20
1 Dr.ssa Doni Serena Short Term Mobility 2015 La metaproteomica per definire il ruolo dei microorganismi della rizosfera nel ciclo del fosforo

Dr.ssa Doni Serena - cnr.it · 3 Introduzione La collaborazione, iniziata nel 2004, tra il gruppo di ricerca dell’ISE del CNR di Pisa coordinato dalla Dr. Grazia Masciandaro e il

  • Upload
    others

  • View
    4

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Dr.ssa Doni Serena - cnr.it · 3 Introduzione La collaborazione, iniziata nel 2004, tra il gruppo di ricerca dell’ISE del CNR di Pisa coordinato dalla Dr. Grazia Masciandaro e il

1

Dr.ssa Doni Serena

Short Term Mobility 2015

La metaproteomica per definire il ruolo dei microorganismi della rizosfera nel

ciclo del fosforo

Page 2: Dr.ssa Doni Serena - cnr.it · 3 Introduzione La collaborazione, iniziata nel 2004, tra il gruppo di ricerca dell’ISE del CNR di Pisa coordinato dalla Dr. Grazia Masciandaro e il

2

Sommario Introduzione ...................................................................................................................................................... 3

Obiettivo ............................................................................................................................................................ 4

Materiali e metodi ............................................................................................................................................. 4

1. Studio delle proteine in colture cellulari ................................................................................................... 7

2. Studio delle proteine nei campioni di suolo e rizosfera .......................................................................... 10

Risultati ............................................................................................................................................................ 14

1. Risultati dello studio delle proteine nelle colture cellulari ...................................................................... 14

2. Risultati dello studio delle proteine nei campioni di suolo e di rizosfera ............................................... 17

Conclusioni ...................................................................................................................................................... 19

Riferimenti bibliografici ................................................................................................................................... 20

Page 3: Dr.ssa Doni Serena - cnr.it · 3 Introduzione La collaborazione, iniziata nel 2004, tra il gruppo di ricerca dell’ISE del CNR di Pisa coordinato dalla Dr. Grazia Masciandaro e il

3

Introduzione

La collaborazione, iniziata nel 2004, tra il gruppo di ricerca dell’ISE del CNR di Pisa coordinato

dalla Dr. Grazia Masciandaro e il gruppo dell’Università di Warwick coordinato dalla Prof.

Elizabeth M. H. Wellington, ha fornito, e continua a fornire, un contributo essenziale nella messa a

punto delle metodologie per lo studio della struttura, funzione e regolazione dell’espressione

proteica dei microrganismi del suolo.

Il progetto di ricerca svolto nell’ambito della presente Short Term Mobility ha previsto

l’applicazione delle metodologie di metaproteomica per valutare l'effetto dell'applicazione di

fosforo sull'espressione proteica dei microorganismi.

Questo è un aspetto molto importante, in quanto, per garantire la futura sicurezza alimentare e la

sostenibilità ambientale, è necessario ottenere informazioni utili ad ottimizzare le pratiche di

gestione agricole.

Il fosforo è presente nel suolo in molte forme la cui disponibilità è legata alle caratteristiche

chimiche del terreno, alla forma chimica del fosforo e all'attività dei microorganismi e delle piante.

La crescita dei microorganismi e delle piante nel suolo dipende dall’adeguata presenza di fosforo, in

forma di fosfato (Pi), nella soluzione del suolo. In un contesto agricolo, il fosforo in forma

inorganica deriva principalmente dai fertilizzanti inorganici e dalla liberazione di fosfato dalle

forme organiche e inorganiche a livello della rizosfera; rilascio che è influenzato dall’attività

microbica, dal rilascio di essudati radicali e dalle caratteristiche chimico-fisiche del terreno. Capire

in che misura l'attività microbica e gli essudati radicali contribuiscono alla disponibilità di Pi è

fondamentale per ottimizzare l’uso di fertilizzanti a base di Pi non rinnovabili e ridurre al minimo il

loro impatto negativo sull'ambiente. Il ruolo relativo di microorganismi ed essudati radicali della

pianta nel rilascio e acquisizione di Pi da parte delle piante non è ben definito e rappresenta un gap

di conoscenza nella capacità di gestire tali processi negli ecosistemi agricoli. E’ quindi importante

quantificare l'attività microbica della rizosfera, il suo impatto sulla solubilizzazione di fosforo e il

ruolo delle piante nel modificare direttamente il contenuto di fosforo solubile.

La proteomica può fornire importanti informazioni circa l’attività funzionale della rizosfera e il suo

impatto sul rilascio di P solubile. Questo approccio consente di identificare i ruoli relativi di

microorganismi e radici nel turn-over del P disponibile a livello della rizosfera, di identificare i

gruppi funzionali microbici che contribuiscono al ciclo del fosforo a livello della rizosfera e di

capire come tali processi siano regolati.

Page 4: Dr.ssa Doni Serena - cnr.it · 3 Introduzione La collaborazione, iniziata nel 2004, tra il gruppo di ricerca dell’ISE del CNR di Pisa coordinato dalla Dr. Grazia Masciandaro e il

4

Obiettivo

L'obiettivo principale della ricerca è comprendere il ruolo delle interazioni suolo-microorganismi-

pianta nel ciclo del fosforo a livello della rizosfera in sistemi agricoli.

Per raggiungere tale obiettivo è necessario applicare le metodologie di metaproteomica come

strumento per lo studio delle proteine extracellulari in campioni di suolo di rizosfera. Il metodo di

estrazione delle proteine extracellulari prevede l'uso di estraenti blandi (solfato di potassio) che

permettono il recupero di enzimi, proteine di trasporto ed altre, localizzate nel periplasma e

secretoma. Gli estratti proteici sono processati utilizzando il protocollo per i campioni ambientali e

analizzati mediante spettrometria di massa (ThermoScientificTM

Orbitrap Fusion Tribrid) gel-

indipendente. Lo studio delle proteine extracellulari in campioni di rizosfera può fornire una chiara

e sensibile informazione sulla relazione tra la funzionalità globale della rizosfera e la funzionalità

dei vari consorzi microbici effettivamente coinvolti nei processi biogeochimici. In particolare, tale

studio può consentire di capire quali siano i ruoli e le caratteristiche che questi microorganismi

ricoprono nel ciclo del fosforo a livello del sistema suolo-radice.

Gli studi di metaproteomica ad oggi effettuati hanno consentito di estrarre e purificare, mediante

SDS-page, le proteine del suolo ma non di identificarle mediante spettrometria di massa. Questo è

dovuto al fatto che la matrice suolo è molto complessa, e le proteine possono formare complessi con

la fase colloidale organica e minerale del suolo. Inoltre, non ci sono librerie di proteine del suolo e

quindi, una volta definita la sequenza amminoacidica di una proteina è comunque difficile riuscire

ad identificarla.

Per questi motivi, prima di procedere allo studio dei campioni di rizosfera abbiamo cercato di

ottenere una libreria di proteine a partire da colture cellulari isolate da campioni di suolo di

rizosfera.

In particolare, le metodologie di metaproteomica sono state applicate con successo per valutare

l'effetto dell'applicazione di fosforo sull'espressione proteica dei microorganismi isolati da campioni

di suolo di rizosfera.

Materiali e metodi

I campioni di suolo e di rizosfera studiati nell’ambito della presente Short Term Mobility, sono stati

prelevati a Melbourne (Warwick - UK) in un sito sperimentale dell’Università di Warwick. In tale

Page 5: Dr.ssa Doni Serena - cnr.it · 3 Introduzione La collaborazione, iniziata nel 2004, tra il gruppo di ricerca dell’ISE del CNR di Pisa coordinato dalla Dr. Grazia Masciandaro e il

5

sito sperimentale sono state allestite 12 parcelle randomizzate piantumate con le specie vegetali

grano (wheat) e colza (OSR).

I punti di prelievo dei campioni di suolo e rizosfera sono indicati in rosso nella figura sottostante

(Figura 1).

Figura 1

Wheat= WinterWheat JB Diego OSR= OSR PR46W21

I campioni di suolo (bulk soil, terreno al di fuori della rizosfera non penetrato dalle radici delle

piante) sono stati prelevati alla profondità di 0-15 cm utilizzando una sgorbia del diametro di 10 cm.

I campioni di rizosfera (suolo che circonda le radici) sono stati ottenuti, una volta estratta la pianta

dal suolo, per scuotimento e per raccolta manuale del suolo attaccato alle radici (Figura 2).

Page 6: Dr.ssa Doni Serena - cnr.it · 3 Introduzione La collaborazione, iniziata nel 2004, tra il gruppo di ricerca dell’ISE del CNR di Pisa coordinato dalla Dr. Grazia Masciandaro e il

6

Figura 2

Grano

Colza

Page 7: Dr.ssa Doni Serena - cnr.it · 3 Introduzione La collaborazione, iniziata nel 2004, tra il gruppo di ricerca dell’ISE del CNR di Pisa coordinato dalla Dr. Grazia Masciandaro e il

7

Il ceppo di Pseudomonas fluorescens SBW25 è stato isolato da campioni di rizosfera ed è stato

utilizzato per la costrizione di una libreria di proteine.

Con lo scopo di valutare l’influenza del contenuto di fosforo inorganico sull’espressione proteica e

sull’attività degli enzimi legati al ciclo del fosforo, il ceppo SBW25 è stato incubato in presenza di

due dosi di fosfato: L, 50 uM KH2PO4 e H: 1,2 mM KH2PO4.

1. Studio delle proteine in colture cellulari

Preparazione del terreno di coltura e inoculo del ceppo microbicoPseudomonas fluorescens

NH4Cl 350 mg

CaCl2 120 mg

NaCl 200 mg

MgSO4 400 mg

KCl 300 mg

Succinate 20 mM

FeSO4 10 mg

MnSO4 10 mg

HEPES buffer pH 7.4 stock 10 mM (diluire 100 volte fino alla concentrazione finale di 0.1mM)

KH2PO4

H: Dose alta 1.2 mM

L: Dose bassa 50 uM

Inoculo SBW25 500 ul

Crescita microbica- Misura della densità ottica

Misurazione della densità ottica (DO) ad una lunghezza d’onda superiore a 490 nm mediante

spettrofotometria (Tabella 1). La DO è direttamente proporzionale alla densità batterica tra 0,01 e

0,5 mg/ml (da 107a 10

9 cellule/ml).

Tabella 1 Misura della crescita microbica

Densità ottica

600nm

L1 0,5

L2 0,5

H1 0,86

H2 0,86

Page 8: Dr.ssa Doni Serena - cnr.it · 3 Introduzione La collaborazione, iniziata nel 2004, tra il gruppo di ricerca dell’ISE del CNR di Pisa coordinato dalla Dr. Grazia Masciandaro e il

8

Determinazione dell’attività dell’enzima fosfatasi alcalinain colture cellulari di Pseudomonas

fluorescens SBW25 mediante metodo spettrofotometrico

Il metodo è basato sulla determinazione per via colorimetrica del Para-Nitro-Fenolo (PNF),

prodotto dall’idrolisi del Para-Nitrofenil-Fosfato-esaidrato (PNP), che è il substrato impiegato in

questo saggio enzimatico (Masciandaro and Ceccanti 1999).

Sono state utilizzate eppendorf da 2 ml

Prove: 1 ml di cultura microbica+40 ul PNP 0,12 M

Controlli: 1 ml di coltura

I campioni sono stati posti in agitazione in un incubatore per 30 minuti a 30°C. Una volta terminato

il periodo d’incubazione, sono stati aggiunti anche ai controlli 40 ul di substrato (PNP) ed i

campioni sono stati posti a raffreddare a 4°C per 10 minuti, per bloccare la reazione. A questo punto

sono stati aggiunti 50 ul di NaOH 2 M (per salificare il prodotto, conferendogli un colore giallo).

I campioni sono stati centrifugati per 2 minuti a 13000 rpm. Il surnatante è stato letto allo

spettrofotometro ad una lunghezza d’onda di 398 nm. Le densità ottiche rilevate dallo strumento

sono state trasformate in concentrazioni mediante una retta standard ottenuta con soluzioni di PNF a

concentrazione nota. I risultati sono stati espressi in µgPNF/gss*h (Figura 3).

Figura 3 Retta di calibrazione

Determinazione dell’attività dell’enzima fosfatasi alcalina e acida in colture cellulari di

Pseudomonas fluorescens SBW25 mediante metodo fluorimetrico

Di seguito sono riportati gli step per la determinazione dell’attività enzimatica:

Page 9: Dr.ssa Doni Serena - cnr.it · 3 Introduzione La collaborazione, iniziata nel 2004, tra il gruppo di ricerca dell’ISE del CNR di Pisa coordinato dalla Dr. Grazia Masciandaro e il

9

1. Aggiunta di 50 µl di campione nei pozzetti di ogni fila orizzontale (A-H), per un totale di 8

campioni.

2. Aggiunta di 50 µl di tampone (buffer) nei 96 pozzetti

Buffer per fosfatasi acida

*Preparazione di CH₃COONa 0,5 M, pH 5,5:

Si aggiungono 6,8 mL della soluzione A in 43,2 mL della soluzione B; il volume finale di 100 ml è

stato raggiunto con acqua bidistillata.

Soluzione A: 2,875 mL di CH₃COOH in 100 mL di acqua bidistillata.

Soluzione B: 4,1 g di CH₃COONa in 100 mL di acqua bidistillata.

Buffer per fosfatasi alcalina

HEPES buffer 0.1 mM pH 7,5

3. Aggiunta del tampone e del prodotto di reazione (standard)* nei pozzetti dedicati alla

costruzione della retta di calibrazione (file verticali 7-12) (Figura 4).

Le concentrazioni crescenti/decrescenti di tampone e prodotto di reazione sono riportate nella

seguente tabella (Tabella 2):

Tabella 2

Fila verticale

Tampone

Standard

(MUF)

7 100 µL 0 µL

8 80 µL 20 µL

9 60 µL 40 µL

10 40 µL 60 µL

11 20 µL 80 µL

12 0 µL 100 µL

Figura 4 Micropiastra a 96 pozzetti

Page 10: Dr.ssa Doni Serena - cnr.it · 3 Introduzione La collaborazione, iniziata nel 2004, tra il gruppo di ricerca dell’ISE del CNR di Pisa coordinato dalla Dr. Grazia Masciandaro e il

10

*Preparazione dello standard MUF

Si diluisce la soluzione madre 10 mM con il buffer corrispondente (CH₃COONa o HEPES) fino a

10 µM.

Soluzione madre MUF: 0,19418 g in 50 ml di metanolo e 50 ml di acqua bidistillata.

4. Aggiunta di 100 µl di substrato* nei pozzetti delle prime file verticali (1-6): generalmente

l’attività enzimatica viene analizzata su 3 repliche per ogni campione.

Preparazione del substrato della fosfatasi acida:

2,56 mg di 4-MUB-phosphate disodiumsalt in 10 mL di tampone CH₃COONa.

Preparazione del substrato della fosfatasi alcalina:

2,56 mg di 4-MUB-phosphate disodiumsalt in 10 mL di tampone HEPES.

Le letture del prodotto di reazione sono effettuate mediante l’utilizzo del fluorimetro, ad una

lunghezza d’onda di eccitazione e di emissione di 355 e 460 nm, rispettivamente. Prima di ogni

lettura, lo strumento sottopone la micropiastra ad un’agitazione per 1 minuto. La fluorescenza è

determinata dopo 15, 30, 60, 120 e 180 minuti di incubazione in agitazione a 30°C. L’attività

enzimatica, espressa in µmolMUB ml-1 h

-1, è determinata attraverso la costruzione di due rette di

calibrazione: (1) l’attività nel tempo (3 h), (2) le concentrazioni crescenti del prodotto di reazione.

2. Studio delle proteine nei campioni di suolo e rizosfera

Estrazione delle proteine in solfato di potassio

Il solfato di potassio (K2SO4) (0,5M pH 6,6) è stato aggiunto al suolo/rizosfera in rapporto 1:3

(w/v), l'estrazione è stata condotta a temperatura ambiente per 1h in agitazione in incubatore

termostatico a 150 oscillazioni per minuto (Masciandaro et al., 2008). Come inibitore di metallo

proteasi è stato aggiunto EDTA 10mM (Tabatabai e Fu, 1992).

Dopo l'estrazione il campione è stato centrifugato per 15 min a 9000 rpm ed il surnatante, privo

della frazione solida dell'estratto, costituita da terreno, è stato recuperato (Figura 5).

Filtrazione su carta rapida

Con lo scopo di separare la componente solida del suolo/rizosfera dall’estratto (surnatante) è stata

effettuata una filtrazione su carta rapida (Whatman 541).

Page 11: Dr.ssa Doni Serena - cnr.it · 3 Introduzione La collaborazione, iniziata nel 2004, tra il gruppo di ricerca dell’ISE del CNR di Pisa coordinato dalla Dr. Grazia Masciandaro e il

11

Filtrazione su membrana batteriologica

Con lo scopo di rimuovere la componente cellulare, gli estratti sono stati filtrati attraverso

membrane batteriologiche 0,22 µm (Masciandaro e Ceccanti 1999).

Desalificazione

L'estratto diluito di circa quattro volte, con lo scopo di rimuovere i sali in eccesso, è stato dializzato

attraverso l'utilizzo di membrane da dialisi 3.500 Da ponendo circa 20 litri di acqua all’esterno.

Concentrazione

L'estratto dializzato è stato concentrato di 600 volte rispetto al volume iniziale (300 ml) tramite

membrane Amicon PM-10 sotto pressione d'azoto; questo ha comportato l'allontanamento dal

campione della frazione con peso molecolare inferiore ai 10.000 Da (Ceccanti et al.,1989).

Precipitazione metodo DOC/TCA

1ml di estratto concentrato è stato sottoposto ad una precipitazione DOC/TCA. Il DOC (acido

deossicolico) allo 0.6% è stato aggiunto all’estratto in rapporto 1:100 v/v ed incubato per 10 min a

temperatura ambiente; successivamente, è stato aggiunto il TCA (acido tricloroacetico) al 100%

(100g in 100ml) in rapporto 1:100 v/v, la precipitazione è stata condotta a -20 °C per 30 min.

Dopo tale periodo di incubazione, il campione è stato centrifugato a 14600 xg (12500 rpm) per 15

min a 4 °C e il surnatante è stato rimosso. Il pellet è stato lavato con 0.5 ml di una soluzione di

etanolo e etere in rapporto 1:1 v/v. Dopo un’ulteriore centrifuga nelle stesse condizioni della

precedente, il pellet ottenuto è stato risospeso in 20 ul di loading buffer.

Elettroforesi

SDS-PAGE

I campioni risospesi nel sample buffer sono stati riscaldati a 100 °C per 3 min, centrifugati per altri

3 minuti ed infine caricati direttamente nei pozzetti dello stacking gel. Durante i primi 5 minuti di

corsa è stato applicato un voltaggio di 80 V per permettere alle proteine di compattarsi nello

stacking, quindi il valore è stato portato a 150 V.

Preparazione del gel in condizioni denaturanti

Resolving: 12% (10 ml)

_ Acqua 3,4 ml

_ Tris-HClpH 8,8 1,5 M 2,5 ml

_ SDS 10% 0,1 ml

_ Acrilammide/Bis 30% 4,0 ml

_ APS 10% 50 µl

_ TEMED 5 µl

Page 12: Dr.ssa Doni Serena - cnr.it · 3 Introduzione La collaborazione, iniziata nel 2004, tra il gruppo di ricerca dell’ISE del CNR di Pisa coordinato dalla Dr. Grazia Masciandaro e il

12

Stacking gel: 4% (10 ml)

_ Acqua 6,1 ml

_ Tris-HClpH 6,8 0,5 M 2,5 ml

_ SDS 10% 0,1 ml

_ Acrilammide/Bis 30% 1,3 ml

_ APS 10% 50 µl

_ TEMED 10 µl

Soluzioni

Per la preparazione di tutte le soluzioni e i lavaggi è stata utilizzata acqua milliQ.

Sample Buffer 5x (10 ml)

Tris-HCl 0,5M pH 6,8 6ml

SDS 1 g

Glicerolo 4 ml

Blu di bromofenolo 0.25 g

DTT 7.7%

Tampone di corsa 10x (Tris-Glicina) pH 8,3 (1 L)

Tris base 30,3 g

SDS 10,0 g

Glicina 144,0 g

Colorazione delle proteine con coomassie colloidale

5% Coomassie Blu G-250stock

Sciogliere 0,5 g di Coomassie Blue G-250 in 10 ml di acqua milli Q

Colloidal Coomassie Blu G-250 due stock solution

50 g Solfato di ammonio (pm 132.1)

6 ml Acido fosforico 85%

10 ml 5% Coomassie Blue G-250 stock

Portare a 500 ml con acqua milli Q

Colloidal Coomassie Blue G-250 working solution

400 ml ColloidalCoomassie Blu G-250 due stock solution

100 ml metanolo

Lasciare colorare il gel in blanda agitazione per almeno due ore.

Decolorare con acqua in leggera agitazione con cambi della soluzione decolorante fino alla

scomparsa del colore di fondo.

Page 13: Dr.ssa Doni Serena - cnr.it · 3 Introduzione La collaborazione, iniziata nel 2004, tra il gruppo di ricerca dell’ISE del CNR di Pisa coordinato dalla Dr. Grazia Masciandaro e il

13

Figura 5 Schema dei metodi di estrazione, filtrazione, desalificazione e concentrazione del

campione

Page 14: Dr.ssa Doni Serena - cnr.it · 3 Introduzione La collaborazione, iniziata nel 2004, tra il gruppo di ricerca dell’ISE del CNR di Pisa coordinato dalla Dr. Grazia Masciandaro e il

Attività dell’enzima fosfatasi alcalina negli estratti di suolo e rizosfera

1ml di estratto concentrato è stato utilizzato per la determinazione dell’attività dell’enzima fosfatasi

alcalina utilizzando il metodo fluorimetrico descritto sopra

fluorescens SBW25.

Risultati

1. Risultati dello studio delle proteine nelle colture cellulari

La capacità di secernere proteine è essenziale per la sopravvivenza e crescita dei microorga

nel suolo. I batteri del genere Pseudomonas

delle specie Pseudomonas fluorescens

Pseudomonas stutzeri hanno mostrato una capacità di promuovere la crescita delle piante (PGPR,

Plant growth-promoting rhizobacteria)

Il ceppo di Pseudomonas fluorescens

Lo studio delle proteine di questo ceppo microbico è stato effettuato incubando

fluorescens SBW25 in un terreno di coltura contenente

KH2PO4 (L) e 1,2 mM di KH2PO

Il gel di SDS-page ha messo in evidenza un aumento

in presenza di una bassa dose di fosforo inorganico nel mezzo di coltura

(Figura 6).

Figura 6 SDS-page delle proteine extracellulari

SBW25 alle due dosi

14

Attività dell’enzima fosfatasi alcalina negli estratti di suolo e rizosfera

o concentrato è stato utilizzato per la determinazione dell’attività dell’enzima fosfatasi

fluorimetrico descritto sopra per le colture cellulari di

1. Risultati dello studio delle proteine nelle colture cellulari

La capacità di secernere proteine è essenziale per la sopravvivenza e crescita dei microorga

Pseudomonas colonizzano frequentemente la rizosfera e alcuni

fluorescens, Pseudomonas putida, Pseudomonas

hanno mostrato una capacità di promuovere la crescita delle piante (PGPR,

rhizobacteria) (Wu et al., 2010).

fluorescens SBW25 è stato isolato a partire da campioni di rizosfera

esto ceppo microbico è stato effettuato incubando

in un terreno di coltura contenente fosforo inorganico

PO4 (H).

page ha messo in evidenza un aumento del numero e della concentrazione di

di fosforo inorganico nel mezzo di coltura

page delle proteine extracellulari del ceppo microbico Pseudomonas

alle due dosi di KH2PO4 (L: 50 uM, H: 1,2 mM).

L H

o concentrato è stato utilizzato per la determinazione dell’attività dell’enzima fosfatasi

per le colture cellulari di Pseudomonas

La capacità di secernere proteine è essenziale per la sopravvivenza e crescita dei microorganismi

colonizzano frequentemente la rizosfera e alcuni ceppi

Pseudomonas mendocina e

hanno mostrato una capacità di promuovere la crescita delle piante (PGPR,

campioni di rizosfera.

esto ceppo microbico è stato effettuato incubando Pseudomonas

a due dosi: 50 uM di

della concentrazione di proteine

rispetto alla dose alta

Pseudomonas fluorescens

(L: 50 uM, H: 1,2 mM).

Page 15: Dr.ssa Doni Serena - cnr.it · 3 Introduzione La collaborazione, iniziata nel 2004, tra il gruppo di ricerca dell’ISE del CNR di Pisa coordinato dalla Dr. Grazia Masciandaro e il

15

Inoltre, l’analisi di queste proteine mediante spettrometria di massa ha consentito di identificare

numerose proteine appartenenti al ceppo di Pseudomonas fluorescens SBW25 con una elevata

probabilità (>95%) (Tabella 3). La concentrazione delle proteine identificate, come osservato nel

gel di SDS-page, sembra essere influenzata dalla dose di fosforo inorganico nel mezzo di coltura.

In particolare, tra le proteine che risultano avere una concentrazione particolarmente diversa alle

due dosi di fosfato, troviamo la fosfatasi alcalina.

Questa proteina è fortemente espressa alla dose bassa di fosfato, mentre non lo è alla dose alta.

Tabella 3 Proteine del ceppo di Pseudomonas fluorescens SBW25 identificate mediante

spettrometria di massa

H L

Page 16: Dr.ssa Doni Serena - cnr.it · 3 Introduzione La collaborazione, iniziata nel 2004, tra il gruppo di ricerca dell’ISE del CNR di Pisa coordinato dalla Dr. Grazia Masciandaro e il

16

Per ottenere ulteriori informazioni circa l’espressione e attività delle proteine legate al ciclo del

fosforo, è stata determinata l’attività dell’enzima fosfatasi alcalina del ceppo Pseudomonas

fluorescens cresciuto alle due dosi di fosforo.

L’attività dell’enzima fosfatasi alcalina, determinata nelle colture cellulari del ceppo microbico

Pseudomonas fluorescens SBW25 mediante metodo spettrofotometrico, ha confermato l’influenzata

della concentrazione di fosforo nel mezzo di coltura sull’attività di questo enzima (Tabella 4).

Tabella 4 Attività fosfatasi alcalina nelle colture cellulari del ceppo microbico Pseudomonas

fluorescens SBW25 mediante spettrofotometria

mgPNP l-1

h-1

L1 1274

L2 1261

H1 0

H2 0

Le colture cresciute in presenza di P ad alta concentrazione (1,2 mM), infatti, non hanno presentato

alcuna attività dell’enzima fosfatasi, ad indicare l’inibizione dell’espressione dei geni che

codificano per questa proteina da prodotto (fosfato). Al contrario, le colture cresciute in presenza di

fosforo inorganico a bassa dose (50 uM) hanno mostrato una forte stimolazione della sintesi e

rilascio di questo enzima (Tabella 4).

Risultati del tutto comparabili sono stati ottenuti dalla determinazione dell’attività fosfatasi alcalina

mediante metodo fluorimetrico (Figura 7).

Page 17: Dr.ssa Doni Serena - cnr.it · 3 Introduzione La collaborazione, iniziata nel 2004, tra il gruppo di ricerca dell’ISE del CNR di Pisa coordinato dalla Dr. Grazia Masciandaro e il

17

Figura 7 Attività fosfatasi acida e alcalina nelle colture cellulari del ceppo microbico Pseudomonas

fluorescens SBW25 mediante fluorimetria

L: 50uM KH2PO4; H: 1,2 mM KH2PO4.

Il metodo fluorimetrico è stato, inoltre, utilizzato per la determinazione dell’attività dell’enzima

fosfatasi acida. Alla dose bassa di fosfato, questo enzima ha mostrato un’attività molto più bassa

rispetto all’attività della fosfatasi alcalina e, al contrario di quest’ultima, sembra essere meno

influenzata dalla concentrazione di fosfato nel mezzo di coltura (Figura 7).

2. Risultati dello studio delle proteine nei campioni di suolo e di rizosfera

Lo studio dell’attività dell’enzima fosfatasi alcalina negli estratti di suolo e di rizosfera ha mostrato

una più alta attività a livello della rizosfera del grano (wheat) e valori simili tra colza (OSR) e suolo

(bulk soil). La rizosfera delle piante di colza è stata prelevata alla fine del ciclo vegetativo (periodo

di dormienza), durante il quale il metabolismo e la crescita delle piante è praticamente assente.

Questo può spiegare il perché la rizosfera della colza abbia mostrato valori di attività dell’enzima

fosfatasi alcalina simili al suolo non piantumato.

-100

0

100

200

300

400

500

600

700

fosfatasi alcalina fosfatasi acida

um

ol

MU

B m

l-1h

-1

Attività fosfatasi

L

H

Page 18: Dr.ssa Doni Serena - cnr.it · 3 Introduzione La collaborazione, iniziata nel 2004, tra il gruppo di ricerca dell’ISE del CNR di Pisa coordinato dalla Dr. Grazia Masciandaro e il

Figura 8 Attività fosfatasi alcalina nei campioni di rizosfera e di suolo

Lo studio delle proteine mediante SDS

(Figura 9).

Figura 9 SDS-page delle proteine estratte da campioni di rizosfera di grano e colza e da suolo.

In accordo ai risultati dell'attività

maggior numero di bande proteiche, seppure non molto marcate, rispetto alla rizosfera delle

di colza e rispetto al suolo.

0

50

100

150

200

250

grano

mm

ol

MU

B k

g-1

h-1

18

Attività fosfatasi alcalina nei campioni di rizosfera e di suolo

Lo studio delle proteine mediante SDS-page ha evidenziato numerose bande in tutti i campioni

page delle proteine estratte da campioni di rizosfera di grano e colza e da suolo.

In accordo ai risultati dell'attività fosfatasi alcalina, la rizosfera delle piante di grano

ggior numero di bande proteiche, seppure non molto marcate, rispetto alla rizosfera delle

grano colza suolo

Attività fosfatasi alcalina

suolo colza grano

Attività fosfatasi alcalina nei campioni di rizosfera e di suolo

rose bande in tutti i campioni

page delle proteine estratte da campioni di rizosfera di grano e colza e da suolo.

ra delle piante di grano ha mostrato un

ggior numero di bande proteiche, seppure non molto marcate, rispetto alla rizosfera delle piante

Page 19: Dr.ssa Doni Serena - cnr.it · 3 Introduzione La collaborazione, iniziata nel 2004, tra il gruppo di ricerca dell’ISE del CNR di Pisa coordinato dalla Dr. Grazia Masciandaro e il

19

Conclusioni

La comprensione del ruolo dei microorganismi e degli essudati radicali nel rilascio e acquisizione di

fosforo da parte delle piante rappresenta un obbiettivo importante per l'uso efficiente di fertilizzanti,

nel miglioramento della struttura e della biodiversità del suolo e nell'aumento della produttività e

della resilienza degli ecosistemi agricoli.

Nell’ambito del progetto, le tecniche di metaproteomica (metodi di estrazione, misura dell’attività e

identificazione delle proteine extracellulari) sono state implementate ed applicate con lo scopo di

comprendere i cambiamenti nel continuum suolo-microorganismi-piante in risposta alla

disponibilità di fosforo a livello della rizosfera.

Questi studi hanno consentito di fare progressi nella definizione delle metodologie di

identificazione delle proteine di campioni di suolo e di rizosfera.

In particolare, è stata creata una libreria di proteine del ceppo microbico Pseudomonas fluorescens

SBW25 cresciuto a due dosi di fosfato ed è stata determinata l’attività dell’enzima fosfatasi alcalina

nelle stesse condizioni. I risultati hanno messo in evidenza un aumento del numero e della

concentrazione di proteine in presenza della dose bassa di fosforo inorganico nel mezzo di coltura

rispetto alla dose alta. La proteina fosfatasi alcalina è risultata fortemente espressa alla dose bassa di

fosfato; anche la misura dell’attività enzimatica ha confermato la stimolazione dell’enzima fosfatasi

alcalina in queste condizioni.

Lo studio delle proteine nei campioni di suolo e di rizosfera ha consentito la determinazione

dell’attività dell’enzima fosfatasi alcalina e la purificazione delle proteine mediante SDS-page. I

risultati hanno messo in evidenza un’attività fosfatasi alcalina più alta ed un numero maggiore di

bande proteiche nella rizosfera delle piante di grano rispetto a quella delle piante di colza e rispetto

al suolo. Ulteriori ricerche saranno necessarie per arrivare all'identificazione di queste proteine

mediante spettrometria di massa.

Page 20: Dr.ssa Doni Serena - cnr.it · 3 Introduzione La collaborazione, iniziata nel 2004, tra il gruppo di ricerca dell’ISE del CNR di Pisa coordinato dalla Dr. Grazia Masciandaro e il

20

Riferimenti bibliografici

Ceccanti, B., Bonmati-Pont, M., Nannipieri, P., 1989. Microdetermination of protease activity in

humic bands of different sizes after analytical isoelectric focusing. Biology & Fertility of Soils 7,

202–206.

Masciandaro, G., Ceccanti, B., 1999. Assessing soil quality in different agroecosystems through

biochemical and chemico-structural properties of humic substances. Soil & Tillage Research 51,

129–137.

Masciandaro G., Macci C., Doni S., Maserti B., Calvo-Bado L. A., Ceccanti B. and Wellington E.,

Soil Biol. Biochem., 2008, 40, 2156–2161.

Tabatabai, M.A., Fu, M., 1992. Extraction of enzymes from soil. Soil Biochemistry 7, 197–227.

Wu, X., Liu, J., Zhang, W., Zhang, L., 2012. Multiple-level regulation of 2,4-diacetylphloroglucinol

production by the sigma regulator PsrA in Pseudomonas fluorescens 2P24. PLoS One 7, e50149