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E DIFET'I'L DJ ACCRESCIMENTO DEl CRISTALLT Dl FOSGENITE ( ••• ) RIASSUNTO. - Gli AA. hanno preso in considerazione una collczione di 50 e!lemplari di }'osgeuite provellielili dal giacimcnto di Monteponi (Sardegna). Di e>osi sono state le caratteristiche di accrescimento, i difetti rilovabili sia uH' interno dei eristalli che sullo diveri!(! faece cristl,lline, utilizzando i metodi dulla microscopia ottica od elettronica. Di ogni OllSQrVlll,iolie l'iene data la documelltuziollll o l'interpretazione, al· meno come ipotesi di lavoro. ASSTltAC'l'. - Some Growt/i Fa/tema and Imperfcetions in Nal11ral PllOsgenile Crystak The presollt roport about investigatiolls carricd out on a. eollcetioll of 50 well-grown phosgenito cr)·stals originatcd frOlli thll Montcponi orebodr in Sardillia, Growth struetures alld impcrfootio1l8 dewcted both insid6 the crystals aud on their outer surfllCe!l wero studicd by llIllans of optical aud electron rnieroseopr· Evory observatiOll ia documcntcd 1I1l(L an interprctation ot it is proposed, at lllallt. a.s a working hrpothesis. ZUSAM.\If.Nf'A8SUNO. - Ober "Binioc in Natiirlicll Entstan4enen PI«>sgenit. Beoblli:htclen. Wuc108iumsartC>l 1md Kri8tallbaufcldcr. Die Verfasser haben eine Sallllllluug VOIl 50 IlUS der MOllteponi Erzlagerstiitte elltstmld<men Ph08gellitkri.'ltaIle ulltersucht. Dio im Kristallinnere sowi6 aut dio Kri'ltulloberfliiellen \'OrhUlldene Waeh· stulll.serseheinungen, Kristallbautehler und Verl;Clzungen lI"urden mittels Lieht- urld ElektrollOlunikroskopie beobaehtet und lIufgenommon. Je(lcr Beobaehtung "·urdc einen Beweis ulld eine Erkliirullg, zumilldest als ArbeitsllrpotJlEl!le, gogeboo. (*) Istit.uto di Arte Mineraria e Preparaziono dei Facoltà d' In- gegneria doll'linh·er.'lità di Cngliari. (**) Istituto di Giacimenti Minerari, Geofisiell. El Scienze Geologiche. Facoltà d' Ingcgneria dcll 'Università di Cagliari. (* .. ) T4..-0ro O.'leguito con il contributo del C.N.R. nell'ambito del c Centro Studi Goominorari o Mineralurgiei pr(lSll(l la Facoltà Il' Ingegneria dell 'Università di

E DIFET'I'L DJ ACCRESCIMENTO DEl CRISTALLT Dl …be dimensioni scno vllria.bili: l'asse più lung-. essendo compreso tra mm lS e mm 200, Si tratta. sia di cristalli singoli, isolnti

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l\[oDAr~l'l'A' E DIFET'I'L DJ ACCRESCIMENTO

DEl CRISTALLT Dl FOSGENITE (••• )

RIASSUNTO. - Gli AA. hanno preso in considerazione una collczione di 50

e!lemplari di }'osgeuite provellielili dal giacimcnto di Monteponi (Sardegna). Die>osi sono state ~tudiate le caratteristiche di accrescimento, i difetti rilovabili siauH' interno dei eristalli che sullo diveri!(! faece cristl,lline, utilizzando i metodidulla microscopia ottica od elettronica.

Di ogni OllSQrVlll,iolie l'iene data la documelltuziollll o l'interpretazione, al·meno come ipotesi di lavoro.

ASSTltAC'l'. - Some Growt/i Fa/tema and Imperfcetions in Nal11ral PllOsgenileCrystak

The presollt roport rllfer~ about investigatiolls carricd out on a. eollcetioll of50 well-grown phosgenito cr)·stals originatcd frOlli thll Montcponi orebodr inSardillia,

Growth struetures alld impcrfootio1l8 dewcted both insid6 the crystals audon their outer surfllCe!l wero studicd by llIllans of optical aud electron rnieroseopr·

Evory observatiOll ia documcntcd 1I1l(L an interprctation ot it is proposed,at lllallt. a.s a working hrpothesis.

ZUSAM.\If.Nf'A8SUNO. - Ober "Binioc in Natiirlicll Entstan4enen PI«>sgenit.h~taUe Beoblli:htclen. Wuc108iumsartC>l 1md Kri8tallbaufcldcr.

Die Verfasser haben eine Sallllllluug VOIl 50 IlUS der MOllteponi Erzlagerstiitteelltstmld<men be~t<'1.u8gebildetcn Ph08gellitkri.'ltaIle ulltersucht.

Dio im Kristallinnere sowi6 aut dio Kri'ltulloberfliiellen \'OrhUlldene Waeh·stulll.serseheinungen, Kristallbautehler und Verl;Clzungen lI"urden mittels Lieht­urld ElektrollOlunikroskopie beobaehtet und lIufgenommon.

Je(lcr Beobaehtung "·urdc einen Beweis ulld eine Erkliirullg, zumilldest alsArbeitsllrpotJlEl!le, gogeboo.

(*) Istit.uto di Arte Mineraria e Preparaziono dei ~linerali. Facoltà d' In­gegneria doll'linh·er.'lità di Cngliari.

(**) Istituto di Giacimenti Minerari, Geofisiell. El Scienze Geologiche. Facoltàd' Ingcgneria dcll 'Università di Cagliari.

(*..) T4..-0ro O.'leguito con il contributo del C.N.R. nell'ambito del c CentroStudi Goominorari o Mineralurgiei pr(lSll(l la Facoltà Il' Ingegneria dell 'Universitàdi Cagliari~.

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220 G. ROSSI, l. VIUS, R. l"ALEK,\

1. - Introduzione.

Tra Ic varic specie minerali che ricorrono quali prodotto di alte·razione dci solfuri primari IIcl giacimellto piombo-zincifero di Monte·poni (SardegllfL Sud-occidentale), ve Il 'è lUla chc si distingue in modoparticola.l'e: In fosgenite. La SUll l"ilevnllzl1. trae ot'igine dalla concomi·tillml di più Clu'utteri peculiari: clellchialllo le dimensioni dei cristnllisingoli e delle iUlSOCillZiolli, che pOSSOIlO toccare più decimetri di svi­luppo; III. perfezione e III \'llrietlÌ delle cristl1l1izzllzioni; la sua fre­quell1..a (limihltamente ai lil"elli superiori del giacimento) che si puòdefinire insolita, dato che hl fO!>genite è millerale piuttosto raro e l'i·corrente in !>CcIIi altri analoghi giacimenti, in tutto il mondo,

La sua g.:'nesi è attribuita ali "azione congiunta delle acque meteo­riche e delll' Kcque marine Jnl.'SColate nei c.irc.uiti Creatid; ma, perqUllnto è li lIostra conoseenza, nessUIlO è mai sceso nei dettagli delprocesso di fonnazione dei cristalli. Per qwmto attiene lllla possibilitàdella prescnzlI di acque salmllstre ricordiamo i grl\vi problemi legatiall'eduziollc delle medesime dal1n, minicra di Monteponi. Tali problcmisi pongono in t.e]'mini molto meno lIssillanti Ilci giacimenti limitrofidove PUI' l·ill1lulcndo pt'aticn11l{'lItc identici i clln~ttcr'i geogiucimcnto­logici e le llssoeiazioni minel'alogiéhe fondamentllli, il ritrovllmento ciifosgenite è assolutamente eecezionllie.

Sulla buse di tal uni caratteri mucro- e microscopici sembrll ICéitodedurre che hl Connazione di fosgenite avviene in ambiente re.1ativu­mente tranquillo, a temperatura piullosto bassa (prossima alla teml)e­ratura superficiale). Tra l'altro, ricordiamo che basta il calore emanatoda una. lampada ad iucandescell7.ll. posta a distanut di 10-]5 cm dnlcllmpione per far decrepita re molte delle numerose inclusioni fluideeont('nute nei cristalli,

Alcuni esemplnri di Cosgenitc recano tracce sensibili degli eventiche hanno interessato il settorc di Montcponi, Taluni cllmpioni (fig, 1),ilei cs,' sono costituiti da nssocillzioni di cristHlli formatisi in epochedistintlllllellte successive: lo dimostl'll !'acct'escilllcnt.o di individui lim­pidi su preesistenti individui più o meno profondamcnte trasformatiin cerussite.

Questi esemplari sono la testimonilU17..a palese della yariazione ci­clica delle caratteristiche nmbientali, ricostituitesi sempre, tuttavia, se­coudo l'optimum per la ripresa. dell'nccrescimento della fosgenite,

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DALlTÀ E O[F'ETTI Dr ~l

p~, 1. - ri tolli tli fo.geni o lilllpitlll ue 1" ciuti su UII ri tnllo di fosg it

uperficiaJm nl ri' p 1"to da un f Ilr di cerus it" (Epitn in. eTog Il n).

Ingrandimeuto _ x.

2.• Obiettivo della ricerca.

La d" p llibiljhÌ di una l'a 1m leziona a di oltre inquanmplari (1) ha p rme n UIT un anali i approfondita d

ma i e d i if i di ae l' l'i talli di fo CI illte.Tale lo apo pl'in ipal qu o, udi abbiamo n-

emporan am nt nuto in vi a. la. po ibilità di l'a "'lieT n l 01';0

di es.'o .lem oti il1Clizi us etti ili di applicazion TI gli udi più 0'('_

neniJi di a.l" ID TIto min l'O.... n ti o d i quali i gill imenti jO'le i llti

n da t mp 00''''' ed in qu Ili d 1180 t orla d Il fl'a I1ra appLi ataalla omminuzi n cl i ma eriali l'i. tallini.

(') Coll, Val TlI.

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In qu to quadro, abbiamr\'azj ni (" le con id razi ni

'ri 110araiici e moriolo"'i i dI I i ri ultati o enuti 8 pr

diffusamen e tra 10,

di propo' limitato al mllllll10 le

r la iv al ara ti più pr priament·li semplari udiati ando per acqui-

n j AA. (7 9, 11) h i hanno

f'i , 2, - Assoeiarion di ri talli pri matiei di fo ait, \'identll U una

tae 'a di pinaeoid una tl'Uttun o tilaita da una gradinala in d pr ooe

a uf:onlO poligonn.\ . TnPllndim nto 1.2 x,

L tudio ha. pt l' vvi dalI o rvazion di a1'un particolaritl'Uttur vi ibili già ad und .'n l'i talli p l'a,] r p rfe ti. Tali

struttnr in qual'h il n tanto sviluppat da. f r npp l're, aprima vista l'effet o di s li itazioni meccani h Il 010 un anali i

più cl tagliata on n1'. di l ud r (fi"'. 2).

ulla base di qn te prim ,'onunarie con id razioni abbiamo ela-

bo '8, un programma di ri r a in O a tndiar do um ntal' lE'ru tur di accre imento d Ila fo (J' nite "'im and ci dei metodi della

mi r pia l ica di q eHi d Ila micr pia l'I troni a.

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).IQDALIT'\ E l)H't."TT1 01 ACCREScnlE.,\TQ ECC.

3.. Materiali e metodi.

223

3.1. • I campIOni di miurole,

I campioni studiat.i provengono tutti dalla miniera di :Uontepolli.Soltanto per alcuni di essi si ha l'esatta ubicazione e l'anno di pre­IiC\'o: il più vecc.hio riSlile al 1899,

be dimensioni scno vllria.bili: l'asse più lung-. essendo compresotra mm lS e mm 200, Si tratta. sia di cristalli singoli, isolnti o su ma·trice, sia di as.wciazioni di piil individui.

Non tutti gli esemplari prescnt.ano strutture degnc di interesse;inoltre alcune strutture complliono su più cristlllli, cosicchè il mute­['i,Lle studillt.o è St<lto ridotto, dopo Ullll prima ccrnihl, a quindici pezzi.Undici di essi sono stnti contl'llsscgllllti COIl IHlmCl'llZione l)l'ogressivlld,~ 1 a 11; quattro, lSot.toposti llllChf' nd 1I11ll.lisi ultrllmict'oscopica, hllllllOnumenu.ione progressi VII a pal'l(' da 1 a 4 e sono conlrassegnatj dallalettera R.

I caratteri più tipici, ed aJlch{" le migliori forme cristallinc, COIll­plLiono negli esemplari di minori dimensioni: inffltti i quindici cam­pioni, oggelto di analisi approfondita, hanno dimellsioni massime del­l'asse llIaggiore che solo in un caSO toccano i nUD 100,

Quando è presente, la. matrice è costituita prevalentemente dagalena, In molti casi la fosgenite si impianta su di essa direttamente,più ra.ralllente la galena è parzialmente trasformata in una. spugnadi cerussite,

(( colore dei eristalli è variabile, tra il grigio cenere, il bruno1l.ffumiellto, il nocciola, il giallo da. bruno a. miele; in l>OC.hi casi siosser\'1l.I.lO individui completamente limpidi ed incolori.

3.2. - I.. 'indagine in 'visione diretla,

[Joll. lll'ima [ase dello studio ha comportato UII (.'SlIllle spediti\'o deicllmpioni prescnti 11ellil. collezione, effettuat.o con t'nusilio di Ulla sem­plice lente d' ingl'llndiment.o, IAL maggiol' parte delle superfici inda­gate, infatti, già lld occhio nudo l'ivelll.no la. evcntuale prcscnza distruttul'e peculiari, Ciò è dovut.o nllll. pll.rticolll,re lucentezza del mine·l'aie, che le strutture prescnti b'"Cneraimellte indeboliscono autodenun­ciandosi.

Questa fase di riCt'l'Cll è stata essenziale nell'esame degli eM'1ll-

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O. MOSSI, l. URAS, R. \',\LEM,\----

plari di maggiori dimensioni, difficilmente indagllbili tramite nor­mali microscopi sia per problemi di spazio sia per la complieata pa-­sizione delle superfici esposte, che i diversi individui, nlriflmcnte as­sociati, presenlano.

3.3.. L'il/dagillf: in microscopia ottico.

Sono stati utilizzati un mieroscopio binoculare stereosc.opioo ed Ullnonnslt' microscopio da ricerca p<,r mill<'ralogill, equipaggiato con di­sposili,'o opaoo-iliumillll.tor<' e ullrllopllco.

Per la sua mall<,ggc\'olezzll e p<'f i vantltggi d<,l1l~ \'isione tridi­mensionale, il binoculare IIn. costituilo il mezzo d'osser\'llzione prefe­rito. Il suo impiego è stato lll!e\'olnlo dalle dimensioni d<'lle struttureC'S1ITtlinlltc, sempre sufficicntcmente grandi e 1.1Ili comunque dn, con·sentire l'uso di questo strUlllento.

Il microscopio da mineralogia è stato impieglllo, oltre che perallllJisi supplenJ{'lltllri /l. mnggiori ingnllldimcnti e I)el" l'indagine al­t'interno dei cristalli (trllmite it dispositivo ultraopllco), anche per ladocumentazione fotografica delle microstruttul"e.

L.I/l. dOélUnentazione IlIllcrofotograJica, e (Iuella microfotografica aI>iccoli ingrandimenti, sono .stltte ottenute mediante l'impiego di unnormale apparecchio fotografico dotato di obbiettivo macro, e di undispositivo Aristopllot.

La migliore posizione delle sUI>erfici e601I1\inat{' III microscopio èstuta ottenuta adattando il campione ad una masserella di plastilinafissata ad Wl supporto di \·etro. DMe le caratteristichC' dell 'ottica stru­mentale, non sempre siamo riusciti ad otlenere lilla buona messa afuoco di tutto il call1l>O: llel1ll maggior parte dei casi ci siamo dovutill-c-contenl.are della messa Il fuoco di un solo particolllre di interes.'ie,in soddisfacenti condizioni di illuminazionc.

Il disj:)ositivo uJtraopllco Joii è ri"elllto dclla 1I11lssinllL utilità nellostudio delle ille\usioni fluide all' interno di cristalli dolllti di parti.cotare timpidezza. In qualche CIlSO è stllto pos.'iibile ossel'VlU'C il fondodi tutune cllvitit COllltlllicllnti con l 'cstel'l1o, fuochegginndo in pl'Ofon­diti\. dalla parte opposta del cl'istal1o (fig. 3).

f/t1S0 del microscopio da mincrtllogill è stato limihlto lIi climpionila cui dimensioni lo consentivano. ljimiti di mltUrll. dh'ersa (caloreemanato dlllle sorgenti di illumina.zione) hanno molto ridotto l' im piegodel dispositivo A.ristophot.

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(OD-\LfTÀ E DU'ETTI DJ A

••':l-•. L indagill 11 mieroscopi(l itroniCfl.

L' indagin'ondotta tome ..

nJ O a ·an·j n

p l' tr'

"tes.<;!:'.

d Il mi truttur p rfi·j olid pu' yenirI1Oto o per , ··i il dir tta. con il li i '1' pio el ttr -(l'LE..) p r am con il mi r pio el ttr ai( 1.E.'!'.) delle ·U. idd 1t «r pliC'h »dl1 . up l'fi

Fi . 3. - C ..iI' u

op' o nellO interoul

Una limi aziOll della prima -\li attuaI .dalla eil' o. tanza 'h n i porta <Tg: tU i lILE. . attua1m nte operantinon p allO vellirp ullogO'iati pr parati di inaombro m8 C7O'ior di qu Iloeli ID ub t di I l1'l lO di pi 010. Dat ]le i am ioni cl Ha col1 zion

:tudiata av van tutti dimen i ni m<l"''''iori di qu 110 indi at , . al'ebbstato necessario stae '8me framm nti c1ann O'O'iando cO'1 in modo irri·m diabile i \' la ivi ·d talli (2).

(') La l tt ft um riporta an'hI il' oli ime dim iOlli e dello"On tate (la noi nrtllt per lo ·t

• uùi dir tli in M.E.T. (li

di fr:u:ioni di Dii rOIl.111 ti ..o.

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226 c. 1l0SSI, L UIlAS, R. VALEIlA

Si è pel-tanto optato per la teellica della, replica che, :>eppure piùlaboriosa, è del tutto idonca alle esigenze di una ricerca del tipo di

quella da noi intmpresa.Tale tecnica consiste sostanzialmente nella sequenza di operazioni

descritta qui di seguito:

preparazione di un calco (negativo) delhL superficie in esame jdeposiziollc sotto vuoto sul negativo di lUl0 strato metallico (<< om­bl'eggiatum~)j il fornello dal quale pl'Ovengono gli atomi del me­t.allo deve essel'e disposto obliquamente rispetto al calco, in modoche il metallo stesso si accumuli sulltl l1ccidcnhdità della superficif'in misura proporzionale alla loro impol'tallZRjdeposizione sotto vuoto, sullo stmto di metilllo, di uno strato dicarbonio che conferisca al tutto un 'adeguata resistenza meccanica jdistacco della, l'iproduziolle (<< rcplicli ») di metallo su sostcgno dical'bone (tl'1lsparcnte agli elettroni) dIII c1Llco per dissoluzione diquest'ultimo in adatto solvente e contemporanea 81111, deposiziolll} suulla griglia per J 'osservilzione al M.E.'f.

La divel'sa dispersionc che i diffel'enti spessol'i di mctallo dci­l'ombreggiatunl. detCl'lnimlllO nci pennelli elettroniei forniscc, sulloschermo del microscopio o sulla lastra fotografica, una immagine fe­dele e contrastata della sllpel'fieic oggetto d'indagine,

LIC repliche sono state otwllute facendo uso, pel' la. prcpa.razioll(,dei calchi negativi, del «Biodenshcets-Acetyl» e) dello spes.<;ore di34 micron,

Pc .. l'esecuzione dell 'ombreggiatul"/l. è stato utilizzato un evapOI'a­tore Speedvac Coating Unit "Model 12 Ebj828, costruito da.lla EdwilrdsHigh VUCUlllll Limited (1\llInor Royal-C ..,twley, Sussex, Gran Bretagna)_

Le osservazioni sono state effettuate eOJ] un microscopio elettro­llico Philips modello 1\fE 300 (4),

Il campo degli ingrandiment,j a cui si è lavora.to è rimasto com­preso tra 6,000 e 250.000 diamet.ri, tenuto conto anche dell' ingrandi­

lllento fotomeeclInico,

(") BIODÈN Il.. F_ A., Avctylcctlulose Rcplicating Film. {or Ncw Two-StepReplica Mel/lOd. Prodotto dnlla Okcu-Shooji Co" l,W., Tokfo, Gillppolle_

(') In dOt1lziollo l)reSSO il Centro <li Micro~eopia EleUronien del1'Ulli"ersitàdi Cagliari, dirottore Prot, Dr, Giovanni Monlaldo, che t1esiderill"'o qui ri"grn­

?iare '·;'-'lIlllJntc.

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227

4. . I risultati.

La l' lativa. abbondanza di strutture o rvate sia in visione direttaiII. per micr copia ottica non trova corri pondenza in quanto l'i on­

trato ,'ulle uperfici esaminate con la M.E.T.

Fig. 4. - Cavità a contorno quadrato con pareti agra linata multipla confondo liscio. 210 x.

osì In prllno luogo non è stato pos ibil l'i ono cere una cor­t'elaziollE' a tal livello tra tipo di stru tura e tipo di uperficie: valea dir le ste se strutture sono state quasi sempr' 08 ervate iII. pere empio ull facce di pinacoide 'ia ulle acc di pri ma.

Inoltre, le superfici ono empre rivelate molto li, ci ed uni-formi, in contrasto con i rilievi le cavità a outomi geometrici benpronunciati e caratteristi'i ch os l'vanO ad occhio nudo o con ilmicroscopio ottico.

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· R I, I. R.\. R. ,- LERA

,*.1. - L i'1ldagin '1 i 'io/I dire/la.

II' e ad ..hi D mpli' l n t' 'in"'randimen o iben formatL n I <I • • di pinacoidD ralmt'nte n. ,·iluppat. u qu

truttur - d finit (KOCB 192-ritte qui di . :!:uit .

,f'ig. 5. - In 'eme di pie 01

lribuile. [n aleun di210

C:l\-ilà.:I ontomo qUluln l irT g lartll nt di­

hiarn. la forma. di ronco di I)i mlllide r "" . t:l.

'* ' .tata . rvata ID-

D tom poliO'ollal di

.. file fae di piml oi le i c.unpi ni )li. 2 R (' 9 .. i di"wl"'nono·hiAl'amen avitj) 'out0J"l10 quadl'ato molto J Ho par ti a "Tudi­nata per lo più multipla (sinIili il. quelle d cri t la I. ODOLICO (l92 )'h peraltro non died il t l'pr tazion ), CO)] il rondo Iis i parall loal pi~LUO della fa ia di appal't TI nza· la di l'i 'Ozi n cl 11 fos: èd I u to a nal i I r' spi'" li ono paralleli fl"'li spigoli tra 1 fae edi pri a t tragonalE' di pina oid (D<J'O'. I

ulla fa eia di pina 'oid d l 'ampione D.

\,. una pirale mnl ipla di r cimento a

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MODALITÀ E OIFTi."I''I'l 01 à ~2

IU, on l'aiuto di una , mpli

bi! re anch una. l'u turadella d' I ZI u di B 'R da cui

ria di RA.:l\:' ha pr

at i·la zona di

imilmente

6- ).

i . 6. - imI multipin. H n erc' im to a con orno poli onale. L freeeiaindi II I emersione {Iella rottur, int rpretata come di I~azicne di Burger

l'n l'iflllO"ola:re, analo b a qu II O'ià de-

'tul' l'i 'ono. iut u]] fa' . li bipiramidl'va o a que t l'i uardo Il l avità DO

Ull lato d('i triangoli, ,h sono qLlilateri TI-

l'ala fa ia i pinacoid la fa 'eia c nt -

e 'n il'!" ohll'm n di tribuh ulla fac iaovnl.pp t tra \01'0. La po, izion l dim TI ioni

non hann con entito al UDa wtl nt.azione

In'fin cavità a c n.. 'l'it (l O Il 19_9), nd I ampion n. 5.

tutt i. oori ntat OD

v I o VE'l'SO lo piO" ,I[ 11 t cavità t

p " pal'zialmentd Ila fa' ia ID samf rafia.

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G. ROSSI, I. UllM'" H. V,\LERA

4.2. - L'indaginc in microscopia ottica.

l )'isululti più copiosi sono stati forniti da questo tipo di osser­vazione. Alcune fotllgrafie sono state riprese sulle superfici che giùrivelano st.rutture all'esame visuale, completando quest'ultimo ed ar·ricchendolo; altre hanllo fatto cmCI'gcre particolari da superfici cheali 'esame visuale appaiono lisce.

l"ig. 7. - Partieolare della foto preeetieuto rel:ltivo all'''\"I';o del1l.< spimli,

150 x.

Così, la fig. 6 relativa alla spirale già citata del campione n. 4, Ilemette ill cvidenza la poligonalizzazione mentre la fig. 7 costituiscc unaconferma del! 'osservazione visuale, indicando la ZOII1\. di emersione diquellH che ilbbillmo intel'lwetilto come la dislOCUl,:ione di BUlCGERS sn cuisi sa.rebbe impostata la. spirale stessa.

Un'altra spirale, 811ch'essa poligonalizzatn, COli camUeristiche deltut.to simili a quella testè ciul.ta, è stata rcpcl'it.a su una facciiL di bi·piramide del campione l R (fig. 8).

Una seconda sel'ie di strutture è rappresenrnta da formazioni dell­dl'itiche.

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MODAL1TÀ E DiFETTI or AC 201

La figura 9, l' lativa ad una fa cia di piua oide 'ostitui'e llll

e mpio di formazione dendritica bidim n ional in cui si l'icono conrami. ia prin ipali ia s c ndari. Il ramo d l primo ordin d Ila fiO'. Oè TI 'uitato diretto normalmente allo spiO'oio tra pinacoide e bipiramidee . i nota in e o un impimg m nt con ulterior accre im nto che- nell cavità l' idu tra rami d l 20 ordine - procede ori ntato,n Il uni a direzion ormai libera, dando iuoO'o ai co iddetti «cristalliopravvissuti» ( TANTON 1972).

pjg.. - Altro mpio di piral multipla poligcnalizzatn. X.

Un altro notevol e empio di formazioni dendritiche è qu Ho rI­

cono cibil sul fondo den cavità o' rvate ulle facce di pina.coided l campion n. 8 (fiO'. 11).

Facciamo anzitutto notar che i rami de1l dendriti ono direttiparall lamente ali tracc deO'li A"2 • [n secondo luoO'o i traccianole superfi i iuviiuppo delle propaO'O'il i e tr me di oO'ni fonnaziond ndritica si ottellO'onO 'up dici a gradinata che ripetono in !n'audela 'irnmetria del cri talIo ulla ui fac ia i ono format .

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3 .. . R ~.·I, I. l R.\~. R. \' LER.\

Fig. 9. - Formllzione d ndritic.'t bi( im('n~ionale con rtlmi principali e e ono

l ari. 120 X.

Fi . 10.- onunzione dendriti:l. E' n-ibile il rom principale, con .feno­meno di imp'lIg ~1. 21

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l I D.\.LIT1 E D!F(';'M'f DI A eRE I ~n:, 'T E'. 3

Fig. 11. - Dendriti iJ) eJwità Il contorno quadrll o. 210 X.

Fig. 12. - Fittadendriti rip lonoeden 210

formazioll 'Iil llloli..-o eli

In Il

imlD ln.afa eia. di pinneoide. I rami delJ

.. o -abiJe n Ila fotografia pr

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G. 1108':1, l. IlIt00S, Il. \'0\1..1;:110\

Pig. 13. - Parlieolaro dI'ila fig. 1:1. In c-:idena:.a un Ir:'Ilt~ ,1(,'lIn 811jle:fieil'im'ih'IJjl'O <.I(lle IJropaggilli (' trt"mll di forlll:u:ioni dellJriliehe. 1680 x.

f'ig. 14. - Sueeessione di nn:hl interprelabili eOllle 8lr:l\i di aeereaeimentooriginnti dn eorrellli eOIlIll.-'gUenti • grndielIte di eolleellll1l:r.ìone in IleIIO alla1IOlu:r.ione madre. :110 X.

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MODALIT.I\ li: DIFETTI Dr A RE."; 1i\IEXT ~35

prh" rnttur .

n rI-

]' ig. 1-. - arità ad abito poli~1rieo l'mCI" ti u fa Ì;I diL iJlUJ1IÌJI. zioue mette in ..-id UI7~'1 I isorienftlziol:(' (Ii :lhmi -) III

1\ tutte) c,·wità.

ipiramide.ti omoni

ltI' alle f rmazi ni 1'8 d -ritt, ebe rnppr ntilllo v r imil­nH-n/:(> i aratt l'i più impol'tal ti dal pUlIto di vista O' n tico l'e lemi l' ,copi 'o Ila riv la an -h aJh'p trutture; -o ì ne'lla fo "'rafia 14

0110 '.hia,ram nte vi ibili gl'uppi di line .. Ul'V O. itui da al' ohi COll-

centri ,i, in fig. 2 si ri onos (' una aviti! oblul1O'll. a -ontoL'llo re olarel l pareti a gradinata' illfin ~ 1.nta a rtata la pl"e Ilza di a­

vi a bluDO'he a nt l"n il'[' golar in uperii i ma n abito polie­dI'i o nella ma. a (fiO' ,15 ). In qual hl' ca iffa t cavità nopr f nde div millim l'i, n Il hanno par ti a "\'8, ina a cl hanno. zi IlE' poligonal (fi..,. 16).

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23G G. fiOSSI, L UIV<S, R. \'ALfR,\-----~

Alcune di esse sono cal'atteristiehe, in quanto (figg. li (' 18) n­sultano parallele alle fronti delle spirali di accreseimento, mentre altrecorrispondono, nei gradini delle stesse (fig, 19), Il deviazioni dall'an­d,llllcnto rettilineo. Le prime SOIlO caratterizzate da tllUI notevole esten-

Fig. 16. - f'acciil di pillilcoide (l.>inllco) CO" c,wilà Il ~c1.iollc poligol1llle(lIcro), 8 x.

sione longitudinal(' )'ispett.o allo spessore e dalla circostanza di venireintel')'otte, ad intenalli ilTegolari, da setti di variabile estensione iquali presentano generalmente - per quanto ci è stato possibilr ososernlrc - lino spiccato pa.rallelismo con elementi cl'istallogl'a!iei. Leseconde SOllO di cntitlÌ relativamente maggiore, anche se mellO llume­!"ose, con contomi Illeno regolari pUl' restando orientate parallelamentealle gradinate delle spirali.

4.3. _ L'illdagille in miaoscop1a elettronica,

[JC strutture osservate si riducono sostanziamcnte ai tre scguentitipi illustrati dnlle t'otogntfie delle figg. 20, 21, ~2, 23 (' 24.

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Pig. 17. - Gradil1i di spirale d'lICtresei",~nto ton c:noilà allinoote ton e'"..3i.210 x.

~~ig. 18. - Ca,'hA tome in fig. 11. Si nntino al bonlo ~uperiore rOOdui diu,m w ..itA p~iAtenle lIl:'pllf:lti d" lIetti illOrien!ati. Selti anllioghi, in faBO dipiù o meno uallula fomuuione, ai nO!lIno :wC'he nelle altre t>lvitA. 210 x.

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238 o. nol'lSI, l. URM", H. \'AU:}t,\

Il primo tipo è la spirille di accrescimento riportata in fig. 20.osservata sul bordo della faccia di pilHlcoide del campione Il. 2 n.Truuasi di una struUura molto pieeola, essendo il suo diametro di1.5,um e la larghezza delle spire infpriore a 3.000 .\, mentre l'ulteu.a- stimata - dei gradini non donebbe superare i 200 .-\.

Pig. 19. - Estremo di uua u\'ill lillellre winl:Ìdellte wn uno devial.ione dei

!l'radini della. spirale tli nccre:teimenlo. 210 X.

Kcllu fig. 21 si oSS('rnl il S('colldo tipo, costituito da un reticolat"di linee aventi illidulIlcnto retlililloo. molto fl'C(luenli su tutte le facceosservate, Le rigg, 22 e 23, che cost illliscono ingrandimcnti il scala Villvia cl'cseent.e di un 'urca di cssi, rivelano l'esistcnza di 7,one che si ri­>;o1\'ono in pl,lcche a stl'ullul'fi l'ctieolare in cui è possibile distingucl'(:e1('fllcnii di 200 1\ di Spe!;iiOl'c.

IJC supel'ficie delimitllte dalle citate figure l'cttilinee sono estre·mamente lisce.

Infine, in fig. 24 SOIiO chiarllmcnte distinguibili fosse li contornopoligollale, irregolarmente dist.ribuite su ulla faccia di pinaeoide: e$Sl'

rappres<'ntano il terzo lil)O e costituiscono l'nnalo~o in ~I.E,T, di

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239

Fig. 20. - Miero- pirale di aeerescim nto di tipo tendente alla forma mate­matica. 64.3~O X.

R.nàiconti S.I.M.P. - J

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- o G. R .• J I. lIRA R. 'l'ALERÀ

ig. _1. - Ratie Inlo di fasei di lillee varimu Jl ori Itllti. 4.00n x.

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MODALITÀ "DIFETTI DI A 241

]"ig. 22. - IngralldiJnento ili una. delle U]le della figura precedente. La frec·eia indica rula p1acCc'1 a stnlttUl"a reticoJare di cui la fig. 23 forni~e l' ingranodimento. 12. 00 x"

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242 G. ROSSI, 1. URAS, R. VAL .RA

Fig. 23. - Particolare d lJ{1 placca indicata con freccia ili fig. 22. 147.3 O x.

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:M OD.'\.LITÀ E DIFE'rTI Dr A CREScnillNTO ECC. 243

Fig. A. - Foss a eontol'110 pougonale os ervate in M.E.T. 29.2~O x.

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quanto è \'isibile COli modesti ingrlllldimcnti anche al microscopio ot­tico e persino ad occhio lIudo o con ulla semplice lente, COli la soladirferenza che le prime sono preyalentemente prisllHttiche mentre lealtre hanno frequentemente l'aspetto di tronchi di pirnmide ro\'e­sciata

s, • Commenti e conclusioni.

l.nl maggiorall7.a delle sUI>erfiei cristalline osservate hl! rivelatola prcscmm di strutture di accrf"SCimento, come del resto era logicoRuendersi dato che i campioni studiati sono lUtti ben cristllllizzati, edi llitre strutture, le une e le nltre connesse con l'ambiente in cui iCl'istalli si sono \'enut.i Il 1rO\'III'e nel corso delln loro stOrill.

Sccondo Km:CllLIN (W22), III fosgenitC' di l\!ont.(Iponi si Sllrebbe for­mata per ossidazione dJlIc lenticole di galena, rncchiuse ilei cnlenrecambrico, pcr effetto dell'ncqun di mare pl'o\'clliellte, pel' infiltrazionC',<ln1l/\ \'icina costa medit.erl"llnClI, l;e OSSéI-nlzioni erfctt.uat.e sui campionidescritti ilei presente ilu'oro, inducoLlO Il considcrare - alla luce delleteorie proposte per spiegllre eert.e strutture di neerescirncnto - IIIpossibilità ehe i cristalli di fosgellite si siano fonnati direttllmente dasoluzioni,

Un primo argomento di notevole forza a favore di questa tesi ècostituito dall'aeeertllmelilo dclla presellza di formazioni dendritiche.II secondo argomento è costituito dalla presenza di spirali di accresci­mento. mt.imo, ma non meno iml>ort8nte, la libera fonnazione di eri­stalli di fosgenite su una. precedcnte fonnazione di cristl'lJli dello stessominerale (fig, 1).

Le dendriti SOIlO stat.e osservat.e a livcllo di microscopia ottica ele spirali con tutt.e le t.ccniche usate, da quella di visione diretta aquC'lla ullramicroscopica,

BUCKLE\' (1951) ha., come è noto, proposto per I 'u.cercscimento dCII,dl'itico Wl' int.erpretazione che ha ormai riccvuto nUllicrosissime con­frrlllC' sperilllC'lltali: secondo t»lc Aut.ore, se le sllpcr'fici cristallineSOIlO dci tipo definito in seguito «dif.fuso» (STANTON 1972) 1I0n Ò IIC­cessario - affinchè su di eS8C nvvellga deposizione di Illat.eria con con­seguente accrescimento - chc vi esisl.illlo c sorgenti» di nuele8ziolle(A·ink4), in quanto sono gii\ abbondantementc presenti i gradini. Poi­chè quindi non occorre nlenna speciale nucleazione, 1'lIccumulo dellcp"rticelle 1I0n viene ritardnto dalla neeessità di nt.tendere che si for-

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MOD,\l..JTÀ E Da'),..,.,.l 1)1 ACCRESCl.\IE..\:TO tA"C, ~"5

mino isole di nucleaziofl(' o dislocazioni. Conseguentemente può vcrifi­carsi Wl accrescimento t"8tremamente rapido lIonlllllmente alla super+ficie od alle superfici interessate, conducente alla formazione di WIa

strutlura ramificata aperta.Si(rauo accrescimento dendritico sarebbe (BL'CK1.EY 1951, STAS­

TOS 19i2) favorito tra I"altro daWesistell7.a:

a) di un campo di diffusione in seno alla soluzione madre chefavorisce il rifornimento di Ilultcrill alle superfici in corso dì aecre­scimento;

b) elel'Ma sovrllSSllturazionc e") ed elevata concentrazione diequilibrio, le quali danno luogo entrambe ad un elCvl1to tusso di aeere·f>cimento c consentono nlla f>uperficie in corso di accrescimento diprogl'edirc parallelnmente Il ~c stcs-;a e di cattural'c da 8è Ic particellepiuttosto chc attendcI'c Iii 10m diffusione VCrlW di essa.

VIl ricordato fI (lu<'Sto l'igullrc1o clle DUCKLh"\' (1953) rit.iene chel'accrescimento dendritico costituisca addiritturll una delle modalit.àprendenti in natura 11('lIa formazionc dei cristalli, come SIIrebbe testi­moniato dalle cavità, sia. superficiali sia interne - osscrvllte peraltroCOli ulla certa frequell7-1l anche nel corso del presente studio - chealtro non sarebbero se lIon le lacune residue IIcl fitto intreccio deirllmi dendritici (c dcndritic infilling ... BUCKI.l.l' 1951), l-e fosse dellerigg. 'I, 5 e 15 come pure le fosse a contorno poligonale della micra­grafia elettronica di fig. 24 )>OSSOIlO "euire ragionevolmente interpre-.tate in questo senso, in accordo anche COD la definizione, data dallaKoclJ (J929) per forme simili da. lei ossen-ate, di .strutture di accre­scimento, che la suddetta Autrice chiamò c Ahessorien .. 8e1l7.a peral­tro dame l'interpretazione.

L'esistenza di spirali di IIccrC'SCimcnto presuppon<" alla luce dellateoria di PRAN"K e delle intcgruziOlli ad opera di CAIJKERA e DUR't'ON

(1951) il concorso di almeno due CnUori determinallti:

a) l'esistenza di dislOCllzioni clicoidali che eost.it.uiscono la zonasillb"Oilu'c IId alto contCl1uto cncrgctico su cui si imposta la nuclca­zione;

(") La. oodcazion6 bidimCIUJionAlu polrebbe :l\"\'cnìfc 8011'ln10 ÌlL wndilioni di

l!Ol'm!lJl,llIUI1I1;;one mollo eIO"nln, IlILche I,iù del 25% (BUtlTON, CABIlr:JlA Cl FIlAl'K1951).

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~46 G. ROSSI, l. URAS, R. ,fALERA

h) (:ondizioni di sovraSSlllurazione modeste, specialmente - comeè naturale - durallte la. fuse finale del processo di deposizione.

Una struttura li. spirale ncl caso cOllsidcrnto uon può a"er avutoorigine che da una soluzione COlllunque non necessariamente moltoconcentrata..

Sono statc gilì descritte, lIi pRrllgraii 4.2 c 4.3 sin le spirali visi·bili direttamente sia (lUci le osscrvllte all'ultl'l\lllicroscopio.

In particolare, le prime prrsentllllO il fenomeno della poligona.li7.zazione, eon le frOllti rettilinee che sono pnrallele Il. spigoli svilup­pati del cristallo (fig. 6) iII Rccordo con la teoria di HAR'I'lIAl\-l~RI)()K

(1955), relllli\'a a.lla corrispondenza esistente tra morfologia. del cri·stallo e legami reticolari indi\'iduati dai vettori P.B.C. (Periodic Bond

Chain "cctor) e COli le !!Iue impliCAzioni.La spirale ossen'ata al M.E.T. ha invece l'andamento prol1lUlcia­

tamente circolare tipico delle spirali matelllatiche che secondo D~.:K""\'Sf.11

e A...M"ELINCKX (1955) sarebbero molto rare.

Se ora. si tiene presente, d'nccordo con (IUCl'iti Autori che:

a) gli alllbienti in cui si slIl'('bbel'o forlllate le spirali poligonll..lizza.te sllrcbbcro stati Cllrattcr-izzlIti da temperature inferiOI'i l~ quclleregnallt,i negli IImbicnti ili cui si 8l\rebbero formille (Itlelle di tipo Illll­tematico;

h) conseguentemente, la tendenza ad llS8umere la forma circo­lare è tanto più pronuncilllll <llIlIlIto minore è il gl'lido di so\'rassatu­razione j

si può subito concludere che la spirale di rigo 20 si è probabilmentefonnaUl da unR soluzione relllti"alllente meno concentrata - quindipiù prossimR alla rase finale del processo - di quelle di figg. 6, 7,8, 17, 18 e 19 che per converso, sono "erosimilmclltc relative ad ullacondizione CllrnUcri73.ata da tlna sovrRssat.urllzione della soluzione IIIU­

dl'e molto più cle\'lIta e/o dii- IlIm temperatura notevolmente inferiol'l'.AIClUle com,id(,l'IlZioni d'Ol'dine mctrieo conscnt.ono infille di eOIl­

fennllre l' il)()tesi che i crisht!li esmnillJLti llbbinJlO origine da una so·luzione Illadre: l'altezza dei grndini è, per entrllmbi i tipi di spiraleooservllli, notevolmente maggiore dell'lllteZ1.a della maglia del reticolocristallino (nei casi studiati a.l :\l.E.T. essa si può stimare Il Hon menodi 200 A, lIl('ntre (DAX" 1960) l'altezza della maglia è di 81\ circa e

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MODALITÀ E Dl~'ETTI DI ACCUESCIMENTO ECC. 247

questo è quanto è stato constatato sperimentalmente nella gcneralitàdei casi dci cristalli a reticolo ionico ehe si sviluppino da Ulla solu­zione s<'1tura (DEIU.'YSEU e AMELINCKX, 1955).

l due tipi di spirale si differenziano anche per le divel'se carat­tel'istichc dei gradini: mentre la spirale docwnentata in fig. 20 edosservata al :M.B.T. è costituita da un gradino unico, la cui altezza ildWlque certamente egua.le al "ettore di BUl'gers della dislocazione diorigine, le altre sono spirali llIultiple eostituite da gradini multipli equindi la dislocazione, o meglio il «tubo» di dislocazioni che le ha ori­ginate corrisponde a vettori di Burgers di grandezza almeno egualealla sOlllma delle a.ltezze dei gradini.

Un ulteriore argomento a conferma deIJ' ipotesi genetica prospet­tata il costituito dalla fig. 14: essa indica chiaramente l'esistenza, inseno alla soluzione madre, di gl'll.dienti di concentrazione e pertanto dicorrenti da cui si S<'l.rebbero originati gli strati di accrescimento i cuicontorni sono costituiti da areili approssimativamente concentrici (GAL­LITELLI, 1970; STANTON, 1972): la direzione del flusso di materia pro­dotto da tali corrcnti potrebbe essere testimoniato dai rispettivi raggi.

Del tutto diversa è invece l'interpretazione proponibile per lealtre strutture descritte al paragrafo 4. Così, le lince caratterizzantila strut.tul'l'I. di fig. 2) possono venil'e int€rpretate comc allineamentidi dislocazioni.

Non si può escludere del tutto l'interpretazione di siffatte lineecome la IIlllnifestazione di scorrimenti nell'ambito del reticolo (slip!illes, BARHETT 1950). IIll.. regione a struttura reticolare delle figg. 22e 23 potrebbe venire interpretata come una. formazione microdendritiellimpostata su tali lince oppure eOllle Ulla st.ruttura di accrescimentocontrollato da particolari isooricntazioni, per nucleazione diretta, inmodo analogo a quanto esemplificato da SCHNEIDER (1969) per strutturenon molto dissimili.

La cavità risaltante in campo chiaro su un pinacoide di fig. :2rapPI'(.'8cnla probabilmentc un esempio di spira-Ie in depressione, an·ch 'essa impostata su una dislocazione. Subordinatamente, potrebbe ve­nire considerata come una laeullll. compresa tra impilaggi di stratispessi di accrescimento, analoga, salvo naturalmente che per la fonnageomet.rica del contorno, alle cavitii osservate da SUNAGAWA (1962) nel·l'ema.tite.

Per quanto riguarda le cavitlì di figg. 15 e 16 si può soltanto af­fermare, sia per la. rcgolaritù dei loro contami sia per la loro profon-

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348 O, llOSSI, l. UHAS, R. VAL~RA

dità, che trathlsi di IMunc di llcel'cscimento: infatti, anchc le cavitàdella fig. 15 a prima vista irregolari, in effetti si sviluppano in modol'l'golare con una superficie Il contol'l1O poliedrico (fig. 3),

Un discorso a parte meritano, infine, le lacwle illustrate dallefigg. 17, 18 e 19: esse potrebbel"O vcuire attribuite o a momentanee va­riazioni nel l'egime della soluzione madre oppure alla presenza di acci­denti od ostacoli, Questo problema è, comunque, particolarmente apertoe le nostl'e interpretazioni sono portate a puro titolo di ipotesi dilavoro.

In conclusione, la presente indagine ha consentito di interpre­tare - alla luce delle teorie sull'accrcscimento dei solidi cristallini ­le struttul'C superficiali dei cristalli di fosgenitc esaminati e di formu­lare l'ipotesi che la genesi di questi ultimi non sia in linea di mas­sima attl'ibuibile alla tl'aSfOl'lllazione in situ di masse preesistenti digalena ma. che almeno Jlel caso di Monteponi essi abbiano avuto unIIvicenda propria, più eomplesflll, formandosi da una soluzione Illadrecontenente gli elementi costitutivi. Essa ha inoltre cOllsentito di con·fermare, a.nche nel CII so dei cristalli di fosgcnite, la frequente ricor­rema di dislocazioni giù ossel-valll in molte varietà di cristlll\i naturali.

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