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Settore Sviluppo Urbano - Sportello Unico per l’Edilizia Pagina 1 di 37 INFRASTRUTTURAZIONE DIGITALE DEGLI EDIFICI (“broadbandready”/“smart building”) E GUIDA CEI 30622 Disposizione tecnicoorganizzativa (DTO 17/2015) 1 (ai sensi dell’articolo 7/III del RUE e del c. 7, art. 4, L.R. n. 15/2013) L’art. 6ter, comma 2, della Legge 1 novembre 2014, n. 164 “Conversione in legge, con modificazioni, del decretolegge 12 settembre 2014, n. 133 (c.d. Sblocca Italia), recante misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive”, ha introdotto il nuovo articolo 135bis al D.P.R. 06.06.2001, n. 380 “Testo Unico dell’Edilizia”, ovvero il seguente: Art. 135bis. Norme per l'infrastrutturazione digitale degli edifici 1. Tutti gli edifici di nuova costruzione per i quali le domande di autorizzazione edilizia sono presentate dopo il 1° luglio 2015 devono essere equipaggiati con un'infrastruttura fisica multiservizio passiva interna all'edificio, costituita da adeguati spazi installativi e da impianti di comunicazione ad alta velocità in fibra ottica fino ai punti terminali di rete. Lo stesso obbligo si applica, a decorrere dal 1° luglio 2015, in caso di opere che richiedano il rilascio di un permesso di costruire ai sensi dell'articolo 10, comma 1, lettera c). Per infrastruttura fisica multiservizio interna all'edificio si intende il complesso delle installazioni presenti all'interno degli edifici contenenti reti di accesso cablate in fibra ottica con terminazione fissa o senza fili che permettono di fornire l'accesso ai servizi a banda ultralarga e di connettere il punto di accesso dell'edificio con il punto terminale di rete. 2. Tutti gli edifici di nuova costruzione per i quali le domande di autorizzazione edilizia sono presentate dopo il 1° luglio 2015 devono essere equipaggiati di un punto di accesso. Lo stesso obbligo si applica, a decorrere dal 1° luglio 2015, in caso di opere di ristrutturazione profonda che richiedano il rilascio di un permesso di costruire ai sensi dell'articolo 10. Per punto di accesso si intende il punto fisico, situato all'interno o all'esterno dell'edificio e accessibile alle imprese autorizzate a fornire reti pubbliche di comunicazione, che consente la connessione con l'infrastruttura interna all'edificio predisposta per i servizi di accesso in fibra ottica a banda ultralarga. 3. Gli edifici equipaggiati in conformità al presente articolo possono beneficiare, ai fini della cessione, dell'affitto o della vendita dell'immobile, dell'etichetta volontaria e non vincolante di «edificio predisposto alla banda larga». Tale etichetta è rilasciata da un tecnico abilitato per gli impianti di cui all'articolo 1, comma 2, lettera b), del regolamento di cui al decreto del Ministro dello sviluppo economico 22 gennaio 2008, n. 37, e secondo quanto previsto dalle Guide CEI 3062 e 64100/1, 2 e 3. 1 La presente Disposizione Tecnico Organizzativa riveste carattere regolamentare. Città di Castel San Giovanni Provincia di Piacenza Settore IV: Sviluppo Urbano N. 17/2015

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 INFRASTRUTTURAZIONE DIGITALE DEGLI EDIFICI 

(“broadband‐ready”/“smart building”) E GUIDA CEI 306‐22   

Disposizione tecnico‐organizzativa (DTO 17/2015)1 (ai sensi dell’articolo 7/III del RUE e del c. 7, art. 4, L.R. n. 15/2013) 

   

L’art. 6‐ter, comma 2, della Legge 1 novembre 2014, n. 164 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto‐legge  12  settembre  2014,  n.  133  (c.d.  Sblocca  Italia),  recante  misure  urgenti  per  l'apertura  dei  cantieri,  la realizzazione delle opere pubbliche,  la digitalizzazione del Paese,  la semplificazione burocratica,  l'emergenza del dissesto  idrogeologico e per  la ripresa delle attività produttive”, ha  introdotto  il nuovo articolo 135‐bis al D.P.R. 06.06.2001, n. 380 “Testo Unico dell’Edilizia”, ovvero il seguente: 

Art. 135‐bis. ‐ Norme per l'infrastrutturazione digitale degli edifici 1.  Tutti  gli  edifici  di  nuova  costruzione  per  i  quali  le  domande  di  autorizzazione  edilizia  sono presentate dopo il 1° luglio 2015 devono essere equipaggiati con un'infrastruttura fisica multiservizio passiva interna all'edificio, costituita da adeguati spazi installativi e da impianti di comunicazione ad alta velocità in fibra ottica fino ai punti terminali di rete. Lo stesso obbligo si applica, a decorrere dal 1°  luglio  2015,  in  caso  di  opere  che  richiedano  il  rilascio  di  un  permesso  di  costruire  ai  sensi dell'articolo 10, comma 1, lettera c). Per infrastruttura fisica multiservizio interna all'edificio si intende il  complesso delle  installazioni presenti all'interno degli edifici  contenenti  reti di accesso  cablate  in fibra ottica con terminazione fissa o senza fili che permettono di fornire  l'accesso ai servizi a banda ultralarga e di connettere il punto di accesso dell'edificio con il punto terminale di rete. 2.  Tutti  gli  edifici  di  nuova  costruzione  per  i  quali  le  domande  di  autorizzazione  edilizia  sono presentate dopo il 1° luglio 2015 devono essere equipaggiati di un punto di accesso. Lo stesso obbligo si applica, a decorrere dal 1° luglio 2015, in caso di opere di ristrutturazione profonda che richiedano il rilascio di un permesso di costruire ai sensi dell'articolo 10. Per punto di accesso si intende il punto fisico, situato all'interno o all'esterno dell'edificio e accessibile alle  imprese autorizzate a fornire reti pubbliche  di  comunicazione,  che  consente  la  connessione  con  l'infrastruttura  interna  all'edificio predisposta per i servizi di accesso in fibra ottica a banda ultralarga. 3. Gli edifici equipaggiati in conformità al presente articolo possono beneficiare, ai fini della cessione, 

dell'affitto  o  della  vendita  dell'immobile,  dell'etichetta  volontaria  e  non  vincolante  di  «edificio predisposto alla banda larga». Tale etichetta è rilasciata da un tecnico abilitato per gli impianti di cui all'articolo  1,  comma  2,  lettera  b),  del  regolamento  di  cui  al  decreto  del Ministro  dello  sviluppo economico 22 gennaio 2008, n. 37, e secondo quanto previsto dalle Guide CEI 306‐2 e 64‐100/1, 2 e 3.  

1 La presente Disposizione Tecnico Organizzativa riveste carattere regolamentare.

Città di Castel San Giovanni Provincia di Piacenza

Settore IV: Sviluppo Urbano 

N. 17/2015 

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Tralasciando l’apodittica considerazione che la norma fa riferimento ancora all’istituto dell’autorizzazione edilizia, scomparso fin dal 2001, ovvero dalla entrata in vigore del Testo Unico dell’Edilizia, la nuova disposizione contiene indubbie previsioni di notevole interesse e rilevanza. In  sintesi quindi,  tutte  le nuove  costruzioni2, a prescindere dalla  loro destinazione d’uso, per  le quali  sia  stata presentata la richiesta di Permesso di Costruire (o di SuperSCIA nei casi previsti) dopo il 1° luglio 2015, dovranno essere obbligatoriamente predisposte alla banda larga3 ed alla fibra ottica, allestiti quindi, in estrema sintesi, per l’accesso a internet veloce. Ciò significa che i tecnici delle compagnie telefoniche potranno allacciare, senza particolari problemi, l’edificio alla rete di nuova generazione e che  i cittadini potranno usufruirne fino all’abitazione con performance di velocità e stabilità pressoché inalterate. Oltre alle nuove costruzioni tale obbligo è esteso ad interventi di “ristrutturazione profonda” degli edifici esistenti. Anche  in  questo  caso  il  legislatore  nazionale  utilizza  un  termine  del  tutto  nuovo,  ovvero  l’aggettivazione “profonda” rispetto agli interventi di ristrutturazione edilizia, del tutto sconosciuto nella legislazione in materia, e, segnatamente, nel Testo Unico dell’Edilizia. La nuova norma comunque rimanda, sia al comma 1 sia al comma 2, all’art. 10 del TUE. In  tal  senso  è  noto  infatti  che  la  ristrutturazione  edilizia  conservativa  (che  cioè  non  prevede  la  demolizione dell’immobile e  la  sua  ricostruzione) è distinta nel  testo unico  statale  in  ristrutturazione cd. “leggera”  regolata all’art. 3, e in ristrutturazione cd. “pesante”, regolata all’art. 10, comma 1, lettera c) (che è quella espressamente richiamata  dalla  nuova  disposizione)  e  che  le  differenti  fattispecie,  secondo  la  stessa  normativa  statale,  sono soggette ad un differente regime abilitativo: la ristrutturazione leggera è attuabile mediante SCIA, quella pesante previo rilascio del permesso di costruire. La Corte costituzionale ha più volte stabilito che  le disposizioni statali che definiscono  le categorie di  intervento costituiscono  principi  fondamentali  della  materia  edilizia,  perché  è  in  conformità  a  queste  ultime  che  è disciplinato  il  regime  dei  titoli  abilitativi,  con  riguardo  al  procedimento  e  agli  oneri,  nonché  agli  abusi  e  alle relative sanzioni, anche penali. Spetta dunque allo Stato definire le categorie di intervento. Nella  piena  condivisione  di  tale  principio,  il  legislatore  regionale  del  2013,  nell’elaborare  l’allegato  alla  L.R.  n. 15/2013, non ha  inteso  introdurre alcuna modifica alle definizioni statali, nel testo allora vigente,  limitandosi ad unificare nel punto f) le due fattispecie di ristrutturazione edilizia contenute nell’ordinamento statale agli art. art. 3 e all’art. 10 del DPR n. 380 del 2001. La  scelta  di  riunire  le  due  fattispecie  in  una  sola  definizione  risponde  unicamente  alla  previsione  legislativa regionale  di  sottoporre  a  SCIA  le  opere  afferenti  ad  entrambe  le  fattispecie  di  ristrutturazione  edilizia,  in attuazione del principio di  flessibilità,  riconosciuto dalla Corte  costituzionale nella  sentenza n. 303 del 2003  e contenuto  all’art. 22,  comma 4, del DPR n. 380 del 2001,  che  attribuisce  alle Regioni  la  facoltà di  ampliare o ridurre  l’ambito  applicativo  della  SCIA  (ed  in  precedenza  della  DIA  ed  ancora,  molto  prima,  la  ancor  oggi richiamata autorizzazione edilizia). Pertanto, nella nostra regione tutte  le  forme di ristrutturazione edilizia sono soggette a SCIA. Ne deriva che  laddove, nella norma  in commento,  relativamente agli  interventi di  ristrutturazione edilizia, si  fa riferimento al Permesso di Costruire, si deve intendere comunque, nella nostra Regione, il riferimento alla SCIA. Nell’ottica  della  nuova  norma  statale,  la  nuova  disposizione  trova  evidentemente  applicazione  anche  agli interventi di ristrutturazione edilizia che comunque portino ad un organismo edilizio “di fatto” nuovo e quindi a tutti quelli realizzati mediante demolizione e ricostruzione con il rispetto della volumetria preesistente. Una interpretazione “restrittiva” dell’art. 135 bis non solo non appare in linea con la ragione della nuova norma, ma creerebbe disparità di trattamento fra interventi uguali sebbene realizzati in base a titoli diversi. In  questo  caso,  ad  esempio,  si  verrebbero  a  creare  disparità  di  trattamento  tra  interventi  di  demolizione  e ricostruzione  con modifica  della  sagoma  che,  in  quanto  ubicati  in  area  sottoposta  a  vincolo  paesaggistico  e soggetti al permesso di costruire ai sensi dell’art. 10, comma 1 lett. c) del TUE, dovrebbero essere predisposti alla 

2 Il nuovo articolo 135‐bis infatti viene inserito all’interno del Capo VI, della Parte II, del TUE, il cui campo di applicazione è definito dall’art. 122, come “edifici pubblici e privati, qualunque ne sia la destinazione d'uso”.

3 Il  termine banda  larga  fa  riferimento ai  sistemi di  trasmissione  e  ricezione dati  che  supportano  ed  impiegano un’ampiezza di banda 

superiore alle precedenti tecnologie. Il concetto di banda larga è quindi relativo ed inerente allo stato di progresso tecnologico delle reti e dispositivi di  telecomunicazione. Nel  linguaggio comune,  il  termine banda  larga è associato ad ADSL,  in  realtà  include anche altri  tipi di tecnologie per la trasmissione di dati, quali fibra ottica, sistemi mobili di trasmissione come smartphone e cellulari con collegamento Wifi e altri tipi di linee DSL.

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banda larga e i medesimi interventi non ubicati in aree vincolate che, essendo sottoposti a SCIA (nell’ordinamento statale), resterebbero esclusi dall’obbligo di predisposizione alla banda larga. La nuova disposizione dovrebbe consentire una maggiore semplificazione delle procedure di allacciamento in caso di nuovi abbonamenti di fibra ottica, nel tentativo di promuovere l’adozione delle nuove tecnologie di rete. Nel  caso  in  cui  l’abitazione  risulti  idonea,  un  tecnico  abilitato  potrà  inoltre  rilasciare  un’etichetta  di  “edificio predisposto  alla  banda  larga”,  da  sfruttare  in  caso  di  cessione,  dell’affitto  o  della  vendita  dell’immobile.  Tale etichetta non è di carattere cogente, ma solo volontario e non vincolante. Diversi paesi europei,  fra  cui ad esempio Germania, Francia e Svezia, hanno già adottato  l’etichetta volontaria “broadband‐ready” per gli edifici di nuova costruzione, dove la possibilità di accedere alla banda larga è standard.  Il tecnico installatore dovrà essere abilitato ai sensi dell’art. 3 del D.M. 37 del 22 gennaio 2008, per le installazioni di cui all’articolo 1, comma 2, lettera b) dello stesso decreto, e secondo quanto previsto, per l’edilizia residenziale, dalle Guide CEI 306‐2  “Guida al  cablaggio per  le  comunicazioni  elettroniche negli  edifici  residenziali” e 64‐100 “Edilizia residenziale. Guida per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti elettrici, elettronici e per le comunicazioni.  Parte  1:  Montanti  degli  edifici;  Parte  2:  Unità  immobiliari  (appartamenti);  Parte  3:  Case unifamiliari, case a schiera ed in complessi immobiliari (residence)”. L’integrazione  degli  impianti  comporta  da  una  parte  l’integrazione  dal  punto  di  vista  “fisico”,  cioè  la predisposizione delle  infrastrutture necessarie per  tutti gli  impianti  (infrastruttura costituita da canalizzazioni e scatole,  componenti  edilizi,  ecc.),  dall’altra  l’integrazione  dal  punto  di  vista  “funzionale”,  che  riguarda esplicitamente  le funzioni e  le applicazioni di ciascun  impianto e  le relazioni con  le funzioni degli altri  impianti a servizio del fabbricato (acqua corrente, gas, riscaldamento, condizionamento, scarichi, ecc.). Sarà quindi obbligo del costruttore, in estrema e banale sintesi, installare una sorta di armadio in una sala tecnica con un punto di accesso facile verso l’esterno e dal quale partono poi le connessioni verso tutte le unità abitative. Più  in dettaglio: gli edifici   dovranno   essere   dotati di  infrastrutture   progettate   e   realizzate, secondo quanto previsto dalle Guide CEI 306‐2 e 64‐100/1, 2 e 3”: 

di spazi    installativi:   cavedi,   cavidotti,   scatole   e   tubi   per rendere   agevole  le  installazioni   di  impianti   di comunicazione  elettronica,  cioè servizi  a  larga  banda  disponibili  sui  diversi mezzi trasmissivi: cavi in rame, cavi a fibra ottica, antenne terrestri, satellitari, ecc.; 

di  predisposizioni  in  fibra  ottica:  infrastruttura  passiva  costituita  tante  fibre  ottiche  quante  sono  le  unità immobiliari dell’edificio. Meglio   se   con   cavi   multifibre, collegate   ad   un apparato disposto  in un punto di accesso all’edificio, una sorta di “punto di consegna” dei servizi a banda ultra larga; 

di un punto di accesso: costituito  da  uno o  più  spazio/i fisico/io  un  locale  tecnico  dove possono trovare posto i dispositivi anche di diversi operatori, necessari per la gestione dei segnali (provenienti   sia   via   etere,   sia     dal     sottosuolo,     ancorché su     diversi     mezzi trasmissivi)     che     dovranno     essere     distribuiti     alle   diverse   unità   immobiliari   che   li richiederanno. 

 Infrastruttura fisica passiva multiservizio per le comunicazioni elettroniche con evidenziati i punti di accesso all’edificio

(fonte: Confartigiananto di Cuneo) 

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 L’applicazione delle prescrizioni introdotte dal legislatore, se applicate nel rispetto delle indicazioni presenti nelle Guide CEI richiamate, potranno assicurare: 1. una riduzione dei costi per la installazione di impianti di comunicazione elettronica; 2. l’applicazione del diritto di accesso alle comunicazioni senza limitazioni di sorta per il cittadino; 3. una migliore classificazione dell’immobile ai fini della vendita o locazione; 4. una  riduzione  dei  costi  per  la  sicurezza  relativa  agli  interventi  dei  tecnici  per 

manutenzioni/integrazioni/ampliamenti degli impianti; 5. il rispetto delle prestazioni energetiche (isolamento termico e/o acustico ) dell’edificio, sia nella zona del tetto 

predisposta per le antenne, sia nella zona alla base dell’edificio per gli accessi dal suolo pubblico. Per fornire ai progettisti e agli operatori edili, nonché agli installatori di impianti per le comunicazioni elettroniche negli  edifici,  il  CEI  (Comitato  Elettrotecnico  Italiano)  ha  pubblicato  la  Guida  CEI  306‐22  “Disposizioni  per l'infrastrutturazione degli edifici con  impianti di comunicazione elettronica  ‐ Linee guida per  l'applicazione della Legge 11 novembre 2014, n. 164” che costituisce una sorta di compendio delle quattro Guide indicate sopra come riferimento  tecnico,  specificatamente  dedicato  all’applicazione  della  nuova  disposizione  in  commento  (che  si allega alla presente DTO). Questa Guida Tecnica costituisce  lo strumento necessario per  i progettisti, gli operatori edili e gli  installatori di comunicazione elettronica negli edifici, per l'applicazione del DPR 380/01, articolo 135‐bis. Essa  è  focalizzata  sulla  realizzazione,  negli  edifici,  di  una  infrastruttura  fisica  multiservizio  passiva  interna all'edificio, costituita da adeguati spazi  installativi e da  impianti di comunicazione ad alta velocità  in fibra ottica, nonché dei punti di accesso all'edificio. La predisposizione di "adeguati spazi installativi" e di "accessi agli edifici" deve considerarsi come indispensabile per garantire la realizzazione a regola d'arte degli impianti di comunicazione elettronica. Si evidenzia  che  il documento, congiuntamente alle Guide Tecniche CEI  citate dal Decreto “Sblocca  Italia” e  in aderenza  al  dettato  normativo,  costituisce  il  riferimento  tecnico  per  la  progettazione  di  spazi  installativi  e predisposizioni  della  fibra  ottica,  idonei  a  garantire  la  realizzazione  di  reti  di  comunicazione  elettronica (considerate nella accezione definita nel D.Lgs. 259/03, art. 1, comma 1, lettera "dd"), aventi caratteristiche tali da assicurare: 

la riduzione dei costi di installazione e di manutenzione degli impianti; 

un elevato  livello di adattabilità,  flessibilità, affidabilità nel  tempo delle  infrastrutture,  tenendo conto delle mutevoli esigenze, sia tecniche sia dell'utenza, e della protezione dell'investimento. 

La  data  del  1°  luglio  2015,  prevista  dalla  disposizione  in  commento,  è  arrivata mentre  è  ancora  in  corso  la discussione sul Piano nazionale strategico per la banda ultra larga. L’attuazione del Piano è contenuta nel Decreto Telecomunicazioni (ultima bozza del 25 maggio 2015) che il Governo avrebbe dovuto approvare già da tempo ma che è stato rinviato a data da destinarsi. Il  decreto  propone  misure  per  facilitare  il  cablaggio  degli  edifici  esistenti,  stabilendo  che  gli  operatori  che forniscono reti di comunicazione elettronica, che  intendano posare  le proprie reti  in fibra ottica  in adiacenza ad aree  di  proprietà  privata  e  condominiale,  possano  farlo  semplicemente  comunicandolo  con  raccomandata  al proprietario o all’amministratore del condominio. Se entro 30 giorni i proprietari non esprimono il proprio diniego, l’operatore può procedere con i lavori. La bozza di decreto infatti prevede che gli interventi di cablaggio dei fabbricati non costituiscano innovazione (ex art. 1120 Codice Civile) e non siano quindi soggetti all’approvazione dell’assemblea condominiale. La misura  rientra  nel  pacchetto  di  agevolazioni  per  abbassare  le  barriere  di  costo,  contenuto  nella  Strategia italiana per la banda ultralarga.  L’obiettivo  è  quello  di  rendere  più  semplice  avvalersi  dei  sottoservizi  (illuminazione  pubblica,  risalite  dei  tubi, discese grondaie, etc.), compresi i percorsi aerei, per posare la fibra ottica o un minitubo che lo possa ospitare. A oggi l’installazione o la modifica di impianti di telefonia mobile non sono soggetti ad autorizzazione paesaggistica se eseguiti su edifici e tralicci preesistenti e non superino determinate dimensioni, la cui variazione se limitata può essere comunicata con una semplice autodichiarazione. La Strategia per  la banda ultralarga  intende uniformare a  livello nazionale  le modalità di posa dei tratti verticali delle  infrastrutture di comunicazione a banda ultralarga sulle facciate degli edifici, assicurando  la disponibilità di installazione di impianti idonei anche all’interno degli edifici. Infine, analogamente all’esperienza  francese, viene  reso obbligatorio  il pre‐cablaggio verticale degli edifici, per tutte le nuove costruzioni, le ristrutturazioni e tutti gli edifici delle aree redditizie.  

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Inoltre, lo Sblocca Italia, all’art. 6, comma 3‐bis, inserisce tra le opere di urbanizzazione primaria – attraverso una modifica della legge n. 847/19644 – le opere di infrastrutturazione per la realizzazione delle reti di comunicazione elettronica ad alta velocità in fibra ottica in grado di fornire servizi di accesso a banda ultralarga effettuate anche all’interno degli edifici. Anche  le  infrastrutture di reti pubbliche di comunicazione (di cui agli articoli 87 e 88 del codice delle comunicazioni elettroniche) sono inserite tra le opere di urbanizzazione primaria. Inoltre, ai sensi della circolare 31 marzo 1972, n. 2015, del Ministero dei LL.PP., anche le reti telefoniche rientrano tra le opere di urbanizzazione primaria.  Naturalmente, da ultimo, si attende che  la Regione predisponga  le necessarie modifiche alla modulistica edilizia unificata  regionale  e,  segnatamente,  a  quella  della  SCIA,  che  al  momento  non  prevede  alcuna  sezione  o riferimento, dedicati all’obbligo in oggetto, nonostante essa, approvata con D.G.R. n. 993, del 07.07.2014, sia già stata successivamente adeguata in due occasioni: 1. Primo adeguamento:  

con determinazione n. 16913 del 17.11.2014  (adeguamento espressamente conseguente allo Sblocca  Italia, che  tuttavia  ha  del  tutto  ignorato  la  disposizione  in  commento,  che  pure  è  stata  introdotta  proprio  dallo Sblocca Italia); 

2. Secondo adeguamento:  determinazione n. 3316 del 20.03.2015. 

  Castel San Giovanni, sabato 4 luglio 2015 

5

4 All’art. 4, comma 1, viene aggiunta la lettera g‐bis, in calce alla elencazione delle opere di urbanizzazione primaria: “g‐bis) infrastrutture di  reti pubbliche di comunicazione, di cui agli articoli 87 e 88 del codice delle comunicazioni elettroniche, di cui al decreto  legislativo 1° agosto 2003, n. 259, e successive modificazioni, e opere di infrastrutturazione per la realizzazione delle reti di comunicazione elettronica ad alta velocità in fibra ottica in grado di fornire servizi di accesso a banda ultralarga effettuate anche all'interno degli edifici”. 5 Questo documento è sottoscritto sul file originale (in formato .p7m) con firma digitale. Il documento originale, in formato elettronico, è conservato presso l’archivio informatico del Settore IV – Sviluppo 

Urbano – Sportello Unico dell’Edilizia del Comune di Castel San Giovanni. Ogni duplicazione del documento originale, anch’essa sottoscritta con firma digitale, costituisce originale. SI ATTESTA che, ai sensi dell’art. 23 del Codice dell’Amministrazione Digitale (D.Lgs. n. 235/2010), la presente copia su supporto analogico dell’originale in formato elettronico, ha la stessa efficacia probatoria dell’originale in tutte le sue componenti.

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