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DOSSIER Robert Musil “Incontri” 1

Dossier - Incontri di Robert Musil

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La realizzazione dell'Amore e la Tentazione della silenziosa Veronika

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Page 1: Dossier - Incontri di Robert Musil

DOSSIER

Robert Musil “Incontri”

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INDICE

PRE-TESTO

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TESTO

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SOGGETTO

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CONTESTO

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PRE-TESTO

Dario Pontuale

In apertura di carriera un libro epocale come I turbamenti del giovane Törless, in chiusura un romanzo ciclopico come L’uomo senza qualità, nel mezzo un nutrito gruppo di opere altrettanto rilevanti. Tutte tessere di un mosaico con il quale l’autore austriaco organizza, demolendo le strutture letterarie tradizionali, lo spaesamento generale di un’intera civiltà. Il suo credo artistico, tuttavia, per molti anni viene dimenticato, il «linguaggio della totalità», capace di oltrepassare i limiti semantici dei vecchi modelli linguistici, cade nell’oblio. La complessità di alcuni labirintici passaggi cerebrali e una prosa alle volte aspra spaventano quella platea di lettori persuasa di trovare nel romanzo una mera forma di intrattenimento. Il suo nome, perciò, viene tenuto in scarsa considerazione fino al 1949 quando Eithne Wilkins ed Ernst Kaiser, lo riscoprono avviandone un graduale e scrupoloso processo interpretativo. Grazie all’impegno dei due studiosi inglesi l’opera musiliana viene riscoperta e apprezzata, compresa una raccolta di novelle intitolata Incontri, che nel 1911, anno della sua pubblicazione, già suscitò forti perplessità per lo stile sperimentale e intrinsecamente psicologico. Il concepimento della raccolta ha inizio nel 1908, quando sul periodico Hyperion appare il racconto La casa incantata e l’editore Franz Blei chiede a Musil di scriverne un prosieguo. È un incarico che richiede quasi due anni e mezzo per esser completato e riedito in una versione riveduta dal titolo La tentazione della silenziosa Veronika. Contemporaneamente, però, l’autore austriaco ultima pure Il compimento dell’amore, una seconda novella che, assieme alla precedente, forma la raccolta Incontri. Dalle pagine del diario di Musil si leggono delle considerazioni interessanti:

Mi proposi di acuire ancora, nell’ultima elaborazione, le singolari prospettive intellettuali che formano il nucleo di ogni singola scena, di essere ancora più intellettuale per non far nascere stanchezza della pesantezza delle immagini, ma d’altra parte di riunire più nettamente le parti intorno allo sviluppo complessivo. Inoltre devo essere un po’ più narrativo nel comune senso del termine, non bisogna solo assistere allo sviluppo interno per necessità interne, ma anche vedere come una persona passa da una situazione a un’altra.

Nelle vicende che coinvolgono le protagoniste, Claudine e Veronika, due personalità in preda a un conflitto individuale, si manifestano le influenze delle teorie di Ernst Mach. Teorie basate sull’inconciliabile distinzione tra realtà oggettiva e impressioni soggettive, dove l’attività percettiva conferma che l’Io sia una finzione e non un’esistenza reale.

Dalla Prefazione

Dario Pontuale, studioso appassionato della letteratura Otto-Novecento, ha pubblicato saggi su Serra, Montale, Buzzati, Svevo, Pessoa, Zola e tre romanzi: La biblioteca delle idee morte (2007, secondo al premio Soldati), L’irreversibilità dell’uovo sodo (2009, vincitore del premio della critica Le Muse) e Nessuno ha mai visto decadere l’atomo di idrogeno (2013, vincitore del premio internazionale Mondolibro). Con Emma Bovary di Gustave Flaubert – L’incredibile Emma (Kogoi edizioni), ha vinto il premio nazionale “Scriviamo insieme”– Sezione Saggistica (2014).

Robert Musil.L’ingegnere dell’anima

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TESTO

“Si dicono classici quei libri che costituiscono una ricchez-za per chi li ha letti e amati...

(I. Calvino, Perché leggere i classici)

Robert Musil

Due racconti caratterizzati più dall’introspezione e dalle relazioni psico-fisiche che dalla descrizione delle vicende, due storie imperniate sul tema della fedeltà amorosa e dell’esperienza limite tra sogno e realtà.

La tentazione della silenziosa Veronika è il recondito itinerario di una donna di mezza età, abulica alla vita che intraprende una viscerale presa di coscienza. Uno sguardo dall’interno, un dettagliato tragitto mentale nei turbamenti e nei pensieri di Veronika che si scopre sentimentalmente emarginata, schiava di una monotonia esistenziale che sfiora l’isolamento.

Confusa tra l’intellettuale Johannes e il sensuale Demeter, riscopre un recondito sussulto emotivo che la trascina in zone inesplorate dell’anima.

Anche da Il compimento dell’amore si evincono le convinzioni di Musil attorno alla natura inesprimibile e problematica dell’amore: da un’angolazione come al solito particolare, viene affrontato il tema dell’infedeltà e del diritto di poter tradire la persona amata.

Claudine è felicemente sposata e un profondo affetto la lega al marito. La vita coniugale sembra armoniosa, fin quando non decide di far visita alla figlia tredicenne ospite in un collegio fuori città...

Nella nuova traduzione della germanista e scrittrice Lidia Castellani e con un saggio introduttivo della psicoanalista Manuela Fraire.

ISBN:  978-88-98455-02-7 COLLANA: Talismani DATA: Novembre 2013 FORMATO: 21×14 PAG. 140 PREZZO: € 12,00

Incontri

CollanaTalismani

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Robert Musil  nato a Klagenfurt nel 1880, cresciuto in un ambiente familiare difficile, frequenta collegi e accademie militari fino a diplomarsi in ingegneria meccanica al Politecnico di Brünn (oggi Brno). Trasferitosi a Berlino, si laurea con una tesi in filosofia e psicologia sperimentale su Ernst Mach e nel 1906 pubblica, dopo diversi rifiuti, I turbamenti del giovane Törless.

Dopo l’esperienza della guerra, a cui partecipa come ufficiale dell’esercito austriaco, lavora come bibliotecario e redattore editoriale. Dedicatosi interamente alla letteratura, intraprende la stesura de L’uomo senza qualità, pubblicando la prima parte nel 1930. Solo nel 1943 la moglie, Martha Marcovaldi, manderà alle stampe la parte inedita. L’opera, pur restando  incompiuta, diventerà uno dei monumenti letterari del Novecento.L’avvento del Nazismo lo spinge a tornare a Vienna, da cui fugge, dopo l’annessione dell’Austria alla Germania nel 1938 (l’Anschluss) riparando a Ginevra dove muore, il 15 aprile 1942 e, al termine della mesta funzione di sepoltura, a cui parteciparono soltanto otto persone, Thomas Mann dichiarò:

Non v’è altro scrittore tedesco vivente di cui la fama postuma sia per me altrettanto sicura.

Le sue ceneri furono disperse dalla moglie in un bosco nei pressi di Ginevra.

AUTORE

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Ritratto di Robert Musil.

Robert Musil

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CONTESTO

Dal secolo XVI Vienna fu una tra le più influenti città europee sia per importanza politica sia per prestigio culturale, ruolo che si ridimensionò con la fine dell’impero austroungarico, quando la città finì per diventare la capitale troppo grande di un piccolo stato ormai di marginale importanza.

Questa fu la Vienna di Musil; questa la Vienna da cui lo scrittore fu costretto a esiliare; una Vienna che, già di straordinaria importanza per la sua posizione geografica all’incrocio delle due grandi vie di comunicazione che collegavano la Polonia con l’Adriatico e l’Europa occidentale con i Balcani, aveva conosciuto una grande e crescente espansione politica, culturale e demografica dalla seconda metà dell’Ottocento alla Prima Guerra mondiale.

Con la disgregazione dell’impero austro-ungarico, alla fine della Prima Guerra mondiale, Vienna subì un colpo gravissimo che ridusse il suo ruolo a quello di semplice capitale della piccola repubblica austriaca, con appena sei milioni di abitanti.Un territorio federale a sé stante che fu capeggiato da una guida socialista, prendendo l’appellativo di Vienna la rossa, fino al 1934 quando si instaurò il governo del cancelliere Dollfuss.

Se era andato perso il prestigio politico, però, Vienna ben conservò quello culturale mantenendo sempre la funzione di “ponte” verso l’Europa orientale.Con l’avvento del nazismo, caduta vittima della dominazione hitleriana, Vienna scese ancora fino a raggiungere il semplice ruolo di capitale di un Paese che aveva ridotto la sua popolazione di circa un quarto e che subiva brusche contrazioni dell’indice di sviluppo.

Gravissimi i danni riportati, specialmente nella primavera del 1945 quando un’ulteriore e più grave crisi si abbatté sulla città che fu sottoposta ad una amministrazione alleata quadripartita fino al 1955, anno in cui il trattato di pace ne permise il rilancio.

Si aprì così un nuovo capitolo per quella elegante, melanconica signora asburgica che aveva ispirato e respirato eccelsi spiriti artistici dai potenti nomi di Mozart, Schubert, Strauss, Lhear, Klimt, Schiele, Kokoschka, Rilke e lo stesso Musil. Una nuova storia che soffiò via quella polvere magica che aveva fatto di Vienna una leggendaria sovrana.

Vienna: elegante, melanconica signora asburgica

Gustav Klimt: Ritratto di Sonja Knips, 1898 Österreichische Galerie, Vienna.

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CONTESTO

Der Mann ohne Eigenschaften - L’Uomo senza qualità

Dimenticato per circa un ventennio, Robert Musil ritorna alla memoria di tutti nel 1949 grazie a un articolo apparso sul «Times Literary Supplement» che lo eleva al rango di scrittore di lingua tedesca più importante del suo tempo.

All’intellettuale si riconosce, ora, la particolarità di aver maturato un’incredibile esperienza letteraria saldamente ancorata alla sua formazione scientifica, palesata fin dal suo primo romanzo, I turbamenti del giovane Törless, in cui l’intreccio dei rapporti umani si sviluppa attraverso una visione squisitamente matematica.

Prende il via la ripubblicazione delle sue opere, prima in tedesco poi nelle altre lingue. Ma il romanzo più pubblicato è indubbiamente L’uomo senza qualità che sviluppa quanto già espresso nel saggio La conoscenza del poeta, dove la poesia, che è la scienza dell’uomo, proprio perché costretta a fondarsi sull’irrazionale, su una serie innumerevole di incognite, deve essere esatta, non deve avvalersi di alcuna approssimazione sentimentale, ad essa il compito di scoprire nuove relazioni.

La poesia deve inventare l’uomo interiore. Musil sente vicini, come intimi Maestri: Novalis, Emerson, Nietzsche, Maeterlinck.

Nell’Uomo senza qualità è personificato il suddito austriaco come una simbolica sottrazione il cui risultato è il vuoto: un austro-ungherese, meno l’ungherese. Un’idea inesistente intorno alla quale si agitano i personaggi.

Un’acuta allegoria della società asburgica nella quale si perpetra il tentativo di eliminare le difficoltà e le problematiche con l’incessante ideazione di giochi e intrattenimenti. Un palcoscenico su cui sfila l’Austria del primo novecento.

Di questa complessa opera, considerata una dei più grandi romanzi del Novecento, Musil concesse di pubblicarne un primo volume, che incontrò subito il favore della critica, nel 1930 con il titolo Viaggio al margine del possibile, composto da una prima parte, Una specie d’introduzione, e di una seconda, Le stesse cose ritornano, per un totale di 123 capitoli.

Nel 1933 acconsentì alla pubblicazione di un secondo volume dal titolo Il regno millenario, composta da 38 nuovi capitoli. Una vita non è bastata a Musil per completare la sua impresa. La morte lo colse a solo 14 capitoli della quarta parte, lasciando il romanzo malinconicamente incompiuto oltre a migliaia di pagine di appunti, commenti, annotazioni e integrazioni. Thomas Mann così commentò l’opera:

Questo scintillante libro, che sta in audace equilibrio tra il saggio e la commedia, grazie a Dio non è un romanzo: non lo è più nel senso in cui Goethe disse che tutto ciò che nel suo genere è compiuto deve necessariamente uscire dal suo genere e diventare qualcosa di non paragonabile.

Appunti su L’uomo senza qualità.

 

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