicHe della moderna assistenZa sanitaria

l’assistenza sanitaria viene erogata da organizzazioni sempre più complesse (per mezzi tecnici e professionalità coinvolte), governate da regole fondamentalmente economiche, che inglobano e modificano il rapporto medico-paziente

l’attività sanitaria mostra sempre più interesse per la salute (tutela e promozione) e non solo per la malattia (recupero e riabilitazione)

il professionista medico dovrà dotarsi di un

bagaglio culturale in cui non possono non essere presenti le conoscenze di tecniche di gestione

assai complesse e che non hanno

eguali in altri settori

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Giugno 2014 | Notiziario | 39

L’erogAZione deLLe CUre e deLL’AssistenZA non fAnno Più Perno sUL singoLo MediCo MA seMPre Più sono sostitUite dALLA diVisione deL LAVoro,

in CUi si interseCAno CoMPetenZe diVerse

le professioni sanitarie nella gestione respon-

sabile della salute ma che interessa anche i

servizi in una ottica tecnico organizzativa. è

il concetto della centralità dei bisogni della

persona che lo richiede. L’attuale professio-

nista medico pertanto oggi e ancora di più in

futuro dovrà sempre di più essere capace di

modificare i propri comportamenti di lavoro

adottando modelli basati sulla reale parte-

cipazione di tutto il variegato mondo delle

professioni; dovrà sempre di più essere ca-

pace di pianificare il suo futuro divenendo ar-

tefice del governo del proprio cambiamento

in funzione dei nuovi processi operativi per

governare un ambiente ad elevata intensità

di lavoro e altissimo livello di scolarizzazio-

ne; dovrà dotarsi di un bagaglio culturale in

cui non possono non essere presenti le co-

noscenze di tecniche di gestione assai com-

plesse e che non hanno eguali in altri settori.

In conclusione, urge una nuova e diversa

valorizzazione delle risorse del sistema for-

mativo ripensando criticamente la questione

della formazione dei medici in termini di pro-

gettualità, contenuti, obbiettivi, strumenti.

Occorre pertanto un progetto strategico che

rimoduli e adegui fabbisogni, conoscenze e

competenze professionali ai cambiamenti di

contesto che caratterizzano il nostro servizio

sanitario.

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40 | Notiziario | Giugno 2014

P r e V i d e n Z A

Un fUtUro MigLiore Per i neoLAUreAtiAgevolazioni per l’accesso al credito, prestiti d’onore e assistenza strategica.

Sono alcuni degli strumenti con cui Enpam sostiene i giovani medici e odontoiatri

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Giugno 2014 | Notiziario | 41

di alBeRTo oliVeTi

Alberto OlivetiPresidente Enpam [email protected]

L’Enpam è al fianco dei giovani medici

e odontoiatri, e li sostiene con tutti i

mezzi a disposizione. Per farlo, la Fon-

dazione si è data delle linee guida e degli

obiettivi concreti: rendere accessibili forme

di credito agevolato, affiancare gli iscritti

nella presentazione delle domande di finan-

ziamento all’Unione europea, predisporre un

piano per l’assistenza e la tutela sanitaria inte-

grativa. Utilizzando il suo ruolo di importante

player, l’Enpam in particolare intende favorire

l’erogazione a condizioni di tasso favorevoli,

di mutui ipotecari, prestiti d’onore e leasing.

In tema di mutui, la Fondazione sta studian-

do come concedere in maniera diretta quelli

finalizzati all’acquisto della prima casa. Per

selezionare coloro che potranno accedervi,

l’ipotesi è quella di fare ricorso a una pro-

cedura concorsuale articolata sulla base di

criteri condivisi. Per gli altri iscritti, la Fonda-

zione svolgerà un ruolo di intermediazione,

attivando le procedure concorrenziali pre-

viste dalla legge e selezionando le banche

che accorderanno i finanziamenti con

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42 | Notiziario | Giugno 2014

tassi d’interesse più vantaggiosi. Altre forme

di agevolazioni creditizie verranno messe a

disposizione degli iscritti grazie al rinnovo,

alla riqualificazione e all’ampliamento delle

convenzioni con gli istituti di credito. L’ipotesi

operativa è quella di definire o individuare i

prodotti e servizi maggiormente richiesti dal-

la platea dei nostri iscritti ed, eventualmen-

te, le condizioni contrattuali più interessanti

per giovani medici e odontoiatri. Sulla base

di quanto emerso, si provvederà poi a fissare

uno schema-tipo delle condizioni contrattuali

e ad avviare una procedura per sollecitare le

banche a offrire le migliori condizioni in cam-

bio della scelta come partner privilegiato.

Sui leasing per l’acquisto di strumentazione

professionale e di locali da adibire a studio,

la Fondazione selezionerà le migliori conven-

zioni offerte sul mercato. Un’altra forma di

agevolazione allo studio, sono i prestiti d’o-

nore a beneficio di giovani medici e odon-

toiatri, neolaureati e/o laureandi in medicina.

Al riguardo, l’Enpam prevede di farsi carico

degli interessi e sta valutando la possibilità

di farsi garante della restituzione del finan-

ziamento. Sempre in campo di agevolazioni

al credito, l’Enpam sta approfondendo i temi

riguardanti i consorzi di garanzia fidi tra liberi

professionisti e soprattutto il nuovo tema dei

bandi Ue. Dopo la presentazione del Piano

d’azione a Bruxelles avvenuta lo scorso apri-

le, anche medici e odontoiatri sono a tutti

gli effetti soggetti che possono beneficiare

dei fondi strutturali e delle risorse previste

nei programmi comunitari dell’Unione euro-

pea per le piccole e medie imprese. Gli uffici

della Fondazione sono già in contatto con

le segreterie politiche a Bruxelles. Il compi-

to dell’Enpam sarà quello di accompagnare

nella compilazione della domanda i giovani

professionisti che vogliono accedere ai ban-

di di finanziamento dell’Unione europea. Sul

piatto ci sono i fondi strutturali per le Pmi

2014-2020, Cosme e Horizon 2020, finanzia-

ti con 2,4 e 80 miliardi di euro. è bene poi

ricordare che oltre ai prestiti a tassi d’interes-

se agevolati, l’Unione europea talvolta arriva

a concedere finanziamenti a fondo perduto

fino al 70 per cento.

Su un altro tema molto sentito – dai giovani e

la fondazione sta studiando come

concedere in maniera diretta i mutui finalizzati

all’acquisto della prima casa

cosme e HoriZon 2020cosme e HoriZon sono i due principali programmi

di finanziamento ue a favore delle Pmi. cosme per la

competitività delle imprese e delle Pmi, HoriZon 2020

per le attività di ricerca e sviluppo tecnologico.

il programma cosme intende facilitare l’accesso alla

finanza da parte delle Pmi e creare un contesto favorevole

alla nascita di nuove imprese. gli obiettivi generali del

programma sono i seguenti:

• Migliorare l’accesso ai finanziamenti destinati alle PMI

sotto forma di capitale o debito.

• Agevolare l’accesso ai mercati sia dell’Unione sia

mondiali.

• Promovere l’imprenditorialità.

le risorse di HoriZon 2020 saranno invece destinate a

tre tematiche principali.

• Eccellenza scientifica - incrementare la qualità della

base scientifica europea, sostenendo le migliori idee,

sviluppando talenti in europa, fornendo ai ricercatori

l’accesso alle migliori infrastrutture di ricerca.

• Leadership industriale - investimenti in settori

tecnologici industriali chiave, aiuto alle Pmi innovative

a crescere per diventare aziende leader a livello

mondiale.

• Sfide della società - risorse indirizzate a settori,

tecnologie e discipline diverse, serviranno a poter

rispondere al meglio alle nuove sfide sociali.

in particolare il finanziamento sarà focalizzato sui

seguenti obiettivi:

• Salute, cambiamento demografico e benessere;

• Sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile e bio-

economia;

• Energia sicura, pulita ed efficiente;

• Trasporto intelligente, integrato e pulito;

• Azioni per il clima, l’efficienza delle risorse e delle

materie prime;

• Società innovative, sicure e inclusive.

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Giugno 2014 | Notiziario | 43

non solo – come quello dell’assicurazione per

la responsabilità civile, l’Enpam, avvalendosi

della consulenza di un broker internazionale,

ha identificato quelli che sono considera-

ti i profili di rischio propri dei medici e de-

gli odontoiatri. L’obiettivo ora è individuare

eventuali soluzioni assicurative che possano

rispondere alle esigenze di coperture degli

iscritti e da estendersi a tutti i nostri contri-

buenti. La Fondazione inoltre, con una deli-

bera approvata all’unanimità lo scorso marzo,

ha deciso che una percentuale del contributo

di Quota A possa essere destinata a finalità di

assistenza strategica anziché a scopo previ-

denziale. I proventi dovranno servire a finan-

ziare la creazione di un fondo sanitario inte-

grativo che tuteli gli iscritti in caso di grandi

interventi chirurgici ed eventi morbosi e per

la long term care.

In tema di previdenza complementare, gra-

zie a un piccolo stanziamento deliberato

quest’anno la Fondazione consente ai giova-

ni medici e agli odontoiatri di età inferiore a

35 anni di iscriversi gratuitamente al Fondo-

Sanità, senza pagare costi di ingresso. Que-

sto perché i vantaggi della previdenza com-

plementare dipendono in buona parte da

quanto precoci si è stati nell’aderire. Per la

stessa esigenza di anticipazione, proponiamo

un’iniziativa legislativa che permetta ai giova-

ni studenti del quinto e sesto anno di Medici-

na e Odontoiatria di iscriversi alla Fondazio-

ne Enpam, di fatto sancendo l’appartenenza

a una grande famiglia, estendendo loro le tu-

tele di welfare. La vera sfida della Previdenza

però, oggi è la corrispettività. Poiché la pen-

sione che si riceverà sarà calcolata in propor-

zione ai contributi versati, è importante che

durante la vita lavorativa si mettano i giovani

professionisti nelle condizioni di accantonare

un risparmio previdenziale adeguato alle fu-

ture esigenze.

Per questo abbiamo lanciato per primi un

Osservatorio sul lavoro delle professioni sa-

nitarie. E per questo motivo stiamo cercan-

do di rendere quanto più fecondo possibile

il campo del lavoro, nonostante i tempi di

siccità. Lo facciamo studiando investimenti

in settori che possano creare occupazione,

come le Rsa e la ricerca medica.

OSSERVATORIO SUL LAVOROl’ente previdenziale dei

medici e degli odontoiatri,

forte della sua posizione

strategica per l’analisi

della realtà occupazionale,

promuove attraverso

l’osservatorio sul lavoro,

insieme a istituzioni e

mondo universitario,

un monitoraggio del

sistema che dovrà

continuare a garantire

salute ai cittadini, lavoro

ai giovani medici di oggi e

il pagamento di pensioni

adeguate in futuro.

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44 | Notiziario | Giugno 2014

f o r M A Z i o n e

Le questioni sul tavolo sono molte: dal funzionamento

delle Aziende Ospedaliere Universitarie alle incertezze

create dalla riforma Gelmini, dal calcolo del numero

programmato di immatricolazioni al test di ammissione

basato esclusivamente sui quiz. Ma la sfida è una:

salvaguardare la qualità della Sanità nel nostro Paese.

Con l’impegno di tutti

riPensAre gLi obiettiVi

forMAtiVi dei gioVAni

MediCi

di Paolo liVRea

Paolo Livrea Preside della Facoltà

di Medicina e Chirurgia dell’Università

degli Studi di [email protected]

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Giugno 2014 | Notiziario | 45

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46 | Notiziario | Giugno 2014

In qualunque approccio ai bisogni della

persona umana, l’integrazione multifatto-

riale di competenze rappresenta un’intrin-

seca necessità. Nella professione medica, il

collegamento e la cooperazione con tale co-

stellazione di diversi saperi debbono rappre-

sentare il perno degli interventi da disegnarsi

per pervenire a un’effettiva realizzazione del

diritto alla salute. Le attinenze sempre più

cogenti dell’area medica con altre macroaree

disciplinari e la crescita esponenziale delle

conoscenze fisiopatologiche e terapeutiche

delle patologie umane, ha accresciuto e ulte-

riormente accrescerà i contenuti cognitivi ne-

cessari per una formazione medica comple-

ta. Le risposte pratiche realizzate nell’ultimo

trentennio a fronte di tale problema, se da

un lato hanno testimoniato una responsabile

attenzione, dall’altro sono state solo formali

e hanno creato rilevanti disfunzioni.

Nel corso della formazione medico chirurgi-

ca si sono progressivamente espanse le di-

scipline specialistiche, nei fatti poco o nulla

tra di loro interconnesse nei corsi integrati, i

quali, quasi sempre, sono assemblati solo in

occasione dell’esame finale, moltiplicando a

dismisura il numero delle prove di verifica del

profitto; si è ristretto al solo modello ospe-

daliero (Aziende Ospedaliere Universitarie) il

set assistenziale all’interno del quale appren-

dere, escludendo dalla formazione tutta la

medicina territoriale; l’internato presso spe-

cifici reparti è rimasto un’eccezione, poiché il

tempo didattico dedicato alle lezioni frontali

e professionalizzanti e alle prove d’esame ha

assorbito progressivamente sempre di più

gli studenti; nell’organizzazione dei piani di

studio si sono ridotti o del tutto cancellati i

contatti tra persona malata e studente; si

sono trascurate le occorrenze di polipatolo-

gie e di comorbilità, con la traduzione in una

medicina limitata alla singola malattia e non

responsabilmente estesa alla molteplicità dei

bisogni; si è trascurato l’obiettivo formativo

costituito dall’acquisizione di abilità pratiche;

l’adozione dei crediti formativi ha introdotto

un’unità di misura eguale per tutte le discipli-

ne, che semplicemente riconverte il numero

delle ore di insegnamento frontale; i temi di

bioetica sono rimasti avulsi dai singoli conte-

sti disciplinari e rinviati al sesto anno a un’a-

rea della Medicina Legale.

Occorre ripensare radicalmente l’ordinamen-

to del Corso di studio in Medicina e Chirur-

gia, attuando almeno le seguenti misure: ri-

durre il numero degli esami; destinare il sesto

anno di corso in larga percentuale al tirocinio

pratico, da svolgersi sia nelle Aziende Ospe-

daliere Universitarie sia in altri stabilimenti

ospedalieri e in aggregazioni funzionali di

medicina territoriale, accreditati per la for-

mazione; limitare il numero degli esami del

sesto anno a tre soli settori disciplinari, Medi-

cina interna, Chirurgia generale e Anestesia

e Rianimazione, ove interconnettere tutte le

conoscenze specialistiche; incardinare temi

di etica medica nei singoli settori scientifico

La disomogeneità delle Aziende ospedaliere Universitarie in italia è drammaticamente

evidente e la loro organizzazione mutuata dal modello ospedaliero

ha dimostrato di non rispondere all’esigenza primaria della missione per la quale erano nate

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Giugno 2014 | Notiziario | 47

disciplinari, sulla base di situazioni cliniche

reali; accrescere i contenuti professionaliz-

zanti delle discipline; introdurre nel curricu-

lum contenuti relativi alla metodologia della

ricerca biomedica. L’estensione del tirocinio

pratico e la sua collocazione al sesto anno

consentirebbe il raggiungimento di un altro

importante obiettivo, da recepire con modifi-

ca legislativa: la laurea abilitante. La certifica-

zione dell’acquisizione delle capacità clinico

pratiche, necessarie per l’esercizio della pro-

fessione, avverrebbe all’interno del Corso di

laurea in Medicina e Chirurgia, e assorbireb-

be la funzione degli Esami di Stato; si aboli-

rebbe il tirocinio post laurea, consentendo al

neolaureato un risparmio di tempo per l’in-

serimento nella professione; il tirocinio della

durata di un anno consentirebbe di verificare

effettivamente la preparazione clinico pratica

dello studente. In attesa dell’intervento legi-

slativo necessario per attuare la riforma, gli

Esami di Stato dovrebbero comunque essere

previsti immediatamente dopo le sedute di

laurea.

Particolare attenzione dovrebbe essere ri-

volta all’adeguamento del sistema formativo

rispetto ai fabbisogni. Ciò comporta un ef-

fettivo rilievo della proiezione dei fabbisogni,

nonché un’analisi critica delle sedi sanitarie

presso le quali si svolge la formazione. Da

tale analisi scaturirebbe una fondata quanti-

ficazione del numero programmato annuale

delle immatricolazioni, quale punto di equi-

librio tra potenziale formativo effettivo

L’ADOZIOnE DEI CREDITI FORMATIVI hA InTRODOTTO Un’UnITà DI MISURA EGUALE PER TUTTE LE DISCIPLInE, ChE SEMPLICEMEnTE RICOnVERTE IL nUMERO DELLE ORE

DI InSEGnAMEnTO FROnTALE

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48 | Notiziario | Giugno 2014

LA GROSSOLAnA VALUTAZIOnE DEI FABBISOGnI COMPIUTA In ITALIA nEGLI ULTIMI 5 AnnI hA PORTATO A Un InCREMEnTO DELLE IMMATRICOLAZIOnI

DA 7.000/AnnO A CIRCA 10.000/AnnO

e fabbisogno.

Le Aziende Ospedaliere Universitarie sono la

sede del triennio clinico del Corso di laurea

in Medicina e Chirurgia. Esse, però, offrono

allo studente la percezione del solo segmen-

to ospedaliero della medicina. Gli obiettivi

formativi, finalizzati all’acquisizione di abilità

pratiche e di contatto diretto dello studente

con set assistenziali diversi, possono trova-

re una risposta nell’allargamento della rete

formativa ad altri Ospedali e a strutture di

medicina territoriale accreditate. Occorre poi

ripensare alla struttura delle Aziende Ospe-

daliere Universitarie. Dopo 15 anni di appli-

cazione della D. Lgs. 517/99, la disomogenei-

tà delle Aziende Ospedaliere Universitarie in

Italia è drammaticamente evidente e la loro

organizzazione mutuata dal modello ospeda-

liero ha dimostrato di non rispondere all’e-

sigenza primaria della missione per la quale

erano nate. Ciò influisce sull’investimento

futuro in termini di qualità che la formazio-

ne medica dovrebbe privilegiare. I ministeri

competenti (MIUR e Salute) dovrebbero cre-

are una struttura di raccordo che monitori

e intervenga per garantire la qualità delle

strutture formative da cui origina un titolo di

studio che è a circolazione europea, ma che

invece viene generato all’interno di strutture

ascritte interamente alla responsabilità delle

Regioni. Oggi le Aziende Ospedaliere Uni-

versitarie funzionano come l’assemblaggio

di due componenti, rispettivamente quella

universitaria che non vuole essere assimilata

alla componente ospedaliera, e quella ospe-

daliera, che non è affatto interessata né alla

sussistenza né alla qualità della formazione

degli studenti.

Agli elementi di disomogeneità e di inade-

guatezza delle Aziende Ospedaliere Uni-

versitarie ai fini della formazione medica,

si è aggiunta un’altra variabile: la riforma

Gelmini, applicata dal 2011. In tutte le aree

disciplinari i corsi di studio sono stati incar-

dinati nei Dipartimenti e al posto delle Fa-

coltà, disattivate, sono state istituite, ma solo

in casi sporadici, “Strutture di raccordo tra

i Dipartimenti” che la Legge 240 definisce

“comunque denominate”. Tutte le 37 sedi

universitarie con ex Facoltà di Medicina e

Chirurgia hanno istituito adeguate “Strutture

di raccordo”. Queste, in 14 casi sono state

chiamate Facoltà, in 17 casi (tra cui, purtrop-

po, Bari) sono state chiamate Scuole, nei ri-

manenti 6 casi hanno denominazioni diverse

o ancora da individuare. Il sistema formativo

Medico Chirurgico nazionale è divenuto un

mosaico disomogeneo di nomi, che nessun

lettore esterno riuscirà mai a decifrare per

quanto attiene alle differenze di denomi-

nazione. Questo stato di cose ha portato a

conseguenze a dir poco disastrose: è come

se la decaduta Facoltà di Medicina e Chi-

rurgia si fosse frantumata in segmenti, cia-

scuno costituito da un Dipartimento, senza

alcun contatto reciproco, e addirittura con

competitività reciproca, ad esempio, per la

attribuzione delle risorse. In tale sistema di-

sgregato, chi certifica il Titolo di Studio? In

alcune sedi, direttamente l’Ateneo, in altre

il Dipartimento che ha il maggior numero di

crediti formativi ascritti ai docenti afferenti, in

Un numero drammaticamente

alto di laureati non potrà accedere alle scuole di specializzazione

o al corso di Medicina generale

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Giugno 2014 | Notiziario | 49

altre (poche) la Struttura di Raccordo Facoltà/

Scuola, in altre ancora i Consigli di Corso di

laurea. Nessun Ente straniero sarà in grado di

definire quali differenze vi possano essere in

una siffatta varietà di lauree, cui è assicurata

la libera circolazione in Europa. E dove van-

no gli Studenti al mattino? Non vanno in una

Facoltà, ma seguono la didattica di un Corso

di laurea, che è incardinato in un Dipartimen-

to prevalente; la loro visione del mondo si

è ristretta e ciò non contribuisce a preparar-

li a essere critici e creativi nel loro attuale e

futuro lavoro. Vi sono due cose da fare con

urgenza: le Strutture di Raccordo Facoltà/

Scuole debbono rappresentare la difesa di

un’istruzione superiore e della stessa ricerca

scientifica, per le quali la sfida è rappresen-

tata dalle capacità di collegamento interdi-

sciplinare e non dalla divisione reciproca tra

gruppi di settori; occorre riformare la Legge

240 e ricostituire le Facoltà. L’incapacità po-

litica che questa vicenda tradisce è espressa

anche nel tema del numero programmato

delle immatricolazioni. Il numero program-

mato dovrebbe essere la sintesi finale di un

confronto tra fabbisogni e potenziale forma-

tivo. In alcuni Paesi, oltre 100 parametri ven-

gono considerati per tale determinazione,

e in essa rientrano variabili quantitative. La

grossolana valutazione dei fabbisogni com-

piuta in Italia negli ultimi 5 anni ha portato

a un incremento delle immatricolazioni da

7.000/anno a circa 10.000/anno. A causa

della contemporanea quiescenza per limiti di

età, tra il 2015 ed il 2025 lasceranno il lavoro

circa 120.000 medici, pari a circa un terzo de-

gli iscritti all’Albo professionale. I laureati in

corso e nel primo anno fuori corso sono pari

all’80% circa degli immatricolati: con i numeri

attuali, circa 80.000 in 10 anni. Nel pre-

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50 | Notiziario | Giugno 2014

detto decennio verranno, quindi, a mancare

40.000 medici.

Alla criticità del numero programmato del-

le immatricolazioni si aggiunge quella delle

modalità di selezione. Sarebbe troppo lungo

trattare le incongruenze intrinseche all’attua-

le metodologia, basa-

ta esclusivamente su

quiz a risposta multi-

pla in specifiche aree

disciplinari, variabili e

incerte negli anni. Un

elemento, però, ap-

pare di grande impor-

tanza. Nell’ammissione non ha alcun peso il

percorso dello studente nella Scuola supe-

riore. Il significato di questa scelta è chiaro:

svalutazione e giudizio di inaffidabilità sulla

valutazione del curriculum e del voto di di-

ploma di Scuola superiore; svalutazione del

lavoro svolto dai professori; messaggi allo

studente: quello che conta sono i quiz e non

il percorso culturale svolto in anni; con i test

fissati nel mese di aprile, è meglio pensare

ai test che alla scuola; e qualunque sia il ri-

sultato del diploma, poco importa, perché

non verrà valutato. Diversamente il sistema

francese prevede iscrizione libera, con sbar-

ramento alla fine del

primo anno e scelta

di Facoltà diverse con

recupero degli esami

superati, se il nume-

ro programmato di

Medicina e Chirurgia

non ha capienza suf-

ficiente; questo prevede adeguate strutture

didattiche e risorse di docenza molto ampie.

Escludendo tale soluzione, per impossibilità

di attuazione nel nostro Paese, la prova di

ammissione dovrebbe essere radicalmente

cambiata, prevedendo accanto ai quiz la va-

lorizzazione dei risultati acquisiti nella Scuola

superiore, nonché lo sviluppo di un vero pro-

La prova di ammissione dovrebbe essere radicalmente cambiata,

prevedendo accanto ai quiz la valorizzazione dei risultati acquisiti

nella scuola superiore

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Giugno 2014 | Notiziario | 51

ANTONIO URICCHIO, RETTORE DELL’UNIVERSITàDI BARI: SPAZIO ALL’ATTIVITà PRATICA PROFESSIONALIZZANTE

Il diritto alla salute, la tutela di essa e la centralità del

paziente sono gli obiettivi richiesti dalla moderna

formazione del futuro Medico Chirurgo. La formazio-

ne del medico avviene direttamente sul campo. Ciò

significa che il peso maggiore da attribuire al processo

formativo deve essere legato all’attività pratica pro-

fessionalizzante, non prescindendo dal rigore metodo-

logico della ricerca scientifica né dalla didattica. Tuttavia, l’attuale sistema di

formazione, per quanto concerne il periodo pre-laurea, prevede lo studio di

numerose discipline specialistiche, spesso tra loro assemblate nei cosiddetti

corsi integrati, che hanno aumentato a dismisura il numero delle verifiche di

profitto. Troppo poco tempo viene impiegato dall futuro Medico per formar-

si da un punto di vista pratico, e viene quindi trascurato l’obiettivo formativo

dell’acquisizione delle abilità pratiche, in semeiotica, in procedure diagnosti-

che, in terapie. L’attuale percorso formativo pre-laurea in ambito medico non

è, pertanto, adeguatamente professionalizzante né abilitante, poiché relega

un eccessivo peso formativo alle discipline di base del triennio pre-clinico a

discapito della componente clinica pratica di base.

gramma di orientamento.

Nei precedenti anni, a fronte di un numero

di laureati annuale pari a circa 6.000-6.500,

venivano previsti 5.000 contratti di forma-

zione-lavoro per la frequenza delle Scuole di

specializzazione mediche e circa 800 borse di

studio per la frequenza dei Corsi di Medicina

Generale. Lo scorso anno, a fronte di circa

8.000 laureati, i contratti per le Scuole di spe-

cializzazione sono stati ridotti a 4.500 e per il

prossimo anno il numero scende, secondo la

legge di Stabilità 2013, a 3200. Un numero

drammaticamente alto di laureati non potrà

accedere alle Scuole di specializzazione o

al corso di Medicina Generale. Le Regioni

meridionali saranno ulteriormente penalizza-

te, poiché in esse il rapporto tra numero di

contratti attribuiti alle varie sedi universitarie

e popolazione è storicamente inferiore di al-

meno il 30% rispetto alla media nazionale. A

fine ciclo formativo il numero degli specialisti

sarà largamente inferiore al necessario e la

carenza di medicina specialistica porterà in

basso il livello delle risposte sanitarie ai bi-

sogni di popolazione. Il costo di un contratto

per 5 anni è pari a 136.000 euro complessivi:

per coprire i posti mancanti occorrono circa

680 milioni per anno.

Tutto ciò porterà a due conseguenze: impor-

tazione di medici da Paesi esteri; migrazione

di laureati all’estero al fine di acquisire una

specializzazione. Fermo restando che la for-

mazione superiore è per definizione interna-

zionale, tali conseguenze non sembrano le

migliori risultanze per l’occupazione giovani-

le di settore e per la creazione di una sanità

adeguata al territorio. Un forte impegno di

tutti gli operatori, della società civile, delle

forze della cultura sarà necessario nei pros-

simi anni per salvaguardare la qualità della

sanità nel nostro Paese, non solo nei suoi

contenuti tecnici, ma anche e soprattutto per

i contenuti di solidarietà, uguaglianza di dirit-

ti, e rispetto della persona umana.

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54 | Notiziario | Giugno 2014

AboLiAMo iL nUMero ChiUso, AnZi no, ViA i test di AMMissione! Riflessioni sulle altalenanti dichiarazioni del Ministro Giannini,

e sul delicato equilibrio fra laureati in Medicina e Odontoiatria

e posti disponibili nel Sistema Sanitario Nazionale

f o r M A Z i o n e

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Giugno 2014 | Notiziario | 55

di GIANVITO CHIARELLO

Gianvito Chiarello Odontoiatra - Consigliere

OMCeO Bari

[email protected]

Nello scorso numero del Notiziario ab-

biamo dato ampio risalto alla neces-

sità di mettere in relazione il numero

di nuovi medici e odontoiatri alle necessità e

alle aspettative della popolazione.

A livello nazionale la FNOMCeO ha stilato un

documento sul fabbisogno delle professioni

sanitarie, di particolare importanza e utilità

per il Ministero della Salute, che provvede

non solo alla programmazione del comparto

sanitario in termini di fabbisogno di medici

e professioni sanitarie, ma anche, congiunta-

mente con il Ministero dell’Istruzione, dell’U-

niversità e della Ricerca, al numero di posti

da mettere a disposizione presso tutti i corsi

di laurea delle diverse discipline mediche sul

territorio nazionale suddiviso per regioni.

Bisogna quindi bilanciare attentamente la do-

manda di servizi e risorse reali a disposizione

dei cittadini, a fronte di un sistema di orga-

nizzazione e gestione piuttosto complesso,

sia per quanto riguarda la disciplina medica

che per l’organizzazione dell’assistenza sani-

taria. A oggi la risposta del Ministero della

Salute in termini di posti disponibili per l’A.A.

2014/2015, stabiliti sulla base dei dati pro-

posti dalla FNOMCeO, si è concretizzata in

7.543 unità. Di questi, 490 sono riservati agli

studenti della Regione Puglia.

Il sistema peraltro è in delicato equilibrio. I

10.000 medici che in media si laureano ogni

anno, nel 2014 dovranno concorrere per cir-

ca 2.900 posti in dipendenza dal SSN, con

un surplus di oltre 7.000 unità lavorative de-

stinate alla disoccupazione. Ma fra dieci anni,

in considerazione della prevista massiccia

ondata di pensionamenti, potremmo avere

necessità di importare specialisti da altri Pa-

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56 | Notiziario | Giugno 2014

esi. Peraltro a complicare le cose interven-

gono altre pesanti variabili quali le Università

straniere che, anche in collaborazione con

alcuni atenei italiani, potrebbero immettere

sul mercato lavorativo migliaia di medici lau-

reati oltre confine, e quindi con un percorso

formativo poco verificabile e omogeneo. Un

ulteriore aspetto riguarda poi la qualità e l’a-

deguatezza della formazione universitaria. è

un dato evidente che la programmazione an-

nuale degli accessi a Medicina avvenuta ne-

gli ultimi 15 anni abbia determinato un cam-

biamento radicale della formazione e della

didattica universitaria, dando anche adegua-

ti spunti per la programmazione dei posti

delle scuole di specializzazione.

A questo punto è comprensibile lo

sforzo che Ministero, Regioni e Ordini

stanno facendo per dare un’efficace

risposta al fabbisogno di professionisti

che, come si è vi-

sto, nel nostro

Paese varie-

rà di anno in

anno. Un sistema delicato che si va rodando

con il passare degli anni in funzione del fab-

bisogno nazionale e di quello locale. è stata

la stessa Regione Puglia a chiedere al nostro

Ordine informazioni in merito al database del

numero degli iscritti e delle mansioni di cui si

occupano. Il dossier che abbiamo elaborato

in collaborazione con l’Università, oltre a of-

frire queste informazioni, compie un’attenta

analisi delle risorse professionali nel tempo,

descrivendo come e quanto varierà il numero

dei professionisti nei prossimi 20 anni.

Si comprende perciò quanto le dichiarazio-

ni di Stefania Giannini riguardo l’abolizione

del numero chiuso siano state quanto meno

intempestive; dopo poche ore infatti il Mini-

stro si è affrettata a rettificare che a Medicina

non si può prescindere dalla programmazio-

ne, cioè dal bilanciamento tra fabbisogno di

camici bianchi e numero di laureati; va invece

messo in discussione e possibilmente abolito

il metodo di selezione dei candidati.

Dopo i recenti fatti avvenuti a Bari riguardan-

ti i plichi manomessi e le buste in numero

minore a quello dichiarato, a essere sotto

accusa è quindi il test di ammissione a rispo-

ste multiple, che secondo il Ministro potreb-

be essere sostituito da un sistema di cernita

alla francese: libero accesso al primo anno di

Università, poi selezione alla fine del primo

anno. Tra le prove richieste per accedere al

secondo anno accademico potrebbero co-

munque rispuntare le famigerate domande

quiz legate alle materie studiate, ma spal-

mando la valutazione ai risultati di un anno

intero di studio si eliminerebbe il ruolo della

buona sorte nel dover rispondere a sessan-

ta domande a risposta chiusa in soli cento

minuti. Se l’esito della prova è inadeguato,

gli studenti vengono dirottati verso percorsi

alternativi (come infermieristica o ostetricia)

senza così perdere l’anno e i crediti maturati.

IL TEST DI AMMISSIOnE A RISPOSTE MULTIPLE, SECOnDO IL MInISTRO GIAnnInI, POTREBBE ESSERE SOSTITUITO DA Un SISTEMA DI CERnITA ALLA FRAnCESE: LIBERO

ACCESSO AL PRIMO AnnO DI UnIVERSITà, POI SELEZIOnE ALLA FInE DEL PRIMO AnnO

giocarsi il proprio futuro da medico o odontoiatra in poco più di un’ora è quasi

una lotteria. Ma quali alternative?

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Giugno 2014 | Notiziario | 57

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i 10.000 medici che in media si laureano ogni anno, nel 2014 dovranno

concorrere per circa 2.900 posti nel ssn

L’esame è ripetibile solo una volta. Non sono

previsti punteggi per il voto di maturità.

A questo punto una riflessione. è vero, gio-

carsi il proprio futuro da medico in poco più

di un’ora è quasi una lotteria. Ma perdere un

intero anno di studi e di altre mancate oppor-

tunità professionali non è una proposta peg-

giore? Oggi chi non supera il test di accesso

a Medicina ed è determinato a riprovarci si

iscrive a una facoltà affine, sostiene esami

compatibili con il Corso di Laurea e riprova

l’anno successivo con maggiore preparazio-

ne. Cosa farà invece chi viene sbattuto fuori

dalla selezione di fine anno?

Altro enorme problema: come adeguare in

breve tempo numero di docenti, capienza

delle aule, attrezzature didattiche, per acco-

gliere un numero di studenti del primo anno

almeno 10 volte superiore? Con quali risorse

economiche?

In ogni caso non è possibile continuare a

navigare nell’incertezza, soprattutto per i ra-

gazzi che anno per anno vedono cambiare

le modalità di accesso, per le quali devono

necessariamente pianificare la loro attività di

studio. Non è pensabile ripetere l’esperienza

di quest’anno quando per affrontare i test,

programmati ad Aprile, gli studenti hanno

dovuto mettere da parte la preparazione per

gli esami di maturità.

Riguardo poi alla aberrante vicenda dei test

scomparsi, forieri di devastanti ed intermi-

nabili ricorsi, è inverosimile che nell’epoca

dell’informazione digitale si possano affidare

i plichi delle prove a corrieri trasportatori di

scatoloni che misteriosamente vengono ma-

nomessi tra una consegna e l’altra, facendoci

fare delle figure ridicole agli occhi di tutto il

mondo.

L’auspicio è che il Ministro e il suo staff abbia

davvero la possibilità e soprattutto la volontà

di trovare in breve tempo soluzioni idonee

ed efficaci per gestire con la massima re-

sponsabilità ed oculatezza questa procedura

che condiziona e determina il futuro profes-

sionale di tante migliaia di giovani.

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58 | Notiziario | Giugno 2014

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VogLio UnA VitA dA sPeCiALiZZAndo

Tempo libero quasi inesistente,

serate passate a studiare, notti di guardia:

ma la vita di reparto

è il sogno di tutta una vita

f o t o r A C C o n t o

di roCCo guerra

Rocco GuerraMedico in Formazione Specialistica in Igiene e Medicina Preventiva

Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” Segretariato

Italiano Giovani Medici [email protected]

storiA Per iMMAgini di UnA giornAtA tiPo di Un gioVAne MediCo

in forMAZione

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60 | Notiziario | Giugno 2014

Suona presto, al mattino, la sveglia di uno specializzando: sei

pronto a cominciare il tuo lavoro con lo stesso sorriso e la vo-

glia di imparare che caratterizzano ogni giorno, anche se non

sai ancora cosa ti riserverà davvero la giornata. Ma questa è sempre

la parte più bella e misteriosa, e così, tra ambulatori, reparti e istitu-

ti, ognuno di noi cerca di fare il proprio meglio. È la vita di reparto,

l’esperienza sul campo che assorbe la maggior parte del tempo di un

giovane medico in formazione. Le trentotto ore settimanali previste

da contratto non bastano mai ed è sempre necessario dedicare molto

più tempo ai pazienti e alle attività di reparto. Da un lato la smania

di imparare, di acquisire preziosa esperienza, dall’altro la necessità

di non andare via per la mole di lavoro da svolgere. Visite, ambula-

tori, esami strumentali, lettere di dimissioni, ricoveri e, per i colleghi

chirurghi, l’affascinante attività di sala operatoria. È solo una parte

dell’attività quotidiana del giovane specializzando, e la scommessa

più grande, ogni singolo giorno, è quella di trovare un po’ di tempo

da dedicare alla formazione personale. L’ordinamento didattico delle

Scuole di Specializzazione prevede una serie di lezioni curriculari, ma

queste, a volte, non si tengono per problemi interni oppure non è

possibile seguirle per concomitanti impegni di reparto, e così la for-

mazione è spesso lasciata alla buona volontà dei singoli specializzandi

che, a fine turno, spesso anche alle 20, si rimboccano le maniche e si

immergono nella lettura e nell’approfondimento di quanto appreso

nella mattinata in reparto. Carte su carte, libri su libri, e in mezzo la

voglia di fare sempre meglio, fino ad arrivare a sera. Finalmente un

po’ di spazio per tempo libero, notti di guardia permettendo. Una

piccola stanzetta, la supervisione di un tutor, e la certezza che mentre

la città fuori dorme, l’ospedale è in piena attività e il tuo sacrificio di

una notte insonne è la risposta alle paure e ai bisogni della gente.

La migliore risposta al sogno di essere medico. Poi l’alba di nuovo

giorno e la sveglia di nuovo pronta a suonare per una nuova puntata

del sogno.

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Giugno 2014 | Notiziario | 61

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62 | Notiziario | Giugno 2014

in apertura, stanza con le incubatrici nel reparto di neonatologia del Policlinico di bari. nella pagina precedente, foto di

gruppo nel reparto di neonatologia. in questa pagina, in alto, vincenzo de ceglie mentre effettua un’otoscopia nel reparto di

otorinolaringoiatria. Qui sopra carmen martino e nella pagina accanto giulia calabrese nel uoc igiene - ambulatorio vaccinale,

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Giugno 2014 | Notiziario | 63

mentre effettuano uno screening gratuito sul rischio biologico agli specializzandi e studenti di medicina. vengono effettuate

analisi per il morbillo, parotite, rosolia, varicella, Hbv. tutte le foto di questo servizio sono state scattate all’interno dei reparti

del Policlinico di bari.

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64 | Notiziario | Giugno 2014

in questa pagina, dall’alto, ruben infantino, al terzo anno di specializzazione, mentre effettua una spirometria nel reparto

di Pneumologia. in basso, da sinistra, gli specializzandi tina introna, annamaria albergo e gianluigi martino nel reparto di

radiologia, mentre esaminano alcune radiografie.

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Giugno 2014 | Notiziario | 65

irene Fiorino (terzo anno di specializzazione) esegue un Prick test, test allergologico cutaneo. l’unità operativa di allergologia

e immunologia del Policlinico di bari è centro di riferimento regionale per le malattie allergiche ed immunologiche.

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66 | Notiziario | Giugno 2014

in questa pagina, dall’alto nicola Frugis con una collega, dopo aver eseguito un cross linking corneale in sala operatoria.

Sullo sfondo un microscopio operatorio; medici in formazione durante una lezione in aula. Nella pagina accanto Nicola Frugis

mentre esegue un esame biomicroscopico dell’occhio con l’ausilio di una lampada a fessura. la formazione del medico

specialista implica la partecipazione guidata alla totalità delle attività mediche dell’unità operativa presso la quale è assegnato

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Giugno 2014 | Notiziario | 67

dal consiglio della scuola, nonché la graduale assunzione di compiti assistenziali e l’esecuzione di interventi con autonomia

vincolate alle direttive ricevute dal tutore, di intesa con la direzione sanitaria e con dirigenti responsabili delle strutture delle

aziende sanitarie presso cui si svolge la formazione.

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68 | Notiziario | Giugno 2014

L’eUroPA si inContrA A bAri

Sarà possibile eleggere le cariche principali del CEOM - Presidenza, Vice presidenza

e Tesoreria. La delegazione italiana partecipa coordinando il gruppo di lavoro

C e o M

In concomitanza con il Convegno naziona-

le FNOMCeO del 13 e 14 giugno, si terrà

sempre a Bari il 13 giugno una riunione

del CEOM (Consiglio Europeo degli Ordini

dei Medici) durante la quale si svolgeranno

le elezioni per il mandato triennale nel Bure-

au. Saranno quindi rinnovate le posizioni di

Presidenza, di Vice presidenza e di Tesore-

ria. La delegazioni italiana negli ultimi anni

sta svolgendo la funzione di coordinatore

del gruppo di lavoro sulle raccomandazio-

ni deontologiche europee. Nel corso della

riunione del 2012, è stato presentato dalla

delegazione italiana lo studio sulle CAM,

effettuato sulla base delle risultanze di un

questionario prodotto dalla stessa delega-

zione italiana.

Il CEOM comprende Ordini dei medici e

Autorità mediche regolatori membri dell’U-

nione Europea e dell’EFTA, responsabili per

le questioni di etica e di deontologia, dell’i-

scrizione dei medici, la disciplina medici, del

riconoscimento delle qualifiche e dei livelli

di specialità, dell’autorizzazione all’esercizio

professionale, con il fine di stabilire stan-

dard professionali.

Il Consiglio mira quindi a promuovere all’in-

terno dell’Unione europea e dell’Associazio-

ne europea di libero scambio (AELS) l’eser-

cizio di medicina di qualità, rispettosa degli

interessi dei pazienti.

A tal fine sviluppa la cooperazione tra le or-

ganizzazioni partecipanti e sostiene i loro

sforzi attraverso lo sviluppo di standard di

qualità e di posizioni comuni relative a:

- Etica e deontologia medica

- Libera circolazione dei professionisti sani-

tari

- Demografia medica

- Regolamentazione Medica

- Formazione dei medici

- Questioni relative alla salute pubblica affe-

renti alle tematiche sopra evidenziate.

Nel 2010, il CEOM ha voluto aggiornare i

Principi di etica medica europea datati 1987

e 1995. Nel giugno 2011, a Kos, il CEOM ha

adottato la stesura finale della Carta euro-

pea di etica medica.

a cura della redazione

iL ConsigLio eUroPeo degLi ordini dei MediCi si riUnisCe iL 13 giUgno

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Giugno 2014 | Notiziario | 69

GLI ADERENTI AL CEOMFRANCIAConseil National de l’Ordre des Médecins www.conseil-national.medecin.fr

BELgIOConseil National Belge de l’Ordre des Médecins www.ordomedic.be

gRECIAPanhellenic Medical Association www.pis.gr

SPAgNAConsejo general de Colegios de Medicos www.cgcom.org

ItALIAFNOMCeOhttp://portale.fnomceo.it

AUStRIAAustrian Medical Chamberwww.aerztekammer.at

LUSSEMBURgOCollège Médical du Luxembourgwww.collegemedical.lu

PORtOgALLOOrdem dos Médicoswww.ordemdosmedicos.pt

ROMANIARomanian College of Physicianswww.cmr.ro

gERMANIABundesärztekammerwww.bundesaerztekammer.de

REgNO UNItOgeneral Medical Councilwww.gmc-uk.org

PAESI BASSIRoyal Dutch Medical Associationhttp://knmg.artsennet.nl/Home.htm

CIPROCyprus Medical Associationwww.cyma.org.cy

SvIZZERAFMH Swiss Medical Associationwww.fmh.ch

IRLANDAMedical Council of Irelandwww.medicalcouncil.ie

SLOvENIAMedical Chamber of Sloveniawww.zdravniskazbornica.si

la storia del ceomLa Conferenza Internazionale degli Ordini dei Medici e degli organismi di

attribuzione similare (CIO) è stata fondata a Parigi nel 1971 su iniziativa

del professor Lortat - Jacob , allora Presidente del Consiglio Nazionale dei

medici francesi (CNOM) e dei dotori Brocade e Autin, segretari generali

CNOM di qull’epoca. Il CIO in seguito divenne la Conferenza Europea degli

Ordini Medici.

Nel 2008, a seguito della decisione plenaria la Conferenza è stata

rinominata in Consiglio europeo degli Ordini dei Medici (CEOM).

i membri del bureauAttualmente il Bureau del CEOM è composto da:

Dr Roland KERZMANN, Presidente (Belgio)

Dr Nicola D’AUTILIA, Primo Vice-Presidente (Italia)

Dr Gheorghe BORCEAN, Vice-Presidente (Romania)

Dr Jose Ramon HUERTA, Vice-Presidente (Spagna)

Dr Fernando GOMES, Vice-Presidente (Portogallo)

Dr Xavier DEAU, Gegretario Generale (Francia)

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70 | Notiziario | Giugno 2014

esPortiAMo MediCi e iMPortiAMo inferMieri La mobilità dei professionisti della Sanità in Europa, fotografata da uno studio

dell’OMS, racconta di un’Italia con uno dei più alti rapporti medico/paziente

al mondo e una bassa dipendenza dai medici stranieri, che esporta MMG

e specialisti all’estero. Soprattutto nel Regno Unito

M o b i L i tà

di ERNESTO BAj

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Giugno 2014 | Notiziario | 71

L’Health PROfessional Mobility in THe

European Union Study (PROMe-

THEUS) è uno studio sulla mobilità pro-

fessionale del personale sanitario in Europa,

un progetto di ricerca cominciato nel 2009 e

durato 3 anni, nel quale un consorzio multidi-

sciplinare guidato dall’European Observatory

on Health Systems and Policies dell’ufficio

europeo dell’Organizzazione mondiale della

Sanità, ha indagato la mobilità professiona-

le sanitaria. PROMeTHEUS è un progetto di

ricerca sui trend correnti della mobilità del

personale sanitario all’interno dell’Europa. La

ricerca si estende anche a Paesi non europei

che inviano e ricevono personale sanitario,

ma l’attenzione principale è sull’Europa, in

particolare su diciassette nazioni – comprese

Turchia e Serbia, che non fanno parte dell’U-

nione.

L’Assemblea Mondiale della Sanità, l’organo

legislativo dell’OMS, ha adottato nel 2010 un

Codice mondiale di condotta per il recluta-

mento internazionale del personale sanitario.

Il Codice scoraggia l’assunzione da Paesi con

carenza di forza lavoro e fornisce linee guida

per rafforzare la forza lavoro e i sistemi sanita-

ri. Il Codice ha rilevanza per l’Europa e l’Unio-

ne Europea e fornisce un quadro di riferimen-

to per lo sviluppo del personale sanitario e

per la sostenibilità del sistema sanitario.

La mobilità nel comparto sanitario è aumen-

tata dopo che l’allargamento dell’Unione Eu-

ropa ha allargato il divario economico fra gli

Stati membri. Maggiori differenziali salariali e

grandi differenze nelle infrastrutture e nell’u-

so e disponibilità della moderna tecnologia

medica hanno incentivato la mobilità profes-

sionale sanitario a livello internazionale.

Turchia, Estonia, Slovacchia e Polonia mostra-

no una dipendenza trascurabile dai medici

stranieri: in questi Paesi gli operatori esteri

sono tra lo 0,02% e lo 0,7% del totale dei la-

voratori della sanità. Ungheria, Italia e Francia

hanno meno del 5% di medici stranieri. Una

dipendenza moderata può essere osservata,

invece, in Germania e Finlandia (5,2%

La mobilità nel comparto sanitario è aumentata

dopo che l’allargamento dell’Unione Europa

ha allargato il divario economico fra gli Stati membri

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72 | Notiziario | Giugno 2014

LE STIME PIù RECEnTI DISPOnIBILI InDICAnO ChE GLI InFERMIERI STRAnIERI SOnO PRESEnTI In MAnIERA MASSICCIA nEL nOSTRO PAESE, E COSTITUISCOnO

TRA IL 9,4% E IL 11% DELL’InTERA CATEGORIA PROFESSIOnALE

e 6,2%, rispettivamente). Belgio, Portogallo,

Spagna, Austria, Norvegia, Canada e la Sve-

zia si attestano fra l’11,1 e il 18,4%. Mentre

Svizzera, Slovenia, Irlanda e Regno Unito (tra

il 22,5% e il 36,8%) sono i Paesi europei che

fanno maggiormente ricorso a medici stra-

nieri. Per quanto riguarda i dentisti, invece,

i risultati di Slovacchia, Germania, Francia,

Polonia, Ungheria, Finlandia, e Belgio mo-

strano bassa dipendenza dai dentisti esteri

(0,7-6,1%); Austria (21,3%) e Slovenia (22,7%)

hanno elevata dipendenza. Ma è la Spagna a

far segnare i valori più alti (sebbene non siano

disponibili dati nazionali): i dati regionali del

2007 mostrano altissima dipendenza dai den-

tisti stranieri a Madrid e Valencia (circa il 20%)

e a Las Palmas (43%).

Le statistiche dell’OCSE dicono che L’Italia ha

uno dei più alti rapporti medico/paziente al

mondo, 4 medici per ogni 1000 abitanti – la

media OCSE di 3 ogni 1000 (OECD 2008).

Per quanto riguarda i flussi in ingresso, le

stime più recenti disponibili indicano che gli

infermieri stranieri sono presenti in maniera

massiccia nel nostro Paese, e costituiscono

tra il 9,4% e il 11% dell’intera categoria pro-

fessionale. Vi è una certa ambiguità, invece,

sul dato che riguarda i medici esteri, con sti-

me variabili tra 1% e 4%. Questi dati, inoltre,

non includono la manodopera straniera invi-

sibile che presta assistenza domiciliare agli

anziani (badanti) spesso non in regola, e non

ci esistono numeri affidabili sui flussi in uscita

degli operatori sanitari italiani. L’Italia sembra

comunque avere un profilo di mobilità mista:

è prevalentemente un Paese di destinazione,

con livelli elevati di afflussi per alcune cate-

gorie di operatori sanitari come infermieri e

assistenti di cura, in gran parte a causa della

carenza cronica di personale infermieristico.

L’emigrazione, invece, riguarda per lo più

medici e ricercatori. Associazioni mediche na-

zionali, regionali e locali (Di Marzio 2003) in-

dicano che il Regno Unito e la Germania sono

i principali Paesi di destinazione d’una quota

importante di operatori sanitari italiani. Si trat-

ta principalmente di medici generici e specia-

listi e ricercatori medici, specializzati in Italia.

Le ragioni principali di questi deflussi sono le

scarse possibilità di carriera e le condizioni di

Le statistiche dell’oCse dicono che L’italia ha

uno dei più alti rapporti medico/paziente al

mondo, 4 medici per ogni 1000 abitanti – la media oCse di 3 ogni

1000 (oeCd 2008)

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Giugno 2014 | Notiziario | 73

lavoro inadeguate, assieme all’aumento del-

la domanda di alcune specialità mediche nei

Paesi di destinazione. Dati sui medici formati

all’estero che lavorano nel Regno Unito mo-

strano che 1692 nuovi dichiaranti con forma-

zione medica primaria, registrati al General

Medical Council tra il 2003 e il 2008, si sono

formati in Italia.

L’Italia è quindi soprattutto un Paese di desti-

nazione che importa professionisti sanitari per

far fronte a carenze strutturali in alcune aree.

In misura minore, è anche un paese di origine,

che esporta il soprannumero di professionisti

della salute che si formano nel Paese. I flussi

più importanti di infermieri professionali pre-

senti nel nostro Paese, provengono dai nuovi

membri dell’UE: i dati disponibili sul persona-

le infermieristico, riferiti al 2008, indicano una

presenta straniera attorno all’11%, e un terzo

del totale proviene da Romania (25%) e Polo-

nia (10,7%). Altri flussi importanti sono quelli

provenienti da Svizzera (7%) Germania (5,6%)

e Perù (5,3). Con i cambiamenti demografici,

la necessità di infermieri e badanti continuerà

certamente ad aumentare.

I numeri reali e le percentuali di medici stra-

nieri in Italia restano sfuggenti. L’European

Migration Network (2009) riferisce che 14.548

medici stranieri erano iscritti alla FNOMCeO

nel biennio 2008-2009, pari a circa il 4%

dell’intera forza lavoro. Di questi, 1.276 pro-

venivano dalla Germania, 869 dalla Svizzera,

851 dalla Grecia, 752 dall’Iran, 686 dalla Fran-

cia, 626 dal Venezuela, 618 dagli Stati Uniti,

584 dall’Argentina, 555 dalla Romania e 431

dall’Albania. Dati OCSE relativi allo stesso

anno mostrano un numero maggiore: 14.747.

Per quanto riguarda i flussi in uscita dal no-

stro Paese, uno studio del Sindacato medici

italiani sui dati di Federspecializzandi, sostie-

ne che, nell’ultimo triennio, le richieste per i

documenti necessari a ottenere la possibili-

tà di lavorare nei Paesi dell’Unione europea

hanno registrato un incremento del 40%, per

un totale di 5mila richieste. Tra le mete più

appetite ci sono la Germania, i Paesi nordi-

ci come la Danimarca e la Svezia, e soprat-

tutto la Gran Bretagna, dove la domanda di

personale medico specializzato è superiore

all’offerta e in virtù di questo gli ospedali e le

agenzie di reclutamento cercano all’estero i

propri candidati.

diPendenZA dei sisteMi sAnitAri nAZionALi dAi MediCi strAnieriturchia, estonia, slovacchia e Polonia: nessuna dipendenza (<1%)

Ungheria, italia e francia: bassa dipendenza (<5%)

germania e finlandia: dipendenza moderata (<10%)

belgio, Portogallo, spagna, Austria, norvegia, Canada e svezia: media dipendenza (<20%)

svizzera, slovenia, irlanda e regno Unito: alta dipendenza (>20%)

nUMero e ProVenienZA dei MediCi strAnieri in itALiA (dAti eUroPeAn MigrAtion network 2009)

1.276 germania 869 svizzera 851 grecia752 iran 686 francia 626 Venezuela 618 stati Uniti 584 Argentina 555 romania 431 Albania

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74 | Notiziario | Giugno 2014

Va’ dove ti porta la medicina Sono sempre più numerosi gli studenti italiani che

si iscrivono ai corsi di Medicina presso Università straniere.

O che vanno all’estero per acquisire nuove esperienze,

professionali e di vita.

Abbiamo chiesto ad alcuni di loro perché hanno scelto

di lasciare l’Italia. E ad altri, che sono rimasti, come vivano

la loro vita da medici in formazione nel nostro Paese.

Ecco cosa ci hanno raccontato

a cura della redazione

g i o VA n i

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Giugno 2014 | Notiziario | 75

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76 | Notiziario | Giugno 2014

maria cristinacastellano

Medico in formazione specialistica presso il Reparto di Rianimazione

del Policlinico di Bari

Ho deciso di diventare un Medico senza Frontiere, molto presto. Ho lavorato in Bolivia, Sierra Leone, Su-dan, Uganda. In Italia ci si laurea in medicina e si diventa medici, senza

mai aver fatto nemmeno un’iniezione a un paziente. Si studia moltissimo sui libri, ma c’è carenza di pratica medi-ca, sia nell’insegnamento delle prati-che prettamente manuali, che del ra-gionamento clinico. In Spagna, dove pure ho studiato e dove si svolgono lezioni teoriche di ottima qualità, questo non succede: gli specializzan-di in chirurgia del primo anno, dopo sei mesi di frequenza, sanno già effet-tuare un’appendicectomia come pri-mi operatori. Da noi i giovani medici sono costretti a guardare come si fa per 5 anni e poi iniziare a fare oramai da specialisti. Poi, una volta specia-

lizzati, dopo che l’università Italiana ha speso soldi e tempo per formarti, ti ritrovi d’un tratto in mezzo ad una strada, disoccupato, oramai più che trentenne, alla ricerca di un lavoro o in attesa di un concorso che non sai se e quando arriverà.

QUelli cHesono partiti...

aUrelia de Pascale

terzo anno di medicina e chirurgia presso l’università di tor vergata.

Ha frequentato i primi due anni di corso a tirana, all’università nostra

signora del buon consiglio

La facoltà di Medicina e Chirurgia di Tirana è convenzionata con la mia università, che ne garantisce la didattica. L’esperienza in Albania mi ha per-messo di crescere sia come persona che come studente. Ho conosciuto persone di nazionalità diverse e ho fronteggiato situazioni, come la vita da studente fuori sede in un Paese straniero, che mi hanno forgiato il caratte-re. Attualmente non ho grandi progetti per il mio futuro, spero di riuscire a laurearmi nei tempi giusti e di riuscire a superare i prossimi test della specialistica in Italia o in Europa. Non saprei in cosa potrebbe migliorare l’università italiana, molti parlano di togliere il numero chiuso ma, vista la mia esperienza, credo che questo sia difficilmente realizzabile: le strutture non sono adeguate a contenere tutti i ragazzi che provano i test. Forse una possibile soluzione potrebbe essere il modello francese che consente a tutti gli studenti di frequentare e sostenere gli esami del primo anno di corso e, solo alla fine di questo, fare una selezione in merito agli esami sostenuti e non sulla base di teoriche conoscenze generaliste o di colpi di fortuna.

rosyelen BUfano

terzo anno di medicina presso l’università statale victor babes

di timisoara - romania

Mi sono trasferita in Romania nel set-tembre 2011, perché non ho superato i test di ammissione della Facoltà di Medicina dell’Università di Bari. Qui le strutture sono adeguate al numero degli studenti e il materiale didattico è accessibile a tutti. Ogni anno gli stu-denti possono scegliere di accedere all’Università, sostenendo il test di ammissione o meno (chi non sostie-ne il test paga le tasse, a differenza

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Giugno 2014 | Notiziario | 77

rossella elia

laureata in medicina e chirurgia presso l’università degli studi di bari aldo moro, nel luglio 2013

Ho già conseguito l’abilitazione per l’esercizio della professione medi-ca e al momento aspetto che venga bandito il concorso per l’accesso alle Scuole di Specializzazione. Il mio desiderio è quello di rimanere in Italia, ma con la possibilità di frequenti soggiorni all’estero. Ho già fatto alcune esperienze in strutture ospedaliere importanti del Canada e di Taiwan (progetto IFMSA) dalle quali ho tratto profon-do giovamento in termini di entusiasmo e apertura di nuovi orizzonti nella comparazione dei sistemi. Credo che sia necessario un ripen-samento delle modalità di accesso, che dovrebbero contemperare il diritto allo studio con la necessaria qualità dell’offerta formativa. La proposta del Ministro Giannini va in questa direzione auspicando una

verifica dopo il primo anno. Poi vorrei che fosse data maggiore importanza al momento pratico delle attività formative profes-sionalizzanti nei piani di studio, in modo che si possa consegui-re una Laurea abilitante, e an-drebbero aumentate le borse di studio per le Scuole di Specia-lizzazione senza rinunciare agli elevati standard di qualità.

di chi accede superando il test). Le sessioni d’esame si sostengo-no in due soli periodi dell’anno, di quattro settimane: una invernale, a gennaio, e una estiva a fine mag-gio. Ogni anno bisogna ottenere 50 crediti formativi per poter acce-dere all’anno successivo, eccezion fatta per il terzo anno che prevede l’acquisizione totale dei 180 crediti del triennio per potersi iscrivere al quarto anno. La didattica si svolge su due piani: uno teorico rappre-sentato dalle lezioni magistrali te-nute da docenti titolari di cattedra, e uno pratico che ci dà l’opportuni-tà di riscontrare sul paziente (diret-tamente in clinica e in prima per-sona) tutto quello che studiamo. Il vantaggio di non studiare in Italia è

che abbiamo competenze pratiche già al terzo anno, cosa uno stu-dente italiano al sesto anno non si sogna nemmeno. Lo svantaggio è solo uno: la lingua. Medicina è una facoltà difficile, studiarla in un’altra lingua la rende doppiamente diffi-cile.

maddalena falagario

iscritta alla scuola di specializzazione in ginecologia

e ostetricia di bari e medico abilitato specializzando presso

la lund university, in svezia

Ho vissuto all’estero durante il quinto anno di Università per poco più di un anno, grazie al progetto Erasmus. Ci sono tornata quattro mesi fa, grazie ai programmi di mo-bilità nell’ambito delle Scuole di Specializzazione. Gli standard uni-versitari svedesi sono alti, e sono comparabili a quelli delle migliori Università americane. In queste re-altà innovazione, ricerca e aziende sono strettamente connesse e coo-perano affinché le idee anche dei più giovani possano concretizzarsi in importanti scoperte scientifiche. Penso che l’Università italiana sia impegnativa principalmente per le difficoltà organizzative, ma no-nostante la scarsità di fondi riesce comunque a garantire un livello di istruzione molto elevato. Una esperienza all’estero è estrema-mente utile sopratutto per quelli più interessati alla ricerca, e co-munque è preferibile all’emigrare verso il Nord Italia: si tratta sempre di doversi spostare e ambientare in una realtà differente, ma all’este-ro hai sicuramente la possibilità di emergere per merito – cosa che in Italia è abbastanza difficile.

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78 | Notiziario | Giugno 2014

...e QUelli cHesono rimastiannamaria alBergo

specializzanda in radiodiagnostica, università

degli studi di bari

Presto servizio al Policlinico di Bari, nella sezione di Radiodiagnostica. Quella degli specializzandi è una vita di sacrifici, in cui bisogna far coesi-stere la parte prettamente lavorativa e assistenziale con quella formativa,

più teorica, il che, molto spesso im-plica avere pochissimo tempo per la propria vita privata. Ma in realtà il momento più impegnativo e difficile di tutto mio percorso è stata la fase di preparazione per il concorso di ac-cesso in Scuola di Specializzazione. Credo che andrebbe rivista la quali-tà della formazione, spesso carente, soprattutto nelle branche chirurgi-che, che potrebbe essere migliorata con una più adeguata rotazione degli specializzandi sul territorio, selezio-nando accuratamente tutor preparati, sempre presenti e disponibili all’inse-gnamento, e smettendola di consi-

derare gli specializzandi i tappabuchi delle carenze del SSN. In secondo luogo, la durata del periodo di for-mazione, spesso troppo lungo e non conforme agli standard europei (a questo si sta già provvedendo), con conseguente ingresso ritardato nel mondo del lavoro.

Vincenzo de ceglie

specializzando in otorinolaringoiatria, università degli studi di bari

Noi specializzandi inseguiamo tutti i gior-ni l’equilibrio migliore tra formazione scientifica, assistenza sanitaria, gestione del reparto, attività ambulatoriali, sala operatoria, studio personale, progetti di ricerca, e tutti gli aspetti di una comune vita privata: casa, famiglia, vita sociale, hobby. Tutto il per-corso formativo è una corsa a ostacoli: cominci col test d’ammissione al corso di Laurea, poi ci sono ovviamente gli esami da sostenere, poi la seduta di laurea, poi la sessione di abilitazione, poi i test d’ammissione alle Scuole di Specializzazione o per Medicina Generale. La maggiore criticità del percorso formativo di un medico in Italia è la poca pratica. Basterebbe esercitare un controllo serio sulle reali competenze acqui-site dallo specializzando alla fine del percorso di studi, magari valutato da commissioni internazionali con standard internazionali. E se lo spe-cializzando fosse ritenuto non idoneo, sarebbe necessario prendere provvedimenti soprattutto nei confronti del direttore della Scuola che ha fallito nel suo compito e quindi andrebbe rimosso dall’incarico.

antonio di maUro

specializzando in Pediatria, lavora in terapia intensiva

neonatale al Policlinico di bari

La vita dello specializzando è dura. Non ho molto tempo per me, e per dedicarmi ad altre attività che non siano quelle lavorative e ho dovuto sacrificare molto i miei hobby e spes-so, purtroppo, anche le persone che mi sono care. Però in un panorama come quello attuale italiano mi sento un privilegiato. Le difficoltà sono sta-

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Giugno 2014 | Notiziario | 79

stefano BrUno

Primo anno del corso di laurea in medicina e chirurgia in lingua inglese (bari english medical curriculum),

università degli studi di bari

Studiamo su materiale didattico basato sulle più recenti edizioni di libri di medicina in lingua inglese, riconosciute e utilizzate da docenti e studenti nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Le lezioni, gli esami e tutte le altre attività si svolgono interamente in lingua inglese. Il corso è stato creato al fine di formare medici esperti e appassionati e dare loro gli strumenti necessari per integrarsi in realtà anche diverse da quelle nazionali, nella pratica medica e nella ricerca. Le conoscenze che lo studente acquisisce aprono le porte alla specializzazione e alla pratica in tutta l’Unione Europea e nel resto del Mondo. Un corso del genere dà un indiscutibile vantaggio: sicuramente se mi si presen-

tasse l’opportunità di trasferirmi all’e-stero, per studio, ricerca o specializ-zazione, presso qualche importante università attiva in un campo di mio interesse, non ci penserei due volte. Credo che in Italia siano necessarie più pratica e attività di laboratorio, a partire già dai primi anni di università, e maggiori possibilità di scambi inter-nazionali per più studenti. E poi mag-giori controlli nei concorsi pubblici.

te tante: il test a numero chiu-so di ingresso, i 36 esami so-stenuti, le boc-ciature – quelle giuste e quelle ingiuste – e i problemi or-ganizzativi del-la Facoltà di Medicina. Per esempio lo studio spesso ottuso sui libri e non sui pazienti. La scel-ta dell’internato pre-laurea, e poi ancora la tesi di laurea, e di nuovo lo studio mnemonico per il quiz di abilitazione alla professione, e infine il concorso per la specia-

lizzazione. E quando pensi poi di esse-re arrivato, ti rendi conto che la vita di reparto non è come te la eri immaginata : è fatta di car-te, burocrazia, leggi e me-

dici sulla difensiva, conflitti con i pazienti, scontri con i colleghi, difficoltà organizzative e organico ridotto all’osso, questioni etiche a cui non sai dar risposta. Ogni mat-tina, quando entro in ospedale, mi preparo a combattere.

francesco monitillo

specializzando in malattiedell’apparato cardiovascolare, università degli studi di bari

La vita di un medico specializzando è un’esperienza ricca di contatti umani e professionali essenziali per la for-mazione di un medico. Ogni giornata lavorativa può presen-tare uno spunto per la crescita profes-sionale e un’occasione per catturare i segreti del mestiere dai colleghi più esperti. è la fase del percorso forma-tivo nella quale si comincia a fare il medico, ci si rapporta per prima volta in modo diretto con il paziente, e ini-ziano le prime responsabilità. Le maggiori difficoltà che ho in-contrato nel mio percorso, finora, riguardano le situazioni strutturali del nostro Policlinico e le carenze di organico che comportano notevoli disagi nelle procedure assistenziali. Tanto tempo viene impiegato in atti-vità poco utili ai fini della formazione, penalizzando un maggior coinvolgi-mento nelle procedure diagnostico-terapeutiche, oltre che lo spazio da dedicare alla ricerca scientifica. Un’altra criticità sta nella mancanza di osmosi tra strutture universitarie e strutture ospedaliere del territorio nelle quali potrebbe svolgersi una parte del percorso formativo.

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80 | Notiziario | Giugno 2014

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Giugno 2014 | Notiziario | 81

di ANTONIO VELLUTO

Antonio VellutoMedico in Formazione

Specifica in Medicina Generale, OMCeO Bari

[email protected]

AttACCo AL fUtUro. storiA

di UnA sfidA Che si PUò VinCere

Percorsi formativi eccessivamente lunghi, mancata programmazione,

disomogeneità territoriale. Sono alcune delle criticità

che affrontano i giovani medici. Una sfida da combattere

con una visione d’insieme

g i o VA n i

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82 | Notiziario | Giugno 2014

discutere di politiche a favore dei giovani

professionisti vuol dire parlare di una grossa e

articolata fetta del sistema sanitario del futuro

Quando mi è stato chiesto di coordi-

nare i gruppi di lavoro dedicati alle

problematiche dei giovani medici,

in vista del Convegno Nazionale FNOMCeO

che si terrà a Bari il 13 e 14 giugno, ammetto

di aver pensato subito che sarebbe stato un

compito davvero arduo da portare a termine.

Discutere di politiche a favore dei giovani

professionisti vuol dire infatti parlare di una

grossa e articolata fetta del Sistema Sanitario

del futuro. Per farlo con profitto è necessario

innanzitutto analizzare il lungo percorso che

porta prima all’abilitazione per la professio-

ne medica e poi alla formazione post laurea

(unica via di accesso lavorativo al SSN) per

l’ottenimento di un diploma di specialità o di

formazione specifica in medicina generale.

Per ogni step del percorso le criticità di certo

non mancano. Inoltre, ogni fase è caratteriz-

zata da numerose difficoltà specifiche dalle

quali occorre però trarre una sintesi utile

all’evoluzione dell’intero sistema.

Il compito di analizzare il presente per elabo-

rare proposte per un futuro migliore è stato

affidato proprio a chi del futuro sarà prota-

gonista.

L’OMCeO di Bari ha istituito infatti gruppi di

lavoro su diverse aree formative quali il Corso

di laurea in Medicina e Chirurgia, il Diploma

di specializzazione universitaria e il Corso di

formazione specifica in Medicina Generale.

Compongono i gruppi non solo medici iscrit-

ti all’Ordine dei Medici di Bari, ma anche

colleghi iscritti ad Ordini delle altre provin-

ce pugliesi, oltre che laureandi in Medicina

e Chirurgia, in modo che su questa iniziativa

converga un contributo rappresentativo dei

giovani colleghi dell’intera regione.

Già dopo i primi incontri è emersa in modo

evidente la presenza di temi comuni alle di-

verse aree di studio, quali l’eccessiva dura-

ta dei percorsi formativi, che porta i medici

italiani ad essere i più vecchi in Europa ad

accedere al mondo del lavoro; la mancata

programmazione del fabbisogno di medici

del SSN, che attualmente ha portato ad un

numero di borse per il post laurea insufficien-

ti a garantire sia la formazione di tutti i medici

neoabilitati che il turnover rispetto ai futuri

pensionamenti; una rilevante disomogeneità

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Giugno 2014 | Notiziario | 83

delle realtà formative sul territorio.

Ci sono poi le tematiche più specifiche per

le diverse aree di formazione, fra cui quelle

di tipo contrattuale, legale e assicurativo o di

organizzazione della didattica.

Nell’approcciarsi anche ai temi più specifi-

ci è però emerso sin dalle prime battute un

elemento fondamentale che accomuna tutti

i gruppi di lavoro e che non può non essere

di conforto per il futuro, oltre che per l’inca-

rico di coordinamento assegnatomi. La nuo-

va classe medica sta dimostrando di saper

guardare agli anni a venire non limitandosi

ad interessi settoriali e di parte, ma conte-

stualizzando problemi nella complessa glo-

balità del Sistema Sanitario Nazionale, con la

consapevolezza che tutti gli elementi che lo

compongono devono essere efficienti e tra

loro in un corretto equilibrio

Punto di riferimento e massima espressione

del pensare al futuro attraverso una visione di

insieme del SSN da parte dei giovani camici

bianchi è l’Osservatorio Nazionale dei Gio-

vani Professionisti, istituito dalla FNOMCeO

nel 2012.

L’esperienza dei gruppi di lavoro rappresenta

un laboratorio che vuole mettere a disposi-

zione le idee di Bari e della Puglia, in un’ot-

tica che è sempre più di capillare

coinvolgimento e di dif-

fusione fra i giovani

della coscienza del

proprio ruolo nel pre-

sente e nel futuro.

Perché la visione d’in-

sieme è un punto di forza

delle nuove generazioni. Ed

è sulla base di questa forza

e di queste competenze che i

giovani professionisti diventano

forza di rinnovamento e interlocu-

tore credibile, in grado non solo di

porre domande, ma di proporre solu-

zioni, affinché la politica si faccia defi-

nitivamente carico della responsabilità di

garantire un Sistema Sanitario Nazionale

solido nel tempo e a misura di cittadini e di

medici.

LA nUOVA CLASSE MEDICA STA DIMOSTRAnDO DI SAPER GUARDARE AGLI AnnI A VEnIRE nOn LIMITAnDOSI AD InTERESSI SETTORIALI E DI PARTE, MA COnTESTUALIZZAnDO

PROBLEMI nELLA COMPLESSA GLOBALITà DEL SISTEMA SAnITARIO nAZIOnALE

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Giugno 2014 | Notiziario | 85

A cura dell’OSSERVATORIO

GIOVANI PROFESSIONISTI FNOMCeO

LA fnoMCeo si ConfrontA Con Le nUoVe LeVeL’Osservatorio Giovani Professionisti mostra il punto di vista dei giovani

medici. Nel convegno di Bari saranno svelati i risultati dell’indagine

sull’accesso alla professione dei medici abilitati nell’ultimo decennio

o s s e r VAt o r i o g i o VA n i

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86 | Notiziario | Giugno 2014

L’Osservatorio Giovani Professionisti

FNOMCeO è stato costituito nel set-

tembre 2012, per volontà della Fede-

razione Nazionale.

Il Comitato Centrale, per specifiche proble-

matiche, quali ad esempio le politiche pro-

fessionali a favore dei giovani, la qualità della

didattica percepita dal discente dei percorsi

formativi pre e post laurea, la comunicazione

con le fasce della categoria medica e odon-

toiatrica più fragili quali ad esempio i medici

o gli odontoiatri neolaureati o precari, utilizza

questo organismo tecnico di supporto, che

attraverso un lavoro di confronto e discussio-

ne mostra il punto di vista dei giovani pro-

fessionisti.

Infatti all’interno di questo gruppo di pro-

fessionisti sono presenti giovani medici e

odontoiatri provenienti da diverse Regioni

d’Italia, con un’attenzione particolare a una

presenza di entrambi i generi: questo costitu-

isce uno spazio vivace e aperto al confronto

tra chi prova sulla propria pelle le difficoltà

di un inserimento professionale nell’Italia di

oggi, in cui la fiducia nel futuro è sempre più

traballante.

Abusivismo nell’esercizio della professione,

alti costi negli investimenti strumentali, in-

genti oneri assicurativi, scarso sostegno alla

formazione remunerata o assenza della stes-

sa, ricorso alla medicina difensiva, sono alcu-

ni degli ostacoli per arrivare a poter svolge-

re serenamente la propria professione, con

passione e competenza, nell’interesse della

salute dei cittadini.

Problematiche e proposte di questo gruppo

di professionisti sono state fatte anche at-

traverso il coinvolgimento di numerosissimi

colleghi giovani e giovanissimi, che hanno

dato il proprio contributo rispondendo al

maxiquestionario FNOMCeO. è chiaro che

il punto di vista di chi è fresco di formazio-

ne e vuole accedere rapidamente al mondo

del lavoro è differente da quello di chi lavora

stabilmente da 20-30 anni, e per indagarlo

è stata diffusa questa indagine conoscitiva

sulla programmazione dell’accesso dei pro-

fessionisti nel mondo del lavoro.

tra gli obiettivi di tale indagine 1. ottenere informazioni sugli esiti occupazio-

nali dei professionisti

2. conoscere la spendibilità/fruibilità del ti-

tolo formativo in relazione allo stato occupa-

zionale (occupazione, sottoccupazione, inoc-

cupazione) e alla valorizzazione della iniziale

scelta vocazionale

L’osservatorio è un organo tecnico

di supporto soprattutto per tematiche come

le politiche professionalia favore dei giovani,

la qualità delladidattica percepita

dal discente dei percorsiformativi pre e post

laurea, la comunicazionecon le fasce della categoria medica

e odontoiatrica più fragili

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Giugno 2014 | Notiziario | 87

3. valutare il grado di soddisfazione sull’or-

ganizzazione dei percorsi formativi e la loro

funzionalità nella preparazione del professio-

nista all’accesso nel mondo del lavoro

4. monitorare il tipo di contratto in essere, il

profilo assicurativo e di responsabilità assun-

ta, i tempi di attesa per l’accesso alla pro-

fessione

5. valutare il coinvolgimento e la partecipa-

zione attiva dei giovani professionisti alla vita

associativa e ordinistica e conoscenza degli

aspetti previdenziali

6. conoscenza all’interno della “cornice”

SSN dei nuovi strumenti di innovazione del

modo di intendere la sanità (organizzazione)

e la medicina (formazione). Ad esempio FSE,

clinical governance, HTA ecc.

come si È svolta l’indagine? La popolazione di riferimento è stata indi-

viduata nei medici abilitati nell’ultimo de-

cennio, avendo come parametri la durata

dei percorsi formativi post laurea e il conse-

guente ritardo nell’inserimento lavorativo. Il

Centro Studi della FNOMCeO si è occupato

di informatizzare il questionario e creare l’e-

lenco dei nominativi e delle mail per poter

intervistare i professionisti; l’indagine è sta-

ta diffusa tra i giovani professionisti a partire

da settembre 2013 si è conclusa nel marzo

2014: i dati raccolti sono ora in fase di ela-

borazione.

La Federazione Nazionale, raccogliendo il

contributo di tutti coloro che hanno risposto

al questionario e considerato l’interesse stra-

tegico rispetto a tematiche che investono i

giovani professionisti, ovvero coloro che tra

pochi anni sosterranno il SSN, ha ritenuto

opportuno creare un evento pubblico di con-

fronto e proposta politica con il coinvolgi-

mento di tutti i portatori di interesse e delle

istituzioni. L’occasione sarà a Bari presso il

Teatro Petruzzelli, il prossimo 14 giugno.

La partecipazione da parte delle associazio-

ni di giovani in sanità, e la partecipazione di

giovani medici e odontoiatri attivi nei vari

ordini provinciali di tutta Italia, creeranno

l’occasione e lo stimolo per far convergere in

una direzione costruttiva e virtuosa le diverse

politiche annunciate o, in alcuni casi, già av-

viate dal Governo e dalle istituzioni a favore

dei giovani.

L’InDAGInE è STATA COnDOTTA SUI MEDICI ABILITATI nELL’ULTIMO DECEnnIO, AVEnDO COME PARAMETRI LA DURATA DEI PERCORSI FORMATIVI POST LAUREA

E IL COnSEGUEnTE RITARDO nELL’InSERIMEnTO LAVORATIVO

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88 | Notiziario | Giugno 2014

L’ospedale d’insegnamento: è il modello che il Miulli

di Acquaviva vuole sperimentare. Sempre ispirandosi

alla “Caritas in Veritate” di Benedetto XVI

Parlare oggi di nuovi modelli economi-

ci di “produzione sanitaria” al servizio

del malato, per un Ente Ecclesiastico

come il Miulli, è soprattutto fare riferimento

alla dottrina della Chiesa che vede lo snodo

principale di un nuovo modo di organizzare

l’economia nell’enciclica di Papa Benedetto

XVI Caritas in Veritate: «La carità nella verità

pone l’uomo davanti alla stupefacente espe-

rienza del dono. La gratuità è presente nella

sua vita in molteplici forme, spesso non rico-

nosciute a causa di una visione solo produt-

tivistica e utilitaristica dell’esistenza. L’essere

umano è fatto per il dono, che ne esprime ed

attua la dimensione di trascendenza» (cap.

3/34). Come coniugare questa mission all’in-

terno di un management sanitario con poche

risorse a disposizione e con fabbisogni sem-

pre più esigenti e complessi, è la vera scom-

messa di questo tempo.

«La grande sfida che abbiamo davanti a noi,

fatta emergere dalle problematiche dello

sviluppo in questo tempo di globalizzazione

e resa ancor più esigente dalla crisi econo-

mico-finanziaria, è di mostrare, a livello sia

di pensiero sia di comportamenti, che non

solo i tradizionali principi dell’etica sociale,

quali la trasparenza, l’onestà e la responsa-

bilità non possono venire trascurati o atte-

nuati, ma anche che nei rapporti mercantili

il principio di gratuità e la logica del dono

come espressione della fraternità possono e

devono trovare posto entro la normale attivi-

tà economica. Ciò è un’esigenza dell’uomo

nel momento attuale, ma anche un’esigenza

della stessa ragione economica. Si tratta di

una esigenza ad un tempo della carità e della

verità» (cap. 3/36).

Ma è anche una esigenza di futuro. Per i pa-

zienti e per gli operatori sanitari. Futuro

ConiUgAre LA CUrA Con L’esPerienZA deL dono. e iL fAre Con L’iMPArAre

e t i C A e M e d i C i n A

di nino MeSSina

Responsabile della formazione aziendale

dell’Ospedale F. [email protected]

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Giugno 2014 | Notiziario | 89

Il MiulliDA OSPEDALE DEI SOLDATI

A OSPEDALE GENERALE REGIONALE

L’Ospedale F. Miulli risale al 1158, quando sorse come

“Ospedale dei soldati” aperto anche alla popolazione

civile. Nel 1546 divenne per fondazione del canonico

Molignani ospedale dei pellegrini e dei poveri.

Ecco i numeri che oggi vanta l’Ente ecclesiastico:

90.000 I MEtRI QUADRI DI SUPERFICE

COMPLESSIvA

330.000 I MEtRI CUBI COMPLESSIvI

16.000 I MEtRI QUADRI DI SUPERFICE COPERtA

35.000 I MEtRI QUADRI DI SUPERFICE A

PARCHEggIO

1.800 I POStI AUtO E MEZZI

2.975 I vANI COMLESSIvI

705 I POStI LEttO tOtALI

21 LE SALE OPERAtORIE

48 I MEtRI DI DIAMEtRO DELL’ELISUPERICE

1 SALA CONvEgNI

1 PISCINA tERAPEUtICA

2 CHIESE SOvRAPPOStE

37 ASCENSORI

2 SCALE MOBILI

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90 | Notiziario | Giugno 2014

per i pazienti che desiderano sempre più

un’umanizzazione scevra dal profitto. Futuro

di operatori sempre in cerca di climi lavo-

rativi e modelli di organizzazione più mo-

tivanti e più proiettati al costruire ospedali

rinnovati sia nelle tecnologie ma soprattutto

nelle professionalità e negli stili di gestione.

Futuro di professionisti medici che hanno

il dovere di insegnare e trasmettere le loro

storie di impegno, dedizione e sacrificio.

Futuro di giovani laureati prossimi medici

che chiedono aiuto e che sono desiderosi

di imparare rilevando questo impegnativo

testimone. è un’imprenditorialità sanitaria

nuova e impegnativa. è per questo che il

Miulli vuole organizzare un progetto nuovo,

volto ad ampliare la filosofia dell’apprendi-

stato tanto caro alle esperienze più impor-

tanti dell’industria manifatturiera italiana.

Sì, anche in ospedale, questa filosofia po-

trebbe avere un senso. Il gap acclarato tra il

numero dei laureati in medicina e i posti di

specializzazione disponibili fa pensare che il

modello attuale di inserimento nel mondo

del lavoro sanitario medico necessita di una

revisione. Soprattutto se si considera che

gli attuali fabbisogni di personale sanitario

sono puntualmente insoddisfatti.

L’ospedale d’insegnamento: questa è la

provocazione. Questo è il modello nuovo che il Miulli vuole sperimentare. Gli

inglesi direbbero learning by doing. Progetti che, creando una collaborazione

tra impresa e mondo universitario, imprimono una responsabilità sociale all’o-

spedale e permettono agli stessi studenti, nel limbo che va dalla laurea all’inizio

della specializzazione e oltre, di conoscere il mondo aziendale, cimentandosi in

progetti concreti, utili per l’impresa stessa.

L’idea è molto semplice: l’ospedale propone una tematica d’interesse per la pro-

caritas in veritate (in italiano la carità nella verità) è una lettera enciclica del-

la chiesa cattolica firmata da papa benedetto Xvi il 29 giugno 2009. il titolo

dell’enciclica, caritas in veritate (tratto dalle prime parole del testo latino), seb-

bene non costituisca direttamente una citazione dalla bibbia, ricorda l’espres-

sione di san Paolo «veritas in caritate» (la verità nella carità). nel documento è

spiegato infatti che:

«la verità va cercata, trovata ed espressa nell’economia della carità, ma la carità

a sua volta va compresa, avvalorata e praticata nella luce della verità».

benedetto Xvi spiega inoltre che lo stesso gesù cristo, indicato come «via, verità

Caritas in VeritateL’ENCICLICA DI PAPA

BENEDETTO XVI

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Giugno 2014 | Notiziario | 91

pria attività e un gruppo di laureati in

medicina in attesa della specializzazione

o durante la stessa, rispondono lavoran-

do al progetto e a una proposta di svi-

luppo con la supervisione dell’università

stessa e l’innesto concreto in presenza

lavorativa ospedaliera continua e regola-

re nell’assistenza e cura.

Ovviamente sia per le risorse economi-

che necessarie che per l’inquadramento

di iniziative di questo genere si dovrà far

riferimento a tutti i protagonisti coinvol-

ti. Università, ospedali, Ordini, sindaca-

to e Regioni. In quest’ottica

il concetto di gratuità e di

dono più volte citato nell’en-

ciclica dovrà calmierare, nella

valutazione costi e benefici,

il risultato finale a vantaggio

del capitale umano, necessario investimento e naturale garanzia per il futuro.

L’essenziale è aprire le porte e rendersi disponibili per capitalizzare la conoscenza

medica di una tradizione professionale riconosciuta in Italia grazie sia allo sforzo

didattico delle numerose eccellenze universitarie presenti sul territorio sia alle

occasioni e opportunità che ospedali come il Miulli hanno il dovere di offrire.

«LA CARITà nELLA VERITà POnE L’UOMO DAVAnTI ALLA STUPEFACEnTE ESPERIEnZA DEL DOnO»

e vita» in giovanni 14,6, secondo il vangelo è stato, con la sua vita terrena e con

la sua morte e resurrezione, «testimone» di carità nella verità:

«in cristo, la carità nella verità diventa il volto della sua Persona, una vocazione

per noi ad amare i nostri fratelli nella verità del suo progetto».

Per tale motivo, il papa ribadì, in merito al summit del g8 appena conclusosi

a l’aquila pochi giorni dopo la diffusione dell’enciclica, la sua convinzione che

«per quanto sia complessa l’attuale situazione nel mondo, la chiesa guarda al

futuro con speranza e ricorda ai cristiani che “l’annuncio di cristo è il primo e

principale fattore di sviluppo”».

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92 | Notiziario | Giugno 2014

qUALi PerCorsi Per LA MediCinA generALe?Siamo di fronte a un momento storico: la MG si appresta a essere lo snodo

nevralgico di tutto il sistema sanitario. È necessario, quindi, che si definisca

un contratto di formazione che chiarisca compiti e obblighi assistenziali.

Senza dimenticare le tutele

f i M M g

Ogni anno circa 4.000 giovani medici

decidono di misurarsi con l’esame

d’ingresso al Corso triennale di for-

mazione specifica in Medicina Generale: tale

numero rappresenta circa il 50% dei neolau-

reati, e solo 1 su 4 di loro supera il concorso e

accede al percorso formativo.

Si tratta di un concorso pubblico a tutti gli

effetti che, organizzato in data unica in tut-

te le Regioni italiane, vede negli ultimi anni

confrontarsi sempre più colleghi d’età media

inferiore ai 30 anni – soprattutto donne. A

ciascuno di questi colleghi, che scelgono di

diventare medici di famiglia, dovremmo dare

il benvenuto in un sistema che, seppur in evo-

luzione, deve e dovrà essere sempre di più un

cardine del Sistema Sanitario Nazionale.

La rete delle cure primarie è la migliore rispo-

sta alla necessità di omogeneizzare obiettivi

come il contenimento della spesa e l’appro-

priatezza delle cure in sanità. Tali risultati ven-

gono conseguiti grazie all’azione di presa in

carico di gestione e filtro dei bisogni di salute

dei cittadini, bisogni complessi, che investo-

no il contesto sociale, la sfera lavorativa e

quella familiare.

Questi colleghi vanno, inoltre, motivati sul-

la loro scelta soprattutto sugli intenti che

Fimmg, di concerto con il Ministero della Sa-

lute, sta cercando di attuare, per far evolvere

l’attuale modello formativo e per concordare

con le Regioni la possibilità di inserire, attra-

verso l’ACN della Medicina Generale, questi

colleghi nel mondo lavorativo già durante il

corso, dando valore al percorso formativo e

creando un continuum nell’avvicinamento a

quella che sarà la loro futura professione.

C’è, infatti, da parte nostra, forte attenzione

rispetto all’inserimento nel Patto della Salu-

te di quanto previsto dalla Legge Balduzzi,

relativamente alle attività professionalizzanti

da svolgersi durante la formazione specifica

in Medicina Generale. Le attività professio-

nalizzanti svolte durante il corso devono rap-

presentare una vera integrazione de facto,

tra l’aspetto più formativo e l’impegno lavo-

rativo nelle cure primarie, che determini sia

un’integrazione retributiva della borsa

di GiaCoMo Milillo

Giacomo Milillo Segretario Generale

Nazionale Fimmg

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Giugno 2014 | Notiziario | 93

L’EMENDAMENTO DEL DL BALDUZZI Il Decreto Balduzzi sulla sanità (DL 158/2012, convertito in Legge 189/2012)

comprende un emendamento, approvato dalla Commissione Affari sociali

della Camera dei deputati, che recita: “Nell’ambito del Patto della Salute

vengono definite modalità, criteri, procedure per valorizzare ai fini della

formazione specifica in Medicina generale l’attività remunerata svolta dai

medici in formazione presso i servizi dell’Azienda sanitaria e della Medicina

convenzionata”. L’emendamento rappresenta un primo passo in sede legislativa

verso il giusto riconoscimento economico del ruolo dei giovani medici iscritti

al corso di formazione specifica di Medicina generale.

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Giugno 2014 | Notiziario | 95

di studio, troppo bassa rispetto a quella dei

diplomi di specializzazione, sia una risposta in

efficacia assistenziale di giovani colleghi che

hanno, come medici abilitati, tutta la capacità

di essere utili alle sfide che la Medicina Gene-

rale vuole vincere nel cambiamento.

Necessario, quindi, che si definisca un con-

tratto di formazione che chiarisca compiti e

obblighi formativi e assistenziali e che non

dimentichi le tutele, come quella sulla ma-

ternità e sulle fragilità. Deve essere forte

il messaggio di una visione meritocratica

nell’accesso alla funzione di medico di Me-

dicina Generale e di un valore del diploma di

formazione in Medicina Generale equivalente

ad altri diplomi di formazione post laurea in

medicina, riconoscendo l’impegno e la ca-

pacità che hanno consentito di superare un

concorso pubblico; va fortificata la volontà di

sentirsi ed essere parte di un’area professio-

nale, e per ottenere tutto ciò devono essere

create le condizioni perché vi siano forti mo-

tivazioni nell’entrare e nel restare nella Medi-

cina Generale.

Appare chiaro che solo i professionisti che

si sentono parte di un sistema ne fanno l’in-

teresse, perseguendo l’obiettivo comune di

un più alto livello di tutela della salute dei

cittadini, tutela che nell’area della Medicina

Generale rappresenta l’offerta connessa alla

scelta fiduciaria che il cittadino fa nei nostri

confronti. Non possiamo, pertanto, offrire ai

nostri giovani colleghi precarietà e incertez-

za nel futuro se il sistema necessita, oggi più

che mai, di continuità delle cure, competen-

ze e abilità specifiche, passione e generosità

nell’esercizio della professione.

Il percorso d’accesso alla Medicina Generale

deve essere unico, ben strutturato, uniforme,

dignitoso e di qualità in ugual modo in tutte

le Regioni italiane. E se questo percorso deve

diventare un percorso di formazione-lavoro, è

necessario il rinnovo della Convenzione.

Siamo di fronte a un momento storico per

la Medicina Generale: la riorganizzazione in

aggregazioni funzionali territoriali determine-

rà un nuovo scenario per il cittadino, la cui

presa in carico non trascurerà né la continuità

temporale, né la continuità informativa dei

dati necessari all’efficacia della cura stes-

sa e la Medicina Generale potrà finalmente

essere, come in altri sistemi sanitari, snodo

nevralgico di tutto il sistema salute. Ci trovia-

mo di fronte a un sistema che ha bisogno di

professionisti formati, se possibile secondo la

propria scelta vocazionale, ma ciò di cui ab-

biamo ancora più bisogno è una programma-

zione che permetta di formare professionisti

in qualità e numero sufficiente a sostenere il

sistema e i nuovi modelli organizzativi che si

stanno determinando.

I Ministeri competenti devono indirizzare i

giovani in percorsi prestabiliti di qualità e non

creare disagi cambiando le regole a gioco ini-

ziato. La formazione post laurea va sostenuta

nella misura in cui è necessaria al sistema, e il

numero di nuovi medici neolaureati deve es-

sere commisurato a tali necessità.

Regioni, Università e sistema salute devono

promuovere una cultura della programma-

zione dando un senso all’investimento delle

migliaia di famiglie che intervengono econo-

micamente nel sostenere i propri figli nella

scelta di diventare medici, permettendo a

questi giovani di ultimare i lunghi percorsi

formativi affrancandosi dalle famiglie di ori-

gine.

L’Italia e tutti i decisori devono farsi carico dei

problemi dei giovani nei fatti che devono se-

guire subito alle proposte: è il momento di

ripartire puntando al lungo termine, alla qua-

lità e al rinnovamento. Abbiamo l’ambizione

di credere in tutta la Medicina Generale, e

Fimmg in questo è pronta a fare la sua parte.

La riorganizzazione in aggregazioni

funzionali territoriali determinerà un nuovo

scenario per il cittadino

i Ministeri CoMPetenti non doVrebbero CAMbiAre Le regoLe A gioCo iniZiAto.È neCessAriA Un’integrAZione retribUtiVA deLLA borsA di stUdio, troPPo bAssA risPetto A qUeLLA dei diPLoMi di sPeCiALiZZAZione

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96 | Notiziario | Giugno 2014

L’attuale accesso al SSN avviene oggi

non prima di 11 anni di studi univer-

sitari di cui 5 o 6 legati al consegui-

mento di una specializzazione, molto spesso

esclusivamente accademica. Ma i blocchi del

turnover causano un periodo, più o meno lun-

go, di precariato, durante il quale l’aleatorietà

della situazione impedisce che si concretizzi

quel processo formativo sul campo, tutorato

dai colleghi più anziani

che aveva caratterizza-

to la formazione delle

generazioni preceden-

ti. Questo fa sì che

i giovani colleghi si

inseriscono professio-

nalmente non prima

dei 35-40 anni, età questa in cui i medici della

maggior parte dei Paesi occidentali sono nel-

la piena maturità operativa. è un sistema che

rallenta il ricambio generazionale di una clas-

se professionale la cui età media è particolar-

mente elevata. Fondamentale è una riforma

della formazione che trasformi le attuali borse

di studio in contratti a tempo determinato con

il servizio sanitario, prevedendo il progressivo

inserimento del medico nelle attività assisten-

ziali territoriali e nelle strutture ospedaliere,

con verifica finale per consentire il passaggio

a un contratto a tempo indeterminato. Que-

sto unito a una reale progressione di merito,

con un superamento del tabellare uguale

dall’assunzione alla pensione, contribuirebbe

a risolvere il problema del precariato e inseri-

rebbe i medici nel SSN alla stessa età dei loro

colleghi europei.

Le aziende sanitarie ita-

liane investono sempre

meno nella formazione

del personale come si

desume dai loro conti

economici; tra l’altro la

spesa è estremamen-

te diversificata tra Nord e Sud ma anche tra

Regione e Regione e tra azienda e azienda

nell’ambito della stessa Regione. Formazione

significa non solo ECM (educazione continua

in Medicina), ma adeguamento alle nuo-

ve tecnologie, mantenimento e sviluppo di

nuove competenze soprattutto in un mondo,

quello sanitario, in costante evoluzione.

Abbiamo assistito, negli ultimi anni, a un’e-

C i M o A s M d

iL MediCo torni AL Centro deLLe CUreLe assunzioni a tempo determinato dei giovani medici, i tagli in bilancio, i blocchi

del turnover e la sanità low cost rallentano il ricambio generazionale della classe medica.

Ma hanno anche tradito la vocazione primaria della professione, confondendola

con la gestione dei budget

di RiCCaRdo CaSSi

Riccardo Cassipresidente nazionale

CIMO [email protected]

fondamentale è una riforma che trasformi le attuali borse di studio in contratti a tempo determinato,

che poi possano divenire contratti a tempo indeterminato

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Giugno 2014 | Notiziario | 97

splosione del fenomeno del precariato sotto

varie forme (contratti a tempo determinato,

libero professionali, collaborazioni a progetto

ecc.) che ha visto e vede tuttora i giovani col-

leghi entrare nel mondo del lavoro in età trop-

po avanzata. è quasi un salto generazionale

che vede, da un lato, medici ultrasessantenni

sovraccaricarsi di turni sempre più stressanti e

usuranti, e, dall’altro lato, giovani colleghi in

cerca di una prima occupazione stabile, digni-

tosa e non sottopagata. Le cause di un sem-

pre maggiore precariato nella sanità sono ben

note: il blocco del turnover soprattutto nelle

Regioni oggetto di piano di rientro, le restri-

zioni dei bilanci ma, soprattutto, l’incapacità

delle Regioni di effettuare una seria riorganiz-

zazione della rete ospedaliera.

Ogni azienda, poi, nell’ambito della propria

autonomia e delle politiche di risparmio, ha

ampliato le tipologie dei contratti a tempo de-

terminato per far fronte, attraverso una sanità

low cost, alle sempre maggiori carenze di per-

sonale in settori nevralgici quali l’emergenza e

le varie specialità.

Si è creata una situazione ormai insostenibile

rispetto alla quale il Decreto legge sulla sta-

bilizzazione nella Pubblica Amministrazione,

dove è previsto uno specifico D.P.C.M. per i

precari della sanità, apre solo parzialmente la

strada della sua soluzione. Occorre, infatti, ap-

provare rapidamente gli standard ospedalieri,

inserendovi le dotazioni organiche, togliere i

blocchi al turnover e rivedere l’accesso ma,

soprattutto, elaborare norme specifiche aven-

do il coraggio di proporre soluzioni nuove. Ma

modificare la formazione e l’accesso servirà a

poco se non si modificano le attuali regole

sulla carriera che hanno stravolto completa-

mente la figura professionale del medico, tra-

sformato in un burocrate manager, schiavo dei

budget imposti dai direttori generali a disca-

pito del rapporto col paziente, trasfigurando

completamente la professione. Il Coordina-

mento italiano medici ospedalieri auspica che

il medico torni al centro delle cure, affinché

questa figura professionale sia rivitalizzata,

distinguendo chiaramente l’atto medico dalla

gestione economica di bilancio, e premiando

i migliori professionisti, attraverso valutazioni

sul merito e sulla competenza. Solo così si po-

trà offrire un futuro ai giovani che si affacciano

oggi alla professione.

occorre distinguere l’atto medico dalla

gestione economica di bilancio, e premiare

i migliori professionisti, attraverso valutazioni

sul merito e sulla competenza

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98 | Notiziario | Giugno 2014

di COSTANTINO TROISE Segretario nazionale Anaao Assomed

[email protected]

fAbbisogni e ACCesso AL LAVoro. iL fUtUro È Un’eMergenZASenza una corretta programmazione dei fabbisogni e un diverso accesso al mondo

del lavoro, il SSN non avrà più le risorse professionali necessarie. E potrebbe pagare

questa carenza a caro prezzo. Con un costo più elevato di eventuali assunzioni

A n A A o A s s o M e d

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Giugno 2014 | Notiziario | 99

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Per garantire un futuro ai giovani medici,

sono 4 i punti programmatici su cui interveni-

re prioritariamente:

1) ProgrammaZione dei FabbisogniEntro i prossimi dieci anni vi sarà un profondo

cambiamento degli assetti e dei modelli as-

sistenziali e dei numeri (gobba previdenziale)

della professione medica e odontoiatrica.

Un realistico calcolo dei fabbisogni deve

adottare nuovi criteri di programmazione in

funzione delle effettive necessità assistenziali

e della capienza occupazionale del sistema

sanitario, rapportati a parametri demografici

consistenti di popolazione, a modelli di rior-

ganizzazione sanitaria, a bisogni ed obiettivi

di salute pubblica, allo sviluppo della ricerca

scientifica. Evitando l’attuale disoccupazione

di migliaia di colleghi, figlia di calcoli senza

rigor di logica, attuati con la pretesa di ave-

re circa 10.000 nuovi medici ogni anno e di

fornire solo a meno della metà la possibilità

di accedere a un corso di formazione post-

laurea.

2) valutaZione ai Fini dell’accessoLa valutazione complessiva del percorso

formativo, compreso il Diploma di matu-

rità, deve avere un peso nella valutazione

di accesso. Se il sistema del quiz a risposta

multipla viene mantenuto, le materie devo-

no essere coerenti con il percorso formativo

concluso e con i contenuti del corso da intra-

prendere. In alternativa, spostare la selezione

al secondo anno in base ai crediti formativi

ottenuti, aumentando il rapporto studenti\

posti letto ricomprendendovi le strutture del-

la rete regionale accreditata.

3) corsi di laurea ed esame di statoè necessaria una revisione del curriculum con

riduzione del numero degli esami e valoriz-

zazione di prove multidisciplinari in itinere

(es. progress test e valutazione sul campo),

ampliando la parte pratica di contatto con il

malato (imparare facendo) e i contenuti deon-

tologici e umanistici finalizzati all’acquisizione

di non technical skills per mezzo di specifici

moduli interdisciplinari. Se la laurea non è im-

mediatamente abilitante, occorre rivedere le

modalità dell’Esame di Stato, con l’adozione

di nuovi strumenti di valutazione (progress

test; presentazione e discussione di casi clinici

seguiti durante il tirocinio) e l’inserimento nel-

la Commissione di una rappresentanza ade-

si pretende di formare 10.000 nuovi medici

ogni anno, e di fornire solo a meno della metà

la possibilità di accedere a un corso di formazione

post-laurea

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Giugno 2014 | Notiziario | 101

guata della professione, al riparo da possibili

conflitti di interesse.

4) corsi di sPecialiZZaZioneLa formazione specialistica del medico è di-

ventata una vera emergenza nazionale, sot-

tratta come è agli ospedali, a differenza di

quanto accade nel resto d’Europa, e finalizza-

ta più agli interessi dell’Università che a quel-

li del discente e del SSN. Il bisogno di pro-

fessionisti sanitari non è più compiutamente

soddisfatto, né per qualità né per quantità,

dal modello centrato sul monopolio accade-

mico, ed è necessario e urgente cominciare a

ragionare su nuovi luoghi della didattica me-

dica realizzando un vero cambio di paradig-

ma che chiami il SSN a svolgere pienamente

quel ruolo professionalizzante che la legge gli

assegna e Regioni e Università nei fatti gli ne-

gano. Oggi, gli specializzandi costituiscono

un’importante e occulta risorsa delle strutture

universitarie, in grado di assicurare i volumi

produttivi che ne giustificano l’esistenza. Non

meraviglia se negli ultimi 15 anni il rapporto

tra discipline specialistiche è rimasto sostan-

zialmente invariato a onta della rivoluzione

demografica ed epidemiologica che ha attra-

versato la medicina. Per di più, il fallimento

della programmazione crea un profondo gap

tra numero di laureati, in crescita, e numero di

posti nei corsi, in diminuzione.

L’eccessiva lunghezza del percorso forma-

tivo, conseguente alla previsione del titolo

di specializzazione come requisito per i ruoli

del SSN, ritarda l’accesso al lavoro dei Me-

dici con le conseguenze, previdenziali e di

carriera, del caso.

Una alternativa è la possibilità di inserimen-

to del neolaureato nei posti vacanti del SSN,

laddove completa la propria formazione.

Altrimenti, considerare il secondo triennio

come periodo di formazione lavoro da svol-

gere nelle strutture del SSN con compiti e

retribuzione, diretta ed indiretta, contrat-

tualizzati. Senza profondi cambiamenti nel

sistema della formazione medica la qualità

del sistema sanitario risentirà pesantemente,

nel prossimo futuro, di carenza delle neces-

sarie risorse professionali, in numero e con

preparazione adeguata. Assumere medici e

formarli adeguatamente, costa. Ma quanto

ci costerà, fra pochi anni, non averli assunti e

non avere risorse professionali adeguatamen-

te formate?

OCCORRE RIVEDERE LE MODALITà DELL’ESAME DI STATO, COn L’ADOZIOnE DI nUOVI STRUMEnTI DI VALUTAZIOnE E L’InSERIMEnTO nELLA COMMISSIOnE

DI UnA RAPPRESEnTAnZA ADEGUATA DELLA PROFESSIOnE

La formazione specialistica del medico

è diventata una vera emergenza nazionale

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102 | Notiziario | Giugno 2014

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Giugno 2014 | Notiziario | 103

“Lezione di anatomia del dottor tulp”

rembrandt

(Leida, 15 luglio 1606 - amsterdam, 4 ottobre 1669)

olio su tela, Mauritshuis dell’aia

Il dipinto fu commissionato al pittore

dalla Gilda dei Medici di Amsterdam.

Rappresenta il professor Nicolaes Tulp,

titolare della locale cattedra di anatomia,

mentre esegue la dissezione del corpo

di un giustiziato, Adrian Adrianeszoon

detto “Het Kindt”, famigerato criminale

impiccato ad Amsterdam nel gennaio del

1632. Come accadrà dieci anni dopo con

l’altrettanto celebre “La ronda di notte”,

qui troviamo i nomi dei medici presenti

- colti in tutto il loro stupore, ribrezzo e

curiosità, sottolineati dall’illuminazione

della scena - scritti su un libro tenuto

in mano da un assistente. Il dottor Tulp

è ritratto nel momento in cui espone

agli astanti il funzionamento dei tendini

del braccio sinistro: per maggiore

comprensione, li afferra con delle grosse

pinze, e a sua volta, con la mano sinistra,

mima il movimento delle dita reso

possibile dai tendini stessi.

artee medicina

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104 | Notiziario | Giugno 2014

legislativenoVita,

seMPLifiCAZioni riLAsCio di CertifiCAZioni di idoneità ALL’AttiVità sPortiVA AgonistiCA INTEGRAZIONI ALLA LEGGE REGIONALE 9 AGOSTO 2006, N.26 (INTERVENTI IN MATERIA SANITARIA). L.R. N.18 DEL 19 LUGLIO 2013.

ART. 3 RILASCIO DEL CERTIFICATO DI IDONEITà ALL’ATTIVITà SPORTIVA AGONISTICA 1. L’Associazione o la Società sportiva, ai fini del tesseramen-to e del rinnovo della certificazione di idoneità, richiede la visita medico-sportiva prevista dal D.M. 18/02/1982 presen-tando istanza conforme al modello di cui all’Allegato A. 2. Il certificato di idoneità all’attività sportiva agonistica può essere rilasciato a cittadini e atleti residenti nel territorio della Regione Puglia o ad atleti tesserati da Associazioni o Società sportive ubicate nella Regione Puglia. 3. Il rilascio del certificato di idoneità all’attività sportiva ago-nistica avviene a seguito degli accertamenti eseguiti da me-dici specialisti in Medicina dello sport iscritti nell’elenco di cui al successivo Art.4. Il cittadino che richiede la visita medico-sportiva per l’idoneità alla pratica sportiva agonistica, anche per la partecipazione a concorsi, deve presentare istanza con-forme al modello di cui all’Allegato B. 4. Il medico specialista, qualora lo ritenga opportuno, potrà rilasciare una certificazione di idoneità per periodi inferiori a quelli previsti dalle Tabelle A e B del D.M. 18 febbraio 1982. 5. Le certificazioni di idoneità/inidoneità sono rilasciate in conformità ai modelli di cui agli Allegati C, D, E, F ed F1 ART. 4 ELENCO REGIONALE DEI MEDICI CERTIFICATORI 1. La Regione Puglia, ai sensi dell’art.1 della L.R. 18/2013, istituisce l’elenco regionale dei medici certificatori speciali-sti in Medicina dello sport (nel seguito “elenco”) differen-ziato per discipline sportive riconosciute dal CONI; l’elenco è gestito dalla competente struttura amministrativa della

Regione Puglia. 2. Sono autorizzati al rilascio della certificazione tutti i medici specialisti in Medicina dello sport iscritti nell’elenco. 3. Per l’iscrizione nell’elenco, il medico specialista in Medi-cina dello Sport presenta specifica istanza, con relative di-chiarazioni sostitutive di certificazione, conforme all’Allegato G. L’istanza e/o la documentazione, se incomplete dei dati richiesti, non daranno luogo all’iscrizione nell’elenco. 4. Qualora, a seguito di verifica, le dichiarazioni fornite non ri-sultino conformi alla realtà o siano venuti a mancare i requisiti strutturali richiesti dal Regolamento Regionale n.3/2010, si procederà alla sospensione dell’iscrizione del Medico specia-lista dall’elenco. La riammissione è subordinata alla rimozione degli elementi ostativi, previa verifica da parte della struttura regionale competente. 5. Il medico specialista, per la variazione della sua iscrizione, deve presentare istanza conforme all’Allegato H. 6. L’iscrizione ha validità annuale ed è soggetta a rinnovo esplicito alla sua scadenza. 7. L’elenco è reso pubblico sul portale regionale della Salute.

ART. 5 GESTIONE DEI DATI DELLA VISITA MEDICO-SPORTIVA1. L’idoneità/inidoneità ai sensi della L.R. 18/2013 e tutti gli altri dati relativi alla visita, inclusi gli esiti degli accertamenti e degli esami devono essere registrati dal Medico certificatore iscritto nell’Elenco e gestiti nel rispetto dei requisiti di riser-vatezza, protezione e sicurezza stabiliti dal D. Lgs. 196/2003. 2. L’esito negativo degli accertamenti di idoneità alla prati-ca sportiva agonistica è comunicato mediante l’utilizzo della modulistica di cui al comma 5 del precedente art. 3, nei ter-mini e ai soggetti previsti dall’art. 6 del D.M. 18/02/1982. 3. I dati clinici e strumentali relativi all’accertamento effet-tuato ai fini del riconoscimento o del rinnovo dell’idoneità alla pratica sportiva agonistica riportati su supporto cartaceo, devono essere archiviati e conservati a cura del Medico spe-cialista nello studio medico, nella struttura o ambulatorio in cui ha dichiarato di svolgere l’attività; l’archiviazione e la con-servazione devono avvenire ai sensi delle vigenti disposizioni nazionali e gestiti nel rispetto dei requisiti di riservatezza, pro-tezione e sicurezza stabiliti dal D.Lgs. 196/2003. 4. Tutti i dati riferiti alla visita medica ed alle certificazioni

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Giugno 2014 | Notiziario | 105

legislativea cura diGIANCARLO TRICARICOMedico Chirurgo, Specialistain Reumatologia ed Ematologia Generale

[email protected]

sono raccolti e gestiti in forma di Cartella Clinica. Le Asso-ciazioni/Società sportive e le Federazioni possono conoscere l’esito dell’accertamento limitatamente ai propri iscritti o agli atleti per i quali ha presentato istanza di visita.

rinnoVo PAtente, Ai MediCi iL CoMPito di VerifiCAre i dAtiLO HA CHIARITO IL MINISTERO DEI TRASPORTI CON LA CIRCOLARE N. 4920 DEL 3 MARZO 2014

Con la circolare di marzo del ministero dei Trasporti arriva un’altra incombenza per i medici che devono certificare il rin-novo della patente. I medici che certificano il rinnovo della patente di guida hanno, ora, l’obbligo di far controllare all’u-tente la validità dei dati che vengono immediatamente stam-pigliati sul documento che ammette alla circolazione. Ma non è tutto: il sanitario deve verificare anche la correttezza dei versamenti dei diritti e delle tariffe. In caso di errore sui codici e sulle scadenze spetterà, però, all’utente richiedere a sue spese un duplicato della licenza. Lo ha chiarito il Ministero dei trasporti con la circolare n. 4920 del 3 marzo 2014. L’abolizione dei tradizionali adesivi con ri-stampa integrale della patente di guida in caso di rinnovo del titolo deriva dalla modifica introdotta nell’art. 126 del codice stradale ed è entrata in vigore definitivamente il 7 febbraio scorso. Adesso, con questa nuova circolare, il ministero preci-sa alcuni dettagli. Per il rinnovo della patente i sanitari prepo-sti, all’esito positivo della visita medica, devono trasmettere telematicamente al ministero una comunicazione con i dati, la foto e la firma del titolare della licenza di guida. Il sistema informatico genererà quindi una ricevuta che il medico prov-vederà a stampare in carta semplice e da consegnare subito all’interessato. La ricevuta consentirà di circolare fino al ricevimento per posta del duplicato della patente rin-novata, comunque non oltre 60 giorni dalla data del rilascio. La domanda di rinnovo però non potrà essere troppo tem-pestiva ovvero essere presentata prima di quattro mesi dalla data di scadenza del titolo. Inoltre non tutti i titoli possono essere rinnovati con il nuovo sistema semplificato: la Motoriz-

zazione dovrà intervenire, per esempio, per le patenti specia-

li, le patenti illeggibili e quelle smarrite, sottratte e distrutte.

AssenZe Per Visite, terAPie, esAMi CLiniCi: orA bAstA Un’AUtoCertifiCAZioneCIRCOLARE N. 2/2014 DEL MINISTERO DELLA FUNZIONE

PUBBLICA, GAZZETTA UFFICIALE N. 85 DELL’11 APRILE

2014 – DA IL SOLE24 ORE.

è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 85 dell’11 apri-

le la circolare della Funzione Pubblica n. 2/2014 che indi-

ca la possibilità di autocertificazione – con allegato modulo

prestampato da compilare – per i dipendenti pubblici che si

assentano dal posto di lavoro per sottoporsi a esami clinici,

visite specialistiche o terapie. Si tratta dell’autocertificazio-

ne della propria presenza nella struttura sanitaria pubblica o

privata e se la struttura rilascia un’attestazione, questa dovrà

contenere la qualifica del soggetto che la redige e l’orario di

entrata e di uscita del dipendente, ma, ovviamente, nessun

riferimento alla diagnosi perché non si tratta di una certifica-

zione di malattia.

L’autocertificazione di presenza sostituisce la giustificazione

dell’assenza mediante attestazione redatta dal medico o dal

personale amministrativo della struttura pubblica o privata

che ha erogato la prestazione (attestazione di presenza).

L’autocertificazione copre solo il tempo di stazionamento

nella struttura sanitaria che ha erogato la prestazione e non

l’intera giornata.

Nel caso di dipendenti che debbono sottoporsi periodica-

mente, anche per lunghi periodi, a terapie che li rendono

incapaci al lavoro, spiega ancora la circolare, per semplificare

le procedure è considerata sufficiente anche un’unica certi-

ficazione (che, per queste ipotesi, potrà essere cartacea) del

medico curante che attesti la necessità di trattamenti sanitari

ricorrenti con incapacità lavorativa, secondo cicli o un calen-

dario stabilito dal medico.

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106 | Notiziario | Giugno 2014

previdenzialinoVita,

qUotA A: iL 30 giUgno sCAde LA seCondA rAtA Il 30 giugno scade il termine per pagare la seconda rata dei contributi di Quota A. Il contributo dà diritto a una pensione e all’assistenza della Fondazione Enpam ed è dovuto da tutti i medici e gli odontoiatri a partire dal mese successivo all’iscri-zione all’Albo fino al compimento dell’età del pensionamento di Quota A. Gli importi per il 2014 sono:Euro 249,67 annui fino a 30 anni di età;Euro 443,70 annui dal compimento dei 30 fino ai 35 anni;Euro 794,51 annui dal compimento dei 35 fino ai 40 anni;Euro 1.430,47 annui dal compimento dei 40 anni fino all’età del pensionamento di Quota A;Euro 794,51 annui per gli iscritti oltre i 40 anni ammessi a con-tribuzione ridotta (a questa categoria appartengono solo gli iscritti che hanno presentato la scelta prima del 31 dicembre 1989. Dal 1990 non esiste più la possibilità di chiedere la con-tribuzione ridotta). Le somme comprendono anche il contributo di maternità, adozione e aborto di Euro 43,50.

PAgAMento deLLA qUotA A Per i neo isCritti ALL’ALbo Il medico e l’odontoiatra iscritti all’Ordine nel 2013 dovranno versare nel 2014: - i contributi per il 2014 (a seconda della fascia di età di ap-partenenza);- le rate dovute per il 2013, che partono dal mese successivo all’iscrizione all’Albo.

CoMe si PAgALa Quota A si può pagare:- con il Mav in un’unica soluzione (utilizzando il bollettino che riporta l’intero importo) o in quattro rate (utilizzando i bolletti-ni che riportano le scadenze 30 aprile, 30 giugno, 30 settem-bre, 30 novembre);- con domiciliazione bancaria con Equitalia per chi ha attivato

il servizio negli anni scorsi;- con la nuova domiciliazione bancaria della Fondazione En-pam per chi l’ha richiesta entro il 15 marzo 2014.

CosA fAre se È stAto sMArrito iL boLLettinoNel caso in cui i bollettini Mav non siano arrivati o siano stati smarriti, i medici e gli odontoiatri iscritti al sito www.enpam.it possono scaricarli direttamente dalla propria area riservata. I non iscritti al sito possono invece chiedere un duplicato diret-tamente alla Banca popolare di Sondrio chiamando il numero verde 800.24.84.64 (dal lunedì al venerdì nei seguenti orari: dalle ore 8.30 alle ore 13.00 e dalle ore 14.15 alle ore 17.00). Comunicando agli operatori della Banca il proprio indirizzo di posta elettronica, gli iscritti potranno ricevere copia dei bollet-tini anche per e-mail. In ogni caso il mancato ricevimento non esonera dal paga-mento del contributo.

onLine i doCUMenti neCessAri Per LA diChiArAZione dei redditi Dall’area riservata del sito www.enpam.it è possibile stampare tutti i documenti che servono per la dichiarazione dei redditi: le certificazioni di versamento dei contributi per la libera pro-fessione Quota B (sia quelli ordinari sia quelli dovuti in regime sanzionatorio), i versamenti per la Quota A (il documento è online solo per gli iscritti che hanno attivato la domiciliazio-ne bancaria) e la certificazione dei versamenti effettuati per i riscatti e le ricongiunzioni. Le neo mamme possono trovare anche la certificazione sull’indennità di maternità percepita dall’Enpam. I pensionati Enpam, compresi orfani e vedove, possono in-vece scaricare il modello Cud necessario per la denuncia dei redditi.

entro giUgno LA PriMA rAtA seMestrALe 2014 dei risCAttiè fissato al 30 giugno il termine per pagare la prima rata seme-strale dei contributi di riscatto. L’importo è inferiore rispetto allo scorso anno in conseguenza della diminuzione del tasso ufficiale di riferimento che è passato dal 2,50 all’1 per cento.

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Giugno 2014 | Notiziario | 107

Per il pagamento è necessario utilizzare il Mav inviato dalla Banca popolare di Sondrio. Se siete registrati al sito www.enpam.it potete comunque stampare il Mav personalizzato direttamente dalla vostra area riservata. Se non siete iscritti al sito e avete smarrito il Mav, dovete chiamare la Banca popo-lare di Sondrio al numero verde 800.24.84.64. Comunicando agli operatori della Banca l’indirizzo di posta elettronica, gli iscritti potranno ricevere copia dei bollettini anche per e-mail evitando i tempi di attesa della postalizzazione.

integrAZione AL MiniMo deLLA PensioneI pensionati interessati riceveranno prossimamente un modu-lo e una lettera con le informazioni necessarie per usufruire anche nel 2014 dell’integrazione al minimo della pensione Enpam. Il modulo deve essere compilato e restituito agli uf-fici della Fondazione per posta, con copia del documento di identità, al seguente indirizzo: Fondazione Enpam, Servizio Prestazioni del Fondo di previdenza generale, Piazza Vitto-rio Emanuele II, n. 78 00185 Roma, oppure via fax, sempre con copia del documento, a questo numero: 06.48294.923. I dati dichiarati nel modulo consentiranno agli uffici di calcolare l’eventuale conguaglio del trattamento fruito nell’anno 2013.

fondosAnità, isCriZione grAtUitA Per gLi Under 35La Fondazione Enpam permette ai giovani medici e agli odontoiatri di iscriversi gratuitamente alla previdenza com-plementare. Grazie a un contributo messo a disposizione dall’Ente di previdenza, i camici bianchi di età inferiore a 35 anni possono aprire una posizione presso FondoSanità, fondo pensione complementare del settore, senza pagare costi di ingresso. L’iscrizione consente ai gio-vani medici e dentisti di co-minciare a costruirsi una pensione di secondo pilastro, di beneficiare da subito di deduzioni fiscali e di maturare anzia-nità contributiva utile a diminuire la tassazione al momento del pensionamento.

Il numero dei giovani professionisti potenzialmente interes-sati supera le 47.000 unità. Si tratta del primo caso in Italia in cui un ente professionale coinvolge nella previdenza comple-mentare un’intera nuova generazione. L’obiettivo è quello di sensibilizzare i giovani sulla necessità di garantirsi una rendita aggiuntiva oltre a quella derivante dalla pensione di primo pilastro.Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.fondosanita.it.

CoMe CoMUniCAre iL CAMbio di residenZAMedici e odontoiatri iscritti all’Albo (anche se pensionati)I medici e gli odontoiatri iscritti all’Albo devono comunicare il cambio di residenza al proprio Ordine provinciale (e non all’Enpam). Visto che non esiste una prassi unica di comuni-cazione, si consiglia di prendere contatto con l’Ordine provin-ciale per informarsi sul tipo di modalità accettata per questo tipo di comunicazioni. Sarà poi l’Ordine a trasmettere il nuo-vo indirizzo alla Fondazione Enpam. Medici e odontoiatri non più iscritti all’albo e familiari con la pensione di reversibilitàI pensionati non più iscritti all’Ordine, le vedove, gli orfani e gli altri titolari di pensioni di reversibilità o indirette, devono invece comunicare il proprio cambio di indirizzo direttamente all’Enpam. Per farlo è necessario inviare il modulo presente sul sito della Fondazione all’indirizzo: www.enpam.it/modu-listica/altre/comunicazione-domicilio-e-residenza-iscritti-e-pensionati. Il modulo va inviato all’Enpam, insieme a una copia del do-cumento di identità, per posta (Fondazione Enpam, Piazza Vittorio Emanuele II, 78 – 00185 Roma) oppure per fax al nu-mero 06.48.294.715.

a cura di ENPAM

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108 | Notiziario | Giugno 2014

PsFk.com 28 Aprile 2014L’USO DI SMARTPHONE & CO. PRIMA DI DORMIRE HA EFFETTI NEGATIVI SUL SONNOChe l’uso dei nuovi dispositivi, come smartphone e tablet, prima di ad-dormentarsi possa avere effetti ne-gativi sulla qualità del sonno di molti individui, è un dubbio che circola da un po’ di tempo. Oggi un’indagine conoscitiva della National Sleep Foundation americana, rivela che il 63% degli intervistati dichiara di avere problemi con il sonno, e che comunque non riesce a dormire a sufficienza. Di questi il 95% ha ammesso di utilizzare vari dispositivi tecnologici prima di addormentar-si. Questi dati e molti altri presi da varie ricerche, sono stati utilizzati da una società britannica che vende biancheria da letto per realizzare

un’infografica che evidenzia come i disturbi del sonno, e l’uso di que-sti dispositivi, potrebbero essere collegati. L’infografica cita anche i dati presi da uno studio del Lighte-ning Research Centre, secondo cui la luce emessa da smartphone , tablet, tv e videogames, causerebbe una soppressione della melatonina, che per l’appunto ha effetti negativi sulla qualità e quantità del sonno. Inoltre, come si sa, dormendo meno e peggio si rischia di essere soggetti allo sviluppo di patologie come depressione, obesità, diabete e ma-lattie cardiovascolari, ben più gravi. Poche e semplici sane abitudini, che includono anche un uso più corret-to e consapevole delle tecnologie in prossimità del riposo notturno, sicuramente potrebbero aiutare a contrastare gli effetti negativi di un utilizzo improprio di tali tecnologie che, al contrario, sono particolar-mente utili per tutti.

tHe guardian16 Aprile 2014NUOVE SCOPERTE SUL MISTERO DELLA FERTILITàPubblicata su Nature una nuova ricerca che fa luce su uno degli aspetti più interessanti della vita, la fertilità. La ricerca, condotta da un gruppo di scienziati britannici, ha individuato una molecola, chiamata Juno come la dea della fertilità, che sarebbe alla base dell’unione tra ovuli e spermatozoi. Questa mole-cola si troverebbe sulla superficie della cellula uovo e si legherebbe con quelle maschili. Nel 2005 un team di scienziati giapponesi aveva individuato quella degli sperma-tozoi, e subito si era scatenata la caccia per individuare quella fem-minile. Oggi la corsa alla scoperta si può ritenere conclusa e apre un nuovo scenario sulle ricerche in tema di fertilità e contraccezione come sostenuto dal capo ricercato-re, il dott. Gavin Wright del Wellco-me Trust Sanger Institute di Hinxton, che si dice entusiasta e fiducioso sull’utilità dell’individuazione della molecola Juno. L’esperimento è stato condotto creando dapprima una versione artificiale della proteina degli spermatozoi, Izumo 1, utilizza-ta in seguito per cercare un partener di legame, che ha poi portato a scoprire proprio la molecola Juno. L’importanza della sua scoperta si è rivelata osservando le cavie sterili

N O T I Z I E D A L M N D O

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Giugno 2014 | Notiziario | 109

utilizzate nell’esperimento, ma anche il ruolo che questa assume in seguito alla fecondazione - Juno è rimasta inosservabile per i 40 minuti successivi -. Gli scienziati del team ritengono che osservare la molecola e i suoi difetti, sia anche utile per comprendere se ci sia un legame tra questa e la condizione di inferti-lità. I risultati di questa ricerca sono importanti anche per coloro che si occupano di FIV, come anche dichia-rato dal dott. Allan Pacey, esperto di medicina della riproduzione, ma

anche per la progettazione di nuovi contraccettivi.

tHe neW York times23 Aprile 2014L’ARIA DI MONTAGNA FA BENE, ANCHE AL PESOPotrebbe esserci una correlazione tra l’altezza in cui si vive e il peso, o almeno stando a quello che sostiene una ricerca statunitense. Lo studio, condotto per oltre quattro anni su militari che vivevano in luoghi a bassa ed alta quota, rivelerebbe che questi ultimi hanno meno probabili-tà di diventare obesi. Già in passato altre ricerche avrebbero dimostrato che le persone che vivono in luo-ghi al di sotto del livello del mare hanno una possibilità quattro volte maggiore di essere in sovrappeso, ora lo studio pubblicato nel numero di aprile di PLOS ONE lo conferme-rebbe. Nel corso dell’indagine sono stati osservati quasi 100.000 militari che per motivi di lavoro venivano trasferiti in luoghi diversi, e sembra che quelli che vivevano in luoghi molto al di sopra del livello del

mare avessero il 41% di rischio in meno di sviluppare l’obesità. Il dott. Jameson D. Voss, consulente della Facoltà di Medicina Aerospaziale della United States Air Force, so-stiene che il passaggio a luoghi ad alta quota ha in un qualche modo protetto dall’obesità i militari che vivevano in quelle zone. Le ipotesi più accreditate riguardano la leptina e altri ormoni coinvolti nel controllo dell’appetito, ma sono necessarie altre ricerche per comprendere me-glio la correlazione supposta.

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110 | Notiziario | Giugno 2014

Il Dostinex 0,5 mg ritorna in classe ANella Gazzetta Ufficiale n. 93 del 22-4-2014 è stata pubblicata la rettifica Farmaci, pubblicata in G.U. determina AIFA su revisione del prontuario farmaceutico. La Caber-golina nei dosaggi da 1 e 2 mg è in fascia C, mentre quella nel dosaggio da 0,5 mg (Actualene 0,5 mg e Dostinex 0,5 mg) rien-trano in rimborsabilità. Pubblicata sulla Gaz-zetta Ufficiale n.93 del 22/04/2014 la rettifica della determinazione n. 212/2014 del 6 marzo di riclassificazione in fascia C di alcuni medicinali. L’attuale provvedimento mantiene la riclassifica-zione in classe C della Cabergolina (Cabaser 031128; Cabergolina Ra-tiopharm 037576; Caber-golina Sandoz 037921; Cabergolina Sandoz GMBH 042248).

PRAC: nuove restrizioni d’uso per i medicinali a base di domperidoneIl Comitato per la valu-tazione del rischio per la farmacovigilanza (PRAC)

dell’Agenzia Europea dei Medicinali, ha emesso raccomandazioni restrit-tive sull’uso dei farmaci a base di domperidone, a seguito di una ulteriore revisione del suo profilo beneficio/rischio richiesta dall’Agenzia belga per i medicinali in seguito di preoccupazioni circa gli effetti avversi sul cuore. I medicinali a base di domperidone potranno continuare a essere usati nell’Unione Europea per gestire i sintomi di nausea e vomito, ma la dose rac-comandata, negli adulti e negli adolescenti con un peso maggiore o uguale a 35 chili, va ridotta a 10 mg fino a tre volte al giorno per via orale. A questi pazienti può essere somministrata anche una dose di 30 mg in suppo-ste due volte al giorno. Nel caso in cui il medici-nale sia autorizzato anche nei bambini e negli ado-lescenti di peso inferiore a 35 chili, deve essere somministrato per bocca alla dose di 0,25 mg per chilo di peso corporeo, fino a tre volte al giorno. Per le formulazioni liquide sarà incluso un dispositivo per dosare accuratamen-

te il medicinale in base al peso corporeo. La som-ministrazione non deve normalmente superare una settimana. Il domperidone non sarà più autorizzato per trat-tare altre condizioni quali il gonfiore o il bruciore di stomaco. Non deve essere somministrato a pazienti con insufficienza moderata o grave della funzionalità epatica, o in coloro che hanno pree-sistenti anomalie dell’at-tività elettrica del cuore o del ritmo cardiaco, o che sono a rischio per tali effetti. Inoltre, non deve essere usato con altri medicinali che hanno ef-fetti simili sul cuore o che riducono l’eliminazione del domperidone dall’or-ganismo (aumentando

così il rischio di effetti indesiderati). Le informa-zioni del prodotto devono essere adeguatamente modificate. L’uso di medicinali con dosaggi orali di 20 mg e le supposte da 10 mg o 60 mg non è più racco-mandato, pertanto tali prodotti devono essere ri-tirati, così come i medici-nali in cui il domperidone è associato con cinnarizi-na (un antistaminico) ove disponibili. Le raccoman-dazioni del PRAC deriva-no da un’attenta valuta-zione di tutte le evidenze disponibili sull’efficacia e sulla sicurezza di dom-peridone, inclusi studi pubblicati e revisioni, dati sperimentali, casi segna-lati di reazioni avverse, studi post-marketing e

N O T I Z I E D A L L’ A I FA

a cura di GIANCARLO TRICARICO

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Giugno 2014 | Notiziario | 111

altre informazioni esterne. Il domperidone è stato chiaramente associato a un lieve aumento di rischio di effetti sul cuo-re che potenzialmente mettono in pericolo la vita. Ciò è stato osservato in modo particolare in pazienti di età superiore a 60 anni, in coloro che assumono dosi giornalie-re maggiori di 30 mg e in soggetti che assumono altri medicinali con effetti simili sul cuore o che riducono l’eliminazione del domperidone dall’or-ganismo.

Associazioni codeina-paracetamolo. Aifa: il trattamento non deve superare i 3 giorniLe dosi massime gior-naliere consigliate sono 240 mg per la Codeina e 3.000 mg per il Parace-tamoloIn Italia, dalle RCP (rias-sunto delle caratteristiche del prodotto) reperibili sul sito dell’AIFA si evin-ce che la maggior parte delle combinazioni di prodotti a base di parace-tamolo e codeina hanno un’indicazione terapeuti-ca che ne limita la durata del trattamento a un massimo di 72 ore, dopo di che, in caso di persi-stenza del dolore bisogna rivolgersi nuovamente al medico. Inoltre, tra le in-dicazioni in età pediatrica l’associazione può essere usata nei pazienti di età superiore ai 12 anni, nel trattamento a breve

termine del dolore mode-rato che non è alleviato da altri antidolorifici come il paracetamolo o l’ibu-profene da solo; mentre tra le controindicazioni, l’associazione non può essere usata per alleviare il dolore nei bambini e adolescenti (0-18 anni di età) dopo la rimozione delle tonsille o adenoidi a causa di sindrome da ap-nea ostruttiva del sonno. Si ricorda infine le dosi massime giornaliere consigliate delle singole molecole sono: per la Codeina 240 mg, e per il Paracetamolo 3.000 mg.

Comunicazione EMA sull’uso dei medicinali contenenti diacereina Rischio di diarrea grave e effetti sul fegato Il Gruppo di coordi-namento per il mutuo riconoscimento e le procedure decentrate per medicinali ad uso umano (CMDh) ha approvato le raccomandazioni per limitare l’uso dei medici-nali contenenti diacereina per gestire i rischi di diarrea grave e gli effetti sul fegato.

La Regione recepisce la Sentenza TAR Puglia n.239/2014. DGR 1581/2012 Non si applica più la nota D per i sartani a brevetto non scadutoIl TAR Puglia con sen-tenza n. 00239/2014, depositata in segreteria il 17 febbraio 2014, ha annullato gli effetti della deliberazione di Giunta Regionale del 31 luglio 2012 n. 1581, “Interventi in materia farmaceutica ai fini del contenimento del-la spesa e dell’appropria-tezza prescrittiva degli antagonisti del sistema renina angiotensina”. Pertanto, a far data dal 18 febbraio 2014 il medico prescrittore non dovrà più apporre sulla ricetta la D di deroga qualora prescri-va una molecola di ACEi/Sartani a brevetto non scaduto, mentre lo spe-cialista o medico ospe-daliero non dovrà com-pilare la scheda di monitoraggio prescrizione di cui all’alle-gato A alla DGR 1581/2012.

AIFA: Nota informativa importante su tiocolchicoside Un metabolita di tiocol-chicoside avrebbe effet-to sui cromosomi Importanti limitazioni relative all’uso dei medi-cinali a base di tiocolchi-coside per uso sistemico sono state imposte a seguito dei risultati de-rivanti dalla revisione di

GIANCARLO TRICARICOMedico Chirurgo, Specialistain Reumatologia ed Ematologia Generale

[email protected]

nuovi dati preclinici che hanno sollevato dubbi sull’attività di un meta-bolita di tiocolchicoside sui cromosomi. Pertanto è necessario adottare misure precauzionali per ridurre l’esposizione al metabolita SL59.0955 delle formulazioni siste-miche (le formulazioni topiche non producono concentrazioni sistemiche significative del metaboli-ta e non sono interessate da queste raccomanda-zioni).

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112 | Notiziario | Giugno 2014

bAndi nAZionALibAndo ConCorso teCniCo sAnitArio di LAborAtorio bioMediCo - LegnAroISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE DI LEGNARO Selezione pubblica, per titoli e prova colloquio, per l’assunzione a tempo determinato, di un collaboratore professionale sanitario, tecnico sanitario di laboratorio biomedico, cat. D.Provincia PADOVA Regione VENETO Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Concorsi numero 19 del 07-03-2014Figura Tecnico sanitario di laboratorio biomedicoPosti: 1 Scadenza: 07-07-2014

bAndo ConCorso dirigente MediCo di MediCinA e ChirUrgiA d’ACCettAZione e d’UrgenZA - sAn donà di PiAVe AZIENDA UNITà SANITARIA LOCALE N. 10 VENETO ORIENTALE Avviso pubblico, per titoli ed eventuale colloquio, per conferimento incarichi a tempo determinato di dirigente medico, disciplina “medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza” e, in subordine delle aree medica e chirurgica per le unità operative complesse di pronto soccorso e per i punti di primo intervento di Caorle e di Bibione di San Michele al Tagliamento.Provincia VENEZIA Regione VENETO Figura Dirigente medico di medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenzaPosti: 1 Scadenza: 29-08-2014

bAndo ConCorso MediCo ChirUrgo - roMA LoCALe n. 2LAnCiAno VAsto Chieti MINISTERO DELL’ISTRUZIONE DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA Indizione per l’anno 2014 della prima e della seconda sessione degli esami di Stato di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo.Provincia ROMA Regione LAZIO Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Concorsi numero 22

del 18-03-2014Figura Medico chirurgoPosti: 1 Scadenza: 03-10-2014

bAndo ConCorso direttore di strUttUrA CoMPLessA - VeneZiA UNITA’ LOCALE SOCIO SANITARIA N. 12, VENEZIANA Avviso pubblico per l’attribuzione di complessivi sei incarichi di dirigente medico in varie disciplineProvincia VENEZIA Regione VENETO Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Concorsi numero 79 del 04-10-2013Figura Direttore di struttura complessaPosti: 6 Scadenza: 04-11-2014

istitUto sUPeriore di sAnità Pubblico concorso, per titoli e colloquio, per il conferimento di una borsa di studio per laureati nell’ambito del progetto: “Developing innovative methods for detecting emerging food allergens and evalutation of their impact on consumer health: an integrated approach” da usufruirsi presso il Dipartimento di Sanita’ Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare.Provincia ROMA Regione LAZIOPubblicato nella Gazzetta Ufficiale Concorsi numero 79 del 04-10-2013Dettaglio figure:Concorsi per personale laureatoPosti: 1 Scadenza: 04-11-2014

bAndi esterigAstroenteroLogo - PAesi bAssiSi ricerca un medico specialista in gastroenterologia per un ospedale di medie dimensioni sito nei Paesi Bassi. Si richiede almeno 1 anno di esperienza nel suddetto ambito specialistico, eccellenti doti comunicative e una conoscenza fluente della lingua inglese. Si offrono un buon contratto di lavoro, alloggio idoneo, gestione delle pratiche burocratiche per lavorare nei Paesi Bassi, consulenza in materia fiscale etc.Per maggiori informazioni contattare: KLAASSEN HANS [email protected]: https://ec.europa.eu/eures/

Bandiformazione e opportunità

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Giugno 2014 | Notiziario | 113

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114 | Notiziario | Giugno 2014

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Giugno 2014 | Notiziario | 115

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116 | Notiziario | Giugno 2014