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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza Individuazione delle misure di compensazione CORSO BASE DI SPECIALIZZAZIONE IN PREVENZIONE INCENDI Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza Individuazione delle misure di compensazione dott. ing. Francesca Petrocco Direzione Regionale Vigili del Fuoco Abruzzo

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

CORSO BASE DI SPECIALIZZAZIONE IN PREVENZIONE INCENDI

Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli

obiettivi di sicurezza

Individuazione delle misure di compensazione

dott. ing. Francesca Petrocco – Direzione Regionale Vigili del Fuoco Abruzzo

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Attività non normate: valgono i criteri generali

D.Lgs.139/2006 – art. 15 comma 3

• Misure, provvedimenti e accorgimenti operativi intesi a

ridurre la probabilità dell’insorgere dell’incendio

MISURE DI PREVENZIONE

• Misure, provvedimenti e accorgimenti operativi atti a

limitare le conseguenze dell’incendio

MISURE DI PROTEZIONE

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Come progettare in mancanza di regole

tecniche?

Per individuare le misure di

compensazione del rischio devo fare la

fotografia dell’attività

(DM 07/08/2012 allegato I)

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Allegato I al DM 07/08/2012

DOCUMENTAZIONE RELATIVA AD ATTIVITA' NON REGOLATE

DA SPECIFICHE DISPOSIZIONI ANTINCENDIO

A.1 RELAZIONE TECNICA

La relazione tecnica evidenzia l'osservanza dei criteri generali di sicurezza

antincendio, tramite l'individuazione dei pericoli di incendio, la valutazione dei rischi

connessi e la descrizione delle misure di prevenzione e protezione antincendio da

attuare per ridurre i rischi.

• A.1.1 Individuazione dei pericoli di incendio

• A.1.2 Descrizione delle condizioni ambientali

• A.1.3 Valutazione qualitativa del rischio incendio

• A.1.4 Compensazione del rischio incendio (strategia antincendio)

• A.1.5 Gestione dell'emergenza

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

A.1.1 Individuazione dei pericoli di incendio

La prima parte della relazione contiene l'indicazione di elementi che

permettono di individuare i pericoli presenti nell'attività, quali ad

esempio:

• - destinazione d'uso (generale e particolare);

• - sostanze pericolose e loro modalità di stoccaggio;

• - carico di incendio nei vari compartimenti;

• - impianti di processo;

• - lavorazioni;

• - macchine, apparecchiature ed attrezzi;

• - movimentazioni interne;

• - impianti tecnologici di servizio;

• - aree a rischio specifico.

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

A.1.2 Descrizione delle condizioni ambientali

La seconda parte della relazione contiene la descrizione delle

condizioni ambientali nelle quali i pericoli sono inseriti, al fine di

consentire la valutazione del rischio incendio connesso ai pericoli

individuati, quali ad esempio:

• condizioni di accessibilità e viabilità;

• lay-out aziendale (distanziamenti, separazioni, isolamento);

• caratteristiche degli edifici (tipologia edilizia, geometria,

volumetria, superfici, altezza, piani interrati, compartimentazione);

• aerazione (ventilazione);

• affollamento degli ambienti, con particolare riferimento alla

presenza di persone con ridotte capacità motorie o sensoriali;

• vie di esodo.

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

A.1.3 Valutazione qualitativa del rischio incendio

La terza parte della relazione contiene la valutazione qualitativa del

livello di rischio incendio, l'indicazione degli obiettivi di sicurezza

assunti e l'indicazione delle azioni messe in atto per perseguirli.

A.1.4 Compensazione del rischio incendio (strategia antincendio)

La quarta parte della relazione tecnica contiene la descrizione dei

provvedimenti da adottare nei confronti dei pericoli di incendio,

delle condizioni ambientali, e la descrizione delle misure

preventive e protettive assunte, con particolare riguardo al

comportamento al fuoco delle strutture e dei materiali ed ai presidi

antincendio, evidenziando le norme tecniche di prodotto e di

impianto prese a riferimento.

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Relativamente agli impianti di protezione attiva la documentazione

indica le norme di progettazione seguite, le prestazioni dell'impianto, le sue

caratteristiche dimensionali, (quali ad esempio, portate specifiche, pressioni

operative, caratteristica e durata dell'alimentazione dell'agente estinguente,

ecc..) e quelle dei componenti da impiegare nella sua realizzazione, nonché

l'idoneità dell'impianto in relazione al rischio di incendio presente nell'attività.

A.1.5 Gestione dell'emergenza

Nell'ultima parte della relazione sono indicati, in via generale, gli elementi

strategici della pianificazione dell'emergenza che dimostrino la perseguibilità

dell'obiettivo della mitigazione del rischio residuo attraverso una efficiente

organizzazione e gestione aziendale.

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

In particolare ci occuperemo:

• della valutazione qualitativa del

rischio incendio

• delle misure di compensazione

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Alcuni richiami:

Il rischio incendio è dato dal prodotto tra la

frequenza (F) con cui si verifica un incendio e la

magnitudo (M) dell’incendio ossia l’entità del

danno che l’incendio produce.

R = F x M

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RISCHIO = FREQUENZA x MAGNITUDO

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RISCHIO = FREQUENZA x MAGNITUDO

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RISCHIO = FREQUENZA x MAGNITUDO

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Classificazione dei metodi di

analisi del rischio

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Valutazione del rischio incendio

Procedimento di valutazione dei rischi derivanti dal

verificarsi di un pericolo in un luogo di lavoro.

Le valutazioni, in ordine alla complessità del luogo di

lavoro, possono seguire due diversi approcci operativi:

• Metodi quantitativi o semiquantitativi

• Metodi qualitativi

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

METODI QUANTITATIVI PER LA VALUTAZIONE

DEI RISCHI DI INCENDIO

Sono basati sulla stima matematica dei valori delle

probabilità di accadimento F dell’evento incendio, e

dell’entità M del danno atteso.

L’uso di tali metodi è limitato a fattori di rischio rilevanti, a

fonti e condizioni di pericolo multiple e complesse.

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Valutazione quantitativa del rischio d’incendio

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

METODI SEMI-QUANTITATIVI PER LA

VALUTAZIONE DEI RISCHI DI INCENDIO

Valutazione del rischio d’incendio

Sono modelli di calcolo utilizzati quando è necessario

approfondire la valutazione del rischio, pur senza giungere ad

una stima quantitativa rigorosa.

Assegnano un valore numerico “pesato” convenzionale ai

parametri di pericolo ed esposizione che concorrono al rischio.

Quindi, attraverso relazioni matematiche, forniscono degli indici

sintetici di rischio, raggruppati in classi di livello.

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Alcuni software si basano sulla valutazione separata di:

potenziale rischio di incendio (carico d’incendio e fattori

moltiplicatori),

misure di prevenzione e protezione disponibili (fattori di

compensazione per tenere conto della diminuzione del

rischio associabile al rispetto della norma).

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

METODI QUALITATIVI PER LA VALUTAZIONE DEI

RISCHI DI INCENDIO

Sono basati sulla definizione di classi o livelli convenzionali

dei valori delle probabilità di accadimento F dell’evento

incendio, e dell’entità M del danno atteso, associati a valori

numerici convenzionali non riferiti a grandezze misurabili.

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Scala delle Frequenze (F)

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Scala delle Conseguenze (M)

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Matrice di valutazione del Rischio d’incendio

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Valutazione qualitativa del Rischio d’incendio

Determinazione mediante algoritmi

Per determinare il rischio di incendio in un luogo di lavoro, è

possibile anche fare riferimento ad algoritmi.

Un algoritmo è una rappresentazione in forma di diagramma

che aiuta ad orientarsi nel processo decisionale, finalizzato

alla risoluzione di problemi o all’attuazione di progetti.

In particolare, l’algoritmo può aiutare a classificare il livello

di rischio in basso, medio ed elevato.

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Classificazione qualitativa secondo

DM 10/03/1998

e

Nuova classificazione secondo DPR 151/2011

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Classificazione qualitativa secondo DM 10/03/1998

LUOGHI DI LAVORO A RISCHIO DI INCENDIO ALTO

Si intendono a rischio di incendio alto i luoghi di lavoro in

cui:

• sono presenti sostanze altamente infiammabili,

• le condizioni di esercizio favoriscono un’elevata

probabilità di sviluppo di principi d’incendio,

• nella fase iniziale, la probabilità di propagazione è da

ritenersi elevata.

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Nuova categoria C – DPR 151/2011

RISCHIO ALTO

• industrie e depositi di cui agli articoli 4 e 6 del DPR n.

175/1988, e successive modifiche ed integrazioni;

• fabbriche e depositi di esplosivi;

• centrali termoelettriche;

• impianti di estrazione di oli minerali e gas combustibili;

• impianti e laboratori nucleari;

• depositi al chiuso di materiali combustibili aventi

superficie superiore a 20.000 m²;

• attività commerciali ed espositive con superficie aperta al

pubblico superiore a 10.000 m²;

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Nuova categoria C – DPR 151/2011

RISCHIO ALTO

• scali aeroportuali, stazioni ferroviarie con superficie, al chiuso,

aperta al pubblico, superiore a 5.000 m2 e

• metropolitane;

• alberghi con oltre 200 posti letto;

• ospedali, case di cura e case di ricovero per anziani;

• scuole di ogni ordine e grado con oltre 1.000 persone presenti;

• uffici con oltre 1.000 dipendenti;

• cantieri temporanei o mobili in sotterraneo per la costruzione,

manutenzione e riparazione di gallerie, caverne, pozzi ed

opere simili di lunghezza superiore a 50 m;

• cantieri temporanei o mobili ove si impiegano esplosivi.

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Classificazione qualitativa secondo DM 10/03/1998

LUOGHI DI LAVORO A RISCHIO DI INCENDIO MEDIO

Si intendono a rischio di incendio medio i luoghi di lavoro in

cui:

• sono presenti sostanze infiammabili,

• le condizioni di esercizio possono favorire lo sviluppo di

principi d’incendio,

• la probabilità di propagazione in caso di incendio, è da

ritenersi limitata.

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Nuova categoria B – DPR 151/2011

RISCHIO MEDIO

• luoghi di lavoro compresi nell'allegato al DM 16 febbraio

1982 e nelle tabelle A e B annesse al DPR n. 689 del 1959

(entrambi abrogati e sostituiti dal DPR 151/2011), con

esclusione delle attività considerate a rischio elevato;

• cantieri temporanei e mobili ove si detengono ed

impiegano sostanze infiammabili e si fa uso di fiamme

libere, esclusi quelli interamente all'aperto.

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Classificazione qualitativa secondo DM 10/03/1998

LUOGHI DI LAVORO A RISCHIO DI INCENDIO BASSO

Si intendono a rischio di incendio basso i luoghi di lavoro in

cui:

• sono presenti sostanze a basso tasso di infiammabilità,

• le condizioni di esercizio offrono scarse possibilità di

sviluppo di principi d’incendio,

• la probabilità di propagazione in caso di incendio, è da

ritenersi limitata.

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Nuova categoria A – DPR 151/2011

RISCHIO BASSO

• Attività non classificabili a medio ed elevato rischio,

• Attività dove, in generale, sono presenti sostanze

scarsamente infiammabili, le condizioni di esercizio

offrono scarsa possibilità di sviluppo di focolai e ove non

sussistono probabilità di propagazione delle fiamme

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Altre classificazioni:

• Classificazione attività/ deposito secondo DM 9 marzo 2007

• Classificazione lavorazioni secondo UNI EN 12845

• Classificazione attività/deposito secondo UNI 10779

• Classificazione attività/deposito secondo CEI 64-8

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Valutazione del rischio incendio

Classificazione secondo la tabella 2 del DM 09/03/2007Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del

Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

I

Aree che presentano un basso rischio di incendio in termini di probabilità di

innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo

dell'incendio da parte delle squadre di emergenza

II Aree che presentano un moderato rischio di incendio in termini di

probabilità d'innesco, velocità di propagazione e possibilità di controllo

III Aree che presentano un elevato rischio di incendio in termini di probabilità

d'innesco, velocità di propagazione e possibilità di controllo

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Pericolo lieve - LH

Attività con bassi carichi d’incendio e bassa combustibilità ed aventi ciascun

singolo compartimento non maggiore di 126 m2 e con una resistenza al fuoco di

almeno 30 min.

(scuole - uffici)

Pericolo ordinario OH - Attività (OH1, OH2, OH3, OH4)

Attività in cui vengono trattati o prodotti materiali combustibili con un carico

d’incendio medio e media combustibilità..

Possibilità di deposito nello stesso locale (sino a OH3) a condizione che:

• non deve essere superata l’altezza massima di deposito indicata nel prospetto 1;

• le superfici massime di deposito devono essere di 50 m2 per ogni singolo blocco

garantendo una distanza di rispetto di 2,4 m

* «Installazioni fisse antincendio. Sistemi automatici a sprinkler. Progettazione,

installazione e manutenzione»

Classificazione lavorazioni secondo UNI EN 12845*

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Pericolo ordinario OH – Attività (OH1, OH2, OH3, OH4)

Esempi (Appendice A)

Classificazione lavorazioni secondo UNI EN 12845

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Pericolo Alto – Processo – HHP

Attività con elevato carico d’incendio e con sostanze ad alta combustibilità in

grado di sviluppare velocemente un incendio intenso e vasto.

Suddiviso in quattro gruppi:

• HHP1, Processo a Pericolo Alto Gruppo 1;

• HHP2, Processo a Pericolo Alto Gruppo 2;

• HHP3, Processo a Pericolo Alto Gruppo 3;

• HHP4, Processo a Pericolo Alto Gruppo 4.

Classificazione lavorazioni secondo UNI EN 12845

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12845

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Livello 1

Aree nelle quali la quantità e/o la combustibilità dei materiali presenti sono basse e

che presentano comunque basso pericolo di incendio in termini di probabilità

d’innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo

dell’incendio da parte delle squadre di emergenza.

Rientrano in tale classe tutte le attività di lavorazione di materiali prevalentemente

incombustibili ed alcune delle attività di tipo residenziale, di ufficio, ecc., a basso

carico d’incendio.

Assimilate a quelle definite di classe LH ed OH 1 UNI EN 12845

*Impianti a idranti

Classificazione attività/depositi secondo UNI 10779*

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Livello 2

Aree nelle quali c’è una presenza non trascurabile di materiali combustibili e che

presentano un moderato pericolo di incendio come probabilità d’innesco, velocità

di propagazione di un incendio e possibilità di controllo dell’incendio stesso da

parte delle squadre di emergenza.

Rientrano in tale classe tutte le attività di lavorazione in genere che non presentano

accumuli particolari di merci combustibili e nelle quali sia trascurabile la presenza

di sostanze infiammabili.

Assimilate a quelle definite di classe OH 2, 3, 4 UNI EN 12845

Classificazione attività/depositi secondo UNI 10779

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Livello 3

Aree nelle quali c’è una notevole presenza di materiali combustibili e che

presentano un alto pericolo di incendio in termini di probabilità d’innesco, velocità

di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell’incendio da parte delle

squadre di emergenza.

Rientrano in questa categoria le aree adibite a magazzinaggio intensivo, le aree

dove si lavorano e depositano merci ad alto pericolo di incendio quali cascami,

prodotti vernicianti, prodotti elastomerici, ecc.

Assimilate a quelle definite di classe HHP e/o HHS UNI EN 12845

Classificazione attività/depositi secondo UNI 10779

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75

1.0

3.2

Ambienti a maggior rischio in caso d’incendio per l’elevata densità di

affollamento o per l’elevato tempo di sfollamento in caso di incendio o per

l’elevato danno ad animali e cose

Rientrano in questo caso ad esempio gli ospedali, le carceri, i locali sotterranei

frequentati dal pubblico.

Classificazione attività/depositi secondo CEI 64-8

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75

1.0

3.3

Ambienti a maggior rischio in caso d’incendio in quanto aventi strutture

portanti combustibili

Rientrano in questi ambienti gli edifici costruiti interamente in legno senza

particolari requisiti antincendio, come ad esempio le baite.

NOTA Un edificio con strutture non combustibili come per es. in muratura o

calcestruzzo con le sole travi in legno, non rientra tra gli edifici previsti in questo

articolo.

Classificazione attività/depositi secondo CEI 64-8

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75

1.0

3.3

Ambienti a maggior rischio in caso d’incendio per la presenza di materiale

infiammabile o combustibile in lavorazione, convogliamento, manipolazione

o deposito di detti materiali

Possono essere considerati ambienti a maggior rischio in caso d’incendio

per la presenza di materiale infiammabile o combustibile gli ambienti nei

quali avviene la lavorazione, il convogliamento, la manipolazione o il

deposito di detti materiali, quando il carico d’incendio specifico di progetto è

superiore a 450 MJ/m2

Classificazione attività/depositi secondo CEI 64-8

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71

0.2

.5 Locali ad uso medico di Gruppo 0

Locale ad uso medico nel quale non si utilizzano apparecchi ettromedicali con

parti applicate.

Classificazione attività/depositi secondo CEI 64-8

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71

0.2

.6 Locali ad uso medico di Gruppo 1

Locale ad uso medico nel quale le parti applicate sono destinate ad essere

utilizzate nel modo seguente:

• esternamente;

• invasivamente entro qualsiasi parte del corpo, ad eccezione della zona cardiaca.

Classificazione attività/depositi secondo CEI 64-8

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71

0.2

.7

Locali ad uso medico di Gruppo 2

Locale ad uso medico nel quale le parti applicate sono destinate ad essere

utilizzate in applicazioni quali interventi intracardiaci, operazioni chirurgiche, o il

paziente è sottoposto a trattamenti vitali

dove la mancanza dell’alimentazione può comportare pericolo per la vita.

NOTA Un intervento intracardiaco è un intervento in cui un conduttore

elettrico è posto entro la zona cardiaca di un paziente o è probabile che entri in

contatto con il cuore, mentre tale conduttore è accessibile all’esterno del

corpo del paziente. A questo riguardo si considerano conduttori elettrici i fili

isolati, quali gli elettrodi di un pacemaker o gli

elettrodi di un ECG, od i cateteri riempiti di fluidi conduttori.

Classificazione attività/depositi secondo CEI 64-8

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• LUOGHI ORDINARI: il luoghi che non

sono classificati

– Luoghi con pericolo di esplosione (CEI EN

60079-10)

– Ambienti a maggior rischio in caso di incendio

(Sez.751)

– Locali ad uso medico di gruppo 1 e 2 (Sez. 710)

Classificazione attività/depositi secondo CEI 64-8

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Analisi qualitativa

del rischio

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• La valutazione del rischio di incendio tiene conto:

del tipo di attività

dei materiali

delle attrezzature

delle caratteristiche costruttive del luogo di lavoro

delle dimensioni e dell’articolazione del luogo

del numero di persone presenti (prontezza ad allontanarsi)

ALLEGATO I

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Misure di compensazione

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Analisi qualitativa

del rischio

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

L’analisi del rischio di incendio passa attraverso la

conoscenza e lo studio di molteplici fattori quali:

• 1. Caratteristiche e quantità delle sostanze

• 2. Caratteristiche architettoniche e costruttive dei

luoghi a rischio

• 3. Impianti tecnologici e di servizio

• 4. Vie di esodo

• 5. Presidi antincendio

• 6. Gestione della sicurezza

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

• 1 . Caratteristiche e quantità delle sostanze pericolose

• Per ogni sostanza è necessario conoscere la composizione chimico-fisica, lo stato

di aggregazione (solido, liquido o gassoso), la pressione e la temperatura nelle

varie fasi del ciclo di produzione. La valutazione dei rischi connessi con le

sostanze pericolose, in fase di produzione, impiego e distribuzione passa attraverso

lo studio accurato delle proprietà intrinseche, del loro interagire con i differenti

supporti e recettori che possono con esse entrare in rapporto e di altri fattori che

hanno importante influenza sulla quantificazione del rischio stesso. Il rischio

d’incendio infatti è strettamente collegato al punto di infiammabilità della

sostanza, mentre il rischio di esplosione è collegato alla presenza di sostanze

facilmente infiammabili e volatili, che possono formare con l’aria miscele capaci

di infiammarsi e liberare grandi quantità di gas combusti in tempi brevissimi. Le

misure antincendio devono contenere le informazioni che consentano, a chi

interverrà, di effettuare l’operazione in modo corretto e sicuro. Dovranno inoltre

essere evidenziati i mezzi estinguenti che non devono essere utilizzati per ragioni

di sicurezza. Ovviamente è necessario considerare anche i quantitativi trattati o

stoccati in deposito perché come appare ovvio, maggiore è la quantità di sostanza

pericolosa trattata, maggiori saranno i rischi ad essa connessa.

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

2. Caratteristiche architettoniche e costruttive dei luoghi a rischio

Per definire il livello di rischio è necessario conoscere anche le

caratteristiche costruttive dell’edificio quali distribuzione plani-

volumetrica e quindi la distribuzione di aree e volumi all’interno

dell’edificio, la reazione e la resistenza al fuoco, le

compartimentazioni, i sistemi di ventilazione ed infine i sistemi

di evacuazione di fumo e calore.

Particolare attenzione è da porre sulla resistenza al fuoco e sulla

reazione al fuoco degli elementi costruttivi e nel caso di ambienti

con elevata affluenza di persone (ad esempio cinema) anche al

grado di reazione al fuoco dei tendaggi, dei materiali d’arredo e

di finitura.

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Resistenza al fuoco delle struttureLa resistenza al fuoco è l’attitudine di un elemento da costruzione a

conservare per un intervallo di tempo definito:

• la stabilità R: attitudine a conservare la resistenza meccanica sotto

l'azione del fuoco;

• la tenuta E: attitudine a non lasciar passare, né produrre, se sottoposto

all'azione del fuoco su un lato, fiamme, vapori o gas caldi sul lato non

esposto;

• l’isolamento termico I: attitudine a ridurre la trasmissione del calore.

Gli elementi strutturali (materiali e spessori) vengono classificati da un

numero che esprime i minuti per i quali questi conservano le

caratteristiche REI; le classi di resistenza al fuoco sono: 15, 20, 30, 45, 60,

90, 120, 180, 240 e 360.

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Reazione al fuoco delle strutture

La reazione al fuoco identifica il grado di partecipazione di un materiale

alla combustione al quale è sottoposto; è un fenomeno molto complesso

che dipende da vari parametri, fra cui i principali si ricordano:

infiammabilità, velocità di propagazione delle fiamme, gocciolamento,

sviluppo di calore nell'unità di tempo, produzione di fumo e produzione di

sostanze nocive.

In passato i materiali erano assegnati alle classi 0, 1, 2, 3, 4, 5 con

l’aumentare della loro partecipazione alla combustione, ovviamente quelli

di classe 0 sono materiali non combustibili.

Il nuovo sistema di classificazione per le proprietà di reazione al fuoco di

prodotti per costruzione di edifici è stato introdotto in Europa dalla

Delibera della Commissione 00/147/CE e seguenti modifiche.

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

3. Impianti tecnologici e di servizio

Per conoscere il rischio di incendio è necessario considerare gli impianti

tecnologici presenti nell’edificio: gli impianti elettrici, gli impianti di

distribuzione di gas combustibile, gli impianti di condizionamento e

ventilazione e tutti gli altri impianti di servizio come ad esempio

distribuzione di azoto, aria compressa, vapore acqueo, combustibile

liquido. Particolare attenzione va posta all’impianto elettrico che in alcuni

casi può essere l’origine di incendio e esplosione a causa del passaggio

della corrente elettrica, correnti di corto circuito o sovraccarichi non

eliminati in maniera tempestiva, cariche elettrostatiche e scintille o archi

elettrici e può essere mezzo di propagazione di incendio attraverso i cavi o

apparecchiature che dalla loro combustione possono emettere sostanze

dannose. Per l’analisi del rischio bisogna considerare il livello di tensione

dell’impianto elettrico, il grado di isolamento e il tipo di collegamento a

terra.

Di rilevante importanza oggi gli impianti fotovoltaici……

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

4. Vie di Esodo

Un ulteriore punto di grande importanza è la presenza delle vie di fuga.

La via di fuga o esodo viene definita come: “percorso senza ostacoli al

deflusso che consente agli occupanti di un edificio o un locale di

raggiungere un luogo sicuro”.

Bisogna ovviamente tener conto dell’affollamento ipotizzabile, cioè del

numero massimo di persone presenti nel luogo o edificio considerato, delle

caratteristiche e ubicazione e delle uscite e relativi serramenti; come logico si

dovranno considerare anche eventuali scale con riguardo alle caratteristiche

geometriche e distribuzione delle stesse.

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

5. Presidi Antincendio

I presidi antincendio sono l’insieme di tutte le protezioni

attive antincendio.

Per l’analisi del rischio è di importanza rilevante la presenza

di tali sistemi di protezione.

Sono compresi in questa categoria gli estintori, la rete idrica

antincendio, gli impianti automatici di spegnimento e infine

gli impianti automatici di rivelazione e segnalazione incendi.

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

6. Gestione della Sicurezza

La gestione della sicurezza si esplica attraverso una pianificazione

dell’emergenza, una informazione e formazione dei lavoratori, la

designazione delle figure particolari, istruzioni di sicurezza ed

esercitazioni antincendio. Tutte queste informazioni possono essere

definite nel piano delle emergenze.

La gestione della sicurezza contribuisce alla valutazione del rischio in

quanto una studiata e ben corretta gestione riduce fortemente il livello di

rischio di un’attività.

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RISCHIO = FREQUENZA x MAGNITUDO

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Misure intese a ridurre la

probabilità di insorgenza

di un incendio

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

All’esito della valutazione dei rischi possono essere presi:

A) MISURE DI TIPO TECNICO

B) MISURE DI TIPO ORGANIZZATIVO-GESTIONALE

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

A) MISURE DI TIPO TECNICO

• realizzazione di impianti elettrici regola d’arte

• messa a terra di impianti, strutture e masse metalliche, al fine di

evitare carche elettrostatiche

• realizzazione di impianti di protezione contro le scariche

atmosferiche a regola d’arte

• ventilazione degli ambienti in presenza di vapori, gas o polveri

infiammabili

• utilizzo di dispositivi di sicurezza

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Realizzazione di impianti elettrici a regola d'arte

• Gli incendi dovuti a cause elettriche ammontano a circa il 30% della totalità di tali sinistri.

• Pertanto appare evidente la grande importanza che deve essere data a questa misura di prevenzione che, mirando alla realizzazione di impianti elettrici a regola d'arte (Legge 46/90, norme CEI), consegue lo scopo di ridurre drasticamente le probabilità d'incendio, evitando che l'impianto elettrico costituisca causa d'innesco.

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Collegamento elettrico a terra

• La messa a terra di impianti, serbatoi ed altre strutture impedisce che su tali apparecchiature possa verificarsi l'accumulo di cariche elettrostatiche prodottesi per motivi di svariata natura (strofinio, correnti vaganti ecc.).

• La mancata dissipazione di tali cariche potrebbe causare il verificarsi di scariche elettriche anche di notevole energia le quali potrebbero costituire innesco di eventuali incendi, specie in quegli ambienti in cui esiste la possibilità di formazione di miscele di gas o vapori infiammabili.

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Installazione di impianti parafulmine

• Le scariche atmosferiche costituiscono anch'esse una delle principali cause d'incendio.

• Per tale motivo, specialmente in quelle zone dove l'attività ceraulica è particolarmente intensa, risulta necessario provvedere a realizzare impianti di protezione da tale fenomeno, impianti che in definitiva consistono nel classico parafulmine o nella "gabbia di Faraday". Entrambi questi tipi di impianto creano una via preferenziale per la scarica del fulmine a terra evitando che esso possa colpire gli edifici o le strutture che si vogliono proteggere.

• La vigente normativa prevede l'obbligo d'installazione degli impianti di protezione dalle scariche atmosferiche per alcune attività. (DPR 689/59)

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• Ventilazione dei locali

Vista sotto l'aspetto preventivo, la ventilazione naturale o artificiale di un ambiente dove possono accumularsi gas o vapori infiammabili evita che in tale ambiente possano verificarsi concentrazioni al di sopra del limite inferiore del campo d'infiammabilità. Naturalmente nel dimensionare e posizionare le aperture o gli impianti di ventilazione è necessario tenere conto sia della quantità che della densità dei gas o vapori infiammabili che possono essere presenti.

• Impiego di strutture e materiali incombustibili

Quanto più è ridotta la quantità di strutture o materiali combustibili presente in un ambiente tanto minori sono le probabilità che possa verificarsi un incendio. Pertanto, potendo scegliere tra l'uso di diversi materiali, dovrà sicuramente essere data la preferenza a quelli che, pur garantendo analoghi risultati dal punto di vista della funzionalità e del processo produttivo, presentino caratteristiche di incombustibilitá.

• Adozione di pavimenti ed attrezzi antiscintilla

Tali provvedimenti risultano di indispensabile adozione qualora negli ambienti di lavoro venga prevista la presenza di gas, polveri o vapori infiammabili

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Dispositivi di sicurezza degli impianti di distribuzione e degli

utilizzatori di sostanze infiammabili

DISPOSITIVI DI SICUREZZA

termostati

pressostati

interruttori di massimo livello

termocoppie

allarmi

sistemi di inertizzazione e saturazione

• Al fine di prevenire un incendio gli impianti di distribuzione di sostanze infiammabili vengono dotati di dispositivi di sicurezza di vario genere quali ad esempio: termostati; pressostati; interruttori di massimo livello, termocoppie per il controllo di bruciatori, dispositivi di allarme, sistemi di saturazione e sistemi di inertizzazione, etc.

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

B) MISURE DI TIPO ORGANIZZATIVO-GESTIONALE

• rispetto dell’ordine e della pulizia

• controlli sulle misure di sicurezza

• predisposizione di un regolamento interno sulle misure di sicurezza

da osservare

• informazione e formazione dei lavoratori

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

CAUSE E PERICOLI DI INCENDIO PIU’ COMUNI

• deposito di sostanze infiammabili o facilmente combustibili in luogo

non idoneo

• accumulo di rifiuti, carta od altro che può essere incendiato

• negligenza nell’uso di fiamme libere e di generatori di calore

• inadeguata pulizia e scarsa manutenzione

• uso di impianti elettrici difettosi o inadeguati

• riparazioni e/o modifiche di impianti elettrici da parte di non qualificati

• apparecchiature elettriche non in uso sotto tensione

• uso non corretto apparecchi di riscaldamento portatili

• ostruzioni delle aperture di ventilazione di apparecchiature, macchinari

ecc...

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

• presenza di fiamme libere in aree ove sono proibite

• negligenze di installatori e/o di addetti alla manutenzione

• inadeguata formazione del personale sull’uso di materiali e/o

attrezzature pericolose

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

ACCORGIMENTI

DEPOSITO ED UTILIZZO DI MATERIALI INFIAMMABILI E

FACILMENTE COMBUSTIBILI

• limitazione dei quantitativi ed ubicazione

• sostituzione ove possibile con sostanze meno pericolose

• isolamento o compartimentazione del deposito

• addestramento ed informazione del personale

UTILIZZO DI FONTI DI CALORE

• rispetto dei criteri di utilizzazione

• allontanamento materiali combustibili

• pulizia condotte di aspirazione

• mantenimento dell’efficienza dei dispositivi di sicurezza

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

IMPIANTI ED APPARECCHIATURE ELETTRICHE

• posizionamento conduttori provvisori

• riparazioni effettuate da personale competente

• allontanamento di materiali combustibili e/o infiammabili da apparecchi

di illuminazione

APPARECCHI INDIVIDUALI O PORTATILI DI RISCALDAMENTO

• rispettare le istruzioni di sicurezza

• allontanare i materiali combustibili

• osservare i criteri di rifornimento

• verificare la piena efficienza

PRESENZA DI FUMATORI

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LAVORI DI MANUTENZIONE E DI RISTRUTTURAZIONE

• non accumulare sostanze combustibili

• non ostruire vie di esodo

• non bloccare porte resistenti al fuoco nella posizione di apertura

• non realizzare aperture su strutture resistenti al fuoco

• allontanare le sostanze combustibili e/o infiammabili

• prestare attenzione nella effettuazione di lavori a caldo

• controllo di impianti automatici di rivelazione incendi

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RISCHIO = FREQUENZA x MAGNITUDO

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Misure di compensazione

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MISURE DI PROTEZIONE

Protezione attiva Protezione Passiva

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Le protezioni attive sono le seguenti:

• Gli impianti di rivelazione e segnalazione incendi;

• Gli estintori;

• La rete idrica antincendio;

• Gli impianti fissi di spegnimento automatico;

• Gli evacuatori di fumo e calore.

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Le protezioni passive sono un approccio strutturale che si esplicano

attraverso:

• Realizzazione di compartimentazioni REI;

• Riduzione del carico di incendio;

• Impiego di materiali d’arredamento con opportuna classe di reazione al

fuoco;

• Progettazione di adeguate vie di esodo e luoghi sicuri.

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VIE DI ESODO

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Progettazione di adeguate vie di esodo e luoghi sicuri.

(allegato 3 al DM 10.03.1998)

OBIETTIVO

Garantire il corretto esodo dei lavoratori senza assistenza esterna.

Occorre pertanto stabilire:

• il numero delle persone presenti

• la loro posizione presunta

• i pericoli d’incendio

• il numero di uscite disponibili

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CRITERI GENERALI

• vie di uscita alternative (se rischio di incendio alto)

• vie di uscita indipendenti tra loro

• vie di uscita che conducano sempre al luogo sicuro

• vie di uscita tenute sempre sgombre da materiale.

DEFINIZIONI

uscita di piano:

• a-uscita su luogo sicuro

• b-uscita su percorso protetto chiuso

• c-uscita su scala esterna

via di uscita: percorso senza ostacoli per raggiungere il luogo sicuro

luogo sicuro: luogo ove si è sicuri dall’effetto di un incendio

percorso protetto: percorso caratterizzato da una adeguata protezione contro gli

effetti di un incendio (corridoio e/o scala protetto/a, scala esterna)

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

DEFINIZIONI

• Modulo d’ uscita 0,60 m

• Capacità di deflusso : numero di persone che transitano in un modulo

d’uscita

• affollamento: numero massimo di persone previste

Indice di affollamento - pers / mq

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CRITERI GENERALI

(nel caso di due o più uscite)

rischio di incendio elevato

- percorso max 15-30 metri

(percorrenza max in 1 min)

rischio di incendio medio

- percorso max 30-45 metri

(percorrenza max in 3 min

rischio di incendio basso

- percorso max 45-60 metri

(percorrenza max in 5 min)

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

SCELTA DELLA LUNGHEZZA DEI PERCORSI DI ESODO

va considerata la lunghezza minima dei percorsi di esodo, a

parità di rischio, se il luogo di lavoro:

• è frequentato da pubblico

• è utilizzato da persone non autosufficienti nell’emergenza

• è utilizzato quale area di riposo

• prevede la presenza di sostanze infiammabili

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

CRITERI GENERALI

Percorsi in unica direzione (da evitare)

Distanza da uscita di piano o punto dove inizia la

disponibilità di due vie d’uscita

• rischio di incendio elevato

- percorso max 6-15 metri (percorrenza max in 30 sec)

• rischio di incendio medio

- percorso max 9-30 metri (percorrenza max in 1 min)

• rischio di incendio basso

- percorso max 12-45 metri (percorrenza max in 3 min)

Quando una via d’uscita comprende un tratto unidirezionale,

la lunghezza totale del percorso non deve superare i limiti del

percorso bidirezionale

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

NUMERO E LARGHEZZA DELLE USCITE DI PIANO

non si ritiene sufficiente una sola uscita di piano se:

• l’affollamento è superiore a 50 persone

• sussistono specifici pericoli di esplosione o incendio

(rischio alto)

• la lunghezza del percorso unidirezionale è superiore a

quanto prescritto

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

NUMERO E LARGHEZZA DELLE USCITE DI PIANO

Nei luoghi a rischio di incendio medio o basso:

L = A x 0,60 (espressa in m)

50

dove: A=numero di persone (affollamento)

0,60=modulo di uscita

50=capacità di deflusso

NB il valore A/50, se non è intero, va arrotondato al valore

intero superiore

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

NUMERO E LARGHEZZA DELLE USCITE DI PIANO

• Larghezza multipla di 0,60 con tolleranza del 5 %

• Nei luoghi con rischio di incendio medio o basso:

larghezza >= 0,80 con tolleranza del 2 %, considerandola pari

ad 1 modulo

Esempio:

affollamento = 100 persone

larghezza complessiva = 100 x 0,60 = 1.2 m

50

numero di uscite di piano = 2x0,80

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

NUMERO E LARGHEZZA DELLE SCALE

Principio generale – disporre di più vie d’uscita alternative

si ritiene sufficiente una sola scala se:

• l’altezza antincendi degli edifici non è superiore a 24 m e il

rischio di incendio è medio o basso

• ogni piano può essere servito da una sola uscita

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Protezione Scale – criteri generali

• Rischio alto – normalmente protetti con strutture e porte REI

• Per piccole attività a rischio medio e basso, scale normali, se

il percorso d’esodo non supera 45 e 60 m (30 e 45 m nel caso

di una sola uscita

LARGHEZZA DELLE SCALE

• Servono un solo piano, al di sopra o al di sotto il piano terra

L= A x 0,60

50

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

LARGHEZZA DELLE SCALE

Servono più di un piano

L = A’+ A” x 0,60 (espressa in m)

50

dove: A’+A”= maggior affollamento in due piani contigui

(A’+A” /50 va arrotondato al valore intero superiore)

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Caratteristica Rischio Rischio

Rischio

incendio basso incendio medio Incendio alto

NUMERO MINIMO 1 1 2

DI VIE DI USCITA

LUNGHEZZA MASSIMA

45÷60 m 30÷45 m 15÷30 m

DEL PERCORSO DI

ESODO FINO ALLA

PIU' VICINA USCITA

DI PIANO

TEMPO MAX 5 min 3 min 1 min

DI EVACUAZIONE

LUNGHEZZA MASSIMA

12÷45 m 9÷30 m 6÷15 m DEL PERCORSO IN

UN'UNICA DIREZIONE

TEMPO MAX DI PERCORRENZA

3 min 1 min 30 sec DEL PERCORSO IN

UN'UNICA DIREZIONE

AFF. > 50 PERSONE AFF. > 50 PERSONE

PIU' DI UNA USCITA DI PIANO SE PERICOLO ESPL./INC. PERICOLO ESPL./INC. -

PERCORSO UNID. > 45 PERCORSO UNID. > 30

LARGHEZZA COMPLESSIVA "L" L =

AFFOLLAMENTO x 0.60

DELLE USCITE DI PIANO IN m 50

LARGHEZZA COMPLESSIVA "L" L =

MAX AFF. 2 PIANI CONTIGUI x 0.60

DELLE SCALE IN m 50

LARGHEZZA MIN. DELLE USCITE 0.80 m 0,80 m

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

MISURE DI SICUREZZA ALTERNATIVE

(nel caso di impedimenti di carattere architettonico o urbanistico)

• avvicinamento delle persone alle vie di uscita e localizzazione

appropriata dei punti di pericolo

• riduzione del percorso di uscita

• realizzazione di ulteriori uscite di piano

• realizzazione di percorsi protetti

• installazione di impianto automatico di rivelazione ed allarme

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

MISURE PER LIMITARE LA PROPAGAZIONE

DELL’INCENDIO NELLE VIE D’USCITA

• accorgimenti per la presenza di aperture su pareti e solai

• accorgimenti per i rivestimenti di pareti e solai

• segnaletica a pavimento

• accorgimenti per le scale a servizio di piani interrati

• accorgimenti per le scale esterne

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

PORTE INSTALLATE LUNGO LE VIE D’USCITA

• l’apertura nel verso dell’esodo è sempre obbligatoria

quando:

-l’affollamento è > 50 persone

-la porta è vicina ad una scala

-la porta serve un’area ad elevato rischio d’incendio

• porte resistenti al fuoco lungo le via d’esodo con

dispositivo di autochiusura o del tipo automatico

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Sistemi di apertura delle porte

• Le porte delle uscite per l’esodo devono aprirsi a semplice

spinta dall’interno

• Nel caso siano necessari accorgimenti antintrusione,

possono essere previsti sistemi sicuri alternativi da portare

a conoscenza di tutti i lavoratori

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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione

Controlli e manutenzione sulle misure di protezione antincendio

Vie di esodo

• percorsi liberi da ostacoli

• porte facilmente apribili libere da serramenti

• efficienza dispositivo autochiusura porte antincendio

• visibilità segnaletica di sicurezza

• efficienza impianto illuminazione sicurezza

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ANALISI DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA NELLA FASE DI ESODO

CON I METODI DELL’INGEGNERIA DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO

• t rilev. inc. è il tempo intercorso fra l’inizio del processo di ignizione ed il momento nel quale l’incendio viene rilevato;

• t inizio evacuazione indica l’intervallo di tempo compreso tra l’istante di rilevazione e segnalazione dell’incendio e l’inizio del processo di evacuazione;

• t luogo sicuro è il tempo occorrente alle persone per completare l’evacuazione dell’edificio;

• t critico rappresenta il tempo intercorso fra l’inizio del processo di ignizione e l’istante in cui si raggiungono nell’ambiente condizioni critiche per l’organismo umano;

K (trilev. Inc. + t inizio evac. + t luogo sicuro) < t critico

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t rilev. inc.

• Incendio rilevato dalle persone

- vicinanza al luogo di sviluppo dell’incendio;

- condizioni in cui si trovano (sveglie, ecc.)

• Impianto di rilevazione automatico

- tipo di rilevatori di incendio;

- modalità di elaborazione del segnale di incendio da

parte della centrale di controllo;

- condizioni in cui si trovano le persone;

- condizioni di manutenzione dell’impianto;

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t inizio evacuazione

1a fase – percezione dell’incendio

- sente odore di fumo

- vede il fumo e/o le fiamme

- apprende la notizia da altri

- sente i dispositivi di allarme incendio

2a fase – elaborazione della percezione dell’incendio

- continua, o tende a terminare, l’attività svolta;

- tenta di assume informazioni sulla natura dell’incendio;

- cerca di verificare direttamente la presenza dell’incendio;

- segnala la circostanza ad altre persone;

- prova a ricongiungersi con altri famigliari e/o conoscenti presenti;

- tenta di portare via gli oggetti ritenuti più importanti

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t luogo sicuro

• Velocità di esodo (m/sec)

V = 1.19 m/sec. se d < 0.5 persone/m2

V = 1.4 - 0.37 d se d > 0.5 persone/m2

Lungo le scale

V = 1.26 - 0.33 d (p = 33 a = 16.5)

V = 1.08 - 0.29 d (p = 28 a = 17.8)

• Capacità di deflusso [persone/(s·m)]

C = 1.4 d - 0.37 d2 se d > 0.5 persone/m2

Lungo le scale

C = 1.26 d - 0.33 d2 (p = 33 a = 16.5)

C = 1.08 d - 0.29 d2 (p = 28 a = 17.8)

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t critico

• IL TEMPO CRITICO PUÒ CAUTELATIVAMENTE FARSI COINCIDERE CON QUELLO OCCORRENTE AL FUMO ED AI GAS DI COMBUSTIONE PER ABBASSARSI FINO AD UN’ALTEZZA DAL PAVIMENTO DI 1.5 m

t critico = t h=1,5 m

Y(ti) = H - Vg (ti-1) / A

Y altezza dal pavimento libera da fumo e gas

H altezza del piano

Vg volume totale di fumo e gas

A area del pavimento

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GRAZIE PER

L’ATTENZIONE